78 whats up marzo 2012

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Anno X, n° 78 MARZO 2012 - 0,20 euro

www.uozzap.com il

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ditoriale

IL TAV, L’ANIMA E IL PORTAFOGLIO di Riccardo Severi i sono fatti che diventano simboli che fomentano la protesta sociale. Mi riferisco a Luca Abba, uno che non ha nulla a che vedere con i black block, con i professionisti della provocazione a viso coperto e con spranghe tra le mani, lui è della Val di Susa, un 37ettenne dal viso pulito incazzato a torto o a ragione contro gli espropri della Tav in quello che per lui è un paradiso montano in cui è cresciuto. La sua protesta estrema, il suo drammatico volo dal traliccio dove era salito prendendosi una scossa di 50 mila volt e precipitando al suolo, ha scatenato un contagio emotivo in tutta Italia. Luca Abba, a cui auguriamo di uscire dal pericolo di vita e di rimettersi presto, è diventato un simbolo della protesta. Ma, comunque vada, il suo gesto e le conseguenze sono andate già ben oltre la Va di Susa, il Piemonte, il movimento No Tav: si sono saldate con il disagio della crisi. Non so se il Premier Mario Monti e i tecnici al governo se ne rendano conto, ma la temperatura sociale nel Paese sta salendo, forse al limite dell’esplosione, il rischio serio che il fronte della protesta sociale si allarghi esiste e sarebbe da irresponsabili prenderlo sotto gamba: la disoccupazione giovanile che continua a crescere (31, 1%), assieme al carrello della spesa (più 4,5%) e all’inflazione (al 3,3%), mentre le retribuzioni perdono ancor più potere d’acquisto, i suicidi di imprenditori sul lastrico, di operai che hanno perso il lavoro non sono invenzioni giornalistiche. Questa è la realtà. Non basta che il governo Monti stia svolgendo il suo compito, innanzitutto di mettere al sicuro i conti pubblici. La recessione c’è, tutti l’ammettono, e il popolo, come si diceva un tempo, fa anch’esso i conti con la fine del mese, paga un prezzo salato e doloroso al risanamento pubblico senza vedere la luce in fondo al tunnel. I tecnici al governo saranno pure bravi a fare i conti, ma una nazione, un popolo, una società hanno bisogno di altro, hanno bisogno di governanti che nei periodi di vacche magre sappiano far sognare le vacche grasse.

mensile Per i giovani scritto dai giovani

Litfiba

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segue a pag. 002

Attualità

L’uNivErSiTà viSTa daL prEmiEr mONTi. COSa dOvrEbbE CambiarE Facciamolo strano… il lavoro

LavOrarE iN iNCOgNiTO. iL miSTEry ShOppEr

BOCCIATI ALL’ESAME, INGIUSTAMENTE /

RISARCIMENTO DAL MIUR PER 5MILA EURO

I NOSTRI LAVORI ATIPICI / ECCO I CONTRATTI CHE LI REGOLANO

GIOVANI, INTELLETTUALI E DINAMICI /

Vittoria

I 20MILA (DELLE STRADE) CONTRO PUTIN

De Cupolone

i “piraTi” CriSTiaNi E La paura dEi marò iTaLiaNi Art&The City

LE duE COrEE, Tra arTE dEi giOvaNi E arTE di rEgimE

Che Legge Fa

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a primavEra La parOLa d’OrdiNE è: ECCESSO. La NOSTra guida


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ttualita’

BOCCIATO INGIUSTAMENTE, IL MIUR LO DEVE RISARCIRE. È accaduto ad un ex allievo di un Liceo Artistico di Firenze. Il Preside su What’s Up: “Solo un errore di verbalizzazione”. Ma il MIUR deve sborsare al ragazzo 5mila euro più spese legali. di Luisa Foti uesta è la storia, dimenticata per tanti anni, di un ragazzo toscano bocciato nel 2004 all’esame di maturità. Sentendosi vittima di una ingiustizia, decide di ricorrere al Tar che, riscontrando in effetti una illegittimità, gli dà ragione e annulla la bocciatura. Il giovane ritiene però che per quell’anno perso abbia diritto anche ad un risarcimento. Detto fatto, il Tar lo dispone in misura di 5mila euro (più spese legali) a carico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Sembrerebbe - secondo gli avvocati, finora non contraddetti - la prima volta che venga riconosciuto il risarcimento da bocciatura illegittima. Si è parlato tanto della vicenda. Si sono scritte tante cose. What’s Up, la storia, ha voluto però proprio ascoltarla da Fabrizio Poli, Preside del Liceo Artistico Leon Battista Alberti di Firenze, luogo del “misfatto”, che per la prima volta, dopo un nostro lungo “corteggiamento”, decide di rispondere in esclusiva alle nostre domande, salvo precisare sin da subito che all’epoca della bocciatura del giovane non era stato ancora nominato preside di quell’Istituto…

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Preside, nelle settimane scorse si è appreso dai giornali (per primo La Repubblica) che il Tar Toscana ha disposto il risarcimento danni, nella cifra di 5000 euro, in favore di uno studente la cui bocciatura era stata annullata dallo stesso Tar qualche anno prima. Qual è il suo punto di vista su questa vicenda? Per quale motivo il ragazzo era stato bocciato? La storia è molto semplice: lo studente si presenta all’esame di stato del corso di accademia nell’anno scolastico 2003-04 e non raggiunge il punteggio richiesto di 60/100 e quindi non viene promosso. Ricorre al Tar, ovviamente sulla base dei verbali della commissione, verbali che io non posso conoscere in quanto sono conservati dalla scuola in un pacco sigillato. Qualcuno del corpo docente ricorda questo esame… ? C’è solo un insegnante ancora in servizio. È ovviamente stupito in quanto non ricorda irregolarità e tutto fa pensare ad una dimenticanza nella verbalizzazione. Non è un’inezia. Poi cosa è accaduto? Nell’anno scolastico seguente lo stesso studente si ripresenta all’esame e lo supera. Successivamente alla fine del 2006 arriva la sentenza del Tar che annulla l’esame sostenuto nel 2003-04. Vorrei fare notare una cosa… Certo, ci dica. Il fatto è accaduto sette anni fa ed era stato quasi dimenticato fino alla sentenza del 2011 del Tar Toscana inerente il risarcimento. Sappiamo purtroppo quali sono i tempi della giustizia, in Italia. Tuttavia, secondo il Tar, il giovane bocciato era stato interrogato su 3 materie, tra l’altro meno importanti, delle 16 in programma di studio. Quindi, se gli fosse stata offerta l’occasione di affrontare in sede di esame anche altre materie, forse sarebbe stato promosso. 3 materie su 16 sembrano proprio pochine…

Santiago de Chile 8 Marzo-29 Abril 2012

Questa è la parte “incredibile” della sentenza. Addirittura. Sì, le sedici materie non esistono proprio. Nell’ultimo anno del corso “accademia” di quattro anni del vecchio ordinamento le materie sono undici e di queste alcune non prevedono l’orale, ma solo valutazioni inerenti quanto praticamente prodotto dallo studente. Poi il colloquio dell'esame di stato si svolge su argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo anno di corso e non necessariamente su “materie”. La sentenza, almeno da quanto si legge, sembra non tener conto del piano di studi dell’ultimo anno del corso e del regolamento dell’esame di Stato. Però è una sentenza. E sembrerebbe la prima che dispone un risarcimento danni da illegittima bocciatura. È giusto che il MIUR paghi una cifra così alta (5mila euro più spese legali) per quella che è stata giudicata una inottemperanza della Commissione? La sentenza è arrivata dopo che lo studente era stato promosso (dopo aver ripetuto l’anno, ndr) e quindi non è stato possibile rimediare facendogli ripetere l’esame. Se c’è danno erariale per dolo o colpa grave, l’Amministrazione ha la possibilità di rivalersi sulla commissione. In vista dei prossimi esami di maturità, avete timore di ricevere una valanga di ricorsi? Non ci saranno valanghe di ricorsi… a mio avviso questo è solo un caso isolato e senz’altro anomalo, anche perché sono convinto che alla base ci sia soltanto un errore di verbalizzazione.

EDITORIALE IL TAV, L’ANIMA E IL PORTAFOGLIO (segue dalla prima)

di Riccardo Severi

Purtroppo, manca quel tipo di governanti. E il gioco si fa duro: da un lato “soluzioni tecniche” adottate come diligenti compiti in classe e dall’altro, nel vivo del corpo sociale, disagio e protesta che serpeggiano sempre di più. Se non lo fanno i tecnici al governo, ma non è il loro mestiere farlo né fa parte della loro cultura snobistica, potrebbero almeno supplire i partiti, stando tra la gente anziché chiusi in un parlamento superfluo, orientando e guidandone gli umori. I primi a farlo dovrebbero essere i grandi, Pdl e Pd. In fondo quello è il loro mestiere. E invece niente. Sono balbettanti, privi della credibilità necessaria, lontani anni luce dalla realtà sociale. Chi aizza è la Lega, per partito preso contro Monti e per far dimenticare la inconcludente presenza nel governo Berlusconi.Allora, ci potrebbero pensare i sindacati. Neanche per idea. Neppure i sindacati sembrano tenere sotto controllo la protesta sociale. Un lucido Pasolini, oggi, riscoprirebbe il vecchio e deteriore linguaggio della protesta sociale in quel manifestante, cane sciolto, che ha insultato un carabiniere chiamandolo “pecorella”… Quel carabiniere fa il suo dovere con quattro soldi al mese ridotti dai tagli del governo, come le paghe di tutti i carabinieri e tutti i poliziotti, tranne i loro capi. È questo mix di manifestazioni rabbiose tipo No Tav e il suo contagio dal Nord al Sud fino alle maggiori isole d’Italia e di forze dell’Ordine incattivite e frustrate da retribuzioni miserabili (l’encomio al carabiniere, semplicemente perché impassibile all’insulto, ne è un esempio), che fa e potrebbe ancor più fare tutt’uno con un crescente disagio sociale senza distinzioni di professioni, operai e imprenditori, impiegati e professionisti, fatta salva la ristretta cerchia dei ricchi e potenti di cui fanno parte anche alcuni ministri e di cui abbiamo appreso di recente le retribuzioni stellari. Siamo proprio sicuri che chi guadagna milioni di euro all’anno e centinaia di migliaia di euro al mese sappia immedesimarsi in chi guadagna mille euro mese o è in cassa integrazione a 700 euro o è disoccupato o in cerca di lavoro ? Si ha un bel dire loro “i vostri sacrifici” sono nell’interesse generale del Paese. Viene in mente Trilussa e la sua amara ironia sulle statistiche dei polli mangiati dal popolo: consumo medio tre a testa, ma nella realtà c’è chi ne mangia uno, chi zero e chi quattro e cinque. Attenzione, insomma, al sottovalutare il montare del disagio sociale. Un popolo ha un’anima, non solo un portafoglio. E se si svuota anche l'anima, addio Salva Italia.

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he legge fa

ANCHE IL MARITO FEDIFRAGO PUÒ CHIEDERE LA SEPARAZIONE “Colpevole” o “non colpevole” – ha sentenziato la Cassazione – sta di fatto un comportamento che porta all’intollerabilità della convivenza tra i due coniugi.

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di Mario Relandini

n marito non aveva voluto accogliere in casa la moglie con il suo amante e un altro non avrebbe voluto versare l’assegno di mantenimento alla moglie perché fuggita con un altro uomo? La Suprema Corte di Cassazione – come riportato nel numero scorso di What’s Up – li ha puniti tutti e due e, quindi, 2-0 per le mogli. Nel frattempo, però, il “team” dei mariti ha accorciato le distanze. Arbitro, sempre, la Suprema Corte di Cassazione. Con il prezioso punto messo a segno da un marito che, lasciata la dimora coniugale per andare a convivere con un’altra donna e atteso a lungo invano che la moglie si decidesse a chiedere per questo la separazione, alla fine si è mosso lui con una “discesa” travolgente. “Eccellentissimi signori giudici – è andato in pratica a sostenere – io ho abbandonato mia moglie per un’altra donna, con questa donna ho avuto anche un figlio, mi sono dunque reso colpevole di “rottura matrimoniale” ed è ora giusto che la mia unione coniugale venga interrotta con una separazione legale”. Una tesi così convincente, evidentemente, da avere indotto tutti i giudici aditi – ultimi quelli della Suprema Corte di Cassazione – ad accogliere l’auto-accusatoria richiesta di separazione. Con questa innovativa motivazione: la disponibilità unilaterale della moglie a sopportare la nuova situazione non può valere ad impedire la insussistenza della intollerabilità della convivenza tra i coniugi… e dunque, in materia di separazione, nessuna differenza è posta tra coniuge “colpevole” o “incolpevole” e, pertanto, anche il coniuge “colpevole” può chiedere la separazione affermando che proprio il suo comportamento ha condotto all’intollerabilità della convivenza. Un bel caso, insomma, di “colpevolezza” ampiamente assolta e, anzi, premiata. Cosicché, ora, “team donne”-“team uomini” 2-1 sul terreno dei rapporti coniugali e della giurisdizione matrimoniale. Con palla di nuovo al centro, comunque, per le prossime partite in calendario.


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l PERSONAGGIO Il lato imperfetto e… “femminile” di

ROCCO PAPALEO

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di Elena Del Duca

a poesia ci rende profondi come un mare di perle”. Parola di Rocco Papaleo che, dopo l’“abbuffata” mediatica sanremese a fianco di Gianni Morandi, regala al pubblico l’aspetto più sensibile della sua eccentrica personalità artistica, e lo fa attraverso il suo secondo lavoro discografico “La mia parte Cover di La mia parte imperfetta imperfetta” (pubblicato il 15 febbraio scorso su etichetta Less Is More e distribuito da Sony Music), confidando a What’s Up qualche ghiotta anticipazione del suo prossimo film da regista… La mia parte imperfetta è il brano che dà anche titolo all’album e in cui canti: “La paura di deludere è un ostacolo”. Inevitabile chiedertelo ora, a freddo: prima di salire sul palco di Sanremo, hai provato questo sentimento? Sì, quando salivo le scale ero molto timoroso. Sai, lì dietro si sale e si scende. Poi, non so per quale straordinario sortilegio, come ho cominciato a scendere i gradini mi sono rasserenato. Forse l’applauso del pubblico mi ha dato la forza e quando sono arrivato accanto a Gianni, avevo già elaborato la paura e mi sentivo pronto per affrontare il momento. Nel tuo film “Basilicata coast to coast”, alla fine ciò che conta è il viaggio: per quanto riguarda l’esperienza sanremese puoi dire lo stesso? Lo rifaresti? Quando ero piccolo a pranzo mi abbuffavo. Mia madre cucinava molto bene. Appena finito di mangiare, mi chiedeva cosa volessi per cena e io rispondevo: “Mà, non me lo puoi chiedere adesso”… Magari tra un mese “avrò digerito” e lo potrò guardare con un’altra prospettiva. Dal 3 marzo hai ripreso la tournée “Una piccola impresa meridionale”.

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Adesso vanno di moda titoli “tecnici”… È un titolo che è venuto in mente a Valter Lupo, l’autore con cui collaboro da molti anni. Ci piaceva così per mettere insieme due parole che sono in antitesi, ossia “impresa” e “meridionale”. Poi l’abbiamo addolcito con l’agFoto di Stefano Schirato gettivo “piccola” in modo che non ci dovevamo sentire degli imprenditori “tout court”. Sarà anche il titolo del mio prossimo film. Quando cominceranno le riprese? Sempre alla fine di agosto, come per “Basilicata coast to coast”. È il mio periodo “eletto”. A fine estate c’è una bella luce, il tempo è ancora buono. Dopo il periodo estivo si arriva riposati e soprattutto si è carichi per una nuova impresa. Ci sono “treni che non si possono perdere”? (cit. brano La nazionale di pallavolo). Ne hai mai perso qualcuno importante? Probabilmente sì, però i treni che non si possono perdere sono quelli del sentimento, della profondità, della poesia, quei treni che ci portano dritti nell’anima delle cose e delle persone, che ci danno l’attitudine per la poesia, che ci fanno raggiungere la vera essenza, quella spiritualità laica. Credo molto nell’energia e nell’uguaglianza, se posso usare un termine un po’ “politico”. È anche democratico. Parliamo di Internet: hai un nuovo sito web personale (www.roccopapaleo.eu), un profilo su Facebook e su Twitter. Insomma, sei andato all’arrembaggio del web!

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Foto di Barbara Ledda

I “PIRATI” CRISTIANI E LA PAURA DEI MARÒ ITALIANI di Fabrizio Assandri

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ista dalla parrocchia di San Pietro di Moothakara, l’uccisione dei due pescatori indiani da parte dei marò italiani a bordo della petroliera “Enrica Lexie” che li hanno scambiati per pirati, a metà febbraio, fa ancora paura. La comunità cristiana locale, a cui appartenevano i due pescatori, ha chiesto con forza chiarezza sull’accaduto, ha organizzato marce di solidarietà, ha offerto assistenza legale e mezzi di sussistenza alle famiglie. I religiosi locali, a partire dal cardinal Alencherry, arcivescovo maggiore della Chiesa siro-malabarese, con sede in Kerala, chiedono verità e giustizia, ma al tempo stesso s’affrettano ad abbassare i toni: “Auspichiamo che quest’evento non diventi motivo di conflitto”. Ma cosa centrano le anime di una piccola comunità cattolica con gli intrecci della diplomazia internazionale e con i traffici delle grandi navi mercantili? A svelare il mistero, sia pure con dichiarazioni sibilline, ci pensa padre John Jerry Isaac, della diocesi di Quilon, in un’intervista all’agenzia

FITNESS, BENESSERE & SPORT ON STAGE

7A EDIZIONE FIERA E RIVIERA DI RIMINI

RIMINIWELLNESS.COM

organizzata da:

missionaria Fides: “C'è il rischio che alcuni leader politici vogliano sfruttare l'episodio ai fini di propaganda, dato che nei prossimi mesi si terranno le elezioni nello Stato”. In pratica, il rischio è che i “pirati” cristiani vengano additati dai nazionalisti indù, che vagheggiano uno stato indiano di proprietà esclusiva dei credenti dell’induismo, come fattore di disgregazione, di pericolo per la società. Un messaggio che certo non passerà mai dalle maglie ufficiali del governo o delle relazioni internazionali, ma che rischia di avere effetto nei mercati rionali, nei templi, negli slum. Forse per prevenire nuovi attacchi dopo l’uccisione dei pescatori, l’arcivescovo di Delhi, mons. Concessao, ha spedito a nome della comunità cristiana un appello ai leader dell’India chiedendo di fermare la violenza religiosa e di assicurare alla giustizia i colpevoli. Nella missiva l’arcivescovo ricorda le violenze in Orissa nel 2008, con la morte di cento cristiani e chiese date alle fiamme. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio: Concessao chiede alle autorità anche la presenza di cristiani negli apparati di polizia e nei gruppi d’indagine.

con il patrocinio di:

Foto di Barbara Ledda

È un’esperienza che sto cominciando adesso, spero di non abusarne perché vedo qua e là degli eccessi e questo non mi piace. Scrivo quando ho qualcosa da dire, un messaggio, una cosa spiritosa da lanciare, una riflessione da condividere, allora sì che mi sembra un bellissimo mezzo ma senza spingere troppo sull’ego e raccontare i cazzi miei in diretta continuamente! A Sanremo eri circondato da belle donne: l’8 marzo la loro festa nazionale… Il mio sistema ideale è con la donna al centro! La donna è il fulcro della mia ispirazione. Il mio punto di vista è completamente al femminile. Il complimento più bello che ho ricevuto per “Basilicata coast to coast” è stato in occasione di uno dei tanti incontri con il pubblico, quando dal fondo della platea si è alzata una donna e mi ha detto: “Papaleo, posso dirle una cosa? Sembra che questo film l’abbia fatto una donna”. Questa cosa mi ha reso molto felice.

PROVVEDIMENTI L’UNIVERSITÀ VISTA DAL PREMIER MONTI

Ecco cosa dovrebbe cambiare

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di Giada Porchera

l Decreto Legge varato da Monti promette qualche innovazione – a costo zero – anche sul fronte università, oltre a quella legata al turismo (viaggi low cost a norma di legge per giovani, anziani e portatori di handicap) e all’imprenditoria under 35, già in vigore dai primi di febbraio. Nel segno della “dematerializzazione” delle procedure, così è scritto, arriva l’iscrizione on-line e pure la verbalizzazione e la registrazione “degli esiti degli esami, di profitto e di laurea” per via esclusivamente telematica. Abolita per legge la modulistica cartacea, tocca agli atenei adeguare i regolamenti (e le tecnologie), e a noi fare senza il caro libretto universitario. Per abituarsi all’idea c’è tempo, a dire il vero: i voti “di carta” andranno in pensione solo dall’anno accademico 2013-14. Si annuncia poi il portale unico dell’università, almeno in italiano e in inglese, che sarà curato dal ministero dell’Istruzione: lo scopo consentire agli studenti e alle aspiranti matricole di tenere sott’occhio le offerte di ogni singolo ateneo, dai corsi di laurea ai servizi alle borse di studio. Per scegliere più consapevolmente, promette il decreto dei Professori. Salta invece l’accesso ai fondi per il merito – fondi pubblici destinati anche agli atenei privati – per le università telematiche modello Novedrate: era questo un controverso comma della legge Gelmini, che viene qua e là corretta dal governo Monti. Mentre la tanto discussa abolizione del valore legale dei titoli di studio non si farà, almeno fino a quando non verrà indetta una consultazione pubblica (via Internet?) per sondare l’opinione dei cittadini in merito… Quel che è certo è che, se università fa rima con ricerca, “una percentuale del dieci per cento del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST)… è destinata a interventi in favore di ricercatori di età inferiore a 40 anni”. Ma anche la scuola vuole la sua parte: e così vengono stanziati 100 milioni di euro per l’edilizia scolastica e si annunciano misure per promuovere l'istruzione tecnico-professionale e gli istituti tecnici superiori, seppure la Cgil abbia fatto notare che il decreto pecca di qualche rinvio di troppo. Da notare infine che saranno – di nuovo – a costo zero il potenziamento dell’autonomia scolastica e della famosa, o famigerata, valutazione Invalsi, resa tuttavia obbligatoria: si sa, la cassa piange.

10.13 MAGGIO 2012


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F ECCO I CONTRATTI CHE REGOLANO ormazione&lavoro

I NOSTRI LAVORI ATIPICI

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di Giada Porchera

el momento in cui scriviamo, si parla di riforma del mercato del lavoro. Il premier Mario Monti è fiducioso che la porterà a casa entro fine marzo, possibilmente con l’accordo delle parti sociali. In attesa di capire quel che succederà, proviamo a conoscerlo meglio, questo mercato: alla scoperta, in particolare, delle forme di lavoro atipico che per un giovane rappresentano purtroppo la via d’accesso privilegiata alla professione. I contratti diversi dall’agognato (o monotono?) “posto fisso”, ovvero il full time a tempo indeterminato, sono i più vari e, forse, nascondono qualche diritto che non ci aspettiamo. E dunque non sappiamo di poter rivendicare. Messi da parte stage e tirocinio, ecco una panoramica dell’atipico più comune, parasubordinato e subordinato. Lavoro a progetto. I precari per eccellenza hanno stipulato un contratto che deve essere redatto in forma scritta, con il progetto o il programma di lavoro allegato. Poiché è spesso usato dalle aziende per mascherare il lavoro dipendente classico, la circolare n. 4 del 2008, pur non avendo carattere vincolante, ha dato qualche indicazione sulla sua effettiva genuinità (una prestazione elementare e ripetitiva, sottoposta a un serrato controllo del committente, ad esempio, è difficilmente compatibile con l’autonomia organizzativa prevista per questo genere di collaborazione). Il lavoratore può inoltre avere più committenti, a meno che non sia proibito dal contratto individuale, e ha diritto ad essere riconosciuto autore di ciò che ha “inventato”. Il licenziamento senza giusta causa dovrà essere impugnato entro 60 giorni e l’eventuale causa iniziare entro i 270 successivi, pena la definitiva inoppugnabilità della decisione del datore di lavoro. In pochi sanno che anche per i contratti a progetto esiste la possibilità di accedere al sussidio di disoccupazione: i requisiti per farne richiesta sono stati modificati nel 2009. Collaborazione coordinata e continuativa. Le famigerate co.co.co., sostituite ormai dal lavoro a progetto, sopravvivono solo per alcune categorie, come i collaboratori delle pubbliche amministrazioni e delle società sportive, gli agenti e i rappresentanti di commercio. Lavoro occasionale. Non può superare i 30 giorni nello stesso anno solare, anche non continuativi, per lo stesso committente, che erogherà un compenso inferiore a 5.000 euro. La prestazione occasionale è soggetta a ritenuta d’acconto e il versamento dei contributi non è previsto, a meno che il lavoratore abbia un reddito annuo superiore ai 5.000 euro (derivante anche da altre collaborazioni). Lavoro occasionale accessorio. Si applica per alcune categorie, tra cui gli studenti e i disoccupati da oltre un anno, e per determinate attività, con lo scopo di far emergere il sommerso e proteggere le fasce deboli: così, sono prestazioni accessorie le ripetizioni private, la consegna dei giornali porta a porta, il baby-sitting e anche la vendemmia. Il compenso, inferiore a 5.000 euro annui, è pagato in Up sottotitolo “Il mensile per i giovani PUBLISHING What’s scritto dai giovani” (www.uozzap.com). Anno X n.

78 Marzo 2012. Autorizzazione Tribunale di Roma n. 440 del 14/10/2003 Direttore Responsabile Riccardo Severi. In redazione Luisa Foti, Emanuela Brugiotti. Stampa Seregni Roma s. r. l. , viale Enrico Ortolani, 00125 Roma. Distribuzione Servizi Editoriali Regionali s.r.l. Via Stadera, 76 Napoli. In copertina: Rocco Papaleo (foto Barbara Ledda), Vittoria Puccini (foto Romolo Eucalittoo), Litfiba (foto Luca Delpia). Immagini di questo numero Archivio What’s Up e autori vari riportati in didascalia. Editore HelpSos Soc. Coop. a r. l. Piazza San Giovanni in Laterano 18/b, 00184 Roma tel. e fax +39 06 9003132, +39 345 2366761, contatto Skype: redazione.uozzap. Il materiale pervenutoci non viene restituito. L’editore si riserva di ottemperare a involontarie omissioni. La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 Agosto 1990, n. 250. Chiuso in redazione il 3 Marzo 2012, finito di stampare nel mese di Marzo 2012. Per informazioni redazione@uozzap.com. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è il direttore responsabile. Per esercitare i diritti previsti dal dlgs n. 196/03 ci si può rivolgere alla redazione in Largo Enea Bortolotti 38, 00146 Roma. Comunicazione all’abbonato ai sensi del dlgs 196/2003. I suoi dati (nome cognome indirizzo) presenti nel nostro archivio informatico verranno da noi utilizzati esclusivamente per il rapporto editore-abbonato. Potrà chiederne l’aggiornamento o la cancellazione. Il responsabile del trattamento è: Riccardo Severi. Assandri, Emanuela Brugiotti, COLLABORATORI Fabrizio Massimo Canorro, Marica Ciraci, Ilaria Crestini, Valerio D’Angelo,Elena Del Duca, Luisa Foti, Roberta Isceri, M.L. Kevin, Osvaldo Marchese, Fabio Melandri, Alessandro Mercanti, Christian Mezeckis, Gabriella Poggioli, Giada Porchera, Mario Relandini, Mauro Scansa, Romeo Scansa, Andrea Severi, Silvia Tempesta, Raffaele Tostini, Carlotta Urbani, Maria Flavia Vecchio.

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“buoni lavoro”, del valore di 10 euro ciascuno, che il lavoratore dovrà convertire in denaro presso i centri autorizzati. Chi vuole mettersi in regola con le ripetizioni, insomma, è avvertito: può comunicarlo ai Servizi per l’impiego, che gli invieranno – a sue spese – una tessera magnetica personalizzata. Contratto di formazione-lavoro. Subordinato e a tempo determinato, dal 2004 esiste solo nella Pubblica Amministrazione, per i giovani tra i 16 e i 32 anni. Contratto di inserimento. Ha sostituito il CLF nel settore privato e, come il precedente, deve garantire la formazione e può essere stipulato solo da quei datori di lavoro che hanno assunto almeno il 60% dei lavoratori con il contratto di inserimento scaduto nei 18 mesi precedenti (o 24, per il CLF). Applicabile, tra gli altri, per i giovani tra i 18 e i 29 anni, va da 9 a 18 mesi (o 36, per i portatori di grave handicap) e non può essere rinnovato. Se non si presenta in forma scritta, il contratto è nullo e, anzi, si trasforma in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Ma attenzione: il lavoratore può essere “sottoinquadrato”, fino a 2 livelli, rispetto alla qualifica che dovrà conseguire e sarà dunque meno pagato; chi decide di prestare servizio militare o civile, inoltre, non ha diritto a conservare il posto di lavoro.

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ACCIAMOLO STRANO... IL LAVORO

LAVORARE IN INCOGNITO?

IL MISTERY SHOPPER

di Alessandro Mercanti

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iente di pericoloso stile 007 o mission impossible, non sarete né Indiana Jones o qualsiasi altro avventuriero, ma vi muoverete solamente tra negozi, fast food e altre catene di franchising, testandone la qualità senza dovervi far riconoscere. Il mystery shopper è una delle figure lavorative emergenti, spesso utilizzata dalle aziende che vogliono raccogliere dati o informazioni su prodotti concorrenti o sulle proprie catene di negozi per poi migliorarne il servizio o il prodotto. La funzione è quindi quella di fornire ai propri datori di lavoro dettagliate indicazioni di marketing o di customer service. Bisogna avere sangue freddo e saper lavorare in incognito, avere una memoria di ferro ed essere grandi osservatori, non ci si può mica far vedere mentre si prendono appunti! Le retribuzioni non sono elevatissime, massimo venti euro a “chiamata”, per questo si può pensare al mystery shopper per arrotondare. Il reclutamento avviene quasi esclusivamente on-line, ci si registra all’interno di alcuni portali, indicando la zona di interesse e le proprie generalità; successivamente si viene contattati tramite e-mail alla quale si dovrà dare subito conferma. Infine si parte in missione. I portali più importanti in Italia sono: Doxa.it, Plusmarkmysteryshopper.it, mysteryclient.it, mysteryshopeyes.it, deekra.it ma basta navigare in Internet per trovarne molti altri. Se siete fortunati la prima missione potrebbe capitarvi in un fast food!

portivamente parlando

MARATONA DI ROMA, 18 MARZO 2012 (E le prossime nel mondo)

È

praticabile da chiunque, ma necessita molta disciplina e regolarità se fatto professionalmente, nonché estrema resistenza fisica e psicologica. Stiamo parlando della corsa o meglio della maratona, tra le competizioni più sfiancanti che esistano al mondo. Gli appassionati potranno prendere parte nel mese di marzo a quella di Roma, classico appuntamento nazionale ed internazionale che coinvolge non solo coloro che di solito vi partecipano, ma anche chi vuole fare semplicemente una corsetta meno impegnativa o una passeggiata. Sono infatti previste mezze maratone e percorsi alternativi per i meno allenati. Molti conoscono l’origine di questa folle pratica sportiva, la lunghezza del percorso deriva dall’esatta distanza che separava la città di Maratona da quella

di Atene, 42.195 chilometri, strada che fu percorsa da Fidippide per annunciare la storica vittoria dei greci sui persiani. La preparazione più consigliata è quella Galloway, che prende appunto il nome dall’ex runner che partecipò alle olimpiadi di Monaco nel ’72, attualmente profeta di questo sport. Si tratta di 3 allenamenti a settimana per 30 settimane, alternati tra corsa e passo, proprio per consentire al muscolo di rilassarsi e di poter poi dare il meglio nei giorni di maggiore sforzo volti a migliorare le prestazioni. Certo, forse non si arriverà a fare il record del mondo, ma già concludere la corsa per molti è un’impresa. Se il 18 marzo siete impegnati, potete puntare alle maratone di Parigi e Londra in aprile, alla Grande Muraglia in maggio, a Berlino in settembre e, ovviamente, a New York in novembre. Giusto per la cronaca, si narra che Fidippide sia morto subito dopo aver dato l’annuncio della vittoria, ma voi non pensateci, un po’ di sport nella giusta misura e senza sforzi sovrumani non può far altro che bene. (Alessandro Mercanti)

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ondo web

IL “FEUILLETON” DIGITALE L’EBOOK A PUNTATE

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di Carlotta Urbani

n paio di fermate di metropolitana, il percorso tra casa e lavoro o per raggiungere l’università, questo il tempo necessario per diventare lettori di e-book seriali. Testi brevi e accattivanti di 30 pagine da leggere in 10/15 minuti. È la ricetta che sta appassionando molti giovani e non in tutto il mondo. L’idea del seriale nasce in Giappone, dove le persone leggono dai loro tablet e iphone ovunque, ma i testi sono ancora più brevi. “Vite frenetiche, tecnologie sempre più avanzate ma la voglia di leggere rimane”, ci racconta la responsabile di Chichili Agency Italia, Roberta Gregorio, precursore in Italia. I generi: dall’horror al chicklit, fino ad arrivare a quello storico, si tratta di short stories su uno stesso tema scritti da diversi autori. Oppure si può seguire un racconto a puntate che romanticamente ci ricorda il feuilleton, romanzo di appendice di fine ottocento inizi novecento, allegato ai quotidiani dell’epoca. “Se la prima puntata è piaciuta - continua Roberta Gregorio - si può direttamente scaricare dal web la seconda e non si perde tempo neanche nell'acquisto. Non è piaciuta? Non fa niente, intanto sono stati spesi solo 0,99 centesimi di euro”. È quanto costa infatti ogni episodio.


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nternational

GIOVANI, INTELLETTUALI E DINAMICI I 20MILA (DELLE STRADE) CONTRO PUTIN

Ecco chi sono, cosa vogliono e come sono organizzati. Li seguono sui Social Network decine di migliaia di ragazzi e ragazze che hanno ancora paura di sfidare a volto scoperto lo “zar” di Russia.

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di Valerio D'Angelo

ussia senza Putin”. Questo il motto che ha riecheggiato nella Piazza Rossa in una delle manifestazioni antigovernative che negli ultimi mesi, fino a pochi giorni fa, hanno mobilitato i russi, soprattutto i giovani. Un movimento composito, ma unito dalla ferma convinzione che una Russia diversa, con “elezioni oneste”, come recita uno dei tanti slogan del movimento, è possibile.

LA CENSURA DI MTV Oggi lo “zar” c’è, i cospiratori sono però del tutto diversi: barbe e colbacchi hanno lasciato il posto a dolcevita e iPhone. Sì, perché i “nuovi rivoluzionari” sono quasi tutti intellettuali di classe borghese, raffinati e internazionalisti, e che si sono trovati quasi casualmente a gestire un malcontento più vasto di quello che loro stessi potevano immaginare. E le loro storie personali lo dimostrano. È il caso di Alexsey Navalny, il volto forse più noto della protesta, brillante avvocato trentacinquenne, circondato da un team di legali e giornalisti, con un sito Internet (http://navalny.livejournal.com) nato Alexsey Navalny dal nulla dove segnala quotidianamente i brogli del potere, soprattutto in tema di investimenti finanziari: un’attività che gli è valsa quindici giorni di carcere. Dopo essere stato invitato di recente su Mtv Russia (il cui proprietario è Vladimir Potanin, un potente vicino a Putin), l’emittente ha deciso di sospendere la trasmissione per evitare il suo intervento. La guerra mediatica è aperta.

GIORNALISTI UNDER 30, I PRECURSORI Non è un caso che le prime, embrionali proteste erano state avanzate già da un gruppo di giovani giornalisti, traduttori e studenti che gravitano attorno alla casa editrice Afisha, diretta dal ventiquattrenne Ilya Krashilshchik, oltre a tutta una serie di riviste di lifestyle, come Bolshoy Gorod, diretto dalla ventisettenne Katya Kron-gauz, peraltro moglie di Ilya, e da un ventinovenne, Filipp Dzyadko. Ma c’è anche Zhora Alburov, 22 anni, che sul sito Rosvybory raccoglie le adesioni di volontari che vogliano monitorare le elezioni russe: il volontario scrive e un sistema automatico lo indirizza ad un seggio della sua zona dove si sono registrate percentuali sospette alle elezioni parlamentari. Ad oggi i volontari sono già 20.000. Questo dunque l’identikit dei nuovi agitatori: giovani, intellettuali e dinamici, che soprattutto grazie a Facebook hanno mobilitato i russi in ben quattro e consistenti manifestazioni antigovernative. Ma presto, dal gruppo online si passò alle riunioni "offline", in sedi di giornali e in club bohemien, con un tipo di organizzazione di natura "giornalistica": i direttori misero a disposizione una "hotline" telefonica per chiedere aiuto in caso di arresto, si scambiarono idee per cartelli e slogan, ci si accordò per una moratoria sui copyright delle fotografie da far circolare online. E così i due piani, quello virtuale e quello reale, si sovrapposero: discussioni originariamente nate in rete, divennero il terreno di confronto nelle piazze.

“NON MI CORROMPETE”, L’ICONA DELLA PROTESTA. Accanto a questi “criceti del computer”, come li definì Putin in maniera denigratoria, una serie di alleanze trasversali, come la protesta degli automobilisti contro l’arroganza delle auto blu, con migliaia di auto che sfilavano con un secchiello blu incollato sul tettuccio per simulare un lampeggiante; ma anche il movimento “verde” di Evhenija Cirikova, 35 anni, diventata anch’essa casualmente il simbolo del l’ecologismo russo, ma che, al principio, solo voleva sapere che ne era stato del bosco vicino alla casa dove vive con le sue due figlie piccole. E quando il potere cercò di corromperla (offrendole una casa più grande), lei rifiutò e divenne una icona della protesta.

TRA LE STRADE DI S.PIETROBURGO “La gente non deve avere più paura del Governo”

di Christian Mezeckis “In Europa è normale, ma i russi in genere non vanno a manifestare”, ci dice la 26enne Yanina, studentessa del Turism College di San Pietroburgo. “Io comunque non sono quel tipo di persona che va a urlare per le strade”, confessa senza troppo imbarazzo. E poi torna alle proteste in piazza, alle contestazioni sui brogli elettorali e sull’emergente movimento di contestazione: “Per adesso non cambierà nulla, ma è un buon segnale che anche da noi si inizi a protestare”. Stessa opinione di Olga, 25 anni, studentessa di Relazioni Internazionali all’Università Statale di S Pietroburgo, che ha seguito la protesta soprattutto sui Social Network, ma non ha partecipato in strada: “Non penso ci saranno grandi cambiamenti, certo è una buona partenza. Quantomeno la gente inizia a capire che se non è soddisfatta dell’operato del Governo, lo può manifestare apertamente”. Va ancor più giù al nocciolo della questione Sergei, ventisettenne che si dichiara giornalista freelance: “Che la voce di dissenso darà i propri frutti o meno, la gente sta cambiando, ha finalmente iniziato a capire che non deve avere paura del Governo”. È proprio la paura a farla infatti da padrone. Le manifestazioni di qualche migliaio di russi nelle piazze non dà certamente conto del malumore che serpeggia tra il popolo russo. “Mi spiace non avere protestato insieme agli altri, ma la polizia russa disperde chi prende parte alle manifestazioni…”, ci racconta invece Tamuna, georgiana 24enne, assistente in uno studio commercialista. Evocative le ultime parole di Yanina: “La libertà è la parola di Dio”, salvo poi dar spazio al crudo realismo: “Non voterò Putin, ma vincerà uguale”. E infatti...

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orld news di Silvia Tempesta

USA, SIGARETTA ELETTRICA ESPLODE IN BOCCA A FUMATORE Il fumo fa male, si sa, ma anche i rimedi per i tabagisti a volte non scherzano! È il caso di un 57enne della Florida, sopravvissuto alla guerra del Vietnam ma rimasto vittima di una banale sigaretta elettronica. Il dispositivo, che emula per aspetto, sensazione e gusto i tradizionali prodotti per il fumo, gli è esplosa in bocca per un difetto di fabbricazione della batteria, facendo saltare denti e lingua. “Sembrava che un petardo fosse esploso in casa, poi l'ho sentito urlare”, ha raccontato la moglie dell’uomo all’americana ABC News. Perplesso anche il capo dei vigili del fuoco accorsi insieme all’ambulanza: “Non ho mai sentito una cosa del genere prima - ha detto -. È come se un razzo gli fosse esploso in bocca!”.

UN SENO A PROVA DI AIRBAG Si è salvata da un incidente stradale grazie alle sue enormi tette: protagonista una formosa 32enne di Houston, in Texas, che mentre tornava a casa da una festa ha perso il controllo dell’auto andando a sbattere contro un albero. Ma il suo “equipaggiamento personale” ha fortemente attutito l’urto nonostante lei non avesse la cintura allacciata. “Penso che il mio seno mi abbia salvato la vita”, ha dichiarato la donna al Daily Mail, “lo scontro è stato tremendo e ho le tette dolenti, ma hanno protetto il resto di me”.

INDIA, VIDEO PORNO IN PARLAMENTO Scandalo e dimissioni per i tre i ministri dello stato del Karnataka, nell'India sud-occidentale, sorpresi a guardare un film porno durante una seduta parlamentare. Le immagini della Tv di stato che, nel seguire in diretta un importante dibattito sulla crisi agricola provocata dalla siccità, li riprendeva di spalle mentre si godevano sul telefonino il video una donna semi nuda, hanno fatto il giro dell’India provocando imbarazzo nel partito della destra nazionale, al quale appartengono i “colpevoli”. Tra di essi anche il ministro delle politiche femminili. Risultato: i ministri sono stati invitati a lasciare l'incarico per non danneggiare l’immagine del partito, oggi all’opposizione, in coincidenza con le elezioni regionali previste in cinque stati.

QUESTIONARIO AI LADRI CONTRO FURTI Di inventiva la polizia danese non manca di certo. Per contrastare il crescente fenomeno dei furti in appartamento, nei prossimi mesi le autorità somministreranno in via sperimentale ai criminali colti in flagranza di reato un questionario anonimo con il quale raccogliere informazioni utili sulla loro attività. Non sappiamo se i ladri saranno pronti a collaborare con la Giustizia di Copenaghen, che si è detta incerta del risultato di un progetto finalizzato a far emergere metodi e obiettivi dei rapinatori. Ne dà notizia l’agenzia LaPresse.

NO ALLA STATUA DI CARLA BRUNI! Passi il busto di Letizia Casta come allegoria della Repubblica francese, ma la statua di Carla Bruni, moglie del presidente Nicolas Sarkozy, gli abitanti di Nogent sur Marne non la vogliono proprio. Secondo il progetto voluto dal sindaco della cittadina operaia, determinato a proseguire i lavori anche fra le polemiche, l’omaggio all’ex modella sarà alto 2,5 metri e sorgerà nel quartiere italiano per ricordare gli immigrati nella città. I costi, ha spiegato il primo cittadino, saranno coperti dai realizzatori della statua che sarà completata dopo le elezioni presidenziali di questa primavera.

ADDIO AL GATTO PIÙ VECCHIO DEL MONDO Con 33 anni di vita alle spalle, era uno dei gatti più vecchi al mondo. Prima che un’ingloriosa fine lo raggiungesse grazie a un veterinario svizzero, che lo ha soppresso scambiandolo per un randagio malato. La testata Metro UK riferisce che il felino, di nome Miez Maz, era da decenni la mascotte della stazione ferroviaria di Tagerwilen, nel cantone svizzero di Thurgau. La violenza nei confronti della povera bestia, sebbene animata da motivi di “pubblica igiene”, ha scatenato rabbia e proteste nella popolazione locale e nel personale di stazione, tutti affezionati a Maz.


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INEMA E SPETTACOLO HYSTERIA

HENRY

GLI SFIORATI

(REGIA DI tANYA WEXLER)

(REGIA DI ALESSANDRO PIVA)

(REGIA DI MAttEO ROVERE)

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di Maria Flavia Vecchio

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rotagoniste assolute del film di tanya Wexler sono le donne, la loro volubilità, la loro determinazione. Ambientato nella Londra degli anni ’80 dell’Ottocento, “Hysteria” racconta una storia vera: quella del dott. Mortimer Granville (Hugh Dancy) inventore, insieme a Edmund St. John-Smythe (Rupert Everett), del primo vibratore elettromeccanico. Dopo esser stato rifiutato da numerosi ospedali per la sua determinazione nell’affermare teorie mediche troppo all’avanguardia per i tempi, il valido dott. Granville viene accolto sotto l’ala del dott. Darlymple, specializzato in medicina femminile, trovandosi così catapultato in un mondo di donne insoddisfatte e capricciose. Per tutte la diagnosi è: isteria. tra di loro vi è anche Charlotte (Maggie Gyllenhaal), bella e tenace figlia di Darlymple, sorella della silenziosa ed obbediente Emily, promessa sposa di Mortimer. I due sosterranno insieme che l’isteria non esiste, che ad esistere è il malessere di molte donne chiuse entro quattro mura, ignorate se non maltrattate dai propri mariti. Buon esempio di piacevole commedia frivola dietro la quale si cela una storia d’amore e carità.

prossimamente… forse… in Italia

UNE VIE MEILLEURE (REGIA DI CÉDRIC KAHN)

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È

la Roma dei sobborghi quella che ci racconta Alessandro Piva, quella dei non romani, in cui tutti sono immigrati e si sentono estranei nella loro stessa casa. “Henry” mette in scena la storia di giovani irresponsabili (e adulti non da meno), schiavi dell’eroina e della vita facile, che si troveranno a fare i conti con una realtà più grande di loro: quella delle bande criminali che si contendono il mercato romano dell’eroina. Ne emerge una profonda solitudine che costringe uomini adulti a far affondare le proprie vite a causa della droga, che mette ragazzi nelle condizioni di inebriarsi a suon d’eroina pur di “stare al massimo”, che vede giovani immigrati ammazzarsi come cani pur di sopravvivere in una terra in cui probabilmente non avrebbero mai voluto approdare. Un cast italiano di tutto rispetto (notevoli le interpretazioni di Claudio Gioè, Paolo Sassanelli e Pietro de Silva), per un film che, nonostante il montaggio un po’ lento, riesce a trasmettere la sua voglia di “scassinare la serratura” per far uscire il cinema italiano “dalla stanzetta in cui si è fatto rinchiudere”. (M. F. Vecchio)

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ratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, “Gli Sfiorati” porta in scena ancora Roma, ma questa volta è la Roma di Piazza Navona, dei Fori, del Campidoglio: una Roma bella e contraddittoria, distratta ma sicura del suo potere attrattivo: proprio come Belinda (Miriam Giovanelli), sorellastra adolescente di Méte (Andrea Bosca), costretto a vivere con lei sotto lo stesso tetto la settimana precedente al matrimonio dei loro genitori. Il padre di Méte lo abbandonò quando era ancora un bambino e in Spagna costruì una nuova famiglia con Vilma, dalla cui unione nacque Belinda. tornato in Italia, ha deciso di sposarsi e desidera che tutti e quattro formino una vera famiglia. Ospite di una casa che odia, Mète dovrà subire la convivenza con un’adolescente per cui prova una passione irrefrenabile. Lui così serio e arrabbiato, pur di sfuggire al suo sguardo rapitore si butta a capofitto nel mondo degli Sfiorati, una generazione che ha avuto tutto senza mai afferrare nulla per davvero. Non ha calcolato, però, che è proprio a casa da quella ragazzina bellissima e viziata che ne verrà travolto. Un ottimo film che, pur senza un finale ben determinato, coinvolge e fa riflettere sulla confusione dell’oggi, anche questa (ahinoi) senza fine. (M. F. Vecchio)

’ UARDA UN PO’ CHI c’e... AL CINEMA?

VITTORIA PUCCINI “MAGNIFICA PRESENZA”

osa spinge alcune persone a vivere vite così miserabili?” è l'interrogativo che chiude Albert di Emanuela Brugiotti Nobbs, una pellicola in questi giorni nelle uale migliore occasione per passare una sale. Ma è una domanda che ben si può serata con Vittoria Puccini che assistere applicare a Une vie meilleure, pellicola con lei alla sua ultima interpretazione in francese trionfatore morale dell'ultima edi“Magnifica Presenza”? Nel film di Ferzan Ozpetec zione del Festival Internazionale del Film interpreta Beatrice Marni, una delle bizzarre “predi Roma, dove si è aggiudicato il premio senze”, misteriose ma elegantissime, che Elio alla miglior interpretazione maschile per lo Germano, alias Pietro, si ritrova in casa… posplendido Guillaume Canet. trebbe quasi sembrare l’inizio di un horror/ thriller, Yann, di professione cuoco, e Nadia, cameriera madre di un bambino, Vittoria Puccini e Cema decidono di impegnare tutto quello che hanno nell'acquisto di un ristorante. Yilmaz - Foto di Eucalitto e invece… Privi di risorse economiche finiscono strangolati nella giungla di finanziamenti e prestiti bancari. Per sopravvivere Nadia parte per il Canada, laIl film sta per iniziare… sei emozionata? sciando a Yann la cura del proprio bambino. Insieme l'uomo ed il bambino Sì, tantissimo! Rivedersi al cinema è sempre un’emozione unica. affronteranno le asprezze della quotidianità e creditori implacabili con Elio Germano, Beppe Fiorello, coraggio ed estrema dignità. Correttezza, onestà, amore, rispetto per Margherita Buy ecc. com’è anla propria ed altrui persona sono la migliore risposta al quesito di aperdato il gioco di squadra? tura. Cèdric Kahn costruisce un solido ed emozionante dramma faCi siamo divertiti da pazzi! Lavorare miliare concentrando la sua attenzione su personaggi commuoventi con Ozpetec è stata un’esperienza calati in uno scenario che è il segno dei tempi con le sue storture, conmolto bella, dura, ma molto bella. traddizioni ed assurdità che mettono a dura prova la rettitudine dell'inEccoti sullo schermo! Che effetto dividuo: uno su tutto la sequenza del furto di scarpe. L'emozione è ti fai? Ti piaci? ben gestita dal regista attraverso uno stile registico asciutto che evita La prima volta è sempre molto traupericolose scivolate nel pathos strappalacrime, che si chiude con un matico. Lavorando all’interno del raggio di sole che si fa spazio tra nubi nere cariche di pioggia, perché “in fin dei conti una vita migliore” è sempre possibile. guardare per cre- Claudia Potenza, Beppe Fiorello, Margherita film, ti fai una tua idea di come sta Buy,Vittoria Puccini ,Cem Yilmaz e Ambrogio venendo e considera che io non ridere... (Fabio Melandri) guardo mai le scene, quindi la prima Maestri - Foto di Romolo Eucalitto

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volta che mi rivedo è proprio alla prima del film e l’impatto è sempre un po’ difficile, poi mi abituo (ride). Shhhhhh! (Dal pubblico in sala). C’è qualcosa Vittoria Puccini - Foto di Romolo Eucalitto che avresti cambiato nel tuo aspetto? No, anzi, in un film italiano è difficile giocare su dei look estremizzati, così forti e caratterizzati, quindi è stato divertente truccarsi così. Pausa! Vado al bar, che ti porto? Coca cola e pop corn! Si riparte… Senti un po’, sono stati da poco consegnati i premi Oscar… come ti vedresti a sfilare su quel red carpet? Mi vedrei molto bene! (ride) Indossando cosa, tra i made in Italy…? Penso Valentino o Versace, quelli che ho indossato durante il Festival di Venezia o in altre occasioni importanti. Coming soon. Andiamo al cinema, ora che il tuo film l’abbiamo visto, che ci vediamo? Ora siete liberi di vedere quello che volete, però il mio lo dovete vedere! (ride) Magari l’otto marzo… e tu cosa farai? Mah, non ho mai festeggiato a livello di cene, amiche, non ci credo, però ricevere la mimosa B. Fiorello, A.Bosca, A.Maestri, V.Puccini, mi ha sempre fatto piaC.Yilmaz, C. Potenza, M.Savino,M. Buy,E.Germano - Foto di Romolo Eucalitto cere!


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INTERVISTA “Altro che disco politico, la nostra è una dichiarazione d'amore per l’Italia”

I LITFIBA

di Gabriella Poggioli

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n decennio di incomprensioni, dubbi e chiarimenti, e “Grande Nazione”, il disco di inediti che conferma una speranza: i Litfiba sono tornati per restare. Secondo episodio di una “trilogia delle nazioni” che terminerà con il prossimo lavoro, Foto di Luca Delpia già previsto per il 2014, il nuovo album è classicamente Litfiba: un ibrido fra il pugno in pieno viso di Terremoto (1993) e l'approccio più policromo e modernista di Mondi Sommersi (1997), come se il tempo si fosse riavvolto. Ma nessuna archeologia: la voce di Piero canta l'Italia di oggi, di cui passa in rassegna i vizi e i grotteschi protagonisti. I suoni sono gli stessi già sperimentati con successo negli anni Novanta: riff tellurici, assoli sfavillanti, tastiere fantasiose, aggressioni ritmiche e ritornelli killer, ma anche melodie suggestive; insomma, quarantaquattro minuti di rock compatto e potente (dall'apertura con Fiesta Tosta! a Tutti Buoni fino alla stessa Grande Nazione, che dà il titolo all'album), capace all'occorrenza di distendersi in ballate avvolgenti come La mia valigia. Il tutto registrato suonando ogni canzone senza interruzioni né copia-incollaggi digitali: “Artigiani della musica”… Benvenuti su What's Up, ragazzi! Dopo gli anni del successo esplosivo e quelli della separazione, il nuovo album di inediti, “Grande Nazione”. Subito un aggettivo! (Ghigo) Uno lo butto sul tavolo io: potente! (Piero) Potente, sì, ma anche incazzoso e divertente... (Ghigo) Più che divertente, direi ironico. Ironico già dal titolo? (Piero)Sì... Quanto basta per non farsi venire il mal di stomaco! (ride) Grande Nazione, cover Una dichiarazione a suo modo “politica”, per un disco che parla dell'Italia di oggi... (Piero) Io mi sono sempre sentito cittadino del mondo prima che italiano. Ma qui abbiamo le nostre famiglie, i nostri amici, perciò, volenti o nolenti, siamo legati a doppio filo a questo Paese. E vederlo alla mercé dei vizi di personaggi farseschi e dei privilegi di troppe caste è così avvilente... (Ghigo) Ma attenzione, il titolo deve essere inteso anche senza accenti ironici, come una rivendicazione e uno scatto d'orgoglio, perché lasciatemelo dire: la nostra è davvero una “grande nazione”. Noi siamo innamorati dell'Italia. Per questo il nuovo disco è soprattutto un disco d'amore, e ogni canzone è un quadro che ne contiene una sfumatura diversa: amore per l'Italia, per la vita, per la musica. Negli ultimi mesi, sui giornali e in televisione, sembra che la musica abbia trovato spazio quasi esclusivamente in relazione a X Factor e a Sanremo. Cominciamo dal primo… (Piero) Rispondo con un'altra domanda: quanti concorrenti

di talent show sono sopravvissuti alla fine del programma che li ha “lanciati”? Il meccanismo dei talent non mi piace, perché costruisce personaggi inconsistenti a uso e consumo delle case discografiche. E alla fine chi ci rimette sono i ragazzi. Quindi se posso dare un consiglio ai giovani musicisti: la vostra strada costruitevela da soli, fatevi una sacrosanta gavetta. In più vi forma il carattere, aiutandovi a trasformare la popolarità in successo senza rimanerne schiacFoto di D&A cesurala ciati. A proposito di Sanremo, invece, la sera della finale eravate anche voi davanti alla tv? (Piero) Io il sabato sera evito di uscire perché c'è troppo “gorillaio”, come si dice a Firenze, quindi ero in casa e ho visto un pezzettino di diretta. Non ho ascoltato tutti i pezzi, però posso dire di non aver sentito niente di clamorosamente nuovo, anzi: mi è sembrato un rimasticamento di belle canzoni degli anni Sessanta e Settanta, riciclate in questi anni Dieci. E poi si sa, a Sanremo non arriva mai il vero rock... Mi sarei aspettato qualcosa di meglio dai Marlene Kuntz: ascoltata in radio, la loro Canzone per un figlio è un gran bel pezzo, ma l'arrangiamento del Festival era fuori luogo, la voce di Cristiano (Godano, ndr) veniva molto coperta. Per ascoltare un po' di rock made in Italy bisogna aspettare il vostro tour, che ormai è ai blocchi di partenza. Qualche anticipazione? (Piero) Abbiamo preparato una scaletta molto intensa, con una ventina di canzoni: le tracce di Grande Nazione più dieci brani storici “obbligatori”... Ma anche il nostro vecchio repertorio sarà riarrangiato nello stile dell'ultimo album, quindi nessuna impressione di “già sentito”, ve lo promettiamo. L'ultimo singolo estratto dal nuovo dico è La mia valigia. Che cosa c'è nella vostra valigia da tour? (Ghigo) Vi stupirebbe sapere non che cosa c'è nella mia valigia, ma che cosa manca in quella di Piero! (ride) Un prodigio del bagaglio ultraleggero: è stato capace di partire per il Messico portandosi dietro soltanto uno zainetto! Complimenti! (Piero) Ghigo mi prende in giro, ma che senso ha partire se poi ti trascini dietro tutto quello che ti stai lasciando alle spalle? Meglio portare con sé poche cose e cercarne di nuove una volta arrivato a destinazione. In attesa di rivedervi presto su un palco, allora, lasciate un messaggio ai lettori di What's Up! (Piero) Ragazzi, le mie raccomandazioni ve le ho già fatte... Per il resto, vivete e godete, the rock is in the air!

EMERGENTI A 360° AMANDA HOCKING IN “SWITCHED” Il segreto del regno perduto

di Emanuela Brugiotti Ecco un esempio emblematico del detto “chi la dura la vince”! Eh sì, perché Amanda Hocking, giovane scrittrice del Minnesota di “no” da editori e agenti ne ha collezionati parecchi, fino a quando ha avuto la brillante idea di auto prodursi pubblicando on-line, su Amazon, alcuni dei suoi diciassette romanzi. Dopo solo 6 mesi ha venduto 250 mila copie, che di lì a poco sarebbero diventate circa 2 milioni e mezzo! Un vero e proprio fenomeno del “self-publishing”, AMANDA HOCKING com’è stato definito. Switched - Il segreto del regno In Italia è da poco uscito per la perduto Fazi Editore il romanzo “SwitFazi Editore – collana Lain ched”, primo della trilogia intiPp. 288 - € 12,00 tolata “Trylle”, che racconta le vicende di Wendy, giovane adolescente che vive con il fratello e la zia in una città di provincia. Carattere difficile, ma buono, la giovane protagonista ha avuto un’infanzia dura. La madre, infatti, ha cercato di ucciderla quand’era una bimba, accusandola di non essere sua figlia, ed ora si trova ricoverata in una clinica psichiatrica. Wendy sa di possedere dei poteri particolari che la rendono diversa dagli altri, ma non ne conosce l’origine, fino a quando il misterioso ed affascinante Finn la catapulterà in un mondo fatto di Troll e castelli fantastici, rivoluzionando completamente la sua esistenza. Il romanzo ha la potenzialità di diventare il nuovo tormentone letterario e cinematografico - visto che ne sono già stati acquistati i diritti per la trasposizione sullo schermo - dei giovani di tutto il mondo. Ci permettiamo anche un piccolo suggerimento: Taylor Lautner, il bel lupo mannaro Jacob in “Twilight”, nel ruolo di Finn! Nel frattempo, complimenti ad Amanda, bell’esempio per tutti i giovani.

Foto di Luca Delpia

what’sound di Massimo Canorro

Cani e gatti si mantengano a distanza di sicurezza dall’abitazione di Courtney Love. Secondo la figlia della vedova di Kurt Cobain, infatti, l’instabile rockstar non sarebbe molto attenta agli amici a quattro zampe. Mondo animale avverso anche alla bella Shakira, attaccata da un leone marino in Sudafrica. Da lassù Johnny Cash osserva interdetto, ma presto vedrà la luce un museo tutto per lui. God save the animals. Soprattutto gli animali domestici nella casa newyorkese di Courtney Love, la vedova di Kurt Cobain. L’indomabile leader delle Hole, infatti, potrebbe aver causato la morte sia del gatto sia del cane della figlia Frances Bean. A rivelarlo la stessa ragazza, raccontando che il felino al quale era tanto legata è rimasto strangolato in un ammasso di stoffe, plastica e rifiuti che la mamma

avrebbe distrattamente accumulato. Stessa sorte per l’amato cane, passato a miglior vita dopo aver ingerito alcune pillole della rockstar. Da parte sua Courtney ha smentito il tutto attraverso un post su Twitter. Lo stesso social network ha rimbalzato una notizia rivelatasi, fortunatamente, infondata. Certo, il soggetto in questione ha molto da farsi perdonare, ma il male non si augura a nessuno. Giammai la morte, come nel caso del cantante Chris Brown, noto più per le botte all’ex fidanzata Rihanna che per i meriti discografici. Ebbene, Chris ha letto della sua dipartita proprio su Twitter. “Riposa in pace”, recitavano una serie di post che davano per certo l’accaduto. Chi può odiarlo tanto? Un esame di coscienza è d’obbligo. Chi invece se l’è vista davvero brutta è Shakira, che nel corso di una recente vacanza su una spiaggia di Città del Capo, in Sudafrica, è stata attaccata da un leone marino. “Mi sono avvicinata per accarezzarlo e scattare alcune foto ma questo animale, pensando che lo stessi stuzzicando con del cibo, ha cercato di mordermi”. Ad aiutare la popstar è intervenuto il fratello Tony, che con prontezza ha portato via Shakira dal pericolo. La stessa popstar, il giorno dopo, ha postato

su Facebook uno scatto che la ritrae con dei docili pinguini. “Sono certa che questi sono più amichevoli”, ha scritto. Spesso anche loro si sono scontrati con la foga del leone marino, ma alla fine è prevalso il buon senso: la band prima di ogni cosa. Stiamo parlando dei Rolling Stones, che vorrebbero festeggiare il loro cinquantenario artistico con un grande evento. Già, ma quale? Il batterista Charlie Watts riconosce: “Sarebbe bello fare qualcosa dal vivo per celebrare la ricorrenza. Ronnie e io suoniamo ancora, Mick canta sempre. L’unico dubbio è su Keith, perché credo che nei prossimi mesi voglia registrare un disco solista”. Immortali Stones. Come Johnny Cash, che a distanza di nove anni dalla sua morte, all’età di 71, sarà ricordato con un museo interamente dedicato a lui. Lo spazio espositivo sorgerà sulla Lower Broadway di Nashville e sarà gestito da Bill Miller, “un sostenitore incredibile di mio papà ed uno dei maggiori collezionisti di suoi memorabilia”. Parole di Rosanne Cash, figlia del patriarca del country, che aggiunge: “Ho molta fiducia in Miller, credo che lavorerà con classe evitando di cadere nel kitsch”.


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Marni at H&M

PRIMAVERA-ESTATE 2012 LA MODA CHE CI ASPETTA

“Sperimentare è umano, esagerare è sublime”. A Primavera ogni eccesso di estro e creatività viene a tutti più spontaneo e naturale. di Ilaria Crestini egata da sempre al concetto di rinascita, la Primavera è la stagione che più delle altre apre al nuovo, alla vita, alla gioia dei sensi. Colore, calore e luce sono gli elementi che evoca e noi non possiamo fare altro che iniziare ad accoglierli. Partendo, perché no, proprio dagli abiti.

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IL RITORNO DEGLI ANNI ’20

Ogni stagione vede, come denominatore comune delle diverse collezioni, un grande ritorno. Per questa Primavera è senza dubbio la volta degli anni '20. Sono proprio i roaring twentiesi protagonisti, gli anni delle flapper girls ovvero delle ragazze che, con il loro comportamento spesso definito "inappropriato", ostentano la loro emancipazione ed indipendenza bevendo, fumando e scatenandosi in danze che, con il rumore prodotto dai loro abiti con piume e frange, ricorda quello del batter d'ali degli uccelli (to Fiorucci flap in inglese). In quegli anni la vita degli abiti scende, nessuna sagoma mette in evidenza le forme lasciando massima libertà di movimento, i tessuti cadono morbidi e le lunghezze si accorciano al ginocchio. È questa la donna che, a distanza di quasi cento anni, torna in passerella, carica della stessa grinta e femminilità. Altra tendenza, stavolta più recente, che torna nella moda, sia maschile che femminile, è lo stile preppy. Grossolanamente tradotto come "stile collegiale" si compone di un mix di capi sportivi ma "per bene" che vanno dal giubbino in pelle alla polo, dal pantalone alla caviglia alle scarpe stringate, dalla camicia al cardigan a trecce. Adatto a vestire il tempo libero, questo stile, fortemente unisex, è di grande tendenza. Pratico ed allo stesso tempo bon ton è adatto a tutte coloro che non amano mai "sbottonarsi troppo". Un pezzo, o meglio due, su cui puntare è lo short suit, ovvero il completo giacca pantalone in cui il pantalone è, appunto, uno short. Perfetto per rendere giovane il troppo serioso tailleur, è proposto per lo più in colori pastello o stampe floreali. Ideale per essere in-

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STAMPE, FANTASIE, TESSUTI E COLORI:

dossato di giorno con camicie e top in tinte a contrasto, questo completo vi offre il vantaggio della sua versatilità. Altro decennio che torna prepotente, soprattutto per le silhouette a trapezio e le fantasie optical in cui vengono proposti gli abiti, sia in versione micro che macro, sono gli anni '60. Tutti i capi che si ispirano al decennio che portò alla democratizzazione della moda vanno scelti iper colorati e sono perfetti per il giorno. Il tocco in più è indossarli con zeppe da portare con calzino colorato sopra la caviglia. Chi altro del resto se non una giovane ragazza può far rivivere al meglio lo spirito di quegli anni?

LUNGHEZZE E LARGHEZZE

Pepe Jeans

Quello che emerge vedendo le collezioni è che, ad eccezion fatta per gli short, a vincere sono soprattutto le lunghezze importanti. Tantissimi i modelli di gonne che arrivano fino ai piedi, quasi tutti gli abiti proposti in versione longuette o comunque mai troppo sopra al ginocchio. Per queReplay sta stagione, insomma, gli orli si allungano ed anche la vita sale, soprattutto per le gonne. Per quanto riguarda le larghezze sono da dimenticare i modelli stretchiper aderenti, unica eccezione la fanno i pantaloni che resistono invece anche nella ormai onnipresente versione skinny. La femminilità è insomma discreta, ricercata e mai ostenta. Una tendenza che soddisferà certamente tutte coloro per cui l'apparire non viene mai prima dell'essere.

Fornarina

Protagoniste le stampe optical anni '60, al pari delle immancabili stampe floreali, soprattutto in versione macro. Fortemente presenti anche Miss Sixty quelle etniche, le righe -cosa sarebbe del resto una Primavera senza un po’ di stile marinaro? - e quelle che ricordano le porcellane cinesied i tessuti di arredamento: le stampe tapestry. United Colors Tra le tinte più "in" della stagione ci sono senza dubbio: of Benetton foto G. l'arancio, il pervinca, il giallo lime, il viola, il verde acqua, Rustichelliil rosa cipria ed il celeste. Altri must sono il bianco, im- FABRICA mancabile, e l'oro che pervade davvero ogni capo ed accessorio. Brillante, prezioso e femminile è d'obbligo sceglierlo almeno per uno dei pezzi che andranno, letteralmente, ad arricchire il vostro guardaroba. Come eredità dello scorso anno persiste la tendenza del color block ovvero quella che vuole i capi scelti in tinta unita, rigorosamente uno diverso dall'altro, da indossare insieme per creare un effetto che ricorda quello delle palettedei cosmetici. Tutte le tinte appena citate le troverete proposte in doppia versione: pastello, delicata e tenue, oppure "neon", accesissima e d'impatto per l'occhio. Tra i tessuti proposti soprattutto in bianco, e nei colori pastello, ci sono pizzi, merletti e macramè che arricchiscono e rendono femminile e retrò abiti e giacchine, in più gli immancabili cotoni, la seta, quelli tecnici per pezzi sportivi - sempre molto presenti nelle ultime stagioni -, le magline, l'organza e, per capispalla ma anche per abiti, l'immancabile pelle.

Lavand

rt&the city ANTIPODI CONFINANTI

mila mq di estensione per una forza lavoro di oltre 4 mila persone, tra cui mille artisti. In altre parole, il centro di produzione artistica più grande del mondo, Han Song Gyu, Let Us Defend the Great degno del compianto Caro Lea- Leader Commander Kim Jong Il, incidi Gabriella Poggioli così perfette!”. Un'occasione da non der Kim Jong-il, che ne è stato sione su legno perdere: “La Corea del Sud è ancora ra le troppe vetrine dedi- poco conosciuta in Italia”, prosegue “guida speciale” fino alla morte nel dicembre scorso. L’attività dello studio cate ai soliti noti, ce n'è Ho Jin Jung. “Se non parliamo di celMansudae si articola in 13 gruppi creativi, distinti in base alla tecnica utilizuna ormai felicemente af- lulari Samsung e LG o di automobili zata: dalla pittura a olio alla xilografia, dal disegno al ricamo, fino alla “pittura francata dallo stereotipo che Hyundai e Kia, la prima cosa che verrà coreana” e alla “pittura gioiello”, le più predescrive l'Italia come un in mente sulla Corea sarà la situazione ziose perché di diretta derivazione tradi“paese per vecchi”. Dal 16 al politica tra Nord e Sud. E a volte la Pak Gum Song, Co-Workers, inzionale. Ma vietato pensare che una tale chiostro su carta, 2008 18 marzo fatevi un favore e Corea del Nord sembra molto più coiper organizzazione possa stridere con il partite per Bolzano: torna nosciuta in Italia grazie ai mega volumi su Kim Il-sung che ancora si trovano libero volo della creatività: “Lo studio d’arte kunStart, fiera biennale nei mercatini di pulci. Per noi, invece, è quasi proiMansudae non è una d'arte contemporanea emer- bito parlarne bene o studiarla”. specie di fabbrica a cagente. Ottanta espositori pro- Se si fosse già trovata in Italia tra il 2 e il 5 febbraio tena di montaggio, come venienti da dieci nazioni, con scorsi, l'artista avrebbe potuto cogliere l'attimo e vialtri centri cinesi e orienun'ospite d'onore lontana qual- sitare lo spazio riservato allo studio nordcoreano tali, né una scuola, ma un Go Jong Gil, DPKR-Italy 1-0 – che manciata di meridiani: la Mansudaead Affordable Art Fair (www.affordablecentro di produzione ar- 1966 World Cup, olio su tela, Corea del Sud, protagonista artfair.it): un'occasione più unica che rara per gli tistica di altissimo livello”, 2006 negli ultimi anni di un fermento occhi occidentali. si legge nella presentazione confezionata su misura per culturale alimentato soprattutto Benvenuti nell'arte al tempo della dittatura: un l’Occidente. E poco importa che i soggetti rappresentati Vestiti realizzati con frutta e verdura Ri Choi Hwa, Spring, “pittura coreana”, 2006 dall'artista sudcoreana Yeonju Sung dalle nuove generazioni.“Abobbediscano a tempo congelato dalla biamo selezionato gioJuche, l’amalgama di neo-confucianesimo e sta- stereotipi rigidamente encomiavani artisti coreani promettenti che lavorano sia in Corea sia linismo su cui si fonda l’ideologia elaborata dal stici: paesaggi lussureggianti, all’estero”, spiega sul sito internet www.kunstart.it l'artista Ho fiori (sono ricorrenti le Grande Leader e Presidente Eterno Kim Il-sung, Jin Jung (www.hojin00.net), trent'anni, direttrice della galleria orchidee Kimildistante anni luce dal sistema occidentale dell’arte Studio Akka di Gumi.“Yeonju Sung (www.yeonju.me), per sungia e Kimcontemporanea. Niente gallerie private, niente criesempio, realizza stupendi vestiti da sera con fette di frutta e jongilia, quasi a tica, tantomeno eccessi o provocazioni d’artista: verdura: ha avuto ottimi risultati a Los Angeles, per non parlare marchiare “Grazie alla corretta politica letteraria e artistica del delle mostre che sta facendo in Corea, e in marzo ci sarà una con il sigillo Ham Yong Hyok, Daedong River in FePartito dei Lavoratori e del Governo, le belle arti sua personale a Milano. Esporremo anche un'artista che ha del regime bruary, “pittura gioiello”, 2006 coreane sono fiorite in un’arte nazionale nella studiato da voi e ora lavora tra l'Italia e Seoul, Inkyong Noh: persino la natura), giovani spose e scene di lavoro. forma e socialista nel contenuto”, è il mantra da in Corea è conosciuta soprattutto come illustratrice di libri per Con una curiosità che strappa un sorriso: si sprecano brividi che si ripete sul sito di promozione artistica ragazzi, ma i suoi quadri sono assai più belli e interessanti i dipinti che rappresentano in infinite varianti, simili a pyongyang-painters.com. delle sue opere in formato tascabile. E infine c'è Daeyoung fotogrammi di una moviola impazzita, la vittoria per 1-0 In questo incubo dai contorni orwelliani, MansuKang, che porterà le sue piccole zanzare in filo di rame mondella Corea del Nord sull'Italia ai mondiali di calcio dae è il tempio in cui il sistema celebra se stesso. tate su tela o all'interno di lampadine, creando inattese amFondato nel 1959 nel cuore della capitale Pyon- Ri Won In e Sin inglesi del 1966. Sta a vedere che alla fine tutto il bientazioni poetiche: prima di vedere le sue microsculture, non Sim, Kim Jong mondo è paese. avevo mai pensato che insetti così fastidiosi potessero avere i linee Sejin Hwang, Together but Dif- gyang, lo studio vanta numeri da record: 120 IlChung Flower and Kim Il

LE DUE COREE TRA ARTE DEI GIOVANI E ARTE DI REGIME

F

ferent Dream, acrilico su tela, 2011

Sung Flower, ricamo su seta, 2004


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