79 whats up aprile 2012

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Anno X, n° 79 APRILE 2012 - 0,20 euro

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mensile Per i giovani scritto dai giovani

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ZIGZAGANDO TRA

LE DELUSIONI NOSTRANE

di Riccardo Severi

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om’è difficile trovare in Italia delle note positive su cui scrivere, dopo questi primi mesi del 2012. Potremmo volgere lo sguardo ad Oriente, all’incredibile epilogo positivo dei soprusi e delle ingiustizie di cui è stata vittima il Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, appena eletta in parlamento dal popolo birmano. Ma appena torniamo a casa nostra ci imbattiamo nel poco onorevole Massimo Calearo che nell’intervista rilasciata a La Zanzara su Radio 24 rivendica con orgoglio di essere un imprenditore, di essere stufo di andare alla Camera per premere un pulsante, ma di non volersi dimettere perché ha un mutuo di 12mila euro al mese da pagare. Poverino. Il resto, se non è indecenza, è noia e delusione. Il Premier Monti sbeffeggia dalla Cina la politica italiana, poi scrive un articolo sul Corriere della Sera per scusarsi del malinteso, suscitando conforto e approvazione dal mondo politico di cui si sente oramai parlare solo a causa degli scandali di corruzione, grazie (o sempre a causa, dipende dal lettore) ai pochi talk show politici che ancora hanno un seguito. Per non parlare della bugiarda riforma elettorale, con taglio drastico dei parlamentari, riforma che chiunque del settore sa che non potrà mai essere approvata prima della fine di questa legislatura. Seguiamo con attenzione l’evoluzione della riforma del lavoro, ed apprendiamo che nel migliore dei casi i giovani potranno godere di tre anni di apprendistato, sui quali non c’è l’obbligo di retribuzione né di assunzione dopo i tre anni di lavoro “a scrocco” (che razza di riforma sarebbe?!). Allo stesso tempo assistiamo al tira e molla sull’articolo 18, quello che permetterebbe alle aziende di licenziare più facilmente. “No”, dice il ministro Fornero, è un provvedimento necessario per lo sviluppo del Paese, non porterà a licenziamenti di massa. Emblematica la frase che si lascia scappare Monti: “Le imprese hanno paura di investire perché non possono licenziare”. Lo dice poche ore prima di apprendere che in un solo mese, lo scorso febbraio, il numero delle donne occupate italiane (fonte Istat) è sceso di 44mila unità rispetto a gennaio. Si sa, è una questione tecnica, non politica, ci dicono dal Governo, salvo poi, con politicissima concertazione e ambiguità, salvare dalle liberalizzazioni i tassisti e le farmacie... segue a pag. 003

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LAVORARE IN UN CALL CENTER / COME DIFENDERSI DAI SOPRUSI

LA “DOPPIA LAUREA”, IN UN COLPO SOLO / PERCHÉ PROVARCI

COSPIRAZIONI E COMPLOTTI /

LE 5 TEORIE ANCORA IN VOGA NEL 2012

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LAVORARE IN UN CALL CENTER

COME DIFENDERSI DAI SOPRUSI E DALLE ANOMALIE CONTRATTUALI di Christian Mezeckis

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arà stata anche ribattezzata “generazione call center”, ma le decine di migliaia di giovani, molti di questi laureati e talvolta persino già iscritti ad un ordine professionale, pur di arrotondare o racimolare qualche euro al mese devono sottostare a condizioni di lavoro ingiuste, scorrette, inappropriate. In una parola, illegali. È una delle anomalie del lavoro precario che riguarda in particolare il mondo dei call center. Dal lavoro “in nero”, a contratti a progetto che invece nascondono un lavoro subordinato, dalle prestazioni non retribuite fino all’obbligo di svolgere le proprie mansioni in scantinati, garage, appartamenti non a norma. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la 44476, che ha imposto un’azienda ad assumere a tempo indeterminato una giovane che dal 2001 collaborava a progetto, fa tornare alla ribalta il tema dello sfruttamento del lavoro nei call center dei giovani italiani, spesso non consapevoli dei propri diritti. Di seguito l’intervista all’avvocato Valentina Cucci che offre indicazioni su come tutelarsi e raccogliere materiale documentale… per non farsi fregare.

Avvocato Cucci, è sufficiente, per intentare un’azione legale avere avuto più di un contratto a progetto consecutivo con la medesima società di call center ed essere stati costretti a rispettare determinati orari di lavoro? La circostanza da sola non basta. La giurisprudenza ha costantemente rilevato come la subordinazione sia caratterizzata, a differenza del lavoro autonomo - come dovrebbe essere un rapporto di lavoro a progetto - da un vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro. In parole povere, quali sono questi “vincoli di soggezione” a cui un precario con contratto a progetto non dovrebbe in alcun modo sottostare? Non dovrebbe sottostare a ordini e direttive specifiche sulla prestazione da svolgere, né essere privato della propria sfera di autonomia in ordine alla gestione della stessa né ancora essere sottoposto ad un’assidua attività di vigilanza e controllo; non dovrebbe insomma essere inserito nell’organizzazione aziendale come un dipendente. Cosa si intende per attività di vigilanza e controllo? Si intende ricevere indicazioni stringenti su modi e tempi di esecuzione del lavoro, avere obbligo di presenza o addirittura di orario e la necessità di dover giustificare assenze e ritardi. Anche avere una postazione fissa di lavoro in azienda e l’obbligo di usare le attrezzature del datore di lavoro possono essere un buon indizio in tal senso. Molti call center retribuiscono i giovani con 3 euro l’ora (il fisso), più provvigione. È legale? La retribuzione per essere equa, ai sensi dell’art. 36 della Costituzione, deve essere commisurata alla qualità e quantità del lavoro prestato. Se si trattasse di lavoro a progetto “vero”, anche il trattamento economico potrebbe essere “contrattato” tra le parti. Nel momento in cui

Santiago de Chile 8 Marzo-29 Abril 2012

tali contratti nascondono un vero e proprio lavoro subordinato, la retribuzione dovrebbe essere commisurata ai minimi contrattuali stabiliti nei contratti collettivi applicabili nel settore, intorno 1.200 euro lordi mensili. Ci sono call center confortevoli, altri che sono veri e propri scantinati. Come fa a sapere un giovane se, soprattutto questi ultimi, sono a norma? E se non lo sono, come denunciare la situazione? In tali casi difficilmente il datore di lavoro metterà a disposizione del lavoratore i documenti che attestano la messa a norma del locale ovvero il rispetto degli adempimenti di cui alle norme in tema di sicurezza sul lavoro. In tali ipotesi, in caso di diniego all’esibizione dei documenti richiesti ovvero nel caso risulti effettivamente la violazione di normative in materia, ci si potrà rivolgere all’ispettorato del lavoro, presso le direzioni provinciali del lavoro, che è l’ufficio pubblico a cui sono affidate le funzioni di controllo e di verifica in materia lavorativa. Alcune aziende fanno lavorare i giovani senza precisare le condizioni contrattuali. E questi, magari dopo una quindicina di giorni, si accorgono della fregatura e se ne vanno senza aver beccato un quattrino. Come si potrebbe intervenire? Anche se per pochi giorni, si è di fatto instaurato un rapporto di lavoro c.d. “in nero”, cioè senza contratto. In tal caso si potrebbe intentare un causa per il riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato. Tuttavia il fatto che sia durato solo pochi giorni rende difficile acquisire elementi sufficienti per provare il rapporto con la conseguenza che potrebbe perdersi la causa per non aver dimostrato in giudizio quanto affermato. È sicuramente utile chiedere sin da subito le condizioni di lavoro. Se un giovane lavora invece “in nero” e vuole denunciare il Call center, cosa deve fare in concreto? Deve dimostrare che sussistono tutti gli elementi della subordinazione sopra indicati. L’onere della prova, per legge, è a carico di chi fa la causa ovvero, nella specie, del lavoratore. Sarà quindi fondamentale che il lavoratore acquisisca nel corso del rapporto quanti più elementi possibili. Ecco. Sia per i lavoratori in nero, sia per quelli a progetto, ma subordinati, quali materiali e documenti consiglia di raccogliere per potere intentare una causa? Ad esempio copie di eventuali fogli firma per la registrazione della presenza; mail o note con direttive specifiche per la esecuzione della prestazione; richieste per ferie, permessi o altro; eventuali sanzioni disciplinari acquisite etc.. Queste sono cause che molto spesso vengono decise sulla base di testimonianze di colleghi o di persone che possono raccontare come avveniva in concreto la prestazione lavorativa. Anche le immagini possono essere utili se attestano elementi tipici della subordinazione. In tal senso può tornare utile il fatto che per diversi anni di seguito si sono rinnovati, per svolgere sempre la stessa attività, contratti a progetto. Quali i costi di una azione legale? Predefinire i costi di una azione legale è difficile dal momento che questi possono sensibilmente variare a seconda della complessità o meno della fattispecie e del relativo grado di rischio. E i tempi per una sentenza? La mia esperienza su Roma è che per avere una sentenza di primo grado si può andare da un minimo di un anno e mezzo fino a 4 anni. Nella migliore della ipotesi, cosa può aspettarsi il precario che ha intentato causa? La costituzione di un contratto a tempo indeterminato sin dall’inizio e l’adeguamento del trattamento retributivo, con il pagamento anche di tutti gli arretrati. Avvocato, secondo lei… vale la pena fare causa ad un Call center? Secondo la mia esperienza, se ci sono effettivamente gli elementi di cui sopra e se si tratta di rapporti di lunga durata ne può valere la pena, sia in termini economici che di “soddisfazione personale”.

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PADRE, MADRE E NONNA…

CASSAZIONE IN FAMIGLIA I supremi giudici chiamati a pronunciarsi su quesiti con protagonisti un padre, una madre e una nonna di Mario Relandini Da “Mattina in famiglia” con i noti presentatori Adriana Volpe e Tiberio Timperi su Rai1 tv a “Mattina in famiglia” con i supremi giudici nelle aule della Cassazione. Sì perché, ultimamente, questi supremi giudici sono stati chiamati a pronunciarsi su tre quesiti: protagonista nel primo un padre, nel secondo una madre, nel terzo una nonna. Il padre. Se lui, nel suo giorno di visita stabilito, non va a riprendere il figlio dopo una riunione e va invece a riprenderlo la sua ex moglie, poi – hanno sentenziato i giudici – lui non ha alcun diritto di denunciare lei per inosservanza delle norme dettate in sede di separazione legale. Perché – hanno motivato – quello di lei non è da considerarsi un gesto di ritorsione nei confronti di lui o di inadempienza nei confronti della decisione a suo tempo presa dal magistrato, ma un gesto giustamente dettato dalla necessità di non lasciare il figlio senza una necessaria quanto rassicurante presenza genitoriale. La madre. Se lei dopo la separazione legale va a vivere nella casa di un nuovo compagno di vita e il bambino affidatole dopo la separazione trova in quella nuova casa un “habitat” a lui favorevole, poi – hanno sempre sentenziato i supremi giudici – deve rinunciare all’abitazione ex coniugale. Perché? Ma perché – hanno motivato – quello di cui tenere conto è solo l’interesse del minore e il minore, anche nei vari gradi di giudizio in cui la madre avrebbe voluto in ogni caso il possesso della casa ex coniugale, aveva sempre confermato di trovarsi molto bene, invece, in casa del “sostituto” del padre naturale. La nonna. Se lei rifiuta di riconsegnare per due giorni la nipotina al padre per non sentirsi per l’ennesima volta ingiuriata e minacciata, lui – anche qui sentenza dei supremi giudici – non può accusarla di sottrazione di persona incapace. Il motivo è che non si può invocare un simile reato quando ci sono più soggetti, come appunto la nonna, titolari della potestà dei genitori. Unico esente dalla “Mattinata in Cassazione”, dunque, un nonno. Insomma, sempre rifacendosi a Rai 1 tv, almeno per ora, “Nonno Libero”…


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l PERSONAGGIO “Com’è difficile starmi dietro…”

STEFANO BOLLANI

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di Gabriella Poggioli

i sono persone che sembrano fatte apposta per mettere in crisi le certezze e sradicare i luoghi comuni. Così, mentre tutti parlano di crisi della musica, capita di incontrare uno come Stefano Bollani: il jazz nel cuore e nelle dita, naturale prolungamento dei tasti di un pianoforte, l’entusiasmo nelle parole e un disco uscito il 3 aprile, Sounds of the 30’s, in cui torna a giocare con la musica classica grazie alla complicità del Maestro Riccardo Chailly… I jazzisti sono portati più di altri musicisti alla collaborazione e alla “contaminazione” con generi diversi. Tu come scegli i progetti a cui partecipi? Sono quasi sempre proposte che mi arrivano, non partono da me. È il caso della collaborazione con Chailly, che con slancio venne a presentarsi alla fine di un mio concerto in Liguria di qualche anno fa, ma anche di progetti “insospettabili” come Sostiene Bollani, la trasmissione televisiva che ho fatto lo scorso anno: è stata Raitre a contattarmi per coinvolgermi nel progetto. Da parte mia, poi, cerco di cogliere ogni occasione: un po’ perché la vita è breve, un po’ perché alla fine mi diverte tutto, specialmente se chi mi cerca è stimolato dal mio lavoro. Come ti sei trovato a fare tv? Come mi aspettavo, cioè non mi ha fatto una grande impressione trovarmi davanti a una telecamera a fare la diretta, perché in realtà io lavoro sempre “in diretta” quando sono sul palco. Piuttosto, mi

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risultava faticoso “inventare” il programma e seguire il lavoro di preparazione con gli autori e con gli ospiti dietro le quinte: arrivavo sempre all’ultimo momento e facevo poche prove rispetto a quelle a cui sono abituati i professionisti della tv… E il risultato, a parte quello che abbiamo visto? Il risultato è che la domenica a mezzanotte, alla fine della trasmissione, mentre tutti gli altri erano distrutti, io invece finalmente mi accendevo! (ride) Insomma, caFoto di Stefano Schirato pisco che sia stato difficile starmi dietro, sono davvero l’opposto dei tempi televisivi. Anche avere a che fare con la disciplina dei musicisti classici, allora, per te non deve essere facile... Esatto! Mentre Chailly comincia a provare alle 9 del mattino, io non riesco a suonare sul serio prima delle 2 del pomeriggio! (ride) Si ripeterà l’esperienza di Sostiene Bollani? Sì, è già in programma, e avrà una formula non proprio identica, ma nome e argomenti saranno gli stessi. Faremo uno speciale il 30 aprile su Raitre e da ottobre riprenderemo un nuovo ciclo di trasmissioni. Qual è lo stato della musica jazz in Italia? Non esagero se rispondo “meglio di sempre”, soprattutto se consideri la situazione generale di crisi della musica. Anche quando il jazz andava un po’ di moda in Europa negli anni ‘50, subito dopo la Seconda guerra mondiale, era pur sempre un genere chic riservato a intellettuali e artisti. Oggi, invece, i giovani hanno accesso a tutta la musica che vogliono grazie a Internet e li trovi a concerti non solo delle grandi star americane, ma

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GAY, CONDOM E COPPIE DI FATTO. LO “STRAPPO” DEL CARDINALE di Fabrizio Assandri

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na voce fuori dal coro decisamente autorevole, quella del cardinale Martini, spiazza il fronte (apparentemente) compatto della Chiesa. “Non è male che due omosessuali abbiano una certa stabilità di rapporto e quindi in questo senso lo stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili”. Deve aver provocato più di un grattacapo in Vaticano la conversazione dell’anziano cardinale Carlo Maria Martini, ex arcivescovo di una delle diocesi più grandi al mondo, Milano, con il senatore Marino, pubblicata in un libro in uscita con Einaudi, “Credere e conoscere”. Ce n’è abbastanza per far sobbalzare anche la Cei, che in questi giorni ha preso di mira il “divorzio breve” proposto dal governo tecnico (rende la società più fragile, secondo il cardinale Bagnasco). Come se non bastasse, Martini

FITNESS, BENESSERE & SPORT ON STAGE

7A EDIZIONE FIERA E RIVIERA DI RIMINI

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organizzata da:

– gravemente ammalato di Parkinson, accudito in una casa di cura – ammette il profilattico come “male minore” nella lotta all’Aids, accetta il Gay Pride, “che riesco a giustificare solo per il fatto che in questo particolare momento storico esiste per questo gruppo di persone il bisogno di autoaffermazione”. Martini, però, prosegue: se l’amicizia tra due uomini “viene intesa anche come donazione sessuale, non può allora, mi sembra, venire eretta a modello di vita come può esserlo una famiglia riuscita”. Non si tratta affatto, quindi, di aperture a 360°, né di un ribaltamento radicale della dottrina cattolica (anche se alcune associazioni gay hanno esultato per le prese di posizioni di sua eccellenza).

con il patrocinio di:

Servizio fotografico di Paolo Soriani

anche dei conterranei e addirittura dei coetanei. E per quei giovani (speriamo pochi!) che ancora non lo ascoltassero, tre buoni motivi per lasciarsi contagiare dal jazz? Per prima cosa, è una musica che viene creata nel momento in cui tu vai a sentirla, e questo non accade in nessun’altra forma d’arte: non nella musica classica, i cui concerti sono meticolosamente preparati, né in quella pop, che è fatta di canzoni scritte e interpretate, né nel cinema o nel teatro, che partono da un copione. Gli altri due motivi? In secondo luogo, è un genere che coinvolge non solo la testa ma anche il corpo. E infine... Beh, avendo ormai 100 anni di storia, ha sviluppato talmente tante correnti che di certo anche chi non ne ha mai sentito neppure una nota può trovare qualcosa di adatto alle proprie orecchie. E tu quando hai capito che il jazz sarebbe stato la tua vita? Esattamente a undici anni. Precoce! Il ragazzino appassionato di allora che messaggio lascerebbe ai giovani lettori di What’s Up? Si può vivere una vita intera senza ascoltare bella musica. Ma, credetemi, è proprio un peccato.

EDITORIALE

ZIGZAGANDO TRA

LE DELUSIONI NOSTRANE (segue dalla prima)

di Riccardo Severi

...dalla patrimoniale i super ricchi e dall’asta sulle frequenze televisive, che ha reso miliardi di euro negli altri Paesi dell’UE e qui in Italia è stata invece rimandata dal ministro Passera a data da destinarsi. Un regalo ai nostri soliti grandi schieramenti editoriali. Dal canto suo, l’indaffaratissimo Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, a una manciata di giorni dall’ultimo rapporto Istat che informa sul nuovo record di disoccupazione giovanile giunto al 32,6% (al top dal 1992!), non ha nulla di meglio da fare che lanciare un referendum on-line per sondare l’opinione degli italiani sulla validità (con un occhio all’abrogazione) del valore legale della laurea. Vediamo i tg che ci informano con dati e tabelle dell’aumento delle bollette, del futuro aumento dell’Iva, della nuova tassa IMU che i comuni lamentano di non sapere come applicarla (sic). Ci si chiede poi del futuro di Emilio Fede, fatto fuori dall’ex suo Tg4, insieme alle sue “meteorine”, che se ne va a zonzo tra nord Italia e Svizzera con più di due milioni di euro, proprio quando scompare un grande e sobrio giornalista come Ghirelli, e nel frattempo migliaia di giornalisti, giovani e non, sono a spasso con le tasche vuote, a lavorare nei call center o a elemosinare collaborazioni sottopagate per tirare a campare. Ci appassioniamo di musica, seguiamo i talent show, scarichiamo i nostri brani preferiti, quando l’ufficio di Roma della Sony Music chiude clamorosamente i battenti, lasciando in mobilità i propri dipendenti. Il prossimo primo maggio, festa del lavoro, Roma festeggerà con il consueto concertone a piazza S. Giovanni. Il tema di quest’anno è “musica e sogni”. Oggi anche quelli vengono associati alle delusioni.

10.13 MAGGIO 2012


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LA “DOPPIA LAUREA”, IN UN COLPO SOLO Ottenere due lauree in una volta sola? Si può,

DIVENTARE UN JUDOISTA, A QUALSIASI ETÀ di Alessandro Mercanti

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di Giada Porchera

a Doppia laurea è un programma di scambio internazionale, istituito in modo congiunto da due o più atenei in Italia e all’estero, che consente agli studenti di frequentare una parte del percorso accademico presso la propria università e una parte presso le università partner. Cosa c’è di diverso rispetto ad un Erasmus? In base agli accordi siglati dagli enti coinvolti, i titoli di laurea che si conseguono sono due, l’italiano e il corrispettivo straniero, oppure uno solo, ma valido sia nel paese d’origine che in quello di destinazione. Grazie al reciproco riconoscimento degli esami sostenuti ed alla tesi, sviluppata e discussa con la regia comune dei docenti di entrambi gli atenei. Obiettivo, dunque, l’internazionalizzazione degli studi, ma non solo: la speranza dei “laureati doppi” è avere qualche chance in più di accedere al mondo del lavoro fuori dai patri confini, che spesso stanno stretti. Anche perché il percorso prevede di solito un periodo di stage lontano da casa.

LE UNIVERSITÀ CHE APRONO AGLI ASPIRANTI LAUREATI DOPPI

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n Italia le università che offrono questa opportunità sono in costante crescita: una su tre nel 2009, oggi sono 45, più della metà. Oltre 300 i corsi di laurea coinvolti, soprattutto tecnici e scientifici, con in testa le facoltà di ingegneria e architettura. Ma non mancano double degrees umanistiche, come il percorso di scienze filosofiche “Idealismo tedesco e filosofia europea moderna” proposto dall’università di Padova insieme con quella di Jena. C’è anche un’associazione, il Time (Top industrial managers of Europe, http://www.timeassociation.org/), che in Italia riunisce, oltre all’ateneo padovano, i Politecnici di Torino e di Milano e l’università di Trento. Favorisce gli scambi tra gli enti più prestigiosi e rilascia un bollino di garanzia a chi passa all’estero almeno tre semestri. L’associazione conta membri in Francia, Spagna, Germania, ma anche in Brasile, Cina e Giappone. Sì, perché la doppia laurea, nonostante sia nata nell’Unione europea, è diventata una realtà anche fuori dal vecchio continente. Dalla comparsa dell’Erasmus nel 1987 alla Dichiarazione di Bologna nel 1999, firmata dai ministri dell’istruzione di 29 Paesi europei, la strada intrapresa è stata quella di armonizzare i diversi sistemi di istruzione superiore.

PUBLISHING

What’s Up sottotitolo “Il mensile per i giovani scritto dai giovani” (www.uozzap.com). Anno X n. 79 Aprile 2012. Autorizzazione Tribunale di Roma n. 440 del 14/10/2003 Direttore Responsabile Riccardo Severi. In redazione Luisa Foti, Andrea Giovanni Sorge, Emanuela Brugiotti. Stampa Seregni Roma s. r. l. , viale Enrico Ortolani, 00125 Roma. Distribuzione Servizi Editoriali Regionali s.r.l. Via Stadera, 76 Napoli. In copertina: Stefano Bollani (foto Paolo Soriani), Erica Mou (foto Marco Craig), Claudio Santamaria. Immagini di questo numero Archivio What’s Up e autori vari riportati in didascalia. Editore HelpSos Soc. Coop. a r. l. Piazza San Giovanni in Laterano 18/b, 00184 Roma tel. e fax +39 06 9003132, +39 345 2366761, contatto Skype: redazione.uozzap. Il materiale pervenutoci non viene restituito. L’editore si riserva di ottemperare a involontarie omissioni. La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 Agosto 1990, n. 250. Chiuso in redazione il 4 Aprile 2012, finito di stampare nel mese di Aprile 2012. Per informazioni redazione@uozzap.com. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è il direttore responsabile. Per esercitare i diritti previsti dal dlgs n. 196/03 ci si può rivolgere alla redazione in Largo Enea Bortolotti 38, 00146 Roma. Comunicazione all’abbonato ai sensi del dlgs 196/2003. I suoi dati (nome cognome indirizzo) presenti nel nostro archivio informatico verranno da noi utilizzati esclusivamente per il rapporto editore-abbonato. Potrà chiederne l’aggiornamento o la cancellazione. Il responsabile del trattamento è: Riccardo Severi. Assandri, Emanuela Brugiotti, COLLABORATORI Fabrizio Massimo Canorro, Ilaria Crestini, Vale-

rio D’Angelo,Elena Del Duca, Luisa Foti, Roberta Isceri, M.L. Kevin, Osvaldo Marchese, Fabio Melandri, Alessandro Mercanti, Christian Mezeckis, Andrea Muggiano, Gabriella Poggioli, Giada Porchera, Mario Relandini, Mauro Scansa, Romeo Scansa, Andrea Giovanni Sorge, Silvia Tempesta, Raffaele Tostini, Maria Flavia Vecchio.

COME CANDIDARSI PER IL DOUBLE DEGREE

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rima di tutto è necessario informarsi presso la propria università per conoscere l’offerta formativa del corso di laurea a cui si è iscritti e le modalità di partecipazione, con relative scadenze. Successivamente sostenere la prova di selezione, che in genere si basa sulla valutazione del curriculum, accademico e non, su un colloquio psico-attitudinale e motivazionale, e naturalmente sulla conoscenza della lingua: inglese soprattutto, ma spesso anche quella del Paese ospitante, specie se europeo. Da sapere anche che le Doppie lauree riguardano perlopiù il biennio, ma esistono anche percorsi “duali” triennali: ad esempio Ingegneria dell’Informazione, a Brescia. Attenzione, però: le spese di trasferimento, vitto e alloggio all’estero in genere sono a carico degli studenti. A meno che non riescano ad aggiudicarsi il contributo, parziale, delle borse di studio. Inutile dire che ottenere una laurea doppia è una scelta impegnativa, non solo dal punto di vista economico, e che il corso di studi può diventare più lungo del normale. Ma se credete che ne valga la pena...

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ACCIAMOLO STRANO... IL LAVORO

IL WEDDING DESIGNER

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di Alessandro Mercanti

rriva la primavera e ricomincia la stagione dei matrimoni, incontro d’amore per le coppie ma vero e proprio business per molti altri. Capita spesso che i futuri sposi siano infatti troppo impegnati per organizzare a puntino il proprio matrimonio ed allora preferiscono delegare a specialisti la cura in tutto e per tutto del grande evento. La persona che viene in loro aiuto è un’evoluzione dell’ideatore di eventi e ancora più specifico dei cosiddetti wedding planner. Si tratta del wedding designer, colui che non solo cura tutta l’organizzazione e la gestione del budget ma prepara anche dal punto di vista artistico la festa e la celebrazione, rispecchiando ovviamente i gusti degli sposi. Mentre infatti il wedding planner si limita ad occuparsi degli aspetti puramente manageriali, il designer provvede anche, e soprattutto, all’aspetto artistico e all’immagine dell’evento: sostanzialmente è una figura mix tra il manager e lo scenografo teatrale. La professione si svolge e si sviluppa prettamente in proprio, spesso si creano agenzie ideatrici e curatrici di eventi o si cerca di far parte di esse. In alcuni casi i profitti possono essere elevati, dipende sostanzialmente da quale matrimonio si deve preparare (e per chi lo si deve preparare…). Il budget per la realizzazione dell’evento (e dal quale sottrarre il compenso per il proprio lavoro) può essere superiore ai ventimila euro e spesso può raggiungere perfino il doppio. In altri casi invece il cliente chiede una semplice consulenza o delega solamente in parte l’organizzazione, quindi vale sempre il detto che più clienti si hanno e meglio è. Per chiunque volesse iniziare tale attività, da Milano a Napoli ma comunque in tutto lo stivale, esistono corsi preparatori organizzati sia da privati che dalle Università. Molti consigliano comunque di fare esperienza sul campo, magari iniziando da attività come il banqueting attraverso altre agenzie di eventi, per poi specializzarsi sino a mettersi in proprio.

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l Judo è una disciplina aperta a tutte le età, non si fonda sul puro piacere del combattimento ma viene concepito come un sistema educativo per la mente e per il corpo, in grado di migliorare la gestione e l’utilizzo delle proprie energie, sia che siate principianti che professionisti. Chiunque può quindi avvicinarsi a questo sport: uomini, donne, bambini, persone in età avanzata e anche quelli che fanno stretching arrivando alle ginocchia. Per iniziare dovremo trovare un Dojo, che è il nome del luogo dove si pratica tale sport. In realtà può essere all’interno di una qualsiasi palestra vicino casa, l’importante è che questa sia dotata delle corrette attrezzature e preferibilmente rientri nel gruppo delle palestre classificate come federali, garanzia di qualità. Il Judo è una disciplina che prevede regole ferree e sarà opportuno conoscerle sin dalla prima lezione: innanzitutto indosserete il judogi, l’indumento con cui svolgere la pratica; vi sono metodi ben precisi nel vestirlo e precisi rituali nel riporlo, fate attenzione quando vi verranno spiegati. Le lezioni si svolgono sopra il cosiddetto tatami, un materassino morbido che attutisce le cadute durante gli esercizi - vi salirete a piedi nudi -. Quando sarete entrati nel Dojo, dovrete porgere sempre il vostro “Rei”, il saluto, e a lezione finita aspettate che il Maestro vi dia il permesso di scendere dal materassino. Se non l’avete ancora capito, per diventare dei judoisti serve molta disciplina. All’inizio avrete la cintura bianca, quella del principiante, e magari con il tempo riuscirete a cambiare colore o addirittura a raggiungere qualche Dan. Se nel frattempo siete curiosi e volete approfondire la conoscenza di questo sport, potrete andarvi a vedere alcune delle numerose competizioni organizzate dalla Federazione in tutta Italia (ad aprile, inoltre, dal 26 al 29, si terranno gli Europei Seniores in Russia). Prendete nota: se l’arbitro grida “Hajime” vuol dire che si può iniziare il combattimento, “Matte” di interromperlo e “Sore Matte” decreta la fine (almeno le basi per seguire un match, bisogna saperle).

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ondo web IL LINGUAGGIO DEI “MEME” di Raffaele Tostini

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ereal guy, Trollface, Fuuuu, Forever Alone, Poker Face. Molti di voi li conosceranno già, altri avranno avuto a che fare con loro senza saperne il reale nome. Di che stiamo palando? Semplice, degli Internet Meme! Il meme, parola inglese coniata dal biologo Dawkins, è un’informazione culturale che può essere scambiata tra individui tramite l’imitazione: un’espressione facciale, un emoticon, un oggetto come per esempio una tazza, diventano simboli e esprimono concetti, stati d’animo. Dalla definizione accademica al diffondersi di vignette che utilizzano meme, il passo è veramente breve. Avete presente le vignette che hanno invaso il web, generalmente composte di quattro riquadri, in cui ai soggetti capitano situazioni che li portano ad assumere una di quelle faccette? Ecco, ognuna di quelle faccette è un meme. Molti di questi nascono nei forum dedicati ai disegnatori,v è il più accreditato nel settore; i disegni più riusciti, successivamente, iniziano ad essere utilizzati per vignette. Il fatto stesso di utilizzare una di queste faccette suscita la risata, indipendentemente dal contesto grafico in cui viene impiegata. La forza dei meme è che si tratta di simboli facilmente comprensibili, slegati dal vincolo della traduzione. Proprio per questo ogni singolo fumetto può essere diffuso globalmente su tutti i social network o nei forum.


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COSPIRAZIONI, COMPLOTTI E COMPLOTTISTI

DALLE SOCIETÀ SEGRETE CHE CONTROLLANO I MERCATI FINANZIARI, ALL’AIDS CREATO IN LABORATORIO. LE 5 TEORIE ANCORA OGGI CALDEGGIATE DAI FEDELISSIMI DELL’OCCULTO. di Valerio D'Angelo

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on c’è nulla che faccia tanto sospettare un uomo, quanto il saper poco” diceva già nel XVI secolo il filosofo inglese Francis Bacon. Ed è probabilmente quello che dovremmo ricordare oggi quando ascoltiamo una qualche teoria del complotto. Ne esistono a centinaia, dalle meno credibili a quelle che, in mancanza di una “versione ufficiale”, restano le uniche spiegazioni di fenomeni altrimenti inspiegabili… Tra le altre, cinque regnano tra i fautori del sospetto.

LE SOCIETÀ SEGRETE CHE CONTROLLANO IL MONDO

Massoni o Illuminati lavorerebbero dietro le quinte controllando i vari governi nazionali: queste logge si servirebbero di istituzioni apparentemente neutrali, come la Commissione trilaterale, il Council on Foreign Relations, il Forum economico mondiale e soprattutto il famigerato Gruppo di Bilderberg per influenzare i grandi eventi mondiali, dalle guerre ai mercati finanziari. È vero che la segretezza di molte di queste riunioni, dove si ritrovano esponenti di spicco del mondo politico e economico, può far pensare se non proprio a un complotto, almeno a un lavoro occulto di queste élite. Il caso più discusso è proprio il Club di Bildergerg, che prende il nome dall’Hotel Bildelberg, in Olanda, dove si tenne il primo incontro nel maggio del ’54. Da allora le riunioni si tengono una o due volte l’anno. Tra i promotori, sua Maestà Bernando de Leppe di Olanda, ex ufficiale delle SS, che ne è stato anche presidente fino al ’76, e Joseph Retinger, un faccendiere polacco con una fitta rete di relazioni con personaggi della politica e nella milizia a livello globale; non a caso, il suo scopo era quello di creare un’Europa Unita per arrivare a un Mondo Unito, in pace, dove potenti Organizzazioni Sovranazionali avrebbero garantito, con l’applicazione delle loro ideologie, più stabilità ai singoli governi nazionali: nella Costituzione del Gruppo si legge che l’obiettivo degli incontri era quello di creare l’unità occidentale per contrastare l’espansione sovietica. Curiosamente, l’Economist, il cui editore è un abituale frequentatore del gruppo, si riferisce ad esso, in un recente articolo, come a un club dove l’“élite cosmopolita” si ritrova per forgiare il mondo nel quale la “superclasse” desidera abitare.

Altre ancora poi dicono che non si tratti di una “vera” malattia ma una semplice conseguenza di un certo stile di vita, come l’uso di droghe ad esempio. Nonostante queste tesi siano state tutte ampiamente screditate, l’ignoranza sull’argomento è ancora molto diffusa, anche tra personaggi d’alto profilo, tra cui l’ex presidente sudafricano Thabo Mbeki secondo cui la malattia è causata dalla povertà e dalla scarsa igiene, non dalla trasmissione sessuale; e addirittura il suo ministro della Sanità, Manto Tshabalala-Msimang, esortava le persone colpite dall’Aids a mangiare aglio e barbabietole.

orld news di Silvia Tempesta

OSLO, METEORITE CADE SU UN TETTO

Sorpresa per una famiglia norvegese che, al mattino, ha trovato il tetto del capanno in giardino sfondato da un pezzo di meteorite di quasi 600 grammi. Il frammento del corpo celeste, atterrato nel centro di un quartiere popolare di Oslo, si è staccato dal bolide passato sul Paese il primo marzo scorso ed è stato identificato dagli astrofisici. Un evento eccezionale per gli esperti, che raramente possono osservare segmenti di meteorite rimasti intatti dopo il contatto con l’atmosfera. Una “manna dal cielo” anche per la famiglia rimasta fortunatamente illesa, a causa del valore monetario della briciola di corpo celeste.

MARITO BIGAMO “TANATO” DA FACEBOOK

Il 2 luglio 1947 un oggetto volante non identificato si schianta nel deserto di Rosewell, nel New Mexico. L’aviazione americana lo liquidò come un semplice incidente di un pallone sonda, ma molti tuttora credono che la verità venne insabbiata e le foto pubblicate negli anni ’50 dalla rivista Penthouse che ritraggono cadaveri di presunti alieni continuano a dar adito a tali teorie.

È bastato un click sulla funzione “Persone che potresti conoscere” di Facebook, per scoprire la foto del proprio marito… sposato con un’altra! Protagonista una donna di Pierce County, cittadina dello stato americano di Washington e moglie di una guarda carceraria che aveva contratto nozze già nel 2001 sotto un altro nome, per poi separarsi dopo otto anni e convolare in una nuova unione matrimoniale. Grazie al famoso social network, l’uomo è ora accusato di bigamia e rischia fino ad otto anni di galera.

ELVIS VIVE ANCORA

NY, IL GELATO È ORA HI-TECH

GLI UFO SULLA TERRA

Secondo molti, Elvis Presley ha solo inscenato la sua morte: “prova regina”, oltre agli avvistamenti, il fatto che sulla sua tomba il secondo nome sia Aaron e non Aron. Il punto è che Aron è il secondo nome vero di Elvis: il padre avrebbe scritto in modo errato il nome sapendo che nella tomba non c’era suo figlio. Teorie simili esistono su quasi tutti i grandi della musica, da Jim Morrison a Tupac Shakur, fino al presunto sosia di Paul Mc Cartney.

L’ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II

Avvenuto il 13 Maggio 1981 per mano di Mehmer Ali Agca, secondo i complottisti sarebbe stato orchestrato dall’URSS, contro la quale il pontefice stava portando avanti una vera crociata.

INDIA / LA MULTINAZIONALE DEL FARMACO CONTRO IL GOVERNO INDIANO Msf: “Un testimonial famoso?Non c’è più. Il diritto alla salute è passato di moda”

L’era di Internet non risparmia nessuno, nemmeno i tradizionali carretti di gelato agli angoli delle strade newyorkesi, e si fa avanti fra i golosi americani con una incredibile varietà di sapori, tutti a portata di un click. Uno dei principali negozi è CoolHaus, che sul proprio sito riporta anche i codici per ottenere degli sconti, oltre al menu nel quale compaiono la patatina, il biscotto allo zenzero con wasabi, il gelato al gin and tonic e quello al butterscotch. Su MilkMade è possibile invece acquistare gusti come caffè al donut, caramello salato e tè dolce degli Stati Uniti del sud, tutto al modico prezzo di 17 dollari a vaschetta.

TWILIGHT MISURA L’INFLAZIONE

Fra i beni con i quali il britannico Office of National Statistics misura il tasso di inflazione, da oggi spuntano anche i libri della saga-tormentone di Twilight. All’inizio semplice fenomeno di costume, il vampiro Edward Cullen è cresciuto in popolarità fra gli adolescenti fino a diventare un pilastro dell’economia inglese insieme agli iPad, alla Guinness, al pollo e alle patatine da asporto. L‘agenzia londinese ha spiegato a proposito che il paniere di beni di consumo, per essere considerato un valido strumento di analisi, “deve adeguare il proprio contenuto ai cambiamenti del mercato”. Addio dunque alle vecchie pellicole fotografiche e alle pentole a pressione. Benvenuto Twilight.

UK, IL PRIMO… RAGAZZO MADRE

L’AIDS CREATO IN LABORATORIO

Sebbene sia provato che l’Aids sia comparso in Africa all’inizio del XX secolo, a metà anni ’80 Jacob Segal, professore di biologia della Germania Est, sostenne che il virus dell’HIV era stato creato in un laboratorio governativo degli Stati Uniti. Una teoria questa, che si rivelò particolarmente popolare tra gli afroamericani; secondo un sondaggio del 2005 infatti, più del 25% della popolazione di colore era convinta che il virus fosse stato creato dal governo e in seguito diffuso nei ghetti neri. Altre teorie vogliono invece che l’Aids sia stato concepito come arma batteriologica contro l’URSS.

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di Andrea Giovanni Sorge Giù le mani dai farmaci generici? Il punto interrogativo è d’obbligo perché alla fine, la tanto attesa sentenza non c’è stata. La Corte Suprema indiana ha infatti rinviato dal 27 marzo al 10 luglio il suo pronunciamento in merito alla causa intentata ormai sei anni fa dalla casa farmaceutica svizzera Novartis contro il governo indiano per il mancato ottenimento del brevetto - quindi dell’esclusiva - sulla produzione di un farmaco salva-vita. “Un’eventuale vittoria della Novartis rappresenterebbe un precedente che potrebbe essere applicato e che potrebbe avere conseguenze sulla produzione di tutti i farmaci generici per la lotta all’AIDS alla tubercolosi e ad altre malattie che mietono milioni di vittime nei paesi poveri” ha dichiarato preoccupato ai microfoni di What’s Up Sergio Cecchini, direttore della Comunicazione di Medici Senza Frontiere, nel corso della giornata di mobilitazione “Prima la vita poi il profitto” tenutasi in Piazza Montecitorio a Roma lo scorso 27 marzo. Cecchini, dopo essersi detto soddisfatto per le oltre cinquecentomila adesioni a MsF attraverso i social network, ha rimproverato il mondo della cultura e dello spettacolo per lo scarso sostegno ricevuto in questa ed in altre campagne di sensibilizzazione: “Oggi come oggi ci sentiamo abbastanza soli nei confronti di queste azioni e di queste campagne. Sembra quasi che la lotta per garantire a chiunque il diritto alla salute sia un po’ passata di moda.”

Primo uomo inglese a diventare papà, a ventisette anni, Paul è ora un “ragazzo madre”. Il compagno venticinquenne Jason, evidentemente impreparato a diventare papà, ha infatti rotto la relazione a un anno dalla nascita della loro figlia. “Sono rimasto scioccato”, ha spiegato al Daily Mail, “non doveva perché lui seguiva la terapia del testosterone, per l’aspetto maschile. Mi ha detto che mentre era in vacanza aveva dimenticato di prendere le pillole”. Mentre Paul, un ex donna legalmente riconosciuto come uomo, dovrà seguire il bambino da solo, l’ex compagno ha continuato a descrivere come asfittica la vita familiare: “solo per uscire di casa con la bimba bisognava cambiarla, riscaldare il latte, ricordarsi di portare il ciuccio. Se dimenticavi una sola di quelle cose, dovevi tornare indietro. È finita che litigavamo continuamente”…

BRASILE, INGAGGIATO BATMAN CONTRO I CRIMINALI

Singolare iniziativa della polizia della città di Tabautè, in Brasile, che ha deciso di “ingaggiare” Batman per contrastare la fiorente attività criminale. A vestire i panni del supereroe un cinquantenne, ex militare, che armato principalmente di coraggio girerà per i quartieri più malfamati allo scopo di intimidire i “cattivi” e ispirare fra i cittadini fiducia e simpatia verso le forze dell’ordine. Batman in versione carioca spera di entrare in rapporto soprattutto con i ragazzi di strada, che non vedono di buon occhio la polizia locale.


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INEMA E SPETTACOLO “17 RAGAZZE”

“THE LADY”

(Regia di deLPhine e MouRieL couLin)

(Regia di Luc Besson)

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di Maria Flavia Vecchio

irca 4 anni fa, 17 ragazze di un liceo di gloucester, nel Massachusetts, decidono di rimanere incinte. colpite dalla storia di queste ragazze, delphine e Mouriel coulin decidono di realizzare un film. ambientano le vicende a Lorient, piccola città francese sull’atlantico, in cui è facile imbattersi in liceali annoiate dalla quotidianità di paese ed arrabbiate con genitori spesso incapaci di ascoltare. Quando camille (Loius grinberg), paladina carismatica ed incosciente del suo gruppo di amiche, resta incinta involontariamente, nota che la gravidanza la rende speciale agli occhi dei coetanei e della famiglia. ecco che allora, una per volta, tutte decidono di usare l’arma di ribellione più potente che un adolescente ha a disposizione a quell’età: il corpo. non un piercing, non un tatuaggio, ma la gravidanza. “17 ragazze” si presenta come un film diretto che, nonostante in alcuni momenti il taglio autoriale alla francese rasenti la noia, vuole far riflettere in modo per nulla scontato sugli adolescenti, sulle scarse prospettive che la società offre loro e sull’incapacità di essere genitori. Per fortuna gli adolescenti non sono tutti così, e nemmeno i genitori.

prossimamente… forse… in Italia

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n molti sono al corrente della storia politica di aung san suu Kyi, premio nobel per la pace 1991, ma pochi ne conoscono le vicende personali: per questo motivo Luc Besson ha deciso di raccontare la sua storia. suu, interpretata da una magnifica Michelle Yeoh, è figlia del generale aung san, paladino per i birmani che vedono in lui una speranza per il futuro, a cui viene tolta la vita quando lei aveva solo tre anni. suu compie gli studi a Londra e qui sposa Michael aris (david Thewlis, superbo nel doppio ruolo di Michael e del fratello anthony) da cui ha due figli. una sanguinaria dittatura minaccia i diritti del popolo birmano che le chiede di portare avanti il processo di democratizzazione già avviato in passato dal padre. dopo aver vinto le elezioni, è costretta agli arresti domiciliari dal regime di saw Maung, che le offre la possibilità di tornare a Londra dalla sua famiglia senza, però, poter fare più ritorno in Birmania. al contrario, suu sceglie di prendere in mano le redini del suo Paese. una dura storia d’amore, magistralmente resa da Besson, che insegna ad apprezzare la libertà di cui godiamo, dandone spesso per scontata l’importanza. (Maria Flavia Vecchio).

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CORIOLANUS il più grande sceneggiatore del È mondo: William shakespeare. Le sue opere sono spesso soggette a rivi-

sitazioni, ammodernamenti, traslazioni in tempi e luoghi assai lontani da quelli pensati originariamente: dall'amleto di Branagh al Titus di Julie Taymor; da il trono di sangue (Macbeth) a Run (Re Lear) di akira Kurosawa, dall'amleto di carmelo Bene a il Pianeta Proibito (La Tempesta) di Fred McLeod Wilcox. Personaggi, situazioni, canovacci capaci di mantenere intatta la loro forza ed emozione primigenia. ora è la volta di una delle meno note tragedie del Bardo di stratfrod-upon-avon: coriolano. La storia del generale romano, bandito dal popolo di Roma che aveva difeso dai Volsci e poi alleato di questi ultimi contro la madre patria, segna il debutto dietro la macchina da presa dell'attore inglese Ralph Fiennes. Fiennes, mantenendo intatto il canovaccio originario e la ritmica della prosa sottolineata nei monologhi in camera, decide di ambientare la vicende ai giorni nostri, “in un luogo imprecisato che chiameremo Roma” ma che potrebbe essere ovunque; a noi ricorda sin troppo i Balcani, un caso? immagini di un reportage televisivo, scene di guerriglia urbana, polizia in stato di anti-sommossa, carri armati, bombe ed il popolo che si solleva contro il potere costituito, ci introducono in uno scenario straniante e spiazzante che priva lo spettatore di ogni punto di riferimento legato alla classicità dell'opera; qui il pregio. il difetto principale sta invece in una certa piattezza di messa in scena, priva di un climax anche visivo necessario alla costruzione di emozione ed interesse con una eccessiva lentezza drammaturgica in passaggi superflui ai fini della comprensione. Peccati veniali di un neo-regista che in questa sua opera mostra segni di un evidente talento, non solo attoriale. (Fabio Melandri)

“GHOST RIDER SPIRITO DI VENDETTA” (Regia di MaRK neVeLdeLine e BRian TaYLoR) ★★✩✩✩

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icolas cage ritorna nei panni di Jhonny Blaze nel secondo episodio della saga di “ghost Rider”. Lo stuntman che per salvare la vita del padre acconsente ad un patto col diavolo, si trova qui di fronte a nuove avventure. ad aver bisogno di lui è il piccolo danny, la cui mamma, nadya (Violante Placido), in punto di morte accetta di scendere a patti con Roark, la stessa reincarnazione umana di satana con cui aveva avuto a che fare Blaze. Ma il diavolo in cambio vuole che la donna concepisca insieme a lui un bambino: il futuro anticristo. Per sottrarre danny dalle grinfie di Roark, nadya e Jhonny vanno incontro a diversi pericoli, spalleggiati dallo stravagante monaco Moreu. Movimenti di macchina pazzi ed effetti ipergalattici (resi ancora più realistici dal 3d) rendono il film diretto dagli spericolati nevldeline e Taylor un must per gli amanti del genere. Poco condivisibili le scelte di doppiaggio italiano ma apprezzabile lo sforzo dei registi di usare poco il computer e molto di più la macchina da presa. (Maria Flavia Vecchio)

UARDA UN PO’ CHI c’e...' AL CINEMA? CLAUDIO SANTAMARIA “Diaz - Non pulire questo sangue” di Emanuela Brugiotti

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l film di daniele Vicari racconta i fatti accaduti alla scuola diaz durante il g8 di genova nel luglio 2001, un film impegnato che si distingue fra i titoli italiani del momento in cui la commedia la fa da padrona. Lo andiamo a vedere con uno dei protagonisti, claudio santamaria, che interpreta Max, il vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma che comanda il Vii nucleo, in testa nell’irruzione nell’istituto. Ventunesima fila centrale: ci sediamo, aspettiamo qualche minuto, le luci si spengono, silenzio in sala… Claudio, sgranocchiamo qualcosa o hai lo stomaco chiuso per l’emozione? stomaco chiuso, non riesco a mangiare prima del film. Eccoti finalmente sullo schermo. Che effetto fa, vederti in “uniforme”? Quasi non mi riconosco. Da delinquente in “Romanzo Criminale” a Vicequestore... in quale ruolo hai l’impressione di essere più credibile? speriamo di esserlo in tutte e due! C’è l’incursione degli agenti all’Istituto Diaz… Dai loro ordine di fermarsi, ma è troppo tardi... È stata la scena più dura, sia fisicamente che emotivamente, ci saranno stati 40 gradi fuori, e dentro alla scuola ancora di più, e noi chiusi in quel corridoio bardati con la divisa… Però non

credo che l’ordine sia stato dato troppo tardi, voglio dire, quello che conta è che sia stato dato, poteva andare anche peggio… (Una ragazza da dietro chiede a Claudio un autografo)... Claudio, glielo fai? Lo faccio sicuramente. Pausa! Vado al bar, ti porto qualcosa? sì grazie, un po’ d’acqua naturale. Rieccoci qui... Certo, un bel cast di giovani attori, tutti bravi. Chi particolarmente nel ruolo? se proprio devo dare un nome direi Jennifer ulrich, si è messa molto in gioco nel film, al di là di questo, tutti gli attori hanno svolto il lavoro egregiamente. Raccontate un brutto episodio della storia recente italiana. Oltre ad una nuova esperienza professionale, cosa ti lascerà questo film? sicuramente l’orgoglio di aver partecipato a un’opera necessaria e fondamentale che racconta un episodio nero della storia del nostro Paese. Hai una bellissima bimba. Frequenterà un Istituto pubblico o privato? Ma sta ancora andando all’asilo! Diplomatico… Coming soon. E ora che il tuo film l’abbiamo visto, che ci vediamo? È uscito da un po’ ma “Quasi amici” è stupendo! È il tipo di commedia che mi piacerebbe vedere in italia.


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INTERVISTA

ERICA MOU… WHAT’S UP?

“Delle mie colleghe uscite Dai talent, inviDio copie venDute e visibilità. ma l’importante è il Domani…” Foto di Marco Craig

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di Andrea Giovanni Sorge

aterina Caselli l’ha scoperta. Sanremo l’ha fatta conoscere al grande pubblico. Per il resto Erica Mou non deve dire grazie a nient’altro se non al proprio talento. Salutata dalla critica come una degli esponenti di punta del nuovo cantautorato italiano acustico e intimista, la giovanissima artista pugliese si racconta ai microfoni di What’s Up dal dietro le quinte del Teatro Valle: il disco “È”, la paura di non ricordare e la voglia di fare la differenza nel presente. Senza passare per i talent show… Erica, con il tuo modo di scrivere e comporre hai subito ottenuto grandi consensi sia tra la critica che tra il pubblico, forse un po’ stanco del pop che gira sul mercato questo periodo. Ti riconosci come rappresentante di un filone profondamente nuovo per la musica italiana emergente? Beh, è sempre difficile riconoscersi in un movimento perché in realtà nella musica è anche difficile tracciare dei confini tra cos’è più comune e cosa meno. Io sono contenta comunque di far parte di una nuova generazione di cantautori che c’è, si fa sempre più sentire, è forte. Dallo scespiriano “essere o non essere” all’ “È”, titolo del tuo album… Hai sciolto l’amletico dubbio? In realtà hai dato già una piccola risposta. “È” sta per esistenza, è la traccia di un vissuto, la presa di coscienza che qualcosa di mio esisteva, che si era risolto, che finalmente era nato. Poi ho scelto di usare solo questa lettera come titolo perché nel disco ci sono tante parole e volevo lasciare libera l’immaginazione dell’ascoltatore, che già “subiva” tanto. Ogni tanto è meglio lasciare spazio agli altri. A Sanremo eri quotatissima. Scambieresti il prestigioso Premio della Critica Mia Martini con quello per il primo posto del tuo collega di gara Alessandro Casillo? No, però mi prenderei anche il suo! (ride). Scherzi a parte, sono contentissima di come è andata, anche al di sopra delle mie aspettative. Sto davvero bene così e vado avanti Quanto vociferare, però, sulla scelta dei Giovani nella scorsa edizione di Sanremo… Ti sei fatta una tua opinione, a mente fresca? magari hai una proposta per le selezioni dei giovani per il Festival 2013… Al di là delle polemiche su regolamenti, età ecc. e indipendentemente da chi è stato scelto, la selezione dal vivo (il Sanremo Social Day a Roma, ndr) è stata gratificante. Chi ha scelto ha dimostrato di conoscere tutte le canzoni e questo vuol dire che le avevano ascoltate molto prima di selezionarle, è un ottimo punto di partenza.

what’sound di Massimo Canorro

Voltare pagina. È quanto cercano di fare Shawn Fanning e Sean Parker, i fondatori di Napster. Ma non c’è intervista che li riguardi dove l’argomento non emerga. L’argomento nozze è invece quello che Enrique Iglesias si trova ancora ad affrontare. E con lui, la fidanzata Anna Kournikiva. Tour in vista per Kiss e Mötley Crüe, al pari degli italiani Il teatro degli orrori, live allo Sziget Festival. Rimpiangendo Napster. Potrebbe essere il titolo di una biografia dedicata ai fondatori del leggendario sito di file sharing: Shawn Fanning e Sean Parker. Quest’ultimo, infatti, in una recente intervista ha dichiarato: “Nel 1999 fu Napster a fissare un determinato limite, cosicché chi voleva trarre profitto doveva non solo arrivarci, ma superarlo”. A fargli eco l’amico e socio

Red Ronnie ti ha salutato come “il futuro della musica italiana”. Un bella responsabilità. Chi altri, tra i tuoi colleghi coetanei, pensi possa avere buone chances di affermarsi anche negli anni a venire? Un nome che mi viene in mente è La fame di Camilla. Il loro ultimo disco è molto bello e credo che la loro tenacia alla fine pagherà. A ventun’anni hai già firmato una colonna sonora di un film d’autore (“I baci mai dati” di Roberta Torre con il brano Oltre, ndr), sei entrata di diritto nell’elite della “Leva cantautorale degli anni zero” del Club Tenco, ti sei esibita addirittura negli States… Alla tua stessa età in genere le tue colleghe escono da un talent e pubblicano un disco di cover. Hanno senz’altro moltissimo da inviadiarti. Ma c’è qualcosa che magari invidi tu a loro? Mah, probabilmente le loro copie vendute sono più numerose delle mie, nonostante tutti questi sforzi. Anche la loro visibilità. Si dice spesso che non si è interessati alla popolarità ma se arriva non credo ti faccia schifo. Sicuramente godono di un’esposizione maggiore in un tempo minore. La cosa più importante però è capire cosa ci sarà domani… Vedremo. È tornato Amici, con i “big”. Ti hanno invitato, come ospite? Lo seguirai? No, non sono stata invitata, a quanto io ne sappia! Finora non l’ho mai seguito con attenzione, però non si sa mai!. Solo un anno ho visto qualche puntata perché c’era una ragazza del mio paese che conoscevo, Valeria Valenti. Nei canzonieri dei grandi artisti non manca il pezzo-tormentone… Come lo sogni, il tuo? Non so, ogni volta che nasce una canzone non pensi mai che sarà un tormentone. Poi succede che certe canzoni rimangono impresse e neanche te lo aspettavi. Vorrei che il mio non fosse un pezzo nato per essere un tormentone, ma che comunque lo diventi! “Voglio diventare vecchia coi ricordi tutti intatti”, canti nel tuo brano Nella vasca da bagno del tempo. Un ricordo che vorresti aggiungere a quelli intatti che già ti porti dietro? È quello che sto vivendo. Sanremo innanzitutto, è già un bel ricordo, è già passato. Io ho un po’ l’ossessione per la memoria. Ho paura di non ricordare ma il modo migliore per farlo è vivere intensamente il presente, in modo che possa diventare un bel futuro da ricordare. Ogni volta che fai qualcosa non sai mai cosa i porterà dopo. Magari proprio questa sera al Teatro Valle sarà speciale, non solo perché sono qui ma perché chissà cosa potrà portarmi…

Fanning, secondo cui “oggi nessun servizio propone la varietà di offerta che forniva Napster”. Questioni che non sembrano toccare Enrique Iglesias che, sollecitato dalla storica fidanzata russa Anna Kournikova, già campionessa di tennis, sembra titubante all’idea di sposarla. “Non penso che sia il matrimonio a fare la differenza in una coppia” – ha ammesso il cantante spagnolo –, aggiungendo che “forse dipende dal fatto che i miei genitori sono divorziati, ma non credo si possa amare il partner di più perché di mezzo c’è un pezzo di carta”. Dopo undici anni di fidanzamento, la bella Anna rimane in stand by. Chi invece non ama perdere tempo è il rapper Snoop Dogg, che ha deciso di acquistare il Los Angeles Rideretts, squadra di football femminile. Le ragazze, ora alle prese con gli allenamenti, scenderanno in campo nei prossimi mesi ma a far parlare sono già le loro uniformi, che si preannunciano fuori dall’ordinario. Ad applaudire le giocatrici dagli spalti ci saranno sicuramente Kiss e Mötley Crüe, che in estate saranno assieme in tour negli Stati Uniti. “Sarà una figata perché sia noi sia i

emergenti a 360° MAURIZIO PACE – CANTANTE LIRICO

di Roberta Ischeri

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scoltai Andrea Bocelli quando avevo circa 15 anni e cominciai a imitarlo cantando le sue canzoni”. A parlare è Maurizio Pace, 32enne di Sulmona che ha sfondato nel mondo della lirica: nel 2003 debutta con Alfredo ne “La traviata”, come vincitore della 57esima edizione del Concorso Lirico Sperimentale di Spoleto e oggi è un tenore affermato. “Qualcuno mi disse di cercare la bellezza nella mia voce - racconta ai nostri microfoni - e presi qualche lezione di canto nella scuola popolare di Sulmona. Non pensavo affatto alla lirica”. A 18 anni, Maurizio fa l’esame di ammissione al Conservatorio di Pescara cantando Recondita armonia dalla Tosca, studiata a orecchio 3 giorni prima in videocassetta e Quando le sere al placido dalla Luisa Muller. E arriva primo su 63 candidati. “Il mio sogno era quello di diventare avvocato, ma le possibilità finanziarie della mia famiglia mi convinsero a optare per l’I.T.I.S., affinché, una volta diplomato, avessi più possibilità di lavorare e quindi di essere economicamente indipendente”. Come sei arrivato al successo? “Sono stato molto fortunato. Ma, come si sa, se l’1% è ispirazione, il 99% è traspirazione: bisogna sudarne di camicie!”, esclama divertito. Una scelta controcorrente la sua, visto che il binomio giovani e lirica non è poi così vincente: “All’estero comunque tra il pubblico ci sono molti giovani e ammirevole è la presenza di intere scolaresche alle rappresentazioni teatrali”. Progetti futuri? “Non voglio parlare di crisi economica ulteriormente, per cui … audizioni, audizioni, audizioni”. Infine, caro Maurizio, te la senti di dare un consiglio a chi, come te, vuole accostarsi alla lirica? “Sì, trovate un lavoretto, anche part-time, perché si tratta di una professione molto costosa! E soprattutto fortificate mente e corpo. La mente con le letture giuste, ascoltando musica di qualsiasi genere ma scritta ed eseguita da musicisti veri e coltivando amicizie sane e affetti sinceri. Il corpo facendo sport, magari non estremo, e mangiando sano”.

Kiss proporremo uno stage show completo. In questo modo il pubblico assisterà nella stessa serata al doppio live di due grandi band”, ha spiegato Vince Neil, vocalist dei Mötley Crüe. Entrambi sono gruppi molto amati dal pubblico femminile, ed entrambi ricambiano volentieri. Al pari dell’ex Take That, Robbie Williams, che ha postato sul proprio account di Twitter una foto che lo ritrae in ottima forma fisica. Il motivo dello scatto? Le immagini pubblicate dai tabloid che immortalavano Robbie, all’uscita di un locale ristorante di Malibù, un po’ sovrappeso. Dal canto suo, l’artista replicava ai reporter con il classico dito medio. Cotanta volgarità avrà fatto inorridire la dolce Adele, che in un sondaggio ha battuto i Muse come l’artista che dovrebbe incidere il tema musicale per il prossimo film della serie di James Bond. In terza posizione ci sono i Foo Fighters, che precedono U2 e Florence and the Machine. Nei primi posti di un’ipotetica classifica sulle indie band italiane ci sono Il teatro degli orrori, che il 10 agosto si esibiranno sul prestigioso palco dello Sziget Festival (Ungheria). In cartellone insieme all’ottima band capitanata da Pierpaolo Capovilla nomi internazionali come Korn, Placebo, The Horrors e The Stone Roses.


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m BORSE E SCARPE DELL’ESTATE oda

“IN” E “OUT”

Replay

Pepe Jeans

Miss Sixty

di Ilaria Crestini “Tu mi completi”. Questa frase, molte la ricorderanno, è entrata nella storia del cinema. Pronunciata in una scena d’amore si presta, stemperata dal troppo romanticismo, ad essere adattata perfettamente ad ognuno dei tanti tipi di amore che ci accompagnano ogni giorno e quindi, perché no, anche a quello per un look per il quale, si sa, è indispensabile quel tocco finale che solo scarpe e borse sono capaci di dare. Vediamo allora le tendenze che faranno battere il cuore alle fashioniste.

DAI SANDALI, ALLE ZEPPE FUTURISTE

Guardando le sfilate e facendo scorrere lo sguardo giù giù fino ai piedi che si muovono veloci al ritmo dello stile, si scopre subito che passato e futuro, per questa stagione, sanno stare perfettamente “al passo con la moda”. Sandali: se volete essere sicure di fare la scelta migliore, lasciatevi ispirare dagli anni ‘20. I più caratteristici sono quelli con cinturino a “T” che veste il collo del piede e la caviglia. Dal tacco alto ma non altissimo e mai troppo sottile, li troverete proFornarina posti neri tinta unita o bicolori per la sera, colorati, soprattutto in tinte pastello, per il giorno. Ideale se abbinato ad abitini e gonne, questo modello non si sposa molto con i pantaloni; per questo, probabilmente, incontrerà più facilmente il gusto delle ragazze più romantiche. Alternativa valida i modelli arricchiti dagli immancabili plateau e listini di pelle che ren-

a

rt&the city

Replay

dono il sandalo più rock e grintoso. Nella versione da sera fibbie e zip lasciano posto a pietre e paillettes regalando giochi di luce da vera star. Un consiglio? Sceglieteli con dettagli color oro. Décolleté: per questo modello, in assoluto tra i più classici e semplici, continuano a vincere le open toe e la differenza la fa il colore. Le tinte vincenti, spesso mixate tra loro, sono diverse: verde, viola, turchese, sabbia, arancio, pervinca. Requisito fondamentale è indossarle con una pedicure perfetta. Lo smalto è d’obbligo e va scelto in tinte shock che possono essere sia a contrasto che in Cafenoir tinta con la calzatura. Zeppe: immancabili, dalle altezze vertiginose e super comode, sono spesso proposte in versioni che sembrano veri e propri oggetti di design. Essendo Loriblu il modello in assoluto più easy Furla quando si parla di tacco alto, potrete davvero sbizzarrirvi. Via libera al contrasto di colore e materiali tra zeppa e tomaia, a decori ed applicazioni. Per il giorno vincono i modelli con corda, legno e sughero, la sera non mancano invece vernice, plexiglass, suede e pelle. Quasi sempre multicolor, sono il modello passepartout che può Pepe Jeans salvarvi in tantissime occasioni. Perfette dal jeans all’abitino più impegnato, diventano vera attrazione nei modelli che vogliono la zeppa vuota o una silhouette inusuale di pura ispirazione futurista. Non una novità ma un’ennesima conferma sono i modelli anche nelle classiche sneakers. Una rivisitazione che le giovanissime sapranno certamente apprezzare. Ballerine: modello che mette d’accordo tutte le età ed i gusti. L’unico consiglio è quello di sceglierle colorate, perché no anche in gomma, ed iniziare a sperimentarle anche nelle versioni a punta. Ideali da tenere in borsa in caso di emergenza, sono la perfetta unione tra bon ton

L'ESSENZIALE È VISIBILE AGLI OCCHI. STREET ART E MEMORIA

Furla

e praticità.

BORSE, IL RITORNO AL “PICCOLO”

A predominare come tendenza per questo accessorio è il ritorno al passato. Vincono le forme piccole, i manici rigidi e le aperture a scatto, proprio Cafenoir come negli anni ‘50, e le tracolle in puro stile anni ‘60. D’obbligo il colore che può e deve essere scelto deciso. La tendenza è quella di non volerlo abbinato agli abiti ma anzi in una tinta capace di rendere questo accessorio un vero e proprio pezzo a sé. A spalla: tornata protagonista nelle scorse stagioni, la tracolla è il modello in assoluto più reinterpretato in versione fashion da quasi tutti i brand. Lo stile si porta insomma poggiato su una spalla, ancora meglio se con manici di catene, in predominanza dorate. Tra le forme vincono senza dubbio quelle a trapezio e schiacciate che riescono a coniugare capienza e praticità. Non mancano le stampe che sono spesso di ispirazione retrò ed animalier. Via libera ai pellami pregiati che, veri o stampati, regalano un bel colpo d’occhio. Indiscusso l’uso del colore che conferma vincenti le tinte fluo e pastello. A mano: per questo genere vincono le pochette piatte Loriblu che, proposte in versione più grande di quella a cui eravamo abituate, sono perfette per il giorno, a patto di non considerare la praticità un requisito fondamentale. Valida alternativa restano sempre i bauletti, le shopping bag ed i secchielli, alleati indispensabili per tutte coloro che hanno uno stile più informale e non osano mai troppo. Piccola novità che sta iniziando a diffondersi è quella che vuole la reinterpretazione di borse icona in chiave cheap. Non mancherete infatti di trovare borse in tela con stampati i modelli originali che hanno fatto la storia di questo accessorio o modelli in pelle che li riproducono ricoperti però di borchie, frange o dettagli vari. Un modo ironico per cancellare la parola “inaccessibile”.

cessivi a quello di Ben Ali. “Ai miei occhi, queste figure non sono immagini morte, una manciata di di Gabriella Poggioli è proprio a Bouazizi, insieme fantasmi. Non appartengono neppure a un passato dimenticato”, a memoria è un fatto artistico. Soprattutto in un mondo a una quarantina di altri “marcontinua Bilel. “Sono, al contrario, come il nostro, dove le informazioni si moltiplicano in ma- tiri”, che Bilel rende omaggio figure del presente, compagni di niera talmente vorticosa che assimilarle e diffonderle è già con le sue opere: ritratti-salotta. Se mi permetto di dipingerli, “passato” nel momento in cui le si sfiora. Di più: la memoria è goma in bianco e nero dei caè perché sono convinto che la un fatto artistico anche perché duti in difesa dei propri diritti Bilel Kaltoun, Les Martyrs – Mascomparsa della loro memoria oggi l’atto stesso di conoscere di uomini e di lavoratori. “A nifestazione al Teatro Municisegnerà la fine della speranza. e tramandare nel tempo sta oggi ho dipinto una prima serie pale, Tunisi, Avenue Bourguiba Fanno parte del fudiventando un dovere per di martiri, tutti a grandezza naturale”, spiega Bilel sul sito del progetto. “Moturo, della nuova pochi. hammed Bouazizi, ovviamente, ma anche Tunisia che si coFacciamo un esempio: alzi la le vittime meno conosciute: Aamer Fetth, struisce sotto i nomano chi sa quale primo anni- Moez Ben Slah, Ayoub Hamdi, Faiçel Chestri occhi. E versario sia ricorso il 14 gen- tioui, Mersbah Jwehri, Rabii Boujlid, e molti attraverso i loro naio scorso. Non vedremmo altri ancora. Erano manovali, professori, profili individuali è una foresta di mani, temo. Di venditori ambulanti, barbieri... Persone norquesto profilo col- Fabrice Wittner, serie Christchurch Bilel Kaltoun, Les Martyrs, Tunisi, Bilel Kaltoun, Les Martyrs, Tunisi, Quartier lettivo che tento di Quake sicuro si è alzata quella del mali, che non meritavano più di altre di laAvenue Bourguiba Hafisa nella medina giovane street artist franco- sciare la vita sull’altare della rivoluzione. rappresentare”. algerino Bilel Kaltoun. Bilel non è famoso, ma di coraggio ne Spero, nel lungo periodo, di riuscire a rappresentarli tutti. Ma dei Volando verso gli antipodi, in Nuova Zelanda, c’è un altro primo ha da vendere. Tanto da volare da Parigi a Tunisi per dare vita 236 caduti ufficiali, secondo i dati del Ministero della Salute tuni- anniversario, sbiadito dal tempo e dalla distanza, di cui in queal progetto Zoo Project (www.zoo-project.com), prosino, non sempre riesco a trovare sto emisfero pochissimo si è parlato, e è caduto il 22 febbraio. prio in occasione dell’anniversario sopra citato: con le fotografie da cui cominciare il la- Se ne è ricordato l’artista francese Fabrice Wittner, autore la fuga del presidente tunisino Zine El-Abidine Ben voro. È un’impresa faticosa, ma di opere che ibridano la fotografia con la street art (www.wittAli, il 14 gennaio 2011 è stillata la prima goccia della appassionante”. A distanza di un ner-fabrice.com). Il suo progetto, ancora in fase di collaudo, si cosiddetta “Primavera araba”, l’onda rivoluzionaria anno, grazie al lavoro di Bilel, que- chiama Enlightened Souls e sperimenta una tecnica inedita, che, dopo un mese di scontri di piazza con morti e gli eroi normali sono stati strappati che parte dagli stencil per arrivare alla creazione di immagini feriti, ha irrigato di speranza il futuro della Tunisia e dall’oblio per poi tornare visibili nel olografiche. Le “anime luminose” di Wittner sono quelle delle dei vicini Paesi del Nordafrica. Uomo-simbolo del groviglio di strade della medina di vittime del sisma che ha devastato Christchurch il 22 febbraio movimento tunisino è stato Mohamed Bouazizi, il Tunisi, fianco a fianco con familiari 2011, riprodotte a grandezza naturale per le strade ancora ferite venditore ambulante che il 17 dicembre 2010 si era e manifestanti scesi di nuovo in della città. “Si è rivelato un modo interessante per condividere dato fuoco in segno di protesta contro il sequestro piazza contro le troppe promesse idee e sentimenti sulla società e sulla vita”, ha scritto l’artista della sua merce da parte della polizia di regime. Ed Bilel Kaltoun, Les Martyrs – Mohamed H. non mantenute dai governi suc- sul suo sito. “Dopo tutto, la street art serve proprio a questo”. morto l'11/02/2011, Tunisi

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