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Anno X, n° 80 MAGGIO 2012 - 0,20 euro
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mensile Per i giovani scritto dai giovani
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GIOVANI E LAVORO L’ITALIA CINCISCHIA, L’EUROPA PARLA DI 1 MILIONE DI OFFERTE
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L’INTERVISTA DOPPIA
(MA OCCORRE “MUOVERSI”…) di Riccardo Severi
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entre il governo Monti, alle prese con la riforma del lavoro sottoposto ad una valanga di emendamenti presentata dai partiti, non smette di escogitare nuove strategie pur di fare cassa (clamoroso il tentativo - fallito - di tassare gli già sfruttati specializzandi in Medicina, vedi p.2), per rastrellare altri 4 miliardi e rotti di euro ed evitare di alzare l’Iva al 23%, la disoccupazione giovanile sale alle stelle (record 36%). Mentre il Presidente Napoletano continua a chiedere a gran voce che gli stessi partiti facciano scelte politiche di sostegno ai giovani (ma quelli da tempo non ascoltano gli appelli del Capo dello Stato e si barricano a difesa dei loro rimborsi e benefici), è dall’Europa e dalle sue Istituzioni che inaspettatamente ci sono novità. Benché bersaglio di ogni forma di protesta sociale e di estremismi politici che in epoca di crisi fanno leva su indignati, scoraggiati e disperati, è da Bruxelles che giungono notizie su provvedimenti concreti volti ad attenuare gli allarmanti dati sulla disoccupazione giovanile europea (con in testa i Paesi membri del Sud ed Est Europa) e ad offrire un nuovo impulso al mercato del lavoro orientato ad inglobare la fascia d’età under trenta, tra le più colpite dalla crisi economico-finanziaria internazionale.
Boosta
Pau
L’EUROPA CHIAMA /
1 MILIONE DI POSTI DI LAVORO. MA NON IN ITALIA
a c s e c n a Fr
COLPIRE I GIOVANI DI MEDICINA /
IL TENTATIVO (FALLITO) DEL GOVERNO
I 10 CRIMINALI PIÙ PERICOLOSI AL MONDO / LA LISTA AGGIORNATA DELL’FBI
segue a pag. 002
Attualità
Formazione e Lavoro
IL dOppIO FLOp dEL SONdAGGIO ANTI LAuREA Mondo Web
“VKONTAKTE”, IL FACEbOOK dI RuSSIA
STORIE VERE dI STRAORdINARIA dISOCCupAzIONE Art &The City
LA SpERANzA SuI muRI dI KAbuL
Che Legge Fa
“VAFFA” E SpuTI. QuANdO COSTITuISCONO REATO Moda
GLI OCChIALI dA SOLE dELL’ESTATE 2012
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EDITORIALE GIOVANI E LAVORO L’ITALIA CINCISCHIA, L’EUROPA PARLA DI 1 MILIONE DI OFFERTE (segue dalla prima)
di Riccardo Severi
L’occasione è quella offerta dalla Conferenza Youth & Work, organizzata dalla Commissione Europea, che si è tenuta ad Aarhus, Danimarca, lo scorso 27 aprile. Una Conferenza, lo diciamo subito, nella quale sono state presentate azioni già in corso (contrariamente alle Conferenze cui assistiamo in Italia, dove si parla di azioni da intraprendere) e finalizzate all’incontro tra giovani e aziende nel campo di gioco più ostile, quello del lavoro. Si parte da un dato, il più importante: in questo momento nell’Unione Europea ci sono oltre un milione di offerte di lavoro rivolte ai giovani. Proprio così, e sono tutte consultabili on-line sulla piattaforma EURES (European Employment Services – Servizi europei per l’impiego). Ciò nonostante, la domanda dei giovani è paradossalmente bassa. Il problema della disoccupazione, e pertanto la possibile soluzione, non risiederebbe dunque, e solamente, nella carenza di offerta di lavoro che proviene dal proprio territorio, ma anche (e forse soprattutto) dalla scarsa propensione alla mobilità dei giovani europei, o alcuni di essi. E dalla scarsa informazione. L’incontro di Aarhus ha avuto pertanto l’obiettivo dichiarato, come più volte sottolineato da Wallis Goelen, Dirigente della Commissione Europea (Dipartimento per l’Impiego, Affari Sociali ed Inclusione), di sradicare i giovani dai propri Paesi d’origine e spronarli a venire incontro all’offerta (vasta) di lavoro all’estero. E forte di quel milione di posti di lavoro, l’Istituzione Europa sembra quasi ammonire il giovane che non trova lavoro vicino a casa: se sei causa del tuo mal, piangi te stesso. Nessuna scusa per chi non fa almeno un tentativo nella ricerca di un lavoro fuori porta. Sullo stesso sito EURES sono disponibili (gratuitamente) decine e decine di consulenti on-line, anche via chat, a cui è possibile sollevare dubbi, fare domande, chiedere collaborazione per le applicazioni on-line. Non solo. Dalla piattaforma EURES è stato lanciato anche un progetto pilota che prevede di finanziare con mille euro la trasferta di ciascun giovane (5mila entro il 2013) che voglia recarsi all’estero per sostenere un colloquio con l’azienda che lo richieda e inoltre offrire a quest’ultima altrettanti mille euro come incentivo, in caso di assunzione. Insomma, quella della Commissione Europea è un’opportunità da non sottovalutare. E se è vero che, nello scetticismo diffuso, qualche perplessità può emergere su chi, a monte, ha il compito di selezionare i curricula (aziende e/o ?), su come vengono garantite eguali opportunità tra un giovane spagnolo ed uno tedesco (molte aziende che offrono lavoro hanno base in Germania, non in Grecia, Spagna o Italia), o come sciogliere il nodo delle lingue straniere richieste (l’area anglosassone e tedesca parte avvantaggiata), o ancora sul ruolo di alcuni sostenitori dell’iniziativa (tra i quali, ad esempio, la Provincia di Roma), sino a chiedersi perché mai, a fronte di tanta virtù, proprio all’interno della Commissione Europea gli stagisti non siano retribuiti, l’iniziativa merita fiducia perché concreta e già operativa. E pensare che solo nel gennaio scorso il Presidente José Manuel Barroso aveva sollevato la gravissima situazione della disoccupazione giovanile definendola “in un punto critico”. Detto, fatto. Chissà che invidia il nostro inascoltato Presidente Napolitano.
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ttualita’
TASSARE GLI SPECIALIZZANDI DI MEDICINA
- precisa -. Siamo ben contenti di lavorare in autonomia, entro certi limiti. Ma la didattica non è curata, si impara sul campo e se sbagliamo qualcosa, sbagliamo sulla pelle del paziente. Non è giusto”. Ed è proprio per questo che “almeno nel mio settore, la chirurgia, noi specializzandi italiani siamo molto più indietro dei colleghi europei”. L’abolizione degli aggravi fiscali sulle borse – che, per la cronaca, avrebbe interessato anche assegnisti e dottorandi – era solo il primo passo. Che succederà ora? “A parole, i politici si sono assunti molti impegni - conclude Pietro -. Ancora non è successo granché, ma è passato poco tempo: concediamo loro il beneficio del dubbio”.
IL BEFFARDO TENTATIVO (NON RIUSCITO) DEL GOVERNO di Giada Porchera a miccia che tra marzo e aprile ha fatto esplodere la protesta degli specializzandi in medicina è stata l’introduzione della tassazione Irpef sulle borse di studio: il 20% per i redditi superiori a 11.500 euro l’anno. Una norma iniqua, contenuta nel decreto legge sulla semplificazione fiscale, che avrebbe equiparato di fatto i corsisti ai lavoratori dipendenti. Ma, naturalmente, senza nessuna delle loro tutele. Una norma che, per fortuna, anche a seguito degli scioperi e dei cortei organizzati un po’ ovunque nel nostro Paese è stata cancellata con un apposito emendamento della Commissione Finanze della Camera. “Non ci avrebbero guadagnato abbastanza”, racconta Pietro B., un indignato specializzando in chirurgia toracica, a Pisa. “Secondo me ci hanno provato continua ai nostri microfoni - per poi verificare che la trovata era improponibile, anche considerando gli intenti programmatici di Monti, a favore dei giovani”. In effetti, la tassa avrebbe colpito gli under 30, giovani lavoratori che già devono versare le tasse universitarie e fare i conti con i costi fissi della professione, come l’iscrizione all’albo e i contributi all’Enpam, l’Istituto di previdenza dei medici. Quella degli specializzandi è una categoria ibrida: “Siamo pseudostudenti”, lamenta Pietro, uno degli animatori delle ultime manifestazioni. “Il nostro contratto prevede sei ore di lavoro al giorno, per cinque giorni alla settimana. Senza turni di notte, né guardie, sempre seguiti da un tutor”. Ma la realtà è ben diversa, come tutti gli specializzandi in medicina sanno: “Gestiamo le corsie e negli ambulatori ci tocca gran parte del lavoro. Spesso facciamo le veci del personale medico, perché i soldi non bastano per pagare tutti, oppure veniamo trattati come i galoppini dei professori”. Apriti cielo. È per questo che dopo il successo ottenuto con la cancellazione del prelievo sulle borse, la mobilitazione dei corsisti non si ferma. Alle spalle hanno due associazioni di categoria, il S.i.g.m e la Federspecializzandi, che si battono per la difesa dei diritti dei medici specializzandi. Diritti non solo economici, ma formativi, “che sono ad appannaggio della buona volontà del singolo. Non è una lamentela, intendiamoci
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IL DOPPIO FLOP DEL SONDAGGIO ANTI LAUREA di Giada Porchera
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embrava che il sondaggio on-line, promosso dal MIUR, per testare l’umore degli italiani sul valore legale della laurea (con un occhio all’eventuale abolizione) dovesse essere un successo annunciato. “Democratico” innanzitutto, aperto e partecipato, forte di quei 20mila i click nei soli primi quattro giorni dalla pubblicazione del questionario, ma solo 10mila in più (31mila circa) alla chiusura del sondaggio. Pochi, a dire il vero. E pure criticati dall’Udu, il sindacato degli studenti universitari (area Cgil), che si è divertito a votare più volte sotto falso (e noto) nome, scomodando persino Elvis Presley e Napoleone Bonaparte, per sollevare più di qualche perplessità sul sistema di registrazione online. Non solo. Criticata duramente anche la tendenziosità dei quesiti (15), messi a punto da un gruppo di lavoro interno al ministero. “Un’operazione di mistificazione di massa”, l’ha definita l’Udu, volta a “legittimare una linea politica già stabilita a priori”. Alcuni dei quesiti sembrano effettivamente volere influenzare le risposte, specie quelli inseriti nell’area tematica “Valutazione dei titoli di studio” in cui viene presupposta l’abolizione del valore legale della laurea e si chiede, testualmente: “per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?”. Risposte A e B già fornite, risposta C “per altre finalità”, eventualmente da compilare... Un ibrido tra risposte aperte e chiuse, tali da rendere quantomeno opinabile l’analisi dei dati ed in generale l’approccio metodologico degli esperti del MIUR. Ciò nonostante, i primi risultati, diffusi a sondaggio ancora aperto, parlano chiaro: la cara, vecchia laurea, con tutto il suo valore legale integro, riscuote i consensi del 75% dei partecipanti. Napoleone ed Elvis compresi.
Il festival internazionale dedicato alle locations
Dal 30 Giugno al 7 Luglio 2012 | Castello Aragonese
www.ischiafilmfestival.it
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LNEGRITA E SUBSONICA… DALLA CINA CON FURORE! 003
A DOPPIA
di Emanuela Brugiotti
spirito di sopravvivenza di un popolo si farà vivo al momento opportuno. Per adesso subiamo... come tutti! l Festival di musica italiana all'estero HIT WEEK arriva quest’anno per la sua … e l’Eden dei Subsonica? 4° edizione in Cina. Ad esibirsi i primi di giugno a Pechino e Shanghai saranno B. L'Eden dei Subsonica lascia spazio all'interpretazione due punte di diamante della musica italiana, i Negrita ed i Subsonica. Noi di personale di chiunque abbia voglia di entrarci dentro. What’s Up siamo curiosi di sapere come le due band si stanno preparando per Eden è uno spazio talmente perfetto cui ambire che si può questa attesissima trasferta orientale, quindi li avviciniamo per sentire cos’hanno e si deve partire dalla ricerca della propria serenità persoda dirci Pau (voce Negrita) e Boosta (tastiere Subsonica)… nale, che si collega a stretto filo con il resto dell'ambiente in cui viviamo: la famiglia, la comunità, il paese, lo stato, il mondo intero. È come un'enorme matrioska. Ciao Ragazzi! I vostri ultimi album si chiamano Eden (Subsonica) e DanVisti i tempi che corrono, siete felici di allontanarvi per un periodo dall’Itanato vivere (Negrita)… In Cina vi farete mica il verso a vicenda? lia? P. Eh Eh... direi di no. Semmai siamo complementari... Inferno, Purgatorio... Per P. Allontanarci? Sì, quello sì, ma è un "metodo" il nostro, ormai. Ci allontaniamo completezza dantesca servirebbe una terza band che si occupasse di argomenti anche per capire meglio la nostra di realtà. puramente paradisiaci! B. Se davvero la crisi è globale come possiamo pensare di lasciarcela alle B. Grazie al cielo non c'è competizione di nessun tipo, anche perché se no, spalle allontanandoci di una manciata, anche se gargantuesca, di chilometri dalvisto il fisico che mettono in campo i nostri amici Negrita, dovremmo studiare le l'Italia? più complesse tattiche di sun tzu e della sua arte della guerra per poterne venir Iniziamo a prendere confidenza con il territorio: tre parole in cinese? fuori. P. Eh beh... Qui l'asino non casca e basta... ruzzola proprio.... rovina nel burAh proposito…ma com’è il Dannato vivere dei Negrita? rone... P. È il dannato vivere di tutti oramai. B. Ni hao, il nostro semplice ciao, xièxièun bel grazie e Subsonica che vorrà Tanta amarezza, delusione e una dire “uao, che bel concerto e che musica incredibile, perché non li avevo bella dose di paura per il futuro prosancora ascoltati? Dannazione quanto mi sono perso fino ad ora!” simo. I Negrita propongono però una Non male! Entrambi i vostri album hanno in comune la voglia di ricetta a base di coltello tra i denti per rinascere e reagire alla dura realtà… porterete questo messaggio non arrendersi troppo facilmente. in Cina? Non sarà né facile né indolore ma lo P. La parola sarà ovviamente sacrificata a favore della musica e del sound. Lasceremo parlare soprattutto gli strumenti questa volta. B. Sul palco portiamo esattamente quello che siamo quando scendiamo. Foto Negrita di Alessio Pizzicannella Siete stati “informati” bene su cosa dire e cosa non dire in pubblico, vista la forte censura nel Paese? Alcune parole come “li-
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he legge fa NON SEMPRE IL “VAFFA” COSTITUISCE REATO. NEMMENO LO SPUTO Ecco, secondo i supremi giudici della Cassazione, quando no e quando sì.
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di Mario Relandini
d un certo punto, parlando o questionando, vi scappa il “vaffa”? Attenzione. Prima di farvelo scappare, tenete conto che la Suprema Corte di Cassazione alle volte perdona e alle volte no. Quand’è che, leggendo le motivazioni della sua ultima sentenza in merito, perdona e manda assolti? Quando il “vaffa” scatta in un contesto “ioci causa” (cioè scherzosamente) oppure tra soggetti in posizione di parità. In situazioni, insomma, che “non richiedono manifestazioni di specifico rispetto”. E cioè, ad esempio, parlando amichevolmente e giocosamente con una persona, con un collega d’ufficio però dello stesso grado, con qualcuno che non richieda un particolare riguardo per la sua autorevolezza, per il suo ruolo pubblico o privato o, magari, semplicemente per la sua età avanzata. Come, tanto per dire, un illustre letterato, un direttore generale di ministero, un venerando nonnino. Un “vaffa” nei confronti di costoro, infatti, farebbe al contrario scattare l’indignazione, il non perdono e la condanna per turpiloquio e per ingiuria da parte della Suprema Corte. La quale, disapprovando il fatto che il “vaffa” vada oggi
usato con eccessiva facilità e frequenza, finisce per suggerire – tra le righe della sua sentenza – di reagire in un modo più pacato e, ad esempio, con un delicato e quasi evangelico “non infastidirmi”. Dal “vaffa” allo sputo. Sì, perché la Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi anche – sempre in materia di rapporti interpersonali – se gli sputi costituiscano reato oppure no. Anche in questo caso va fatta, secondo i supremi giudici, una sostanziale differenza. Costituiscono reato “allorché, per la loro particolare densità o perché reiterati, risultino idonei ad imbrattare il bene o la persona, sporcandoli e insudiciandoli”. Nel caso di sputacchini anemici o di uno sputacchio un po’ più consistente ma isolato, invece, nessuna configurazione di reato. Per cui, se proprio dovesse ad un certo punto avere la meglio l’istinto (comunque maleducato) di sputare contro qualcosa o qualcuno, per non ritrovarsi fuorilegge e non incorrere in condanne, misurare bene l’intensità della saliva e non superare mai il limite di una emissione. Parola di supremi giudici di Cassazione.
bertà” e “diritti umani” non fanno parte del vocabolario del Regime… P. Aggiungici pure le parole: Tibet, Democrazia, Dalai Lama... sarà un casino per me e Samuel (voce dei Subsonica, ndr)... B. Libertà e diritti umani non facevano parte del vocabolario italiano neanche durante i fatti di Genova e durante tutte le pagine scure di questa seconda Repubblica e non ne fanno parte ancora oggi se andiamo a leggere tra le righe dei giornali, delle sentenze, degli atti di un Parlamento alle soglie della delegittimazione. A proposito, un messaggio che in Cina non lancerai (ma puoi farlo qui) ed uno che invece griderai a gran voce ai fan cinesi. P. La Cina è lontana, come dicevi tu prima. Anche nel tempo per noi... manca quasi un mese, avremo modo di ragionarci su. L'aggravante è che poi dovrò relazionarmi in inglese. Sono molto più convincente in spagnolo! (ride) B. Ognuno ha bisogno di una strada su cui camminare, farlo in una società civile obbliga all'attenzione nei confronti del prossimo. Non ho bisogno di andare in Cina per dirlo, posso iniziare da qui. Facciamo un po’ di marketing… come pensate di conquistare il mercato cinese? pensate che vendite… P. Guarda, onestamente questo non è lo scopo dei Negrita. Non andiamo per conquistare fette di mercato asiatico. Andiamo solo per suonare e se ci riusciamo per emozionare, imparando a conoscere una nazione che è quasi un continente... se ci chiamassero in Mali andremmo lo stesso. B. Il mio cinese perfetto e dei pupazzi pazzeschi che cantano e suonano meglio di noi su di un piccolo palco perfettamente attrezzato… e sputano pure. Al contrario, vi lascerete influenzare dal sound cinese? Ma… lo conoscete? P. Diciamo che il sound cinese non è proprio tra i riferimenti base di questa band... (ride) B. Il mercato musicale cinese è lontano, sarà bello e curioso incontrare realtà locali. Vorrete mica che più di un miliardo di persone ascoltino solo musica da ristorante cinese? Pau nel brano “Tra gli Dei” dei Subosnica si legge... "Hai chiesto un posto tra gli dei oltre gli insetti di questo universo cercavi un posto tra gli dei in un olimpo crudele e perverso". Dopo quest'esperienza, quale pensi sarà il posto dei Subsonica? P. I Subsonica sono bravi. Molto. Hanno già un loro universo, ed essendone il centro ci sguazzano alla perfezione. Consiglierei di continuare così... Se poi si beccano una qualche "febbre cinese"... sentiremo come la "importeranno" nel prox album. Boosta, nel brano “Jankie Beat!” dei Negrita si legge... “con un piede sopra il gas, e la vita che ribolle. Ancora un altro incrocio, dove si va?” Dopo la Cina, dove pensi vogliano dirigersi quei giramondo dei Negrita? B. In ogni posto in cui ci sia un palco, degli ampli e un po' di gente che ha voglia di godersi la musica suonata, sudata. Un saluto dalla Cina a tutti i lettori di What’s Up! P. Peace , Love & Justice for All... Foto Subsonica di Giulia Caira se siete cinesi però, escludete Justice... (ride) Autocensura! Superlova! B. What's Up suoyou de duzhè, cong ta de yanshenyongbao shou zhai zhi “Subsonica”.
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ormazione&lavoro
portivamente parlando
STORIE VERE DI STRAORDINARIA DISOCCUPAZIONE
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L’Italia è una Repubblica fondata sullo stage? di Andrea Giovanni Sorge
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’è la commessa cui vengono proposte fantasiose tipologie di contratto “in partecipazione autonoma”. C’è il giornalista che fa il postino per arrivare a fine mese. E poi ancora gli specializzandi in Medicina vessati da turni di guardia da miniera, i praticanti avvocati con un carnet di incombenze inversamente proporzionale al loro salario, i ricercatori universitari cui viene gentilmente chiesto di fare docenze gratuite: non sono i protagonisti di una fiction. Sono storie vere di straordinaria disoccupazione. Testimonianze che oggi trovano voce grazie al lavoro certosino di Eleonora Voltolina, già fondatrice e direttrice della testata online “La Repubblica degli stagisti”: il suo Se potessi avere mille euro al mese (edito Laterza) è infatti una ricognizione - opportunamente corredata di tutti i dati statistici del caso - nel Belpaese (il suffisso “bel” rischia di diventare pleonastico…) sulle condizioni di estrema “mala sanità” in cui versa l’attuale mercato del lavoro. L’Italia una Repubblica fondata sullo stage? La fantasiosa rielaborazione dell’art. 2 della costituzione non suoni irriverente: tra tirocini gratuiti o con risibili rimborsi spese, a rimetterci non sono solo i neolaureati, ma anche gli over 30. Un libro dolorosamente necessario dunque, anche per “stanare gli insospettabili del precariato”, come ha sentenziato Paola Natalicchio del collettivo “Errori di Stampa” intervenuta in occasione della presentazione del libro della Voltolina a Roma.
“A VOLTE È MEGLIO A CASA”
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ome aggirare allora le dinamiche di sfruttamento indiscriminato insite spesso nelle proposte di lavoro che tutti almeno una volta abbiamo ricevuto? “Tendenzialmente non bisogna lasciarsi sedurre dal proverbio “piuttosto che niente meglio piuttosto…” perché a volte è meglio rimanere a casa un mese in più piuttosto che svalutarsi e andare a fare uno stage sottopagato o gratuito, magari in un ambito che non interessa professionalmente solo per l’angoscia di rimanere a casa”, ha dichiarato l’autrice ai microfoni di What’s Up. Ma di chi sono le principali responsabilità di questa situazione? “Sono equamente distribuite, - spiega, – tra enti pubblici ed aziende private”. Nella fattispecie che “datori di lavori pubblici sfruttino i giovani o li sotUp sottotitolo “Il mensile per i giovani PUBLISHING What’s scritto dai giovani” (www.uozzap.com). Anno X n.
80 Maggio 2012. Autorizzazione Tribunale di Roma n. 440 del 14/10/2003 Direttore Responsabile Riccardo Severi. In redazione Luisa Foti, Emanuela Brugiotti. Stampa Seregni Roma s. r. l. , viale Enrico Ortolani, 00125 Roma. Distribuzione Servizi Editoriali Regionali s.r.l. Via Stadera, 76 Napoli. In copertina: Negrita (foto Alessio Pizzicannella), Subsonica (foto Giulia Caira), Francesca Inaudi. Immagini di questo numero Archivio What’s Up e autori vari riportati in didascalia. Editore HelpSos Soc. Coop. a r. l. Piazza San Giovanni in Laterano 18/b, 00184 Roma tel. e fax +39 06 9003132, +39 345 2366761, contatto Skype: redazione.uozzap. Il materiale pervenutoci non viene restituito. L’editore si riserva di ottemperare a involontarie omissioni. La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 Agosto 1990, n. 250. Chiuso in redazione il 7 Maggio 2012, finito di stampare nel mese di Maggio 2012. Per informazioni redazione@uozzap.com. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è il direttore responsabile. Per esercitare i diritti previsti dal dlgs n. 196/03 ci si può rivolgere alla redazione in Largo Enea Bortolotti 38, 00146 Roma. Comunicazione all’abbonato ai sensi del dlgs 196/2003. I suoi dati (nome cognome indirizzo) presenti nel nostro archivio informatico verranno da noi utilizzati esclusivamente per il rapporto editore-abbonato. Potrà chiederne l’aggiornamento o la cancellazione. Il responsabile del trattamento è: Riccardo Severi. Assandri, Emanuela Brugiotti, COLLABORATORI Fabrizio Massimo Canorro, Marica Ciraci, Ilaria Crestini, Valerio D’Angelo, Elena Del Duca, Luisa Foti, Roberta Isceri, M.L. Kevin, Fabio Melandri, Alessandro Mercanti, Christian Mezeckis, Gabriella Poggioli, Giada Porchera, Mario Relandini, Mauro Scansa, Romeo Scansa, Andrea Severi, Andrea Giovanni Sorge, Silvia Tempesta, Raffaele Tostini, Carlotta Urbani, Maria Flavia Vecchio.
topaghino è davvero un ossimoro, un insulto ai cittadini perché i soldi degli enti pubblici sono soldi di tutti noi”. L’autrice guarda all’Europa ed auspica “la necessità di istituire per legge un salario minimo garantito. Questo vuol dire una misura a costo zero per lo Stato che permetta di individuare una soglia di retribuzione oraria o mensile al di sotto della quale nessun datore di lavoro per nessuna mansione professionale può scendere”. E poi lancia un messaggio al nostro Governo: “Il sistema pensato da Monti e Fornero di Aspi, Mini Aspi e sussidio una tantum per i collaboratori autonomi è insufficiente e comporterà da parte di migliaia e migliaia di giovani il continuare a dover chiedere i soldi ai genitori una volta che perderanno il lavoro. Se si vuole europeizzare il sistema degli ammortizzatori sociali bisogna farlo al 100%, non al 20%”. Va al nocciolo della questione Fabio Melli de Il fatto quotidiano, moderatore dell’incontro, quando cita in apertura del suo intervento una delle ultime frasi del libro di Eleonora: “pagare chi lavora”.
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ACCIAMOLO STRANO... IL LAVORO IL GIARDINIERE di Alessandro Mercanti
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n un mercato del lavoro come quello attuale, in cui non trovano spazio professioni qualificate, una soluzione interessante per trovare un’occupazione, anche temporanea, potrebbe essere quella di tornare ai lavori dimenticati. Come quello del giardiniere, svalutato negli ultimi anni forse perché si pensa che richieda solo sacrificio fisico. In realtà è invece una professione che necessita una qualificata preparazione teorico-pratica. Oltre a conoscere infatti la vastità di piante ed erbe, si deve raggiungere una praticità manuale con gli svariati attrezzi del mestiere, sempre in evoluzione di pari passo con il progresso tecnologico. In merito all’acquisizione delle conoscenze botaniche, spesso le Regioni e gli enti locali organizzano corsi di formazione di diversa durata, anche fino a due anni. Come requisito minimo per accedervi è richiesta la sola licenza media, al termine del corso viene poi rilasciato un attestato che può essere presentato alle aziende di settore e può essere utilizzato per esercitare la libera professione. Il giardiniere può lavorare anche nella Pubblica Amministrazione, all’interno di quegli enti che si occupano di salvaguardare il verde in città o nei parchi pubblici. Chi volesse conseguire una maggiore specializzazione in materia può anche iscriversi alla Facoltà di Agraria della propria città, diventando così perito agrario e conseguendo poi un corso di approfondimento. Fare il giardiniere non è un lavoro semplice: ci si può ritrovare a dover curare giardini maestosi di ville antiche o di case reali e si deve avere gusto estetico. Se poi si è dotati anche di estro e senso artistico, tanto meglio. Ovviamente maggiori saranno le conoscenze del giardiniere, più facile sarà venire incontro alle offerte di lavoro. Ad esempio, l’approfondimento della cultura botanica giapponese potrebbe di certo garantire maggiori opportunità. A volte chissà, di una passione si riesce a fare una professione, poi se la vostra abilità nella creazione di giardini zen o quant’altro non dovesse essere apprezzata dal cliente, potrete sempre coltivarvi un bell’orticello o un giardino tutto vostro: se non altro avrete uno spazio per godervi un po’ di relax, gratuitamente.
IL FRISBEE
a molti considerato un oggetto volante non molto ben identificato e misterioso, in realtà non è un UFO, anche se il suo utilizzo potrebbe avere un non so che di alieno, dato che nessuno ha mai saputo a perfezione le regole del gioco: parliamo del Frisbee. Per praticare questo sport a livello amatoriale non sono richiesti una particolare preparazione fisica o un abbigliamento idoneo, è solo fondamentale avere almeno un compagno di gioco. Nel lanciare un frisbee, bisogna riuscire a dare la giusta rotazione di modo che questo possa librarsi nell’aria. Senza spiegare tutte le dinamiche fisico-matematiche per cui un disco possa volare, diciamo che l’importante è rimanere sempre attenti a prendere il disco al volo e non sui denti. Oltre a questa regola basica, qualcun’altra occorre conoscerla. È sufficiente uno spazio aperto per potere giocare liberamente - meglio evitare spazi chiusi - ed è sempre sconsigliabile giocare in prossimità di strade, tombini, o bambini! Nella pratica sportiva professionale invece esistono molte regole che variano a seconda della disciplina: esistono infatti ben dieci varietà di competizione, da quella sulla spiaggia al freestyle e molte altre in cui a mutare inoltre è anche il peso del disco. Le gare possono essere svolte in coppia o in gruppo, outdoor o indoor: nel secondo caso il terreno di gioco avrà una sua delimitazione sempre a seconda di quale disciplina si sta praticando. Per chi volesse saperne di più, è possibile avere maggiori informazioni su quali sono le associazioni affiliate alla Federazione Italiana Flyng Disc al sito fifd.it. Inoltre è possibile partecipare ad alcune competizioni in tutta Italia che si svolgono nel periodo da maggio - novembre. Se poi volete restare i praticanti della domenica potete sempre uscire con il vostro cane, se ne avete uno, e giocarci assieme. Esiste persino una competizione anche per questo: si chiama Disc Dog. (Alessandro Mercanti)
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“VKONTAKTE”, IL FACEBOOK DI RUSSIA di Raffaele Tostini
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on i suoi 120 milioni di utenti registrati, VKontakte (tradotto dal russo “in contatto”, abbreviato spesso come VK) è il social network più usato in Russia e Ucraina, e lentamente sta espandendo i suoi “confini” anche nel vecchio continente. Il motivo di tanto fascino non sta nella grafica, che per certi versi ricorda quella di Facebook, ma nella possibilità di sfruttare alcuni servizi “accessori”, come l’ascolto di musica in streaming o la visione di film. L’iscrizione al sito non richiede conoscenze di cirillico, anche se per la partecipazione a molti gruppi c’è la necessità di un browser con traduttore integrato, come per esempio Chrome. Una volta iscritti, potrete postare foto, pensieri, link e… compilare la vostra playlist musicale! Proprio così: avete un player multimediale con il quale potete fare l’upload dei vostri brani preferiti, selezionati direttamente dalla vasta libreria di Vkontakte (con, forse, qualche dubbio in merito ai diritti di copyright, visto che, cercando nei gruppi, si possono trovare anche film in lingua italiana). Volendo cercare un difetto, dobbiamo far presente che occorre registrare un numero di telefono sul quale far pervenire il codice all’atto di iscrizione. In Italia VK sta avendo un discreto successo, sia perché le ragazze e i ragazzi russi lo preferiscono ai Social più conosciuti, sia perché sembra essere l’ultima frontiera per il maschio latino: alcuni gruppi si sono specializzati nel mettere in contatto persone di diversi paesi, e, a giudicare dagli iscritti, pare che abbiano (o abbiamo) riscosso un buon apprezzamento.
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nternational
I 10 UOMINI PIÙ RICERCATI AL MONDO (DALL’FBI)
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di Valerio D'Angelo
ra ricercato dal FBI per il bombardamento dell’ambasciata americana in Tanzania del 7 agosto 1998 che provocò la morte di più di 200 persone, e sospettato di vari altri attentati terroristici. I capi d’accusa erano omicidio e cospirazione e la sua cattura sarebbe stata lautamente ricompensata (25 milioni di dollari). Ma quelli in cui Osama Bin Laden era in testa alla lista dei più ricercati dal FBI erano altri tempi. Dopo la sua morte, avvenuta in seguito ad uno scontro a fuoco nel Maggio 2011 in Pakistan, il Boureau impiegò ben undici mesi per trovargli un degno sostituto, tanto più che lo “storico” numero due, James J. Bulger, detto “Whitey”, fu catturato appena un mese e mezzo dopo, all’età di 81 anni, e dopo ben 17 di latitanza per avere commesso, tra gli altri reati, ben 19 omicidi. Il profilo di Bulger è quello di un personaggio enigmatico e contraddittorio: di temperamento violento (sul sito dell’FBI si legge che era solito portare sempre un coltello con sé) e capace di guadagnarsi la fama di Robin Hood di Boston o social bandit, per via della protezione che esercitava sulla città e i suoi abitanti. Il suo indubbio fascino ha ammaliato anche Hollywood che si è ispirata a lui nello sceneggiare il personaggio di Frank Costello (interpretato da Jack Nicolson) in The Departed; Bulger ha infatti un lato intellettuale, essendo un avido lettore con un interesse nella storia tanto forte che, pare, abbia persino “approfittato” della sua latitanza per visitare vari siti storici un po’ in tutto il mondo. Tuttavia, Bin Laden e Whitey sembrano appartenere a un’altra epoca, quasi fossero gli ultimi eredi di una classe di criminali sulla strada del tramonto, sostituiti dalle “nuove leve”. Vediamo chi sono.
I fuggitivi possono essere esclusi dalla lista perché muoiono di cause naturali, vengono uccisi o catturati, o semplicemente smettono di rappresentare una minaccia. Nel corso della storia, ci sono stati sei casi di questi: attivisti della guerra in Vietnam e responsabili di atti violenti in gioventù, sono invecchiati e l’FBI ha perso interesse nell’acciuffarli.
potrebbe portarlo a contatto con bambini. Medaglia d’argento per Jason Derek Brown che, se non fosse ricercato per rapina a mano armata (che costò la vita al custode del portavalori) potrebbe tranquillamente passare per un rispettabile gentleman: parla correntemente francese, ha un master in Economia Internazionale, è un golfista, snowboarder, sciatore e ciclista, ama essere al centro dell'attenzione ed è noto per frequentare night club mostrandosi con macchine costose ed oggetti di lusso. Segue Joe Luis Sáenz, accusato di violenza e stupro: il 25 Luglio 1998 uccise due membri della banda rivale a Los Angeles e, due settimane dopo, il 5 Agosto, sequestrò, violentò e assassinò la sua fidanzata. Ha tatuato sul braccio sinistro Natalie e Cuatro, Flats su quello destro, In Memory Serelone Flew e Flats4 sulla schiena, ma potrebbe averli rimossi con il laser. Glen Stewart Godwin occupa il quarto posto da quando evase nel 1987 dalla prigione di Folsom, in California, dove stava scontando una lunga condanna per omicidio; rimprigionato nel ’91 a Guadalajara, uccise il suo compagno di cella e scappò cinque mesi dopo. Parla perfettamente spagnolo e si pensa che attualmente sia coinvolto in attività di narcotraffico tra l’America centrale e meridionale. Segue Robert William Fisher, un ex cacciatore e pescatore, che uccise la moglie e i figli piccoli, e successivamente fece esplodere la casa dove vivevano a Scottsdale, in Arizona, nell’Aprile del 2001. È un fumatore accanito. Semion Mogilevich al sesto posto, ricercato per frode informatica, coLA TOP 10 spirazione, riciclaggio di denaro sporco, falsificazione di libri, falsa identità, L’attuale numero 1 della lista è lo sconosciuto David Bussone, pseu- e varie altre accuse. Responsabile di una frode milionaria (150 milioni di donimo di Eric Justin Torth, ex insegnante in una prestigiosa scuola dollari) ai danni di migliaia di investitori di una compagnia pubblica canaelementare a Washington, accusato dese tra il 1993 ed il 1998. di pedofilia. La ricompensa per le Il narcotraficante Eduardo Raevenutali e utili informazioni che povelo occupa il settimo posto, CHI MERITA LA FAMIGERATA LISTA NERA trebbero portarne alla cattura è di “soli” preceduto da Alexis Flores, ri100.000 dollari, ben poco rispetto a L’eterogenità dei crimini sembra esserne la caratteristica principale: stu- cercato per la sua presunta parquella del suo predecessore; e pur tut- pratori, pedofili e assassini si affiancano a pirati informatici e narcotrafficanti. tecipazione al sequestro e tavia questo ragazzo appena tren- Per due motivi. Innanzitutto il processo di inserimento nella lista non è sem- all’assassinio di una bambina di tenne è in cima alla lista nera da plice: il “candidato” deve avere a carico una serie di crimini gravi e/o essere cinque anni a Philadelphia, quando, nel 2008, fece perdere le sue considerato una minaccia particolarmente pericolosa per la società. Inoltre, Pensilvania, ritrovata strangotraccie al FBI che lo stava inseguendo il Dipartimento di Investigazione può invitare gli uffici di tutto il Paese a dif- lata un mese dopo la sua in tutto il Paese. Di pedofili infatti (e pur- fondere quei casi che credono possano essere risolti con la collaborazione scomparsa in un apartamento troppo) ce ne sono tanti, ma non tutti dei cittadini: storicamente, dei 494 fuggitivi che sono stati inseriti nella lista vicino. meritano l’attenzione del FBI come dal 1950, ben 153 sono stati presi con l’aiuto del pubblico. Una seconda Ultimo della lista Víctor Manuel Torth, la cui pericolosità sta, a detta caratteristica della lista è la sua “adattabilità storica”: negli anni ’50, i parte- Gerena, responsabile di rapina dello stesso Boureau, nella sua capa- cipanti erano soprattutto rapinatori e omicidi, mentre negli anni ’60 e ’70 vi a mano armata dell’importo apcità di adattarsi a vari ambienti e classi entrarono attivisti contro la guerra del Vietnam, negli anni ’90 iniziarono a prossimativo di 7 milioni di dolsocioeconomiche grazie al suo ele- comparire terroristi internazionali e dal 2000 anche pedofili e distributori di lari sottratti a un’impresa di vato livello culturale e soprattutto alla pornografía infantile. sicurezza nel Connecticut nel sua esperienza come insegnante, che 1983.
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orld news di Silvia Tempesta
ANIMALISTI CONTRO OBAMA: MANGIAVA CANI DA BAMBINO Imbarazzo fra gli animalisti americani, forti sostenitori di Barack Obama, dopo che il Presidente ha rivelato nella sua autobiografia Dreams from my father di aver mangiato carne di cane da bambino. Nel libro, uscito qualche anno fa, Obama racconta di essere stato introdotto dal patrigno al consumo dell’animale più fedele all’uomo e ne ricorda la carne come “molto dura da masticare”. La PETA, il più radicale dei gruppi animalisti USA, ha tuttavia perdonato le vecchie abitudini alimentari del Presidente: “Un bambino ha una scusante, ma gli adulti dovrebbero riconoscere le sofferenze che gli animali subiscono nelle fattorie. Dovrebbero abbracciare piuttosto la dieta vegetariana, che fa tanto bene a loro, agli animali e all’ambiente”. Lo riferisce l’americano Daily Caller.
ARABIA SAUDITA: NO A GAY NELLE UNIVERSITÀ No a gay e tomboys (donne “maschiaccio”) nelle scuole e negli Atenei pubblici. Lo ha stabilito di recente il Governo dell’Arabia Saudita che ha affidato la vigilanza sul divieto alla “Commissione per la Promozione della Virtù e la Repressione del Vizio”, la polizia morale del Paese. Le autorità saudite, riferisce la testata araba Emirates 24/7, precisano però che i cancelli degli istituti scolastici e delle Università potrebbero riaprirsi agli interessati in caso di redenzione, cioè qualora “dessero prova di essersi ravveduti e di avere abbandonato le pratiche in questione”.
SU AMAZON.COM, IN ESCLUSIVA, JAMES BOND È Amazon.com il nuovo editore di James Bond. I romanzi di Ian Fleming sulle gesta del mitico agente segreto 007 verranno pubblicati in esclusiva, per dieci anni, dal colosso dell’e-commerce per il mercato statunitense e canadese. I libri saranno disponibili in versione cartacea e come e-book a partire da quest’estate. L’acquisto delle (pesanti) royalties ha scatenato le reazioni degli altri grandi rivenditori, fra i quali il campione statunitense nella vendita al dettaglio Barnes & Noble, decisi a sbarrare i propri scaffali al “Cavallo di Troia” della concorrenza.
USA: CRESCE LA MODA DELLA DEPILAZIONE AI TESTICOLI Che la moda della depilazione fosse approdata anche fra i maschietti, già si sapeva. Ma forse non tutti erano al corrente della crescente popolarità, tutta stelle e strisce, della ceretta all’inguine! “Gli uomini la provano, danno un’occhiata e dicono: è meglio del disordine che avevo laggiù prima”, spiega un operatore del settore, Mike Indursky. Secondo il New York Times, che riferisce del nuovo boom, i prezzi di una seduta dall’estetista variano dai 70 ai 125 dollari, mentre gli effetti durano fino a sei settimane. Ma la ceretta, soprattutto se applicata alle parti sensibili, provoca fastidio. Braun, Philips, Gillette e altre aziende del settore hanno così riproposto, allo scopo, l’arnese per la cura della persona più familiare al mondo maschile: il rasoio.
ATTRAZIONE FATALE, IN SALSA TEDESCA Come nel film “Attrazione fatale”, è finita in incubo la piacevole notte di sesso iniziata fra un artigiano 43enne e una donna, di quattro anni più grande. La coppia si era incontrata in un bar di Monaco di Baviera. Lui era finito a casa di lei. Una casa da cui non era riuscito più ad evadere, se non con l’intervento della polizia. Quando il malcapitato, sfinito, aveva infatti provato a lasciare l'appartamento, la donna si era opposta con violenza spingendolo a rifugiarsi sul terrazzo, da dove ha chiamato con il cellulare le forze dell'ordine. L’insaziabile 47enne è accusata ora di sequestro di persona con l'aggravante del sospetto di coercizione sessuale.
RAPINA CON STURALAVANDINO È finito male il tentativo di un 49enne di New York di rapire tre banche… armato di un semplice sturalavandino. L’uomo era entrato negli istituti di credito gridando oscenità ai cassieri e minacciandoli con lo strumento, per convincerli a riempire di contanti il sacchetto di plastica che aveva con sé. Non venendo preso in considerazione dai bancari, il malintenzionato si è dato alla fuga abbandonando lo sturalavandino, poi recuperato dalla polizia. Lo riferisce l’emittente WKTV di Utica, New York.
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INEMA E SPETTACOLO
“IL PRIMO UOMO”
“MALEDIMIELE”
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(REGIA DI GIANNI AMELIO)
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di Maria Flavia Vecchio
resciuto in povertà ad Algeri e privato prematuramente del padre, scomparso durante la Grande Guerra, il piccolo Jacques (Nino Jouglet) fin da subito dimostra le sue spiccate doti intellettive. Il suo maestro di scuola elementare si batte affinché Jacques continui gli studi nonostante l’autoritaria nonna sia contraria. Ma Jacques va per la sua strada, studia e, una volta diventato adulto, si trasferisce in Francia, dove diventa uno scrittore affermato. Quando, nel 1957, decide di ritornare ad Algeri per scrivere un racconto autobiografico che possa tracciargli un ritratto di quel padre scomparso così presto, Jacques Cormery (Jaques Gamblin) trova una città in preda alla disperazione e all’odio tra arabi e francesi. Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico che il Premio Nobel Albert Camus stava scrivendo quando nel 1960 morì in un incidente stradale, “Il primo uomo” diretto da Gianni Amelio è un atto d’amore: quello nei confronti di una storia comune alle storie di tanti uomini nati nella più ceca povertà che, nonostante ciò, hanno saputo dare uno scopo alla loro vita. Un film emozionante e malinconico, che non lascia Crediti Foto: Claudio Iannone indifferenti.
prossimamente… forse… in Italia
WEEKEND
(REGIA DI ANDREW HAIGH)
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n venerdì sera come tanti altri. Due giovani incrociano i loro sguardi, bevono qualcosa insieme, si scambiano convenevoli, complimenti, prima di finire a letto a casa di uno dei due. È l'inizio di una piccola storia come tante che si discosta dalle altre per una scadenza precisa: da a lì a due giorni, uno dei due partirà. Questo riempie la storia di una ineluttabilità che rende i due protagonisti più fragili e permeabili alle emozioni di tanti altri visti sullo schermo. La storia racconta un weekend di alcool, droga, sesso e confidenze che vanno a riempire il vuoto di una quotidianità infelice, di una solitudine di vita difficilmente colmabile. E di converso il ritratto di una generazione disillusa, malinconica, che vive in bilico tra rimorsi e rimpianti, di voglia di trasgressione e volontà di comprendere il proprio ruolo nel mondo. Weekend è un piccolo film inglese visto al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Focus Uk, girato in appena 17 giorni, macchina a mano, stile asciutto, vincitore del premio del pubblico al Festival Sxsw di Austen, Texas. Ma la vera particolarità del film è che i protagonisti sono due ragazzi la cui storia è una semplice storia d'amore omosessuale, lontano dai cliché e luoghi comuni che colorano questa dimensione. (Fabio Melandri)
(REGIA DI MARCO POZZI)
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aledimiele” non vuole raccontare la storia di Sara, ma affrontare il percorso psicologico di un male che si insinua nella menti di tante ragazze come Sara (Benedetta Gargari, premio miglior Benedetta Gargari in attrice al Festival del Cinema Italiano di “Maledimiele” è Sara Annecy). È l’anoressia, patologia che assieme alla bulimia causa più morti tra i giovani delle stragi del sabato sera. Si inizia non accettando il proprio corpo, comportamento comune a molte adolescenti, e si finisce con l’imporsi rigide regole, costruirsi una seconda vita a cui nessuno può fare accesso. Complice una famiglia troppo presa dal lavoro e da amicizie superficiali come solo quelle adolescenziali sanno essere, Sara inosservata evita i pasti, fa bagni ghiacciati, corre fino allo sfinimento. In uno stanzino nasconde sé stessa e il suo agghiacciante obiettivo scritto su un telone bianco: 38 Kg, il peso perfetto. Tutti si accorgeranno del suo male solo dopo uno svenimento che la coglie nel corso di una gita scolastica. Secondo lungometraggio di finzione di Marco Pozzi, “Maledimiele” presenta uno sguardo delicato, per nulla morboso, su un tema quanto mai attuale in una società in cui, come afferma il regista, “il troppo di tutto si sta trasformando in troppo di niente”. (Maria Flavia Vecchio)
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“AMERICAN PIE – ANCORA INSIEME” (REGIA DI JON HURWITZ E HAYDEN SCHLOSSBERG) HHIII
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er la gioia dei fan della saga “American Pie”, è arrivato l’attesissimo e (pare) ultimo episodio della serie nata dalla penna di Adam Herz. Il cast della trilogia originale torna di nuovo sugli schermi a circa dieci anni di distanza dall’ultimo lavoro per effettuare una vera e propria “American reunion” (il titolo originale del film): li avevamo lasciati liceali alle prese con la loro “prima volta”, ora Jim, Kevin, Oz, Finch e Stifler sono uomini, ognuno con la propria vita, il lavoro, la famiglia. Si rincontrano alla vigilia della riunione di classe intenzionati a combinarne delle belle. E così, tra liti, equivoci, immancabili scivoloni e incontri piccanti arrivano alla tanto attesa riunione pronti a lasciarsi andare al vero amore. Spassoso come sempre, l’ultimo pezzo non delude gli appassionati della “torta” americana nonostante un pizzico di sentimentalismo in più. (Maria Flavia Vecchio)
’ UARDA UN PO’ CHI c’e... AL CINEMA?
FRANCESCA INAUDI “Il Richiamo”
È
di Emanuela Brugiotti
nelle sale dall’11 maggio Il Richiamo del regista Stefano Pasetto. Il film racconta la storia di due donne italiane, Lucia e Lea, che a Buenos Aires si confrontano con le loro vite e, ribaltando ruoli e convinzioni, alla fine riescono a riannodarne i fili. Un viaggio iniziatico in cui l’amore si rivela il vero protagonista dell’esistenza di ognuno di noi. Curiosi di vedere la prima sullo schermo, ci incamminiamo al primo cinema, quando caso vuole (eeeh) che ci imbattiamo proprio in una delle protagoniste, Francesca Inaudi (Lea). Non ci facciamo scappare l’occasione, l’avviciniamo e… Ciao Francesca! Prima di entrare in sala compriamo qualcosa da stuzzicare o sei troppo emozionata per sgranocchiare qualcosa? In genere quando mi vedo al cinema è proprio la prima volta in assoluto che vedo il film, che posso valutare il mio lavoro e godermi quello degli altri nella sua interezza… Quindi più attenta o eccitata, che emozionata… e concentrata su altro che non il cibo! Eccoti finalmente sullo schermo. Che effetto ti fa? Quello che mi fa sempre, come sentire la propria voce registrata: un misto di stupore, piacere e implacabile autocritica. Il film racconta il viaggio iniziatico di due donne Lea (da te interpretata) e Lucia (Sandra Ceccarelli) che le porterà a ricostruire i fili delle loro vite. Cosa ti è piaciuto e cosa no del personaggio che interpreti? È forse uno dei personaggi che ho amato di più. È selvaggia, libera, profondamente onesta ed estremamente fragile e forte allo stesso tempo. Una donna che non ha paura di saltare nel vuoto del proprio futuro perché è totalmente
consapevole del proprio presente. Un personaggio oltre la modernità. Il regista, Stefano Pasetto, ha definito il film “una storia in cui l’amore, nel bene o nel male, è maestro di tutti”, tu invece come lo definiresti? Non potrei essere più d'accordo. È un film sull'amore. Per sé, per l'altro, per la vita, per la natura delle cose. Un film sul coraggio di specchiarsi nell'altro e attraverso quel coraggio visitare il fondo dei propri abissi, per poter tornare a galla. Cosa ti ha conquistato di questa sceneggiatura autorale? Al di là della bellezza del personaggio, la possibilità di poter lavorare in Argentina, tra Buenos Aires e la Patagonia. Luoghi incredibili, il cui "richiamo" potentissimo può cambiarti la vita. Pausa! Vado al bar, l’emozione sarà passata… Ti porto qualcosa? L'emozione non passa finché il film non è finito... ma se proprio insisti… Un gelato può andare. (ride) Prendo spunto dal titolo del film, Il Richiamo. Quale messaggio pensi possa restare al pubblico che vedrà il film? Un senso di profonda leggerezza, di speranza. Che tutte le ferite guariscono attraverso l'amore. I punti di forza della tua interpretazione che ti auguri possano conquistare la critica? Non sono buon giudice di me stessa e il premio più importante rimane sempre l'affetto del pubblico. Film concluso. Coming soon. Andiamo al cinema, ora che il tuo l’abbiamo visto, che ci vediamo? Hunger games. Sono molto curiosa... Per finire, un bel saluto ai lettori di What’s Up! Il film uscirà in sala in pochissime copie, il rischio che sparisca dopo qualche giorno è concreto, perciò è importantissimo andarlo a vedere nel primo week end. Lettori di What’s Up, sostenetelo! Un abbraccio speciale. (ride di gusto)
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INTERVISTA
EVA POLES
Il nuovo progetto musicale della “acida” dei Prozac+, in stile - per ora - “Wonder Woman”. di Elena Del Duca
tematiche. Il successo è sempre il frutto di una sorta di magia: iscoteca fine anni novanta: tutti il tempo, il culo che hai in quel in pista sulle note di “Acida”, tormomento… Ormai “acida” non mentone della musica rock – ci appartiene quasi più, anche elettronica targato 1998. Lei, Eva Poles, se è vero: è stato un po’ un macantante dei Prozac+, dopo lunghi penifesto dei ragazzi degli anni noriodi di studi e collaborazioni anche con vanta. altri artisti, calca di nuovo il palcoscenico Eva sei nella giuria di alcuni con un lavoro discografico da solista. concorsi musicali. Cosa senti DuraMadre (distribuito da Halidon e in giro? C’è una carenza di prodotto da Max Zanotti, ex Deasonika), originalità? uscito il 30 aprile scorso, è composto da Oggi è più difficile trovare nuovi dieci inediti: testi introspettivi e ricercate emergenti perché hanno meno opportunità per farsi conoscere e perché c’è sonorità che definire ecclettiche non un appiattimento culturale generale, quindi anche musicale. Non è facile trobasta. La voce di Eva si sposa naturalvare influenze, spunti. mente con suoni dark avvolgenti o post-new wave, persino con mood rocCioè? kabilly fino agli acustici emozionali intensi. Ma è la stessa artista che cantava: In un mare magnumcome quello che c’è oggi, anche grazie alla tecnologia, “Mi sento scossa, agitata, un po’ nervosa, acida… come un acido”? Ma si fa grande confusione. Credo che questo impoverisca anche la fantasia nooo! Godetevi la metamorfosi… dei ragazzi: hanno meno opportunità di suonare in giro e di ascoltare festival fighi. Ciao Eva! DuraMadre è il tuo primo album da solista. Cosa hai conA proposito di nuove tecnologie. Cosa pensi dell’uso che rockers, servato delle tematiche cantate con i Prozac+ (droga, disagio socome Vasco Rossi, fanno dei social network? ciale)? Oddio, non posso parlare per gli altri. Apprezzo la rete in generale, poi per Penso che forse il tratto comune possa essere la riflessione su momenti quando riguarda i social network mi piaceva molto più Myspace, era molto di disagio. L’autore dei brani dei Prozac+ è Gian Maria (Accusani, ndr), io più valido per un musicista perché dava la possibilità di inserire maggiori invece ho scritto solo un paio di canzoni del primo disco. Ma entrambi contenuti. Se usati bene, come tutte le cose del resto, penso che siano una siamo curiosi di approfondire l’aspetto introspettivo della persona umana. grande opportunità a costo zero, per fare promozione e per informare i fans. Sonorità: i brani sembrano ognuno un microcosmo diverso… Tutto dipende dalla capacità e dall’intelligenza del fruitore. Bella queste definizione, mi piace! (ride, ndr) Parteciperai ad altre iniziative del progetto Rezophonic? Parola d’ordine: sperimentare? Certamente! Di recente abbiamo suonato insieme all’Earth Day a Napoli… Più che sperimentare è divertirsi e sperimentare. Le sonorità provengono mi sono rivista in televisione è mi sembravo Wonder Woman (tuta nera atdal mio background, anche il fatto che ci sia più malinconia, o addirittura tillatissima e stivali rossi, ndr). Ho pensato: ma come mi sono vestita! (risate melanconia, rappresenta quello che sono. generali, ndr) Ti identificano come la voce dei Prozac+. Qual è l’attuale identità arBe’, sono lontani i tempi di t-shirt, jeans e cappellino… tistica di Eva Poles? Ho cambiato mise! Prima di tutto sono passati molti anni, si cresce, cambiano Una parte di me sarà sempre Eva dei Prozac+. Ne sono fiera, noi non ci i gusti, cambia la moda e cambi tu. siamo sciolti e prima o poi faremo un altro disco. Però io sono io, ho una mia Quando ti vedremo dal vivo in versione Wonder Woman o meno? personalità, i miei gusti, le mie esperienze. Sono stata completamente imSto facendo le prove e sono una bomba! Merito dei musicisti con cui suono. mersa nella dimensione della musica, Sono molto fiera di loro, dico sempre mi sono iscritta al Conservatorio, oltre che sono io la più scarsa! Ci esibia suonare con i Rezophonic. Sento remo a giugno, avevo già delle date di essere cresciuta tantissimo e credo ad aprile ma ho preferito fare bene che questo si rifletta nel mio disco. la promozione, ci tengo veramente A distanza di quattordici anni, a questo lavoro discografico e lo vocome ti spieghi il successo del glio perfetto. brano “Acida”? Potrebbe essere Ok, anche per un’intervista perancora oggi un “manifesto” musifetta ci vuole la dedica finale ai letcale? tori di What’s Up! Sai, certi brani nascono nel momento Oh, cavoli! Invito tutti ad ascoltare il giusto. Probabilmente oggi quel mio nuovo disco e spero che i lettori brano non avrebbe avuto lo stesso possano trovare un po’ di se stessi successo, sono cambiati i suoni e le Foto di Maurizio Camagna nelle parole delle mie canzoni.
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what’sound di Massimo Canorro
Caos Black Sabbath. Pur avendo annunciato il tour estivo, la storica hard rock band inglese non sembra aver le idee chiare su come e dove si esibirà. Convinta di realizzare i suoi propositi è Katy Perry, protagonista di un film in 3D. E mentre Justin Timberlake e Jessica Biel convolano a nozze, i gemelli Bill e Tom Kaulitz dei Tokio Hotel ricevono uno strano messaggio dal papà camionista. Non c’è pace per i Black Sabbath. Prima la (quasi competa) cancellazione del tour estivo, adesso la notizia che Ozzy Osbourne e compagni suoneranno al festival statunitense Lollapalooza, che si terrà dal 3 al 5 agosto a Chicago. Sul palco star del calibro di Red Hot Chili Peppers, Jack White e Black Keys. Dei Black Sabbath non dovrebbe far parte il chitarrista Tony Iommi, che sta lottando contro una grave malattia. Auguri a lui, tirata d’orecchie al resto della band. Stato confusionale che non riguarda Lily
Allen, sicura nel voler rimandare il suo rientro nel mondo della musica. La giovane cantante inglese, che si è allontanata dai riflettori alcuni mesi fa, ancor prima della nascita della figlia Ethel, vorrebbe “riempire la casa di bambini”. Parole di una fonte vicina alla pop star, che ha aggiunto: “Lily non ha alcuna intenzione di separarsi da Ethel, giammai per affidarla una baby-sitter”. Cuore di mamma. Pausa maternità anche per Katy Perry? Difficile, considerando che l’ex moglie di Russel Brand, oltre a pubblicare una riedizione ampliata del suo ultimo album, “Teenage dream”, ha annunciato per l’estate una pellicola in 3D incentrata sulla sua attività live. E in merito alle prossime uscite discografiche, Katy ha dichiarato: “Non voglio tirarmi la sfortuna addosso perché ancora non sono entrata in studio. Però ho un’idea per i prossimi due dischi”. Idee chiare anche per una delle coppie più glamour di Hollywood: Justin Timberlake e Jessica Biel, pronti a compiere il fatidico passo. La coppia, infatti, vorrebbe sposarsi quanto prima. E dove, se non a Parigi? Già avvistati nella capitale francese, i due piccioncini sono poi volati a Roma causa impegni di lavoro. Quindi tappa a Napoli, per gustare, incro-
EMERGENTI A 360° ANNA CLYNE
COMPOSITRICE di Roberta Isceri
“Un’artista che scrive con il cuore, sfida le categorie e va oltre confini e frontiere”. Sono le parole con cui il Maestro per eccellenza, Riccardo Muti, ha descritto Anna Clyne, giovane compositrice inglese di musica acustica ed elettroacustica. Ed è proprio lui che l'ha nominata Compositrice Permanente della Chicago Symphony Orchestra, nonostante i suoi soli 32 anni. “Desideravo diventare una compositrice già da bambina - ci racconta in una intervista -, e oggi faccio ciò che amo: compongo e collaboro con altri artisti (in particolare artisti visivi, registi e coreografi, ndr). Anzi, sono orgogliosa di annunciare che a Maggio lo Huston Ballet darà la prima di un nuovo balletto, “See(k)”, del coreografo Nicolò Fonte, per cui ho composto una colonna sonora di quasi 25 minuti”. Un impegno, quello che le è stato affidato, ambizioso e autorevole, ma che non sembra spaventarla affatto, tutt’altro. “Essere stata nominata dal Maestro, e lavorare con le eccellenze musicali della Chicago Symphony, è il sogno di qualunque compositore! Una delle gioie più grandi è aver stretto delle buone amicizie con molti musicisti. Questo mi ha dato l’ispirazione per comporre “Night Ferry”, la cui prima è stata guidata dalla bacchetta di Riccardo Muti, all’inizio di quest’anno”. Come se non bastasse, Anna insegna a studenti di tutte le età e provenienze, per cui organizza lezioni e workshop. Un progetto che guarda anche al sociale grazie al coinvolgimento di giovani detenuti: “Offrire loro un ambiente creativo e sicuro dove possono comporre liberamente ed esplorare il mondo della musica - ci racconta - è estremamente gratificante per loro e per noi insegnanti. Le capacità che emergono scrivendo ed eseguendo la musica possono essere trasferite ad altri aspetti della loro vita”. Anna è un’amante di Bach, e ci confida di essere entusiasta dai progressi tecnologici che permettono di abbattere i confini tra un genere e l’altro, ci presenta con un pizzico di orgoglio il cd di debutto, “Blue Moth”, e svela il suo segreto per emergere oggi: “L’industria musicale fa ancora molto affidamento sul passaparola, e questo mi ha aiutato a far arrivare lontano la mia musica. Il mio consiglio? Se amate ciò che fate, inseguitelo, anche quando sembra un sogno impossibile”. AnnaClyne, foto di ToddRosenberg
ciando in un bacio la filante mozzarella, una succulenta pizza. Dura la vita da star, non c’è dubbio. Certamente, l’augurio che non facciamo alla coppia è quello di prendere la strada del divorzio, come potrebbe accadere a Will Smith e a sua moglie Jada Pinkett, sposati dal 1997. È quanto riporta la stampa americana, subito però smentita dalla stessa Jada. “Ogni anno una coppia di celebrità è messa sotto il microscopio. Stavolta è toccato a noi, è semplicemente ridicolo”. Chissà che cosa ne pensa Jörg Kaulitz, professione camionista ma soprattutto padre dei gemelli Bill e Tom dei Tokio Hotel. L’uomo si è detto preoccupato per la salute dei suoi figli, con i quali ha scarso rapporto e che dall’età di sette anni non vivono più con lui. Oggi Jörg teme che successo e denaro possano allontanare i ragazzi definitivamente dalla famiglia. Premura paterna che cela interessi affatto virtuosi? Ai posteri la (poco) ardua sentenza.
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OCCHIALI DA SOLE / ESTATE 2012 UN MIX DI ISPIRAZIONI, FORME E COLORI di Ilaria Crestini
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Sisley - Foto S. Manzo
untuale ogni estate, accessorio principe della bella stagione, l'occhiale da sole torna a far parlare di sé. Discreto, stravagante, colorato, unisex, macro o vintage, fate largo al vostro gusto ed alla voglia di osare. Ormai è una consuetudine: per essere sicuri di non perdere nessuna delle nuove tendenze in fatto di occhiali, è il Mido, la Mostra Internazionale di Ottica, Optometria e Oftalmologia, giunta ormai alle sua 42sima edizione, la vetrina migliore. Svoltosi dall'11 al 13 marzo con i brand mondiali leader del settore e più di mille espositori, ha visto scienza e moda venirsi incontro.
COLORE, DOMINA IL FLUO
Come per abiti ed accessori, anche per gli occhiali la parola chiave è: colore. Divertenti ed in linea con lo spirito che anima la stagione, dominano i modelli proposti in tonalità fluo. Giallo acido, verde, viola elettrico, bluette, fucsia e arancio la fanno da padroni. Non spaventatevi se vi appariranno troppo audaci, il segreto sta nell'indossarli già dotate di quel velo di abbronzatura che rende ogni eccesso possibile, proprio perché capace di valorizzarlo. Se non siete tra coloro che amano questo mood ma, anzi, volete proteggervi dall'abbagliare della sua presenza, difendetevi indossando l'altra tendenza: quella delle John Richmond montature proposte nei colori tenui e dal by Allison sapore retrò come caramello, miele, cipria, avorio e bianco. Anch'essi a loro modo capaci di farsi notare,
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cci Fioru
faranno la gioia di tutte coloro che puntano su look minimal chic. L'invasione del colore non si ferma però alle montature ma con questa anche le lenti: insieme al classico nero e marrone, vengono proposte in tinte vivaci. Sfumate o piene, non sono certamente lo strumento migliore per proteggersi dalla luce ma di sicuro quello per attirare l'attenzione. Sceglieteli solo se è questo il vostro scopo.
Lo stile aviator, protagonista delle scorse stagioni, resta dominante nei modelli maschili e, laddove persiste nei moMoschino by Allison delli da donna, la novità lo vuole proposto con montature più spesse e colorate, non più quindi esclusivamente in metallo dorato.
LE DECORAZIONI
Passati in rassegna colori, forme e dimensioni, non si può United Colors of Benetton by Allison non parlare delle decorazioni Protagoniste assolute sono le montature importanti e Iceberg by Allison perché, se è vero che a vincere vistose in stile diva. Amate è il colore pieno, non mancano da sempre perché capaci di conferire le fantasie: una su tutte il tartarugato. un'aria misteriosa e sensuale, hanno Senza tempo, unisex ed ideale per fatto la fortuna di attrici e cantanti e non man- look sportivi ma classici, questo effetto resta un cheranno di fare anche la vostra. must quando si parla di montature in acetato. Questa però non è l'unica macro ten- Intravisto lo scorso anno e riproposto per le ragazze dallo stile più Gianfranco Ferrè by Allison denza che arriva dal paslezioso è l'effetto pizzo offerto sato. Tornano gli anni '50 con le loro montature ampie in trasparenza sulle monta- Missoni by Allison in acetato, i '40 con le caratteristiche forme allungate ture. Ever green per un effetto cat eye sensuale ed ammiccante, proporesta poi la stampa aniste però anche in versione esasperata e malier che le amanti potranno dall'impronta futuristica, i '60 trovare in ogni tipo di variante. con le loro lenti tonde in stile John Lennon, ma in di- Vanni for Icons Da quella che lo vede nei colori mensioni non più soltanto micro, of Italy Torino classici a quelle in cui è stata rivisitata in tinte shock. ed i '70, caratterizzati da monta- sole tondo Altro vezzo sono le stanghette arricchite da cristalli e quelle ture squadrate, a volte esagerate, La Martina Cuero offerte in colori quali il beige trasparente, dalle forme barocche e ricciolute che, proposte in colori acidi e fluo, by Allison l'arancio ed il marrone chiaro. mixano passato e futuro creando effetti particolarissimi.
LE FORME, STILE DIVA
rt&the city
TALIBANKSY E SHAMSIA HASSANI. LA SPERANZA SUI MURI DI KABUL
di Gabriella Poggioli
U
na bambina che urla in mezzo a una manciata di corpi senza vita: ecco la fotografia che si è aggiudicata il Il gruppo Talibanksy all'opera tra i bam- prestigioso premio Pulitzer bini di Kabul di quest'anno nella categoria Photography Breaking News. Autore dello scatto è Massoud Hossaini, trentenne afgano arruolato dall'agenzia France Presse per coprire la processione sciita del 6 dicembre scorso, durante la quale un kamikaze si è fatto esplodere tra centinaia di persone. “Al lato della strada ho visto molti bambini colpiti che non si muovevano”, ha raccontato il fotografo. “E poi c’era questa ragazzina di dodici anni, Tarana, tutta insanguinata, che non sapeva cosa fare: poteva soltanto gridare nella strada vuota”. Come Tarana, finora gli afgani hanno avuto un unico modo per dire no agli orrori della guerra: scendere per le strade e gridare la loro rabbia contro le truppe d'occupazione. Ma almeno a Kabul la protesta sta assumendo un forma nuova: è diventata comunicazione e arte. Come per un contagio positivo, sui muri della capitale sono comparsi stencil elaborati: soldati, papaveri da oppio, simboli del dollaro, sagome di guerriglieri talebani, blindati ed elicotteri stilizzati. E una scritta che ossessivamente ritorna: Cost of War. Gli autori si firmano Talibanksy, un riferimento fin troppo esplicito a Banksy, il provocatorio street artist inglese che agisce in completo anonimato. Anche i giovani afgani non rivelano la propria identità, preferendo riconoscersi nella crew internazionale Combat Communication. Nell'unico messaggio diffuso, si sono presentati come “un gruppo di artisti fondato al solo scopo di promuovere la libera espressione” e intenzionato a dare “uno sfogo all'espressione artistica della gioventù afgana” per mezzo di una “grafica sociale e politica”. Niente e nessuno li intimidisce: lavorano tanto sui ruderi quanto sui muri di cinta delle pacchiane ville fortificate dei signori della droga, massima espressione dell'avvilente narcotecture
pochi: “Se si allestisce una mostra, la maggior parte delle persone semplici non verrà nemmeno a saperlo. Per strada, invece, tutti Kabul, 19 dicembre 2010 - Shamsia Hassani firma una sua opera: un possono vedere i graffiti, si gruppo di donne in burqa sorge dalle possono fare in tutta la città acque come simbolo di pulizia, di innocenza e di speranza nella rinascita e non ci sarà più nessuno (foto: Omar Sobhani/Reuters) che possa ignorarne l’esistenza”. I maggiori ostacoli sono quelli che la obbligano a creare le sue opere Cost of War, composizione di stencil del gruppo Talibanksy su un in una città in perenne stato di emergenza e sorvegliata dalle forze di muro di Kabul sicurezza. E il fatto di essere una donna, naturalmente, la espone a afgana, e sulle barriere di cemento anti kamikaze. Nemmeno l'ospedale di pregiudizi e a pericoli ulteriori. Shamsia ha scelto di lavorare nei cantieri Emergency è rimasto immune dagli stencil dei Talibanksy. chiusi e in edifici abbandonati. Oppure crea graffiti virtuali, fotografando Ma all'interno delle rovine del centro culturale di Kabul è comparso un graffito angoli della città per disegnare poi a mano sull’immagine stampata: diverso, una donna in burqa ai piedi di una scala per il nulla, accanto al verso “Quando alla fine digitalizzo il mio lavoro, il risultato dà la sensazione di una poesia: “L'acqua di un fiume può tornare dopo una secca, ma cosa di un graffito reale, anche se non lo è”. Le donne delle sue opere indire del pesce che è morto?”. A incorniciare l’opera ci sono i buchi di proiettile dossano il burqa, ma sono reinterpretate in stile moderno, con silholasciati sul muro dagli scontri che si sono succeduti nella zona. L'autrice si uette realistiche, fianchi e spalle forti e chiama Shamsia Hassani, viene da Kandahar, marcate. Ricorrente è anche il tema dei ha 24 anni ed è probabilmente la prima vera street pesci, creature silenziose intrappolate in un artist del suo Paese. “Quando ho sentito questa universo liquido, proprio come le donne e gli poesia, ho pensato all'attuale situazione dell'Afuomini dell'Afghanistan: “Se solo il 20% dei ghanistan. Molte persone sono morte durante la miei studenti fosse interessato e se ogni guerra. Ora le cose sono migliorate, ma non ci reanno apparissero una ventina di graffiti sui stituiranno chi non c'è più”. Già professore assomuri di Kabul, in due o tre anni avremmo ciato di scultura all'Università di Kabul, Shamsia riempito la città di opere d’arte. L'arte può disegna, dipinge a olio ed è tra i fondatori del colportare un cambiamento, ne sono certa. Se lettivo d'arte contemporanea Roshd, cioè “Crele persone vedessero un'opera d'arte, nella scita”. Nelle sue parole, bombolette e stencil loro mente si produrrebbe finalmente una hanno un impatto maggiore rispetto all'arte tra- Kabul, 5 marzo 2012 - Un graffito di Shamsia scossa, un sentimento destinato a crescere dizionale, perché non sono un lusso riservato a Hassani e Qasem Foushanji (foto: Mohammad e a svilupparsi”. Ismail/Reuters)