82 whats up luglio agosto 2012

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SOLO T! EN C 0 2

Anno X, n° 82 LUGLIO-AGOSTO 2012 - 0,20 euro

www.uozzap.com il

mensile Per i giovani scritto dai giovani

Cristina

Ezio

STAGE RETRIBUITI? /

NEMMENO IN GERMANIA

IN VACANZA OCCHIO ALLE CATTIVE MANIERE / QUALI COSTITUISCONO REATO

Max

LE ULTIME LINGUE NEL MONDO / ECCO QUELLE CHE SCOMPARIRANNO A BREVE

GLI SMS CHE SNERVANO / QUANDO NON LEGGERLI Formazione e Lavoro

QuaNTO (E a ChI) è uTILE LINkEdIN Sportivamente parlando

gLI SpOrT ESTIvI, IN mONTagNa

Facciamolo strano, il lavoro

Emergenti

TIZIaNO mONTINI, ChImICO

mESTIErE dOgSITTEr Art & The City

I pEggIOrI arTISTI, IN NOmE dEL kITCh

Moda

ESTaTE 2012. a COSa NON rINuNCIarE


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ttualita’

IN VACANZA? OCCHIO ALLE CATTIVE MANIERE, A PROVA DI REATO

Vietato palpeggiarsi, dare ad una donna della Lewinsky e “frocio” a un uomo. Curiose invece le posizioni della Corte di Cassazione sulla vendita e l’acquisto di prodotti contraffatti, e non solo. di Mario Relandini

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he non venga mai a nessuno l’impulso di strizzarsi o di palpeggiarsi i genitali nella pubblica via. La Corte di cassazione è stata inflessibile, nei confronti di un giovane che l’aveva fatto, in quanto ha ritenuto che l’atto, oltre che a denotare una “evidente mancanza di educazione e di costumatezza”, vada sicuramente considerato come un “insulto alla pubblica decenza”. E non fa niente, se per caso venga compiuto quando un gatto nero attraversi la strada e neppure se durante una pubblica apparizione, come è stato fotografato, sia stato addirittura compiuto dall’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma che non venga mai a nessuno, neppure, l’impulso di assestare una “pacca”, ancorché fugace, al “lato b” di una ragazza. La “pacca” è sempre una “pacca” – hanno redarguito e condannato i supremi giudici un trentenne di Bolzano – e dunque, anche se “lampo”, va ritenuta come una violenza sessuale. Oltre che con le mani, poi, attenzione anche con la lingua. Secondo la Cassazione, ad esempio, mai dire “frocio”, come aveva fatto un commerciante abruzzese con un suo amico: è reato perché con quel termine si esplicita un “chiaro intento di derisione e di scherno espresso in modo graffiante”. Mai dire nemmeno, come aveva fatto un avvocato di Foggia in una sua memoria difensiva, “quella donna ha delle farneticazioni uterine frutto di una natura lewinskyana”: è reato perché, “essendo il cognome Lewinsky diventato un epiteto con valore di offesa”, dare della Lewinsky va ritenuta una vera e propria “diffamazione”. Mai dire tanto meno, come aveva fatto un giovane ad uno sconosciuto per la strada, “ma che cazzo vuoi?”: è reato perché la frase, già di per sé triviale, “è sinonimo di disprezzo dell’uomo e della sua dignità”. Ma – potrebbe essere la domanda – i supremi giudici condannano

sempre? Assolutamente no. Hanno ad esempio assolto da ogni reato penale, ribaltando la sentenza di secondo grado, un “regista a luci rosse” che, ogni volta aveva un rapporto sessuale con la sua compagna, lo faceva riprendere da una telecamerina: lo hanno assolto perché, una volta rotto il legame con la “partner” inconsapevole, non solo le aveva confessato tutto e le aveva consegnato tutti i filmini, ma soprattutto perché quei filmini aveva ripreso nell’“intimità della propria abitazione e non li aveva mai mostrati a terze persone”. Hanno assolto da ogni reato penale un motociclista siciliano che, nei precedenti gradi di giudizio, era stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale non essendosi fermato all’alt di una pattuglia: lo hanno assolto perché un comportamento del genere va considerato soltanto come una violazione del Codice della strada e, quindi, passibile soltanto di una sanzione amministrativa. Hanno assolto da ogni reato penale un condomino che i vicini avevano citato nei vari giudizi per i suoi rumori oltremodo molesti: lo hanno assolto perché quei rumori, pur molesti, erano risultati non oltrepassare le mura condominiali e, quindi, non udibili anche all’esterno dello stabile e per questo non costituenti “disturbo per un determinato numero di persone”. Ai vicini infastiditi, comunque, la possibilità di un’azione in sede civile. Nessun reato penale, anche, per chi venga sorpreso a vendere o ad acquistare prodotti contraffatti. Sia un negoziante sia un “vu’ cumpra’”, infatti, quando mettono in commercio prodotti contraffatti in modo così evidente e facilmente riconoscibile da chiunque anche con una valutazione del tutto superficiale, non tali insomma da trarre in inganno gli acquirenti anche per i loro prezzi incongrui, “non possono e non devono essere imputati di delitto contro la fede pubblica”. E va penalmente assolto anche chi acquisti prodotti con marchi contraffatti perché il caso specifico non è previsto dal Codice penale e non può logicamente e giuridicamente, d’altra parte, “essere riportato né ad una responsabilità a titolo di ricettazione né ad una responsabilità per acquisto di cose di sospetta provenienza”. Da assolvere pure – sempre secondo la Cassazione – un “rasta” che venga sorpreso con qualche dose di marijuana. Perché – questa la motivazione – “secondo notizie relative alle caratteristiche comportamentali degli adepti di tale religione, la marijuana non è utilizzata solo come medicinale, ma anche come erba meditativa”. Suprema Corte, dunque, comprensibile e comprensiva, ma sarebbe perlomeno inquietante se, dopo questa sentenza, crescesse a dismisura il numero dei meditativi adepti “rasta”.

ormazione&lavoro

STAGE RETRIBUITI? NEMMENO IN GERMANIA. LA PIAGA DELLO SFRUTTAMENTO GIOVANILE di Giada Porchera

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i stage, in Italia, ce n’è per tutti i gusti. Anche perché la regolamentazione in materia è affidata alle Regioni, nonostante il governo abbia cercato con la circolare 24 del 2011 di fornire qualche linea guida sui livelli di tutela dei tirocini formativi e di orientamento (e solo di quelli). Ma nel resto d’Europa, come vanno le cose? Gli stagisti se la passano meglio che da noi? Difficile dirlo, fino a poco fa. Per la prima volta la Commissione Europea ha cercato di fare un po’ di ordine ed ha promosso un’indagine a livello comunitario per capire davvero come cambia lo stage da paese a paese. Il risultato è un rapporto di oltre 800 pagine, lo Study on a comprehensive overview on traineeship arrangements in Member States, frutto del lavoro di tre centri di ricerca: il britannico Ies (Institute for Employment Studies), il tedesco Bibb e il nostro Irs (Istituto per la Ricerca Sociale). A ognuno dei 27 stati membri dell’Unione Europea, e alla sua legislazione in fatto di stage, è dedicata una sezione dello studio: apprendiamo ad esempio che neanche in Germania, dove la disoccupazione giovanile è tra le più basse, c’è una retribuzione minima per gli stagisti; tuttavia la legge stabilisce che i tirocini devono essere remunerati in maniera “appropriata”.

COSA È UNO STAGE? Il rapporto evidenzia in generale che in Europa manca persino l’accordo su cosa si debba intendere per stage. Solo tre caratteristiche generiche sembrano valicare i confini nazionali per identificare tutti i tirocinanti, che vivano in Danimarca o in Romania: lo scopo formativo dell’esperienza, il suo carattere temporaneo e il fatto di imparare sul campo. Ma, puntualizza lo studio, la presenza di un quadro normativo condiviso, nazionale e sovranazionale, non è di per sé una garanzia per gli stagisti. Servono innanzitutto un’applicazione rigorosa delle regole. Quel che è certo, e già lo sospettavamo, è che il numero degli stage si è moltiplicato un po’ dappertutto negli ultimi anni, complici la disoccupazione e la precarietà. Segue a pagina 4 FOLLONICA Pinacoteca Civica 21 giugno - 29 luglio TUTTI I GIORNI: 17.30 - 20.00 / 21.00 - 23.30 (Chiuso il lunedì)

ORBETELLO Museo Archeologico “Polveriera Guzman” 5 agosto - 2 se embre TUTTI I GIORNI: 18.00 – 22.00 (Chiuso il lunedì)

MONTE ARGENTARIO PORTO SANTO STEFANO Fortezza Spagnola 6 agosto - 2 se embre TUTTI I GIORNI: 18.30 – 23.30 (Sempre aperto)

ARCIDOSSO Castello Aldobrandesco 6 se embre - 4 novembre da MARTEDÌ a VENERDÌ: 16.00 – 19.00 SABATO e DOMENICA: 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 (Chiuso il lunedì)

Tutti gli eventi su:

A cura di

MAURIZIO VANNI

www.museidimaremma.it Sponsor

Comune di Follonica

Comune di Orbetello

Comune di Monte Argentario

Organizzazione

CASTEL DEL PIANO Palazzo Nerucci 6 se embre - 4 novembre da MARTEDÌ a VENERDÌ: 16.00 – 19.00 SABATO e DOMENICA: 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 (Chiuso il lunedì)

CASTELL’AZZARA Villa Sforzesca 7 se embre - 4 novembre da MARTEDÌ a VENERDÌ: 16.00 – 19.30 SABATO e DOMENICA: 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.30 (Chiuso il lunedì)


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l PERSONAGGIO

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A SUON DI RAP…

MAX PEZZALI

“Il terremoto in Emilia? Quando sarò in tournée cercherò sicuramente di fare la mia parte”.

di Elena Del Duca

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er la musica si ha un altro concetto di età. Una canzone bella non è mai vecchia. Se i suoni possono essere più o meno “moderni”, in relazione all’evoluzione delle tecnologie, i testi no, restano, come pure certe tematiche. Lo sa bene Max Pezzali che apre l’estate targata 2012 ai vertici delle classifiche con la riedizione del suo primo album “Hanno ucciso l’uomo ragno 2012” (prodotto da Claudio Cecchetto e Pierpaolo Peroni per Atlantic/Warner Music) e lo fa con il remix a suon di rap dei nove brani di successo che hanno siglato l’entrata degli 883 nella scena musicale italiana. J-Ax, Entics, Ensi, Two Fingerz, Emis Killa, Dargen D’Amico, Club Dogo, Fedez e Baby K: i rapper italiani più seguiti del momento hanno partecipato al progetto reinterpretando insieme a Max le canzoni che hanno segnato la loro adolescenza: sì, proprio così, anche loro ascoltavano “Hanno ucciso l’uomo ragno”! Ciao Max. “Passano gli anni ma le tematiche rimangono quelle….” (cit. “Sei uno sfigato”). I rapper hanno attualizzato i pezzi di vent’anni fa. Com’è andata? È stato molto divertente perché mi ha fatto comprendere che quel disco era incredibilmente avanti. Riascoltato oggi, sembra quasi realizzato l’altro ieri. Pur con alcune ingenuità di produzione o con suoni che non sono più moderni, è un pugno nello stomaco pazzesco. Allo stesso tempo, ho capito che certe tematiche non sono cambiate più di tanto. I rapper di oggi hanno una maggiore consapevolezza di sé e raccontano ai ragazzi il presente con le loro parole e il loro linguaggio, che è quello che abbiamo fatto noi vent’anni fa. Sicuramente il parallelo è questo. Alcuni di loro hanno confidato di essere partiti da te, dalla tua musica, avevano il tuo album… Credo che sia un po’ la chiave di volta di tutto. Penso che noi (lui e Mauro Repetto che nel 1992 formavano gli 883, ndr), con la nostra incoscienza e la totale mancanza di filtri, but-

tando nel disco quello che ci veniva in mente, forse abbiamo sfondato una porta che ha permesso a tanti di affermare: “Se loro l’hanno fatto, possiamo farlo anche noi”. Questo è il grande lascito di questo disco, avere aperto la strada a tanti. Invece J- Ax, tuo coetaneo, ha dichiarato che voi siete entrati nel mondo della musica “dalla finestra e non dalla porta principale”! (Ride, ndr) Sì, noi eravamo gli outsiders della situazione perché non sembravamo quelli che potevano sopravvivere più di una stagione. Alla fine tra fenomeni del momento e meteore, sia io sia lui, siamo ancora qua e ci stiamo ancora divertendo a fare questo mestiere. Che cosa risponderesti a chi ti dice che è un’operazione “nostalgia”? Non è nostalgia, sarebbe tale se fosse la bieca riproduzione di ciò che è stato già fatto. È soprattutto un modo per guardarsi allo specchio. È come se io parlassi con la figlia di mia moglie che ha quindici anni e che ha questi rapper come idoli musicali e che, pur conoscendo alcune canzoni, è molto lontana dal mondo degli 883. Rifare quest’album con gli artisti che lei ascolta, in qualche modo ci avvicina. Credo che questo disco unisca i punti di vista di due generazioni molto diverse. Tu e J- Ax cantate: “Sempre noi… senza aver spento i nostri sogni mai… e che credono ancora a un futuro a colori”. Com’è possibile immaginare un domani a colori di questi tempi? Ripensando alla situazione in cui è nato quell’album, io ricordo perfettamente ogni attimo. Mentre eravamo in studio, c’era Tangentopoli in piena esplosione, c’era un mondo vecchio che veniva buttato via, la Seconda Repubblica stava arrivando e pensavamo che sarebbe giunto qualcosa di decisamente migliore (si entusiasma, ndr).Avevano buttato a mare il vecchio pentapartito e purtroppo si susseguivano le stragi di mafia (gli attentanti ai giudici Falcone e Borsellino, ndr). Eppure c’è stata una risposta forte, unita e compatta da parte di tutta l’Italia e gli studenti sono scesi in piazza a Palermo. Questa Nazione è stata unita come forse non lo è stata mai, né prima né dopo quegli accadimenti. Poi, se pensiamo all’Europa: era appena caduto il muro (di Berlino, nel 1989, ndr), nel 1992 cadevano le frontiere e per la prima volta, c’era la possibilità di muoversi liberamente all’interno della U.E. Ecco, prevaleva il senso di ottimismo. E adesso? Forse non è che sia difficile vedere ottimisticamente quest’epoca ma credo che tutte le cose debbano nascere dal basso, dalla nostra capacità e dalla nostra voglia di cambiare. È difficile che una persona cambi per noi o ci dia gli strumenti per farlo dall’alto. Vedere il futuro a colori significa che, ogni giorno, sia io sia JAx ci alziamo dicendo: “Cavolo, anche se c’è la crisi, scrivo una canzone”, ossia con l’idea e con la voglia di fare lo stesso. Il brano “Con un deca” quanto ancora ri-

specchia la noia dei giovani che vivono nella provincia italiana? Rispecchia il senso di inadeguatezza e il bisogno di sentirsi al centro dell’azione di tutti quelli che si sentono all’esterno. In provincia ti senti tagliato fuori non solo dalla grande città ma dal centro della tua città, perché vivi magari in un bar di periferia e ci sono quelli che invece frequentano posti più fighi. Non c’è invidia, ma un certo senso di estraneità. Una canzone del genere racconta quel bisogno di evadere, quell’eterna voglia di fuggire da una realtà che ti sta stretta e dalla quale poi non riesci mai ad allontanarti completamente. Biagio Antonacci ha lanciato l’iniziativa di devolvere gli incassi di un suo concerto a favore dei terremotati dell’Emilia. Tu cosa ne pensi? Qualsiasi cosa si faccia per queste popolazioni è lodevole. Mio padre è nato a Sassuolo, nella bassa modenese, sento quel terremoto come veramente vicino a casa sotto tutti i punti di vista. Ritengo che ognuno debba agire come meglio crede e sicuramente devolvere il compenso di un concerto è un’ottima strada. Quando sarò in tournée cercherò sicuramente di fare la mia parte. Momento “rivelazione”: stai lavorando a un nuovo cd di inediti? Questo cd non era previsto, è nato spontaneamente. La mia intenzione era quella di buttare giù le idee per un lavoro di inediti. Si sono allungati un po’ i tempi ma ci sto lavorando. Adesso mi attizza l’idea di fare un tour con i pezzi dei primi due album (inizio previsto dopo l’estate, ndr). A volte il pensiero di fare qualcosa di diverso ti da freschezza interiore. Max, qual è il sogno che ti è rimasto ancora da realizzare? Ce ne sono diversi. Il mio sogno più bello è fare il “coast to coast” in moto, mi piacerebbe girare l’America per mesi, senza avere tempi di arrivo, nella maniera più libera possibile. Ma vorrei anche prendermi il tempo, una volta nella vita, per realizzare un disco fuori, non so, negli Stati Uniti o in posto “x”, e scrivere i testi là. Happy ending con una dedica ai lettori di What’s Up! Spero per tutti in un futuro pieno di passioni… Spieghiamo! Nel senso che vorrei che tutti loro avessero la possibilità di riuscire a vivere di passioni, indipendentemente che siano considerate “alte” o “basse”, ossia di realizzarsi facendo il lavoro che più gli piace fare, ognuno nel proprio campo. È uno dei più grandi privilegi che ci sia.


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QUANTO (E A CHI) È UTILE LINKEDIN

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eff Weiner è l’amministratore delegato di Linkedin. È lui che si è meritato l’ultima copertina di Forbes per aver “trasformato il vostro curriculum in una macchina per fare soldi”. Linkedin, il social network professionale dai 161 milioni di utenti, ha cambiato volto negli ultimi tre anni, da quando Weiner ne ha preso in mano le redini: se prima la società perdeva 4 milioni e mezzo di dollari l’anno, ora si avvia spedita verso un fatturato netto di 70 milioni, +100% dal 2011. Come è stato possibile? Linkedin ha imparato a monetizzare, complici gli abbonamenti, il marketing e la pubblicità. Ma alla base della strategia di Jeff Weiner c’è soprattutto una scommessa: quella di rendere il social network un database di milioni e milioni di CV, il vademecum di cui le risorse umane delle aziende non potranno più fare a meno. Ma Linkedin è utile ai suoi iscritti? Ovvero, il social network aiuta davvero a trovare lavoro? Le statistiche dicono… “nì”. Sarà perché non siamo capaci di usarlo al meglio (la rete è piena di consigli in merito), o perché ci passiamo troppo poco tempo (18 minuti al mese, in media), ma più che per assicurarci un posto di lavoro, LinkedIn, come tutti i social media, sembra essere un luogo ideale per intessere relazioni. Un sondaggio realizzato tra gli iscritti, e riportato nel libro The power formula for LinkedIn Success di Wayne Breitbarth (www.powerformula.net), parla chiaro: la maggior parte degli utenti (il 76,9 %) lo usa per fare ricerca e trovare persone e aziende. A seguire, chi sfrutta LinkedIn per rimettersi in contatto con i colleghi e con quanti hanno condiviso la stessa esperienza lavorativa (68,6%). In tanti, 49 su 100, ritengono che il social network sia utile per influenzare i potenziali clienti e per aumentare l’efficacia delle relazioni face-to-face (44 su 100). Ma sono di meno quelli che hanno trovato in LinkedIn una risorsa per entrare effettivamente in relazione con nuovi clienti, poco più di un terzo degli intervistati. La percentuale dei “soddisfatti” si abbassa se si considera l’efficacia di LinkedIn nel generare reali occasioni di business: il social network è stato utile in questo senso al 27,9 % degli intervistati. Insomma, chi ha da guadagnare di più da LinkedIn? Jeff Weiner o gli iscritti?

PUBLISHING

What’s Up sottotitolo “Il mensile per i giovani scritto dai giovani” (www.uozzap.com). Anno X n. 82 luglio-agosto 2012. Autorizzazione Tribunale di Roma n. 440 del 14/10/2003 Direttore Responsabile Riccardo Severi. In redazione Luisa Foti, Emanuela Brugiotti, Marica Ciraci. Stampa Seregni Roma s. r. l. , viale Enrico Ortolani, 00125 Roma. Distribuzione Servizi Editoriali Regionali s.r.l. Via Stadera, 76 Napoli. In copertina: Cristina Chiabotto (Comedy Tour Risollevate), Ezio Greggio, Max Pezzali. Immagini di questo numero Archivio What’s Up e autori vari riportati in didascalia. Editore HelpSos Soc. Coop. a r. l. Piazza San Giovanni in Laterano 18/b, 00184 Roma tel. e fax +39 06 9003132, +39 345 2366761, contatto Skype: redazione.uozzap. Il materiale pervenutoci non viene restituito. L’editore si riserva di ottemperare a involontarie omissioni. La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 Agosto 1990, n. 250. Chiuso in redazione il 12 luglio 2012, finito di stampare nel mese di luglio 2012. Per informazioni redazione@uozzap.com. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è il direttore responsabile. Per esercitare i diritti previsti dal dlgs n. 196/03 ci si può rivolgere alla redazione in Largo Enea Bortolotti 38, 00146 Roma. Comunicazione all’abbonato ai sensi del dlgs 196/2003. I suoi dati (nome cognome indirizzo) presenti nel nostro archivio informatico verranno da noi utilizzati esclusivamente per il rapporto editore-abbonato. Potrà chiederne l’aggiornamento o la cancellazione. Il responsabile del trattamento è: Riccardo Severi.

COLLABORATORI

Emanuela Brugiotti, Massimo Canorro, Ilaria Crestini, Valerio D’Angelo, Elena Del Duca, Luisa Foti, Roberta Isceri, M.L. Kevin, Fabio Melandri, Alessandro Mercanti, Christian Mezeckis, Gabriella Poggioli, Giada Porchera, Mario Relandini, Mauro Scansa, Romeo Scansa, Andrea Severi, Andrea Giovanni Sorge, Silvia Tempesta, Raffaele Tostini, Carlotta Urbani, Maria Flavia Vecchio.

STAGE RETRIBUITI? NEMMENO IN GERMANIA...

portivamente parlando

GLI SPORT ESTIVI DI MONTAGNA

Segue da pagina 2

LA FREGATURA DEI TIROCINI POST LAUREA Tra le cinque categorie fondamentali individuate dal rapporto della Commissione Europea, sono in particolare i tirocini post-laurea a presentare le maggiori criticità, a rivelarsi con più frequenza delle “fregature”: oltre a questi, si contano gli stage legati alle politiche attive per il lavoro, destinati tipicamente ai giovani disoccupati con un basso livello di scolarizzazione (ma sempre più diffusi, in periodo di crisi economica, anche per facilitare l’accesso dei laureati al mondo del lavoro). Ci sono poi le internship previste dai programmi di mobilità internazionale, come il Leonardo, i tirocini professionalizzanti, indispensabili cioè per ottenere una qualifica professionale, e i tirocini formativi inseriti all’interno del percorso di studi. L’Italia, per quanto riguarda quest’ultima tipologia, è il fanalino di coda: solo il 22% degli studenti delle università scelgono, o hanno la possibilità, di fare uno stage curriculare, contro l’87% dei Paesi Bassi. Il dato si affianca a un’altra maglia nera: siamo il Paese con il più alto numero di giovani che hanno solo la licenza media.

L’INDUSTRIA CREATIVA, E L’ESIGENZA DI PERSONALE NON RETRIBUITO Secondo il rapporto UE la pratica dello stage è diffusa, a livello europeo, soprattutto in alcuni ambienti, tra cui l’industria creativa, il giornalismo e i media, il terzo settore e il mondo delle Ong: proprio le organizzazioni non governative, anche per le difficoltà economiche in cui spesso si trovano, offrono tirocini non adeguati, poco formativi, con rimborsi minimi o inesistenti, essenzialmente per “riempire i buchi” che dovrebbero essere coperti da personale dipendente (e costoso). L’auspicio della Commissione Europea, che rileva comunque una crescente tendenza a rivedere le normative nazionali verso una maggiore tutela degli stagisti, è che si arrivi a una definizione dello stage chiara e comune a livello comunitario. Va in questa direzione la risoluzione approvata a maggio dal Parlamento Europeo, che punta a introdurre una Carta Europea della qualità dei tirocini, contro lo sfruttamento e per la qualità formativa degli stage. Speriamo solo che non rimanga lettera morta.

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ACCIAMOLO STRANO... IL LAVORO IL DOGSITTER

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di Alessandro Mercanti

estate continua e si è sempre alla ricerca di un lavoretto utile che possa assicurare qualche guadagno. Come sappiamo, molte famiglie hanno in casa un cane che amano accudire ma spesso, quando arriva l’estate, portarlo in vacanza risulta essere più complicato del previsto: ecco che entra in gioco il dogsitter! Questa figura si occupa sostanzialmente di prendersi cura dell’animale affidatogli, facendogli rispettare la normale routine quotidiana e restituendolo al termine del periodo di sitteraggio. Per poter svolgere questo tipo di professione non è richiesta alcun tipo di formazione, anche se alcune associazioni cinofile rilasciano il Patentino di Conduttore Cinofilo. La passione per i cani rimane sostanzialmente la dote più importante da possedere per svolgere questa attività, magari con l’aggiunta di tanta pazienza ed una buona forma fisica. Potrebbe infatti capitarvi di tutto, dai cuccioli ai cani di grandi dimensioni, dalle bestiole mansuete a quelle più ringhiose: dovrete essere pronti a resistergli senza farvi strattonare. Il lavoro di dogsitter può differenziarsi nella durata e nella tipologia del servizio: a volte i cani potrebbero esservi affidati anche solo per la giornata. Le tariffe variano dai 5 ai 10 euro l’ora. Vi serviranno giochi per animali, ampi spazi e non potrà mai mancare il kit necessario per raccogliere i bisogni dei vostri beneamati ospiti: guanti monouso, paletta e contenitore alla cintura. Esistono comunque molte varianti della figura del dogsitter, che da lavoretto di una giornata potrebbe trasformarsi in vero e proprio lavoro estivo e perché no, in una professione stabile. In alternativa potreste svolgere questo lavoro direttamente nelle località di vacanza, offrendo lo stesso servizio a coloro che il cane preferiscono portarselo dietro. Se andate a visitare il sito della AIDAA, l’associazione in difesa degli animali, vedrete che è stato istituito un albo per “badanti di animali”. Potrebbe essere considerata una garanzia in più per il vostro lavoro.

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di Alessandro Mercanti

n estate non tutti amano passare le proprie vacanze al mare e preferiscono rifugiarsi al fresco tra le montagne. Questa potrebbe essere quindi l’occasione giusta per provare sport come il rafting ed il trekking. Il primo è sicuramente più avventuroso del secondo, consiste nel discendere le rapide di un fiume usando come mezzo di navigazione un gommone. Descritto in questo modo potrebbe sembrare pericoloso, in realtà è sicuro ed è un’esperienza assolutamente irripetibile. Ovviamente sarà opportuno vestirsi con tutto il necessario anche se probabilmente verrete riforniti direttamente dalla vostra guida di riferimento. Non potrete fare a meno di una muta che vi servirà per non subire shock termici a causa dell’acqua che vi pioverà addosso, di un caschetto protettivo e di un salvagente, di occhiali da sole con elastico, dei vestiti di ricambio e di certo dovrete sapere nuotare. Consigliamo di prendere posto nelle zone posteriori del gommone: chi sta davanti non solo prende tanta acqua ma rema anche più degli altri. Dopo una bella scarica di adrenalina ci si potrà rilassare con del sano trekking. Consiste nel percorrere a piedi sentieri di suggestiva bellezza, immersi totalmente nella natura. Molteplici i percorsi con variabile difficoltà della camminata. In ogni caso sarà importante dotarsi di scarponi adatti, comodi e solidi per non scivolare lungo il percorso, di uno zaino dove poter mettere tutto l’occorrente, di cibo e bevande per il viaggio. Alcuni si muniscono anche di bastoni per agevolare la passeggiata, di guanti e piccoli oggetti che potrebbero sempre tornare utili: un coltellino svizzero, dei fiammiferi o un accendino, una torcia, un cellulare, un fischietto ed una cassetta del pronto soccorso. È consigliabile, qualora siate senza una guida, portare con voi anche una torcia ed una mappa della zona, e sarà inoltre opportuno vestirsi a strati per prepararsi agli sbalzi termici che si incontreranno lungo la camminata. Se poi non vi fidate potrete sempre rimanere comodi in baita con il vostro bombardino.

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GLI SMS DANNO I NERVI? UN’APPLICAZIONE SEGNALERÀ QUANDO NON LEGGERLI

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di Luisa Foti

l messaggio è da crisi di nervi? Il cellulare lo riconosce e te lo segnala in rosso. Niente stress, niente nervosismo. E vissero tutti felici e contenti. Una favola? No, tra qualche mese tutti i possessori di smartphone potranno scaricare un programma messo a punto da Mohamed M. Gaber, scienziato dell’Università di Portsmouth. È lui il padre dell’applicazione che si chiama “Stress@Work” e che sarà disponibile a breve gratuitamente per il mercato Android. Il software è in grado di riconoscere il messaggio e di codificarne il contenuto come se fosse una specie di semaforo: rosso per gli sms da crisi di nervi, blu per gli sms neutri e verde per gli sms piacevoli. Perché a volte anche poche parole, mandate da una certa persona e articolate in un certo modo, possono rovinare un’intera giornata e far passare notti insonni. Insomma, un’applicazione più che per i telefonini, per la salute psico-fisica delle persone. Lo scienziato, raggiunto in esclusiva da What’s Up (ovviamente via web), ci racconta che “Le prime ricerche dei nostri collaboratori della Eindhoven University of Technology in Norvegia hanno cercato di stabilire un legame tra i livelli di stress, misurandolo con un dispositivo medico che inviava i risultati per e-mail. Data l’universalità dell’utilizzo di dispositivi mobili per la ricezione di input testuali come sms e aggiornamenti dai social network, abbiamo lavorato creando questa applicazione per far sì che gli utenti di smartphones e tablet computers fossero consapevoli dei contenuti positivi e negativi che ricevono sui loro dispositivi mobili”. Ma siamo sicuri che queste applicazioni, invece di migliorare il nostro stile di vita, non intacchino, al contrario, la quotidianità? Non c’è, in sostanza, il rischio di esasperare l’esistenza andando alla ricerca di un’applicazione per ogni problema della vita reale? “Dipende dall’uso che ne viene fatto- sostiene lo scienziato -.Se la usi come uno strumento per gestire lo stress, potrai davvero trarre molti benefici da questa applicazione. Per esempio - incalza - evitare di leggere un messaggio irritante durante la notte potrebbe garantire sogni tranquilli”. L’applicazione non solo potrebbe quindi alleggerirci dall’esasperazione ma anche aiutare a stimolare noi stessi senza lo stress di un messaggio indesiderato. E chissà se a Mr Gaber un messaggio irritante l’hanno mai inviato… “É difficile dirlo, cerco sempre di non irritarmi che è meglio!”. Ma qual è il segreto per stare sereni senza utilizzare un’applicazione? “Basta spegnere computer e telefonino alle 5 di ogni pomeriggio”, suggerisce Mr Gaber. “In questo modo nessuno avrebbe bisogno di altre applicazioni”. “Ma… - conclude - siete sicuri di farcela?”


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ILE ULTIME LINGUE NEL MONDO nternational

ECCO QUELLE CHE SCOMPARIRANNO A BREVE

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di Valerio D'Angelo

iviamo in tempi di crisi. Non solo crisi economica e sociale, ma anche linguistica. Sì, perché l’infinita ricchezza e varietà che fino a qualche decennio fa componevano il variegato universo linguistico mondiale, si stanno riducendo drasticamente: l’UNESCO calcola infatti che, delle 6.800 lingue oggi esistenti, circa il 50% non sopravviverà alla fine del secolo, mentre previsioni più drastiche, come quella elaborata dal Worldwath Institute, portano tale percentuale addirittura al 90%. Per poter “sopravvivere” infatti, una lingua si stima abbia bisogno di essere parlata da almeno 100.000 persone, mentre quasi la metà delle lingue oggi esistenti viene usata da comunità con meno di 2.500 membri. L’estinzione delle lingue sembra dunque accompagnarsi alla più generale estinzione dell’ecosistema, delle specie animali e vegetali, nella consapevolezza che l’una e l’altra non sono processi inevitabili, così come non sono poi così diverse le cause che ne stanno alla base. Guerre e genocidi, disastri naturali, l’adozione di lingue dominanti a scapito dei dialetti locali, i divieti che alcuni governi applicano su certe lingue (nel XX secolo, ad esempio, l’URSS proibì l’uso delle tutte le lingue nomadi), e moltissime altre ragioni, hanno contribuito al lento declino di un’infinità di lingue. Alcuni linguisti attribuiscono questa tendenza alla pervasività dei mezzi di comunicazione di massa che prediligono idiomi globali, come l’inglese e lo spagnolo, diffusi su scala planetaria, alle lingue autoctone.

IN VIA DI ESTINZIONE Oggi, in Siberia, circa cento persone parlano l’udihe, mentre l’arikapu è parlato solo da sei persone; nell’anno 2.001, l’ottantatreenne Marie Smith era l’unica a parlare l’eyak, una lingua nativa dell’Alaska; la morte di un contadino turco, nel 1992, segnò invece la morte dell’ubuk, una lingua caucasica che deteneva il record di consonanti: 81. Oggigiorno, solo 8 Paesi racchiudono nei propri confini la metà delle lingue del mondo: Papua-Nuova Guinea, Indonesia, Nigeria, India, Messico, Camerun, Australia e Brasile, e si calcola che siano 199 gli idiomi parlati da meno di dieci locutori.

IL REVIVAL LINGUISTICO Nonostante lo scenario desolante, non tutto è perduto. Di fronte al potere uniformante della globalizzazione, si sta affermando una reazione o, se vogliamo, un revival linguistico, poiché molte lingue stanno resuscitando. Nel 1983 gli hawaiani reintrodussero nelle scuole il nativo aha punana (“nido del linguaggio”), una lingua in via di estinzione parlata da meno di mille persone da quando gli Stati Uniti, in seguito all’annessione del 1898, ne proibirono l’insegnamento; oggi tra i settemila e i diecimila hawaiani parlano la loro lingua nativa. Allo stesso modo a Cronwall, in Inghilterra, si sta cercando di ravvivare il cornish, una lingua morta intorno al 1777, e lo stesso sta accadendo in molte regioni del Sud America, soprattutto in Messico, dove il maya è oggetto di nuovi studi con lo scopo di riabilitarlo nel parlato quotidiano. Iniziative simili cercano di rinverdire lingue come il gallese, il navajo, il maori, diverse lingue originarie del Botswana, e in Irlanda non è difficile leggere scritte in gaelico (accanto all’inglese) nei luoghi pubblici. Il 22 Giugno, Google ha lanciato il progetto Endangered languages (www.endangeredlanguages.com) che mira a catalogare, conservare e mantenere in vita lingue che altrimenti sarebbero destinate all’estinzione; sul sito si possono trovare materiali storici e audio-video. La Babele linguistica, simbolo di castigo e caos nel racconto biblico, è oggi forse un prezioso patrimonio da salvaguardare.

QUALI LINGUE NON LASCERANNO TRACCIA

Vi sono esempi di lingue che, una volta estinte, non lasceranno traccia. ARIZONA/CALIFORNIA. Chemehuevi. Lingua parlata dalla tribù uto-azteca dei Chemehuevi, proveniente dai territori della California e dell’Arizona. Sebbene questa tribù stia crescendo, non si può dire lo stesso della sua lingua, conosciuta solo da tre anziane in età molto avanzata. Un esempio: kaiv (montagna), hucip (oceano), mahav (albero), e tittvip (terra). BRASILE. Kaixana. A suo tempo parlata da più di duecento persone, stanziate sulle sponde del fiume brasiliano Japurà; secondo i registri accreditati, è attualmente parlata da una sola persona. CAMERUN/NIGERIA. Njerep. È una delle lingue parlate dalla tribu Mambila, tra la Nigeria e il Camerun. Sta per essere assimilato dal nigeriano ufficiale e i linguisti credono che sparirà nell’arco di qualche anno. ETIOPIA. Ongota. Originario dell’Etiopia e parlato anche questo solo da sei persone, non è testimoniato da libri o altri testi. Tuttavia, tale lingua è attualmente oggetto di studio da parte di un professore dell’Università di Addis Abeba, che ne ha scoperto la costruzione grammaticale, che pare sia simile alla maggior parte delle lingue occidentali (soggetto+verbo+oggetto). INDONESIA. Liki. Viene usato solo in due isole indonesiane, Jayapura Kabupaten e Kecamatan Sarmi. Secondo uno studio del 2010, sono solo cinque le persone (sparse sul territorio isolano) che lo parlano, sebbene in un recente passato la maggior parte degli abitanti lo padroneggiava con fluidità. Non ha fonti scritte. ISOLA DI LAVA. Lemerig. Proveniente dall’isola di Vanatù, vicina all’Australia e oggi diffusa solo nell’isola di Lava. Solo due persone la padroneggiano, nonostante si pensi che in passato vi fossero ben quattro dialetti derivanti da questa lingua. ISOLE SOLOMONE, Pacifico Meridionale. Tanema. Originaria delle Isole Salomone, è parlata da quattro persone. Pare vi siano delle registrazioni, ma questo non ne garantisce la sopravvivenza. Alcune parole in Tanema sono: Laro (nuotare), la vamora (lavorare), y la Muñana (dormire). NEPAL. Dumitrescu. Una lingua parlata dalle isolate tribù nepalesi che vivono sulle sponde dei fiumi Tab e Rava: appartiene al ceppo linguistico tibetano-birmano e attualmente lo parlano solo sei persone. Inoltre, non c’è nessun dizionario o testo scritto, il che fa supporre che possa facilmente scomparire. PERÙ. Chamicuro. Curiosamente, questa lingua continua ad essere diffusa tra i Chamicuro, una tribù del Perù che vive nella parte alta dell’Amazzonia. Tuttavia, la maggior parte dei Chamicuro usano correntemente il castigliano e adoperano la lingua nativa in poche iniziative religiose. PERÙ. Taushiro. Una lingua molto rara, di cui sono irrintracciabili le origini, sebbene si pensi che sia nata nelle prossimità del fiume Tigre, nella zona di Loreto. Oggi è diffusa tra gli altipiani più isolati del nord del Perù. Fino al 1975 si era registrata la presenza di sette parlanti, oggi si ignora quanti di essi siano ancora in vita. Una curiosità: per contare da 10 a 19, in questa lingua, bisognerà dire ahintu per indicare il primo numero, e mimare il secondo con le dita della mano.

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orld news di Silvia Tempesta

SVEZIA 1 / PIANTE MENO CARNIVORE GRAZIE A SMOG Anche le piante carnivore si danno alla dieta vegetariana. In Svezia, la percentuale sempre più alta di composti di azoto negli acquitrini, depositati dall’inquinamento atmosferico, sta infatti progressivamente inducendo gli arbusti insettivori a rivolgersi al consumo delle altre piante che crescono nel terreno circostante. In altre parole, a “cannibalizzare” i loro fratelli vegetali. Lo sostiene una ricerca condotta dalla svedese Loughborough University e trasmessa dalla BBC.

SVEZIA 2 / PIPÌ SEDUTI: L’OBBLIGO ANCHE PER UOMINI Stop alla pipì in piedi, fatta di fronte a comodi orinatoi. In Svezia, il Vänsterpartiet, “Partito della Sinistra”, dopo aver risolto importanti questioni politiche ha deciso di occuparsi dei “bisogni” in senso più stretto dei lavoratori. La proposta consiste nell’abolizione delle latrine per maschietti a favore delle tazze unisex, giudicate più salutari in quanto constringono alla posizione da seduti, l’unica in grado di consentire l’ideale svuotamento della vescica. E la prevenzione di problemi alla prostata. Lo riferisce la CBC-Canadian Broadcasting Corporation.

TRAUMA CRANICO, DA POSTINO A GENIO MUSICALE Non tutti i mali vengono per nuocere. Così, un quarantenne americano che aveva subito un trauma cranico a causa di un tuffo sbagliato in piscina, da semplice impiegato delle poste è diventato un genio musicale. Deker Amato, che oggi sta registrando il suo secondo disco, è in grado di suonare otto strumenti senza aver mai preso una lezione. E dal momento che non sa leggere le note, orienta il movimento delle dita visualizzando “quadrettini bianchi e neri nella testa”. Lo riferisce l’inglese Daily Mail.

IL LADRO PIÙ GOLOSO D’AMERICA Una montagna di merendine al burro di arachidi e qualche pacchetto di patatine. Questa la refurtiva del ladro più goloso d’America che, al posto dei soliti contanti, carte di credito od oggetti preziosi, ha sottratto ad una stazione di servizio dell’Ohio junk food per il valore di 400-600 dollari. L’uomo è stato più volte avvistato dai dipendenti della pompa di benzina intorno alla mezzanotte, vestito di nero e con una felpa con il cappuccio alzato, ma è sempre riuscito a fuggire. Ne dà notizia l’agenzia LaPresse.

PAKISTAN, A DIETA POLIZIOTTI DI STRADA Da oggi, i poliziotti pakistani del Punjab sono al lavoro per alleggerire il loro peso e salvare così lo stipendio a fine mese. Chi non riduce il girovita sotto i 96 centimetri entro 30 giorni viene rimosso dall’incarico sulla strada con effetto di riduzione della busta paga. Lo ha annunciato il portavoce della polizia locale, Nabila Ghazanfar. Nelle prossime settimane i medici misureranno gli oltre 175mila agenti per verificare il calo della pancetta e determinare chi di loro sarà abbastanza agile per continuare la caccia in strada ai criminali.

SUPERMAN CONTRO LA DISOCCUPAZIONE Si chiama Avelino Chavez ed è il Superman peruviano. Dopo essere rimasto disoccupato 15 anni fa, l’uomo, oggi cinquantaduenne, decise di travestirsi da supereroe per salvare, se non l’umanità, almeno il suo portafoglio. “Andai in un negozio - racconta all’agenzia Associated Press - comprai una maglietta blu e mi feci cucire mantello, stivali, cintura e calze rosse da una mia cugina sarta... Nel 2002 ho recuperato un portafoglio rubato ad una donna”, aggiunge soddisfatto. Grazie alla sua simpatia e protagonismo, Chavez - che guadagna 160 dollari al mese - è diventato per i peruviani un’icona culturale, non sufficiente però per vincere le elezioni quando ha tentato la carriera politica. Per noi, una testimonianza (di successo) dell’arte di arrangiarsi. E con i tempi che corrono…


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INEMA E SPETTACOLO “CHEF”

(REGIA DI DANIEL CHOEN)

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acky Bonnot (Michaël Youn) è un eterno ragazzo con la grande passione per la cucina, una fidanzata incinta e tanti lavoretti saltuari che non riesce a mantenere. Ovunque vada, il suo spirito da chef lo porta a distrarsi dal lavoro intrufolandosi nelle cucine degli edifici in cui viene impiegato come tuttofare. Un giorno, per caso, incontra il grande chef Alexandre Lagarde (un divertente Jean Reno) sull’orlo della crisi perché il gruppo finanziario che gestisce i suoi ristoranti a 4 stelle vuole liberarsi di lui. Le sue ricette sono troppo tradizionali, la moda del momento è la cucina molecolare: solo se riuscirà a stupire i critici con piatti chimici potrà aspirare a tenersi le sue 4 stelle e il suo posto di lavoro. Il maldestro Jacky lo sosterrà in questa impresa impossibile. La tradizione, inutile dirlo, avrà il sopravvento sulla molecole dei fornelli. Commedia leggera, che ben racconta il mondo della ristorazione in ogni sfaccettatura, anche la più stravagante. Piacevole.

prossimamente… forse… in Italia

“UN MONSTRE A PARIS” (REGIA DI BIBO BERGERON)

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arigi è forse la città più romantica del mondo, dove tutto può succedere: anche che una strampalata compagnia composta da un inventore sopra le righe, un timido proiezionista, una scimmia letterata ed una raffinata ed egocentrica cantante da cabaret, si adoperino per salvare una pulce oversize dotata di un'improbabile talento musicale, dalle grinfie di un arrivista Prefetto con ambizioni politiche. È questa la trama dell'irresistibile cartoon made in France, che ci trasporta in una romantica Parigi di primo Novecento, miscelando riferimenti cinematografici che vanno da La bella e la Bestia a Il Gobbo di Notre Dome, da King Kong alle comiche di Jacques Tatì, con numeri musicali trapiantati di sana pianta da Moulin Rouge di Baz Lurhmann. Un disegno che per gli scenari ricorda il Disney de Gli Aristogatti, un uso del computer che dona fluidità, ritmo e movimento ad una storia sul “diverso” che mostra di avere un cuore di panna e dove il vero mostro si annida inaspettatamente - ma neanche tanto - molto più vicino a noi di quanto non si possa pensare. Un monstre à Paris è un cartoon molto divertente, pieno di situazioni ed idee originali, adatto a grandi e piccini, portatore di un messaggio non proprio originale ma espresso con estrema semplicità, originalità ed intelligenza. Come se il maestro Hayao Miyazaki si fosse preso una vacanza a Parigi, come... meglio... di Woody Allen. (Fabio Melandri)

“QUALCHE NUVOLA”

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iego (Michele Alaique) è un giovane come tanti. Vive nella periferia romana, fa il muratore e sta per sposare Cinzia (Greta Scarano), la sua ragazza da dieci anni, che abita proprio nello stesso pianerottolo. I due sono cresciuti insieme e tutti i loro amici fraterni (gli spassosi Primo Reggiani e Michele Riondino) vedono in loro la coppia perfetta. Cinzia prepara il matrimonio, Diego si spacca la schiena per far fronte a tutte le spese. Durante un lavoro extra conosce Viola (Aylin Prandi), la proprietaria dell’appartamento che deve ristrutturare. Tra i due nasce una passione travolgente, Viola è bella, ricca, colta, ma tra i due c’è un abisso: il volto di Cinzia, l’infanzia trascorsa insieme, le aspettative delle loro famiglie. A Diego e Viola non resta che rassegnarsi ad una realtà che li vede distanti. Un cast di giovani attori di grande talento (tra gli altri Elio Germano nei panni di un frustrante rappresentante di letti), tanta ironia e sentimenti veri: questi gli ingredienti per un film dalle buone potenzialità. (Maria Flavia Vecchio)

(REGIA DI MIA HANSEN-LØVE)

HHHII di Maria Flavia Vecchio

“UN AMORE DI GIOVENTÚ”

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l primo amore non si scorda mai: è quello che succede a Camille (Lola Crèton), che a 15 anni si innamora follemente di Sullivan (Sebastian Urzendowsky). È un amore totalizzante quello di Camille, ma Sullivan, anche lui innamorato sinceramente, non vuole precludersi l’esperienza del viaggio della vita: il Sud America. Decide di partire con un amico e Camille si ritrova sola, annientata, privata della linfa di cui si nutrono le sue giornate. Gli anni passano e i due ragazzi interrompono la loro corrispondenza. Camille diventa un architetto, si innamora di un suo collega riuscendo, dopo tanti anni, a ricominciare una vita sentimentale senza Sullivan. Ma il suo primo amore è tornato a Parigi e i due non possono fare a meno d’incontrarsi. Inizia così per lei una doppia vita... Notevoli i paesaggi della Senna catturati dalla Hansen-Løve, che tuttavia indulge eccessivamente nella malinconia. (Maria Flavia Vecchio)

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EZIO GREGGIO di Molly Malone

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opo 4 anni Federica e Costanza hanno salutato “Striscia” ed è così ripartita la caccia alle nuove veline per il prossimo autunno. Al timone del programma “Veline” ritroviamo il padrone di casa per eccellenza di “Striscia la Notizia”, Ezio Greggio, che con la sua simpatia ed ironia ci porta quest’estate in giro per l’Italia a caccia delle due fortunate ragazze… e di pretendenti al titolo ce ne sono tantissime. Riuscirà Ezio Greggio a destreggiarsi in mezzo a queste agguerritissime giovincelle? Noi di What’s Up lo chiediamo direttamente a lui, ci travestiamo da Enzina (Enzo Iacchetti, ndr) e lo raggiungiamo durante le prove di una delle puntate. Caro Ezio, Bentornato su What’s Up! Come procede il casting? Benissimo e gli ascolti lo stanno confermando quotidianamente. Alcune ragazze vengono per passare una serata divertente, altre arrivano grintose e decise a intraprendere questo mestiere. Di loro ne avrai viste centinaia ormai… la situazione più comica a cui hai assistito? Alcune magari stonano o sbagliano i passi di danza. Ma, data l’età, mi sento come un bisnonno davanti alle pronipoti. Oltre a divertirmi a volte mi commuovo anche. Specialmente quando ci sono ragazze che ci sperano molto e ritengono questa sia la loro grande opportunità. Ecco salire una delle ragazze sul palco. Facciamo un identikit ideale: come deve essere una brava e bella velina? Quest’edizione è virata a vero talent show, le aspiranti devono dimostrare di avere delle doti e di sapere ballare, cantare, recitare. Si deve partire dal pre-

Ischia Film Festival 2012: “Love it”!

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di Elena Del Duca

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’ UARDA UN PO’ CHI c’e... IN TV?

POST-EVENT n una sequenza de Il te nel deserto di Bernardo Bertolucci, John Malkovich distingueva il turista dal viaggiatore: il primo è colui che parte e sa già quando e come Foto di tornerà a casa, il secondo invece è colui ©CinziaCampana che parte senza sapere come e quando farà ritorno. Per gli appassionati degli itinerari filmici, che siano “turisti” o “viaggiatori”, l’Ischia Film Festival, la kermesse internazionale delle location, è ormai una tappa immancabile. Roccaforte della manifestazione, il Castello Aragonese. L’imperturbabile protagonista di ogni edizione si è animato per il decimo anno consecutivo, con le luci dei proiettori: sette giorni (dal 30 giugno al 7 luglio scorsi) di incontri con i protagonisti del cinema al chiaro di luna (tra gli ospiti Paolo Genovese,Francesco Patiernoe Mattia Sbragia) e film cocktail sulla Terrazza del Monastero, avvolta dalla luce dorata del tramonto.

(REGIA DI SAVERIO DI BIAGIO)

Uno dei punti fermi dell’I. F. F. è l’annuale convegno sul Cineturismo, una risorsa per il nostro Bel Paese che andrebbe approfondita: “Si dovrebbe semplificare la macchina burocratica e avere maggiore lungimiranza”, dichiara il DirettoreArtistico Michelangelo Messina che non ha sospeso le proiezioni nemmeno per la finale degli Europei di calcio: “Per quanto ami il calcio, non farò come il Festival di Taormina e non trasmetterò la partita ma il film Diaz (di Daniele Vicari, ndr), secondo programma”. Novità di quest’anno la sezione Location Sociale in risposta alla diffusa esigenza di approfondire realtà più crude ma a noi vicine: “La gente è stanca delle belle favole, è desiderosa di sapere davvero le cose come stanno”, ha dichiarato Messina Direttore Artistico che ha presentato con entusiasmo anche la terza parte della mostra “Viaggi in Italia 3” con preziose testimonianze fotografiche, tratte da set cinematografici italiani tra il 1990 e il 2010. La

supposto che se si vuole fare questo mestiere bisogna essere preparati e avere grande determinazione. Per la nuova edizione di Striscia, siete più orientati a ragazze seducenti o acqua e sapone? Le Veline sono da moltissimi anni ragazze belle e in gamba ma normali e non certamente delle “vamp”. In ogni caso non bisogna dimenticare che sono i giurati giornalisti a decidere le vincitrici e quindi le future Veline di Striscia. Sei la colonna storica del programma: se dovessi eleggere la Velina delle Veline... chi

sarebbe? No fair play! La mia preferita è sempre… Enzina da Luino (Enzo Iacchetti travestito,ndr), da quando è venuta con me nei panni di Velina a “C’è posta per te”. Quella gag di Enzina ed Ezina raggiunge picchi di share altissimi ed è un esempio di vero e proprio teatro dell’arte. Detto fra noi… l’inverno l’hai passato conducendo “Striscia”, l’estate conducendo “Veline” in prospettiva di “Striscia” in autunno… ma un po’ in vacanza (anche da “Striscia”) quando ci vai? Effettivamente avrò pochi giorni di riposo a disposizione e li passerò certamente con i miei figli in giro per il mondo. Cosa auguri alle Veline uscenti, Federica Nargi e Costanza Caracciolo? Sostituire Federica e Costanza non sarà semplice, il pubblico le ha amate moltissimo, sono state perfette in quel ruolo e non dubito che troveranno la loro strada anche al di fuori da “Striscia”. decima edizione è stata un giro di boa: “Raccontiamo la storia e la cultura del mondo e finché non finisce il mondo vogliamo continuare a farlo, magari con qualche sostegno in più” si augura lo stesso Direttore Artistico che chiosa: “Come il documentario in concorso ‘Italy love it or leave it’, questo è l’IFF: love it or leave it!”.

I vincitori Il primo premio della sezione documentari è andato a Le Bonheur di Laurent Hasse (Francia). Premio per il Miglior Cortometraggio a Oroverde di Pierluigi Ferrandini, ambientato in Puglia. Nella sezione Location Negata ha trionfato lo short movie Dashnamoure di Levon Minasian (Armenia). Paolo Genovese si è aggiudicato il Castello Award come miglior regista, per Immaturi – Il viaggio. L’Aenaria Award per la miglior scenografia a Marta Maffucciper il discusso Diaz – Don’t clean up this blood. L’Epomeo Awardper la miglior fotografia a Terry Stacey per Il pescatore di sogni di Lasse Hallstrom. Assegnati anche i Foreign Awards: ex-aequo perI Borgia eHotaru no Hikari.


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’ L L’ESTATE, CON IL SORRISO DI 007

INTERVISTA

CRISTINA CHIABOTTO

“Nessuna forzatura, solo un po’ di allegria in un momento di difficoltà per gli italiani. E questo inverno sogno la conduzione di Zelig” di Emanuela Brugiotti

Potrei dirti Piero Chiambretti o Fabio De Luigi, ristina Chiabotto, insieme a Serena Gamolto simpatici e bravi, e ritta, sarà al timone della comicità estiva tra l’altro già nominati nel 2012 con la terza edizione del tour comico toto-conduttori. Però per estivo Comedy Tour Risollevante, in onda a parme Zelig rimane Bisio. tire da mercoledì 4 luglio alle ore 21.00 su CoA proposito dello noto medy Central (canale 122 di Sky). Ventidue slogan “puliti dentro e comici tra i più noti del panorama italiano, una belli fuori”, a parte bere band, quattro regioni e la simpatia di due condutComedy Central, Cristina Chiabotto e acqua cosa fai per ritrici d’eccezione, questa la formula vincente per Serena Garitta manere così in forma? far sorridere gli italiani e riconfermare la manifeGuarda, arrivo dal Film Festival di Taormina ed ho appena mangiato due stazione come punto di riferimento per il divertiarancini fritti! Non ho rigidità, ho un buon rapporto con il cibo, anzi direi che mento dell’estate italiana… sono di buona forchetta, anche perché provengo da una famiglia che per metà è di origine meridionale, quindi mi piace molto anche la cucina bella Cristina benvenuta su What’s Up! Un’estate tosta. Sono una persona golosa non tanto di dolci quanto del salato, però all’insegna della risata, di questi tempi è una posso consigliare, visto che l’hai detto anche tu, di bere bella fortuna… Prendo spunto molta acqua, specie adesso che fa così caldo, e di mandal titolo della manifestazione, giare molta frutta e verdura. L’importante però è non avere Risollevante: la sfida più un rapporto malato con il cibo, ci vuole il giusto autocongrande sarà risollevare trollo e bisogna mangiare sano. Studio Book Fashion l’umore degli italiani? Si avvicina il tempo di Miss Italia e tante ragazze soSicuramente! Sarà davvero - Dario Raimondi gneranno di mettere la corona in testa. Vincere Miss molto bello condividere queItalia a te ha cambiato la vita? st’esperienza di allegria con gli italiani che oggi vivono un Decisamente sì. È stata la porta di accesso più grande e momento di grande difficoltà. I nostri comici, poi, vengono sorprendente che sia arrivata nella mia vita. Nel 2004 arda Zelig o Colorado Cafè e sono davvero molto bravi. rivavo dal liceo della comunicazione di Torino e la mia reFai coppia con Serena Garitta. A parte la differenza Comedy Tour Risollevante, altà di tutti giorni è stata completamente cambiata d’altezza, c’è feeling? Chiabotto - Baz - Garitta all’improvviso. Grazie a Miss Italia sono entrata in un Il feeling c’è! Serena è una persona solare che stimo molto nuovo mondo lavorativo ed è nata una grande passione. e con cui ho già fatto Risollevante l’anno scorso, quindi ci conosciamo Che consiglio daresti a quelle ragazze? bene. Miss Italia non è un ufficio di collocamento, ma un concorso di bellezza, Dovrai gestire ben 22 comici… quale tuo vizio e quale tua virtù userai poi sei tu che devi dimostrare di avere di più. Miss Italia può essere un per tenerli buoni? passaggio o come per me l’inizio di una favola, l’importante è viverlo come Guarda non c’è nessuna forzatura o nota scritta, ci divertiamo per far divertire gli altri, quindi l’unica parola d’ordine, filo conduttore Cristina Chiabotto, Comedy si deve, con la consapevolezza giusta e godersela col sordi tutto il tour, è appunto divertirsi. E l’allegria fa da padrona! riso. È un’esperienza positiva per chi la sa vivere in maniera Tour Risollevate 2 Facciamo un gioco… da conduttrice a comica, ci racpositiva. conti una barzelletta? Un po’ di ferie quando le farai? Hai già una meta in (Ride) No no, mi piace molto ridere, però non sono una comente? mica, le barzellette preferisco ascoltarle. Sicuramente verso fine luglio, non ho ancora scelto una E allora, da conduttrice... Un pensierino a Zelig per l’inmeta ma sarà il mare, perché io amo spaparanzarmi al sole verno lo faresti? (ride). Assolutamente sì! Mi sentirei pronta! In autunno, invece, Zelig permettendo…? Vuoi fare un appello? Sarò nuovamente su radio Kiss Kiss ogni mattina con Joe No no, preferisco essere scelta per poi sorprendere gli altri. Violanti. Facciamo noi un’ipotesi, allora. Sei sul palco di Zelig. Bene, per finire un bel saluto fresco ed estivo a tutti i Se dovessi indicare un conduttore con il quale presenlettori di What’s Up… tare il programma perché Claudio Bisio non è disponiAuguro a tutti di passare una bellissima estate, fatta di sorrisi bile, che nome faresti? con i comici di Risollevante, e poi tanta serenità!

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what’sound di Massimo Canorro

Dalle gare in pista a quelle sul web, il sorpasso è d’obbligo per Valentino Rossi, che ha “strappato” all’amico Jovanotti il primato di fan sui social network. Sono sfide virtuali che poco interessano Madonna, alle prese nel corso dei suoi tour mondiali con sosia, cloni e maestri di yoga. E mentre Mika pubblica il terzo disco in studio, Aretha Franklin abbandona con anticipo una cena presidenziale. Valentino Rossi re dei sorpassi anche al di fuori dei circuiti di gara internazionali. Per informazioni rivolgersi a Jovanotti, che si è visto “strappare” dall’amico e campione delle due ruote il primato di un milione di follower su Twitter. “Mi ha superato con i suoi follower sull’asciutto. Vuoi vedere che hanno trovato l’assetto giusto?”, ha cinguettato Lorenzo, ricevendo la simpatica risposta di Valentino: “Ma un milione, su Twitter, si calcola in euro

oppure in lire?”. Con questo risultato l’asso delle moto ha consolidato la sua posizione di leader italiano sui social network. Milioni, certo, che riguardano Madonna, che nel corso dei suoi tour viaggia con cinque cloni e una sosia di sua figlia Lourdes Maria, insieme a un entourage di 200 persone (tra queste 30 guardie del corpo, chef personali, un istruttore di yoga e un agopuntore). La signora Ciccone, inoltre, pretende che nel backstage di ogni live vengano predisposte 20 linee telefoniche internazionali e che, per quanto riguarda l’alimentazione, il menu sia esclusivamente vegano. Il camerino deve essere stracolmo di gigli, rose bianche e rosa, con i gambi di ogni fiore tagliati a 15 centimetri. Guai a contraddire la pop star. Decisamente diversi i problemi del cantante Mika, lontano dalle scene perché alle prese con un grave incidente accaduto alla sorella Paloma. Migliorata la situazione, il 28enne artista libanese è tornato a concentrarsi sul lavoro. A metà settembre, infatti, è prevista l’uscita del suo terzo album in studio (“The origin of love”). Giovani musicisti avanzano. Ma anche quelli

EMERGENTI A 360° TIZIANO MONTINI CHIMICO

di Roberta Isceri

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ui è Tiziano Montini, ha 35 anni ed è un’altra delle giovani eccellenze di cui il nostro Paese può farsi vanto. Nel 2002 si laurea in Chimica presso l’Università di Trieste con una tesi dal titolo: “Progettazione di proprietà catalitiche di materiali a base di ceria – zirconia”. Arabo per noi ma non per lui, che quattro anni dopo conclude il suo dottorato di ricerca con un lavoro sulle celle combustibili. Oggi è un ricercatore a tutti gli effetti, concentrato sullo studio dei carburanti solari. Ma è anche co-autore di 64 articoli pubblicati su riviste internazionali, di due brevetti e tre capitoli di un libro. Non mere medaglie da appuntarsi sulla giacca ma frutti di un duro lavoro, che proprio quest’anno gli hanno fatto ottenere il “4th ERES Junior Award” della Società Europea delle Terre Rare e degli Actinidi (European Rare Earth and Acinide Society). Prestigioso riconoscimento che viene riconosciuto, ogni tre anni, a un giovane ricercatore al di sotto dei 35 anni per l’innovativo contributo dato alla scienza. Nel suo caso, i motivi sono gli “eccellenti contributi dati alla chimica dello stato solido, con particolare riferimento alla catalisi e alla fotocalisi”. Il premio gli sarà consegnato durante l’8° Convegno Internazionale degli elementi che si terrà a Udine nel mese di agosto. Ma il 2012 è l’anno fortunato di Fabrizio Montini: anche l’Accademia dei Lincei lo ha insignito di un importante riconoscimento, intitolato ad “Alfredo di Braccio”, per l’innovativo contributo dato alla chimica. È normale, per noi profani, chiedersi a questo punto in cosa consista l’importanza delle sue ricerche. Il loro ambito di applicazione verte sul fenomeno dell’inquinamento. L’obiettivo di questi studi è pertanto quello di realizzare nuovi processi per la produzione sostenibile di energia. La prossima volta che sentite termini quali catalizzatori e foto catalizzatori, celle a combustibile oppure ossidi solidi, sappiatelo: non stiamo parlando di numeri e strane formule ma di ambiente e qualità della (nostra) vita.

più attempati non si tirano indietro. Leggi Scorpions, hard rock band tedesca sulla cresta dell’onda da oltre quarant’anni, che avevano annunciato il ritiro dalle scene nel 2013. Qualcosa però è cambiato, e l’ipotesi di appendere gli strumenti al chiodo appare più distante. “Abbiamo un contatto per suonare all’apertura dei mondiali di calcio del 2014 in Brasile. Non è confermato, ma è una opportunità che non credo ci lasceremo sfuggire”, sono le parole del chitarrista Matthias Jabs. Che ha aggiunto: “Nessuno ha mai detto che gli Scorpions non saliranno più su un palco, magari per uno show in qualche parte del mondo”. La memoria, a una certa età, fa brutti scherzi. Magari ti porta ad andare via con un certo anticipo da una serata di beneficenza promossa per raccogliere fondi per la campagna presidenziale di Barack Obama. È quanto accaduto ad Aretha Franklin, criticata per questa sua condotta. “Nel corso della serata avevo due cene alle quali non potevo mancare. Il presidente e la first lady sono stati comprensivi”, ha dichiarato, apparentemente senza imbarazzo, la cantante statunitense.


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oda Yamamay

ESTATE 2012

COSA NON DEVE MANCARE NEL VOSTRO STILE di Ilaria Crestini

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Intimissimi

ome per il lavoro e la scuola, un altro anno è passato anche per la moda che, a breve, arriverà a proporci le nuove tendenze per il 2013. Noi però, desiderose di goderci al meglio tutti i vantaggi della stagione più attesa dell'anno, vogliamo adeguarci ai tempi rilassati delle vacanze ed offrirvi un piccolo riassunto dei must have - che non potrete non portare con voi qualunque sia la meta, vicina o lontana, che avete scelto per recuperare tutte le vostre energie in vacanza.

IN SPIAGGIA

Tinta unita o con stampa foulard, fiorato o a pois, in colori pastello o fluo, non fatevi mancare almeno un costume con il top a fascia: è lui il protagonista. Modelli cut out e triangoli sono l'alternativa sempre valida, sceglieteli in base alle vostre forme sebbene, dovendo sintetizzare, l'estate 2012 sembra rispondere al detto (strap)less is more.

IN CITTÀ

Yamamay

massimo.

Per quanto riguarda abiti e gonne sceglieteli lunghi: mai sopra il ginocchio i primi, forti della loro ispirazione anni '20 e rasoterra le seconde, in stile gitano ma molto chic. Riguardo ai colori, ora che siete abbronzate, potrete Furla godervi al massimo tutte quelle tinte come l'arancio, il giallo lime, il cipria, il pervinca, il bianco e l'oro che fino a qualche mese fa non vi rendevano grande giustizia. La tendenza ad abbinarli tra loro scegliendoli differenti per ogni capo va sfruttata al

Braccialetti

In versione semi-formale con la giacca-comReplay pleto o sportiva di ispirazione collegiale con mocassino e top, se volete il corto, puntate tutto sullo short: il pezzo da preferire se, appunto, si amano le lunghezze ridotte. Il pantalone classico vince invece nei modelli che lo vogliono lungo alla caviglia. Elegante nei tagli classici, sbarazzino nei jeans da portare con il risvolto nei modelli boy cut.

a

Alzi la mano chi non ha almeno uno dei bracciali colorati in nylon con quadrifoglio, cuore o farfalla al polso. Prima ancora degli orecchini, delle collane e degli anelli, l'estate 2012 verrà ricordata per questi braccialetti e per le loro infinite varietà di colori, che avevano fatto la loro prima comparsa già lo scorso anno. Altro must have è il modello fatto da una catena dorata con filo colorato di cotone intrecciato. In entrambi i casi il prezzo davvero contenuto e l'effetto colore sono

la chiave vincente. Esempio di come le mode siano trasversali ai gusti, le età e le possibilità, ci piacciono davvero tanto. Loriblu

Borse e scarpe

Ora che tra mare e vacanze non avrete più necessità di portarvi un'infinità di cose dietro, per le borse è davvero giunto il momento di abbandonare i formati grandi e sbizzarrirvi con tracolle e pochette di piccole dimensioni. Da preferire nei colori vivaci che siano un pezzo a sé con l'abbigliamento, spesso con tracolle fatte di catene ed arricchite di dettagli metallici, nel loro piccolo vi daranno grandi soddisfazioni. Per le scarpe vale esattamente il contrario: abbandonate quanto più possibile ballerine e sneakers e abbondate con le zeppe ed i sandali alti. Anch’essi colorati, per lo più con pleateau e di tutti i pellami possibili. Dai modelli retrò a quelli più futuristici non c’è limite se non quello dato dal vostro Fornarina gusto personale. Moschino by Allison

Occhiali

Che vi sentiate gatta, farfalla, diva o aviatrice, che preferiate modelli bad girl, romantici o futuristici, se c'è un accessorio che non potete non portare con voi ovunque andiate è l'occhiale da sole. Per proteggervi dai raggi UV, dai segni delle notti brave o dalle brutture in spiaggia, la vostra salvezza, come ogni estate, ce l'avete poggiata sul vostro naso.

rt&the city BRUTTI, RICCHI E SOPRAVVALUTATI.

I PEGGIORI ARTISTI, IN NOME DEL KITCH di Gabriella Poggioli

F

a caldo, molto caldo. Troppo. Voi probabilmente siete già in vacanza, noi ancora no. Ma, nonostante il ticchettare delle tastiere e la luce ferma dei neon ci ricordino che siamo saldamente ancorati a una scrivania, con la testa occupiamo l'ombrellone giusto accanto al vostro. Quindi consentitecelo, nelle prossime righe niente discorsi seri, ma pettegolezzo artistico da spiaggia leggero come una scultura di Melotti. E siccome non c'è nulla di più cinicamente dilettevole che (s)parlare delle figuracce altrui, prendiamo spunto da Artnet (www.artnet.com), rivista d'arte online made in USA, che ci serve su un piatto d'argento una domanda da cattivoni professionisti: chi è il peggior artista in circolazione? L'insolita classifica è firmata da Charlie Finch, critico e curatore statunitense noto internazionalmente per la sua smaccata irriverenza, che nell'articolo “Perché il gusto americano fa così schifo?” lascia ben pochi dubbi in merito all'origine geografica dei rinnegati dell'arte. 1 Secondo Finch, responsabile del peccato originale sarebbe il caro vecchio Damien Hirst, che avrebbe stravolto il celebre motto “lo spettatore completa l’opera” coniato da Duchamp: e se nel tentativo di completarla, lo spettatore finisse per vedere un'opera d'arte là dove in realtà non esiste? Da qui i nomi degli ultimi della classe: Joe Bradley, acclamato pittore e scultore che sembra trovare ispirazione da tutto, tranne che da un'idea originale, Dan Colen e Rob Pruitt, parimenti colpevoli di creare arte con il solo movente del vil denaro. Tra i lavori di Colen vale la

pena ricordare Untitled (Blow Me), una terribile natura morta con candela spenta il cui fumo compone la scritta “soffiami”: un’esecuzione da brividi, che Finch definisce “nauseante eccesso di kitsch”. Ma l'artista avrebbe raggiunto il peggio del suo peggio con Cracks in The Clouds, un'installazione realizzata con motociclette impilate, presentata alla Gagosian Gallery nel 2010: più che un'opera d'arte, un’efficace pubblicità progresso sui rischi della guida pericolosa. A Mr. Pruitt Finch riserva poche parole: quante in effetti ne merita la serie 3 Power of the Panda, che dal 1999 sembra perseguire con costanza l’obiettivo di una cattiva pittura naif. Chissà se le sarcastiche reprimende di Finch saranno di qualche interesse per il trio degli orrori. Noi crediamo di no, visti gli incassi esorbitanti dei loro “anti-capolavori”: basti pensare che il sopracitato Untitled è riuscito a racimolare la bellezza di 386.500 dollari a un’asta tenutasi il 12 maggio 2009 presso la sede newyorchese di Sotheby’s. Non male per un artista pessimo. Se ancora non ne aveste avuto abbastanza, per vostra fortuna questa 4 estate vale il detto che “al peggio non c'è mai fine”. O meglio, una data di chiusura c'è, ma cade il 26 agosto, così in là che avrete tutto il tempo per fare un salto alla Triennale di Milano e visitare la mostra-evento Gillo Dorfles. Kitsch oggi il kitsch. È un'incredibile selezione di artisti, da Savinio e Dalì fino a Luigi Ontani, passando per un folto gruppo di anonimi, che ha utilizzato il cattivo gusto come chiave d’espressione fondamentale. Definito dal dizionario Sabatini Coletti come “cattivo gusto portato all’estremo, sia involontariamente sia volutamente, in forme d’arte, specie 2 in opere letterarie e artistiche della cultura di massa”, il kitsch è stato in-

dagato in maniera impareggiabile dal genio critico e filosofico di Dorfles nel volume Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto, edito da Mazzotta nel 1968. 5 Nessuna meraviglia per i nomi in mostra. Come spiega l'autore, “sono l’intenzione e la consapevolezza, sia rispetto all’utilizzo delle tecniche sia nei riguardi dei contenuti, a trasformare un oggetto, una forma, ma anche un comportamento, in un’opera, in un linguaggio che sentiamo veri e autentici. Se non esiste la dimensione culturale, ogni forma d’arte è destinata a cadere nella trappola di un kitsch più o meno consapevole. La vera arte non è mai maliziosa. Il kitsch lo è, e questa è la sua essenza. È necessario conoscerlo, anche frequentarlo e, perché no, 6 qualche volta utilizzarlo, senza farsi mai prendere la mano”. Perché non importa quanto un artista sia bravo: il cattivo gusto è sempre in agguato. 1. Joe Bradley, Untitled, 2010, acrilico su tela. 2. Dan Colen, Cracks in the Clouds, 2010, installazione con motociclette. 3. Rob Pruitt, Power of the Panda. Keeping Warm, 2000, acrilico, glitter e collage su tela. 4. Corrado Bonomi, Ma cosa mi dici mai?, 1995, giocattolo, trappola per topi e materiali vari, collezione privata. 5. Corrado Bonomi, Piccoli uomini – Benito, 2002, base, piatto e spaghetti, collezione privata. 6. The Bounty Killart, Verführt und verlassen, 2011, mixed media, Courtesy Allegra Ravizza Milano.


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