84 whats up ottobre 2012

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Anno X, n° 84 OTTOBRE 2012 - 0,30 euro

www.uozzap.com il

E

mensile Per i giovani scritto dai giovani

LAVORO E GIOVANI /

ditoriale

SE L’ITALIA VA AI GIOVANI.

RENZI E IL CORAGGIO DELLA SFIDA

di Riccardo Severi

REGGE SOLO IL PART–TIME (E NON È UNA BUONA NOTIZIA)

Raoul

N

on nascondo la simpatia per Matteo Renzi e la sua sfida politica. Simpatia umana e politica. Innanzitutto, ha meno di quarantanni. Basta la giovane età a fare di un uomo (e di una donna) una persona intelligente e capace? No, di certo. Tuttavia, dare spazio in politica ai giovani è come l’impegno a dare spazio alle donne. Impegno sacrosanto e non rinviabile. Contrastato da una Casta di inconcludenti parlamentari che siedono da decenni in Parlamento nel migliore dei casi incapaci, nel peggiore farabutti. L’argomento contro i giovani è sempre lo stesso: un cretino è cretino sia che abbia 20 o 80 anni. Vero. La polizza contro l’incapacità e la stupidità non l’ha mai avuta nessuno. Ma l’incapacità degli attuali capi di partito, destra o sinistra, quella è certificata. Per cui l’argomento che “quel Renzi è troppo giovane e non all’altezza di fare il capo del governo”, detto da chi ha combinato poco o nulla di buono per l’Italia, non regge. È solo un patetico alibi brandito per non cambiare mai, niente e nessuno. Allora, che si fa? Allora buttiamo nel cesso questo alibi, conservatore e ipocrita. Servono altri argomenti per contrastare il giovane Renzi. È fuori di dubbio che per il futuro presidente del consiglio, dopo le elezioni, serva un politico valente, un leader vero e nuovo. Non lo si è trovato dopo la caduta del governo Berlusconi. Eppure Bersani, Casini, Vendola, c’erano. Ci siamo così beccati Monti e il suo governo di tecnici chiamati a fronteggiare la drammatica recessione economica (che non finirà nel 2013). Monti e il suo governo sono l’amara prova che partiti e vecchi politici non sanno esprimere un vero leader per la guida del Paese. Tant’è che si ipotizza Monti anche in futuro. Siamo allo stesso punto di un anno fa. Prendiamo il più papabile, Bersani. Ha fatto più volte il ministro ed è l’attuale segretario del partito di maggioranza relativa.

Ha, forse, la competenza, di sicuro non la statura politica. Il suo linguaggio alla Bertoldo è un continuo spunto per gli ilari show di Crozza, che lo hanno reso più popolare, ma negli sberleffi degli italiani. Confrontiamo, allora, il troppo giovane Renzi e il troppo consumato Bersani.

CRISI E DISAGIO /

Malika

UN CONSULENTE FILOSOFICO, PERCHÉ NO?

PROLIFERANO NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI / QUELLI CHE FANNO TENDENZA

Skin

(segue a pag. 002)

Che legge fa

Dall’alunno “Deficiente”, al paDre bamboccione Facciamolo strano, il lavoro

mestiere commessa

Formazione e Lavoro

Risposte alla crisi

i siti internet per trovare lavoro, all’estero Art & The City

un monDo migliore è possibile. su marte

il Domani non muore mai Moda

borse e scarpe.

Quali scegliere

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ttualita’

L’ULTIMA FOTOGRAFIA SUI GIOVANI REGGE SOLO IL PART–TIME (E NON È UNA BUONA NOTIZIA) di Giada Porchera

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l Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) presenta ogni autunno il rapporto sull’andamento del mercato del lavoro nel nostro Paese. Nell’edizione 2011/12, come già nelle precedenti, è comparsa una sezione tutta dedicata ai giovani: perché, come sappiamo fin troppo bene, “le fasce più giovani della popolazione, in Italia come anche nella maggior parte degli altri Paesi europei, sono state fra le più colpite dagli effetti della crisi economica”.

Alcuni dati li conosciamo già: da qualche tempo risuonano nei tg e sui giornali. La disoccupazione che è cresciuta di quasi 5 punti percentuali nell’area Ocse, per esempio, o il lavoro che non c’è, ma per alcune categorie più che per altre: innanzitutto per i ragazzi con un titolo di studio basso (-24,8% tra chi ha solo la licenza media), poi per i residenti nelle regioni meridionali (-19,6%), i lavoratori a tempo indeterminato (-19,3%) e quelli a tempo pieno (-17,9%). Si salva solo il part-time, e non è una buona notizia: molte aziende hanno ridotto gli orari di lavoro e il tempo

eDitoriale SE L’ITALIA VA AI GIOVANI.

RENZI E IL CORAGGIO DELLA SFIDA (segue dalla prima)

di Riccardo Severi

Puta caso che Renzi vinca le primarie e poi le elezioni del 2013, che diventi presidente del consiglio e un giorno si trovi davanti alla Merkel, a Hollande e agli altri leader d’Europa. Troppo imberbe? Quelli, in media sessantenni (come Monti), si troverebbero all’improvviso un capo di governo italiano di 38 anni. Caspita. L’Europa rimarrebbe stupita: quant’è matta questa vecchia Italia! Dopo un Berlusca senilmente allupato, dopo il governo dei tecnici, ecco il colpo di genio degli elettori, o la disperazione, votare un baldo fiorentino più giovane del più giovane dei capi di governo europei, e forse del mondo. Prendiamo il caso, viceversa, che vinca Bersani, niente di male sia chiaro, se quella fosse la scelta degli italiani. Al cospetto dei grandi d’Europa, Bersani non si presenterebbe meglio di Renzi. Te lo voglio vedere a farsi capire dalla Merkel: “Oh, cancelliera... siam mica qui a fare la

voro aumenta anche la cosiddetta over-education: chi ha un’istruzione medio-alta, cioè, non viene valorizzato e si ritrova spesso a fare lavori che richiedono scarsa specializzazione. Di nuovo, i giovani (e le donne) sono i più colpiti: la metà delle giovani laureate sono sotto-inquadrate. È in situazioni del genere che i canali tradizionali della ricerca del lavoro sono messi in scacco dalle vie alternative: si amplificano le clientele e nel mercato asfittico si entra grazie alle famose “conoscenze”. Mentre chi non ce la fa desiste.

parziale per i giovani è una scelta obbligata, in mancanza di contratti full-time.

Se le previsioni per i prossimi anni purtroppo rimangono pessimistiche, bisogna mettere in conto che chi trova occupazione adesso dovrà scontare, anche in futuro, la difficoltà di entrata: il periodo di recessione che stiamo vivendo peserà in termini di salari più bassi e condizioni contrattuali meno favorevoli.

Una debolezza tutta italiana è, poi, il persistere di una cultura che separa nettamente il momento formativo da quello lavorativo: solo il 10% dei giovani coniuga il percorso di studi a qualche esperienza professionalizzante. E sembra che questo contribuisca a rendere il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro più lungo e difficile. Nei Paesi che hanno sempre coniugato istruzione scolastica e pratica lavorativa, come Germania, Austria e Svizzera, la disoccupazione giovanile è ridotta e si impiega meno tempo a trovare lavoro: mentre in Italia ci vogliono quasi 4 anni (44,8 mesi) per ottenere un’occupazione stabile.

Intanto, con lo scollamento tra il sistema formativo e la domanda di la-

In questo quadro si inserisce la riforma del lavoro Monti-Fornero, varata a giugno, che tra gli obbiettivi che riguardano i giovani più da vicino ha l’aumento della flessibilità in entrata. È stato rafforzato il Testo unico dell’apprendistato, sono aumentati i costi dei contratti di lavoro a termine, meno convenienti per le aziende che vi faranno ricorso, e nuovi limiti sono stati introdotti per le partite Iva e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, per combatterne gli abusi.

Ancora non si possono valutare gli effetti delle nuove norme. Quel che è certo è che la struttura del mercato del lavoro è cambiata con la crisi economica. E che in quattro anni tra gli under 34 si sono persi più di un milione di occupati.

permanente ai cocker”. Temo che non ci riuscirebbe neppure con il miglior interprete. Scherzo su Bersani, ovviamente, ma le sue idee non sembrano meglio del suo linguaggio contadino fuori dal tempo. Diversamente da Renzi, che è (e si presenta) come un politico moderno, per linguaggio e idee. E per il coraggio della sfida.

Poteva rimanere acquattato nel retrobottega equivoco e losco dei partiti, secondo lo stile della generalità di giovani politici che scelgono di fare carriera (immeritata) per cooptazione benevola da parte dei capi di turno.

Renzi no, è di un’altra pasta; da quando aveva 33 anni e vinse l’elezione a sindaco di Firenze, prendendo una valanga di voti a sorpresa. La stessa sorpresa che i suoi nemici temono alle primarie del PD. Per ora sta lanciando una sfida ben più grande e rischiosa. Si è messo di nuovo in gioco contro la morta gora del centrosinistra pieno di contraddizioni, litigi e vetero-nostalgie comuniste, come il recente richiamo degli ex Ds a Togliatti collocato tra i padri del PD. Renzi va diritto per la sua strada, fregando-

sene che Di Pietro preferisca parlare con Bersani, Vendola pure. Ridendo dell’applauso che gli viene da quelli del Pdl che tifano per lui, per dispetto, come un juventino tiferebbe la Fiorentina contro il Torino. Lui, sornione, rilancia dicendo di volere il voto degli elettori delusi del centro destra. Fatti che lo rendono sfacciato ma non ipocrita.

Investire su lui, in questa Italia socialmente afflitta e politicamente sputtanata, mi sembra un buon investimento, a rischio calcolato. Se non altro ci sta già regalando una benefica (non scompostamente comica come quella di Grillo) scossa sismica nel decrepito e ossidato sistema politico italiano.

Se poi Bill Clinton, già in Italia per altri impegni, avrebbe dovuto fare un salto a Firenze (che poi non ha fatto) per incontrare Matteo Renzi, e su questo incontro si fa grancassa pro Renzi, io reagisco all’opposto: ne diffido, roba già vista a sinistra in questi anni, con Veltroni gran maestro di accreditamenti clintoniani e obamiani. Vanitosi e dannosi. Tuttavia, per ora e fino a prova contraria, pensare a Renzi al governo e Monti al Quirinale, l’ardore dell’agire e la flemma della competenza, è pensare ad un bel tandem, quasi a coronare quel 2012 sancito dall’Unione Europea Anno dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà delle Generazioni. Sognando sempre e comunque cambiamenti per questa Italia nemica dei giovani.

(segue a pag. 004)

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l PERSONAGGIO “Ricreazione” ... con

MALIKA AYANE “Da produttrice, ora delego gli altri: questa volta ho proprio partorito. il futuro? così oscuro che non so quanto senso abbia perdersi a fantasticare. non l’ho mai fatto” di Elena Del Duca

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nvitami a bere un bicchiere di sole”: è una richiesta quanto meno insolita ma se a dirlo, anzi a cantarlo è Malika Ayane, come non farsi prendere dal buon umore? Si chiama “Ricreazione” il terzo album della sua carriera (e primo da produttrice) concepito con dodici brani che lei ama definire “ritratti, monologhi interiori, fotografie, stati d’animo e punti di vista”.

L’artista milanese diverte e stupisce nella “versione casalinga” nel video del brano Tre cose o in quella da diva “glam” di altri tempi, quando interpreta il pezzo scritto per lei da Paolo Conte, “Glamour”. A noi piace in tutte le versioni, soprattutto in quella di se stessa: solare e alla mano…

“Ricreazione”, ricorda il momento ludico tra un’ora e l’altra di lezione a scuola, ma il titolo assume anche un altro significato: una nuova “creazione”. Tu come la intendi?

(Ride, ndr) Entrambe le cose perché effettivamente rimettere mano alla creatività può anche sembrare una manifestazione di presunzione e io parto sempre dall’idea che siamo degli intrattenitori. Realizzare questo disco è stato molto divertente ma anche faticoso. È il tuo primo lavoro discografico da produttrice: che cosa ti ha spinta a fare questo passo? È stato abbastanza spontaneo, volevo creare

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qualcosa di stilisticamente diverso ma non troppo lontano da quello che avevo fatto prima con Ferdinando Arnò. Per cui, mentre cercavo dei produttori, mi sono messa a lavorare prima sui provini e poi ad arrangiare i vari brani per i live. Mi sono accorta che insieme alla mia squadra potevo portare avanti questo lavoro con un bravo ingegnere del suono.

Come “personalizzazione” è un buon inizio…

Esatto, capire come fare le cose per poter poi delegare gli altri. Mamma mia… questa volta ho partorito! (scoppia a ridere, ndr) Appari più solare anche nel look: ti sei “convertita” al biondo!

Dopo aver vissuto ventotto anni da mora e avendo provato tutti i tagli possibili, adesso il biondo mi piace tantissimo. In quanto ad essere solari, ho superato quella fase della giovinezza “complicata”!

Il video del singolo di lancio Tre cose è ambientato in una casa, indossi un grembiule colorato e sei circondata da ben due uomini! Com’è Malika “vera”, in versione casalinga?

Il video vuole essere un richiamo al film di Jean-Luc Godard, “La donna è donna” (titolo originale, “Une femme est une femme”, ndr). La vicenda gira intorno alla protagonista, Anna Karina, che si interroga su quale possa essere il vero senso della femminilità e c’è una scena, molto divertente, in cui si ironizza su questo triangolo amoroso. Io invece sono molto disordinata per indole però mi piace tanto lavorare a casa. Tendo a fare così perché fatichiamo una vita per comprarci un’abitazione ma lì non ci siamo mai.

Da Malika “versione casalinga” passiamo a quella “femme fatale”. Per

he legge fa DALL’ALUNNO “DEFICIENTE” AL PADRE BAMBOCCIONE

Professori, alunni, genitori: un gran daffare per la Corte Costituzionale di Mario Relandini

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rima storia. Lui, undici anni, alunno di una scuola media a Palermo, aveva preso l’abitudine di perseguitare un suo compagno di classe con atteggiamenti derisori ed emarginanti. Un comportamento certamente non normale e tollerabile e, così, una sua professoressa un giorno si era tanto irritata da imporgli di scrivere cento volte, sul quaderno, “sono un deficiente”. Ma l’alunno, magari bulletto ma non deficiente, aveva raccontato tutto a casa. Cosicché i genitori, senza pensarci su due volte, erano corsi a denunciare la professoressa, ritenendola colpevole di una punizione tanto bizzarra quanto inaccettabile.

E i giudici hanno dato loro ragione anche in Cassazione. “Perché – è stata motivata la condanna della professoressa – appurato che debba essere perseguito, quale meta educativa, un risultato di armonico sviluppo di personalità, sensibile ai valori di pace, tolleranza, convivenza e solidarietà, non è che questo risultato possa essere raggiunto utilizzando mezzi violenti e costrittivi che tale obiettivo contraddicono”.

Quindici giorni di reclusione alla professoressa, dunque, in quanto colpevole di “avere abusato dei mezzi di correzione e di disciplina” e di “avere mortificato nella dignità” l’alunno magari bulletto, ma non deficiente. Anche se c’è da chiedersi come si sarebbero

comportati i giudici, se la professoressa incriminata, invece di far scrivere cento volte all’alunno “sono un deficiente”, gli avesse fatto scrivere, più realisticamente e meno duramente, “sono un bulletto”.

Seconda storia. Protagonista principale, questa volta, un giovane genitore-studente il quale, dopo avere convissuto con una compagna e averle dato tre figli, un giorno li aveva abbandonati, era tornato nella casa dei genitori, si era rimesso a studiare e aveva sempre rifiutato di contribuire al mantenimento dei tre bambini. La Corte di Cassazione lo ha però bacchettato e ha concordato con la Corte d’Appello che, a suo tempo, lo aveva condannato a contribuire con un assegno di 150 euro mensili. “Ma io – aveva tentato di eccepire sempre il giovane padre – sono uno studente in difficoltà economiche: come avrei potuto mantenere i tre figli?” Avresti potuto – gli hanno praticamente replicato i supremi giudici – primo perché essere in difficoltà economiche non significa essere in un vero e proprio stato di indigenza, secondo perché non ti ha sfiorato neppure la mente l’obbligo di cercarti un lavoro per aiutare la tua ex compagna al mantenimento e alla cura dei tre figli comuni. E, dunque, paga. Paga almeno quei 150 euro mensili cui ti aveva giustamente obbligato la Corte d’Appello. Per i supremi giudici, insomma, l’alunno di Palermo non era e non era da considerarsi un deficiente così come il padre bamboccione non era e non era da considerarsi nullatenente e non in grado di adempiere ai suoi doveri. Sentenziato, sottoscritto, letto e pubblicato.

te che cos’è “Glamour”? (rif. brano) Qualunque cosa che riesca a creare un bilanciamento tra curiosità, fascinazione e naturalezza. Quando penso al “glam” penso in assoluto a David Bowie, una personalità tale da affascinare uomini e donne indistintamente ma con una naturalezza che la rende possibile. La versione Glamour solo piano e voce mi evocava l’immagine della donna negli anni quaranta, la diva di altri tempi, quel tipo di fatalismo… la “Giuditta” di Klimt!

Nella canzone “Il tempo non inganna” canti: “Non ti parlo del futuro, si avvicina mentre andiamo”. Come lo immagini il tuo futuro?

“Si avvicina mentre andiamo” vuol dire proprio che bisogna darsi da fare comunque: in fondo il futuro non esiste. Mi viene in mente una scena del film “Kung Fu Panda” quando la saggia tartaruga Oogway afferma: “Ieri è storia, domani è un mistero ma oggi è un dono, per questo si chiama presente”. I ricordi sono sempre stupendi mentre il futuro è così oscuro che non so neanche quanto abbia senso perdersi a fantasticare. Non l’ho mai fatto.

Nel presente, ci sono “tre cose” che diresti volentieri ai nostri politici?

Bisogna darsi da fare… parlare è poco!

Una cosa che non tutti sanno è che sei stata premiata come miglior attrice rivelazione per la tua interpretazione in “Perfetta” al festival “Cortometraggi 2012”. Continuerai su questa strada?

Per il momento cerco di accompagnare il cammino del mio nuovo album, voglio dargli tutte le possibilità del mondo per farlo arrivare a più gente possibile. Poi non escludo le altre strade anche se per fare qualsiasi cosa bisogna mettersi a studiare a lungo. Come prospettiva sarebbe comunque non immediata.

Scrivi e canti spesso per il cinema: con quale regista ti piacerebbe collaborare?

Bella domanda! Mi piacerebbe collaborare con Wes Anderson, quello de “I Tenenbaum”, perché in comune abbiamo l’abitudine di formare una squadra e prendere da tutti il meglio, oppure con Michel Gondry o con Thomas Anderson, il regista di “Magnolia” che amo tanto, penso sia lui il nuovo Scorsese.

“Ricreazione” è un disco dal respiro musicale molto “internazionale”.

Ti aspetta un tour europeo o, magari, oltre oceano?

Me lo auguro di cuore! Ho scoperto che all’estero sono molto più rilassati di noi, nel senso che tendono a dividersi i palchi, a suonare nei locali e non si pongono obiettivi di “conquista” di un territorio. In quest’epoca storica, avere ambizioni di grandezza mi sembra un pochino fuori luogo.

Malika, ti seguiamo dai tempi della tua prima partecipazione a Sanremo quando avevamo scommesso su di te come giovane talento. Quale dedica lasci ai lettori di What’s Up? Continuate a portarmi bene!

Foto di FLAVIOeFRANK FOLLONICA Pinacoteca Civica 21 giugno - 29 luglio TUTTI I GIORNI: 17.30 - 20.00 / 21.00 - 23.30 (Chiuso il lunedì)

ORBETELLO Museo Archeologico “Polveriera Guzman” 5 agosto - 2 se embre TUTTI I GIORNI: 18.00 – 22.00 (Chiuso il lunedì)

MONTE ARGENTARIO PORTO SANTO STEFANO Fortezza Spagnola 6 agosto - 2 se embre TUTTI I GIORNI: 18.30 – 23.30 (Sempre aperto)

ARCIDOSSO Castello Aldobrandesco 6 se embre - 4 novembre da MARTEDÌ a VENERDÌ: 16.00 – 19.00 SABATO e DOMENICA: 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 (Chiuso il lunedì)

Tutti gli eventi su:

A cura di

MAURIZIO VANNI

www.museidimaremma.it Sponsor

Comune di Follonica

Comune di Orbetello

Comune di Monte Argentario

Organizzazione

CASTEL DEL PIANO Palazzo Nerucci 6 se embre - 4 novembre da MARTEDÌ a VENERDÌ: 16.00 – 19.00 SABATO e DOMENICA: 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 (Chiuso il lunedì)

CASTELL’AZZARA Villa Sforzesca 7 se embre - 4 novembre da MARTEDÌ a VENERDÌ: 16.00 – 19.30 SABATO e DOMENICA: 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.30 (Chiuso il lunedì)

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ormazione&lavoro

I MIGLIORI SITI INTERNET PER TROVARE LAVORO ALL’ESTERO

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di Giada Porchera

primi di agosto l’autorevole rivista statunitense Forbes ha proposto un sondaggio, e una sfida, ai suoi lettori: quali sono i siti migliori Internet per cercare lavoro? Ognuno avrebbe dovuto “candidare” quelli che riteneva più utili, rivolti a disoccupati, stagisti, neolaureati, professionisti, imprenditori. A chiunque, insomma, fosse in cerca di un’occupazione o volesse dare una svolta alla sua carriera. I lettori si sono sbizzarriti: sono arrivati centinaia di mail, tweet, commenti, che indicavano circa 700 siti web. Forbes ha ridotto l’elenco a 75. Non si tratta di una classifica e non ci sono vincitori né vinti. Semplicemente, quella di Forbes è una raccolta ragionata dei siti che meritano un riconoscimento speciale e che comprende blog, siti tradizionali, pagine web dedicate al coaching.

Qui proponiamo i migliori che, vista la provenienza di Forbes e del suo pubblico, sono utili per chi cerca lavoro all’estero, negli Stati Uniti in particolare, o per chi vuole guardare al mercato del lavoro da un’ottica internazionale.

ABOUT.COM/CAREERS. Di proprietà del New York Times, “About” offre molte informazioni e consigli, da come scrivere il curriculum alle domande da evitare durante un colloquio, a quali sono le figure più richieste in un determinato settore. Ha sezioni dedicate a percorsi professionali specifici, come la criminologia e il giornalismo, e raccoglie una lista di scuole in cui si può ottenere il titolo di studio che interessa. Ovviamente non manca lo spazio per la ricerca del lavoro, a cura di Indeed.com, in cui si sfogliano le offerte divise per Paese (e città) e ambito professionale.

CAREERBUILDER.COM. Fondato nel 1995, è uno dei più grandi siti di recruiting al mondo. Ha un orientamento internazionale, perché è presente in una sessantina di Paesi (e di mercati del lavoro). Su “Careerbuilder” si può inviare il curriculum per entrare direttamente in contatto coi datori di lavoro e, a pagamento, si hanno ulteriori servizi. I costi, però, non sono proprio a buon mercato: farsi aiutare a scrivere una lettera di presentazione costa 50 dollari.

DICE.COM. “Dice” è l’ideale per gli ingegneri e per chi ha alle spalle studi tecnologici. Ha un database con oltre 86mila posizioni aperte, oltre che notizie dal mondo “tech” e consigli, su cui si può essere aggiornati iscrivendosi alla newsletter. Anche qui c’è uno spazio per caricare i CV. EXPERIENCE.COM. È specializzato in posizioni “junior”, per chi non ha molta esperienza, e in stage per studenti universitari e neolaureati. Oltre a centinaia di offerte di lavoro, divise per settore, per città e per azienda (le best companies for internships), offre articoli di interesse per chi inizia a muoversi nel mondo del lavoro.

Da tenere presente, per gli stage all’estero, anche Internships.com, Intern Sushi e InternMatch, con annunci per posizioni retribuite e non, nei settori più vari, compresi il no profit e lo sport.

FLEX JOBS.COM. Si rivolge a chi è in cerca di un lavoro part-time, da freelance, con orari flessibili oppure a distanza. “Flexjobs” è un servizio in abbonamento, dai costi molto contenuti (50 dollari all’anno), e dà la possibilità di consultare offerte on-line, con posizioni da junior a executive, divise in 50 categorie professionali. Da notare che il sito dispone dell’opzione soddisfatti o rimborsati!

INDEED.COM. Di “Indeed” non c’è solo la versione italiana. Il sito, che è un motore per la ricerca del lavoro simile a Google, è presente in 50 Paesi e disponibile in 26 lingue. Vanta 70 milioni di visitatori unici e più di un miliardo di ricerche al mese. È uno dei siti web più validi, perché aggrega offerte di diversa provenienza, dagli annunci aziendali alle news delle pagine specializzate.

JOURNALISM JOBS.COM. Il sito è stato fondato nel 1998 da Dan Rohn, copy editor del Washington Post. “Journalism Jobs” è una delle risorse più ricche e più visitate dagli aspiranti giornalisti e dai professionisti, ma anche da chi cerca lavoro nel settore delle pubbliche relazioni. Ci sono annunci per tutti i gusti, provenienti da agenzie di stampa, radio e TV. E i nomi non sono di secondo piano: Time Inc., il New York Times e Reuters pubblicano qui le loro offerte.

Dobbiamo fermarci. Ma su Forbes.com è consultabile l’intera lista dei 75 migliori siti per trovare lavoro.

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ACCIAMOLO STRANO...

IL LAVORO

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COMMESSA ADDETTA ALLA VENDITA

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di Alessandro Mercanti

n molti sono convinti che fare la commessa o il commesso sia un lavoro piuttosto semplice e che non comporti particolare impegno o preparazione. È vero che non è richiesta una formazione specifica, seppure dipenda dal prodotto che si vende e dall’Azienda che si rappresenta; si può essere infatti commessi nei supermercati, in negozi di abbigliamento, di intimo o di alta moda, in una pasticceria etc, ma gli orari di lavoro possono diventare ovunque lunghi ed estenuanti, soprattutto nel periodo delle festività o nei week end. Non è di certo un lavoro per tutti. Per poter svolgere bene questo mestiere ci sono alcune caratteristiche di base: conoscere alla perfezione tutti i prodotti in vendita, cortesia, disponibilità e tanta pazienza con i clienti. La tipologia di contratto varia da città a città e da negozio a negozio, se siete alla prima esperienza e sotto i trent’anni potrete lavorare con l’apprendistato, a partire da 800 euro al mese; nel tempo potrete avere l’occasione di acquisire nuove responsabilità con contratti di diverso genere e retribuzioni più alte. Attenzione però a chi vi chiede di lavorare in nero o vi offre contratti sotto forma di “associati in partecipazione” o altre tipologie che non vi garantiscano malattie, ferie e riposi. Pretendete rispetto! Per cercare lavoro potrete consultare le varie offerte online che si trovano sul web, anche direttamente sul sito Internet della stessa Azienda, oppure potrete adottare un metodo decisamente più tradizionale, limitandovi ad uscire di casa e andando a presentarvi a tutte le attività commerciali di vostro interesse. Siate pronte (anche fisicamente) per il periodo dei saldi!

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portivamente parlando

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LO YOGA

uest’inverno potrebbe essere una buona soluzione, per mantenersi in forma, quella di cominciare a praticare un po’ di yoga.

Nella mente di molti non sarà di certo considerato un vero e proprio sport, forse perché la stragrande maggioranza è convinta che per essere sportivi si debba sudare o sentire l’acido lattico scorrere nelle gambe. Non è così. Lo yoga è un’antica disciplina che si fonda sull’armonia tra corpo, mente e spirito, la stessa parola significa unione nella lingua Sanscrita. Ci si può avvicinare a questa pratica anche se si è un puro principiante e a qualsiasi età. Sarà necessaria tanta pazienza nell’attesa dei risultati ma, siate fiduciosi, che molti ne trarranno grossi benefici. Per poter praticare yoga occorre munirsi di abiti comodi e traspiranti, una stuoia e un asciugamano su cui svolgere gli esercizi e, se qualcuno lo richiede, qualcosa per godervi la fase finale di rilassamento, ad esempio un plaid. Vi consigliamo, almeno i primi tempi, di farvi seguire da un insegnante; potrete andare direttamente alla palestra più vicina a casa vostra, assicurandovi che questa svolga dei corsi in materia. Le lezioni iniziano in genere con una fase di stretching o di rilassamento, per poi proseguire con degli esercizi specifici. È consigliato fare yoga almeno due volte alla settimana, se per voi però non è possibile sappiate che esistono molte pubblicazioni che suggeriscono come praticarlo direttamente a casa vostra. Molti i benefici: si acquisisce una maggiore consapevolezza del proprio corpo, flessibilità, tonificazione muscolare, migliore coordinazione e maggior rilassatezza. Spesso praticare yoga viene consigliato per affrontare lo stress della vita quotidiana, se però non raccogliete i frutti potete aumentare la periodicità degli esercizi; forse vantavate arretrati con il vostro stress. (Alessandro Mercanti)

ILOSOFIA&PSICHE

UN CONSULENTE FILOSOFICO. PERCHÉ NO?

Ma non chiamatelo psicologo

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di Luisa Foti

a filosofia dispensata come una pillola contro ansia, sensi di colpa, quasi fosse una seduta psicoterapica cognitivo-comportamentale o la filosofia come “prendersi cura”, con attenzione e responsabilità? È quest’ultima la mission del consulente filosofico, la nuova figura professionale nata alla fine degli anni ’80 del secolo scorso che, partendo dalla prassi filosofica inaugurata da Eraclito, guarda alla filosofia non come una speculazione fine a se stessa ma come mezzo per cambiare la propria visione del mondo. Il consulente filosofico non è un medico o uno psicologo (guai a dirlo!) ma un filosofo che discute e dialoga con chi lo interroga: non dà soluzioni e non cura le nevrosi ma offre gli strumenti per “mettere in discussione ciò che appare ovvio e naturale, stimola gli interrogativi e nuovi punti di vista, combatte la nostra tendenza ad adagiarci sul pensiero degli altri e sul così detto senso comune”. È quanto afferma su What’s Up Moreno Montinari, filosofo, precisamente consulente filosofico che sulla filosofia come (prendersi) cura ci ha scritto un libro (appunto “La filosofia come cura”, Mursia) che “prova a mettere in evidenza come l’esercizio di questo riposizionamento rispetto alle cose permetta di vederle - e, in alcuni casi, di vedersi - sotto una nuova luce, nella convinzione che questo possa favorire non solo una loro migliore comprensione ma anche un diverso modo di relazionarci ad esse rispetto agli abituali modi di occuparcene o di preoccuparcene. Un modo che, appunto, considero filosofico”. E la domanda sorge spontanea: ma non bastavano gli psicologi? La pratica filosofica non avrebbe nulla a che vedere con la psicologia e i suoi derivati: “La filosofia non si occupa di risolvere i problemi, espressione che mi fa semmai venire in mente Wolf, il personaggio di Pulp Fiction - scherza Montinari -. In tutta onestà - continua - non credo proprio che il mio libro proponga la filosofia come uno strumento per superare i piccoli drammi della vita. Non considero infatti la filosofia uno strumento ma, piuttosto, un modo di guardare alle cose, di più, un modo di viverle”. La filosofia come cura, inoltre, vorrebbe combattere il rischio dell’eccessiva “medicalizzazione” dell’esistenza umana. “È nata quella che Frank Furedy ha definito - spiega il filosofo - un’ideologia della terapia che si consolida diffondendo un senso di vulnerabilità, impotenza e dipendenza che squalifica l’essere umano e, al tempo stesso, lo deresponsabilizza. Sul piano culturale si è venuto a creare un clima per il quale le persone si sentono davvero malate, insicure e sofferenti anche quando non lo sono, cioè anche quando il loro disagio, la loro fatica di vivere, le loro afflizioni non esprimono una patologia ma rispondono ad un fondato principio di realtà. Bisogna ribellarsi all’equazione malessere uguale malattia: a volte questo malessere è sano; non va curato ma compreso, occorre prendersene cura e cercare di capirne il senso. Con una battuta volutamente paradossale - conclude Montanari - potrei dire che tutto questo è… malato”.

PUBLISHING

What’s Up sottotitolo “Il mensile per i giovani scritto dai giovani” (www.uozzap.com). Anno X n. 84 ottobre 2012. Autorizzazione Tribunale di Roma n. 440 del 14/10/2003. Direttore Responsabile Riccardo Severi. In redazione Luisa Foti, Emanuela Brugiotti, Marica Ciraci. Stampa Seregni Roma s. r. l., viale Enrico Ortolani, 00125 Roma. Distribuzione Servizi Editoriali Regionali s.r.l. Via Stadera, 76 Napoli. In copertina: Skin (Foto Stuart Weston), Malika Ayane (foto FLAVIOeFRANK), Raoul Bova. Immagini di questo numero Archivio What’s Up e autori vari riportati in didascalia. Editore HelpSos Soc. Coop. a r. l. Piazza San Giovanni in Laterano 18/b, 00184 Roma tel. e fax +39 06 9003132, +39 345 2366761, contatto Skype: redazione.uozzap. Il materiale pervenutoci non viene restituito. L’editore si riserva di ottemperare a involontarie omissioni. La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 Agosto 1990, n. 250. Chiuso in redazione il 3 ottobre 2012, finito di stampare nel mese di ottobre 2012. Per informazioni redazione@uozzap.com. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è il direttore responsabile. Per esercitare i diritti previsti dal dlgs n. 196/03 ci si può rivolgere alla redazione in Largo Enea Bortolotti 38, 00146 Roma. Comunicazione all’abbonato ai sensi del dlgs 196/2003. I suoi dati (nome cognome indirizzo) presenti nel nostro archivio informatico verranno da noi utilizzati esclusivamente per il rapporto editore-abbonato. Potrà chiederne l’aggiornamento o la cancellazione. Il responsabile del trattamento è: Riccardo Severi.

COLLABORATORI

Emanuela Brugiotti, Massimo Canorro, Marica Ciraci, Ilaria Crestini, Valerio D’Angelo, Elena Del Duca, Jacopo Domenicucci, Luisa Foti, Roberta Isceri, M.L. Kevin, Fabio Melandri, Alessandro Mercanti, Christian Mezeckis, Gabriella Poggioli, Giada Porchera, Mario Relandini, Mauro Scansa, Romeo Scansa, Andrea Severi, Silvia Tempesta, Maria Flavia Vecchio.

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nternational

PROLIFERANO, NEL MONDO, NUOVI MOVIMENTI RELIGIOSI (CHE FANNO TENDENZA) di Valerio D'Angelo

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i pensava che la modernità fosse il trionfo di una cultura totalmente laica e razionalista, e invece l’affermarsi di nuovi culti religiosi smentisce decisamente tale ipotesi. Un recente studio del Beliefs About God Across Time and Countries, curato dal National Opinion Research Center dell’Università di Chicago, ha riscontrato che il numero di credenti religiosi è in calo in tutto il mondo, con le poche eccezioni di Russia, Slovenia e Israele. Tuttavia, a calare è solo la fede nelle religioni “tradizionali”, mentre assistiamo al proliferare di nuovi movimenti religiosi un po’ in tutto il mondo capaci di attrarre migliaia di fedeli, anche tra i più giovani. Il prof. Harvey G.Cox, nel libro Fire from Heaven, evidenzia come ad interessare maggiormente gli individui sia il fatto che le nuove fedi fondano credo e magia, tendendo a privilegiare gli aspetti più “folkloristici” delle religioni tradizionali: i segni, i miracoli e le guarigioni, la demonologia, la fine del mondo ecc. La sfiducia nei confronti della scienza (e soprattutto nella medicina) ha lasciato campo aperto al sacro e alla magia, ma anche la diffidenza di cui si sono circondate le Istituzioni religiose ha contribuito ad una rinascita del sacro sotto altre vesti: non stupisce infatti che un elemento comune alle nuove religioni sia la ricerca della divinità interiore (circa il 54% degli italiani dice di credere ad un “Dio personale”) e l’importanza della rinascita delle potenzialità inespresse dell’uomo, oltre al cosiddetto fenomeno del “credere senza appartenere” (believing without belonging), per cui i fedeli sentono di poter esprimere la propria spiritualità al di fuori delle sedi religiose tradizionali, come le Chiese. Vediamo più da vicino alcune di queste “nuove religioni”.

LE NUOVE SETTE

Il ritorno del sacro passa sempre più frequentemente attraverso l’adesione ai nuovi culti che si collocano al di fuori delle chiese ufficiali, e il loro numero cresce esponenzialmente (circa 1.500 negli U.S.A e quasi 500 in Italia). Tali movimenti propongono il ricorso ad una esperienza “interiore”, un messaggio di salvezza, l'aderenza ad una comunità, insomma un rinnovamento, una trasformazione a livello mondiale delle relazioni individuali e sociali. Che si tratti di una reazione alla razionalità imperante della modernità, alle relazioni sociali sempre più impersonali e a una vita privata spesso avvertita come priva di senso, le sette hanno buon gioco nel proporre un “miglioramento totale” dell’uomo. Minimo comun denominatore è infatti la convinzione che le religioni tradizionali non siano adatte all’uomo moderno e alla sua mentalità scientifica, e che è l’uomo (senza necessariemente negare l’esistenza di un Essere supremo) ad essere il nuovo protagonista del cosmo. Tra le più in voga in Italia citiamo Silva Mind Control, nata a Laredo (Texas) nel 1966, con una sede anche a Torino, e che si basa sulla “tecnica del controllo mentale”. Fellowship of friends, un’associazione americana riconosciuta come religiosa e che si propone “la liberazione e la piena consapevolezza dell'essere”: per adescare i proseliti, inserisce dei segnalibri all'interno delle opere scelte nelle librerie specializzate in testi metafisici di tutto il mondo. Tutti gli adepti devono versare il 10% del reddito e donazioni speciali al fondatore Robert Burton che afferma di essere in contatto con 44 angeli tra cui Gesù, Platone, Goethe e Lincoln. Poi l’Associazione di “Ontopsicologia”: con 500 aderenti, si presenta come una

sorta di psicoterapia non riconosciuta dalla scienza ufficiale, fondata da un pluripregiudicato, ex frate francescano, coniugato con una ex religiosa, anch’essa pluripregiudicata. Non male.

NUOVI MOVIMENTI MAGICI. Vengono divisi a seconda del tipo di esperienza magica che propongono (spiritismo, magia cerimoniale, occultismo, satanismo), o anche del mito fondatore o del periodo storico cui appartengono (movimenti neo-gnostici, neo-pagani, neo-stregonici, neo-templari, ecc). Attualmente, quelli che godono di maggiore influenza sono i movimenti di magia cerimoniale, come l’Ordine Ermetico della Golden Dawn, fiorito in Inghilterra nell’ultimo decennio dell’800, con una notevole influenza sulla vita artistica e letteraria, l’O.T.O. (Ordo Templi Orientis), creato dal celebre mago “nero” inglese, Aleister Crowley (1875-1947), oltre a alcuni movimenti esoterici di tipo neo-gnostico, come quelli che fanno riferimento al mito dei rosacroce. Più conosciuta, la neostregoneria raduna decine di migliaia di fedeli negli U.S.A. con il nome di wicca (termine inglese antico per witchcraft, “stregoneria”), una religione di natura neo-pagana che, a differenza di quanto avviene in Europa, si distanzia nettamente dal satanismo che considera una forma inferiore di protesta anticristiana. Tra i culti di tipo magico rientra appunto anche il satanismo che, nella sua variante “organizzata” (libri, riviste, sedi ecc), conta qualche migliaio di membri in giro per il mondo, ma nella sua variante “selvaggia” (detta anche “acida”, in riferimento all’uso frequente di droghe da parte dei membri) si rivela spesso pericoloso ed è talvolta balzato alle cronache per episodi di violenza carnale e omicidio.

IL NEW AGE. Sicuramente il più consistente (in quanto a numero di fedeli) movimento religioso contemporaneo, è in realtà difficilmente definibile, in quanto non prevede un culto unico, né ha una chiesa o prevede testi sacri; si tratta piuttosto di uno stile di vita, o una “metafora per l'espressione di uno spirito trasformativo e creativo”, come lo definisce David Spangler, uno dei suoi esponenti più autorevoli a livello mondiale. Si propone la rinascita spirituale dell’uomo, nella convinzione che stiamo per entrare in un’epoca nuova (l’Età dell’Acquario), caratterizzata da cambiamento radicali in tutti i settori della vita umana (dalla politica alla società, alla cultura ecc).

IL MESSAGGIO BAHÁ'Í. Si tratta di una religione antichissima, ma “riadattata” ad un pubblico di fedeli occidentali, reinterpretate in chiave New Age. Il messaggio Bahá'í è una variante dell’Islam che afferma che tutte le religioni sono universali, derivanti da un’unico Dio e che la “Grande Pace” sarà instaurata con l'aiuto di Dio e per gli sforzi degli uomini. Il contatto con l’Occidente ha fatto si che i Bahá'í perdessero gli atteggiamenti mistici che derivavano dalla tradizione sciita iraniana. Il Messaggio si contraddistingue per il carattere democratico (della loro organizzazione), umanitario (delle loro iniziative) e la libertà di scelta (ad esempio del coniuge) e, appunto, il rifiuto degli aspetti più intransigenti dell’Islam: fattori che spiegano il successo di questa religione anche tra gli occidentali (5000 fedeli in Occidente).

R IL DOMANI NON MUORE MAI

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orld news di Silvia Tempesta

ROGER MOORE RIVELA: “PICCHIATO DALLE MIE DONNE” Chi l’avrebbe mai detto che il più famoso personaggio Ian Fleming, James Bond, fosse interpretato al cinema da un attore inglese che aveva il vizietto di prendere botte dalle donne? Eppure, è quanto risulta da una recente intervista rilasciata da Roger Moore e ripresa dal The Telegraph. L’ex agente 007 del grande schermo ha raccontato come le prime due mogli lo picchiassero spesso e volentieri. La pattinatrice Doorn Van Steyn, ad esempio, “mi prendeva a pugni e mi ha tirato addosso una teiera”, mentre Dorothy Squires “mi ha spaccato una chitarra in testa”. La seconda consorte avrebbe anche sferrato un pugno a un medico che stava curando una ferita alla mano dell’attore. Moore, ormai ultraottantenne, ricorda però con dolcezza le donne facinorose della sua vita: “Erano delle creature splendide, con un pessimo gusto in fatto di uomini”.

USA: SCOPRE EX FIDANZATO IN SOFFITTA Paura e stupore per Tracy, un’infermiera americana di Rock Hill nel North Carolina e protagonista di un singolare thriller. Avendo percepito dei rumori provenienti dalla soffitta e inviato il nipote in perlustrazione, la donna si è ritrovata di fronte niente di meno che… il suo ex fidanzato di dodici anni fa! L’uomo, appena rilasciato dalla prigione, dimorava di nascosto da oltre due settimane nell’ultimo piano della casa per riscaldarsi e spiare, grazie a una presa d’aria, la sua vecchia “fiamma” che non aveva mai dimenticato. Sorpreso dalla donna e dal nipote, l’intruso è però riuscito a fuggire prima dell’arrivo della polizia. Da allora Tracy ha deciso di cambiare serratura. Lo riferisce la testata Observer.com.

PISTOLA “FERMA CHIACCHIERONI” VINCE L’ignobel priZe Molti mariti faranno a gara per acquistarlo. Si chiama SpeechJammer ed è l’ultimo ritrovato della tecnica contro ogni tipo di chiacchiera molesta. Una vera e propria arma di difesa contro le ciacole che ha fruttato agli inventori, due studenti giapponesi dell’Università di Ochanomizu, il premio IgNobel assegnato ogni anno dalla rivista inglese Annals of improbable research ai brevetti tecnologici più buffi e strampalati.

Ma come funziona SpeechJammer? Nata per aiutare le persone a parlare in pubblico controllando il ritmo della voce, la nuova “pistola” è in realtà un registratore in grado di riprodurre l’audio con una differita di duecento millisecondi e disorientare così l’autore del bla bla bla. Il riconoscimento è stato consegnato da Eric Maskin, vincitore nel 2007 del Premio Nobel per l'Economia. Lo riferisce LaPresse.

GUINNESS: TRASCINA TRENO CON I CAPELLI Cosa accomuna le donne ai treni? Ebbene, entrambi… possono essere presi per i capelli! Lo dimostra un indiano di quarantanove anni che a Siliguri, nel Bengala occidentale, è riuscito ad entrare nel Guinness dei primati trascinando con la sua coda di cavallo una vettura, la famosa “Toy Train” della Darjeeling Himalayan Railway, lunga due metri e mezzo e pesante quaranta tonnellate. Del resto, riferisce l’agenzia LaPress, l’uomo non era nuovo a questo tipo di imprese avendo già utilizzato con successo la sua chioma per trascinare autocarri e autobus.

TRAVESTITO DENUNCIA: TRE ANNI IN CARCERE FEMMINILE Milioni di dollari di risarcimento per tre anni di detenzione in un carcere di donne.

Tanto ha richiesto Karl Brenner, un travestito che era stato assegnato – per errore?

– a un penitenziario femminile dopo la condanna per il furto di una costosa borsetta di pitone. E che ora ha confessato all’emittente americana WSMV TV di essersi pentito di aver nascosto dall’inizio la sua vera identità e definito “un inferno” gli anni di prigionia: “Se sono sopravvissuto, è stato per grazia di Dio. È stato orribile”. In una nota, le autorità carcerarie hanno replicato: “Il nostro obiettivo è sempre quello di alloggiare i prigionieri nell’ambiente meno pericoloso possibile”, lasciando intendere che a Brenner, con quel seno e quelle unghie laccate, poteva anche andargli peggio in un penitenziario maschile.

FINLANDIA, ARRIVA LA CENA IN MINIERA Cenando nel ristorante finlandese di Lohja, impossibile non sentirsi sotto terra. E non a causa della scarsa cucina, ma del locale che si trova a ben ottanta metri sotto il livello del mare, precisamente in una miniera vicino a Helsinki. La novità ha già incontrato un gran successo di pubblico e per le prime dieci serate i tavoli sono stati tutti prenotati. Una cena, comprensiva di quattro portate consumate fra luci blu soffuse, costerà ai buongustai circa centotrenta euro. Secondo lo chef finlandese Timo Linnamaki “è un'idea unica. Qua sotto il lavoro è grandioso, perché siamo totalmente tagliati fuori dal mondo. Niente ci può distrarre dai fornelli”. La miniera, che ha 115 anni, è ancora utilizzata per l’estrazione di calcare e scende fino a una profondità di quasi quattrocento metri.

ISPOSTE ALLA CRISI

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di Jacopo Domenicucci

l costo della vita, misurato dall'indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC), aumenta del 3,2% rispetto all’anno scorso (agosto). L’indice della produzione industriale diminuisce del 7,3% su base annua. Il Pil cala del 2,6% in un anno. Per il 2013 si prevede un tasso di disoccupazione di 11,4 %. Per i giovani tra i 15 e i 24 anni la disoccupazione sale al 36 % ed è record storico. (ISTAT).

La crisi, c’è. E temiamo il futuro. Schiacciati da difficoltà più grandi di noi, l’impressione è che non ne usciamo. Al-dilà dei numeri, è la paura il primo, epidermico, sintomo della crisi, e ne è anche un motore. È per esorcizzarla e provare ad orientarci in tempo di spending review che What’s Up lancia la sua rubrica anticrisi.

Con il contributo letterario dei grandi del passato, e nel presente di chi offre spunti di riflessione, spesso tradotti in azioni concrete, cercheremo gli strumenti per non perderci in territorio di default, attraverso la diagnosi della situazione e la ricerca di una terapia di cura. Per questo numero cominciamo direttamente dal “domani”.

Come disegnare un futuro fuori dalla crisi?

Innanzitutto poggiamo sul comodino un vecchio classico, l’Antigone di Sofocle, per sentire, profondamente, le vibrazioni della parola krisische fanno riflettere. La crisi, lì, è quella che porta alla nascita della politica: è il momento in cui ci si rende

conto che non si può più aderire senza riflessione ai valori che guidavano l’azione, ma bisogna prendere le distanze e accettare la discussione. Forse, riportare a questo modello il momento di difficoltà che attraversiamo può farci superare lo stallo dovuto alla sottomissione della politica al meccanismo economico. Si tratta di far nascere la politica ancora una volta.

Partiamo dunque dall’idea che la crisi è questo momento di rottura di un certo spirito del nostro tempo (costumi, leggi, comuni rappresentazioni, tecniche, saperi) e di apertura al cambiamento.

Se la crisi è l’occasione di portare l’economia sotto il cappello della politica, può essere una risorsa. Ma allora di quale rivolgimento abbiamo bisogno?

Due sono le principali voci che possiamo ascoltare per orientarci verso un cambiamento, che è innanzitutto quello dei valori.

Da un lato ci possiamo voltare verso i grandi impianti etici nati negli ultimi trent’anni.

L’etica del care, sviluppata da Carol Gilligan (In a different voice) e Judith Butler (Giving an account of oneself) e l’etica della responsabilità, nel filone di Hans Jonas, permettono di caricare il soggetto di sollecitudine e di preoccupazione per l’altro. È il modo per pensare un essere in comune, al-dilà dell’individualismo che trova oggi i suoi limiti.

Dall’altro lato, vi sono le lezioni del mondo emergente che propongono modelli di svi-

luppo alternativi. Vandana Shiva, con il suo movimento Navdanya Movement che lotta per la Democrazia della Terra, solleva il problema della gestione dei beni comuni e il 1° ottobre scorso, al “Bhoomi, the earth festival”, ha avanzato delle proposte per un’economia politica della natura, basata sul ciclo biologico. Preceduto dalle sue teorie, arriva fra poco in Italia l’inventore del microcredito e Nobel per Pace, Muhammad Yunus, che annuncia l’istituzione di un centro di economia sociale a Milano, nuovo hub del social business europeo (nella cornice dell’Expo 2015).

Nella loro diversità, questi approcci che tentano di disegnare un mondo senza crisi hanno in comune un’idea chiave, quella della condivisione. Condivisione di una condizione umana, condivisione del rischio, condivisione dei beni comuni, condivisione della ricchezza. Se il singolo è in crisi, domani (forse) sarà il gruppo a farcela.

Sul campo, l’esperienza di quest’idea possiamo immaginarla seguendo la giornalista Roberta Carlini nel suo viaggio attraverso le realtà italiana dell’economia della solidarietà, “L’economia del noi – l’Italia che condivide” (Edizioni Laterza, 2011). Le community di free software, un gruppo di microcredito a Firenze, il cohousing a Milano, il coworking, altrettanti tentativi italiani di portare, con un po’ di coraggio, quel domani della condivisione nel presente. Sono i nostri 007 anticrisi.

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INEMA E SPETTACOLO

“APPARTAMENTO AD ATENE”

(REGIA DI RUGGERO DIPAOLA) HHHHI

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di Maria Flavia Vecchio

ratto dall’omonimo bestseller di Glenway Wescott, Appartamento ad Atene narra le vicende della famiglia Helianos che, in pieno secondo conflitto mondiale, deve ospitare il generale tedesco Kalter nel Foto di Emanuela Scarpa proprio appartamento. Uomo metodico e crudele, il generale rivoluziona le vite di una famiglia per bene, editori un tempo benestanti, ma a cui la guerra ha tolto tutto: un figlio, il benessere, la libertà.

Si assoggettano ad un padrone di cui non potranno più fare a meno. Quando Kalter parte per la Germania, la sua presenza aleggia tra le mura dell’appartamento. Tornato sconvolto da vicende che lo colpiscono in prima persona, per gli Helianos il sollievo è ancora più grande. Ma è solo la quiete prima della tempesta: basterà un’offesa contro il Führer a scatenare un’agghiacciante vendetta. Ottime le interpretazioni dei quattro protagonisti (Laura Morante nel ruolo di Zoe Helianos, Gerasimos Skiadaresis in quello di Nikolas Helianos e i piccoli interpreti di Alexandros e Leda Helianos) che rendono maggiormente realistico un film delicato e struggente.

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ome fare a spiegare a un trentenne che non è più un bambino? Una domanda che si pongono milioni di donne nel mondo, a cui Seth Macfarlane ha tentato di dare una risposta, seppur poco convincente. Il regista dei Griffin si cimenta in una animation-comedy che porta sul grande schermo Jhon, trentenne affetto dalla sindrome di Peter Pan, che decide di riportare in vita il suo orsacchiotto di peluche dell’infanzia, Ted. Con lui la regressione è in discesa: il lavoro va male e i due passano intere giornate a bere birra e fumare erba. Lori, fidanzata di Jhon, è esasperata e non sa più cosa fare per riportare la situazione alla normalità. Sarà proprio Ted, dapprima riluttante a lasciare il suo amico Jhon, a fargli capire che è arrivato il momento di crescere.

Un riconoscibilissimo tocco umoristico alla Griffin, per un film che nasconde la carenza della trama dietro fiumi di alcool, fumo e allusioni sessuali. (Maria Flavia Vecchio)

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THE GREATEST MOVIE EVER SOLD (REGIA DI OLIVER MARCHAL)

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(REGIA DI BRIAN KLUGMAN E LEE STERNTHAL)

(REGIA DI SETH MACFARLANE)

prossimamente… forse… in Italia

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ory Jansen (Bradley Cooper) è un giovane scrittore che entra in possesso di un breve manoscritto risalente alla Parigi del secondo dopoguerra. Decide di trascriverlo e di farlo suo e, all’improvviso, arriva il successo. The Words è subito un caso letterario che fa cadere il mondo ai piedi di Rory. Ora è un uomo che ha tutto, il successo, una vita invidiabile, una moglie devota (Zoë Saldana). Ma a quale prezzo? Spunta nella vita di Rory un Vecchio che dice di aver scritto egli stesso la storia di The Words, mettendo in discussione le scelte morali del ragazzo. Ha rubato il successo con un lavoro che non è suo? È questa la domanda che assilla Rory, giovane amante delle parole che non ha mai avuto alcun’altra ambizione se non quella di essere speciale e di non lasciarsi mai scorrere inerme la vita tra le dita. Ma parliamo di un racconto nel racconto, Rory stesso è prodotto della fantasia. Dietro tutto ciò si cela una celebrità letteraria realmente esistente, Clay Hammond (Dennis Quaid).

Dalla trama complessa, The Words è un film ben curato nella regia e nella sceneggiatura, frutto di undici anni di lavoro, ben visibili dato l’ottimo risultato.

(Maria Flavia Vecchio)

’ AL CINEMA? UARDA UN PO’ CHI c’e...

RAOUL BOVA “viva l’italia”

di Fabio Melandri

organ Spurlock, dopo essere sopravvissuto alla dieta McDonald’s (Super Size Me) ed aver dato la caccia ad Osama Bin Laden (Che fine ha fatto Osama Bin Laden) ha deciso di girare un film dal titolo ambiziosamente pomposo: The Greatest Movie Ever Sold.

Al tempo di una crisi che colpisce ogni settore, anche girare un film diventa sempre più complicato; non solo nel cinema indipendente in cui il buon Morgan si muove, ma anche nella Hollywood dei kolossal. Cosa rende un film – bello o brutto che sia, non importa – in un blockbuster? Il marketing... bellezza!

Ecco quindi il Nostro andare alla ricerca di improbabili ma reali sponsor (come uno shampoo adatto sia per gli uomini che per i cavalli... Mane's Tale) a cui vendere il proprio film per raccogliere quel milione e mezzo di dollari che gli permetterebbe di realizzarlo e distribuirlo nei cinema. Ecco intervistare il guru del mondo pubblicitario e commerciale americano svelando come si costruisce una vincente campagna promozionale e come convincere gli sponsor (in epoca di legalizzazione della pubblicità sugli schermi con il product placement) a partecipare all'avventura.

Su questa ricerca, Spurlock in un esempio di grottesco metacinema degno di una sequenza di Balle Spaziali dell'ex genio Mel Brooks in cui Casco Nero per scoprire dove si nascondevano i suoi nemici inizia a visionare il DVD pirata dello stesso film, costruisce il suo ultimo provocatorio documentario.

Se vuoi scoprire come funziona oggi l'industria cinematografica americana, ma non solo, The Greatest Movie Ever Sold te lo spiega meglio di un manuale di markenting di Philip Kotler con lo stile sarcastico, irriverente e paraculistico a cui Spurlock ci ha da sempre abituati.

“THE WORDS”

“TED”

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Emanuela Brugiotti

iva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare, l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare, l'Italia metà giardino e metà galera, viva l'Italia, l'Italia tutta intera...” così cantava De Gregori nel 1979, e “Viva l’Italia” è anche il titolo della commedia - sul grande schermo dal 26 ottobre - del regista Massimiliano Bruno, che dopo il successo di “Nessuno mi può giudicare” torna con particolare tempismo a mostrare il lato molto noto dell’“Italia porchereccia e dei congiuntivi sbagliati”, come lui stesso la definisce. Ce lo guardiamo al cinema con uno dei protagonisti, Raoul Bova…

Ciao Raoul, che ci compriamo da sgranocchiare prima di entrare in sala?

Assolutamente Pop Corn!

Eccoti finalmente sullo schermo. Che effetto ti fai nei panni di un medico senza macchia (Riccardo, uno dei tre figli del politico Michele Spagnolo, interpretato da Michele Placido)?

Il mio personaggio è un medico molto impegnato, deciso e sereno nel suo mestiere, rappresenta l’opposto di suo padre e dei suoi fratelli, rispetto ai quali va decisamente controcorrente. Si è fatto da solo, non ha mai accettato raccomandazioni, vuole guadagnarsi la vita, è un tipo tendenzialmente di sinistra ma detesta chi parla a vanvera senza impegnarsi direttamente sul campo.

Una specie di extraterrestre col camice bianco?

Riccardo fronteggia i familiari e anche durante le sue giornate di lavoro si scontra con le grosse la-

cune della sanità negli ospedali, cerca di far funzionare una struttura pubblica che secondo lui è comunque molto valida, nonostante i continui boicottaggi più o meno sotterranei a beneficio di quella privata. Si mette dalla parte di cittadini che pagano le tasse e darà vita ad una dura battaglia a fianco dei suoi pazienti sino ad un colpo di scena finale.

Wow. Viva l’Italia! C’è speranza di tornare a fare politica per la gente e non per interesse personale?

Credo sia una speranza che tutti ci auguriamo si possa realizzare!

Un momento di pausa, vado al bar. Che ti porto?

Ancora Pop Corn!

Michele Spagnolo, dopo un ictus, diventa persino promotore di un nuovo articolo della Costituzione italiana che sancisca il diritto di ogni cittadino a conoscere la verità. Cominciamo a raccogliere le firme?

Dove devo firmare?

Nel film tu e i tuoi fratelli Susanna (Ambra Angiolini) e Valerio (Alessandro Gasmann) non vi sopportate proprio… Sul set, invece, com’è andata?

Conoscevo già da tempo Ambra e tra noi è nata una grande intesa. È bravissima, si impegna molto nella fase creativa, è disciplinata e concentrata. Credo che dimostrerà presto ancora meglio il suo talento attraverso altri personaggi notevoli.

Alessandro Gasmann? È il vostro primo lavoro insieme…

Non aveva e non ha niente da dimostrare, ho grandissima stima verso di lui, ma non c’era mai stata finora l’occasione di recitare insieme in un progetto giusto su cui puntare, nonostante avessimo da tempo lo stesso agente, Cristiano Cucchini. Ce l’eravamo ripromesso almeno da 15 anni.

Meglio tardi che mai, allora. E invece Michele Placido?

Avevo già recitato una volta con lui in occasione delle riprese de “La lupa”, ma poi come spesso accade ci siamo un po’ persi di vista, fino a quando l’anno scorso mi ha proposto un bel ruolo in un film che ha diretto in Francia con Daniel Auteuil protagonista, “Le guetteur”. Purtroppo ero già impegnato su un altro set e ho dovuto a malincuore rinunciare a questa opportunità.

Anche con Michele si è cementata sul set una bellissima intesa, lo stimo immensamente.

Un momento durante le riprese che ti resterà impresso?

L’ultimo giorno c’era una ripresa finale con cui Massimiliano ha voluto filmare l’intera troupe tecnica, e a quel punto mi sono improvvisato io cameraman per riprendere tutti gli altri a tempo di musica. Abbiamo tutti fatto parte di un gruppo molto coeso, lavorando sodo ma con grande divertimento, leggerezza e armonia. Penso ad esempio a Placido e al suo personaggio sopra le righe o a Gassman che in una scena mi invita a mettergli il dito nel naso...

Film finito. Coming soon, andiamo al cinema. Ora che il tuo l’abbiamo visto, che ci vediamo?

Aspettiamo “Buongiorno Papà’”, per la regia di Edoardo Leo.

L’

INTERVISTA

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RABBIA, POLITICA E ROCK'N'ROLL. IL RITORNO DEGLI

SKUNK ANANSIE

Skin: “il movimento occupy? anche io ora faccio parte dell'1% di privilegiati, e non penso di dovermi sentire in colpa per questo. il problema non è il denaro, ma l'uso che se ne fa”

L

di Gabriella Poggioli

i avevamo lasciati due anni fa, raggianti per il successo del primo disco post reunion, Wonderlustre. Nel frattempo è successo di tutto: crisi economica, Occupy e Indignados, fino alla guerriglia urbana nel cuore di Londra.

Mentre il mondo colava a picco, gli Skunk Anansie non sono rimasti a guardare.

Il risultato è un album nuovo, Black Traffic, prodotto da Chris Sheldon (Foo Fighters) e registrato tra Londra e Los Angeles: 11 canzoni decisamente politiche in cui Skin, Ace, Cass e Mark Richardson danno voce e sonorità hard rock alla rabbia e alla disillusione del presente.

Bentornati su What's Up! Due anni fa Cass ci aveva detto: “Se vi piacciono i draghi e gli unicorni, non comprate Wonderlustre”. Ora a chi è sconsigliato l'acquisto di Black Traffic?

(Ace) A nessuno! Tutti dovrebbero ascoltarlo!

(Skin) In realtà, con i draghi e gli unicorni continuiamo ad avere qualche problema... (ridono) (Ace) Il bello di Black Traffic è che si tratta di un disco trasversale, proprio come noi. Gli Skunk Anansie non sono mai stati facilmente “inscatolabili”: abbiamo sempre fatto la musica che di volta in volta ci piaceva. Però ci riconosci subito, perché la nostra identità è molto forte: siamo potenza e passione.

Com’è nato il titolo?

(Skin) È saltato fuori l’anno scorso, durante una delle nostre infinite discussioni in studio di registrazione. Parlavamo di quello che stava accadendo nel mondo: la crisi finanziaria, Occupy Wall Street… Ma anche a casa nostra: erano i giorni in cui la rivolta cominciava a esplodere per le strade di Londra. Tutte queste cose insieme ci hanno dato l'idea che ci sia qualcosa in movimento nell'ombra: un gruppo di poche persone con il potere di manipolare la realtà. Un “traffico oscuro”, appunto, nascosto sotto la superficie visibile alla gente comune.

Che cosa pensate del movimento Occupy?

(Skin) Tutto il bene possibile, ovviamente. Ma con una premessa.

Cioè?

(Skin) Come tutti gli slogan, anche il messaggio “Siamo il 99%” è troppo semplicistico. Io sono cresciuta con poco o niente ma, grazie al mio mestiere, ora faccio parte dell'1% di privilegiati e non penso di dovermi sentire in colpa per questo: non sono certo un’avida corporation! E come me anche Ace, Cass, Mark e molti altri artisti che sostengono il movimento… persino Nelson Mandela è un privilegiato. Il problema non è il denaro, ma l'uso che se ne fa. Detto questo, il movimento Occupy ha una lunghissima serie di meriti.

Quali?

(Skin) Per prima cosa, ha costretto le persone ad alzare gli occhi dal proprio ombelico per cominciare a interessarsi di finanza e di politica. Hanno dovuto imparare qualche nozione base di economia, materia di cui in genere si sa ben poco, ma che secondo me dovrebbe essere insegnata fin dalla scuola elementare.

(Ace) Insieme alla cucina...

(Skin) Esatto, perché anche trovare qualcuno che sappia cucinare bene dalle nostre parti è piuttosto difficile! (ridono) Che altro?

(Skin) La capacità di convertire la rabbia in energia positiva. La gente sta vivendo situazioni terribili e i governi sembrano incapaci di prestare orecchio a questa insoddisfazione. Si rischia quello che è successo da noi a Londra un anno fa: che

la rabbia esploda e si trasformi in violenza di strada. Con Occupy questo è stato evitato: le sue varie piazze in America e nel mondo sono una specie di franchising dello spirito costruttivo.

Recentemente Foto Stuart Weston anche la musica ha innescato la protesta: che effetto vi ha fatto il processo e la condanna delle Pussy Riot?

(Skin) Quelle tre ragazze sono state maledettamente coraggiose! Nonostante la condanna, credo che abbiano già segnato un punto decisivo: accendere i riflettori dell'opinione pubblica internazionale sull'azione di Putin in Russia come mai era successo prima. E tutto questo con una canzone! Ora c'è solo da augurarsi che l'attenzione del mondo non si spenga fino alla loro liberazione.

Black Traffic è il primo lavoro pubblicato dalla vostra etichetta indipendente...

(Ace) Si tratta più che altro di un'emancipazione dal marketing: dal modo in cui la musica viene consumata, comprata, venduta. Per prendere il controllo della situazione, però, bisogna avere risorse finanziarie e conoscenze adeguate. Noi siamo nel business musicale ormai da 18 anni, abbiamo fatto un sacco di dischi e con il successo di Wonderlustreci siamo resi conto di potercela cavare da soli.

Abbiamo investito tutti i guadagni dei festival dell'anno scorso. Ci siamo presi dei rischi, ma finalmente possiamo costruirci il nostro futuro come vogliamo.

Un progetto costruito su misura per voi o aperto anche ad altri artisti?

(Skin) La nostra etichetta è ancora troppo giovane, ha solo quattro mesi. Quando metti un artista sotto contratto, devi essere sicuro di poterlo seguire in tutto, hai una vita e una carriera tra le mani. Per ora è presto... ma per i prossimi anni niente è escluso.

Skin, l'ultima volta che ci siamo incontrati ci avevi parlato del progetto di un tuo disco elettronico. Che fine ha fatto?

Ci sto ancora lavorando! (ride) Gli Skunk Anansie mi portano via gran parte del tempo, il resto lo passo in giro come dj. È stato un periodo molto intenso anche per altri motivi: sono tornata a vivere in Inghilterra, ho messo su casa... e finalmente mi sono sposata! (con la compagna Cristiana, n.d.r.). Il disco uscirà, lo prometto, ma non subito, ci vorrà un anno, due al massimo.

Nell'attesa, ci rivediamo ai vostri prossimi concerti! Che cosa dobbiamo aspettarci dal tour di Black Traffic?

(Skin) Uno show completamente nuovo, con una produzione molto superiore ai nostri soliti live: faremo cose che non abbiamo mai fatto prima.

(Ace) Niente atterraggi di astronavi, però, né fumo, esplosioni o cascate di fuoco! (ridono) (Skin) No, niente di tutto questo. E adesso, per togliervi la curiosità, dovete per forza venire a vederci!

emergenti TEODOR VON BURG MATEMATICO di Roberta Isceri

“M

ia madre notò il mio talento quando avevo circa 3-4 anni: mi dava quotidianamente problemi di matematica facili da risolvere, stupendosi che non avevo alcuna difficoltà. Quindi la mia potrebbe essere un’inclinazione naturale, perché chiunque può dirsi inclinato verso qualcosa che riesce a fare facilmente. Tuttavia, da quando sono entrato più profondamente nel mondo della matematica, l’ho trovata incredibilmente interessante e coinvolgente ed è diventata la mia passione”. A parlare è Teodor von Burg, diciannovenne di Belgrado. Piccolo particolare: ha appena raggiunto il primo posto tra i medagliati di tutti i tempi (la Hall of Fame) alle Olimpiadi Internazionali di Matematica, che si sono svolte lo scorso luglio a Mar de Plata, in Argentina. Teodor ha iniziato a competere già ai tempi delle elementari, partecipando, in tutto, a sei edizioni delle Olimpiadi. Così da avere più possibilità, afferma lui, di battere il record.

Cosa che ha fatto. Ma tiene a precisare che la IMO (International Mathematical Olympiad) Hall of Fame “registra solo il numero di medaglie vinte e non i punti ottenuti”. E che “no, non mi sento affatto un genio”.

Fatto sta che sembrerebbe esserlo.

“Non mi sono mai sentito molto diverso. Era il comportamento degli insegnanti, dei bambini intorno a me e dei loro genitori che mi dimostravano l’esistenza della diversità. Io non ho nessun problema nell’accettare gli altri; è più difficile per gli altri accettare me. Si dice che chi si piglia si assomiglia: a Oxford ci sono tanti giovani matematici, per cui la mia diversità non mi preoccupa più”.

Perché la maggior parte di noi odia i numeri? “Questo è un fatto molto triste. Mi ricordo che in quarta elementare i problemi di matematica che mi davano a scuola erano fastidiosamente tristi e noiosi, rispetto a quelli accattivanti che mi dava il mio insegnante privato a casa. Quindi direi che non c’è nulla di sbagliato nella matematica o nelle persone ma ci deve essere qualcosa di sbagliato nei programmi scolastici”. Parole consolatorie per chi, come molti di noi, sa a malapena la tabellina del 3. E chi poteva ringraziare, per il suo talento, oltre al suo professore di riferimento all’Università di Belgrado, Vladimir Jankovic? “Mia madre, che ha affidato i miei talenti a insegnanti privati sin dalla più tenera età. Va da sé che sono stato aiutato anche dall’esercizio quotidiano”.

Esercizi anche di taekwondo, di cui è grande appassionato.

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BORSE E SCARPE

Carpisa

TUTTE LE TENDENZE PER IL PROSSIMO AUTUNNO/INVERNO servizio di Ilaria Crestini

più sofisticate con punta sottile e tacco a stiletto, a quelle che la adnella versione che ricorda la vecchia postina, dolciscono nella punta rendendola arrotondata alla bébé. Per con fibbie e tasche nel pannello anteriore, vinScarpe: nessun must, ma questo modello, più che per gli altri, bisogna puntare sul colore cente soprattutto nei colori fluo. Di media dilargo alle rifiniture o sulla particolarità del pellame. mensione e pratica per il giorno, è perfetta per Bagatt le amanti dello stile casual ma di tendenza.

Per il tempo libero e gli stili più casual abbondano i modelli flat Se volessimo descrivere tutte le proposte che il In alternativa lo stesso modello potrete sceche vedono come new entry prepotente il modello slippers, ovvero quello Bagatt prossimo autunno inverno è pronto ad offrirci in fatto glierlo in tantissime altre varianti: da quello con la cache ricorda la pantofola. Perfette per interpretare lo stile preppy già visto di scarpe non potremmo che farne un lungo elenco. tena, più bon ton e femminile, a quello la scorsa estate, sono l'ideale per sostituire le ballerine ed agDeliziando tutte coloro che ne vantano una piccola ricoperto di studs, adatto a tutte coloro che collezione, la buona notizia è che non ci sono mo- Cafè Noir giungere un toccofashion ai look più classici con i quali si sposano amano caricare il proprio look con dettagli perfettamente.Alternativa sempre valida restano le stringate a tacco delli che restano esclusi e, a rendere il tutto ancora rock. basso da indossare dal jeans risvoltato sul fondo, al classico panpiù interessante, c'è la sorpresa di dettagli e finiture Da portare anch'essa a spalla si riconferma l'intramontabile shopping che arricchiscono e rendono ancora più speciale talone dal taglio maschile, daglishort ai leggins. bag che troverete in forme geometriche ed essenziali in pelle con ogni modello. Vediamoli nel dettaglio.

Per le sneakers, la novità è quella che le vuole alla caviglia JANET & JANET Lavand United Colors taglio a vivo o più strutturata, arricchita da Tra influenze retro che propongono sia tacchi larghi of Benetton con la zeppa nascosta all'interno. Da portare come un booty, sono ideali charm, dettagli metallici e zip laterali. e a cono, per stivali e décolleté, siaplateau, che raggiungono alper rendere più ricercato il look più basic e sportivo. Per le amanti dello Belle ma mai troppo pratiche,bustee potezze davvero importanti, non sarà difficile trovare la comodità stile rockettaro non mancano poi i modelli che le vedono proposte in vernice chette, ormai sdoganate anche per il anche su tacchi ben oltre i dieci centimetri. Accettate però un nera e fondo spesso in gomma, reminiscenza degli anni '80. r i No giorno, sono proposte in formati medioCafè consiglio: cedete alla seduzione di modelli più estrosi.

Sui colori vince il viola accompagnato da tocchi di rosso, sia vivo che spento nei JANET & grandi e si accompagnano spesso a frange, catene e Davvero importante resta la proposta di booty, gli stivaletti appena JANET toni del bordeaux, il verde bosco, il grigio, il caramello, il blu e l'immannappine. sopra la caviglia che, per l'ennesima stagione, si confermano escabile nero. Le fantasie sono in gran parte quelle animalier Dal sapore retrò ma perfetta per sostituire l'ormai inflazionasere uno dei modelli di punta. Perfetti con leggins e pantaloni ultra skinny, sono con il maculato ed il pitonato proposti in colori caldi perFornarina fetti per la stagione. tissimo bauletto è la doctor bag che, protagonista delle pasproposti sia bassi e senza tacco, in stilebiker, che nelle versioni più futuristiche con serelle, ben si sposa con lookche si ispirano al passato la zeppa che occupa tutta la suola o solo metà risalendo da lì al tallone Ad arricchire ogni modello troverete cristalli, borchie, studs, fiocchi, ma guardano al futuro. Rigide e capienti possono essere in unasilhouette sinuosa.Aprima vista sembrano più un oggetto di design dettagli metallici erouches, ideali per rivisitare la stessa calzatura utili a tutte coloro che scelgono di portarsi dietro molto che calzature, ma c'è chi è pronta a giurare siano anche comode da inin chiave romantica, rockettara, fashion o grunge. più che lo stretto necessario. dossare.

Borse, l’anno della tracolla Per la sera, inutile dirlo, vincono le clutch. Piccole, Per le décolleté convivono tutte le tendenze: da quelle che le vogliono Replay Rilanciata ed adottata piacevolmente da ragazze di tutte le età, Furla spesso piccolissime, sono da scegliere come sempre in tinte si conferma vincente latracolla. Il modello di punta è quello che la propone metal, pellami pregiati, o ricoperte di cristalli.

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Pepe Jeans

rt&the city

KAHN & SELESNICK:

UN MONDO MIGLIORE È POSSIBILE. SU MARTE di Gabriella Poggioli

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e il 6 agosto scorso l'atterraggio del rover Curiosity su Marte ha fatto volare l’immaginazione collettiva verso una prossima spedizione di uomini sul pianeta rosso, è comunque probabile che nessuno si sia spinto a figurarsela come i fotografi Nicholas Kahn e Richard Selesnick (www.kahnselesnick.com).

I loro fotomontaggi descrivono un paesaggio marziano abitato da una coppia di donne chiuse in rigorose tute spaziali, ritratte a passeggio tra rovine tecnologiche o pseudo-romane, mentre si arrampicano stoicamente su ripide formazioni rocciose o impegnate a dare alla luce un bambino.

Questa avventura della fantasia è cominciata nel 2006, durante l’esposizione della loro precedente serie dedicata alla Luna, Apollo Prophecies. Un’occasione senz’altro singolare, ma non del tutto improbabile, per essere avvicinati da un addetto stampa della NASA, Bert Ulrich: “Ci ha rivelato che la prossima meta dell’esplorazione spaziale sarebbe stata Marte e ci ha proposto la commissione di un paesaggio”, ha raccontato Kahn in una recente intervista rilasciata all’edizione americana di Wired.

“E come fai a dire di no al governo?”.

In effetti. Ulrich ha indirizzato Kahn e Selesnick verso un mosaico di fotografie ad alta risoluzione scattate dai rover marziani Spirit e Opportunity, capace di accendere nelle loro menti un intero mondo di fantasia. Con una prima scintilla indimenticabile: una veduta del Mare Clessidra. È nato così il progetto Adrift On The Hourglass Sea, una stupefacente combinazione di immagini extra-terrestri con scorci mozzafiato della regione di Pyramid Lake, in Nevada, la desolazione di sabbia e roccia rossa dello Utah meridionale e le illustrazioni sci-fi di Chesley Bonestell. E con un auspicio.“Credo che la Terra non si sarebbe avviata lungo il suo attuale cammino verso la distruzione se fosse stata governata dalle donne”, ha affermato Kahn. “Così abbiamo deciso di dare un po’ di speranza almeno a Marte popolandolo solo di due figure femminili, il cui obiettivo principale non consiste nella conquista del pia-

neta o nello sfruttamento delle sue risorse naturali. Il loro fine è più alto: portare la vita in un mondo morente, con una nascita che apparentemente non prevede il contributo maschile. Ciò ha conferito un aspetto utopico all’ambiente oscuro e decadente che abbiamo creato: una specie di dolce contrappeso”.

E mentre il rover Curiosity prosegue le sue indagini marziane, anche Kahn e Selesnick hanno in programma di continuare il progetto fotografico trasformandolo in un libro.“È difficile descrivere l'intensità dell'esperienza di lavorare giorno dopo giorno su immagini provenienti da Marte”, ha confessato Selesnick. “Spesso mi sorprendo ad avere di nostalgia di quei luoghi, della loro magia.

Come se ci fossi stato davvero”.

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1. Kahn & Selesnick, Abandoned Oxygen Field (Arabia Terra) 2. Kahn & Selesnick, Bellona (Eden Planitia) 3. Kahn & Selesnick, Cave (Chloë, Arsia Silva) 4. Kahn & Selesnick, Constellation Matrix (Lucus Feronia) 5. Kahn & Selesnick, Dust Storm (The Blue Scorpion) 6. Kahn & Selesnick, Janus/Symbiosis (Jani Fretum) 7. Kahn & Selesnick, Journey to Erebus Mons 8. Kahn & Selesnick, Memento mori (Erebus Montes)