Dicembre 2016 buono

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Sulle orme di Dante Ferretti: intervista allo scenografo e costumista Roberto Conforti

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staff La testata fruisce dei contributi statali di cui alla legge 7 agosto 1990, numero 250 e successive modificazione. Testata iscritta nella sezione per la stampa ed informazione del tribunale

Cinema

City-est Fondazione Cinema per Roma European film Awards con le star del cinema Golden globes 2017, ecco tutte le nomination ...

di Roma in data 14.10.2003 al n.440/2006

DIRETTORE RESPONSABILE Vittorio Zenardi IN REDAZIONE Dorotea De Vito Ugo Rossolillo CONTATTI Website: www.whatsupmagazine.it E-mail: dora.devito@whatsupmagazine.it ugo.rossolillo@whatsupmagazine.it redazione@whatsupmagazine.it vittorio.zenardi@whatsupmagazine.it Stampa: Digitale EDITORE Helpsos soc. Coop. P.zza di San Giovanni in Laterano 18/B 00184 Roma PEC: Helpsos@legalmail.it +39 0664764665

Intervista Sulle orme di Dante Ferretti: La strada interiore, la vera via per il successo

Libri Presentazione del libro “codice scriba” di Sergio Fanucci

Teatro To be or not to be Roger Bernat al Teatro India di Roma Aminta, S’ei piace ei lice al Teatro India di Roma ...

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Lavoro e formazione I giovani italiani puntano sulla formazione continua

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Serie tv Ecco le serie tv più amate del 2016 secondo imdb

Viaggi e turismo Ecco come l’innovazione tecnologica cambia il mondo dei viaggi

Musica An Italian Tale: suggestioni d’altri tempi per il nuovo album di Antonio Cicero e Luciano Troja

Arte Mario Greco da Carlopoli, il fotografo che ri-scatta a Sua Terra - La Calabria

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cinema CityFest Fondazione Cinema per Roma, Masterclass con il regista M. Night Shyamalan Il regista M. Night Shyamalan, autore di alcuni dei più importanti e sorprendenti successi cinematografici degli ultimi venti anni (Il Sesto Senso, candidato a sei Oscar®, Unbreakable – Il Predestinato, Signs), sarà protagonista di una masterclass con il pubblico che si svolgerà giovedì 15 dicembre alle ore 19.30 presso il Multisala Barberini (Piazza Barberini 24/26, Roma). Presenterà inoltre l’anteprima della sua ultima opera, il thriller psicologico Split. L’evento – che rientra nel programma di CityFest, il contenitore di attività culturali della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis – è curato da Mario Sesti in collaborazione con Universal Pictures International Italy. Considerato dalla critica come l’erede di Steven Spielberg, M. Night Shyamalan, dialogando con Mario Sesti e con il pubblico, parlerà del suo ultimo film, il thriller psicologico Split, e del suo cinema fatto di raffinata tensione, atmosfere sovrannaturali e avvolgente mistero. Prima dell’incontro, infatti, gli spettatori avranno l’opportunità di assistere all’anteprima del nuovo lavoro firmato dal cineasta indiano che sarà proiettato in lingua originale con sottotitoli e uscirà nelle sale italiane il 26 gennaio 2017. Con Split, che arriva dopo il grande successo di The Visit dello scorso anno, M. Night Shyamalan rinnova il sodalizio con il produttore Jason Blum (La notte del giudizio, la serie Insidious, The Gift): il film esplora i misteriosi meandri della mente dotata, ma frammentata, di Kevin, interpretato dall’attore candidato ai Golden Globe, James McAvoy (Espiazione, L’ultimo re di Scozia, la serie “X-Men”). L’evento è a ingresso gratuito previo ritiro di un coupon (massimo due a persona) che sarà disponibile il giorno dell’evento presso il Multisala Barberini a partire dalle ore 17.30. SINOSSI SPLIT di M. Night Shyamalan, Stati Uniti, 2017, 116’ Cast: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Haley Lu Richardson, Jessica Sula, Betty Buckley, Kim Director Sebbene Kevin (James McAvoy) abbia mostrato alla sua psichiatra di fiducia, la dottoressa Fletcher (Betty Buckley), ben 23 personalità, ne resta una ancora non manifesta, ma destinata a materializzarsi e a prendere il sopravvento su tutte le altre. Spinto a rapire tre adolescenti guidate dalla combattiva Casey (Anya Taylor-Joy, The Witch), Kevin ingaggia una guerra per la sopravvivenza tra tutte le personalità che convivono in lui, ma anche con chiunque gli stia intorno, mentre le barriere delle sue varie personalità cominciano frantumarsi. Per Split, Shyamalan e Blum hanno ricostituito il team di The Visit, con il produttore Marc Bienstock e i produttori esecutivi Ashwin Rajan e Steven Schneider. Giovedì 15 dicembre ore 19.30 Multisala Barberini (Piazza Barberini 24/26, Roma) Proiezione di Split di M. Night Shyamalan Masterclass con M. Night Shyamalan VITTORIO ZENARDI

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cinema European Film Awards con le star del cinema di tutta Europa

Tra soli due giorni registi europei, membri dell’EFA, ospiti, nominati e vincitori si riuniranno per celebrare il cinema europeo al suo meglio in occasione della 29ma edizione degli European Film Awards a Wrocław, Capitale Europea della Cultura 2016. L’edizione di quest’anno della cerimonia di premiazione sarà celebrata al National Forum of Music (NFM) di Wroclaw, progettato da Kuryłowicz & Associates, un edificio multifunzionale che comprende una sala per concerti con 1800 posti a sedere tra platea, anfiteatro, coro e tre balconate. Ad annunciare e presentare i vincitori nelle 22 categorie degli European Film Awards saranno le attrici Veerle Baetens (Belgio), Cécile de France (Belgio), Aistė Diržiūtė (Lituania), Malin Levanon (Svezia), Pilar Lopez de Ayala (Spagna), Ángela Molina (Spagna), Maja Ostaszewska (Polonia), Ludivine Sagnier (Francia) e Kasia Smutniak (Polonia) e dai loro colleghi Numan Acar (Germania), Carlos Areces (Spagna), Liam Cunningham (Irlanda), Marwan Kenzari (Olanda), Daniel Olbrychski (Polonia) e Tom Wlaschiha (Germania). Saranno raggiunti sul palco da Wim Wenders, Presidente dell’European Film Academy, dai registi Susanne Bier (Danimarca), Volker Schlöndorff (Germania) e Małgorzata Szumowska (Polonia), e dal leggendario compositore polacco Zbigniew Preisner. La cerimonia prevede inoltre la presenza del compositore irlandese Stephen Rennicks, dell’attrice spagnola Adriana Ugarte, e degli attori Christian Berkel (Germania), Dave Johns (UK) e Trystan Pütter (Germania) in veste di “padrini” dei titoli nominati per la categoria “Film Europeo”. Pierce Brosnan riceverà il premio Contributo Europeo al Cinema Mondiale, Jean-Claude Carrière il Premio alla Carriera e Leontine Peti il Premio Co-Produzione Europea 2016 – Prix EURIMAGES. Tra gli ospiti della cerimonia ci saranno anche lo scenografo Benoît Barouh (Francia), il sound designer Dean Humphreys (UK), il make-up artist Waldemar Pokromski (Polonia) e il compositore Giuliano Taviani (Italia), membri della giuria dei premi d’eccellenza. I 1200 ospiti dell’NFM, e gli altri 500 del New Horizons Cinema dove lo show sarà trasmesso in simultanea , e tutti coloro che da casa guarderanno lo show in diretta dalle 20.15 su TVN in Polonia, online all’indirizzo www.europeanfilmawards.eu, o su una delle altre emittenti o piattaforme online, saranno accolti dall’attore polacco Maciej A Milano, lunedì 12 dicembre (Cinema Anteo - Sala 400, ore 22 e 30), Stuhr, conduttore della 29ma edizione degli proiezione in prima assoluta di “It’s Fine, Anyway” (Italia, 11’ - prod. Creusa) European Film Awards. il cortometraggio firmato da Pivio e Marcello Sannino, con Jun Ichikawa. E’ un evento speciale Noir in Festival XXI edizione, e segna il debutto alla regia di uno dei VITTORIO più apprezzati compositori di colonne sonore italiani. Il titolo si riferisce al nuovo disco ZENARDI da solista inciso dal musicista, uscito il 1 aprile 2016. “Ho contattato Marcello Saurino” - dichiara Pivio - “ perché volevo girare un videoclip per il lancio. È nata subito con lui l’idea di strutturare un progetto più ampio, per dare una forma visiva a tutti gli 11 brani del disco. It’s Fine Anyway è dunque un ibrido tra un videoclip e un cortometraggio narrativo, pensato come primo episodio di un lungometraggio. Ogni episodio del film sarà autoconclusivo, ma il loro insieme racconterà di un´umanità di perdenti, spesso costretta a nascondere i propri sentimenti e sempre più vicina al fondo.” Due donne si incontrano e hanno una relazione, presumibilmente di una notte. Si salutano al mattino con la promessa di rivedersi. Ma il loro secondo appuntamento avrà una natura inaspettata. Per motivi differenti, saranno entrambe coinvolte in un combattimento clandestino, senza esclusione di colpi. Si tratta di un progetto nuovo anche per il giovane Marcello Saurino: “Era da tempo che desideravo realizzare qualcosa di più corposo di un semplice video musicale, che come forma iniziava a starmi stretta, e ho subito capito che questa era l’occasione adatta. Abbiamo delineato una narrazione, fatta soprattutto per immagini e sensazioni, che una parte di me definirebbe distopica, ma un´altra definirebbe semplicemente realistica. Un mondo, un´umanità, che scivola velocemente e consapevolmente verso il baratro, verso la fine”. VITTORIO ZENARDI

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cinema Golden Globes 2017, ecco tutte le nomination Annunciate oggi, dal Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, le nomination ai Golden Globes 2017, la 74esima edizione del premio che la Hollywood Foreign Press Association assegna a cinema e televisione. Don Cheadle, Laura Dern e Anna Kendrick, hanno annuciato i nomi di coloro che concorreranno nelle varie categorie, eccoli di seguito: CINEMA Miglior film drammatico Hacksaw Ridge Hell or High Water Lion Manchester by the Sea Moonlight Miglior commedia o musical 20th Century Women Deadpool Florence La La Land Sing Street Miglior regista Damien Chazelle, La La Land Tom Ford, Animali Notturni Mel Gibson, Hacksaw Ridge Barry Jenkins, Moonlight Kenneth Lonergan, Manchester by the Sea Miglior sceneggiatura Damien Chazelle, La La Land Tom Ford, Animali Notturni Barry Jenkins, Moonlight Kenneth Lonergan, Manchester by the Sea Taylor Sheridan, Hell or High Water Miglior attrice in un film drammatico Amy Adams, Arrival Jessica Chastain, Miss Sloane Isabelle Huppert, Elle Ruth Negga, Loving Natalie Portman, Jackie Miglior attore in un film drammatico Casey Affleck, Manchester by the Sea Joel Edgerton, Loving Andrew Garfield, Hacksaw Ridge Viggo Mortensen, Captain Fantastic Denzel Washington, Barriere Miglior attrice in una commedia o musical Annette Bening, 20th Century Women Lily Collins, L’eccezione alla regola Hailee Steinfeld, The Edge of Seventeen

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Emma Stone, La La Land Meryl Streep, Florence Miglior attore in una commedia o musical Colin Farrell, The Lobster Ryan Gosling, La La Land Hugh Grant, Florence Jonah Hill, Trafficanti Ryan Reynolds, Deadpool Miglior attrice non protagonista Viola Davis, Barriere Naomie Harris, Moonlight N i c o l e Kidman, Lion Octavia Spencer, Il Diritto d i Contare Michelle Williams, Manchester by the Sea Miglior attore non protagonista Mahershala Ali, Moonlight Jeff Bridges, Hell or High Water Simon Helberg, Florence Dev Patel, Lion Aaron Taylor-Johnson, Animali Notturni Migliore colonna sonora originale Moonlight La La land Arrival Lion Il diritto di contare Miglior canzone originale Can’t Stop the Feeling, Trolls City of Stars, La La Land Faith, Sing Gold, Gold How Far I’ll Go, Oceania Miglior film animato Kubo e la Spada Magica Oceania La mia vita da Zucchina Sing

Zootropolis Miglior film straniero Divines Elle Neruda The Salesman Toni Erdmann

Anthony Anderson, Black-ish Gael Garcia Bernal, Mozart in the Jungle Donald Glover, Atlanta Nick Nolte, Graves Jeffrey Tambor, Transparent Miglior miniserie o film per la tv American Crime The Dresser The Night Manager The Night Of The People v.

TELEVISIONE Miglior serie drammatica The Crown Game of Thrones Stranger Things This is us Westworld

O.J. Simpson: American Crime Story

Miglior attrice in una serie tv drammatica Caitriona Balfe, Outlander Claire Foy, The Crown Keri Russell, The Americans Winona Ryder, Stranger Things Evan Rachel Wood, Westworld Miglior attore in una serie drammatica Rami Malek, Mr Robot Bob Odenkirk, Better Call Saul Matthew Rhys, The Americans Liev Schreiber, Ray Donovan Billy Bob Thornton, Goliath Miglior serie commedia o musical Atlanta Black-ish Mozart in the Jungle Transparent Veep Miglior attrice in una serie commedia o musical Rachel Bloom, Crazy Ex-Girlfriend Julia Louis-Dreyfus, Veep Sarah Jessica Parker, Divorce Issa Rae, Insecure Gina Rodriguez, Jane the Virgin Tracee Ellis Ross, Black-ish Miglior attore in una commedia o musical

serie

Miglior attrice in una miniserie o film per la tv Felicity Huffman, American Crime Riley Keough, The Girlfriend Experience Sarah Paulson, The People v. O.J.: American Crime Story Charlotte Rampling, London Spy Kerry Washington, Confirmation Miglior attore in una miniserie o film per la tv Riz Ahmed, The Night Of Bryan Cranston, All the Way Tom Hiddleston, The Night Manager Courtney B. Vance, The People v. O.J.: American Crime Story John Turturro, The Night Of Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film per la tv Olivia Colman, The Night Manager Lena Headey, Game of Thrones Chrissy Metz, This is us Mandy Moore, This is us Thandie Newton, Westworld Miglior attore non protagonista in una miniserie o film per la tv Sterling K. Brown, The People v. O.J.: American Crime Story Hugh Laurie, The Night Manager John Lithgow, The Crown Christian Slater, Mr. Robot John Travolta, The People v. O.J.: American Crime Story V. Z.


cinema China Playtime La recensione SINOSSI Massimo Giovara lavora nel parco di divertimenti nel cuore della Cina produttiva come attore ricoprendo il ruolo di prete cattolico addetto a celebrare matrimoni per cinesi affascinati dall’iconografia televisiva occidentale. Il suo palcoscenico è l’altare, il suo teatro è la chiesa, i suoi colleghi sono Minnie e Topolino.

RECENSIONE China Playtime è un progetto documentaristico indipendente, realizzato dalla casa di produzione H12 FILM di Torino con il sostegno di Film Commission Regione Piemonte e Torino Piemonte, per la regia di Lucio Lionello. Le circa 25 ore di girato realizzato dall’attore, regista e musicista Massimo Giovara nel 2006 in Cina in un video-diario autobiografico, vengono selezionate e plasmate in un montaggio dove il vedibile ed il leggibile divergono, come in una sorta di monade leibniziana, il senso non è ciò che appare ma ciò che si nasconde. Così il Dalian Discovery Kingdom Park diventa il campo di battaglia dove la spiritualità occidentale si scontra con il materialismo consumistico che trasforma l’istituzione del matrimonio in una “farsa” dove al posto dei testimoni possono tranquillamente apparire Minnie e Topolino. Lionello alterna la vita nel Parco giochi con immagini naturalistiche, come quelle suggestive di uomini e donne che raccolgono alghe nella bassa marea evocando le nostre mondine. Ma il suo sguardo vuole mostrare, come la dottrina religiosa, per attrarre nuovi fedeli si trasformi in Teatro. A suggellare questo pensiero, le immagini finali che scorrono sui titoli di coda, dove si vede un giovane Jorge Mario Bergoglio, allora Arcivescovo, inaugurare il Parco a tema religioso “Tierra Santa” di Buenos Aires. Il film è stato in concorso ai festival Venice Film Week (ITA) e al IndieWise Virtual Festival (USA). VITTORIO ZENARDI

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intervista Sulle orme di Dante Ferretti: intervista allo scenografo e costumista Una laurea in architettura e un amore smodato per il colore che lo porterà a trasferirsi a Roma per frequentare il master europeo in scenografia e costumi allo IED Istituto Europeo di Design. Roberto Conforti, dopo anni di gavetta come assistente di Paola Bonucci dal 2010 firma come scenografo e costumista film e cortometraggi, videoclip e pubblicità. Collabora come production e costume designer in opere distribuite in tutto il mondo come Zombie Massacre (2013), Morning Star (2014) e ZM2 Reich of the dead (2015) dirette dalla talentuosa coppia composta da Marco Ristori e Luca Boni. Lo scorso anno è volato oltreoceano per “Calico Skies” di Valerio Esposito, lavora per La Nostra Quarantena di Peter Marcias che ha avuto la nominations ai Nastri d’argento 2016 e la sua ascesa pare (fortunatamente) non fermarsi. Lo abbiamo incontrato a Villa Borghese in una splendida giornata di sole, illuminati da quella luce che solo Roma sa dare abbiamo fatto quattro chiacchiere. Ciao Roberto, raccontaci, come ti sei avvicinato al mestiere di scenografo? “Ho visto il mio primo set cinematografico nel 1998. Franco Zeffirelli stava girando a Firenze “Un thè con Mussolini” ed io, andando all’università, mi sono imbattuto in questo fantastico “carrozzone”. Sono rimasto affascinato da questa via del centro storico completamente trasformata...Le insegne dei negozi sostituite, via i lampioni, via le parabole dai tetti, via le strisce pedonali. Dopo la laurea in architettura ho vinto un master europeo in scenografia e costumi. Sono stato uno dei quattro italiani ammessi, su 10 posti disponibili in tutta Europa. Una piccola/grande soddisfazione! Mi sono trasferito a Roma per seguire il master allo IED con docenti del calibro di Alberto Verso e Andrea Crisanti che ringrazierò tutta la vita!”. Quali sono le tue fonti d’ispirazione? “Ho uno spiccato amore per il colore e per tutto ciò che contiene e rappresenta. Lo uso e lo mischio anche al limite dell’azzardo...amo le contaminazioni di stili e di epoche; molti dicono che ho uno stile “senza tempo e senza stagione”, a tratti vintage e poco italiano...forse é per questo che vengo spesso chiamato in progetti per l’estero!?. Se mi chiedi i miei registi preferiti non posso che essere banale: Quentin Tarantino e David Fincher, mentre italianissimi lo scenografo Dante Ferretti e la costumista Milena Canonero”. Com’è cambiato il ruolo del costume designer con le nuove tecnologie? “Il lavoro del costume designer risente molto del cambiamento storico e sociale di ogni epoca perché tocca con mano, e tenta di riprodurre e stimolare, l’immaginario di ogni persona. Un personaggio cinematografico deve essere “riconosciuto” dal pubblico anche per il suo look e per i dettagli del suo abbigliamento. La moda cambia in modo repentino e tutto é subito vecchio!! Ecco che anche la presentazione di un personaggio, il bozzetto per capirci, non è più solo un disegno a mano corredato da campioni di stoffa, ma diventa un insieme di suggestioni, di psicologia per immagini, di sponsor!”. Progetti per il futuro? “Mi hanno insegnato ad essere scaramantico. Ho appena finito un film horror in cui mi sono occupato sia della scenografia che dei costumi. Il futuro sembra strizzare l’occhio nuovamente all’America. Dopo il film che ho girato a Los Angeles nel 2015 (Calico Skies) ho ricevuto un’offerta dalla stesso regista e se tutto va bene dovrei tornare negli Stati Uniti; purtroppo non posso anticipare niente sulla sceneggiatura e sugli attori!”. Vittorio Zenardi

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intervista Fare ciò in cui si crede è il segreto del successo e crea un percorso di vita straordinario. Il suo tema centrale sono le emozioni che ispirano il sistema di pensiero e i principi del suo Coaching. “Le emozioni sono il motore delle nostre azioni e segnano la qualità dei nostri pensieri. Quello che pensiamo e quello che sentiamo crea il nostro stato dell’essere, che crea la nostra realtà. Le emozioni sono anche il termometro che ci dice se quello che stiamo facendo è allineato con il nostro percorso interiore. Con l’aiuto di un metodo comprovato e strutturato le emozioni diventano una bussola infallibile per un percorso di Coaching”.

La strada interiore, la vera via per il successo: intervista alla coach Teresa Burzigotti

Queste le parole di Teresa Burzigotti Coach e Trainer Professionista di successo (http://www.ottodeit-akademie.com/) che si confida a What’s Up per una intervista esclusiva. Salve Teresa, come è arrivata al Coaching? “Il Coaching non era nei miei obiettivi, è stato più che altro la conseguenza di un percorso. Andiamo attraverso la vita con delle attitudini e io fin da bambina sono stata attratta dal lavoro del detective, dai comportamenti delle persone, dai disegni intrecciati delle loro avventure, dalle loro storie e volevo aiutare gli altri”. Ha lavorato molti anni in pubblicità, come Art Director. Come mai aveva scelto quella strada? “Sì, ho lavorato per più di vent’anni nel mondo della pubblicità come Art Director. Organizzare la parte visiva di un messaggio in sinergia con le parole e far sì che in pochi secondi si raggiunga la massima efficacia nel suscitare emozioni è stata una grande scuola. Molte delle tecniche di comunicazione che ho appreso le ho ritrovate nella Programmazione Neurolinguistica, che uso nel Coaching. Viene tutto da una grande rivoluzione nel campo della comunicazione, iniziata degli anni 70 negli Stati Uniti. Ho scelto la pubblicità perché mi affascinava l’immediatezza del risultato e tutto il complicato e organizzato lavoro di ricerca e progettazione che c’è alle spalle, mi piaceva il ritmo con l’ansia delle scadenze che ti costringono a immergerti completamente nella creatività capovolgendo di colpo la visione usuale del mondo per individuare dei dettagli, macroscopizzarli e riassociarli in un nuovo punto di vista, sintetico, efficace, memorabile, impattante ed emozionante. Mi affascinano le visualizzazioni, i colori e le immagini perché creano emozioni. Come ci insegnano il linguaggio non verbale, quello che si vede con gli occhi influenza maggiormente la comunicazione”. Cosa c’entra in tutto questo il suo rapporto con la Germania? “Con la Germania ho un rapporto d’amore assoluto. La Germania mi ha dato un grande amore, che quando è finito mi ha lasciato due figli straordinari e un legame intenso e profondo con questo Paese. Ho studiato la lingua tedesca all’Università di Colonia. Ho frequentato molto spesso la Germania negli ultimi 11 anni. Tutta la mia formazione specialistica nel Coaching è avvenuta in questo Paese, a Colonia, Amburgo, Berlino e Monaco e anche in Svizzera a Basilea.

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intervista Mi sono appassionata ai metodi di Coaching tedeschi e li uso nel mio lavoro. Sono avanti a noi di almeno 20 anni nella familiarità con l’uso del Coaching e mi piace avere gli strumenti più attuali per lavorare con i miei clienti. Posso lavorare con clienti in lingua tedesca e inglese. Posso lavorare su skype con persone in ogni parte del mondo. Inoltre, last but not least, in Germania vivono e lavorano i miei due figli, come medico a Berlino l’una e nello sviluppo del personale a Francoforte l’altro. Con loro ho un legame intenso e profondo di amore assoluto e di stima”. Lei ha anche fondato un’accademia ed è l’unica trainer italiana a insegnare il metodo wingwave, il volo della farfalla. Di cosa si tratta? “Si tratta di un metodo che lavora con dei principi comprovati dalla ricerca scientifica e che permette di raggiungere risultati veloci e stabili per l’equilibrio mentale ed emozionale della persona. Per questo è molto amato dai manager e dagli sportivi, dagli attori e dai public speaker e da tutte quelle persone che si muovono in contesti performanti e che vogliono risultati in tempi brevi. Il wingwave è un Coaching Emozionale, che si basa sulle nuove scoperte delle neuroscienze in merito all’impatto prioritario delle informazioni sul cervello limbico. Curando le emozioni cambiamo i pensieri e lo stato di una persona, togliamo lo stress causato dalla permanenza in condizioni emozionali negative e aumentiamo la capacità di realizzare con gioia obiettivi di lavoro, sportivi e personali”. Come è passata dalla pubblicità al Coaching? “Il passaggio è stato naturale, ho seguito l’istinto e ho avuto buoni consiglieri fra i miei amici tedeschi. Sono entrata in una grande crisi personale e professionale che è iniziata dal 2000 ed è diventata definitiva nel 2003. Tutto il modo in cui vivevo, era esageratamente veloce, incalzante, con tanto stress e molte compensazioni. Non ero in contatto con me stessa né con le persone che amavo e dovevo sempre dimostrare qualcosa. Passavo le giornate, la notte e spesso il week end in agenzia e pochissimo tempo a casa dove ero tesa e nervosa. Dietro consiglio di una mia amica Coach tedesca ho deciso di trasformare alcuni percorsi terapeutici personali che avevo fatto nel corso degli anni in qualcosa di più e ho iniziato già nel 2000 a frequentare una Coach, prima come aiuto a uscire dalla mia crisi personale e poi nel 2004 ho iniziato la scuola per Coach di Alessio Roberti, NLP Italy. Parallelamente dal 2005 ho cominciato a specializzarmi in Germania, iniziando a Colonia. Una Coach tedesca mi ha seguito durante questi anni. Ho avuto subito clienti e con il passaparola ne ho avuti tanti altri e, via via, ho messo insieme una grande esperienza di casi di Coaching felicemente risolti, una professione che per me oggi è una passione e una continua fonte d’ispirazione. E anche dalla mia precedente esperienza professionale è nato qualcosa di nuovo e coinvolgente. Attualmente curo l’identità visiva di progetti di comunicazione europei di carattere scientifico e il brand di alcuni importanti marchi. Ogni parte di questo percorso ha formato la persona che oggi amo essere”. Dunque scelte sempre intrecciate con le vicende della sua vita. “Assolutamente sì. Ho scelto sempre per forte attrazione e tutto quello che ho fatto mi ha dato grandi emozioni. Ho avuto una vita molto ricca di passione, avventure e cambiamenti. Ogni volta che mi sono trovata in emozioni stagnanti e negative era tempo di cambiare, di migliorare, di crescere. Questo è anche il principio che m’ispira nel Coaching con i miei clienti. Le emozioni ci dicono a che punto siamo e ci indicano il prossimo traguardo da raggiungere”. Considerato il valore che dà alle emozioni, quanto contano per lei la struttura e la qualità nel Coaching? “Il motivo per cui ho fatto le mie specializzazioni in Germania è proprio perché lì, il Coaching è fortemente strutturato, per esempio il wingwave è l’unico Coaching che per la sua struttura rende possibile la ricerca scientifica qualitativa e quantitativa. Proprio grazie a questa struttura il metodo garantisce risultati già dalla prima sessione. Il wingwave è nato ad Amburgo nell’Istituto di terapie brevi Besser-Siegmund e in pochi anni ha fatto il giro del mondo per la sua incredibile efficacia. Il 21 gennaio lo presenteremo in un seminario a Bologna. La qualità del Coaching ha per me un’importanza assoluta. Ho tre specializzazioni, non a caso, e sono certificata come Master Coach e come Accademia Otto Deit dall’Associazione del Coaching Neurolinguistico di Amburgo che provvede alle certificazioni ISO e TÜV dei metodi. Questo per me è importante non tanto per il marketing quanto per la responsabilità che sento verso i miei clienti. La qualità significa per me anche aggiornamento continuo che si traduce in 2 fino a 5 corsi l’anno, che frequento sempre in Germania”. Il successo è dunque la conseguenza di professionalità e responsabilità? “Non ho mai fatto tutto questo per il desiderio primario di guadagno e di successo, ho sempre pensato che se sono convinta di ciò che faccio, ci metto tutta la mia passione e i risultati positivi sono evidenti ai clienti, il resto viene da sé. E da me vengono degli esseri umani così incredibili che a volte penso di essere una persona veramente fortunata. Poi mi do un pizzicotto e mi dico: ei, te lo sei guadagnato!”. Con che pensiero le piacerebbe chiudere questa intervista? “A tutte le persone e soprattutto ai giovani che hanno paura del futuro dico: fai ciò di cui sei convinto, quello che ti appassiona e ti appaga. Sii perseverante, conseguente e mira all’eccellenza. Misurati con condizioni realistiche. Forse avrai dei momenti difficili e complicati ma ce la farai. Quello che hai dentro conta, è unico e vuole manifestarsi e se lo seguirai, farai felice te stesso e migliorerai sicuramente la vita degli altri”. VITTORIO ZENARDI

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libri Presentazione del libro “CODICE SCRIBA” di SERGIO FANUCCI Dopo Codice Scorsese, primo volume della Trilogia dei Codici, torna l’avvocato Elisabeth in un nuovo thriller internazionale che affonda le radici nelle origini della civiltà. New York. Reduce da un caso in cui ha rischiato la vita, l’avvocato Elisabeth Scorsese accetta di difendere Jonathan Brimley, fondatore di un prestigioso studio di consulenza finanziaria, in una causa contro il governo degli Stati Uniti. Ma il suo cliente muore nel carcere in cui è rinchiuso in attesa di processo: il killer è una donna che sta sfidando i sistemi di sicurezza e le polizie di mezzo mondo. Chi l’ha assoldata e perché? Quando le vittime si moltiplicano, anche il distretto del capitano Hoffman comincia a indagare ma senza il contributo di Peter Makarov, il suo detective migliore, sospeso per un errore del passato. In poco tempo prende vita una trama oscura in cui finanza, politica e servizi segreti sono impegnati in una guerra spietata per il controllo di una nuova risorsa che rivoluzionerà il futuro dell’economia. Ben presto, Elisabeth si rende conto di essere finita in una trappola in cui un’élite senza volto manovra il destino del mondo fin dagli albori della civiltà attraverso la conoscenza. Dalle indagini emergono altre inquietanti verità: sua madre Caterina, una spia data per morta da anni, è viva e sembra avere a che fare con gli eventi che stanno minacciando la sua incolumità… Codice Scriba è un viaggio nelle profondità del potere occulto, dove i confini tra criminalità ed economia si fanno più labili e il bene e il male sono ugualmente pericolosi, in un susseguirsi di colpi di scena che terranno il lettore inchiodato dalla prima all’ultima pagina. SERGIO FANUCCI (1965) nipote di editori, ha lavorato fin da ragazzo nelle aziende di famiglia e nel 1990 ha ereditato la casa editrice del padre. Da allora ha costruito un catalogo specializzato nella letteratura di genere creando il Gruppo Editoriale Fanucci. A Roma, dove ha anche una libreria, vive con la moglie, due figlie e un cocker spaniel inglese di nome Bloom. Per Rizzoli ha pubblicato Codice Scorsese (2015), primo volume della Trilogia dei Codici, di cui Codice Scriba è il seguito.

Venerdì 2 dicembre ore 18.30 Libreria IBS + LIBRACCIO Via Nazionale 254-255 - Roma Interviene insieme all’autore ALESSANDRA BUCCHERI Casa editrice: Rizzoli Pagine: 528 - Prezzo: 20 euro Data di uscita: 3 novembre 2016 EBOOK 9,99 euro

VITTORIO ZENARDI

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teatro To be or not to be Roger Bernat al Teatro India di Roma Dal 13 al 18 dicembre al Teatro India debutta To be or not to be Roger Bernat, il dubbio dell’eroe incapace di agire diventa una conferenza spettacolo della compagnia Fanny & Alexander che, partendo dalla figura dell’Amleto shakespeariano, porta in scena una raffinata indagine sull’identità, sul ruolo dell’attore e sull’impatto dell’arte nella nostra memoria collettiva. In scena Marco Cavalcoli inizia doppiando “l’essere o non essere” recitato in spagnolo dalla viva voce fuori campo di Roger Bernat, regista catalano esponente di spicco del teatro partecipato contemporaneo. Col passare dei minuti questo “ladro di identità” sarà travolto dalla storia di Amleto, tanto da esserne modificato profondamente nei gesti e perfino nelle posture, per finire a sua volta appendice del pubblico che ne comanderà movimenti e vocalismi. «Il tema dell’usurpazione è tema amletico per eccellenza e, al contempo, l’usurpazione riguarda sempre anche il lavoro dell’attore che, in un modo o in un altro, prende sempre il posto di qualcuno – spiegano gli ideatori Chiara Lagani e Luigi De Angelis, anche regista dello spettacolo – L’attore dunque inizia doppiando “l’essere o non essere” recitato da Bernat e, a poco a poco soppianta quella voce, assumendone tono, essenza e ritmi. Il lavoro di usurpazione dell’identità dell’altro artista è condotto su tutti i piani: è un lavoro vocale, fisico e tematico». Così, da irredimibile camaleonte il relatore usurpa fin dal principio l’identità di un altro artista contemporaneo, mentre il pubblico diventa parte attiva nella ricostruzione dell’omicidio del padre di Amleto. Lo spettacolo nasce dall’incontro tra la compagnia e l’artista catalano Roger Bernat durante una residenza/ workshop del gruppo romagnolo in Polonia: parte del testo deriva infatti dal rimaneggiamento di una serie di interviste fatte proprio a Bernat. Due modi diversi di problematizzare un’urgenza condivisa si uniscono, dando vita a un’indagine che è perfetto intreccio di queste comuni ansie dell’intelletto: da una parte l’eterodirezione dell’attore attraverso il teatro di innovazione dei Fanny & Alexander, dall’altra il teatro partecipativo di Roger Bernat che richiede l’intervento dello spettatore. L’eroe malinconico Amleto, con la sua carica di umanissimi dubbi esistenziali, diventa dunque terreno fertile su cui costruire questa ricerca condivisa, il tramite artistico con cui sviscerare il tema dell’identità e la trasmigrazione dell’identità stessa nel lavoro di attore attraverso le incursioni disturbanti e sempre più pressanti del pubblico, ma anche di suoni e voci di artisti che nel tempo, in contesti anche molto diversi, si sono cimentati con l’eroe shakespeariano. Una performance che rievoca, tra suoni, lingue e contaminazioni cinematografiche, la presenza inconsapevole del teatro e dell’arte nelle vite di ognuno di noi. «Confrontarsi con Amleto – continuano ancora Luigi De Angelis e Chiara Lagani – non significa solo confrontarsi con Shakespeare. Significa anche attraversare molti Amleti che nella storia del teatro hanno impresso il loro volto, la loro voce e il loro accento nella nostra anima, finendo per creare un’immaginazione collettiva composita e mutevole, ma molto precisa, del personaggio più famoso di sempre. Amleto è perseguitato da un fantasma, ma forse è esso stesso a sua volta il fantasma che ci perseguita e che ci riempie di sé, rendendoci difficile riconoscerne il vero volto. Quello che qui resta è l’agone polimorfo di un attore all’inseguimento di un’identità, o di un’identificazione univoca, resa però forse e sempre impossibile dalla ricchezza della tradizione». VITTORIO ZENARDI

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teatro SOCIAL COMEDY CLUB – SPECIALE “ALTRONATALE” Torna a Roma Per il sesto anno consecutivo lo speciale natalizio del Social Comedy Club, il moderno format di varietà delle “arti performative votate alla comicità”. Il Social Comedy Club è uno show teatrale all’insegna dell’intrattenimento in ogni possibile declinazione. Daniele Fabbri, Velia Lalli, Daniele Parisi, Giulia Vanni, Chiara Becchimanzi, i Progetto Lodomaccanto, il Nano Egidio, Cecilia d’Amico e Gigia Mazzucato si alterneranno in Stand up Comedy, StreetArt, Clownerie, Puppet, Monologhi, Poesia, Letteratura e molto ancora. Domenica 18 dicembre l a squadra del Social Comedy Club, , si prepara ancora una volta per lo speciale “ALTRONATALE”, per affrontare insieme le ansie del cenone, le paranoie sui parenti e l’ipocrisia del “siamo tutti più buoni”, all’insegna di un sano, imperdibile e “Sarcastico Natale”. Sarà uno spettacolo interamente dedicato alle feste, in cui, tra puppet, stand up comedy, monologhi, psicopatici, visionari e poeti, il Natale verrà raccontato dal punto di vista dei migliori talenti comici del teatro romano: Daniele Fabbri, capocomico del Social Comedy Club, Velia Lalli, Daniele Parisi, Giulia Vanni, Chiara Becchimanzi, il duo circense ChenBarbùMalRasé, i Progetto Lodomaccanto, il Nano Egidio e i suoi puppet, Cecilia d’Amico e Giorgia Gigia Mazzucato. Un team di 14 artisti per intrattenere con l’arte della risata e tutti i suoi linguaggi in grado di contaminarsi e giocare, cimentandosi nella sfida più difficile che ci sia: far ridere e divertire in maniera diversa e sorprendente, cosa a cui la televisione ha da tempo disabituato il pubblico italiano. Social Comedy Club SPECIALE “ALTRONATALE” diretto da Daniele Fabbri 18 Dicembre 2016 ore 21 Teatro Trastevere Via Via Jacopa de’ Settesoli 3 Per info 339.20.39.687 (solo WhatsApp) – socialcomedyclub@gmail. com Ingresso 5.00 euro Fb https://www.facebook.com/SOCIAL-COMEDYCLUB-154948157931644

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teatro AMINTA, S’ei piace ei lice al Teatro India di Roma Dal 12 al 29 gennaio nel foyer (SALA A) del Teatro India è di scena AMINTA, S’ei piace ei lice, rilettura in chiave sensoriale e performativa dell’opera pastorale di Torquato Tasso, che Luca Brinchi e Daniele Spanò presentano come progetto articolato attraverso l’incontro di diverse realtà artistiche, una produzione Teatro di Roma. La regia e la messinscena installativa è sviluppata dagli ideatori Brinchi e Spanò, artisti visivi che orientano la loro ricerca tra teatro, arte contemporanea, set design per moda ed eventi musicali, mentre la drammaturgia, l’analisi e l’apporto filologico e autoriale sono curati da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, autrici e drammaturghe della compagnia Industria Indipendente. Due realtà diverse ma al contempo vicine per affrontare, ognuna con le proprie specificità, l’opera del Tasso, dramma pastorale in cinque atti che rivela la grandezza poetica dell’autore. Così, il mondo favolistico del pastore Aminta e della ninfa Silvia, tratteggiato poeticamente dalla penna del Tasso, fluisce qui in una dimensione virtuale e visiva di enorme impatto grazie alle registrazioni video che, scorrendo su schermi, moltiplicano il loro carico di sospensione mistica ed eterea. L’azione e la narrazione non avvengono direttamente in scena ma si sviluppano in un luogo “altro”, offrendo un respiro più ampio e una fascinazione che rapisce. I monologhi sono riprodotti dai megafoni distorti, il coro invece è evocato visivamente e sonoramente dai teli animati e dal suono amplificato dei ventilatori, mentre l’intreccio amoroso sarà rappresentato filmicamente negli schermi/parete in continuo movimento e animati dalle presenze in video dei protagonisti che cambieranno di volta in volta la prospettiva spaziale della scena. Ci si immerge dunque in un universo in perenne divenire, quasi metafisico: un bosco sospeso nel tempo e nello spazio, proiettato nell’etere, che incanta scandendo le sequenze drammaturgiche con la potenza visiva delle sue ambientazioni e dei suoni evocativi. Al centro dell’intreccio c’è il rimpianto dell’Età dell’Oro: un luogo e un tempo mitico, nel quale l’uomo viveva libero da vincoli, godeva a pieno dei frutti della Natura e di Amore, animato unicamente dalla libertà e dall’istinto, senza leggi civili a impedire comportamenti “eccessivi”. Se piace è lecito, frase citata nel testo, esprime questo sentimento di libertà e pulsioni, ma descrive anche una chiave di lettura profonda del dramma pastorale. “Un mondo di mezzo, dove le leggi di Natura sono ancora più forti di quelle dettate dalla civiltà, dove le pulsioni istintuali sono tracciate nettamente, e dove Venere e Amore sono i più importanti tra gli dei, capaci di dare vita e morte ai propri sudditi – annotano Luca Brinchi e Daniele Spanò – All’interno di una cornice pastorale, bucolica, nell’amenità di un tempo perduto si intrecciano simmetricamente le storie degli adolescenti Silvia e Aminta, ancora incapaci di comprendere Amore: la prima lo rifiuta perché dedita a Diana, l’altro vuole possedere unicamente per il proprio bisogno. I percorsi dei due ragazzi si muovono specularmente ma in maniera inversa, accompagnati da chi ha già vissuto tempo dietro la stessa esperienza: i consiglieri Dafne e Tirsi, che azioneranno la macchina dell’intreccio amoroso, dando luogo ad azioni e reazioni da parte dei due giovani protetti. Lo sviluppo drammaturgico pone le basi sui violenti passaggi di un’educazione sentimentale per cui è necessario conoscere e riconoscere il potere di Amore l’uno nell’altra”. [...]

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teatro

BIOGRAFIE

Luca Brinchi è regista teatrale e scenografo multimediale per spettacoli musicali e di moda. Nel 2001 ha creato il collettivo artistico Santasangre assieme ad altri quattro artisti, con cui ha lavorato fino al 2012. Nel 2013 ha iniziato a lavorare per il suo progetto artistico individuale, dando vita a nuove collaborazioni artistiche; molti dei suoi nuovi ultimi lavori sono stati creati con la coreografa e performer Roberta Zanardo e l’artista visivo Daniele Spanò. A Roma è in residenza artistica presso Kollatino Underground, un centro culturale indipendente nella periferia di Roma. Il suo lavoro investiga lo spazio bianco che oltrepassa la definizione di linguaggio, attraverso nuove forme e contenuti. Ha iniziato un processo di contaminazione di linguaggi toccando le forme espressive più significative fra cui video, musica, body art, e design estestico ambientale. La necessità d’esprimersi di Luca, spinge il suo lavoro oltre ogni esperienza particolare e complementare. In Europa i suoi lavori sono stati ospiti del Tsekh Festival di Mosca (Russia), Grec Festival di Barcelona (Spagna), Noorderzon Festival di Groningen (Olanda), Divadelna Nitra Fest (Slovacchia), Eurokaz di Zagabria (Croazia), Kontrapunkt di Stettin (Polonia), Exodos di Ljubijana, Temp d’images di Varsavia (Polonia) e Cluj (Romania), Sophiensale di Berlino (Germania), Ferme du buisson di Parigi (Francia) e all’Expo Biennale di Giovani Artisti dall’Europa e Mediterraneo a Napoli (Italia). In Italia ha partecipato al Romaeuropa Festival, Fabbrica Europa, Drodesera>Centrale Fies, Festival delle Colline Torinesi, Bassano OperaEstate, Santarcangelo Festival, MIT of Rome, Inteatro/Polverigi e alla stagione di Teatro Innovativo a Roma, Milano, Venezia, Genova, Bari e Napoli. Daniele Spanò scenografo e artista visivo, spazia nella sua ricerca negli ambiti della video installazione, creazione di scenografie digitali per il teatro, la moda, gli eventi musicali. Tra gli interventi più importanti, la partecipazione alla 58° edizione del Festival di Spoleto con l’installazione “Pneuma”, e l’installazione multimediale per la presentazione della collezione donna autunno inverno 2016 di Gucci. Dal 2014 realizza con Luca Brinchi le scenografie per diverse produzioni del Teatro di Roma come Ritratto di una capitale per la regia di Fabrizio Arcuri, Hamlet di Andrea Baracco o Lear di Lisa Natoli. Tra le opere più importanti nel 2014 “Atto Primo”, Piazza del Popolo a Roma, “Rifrazioni permanenti” 2011 in Piazza Colonna, sempre a Roma, promosso dalla Presidenza del Consiglio, Ministero del Turismo e MiBAC. Nel febbraio 2011 viene selezionata dal celebre regista e artista Takeshi Kitano, per rappresentare il fermento artistico della città di Roma. Dal 2009 collabora come scenografo con l’Orchestra di Piazza Vittorio, e nel 2014 è assistente alla regia per Carmen per l’apertura della stagione estiva del Teatro dell’opera di Roma. Come artista visivo espone in musei come La galleria nazionale dell’Umbria, la Centrale Montemartini di Roma, o il MAP di Pontinia, oltre che per privati ed associazioni no profit. Dal 2012 al 2015 è stato consulente artistico per la Fondazione Romaeuropa. INFO TEATRO INDIA Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) - Roma Biglietteria Teatro di Roma: tel. 06.684.000.311/314 _ www.teatrodiroma.net Biglietti: 10 € intero, 7 € ridotto Orari spettacolo: tutte le sere ore 20.00 Durata spettacolo: 35 minuti V. Z.

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teatro La seconda parte della stagione del nuovo Ar.Ma Teatro Al via dal 5 gennaio la seconda parte di stagione dell’Ar.Ma Teatro lo spazio teatrale a Roma in zona Ottaviano che ha dato il via alla sua prima stagione lo scorso ottobre, con l’obiettivo di diventare un luogo di aggregazione culturale, aperto a tante realtà che non gravitano nei grandi circuiti. A dirigerlo la regista Daria Veronese che ha dato vita a questa nuova avventura con un cartellone che ospiterà compagnie romane e non, nuova drammaturgia, commedie, un cartellone musicale, presentazione di libri, Festival, laboratori teatrali e musicali. Il concerto di musica di chitarra e voce inaugura il 2017 del nuovo spazio. La vocalità soul di Lyra Veroli, colorata da atmosfere blues-folk-rock, accompagna l’ascoltatore nelle sinuosità creative dei suoi brani, attraverso un viaggio emozionale di suoni, immagini e parole in movimento. Subito dopo è la volta di Andy e Norman il famoso testo di Niel Simon in scena dal 6 al 8 gennaio con Mario Antinolfi, Ramona Gargano e Marco Cavallaro che ne firma anche la regia. Dal 13 al 22 gennaio a calcare le tavole del nuovo teatro saranno Marina Cappellini e Manola Rotunno con Io Rifiuto scritto e diretto da Francesca Romana Miceli Picardi. Due storie “piccole” e dolorose. Due donne forti e schiacciate, unite in un viaggio onirico, tenero, tragicomico, straziante e irriverente come sa esserlo solo la morte. La settimana successiva tocca a Fiori d’arancio, dal 27 al 29 gennaio, scritto, diretto e interpretato Sara Valerio con Ezio Passacantilli. Una vera euforia pseudo matrimoniale a cui si sostituisce la tragedia comica che porta i protagonisti ad allontanarsi l’uno dall’altra per giungere al finale colpo di scena. Sulle spine di Daniele Falleri, in scena dal 3 al 12 febbraio con Ivan Giambirtone, Alessandro Solombrino, diretto da Daria Veronese è riflessione una su quanto spesso sia ingiustificata e inutile la nostra aggressività. Il volo dell’albatros è in scena solo il 18 febbraio. Un testo di Angela Villa, con Carmen Piccolo, Gabriella Iovino, Gabriella Vitiello e Gaetano Aiello con la regia di Niko Mucci. Non per vantarmi, ma avevo capito tutto… diretto da Daria Veronese con Massimo Mirani in scena il 5 marzo. Al centro la grande poesia di Pasolini, ora privata ora pubblica e politica, ora serena ora tragica, ora affilata ora carezzevole, ora pudica ora sfrontata e scandalosa. S’amavano dal 10 al 12 marzo con Ramona Gargano e Ernico Maria Falconi; parole non dette, gesti mai fatti, sogni disillusi. Una storia in cui il pubblico può riconoscersi, un racconto divertente e dissacrante, ricco di spunti di riflessione.. Dal 13 al 15 aprile torna in scena La donna che disse no di Pierpaolo Saraceno con Mariapaola Tedesco. In scena la storia di Franca Viola, il suo fu il primo vero rifiuto al matrimonio riparatore. Divenne simbolo della crescita civile dell’Italia nel secondo dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane. Dal 14 marzo al 9 aprile spazio alla terza edizione del Doit un progetto culturale di ampio respiro volto alla promozione e al dialogo tra realtà teatrali “periferiche” he trovano difficilmente spazio nei luoghi tradizionali, per favorire l’incontro con la critica, gli operatori teatrali e il pubblico. Dal 21 al 30 aprile Noi Diviso Due regia Ernesto Maria Ponte con Giuseppe Moschella ed Emanuela Mulè. Incomprensione ed incomunicabilità sono gli ingredienti principali di storie in crisi dove si evidenzia con umorismo e pungente sarcasmo il mondo, le tensioni, il logorio delle relazioni coniugali. Da due a tre è lo spettacolo in scena dal 28 al 30 aprile con Sara Valerio e Alessandro Parrello. Uno spaccato ironico e leggero di una modernità che non può non fare i conti con dinamiche familiari note e meccanismi che sono sempre gli stessi da secoli. Dal 12 al 14 maggio Giancarlo Fares porta in scena Serafino Gubbio Operatore. La storia di un uomo capace ancora di osservare, di guardarsi attorno. E con la sua, la storia di tanti altri uomini, personaggi ironici e amari, tra Pirandello e l’oggi. Grande attesa per L’orso di Anton Pavlovič Čechov, per la regia Luca Pennacchioni. Dal 19 al 21 maggio, lo spettacolo vede in scena Gabriele Marconi. L’opera ci propone l’eterno tema dell’amore come passione immediata e incoercibile. Chiude la prima stagione dell’Ar.ma teatro Lei dal 26 al 28 maggio di Francesca Cipriani. Una figura femminile a cui tutto viene sottratto. Una figura che viene negata negando il suo mondo interiore. La razionalità come unica via, dove tutto quello che non rientra in uno schema dettato dalla logica, viene rimosso. Non mancano lavori per i bambini. A gennaio, infatti, ogni domenica la Compagnia Endaxi porta in scena il Festival di Clown. “Sono davvero felice di poter ospitare testi così belli e profondi” afferma Daria Veronese. “Non è stato semplice scovarli, eppure la selezione di tutte le proposte è venuta con molta naturalezza. Sono certa che la prima stagione sarà essere di interesse per molte persone. All’Ar.Ma Teatro ognuno può trovare uno spettacolo che corrisponda al proprio sentire” Ar.ma Teatro via Ruggero di Lauria 22 Telefono 06 39744093; 333 9329662 - Mail info@capsaservice.it

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lavoro e formazione I giovani italiani puntano sulla formazione continua

I rapidi cambiamenti tecnologici e un’economia globale instabile portano ad aggiornare continuamente le proprie competenze, i lavoratori europei sfruttano sempre più spesso i corsi di formazione proposti dai datori di lavoro ed esplorano altre vie per aumentare le proprie capacità. Secondo i dati raccolti da Kelly Services, i lavoratori europei adottano una mentalità “Diy – do it yourself” quando si tratta del proprio sviluppo professionale. La grande maggioranza crede che “acquisire nuove competenze e approfondire le proprie conoscenze sia essenziale per un’occupazione a lungo termine”: lo sostiene il 94% degli intervistati del settore IT, l’89% di quelli del segmento ingegneristico e l’81% di quello scientifico. Non ci sono differenze generazionali troppo marcate: è d’accordo con questa affermazione l’88% dei milliennials, l’86% dei lavoratori appartenenti alla generazione X e l’80% dei baby boomers. Inoltre, per i lavoratori europei, l’aggiornamento costante delle proprie competenze desta maggiore preoccupazione rispetto a una possibile perdita del lavoro. Nel complesso, il 56% degli intervistati afferma di temere maggiormente che le proprie conoscenze e competenze possano divenire obsolete rispetto all’eventualità di un possibile licenziamento. Il dato italiano non si discosta dalla media europea (57%). Dal punto di vista generazionale, sono i millennials (59%) quelli più preoccupati di aggiornare le proprie competenze, seguiti dalla Gen X, con il 54%, e dal 49% dei baby boomers. In Italia, la percentuale di lavoratori che crede che le proprie competenze e conoscenze debbano evolversi per rimanere al passo con i cambiamenti è pari al 91%, al di sopra della media europea, pari all’86%, e ben al di sopra di Regno Unito (79%), Francia (76%), Svizzera (71%) e Germania (67%). I millennials, i lavoratori nati dagli anni ‘80 in poi, che costituiscono già la maggioranza della forza lavoro a livello mondiale, sono abituati all’incertezza in ambito professionale rispetto alle generazioni precedenti e sono più disponibili a lavorare con più datori di lavoro. La grande maggioranza dei millennials europei (69%) crede fermamente che sia necessario migliorare e far crescere le proprie competenze o conoscenze per essere al passo con i cambiamenti in atto nel loro lavoro o nel loro settore. Per questi lavoratori, le opportunità di crescita professionale guidano le scelte in fatto di impieghi e datori di lavoro: gli elementi fondamentali che tengono in considerazione sono le opportunità di avanzamento (70%), i programmi di formazione e crescita (60%), la collaborazione con colleghi capaci da cui è anche possibile imparare (58%), la possibilità di lavorare a progetti innovativi (45%), la disponibilità delle ultimissime tecnologie e di attrezzature di primissima qualità (34%). Nei diversi Paesi europei, i millennials hanno priorità differenti: in Francia, un buon equilibrio tra lavoro e vita privata è il secondo fattore più importante nella scelta di un datore di lavoro (65%), dopo la retribuzione e gli incentivi finanziari. In Germania, subito dopo la retribuzione e gli incentivi finanziari troviamo orari di lavoro flessibili (72%) mentre nel Regno Unito ci sono in pole position formazione e sviluppo (80%). In Italia, lo stipendio è la variabile più importante (83%), seguita a breve distanza dalle opportunità di fare carriera (77%) e dalla possibilità di lavorare con persone da cui imparare (69%). Solo il 14% dei millennials rimarrebbe fedele al proprio datore di lavoro per crescere, migliorare e perseguire i propri obiettivi professionali, rispetto al 16% della Gen X e al 20% dei baby boomers. Quando invece si tratta di mostrare lealtà verso le proprie reti personali o professionali e le proprie relazioni, la percentuale quasi raddoppia (25%). V.Z.

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serie tv Ecco le serie tv più amate del 2016 secondo Imdb Imdb acronimo di Internet Movie Database, sito di informazioni legate al mondo dell’audiovisivo di proprietà di Amazon, ha stilato la classifica delle serie tv più popolari del 2106 presso i suoi numerosi utenti. La classifica dei vincitori 2016:

1. Game of Thrones 2. Stranger Things 3. The Walking Death 4. Westworld 5. American Horror Story 6. The Flash 7. Mr. Robot 8. Orange Is the New Black 9. Vikings 10. Daredevil

Game of Thrones trionfa per il quinto anno consecutivo. Lo show Netflix uscito lo scorso luglio Stranger Things lo segue al secondo posto. Entrambi detengono un doppio primato, dal momento che Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) e Millie Bobby Brown (Eleven) figurano anche, rispettivamente, al secondo e terzo posto della lista di attrici più amate su Imdb. Al terzo gradino del podio troviamo The Walking Death recentemente criticato da una parte di critica e di pubblico per la troppa violenza. Al quarto posto Westworld, la nuova ambiziosa serie di Jonathan Nolan e Lisa Joy. Conlcude la classifica delle serie tv più amate del 2016 il supereroe Marvel è sì in prima linea per difendere i più deboli Daredevil. V. Z.

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viaggi e turismo Ecco come l’innovazione tecnologica cambia il mondo dei viaggi

Per capire come l’innovazione tecnologica contribuirà a cambiare il mondo dei viaggi è utile osservare l’ultimo report di Sabre che evidenzia tre trend principali: la possibilità di scegliere tra voce o testo nella messa a punto di nuove forme di comunicazione; l’impatto della realtà aumentata; il ruolo di bot, robot e beacon di localizzazione nell’industria dei viaggi. “Sabre esplora tutte le nuove tecnologie che si affacciano sul mercato per trovare il modo migliore di implementarle nell’industria dei viaggi – ha dichiarato Mark McSpadden, director di Sabre Labs – con l’obiettivo di migliorare l’intera esperienza di viaggi”. Il Report offre più di quaranta punti chiave per agenzie, compagnie aeree, albergatori e viaggiatori in modo da aiutarle a prendere decisioni strategiche per il 2017 e gli anni seguenti. Perché, come si legge in una nota, “Tradizionalmente quella dei viaggi è un’industria pioniera nell’adottare le nuove soluzioni tecnologiche”. V. Z.

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musica An Italian Tale: suggestioni d’altri tempi per il nuovo album di Antonino Cicero e Luciano Troja

Sono musiche che evocano atmosfere italiane d’altri tempi, le canzonette, la radio, le bellezze, le biciclette, il Campari e Milano quelle della strana coppia formata dal fagotto di Antonino Cicero e il pianoforte di Luciano Troja. Suggestioni scaturite dalle famose canzoni di Giovanni D’Anzi, uno dei grandi autori della canzone italiana, reinventate in un mix tra jazz e melodia italiana. An Italian Tale è un album raffinato ed eclettico dove spiccano tracce piene di lirismo onirico come Rose o malinconiche come Bici. Nella poetica Nel Vento il fagotto di Cicero e il piano di Troja intessono un intenso dialogo, apice di un lavoro ben strutturato e pieno di colorazioni impressioniste. AN ITALIAN TALE Antonino Cicero e Luciano Troja 10 tracce | 37.10 min. Almendra Music (AM0018) distr. digitale (iTunes, Spotify, Amazon, etc): The Orchard Vittorio Zenardi

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arte Mario Greco da Carlopoli, il fotografo che ri-scatta la Sua Terra – La Calabria L’attenta ricerca di cromatismi dei suoi paesaggi, dell’umanità calabrese, è colta con piglio sicuro e sapiente attraverso l’utilizzo del bianco e nero che sono rivelatrici del suo autentico modo d’essere. Emerge nel mondo del visivo perché le sue opere ri-vivono di luce propria e fanno riflettere sul senso dell’immagine nel più raro e importante attimo fuggente – il suo tempo fotografico che tende ad agevolare un rapido processo d’identificazione. E’ il fotografo costantemente “on the road”, alla spasmodica ricerca della tradizione e dei valori del vivere quotidiano avvalendosi di pochi scatti che portano in emersione un mondo di immensa intensità poetica: La memoria è l’eterno presente di questa cultura indagata tramite il medium fotografico di Greco che segna un notevole contributo alla vera conoscenza della società e della cultura calabrese. Le sue opere sono al centro di innumerevoli rassegne e pubblicazioni editoriali che indichiamo di seguito: http://www.repubblica.it/cultura/2015/11/30/foto/calabria_gli_ultimi_carbonai_serra_san_bruno_ carbone-128471830/1/#1 https://issuu.com/deguzza/docs/fuoco_di_serra_san_bruno https://www.facebook.com/Mario-Greco-Fotografo-118571944842230/?fref=ts https://issuu.com/deguzza/docs/cuore_in_ogni_scatto_mario_greco

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www.whatsupmagazine.it

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