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The Hateful Eight - La recensione
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Cinema
Macbeth - Recensione in anteprima I Am Still Alive - La recensione (Premiere) The Hateful Eight - La recensione
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Mostre ed eventi Renzo Arbore in mostra Sempre promesse al Teatro San Paolo di Roma 51° Compleanno del Piper Club
Attualita’
La bellezza è negli occhi di chi si guarda Nel cuore di Roma c’è un cortile trovi chi ha..
Musica
09-18 19-20 21-23
iWorld Days il 5-6 Febbraio all’Auditorium Parco della Musica di Roma
Clementino primo tra i big nello streaming
Lavoro e Formazione L’importanza della formazione in tema di sicurezza
Serie Tv www.whatsupmagazine.it
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Orange Is the New Black arriverà alla settima stagione
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cinema Lupin III AL CINEMA IL 22, 23 e 24 febbraio
Per soli tre giorni il 22, 23 e 24 febbraio, , arriverà sul grande schermo e in “carne e ossa”, il ladro più ricercato e amato di tutti i tempi, Lupin III Distribuito da Microcinema e diretto da Ryûhei Kitamura, il film rappresenta il primo live action su Lupin ufficialmente riconosciuto dall’ideatore del personaggio. Infatti, per dar vita alla storia del protagonista di manga e anime più celebre del mondo, è stato fondamenta le l’apporto dell’uomo che, quasi cinquant’anni fa, ha ideato il geniale ladro, il mangaka giapponese MonkeyPunch, presente anche sul set nei primi giorni delle riprese per dare la sua benedizione ai realizzatori. Il film mantiene l’originaria formazione della banda di Lupin III, con gli inseparabili Jigen, Goemon e Fujiko, tutti ricercati dal povero ispettore Zenigata, che viene sempre ridicolizzato dalle trovate di questo gruppo di ladri. Sarà così l’occasione di ammirare i piani geniali di Lupin, la mira infallibile di Jigen, la straordinaria abilità con la spada di Goemon e, dulcis in fundo, il fascino irresistibile di Fujiko, in particolare in una scena sexy che ha destato l’ammirazione del cast e della troupe. Senza dimenticare le grandi sequenze d’azione che hanno visto coinvolti centinaia di tecnici, tra cui uno spettacolare furto in un museo e un incredibile insegui mento automobilistico, in cui Lupin guida la sua classica 500 gialla. Lupin III nasce dalla matita del suo ideatore nel 1967, per poi diventare una versione animata nel 1971, che arriva in Italia nel 1979. SINOSSI Lupin III, nipote del celebre Arsenio Lupin, è univesalmente riconosciuto come uno dei ladri più famosi del mondo, tanto da far parte dell’organizzazione The Works. A capo di questo gruppo di ladri, c’è il veterano Dawson, che viene ucciso da una banda di criminali nel corso di una rapina, che ha come obiettivo un’antica collana, che a sua volta un tempo conteneva la preziosa pietra “Cuore rosso cremisi di Cleopatra”. A breve, il rubino e la collana si ricongiungeranno, per formare un unico gioiello dal valore inestimabile. Lupin e i suoi amici - l’infallibile pistolero Jigen, il maestro della spada Goemon e l’affascinante Fujiko dovranno espugnare “L’Arca di Navarone”, la gigantesca cassaforte di massima sicurezza in cui il gioiello è custodito. Il loro ingegnoso piano sarà ostacolato dall’instancabile ispettore Zenigata, pronto a tutto purdi arrestare Lupin, che continua a prendersi gioco di lui e dei suoi sforzi per consegnarlo alla giustizia. Lupin, Jigen, Goemon, Fujiko e Zenigata saranno così protagonisti di un’avventura incredibile, nel primo “live action” riconosciuto ufficialmente dall’ideatore del personaggio, Monkey Punch.
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cinema Macbeth - Recensione in anteprima SINOSSI Il film racconta la rovinosa metamorfosi del valoroso generale Macbeth, signore di Glamis, che conosce la gloria e l’onore, ma viene condotto alla rovina dalla sua cupidigia. Un’interpretazione emozionante delle drammatiche vicende accadute in quei tempi e una rivisitazione di uno dei personaggi più famosi e complessi di Shakespeare. Ambientato nel paesaggio crudo della guerra civile in Scozia, Macbeth è la storia di un animo grande e generoso corrotto da avidità e spietata ambizione. RECENSIONE Presentato in anteprima alla 68ª edizione del Festival di Cannes, Macbeth è sicuramente tra le opere classiche di Shakespeare più celebri e rappresentate, riadattata in versioni cinematografiche e televisive. Dopo registi del calibro di Orson Welles, Akira Kurosawa e Roman Polanski questa volta è il turno di Justin Kurzel, talentuoso regista australiano, venuto alla ribalta per Snowtown, sua strepitosa opera prima. Come in questa, anche in Macbeth riesce perfettamente a scandagliare gli strati più nascosti della psicologia del protagonista, entrando nella sua testa, facendoci vedere pian piano la follia rivelarsi e divenire sempre più evidente. Aiutato in questo da Michael Fassbender che con autorevolezza fa suo il personaggio di Macbeth, regalandoci un’interpretazione intensa e straniante che raggiunge l’apice nella scena del banchetto. Non da meno Marion Cotillard che nonostante la barriera linguistica si cimenta abilmente nei versi shakespeariani imprimendo alla sua Lady Macbeth una materialità sensuale. L’aver mantenuto il proprio accento, aggiunge un livello diverso al suo personaggio. Tra lei e la sua comunità, soprattutto le altre donne, c’è una sorta di separazione, di differenza e questo aggiunge appunto complessità al ruolo di Lady Macbeth. In termini di messa in scena si é scelto di girare quasi esclusivamente in esterni sfruttando la luce naturale e la formidabile bellezza dei paesaggi scozzesi che risultano maestosi grazie alla splendida fotografia curata da Adam Arkapaw (True Detective, Snowtown) che spesso sui personaggi restituisce solo le ombre. Nel girare la scena della battaglia, Kurzel ha utilizzato la tecnica del bullet time concentrandosi sul punto di vista dei personaggi principali e su quello delle tre streghe che sono un elemento centrale delle prime scene, poiché profetizzano a Macbeth ciò che lo ossessionerà per la resto della storia. Il focus è sui suoi pensieri e su come questi lo stiano condizionando. Per assicurarsi un risultato verosimile e realistico Kurzel ha utilizzato un esercito di rievocatori storici di battaglie, dichiarando soddisfatto: “Questi ragazzi trascorrono i loro fine settimana a fare rievocazioni, quindi la loro dedizione e passione verso ciò che fanno o che, in questo caso, gli è stato richiesto di fare, è stato davvero notevole.” Il rispetto delle regole dei versi e della costruzione del dialogo originale shakespeariano è stato assoluto, si ricrea così una forma di “intimità” con il testo che permea tutta l’opera e permette un’immersione totale dello spettatore nella narrazione. Nelle sale italiane dal 5 gennaio 2016. Vittorio Zenardi
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cinema The Hateful Eight - La recensione SINOSSI Come in Django Unchained, l’ambientazione di The Hateful Eight è Western ma dal sud schiavista Tarantino si è spostato verso il freddo Nord America. La guerra di secessione è finita da qualche anno. Una diligenza viaggia nell’innevato inverno del Wyoming. A bordo c’è il cacciatore di taglie John “The Hangman” (Il Boia) Ruth e la sua prigioniera Daisy Domergue, diretti verso la città di Red Rock dove la donna verrà consegnata alla giustizia. Lungo la strada, si aggiungono il Maggiore Marquis Warren, un ex soldato nero nordista diventato anche lui un famoso cacciatore di taglie, e Chris Mannix, che si presenta come nuovo sceriffo di Red Rock. Infuria la tempesta di neve e la compagnia trova rifugio presso l’emporio di Minnie, dove vengono accolti non dalla proprietaria, ma da quattro sconosciuti: il messicano Bob, il boia di Red Rock Oswaldo Mobray, il mandriano Joe Gage e il generale della Confederazione Sanford Smithers. La bufera blocca gli otto personaggi che ben presto capiscono che raggiungere la loro destinazione non sarà affatto semplice. Per molte ragioni. RECENSIONE The Hateful Eight rappresenta la summa della poetica tarantiniana, con le sue consuete incursioni nella storia del cinema. È lo stesso Tarantino, infatti, in un’intervista, a svelare quali sono le pellicole da vedere per gustarsi appieno la sua ultima opera. Quindi, prima fra tutte, La cosa di John Carpenter, che ha più analogie con The Hateful Eight, vuoi per le musiche Ennio Morricone, vuoi per il protagonista Kurt Russell, L’assassinio sull’Orient Express di Sidney Lumet (1974); Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah (1969); Hombre di Martin Ritt (1967) e Karthoum di Basil Dearden (1966). Chi pensava che la scelta del formato di 70mm servisse a immortalare il paesaggio selvaggio americano è rimasto deluso fin dalle prime scene, visto che solo la sequenza iniziale e poco più, rispettano queste aspettative. Tarantino costruisce quello che è stato giustamente definito un “western da camera”. Comprime gli spazi per far implodere i personaggi, come fossero giocattoli in latta caricati a molla. Spesso l’azione scaturisce da un dialogo costruito ad hoc, una parola, uno sguardo, un dettaglio. Queste caratteristiche che spesso riscontriamo nei suoi film, si arricchiscono di infinite autocitazioni, una fra tante la sparatoria finale in Le iene. Tarantino, riesce a tramutare i suoi film in veri e propri eventi, adora tutto ciò che è cinema o si nutre di esso. The Hateful Eight è il risultato di questa incontenibile passione che corredata da una grande maestria tecnica diventa grande cinema.
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cinema I Am Still Alive La recensione (Premiere) SINOSSI La vita di Muhammad giovane circense palestinese, venne sconvolta il 15 maggio 2014 quando alle manifestazioni del giorno della Nakba fu colpito da un proiettile durante gli scontri con le forze israeliane al confine del campo profughi di Bureij nella Striscia di Gaza. Il film tramite i suoi occhi segue il viaggio della guarigione che lo vede costretto a bilanciare il tragico trauma della morte con la fondamentale volontà di vivere. RECENSIONE Camille Bildsøe ventunenne regista danese, dimostra nonostante la giovane età, una maturità di sguardo davvero sorprendente. “I am still Alive” è un ottimo documentario, scritto e diretto con piglio autoriale. La narrazione é scandita dalle parole di Muhammad che si racconta in primo piano e da un montaggio che alterna alle drammatiche scene di repertorio quelle delle prove sotto il tendone del Circo. Lo schock é notevole quando vengono mostrati i video delle telecamera di sicurezza. Sia quello del ferimento di Muhammad che quello dell’assassinio di Nadeem Siam Nawara suo amico divenuto martire a soli diciassette anni. Colpisce la gratuità del gesto dei militari israeliani che colpiscono a freddo i due bersagli che avevano tutt’altro che un atteggiamento violento. Sgomento e incredulità ci pervadono nel constatare questa assurda e terribile verità. Ci ritornano alla mente le parole che Muhammad aveva sussurrato in apertura: “Ho passato la mia infanzia a guardare il muro e ora vedo solo il muro.. Siamo in una gabbia in una grande gabbia..ti trattano come fossi di loro proprietà come tu fossi il loro animale domestico” Gli eventi di quel giorno, la sua prima volta nella zona di protesta, la gente che urla, il caos, le bandiere della Palestina sono scene che si ripetono ancora oggi nella sua testa. Come il momento della fitta al polmone trapassato dal proiettile, il respiro affannoso, la corsa in ospedale, l’incredulità. In un lento flashback vengono ripercorsi i momenti di quella maledetta giornata, le parole di Muhammad scorrono veloci, rallentando solo quando parla dell’amico assassinato: “Non potevo credere che ora Nador fosse un martire ..Solo dopo essere uscito dall’ospedale ed aver visto i video ho capito…” La vita che va avanti trova forza e speranza nella sua grande passione: il circo. “Sto bene con me stesso quando faccio acrobazie e sono in azione. Su un palco o davanti al pubblico sono felice, mi sento me stesso….” Nella scena finale, speculare a quella iniziale, Muhammad dimostra di aver capito che nessun sopruso potrà mai condizionare il suo essere: “I’don’t feel free, but I’m free. I’m mentally free”. La Bildsøe realizza un’opera coraggiosa e sincera e ci invita a riflettere sulla “banalità del male” che riduce l’uomo a mero ingranaggio. V. Z.
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cinema Mumble Mumble con Emanuele Salce al Teatro Belli 10-11 febbraio
Wishpering Star - La Recensione
Dopo il sold out al Teatro Brancaccino di Roma, Mumble Mumble Confessioni di un Orfano d’arte di Emanuele Salce e Andrea Pergolari, torna a Roma a grande richiesta per altre due repliche eccezionali. Il 10 e l’11 febbraio lo spettacolo, che vede in scena lo stesso Salce con Paolo Giommarelli, sarà sul palco del Teatro Belli di Roma. Un infuriare di ricordi surreali, grotteschi, ironici, un intreccio inestricabile di cultura e provocazione, di attese insoddisfatte e di traiettorie felicemente impreviste. Un paradossale e compiaciuto autodafé laico. È questo lo spettacolo che, dopo oltre 100 repliche e una tournée che ha toccato molti teatri italiani, giunge alla sua quinta stagione. Un racconto ironico, dissacrante, intimo e coraggioso. “Mumble Mumble” è una tragicomica confessione di un orfano d’arte, la narrazione divertente di due funerali... e mezzo. Emanuele Salce, con l’ironia e la verve che lo caratterizzano, è il narratore di tre morti: quella di suo padre naturale, il regista Luciano Salce, quella del secondo marito di sua madre e suo padre adottivo,Vittorio Gassman e, infine, quella metaforica: la sua. Nelle prove in camerino, Emanuele Salce cerca di conciliare la verità assoluta che trova nelle pagine di Dostoevskij, ai momenti più grotteschi dei funerali dei suoi padri, dove spiccano personaggi singolari, tra presenzialisti e volti bizzarri. Lo spettacolo si chiude con il racconto dell’incontro con un’irresistibile bionda australiana ed una sciagurata boccetta di lassativi. Un tentativo di liberazione da un peso (non solo simbolico) che diventa una morte metaforica, una vera e propria catarsi. A fare da contraltare l’ironico e discreto personaggio-spettatore Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore di una confessione che narra di personaggi pubblici e allo stesso tempo teneramente privati. La testimonianza di un orfano d’arte partecipe di un mondo assurdamente logico. Mumble Mumble – Confessioni di un orfano d’arte. Di Emanuele Salce e Andrea Pergolari con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli Teatro Belli Via di Santa Apollonia 11 10 e 11 febbraio - ore 21.00 Biglietti Intero 18.00 - Ridotto 13.00 Per info e prenotazioni botteghino@teatrobelli.it F b : w w w. f a c e b o o k . c o m / M u m b l e - M u m b l e - C o n fe s s i o n i - d i - u n - o rfano-darte-175894476106554/?fref=t
SINOSSI: L’umanità si è ridotta drasticamente, l’80% della popolazione è composta da robot e gli umani sono una specie in via d’estinzione. Machine ID 722 è un’androide, a bordo della Rental Spaceship Z. Con il computer di bordo viaggia da un sistema solare all’altro, consegnando pacchi agli umani. RECENSIONE: The Whispering Star, traduzione letterale per il mercato internazionale del titolo originale, “Hiso hiso boshi” é stato presentato quest’anno alla Festa del Cinema di Roma, nella Selezione Ufficiale, dopo la presentazione in anteprima mondiale a Toronto. Sion Sono, contro ogni tentativo di rimozione effettuato dai media e governo Giapponese, fissa ancora una volta il suo sguardo su Fukushima e l’immane disastro del 2011. Lo fa con gli strumenti che gli sono più congeniali: quelli dell’arte. Compone con struggente poesia delle tavole di un glaciale bianco e nero dove l’umanità, ormai ridotta a brandello, prova a ricordarsi di sé tramite “emozioni” che sembravano perdute. I pacchi, diventano così il pretesto per parlarci di relazioni umane sfilacciate, difficili, ma unica vera ancora di salvezza. Il sentimento di un ricordo, di un legame, riporta alla mente un “senso” che sembrava perduto. La navicella vaga nell’universo, lo spazio-tempo dilatato ne ritarda le consegne, alcuni destinatari sono morti in attesa di quei pacchi che impiegano un decennio per arrivare a destinazione. Quando Yoko, l’androide ID 722, arriva sulla stella dei sussurri, A Whispering Star appunto, la maestria visiva di Sion Sono raggiunge l’apice. In questo pianeta, abitato esclusivamente da umani, ogni rumore superiore a 30 decibel può uccidere gli abitanti. Bisbigli e sussurri ce l’introducono sonoramente, mentre uno straordinario gioco di ombre cinesi ce lo mostra. Yoko, in punta di piedi percorre un corridoio, consegna il pacco ad una sagoma femminile e per un attimo sembra capire l’importanza della sua missione. Lei, unica in grado di collegare le persone fra di loro. Il nostro mondo non c’è più, o forse non c’è mai stato. Una visione pura senza compromessi, un’opera che all’inizio può anche irritare per la scansione ripetitiva e monotona di giorni sempre uguali. Sion Sono gioca proprio con la concezione del tempo, pare stremarci. Poi però ci prende, ci solleva e ci indica la direzione.Verso il nostro cuore. Vittorio Zenardi
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cinema
Berlino 2016: Gianfranco Rosi trionfa con Fuocoammare
Fuocoammare, il docufilm di Gianfranco Rosi dopo Il sacro GRA - già premiato a Venezia vince l’Orso d’oro al Festvial di Berlino. La presidente della giuria Meryl Streep, al fianco del direttore Dieter Kosslick, legge il verdetto: “Film eccitante e originale, la giuria è stata travolta dalla compassione. Un film che mette insieme arte e politica e tante sfumature. È esattamente quel che significa arte nel modo in cui lo intende la Berlinale. Un libero racconto e immagini di verità che ci racconta quello che succede oggi. Un film urgente, visionario, necessario”. Sul palco, Rosi comincia il suo discorso:� “Il mio pensiero più profondo va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa, a coloro che sono morti. Dedico questo lavoro ai lampedusani che mi hanno accolto e hanno accolto le persone che arrivavano. È un popolo di pescatori e i pescatori accolgono tutto ciò che arriva dal mare. Questa è una lezione che dobbiamo imparare”. E ha continuato: “Per la prima volta l’Europa sta discutendo seriamente alcune regole da fissare, io non sono contento di ciò che stanno decidendo. Le barriere non hanno mai funzionato, specialmente quelle mentali. Spero che questo film aiuti ad abbattere queste barriere”. Poi saluta con un bacio la figlia Emma: “Ho passato un anno e mezzo a Lampedusa e l’ho vista solo pochi giorni. Questo la renderà felice per molto tempo”. Ecco di seguito tutti i vincitori: Orso d’Oro al miglior film FUOCOAMMARE di Gianfranco Rosi Orso d’Argento Gran Premio della Giuria DEATH IN SARAJEVO di Danis Tanović Orso d’Argento Alfred Bauer A LULLABY TO THE SORROWFUL MYSTERY di Lav Diaz Orso d’Argento per la miglior regia Mia Hansen-Løve con L’AVENIR Orso d’Argento alla migliore attrice Trine Dyrholm in KOLLEKTIVET Orso d’Argento al miglior attore Majd Mastoura in INHEBBEK HEDI Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura UNITED STATES OF LOVE di Tomasz Wasilewski Orso d’Argento per l’apporto artistico CROSSCURRENT di Mark Lee Ping-Bing Miglior Opera Prima INHEBBEK HEDI di Mohamed Ben Attia Orso d’Oro per il Migliore Cortometraggio BALADA DE UM BATRAQUIO di Leonor Teles Orso d’Argento Jury Prize (Cortometraggio) A MAN RETURNED di Mahdi Fleifel Audi Short Film Award JIN ZHI XIA MAO (Anchorage Prohibited) di Chiang Wei Liang
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mostre ed eventi
Renzo Arbore in mostra
Sarà aperta al pubblico fino al 3 aprile 2016 , negli spazi espositivi della Pelanda al Macro di Testaccio, una grande mostra dedicata a Renzo Arbore, ai cinquant’anni della sua straordinaria carriera, alle sue trasmissioni televisive e radiofoniche che hanno così fortemente caratterizzato la storia della televisione e del costume del nostro Paese, alle sue amicizie e alle sue scoperte, ai suoi percorsi musicali e ai concerti dell’Orchestra Italiana, e degli Swing Maniacs e, prima ancora, della Barilla Boogie Band, alla sua incredibile collezione di oggetti e memorabilia, ma anche ai suoi amici, ai suoi viaggi, al sostegno non episodico alla Lega del Filo d’Oro. In un percorso espositivo sorprendente, vengono esposti gli oggetti che sono i testimoni di questa straordinaria avventura, dalle copertine dei dischi alle sue collezioni più improbabili, dalle radio d’epoca alle cravatte più strane, dagli oggetti in plastica proveneinti dai suoi numerosi viaggi, agli elementi scenografici che hanno caratterizzato le sue trasmissioni televisive. Numerosi anche i documenti audio e video delle performances di Arbore, da Quelli della notte ai concerti dell’Orchestra italiana, da Bandiera Gialla e Alto Gradimento ai suoi film e perfino ai suoi sketch pubblicitari, in un percorso articolato in “stazioni” che corrispondono alle passioni di Renzo: la Musica, l’America, il Collezionismo e la Plastica, il Cinema, i Viaggi, la Televisione, le Città e gli Amici, la Moda e il Design, la Radio e infine la Lega del Filo d’Oro. Oltre a Renzo Arbore nel progetto sono coinvolti molti dei suoi collaboratori, che gli sono stati e gli sono accanto in tante occasioni, a partire da Alida Cappellini e Giovanni Licheri, che hanno disegnato per Arbore le scenografie della maggior parte dei suoi spettacoli e hanno progettato un allestimento della mostra che non mette solo in valore i materiali esposti, ma riesce ad accogliere il visitatore come se fosse a casa di Renzo. Promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra è prodotta da Civita in collaborazione con la RAI e con il contributo di RAI Teche. Media partner: RAI 1, RAI 2, RAI 3, RAI Cultura, Tgr, RAI Radio 1, RAI Radio 2. La mostra è accompagnata dal volume di Renzo Arbore “E se la vita fosse una jam session? Fatti e misfatti di quello della notte”, a cura di Lorenza Foschini, edito da Rizzoli. Rai.com realizzerà una raccolta in quattro dvd che ripercorre tutta la carriera artistica di Renzo Arbore, disponibile in anteprima nel bookshop della mostra. Viene infine proposta al pubblico un’ampia scelta di oggetti ispirati al suo colorato e allegro universo iconografico. Il ricavato della vendita di alcuni prodotti messi a disposizione dallo stesso Renzo Arbore e da Gallo, sarà destinato alla Lega del Filo d’Oro. Vittorio Zenardi
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mostre ed eventi Sempre Promesse al Teatro San Paolo di Roma
Torna in scena Sempre Promesse il testo scritto da Pietro Morachioli che dall’8 al 10 gennaio sarà in scena al Teatro San Paolo. A dirigerlo sarà lo stesso autore sul palco con Giorgia Mareri, Raffaele Proietti, Dario Carbone, Martina Gatto, Roberto Fazioli, Salvatore Lanza,Valeria Moccia e Federico De Luca. Non è moralmente sbagliato prestare il proprio appartamento con la speranza che ciò aiuti nella carriera? Questa è la domanda che aleggia nello spettacolo e che, fra risate e colpi di scena, vedrà la sua risposta nelle disavventure del “povero” Chuck. Il contabile Chuck Baxter, impiegato di un’importante azienda americana, riesce ad accattivarsi le simpatie dei suoi superiori prestando loro, per scappatelle extraconiugali, il suo piccolo appartamento. Tutto procede felicemente finché Baxter non si innamora di Fran Kubelik, graziosa ragazza che lavora al bar degli impiegati. Presto però egli scopre che questa è l’amante del capo del personale, Jeff R. Sheldrake, il quale si rivolge proprio a lui per ottenere anch’egli l’uso dell’appartamento alla bisogna amorosa. La riluttanza di Baxter viene vinta grazie ad una promozione piuttosto cospicua. Ma qualcosa va storto e durante un incontro fra Jeff e Fran nell’appartamento di Baxter, quest’ultima apprende che l’amante non ha alcuna intenzione di lasciare la famiglia per sposarla, come le aveva promesso. Fra tentati suicidi, gelosie e tradimenti Chuck si ritroverà davanti a un bivio: Perseguire la via dell’amore o la quella della Carriera? Note di regia: Uno spazio unico che contraddistingue varie situazioni, questa è la base dello spettacolo. Un palco che si anima, prende vita, a seconda dell’esigenza del momento, con giochi di luce e una scenografia volutamente minimalista atta a trasportare il pubblico attraverso l’immaginazione e la fantasia. “Sempre Promesse” è una commedia. Una commedia classica che racchiude in sé un nocciolo drammatico, la rappresentazione è strutturata in modo tale da poter passare da momenti molto brillanti e divertenti a momenti più riflessivi e intimi. Tutto questo senza l’ausilio di alcun tipo di volgarità. La comicità è strutturata sulla caratterizzazione dei personaggi, su un ritmo serrato e scorrevole, sulle dinamiche che si vengono a creare durante tutto l’arco narrativo. Sempre Promesse di Pietro Morachioli con Pietro Morachioli, Giorgia Mareri, Raffaele Proietti, Dario Carbone, Martina Gatto, Roberto Fazioli, Salvatore Lanza,Valeria Moccia e Federico De Luca Luci e Audio David Nicosia Grafica Gabriele Mareri Trucco ad opera di Accademia Professionale di Trucco Acconciature ad opera di “Spettinati” Foto di scena: Matteo Montaperto Ufficio Stampa: Rocchina Ceglia Teatro San Paolo via Ostiense 190- Roma Dall’8 al 10 gennaio 2016 Biglietto Intero € 19; Ridotto € 15; Under18 € 10. Riduzioni: riservate a Under26, Over60, Diversamente abili, Cral, gruppi minimo 10 persone, residenti del Municipio VIII. Per i gruppi di 10 persone o più, il biglietto è ridotto. Biglietto Tandem: € 25 valido per due Info e prenotazioni (compagnia): 345.8506500 -333.2848938 Biglietteria teatro Tel. 06 58606102 Prenotazioni via email: info@teatrosanpaolo.it Prenotazioni telefoniche: 339 4684545 dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 14.00
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mostre ed eventi Doppiosenso Unico tornano al Teatro dell’Orologio di Roma
Dal 12 al 17 gennaio 2016 Doppiosenso Unico tornano al Teatro dell’Orologio con gli ultimi tre spettacoli [“La variante E.K.”, “gU.F.O.” e “Operamolla”] riuniti nella trilogia “Niente di nuovo sotto il suolo”. 12 e 15 gennaio > LA VARIANTE E.K 13 e 16 gennaio > gU.F.O 14 e 17 gennaio > OPERAMOLLA LA VARIANTE E.K. Un uomo tenta di suicidarsi. Per riuscire nell’intento, si sottopone a un duro allenamento ma nel momento cruciale non coglie il nodo. Due strani figuri lo guidano nell’impresa. Una situazione funerea ma esilarante, raccontata tramite esercizi di stile, variazioni, ripetizioni, errori e ripensamenti. gU.F.O Gufi e Alieni si incontrano: chiusi nel loro piccolo spazio vitale i primi, dominatori dell’universo i secondi. I Gufi nicchiano, non essendo predisposti al dialogo. Gli Alieni incalzano, con atteggiamento gerarchico. Riusciranno nel contempo Hitler, Marx e Darwin a sviluppare idee autonome? L’attesa è snervante. E se i gufi non esistessero? E se gli alieni fossero dio? E se noi fossimo alienati? OPERAMOLLA Tre fratelli, due vivi e uno vegeto, sono chiusi in casa. Il divertimento non è molto, l’unico svago sono le malattie. La speranza è quella di morire, perché la certezza è che la carne risorgerà subito. Ma il fratello che vegeta, sarà morto? Sarà risorto senza dir niente agli altri due? Il Guaritore, mistico figuro che manda all’aria ogni malanno, ha le risposte. Ma dimentica le domande. Doppiosenso Unico è una compagnia teatrale fondata nel 1999 da Luca Ruocco e Ivan Talarico. Lo stile del duo è improntato su una comicità grottesca e ricercata, sempre attenta al linguaggio ed ai giochi di parole così come al rapporto diretto e intimo con il pubblico. L’impianto scenico è semplice, costruito intorno a situazioni spiazzanti e surreali, dai ritmi veloci e dall’umorismo disarmante. INFO E PRENOTAZIONI: biglietteria@teatroorologio.com // 06 6875550
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mostre ed eventi 51° Compleanno del Piper Club Come lo scorso anno, anche per il 2016, la famiglia Bornigia il 16 febbraio festeggerà il compleanno del Piper Club, simbolo di Roma ormai dal lontano 1965, aprendo il locale di via Tagliamento agli amici e a quanti amano e frequentano la “vecchia” cantina, oggi tempio delle serate capitoline e location storica. Una festa a ingresso gratuito, dedicata a Roma e al Piper, per attendere la mezzanotte e brindare il salto immaginario, che saluta il mezzo secolo di vita compiuto dal club più longevo d’Italia. “Tanti sono gli anni che ci riportano a quella sera del febbraio del 1965” hanno dichiarato i fratelli Bornigia, “quando Giancarlo Bornigia (padre e fondatore del locale) e i suoi collaboratori erano intenti a fare gli scongiuri per quello che sarebbe accaduto nei giorni successivi mentre fuori cadeva la neve”. Con questo spirito, martedì 16 febbraio, il 51° anniversario del Piper si aprirà con un omaggio al suo fondatore scomparso nell’agosto del 2013, con la presentazione del libro “Giancarlo Bornigia: Dall’Africa al Piper Club” per proseguire, come sempre, con la magia della musica dei fantastici “anni del Piper” quest’anno interpretata da una formazione d’eccezione: Andrea Casta & The Heroes. La band interpreterà con energia i brani che hanno contribuito a creare il mito del Piper Club: The Rokes, Dik Dik, Equipe 84, Patty Pravo, Renato Zero e molti altri si ritroveranno in un inedito racconto parallelo tra beat e pop-rock con Beatles, Rolling Stones, David Bowie, Queen, AC/DC U2, Guns’n’Roses, Police e molti altri. E a seguire ilDJ Set a cura di Angelo Sonnino, per ballare le canzoni che hanno segnato i primi cinquantun’anni del Piper Club. “Giancarlo Bornigia è riuscito a cambiare il mondo dell’intrattenimento notturno e il 17 era il suo numero porta-fortuna” ha detto Loredana Gelli, autrice del libro. “Ripercorreremo insieme la storia del Piper conoscendo meglio il suo fondatore, scoprendo aspetti inediti del suo carattere attraverso alcuni brani del libro”. ANDREA CASTA, cantante e violinista, è uno degli entertainer più richiesti in Italia e all’estero. Negli ultimi anni, a portato la sua band in tour in Europa, Medio Oriente e in tutta Italia. Con il suo violino elettrico si è esibito tra gli altri al Paradise Club di Mykonos, al Blue Marlin di Dubai, nei Club Billionaire di Bodrum e Porto Cervo, al Jimmy’z di Montecarlo, alla Dolce Vita di Sharm El’Sheikh e nel party ufficiale del GP Formula1 a Città del Messico. Ospiti e volti noti di questi 51 anni, protagonisti di un compleanno speciale, interagiranno in parole e musica per una notte dal gusto “beat” dove l’entusiasmo del passato diventa la spinta più forte per guardare al futuro. Info: www.piperclub.it / 06-8555398
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mostre ed eventi FORZA VENITE GENTE AL TEATRO MARCONI DI ROMA
Era il 1981 quando Michele Paulicelli per la prima volta portava in scena con i testi in prosa e versi di Mario Castellacci, Piero Castellacci e Piero Palumbo nel musical “Forza venite gente”. Il debutto avvenne al Teatro Unione di Viterbo mentre l’edizione più famosa, fu stata la messa in scena del 1991 sul sagrato della Basilica Superiore di S. Francesco d’Assisi al cospetto di Papa Giovanni Paolo II. Dopo essere stato tradotto in otto lingue e dopo aver registrato continui sold out, uno dei musical più rappresentati in Italia, torna in scena al Teatro Marconi di Roma. Dall’11 al 21 febbraio Michele Paulicelli vestirà il saio di Frate Francesco e darà vita, grazie ad un cast di tutto rispetto, ad un lavoro di immutata freschezza grazie anche a canzoni soft rock molto orecchiabili. Insieme a Paulicelli, sul palco del teatro diretto da Felice della Corte, Roberto D’Alessandro nei panni di Pietro Bernardone per narrare al pubblico la storia del poverello di Assisi, tra la semplicità della sua fede e i tormenti irosi di un padre laico e pragmatico. La Cenciosa, interpretata da Rachele Giannini, sarà l’altra grande protagonista di questo racconto. Sul palco anche Roberto Bartoletti (il Lupo, il Diavolo) che fin dal suo debutto non ha mai smesso di essere in tour con Paulicelli. “Forza venite gente” ha una struttura originale rispetto ai soliti musical. Personificazioni sul genere del teatro medievale inglese delle Morality Plays (le personificazioni del male, della povertà, del lupo, della morte sono parti integranti della storia), la caratterizzazione del padre di Francesco, Pietro Bernardone e della Cenciosa ( la matta del paese) gli unici personaggi parlanti dello show e la forte umanità di Francesco (toccante il duetto d’amore con Santa Chiara) fanno comprendere come a volte se ci sono le idee si può realizzare un bello spettacolo anche senza potenti mezzi. Un viaggio personale e spirituale accompagnato dalla musica, che culmina nell ‘incontro di Francesco con il Diavolo (che inutilmente vorrebbe indurlo in tentazione) e nella sua preghiera più bella: quel Cantico delle Creature che esplode nella canzone finale”Laudato sii”. L’edizione 2016 del Musical rappresentata al Teatro Marconi prevede anche due matinèe per le scuole interessate il 18 e il 19 febbraio.
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mostre ed eventi Presentazione QUANDO ROMA ERA UN PARADISO di Stefano Malatesta All’indomani della Seconda Guerra mondiale Roma cambia pelle. Roma città aperta ha stravolto i canoni del cinema. Nel 1950 si iniziano le riprese di Quo vadis?, dando il via ai kolossal che diventeranno il prodotto principale della Hollywood sul Tevere. Il cinema fa da locomotiva e trascina tutte le arti. Roma sembra un’immensa trattoria, dai Castelli a Ostia ai bar in piazza del Popolo, dove si incontrano scrittori, artisti, attori, registi e cinematografari da Moravia a Flaiano, da Fellini a Peppino Amato, da Pasolini a Maurizio Arena, da Schifano a Gino de Dominicis. Roma ha soppiantato Parigi: la città è carica di aspettative e di speranze, stimola curiosità intellettuali. Gli Amerikani sbarcano a Ciampino, da Orson Welles a Truman Capote, da Cary Grant a Audrey Hepburn, da Cy Twombly a Rauschenberg e restano avvinti dall’atmosfera di festa continua: “avevano messo il piede nella tagliola romana e non sarebbe stato facile liberarlo”. Stefano Malatesta, con il suo stile ironico e tagliente, racconta la Roma della sua adolescenza, facendo rivivere fianco a fianco il mito della Dolce Vita e la Roma-Ricotta pasoliniana. Un periodo straordinario, l’epoca più divertente e creativa nella storia d’Italia. Solo ora che questa realtà è scomparsa ci rendiamo conto di quanto abbiamo perso. La presentazione si terrà a Roma, Giovedì 4 febbraio alle ore 18, presso il Museo di Roma a Palazzo Braschi (ingresso da Piazza Navona 2 o Via S. Pantaleo 10). Con l’autore interverranno, Angelo Guglielmi, Giorgio Montefoschi, Emanuele Trevi
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mostre ed eventi Matthew Broussard all’ Alson Gallery di Milano
Dal prossimo 3 marzo 2016 arriva a Milano “ Notes to myself – Taccuino” la mostra di Matthew Broussard all’Alson Gallery. L’artista, il suo pensiero e le opere in esposizione saranno presentate in anteprima il 18 febbraio da Ceresio7 a Milano, alla presenza del curatore Paolo Manazza e del direttore artistico Francesco Bucaro. Dal testo critico in catalogo si legge : “….Il titolo scelto per la mostra sembra esso stesso un’opera. Non si tratta d’una mostra tematica, né di una serie di lavori creati per stare insieme come corpo compiuto. Tecnicamente sono assai diversi. Broussard ci spiega che alcuni sono risolti mentre per altri ha lui stesso la necessità di vederli nel confronto con il pubblico. “Ossessioni private o considerazioni storiche… Riconosco, però, una continuità nel modo di ragionare, e alcune abitudini tecnico-visive nel porre e risolvere questioni.Vi sono tematiche ricorrenti; o nel soggetto stesso delle opere, o nei ragionamenti e riferimenti strada facendo”. Kodachrome “Immagino -racconta l’artista- l’insieme come un paradosso koan, o per stare più vicino a casa nostra, una settimana enigmistica, dove chi guarda troverà una serie di elementi che si sovrappongono o intersecano tramite opere diverse tra loro. Spero che si arricchiscano e si informino a vicenda, senza mai ripetersi o diventare formulaiche”. In realtà il pericolo di un’interpretazione virtuosistica è assai lontano. Ripeto, la sovrapposizione di linguaggi addolcisce l’eterogeneità tecnica nel fiume della poesia. Broussard non è né un semplice pittore né tantomeno un artigiano. E’ semplicemente un artista. Un poeta visionario. Le sue opere hanno certamente richiesto tanto investimento ma più che nei materiali stessi e nel lavoro, nella natura e nella loro intrinseca logica interna. “il valore dei mie lavori non si trova nell’aspetto delle opere, ma nel tempo passato insieme a loro. I tentativi e le soluzioni per risolvere problemi di natura tecnica mi portano sempre ad arricchire il loro contenuto: a trovare connessioni concettuali e soluzioni visive non prevedibili. Per questo preferisco creare le opere da me stesso, piuttosto che avvalermi di forniture esterne. Senz’altro verrebbero più ‘perfette’ commissionando la loro produzione; ma forse per me sarebbe meno interessante. E io non imparerei tanto durante il percorso della loro creazione”. Una mostra da non perdere quella dell’artista texano che svolge la sua attività in Italia, dove pare giocare con l’osservatore, fondendo immagine e parola. Vittorio Zenardi
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mostre ed eventi ZOOMARK: A BOLOGNA L’UNICA FIERA SUGLI ANIMALI DA COMPAGNIA E’ partita l’organizzazione di “Zoomark International 2017”, l’unica fiera professionale b2b in Italia e la seconda in Europa sui prodotti e le attrezzature per gli animali da compagnia. La manifestazione è organizzata da BolognaFiere, in collaborazione con Promopet, con ASSALCO (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) e con ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani). Si svolgerà dall’11 al 14 maggio 2017 presso il Quartiere fieristico di Bologna. L’ultima edizione del 2015 aveva fatto registrare uno straordinario successo.Vi avevano partecipato 615 espositori (di cui 394 esteri provenienti da 35 Paesi), su una superficie di 45mila mq. Il numero dei visitatori aveva raggiunto in totale i 22.299, di cui 15.526 buyer italiani e 6.773 esteri provenienti da 85 Paesi. 31 In vista di “Zoomark 2017”, 17a edizione della manifestazione, numerose sono le novità. Innanzitutto, BolognaFiere ha adottato per la comunicazione di questa fiera una nuova immagine, che sarà declinata su tutti i materiali promozionali, oltre che sui futuri allestimenti fieristici. La stessa creatività caratterizzerà il nuovissimo sito web ufficiale www.zoomark.it, che sarà online a breve. “La nuova immagine di Zoomark descrive efficacemente l’evoluzione di questa nostra importante fiera”, ha dichiarato Antonio Bruzzone, direttore generale di BolognaFiere. “Infatti ha un tratto moderno, di grande impatto e di respiro internazionale. Utilizzando pochi dettagli fotografici ingranditi, racconta tutto il mondo degli animali da compagnia. Sarà la nostra bandiera, in Italia e all’estero, in questo anno e mezzo di preparazione ad un’edizione che già promette di riscotere un grande successo”. Un’altra novità dell’edizione 2017 di “Zoomark” riguarda l’internazionalizzazione. BolognaFiere ha infatti avviato un importante programma di promozione all’estero di questa manifestazione fieristica, che la vedrà protagonista dell’organizzazione di “Padiglioni del Made in Italy” nelle maggiori fiere specializzate di tutto il mondo. Il primo appuntamento è con il “Global Pet Expo 2016” (GPE), la fiera annuale sulla pet industry più grande negli Stati Uniti, in programma dal 16 al 18 marzo prossimi a Orlando, in Florida. 7594EC9F33BD41B5A349A49AF497523B In occasione del GPE 2016, “Zoomark” ha organizzato una collettiva con dieci aziende italiane che presenteranno i loro prodotti e parteciperanno ad incontri b2b con importanti buyer esteri. Sempre tra le novità,sono in preparazione una serie di indagini conoscitive sul mondo degli animali da compagnia – in collaborazione con “PetTrend”, la rivista di riferimento di “Zoomark” – tra cui la ricerca ANMVI su “Cosa ne pensano i veterinari del pet food” e il Rapporto ASSALCO-Zoomark sull’alimentazione e la cura degli animali da compagnia. V. Z.
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ensington Gardens. La recensione
Lo spettacolo Kensington Gardens, inserito nel cartellone della stagione 15/16, del Teatro Sala 1 di Roma, andrà in scena fino al 6 Marzo 2016. Questo particolare Teatro situato nella navata centrale della cripta della Scala Santa in un suggestivo spazio con pareti in mattoni a vista ed ampi archi, che richiamano strutture romane antiche, mette lo spettatore dentro la scena facendolo diventare una sorta di attore inconsapevole. Kensington Gardens è l’ultimo capitolo della Trilogia del contemporaneo di Giancarlo Nicoletti, preceduto dai pluripremiati #salvobuonfine e Festa della Repubblica, che affronta i temi del postmoderno italiano, dalla percezione del sé dell’uomo contemporaneo all’incapacità relazionale nei rapporti umani. Ambientato a Londra in un futuro, prossimo o remoto, dove un Partito xenofobo è al governo. Una legge espelle tutti i non inglesi dal suolo britannico, sugli immigrati si spara a vista. Sei italiani ottengono di evitare il rimpatrio, isolati in una villa del parco di Kensington, in attesa di grazia. Il figlio e la sorella di una cantante in conflitto con la crisi di mezza età e col suo compagno più giovane. Un esame di cittadinanza per scongiurare l’estradizione, un chimico, sua moglie. Pianoforti, pranzi, bicchieri di alcol, cene, canzoni d’autore, un magistrato e una giovane inglese che sogna la fama. Lo spettacolo inizia all’ottantanovesimo giorno di permanenza nella casa dove dato il lungo isolamento, i rapporti sono diventati tesi e le incomprensioni e le ire fra i personaggi aumentano di ora in ora. I caratteri sono un tentativo di lettura contemporanea delle dinamiche dei personaggi di Il Gabbiano di Cechov, operazione molto pericolosa ma interessante. Seguendo infatti, la scia dei protagonisti cechoviani, i personaggi sono tutti portatori di sentimenti ed emozioni fortissime. C’è Elena Salfi Corvini interpretata da una strepitosa Annalisa Cucchiara, che vive solo per la musica, trascurando il figlio per la carriera per lunghissimi periodi. Il figlio, Tommaso, interpretato da Riccardo Morgante, perfettamente calato nella parte, è un aspirante musicista che vive come un grandissimo peso e ostacolo il confronto e il giudizio della madre. Julia, la bravissima Eleonora de Luca è l’amica inglese, una ragazza che vuole fare la cantante, ma viene ostacolata dalla famiglia. Luca Notari, con il suo Massimo de Maiori, compositore di successo che si invaghirà di Julia, darà prova oltre delle sue doti sceniche anche di quelle vocali nel duetto con la Cucchiara. Cristina Todaro interpreta Cecilia sorella di Elena che si è sempre presa cura del nipote Tommaso, è il personaggio che tra tutti, più si allontana dall’impianto cechoviano. L’attrice rende bene le varie sfumature del suo personaggio fino ad una vera e propria trasformazione nel finale. William è un giudice e un uomo che ha trovato il suo equilibrio, l’unico veramente al sicuro in questa situazione. Con un interpretazione fatta spesso di pause e movimento accennati Francesco Soleti delinea bene il suo personaggio. Una menzione partiolare per la coppia composta da Sabrina e Paolo, rispettivamente Valentina Perrella e Alessandro Giova che incarnano un po’ le dinamiche di coppia di Mascia e Medvedenko. Lui innamorato e legato alla famiglia; lei una ragazza incapace che va avanti per inerzia, lasciando che le cose fluiscano autonomamente, in realtà ama Tommaso. Particolarmente riuscita la scena della scoperta del tradimento dove Paolo da voce ai suoi sentimenti repressi, entrambi gli attori riescono a calibrare bene le sfumature caratterizzanti i propri personaggi. Il testo di Nicoletti è scritto con cura, con i giusti inserti musicali e l’essenziale allestimento scenico. L’intuizione di un partito xenofobo che prende il potere definendo immigrati clandestini tutti coloro che non hanno la cittadinanza fa di Kensington Gardens una metafora che mette al centro della sua rappresentazione l’idea stessa di “straniero”, dimostrando tutta la sua attualità. Uno spettacolo da non perdere, fino al 6 Marzo 2016 al Teatro Sala 1 di Roma. Vittorio Zenardi
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ensington Garden al eatro sala uno di Roma
Londra: un futuro, prossimo o remoto, e un Partito xenofobo al governo. Una legge che espelle tutti i non inglesi dal suolo britannico, ronde per le strade, sugli immigrati si spara a vista. Sei italiani ottengono di evitare il rimpatrio, isolati in una villa del parco di Kensington, in attesa di grazia. Il figlio e la sorella di una cantante in conflitto con la crisi di mezza età e col suo compagno più giovane. Un esame di cittadinanza per scongiurare l’estradizione, un chimico, sua moglie. Pianoforti, pranzi, bicchieri di alcol, cene, canzoni d’autore, un magistrato e una giovane inglese che sogna la fama. Le distanze, i confini della propria identità e l’attesa illusoria del futuro si confondono alle vicende di un’umanità senza fissa dimora e bandita da sé stessa. Kensington Gardens è l’ultimo capitolo della Trilogia del contemporaneo di Giancarlo Nicoletti, preceduto dai pluripremiati #salvobuonfine e Festa della Repubblica, che hanno riscosso un grande successo di pubblico e critica. La trilogia, di prossima pubblicazione, è un sistema drammaturgico – registico che affronta i temi del postmoderno italiano, dalla percezione del sé dell’uomo contemporaneo all’incapacità relazionale nei rapporti umani. Il progetto è portato in scena dallo stesso nucleo attoriale dei precedenti lavori, fra cui Valentina Perrella, Alessandro Giova, Riccardo Morgante e Cristina Todaro, insieme a Eleonora De Luca e Francesco Soleti. A questi si uniscono l’esperienza e la professionalità di Annalisa Cucchiara (protagonista storica di importanti produzioni italiane, fra cui il tour internazionale di “Pipino il Breve”, e di “Hello, Dolly!”, “Caino e Abele”, “My fair Lady”, “La Baronessa di Carini”, “Blood Brothers”) e Luca Notari (“Ciao amore ciao”, “Hollywood, ritratto di un divo”, “Salvatore Giuliano”, “Il Grande Campione”,“Jesus Christ Superstar”). In scena al Sala Uno Teatro di Roma, dal 25 Febbraio al 6 Marzo, per il cartellone della stagione 15/16. In Kensington Gardens si tenta l’impianto di contesti e personaggi tratti da Cechov - e più specificatamente da alcuni caratteri e dall’intreccio de “Il Gabbiano” - su una piattaforma testuale e situazionale di teatro contemporaneo. Partendo da quel “territorio del possibile” intrinseco alla drammaturgia cechoviana, si sviluppa un discorso più ampio ed estremamente attuale sui paradossi dei legami affettivi e di sangue, sulle speranze insoddisfatte, sull’incapacità di ammettere lo stato delle cose, e sulle nozioni di Stato, libertà, identità culturale, razza. Una prova di “cechovizzazione” del contemporaneo, in cui Nicoletti sperimenta la sintesi, con il suo stile fortemente identitario, fra gli archetipi del classico e le urgenze del contemporaneo, nel suo lavoro più inquietante, maturo e traboccante di realtà drammatica e tragicomica.
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attualità La bellezza è negli occhi di chi si guarda
Il rapporto con il corpo ci accompagna per tutta la vita ed è forse quello più complicato, perché influenza direttamente il grado di soddisfazione che abbiamo con noi stessi e la sicurezza con cui interagiamo con gli altri. Le pieghe, le rughe, i chili e i peli, le anche, le pance, seno in giù, ciccia in più… Senza distinzione di età, né di sesso, una filastrocca che incalza nella testa di chi tende a giudicarsi con troppa attenzione severa. Guardarsi allo specchio diventa un momento di controllo dei propri difetti che serve solo a rafforzare la sensazione e l’idea di essere sbagliati e imperfetti. Una comprensione molto interessante di come percepiamo il nostro corpo ci arriva dalle neuroscienze, si tratta di come i sistemi neuronali sono coinvolti nella percezione del nostro corpo e di quello degli altri. Le ricerche confermano l’importanza, nell’interazione sociale, delle informazioni che le persone traggono dall’osservazione degli altri, della loro morfologia corporea e facciale e delle loro espressioni. Questo ci rende comprensibile con quale potenza la cultura della magrezza e della perfezione legata al successo, alla ricchezza e alla felicità e propinata per decenni dai media, possa condizionare il cervello e di conseguenza i pensieri e le emozioni. Dai principi e principesse delle fiabe, passando per gli eroi e le eroine dei videogiochi, e per le pubblicità di tutti i media, dai film al web potete immaginare la valanga di messaggi inconsci che inonda il nostro sistema percettivo? Diventa quasi automatico anelare a quell’ideale di bellezza fatto di filtri e di fotoritocchi, di inquadrature speciali e di luci, di ambientazioni e di sapienti trucchi, e purtroppo spesso anche di malattie alimentari, rinunce e infelicità, spacciate come successo. Significativo è che anche se ormai l’artificiosità di quelle immagini è nota, rimangono di fatto ideali a cui aspirare. Come uscire dunque, da questo condizionamento così potente? L’equilibrio giusto non è mai nella rinuncia e nella rassegnazione, ma nel cambiamento. Scoprire le emozioni celate dietro uno sguardo eccessivamente auto critico si può. E una volta che quelle emozioni perdono potere e forza è facile riscoprire un rapporto affettuoso, comprensivo ed equilibrato con la propria immagine, magari condito da un pizzico di autoironia e di capacità di giocare. Questo è il terreno ideale per impegnarsi con quel che è necessario per restare in una forma fisica ottimale che valorizza anche il godimento dei piaceri della vita.
Il wingwave per l’immagine allo specchio è un metodo di Coaching che aiuta in questo processo attraverso sette fasi, lavorando proprio sull’aspetto neurologico con l’EMDR: 1. Prendi contatto con i punti del corpo che ti creano disagio e vergogna 2. Riconosci le emozioni che generano questa percezione 3. Elabori la storia che ha generato quelle emozioni 4. Sviluppi uno sguardo di autostima e di affetto verso il tuo corpo 5. Decidi obiettivamente cosa vuoi migliorare 6. Elabori un programma di obiettivi fisici ben formati 7. Ne curi l’attuazione e il mantenimento Avere un buon rapporto con la propria immagine e il proprio corpo è la base dell’accettazione di se stessi e degli altri. Coltivare un impegno per la propria salute e forma fisica attraverso obiettivi raggiungibili crea sensibilità e soddisfazione sensoriale verso il proprio corpo. È possibile attraverso questa via, lo sviluppo di una visione di sé nel futuro libera dalle insicurezze e piena di energia e motivazione. Vuoi saperne di più? Coaching per l’immagine – wingwave per l’immagine allo specchio wingwave Coaching con Teresa: sessioni e informazioni
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attualità Nel cuore di Roma c’è un Cortile dove trovi chi ha a cuore la Salute
Nasce a Roma un progetto di medicina integrata in cui anche il fitness mentale ed emozionale contano. L’idea nasce dalla filosofia del dott. Joachim Wolfgang Hubler, titolare dello studio odontoiatrico Hubler, in via Monte Giordano 36, nel centro storico di Roma. “L’uomo al centro” è stata la breve e significativa frase/valore che neanche due anni fa ha dato inizio al progetto “Il Cortile della Salute”. Da allora si è costituito un gruppo di specialisti che interagisce negli ambiti della nutrizione, ortopedia, medicina estetica, odontoiatria e personal coaching. Insieme hanno disegnato un cerchio della salute al centro del quale il paziente può muoversi secondo le sue necessità e i suoi desideri. Odontoiatra di seconda generazione, il dott. Hubler, arriva in Italia da Monaco circa 30 anni fa e si innamora del nostro Paese. Si stabilisce a Roma, città in cui apre il suo studio. Rimane sempre legato alle sue origini e all’istruzione ricevuta nel suo Paese natio. Così quando, circa tre anni fa, incontra la Coach Teresa Burzigotti diventa un sincero sostenitore del metodo wingwave® che Teresa già pratica. In qualità di prima Italiana master trainer e coach direttamente certificata dall’Istituto Besser-Siegmund di Amburgo e dai creatori del metodo, Teresa lo sta diffondendo in Italia e nel contempo affiancando, come personal coach, medici, artisti, manager, terapeuti, giovani, coppie e altre persone. Teresa è anche membro associato, master coach dell’Associazione di Coaching Neurolinguistico NLC di Amburgo. l’Associazione NLC ha già sostenuto diversi progetti di ricerca per la verifica scientifica del metodo wingwave®. Il metodo wingwave® nel 2014 ha anche ricevuto un “award per l’innovazione” dalla britannica ABP, Association for Business Psychology. Poiché il wingwave® ha un legame forte con la più attuale ricerca scientifica sul cervello questo aspetto coinvolge il dott. Hubler che lo introduce, come primo dentista in Italia, nel suo studio per la cura del panico da dentista. La Coach Teresa Burzigotti organizza e coordina le attività del Cortile della Salute e ha fondato l’innovativa Accademia Otto Deit per la formazione interdisciplinare e il coaching integrato. L’accademia ha lo scopo di diffondere in Italia formazione di matrice tedesca per medici, terapeuti, coach e trainer. Si tratta di competenze trasversali che sono utili a tutti gli specialisti che lavorano con le persone nell’ambito della salute fisica, mentale ed emozionale, per sostenere i processi di guarigione e di miglioramento attraverso una comunicazione efficace e positiva, stimolante e assertiva. A breve sarà online il sito con il programma, ad aprile 2016 il seminario di formazione per il wingwave® Coaching. Dunque in sintesi nel Cortile della Salute si curano corpo, mente ed emozioni e a quanto dice la Coach Teresa Burzigotti, il cerchio si sta allargando. Questo mi fa venire in mente la frase del politico statunitense Robert Ingersoll: “Se dipendesse da me renderei contagiosa la salute invece che la malattia.” Il Cortile della Salute studiohubler@gmail.com
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musica CLEMENTINO PRIMO TRA I BIG NELLO STREAMING TIMMUSIC PRIMA CLASSIFICA DI TUTTI I BIG IN GARA AL FESTIVAL: SUL PODIO ANCHE ANNALISA E LORENZO FRAGOLA Dopo la seconda serata del 66° Festival di Sanremo,è Clementino con “Quando sono lontano” a conquistare il 1° posto della classifica dei big in gara sulla piattaforma TIMmusic, mentre Lorenzo Fragola, in vetta dopo la serata di apertura, scende ora al 3° gradino del podio con la sua “Infinite volte”, e Annalisa si piazza invece al 2° posto con“Il diluvio universale”. Quarta Francesca Michielin con “Nessun grado di separazione”, 5° Dolcenera con “Ora O Mai Più (Le Cose Cambiano)”, 6° Elio e le Storie Tese con “Vincere l’odio”, 7° Rocco Hunt con “Wake Up”, 8° Neffa con “Sogni e nostalgia”, 9° Alessio Bernabei con “Noi siamo infinito”, 10° Zero Assoluto con “Di me e di te”, 11° Arisa con “Guardando il cielo”, 12° Giovanni Caccamo & Deborah Iurato con “Via da qui”, 13° Stadio con “Un Giorno Mi Dirai”, 14° Noemi con “La borsa di una donna”, 15° Patty Pravo con “Cieli immensi”, 16° Valerio Scanu con “Finalmente piove”, 17° Dear Jack con “Mezzo Respiro”, 18° Bluvertigo con “Semplicemente”, 19° Enrico Ruggeri con “Il primo amore non si scorda mai”, 20° Irene Fornaciari con “Blu”. Oltre all’ascolto di tutti i brani in gara, sull’App TIMmusic continuano i Radioshow di Alessio Bertallot e degli altri TIMmusic Dj, tra cui l’inviato speciale dall’Ariston Livio Magnini, chitarrista dei Bluvertigo (tutti i giorni alle ore 18.00), le selezioni musicali per ripercorrere tutte le edizioni del Festival e le originali Radioplaylist degli artisti. Ospiti di domani saranno Clementino, Rocco Hunt e Gaetano Curreri degli Stadio.
JOHN PAPA BOOGIE, LA MISTERIOSA BLUES BAND A ROMA La più enigmatica e misteriosa blues band europea, i JOHN PAPA BOOGIE, saranno a Roma live, al Quirinetta Caffè Concerto il 6 marzo, alle 17.45. Saranno due ore di musica all’insegna del loro inconfondibile suono firmato da Gianni Frasi, la Voce “nera” del blues italiano. Grande è la dignità contenuta nel loro particolare “Blues de l’Haitienne”, concerto celebrativo che dedica e devolve ad Haiti tutto ciò che la John Papa Boogie propone. “Blues de l’Haitienne” nasce da un’idea ispirata di Gianni Frasi, che è stato pervaso in Haiti da questa “visione”, che deve a quella Terra e al suo Popolo, il manifestarsi della sacralità e della radicalità del segno musicale. I musicisti che accompagnano Frasi hanno aderito a questa “visione” in nome dello Spirito che gli dà Vita. Il suono, il sentimento di passione, il grido, il Mistero, sono tutti nell’emozione dei loro concerti in Italia e in Europa. Il recente microsolco della John Papa Boogie, a nome TRIDUO, presentato con ottimo riscontro alla 55ma Biennale di Venezia e con un concerto a Londra all’Electric Lane di Market Row a Brixton, è il riflesso su vinile di questo grido mistico. Nell’esclusivo concerto al Quirinetta di Roma, accanto a Gianni Frasi, ci saranno Antonio Piacentini e Leonardo Zago alle chitarre, Gianmaria Tonin alla batteria, Marco Bosco al basso, Giorgio Peggiani all’armonica, Simone Bistaffa al piano, organo e chitarra. Marzo al Quirinetta, grazie al lavoro di ViteCulture (Mamo Giovenco, Giulio Amorosetti, Daniele Martelli), prosegue con tre appuntamenti con la grande musica internazionale (Bob Moses 10 marzo, Public Service Broadcasting 12 marzo e KVB 15 marzo) per una promenade nelle nuove tendenze della musica di matrice elettronica, fatta di nuovi linguaggi e nuove contaminazioni in grado di dettare legge stilistica nel mainstream ispirando le grandi produzioni. V. Z.
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musica Vasco tutto in una notte LiveKom015 al cinema Al cinema in oltre 250 sale in tutta Italia sarà proiettato “Vasco tutto in una notte LiveKom015 al cinema”, il film per la regia di Giuseppe Domingo “Pepsy Romanoff” Romano porta sul grande schermo tutta l’energia e le emozioni di un concerto del Blasco, distribuito al cinema da Universal Music e QMI/Stardust. La proiezione cinematografica, solo per tre giorni da lunedì 14 a mercoledì 16 marzo, anticipa l’uscita del Dvd e Blu-Ray “Vasco tutto in una notte LiveKom015”, presentato da Universal Music in associazione con Giamaica e prodotto da Except. L’indimenticabile live tenutosi il 3 luglio a Napoli, ancora una volta sold-out, sarà il protagonista del film. Dopo il LiveKom’011, primo successo nei cinema, QMI/ Stardust si è assicurata la distribuzione di Vasco tutto in una notte LiveKom015 dalla magica cornice dello stadio San Paolo nei cinema di tutta Italia. Per i fan un evento unico e irripetibile. V. Z.
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musica iWorld Days il 5-6 Febbraio all’Auditorium Parco della Musica di Roma
Si svolgerà all’Auditorium Parco della Musica di Roma (sala Petrassi) iWORLD - “Rassegna di Musiche Attuali”, una due giorni dedicata alla musica di identità, crocevia di tradizioni e generi, di ritmi e linguaggi: le differenti forme di musica contemporanea si nutrono di radici, si liberano attraverso percorsi sperimentali e contaminati e tracciano sonorità e visioni di un futuro possibile per la musica popolare italiana. IL PRIMO COMPLEANNO DI iCOMPANY Con l’occasione, iCompany (organizzatrice e co-produttrice dell’evento assieme a Fondazione Musica per Roma) festeggerà il suo primo anno di attività.Venerdì 5 febbraio, ore 21, si esibiranno: Canzoniere Grecanico Salentino, band di punta della musica popolare italiana nel mondo, che nel corso della serata riceverà il premio “disco dell’anno per la world music” di BlogFoolk (anche partner della rassegna) e del M.E.I.; Tarantolati di Tricarico, storica band lucana, con 40 anni di storia e successi. Ad aprire la serata ci sarà Giuliano Gabriele, vincitore del Premio Parodi 2015 e promettente talento della musica nazionale. Sabato 6 febbraio, ore 21, si esibiranno: Orchestra di Piazza Vittorio, la più importante e nota orchestra multietnica italiana; Mimmo Cavallaro, il massimo esponente della musica popolare calabrese. Ad aprire il concerto Marina Mulopulos, affascinante e nota interprete world di origine italo greca. ingresso 15,00 euro a serata. Ingresso per due serate 24,00 euro
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lavoro e formazione
L’importanza della formazione in tema di sicurezza Il datore di lavoro è tenuto a garantire ai dipendenti la formazione in tema di sicurezza sul lavoro, indipendentemente dal loro bagaglio di conoscenze ed esperienze maturate. Lo stabilisce la Corte di Cassazione con sentenza n. 31245 del 17 luglio 2015, chiarendo la responsabilità sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Il parere trae origine da una condanna ad un direttore di cantiere e un capocantiere per lesioni personali colpose ai danni di un lavoratore in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Obblighi e responsabilità datoriali I giudici del Tribunale contestavano la violazione dei doveri di fornitura della strumentazione adeguata per l’esecuzione dei lavori, nonché della formazione e informazione sui possibili rischi. La Cassazione ha confermato il giudizio respingendo il ricorso del direttore di cantiere (in qualità di dirigente): la strumentazione posta a disposizione del lavoratore infortunato non risultava del tutto idonea a garantirne sicurezza e incolumità. Requisiti per i formatori Per quanto riguarda gli obblighi formativi, inoltre, non vi era stata adeguata trasmissione della formazione e delle informazioni riguardanti i rischi connessi all’esecuzione di una determinata prestazione, segno evidente di un’insufficiente e inadeguata gestione dei rischi infortunistici. Formazione: obbligo DVR per ogni mansione Richiamando altre sentenze inerenti il medesimo argomento (Sez. 4, Sentenza n. 21242 del 12/02/2014, Rv. 259219), è opportuno evidenziare che, in tema di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, la formazione non può essere esclusa neppure valutando il personale bagaglio di conoscenza formatosi per effetto di una lunga esperienza operativa o per la trasmissione di conoscenze, che comunemente si realizza nella collaborazione tra lavoratori (anche posti in relazione gerarchica tra di loro).
serie tv
Orange Is the New Black arriverà alla settima stagione Orange Is the New Black, serie tv ambientata in un carcere femminile, acclamata in America come in Italia, sarà rinnovata per tre stagioni. Il rinnovo permetterà alla serie di proseguire con nuovi episodi fino al 2019. La quarta stagione è attesa sul servizio di video in streaming per il 17 giugno e andrà in onda in tv su Premium Stories dal 23 successivo. “Jenji [Kohan] e la sua squadra hanno creato una serie fenomenale e di grande impatto, allo stesso tempo divertente e drammatica, oltraggiosa e sincera”, ha dichiarato la vice presidente dei contenuti originali di Netflix Cindy Holland. “Il pubblico di tutto il mondo ha imparato ad amare le donne e gli uomini di Orange Is the New Black e non vediamo l’ora di vedere dove li porterà le prossime tre stagioni”. Il telefilm ha fatto conoscere al grande pubblico molte attrici, dall’ex star di “That’s 70 Show”, Laura Prepon a Laverne Cox, prima trans a ricevere una nomination agli Emmy, da Ruby Rose a Uzo Aduba, vincitrice di un SAG e due Emmy grazie, proprio al ruolo nella serie tv.
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