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Lo_Speciale Media Partner della XXIII Edizione de l’Isola del Cinema
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DIRETTORE RESPONSABILE
Cinema
Presentazione del documentario Papa Francesco la mia idea di arte Premio Maestri del Cinema a Vittorio Storaro Twin Peaks 3: il nuovo sorprendente incubo di David Lynch Nastri d’argento 2017, ecco tutte le candidature
Salute
L’importanza di identificare i propri valori Narcisista e la sua partner: la danza degli schemi
Vittorio Zenardi IN REDAZIONE Walter D’Amario Giampaolo Tarantino Gianluca Migliozzi CONTATTI Website: www.lospecialegiornale.it E-mail: redazione@lospecialegiornale.it v.zenardi@lospecialegiornale.it Stampa: Digitale EDITORE Sede Legale e sede operativa: Via Ennio Quirino Visconti 103 00193 Roma CF/PI: 07169891004
Mondo
E ora cosa succede agli italiani che vivono in Gran Bretagna? Chi c’era al summer cocktail dell’Associazione Eidos Attenti alla privacy. “Così ci condizionano i giganti della rete” Stop al roaming. Come risparmiare con gli operatori italiani
Cronaca
Cosa si è detto alla Camera sui tempi delle procedure esecutive in ambito immobiliare L’incantevole Palazzo Pallavicini di Bologna riapre al pubblico Riso Amaro. Dieci anni di blitz di Iginio De Luca
Politica
Ha vinto il centrodestra ma adesso deve decidere cosa fare da grande Sorpresa: agli italiani piacciono ancora i partiti Cosa dicono le elezioni comunali sullo stato di salute dei partiti
Musica Torrita Blues Festival 2017
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Intervista
Per un cinema del reale: intervista a Roberto De Paolis
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cinema Lo_Speciale Media Partner della XXIII Edizione de l’Isola del Cinema
Oggi 15 giugno 2017 al Ripa Hotel Roma si è svolta la Conferenza stampa di presentazione de L’Isola del cinema. Lo_Speciale seguirà la manifestazione in qualità di Media Partner. Ha coordinato l’incontro Marco Spagnoli, critico e regista, che ha introdotto Giorgio Ginori, direttore artistico di questo festival che porta il cinema al centro di Roma, il grande cinema di Roma e del Mondo. Quest’anno, da qui il titolo di Roma Città Creativa, come da riconoscimento dell’Unesco, L’Isola del cinema implementa la propria attenzione a Roma e alla Creatività, passata e futura, nel Cinema e non solo. Fra gli ospiti di questa edizione il premio Oscar Danis Tanovic, Marco Bellocchio, Roberto Faenza, Paolo Virzì. Ginori ha quindi fatto un excursus su questa edizione ai nastri di partenza il 17 giugno sottolineando in particolare alcune vecchie partecipazioni, quella storica con l’Ambasciata Australiana. E alcune novità, prima fra tutte, la sezione dedicata ai Millenials con tutto l’universo della sperimentazione. E ricordando come questo festival sia diventato una sorta di Via Veneto dei nostri giorni, un luogo dove si incontrano i protagonisti del cinema e dove gli stessi protagonisti progettano il cinema del futuro. È intervenuto Paolo Masini (Mibact-MigrAnti, Consigliere del Ministro Dario Francechini) che ha presentato il progetto MigrArti. Entrambi hanno parlato anche del valore delle Periferie, luoghi pulsanti di energia culturale, a cui L’Isola da tempo si dedica con più iniziative. A proposito del cinema internazionale sono intervenuti l’Ambasciatore di Australia, Sua Eccellenza Greg French; e Mister Takahashi per l’Ambasciata del Giappone. A Giovanni Fabiano è stato quindi chiesto di raccontare a grandi linee il fitto programma di Cinema e libri. Marco Spagnoli ha anche presentato Cinecittà Babilonia, il documentario dedicato a Cinecittà di cui ricorrono quest’anno gli ottantanni e che sarà presentato il 10 luglio, serata di Gala che tradizionalmente apre la Festa di questa rassegna. 17 giugno - 3 settembre: tre mesi di intensa programmazione con cui Giorgio Ginori, Direttore Artistico de L’Isola del Cinema firma la sua ventitreesima edizione: anteprime cinematografiche, un focus sulle cinematografie dall’Italia e dal Mondo, numerose incursioni nelle arti che nutrono il cinema e da cui il cinema è nutrito, eventi collaterali. Titolo emblematico di questa edizione: Roma, Città Creativa, un doveroso omaggio al riconoscimento che l’Unesco ha attribuito alla Capitale quale fulcro della creatività e del cinema. Anche per questa edizione tre sono gli spazi dedicati alle proiezioni: l’Arena Groupama, il Cinelab e lo Spazio Q8, quest’ultimo dedicato sia alle proiezioni gratuite che a molti degli eventi collaterali. In programma il cinema italiano presentato al pubblico alla presenza di nomi prestigiosi come quello di Marco Bellocchio e Micaela Ramazzotti, Roberto Faenza, Paolo Virzì, Alex Infascelli, Ivano De Matteo, per citarne alcuni; attesi molti altri protagonisti dei Ciak d’Italia. Si rinnova l’appuntamento con i film selezionati per il Premio Groupama Opera Prima e Seconda. Fra i titoli di questa edizione Il permesso - 48 ore fuori di Claudio Amendola, In guerra per amore di Pif, Il padre d’Italia di Fabio Mollo, La ragazza del mondo di Marco Danieli, Smetto voglio - Masterclass di Sidney Sibilia, Moglie e marito di Simone Godano, Cuori Puri di Roberto de Paolis. Spazio al cinema di autore e di Arte spesso assente dai grandi circuiti, Pellicole anche in lingua originale, il Nuovo Cinema Italiano, tributi, rassegne, documentari. Una parte sostanziale della programmazione de L’Isola del Cinema è quella che va ad osservare i suggerimenti e le proposte che vengono da fuori Italia. Lo fa soprattutto con Isola Mondo, momento storico dedicato a presentare, in collaborazione con Ambasciate e Istituti di Cultura le proposte più interessanti ed indipendenti dei paesi ospitati. Quest’anno il festival avrà come filo conduttore i Paesi dell’Est del mondo: un ideale viaggio a ritroso che partendo dall’Australia attraversa l’Oriente per giungere ai vicini paesi balcanici, passando per il Giappone, Cina, Corea del Sud, Israele, portando sull’isola tre grandi anteprime: • Goldstone di Ivan Sean, 2016 Australia (Anteprima Nazionale V.0, sott. ita) • Operation Chromite di John H. Lee , 2016 Corea (Anteprima Nazionale) • The 90 Minutes War di Eyal Halfon, 2016 Israele Germania (Anteprima Nazionale V.0 sott ita)
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cinema
L’European Women Filmmaker, giunto alla sua terza edizione, getterà la luce sulla cinematografia al femminile che, quest’anno, sarà dedicato alle cineaste tedesche. Largo spazio ai documentari (Fuoco sul Reale), un genere che ha ottenuto grande dinamicità e potere espressivo grazie anche alle evoluzioni narrative e alla ritrovata libertà espressiva del mezzo. Sempre più l’universo del documentario riesce a raccontare la realtà con una forza comunicativa accessibile a tutti. Novità assoluta è il Progetto dedicato al Cinema immersivo, il primo festival in Italia dedicato alla Realtà Virtuale a 360^, ideato da Mariangela Matarozzo, si inaugura con No Borders di Haider Rashid, alla presenza del Produttore e del Cast. Vincitore del Premio MigrArti sarà visibile con un visore che consente al pubblico di entrare nel documentario non come spettatori ma come persone che prendono parte al mondo dei migranti. Realizzato con la collaborazione del Centro Baobab di Roma e del gruppo No Borders e con la partecipazione dell’attore Elio Germano. Roma, Città Creativa: la città è creativa se e quando diventa centro di diffusione di proposte culturali e se viene data ai cittadini la possibilità di interagire con esse. Da qui il Concorso di Cortometraggi Mamma Roma e i suoi Quartieri (VI edizione), rivolto ai giovani appassionati di cinema che vogliono avvicinarsi al mondo dell’audiovisivo con la regia di un cortometraggio che abbia come tema centrale i quartieri di Roma. A disposizione 1000 euro per il corto vincitore. Con il progetto I Municipi sull’Isola Tiberina, si proverà a meglio conoscere e valorizzare le diverse espressioni artistiche e culturali presenti sul territorio; i Municipi saranno protagonisti, per una sera, sull’Isola Tiberina con uno spazio dove presentare idee, progetti, performance, spazi culturali, case history, che abbiano come tema la cultura e la creatività. Centrali gli Eventi Collaterali e lo spazio, come si diceva, alle arti che nutrono il cinema e da cui il cinema è nutrito. Da sottolineare la presenza sull’Isola Tiberina del progetto MigrArti, nato per favorire la conoscenza di chi sono gli immigrati e i nuovi italiani che nel nostro Paese sono venuti a vivere a partire proprio dai ragazzi di seconda generazione, che rappresentano quel Meltin pot di tradizioni, culture e creatività. In attesa della seconda edizione del Premio MigrArti L’Isola del Cinema proietterà i corti vincitori presentati alla 73 Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, con la giuria presieduta da Ferzan Özpetek. Torna Cinema e Libri con una stagione fitta di libri e di ospiti per la Direzione Artistica di Giovanni Fabiano. Così come torna l’angolo dedicato a L’Isola dei poeti con i reading di poesie a cura di Roberto Piperno, Francesca Farina ed Agostino Raff. Due le mostre realizzate quest’anno sull’Isola Tiberina in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale. La prima dedicata ai Luoghi di Roma nel Cinema. La seconda sul magico rapporto tra grande schermo e arte culinaria, Cinema e Cibo. Come ogni anno sarà aperta una finestra sulla Lucania con alcune delle migliori proposte della Lucana Film Commission: il 6 luglio sarà così dedicato a presentare, assieme ai suoi protagonisti, Sorelle, la fiction per la regia di Cinzia Th. Torrini interamente girata a Matera. Mentre l’11 sarà presentato il docufilm Urli e risvegli di Nicola Ragone con un concerto di Eugenio Bennato che ha curato la colonna sonora di questo film. Fra gli eventi speciali anche Raffaello - Il Principe delle Arti, un progetto di Sky, Musei Vaticani e Nexo Film: un film d’arte per il cinema che verrà presentato il 31 luglio alla presenza di Cosetta Lagani (che ha firmato progetto e Direzione Artistica), Francesco Frigeri (scenografo) ed Enrico Lo Verso (che nel film interpreta Giovanni Santi, pittore e padre di Raffaello). C’è poi l’attenzione e lo spazio per il Sociale, un tema da sempre caro a L’Isola, sia da un punto di vista di contenuti che delle strutture. Un’attenzione che ogni anno si accresce di nuovi spunti e nuove opportunità. Si rinnova quindi l’appuntamento, in collaborazione con il Fatebenefratelli e con il prezioso supporto di Rai Cinema, di Hospitalis – La Magia del Cinema in Ospedale: dal 2010 ogni anno la bellissima Sala dell’Assunta offre ai pazienti dell’Ospedale la possibilità di vedere alcuni film e, come per tutto il pubblico dell’Isola TIberina, di poter incontrare i protagonisti dei film stessi. In programma, inoltre, una sezione, giunta quest’anno alla sua seconda edizione, dedicata a Disabilità ed accessibilità. Soprattutto, oltre ad un servizio di ascensori che permetta al pubblico non deambulante di poter accedere alla programmazione de L’Isola, da quest’anno, grazie alla App MovieReading, sarà possibile fruire della programmazione anche per le persone non vedenti o prive di udito. Infine, ma non ultimo, numerose le iniziative gratuite perché la cultura sei fruibile da tutti, il grande cinema a libero accesso nella piazza dell’Isola Tiberina destinato anche agli stranieri con i film in V.O. con sottotitoli in inglese, i percorsi espositivi, la letteratura e la poesia. Nei suoi 22 anni di attività, il Festival L’Isola del Cinema si è avvalso del Patrocinio di prestigiosi partner istituzionali: Adesione del Presidente della Repubblica, Patrocinio dell’Unesco, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero degli Affari Esteri, Regione Lazio, Roma Capitale, Biblioteche di Roma, e per l’edizione 2017 Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale; Comunità dei Fatebenefratelli, Comunità di Sant’Egidio e Centro di Cultura Ebraica il Pitigliani. Accanto alle Istituzioni nazionali, da segnalare le collaborazioni con le Ambasciate e gli Istituti di Cultura dei Paesi ospitati ogni anno nell’ambito della sezione dedicata alla cinematografia estera, Festival Isola Mondo: 100 Paesi e oltre 200 film, la maggior parte dei quali in anteprima o inediti. V. Z.
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cinema Presentazione del documentario Papa Francesco la mia idea di arte
“Dio non conosce la nostra attuale cultura dello scarto. Dio non scarta nessuna persona, cerca tutti, ama tutti.” Ieri 27 giugno 2017, presso la Sala Conferenze dei Musei Vaticani, Lo_ Speciale ha assistito in anteprima alla proiezione del documentario La mia idea di Arte. Abbiamo ascoltato dalla voce di Papa Francesco la sua appassionante idea di Arte come strumento di evangelizzazione e di contrasto alla cultura dello scarto. Con la consueta forza e chiarezza il Santo Padre propone un itinerario inedito per esprimere il suo pensiero. Il documentario e’ stato autorizzato all’Iter per la presentazione ai premi Oscar 2018. Grazie alle riprese cinematografiche in 4K realizzate dalla IMAGO Film, con la regia di Claudio Rossi Massimi, e all’utilizzo di un drone di ultimissima generazione lo spettatore, accompagnato da Bergoglio, avrà la sensazione di visitare realmente la Sua galleria d’arte ideale, attraversando i Musei Vaticani, la Cappella Sistina, Piazza San Pietro e la Basilica Vaticana. Papa Francesco compone un itinerario ideale di capolavori, diverse espressioni del tema della Misericordia: il Torso del Belvedere, la Dea che allatta un bambino, il Buon Pastore, l’Obelisco di San Pietro, San Pietro in Cattedra, le Opere di Misericordia, la Deposizione del Caravaggio, la Cappella Sistina, il Cristo Operario e la Vergine di Lujan di Alejandro Marmo, artista contemporaneo di riferimento del Pontefice, fino alla Renault 4 donata al Pontefice dal parroco veronese don Renzo Zocca. Perché dice Francesco “I musei devono accogliere le nuove forme d’arte. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di dialogo tra le culture e le religioni, uno strumento di pace. Essere vivi! Non polverose raccolte del passato solo per gli ‘eletti’ e i ‘sapienti’, ma una realtà vitale che sappia custodire quel passato per raccontarlo agli uomini di oggi, a cominciare dai più umili” Ad approfondire gli aspetti divulgativi e artistici delle singole opere saranno Tiziana Lupi, autrice del documentario e Sandro Barbagallo, curatore delle Collezioni Storiche dei Musei Vaticani. Il documentario è tratto dall’omonimo volume (ed. Mondadori – Musei Vaticani, curato da Tiziana Lupi) in cui, per la prima volta, Papa Francesco ha esposto la sua visione dell’arte donandole anche una valenza sociale, tesa al recupero della dignità degli emarginati che vivono nelle periferie del mondo, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali. A presentare il documentario: Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, Tiziana Lupi, autrice, Claudio Rossi Massimi, regista, Alejandro Marmo, artista, Lucia Macale, produttrice, Corrado Azzollini, distributore. Vittorio Zenardi
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cinema Premio Maestri del Cinema a Vittorio Storaro
Sarà Vittorio Storaro, cinematographer (direttore della fotografia) vincitore di tre Oscar, a ritirare il Premio Fiesole Maestri del Cinema 2017, prestigioso riconoscimento conferito dal Comune di Fiesole in collaborazione con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano e la Fondazione Sistema Toscana, con la direzione artistica di Gabriele Rizza. La cerimonia avrà luogo mercoledì 26 luglio alle 21,30 presso il Teatro Romano di Fiesole (via Portigiani 3). La serata si aprirà alle 18.30 con un incontro con l’autore dedicato al ruolo del direttore della fotografia nel cinema, a cui presenzieranno e interverranno giornalisti, critici, rappresentanti delle istituzioni, amici, colleghi e collaboratori di Storaro. Nell’occasione sarà presentato il volume monografico “La cinematografia di Vittorio Storaro” a cura di Giovanni Maria Rossi e Marco Vanelli, a cui ho avuto l’onore di partecipare con la mia lettura filmica del Giordano Bruno di Giuliano Montaldo, dove Storaro riesce a coniugare senso mistico della luce e tecnica impeccabile, calibrando in modo magistrale la luce naturale e quella artificiale. Al termine della premiazione verrà proiettato “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola, che nel 1980 valse al Maestro la sua prima statuetta. Storaro rifiutò l’incarico per ben due volte prima di imbarcarsi nel progetto, e per tutta la durata della “apocalittica” lavorazione, durata un anno e mezzo, fece sviluppare il girato alla Technicolor di Roma invece che agli Studios di Los Angeles, ovviamente più facili e veloci da raggiungere. Il cinematographer romano – definizione che predilige rispetto a quella di “direttore della fotografia” – diventerà Maestro del Cinema” come prima di lui artisti del calibro di Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Orson Welles, Stanley Kubrick, Ingmar Bergman, Wim Wenders, Theo Anghelopoulos, Marco Bellocchio, Ken Loach, Nanni Moretti e Giuseppe Tornatore. Tra gli ultimi a ricevere il premio Terry Gilliam, Toni Servillo, Dario Argento e Stefania Sandrelli . Vittorio Zenardi
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cinema Twin Peaks 3: il nuovo sorprendente incubo di David Lynch
Cannes ha presentato sul grande schermo i primi due episodi della terza stagione di Twin Peaks: David Lynch e Mark Frost celebrano la serie cult degli anni ’90 con un ritorno nella Black Lodge oscuro, violento e intricato degno dei misteriosi segreti di ventisei anni fa. Per la gioia dei fan, la promessa fatta da Laura Palmer ad Agent Cooper - “ci rivedremo tra 25 anni”- che apre la terza stagione è stata mantenuta. Quanti ancora si interrogano sulla necessità o sullo stato attuale dell’estro creativo del regista di Mulholland Drive stanno sprecando il proprio tempo. Pur avendo dato già una risposta alla domanda-tormentone degli anni ’90, “Chi ha ucciso Laura Palmer?”, Lynch e Frost hanno ancora molto da dire: come preannunciano questi primi due episodi, i misteri da sbrogliare (non abbiamo dubbi che si infittiranno sempre più) in questa nuova stagione sono tanti ed avvincenti. Chi ha amato le prime due stagioni della serie, coronate da un finale epico con il Maestro dell’impalpabile di nuovo nella cabina di comando, tremerà emozionato di fronte ai luoghi-non luoghi, personaggi e doppelgänger, omicidi cruenti e avvolti nel mystery più fitto. Le atmosfere da brivido del sequel non tradiscono le origini. Il tempo ha scalfito solo i volti senza lasciare traccia sui luoghi, cristallizzati nel tempo passato dell’omicidio di Laura per mano del padre Leland e volontà di Bob (Frank Silva, morto anni fa). Tutto sembra aspettare il ritorno dell’amato Cooper, scomparso venticinque (o meglio ventisette) anni prima e sdoppiato in una presenza spettrale - eppure in carne ed ossa - costretta nella loggia, e un’altra evil libera di agire nel mondo reale. Bob is back. Somehow. Riuscirà il buon Dale Cooper a far rientrare Evil Dale nella loggia e a ritornare nella realtà? Lo sdoppiamento reale e irreale- spettrale si ricongiunge e connette ancora nell’iconica loggia nera dalle tende di velluto rosso e il pavimento geometrico bianco e nero, purgatorio dalle enigmatiche rivelazioni popolato da corpi-spiriti (Laura, il nano, il gigante…) intrappolati e costretti a parlare in distorsione (escluso Cooper), (non) localizzata nel bosco. Leland appare a Cooper chiedendogli di trovare Laura, mentre (lo spirito di) Laura invecchiata - “I am dead, yet I live”, ‘spiega’ all’agente – viene risucchiata fino a scomparire. La povera Laura non ha pace. In questi due primi episodi non mancano gli strambi indizi di Catherine E. Coulson, la log lady presente sul set fino al 2015 quando la malattia l’ha portata via. La presenza del vice commissario Tommy “Hawk” Hill, nativo d’America, rimane il connettore allegorico più forte con la dimensione metafisica del bosco. Fanno poi il loro ingresso nuove figure archetipiche: nella loggia, a consigliare cripticamente Cooper vi è una nuova creatura, una sorta di cervello parlante, mentre nuove presenze maligne (ed effetti speciali) si materializzano a New York. Nel sequel di Twin Peaks le donne continuano ad essere vittime di una società bigotta e crudele. Anche in questo senso il tempo sembra essersi fermato. Laura, immortalata nella foto da reginetta del ballo, ossia l’immagine che di lei vuole avere la comunità e alla quale la protagonista cerca drammaticamente di ribellarsi, è di nuovo in pericolo, mentre vengono ritrovati i cadaveri di due donne atrocemente uccise. Lynch e Frost hanno aperto diverse linee narrative in questi due episodi, e noi non vediamo l’ora di scoprirne gli intrecci. La potenza del cinema televisivo di Lynch, creatore di un regno di enigmatici sdoppiamenti, mostri e ossessioni, si manifesta incredibilmente tanto a puzzle ultimato quanto nel ritrovamento di ogni singolo tassello che lo compone. Francesca Vantaggiato
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cinema Nastri d’argento 2017, ecco tutte le candidature Si terrà oggi 7 giugno 2017 al MAXXI di Roma alle 19:30 la cerimonia dei Nastri D’argento, arrivati alla settantunesima edizione. Il Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani hanno selezionati tra i 120 titoli usciti tra il 1° Giugno 2016 e il 31 Maggio 2017, subito dopo il Festival di Cannes. Annunciati anche una serie di premi speciali che verranno consegnati durante la serata. A Roberto Faenza - che nel 2017 ha diretto La verità sta in cielo e che festeggia i suoi primi cinquant’anni di cinema - andrà il Nastro alla Carriera, mentre Giuliano Montaldo riceverà un Nastro Speciale per la sua performance in Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni. Al regista Paolo Sorrentino il Nastro dell’Anno per la serie televisiva The Young Pope. Ecco di seguito tutte le candidature: MIGLIOR FILM Gianni Amelio - LA TENEREZZA Francesco Bruni - TUTTO QUELLO CHE VUOI Sergio Castellitto - FORTUNATA Edoardo De Angelis - INDIVISIBILI Claudio Giovannesi - FIORE MIGLIORE REGIA Gianni Amelio - LA TENEREZZA Marco BELLOCCHIO - FAI BEI SOGNI Edoardo DE ANGELIS - INDIVISIBILI Ferzan OZPETEK - ROSSO ISTANBUL Antonio PIAZZA e Fabio GRASSADONIA - SICILIAN GHOST STORY MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE Vincenzo ALFIERI - I PEGGIORI Marco DANIELI - LA RAGAZZA DEL MONDO Roberto DE PAOLIS - CUORI PURI Andrea DE SICA - I FIGLI DELLA NOTTE Fabio GUAGLIONE e Fabio RESINARO - MINE COMMEDIA L’ORA LEGALE - Salvo FICARRA e Valentino PICONE LASCIATI ANDARE - Francesco AMATO MOGLIE E MARITO - Simone GODANO OMICIDIO ALL’ITALIANA - Maccio CAPATONDA ORECCHIE - Alessandro ARONADIO SOGGETTO Michele ASTORI, Pierfrancesco DILIBERTO (PIF) - IN GUERRA PER AMORE Massimiliano BRUNO, Herbert Simone PARAGNANI, Gianni CORSI - BEATA IGNORANZA Nicola GUAGLIANONE - INDIVISIBILI Edoardo LEO - CHE VUOI CHE SIA Fabio MOLLO, Josella PORTO - IL PADRE D’ITALIA
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SCENEGGIATURA Francesco BRUNI - TUTTO QUELLO CHE VUOI Ugo CHITI, Gianfranco CABIDDU, Salvatore DE MOLA con Francesco MARINO - LA STOFFA DEI SOGNI Claudio GIOVANNESI, Filippo GRAVINO, Antonella LATTANZI - FIORE Alex INFASCELLI, Francesca MANIERI - PICCOLI CRIMINI CONIUGALI Margaret MAZZANTINI - FORTUNATA
ATTRICE PROTAGONISTA Giovanna MEZZOGIORNO, Micaela RAMAZZOTTI - LA TENEREZZA Isabella RAGONESE - SOLE CUORE AMORE - IL PADRE D’ITALIA Greta SCARANO - LA VERITÀ STA IN CIELO SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS Sara SERRAIOCCO - LA RAGAZZA DEL MONDO NON È UN PAESE PER GIOVANI Jasmine TRINCA FORTUNATA
MIGLIOR PRODUTTORE
ATTORE NON PROTAGONISTA
Claudio BONIVENTO - IL PERMESSO- 48 ORE FUORI Beppe CASCHETTO - FAI BEI SOGNI, TUTTO QUELLO CHE VUOI Beppe CASCHETTO, Rita ROGNONI - FIORE Attilio DE RAZZA - L’ORA LEGALE Attilio DE RAZZA, Pier Paolo VERGA - INDIVISIBILI Gaetano DI VAIO, Gianluca CURTI - FALCHI Nicola GIULIANO, Francesca CIMA, Carlotta CALORI, Viola PRESTIERI - FORTUNATA Nicola GIULIANO, Francesca CIMA, Carlotta CALORI, Massimo CRISTALDI - SICILIAN GHOST STORY
Claudio AMENDOLA, Luca ARGENTERO - IL PERMESSO 48 ORE FUORI Alessandro BORGHI - FORTUNATA - IL PIÙ GRANDE SOGNO Ennio FANTASTICHINI - CAFFÈ - LA STOFFA DEI SOGNI Valerio MASTANDREA - FIORE Edoardo PESCE - CUORI PURI - FORTUNATA
ATTORE PROTAGONISTA Renato CARPENTIERI - LA TENEREZZA Alessandro GASSMANN, Marco GIALLINI - BEATA IGNORANZA Luca MARINELLI - IL PADRE D’ITALIA Michele RIONDINO - LA RAGAZZA DEL MONDO Toni SERVILLO - LASCIATI ANDARE
ATTRICE NON PROTAGONISTA Barbora BOBULOVA - CUORI PURI - LASCIAMI PER SEMPRE Margherita BUY COME DIVENTARE GRANDI NONOSTANTE I GENITORI - QUESTI GIORNI Sabrina FERILLI - OMICIDIO ALL’ITALIANA Anna FERRUZZO - IL PADRE D’ITALIA Carla SIGNORIS - LASCIATI ANDARE FOTOGRAFIA Luca BIGAZZI LA TENEREZZA - SICILIAN GHOST STORY Arnaldo CATINARI PICCOLI CRIMINI CONIUGALI TUTTO QUELLO CHE VUOI Duccio CIMATTI - LA GUERRA DEI CAFONI Daniele CIPRÌ FAI BEI SOGNI - FIORE Gian Filippo CORTICELLI - ROSSO ISTANBUL
cinema SCENOGRAFIA Giancarlo BASILI - LA TENEREZZA Dimitri CAPUANI - I FIGLI DELLA NOTTE Marco DENTICI - FAI BEI SOGNI - SICILIAN GHOST STORY Marina PINZUTI ANSOLINI - PICCOLI CRIMINI CONIUGALI Alessandro VANNUCCI - SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS COSTUMI Daria CALVELLI - FAI BEI SOGNI Massimo CANTINI PARRINI - INDIVISIBILI Beatrice GIANNINI, Elisabetta ANTICO - LA STOFFA DEI SOGNI Patrizia MAZZON - SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS Cristiana RICCERI - IN GUERRA PER AMORE
CINQUINA SPECIALE 2017 per un Nastro dedicato al cinema sui giovani L’ESTATE ADDOSSO - Gabriele MUCCINO NON È UN PAESE PER GIOVANI - Giovanni VERONESI PIUMA - Roan JOHNSON SLAM - TUTTO PER UNA RAGAZZA - Andrea MOLAIOLI THE START UP - Accendi il tuo futuro - Alessandro D’ALATRI V. Z
MONTAGGIO Francesca CALVELLI - FAI BEI SOGNI Jacopo QUADRI - LA GUERRA DEI CAFONI Matteo SANTI, Fabio GUAGLIONE, Filippo Mauro BONI MINE Roberto SICILIANO - IL PERMESSO - 48 ORE FUORI Giuseppe TREPICCIONE - FIORE SONORO in PRESA DIRETTA Stefano CAMPUS - IL PERMESSO - 48 ORE FUORI Gianluca COSTAMAGNA - TUTTO QUELLO CHE VUOI Alessandro ROLLA - FORTUNATA Remo UGOLINELLI, Alessandro PALMERINI - SOLE CUORE AMORE Alessandro ZANON - LA TENEREZZA COLONNA SONORA Enzo AVITABILE - INDIVISIBILI Nino D’ANGELO - FALCHI Stefano DI BATTISTA - SOLE CUORE AMORE Giuliano SANGIORGI - NON È UN PAESE PER GIOVANI Giuliano TAVIANI, Carmelo TRAVIA - ROSSO ISTANBUL CANZONE ORIGINALE ABBI PIETÀ DI NOI musica e testi di Enzo AVITABILE interpretata da Enzo AVITABILE, Angela e Marianna FONTANA - Indivisibili DONKEY FLYIN’ IN THE SKY - Musica e testi di Santi Pulvirenti - Interpretata da THONY - In guerra per amore HO PERSO IL MIO AMORE composta da Cheope, Federica Abbate e Giuseppe Anastasi - interpretata da ARISA - La verità, vi spiego, sull’amore L’ESTATE ADDOSSO musica di Lorenzo CHERUBINI JOVANOTTI, Christian RIGANO e Riccardo ONORI - testi di L. CHERUBINI, Vasco BRONDI - interpretata da Lorenzo JOVANOTTI - L’estate addosso QUANDO LE CANZONI FINIRANNO - Musica e testi di Diego Mancino, Dario Faini - Interpretata da EMMA - La cena di Natale
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salute L’importanza di identificare i propri valori Identificare i propri valori è un passo fondamentale verso la guarigione e verso un pieno e gratificante benessere psicologico, perché ci permette di scoprire ciò che motiva profondamente la nostra azione, dà senso alla nostra vita e alle nostre scelte, ciò che è davvero rilevante per noi e che vorremmo guidasse il nostro cammino di vita, al di là dei giudizi esterni o interni, delle paure e delle difficoltà che inevitabilmente incontreremo. I VALORI rappresentano le asserzioni su ciò che vogliamo fare con e nella nostra vita: per cosa vogliamo impegnarci, quali qualità vogliamo che possiedano i nostri comportamenti e le nostre scelte. I valori sono i nostri desideri più sinceri e profondi, quelli che ci permettono di aumentare la pienezza e il significato della nostra vita. Identificare e scegliere di perseguire i propri valori e gli obiettivi che ne fanno parte, favorisce i processi di accettazione, disponibilità ed APERTURA ALL’ESPERIENZA PER CIÒ CHE È, anche se dolorosa, conferendo dignità ai nostri sforzi e mantenendoci saldi nel nostro impegno. Il primo passo verso l’identificazione dei propri valori guida è imparare a distinguerli dagli obiettivi. I VALORI sono i desideri più profondi, i principi guida che ci orientano e motivano nella vita portandoci ad andare nella direzione di ciò che è importante per avere un’esistenza piena, gratificante e di valore. In termini di ACT (terapia dell’accettazione e dell’impegno - Acceptance and Commitment Therapy), i valori rappresentano LE QUALITÀ DELLE AZIONI E DEI COMPORTAMENTI CHE METTIAMO IN ESSERE NELLE DIVERSE AREE DELLA NOSTRA VITA (es. essere una madre amorevole e presente; realizzare una relazione di coppia fondata su lealtà, rispetto e condivisione; essere un medico preparato e aggiornato, capace di dare sollievo ai pazienti ecc…). Possiamo dire che i valori rappresentano metaforicamente la CORNICE, e che all’interno di questa cornice obiettivi e scopi rappresentano le tappe del cammino verso la realizzazione concreta e reale dei valori stessi. Essere una mamma presente e amorevole indica un valore, mentre “trascorrere più tempo insieme ai miei figli il pomeriggio” rappresenta un obiettivo. I valori sono ASTRATTI e SEMPRE PRESENTI (non appartengano al tempo ma al “qui ed ora”). Gli OBIETTIVI sono invece PROIETTATI NEL FUTURO e soprattutto rappresentano eventi CONCRETI, indicando qualcosa che vorremmo fare concretamente o realizzare, e rappresentano le pietre miliari lungo il cammino che tende alla sintonia e alla coerenza con i valori che abbiamo individuato. Potremmo – ad esempio – non svolgere un lavoro nell’ambito delle professioni di aiuto ma, in armonia con il valore della cura amorevole verso l’altro, possiamo dedicarci a svolgere gratuitamente attività di volontariato appena ne abbiamo l’opportunità. Un’altra differenza consiste nel fatto che i valori NON SONO GIUDICABILI, in quanto personali e soggettivi essi sono giusti e perfetti così come vengono sentiti e identificati da ognuno di noi. Essere in contatto con i nostri valori, ci permette di agire in armonia con essi e di vivere dunque seguendo la direzione armoniosa e coerente che essi ci indicano. In sostanza, come scrive Russ Harris – fondatore della ACT - valori e obiettivi si distinguono per le seguenti caratteristiche: i valori sono nel qui e ora mentre gli obiettivi sono posti nel futuro: i valori sono sempre nel presente ed in ogni momento possiamo decidere di agire o meno in armonia con essi. Mentre l’obiettivo è posto nel futuro e rappresenta qualcosa cui stiamo puntando, qualcosa che vogliamo fare o ottenere; i valori non hanno bisogno di essere giustificati: non abbiamo bisogno di giustificare ciò che riteniamo importante per noi, ma possiamo aver bisogno di giustificare le azioni che intraprendiamo per essere fedeli ad essi; Occorre sapere la priorità dei nostri valori: ad esempio se un nostro valore è quello di essere un coniuge amorevole e comprensivo ma il nostro partner ci tradisce e ci picchia, il valore di autoprotezione deve diventare prioritario sul precedente, che resterà comunque presente in potenza. I valori sono profondamente e liberamente scelti, altrimenti diventano un’imposizione sterile. E’ bene non fondersi emotivamente con i nostri valori, altrimenti essi diverranno legacci oppressivi e rigidi, come comandamenti cui obbedire ciecamente e senza giudizio. Come se avessimo una bussola: non la guardiamo ossessivamente ad ogni passo ma la teniamo nello zaino e la guardiamo ogni tanto durante il percorso per controllare che stiamo seguendo la giusta direzione.
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salute
La CONSAPEVOLEZZA dei nostri valori e L’IMPEGNO che mettiamo nel perseguirli, ci permettono di andare avanti nella direzione desiderata e arricchire di senso la nostra vita - anche in presenza di dolore psicologico, difficoltà o ostacoli. METAFORA: i nostri valori sono come la bussola durante un viaggio per mare: ci mostrano la direzione da seguire per raggiungere una certa meta, mentre le attività intermedie svolte durante la viaggio (ad esempio pescare o fare immersioni, fermarsi in alcune isole ecc.) rappresentano gli obiettivi intermedi che ci portano verso la meta desiderata. COME IDENTIFICARE I NOSTRI VALORI Identificare i propri valori non è sempre facile, ma la ACT fornisce alcuni strumenti molto utili per aiutarci in questo lavoro. Ad esempio le seguenti domande possono aiutarci a conoscere i nostri valori guida: Cosa vuoi veramente? Cosa vuoi che la vita significhi per te? Che tipo di persona vorresti essere (nelle diverse aree di vita: lavoro, famiglia, amici ecc.)? Che tipo di relazioni desideri costruire nella tua vita? Come vorresti agire nel mondo e con le persone? Come desideri realizzare la tua vita? E’ la tua festa dei 50 anni (o 80…), cosa ti piacerebbe che i tuoi amici più cari dicessero di te in tale occasione? Cosa vorresti dicessero di te al tuo funerale? Se avessi solo 24 ore di vita e non lo potessi dire a nessuno cosa faresti? Chi vorresti incontrare o visitare? Cosa vorresti fosse scritto sull’epitaffio della tua lapide? Spesso infatti, il confronto con la morte stimola delle riflessioni profonde sul valore e sul senso ultimo della vita, e del senso che si desidera dare ad essa. ALCUNE DOMANDE PER DISTINGUERE GLI OBIETTIVI DAI VALORI: Una volta raggiunto lo specifico obiettivo desiderato (specificato dalla persona), come ti comporteresti? Perché è importante per te raggiungere tale obiettivo? Hai raggiunto il tuo obiettivo: cosa ti permette di fare/essere ora che lo hai raggiunto? GLI AMBITI IN CUI IDENTIICARE I NOSTRI VALORI: FAMIGLIA: che tipo di sorella/fratello, figlio/figlia, padre/madre vorresti essere? Che qualità vorresti che la tua famiglia possedesse? RELAZIONI INTIME: che tipo di partner desideri essere? Che qualità vorresti che avesse la tua relazione? AMICIZIA: che tipo di amico/amica desideri essere? Quali particolari e qualità vorresti realizzare nelle tue relazioni di amicizia e conoscenza? Cosa significa per te essere “un buon amico”, quali atteggiamenti e comportamenti fanno parte di questa definizione, per te? CARRIERA E PROFESSIONE: che tipo di lavoro vorresti svolgere, se ti trovassi in un mondo ideale? Descrivi questo lavoro, e indica che tipo di rapporti vorresti avere con capo e colleghi. CRESCITA PERSONALE E STUDIO: che percorso di crescita desideri fare? Che qualità personali, conoscenze, abilità e competenze vuoi sviluppare? HOBBY: quali attività ricreative di piacerebbe svolgere? Attività fisica, oppure hobby e passatempi. SPIRITUALITA’: non si parla solamente di religione ma di spiritualità in senso ampio, intesa come evoluzione interiore e personale, emotiva e cognitiva. Indica quali attività ti piacerebbe svolgere e quanto conta per te questo aspetto (dallo yoga alla psicoterapia a percorsi di autoconsapevolezza, preghiera o meditazione ecc.). SALUTE E BENESSERE FISICO: che rapporto vuoi avere con la tua salute psicofisica? Che cura vuoi prenderti di te? In questo ambito rientrano l’attività fisica, uso di sostanze o tabacco, alcol, alimentazione, igiene di vita ecc. Annalisa Barbier
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salute Narcisista e la sua partner: la danza degli schemi PREMESSA: in questo articolo, riferendomi al narcisista, farò ricorso al maschile molto spesso, per questioni squisitamente statistiche: le statistiche infatti mostrano una prevalenza del disturbo narcisistico di personalità (DNP) di circa il 70-80% a carico della popolazione maschile. Tuttavia questo disturbo, o anche solamente tratti narcisistici sono ben rappresentati anche all’interno della popolazione femminile. Il narcisista è spesso una persona carismatica, brillante e piacevole – soprattutto ad un primo superficiale sguardo: lo si può riconoscere per la particolare cura ed attenzione al vestiario e alla forma fisica, per la predisposizione a brillare in compagnia, a porsi facilmente e volentieri al centro dell’attenzione, per la parlantina sciolta e la forzata simpatia. Ma dietro questa gradevole facciata vi è anche il lato “oscuro” del narcisista, che non sarà difficile conoscere dopo qualche tempo: l’arroganza, la presuntuosità, il sentirsi “speciale” e superiore, l’indisponibilità emotiva, l’atteggiamento critico e svalutante, la pressoché totale concentrazione dell’interesse unicamente sui propri bisogni, il malcelato disprezzo verso gli altri, la mancanza di empatia e rispetto, la pretesa di meritare trattamenti speciali e di non dover sottostare alle stesse regole del resto del genere umano.
psicopatico. LA FERITA DEL NARCISISTA La ferita del narcisista è fondamentalmente la FERITA DEL NON AMORE O DELL’AMORE CONDIZIONATO: per non essere stato visto per ciò che era davvero: egli è stato invece idealizzato, adulato e posto sul piedistallo in quanto speciale e perfetto (quindi in dovere di mantenere tale immagine esteriore per non perdere l’amore dei genitori), oppure ripetutamente ferito e svalutato quando esprimeva se stesso in maniera vera. Teme le emozioni, teme la propria vera identità, è spaventato dal rifiuto e dalla mancanza di ammirazione e spesso finisce per dipendere letteralmente dall’ammirazione degli altri e dal bisogno di sentirsi “unico e speciale”. È un mondo grigio e triste… nel quale il solo modo per cavarsela è “galleggiare a pelo d’acqua” rifuggendo l’intimità con l’altro, il contatto con il sé profondo, e cercando a tutti i costi di essere perfetti, i migliori, quelli speciali e unici COSA SONO GLI SCHEMI DISFUNZIONALI?
Le donne si riconoscono per la loro capacità di essere sempre all’ultima moda, perfettamente vestite e truccate e insopportabilmente dedite alla raffinata ed impegnativa arte di essere perennemente al centro dell’attenzione, con pose teatrali, incapaci di ascoltare altri al di fuori di se stesse. Ecco le più comuni caratteristiche riscontrate nel tipo narcisista (uomo o donna): egocentrico e accentratore svalutante richiedente diffidente e geloso perfezionista e ipercritico snob (“io sono meglio di tutti gli altri, io sono speciale”) incapace di mettersi nei panni degli altri emotivamente freddo e distaccato bugiardo e circostanziale centrato su di sé teatrale: vuole stare al centro dell’attenzione approfitta degli altri per i suoi scopi non prova dispiacere o rimorso tende ad avere dipendenze o ad abusare di sostanze (dipendenza da sostanze, alcol, internet, sesso…) Maggiore è il numero di indicatori presenti, maggiore è l’entità “clinica” della manifestazione del disturbo; il DNP infatti può essere considerato come un insieme di caratteristiche che si manifestano lungo un continuum che va da un narcisismo “sano” e adattivo, ad un narcisismo patologico e disfunzionale, detto anche narcisismo maligno o perverso, fino a configurare un disturbo
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Gli individui narcisisti e le persone che subiscono la loro fascinazione e vi si trovano in relazione, possiedono specifici SCHEMI MALADATTIVI, che sono responsabili dei comportamenti disfunzionali presenti nella relazione. Jeffrey Young è il fondatore della “Schema Therapy”, una forma di concettualizzazione psicopatologica e di terapia, basata sull’approccio cognitivo comportamentale, gestaltico, interpersonale e sulla terapia basata sulle emozioni. Questo approccio si basa sull’identificazione di 18 SCHEMI DISFUNZIONALI O TRAPPOLE che rappresentano veri e propri “temi di vita”, e hanno origine dalle esperienze dolorose vissute nella prima infanzia o adolescenza - in cui i bisogni fondamentali dell’individuo non sono stati soddisfatti in maniera adeguata, provocando una forte sofferenza. Ogni schema si compone di aspetti cognitivi, pensieri e convinzioni, aspettative su di sé, sugli altri e sulla relazione, emozioni, percezioni, ricordi, comportamenti. Gli schemi disfunzionali nascono dall’interazione tra il temperamento del bambino e le esperienze difficili o dolorose che incontra precocemente. Gli schemi possono restare INATTIVI per lunghi periodi della vita, per poi ATTIVARSI, spesso in modo automatico e inconsapevole, quando si verificano – nel presente – eventi e condizioni che sono in grado di rievocare la passata sofferenza. E’ allora che lo schema disfunzionale si attiva automaticamente e ci “sequestra”: veniamo allora come risucchiati nel tempo, riportati indietro di anni, finendo con il rivivere il passato invece di vivere nel presente, nel “QUI E ORA”.
I 18 SCHEMI DISFUNZIONALI che l’autore ha individuato sono i seguenti:
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1) Abbandono/Instabilità 2) Sfiducia/Abuso 3) Deprivazione Emotiva 4) Inadeguatezza/Vergogna 5) Isolamento Sociale 6) Dipendenza/Incompetenza 7) Vulnerabilità 8) Invischiamento/Sé Poco Sviluppato 9) Fallimento 10) Pretese/Grandiosità 11) Scarso Autocontrollo E Disciplina 12) Sottomissione 13) Auto sacrificio 14) Ricerca Di Approvazione 15) Negatività/Pessimismo 16) Inibizione Emotiva 17) Standard Severi/Ipercriticismo 18) Punizione Senza entrare nel merito di ogni singolo schema per descriverne origine, caratteristiche e modalità di manifestazione, mi limiterò in questa sede a individuare quali sono gli schemi tipici dei narcisisti e quelli che essi sono in grado di ATTIVARE nell’altro, dando luogo ad una sorta di “tango relazionale” in cui entrambi i membri interagiscono sulla base dei loro schemi disfunzionali. Incastrandosi, avvitandosi, rendendo davvero difficile l’uscita dalla relazione. GLI SCHEMI DISFUNZIONALI NEL NARCISISMO DEPRIVAZIONE EMOTIVA.“nessuno potrà amarmi per ciò che sono davvero” dice il narcisista, ergo “non devo avere bisogno di nessuno” (stile di coping si ipercompensazione). Freddezza, distacco emotivo; INADEGUATEZZA/VERGOGNA.Ad un livello profondo ed inconsapevole, si sente non amabile e si vergogna di sé. Tale sensazione viene mantenuta al di fuori della coscienza anche attraverso attività autoconsolatorie compulsive (troppo lavoro, sport, ecc…) e provoca il continuo bisogno di conferme del proprio valore eccezionale, di ammirazione e approvazione per il suo essere speciale; SFIDUCIA/ABUSO.Crede che gli altri siano gentili con lui per ottenere qualcosa; è scettico e diffidente sulle motivazioni altrui e mantiene le distanze; AUTOCONTROLLO INSUFFICIENTE.Rifiuta limiti e regole, che si applicano solo agli altri. Non tollera la frustrazione di non ottenere subito ciò che vuole; PRETESE/GRANDIOSITA’.È lo schema tipico del narcisista. Ha bisogni grandiosi, si sente speciale e unico, vuole essere trattato di conseguenza con riguardi speciali. Ha sogni grandiosi e si sente superiore: tutto questo serve anche a “consolare” la strisciante e inconsapevole sensazione di non amabilità e inadeguatezza. RICERCA DI APPROVAZIONE. Anche in questo caso lo schema cerca di soddisfare il bisogno di approvazione legato alla sensazione di non amabilità e inadeguatezza che viene mantenuta, per la maggior parte del tempo, fuori dalla coscienza. L’approvazione è il carburante necessario a tenere in movimento il meccanismo della perfezione/specialità. È un’ipercompensazione del profondo senso di solitudine e inadeguatezza; STANDARD SEVERI.La spontaneità e il lasciarsi andare rappresentano una minaccia per il senso di inadeguatezza e non amabilità sottostante, perché potrebbero lasciar affiorare il vero Sé tenuto ben nascosto: perciò si deve sempre dar da fare per raggiungere la perfezione. Tenersi sempre impegnato per fare qualcosa… SCHEMI CHE SI ATTIVANO NEL PARTNER DEPRIVAZIONE EMOTIVA.Convinti di non poter essere amati davvero da nessuno, queste persone trovano nel narcisista il “compagno di schema” perfetto per rimettere in piedi le antiche scene: si sentono tristi, soli e non amati ma è tutto ok. SI tratta di qualcosa di familiare; SFIDUCIA/ABUSO.Gli abusi e il comportamento profittatore del narcisista rievocano vecchi ricordi e scene del passato: ci si sente come se di dovessero comunque sopportare, come si ha sempre fatto, fatto e che nulla cambierà. È familiare anche questo; Tanta è la paura di restare da soli che si vorrà sopportare di tutto dal narcisista pur di non essere lasciati; INIBIZIONE EMOTIVA.Si tengono le proprie emozioni ben nascoste e controllate per non disturbare, per non essere inopportuni. Il narcisista si abbandona a insopportabili sfuriate, con la stessa naturalezza con la quale chi ha questo schema resta silenzioso e attonito a sopportare; AUTOSACRIFICIO. “Non devo chiedere nulla per me”, “devo preoccuparmi prima degli altri” dice lo schema. E il narcisista renderà questo atteggiamento ancora più radicato richiedendo attenzioni, sacrifici e premure solo per sé come un diritto acquisito; Chi ha questo schema attivo, ha difficoltà a far valere i propri bisogni e desideri; il narcisista, con i suoi atteggiamenti minacciosi e intimidatori renderà ancora più difficile esprimere rabbia e disappunto. INADEGUATEZZA/VERGOGNA.Quando è attivo, questo schema provoca sensazioni di inadeguatezza e non amabilità; ci si sente dunque in dovere di fare ciò che l’altro si aspetta, di mettersi sempre in discussione, di sentirsi in colpa per ciò che non funziona… STANDARD SEVERI. Figlio dell’inadeguatezza. Quando questo schema è attivo, si cerca di diventare sempre più tenacemente il partner/figlio/amico/collega perfetto facendo sforzi enormi, rinunciando a ciò che si sente nel profondo e tentando di vivere secondo gli standard degli altri SIMILIA SIMILIBUS...
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salute Osservando gli schemi del narcisista e del partner del narcisista, emergono alcune similitudini: entrambi infatti condividono alcuni schemi disfunzionali. Si tratta degli schemi di: Inadeguatezza/Vergogna, Deprivazione Emotiva, Sfiducia/Abuso e Standard Severi, schemi che originano dalle precoci esperienze di deprivazione di cure amorevoli, accoglimento, protezione e rispetto, riconoscimento e amore incondizionato. Solo che essi reagiscono al dolore in maniera diversa: Il narcisista IPERCOMPENSAattraverso la creazione di un GRANDIOSO SENSO DI SÉ e di una barriera di DISTACCO DALLE EMOZIONI (“devo essere assolutamente indipendente, attento a non farmi fregare, distaccato, capace di cavarmela da solo, devo essere il migliore di tutti”) il PARTNER TIPICO DEL NARCISISTA ha un atteggiamento diverso di reagire agli schemi disfunzionali: la RESA: infatti, si arrende al senso di inadeguatezza e di non amabilità, si arrende alla convinzione che presto verrà abbandonato, si arrende alla voce interna che gli dice “devi fare tutto il necessario per renderti amabile, fare quello che ti chiedono senza creare problemi, devi tollerare tutto dall’altro… o ti lascerà! non sei abbastanza in gamba, devi mettere da parte le tue necessità, devi fare di più…” Sebbene esistano questi aspetti comuni alla base degli schemi disfunzionali, il narcisista ed il suo partner le esprimono con atteggiamenti complementari, dando vita ad una sorta di “danza degli schemi” potenzialmente infinita e molto dolorosa, all’interno della quale ogni passo dell’uno è il passo complementare dell’altro, alimentando una spirale di insoddisfazione e sofferenza crescenti. È quindi molto importante conoscere e riconoscere i propri schemi disfunzionali, imparando a capire: 1) QUANDO SI ATTIVA UNO SPECIFICO SCHEMA 2) QUALI SEGNALI INDICANO CHE SI È ATTIVATO: potrebbero essere sensazioni fisiche in particolari parti del corpo come lo stomaco, il petto o la gola… 3) QUALI EMOZIONI E STATI D’ANIMO SI ASSOCIANO AD ESSO: tristezza, paura e ansia, inquietudine, rancore e rabbia, preoccupazione ecc… 4) QUALI RICORDI CI RIEVOCA DAL PASSATO: immagini di episodi dell’infanzia, ricordi di cose accadute molto tempo fa… 5) QUALI COMPORTAMENTI CI SPINGE A METTERE IN ATTO: sottomissione e tolleranza eccesiva, eccessiva dedizione e trascuratezza delle proprie necessità e ragioni, fare di tutto per trattenere l’altro… 6) QUALI CONSEGUENZE SI OTTENGONO CON TALI COMPORTAMENTI: ci accorgeremmo probabilmente che si tratta di comportamenti che non fanno che ripetere sempre la stesa spirale di sofferenza Una volta comprese queste fasi, è possibile introdurre qualche piccolo e graduale cambiamento a due livelli: Modificando e mettendo in discussione le convinzioni distorte che sono alla base dello schema disfunzionale; Modificando i comportamenti che si era soliti attuare, sostituendoli con azioni più sagge, libere e salutari; Lavorando sulle emozioni legate a specifici ricordi. Se è possibile imparare a fare questo lavoro su di Sé anche autonomamente, è certamente preferibile chiedere il supporto di un professionista che sia in grado di seguire questo processo con amore e preparazione e che sia soprattutto in grado di trasmettere quell’accoglimento amorevole, quell’accettazione incondizionata e quel senso di “base sicura” che sono venute a mancare nelle prime importanti fasi della vita emotiva. Dott.ssa Annalisa Barbier
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mondo E ora cosa succede agli italiani che vivono in Gran Bretagna?
Le trattative tra Gran Bretagna e Unione europea partono all’insegna della tensione. La premier inglese Theresa May permetterà a chi vive nel Paese da almeno cinque anni di restare. Per Jean Claude Juncker è «un primo passo», ma ci sono ancora questioni da sistemare che avranno un grande impatto sulla vita quotidiana degli oltre tre milioni di cittadini europei che vivono oltre lo Stretto della Manica. La proposta sui diritti post-Brexit dei cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna «è un’offerta molto equa e molto seria», su cui «il governo lunedì definirà maggiori dettagli». Lo ha affermato la premier britannica Theresa May al suo arrivo al secondo giorno di lavori del vertice Ue. «Vogliamo rassicurare i cittadini Ue che hanno stabilito la loro casa e la loro vita in Gran Bretagna, nessuno dovrà andarsene, potranno restare e continuare a farlo», ora però, ha avvertito May, «voglio la stessa certezza anche per i cittadini britannici che vivono nell’Ue”. I dettagli su date limite e tempi «saranno oggetto del negoziato», ha aggiunto. A questo punto è chiaro che il vero nodo riguarda la competenza giuridica dei cittadini europei. L’offerta avanzata dalla premier inglese non ha convinto Juncker, il presidente della Commissione europea, che probabilmente, più che un’apertura, l’ha vista come un tentativo di scambio. Ieri la leader dei Tory aveva annunciato che gli oltre tre milioni di cittadini europei che vivono nel Regno Unito potranno rimanere nel Paese, godendo dei loro diritti, anche dopo la Brexit. Ma l’impegno è stato assunto a una condizione: non dovrà essere la Corte di Giustizia europea a tutelare i loro diritti. Ed è proprio la competenza giuridica sui cittadini europei il vero nodo della questione, quello che potrebbe portare alla discussione.
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mondo Chi c’era al summer cocktail dell’Associazione Eidos
Sulla terrazza dei Cesari, affacciata su Piazza di Pietra e sulla Galleria Alberto Sordi di Roma, l’associazione Eidos ha organizzato un summer cocktail per festeggiare il primo anno di attività. Eidos è l’associazione che in poco più di dodici mesi si è segnalata per la vivacità e la capacità di organizzare e promuovere dibattiti ed eventi che hanno visto la partecipazione di figure importanti del mondo della politica, del giornalismo e dell’economia. La serata del 21 giugno è stata anche l’occasione per illustrare i nuovi progetti dell’associazione Eidos che ha già messo in cantiere una nuova serie di iniziative che verranno presentate in autunno. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, i fondatori dell’associazione Sergio Corbello, Presidente di Assoprevidenza; Ubaldo Palmidoro e Gianluca Migliozzi di Centaurus Capital Managment; Walter D’Amario, direttore editoriale de Lo Speciale e Vittorio Zenardi, direttore responsabile de Lo Speciale.
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mondo Stop al roaming. Come risparmiare con gli operatori italiani Europa unita significa anche questo. Dal 15 giugno addio al roaming, nei Paesi dell’Unione europea si telefona e si naviga su Internet senza costi aggiuntivi. Bruxelles, lo scorso febbraio, aveva fissato i tetti massimi delle tariffe tra i vari operatori di telefonia mobile che vengono applicate quando un cliente si trova all’estero. In Italia, alcune compagnie telefoniche si erano già adeguate e altre hanno comunicato le nuove tariffe nei giorni scorsi. Dal 15 giugno, fa sapere Vodafone, tutti i clienti che usano ricaricabili e abbonamenti, oppure tariffe business (P.iva e Pmi) potranno utilizzare la loro tariffa nazionale nei Paesi dell’Unione Europea senza costi aggiuntivi. Il costo delle offerte a pacchetto, delle tariffe a consumo e di chiamate, sms e giga aggiuntivi sarà esattamente come in Italia. SkyTg24 ha raccolto le soluzioni dei principali operatori del mercato italiano: Wind è stata tra i primi ad adeguarsi alle nuove regole. Il 24 aprile, in via promozionale, la compagnia telefonica ha deciso di anticipare i benefici economici per gli utenti, “con la sola eccezione delle opzioni della famiglia Call your Country e Tourist Pass e delle promozioni gratuite che includono servizi dati nazionali”, come si legge nelle condizioni di utilizzo sul sito di Wind. La compagnia, dal 31 dicembre 2016, si era unita con Tre dando vita alla WindTre Spa. Ma per la prima fase, i due marchi sono restati distinti, così come i negozi, le tariffe e i numeri di assistenza. L’8 maggio anche Tre ha deciso di offrire ai suoi clienti un adeguamento alle regole europee in via promozionale: “In caso di offerte nazionali con traffico voce, Sms e dati incluso queste potranno essere utilizzate indistintamente sia in Italia sia nei paesi dell’Unione Europea”, scrive l’operatore sul suo sito web. Altra strada quella scelta da Tim che ha aspettato più tempo per uniformarsi al quadro europeo. I costi di roaming saranno cancellati dal 15 giugno ma, come ha ricordato la stessa compagnia telefonica rispondendo alle domande di alcuni utenti su Twitter, il 29 maggio, “alcune utenze potrebbero essere già state raggiunte dall’aggiornamento”. Per verificarlo, occorre andare sull’app MyTim e accertarsi che nella sezione delle offerte relative ci sia “la dicitura che include anche il traffico da Ue”. Ma come funziona, in concreto, la fine del roaming? In sostanza l’uso del telefono cellulare dall’estero per chiamate, sms e Internet saranno praticamente aboliti. La fine dei costi extra si applica solo alle tariffe delle chiamate fatte o ricevute quando ci si trova all’estero: chiamare dalla linea fissa una persona in un altro paese europeo continuerà a costare di più. Telefonate, messaggi e traffico internet all’estero costeranno quanto in Italia, e rientreranno nei pacchetti stipulati con l’operatore nazionale. Chi ha un contratto senza soglie massime di minuti, messaggi continuerà a non avere limiti sulle chiamate e sui messaggi in roaming. Sarà invece imposto un limite ai GB consumabili prima di incorrere in un costo aggiuntivo, che sarà di al massimo 7,7 euro per GB, e che si abbasserà in futuro. La formula per calcolare la soglia massima dipenderà dai singoli contratti, ma dovrebbe garantire margine per navigare con una certa tranquillità. L’abolizione dei costi interessa tutti i 28 paesi dell’Unione Europea (anche il Regno Unito, almeno fino alla conclusione del processo di uscita dall’Unione) e sarà poi espansa anche ai membri dello spazio economico europeo: Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
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mondo Attenti alla privacy. “Così ci condizionano i giganti della rete”
Nella relazione del Garante della privacy sull’attività del 2016 - presentata questa mattina a Montecitorio alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della presidente della Camera Laura Boldrini - il presidente Antonello Soro ha lanciato l’allarme web. “Attenzione ai tanti grandi fratelli che governano la rete”, ha detto. “Un numero esiguo di aziende, i monopolisti del web, possiede un patrimonio di conoscenza gigantesco” e dispone “di tutti i mezzi per indirizzare la propria influenza verso ciascuno di noi, con la conseguenza che un numero sempre più grande di persone - tendenzialmente l’umanità intera - potrà subire condizionamenti decisivi”. Bisogna prestare attenzione «ai tanti “grandi fratelli” che governano la rete». Perché «la concentrazione in capo a pochi soggetti privati di un rilevantissimo potere, non solo economico, ha infatti determinato un mutamento sostanziale nei rapporti tra individuo e Stato, tra pubblico e privato, cambiando profondamente la geografia del potere». A spiegarlo è stato il presidente è stato il presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, Antonello Soro, presentando la relazione annuale al Parlamento. “Se ciò che per ciascuno è dato personale, intima essenza del sé - sottolinea Soro - diviene per i grandi monopolisti del web dato economico da sfruttare commercialmente, le implicazioni in termini antropologici, ma anche sociali e politici sono eloquenti. È significativo che la legislazione europea in materia ruoti attorno alla figura del “data subject”: l’interessato è definito a partire dai suoi dati, ne è fonte ed allo stesso tempo ne ha la signoria, il cui esercizio rappresenta la vera e unica garanzia rispetto ai tanti “grandi fratelli” che governano la rete. La concentrazione in capo a pochi soggetti privati di un rilevantissimo potere, non solo economico, ha infatti determinato un mutamento sostanziale nei rapporti tra individuo e Stato, tra pubblico e privato, cambiando profondamente la geografia del potere”. Il Garante per la Privacy spiega che «un numero esiguo di aziende possiede un patrimonio di conoscenza gigantesco e dispone di tutti i mezzi per indirizzare la propria influenza verso ciascuno di noi, con la conseguenza che, un numero sempre più grande di persone - tendenzialmente l’umanità intera - potrà subire condizionamenti decisivi».
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cronaca Cosa si è detto alla Camera sui tempi delle procedure esecutive in ambito immobiliare
L’Associazione T6 ha presentato alla Camera dei Deputati una mappatura dell’Italia basata sul tempo impiegato dai tribunali nello svolgimento di procedure esecutive che riguardano gli immobili. Nello studio vengono elaborati i tempi medi e l’effetto delle azioni svolte, realizzando tabelle che permettono di valutare le tempistiche tribunale per tribunale ai fini delle più svariate successive elaborazioni statistiche, economiche, commerciali, sociali. Lo studio è stato realizzato grazie alla partecipazione di alcune tra le realtà più importanti del settore come Eagle NPL, Frontis NPL, La Scala Studio Legale, Ribes, Yard Credit & Asset Management. Ad illustrare alla stampa il progetto è stato Federico Cecconi: «Abbiamo realizzato una procedura che, a partire da un certo anno, calcola quante procedure sono partite nell’anno stesso, nell’anno precedente e così via. Del resto bisogna considerare che Il database utilizzato inizia dal 2009, quindi è necessario compensare il fatto che, osservando ad esempio il 2009, troveremmo solo procedure iniziate in quell’anno. Un approccio diverso è quello di ragionare non verso il passato ma verso il futuro, calcolando in che anno siamo arrivati. Ad esempio, sempre facendo riferimento alla stringa inserita come esempio, il 2009 è l’anno in cui la procedura è stata iscritta a ruolo e alla fine del testo noi troviamo la data 9/10/2014, che indica il fatto che l’ultima azione intrapresa è dell’ottobre del 2014». Parallelamente alla parte di analisi è stata necessaria una valutazione giuridica sul significato delle fasi che vengono inserite nel database insieme alle date. «Si tratta di una procedura particolarmente critica», ha precisato Cecconi. Il database è alimentato dagli operatori (soprattutto avvocati) che inseriscono le procedure che man mano svolgono. Quindi eventi (azioni) non giuridiche in senso stretto potrebbero non popolare il database. Un lavoro preliminare è stata la catalogazione delle azioni effettivamente presenti e la loro divisione in categorie. Il risultato di tutto questo lavoro è l’ottenimento di una serie di indici, tra i quali: giacenza media, la percentuale di procedure che entrano ed escono, durata media anno per anno, tribunale per tribunale, indici di regressione tra azioni e tempistiche.
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cronaca L’incantevole Palazzo Pallavicini di Bologna riapre al pubblico
La città di Bologna nel mese di settembre vedrà l’apertura al grande pubblico del magnifico Palazzo Pallavicini, residenza settecentesca di proprietà privata, situata nel pieno centro della città, a pochi passi dalle Due Torri e da Piazza Maggiore. Dimora di grandi famiglie nobili e corte di fasto per grandi personaggi come Mozart, la principessa Maria Carolina d’Amburgo e l’imperatore d’Austria Giuseppe II, rimasto chiuso per lungo tempo e pronto a divenire oggi un vero e proprio contenitore di arte e cultura. Un tesoro storico nascosto, dall’architettura mozzafiato, in via di restituzione alla città di Bologna, grazie ad un processo di ristrutturazione e restauro eccezionale, nato sotto la tutela della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara e in collaborazione con la storica dell’arte Elisabetta Landi, che ospiterà la sua prima grande mostra nel mese di settembre con una personale dedicata al grande maestro fumettista Milo Manara. Tanta maestosità e prestigio in un luogo d’eccezione le cui pareti traspirano le memorie di un tempo e dove, fra storia e stili epocali, rivivono ancora i personaggi del passato. Tutto questo, finalmente, in via di rinascita e rigenerazione di un edificio di grande pregio, il quale si prepara a riservare grandi sorprese al pubblico con un programma culturale straordinario, ricco di eventi di ogni genere. Vittorio Zenardi
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cronaca Riso Amaro. Dieci anni di blitz di Iginio De Luca
Mercoledì 14 giugno 2017 alle ore 18.30 AlbumArte inaugura la mostra Riso Amaro. Dieci anni di blitz di Iginio De Luca, a cura di Claudio Libero Pisano. Si potranno ammirare i numerosi blitz artistici, performativi, politici e ironici che Iginio De Luca ha elaborato e messo in atto nel corso degli ultimi dieci anni. I blitz, o incursioni, sempre senza pubblico organizzato e senza preavviso, hanno toccato personaggi e/o luoghi che incarnano il potere come Papa Ratzinger, alcuni politici, la cupola di San Pietro, la piazza del Quirinale o Palazzo Chigi, ma anche le strade di Roma e le loro difficoltà. I blitz di De Luca non sono mai semplici gesti goliardici o colpi di teatro superficiali, ma incursioni poetiche e prese di posizione politiche di denuncia sociale. Partendo da argomenti legati all’attualità politica, sociale e culturale, queste azioni raccontano con visione lucida e coerente, la storia dell’ultima decade del nostro Paese, per constatare che molto di quanto detto e urlato nelle performance dall’artista è ancora oggi rimasto immutato. La leggerezza nel preparare e nell’eseguire i blitz si accompagna a un contenuto pensato e ragionato con cura, e il titolo della mostra riassume tutta la poetica sottesa dai blitz di Iginio De Luca: la risata non sempre è liberatoria, a volte è amara, ma resta comunque necessaria. In mostra foto, video, installazioni oggettuali e sonore dei blitz che saranno riattivati e ri-attualizzati in maniera coinvolgente per lo spettatore, che si troverà immerso in un contesto vivo e stimolante. Il percorso espositivo non sceglie una logica cronologica, ma permette al visitatore di costruire un suo personale senso logico attraverso video, audio, foto e installazioni che formano un unico site specific nelle sale di AlbumArte. Il progetto ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Municipio II di Roma Capitale. In autunno AlbumArte presenterà il libro/catalogo della mostra. La mostra, resterà aperta al pubblico fino al 14 luglio 2017. Vittorio Zenardi
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politica Sorpresa: agli italiani piacciono ancora i partiti
Nonostante l’antipolitica dominante e il vento anticasta che soffia sempre più forte sul nostro Paese gli italiani hanno ancora fiducia nei partiti politici. E’ quanto emerge dall’ultima ricerca sulle opinioni della popolazione (Community Media Research in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per La Stampa). Stando quanto rilevato nel rapporto “Il primo è che, nonostante tutto, per una larga maggioranza della popolazione i partiti sono ritenuti un elemento essenziale per l’esercizio della democrazia: il 66,8% ritiene che senza di essi la democrazia non possa funzionare”. La sfiducia, però, è forte: “I partiti oggi presenti sul mercato politico non soddisfano le aspettative: poco più della metà è interessato alla politica, ma non gli piacciono i partiti per come sono oggi (54,1%). Nonostante la novità della partecipazione via web, l’uno-vale-uno, i partiti leggeri e di plastica, prevale l’idea che un’organizzazione strutturata del consenso e presente sul territorio sia ancora lo strumento più adeguato a far funzionare una democrazia. È interessante osservare come sostengano con maggiore forza questa tesi soprattutto le giovani generazioni (72,7%) e quanti si collochino nell’area politica del centrosinistra (78,6%), mentre all’opposto chi non si posiziona lungo il tradizionale asse destra-sinistra ritenga che le forme partito non siano poi così necessarie (53,1%). Significa che i cittadini cercano nuovi punti di riferimento che sappiano ripensare la forma partito così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. Come insegna il fenomeno Macron in Francia servirebbe qualcosa capace di tagliare radicalmente il cordone ombelicale con le formazioni politiche legate alle grandi famiglie politiche che hanno dominato il secolo scorso. La domanda essenziale è: cosa significa oggi, in un contesto sociale ed economico profondamente mutato, «destra» o «sinistra»? “L’assenza di un ragionamento preliminare, spinge alla costruzione di movimenti e partiti o fusioni e alleanze fragili, di durata incerta. Così, per una parte cospicua degli italiani (59%) le tradizionali categorie destra/centro/sinistra oggi hanno perso significato, non sono più in grado di aiutare l’interpretazione dei fenomeni, e si ritrovano orfani di orizzonti culturali (e politici) di riferimento. Dunque, alla forma partito, va anteposta una riflessione sulle culture politiche, sui valori di riferimento e sulle loro declinazioni: servono narrazioni nuove e coerenti”. Insomma, va costruito un rapporto nuovo tra elettori e partiti, va rielaborata la “convenienza” a farsi rappresentare da una determinata formazione politica. “ Il confronto con un’analoga rilevazione avvenuta nel 2015 mette in luce come sia complessivamente aumentato l’interesse verso la politica. Quanti dichiarano d’identificarsi con un partito cresce leggermente (25,3%, era il 17,7% nel 2015) e così pure gli interessati (chi si sente semplicemente vicino a un partito: 27,1%, era il 18,0%). Soprattutto aumentano quanti hanno un rapporto negoziale (31,4%, era l’11,6%): valutano di volta in volta sulla base dei programmi e delle persone a chi dare il proprio voto. Ma, in particolare, diminuiscono fortemente i disillusi (16,2%, era il 52,7%), quanti non trovano partiti vicini alle proprie idee o ritengano non servano. Insomma, i distanti dalla politica. Dunque, l’affievolirsi della disillusione verso i partiti, più che favorire i processi di identificazione, alimenta un rapporto negoziale che va al di là degli schieramenti tradizionali e configura un elettore mobile e selettivo. Che utilizza il voto (e anche il non voto) in modo strumentale, meno di appartenenza”.
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politica Ha vinto il centrodestra ma adesso deve decidere cosa fare da grande
Netto, clamoroso, in alcuni casi “storico”: il trionfo del centrodestra segna i ballottaggi delle amministrative 2017 che vedono la gran parte dei 22 capoluoghi di Provincia in gioco passare all’asse FI-Lega Nord-Fdi. E’ per il Pd e tutto il centrosinistra, lo schiaffo è sonorissimo: cadono roccaforti “rosse” come Genova e Pistoia, dove il centrodestra non aveva mai vinto e cadono sei Comuni su sei - Piacenza inclusa - in Emilia-Romagna. Da oggi a Matteo Renzi, toccherà riannodare i fili di una sconfitta che rischia di minare anche la sua leadership: “il Pd isolato politicamente perde. Cambiare linea e ricostruire il centrosinistra subito”, è il fendente lanciato dal leader della minoranza Andrea Orlando. E gli stessi Dem ammettono, per voce del capogruppo alla Camera Ettore Rosato: «Abbiamo perso, ha vinto la destra». L’ex premier invece non arretra è dà la sua lettura: «Sono risultati a macchia di leopardo. Non è un test politico». Adesso per il centrodestra è arrivato il momento di risolvere questioni spinose se non vuole dilapidare il successo di queste amministrative. Bisogna fare i conti internamente alla rinata coalizione composta da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. C’è comunque un’altra riflessione fondamentale da fare. Ma quello delle amministrative è solo un voto locale? Sì e no. Lo spiega il solito Mario Sechi nella sua List: «Il voto è più che mai un dato politico di cambiamento del paradigma, i candidati e le liste locali sono importanti, ma la lettura è una mappa molto dettagliata di quello che sta accadendo nel paese». Quindi ha vinto nettamente il centrodestra, praticamente dopo anni di letargo a livello nazionale con la mission principale di soccorrere un Pd colpito da emorragia interna, ma anche l’astensionismo. Ha scritto Alessandro Campi sul Messaggero: «Ha vinto l’astensionismo, cresciuto di quasi dieci punti rispetto al primo turno. Con tanti elettori (stavolta anche di sinistra) rimasti a casa – per delusione, stanchezza, caldo e mancanza di candidati nei quali riconoscersi».
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politica Cosa dicono le elezioni comunali sullo stato di salute dei partiti
Torna lo scontro tra centrosinistra e centrodestra che approfittano dell’incapacità del Movimento 5 Stelle di farsi forza di governo sui territori. In quasi tutte le città più grandi dove ieri si è votato per l’elezione dei sindaci si andrà ai ballottaggi, perché nessun candidato ha ottenuto il 50 per cento più uno dei voti necessario per vincere al primo turno. I ballottaggi riguarderanno soprattutto centrosinistra e centrodestra, in alcuni casi liste civiche, ma non il Movimento 5 Stelle che è andato peggio del previsto anche dove solitamente raccoglieva molti consensi. Confrontati con i successi alle comunali di un anno fa, quando fece eleggere propri sindaci a Roma e Torino, i risultati del M5S sono stati deludenti: nel complesso va comunque ricordato che a parte qualche eccezione, il Movimento ha sempre faticato nelle elezioni locali rispetto a quelle nazionali. In molte città dove ci saranno i ballottaggi, sia il centrodestra sia il centrosinistra si sfideranno quasi alla pari, conferma di una ripresa del centrodestra dopo i declini degli ultimi anni. «Il centrodestra, se si presenta unito, è in grado di riprendere l’elettorato perduto e di guadagnare perfino qualcosa di nuovo, nonostante sia mancata e manchi però una figura trainante della coalizione», è l’analisi di Benedetto Ippollito per Formiche. «Se il risultato complessivo dovesse essere confermato, per il centrodestra si riaprirebbe la prospettiva di una reunion mentre per il centrosinistra quello di un problema scissione da superare. In ogni caso gli elettori hanno confermato che il tripolarismo non è ineluttabile ed esiste unicamente se scompare il bipolarismo, ossia se PD e FI non decidono di essere alternativi». Mentre in Francia la situazione che emerge dalle legislative è chiara, in Italia i risultati non sono facili da decifrare – è il commento di Ilvo Diamanti sul sito di Repubblica –. C’è un ritorno al passato con un confronto tra centrosinistra e centrodestra che esclude i 5 Stelle. Il Movimento si è imposto alle elezioni politiche, ma ha un problema a livello territoriale dove i candidati sono poco visibili e diventano invisi al leader appena acquistano notorietà».
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politica Cosa succede adesso con la legge elettorale (e con il governo)
Sembra ormai appartenere al passato il patto tra Pd-M5S-Fi e Lega. A tarda mattinata il dem Emanuele Fiano scandisce: «La legge elettorale è morta, e l’hanno uccisa i 5 Stelle». Non promette niente di buono. Fiano è il relatore della riforma e parla dopo la débacle in Aula del patto a quattro, nel voto a scrutinio segreto che per un attimo si è fatto vedere a tutti. Ma i grillini lasciano una porta aperta: «Da irresponsabili far cadere la legge elettorale per colpa del Trentino» dichiara Roberto Fico, riferendosi all’emendamento diventato il casus belli di una mattinata politicamente molto movimentata. Un emendamento di Fi alla legge elettorale passa contro il parere contrario della commissione. Dai banchi di M5S si urla «Libertà, libertà». I franchi tiratori sono entrati in azione. Poi il caos: l voto sull’emendamento “incriminato” alla legge elettorale approvato nell’Aula della Camera contro il parere della commissione scatta il “giallo” del tabellone. Questi i fatti: la presidente Boldrini indice la votazione specificando che è a scrutinio segreto. Ma sul tabellone invece di spuntare le palline tutte azzurre, come accade per le votazioni segrete, spuntano le palline rosse e verdi, come accade per quelle palesi. Si scorgono dei voti favorevoli nei banchi del Pd e di Fi. A ricostruire tutto è Il Post: PD e Movimento 5 Stelle si accusano reciprocamente di essere i responsabili di questa situazione ed entrambi sostengono che quello che il tabellone ha mostrato per un istante sia la prova delle loro accuse. In qualche modo, hanno ragione entrambi. il tabellone durante il voto segreto e quello con il voto palese, mostrato per errore. I puntini rossi rappresentano chi ha votato “no” a un emendamento che avrebbe cambiato il testo della legge elettorale su cui i quattro principali partiti si erano accordati; quelli verdi sono quelli che hanno votato sì. Nel terzo spicchio da destra del tabellone col voto palese si vede che il Movimento 5 Stelle – che occupa quell’area della Camera – ha votato in gran maggioranza per il “sì” all’emendamento, cioè contro gli accordi presi con gli altri partiti. L’emendamento era considerato una questione minore e riguarda il funzionamento della legge elettorale in Trentino-Alto Adige. Se però la maggioranza ha perso un voto su una questione minore, dicono in molti, è impossibile che riesca a tenere quando si dovranno votare emendamenti più delicati e controversi. Le procedure di voto al momento sono state sospese e l’intera legge potrebbe essere rimandata in commissione e quindi bloccata. La scelta del Movimento 5 Stelle di votare “sì” all’emendamento – e quindi contro l’accordo che aveva trovato con PD, Forza Italia e Lega Nord – è in realtà una sorpresa solo parziale. Pochi minuti prima, infatti, il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Fraccaro aveva fatto un discorso molto favorevole all’emendamento, senza però dire che il suo gruppo avrebbe votato a favore. E pochi giorni prima, in commissione (dove si prepara la legge che sarà poi votata in aula) il Movimento 5 Stelle aveva accettato il ritiro di emendamenti simili a quello votato oggi ma lasciando intendere che non considerava la questione del tutto chiusa. E adesso che succede? Secondo Alessandro De Angelis «i renziani vivono l’incidente con senso di liberazione. E mandano messaggi a Mattarella: “Al voto con la legge che c’è». Su Huffington Post si legge che si innescato: «un crescendo anche sul Parlamento che non riesce più a fare nulla, già diretto alle orecchie del capo dello Stato. Il Renzi pensiero è che a questo punto non può fare finta di niente: Mattarella ha chiesto una legge elettorale, il Pd ha fatto il tentativo, l’accordo votato dall’80 per cento delle forze politiche è franato, dunque, che fare di fronte a un Parlamento che non è in grado di proseguire? Votare, appunto, con la legge che c’è, aggiustata con un decreto sui punti che ha cuore Mattarella». Su Formiche il direttore Michele Arnese dà una lucida spiegazione sulla rottamazione del “germanellum”: «Chi aveva interesse veramente a un accordo sulla legge elettorale, il germanellum, per andare al voto al più presto? Matteo Renzi. Soltanto Matteo Renzi, smanioso di tornare a Palazzo Chigi. Non Beppe Grillo: il Movimento 5 Stelle da un lato non ha bisogno di stringere accordi con alcuno, neppure per concordare una legge elettorale, e dall’altro pensa (sondaggi alla mano) che la sua spinta progressiva elettoralmente non è finita, quindi meglio votare l’anno prossimo. Non Silvio Berlusconi: Forza Italia non è pronta per allestire una lista variegata e eterogenea che possa andare ben oltre il 10 per cento e non ha ancora trovato una faccia con appeal mediatico da presentare come candidato premier. Non Matteo Salvini: per le stesse ragioni del Movimento 5 Stelle».
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musica Torrita Blues Festival 2017
Grandi nomi del blues internazionale e gruppi italiani di qualità. L’ultimo fine settimana di giugno a Torrita di Siena (SI) è nel segno del blues secondo una formula che dura dal 1989. Dal 29 giugno al 1 luglio la località della Valdichiana senese, già protagonista dell’European Blues Challenge nell’aprile 2016, ospiterà nella splendida Piazza Matteotti la 29a edizione del Torrita Blues Festival, la manifestazione che tradizionalmente apre la stagione dei festival musicali estivi. La prima serata, giovedì 29 giugno, vedrà i gruppi italiani selezionati dal concorso primaverile Effetto Blues Hot Shanks Blues Band, Bluesy Mood Band, Relic Blues Band. Un’inaugurazione che vede anche la tradizionale cena in Piazza Matteotti. Stavolta il ricavato della cena sarà destinato ad Amatrice in collaborazione con il Ristorante Roma della città laziale colpita dal terremoto nel 2016. Venerdì 30, dopo l’apertura di serata con The Big Blue House, sarà il turno di Linda Valori & Maurizio Pugno Band; chiude Mike Zito, vincitore di numerosi Blues Music Awards. Quindi gran finale sabato 1 luglio: aprono Grace’s 40 Shaders of Blues. Poi salirà sul palco Larry Garner in duo con Michael Van Merwyck e la star del festival Doyle Bramhall II, chitarrista-cantante che per dieci anni ha lavorato con Eric Clapton. Vittorio Zenardi
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intervista Per un cinema del reale: intervista a Roberto De Paolis Dopo i corti Bassa marea e Alice presentati a Venezia, Roberto De Paolis debutta nel lungometraggio con Cuori puri, incantando pubblico e critica. Salve Roberto, il film presentato a Cannes nella sezione Quinzaine des réalizateurs e nelle sale qui in Italia sta avendo grande successo, ti aspettavi questa accoglienza? “Onestamente, evitando frasi di circostanza, è molto strano da commentare, a volte non ci si rende conto delle proprie aspettative. Speravo che quello che avevamo teorizzato per tre, quattro anni avesse un senso, ma non mi aspettavo tutto questo, il film sta andando molto bene e sono contento.” Stefano (Simone Liberati) e Agnese (Selene Carammazza) i due protagonisti, appartengono a mondi differenti ma sembrano avere convergenza di sguardi e una particolare “purezza”. Inoltre interagiscono con una sorprendente naturalezza, come hai lavorato con loro sul set? “La naturalezza viene da un lavoro specifico che ho imparato nelle scuole di recitazione ed ho provato a rendere personale. Si tratta di creare una forte identificazione tra personaggi ed attori che dà via libera all’improvvisazione. Dal momento in cui gli attori si plasmano, si identificano e prestano molto di sé ai personaggi, è facile che poi possano improvvisare. La purezza di cui parli credo sia più negli attori. Simone e Selene sono due ragazzi molto trasparenti, in un certo senso onesti a livello emotivo. Credo che non si siano lasciati andare, non so se ancora o saranno sempre così…” Sono molto giovani.. “Sì, non so che gli succederà, può essere che si contaminino, per ora sono immuni..” Hanno dato prova di grande talento, dove sei riuscito a scovarli? “Abbiamo fatto dei casting molto lunghi, loro sono in realtà alle prime armi, ma dei veri professionisti.” In Cuori puri si nota un grande lavoro di scrittura che si tramuta in un’aderenza alla realtà davvero notevole. Credi che il cinema possa arrivare ad un certo grado di verità o rimanga pur sempre una rappresentazione del reale? “Esiste un cinema che si muove quasi a ridosso del documentario, c’è uno spazio di coesistenza con la finzione, è ovvio che poi c’è la drammaturgia, il montaggio. La realtà in qualche modo si plasma, si modifica e diventa altro dalla realtà pura. Nelle singole scene però, si può raggiungere un grado di verità assoluto, nel momento in cui gli attori la vivono completamente e si ha la sensazione che quella scena stia realmente accadendo. Come se non la stessero imitando o simulando. Questa sensazione ce l’abbiamo avuta parecchie volte sul set..” Hic et nunc… “Esattamente.” Il regista o i registi che ti hanno influenzato di più? Sono stato influenzato da tutto quel cinema che ha provato coraggiosamente a muoversi tra il documentario e la finzione, che prende forme molto diverse. Dai giovani autori rumeni che scelgono le storie dalla quotidianità con un linguaggio da documentario, ai fratelli Dardenne che spingono il linguaggio della realtà quasi al limite. Dall’inizio della storia del cinema c’è una corrente che cerca di studiare la realtà. Questo é il cinema che mi piace e ho provato a studiare. In Italia ci sono tanti autori che sopratutto ultimamente si stanno dedicando a questo come Claudio Giovannesi o Alice Rohrwacher. Progetti peri futuro? Il progetto è aspettare magari una storia, come quella di Cuori Puri che viene da un fatto di cronaca che mi ha molto colpito. Credo che bisogna aspettare, come quando si aspetta la persona giusta per innamorarsi, piuttosto che volersi innamorare a tutti i costi. È talmente faticoso realizzare un film che è meglio avere qualcosa che valga la pena raccontare. Vittorio Zenardi
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