Novembre 2016 buono

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An Italian Tale: il nuovo disco di Antonino Cicero e Luciano Trojagrante

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staff La testata fruisce dei contributi statali di cui alla legge 7 agosto 1990, numero 250 e successive modificazione. Testata iscritta nella sezione per la stampa ed informazione del tribunale

Convegni

Economia digitale e occupazione giovedì 10 novembre L’economia digitale per far uscire l’Italia dalla crisi

di Roma in data 14.10.2003 al n.440/2006

DIRETTORE RESPONSABILE Vittorio Zenardi IN REDAZIONE Dorotea De Vito Ugo Rossolillo CONTATTI Website: www.whatsupmagazine.it E-mail: dora.devito@whatsupmagazine.it ugo.rossolillo@whatsupmagazine.it redazione@whatsupmagazine.it vittorio.zenardi@whatsupmagazine.it Stampa: Digitale EDITORE Helpsos soc. Coop. P.zza di San Giovanni in Laterano 18/B 00184 Roma PEC: Helpsos@legalmail.it +39 0664764665

Cinema

Med Festival - 22° Edizione Cronica di una passione di Fabrizio Cattani: un film su una tragedia dei nostri tempi ...

Libri

Senza nome e senza gloria, libro d’esordio di Luca Cozzi

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05-09 10

Mostre e Teatro

11-12

Gente de core di Claudio Severini al Teatro L’Aura di Roma Rembrandt in Vaticano: Immagini fra cielo e terra in mostra ai Musei Vaticani

Musica

Open Call MarteLive Lazio Ritornano I RADAR: musica per grandi e piccini dal 1980

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03-04

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convegni Economia digitale e occupazione giovedì 10 novembre convegno a Roma

Il dibattito, moderato dalla giornalista Federica Meta del Corriere Comunicazioni, sarà aperto dai saluti del vice presidente di Civita, Nicola Maccanico, e dal presidente di Italian Digital Revolution, Mauro Nicastri. Previsti gli interventi di Davide D’Amico, dirigente del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Domenico Colaci, presidente dell’organismo interno di valutazione dell’Agenzia per l’Italia Digitale; Carlo De Masi, segretario generale della Flaei-Cisl; Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal; Mario Romano, presidente giovani Confindustria e ceo di Romano arti grafiche; Alessandro Voutcinitch, direttore dell’Agenzia per il lavoro Manpower; Mirco Michelini, business manager Qibit Italia – Agenzia per il lavoro Gi Group; Paolo Prestinari, amministratore delegato di Fattore Mamma-Media; Mirco Carloni, consigliere della Regione Marche e dei parlamentari Francesco Boccia (PD), Mattia Fantinati (M5S) e Antonio Palmieri (FI). Di seguito il programma e tutti i relatori:

“L’economia digitale può creare occupazione?” è il titolo del convegno che si terrà giovedì 10 novembre a Roma, con inizio alle ore 15, presso la Sala Gianfranco Imperatori dell’associazione Civita in Piazza Venezia 11. Scopo dell’evento, organizzato dall’associazione “Italian Digital Revolution” in collaborazione con l’associazione Civita e il patrocinio dell’Agenzia per l’Italia Digitale, è fare il punto sulla diffusione delle tecnologie, sui benefici della crescita digitale in termini di posti di lavoro e sui successi di aziende, persone e istituzioni che utilizzando il web hanno creato business e occupazione. Le tecnologie digitali si stanno diffondendo rapidamente nel mondo, ma gli effetti dello sviluppo (più posti di lavoro e migliori servizi) non sono patrimonio di tutti. Anzi. Lo rivela il rapporto “World Development 2016” della Banca Mondiale sui “Digital dividends”, cioè i vantaggi connessi all’uso delle moderne tecnologie (solo smartphone e tablet) e della rete. Il rapporto mostra che i “componenti analogici” della rivoluzione digitale – le norme che favoriscono l’ingresso dei prodotti e la concorrenza, le competenze che consentono ai lavoratori di accedere alla nuova economia, nonché le istituzioni – non hanno tenuto il passo rispetto alla diffusione di telefonini e tablet nel pianeta.

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convegni L’economia digitale per far uscire l’Italia dalla crisi. Ma servono maggiori professionalità Il convegno Revolution

organizzato

dall’associazione

Italian

Digital

Sono sempre più ampi gli spazi per chi vuole lavorare nel settore digitale. A dimostrazione del fatto che passa per l’innovazione il futuro dell’Italia. E soprattutto degli italiani che, nonostante siano più connessi e digitali di quanto si possa pensare, soffrono del divario venutosi a creare con il resto d’Europa a proposito della penetrazione di internet. Se infatti il nostro paese ha raggiunto il 63%, la Finlandia è ormai al 94% e Francia e Germania sono rispettivamente all’84% e all’88%. Il punto sulla diffusione della digital economy è stato fatto durante un convegno dal titolo “L’economia digitale può creare occupazione?”, tenutosi ieri a Roma e organizzato dall’associazione “Italian Digital Revolution” in collaborazione con l’associazione Civita e il patrocinio dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Numerosi gli intervenuti al dibattito, tra tecnici e politici, e il dato emerso con chiarezza è che c’è sempre più richiesta di percorsi formativi che possano far aumentare il grado di innovazione della pubblica amministrazione ma anche delle aziende private, che intendono acquisire nuove conoscenze al fine di poter risolvere problemi legati ai pagamenti, alle tecniche di marketing, al business to consumer e all’e-commerce. Consapevoli del fatto che col tempo la differenza si misurerà sempre più in base alle capacità di saper usare le tecnologie e non più sulle dimensioni delle imprese. “La nostra associazione – ha sottolineato Nicola Maccanico, vice presidente vicario di Civita – è felice di collaborare ad un’iniziativa così rilevante. Offrire indicazioni sulle migliori politiche per accompagnare lo sviluppo digitale significa fornire un aiuto concreto alla crescita economica dell’Italia e particolarmente alla creazione di opportunità occupazionali per i giovani. Un’occasione preziosa, dunque, possibile grazie all’enorme potenziale dell’economia digitale che può avere un ruolo strategico per tutte le realtà culturali e produttive del Paese”. Mauro Nicastri, presidente dell’associazione Italian Digital Revolution, ha invece affermato che “in un momento di crisi economica come quello attuale la rivoluzione digitale può rappresentare davvero un effetto positivo ‘puro’ sull’occupazione”. Secondo la Commissione europea entro il 2020 ci saranno 900mila posti di lavoro non occupati per mancanza di competenze, più del triplo dei 275mila che si liberarono nel 2012. In Italia, aggiunge uno studio di Modis, il 22% delle posizioni aperte in questo ambito resta vacante, in un contesto che vede il 12% dei giovani occupati nel mondo digitale contro la media continentale del 16%. Il nostro tra l’altro, sempre secondo la Ue, è il paese che ha la percentuale più bassa di profili ICT che abbiano almeno la laurea triennale: il 32% contro il 77% della Spagna. Se si guarda invece agli stipendi e alle professioni più ambite, per PAyScale vincono ruoli come il director of analytics, lo user experience director o il sustainability expert che guadagnano fino a 124mila dollari annui. “Siamo convinti – afferma Arturo Siniscalchi, dirigente di area di Formez PA e vicepresidente dell’AIDR – che l’utilizzo delle nuove tecnologie aiuti le nostre imprese a eccellere nello scenario

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globale, facendo della formazione uno degli elementi cardine della crescita economica. Per questo vorremmo organizzare entro la prossima primavera un evento specifico, un focus allo scopo di fornire risposte e spunti per valorizzare il capitale umano e creare nuove figure professionali sia nell’ambito della pubblica amministrazione che delle imprese private. Tra l’altro alcune di queste, come lo user experience director, che accompagna l’esperienza dell’utente in spazi fisici o digitali, gli esperti della lettura di dati, il chief technology officer, lo sviluppatore mobile o il big data architect, che formula analisi dettagliate sull’attività sul web, hanno assunto grande importanza. Eppure si tratta di profili per i quali la formazione è erogata prevalentemente da società private. E quindi, ad esempio, anche l’università dovrà tener conto dei cambiamenti in atto e cercare, per quanto possibile, di stare al passo con le nuove esigenze del mercato”. “Mi auguro che le conclusioni dell’incontro odierno – sostiene Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal – possano diventare punto di partenza per l’istituzione di un tavolo di lavoro, coordinato magari proprio dall’associazione ‘Italian Digital Revolution’, tra sindacati, imprese, agenzie per il lavoro e altri soggetti eventualmente interessati. L’obiettivo è di definire le competenze e le professionalità di cui è necessario dotarsi, a livello pubblico e privato, per ottimizzare le opportunità di miglioramento, in termini di risparmi e di efficienza, offerte dall’adozione dell’ICT. A tale scopo, la Cisal mette a disposizione per gli incontri la propria sede romana e offre inoltre fin d’ora la massima collaborazione per la definizione e la rappresentazione degli interessi di una nuova categoria professionale, legata appunto alle competenze digitali”. Per Paolo Prestinari, amministratore delegato di Fattore Mamma-Media, “il digitale, come tutti i grandi cambiamenti sistemici, offre grandi opportunità se viene affrontato in modo positivo e creativo. Fattore Mamma ha iniziato la sua attività nel 2008 con questa scommessa: valorizzare le mamme e portare innovazione nelle aziende. Questa vision ha permesso di creare lavoro per le mamme realizzando progetti per i maggiori brand”. Mentre per Francesco Boccia, deputato del Pd, ”stiamo vivendo la più grande rivoluzione del capitalismo moderno. L’impatto sulla società e sull’economia è ancora più dirompente dell’energia a vapore, del telaio, dell’energia elettrica e della stessa meccanizzazione con i primi computer. Il digitale ha completamente stravolto la catena del valore di interi comparti economici e la politica continua a dimostrarsi incapace di cogliere e intercettare i cambiamenti positivi di questa modernità, subendone solo le distorsioni. Il digitale ha cambiato radicalmente il modo di vivere di ognuno di noi, non solo l’organizzazione delle imprese ma anche le relazioni sociali. La ricchezza, al tempo del digitale, va sempre più concentrandosi nelle mani di poche grandi multinazionali. Ora spetta alla politica mettere in campo modelli ridistributivi capaci di assicurare trasparenza, equità e la tutela dei diritti fondamentali”. Vittorio Zenardi


cinema Med Festival - 22° Edizione

IL CINEMA DEL MEDITERRANEO A ROMA Torna a Roma dal 4 al 12 novembre il MedFilm Festival, il primo e più importante evento in Italia dedicato al cinema del Mediterraneo e del Medio Oriente. Lo storico festival romano si conferma un osservatorio irrinunciabile sul presente e sul futuro della settima arte, attraverso un ricchissimo programma che conta 90 film, di cui 60 anteprime italiane, europee ed internazionali. Il festival, diretto da Ginella Vocca, si terrà al Cinema Savoy, storica multisala della Capitale che aveva già ospitato il MedFilm nel 2015, al MACRO - Museo d’Arte Contemporanea di Roma, e nelle Biblioteche e i Centri culturali delle periferie. Sarà il celebre regista egiziano Yousry Nasrallah ad inaugurare, in Concorso, la XXII edizione del MedFilm Festival con l’anteprima italiana del film Brooks, Meadows and Lovely Faces (Al Ma’ wal Khodra wal Wajh El Hassan). Tre anni dopo la sua partecipazione, nel Concorso Ufficiale con After the Battle, l’autore egiziano, protagonista attivo della primavera araba, tornerà a Roma per incontrare pubblico e critica, insieme alla sua ultima opera, uno scatenato melodramma che dietro la patina scintillante, racconta le difficoltà del quotidiano in un paese complesso come l’Egitto. I FILM Il Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche, curato da Giulio Casadei, comprende nove film che possono essere tutti o quasi inclusi nel vasto e variegato mondo del cinema di genere: dal melodramma, a cui si possono ascrivere il già citato Brooks, Meadows and Lovely Faces di Yousry Nasrallah, l’iraniano Inversion di Behnam Behzadi, il tunisino Hedi di Mohamed Ben Attia e l’italiano L’Accabadora di Enrico Pau, al gangstermovie franco-tunisino Chouf di Karim Dridi, dal prison-movie giordano Blessed Benefit di Mahmoud Al Massad, al fantasy horror algerino Kindil di Damien Ounouri, dal road movie francese Jours de France di Jérôme Reybaud al meta-cinema dell’algerino The Trial Garden di Dania Reymond. Al di là delle inevitabili differenze, quello che emerge in ogni singolo film è la volontà di mettere al centro l’uomo, con tutto il suo carico di fragilità, speranze, desideri. Il concorso Amore e Psiche 2016 rappresenta un inno a tutto quel cinema capace, anche solo con un’inquadratura, di aprire voragini nel cuore, attraverso il semplice raccordo dello sguardo di due innamorati lontani. Un inno a tutto quel cinema capace, come dice Aldo Spiniello a proposito di Hedi, di «far male e soccorrere allo stesso tempo». Il Concorso Internazionale Documentari Premio Open Eyes, curato per la sesta edizione consecutiva da Gianfranco Pannone, mostra dieci film uniti dal tema della memoria, rinvenuta tra villaggi, città, province, nazioni diverse, legata dal desiderio di rimetterla in gioco nel presente, in un mondo sottoposto alle continue pressioni dei conflitti geopolitici. Tra i titoli più importanti spiccano Between Fences di Avi Mograbi, dove l’autore israeliano si interroga, attraverso il teatro, sulla gestione dei flussi migratori nel proprio paese; il palestinese A Magical Substance Flows Into Me di Jumana Manna, che grazie alla magnifica musica di tradizione araba ci trascina dentro un passato denso e ancora vivo. L’algerino Atlal di Djamel Kerkar ci conduce in un villaggio ridotto a rovine, teatro della guerra civile, mentre il più lieve Zaineb Hates the Snow, della ritrovata Kaouther Ben Hania, racconta di una vivace bambina borghese,

costretta a trasferirsi con la famiglia dalla sua Tunisi al freddo e poco amato Canada. A rappresentare l’Italia, il nuovo film di Mario Brenta e Karine de Villers, Delta Park, ambientato in un albergo, in cui il tempo che trascorre lento è la cifra della perdita del senso di se degli ospiti, giovani rifugiati in attesa di una destinazione. Della selezione ufficiale del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis e Premio Cervantes, curato da Alessandro Zoppo, fanno parte 20 corti che si muovono lungo tutto lo spettro espressivo del cinema contemporaneo, dalla finzione al documentario, dall’animazione alla sperimentazione. Generi, sguardi e identità che si confondono e si ibridano. Al centro di questi lavori, l’abitudine/ossessione del filmare e del filmabile, il nostro rapporto con le immagini, l’occhio selvaggio che tenta in tutti i modi di catturare la vita. Che sia un’animazione a passo di danza, una distopia o un videodiario, il corto diventa strumento di comprensione dell’altro e si apre su una zona priva di confini, senza frontiere. Ben 16 le anteprime italiane, tra cui il libanese Silence, il portoghese Balada de um Batráquio, lo sloveno A New Home e il marocchino Ailleurs. Ampio lo spazio dedicato al cinema italiano con la vetrina Le Perle, focus sul nostro cinema indipendente e i suoi giovani autori. Apre la sezione il cinema apolide e fisico di Amir Naderi, al culmine della sua astrazione con Monte. Completano la selezione anche tre saggi documentari del CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, realizzati dalla sede siciliana e abruzzese, e due corti provenienti dal Master di Cinema e Televisione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Tutti lavori d’esordio firmati da giovani autori di sicuro avvenire. Perché i cortometraggi di Laura Samani, Valentina Pedicini, Rossella Inglese, Maria Tilli, Edoardo Ferraro e Matteo Gentiloni si confermano luogo ideale della sperimentazione più creativa: il futuro è nelle loro mani. Infine, due imperdibili Eventi Speciali. MedFilm incontra il Festival International du Cinéma Méditerranéen de Tétouan con l’anteprima italiana di Petits Bonheurs, nuovo film del regista marocchino Mohamed Chrif Tribak, vincitore del Premio del Pubblico a Tétouan. In chiusura invece verrà presentato il corto Borders di Damjan Kozole, un unico piano sequenza di dieci minuti sul tema dei profughi e del ritorno dei confini tra Slovenia e Croazia. LUX FILM DAYS A ROMA Si conferma per il quinto anno consecutivo la collaborazione tra il MedFilm Festival e l’ufficio di Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo con i LUX FILM DAYS a ROMA, che quest’anno vedranno la partecipazione di due dei tre film finalisti del Premio Lux 2016: Appena apro gli occhi di Leyla Bouzid e Toni Erdmann di Maren Ade, insieme l’italiano La pazza gioia di Paolo Virzì, tra i dieci film del concorso. Ma non solo: in occasione delle celebrazioni per il 10° anniversario del Premio, la Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo ha voluto estendere il bacino di spettatori dei LUX Film Days, includendo anche la città di Salerno. L’11 novembre sarà infatti organizzata una diretta tra il Festival Linea d’Ombra ed il MedFilm Festival, per la presentazione in contemporanea del film della regista tunisina Leyla Bouzid Appena apro gli occhi. L’evento si terrà a Salerno presso il Cinema Teatro delle Arti, polo culturale della Città, e a Roma presso il Cinema Savoy. IRAN E TUNISIA OSPITI D’ONORE Per riannodare i fili che uniscono popoli e culture, piuttosto che innalzare muri che li separano, il festival ospiterà, anche quest’anno, due Vetrine speciali dedicate ai Paesi Ospiti d’Onore: l’Iran e la Tunisia. La millenaria cultura persiana, la bellezza della sua mitologia, della sua poesia approdano nel contemporaneo anche attraverso il cinema, che continua ad affascinare il pubblico di tutto il mondo con autori che si muovono ancora e sempre nel segno dell’indimenticabile maestro Abbas Kiarostami, al quale il MedFilm dedica un omaggio con la proiezione del suo ultimo emblematico cortometraggio, Take Me Home. Tra gli altri titoli che compongono questa prestigiosa vetrina, ricca di numerose [...]

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cinema [...] anteprime, europee ed internazionali, troviamo: Scissor di Karim Lakzade’h, Life and a Day di Saeed Roostaee, A House on 41st Street di Hamid-Reza Ghorbani, Daughter di Reza Mirkarimi e Death of the Fish di Rouhollah Hejazi. Paese simbolo della primavera araba – unico tra quelli nordafricani ad aver assistito, dopo la caduta del regime, alla nascita di una forma di democrazia stabile, per quanto di delicato equilibrio – la Tunisia si dimostra tra i paesi più vitali dell’area mediterranea. Straordinarie testimonianze in tal senso vengono proprio dalle opere incluse nella vetrina, come The Last of Us di Ala Eddine Slim, racconto dell’odissea di un ragazzo africano attraverso la Tunisia e il Mediterraneo, fino alla totale astrazione dalla realtà, Thala My Love di Mehdi Hmili, vera e propria lettera d’amore alla rivoluzione, e poi ancora il doc Omi Mouna’s Secret, la commedia Ghasra, la love story Et Roméo épousa Juliette e l’apologo La Laine dur le dos. LETTURE DAL MEDITERRANEO Tra le novità di quest’anno c’è il consolidamento dello spazio dedicato alla letteratura con una vera e propria sezione: Letture dal Mediterraneo, curata da Mariangela Mincione. Sei appuntamenti letterari che attraversano le frontiere: geografie, storie, vita, culture, gusti e fenomeni che la scrittura è ancora in grado di restituire. Verranno presentati: Politeama di Gianni Amelio; Chi, cosa. Transnazionalismo, Rifugiati e Frontiere di Osvaldo Costantini, Aurora Massa, Jvan Yazdani; Storie di volti e di parole di Luigi Anania e Nicola Boccianti; Sul corno del rinoceronte di Francesca Bellino; Non ti preoccupare di Mahsa Mohebali; Una ballata del Mar Egeo di Patrizio Nissirio. OSPITI Registi, attori, critici, giornalisti, scrittori ed intellettuali presenti al festival, offriranno un’ulteriore, importante, occasione di approfondimento dei temi proposti dai film. Tra le presenze internazionali si comincia con Yousry Nasrallah, regista del film di apertura Brooks, Meadows & Lovely Faces; si prosegue con Mohamed Ben Attia e Mohamed Ali Ben Hamra – Tunisia, Dania Reymond – Algeria, Hamid Reza Ghorbani e Mohsen Khanjahani – Iran, Ali Hammoud e Abir Hashem – Libano, Jérôme Reybaud – Francia, Karine De Villers – Belgio, Ahmed El Housni – Marocco, Mane Cisneros – Spagna. Tra gli italiani, Valentina Carnelutti, Enrico Pau, Francesco Pamphili, Mario Brenta, Leandro Picarella, Davide Vigore, Yan Cheng e Federico Francioni, Lorenzo Ambrosino, Rosa Maietta. I PREMI PREMIO ALLA CARRIERA 2016 a Gianni Amelio Il Premio alla Carriera 2016 andrà a Gianni Amelio, regista che ha saputo essere testimone delle passioni e delle storie delle donne e degli uomini, interrogando instancabilmente le forme del cinema. L’autore verrà omaggiato con la proiezione di Il primo uomo. Il conferimento del Premio avverrà il 4 novembre, presso il Cinema Savoy, in occasione della Cerimonia di Apertura. Premio KOINÉ 2016 a SaMiFo - Salute Migranti Forzati Centro di prima accoglienza sanitaria, nato dalla collaborazione tra Centro Astalli e Asl Roma A, volto alla tutela del diritto alla salute e la presa in carico delle vittime di tortura. Il conferimento del Premio avverrà sempre il 4 novembre, nell’ambito della Cerimonia di Apertura. Il MANIFESTO ed i premi della XXII EDIZIONE Il simbolo del festival di quest’anno è un disegno, scovato sui muri nel dedalo delle vie di Tunisi. Un disegno che nella semplicità e nella delicata ironia del tratto esprime tutta la sua potenza evocativa. Un disegno di Zoo Project, nome d’arte di Bilal Berreni, artista franco-algerino scomparso a Detroit nel 2013 a soli 23 anni. Nel marzo ed aprile 2011 ha raccontato la battaglia politica tunisina con la serie di graffiti “Les Martyrs”: il richiamo

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alla libertà rappresentato dall’accumulo di giovani e vitali corpi abbarbicati allegramente e goffamente su un motorino, rappresenta la vitalità della gioventù della rivoluzione, che ha cambiato e continua a cambiare quel paese. Un grazie speciale va al pittore e scultore Alfredo Futuro che per il secondo anno di seguito ha realizzato i Premi del festival, 8 statuette in oro e argento, create dalla sua sapiente manualità d’artista. LE GIURIE Giuria tutta italiana per il Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche con la partecipazione dell’attrice Isabella Ragonese, del giornalista e scrittore Federico Pontiggia, la distributrice Claudia Bedogni, il critico cinematografico Angela Prudenzi e la scrittrice e giornalista Tiziana Lo Porto. Per il sesto anno la giuria ufficiale sarà affiancata dalla giuria PiuCulture, testata giornalistica online focalizzata sulla vita quotidiana degli stranieri che vivono a Roma, in particolare nel II Municipio. La giuria PiuCulture sarà composta da: Sarra Labib Basha Beshai (Egitto), Moez Chamki (Tunisia), Vladimir Doda (Albania), Nibir Mamdudar Rahman (Bangladesh), Ghiath Rammo (Siria), Nina Spoitoru (Moldavia). Per il Concorso Internazionale Documentari Open Eyes: il critico cinematografico Roberto Silvestri, la regista e sceneggiatrice Irene Dionisio, la giornalista e scrittrice Francesca bellino, il direttore della fotografia Tarek Ben Abdallah e la giornalista e scrittrice Katia Ippaso. Ad assegnare i premi del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis, una giuria molto speciale, formata da 9 studenti diplomandi provenienti dalle Scuole Nazionali di Cinema europee e mediterranee e dai detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso; gli studenti/giurati sono: Ekaterina Volkova (Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma – Italia), Nikica Zdunic (Academy of Dramatic Art University of Zagreb – Croazia), Onuray Topaklı (MSFAU Mimar Sinan Fine Arts University of Istanbul – Turchia), Marina Tebechrany (Faculté des Lettres et Sciences Humaine Saint Joseph, Beirut – Libano), Lola Quivoron (La Fémis École nationale supérieure des métiers de l’image et du son, Paris – Francia), Mohamed Rachid Mrabet (EDAC Ecole des Arts et du Cinéma Tunis – Tunisia), Theodosiadis Iordanis (Faculty of Fine Arts Aristotle University of Thessaloniki – Grecia), Ahmed Fouad (The Egyptian Academy of Art in Rome – Egitto), Karim Ejjaoui (ISCA Institut Spécialisé du Cinèma et de l’Audiovisuel de Rabat – Marocco). Il Premio Methexis verrà assegnato nel corso di una riunione plenaria tra studenti e detenuti che si terrà nella Casa di Reclusione di Rebibbia, venerdì 11 novembre. Un ringraziamento particolare va al DAP - Ministero della Giustizia e alla Direzione della Casa di Reclusione dei Rebibbia per il fondamentale supporto logistico dato al Progetto Methexis. Circa 40 studenti universitari saranno parte attiva della XXII edizione del MedFilm. In collaborazione con le Università di Roma Tre, Tor Vergata, La Sapienza, John Cabot University e l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, 40 studenti universitari avranno l’opportunità di vivere dall’interno la manifestazione, andando a formare tre giurie parallele ed autonome a quelle ufficiali, una per ciascun Concorso (Finzione, Documentari, Cortometraggi) a cui sarà affidato l’importante compito di rintracciare le opere che, con maggiore lucidità e compiutezza, avranno saputo comunicare i temi proposti dal festival. In concomitanza con la XXII edizione, il Medfilm Festival inaugura un rapporto di collaborazione con l’Istituto Superiore Cine-Tv R.Rossellini, finalizzato all’alfabetizzazione cinematografica e alla realizzazione di attività incluse nell’alternanza scuola-lavoro. Allo scopo di permettere agli studenti una partecipazione il più possibile attiva e pedagogica, verranno organizzate 4 squadre di studenti operatori e montatori che si occuperanno di realizzare interviste ai registi e agli spettatori, nonché di filmare tutti i momenti più importanti del festival, masterclass, incontri letterari, dibattiti. Inoltre, 45 ragazzi andranno a costituire tre giurie, una per ogni sezione (Finzione, Documentari e Cortometraggi) che avranno il compito di attribuire tre Premi Speciali.


cinema

Cronaca di una passione di Fabrizio Cattani: un film su una tragedia dei nostri tempi

Dopo Maternity Blues, Fabrizio Cattani torna con un film

prevede, accanto alla proiezione e al confronto con i diretti

coraggioso: Cronaca di una passione. Interpretato da

protagonisti del film, anche un incontro con il pubblico e le

Vittorio Viviani e Valeria Ciangottini, è un lavoro struggente

Associazioni che combattono in prima linea per la tutela

e doloroso, toccante e commovente dedicato ai tanti

delle vittime di questa tragedia. Prima tappa al Cinema

suicidi di coloro che non hanno retto alla crisi economica.

Roma di Vicenza (ore 20,30).

Ispirandosi a fatti di cronaca realmente accaduti Cattani

Come nel suo precedente film Cattani racconta senza

entra con estrema delicatezza e rispetto nel vivo di un

pregiudizi, in maniera asciutta, essenziale e con rispetto per

dramma quanto mai attuale: in un Paese ferito in profondità

il dramma che sta raccontando, le conseguenze di folli atti

dalla crisi economica, la tragedia di chi perde tutto strozzato

giudiziari e mala burocrazia che portano gente “semplice”

non da volgari usurai ma da uno Stato sordo ed indifferente,

a gesti estremi suggerendo un possibile “concorso di colpa”.

che non ha più alcun moto di comprensione e oramai privo

Con l’esigenza precisa di lasciare una traccia, un documento

di ogni senso di umanità.

di questa epoca di sfacelo per la piccola e media impresa. Nella logica della testimonianza, portata e raccolta fra la

2Il film è protagonista di un vero e proprio tour in tutta Italia,

gente, Cronaca di una passione e il suo regista compiranno

iniziato il 7 novembre in Veneto, la regione più toccata dai

un vero e proprio tour lungo lo Stivale che partirà dall’autunno

suicidi per la crisi economica nel triennio 2012-1015, e che

per arrivare alla primavera, iniziando dal Nord Est, l’area con

prevede, accanto alla proiezione e al confronto con i diretti

la più alta percentuale di suicidi legati alla crisi economica

protagonisti del film, anche un incontro con il pubblico e le

nel periodo 2012-2015 per poi proseguire nel resto del paese.

Associazioni che combattono in prima linea per la tutela delle vittime di questa tragedia. Prima tappa al di Vicenza

V. Z.

(ore 20,30). Il film è protagonista di un vero e proprio tour in tutta Italia, iniziato il 7 novembre in Veneto, la regione più toccata dai suicidi per la crisi economica nel triennio 2012-1015, e che

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cinema Karawan Fest - Il sorriso del cinema migrante

Si tiene a Roma, nel quartiere Tor

Bistrot: un’ora di cibo e chiacchiere con

aviazione femminile in Ghana, indaga in

Pignattara,

gli ospiti del festival.

modo il confine tra realtà e apparenza

dal

24

al

27

novembre

2016, a ingresso gratuito – la quinta

e l’incontro/scontro tra una visione euro-

edizione del Karawan Fest, primo evento

I film selezionati in questa edizione del

cinematografico in Italia che tratta i temi

festival, provenienti da dalla Svizzera,

dell’integrazione e convivenza tra culture

Germania, Austria, Italia, Tunisia, India,

Nutrita la schiera di ospiti che saranno a

con ironia e la forza del sorriso. Il

festival

della

si

svolge

Villa

Roma per presentare i film e interagire

ricostruiscono un mosaico di volti e voci

con il pubblico. Tra gli altri, il regista

femminili da tutto il mondo e raccolgono

Leonardo Cinieri Lombroso che venerdì

i sogni, le battaglie e le speranze di tante

25 presenterà il suo Doris e Hong,

femminile. Proiezioni di lungometraggi,

donne diverse: la rapper afgana e la

documentario sull’incontro tra due culture

cortometraggi, una mostra di tavole

rocker tunisina che cantano per la libertà,

millenarie attraverso la storia dell’amicizia

originali di fumetti, una mostra fotografica

le ragazze di una scuola di aviazione

tra una giovane donna cinese e una

e un workshop di fotografia animeranno

in Ghana che scelgono di ‘fare la cosa

signora italiana. Quindi, la regista Elisa

la quattro-giorni del festival, diretto da

giusta’, la tranquilla signora svizzera che si

Amoruso, che interverrà in un incontro con

Carla Ottoni e Claudio Gnessi, con un

è reinventata, con un insolito laboratorio

le associazioni del territorio per parlare

programma speciale che prevede anche

di teatro per rifugiati, insomma, donne

del suo ultimo film, Strane straniere, nato

un dibattito (domenica 27 settembre alle

che a ogni latitudine del mondo hanno

dal

ore 18:30) dal titolo ‘Dal subcontinente

deciso

delle

Antonietta Mariani che segue cinque

indiano alla periferia est di Roma: diaspore

proprie vite e hanno compiuto piccole,

donne straniere arrivate in Italia per motivi

e racconti al femminile’. Il festival si fregia

grandi rivoluzioni.

diversi, che hanno saputo reinventarsi con

un’impronta

De

Bangladesh, Sri Lanka, Pakistan e Iran, Casa Sanctis

avrà

di

la

fortemente

e

Cultura

presso

di

essere

protagoniste

anche di essere ‘family friendly’: sarà infatti

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centrica e il sistema di valori africano.

progetto

dell’antropologa

Maria

successo nella nuova realtà. Interverrà

allestito un baby pit-stop per allattamento

Durante la rassegna, che sostiene la

anche

e cambio, a cura di Città delle Mamme

campagna

non

Takoua Ben Mohamed, una delle voci

e,

su

prenotazione

(info@alveare.it),

#nonunadimeno,

la

giovane

graphic

journalist

mancherà l’invito a partecipare alla

più originali e dirompenti della G2, le

L’Alveare fornirà un servizio baby sitting

manifestazione

violenza

‘seconde generazioni dell’immigrazione’

durante gli spettacoli pomeridiani. Tra gli

sulle donne di sabato 26 novembre, in

in Italia, che nelle sue opere combatte

ospiti i registi Leonardo Cinieri Lombroso

particolare con la proiezione del pluri-

con ironia l’ostilità che può nascere da

ed Elisa Amoruso, ma anche la giovane

premiato

luoghi comuni e scarsa informazione. [...]

graphic journalist Takoua Ben Mohamed

Fly, dell’austriaca Monika Grassl, che,

e il rapper Amir Isaa. Ogni sera, il Karawan

seguendo le vicende di una scuola di

contro

documentario

la

Girls

Don’t


cinema [...] La disegnatrice incontrerà il pubblico

tedesca Heimat, che non può essere

“Ci

sabato 26 novembre per parlare del suo

resa semplicemente con ‘patria’ ma

sottolineano i direttori artistici - come

libro Sotto il velo, appena uscito con

come ha ricordato il regista Edgar Reitz,

espressione del vissuto di uno dei quartieri

Becco Giallo, e commentare alcune

“non descrive soltanto il luogo della

più melting pot d’Europa: Tor Pignattara.

delle sue tavole che saranno esposte in

propria infanzia, ma anche la particolare

Un laboratorio spontaneo di convivenze

mostra negli spazi della Casa della Cultura

sensazione che colleghiamo alle nostre

e sperimentazione culturale, dove non

durante la manifestazione. Il pomeriggio

origini, la sicurezza e la felicità correlate

mancano problemi ma in cui da anni le

di domenica 27 novembre sarà dedicato

al senso di identificazione, e nello stesso

persone trovano ‘naturalmente’ il modo

ad

approfondire

tempo, la percezione di aver perso tale

di capirsi. E questo, soprattutto, per merito

del

subcontinente

la

conoscenza

indiano,

con

un

siamo

inventati

Karawan

appartenenza”.

delle donne e della rete di solidarietà che

programma di film da India, Bangladesh,

Continuando sul fil rouge della riflessione

sanno tessere”.

Pakistan e Sri Lanka, seguito da un

su ‘identità e appartenenza’ a un territorio,

incontro con autori, giornalisti ed esperti

tra gli eventi collaterali, in collaborazione

La quinta edizione di KARAWANFEST è

del settore per conoscere più da vicino la

con CivicoZero, il centro diurno di San

stata interamente autoprodotta grazie

cultura di questi Paesi e capire come le

Lorenzo finanziato da Save The Children

al supporto di oltre 60 produttori dal

relative comunità, molto presenti a Roma,

per fornire supporto e orientamento

basso con il patrocinio di: Goethe Institut

interagiscono col territorio in cui risiedono.

ai minori stranieri, verrà presentato un

Rom; Forum Austriaco di Cultura; Istituto

In chiusura, il rapper italo-egiziano Amir

percorso fotografico a cura di Mohamed

Svizzero Roma; MigrArti – Ministero Beni

Issaa introdurrà il documentario Sonita,

Keita, giovane e promettente fotografo

e Attività Culturali e Turismo; Biblioteche

diretto da Rokhsareh Ghaem Maghami,

ivoriano, che in Italia ha trovato asilo.

di Roma; Municipio V; in collaborazione

sulla giovane profuga afgana che, grazie

Da due anni conduce un workshop

con: CIVICO ZERO; Ecomuseo Casilino;

al suo rap, è diventata un simbolo di

di fotografia con i ragazzi ospiti del

Scuola Popolare di Tor Pignattara; CdQ

libertà e coraggio.

centro, mentre è più recente il lavoro

Tor Pignattara; Città delle Mamme Onlus –

di documentazione di Tor Pignattara e

L’Alveare; AssoCina; Asinitas; La Rocca –

In collaborazione con il Goethe Institut

San Lorenzo in collaborazione con altri

Fortezza Culturale; media partner: Termini

Rom verrà presentata, inoltre, la sezione

quattro fotografi. Il percorso fotografico

TV.

“Making Heimat. Goethe Institut-Rom

presentato al Karawan Fest è un racconto

meets Tor Pignattara”, alcuni film cult

dei

della recente produzione tedesca (tra cui

macchine fotografiche di nuovi e vecchi

www.karawanfest.it,

Solino, di Fatih Akin e Kebab Connection,

abitanti. Cinquanta immagini che svelano

info@karawanfest.it,

di Anno Saul), che hanno esplorato la

strade e nuovi inizi, incantando con la

www.facebook.com/karawanfest

multiculturalità della società tedesca,

freschezza dello sguardo dei ragazzi e

sempre all’insegna della commedia. Una

confortando con l’esperienza di chi porta

riflessione sulle comunità e il territorio, a

un cambiamento in questo angolo di

partire proprio dall’intraducibile parola

città.

due

quartieri,

visti

attraverso

le

Per maggiori informazioni

V.Z.

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libri Senza nome e senza gloria, libro d’esordio di Luca Cozzi Il romanzo d’esordio, Senza nome e senza gloria, di Luca Cozzi sarà presentato l’11 novembre, in anteprima, alla Fiera dell’editoria indipendente del Pisa Book Festival, edito da Edizioni della Goccia, collana Bullet. Un thriller d’avventura ad alta tensione che, tra suspense, misteri, tradimenti e intrighi internazionali, coinvolge irresistibilmente il lettore dalla prima all’ultima pagina. Incaricato dall’FBI di recuperare un importante congegno militare trafugato da un centro ricerche della Nasa, Luke McDowell sa che non può fidarsi di nessuno. L’ennesima missione senza copertura lo porta in Sudamerica, sulle tracce di una pericolosa organizzazione criminale. Tra intrighi, misteri e tradimenti la missione diventa ben presto qualcosa di molto personale. Il nemico vuole colpire al cuore e Luke capisce che è tornato il momento di infrangere le regole... Luca Cozzi, 49 anni, è nato a Genova dove ha vissuto fino a sei anni fa quando si è trasferito nella splendida campagna ricca di vigneti del basso Piemonte, vicino a Gavi dove vive attualmente. Appassionato di storia della Seconda Guerra Mondiale. Il genere di lettura prediletto va dall’avventura all’action-thriller. I lunghi viaggi per l’Europa e l’America sono la base di partenza di Senza nome e senza gloria, il suo romanzo d’esordio. Nel 1999 ha partecipato al 6° Premio Europeo di Letteratura con un racconto breve (La leggenda di Goccia di Luna) che la giuria, pur non premiandolo, lo ha ritenuto particolarmente meritevole ed originale. A febbraio di quest’anno ha pubblicato il racconto “L’alpino che giocava ai dadi”. A settembre, insieme con lo scrittore Gianluigi Repetto, ha pubblicato una raccolta di racconti dal titolo “Tre racconti e una leggenda”. Gestisce un blog dedicato ai libri, alla scrittura e agli autori italiani esordienti e collabora con alcune testate giornalistiche locali. Senza nome e senza gloria sarà presto disponibile in tutte le migliori librerie indipendenti. Per ulteriori informazioni potete visitare le pagine dedicate al romanzo: http://bit.ly/2elbs4B http://bit.ly/2eTCXpO http://bit.ly/2f1nCDp

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mostre e teatro Gente de core di Claudio Severini al Teatro L’Aura di Roma

Dal 24 novembre al 4 dicembre, affiancato sul palco da Sara Adami, Claudio Gnomus ci farà viaggiare nella Roma sparita, portandoci a riscoprire le serenate, gli stornelli e le canzoni di un tempo. Un percorso culturale ed emozionale che, partendo dall’osteria, ci conduce tra i vicoli di Trastevere fino ai castelli romani. Aneddoti, curiosità, scenette comiche, sonetti e canzoni, vengono presentati e contestualizzati nel momento storico e nell’ambiente che li contraddistingue, in una Roma che sembra uscita da una cartolina del Pinelli. Gente de core Di Claudio Severini Con Sara Adami e Claudio Gnomus Teatro L’aura vicolo di Pietra Papa, 64 dal 24 novembre al 4 dicembre 2016 dal giovedì al sabato alle ore 21.00 domenica alle ore 18.00 Biglietti Intero 13.00 + 2.00 (tessera associativa) Ridotto 10.00 + 2.00 (tessera associativa) Info e prenotazioni 0683777148 oppure nuovoteatrolaura@gmail.com V.Z.

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mostre e teatro Rembrandt in Vaticano: Immagini fra cielo e terra in mostra ai Musei Vaticani

Dal 23 novembre 2016 fino al 26 febbraio 2017 il grande pittore e acquafortista Rembrandt, il maestro protestante di Leida, arriva per la prima volta nei Musei del Papa, nel cuore del Cattolicesimo romano, con una mostra di 55 stampe provenienti dal Museo di Zorn in Svezia, piÚ un dipinto su tela dalla olandese Collezione Kremer. Un allestimento intimo e prezioso curato dall’architetto Roberto Pulitani negli appartamenti di Pio V, ad un passo dalle Stanze di Raffaello e dalla Cappella Sistina di Michelangelo. I mille volti del popolo dolente, dei mendicanti, degli infermi, dei poveri e dei ricchi intorno alla luce del GesÚ nella celeberrima Stampa dei cento fiorini, la tristezza del Giove anziano che spia la carnale vitalità della giovane Antiope addormentata, le citazioni barocche nella Morte della Vergine, gli autoritratti, con quello sguardo fiero che siamo abituati a conoscere. Nei 500 anni dalla Riforma e fortemente voluta nella strada del dialogo tra cattolici e protestanti, una mostra unica assolutamente da non perdere.

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musica An Italian Tale: il nuovo disco di Antonino Cicero e Luciano Troja

“In questa galleria c’era una volta un re: Giovanni D’Anzi. Scrisse magiche note, e la più dolce serenata la cantò per Milano”. Così recita la targa commemorativa dedicata a Giovanni D’Anzi (1906-1974) in Galleria del Corso a Milano. Un omaggio della sua città all’autore di Madunina e di alcune tra le più famose canzoni della nostra storia: pensiamo a Ma l’amore no, Bellezza in bicicletta, Voglio vivere così, Ma le gambe, entrate subito nel canone della canzone italiana, in un periodo storico in cui una dittatura finiva e il dopoguerra avviava una modernità “americana”, improvvisa e incompiuta. Il cinema, le canzonette, la radio, i vinili, la gommalacca e il Campari, e Milano, l’Italia, le bellezze e le biciclette, memorie di un’Italia che non c’è più, che in quella musica trovava respiro e rinnovamento senza smarrire le proprie peculiarità. A tutto ciò si ispira il nuovo lavoro prodotto e pubblicato da Almendra Music: una suggestione musicale, sociale e culturale che diventa un esperimento strumentale, artistico, umano, dal titolo An Italian Tale, di Antonino Cicero e Luciano Troja. Più che un tributo o un rifacimento, An Italian Tale è una ricerca in musica tra le storie e le canzoni di Giovanni D’Anzi, che sono state lo spunto ispiratore per due musicisti diversi per estrazione e provenienza ma affini per curiosità, intraprendenza, preparazione e fantasia. Antonino Cicero e Luciano Troja hanno trovato in un nucleo di canzoni di D’Anzi un territorio da esplorare reinventando – si tratta di musiche originali scritte da Troja – il rapporto tra jazz e melodia italiana, equilibri classici e songbook, per condurre l’ascoltatore tra atmosfere, suggestioni e fantasie del secolo scorso, verso un oggi possibile. È una strana coppia, quella fagotto e pianoforte, una felice e originale anomalia che fa da chiave di volta dell’intero album: Troja è un compositore e pianista jazz di fama internazionale (non è raro trovarlo su All About Jazz USA, Cadence o Stereophile, o vederlo dal vivo a New York), Cicero è un fagottista tra i più attivi e preparati in area classica. I due messinesi hanno trovato nella melodia, nella cantabilità, nella narrazione strumentale il punto di incontro che rende An Italian Tale, per usare le parole dello stesso Troja, “una specie di colonna sonora di un film immaginato, legato a un periodo storico, magari girato in bianco e nero”. Ricorda Cicero: «La cantabilità del repertorio swing della canzone italiana anni ‘30 e ‘40 mi attrasse subito. Da lì venne l’ispirazione che il fagotto potesse benissimo suonare, anzi “cantare”, quelle melodie retrò, ricche sì di swing, ma al tempo stesso classiche nell’impostazione del canto, accompagnate da eleganti orchestre che riecheggiavano e rielaboravano all’italiana lo swing di quegli anni. Da questa scoperta e dalla ricerca che ne seguì, capii che la canzone italiana di quegli anni univa naturalmente le tradizioni classiche e belcantistiche con il jazz, e mi venne in mente di proporre a Luciano questa “forma” come punto di partenza, materia musicale da condividere per suonare insieme». Aggiunge Troja: «Quando Antonino mi ha parlato di un approfondimento sulla canzone italiana del periodo fascista e dell’immediato dopoguerra, non me lo sono fatto ripetere due volte. Sia per l’interesse naturale per questo repertorio, sia perché Antonino è uno splendido musicista, curioso, e soprattutto molto attento alla melodia. Amando molto le opere monografiche, mi è sembrato naturale proporgli di partire dalle canzoni di D’Anzi, tuttavia era molto più intrigante non semplicemente rielaborare le canzoni o riarrangiarle per improvvisarci sopra. Molto meglio scrivere dei brani nuovi che si ispirassero a D’Anzi, a quell’epoca, a un certo nostro modo di sentire la melodia, tutto italiano, rivolto istintivamente oltreoceano ma destinato a guardarsi dentro, con i nostri inevitabili cromosomi melodrammatici. Ho avuto la possibilità di scrivere un album di temi originali, e quindi realizzare insieme ad Antonino un disco dove l’esposizione della melodia è l’elemento preponderante: pensare che queste melodie fossero “cantate” al fagotto (perché Antonino lo fa cantare il suo fagotto), era l’altro importante motivo che mi entusiasmava». Presentato in anteprima dal vivo al Sabir Fest a Messina, An Italian Tale è uscito martedì 25 ottobre in formato fisico, download e streaming in tutte le piattaforme digitali (distribuzione The Orchard). La prossima release Almendra Music è in programma martedì 8 novembre 2016: Heptachord (Nicola Mogavero e Alessandro Blanco) con Heptachord. V. Z.

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musica Open Call MArteLive Lazio Per la prima finale regionale del MArteLive, Festival storico di particolare interesse per la vita culturale della città per il 2016, Procult lancia l’Open Call – con deadline 20 novembre – per la selezione degli ultimi 100 artisti emergenti under 39 che avranno l’opportunità di esporre le proprie opere o esibirsi con le proprie performance in occasione del primo appuntamento col festival. Gli artisti, scelti fra le 16 sezioni che confluiscono nel festival-concorso, accederanno a MArteLive Lazio che si svolgerà al Planet (via del Commercio 36) dal 6 all’8 dicembre, e si esibiranno in una fusione di musica, spettacoli e performance live di teatro, danza e circo contemporaneo, mostre di pittura e fotografia, live painting e street-art, proiezioni, installazioni, reading e video-arte, giocandosi il posto per la Biennale MArteLive 2017. A seguito della finale MArteLive Lazio verranno resi noti gli artisti che avranno conseguito il miglior punteggio, accedendo di diritto alla finalissima del contest Biennale MArteLive 2017, che si terrà a Roma in più location esclusive e che darà ai partecipanti l’opportunità unica di vincere esclusivi premi.* I migliori artisti selezionati tramite la Biennale entreranno nel roster di ScuderieMArteLive, partecipando così ai più importanti festival ed eventi culturali organizzati dal nostro staff. *(I premi in palio per la prossima edizione saranno di valore superiore o pari a quelli assegnati nel 2014. Per consultare l’elenco aggiornato dei premi in palio visita il sito www.marteawards.it. Ricordiamo che l’elenco è in continua definizione e che i premi sono riservati non solo ai vincitori ma anche a coloro il cui lavoro verrà ritenuto degno di nota e attenzione). MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE E TERMINI DI CONSEGNA Per partecipare alla prima finale regionale del Festival MArteLive, dedicata agli artisti domiciliati nel Lazio, iscriviti entro il 20 novembre 2016 sul sito www.martelive.it/concorso, compilando il form d’iscrizione online corrispondente alla sezione artistica desiderata, fra le 16 che animano il festival (musica, teatro, danza, cinema, videoclip, deejing, veejng, letteratura, arte circense, street art, pittura, fotografia, fumetto, grafica, moda&riciclo, artigianato artistico).

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Chi si iscrive dopo il 20 novembre potrà accedere alla seconda finale MArteLive Lazio, con una sola data prevista per aprile 2017. Per tutte le regioni, come da regolamento, le iscrizioni resteranno aperte fino al 31 gennaio 2017 quando inizierà ufficialmente la fase finale della Biennale MArteLive 2017, che tra febbraio e aprile vedrà lo svolgersi delle finali regionali o di macro-area, dislocate su tutto il territorio nazionale, nella formula multi-artistica che contraddistingue il festival. I vincitori delle singole finali regionali o di macro-area approderanno alla finale nazionale, Biennale MArteLive, che si svolgerà a Roma a settembre 2017, con data da definirsi. Tutti gli altri finalisti avranno l’opportunità di essere selezionati tramite il ripescaggio che sarà fatto dopo il mese di aprile, a conclusione di tutte le finali regionali italiane. Dai anche tu alla tua arte l’occasione unica di avere finalmente il riconoscimento che merita! ISCRIVITI A MARTELIVE! Se sei un artista tra i 18 e i 39 anni e non riesci ad emergere come vorresti, iscriviti al Concorso MArteLive e giocati il tuo posto alla BiennaleMArteLive 2017. Modalità di partecipazione: Leggi attentamente il REGOLAMENTO (http://concorso.martelive.it/ regolamento) Scarica il bando della sezione o delle sezioni cui vuoi partecipare Compila il form di iscrizione relativo alla sezione o alle sezioni scelte. Entra in possesso della tessera associativa MArteCard che, oltre a garantire l’iscrizione a più sezioni del concorso, darà diritto ad una serie di sconti agevolazioni legate ad eventi artistici e culturali in tutta Italia. INFO: iscrizioni@martelive.it - info@martelive.it V.Z.


musica Ritornano i RADAR: musica per grandi e piccini dal 1980! “È un caso divertente che il nostro ritorno coincida con un gruppo di tutt’altro genere, ma in qualche modo paragonabile a noi: Il Volo. Il confronto è buffissimo: loro sono giovani e noi siamo vecchi ma paradossalmente loro cantano canzoni antiche e sembrano cantanti cinquantenni, noi invece cerchiamo un linguaggio originale e più in sintonia coi tempi all’interno della musica elettronica ‘commerciale’ (ma restiamo anagraficamente vecchi, non vogliamo fare i finti giovincelli, pietà). I tre del Volo hanno una tecnica vocale ineccepibile, noi siamo assolutamente ruspanti e imprecisi. Loro cantano col vibrato, con uno stile vocale anni ‘60, lasciando spesso ampio spazio a virtuosismi, noi usiamo filtri, vocoder e Melodyne per alterare le voci qui e là. Non vibriamo quasi mai”. Sono le parole di Nicola Salerno, fondatore dei RADAR nel lontano 1980, in tempi in cui l’Italia non era ancora pronta per sonorità internazionali ispirate a Talking Heads, Devo, B52’s, Roxy Music, Duran Duran. Oggi i RADAR tornano con il nuovissimo album re-pop - tutto rigorosamente minuscolo! - e si ritrovano in un panorama musicale rivoluzionato, di fronte ai divetti del pop italiano Il Volo, che sfidano apertamente con l’arma del pop elettronico a tre voci, contaminato, umoristico e ricco di connessioni visive. I veronesi RADAR debuttarono nel 1982 con un album omonimo per la WEA italiana: tuttora ricercatissimo dai collezionisti, è diventato nel corso degli anni un Lp di culto e un manifesto dell’electro-pop. I RADAR crearono un inedito synth-pop e scelsero un linguaggio surreale, grottesco e lunatico, ancor prima che si parlasse di rock demenziale. Dopo un lunghissimo silenzio, i RADAR tornano nel 2016 in formazione triangolare: Nicola Salerno (fratello di Nini dei Gatti di Vicolo Miracoli), che ha riportato alla luce la band dopo più di tre decenni passati a collaborare con musicisti italiani e stranieri (tra cui Fred Frith, Andy Partridge, Michael Manring, Percy Jones, Denardo Coleman, Elliott Sharp, Henry Kaiser, Sonny Sharrock) e produttori di fama (Roberto Colombo, Max Costa), componendo, suonando e producendo dischi di jazz creativo come i NAD Neu Abdominaux Dangereux. Assieme a lui ora cantano e suonano Gaetano Lonardi, storico collaboratore dei RADAR, e Joyello Triolo, musicista attivo con Peluqueria Hernandez, instancabile sperimentatore elettronico, DJ e critico musicale.

Le dieci canzoni di re-pop (pubblicato da Kutmusic) recuperano il gusto e l’intelligenza del debutto, scoprono nuove soluzioni, utilizzano il contenitore electro-pop per valorizzare svariate influenze. Secondo Salerno, “re-pop ha la medesima combinazione timbrica e caratteristica del primo Lp: voci multiple, ritmiche miste drum machine + batteria acustica + percussioni, ampio uso di sax e fiati (abbastanza strano nell’electro-pop). La scrittura invece è più complessa e matura, gli arrangiamenti sono più elaborati e frutto di 30 anni di evoluzione e composizione più orientata al jazz e all’improvvisazione (vedi NAD). Alcuni brani, più semplici, hanno anche una certa similitudine (soprattutto dal punto di vista ritmico-armonico) con quelli dell’82, come James Carruba, Sul Vesuvio o I Love Domotica”. In Plastic People i RADAR ospitano un testo di Aldo Nove (“Siamo venuti a sapere casualmente che Aldo, a 15 anni, ascoltava il nostro disco e sa i testi a memoria!”) e rifiutano ancora una volta l’etichetta “demenziale”, come sottolinea Salerno: “Usiamo rarissimamente parolacce, siamo surreali, ironici e umoristici; non facciamo cabaret, le nostre facce e le nostre persone non sono assolutamente importanti, se non di tanto in tanto in fotomontaggi o pezzettini di video buffi. Quando è uscito il nostro disco nel 1982 Elio aveva appena fondato il complessino (siamo quasi coetanei ma i RADAR nel 1982 erano molto giovani, tutti intorno ai 20). Poi Elio canta col vibrato, come Il Volo (orrore). Noi no”. Per quanto riguarda invece la definizione electro-pop? “Il nostro genere è “musica per grandi e piccini”. I RADAR spesso piacciono anche ai bambini, perché siamo sostanzialmente un gruppo giocoso”. RADAR | re-pop 2016: Nicola Salerno | Voce e Soundmaster Joyello Triolo | Voce Gaetano Lonardi | Voce Parole, musiche e arrangiamenti di Nicola Salerno; “James Carruba” e “Sul Vesuvio” parole di J. Triolo e N. Salerno; “Plastic People” (N. Salerno - A. Centanin - N. Salerno) da una poesia di Aldo Nove.

V. Z.

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www.whatsupmagazine.it

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