anno 13 | numero 110 | marzo 2015
Terry Gilliam: sono un visionario! Lezione di cinema al LFF PAG 4
Aleardo Paolucci il Pittore di Pienza: omaggio al pittore del 900 PAG 12
BIFEST 2015 Humandroid PAG 12
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BIFEST 2015 Tutti i Premi PAG 10
Terry Gilliam: sono un visionario! Lezione di cinema al LFF
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Striscia la Notizia rivela il vincitore di MAsterchef 4
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cinema
Cobain: Montage of Heck David Cronenberg: le Mostre al Lucca Festival Spectre 007 Blackhat
musica Giovanni Allevi a Teatro Augusteo con il Tour “Piano solo Love” Il Disco de “Le Folli Arie” Intervista a Red Ronnie
up...puntamenti “8bit un Mondo a Pixel”: personale di Salvo Ligama Letture Teatrali :racconti del libro “Spirabole” di Stefano Radaelli Bifest 2015 “Le mostre”
libri “Divagazioni” presentazione del libro di Marco Pomponi
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news Striscia la Notizia rivela il vincitore di Masterchef 4: è ira sul web L’aveva annunciato e alla fine l’ha fatto: Striscia la Notizia, tg satirico ideato da Antonio Ricci, nella puntata di ieri sera ha annunciato il vincitore della quarta edizione di Master Chef rompendo il patto del silenzio che da sempre caratterizza il programma. Masterchef viene infatti registrato in estate e mandato in onda nei mesi successivi, da sempre staff e concorrenti si impegnano a tenere segreto il nome del vincitore fino al momento in cui SKY manda in onda l’episodio finale. Dopo aver annunciato che avrebbero rivelato il nome del vincitore, il popolo di Twitter si è scatenato accudando Striscia di non rispettare i telespettatori i quali attendono la finale che verrà trasmessa domani sera e non gradiscono spoiler che possono rovinare la sorpresa. Il primo a parlare è stato lo chef Carlo Cracco, giudice di Masterchef il quale sul suo profilo Twitter aveva scritto già nel pomeriggio di ieri: «Il rispetto dei telespettatori deve venire prima di tutto. Invidie e ripicche lasciamole fuori please». Alle parole di Cracco sono seguite quelle del secondo giudice, lo chef Bruno Barbieri, il quale si è definito sconcertato insieme a tutto il popolo di Masterchef per il comportamento irrispettoso di Striscia lanciando l’hashtag #striscianospoiler. Gli spettatori hanno seguito a ruota le polemiche definendo il gesto come uno sgambetto fatto da Mediaset a SKY che sa tanto di invidia e disperazione. Nonostante il tam tam mediatico però, Striscia è andata avanti sulle sua strada annunciando nel corso della puntata di martedi 3 marzo non solo il vincitore ma anche la classifica finale, e alzando un caso sul più giovane dei concorrenti in gara, Nicolò. Secondo l’inviato Max Laudadio il 21enne emiliano avrebbe già lavorato in passato nel famoso ristorante milanese Sadler, cosa espressamente vietata dal regolamento che prevede l’iscrizione di soli cuochi amatoriali. Laudadio ha anche svelato che oramai Nicolò lavora nel ristorante di Cracco, coa comunque non vietata dal regolamento. Per rispetto di chi legge, non riveliamo il vincitore annunciato da Striscia, che alla fine potrebbe anche rivelarsi falso. Per scoprirlo basterà guardare la finale, in onda domani sera su SKY Uno.
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cinema Terry Gilliam: sono un visionario! Lezione di cinema al LFF
Di Vittorio Zenardi
Dal Minnesota, dove con il padre falegname correva libero nei boschi, ad Hollywood... Ne ha fatta di strada Mr. Gilliam, ma gli inizi sono stati molto duri: “A New York dormivo sul divano di casa di Harvey Kurtzman, direttore della rivista satirica Mad. Trasferitomi a Londra ho bussato a numerose porte prima che John Cleese con cui avevo fatto un fotoromanzo surreale, mi riuscisse a trovare un lavoretto in un programma per bambini alla BBC” Sappiamo poi come andò a finire, Gilliam fece amicizia con Eric Idle, Micheal Palin e Terry Jones. Ecco a voi i Monty Python. E’ un Gilliam a suo agio e divertito, quello che ci troviamo di fronte per la lezione di cinema, inserita nella programmazione del Lucca Film Festival al Teatro del Giglio. Insieme a lui il critico cinematografico Francesco Alò e il suo fido direttore della fotografia Nicola Pecorini che parla del maestro: “Terry è matto come un cavallo ma non ha un ego smisurato a differenza di altri registi con cui ho lavorato. Lui lo lascia a casa la mattina, è la persona più aperta alla collaborazione che abbia mai incontrato. In Paura e Delirio a Las Vegas ci sono cose nate da chiacchiere con il tizio che portava le bibite sul set. Il film è di tutti e del gruppo, e tutto funziona meglio.” Interrogato da Alò sul suo rapporto con il teatro, dichiara: “Non amo il teatro, amo il cinema. Inserisco spesso elementi teatrali nei miei film per impedire che la gente li ritenga troppo “veri”: il cinema non è verità, è finzione. Spesso grande finzione, spesso.” Parla della sua formazione: “Non sono mai stato in una scuola di cinema, ho semplicemente guardato molti film. Per fare film c’è bisogno di molti soldi, nel mondo di oggi servono meno SOLDI PER FARE “piccoli” film e magari più liberi, ma c’è differenza tra iphone e cinema…” E della carriera: “Ci sono registi che all’inizio decidono di fare film che non sono “personali” per accumulare i soldi che servono per esserlo: però a volte succede che non riesci più ad uscire da quel sistema e la tua carriera è condizionata dai successi iniziali. Io cerco sempre di avere il final cut..ho i miei metodi per convincere i produttori, anche se nel contratto non sempre c’è scritto... Sulla troupe: “In un film il gruppo è fondamentale, se il regista si mette in mezzo e non funziona va licenziato perché il film è Dio! Il film si scrive da solo..la stessa Creep dei Radiohead che è perfetta per Zero Theorem era stata messa casualmente da uno della troup il giorno delle riprese iniziali..mi é piaciuta ma solo dopo ho visto che il testo si sposava perfettamente con le immagini e la storia...” Dal pubblico, ammaliato dall’istrionico regista, partono alcune domande fra cui quella su dove trova ispirazione per i suoi film. “Tutto mi dà ispirazione: il sole, le nuvole, i libri..tutte le cose meno quelle mediocri e noiose” Mi piace concludere l’articolo con il ricordo che Gilliam tributa al compianto Robin Williams, recentemente scomparso: “Robin era una persona estremamente sensibile, ottimo osservatore della realtà quotidiana che riportava giocosamente trasformata nei suoi sketch. Se volete sapere come era veramente guardate La leggenda del Re Pescatore.”
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cinema k
age
c e H of
Sono passati otto anni da quando Courtney Love contattò Brett Morgen per proporgli un documentario sul marito. Oggi possiamo finalmente vedere il risultato nato dall’accesso completo all’archivio di Cobain, fatto di immagini, disegni e registrazioni inedite. Grazie all’uso di questi materiali entriamo in contatto con la parte più intima e tormentata del leader dei Nirvana, band che ha sconquassato gli anni ‘90 entrando nella storia della musica Rock. Attraverso l’uso dei disegni di Cobain e dei suoi diari, Morgen ripercorre una parabola che va dall’infanzia (con filmati di Kurt bambino, gioioso e spensierato), alla tormentata adolescenza, dalla scoperta della musica, all’incubo dell’eroina, fermandosi un passo prima della sua morte. La voce narrante è la stessa di Kurt, spesso visivamente associata ad animazioni di suoi disegni, illustrati dall’animatore olandese Hisko Hulsing, autore del pluripremiato corto Junkyard. Cobain: Montage of Heck è l’unico documentario autorizzato da Frances Bean, figlia di Cobain e Courtney Love, che del film è anche la produttrice. Per questo i materiali a cui Morgen ha avuto accesso, sono davvero unici, e ci mostrano una quotidianità che esula dalle solite biografie. Numerose anche le interviste, come quella ai genitori, alla sua prima fidanzata, al bassista Krist Novoselic e ovviamente a Courtney Love. Fra i videoclip resta impresso quello di “Smells like teen spirit” in una versione piano e coro davvero struggente. Il documentario si conclude sulle immagini intense e bellissime dell’Unplugged tenuto dai Nirvana negli studi newyorchesi di MTV, e sul commovente brano che concluse il concerto, la cover di “Where Did You Sleep Last Night”. La dimensione raccolta e acustica di quell’esibizione, con le candele e i fiori ad ornare il palco, come in una cerimonia funebre, L’una soli cinque mesi dal suicidio, appare oggi come un tableau vivant profetico. dicesima Un eccellente tributo a colui che é riuscito a scuotere ad interpretare l’umore di un’intera generazione, trasforedizione del mando il grunge in un fenomeno di massa. Lucca Film Festival, che Dopo il debutto al Sundance e la presentazione a Berlino, arriva nelle sale italiane in uscita da quest’anno si unisce al Festival Europa Cinema di Viareggio creando un evento il 28 e 29 aprile da Universal.
t n o :M
in a b Co
evento unico in Italia, dedica un omaggio a David Cronenberg, uno dei grandi maestri del cinema contemVittorio Zenardi poraneo, con una serie di eventi che animeranno le città di Lucca e Viareggio per oltre tre mesi. Tre mostre internazionali, organizzate dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca in collaborazione con il Festival e prodotte dal Toronto International Film Festival e da Volumina di Torino. Evolution (fino al 3 maggio) in anteprima italiana sarà a Lucca presso la Fondazione Ragghianti, con una speciale sezione intitolata M.Butterfly, distaccata dentro il Puccini Museum – Casa Natale. Curata da Piers Handling, direttore del Toronto International Film Festival e Noah Cowan, primo direttore artistico del TIFF Bell Lightbox. Si potrà così ripercorrere la carriera cinematografia di Cronenberg attraverso una vasta selezione di oggetti di scena, costumi, disegni, schizzi, foto e filmati mai visti. Si potranno così indagare i possibili percorsi evolutivi dell’uomo attraverso le invenzioni del regista canadese, inventore del “body horror” e da sempre affascinato dal rapporto tra essere umano e tecnologia. In mostra la macchina per il teletrasporto del film “La mosca”; i costumi di Michael Fassbender, Keira Knightley e Viggo Mortensen in “A dangerous method”; l’elmetto creato dall’inquietante ditta Spectacular Optical per registrate gli effetti del programma Videodrome sulle sue vittime e le protesi indossate dall’attore James Wood nello stesso film. Ma anche gli strumenti chirurgici realizzati dal ginecologo Jeremy Irons nel film Inseparabili e il Mugwump, la creatura aliena frutto delle allucinazioni del protagonista di “Naked Lunch”. E’ stato inoltre ricostruito il modello del ristorante all’interno del quale è ambientato “La promessa dell’assassino”. Presso l’Archivio di Stato allestita la mostra Red Cars dedicata alla sceneggiatura dell’omonimo film mai realizzato dal regista canadese sulle rivalità tra due piloti di Formula 1. A Viareggio si terrà invece Chromosomes, presso la Gamc (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) con l’esposizione dei 70 fotogrammi scelti dal regista tra i suoi film più famosi. Un occasione imperdibile per entrare nel “disturbante” e affascinate mondo di uno degli artisti più innovativi ed eclettici della nostra epoca.
Vittorio Zenardi
DAVID CRONENBERG: le Mostre al Lucca Film Festival
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cinema
SPEC
TRE”
007”
Rilasciato il primo teaser poster di SPECTRE, il 24° film di James Bond, diretto da Sam Mendes. Daniel Craig, per la quarta volta nei panni dell’agente 007, sarà affiancato da un cast d’eccezione: Christoph Waltz, Léa Seydoux, Dave Bautista, Monica Bellucci e Andrew Scott. E ancora, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Ben Whishaw e Rory Kinnear. La sceneggiatura è di John Logan e Neal Purvis & Robert Wade. Direttore della fotografia Hoyte van Hoytema. Montaggio di Lee Smith. Scenografie di Dennis Gassner. Costumi di Jany Temime. Musiche di Thomas Newman. SPECTRE sarà al cinema dal 5 novembre 2015, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Sinossi: un messaggio criptico dal passato di Bond porta l’agente 007 a seguire una pista per smascherare una minacciosa organizzazione. Mentre M lotta contro le forze politiche per tenere in vita i servizi segreti, Bond tenterà di aggirare numerosi inganni e svelare la terribile verità che si cela dietro SPECTRE. (Photo Copyright: SPECTRE ©2015 Danjaq, MGM, CPII. SPECTRE, 007 Gun Logo and related James Bond Trademarks, TM Danjaq. All Rights Reserved.)
Vittorio Zenardi.
Blackha t Blackhat narra la storia di un hacker pregiudicato, Nicholas Hathaway (CHRIS HEMSWORTH di The Avengers e della serie di Thor), in licenza dal carcere federale, che insieme al Capitano Chen Dawai (WANG LEEHOM) e alla sorella di quest’ultimo Chen Lien (TANG WEI) brillante ingegnere di rete, cerca di identificare e sventare una pericolosissima rete di criminalità informatica che opera a livello mondiale. Un blackhat (letteralmente “cappello nero”) é un hacker che agisce in modalità silenziosa, soprattutto per scopi di spionaggio governativo. E’ forse l’hacker più esperto dal punto di vista informatico e quelli che da meno problemi all’utente medio della rete, almeno in apparenza. Agisce infatti nel sottobosco, danneggiando strutture che nel lungo periodo possono portare a gravi danni per tutti. Michael Mann, maestro del cinema spettacolare hollywoodiano, mixa tutte le caratteristiche più comuni al genere, per portarci però in territori “altri”, meno esplorati. Il suo sguardo, che all’inizio appare chiuso e tecnicistico si fa con lo scorrere della pellicola sempre più aperto e libero. Sia quello che impone al protagonista sia quello che ricade sul mondo e sullo spettacolo della natura, mostrataci in meravigliose riprese aeree. Da Los Angeles a Hong Kong, passando per Perak, Malesia e Giacarta. Realtà virtuale e realtà fisica ci vengono mostrate in tutta la loro potente dicotomia. La labilità della sicurezza informatica, uno dei temi del film, si intreccia con le scelte morali di Hathaway. Sono proprio queste, che lo separano dai blackhat. Magistrali le scene d’azione, dove una macchina da presa onnisciente ci mostra molteplici punti di vista, facendoci sentire al centro dell’azione. Mann, dimostra qui tutta la sua padronanza tecnica, evidenziata dalla fluidità con qui sono girate le scene. Un’opera attuale, che ci mostra il volto della guerra del 21° secolo, ponendoci numerosi interrogativi e invitandoci a cercare risposte. Nelle sale dal 12 Marzo 2015.
Vittorio Zenardi
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cinema “Io sono Mateusz”
Terry Gilliam, Alfonso Cuarón, Matteo Garrone e Jeremy Irons al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2015
Saranno Terry Gilliam, Alfonso Cuarón, Matteo Garrone e Jeremy Irons gli ospiti dell’11/ma edizione del Lucca Film Festival che si terrà dal 15 al 22 marzo in vari spazi dell’omonima cittadina toscana e di Viareggio. A ogni ospite presente sarà dedicato un omaggio con proiezioni, serate di gala e lezioni di cinema. Il festival celebra il regista canadese David Cronenberg – impossibilitato a partecipare a causa di problemi personali ma presente via skype in vari appuntamenti – con una retrospettiva completa dei suoi lungometraggi, tre mostre e un concerto che riproporrà alcune delle sue più belle colonne sonore. Tra gli eventi anche l’omaggio a Roberto Nanni, regista di cinema sperimentale; una giornata dedicata a Mario Monicelli (in occasione dei cento anni dalla nascita) e il consueto Concorso internazionale di cortometraggi. In programma, a chiusura del festival, Lucca Effetto cinema Notte, in cui la città diventerà un vero e proprio set cinematografico all’aperto. Gli eventi che si svolgeranno a Viareggio faranno parte delle iniziative di “Europa Cinema” che da quest’anno è unito al Lucca Film Festival. Il Lucca Film Festival e Europa Cinema, presieduto da Nicola Borrelli, è tra gli eventi di punta delle manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e le mostre dedicate a David Cronenberg sono organizzate dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca in collaborazione con il Festival, con il sostegno di Banca Pictet e Société Générale. Si avvale inoltre del supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Gesam Gas & Luce SpA, Banca Generali Private Banking, Regione Toscana, Comune di Lucca, della collaborazione di Provincia di Lucca, Fondazione Sistema Toscana, Fondazione Giacomo Puccini e Puccini Museum - Casa Natale, Fondazione Centro Arti Visive, CG Entertainment, Photolux Festival. Si ringrazia la Direzione Regionale Toscana di Trenitalia per la collaborazione. Media partner i portali Movieplayer.it, Affaritaliani.it, FilmUP.com, Comingsoon.it e TaxiDrivers.it. Gli ospiti internazionali a Lucca: Gilliam, Cuarón e Irons
« La morte non è nel non poter comunicare, ma nel non poter più essere compresi. » Appunto,”essere compresi...” Pasolini in questa frase tratta da Una disperata vitalità, in Poesia in forma di rosa (1961-64) sintetizza l’amarezza di chi ha subìto a lungo la condizione di emarginazione per non essere mai sceso a compromessi con le proprie idee. Mateusz, il protagonista di quest’opera, è invece condannato ad una vita in-comprensibile per gli altri, che riescono a vedere in lui solo un guscio vuoto in contorsione. “Io sono Mateusz”, film polacco scritto e diretto da Maciej Pieprzyca, racconta la storia sorprendente di Mateusz, affetto da una grave paralisi cerebrale, diagnosticata come ritardo mentale, quindi ostacolo insormontabile alla comunicazione del bambino con il resto del mondo. Dopo 25 anni si scoprirà invece che Mateusz è perfettamente in grado di intendere e di volere. La pellicola, basata su una storia vera, scandisce questo percorso di sofferenza e redenzione in brevi capitoli, significativamente rappresentati dai simboli linguistici che libereranno il protagonista dalla sua schiavitù. Ma prima ancora di questi, sarà l’amore e la perseveranza dei genitori che forgiérà il suo carattere per la dura battaglia che l’attende. Queste scene di una tenerezza infinita ci vengono mostrate da Pieprzyca senza eccessivi sentimentalismi mitigate come sono da un certo effetto di realtà. Se tale effetto regna indiscusso per tutta la durata dell’opera, il merito lo si deve ai due magnifici attori che interpretano Mateusz, che nella realtà ha il nome di Przemek: Kamil Tkacz, Mateusz bambino e Dawid Ogrodnik che interpreta Mateusz adulto. Quest’ultimo, si cala nella parte in maniera stupefacente, tanto che i primi minuti del film si fa fatica a pensare che la persona che si palesa davanti ai nostri occhi sia effettivamente un attore e non una persona affetta da disabilità. Ogrodnik che ha avuto modo di passare del tempo con Przemek dimostra una sensibilità straordinaria, non solo per la perfetta e credibile immedesimazione fisica, ma soprattutto per aver costruito uno “sguardo interiore” (probabilmente nato anche grazie al empatia con Przemek) che rivela tutta la sua forza nello sguardo in macchina regalataci nell’ultima inquadratura. Un’interpretazione che non passa certo inosservata e fa di lui uno degli attori più talentuosi della Polonia e stella nascente del panorama artistico internazionale. Nelle sale italiane dal 12 Marzo 2015.
Sarà il regista e sceneggiatore britannico Terry Gilliam, noto per il suo ruolo all’interno del collettivo comico Monty Python, a inaugurare il festival domenica 15 marzo alle 21.00 presso il cinema Moderno di Lucca. Per l’occasione riceverà il premio alla carriera e sarà proiettato il suo ultimo film “The Zero Theorem”, con l’attore Premio Oscar Christoph Waltz. La serata sarà introdotta dal critico cinematografico Francesco Alò. Gilliam, lunedì 16 marzo alle ore 11.00 presso il Teatro del Giglio, terrà inoltre una lezione di cinema affiancato dal critico Francesco Alò e da Nicolas Condemi e Federico Salvetti (direzione artistica Lucca Film Festival e Europa Cinema). Giovedì 19 marzo alle 21.00, sempre presso il Cinema Moderno sarà consegnato il premio alla carriera al regista messicano Alfonso Cuarón, autore di pellicole quali “Gravity” e “Y tu mamá también”. Seguirà la proiezione del suo “I figli degli uomini”, con Clive Owen e Julianne Moore. Introdurranno i critici cinematografici Andrea Fornasiero e Claudio Bartolini. Oltre a una retrospettiva dedicata ai lungometraggi del regista, venerdì 20 alle ore 11.00, presso il Teatro del Giglio sarà anche possibile assistere a una lezione di cinema da lui presieduta (prenderanno parte Nicola Borrelli, Alessandro Romanini, Andrea Fornasiero e Claudio Bartolini). Premio alla carriera anche per Jeremy Irons: l’attore Premio Oscar lo ritirerà venerdì 20 marzo alle ore 21.00 presso il Cinema Moderno. A seguire la proiezione di “M.Butterfly”, uno dei due film di David Cronenberg di cui l’attore inglese è protagonista. Sabato 21 alle 11.00 Irons terrà una lezione di cinema presso il Teatro del Giglio, affiancato dal critico Claudio Carabba, Nicola Borrelli, Alessandro Romanini e Manrico Ferrucci, Direttore generale del Teatro del Giglio di Lucca. Alle ore 15.00 dello stesso giorno l’attrice Sinéad Cusack introdurrà il film “La promessa dell’assassino”. Gli ospiti a Viareggio: Matteo Garrone e Francesco Munzi. Omaggio a Monicelli. Per le iniziative a Viareggio gli ospiti presenti saranno Francesco Munzi (venerdì 20 marzo, al cinema Centrale di Viareggio con il film “Anime Nere” e, sabato 21 marzo, alle ore 11, la lezione di cinema presso Villa Paolina) e Matteo Garrone che sarà al cinema Eden di Viareggio il 22 marzo, alle 20.30, per ricevere il premio alla carriera e presentare “L’imbalsamatore”. L’incontro sarà introdotto dal giornalista Gabriele Rizza e da Giulio Marlia (direzione artistica Lucca Film Festival e Europa Cinema). A Viareggio in programma anche l’omaggio a Monicelli: in occasione dei cento anni dalla sua nascita, martedì 17 marzo, presso il cinema Centrale, saranno proiettati due tra i suoi capolavori: “La grande guerra” (del 1959) e “I compagni” (del 1963). Omaggio a David Cronenberg (retrospettiva, mostre, concerto) tra Viareggio e Lucca Il Lucca Film Festival e Europa Cinema dedica al regista di pellicole cult quali “La Mosca” e “Videodrome” una retrospettiva completa di tutti i lungometraggi, oltre a cinque cortometraggi. L’omaggio cinematografico sarà affiancato da tre mostre internazionali, tre a Lucca e una a Viareggio, visitabili fino al 3 maggio. Oltre cento oggetti di scena, costumi, storyboard originali, rare fotografie e filmati inediti che seguono lo sviluppo della carriera di Cronenberg sono i protagonisti di Evolution, la mostra creata dal Toronto International Film Festival, curata da Piers Handling (direttore del TIFF) e Noah Cowan (primo direttore artistico del TIFF Bell Lightbox) e allestita presso la Fondazione Ragghianti di Lucca. Sempre a Lucca, all’interno del Puccini Museum – Casa Natale, si trova una sezione distaccata di Evolution dedicata a “M.Butterfly”, pellicola del maestro canadese ambientata a Pechino che ruota intorno alla celebre opera di Puccini. All’Archivio di Stato (ex-Macelli) di Lucca, troviamo Red Cars, un’installazione multimediale curata da Domenico De Gaetano (direttore dell’associazione culturale Volumina) e Alessandro Romanini dedicata a un film mai realizzato da Cronenberg che avrebbe dovuto raccontare le rivalità tra i due piloti di formula uno: Phil Hill e Wolfgang Von Trips. La storia dei due si dispiega attraverso immagini, parole e video con un’atmosfera che evoca suggestioni tratte dall’abstract painting e dalla pop art. La GAMC Galleria d’Arte Monderna e Contemporanea di Viareggio ospita Chromosomes, la mostra curata ancora da Domenico De Gaetano e Alessandro Romanini e creata da Volumina che propone 70 fotogrammi tratti dai più famosi film di Cronenberg, catturati nei laboratori del Centro Sperimentale di Cinematografia ed elaborati digitalmente dal team grafico di Volumina sotto la supervisione del regista stesso per poi essere e stampati su tela pittorica con una modalità innovativa, e acquisire una nuova vita oltre lo schermo. Pur non potendo prendere parte al festival David Cronenberg interverrà via Skype sia mercoledì 18 al cinema Centrale (ore 21) sia sabato 21 alle 17.00 presso il Cinema Centrale per terrà una lezione di cinema alla quale parteciperanno Claudio Bartolini, Domenico de Gaetano, Nicola Borrelli e Stefano Giorgi (direzione artistica del festival). L’omaggio prosegue lo stesso giorno alle 18.30 presso la Chiesa di San Francesco, con l’esecuzione di una selezione di musiche dei film di Cronenberg (tra cui M.Butterfly, Inseparabili e La promessa dell’assassino). Il concerto sarà eseguito dall’orchestra sinfonica del Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca e diretto dal Maestro Gianpaolo Mazzoli (Direttore del Conservatorio Boccherini). L’omaggio a Cronenberg comprende anche una quarta mostra, interamente dedicata a manifesti, locandine e fotobuste rare che ripercorreranno la carriera del regista canadese lungo tutto la sua filmografia di lungometraggi (dall’8 al 22 marzo, presso l’auditorium Fondazione Banca del Monte di Lucca). La mostra è curata dal saggista e collezionista Paolo Zelati, uno dei più importanti critici italiani di cinema horror. Omaggio a Roberto Nanni Da sempre attento al cinema sperimentale e di ricerca, il festival quest’anno propone un’articolata personale del cineasta Roberto Nanni, dai primi lavori fino agli ultimi video realizzati nel 2014. Nanni ha lavorato con quasi tutti i formati di registrazione oltre ad aver approfondito la tecnica del found footage (l’utilizzo di materiale video preesistente, decontestualizzato e rimontato per ottenere un nuovo risultato) e lavorato sulla sintesi tra il linguaggio sonoro e quello visivo. Il suo trentennale percorso si è intrecciato con quello di musicisti e cineasti come Steven Brown e Tuxedomoon, Derek Jarman, Gabriele Panico, Oren Ambarchi. Tutti i film della sezione a lui dedicata saranno proiettati in una nuova versione digitale, realizzata dall’autore appositamente per il Lucca Film Festival a partire dai materiali originali (vari formati di pellicola, video analogico e digitale). Oltre alla retrospettiva l’omaggio prevede, mercoledì 18 alle 22.00 presso la Sala degli Affreschi del Complesso di San Micheletto, un concerto durante il quale il compositore Gabriele Panico eseguirà dal vivo alcune musiche da lui composte per tre lavori di Nanni. Concorso internazionale di cortometraggi Il concorso presenta 26 i corti in competizione, firmati da esordienti e nomi illustri, come Alessandro Amaducci, videoartista torinese di grande rilevanza nel panorama italiano, Nicolas Provost, regista e visual artist belga di fama internazionale. All’interno della sezione anche uno sguardo interessante al cinema sperimentale coreano, con una serie di corti d’animazione. Graham Greene, attore candidato all’oscar, sarà protagonista di uno dei corti del concorso diretto da Ray Arthur Wang. La giuria internazionale sarà composta da Mason Shefa, giovanissimo regista sperimentale americano, Cynthia Tompkins, professoressa della Arizona State University e Francesco Alò, giornalista e critico italiano e Antoni Pinent, cineasta spagnolo più volte in concorso al festival. La premiazione del concorso si terrà venerdì 20 alle 21.00 presso il Cinema Moderno. Lucca Effetto Cinema Notte (21 marzo) La terza edizione di Lucca Effetto Cinema Notte si terrà il 21 marzo, in occasione della chiusura del festival. Trasformerà la città in un set cinematografico a cielo aperto. La città toscana sarà divisa in dieci aree tematiche, ispirate ad altrettanti generi cinematografici, 43 location saranno allestite come set dei film di riferimento (progetto ideato da Stefano Giuntini per la Fondazione Banca del Monte di Lucca). A questo link il programma completo!
Vittorio Zenardi
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musica disco de “LE FOLLI ARIE”
Giovanni Allevi al Teatro Augusteo con il tour “Piano Solo Love” Tappa partenopea per il pianista, compositore e maestro Giovanni Allevi che arriva in concerto a Napoli il prossimo 30 Marzo al Teatro Augusteo con il suo tour “Piano Solo Love”. L’amore raccontato in 13 tracce e nel suo ultilmo album appunto “Love” Allevi ci racconta l’amore attraverso tutti i suoi aspetti accompagnato dall’inconfondibile tocco del maestro creativo ed innovativo. Il “Piano Solo Love” è un Tour che vede la città partenopea come prima tappa italiana, di ampio respiro internazionale la tourneè toccherà ben 7 tappe internazionali come il 27 febbraio 2015 al Cadogan Hall di Londra e proseguirà in Europa con tappe a Bruxelles, Parigi, Zurigo, Berna, Barcellona, Lugano per poi rientrare in Italia a Napoli il 30 marzo 2015. Allevi si è imposto nel panorama musicale internazionale con album come “Alien” vincitore del disco di platino, “Joy” vincitore del disco d’ oro ,“Allevilive” grande raccolta contente piu’ dischi, “ Evolution” disco che lo vede accompagnato da un orchestra sinfonica e “Sunrise” pubblicato due anni fa. Compositore di musica contemporanea come gli stesso si definisce Allevi ha saputo con grande maestria proporre ed ideare uno stile tutto nuovo sovvertendo i canoni del musica classica per opere al piano. Seppur attirando su di se numerose critiche lanciate da alcuni addetti ai lavori, compositori, musicisti e direttori di orchestra la sua musica ha conquistato con il tempo un pubblico sempre piu’ giovane a testimonianza che la sua musica esce del tutto fuori dagli schemi e dai canoni del classicismo ed irrompe in maniera moderna e contemporanea allineandosi con i gusti di un pubblico musicale sempre alla ricerca di nuove sonorità e proposte.
LE FOLLI ARIE sono una band milanese non emergente in senso stretto, ma Simone Corazzari, Massimiliano Masciari, Marco Antonio Cerioli e Francesco Meles semplicemente, a dispetto dei tempi che corrono che vedono protagonisti nella discografia i giovanissimi costruiti a tavolino nei talent delle illusioni, hanno preso il loro TEMPO per far maturare un prodotto assolutamente ricco ed energico di musica ed emozioni. La loro biografia cita infatti una lunga esperienza in svariati progetti e moltissime collaborazioni, anni di esperienza, anche nell’insegnamento e nella produzione, fino al momento clou, in cui compongono il loro primo album di 13 tracce. Partiamo dal nome della band, scelto nel 2001/2002. quando la band, per partecipare ad un concorso, si lasciò ispirare da un articolo di giornale che parlava di ARTE e FOLLIA; allora la formazione era anche diversa. A quel nucleo originario fondato da Simone e Massimiliano, si sono uniti fino al 2012 Marco Antonio e Francesco. “Le folli arie” è anche il titolo dell’album, decisamente un ottimo lavoro, che vanta la qualità di ogni singolo componente, ma anche di special guest aggiunte, ed impreziosite in fase finale dal mixing e mastering di uno tra i più autorevoli produttori ed ingegneri del suono italiani, Lollo Cazzaniga, che certo non ha bisogno di presentazioni. Il nome conserva appieno il senso della musica che propongono, mischiando la follia dei vari generi in un risultato coerente, cercando di fare venire fuori tutto senza guastare la ricetta finale. Sicuramente in questo disco emerge molto più Simone, autore di testi e musica, le sue influenze, i suoi ascolti, dai Led Zeppelin a Ben Harper, da Dave Matthews a Jeff Buckley, ma anche il funk-rock di Massimiliano, il genio progressive di Marco Antonio e le grandi ritmiche di Francesco. E poi, impreziosito in finale con sax, percussioni, fiati e archi, ad opera di Gianluca Del Fiol, Luca Pasqua, Maurizio Signorino, Piergiorgio Elia, Edwin Della Torre, Serena Ferrara Giorgia Ieluzzi, Alessandra Marina, Annamaria Cristian, Silvio Centamore, Lorenzo Pierobon e Manuela Masciari. A raccordare tutta questa gran qualità, la forte complicità del mix e mastering del mitico Lorenzo Cazzaniga. “Lavorare con Lorenzo è STATO fantastico, il suo approccio supereasy, pur essendo il grande produttore qual è, è una persona umile e semplice, lavora con noi e per noi dandosi alla stessa maniera come se lavorasse con e per Baglioni e i tanti grandissimi con i quali ha collaborato al loro sound” (Cit. Simone Corazzari)
Spulciando ogni singolo, svariate sono le influenze musicali: hard rock e progressive, fusioni tra bossa e acid jazz, arrangiamenti mai noiosi, troviamo splendide ballad, ma anche brani in lingua inglese, assolutamente puro rock, che non ti aspetteresti, non conoscendoli, al primo ascolto, come opera di una band italiana, e che soprattutto beneficiano di una voce straordinaria come quella di Simone, ma anche di una seconda voce altrettanto formidabile come quella dell’eclettico tastierista Marco Antonio. La decisione di proporre i 3 singoli del disco (oltre ai due strumentali che hanno anche un titolo inglese) in lingua anglosassone è presto spiegata come una scelta naturale, perché la lingua si presta bene alla loro musica, forse anche meglio dell’italiano, con il quale sicuramente ci deliziano di splendide storie e poesie. D’altronde, il background di tutti è fondato su ascolti internazionali e la stessa musica che scrivono e suonano ha radici molto più profonde nei paesi di lingua anglosassone. Insomma un album anche straordinariamente pop-ular perché riunisce tutte le contaminazioni mettendo gli amanti dei vari generi tutti d’accordo. La critica li ha definiti prog-pop. La loro scommessa era riuscire a fare qualcosa Sergio Cimmino musicalmente interessante e il più originale possibile. Certo se pensiamo al progressive vero, dei Dream Theater o Jehtro Tull o i King Crimson, no, non è quello, il prog in senso stretto, che ha radici più profonde negli anni ’70, ma piuttosto di un approccio progressivo, dell’idea di sperimentare, di portare avanti un linguaggio, di contaminare, e questo è anche POP. I testi sono sicuramente non semplicissimi e non facili da ricordare ad un primo ascolto, narrano meravigliosamente una introspettiva PERSONALE e storie d’amore, mostrano però una maggiore immediatezza della band nel trasmettere al pubblico le loro melodie, piuttosto che questi bei racconti, melodie e armonie che comunque aiutano a rimettere il cd dall’inizio per farsi ascoltare con piacere una seconda volta e inserirlo nella propria playlist preferita. Stessa sensazione anche accade guardando il videoclip del primo singolo “NON E’ FACILE”: una scelta più artistica che commerciale, sicuramente non il più immediato se visto in una logica di MARKETING da presentare come video d’esordio ma sicuramente fatto molto bene. I Il regista Filippo “Pax” Pascuzzi (http://www.filippopax.com/)ha saputo cogliere il senso di questa bellissima poesia, senza scadere nel didascalico, ideando una clip che trova nella simbologia degli origami, suggerita da Marco Antonio, il senso della vita parallela di 5 coppie che hanno apparentemente una differenza di età di 20 o poco più, come appunto la teoria shintoista della rigenerazione delle anime di carta celebra. Ed anche se controcorrente e fottendosene di quella che è ormai una consuetudine di questi tempi, scelgono di non apparire nel video e in genere di apparire il meno possibile, mandando avanti la loro musica; quindi di certo non li vedremo mai ospiti dalla D’Urso, ma potremo seguirli nei vari show live e nei tanti club dove suoneranno, sperando di vederli in manifestazioni e spettacoli musicali sempre più importanti, dove la musica si suona sul serio e non si mima, e nei quali dimostrano senza dubbio di saperci fare, stabilendo subito un grande feeling con il pubblico che li segue o li scopre per la prima volta, trasportandoli in un groove coinvolgente. Un voto alto a questa band, che ha tantissime cartucce ancora da sparare nel proprio repertorio, facendosi largo nel panorama musicale; quindi un consiglio, non perdeteli di vista, anzi d’orecchio, seguiteli su social network, andate ai loro live, inserite la loro musica nel vostro iPod, comprandola in digitale o in fisico, presto anche direttamente nello store del loro sito web. http://www.lefolliarie.com
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Il
musica
Intervista a RED
RONNIE
Gabriele Ansaloni, per molti sei il Barone Rosso, come il titolo di un tuo programma all’interno della ROXYBAR Tv, per tutti sei RED RONNIE, di sicuro tutti vogliono passare dai tuoi programmi. Eppure sei un indipendente per antonomasia. Sei stato, sin dai tuoi esordi in radio, un innovatore della programmazione musicale, sia importando la musica di grandi stranieri come Doors o Janis Joplin o Hendrix, sia volgendo uno sguardo importante alle nuove realtà emergenti. Cosa ti ha spinto a voler cambiare, con la tua audacia e perseveranza, il modo di proporre l’arte musicale al pubblico? “Io son sempre stato motivato da ciò che avrei voluto leggere, guardare o ascoltare e che non c’era, non esisteva. Ricordo perfettamente il momento, nel 1975 mi dissero che erano state appena liberalizzate improvvisamente le frequenze; si era in c’entro a Bologna, si era in un bar del centro di Bologna, ci si annoiava e mi dissero che c’era la possibilità di fare una radio in FM, perché prima c’erano le frequenze in AM, quindi la libertà di trasmettere, libertà che sto assaporando oggi con RoxyBar Tv, con lo stesso entusiasmo e pionierismo di allora. Facendo la radio, ho cominciato a mettere ciò che la radio fino a quel momento non metteva, punk, progressive, hard rock… E feci lo stesso anche quando cominciai a fare giornalismo, con la mia prima fanzine, Red Ronnie’s Bazaar (1978); lo feci perché lessi su POPSTER di una recensione sul primo disco della punk band inglese “THE DAMNED”, (n.d.r.: famosissimo il brano che fu anche il primo loro singolo NEW ROSE, colonna sonora di vari format della tv inglese e ripreso poi anni dopo anche dai Guns ’n Roses), recensione che diceva che era una accozzaglia di rumori senza alcuna validità. Mi incazzai e creai appunto il mio magazine, cavalcando appunto l’onda della libertà di espressione, sulla scia di “SNIFFING GLUE”, nota fanzine inglese sul punk creata da Mark Perry, di cui poi divenni anche amico. Ho portato in Italia ciò che non c’era. Non m’interessava e non mi interessa copiare, non per un fatto di snobismo. Ho le mie idee al riguardo.” …sei un uomo libero “…non è una questione di libertà, la libertà non esiste, se esistesse la libertà noi potremmo volare, andremmo oltre lo spazio temporale, invece siamo intrappolati in un corpo. Noi abbiamo una missione, abbiamo dei doveri, che sono quelli di concentrarci sui limiti che abbiamo e spingerci al massimo di questi limiti.. noi non rimaniamo nella memoria per quello che abbiamo guadagnato o per i successi ottenuti, ma per ciò che abbiamo dato e lasciato agli altri. E questa è la mia filosofia di vita. Ogni volta, a fine di ogni mio programma, mi chiedo sempre <<a chi e cosa sono servito, chi è stato bene, chi ha avuto un dubbio e adesso sta pensando..>>.” Tu hai cominciato negli anni in cui la nazione aveva bisogno di ordine, anni in cui imperversavan le lotte di classe e gli attentati ad opera delle Brigate Rosse e del Terrorismo nero. Di cosa sentivi avesse bisogno l’Italia, per dover diffondere assolutamente quella musica a te tanto cara? “Io mi sono occupato anche di politica, indirettamente, .. quando Lucio Dalla e Guccini chiusero la mia radio (RADIO MARCONI & COMPANY) io andai per strada a fare i reportage, e quando Bologna era invasa dai carri armati, riportai la cosa dai microfoni di Radio Alice dalla balconata di casa dell’amico Bonvi (già con lui a Radio Marconi - n.d.r.: Bonvi, scomparso prematuramente all’età di 54 anni è noto ai più per esser stato autore di Sturmtruppen e Nick Carter, ma aver contribuito anche alla nascita di Cattivik), e mi son reso conto che quella è stata una presa per il c…, nel senso che quella che in realtà sembrava una rivoluzione, in realtà è stata strumentalizzata, come non esiste nessuna rivoluzione senza che ci sia dietro un movimento economico che ha interesse che essa avvenga. Tanto per citarne una, la rivoluzione delle femministe, finanziata da Rockfeller e dagli altri magnati americani, perché se portavano le donne a ribellarsi nei confronti degli uomini per avere una loro indipendenza, avrebbero creato molti divorzi, cosa che è appunto avvenuta, quindi dove vendevano un elettrodomestico, un immobile solo per una famiglia unita ne avrebbero venduti due. Esemplare è quanto riporta il regista Gillo Pontecorvo nel suo film “QUEIMADA” ( n.d.r.: 1969 - con uno straordinario Marlon Brando e la colonna sonora di Ennio Morricone, https://www.youtube.com/watch?v=6JD6Btt3eHo), che fa capire dove, dietro ad ogni rivoluzione, c’è un movimento economico che crea questa rivoluzione (eccovene giusto un assaggio: http://youtu.be/6JD6Btt3eHo). Dove sono tutti quelli esaltati dalla rivoluzione in Egitto, o eccitati per l’uccisione del tiranno Gheddafi? Oggi è molto peggio di allora; vogliamo parlare della Velvet Revolution nella vecchia Cecoslovacchia, o di quella di Garibaldi, in realtà un saccheggio, andato in un sud ricco per distruggerlo, depredarlo e portare risorse ad un nord barbaro che aveva il potere delle armi, una rivoluzione servita ai ricchi per pagare le tasse di passaggio in ogni granducato, come ad esempio accadeva ormai nell’Italia territorialmente divisa, come possiamo vedere ironicamente rappresentato in “NON CI RESTA CHE PIANGERE” di M. Troisi e R. Benigni (http://youtu.be/9jWba3lxhdE). Perciò inevitabile è dover considerare queste rivoluzioni tutte false e montate, le uniche possibili son quelle interne ad ognuno di noi. La mia più grande è stata quella alimentare, di diventare prima vegetariano e poi vegano… quella ti cambia tutta la vita, eliminare carne, latticini significa smettere di nutrirsi di prodotti dannosi alla salute. In sostanza, l’unica vera rivoluzione è quella di un cambiamento personale, interna,… finalmente si è accorto anche VASCO, che la esprime in “Cambiamenti”, ed è neanche a dirlo diventata la canzone che lui racconta con più piacere.” Hai creato tanti format editoriali di successo nel mondo musicale, giusto per citarne alcuni, nel 1984 Be Bop a Lula, nel ’92 Roxy Bar, oggi la rilanci inserendo l’innovazione interattiva della rete e dei social network continuando a comunicare la musica attraverso i suoi protagonisti direttamente con il loro pubblico. Oggi, negli altri format, si dà apparente spazio ai giovani, mettendoli davanti alle telecamere dei talent, ma in realtà tutto viene pilotato dagli autori, e certo diversamente dal tuo modo di fare musica-spettacolo, contraddistinta dal confronto libero e diretto tra artista e pubblico. “I talent sono degli show di business televisivo che coinvolgono ANCHE la musica, ma che di musica vera sanno ben poco, più che altro sanno di sfruttamento di ragazzi. Il caso più eclatante e significativo è stato quando Mogol mi ha detto che il loro prodotto MOGOL - BATTISTI non sarebbe mai venuto alla luce in epoca odierna, ma non solo. Oggi celebriamo Lucio Dalla, Pino Daniele, De Andrè, Vasco Rossi, Gino Paoli, Jovanotti, ma oggi non verrebbero fuori perché non avrebbero spazio, quindi cambierebbero mestiere. La pecca più grave di questa società è quella di averci portato a non aver curiosità per ciò che non conosciamo, e di conseguenza diventati dei cerebrolesi, che seguono la moda del momento. A tal proposito, proprio perché non ce la faccio più, oggi ho lanciato un tweet: “<<sono emersi nuovi inquietanti fatti>> dicono ogni giorno in tv per parlare ancora degli stessi omicidi”, perché “sentono di doverci rassicurare” dalla politica del terrore in cui provano a farci vivere. Pensa, una volta c’erano “le stragi del sabato sera”, la “paura dell’AIDS”, quella del “terrorismo di Al Qaeda”…non ci sono più?? Ora l’ebola e l’Isis! Oggi devono creare assolutamente delle paure..” Torniamo alla MUSICA. Reduci da Sanremo, nell’era della fabbrica delle illusioni create dai talent, una domanda per te è inevitabile: Maria De Filippi o Caterina Caselli? Chi è la “Signora della musica” in Italia? “NON ESISTE LA “SIGNORA DELLA MUSICA ITALIANA”, certo non ce la vedo nella De Filippi, che invece è per me una bravissima conduttrice televisiva, che gestisce un potere immenso, mentre vedo nella Caselli una donna che crede e investe in ciò che fa, assolutamente l’ultima rimasta nel panorama della discografia italiana.” Ma invece il tuo segreto per restare un evergreen? “Non esiste un segreto, ho 63 anni, non sono un evergreen. Sicuramente mi rendo conto che posso essere un punto di riferimento, poi da andarci oltre, come per te lo sono io, io avevo Renzo Arbore, per poi raggiungere la consapevolezza che Arbore era uno step, mai limitare la curiosità e l’ambizione, cambiano gli obiettivi, i punti di riferimento di te stesso. Bisogna tenere bene a mente che ognuno di noi ha una SUA UNICA identità, ha un suo compito da portare a termine, e questa consapevolezza la raggiungi con il tempo.” Ultimi in ordine temporale di dolorosa perdita Pino Mango e Pino Daniele, ma sono solo due di una lunga lista di musicanti e musicisti che ci son stati portati via negli ultimi due anni. Avremo altri grandissimi artisti come loro in futuro? “No, assolutamente non ne nasceranno, quelli che nascono oggi per la maggior parte non sono artisti, sono bravi, intelligenti, ragazzi carini, che funzionano bene con il televoto, tanto per dare una definizione da una fresca citazione del mio grande amico Fausto Mesolella, dei “bravi firmacopie”, ma che alla fine non lasceranno tracce.” Su un tuo post su Facebook datato 10 febbraio mandavi un augurio particolare ai tuoi amici partiti per viaggiare all’interno di un ciclone mediatico impossibile da gestire lucidamente. Ovviamente mi riferisco ancora al tanto amato e criticato Festivalone nazionale della canzone italiana. Nel tuo lunghissimo curriculum ti manca Sanremo. Ti è mai stata proposta la direzione artistica e/ conduzione? “Assolutamente non mi manca, non mi frega niente. E sicuramente non sono così pazzi da aver mai pensato di propormela. Io faccio dei programmi di emozioni, non faccio show televisivi, ho altre priorità e peculiarità. Nel ’94, l’allora direttore di rete mi propose addirittura di fare RoxyBar su Rai1, io risposi categoricamente di no, perché sapevo che non volevano il RoxyBar, bensì i grandi ospiti, come Morandi, De Gregori, che sarebbero arrivati, ma per ragioni di audience si sarebbe stati costretti ad eliminare gli emergenti, che probabilmente avrebbero abbassato lo share; questo era sinceramente inammissibile per il mio programma che è un insieme di entrambe le realtà. Giusto per tornare alla domanda, io sono un “incidente di percorso” per il mondo televisivo italiano”. Torniamo al nostro Roxy Bar. Nella tua lunga carriera di giornalista hai intervistato tantissimi Big internazionali, non solo del mondo musicale, Paul McCartney e Bob Marley, ma anche Fidel Castro, e poi sei portatore sano del VASCO pensiero: tu sei Red Ronnie e molti sono quelli passati attraverso le tue domande, nei tuoi microfoni. Chi possiamo aspettarci nelle puntate di questa nuovissima edizione? VASCO ve l’ho appena ridato con uno speciale dedicato. Sto cercando con insistenza di riavere Jimy Hendrix, e poi ancora John Lennon e Jim Morrison, ci son un po’ di problemi logistici ma vedremo di risolverli. Un ultimo punto prima di salutarci: hai visto tanti prendere il volo e altrettante meteore. Il mondo degli emergenti di oggi…Vuoi lasciare un consiglio a tutti i giovani emergenti che seguiranno la tua intervista? “Ahimè, devo sottolineare i grandissimi problemi per cui sono abbandonati a se stessi, non sanno cosa fare, anche quando magari li hai lì davanti, fanno tanti errori, hanno bisogno di qualcuno che desse loro dei consigli, diventano pure autoreferenziali, …il loro problema è che non hanno interfacce, DEVONO TROVARE UN’INTERFACCIA CHE LI GUIDI, LI ACCOMPAGNI, LI CONSIGLI.” Un grande ringraziamento a te per aver voluto concedermi il privilegio di questa intervista, e ovviamente appuntamento su Roxy Bar Tv e su tutti i canali interattivi. website: www.roxybar.tv www.redronnie.it Twitter: @RoxyBarTv Facebook: RoxyBarOfficial YouTube: RedRonnie Oppure scaricando la app del RoxyBar su Itunes o su GooglePlay per dispositivi Android.
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Antonio Dinuzzi
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up...puntamenti “8bit_un mondo a pixel”: personale di Salvo Ligama di VIttorio Zenardi
Martedì 28 aprile presso la galleria PORTANOVA 12 di Bologna, specializzata in street art e illustrazione, aprirà la mostra 8bit_un mondo a pixel di Salvo Ligama, prima personale dell’artista siciliano, a cura di Antonio Storelli, con un testo critico di Emanuela Zanon. Con 8bit_un mondo a pixel, Ligama porta il pubblico in un mondo che riproduce i meccanismi di scomposizione e dissoluzione dell’immagine in pixel tipici del virtuale digitale, ma con la maestria di chi conosce e sa usare i colori e la pittura. Lungo un percorso espositivo di circa 20 opere di medio formato, lo spettatore si imbatterà in ritratti, scene di personaggi umani e animali “pixelati” con acrilico, resine e tempera su cartone, che intuirà guardandoli a distanza, fino a riconoscerli interponendo un obiettivo digitale, lo schermo di uno smartphone, ritrovando con la ricomposizione retinica soggetti della grande tradizione pittorica, da Venerdì Santo e Adamo ed Eva, a Eucarestia, fino a riferimenti estremamente contemporanei come in Siamo a sud di Roma e Martirio a colazione (Uova liberamente tratte da un’opera di Marcello Berenghi) o riferimenti non privi di una certa ironia come in Lo scherzo di Giotto o Biancaneve è in pericolo. Il lavoro di Salvo Ligama ben si inserisce nel folto gruppo di artisti che la galleria bolognese ha presentato dal 2014 – da 2501 a Nes Poon, da Paolo Ferro e Mattia Lullini, a Bambi Kramer, Nicola Alessandrini, OPIEMME, e prossimamente Giulio Vesprini e Gio Pistone: tutti street artists e illustratori particolarmente raffinati e personalizzati nel segno e nella definizione. Una mostra assolutamente da non perdere per gli amanti della street art e dell’arte contemporanea! Informazioni utili Titolo della mostra: 8bit_un mondo a pixel | personale di Salvo Ligama A cura di Antonio Storelli Testo critico di Emanuela Zanon Vernissage: martedì 28 aprile - ore 18 Periodo di apertura: dal 28 aprile al 23 maggio Sede espositiva: galleria portanova 12 – via porta nova 12 – bologna
La giuria espressa dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e composta da Franco Montini (presidente del SNCCI), Vito Attolini, Paola Casella, Francesco Gallo, Andrea Martini, Cristiana Paternò e Federico Pontiggia ha assegnato i seguenti premi per questa sesta edizione del Bif&st: PREMIO Mario Monicelli per il miglior regista: Francesco Munzi per “Anime nere” Premi Franco Cristaldi per il miglior produttore: Luigi Musini per “Anime nere” e “Torneranno i prati” (per questo secondo titolo il riconoscimento va anche alla coproduttrice Betta Olmi) PREMIO Tonino Guerra per il miglior soggetto: Marcello Mazzarella per “Biagio” PREMIO Luciano Vincenzoni per la migliore sceneggiatura: Edoardo Leo e Marco Bonini per “Noi e la Giulia” PREMIO Anna Magnani per la migliore attrice protagonista: Alba Rohrwacher per “Hungry hearts” PREMIO Vittorio Gassman per il miglior attore protagonista: Elio Germano per “Il giovane favoloso” PREMIO Alida Valli per la migliore attrice non protagonista: Anna Foglietta per “Noi e la Giulia” PREMIO Alberto Sordi per il migliore attore non protagonista: Carlo Buccirosso per “Noi e la Giulia” PREMIO Ennio Morricone per le migliori musiche: Paolo Fresu per “Torneranno i prati” PREMIO Giuseppe Rotunno per il migliore direttore della fotografia: Fabio Cianchetti per “Hungry hearts” PREMIO Dante Ferretti per il miglior scenografo: Giuseppe Pirrotta per “Torneranno i prati” PREMIO Roberto Perpignani per il miglior montatore: Cristiano Travaglioli per “Anime nere”
Bifest 2015: tutti i premi
PREMIO Piero Tosi per il miglior costumista: Nicoletta Ercole per “Incompresa” Sezione Panorama internazionale, miglior regista: Louis - Julien Petit per “Discount” Menzione speciale al regista Oles Sanin per il suo film Povodyr (The Guide) Sezione Opere prime e seconde: miglior film “Più buio di mezzanotte” di Sebastiano Riso PREMIO Nuovo Imaie per le Opere prime e seconde Migliore attrice protagonista: Alba Rohrwacher per “Vergine giurata” Migliore attore protagonista: Pierfrancesco Favino per “Senza nessuna pietà”
Vittorio Zenardi
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up...puntamenti Si è tenuta ieri, presso la Sala Teatro della Chiesa S.Eustachio in Piazza S.Eustachio in Roma “Letture Teatrali: racconti dal libro SPIRABOLE” “. Dall’opera di Stefano Radaelli edito da Città Nuova, sono stati estratti due racconti, magistralmente interpretati dagli attori Aglaia Mora (Gli equilibristi) e Leonardo Maddalena (Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu) Insieme a loro, Silvio Mancosu che ha creato l’intensa atmosfera accompagnandoli alla chitarra. L’evento si inserisce nel cartellone dei “Dialoghi a Sant’Eustachio”, momenti di incontro incentrati su tematiche diverse: ecologia, bioetica, teologia e serate di lettura e musica curate da Fabio Ciardi, teologo e scrittore. Fra il numeroso pubblico, ad applaudire la performance anche l’attore Fabrizio Ferracane splendido interprete di “Anime Nere” di Francesco Munzi, film rivelazione dell’ultima Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per conoscere il programma completo e gli altri eventi, che si tengono di solito il giovedì alle 19:30, potete consultare il sito Romaamor e la pagina Facebook Dialoghi a Sant Eustachio.
Letture Teatrali: racconti dal libro SPIRABOLE di Stefano Radaelli
Vittorio Zenardi
L’edizion 2015 del Bifest dedica due mostre a due maestri del cinema mondiale: Fritz Lang e Francesco Rosi. La prima a cura di Angelo Amoroso d’Aragona in collaborazione con la Stiftung Deutsche Kinemathek e la Mediateca Regionale Pugliese si svolgerà al Teatro Margherita. A quasi 40 anni dalla sua scomparsa (2 agosto 1976) al grandissimo regista austro-ungarico Fritz Lang, nato a Vienna il 5 dicembre 1890, emigrato nel 1933 in Francia e dal 1934 negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo dopo aver realizzato in Germania i suoi primi grandi capolavori, verrà dedicata una retrospettiva pressoché completa dei suoi film europei e americani, curata da Felice Laudadio e dal regista, critico e storico del cinema Carlo di Carlo e realizzata con la collaborazione della Cineteca di Bologna e della Cineteca Nazionale, oltre che delle Teche RAI. Considerato “il simbolo stesso del cinema” (Jean-Luc Godard), “il più grande maestro del cinema tedesco (Sandro Bernardi), dal 1919 al 1960 Fritz Lang ha girato 15 film muti (i primi due sono andati perduti) e 27 sonori. Ha attraversato il melodramma, le avventure da feuilleton, la storia edificante, la leggenda, la fantascienza, lo spionaggio, il poliziesco talvolta psicoanalitico, la commedia musicale e non, la testimonianza sociale, il western, il film resistenziale o di guerra, ma “la sua ricca personalità e la complessità della sua opera impediscono di schedare il regista sotto una semplice etichetta” (Lotte Eisner). “Lo stile di Fritz Lang? – si chiede François Truffaut – In una sola parola: inesorabile. Ogni inquadratura, ogni movimento di macchina, ogni immagine, ogni spostamento d’attore, ogni gesto ha qualcosa di decisivo e di inimitabile”. A Francesco Rosi, al suo cinema sempre così attuale, é dedicato il Bifest 2015 che oltre a proiettare le sue opere e tributargli la mostra presso la Sala Murat in piazza del Ferrarese proporrà interviste e documenti d’epoca. In programma infatti, “Memoria del cinema italiano. Intervista a Rosi” di Carlo Lizzani, Trent’anni dopo “La terra trema” dove Rosi ricorda la sua prima importante esperienza professionale al fianco di Visconti, il documentario di Gianni Minà del 1997 e “A sud di Eboli. Viaggio nel cinema di Francesco Rosi” di Aldo e Antonio Vergine a cura di Tullio Kezich che così parlava del “Professore” (come era chiamato a Cinecittà):
Bifest 2015: le mostre
“Dobbiamo proprio a Rosi di aver portato il cinema sul sentiero giusto, di averci chiarito le idee, costringendoci a considerare la realtà dei fatti al di là delle deformazioni romanzesche e delle versioni ufficiali, di averci allenato al dubbio e alla vigilanza. Questo è ciò che fa un maestro e questo ha fatto per tutti noi Rosi attraverso il suo cinema [...]”
Vittorio Zenardi
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Aleardo Paolucci il pittore di Pienza: Omaggio al pittore del Novecento “Aleardo Paolucci il pittore di Pienza: Omaggio al pittore del Novecento. Il Comune di Pienza in collaborazione con Fabbriceria, familiari e gli amici, aprirà il 21 marzo la mostra retrospettiva in omaggio ad Aleardo, ricordando il suo impegno artistico e civile durato tutta la sua vita a favore della Città di Pio II”. La città di Pienza ricorda la figura di Aleardo Paolucci, l’illustre figlio della sua amata e declamata terra: la Val d’Orcia, in cui lui si riflette specularmente attraverso la originale e apprezzata creatività pittorica. Paolucci con le sue opere fa conoscere ad un vasto pubblico la sua originale visione dell’habitat naturale ed umano della inviolata e per lui inviolabile realtà preservata in Val d’Orcia attraverso il suo codice cromatico ed espressivo. La sua tavolozza, ricca di colori tenui ed evanescenti sono un saggio della liricità che media l’amore verso la sua terra. Il suo intento é quello di condividere il vero senso di questi luoghi, di svelarne l’intima anima all’universo mondo. Intende forse offrire il suo punto di vista e accompagnarci lungo la visitazione delle sue opere, prendendoci per mano, indicandoci l’ideale traiettoria. L’uso sapiente della sua rigorosa prospettiva, permeata da elementi artistici rinascimentali agevola lo sguardo dell’osservatore che rimane estasiato da tanta bellezza da “perdersi a guardare”. Ritornare a essere se stessi, trovando la sensibilità per entrare in simbiosi con l’universo d’Orcia, per abbandonarsi all’asseità in totale osmosi con la natura. L’idem sentire l’atmosfera della Val D’Orcia e delle relativa affinità culturali di Paolucci Aleardo con Mario Luzi é avvalorato da sue opere collegate a due poesie contenute nello splendido catalogo “La parola segnata” - Luzi e gli amici pittori” pubblicato in occasione di una mostra realizzata a Pienza nel 2001. Vittorio Zenardi
Bifest 2015: Humandroid Presentato nella sezione Eventi speciali/Anteprima internazionale di mezzanotte, Humandroid (Chappie), é la versione cinematografica del cortometraggio Tetra Vaal del 2004, scritto e diretto dallo stesso Neill Blomkamp (District 9, Elysium). Il regista sudafricano, con questo nuovo action sci-fi, ci porta in un imminente futuro dove le forze di polizia sono affiancate nella lotta contro il crimine da efficientissime pattuglie di droidi create dalla Tetravaal azienda a cui capo troviamo Michelle Bradley, interpretata da una convincente Sigourney Weaver. L’ideatore di questi droidi, il giovane genio Deon Wilson (Dev Patel, The Millionaire) aspira a creare la prima intelligenza artificiale senziente e dotata di coscienza in grado di far provare le stesse emozioni della mente umana. Il suo sogno si realizza quando installa, in un droide destinato alla rottamazione, il software che ha recentemente sviluppato per questo scopo. Nasce così Chappie, che come un bambino dovrà aprirsi alla vita e affrontare il mondo che lo circonda. Tutto si complica però quando Chappie cade nelle mani di Ninja (Watkin Tudor Jones) e Yolandi (Yolandi Visser), due gangster di basso livello, EX musicisti, che desiderano utilizzarlo per intenti criminali. I due sono interpretati dai componenti del duo rap-rave DIE Antwoord, e portano i loro nomi originali anche in scena. In molti cercano Chappie e non certo con buoni intenti, fra questi Vincent Moore (Hugh Jackman) ingegnere ed EX soldato, contrario all’idea dell’intelligenza artificiale, che vede il progresso di Chappie come un pericolo per la razza umana. La sfida che si innescherà fra le varie forze in campo terrà banco per tutta la durata del film. Bisogna dire che se il tema, che già altre volte é stato affrontato in campo cinematografico, non risulta scontato e “già visto”, lo si deve all’ottima sceneggiatura che Blomkamp ha scritto con la moglie Terri Tatchel. La scelta di mostrare una forma di vita artificiale in grado di interpretare i sentimenti umani con una precisa integrità morale, spesso assente nelle varie umanità che vediamo nel film, si dimostra vincente. Come quella di un montaggio serrato, accompagnato da una potente ed adrenalinica colonna sonora composta da Hans Zimmer. I progressi fatti dalla CGI (acronimo di Computer Generates Imagery) ossia immagini generate con computer grafica 3D, sono qui mostrati in tutta la loro potenzialità grazie anche a l’ottimo lavoro che Sharlto Copley ha fatto sul protagonista Chappie. Un’opera ben congegnata, che ripropone il complesso rapporto uomo/macchina con uno sguardo mai banale. Nelle sale italiane dal 9 Aprile 2015. Vittorio Zenardi
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libri “Divagazioni”: presentazione del libro di Marco Pomponi E’ stato presentato ieri pomeriggio al Circolo Due Ponti Sporting Club di Roma il primo libro di Marco Pomponi dal titolo “Divagazioni”. Edito dal Centro Editoriale Toscano, il volume è una raccolta di poesie, scritti e pensieri che Pomponi, veterano istruttore di nuoto presso il Circolo, ha composto dedicandoli alla sua famiglia, ai suoi allievi e alle persone a lui più care. E sono proprio le figure familiari a ispirare per prime l’autore: la mamma, la moglie, la figlia. Pagine che raccontano frammenti della sua vita quotidiana vissuta accanto a loro: dalle rime scritte per la mamma, donna sempre presente e insostituibile, a quelle piene di amore rivolte alla moglie e alla figlia di sette anni. Ma a Pomponi stanno a cuore anche i suoi allievi, vale a dire i ragazzi che da tanti anni allena in piscina ogni giorno con impegno e dedizione. Per loro ha scritto componimenti tutti divertenti e piacevoli da leggere. Durante la presentazione del libro sono intervenuti Pietro Tornaboni, Presidente del Circolo Due Ponti Sporting Club; Francesca Russo, docente universitario; Giancarlo Mingoli, giornalista Rai.
Margherita Villa
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