Greta Edizioni
con un racconto di
Davide Barilli
Paolo Simonazzi Mantua, Cuba
In memoria di Velmore Davoli En memoria de Velmore Davoli
Tutte le fotografie di questo libro sono state scattate nel novembre 2015 a Mantua (Cuba) Todas las fotografĂas de este libro fueron tomadas en noviembre de 2015 en Mantua (Cuba)
Ringraziamenti
Un pensiero desiderante, affinchè
Enrique Pertierra e la sua famiglia per l’acco-
Oscar Bizzarri, Vittorio Bocchi, Nerina Bona-
possa trasformarsi dall’astrazione di un’idea
glienza come ospiti privilegiati nella propria
cini, Marco Bonazzi, Stefania Boni, Roberto
in una realizzazione concreta di un progetto
casa a Mantua.
Borroni, Cecilia Bottoni, Vanni Buttasi, Massi-
fotografico–letterario, richiede, oltre ad una
Lo staff di BAG Gallery nelle persone di
miliano Camellini, Ilaria Campioli, Arassay Car-
grande passione, il supporto indispensabile di
Christina Magnanelli Weitensfelder, Andrea
ralero, Domenico Capolongo, Loretta Caprari,
competenze tecniche, di risorse economiche e
Tinterri, Stefania Dottori, Nicola Pinazzi per la
Silvia Cavalchi, Antonella Cipressini, Mike
soprattutto la partecipazione affettuosa di tante
fiducia incondizionata e per il grande lavoro
Corradi, Pietro De Martin, Marina Di Pellegri-
persone.
profuso.
ni, Pierpaolo Dolci, Chiara Donelli, Gianfranco
Gli Autori desiderano pertanto ringraziare in
Gli Autori desiderano inoltre esprimere il pro-
Claudio Feruglio, Filippo Formentini, Gianni
modo particolare:
prio sentimento di gratitudine a chi, in tempi e
Gagliardi, Silvano Ghinolfi, Pierluigi Grana,
l’Ambasciata d’Italia a Cuba nelle persone
forme differenti, ha manifestato la propria ami-
Liliana Iori, Leonello Guidetti, Giuseppe Leu-
dell’ambasciatore Carmine Robustelli, del con-
cizia e generosità, comprendendo fra costoro
rini, Giordano Longoni, Claudio Lugli, Filippo
sigliere Tancredi Francese e del funzionario
anche chi, con suggestioni e memorie, ha dato
Madio, Graziano Mangoni, Damiano Masetti,
del Ministero degli Affari Esteri e della Coope-
un contributo (persino a propria insaputa) alla
Luca Melloni, Erio Mazzoli, Gioia Minuti, Elena
razione Internazionale Cinzia Rizzotti, per l’at-
realizzazione del progetto:
Montecchi, Pierluigi ‘Pedro’ Mori, William Neri,
tenzione, i consigli ed il sostegno istituzionale.
Gianluca Alberti, Antonella Armani, Tiberio
Claudio Rinaldi, Stefano Scansani, Carolina
E, allo stesso modo, la sede avanera della So-
Artioli, Vasco Ascolini, Luciano Barilli, Kevin
Simonazzi, Roberto Simonazzi, Virginia Simo-
cietà Dante Alighieri, nella persona del direttore
Bartoli, Renzo Bartoli, Roberto Bartoli, Stefa-
nazzi, Roberto Speciale, Franco Verrini, Carlo
Maurizio Capuano e del suo staff.
no Bartoli, Claudio Bazzani, Daniele Biancardi,
Zanichelli.
Falconi, Giampiero Fasoli, Stefano Ferrarini,
Agradecimientos
Un pensamiento deseante, a fin de
Enrique Pertierra y su familia por haber nos
Oscar Bizzarri, Vittorio Bocchi, Nerina Bonacini,
que se pueda transformar de una abstración
hospedado de forma especial en su casa en
Marco Bonazzi, Stefania Boni, Roberto Borro-
de una idea a una realización concreta de un
Mantua.
ni, Cecilia Bottoni, Vanni Buttasi, Massimiliano
proyecto fotográfico-literario, requiere además
El staff de BAG Gallery en las personas de
Camellini, Ilaria Campioli, Arassay Carralero,
de una gran pasión, el sosten indispensable de
Christina Magnanelli Weitensfelder, Andrea
Domenico Capolongo, Loretta Caprari, Silvia
competencias tecnicas, de recursos economi-
Tinterri, Stefania Dottori, Nicola Pinazzi por la
Cavalchi, Antonella Cipressini, Mike Corradi,
cos y sobre todo la participación afectuosa de
confianza incondicionada y por el gran trabajo
Pietro De Martin, Marina Di Pellegrini, Pierpao-
muchas personas.
prodigado.
lo Dolci, Chiara Donelli, Gianfranco Falconi,
Los autores desean por lo tanto agradecer de
Los autores desean expresar además su pro-
Feruglio, Filippo Formentini, Gianni Gagliardi,
manera particular:
prio sentimiento de gratitud a quien, en tiempos
Otello Ghillani, Silvano Ghinolfi, Pierluigi Gra-
el embajada de Italia en Cuba en las personas
y formas diferentes, ha manifestado su amistad
na, Leonello Guidetti, Liliana Iori, Giuseppe
de l’ambajador Carmine Robustelli, del conse-
y generosidad; eso incluiendo entre estas per-
Leurini, Giordano Longoni, Claudio Lugli, Fili-
jero Tancredi Francese y de la funcionaria del
sonas quien, regalandonos sugestiónes y me-
ppo Madio, Graziano Mangoni, Damiano Ma-
ministerio de relaciones exteriores y de la co-
morias ha dado contribución (hasta sin saberlo)
setti, Luca Melloni, Erio Mazzoli, Gioia Minuti,
operación internacional Cinzia Rizzotti , por el
a la realización del proyecto:
Elena Montecchi, Pierluigi ‘Pedro’ Mori, William
actención , los consejos y el sostén institució-
Gianluca Alberti, Antonella Armani, Tiberio
Neri, Claudio Rinaldi, Stefano Scansani, Ca-
nal. Y de igual forma, la oficina habanera de la
Artioli, Vasco Ascolini, Luciano Barilli, Kevin
rolina Simonazzi, Roberto Simonazzi, Virginia
sociedad Dante Alighieri, en la persona del di-
Bartoli, Renzo Bartoli, Roberto Bartoli, Stefa-
Simonazzi, Roberto Speciale, Franco Verrini,
rector Maurizio Capuano y sus colaboradores.
no Bartoli, Claudio Bazzani, Daniele Biancardi,
Carlo Zanichelli.
Giampiero Fasoli, Stefano Ferrarini, Claudio
Con il patrocinio di Con el patrocinio de
Paolo Simonazzi Mantua, Cuba con un racconto di con un relato de Davide Barilli
un’introduzione di una introducción de Andrea Tinterri Greta Edizioni
Introduzione Andrea Tinterri
Perché iniziare con un’intervista? Pro-
progetti di cooperazione internazionale. Mi ave-
progetto. Un prologo di cui, nello scorrere delle
babilmente per il semplice motivo dell’imme-
va parlato di questo posto all’estrema periferia
fotografie, non si sente l’eco diretto. C’è solo
diatezza del mezzo, per introdurre senza frain-
di Cuba che visitò nel 1999, per una missione
un’immagine di una targa a ricordo della mis-
tendimenti quello su cui le immagini andranno
umanitaria, in collaborazione con la regione
sione del 1999, un piccolo rettangolo con sfon-
ad insistere. È una storia complessa quella del
Emilia Romagna e con il comune di Reggio
do bianco appeso nell’ospedale locale. Ma è la
progetto Mantua, Cuba che il fotografo Paolo
Emilia. Al suo ritorno a casa mi disse che avrei
sedimentazione del ricordo a creare una base
Simonazzi e lo scrittore Davide Barilli hanno
dovuto essere lì con lui per scattare qualche fo-
programmatica su cui lavorare e ritrovare, in un
voluto raccontare.
tografia. Il racconto del viaggio mi aveva incu-
luogo intimamente mitico, un sentimento che
La complessità non è solo del percorso in sé,
riosito a tal punto che mi strappò la promessa
tutto riavvolge, chiarendo la direzione del rac-
ma in quello che precede, nelle motivazioni e
di ritornare insieme in quel posto. Era estate,
conto.
nell’iter che il lavoro, per essere tale, ha dovuto
eravamo ad una serata della Festa dell’Unità
«Il progetto ha stanziato nella mia mente per
compiere. Nella trasformazione dell’intenziona-
a Reggio Emilia, quando ancora si chiamava
anni, fino a quando, nel 2012, ho conosciuto
lità in viaggio e nell’elaborazione del viaggio in
così. Il tredici novembre dello stesso anno Vel-
lo scrittore Davide Barilli che ha avuto un ruo-
scrittura contaminata: parola-immagine; imma-
more partì per una nuova missione in Kosovo;
lo fondamentale nella genesi di questo lavoro.
gine-parola. È questo il motivo per cui è neces-
l’aereo su cui si trovava precipitò, senza lascia-
Davide ha un rapporto confidenziale con Cuba,
sario partire dall’inizio, da quando non esisteva
re superstiti. Da allora ho sentito il desiderio di
frequenta spesso l’isola mantenendo un ruolo
ancora nulla, se non qualche coincidenza, for-
andare in quel luogo della periferia cubana, di
attivo di narratore e, al contempo, di ‘agente
se non casuale.
cui, in realtà, avevo solo il ricordo vago di un
culturale’. Gli ho confidato il mio desiderio di
«Mantua è per me un ricordo da non dimenti-
racconto di viaggio.»
un progetto fotografico su Mantua e, dopo un
care, è la memoria di un amico impegnato in
è questo l’indispensabile prologo affettivo del
tempo piuttosto lungo e grazie ad alcune coin-
6 7
cidenze fortunate, sono riuscito a convincerlo
cina il territorio ad un’antica tradizione italiana.»
ferenza modificando il senso sintattico del tut-
a collaborare nella costruzione del percorso.
A questo punto mancava il nesso, il rappor-
to. Basterebbe soffermarci sull’immagine con-
Grazie a Davide ci siamo messi in contatto con
to che potesse coniugare due situazioni, due
clusiva: l’unica fotografia in notturna, seggiole
Enrique Pertierra: un personaggio straordinario
prospettive, piuttosto diverse. Mancava l’unità
all’interno di uno spazio dai colori bianco, rosso
che sembra uscito da un libro di Marquez. È lui
narrativa.
e verde. Un rimando diretto, un’ autocitazione,
lo studioso che ci ha ospitati nella sua casa a
«Vicino a dove eravamo alloggiati abbiamo tro-
anche ironica, di Bell’Italia, in un gioco di echi
Mantua.»
vato un edificio in abbandono, quasi completa-
nascosti dalla distanza oceanica.
Ma il filo rosso che avrebbe dovuto tenere in-
mente diroccato, su cui compariva una scritta:
«Questo progetto continua il mio lavoro sui
sieme i diversi fotogrammi non aveva coordina-
bar del olvido. Davide mi guarda e mi chiede:
piccoli mondi, sulla provincia come condizio-
te predefinite. Da una parte c’era la necessità
“Tu sai che cos’è l’olvido? È il sentimento del-
ne dello spirito. Leonard Cohen sostiene che
emotiva di vedere e fotografare uno spazio,
la dimenticanza.”. È stato a quel punto che ho
quando un autore compone una canzone, com-
dall’altra, l’approfondimento storico e leggen-
capito come avrei impostato il lavoro. Da quel
pone sempre quella canzone. In effetti anche a
dario che nel tempo Paolo e Davide erano
momento ho iniziato a ragionare su questo tipo
Mantua ho ritrovato atteggiamenti simili a luo-
andati studiando, aveva riportato alla luce un
di sentimento, sulla dimenticanza, su quello
ghi distanti nello spazio, che avevo preceden-
interessante legame tra Mantua e l’Italia. Un
che poteva significare in quello spazio. Una
temente fotografato.
rapporto presunto, ma supportato da alcuni dati
progettualità che mi consentiva di restituire il
Ho scoperto i simboli che hanno caratteriz-
e sollecitazioni che potevano bastare per dare
ricordo dell’amico Velmore, che credo si pos-
zato la cultura e l’educazione di quel paese. I
adito ad ipotesi più o meno fantasiose.
sa considerare un eroe dai più dimenticato e,
simulacri della rivoluzione cubana non hanno
«La leggenda vuole che Mantua sia stata fon-
contemporaneamente, di lavorare sulla storia e
la stessa forza di quelli che si possono trovare
data da cittadini italiani. Una delle prove è la
sulla leggenda di un luogo ai confini del mon-
a L’Avana, dove appaiono più incisive le testi-
presenza di cognomi italiani, per lo più genove-
do.»
monianze dirette. A Mantua sembra tutto filtra-
si come Pittaluga, fra gli abitanti del paese. La
E il racconto prende forma. Anzi, forse, cono-
to dalla distanza temporale e geografica. È un
versione più verosimile vorrebbe che Mantua
scendo la produzione precedente di Paolo Si-
luogo ancora protetto e lontano dall’apertura
fosse il nome di un brigantino affondato nelle
monazzi (Bell’Italia, Cose ritrovate, Mondo Pic-
cubana all’occidente. Non credo sia un caso
acque caraibiche nel seicento. Alcuni dei so-
colo, Tra la via Emilia e il West) possiamo dire
che il colore che più caratterizza questo pro-
pravvissuti potrebbero essersi insediati nell’at-
che la narrazione semplicemente prosegue
getto sia l’azzurro. Goethe scriveva: “L’azzurro
tuale cittadina e fondato una comunità. Un altro
spostandosi più a Sud, ma rimanendo fedele
è tra i colori del lato del meno, dispone a uno
aspetto piuttosto curioso è che a Mantua, unica
alla ricerca di microcosmi, luoghi periferici con-
stato di inquietudine, di tenerezza e nostalgia,
cittadina di tutta Cuba, viene praticato il culto
servati nella loro integrità e onestà intellettuale,
è il colore più luminoso che porta con sé qual-
della Madonna della Neve, altro dato che avvi-
all’attenzione per quei dettagli che fanno la dif-
cosa di scuro.”»
Introducción Andrea Tinterri
¿Por qué iniciar con una entrevista?
hablado de este lugar periférico de un extre-
sar las fotografías, no se siente el eco directo.
Probablemente por el simple motivo de la in-
mo de Cuba, que visitó en 1999 por una mi-
Hay solo la imagen de una tarja como memoria
mediatez del género, para introducir sin mal-
sión humanitaria, en colaboración con la región
de la misión del Año 1999, un pequeño rectán-
entendidos aquello sobre lo cual las imágenes
italiana Emilia Romagna y el ayuntamiento de
gulo de fondo blanco colgado en el hospital de
insistirán. Es una historia compleja la del pro-
Reggio Emilia. De vuelta a casa me dijo que
la comunidad. Pero es la sedimentación del
yecto Mantua, Cuba, que el fotógrafo Paolo Si-
yo debía haber estado allí para hacer algunas
recuerdo la que crea una base programática
monazzi y el escritor Davide Barilli han querido
fotografías. El relato del viaje me había dado
sobre la cual trabajar y encontrar, en un espa-
contar. La complejidad no está dada solo por el
tanta curiosidad que me arrancó la promesa de
cio íntimamente mítico, un sedimento que hace
recorrido en sí, sino por los antecedentes del
regresar juntos a ese sitio, para sacar alguna
retornar todo, mientras se aclara la dirección
mismo; por las motivaciones y el itinerario que
imagen. Era verano, estábamos una noche en
del relato.
el trabajo, para ser tal, ha tenido que seguir;
la Festa dell’Unità de Reggio Emilia, cuando to-
«El proyecto se estacionó en mi mente por
por la transformación de la intención en viaje,
davía se llamaba así. El trece de noviembre del
años, hasta que en el 2012 conocí al escritor
y del viaje en escritura contaminada: palabra-
mismo año Velmore partió de nuevo para una
Davide Barilli, quien tuvo un rol fundamental en
imagen; imagen-palabra. He aquí la razón por
misión, a Kosovo; el avión sobre el que volaba
la génesis de este trabajo.
la cual es necesario partir desde el inicio, cuan-
se precipitó sin dejar supervivientes. Desde en-
Davide, por su parte, mantiene una relación
do aún no existía nada, a parte de alguna coin-
tonces tuve el deseo de ir a aquel sitio de la pe-
confidencial con Cuba, frecuenta a menudo la
cidencia, tal vez no casual.
riferia cubana, del cual, a decir la verdad, tenía
Isla, y no solo la hace parte de sus textos, sino
«Mantua es para mí un recuerdo inolvidable,
solo el recuero de un relato de viaje.»
que allí se desempeña también como ‘agente
es la memoria de un amigo ocupado en progra-
Este es el indispensable proemio afectivo de
cultural’. Le confié mis deseos de fotografiar
mas de cooperación internacional. Me había
nuestra empresa. Un preámbulo del que, al pa-
Mantua y, después de un tiempo más bien
8 9
prolongado y gracias a unas cuantas coinci-
tigua tradición italiana, es el culto a la Nuestra
y honestidad intelectua, a la atención a los de-
dencias afortunadas, pude convencerlo para
Señora de las Nieves, que en Cuba se efectúa
talles que hacen la diferencia, que corren los
que colaborara en la construcción de la trave-
solo en el pueblecito de Mantua.»
acentos y modifican la sintaxis del todo. Basta-
sía. Gracias a Davide contactamos con Enri-
Llegados a este punto faltaba el nexo, la re-
ría detenerse en la imagen final: la única foto-
que Pertierra: un personaje extraordinario que
lación que pudiera unir dos situaciones, dos
grafía nocturna, sillas dentro de una habitación,
parece salido de un libro de García Márquez.
perspectivas, un tanto divergentes. Faltaba la
los colores blanco, rojo y verde. Un reclamo di-
Fue Pertierra quien nos hospedó en su casa
unidad narrativa.
recto, una auto citación, irónica, de Bell’Italia,
de Mantua.»
«Cerca de la zona donde nos hospedamos vi-
en un juego de ecos escondidos por la distan-
Pero el hilo rojo que debía entretejer los diver-
mos una edificación abandonada, casi comple-
cia oceánica.
sos fotogramas no tenía coordenadas predefi-
tamente destruida, en la cual aparecía el rótulo:
«Este trabajo es una continuación de los an-
nidas. Por una parte estaba la necesidad emo-
bar del olvido. Davide me mira y pregunta: “¿Tú
teriores sobre pequeños mundos, sobre la
tiva de ver y hacerle fotos a un espacio; por
sabes qué es el olvido? Es el sentimiento de la
provincia como condición del espíritu. Leonard
otra, la profundización histórica y legendaria
desmemoria.” Fue en ese momento que com-
Cohen sostiene que cuando un autor compone
que Paolo y Davide realizaron, hizo emerger un
prendí cómo debía plantearme la faena. Desde
una canción, compone siempre aquella can-
interesante vínculo entre Mantua y Italia. Una
entonces comencé a razonar sobre este tipo
ción. En efecto, también en Mantua encontré
relación presumible, respaldada por algunos
de sentimiento, sobre el olvido y lo que podía
sitios similares a otros que había fotografiado
datos y requerimientos que podían bastar para
significar en aquella geografía. Una proyectiva
antes.
dar riendas a teorías más o menos científicas
que me consentía restituir el recuerdo del ami-
Descubrí los símbolos que han caracterizado
o fantasiosas.
go Velmore – quien creo puede considerarse
la cultura y la educación de los mantuanos.
«La leyenda reclama que Mantua haya sido
un héroe relegado – y, simultáneamente, tra-
Los influjos que rigen la vida de La Habana no
fundada por ciudadanos italianos. Una de las
bajar con la historia y la leyenda de un lugar de
llegan del mismo modo a este pueblecito de
pruebas es el testimonio de apellidos italianos
los confines del mundo.»
Pinar del Río. En Mantua parece todo filtrado
– por ejemplo, el genovés Pittaluga – de los ha-
El relato tomó forma. Más bien, quizás, co-
por la distancia temporal y geográfica. Está to-
bitantes de la localidad. La versión más verosí-
nociendo la producción precedente de Paolo
davía protegido y lejano de la apertura cubana
mil quisiera que Mantua fuese el nombre de un
Simonazzi (Bell’Italia, Cose ritrovate, Mondo
a Occidente. No creo que por azar el color que
bergantín hundido en las aguas caribeñas ha-
Piccolo, Tra la via Emilia e il West ), podamos
caracteriza este proyecto sea el azul. Goethe
cia en el siglo XVII. Algunos de los sobrevivien-
decir que la narración simplemente prosigue
escribía: “El azul está entre los colores del lado
tes pudieron asentarse en el actual poblado
apartándose un poco al Sur – aunque fiel a las
del menos, dispone a un estado de inquietud,
y fundar una comunidad. Otro elemento, más
búsquedas de microcosmos, pequeños pobla-
de ternura y nostalgia, es el color más luminoso
bien curioso, que acerca el territorio a una an-
dos que la leyenda conserva en su integridad
que lleva consigo algo de oscuro.”»
10 11
Il bar della dimenticanza Davide Barilli
Qui la polvere del tempo è un sole
per pensare. Basta rovistare fra i fogli ingialliti
È una stradina in discesa, sempre bagnata
sghembo che comincia molto lontano. Da
della memoria, frugare negli archivi. Non è una
a causa dei rigagnoli che confluiscono fin lì,
un epos remoto, nelle vertigini della storia.
caccia al tesoro. Solo un tentativo di dar forma
come la parodia del delta di un fiume insensa-
è il cozzo di un fasciame di legni ingrommati
a un mistero. A meno di non voler cedere all’il-
to. Quando piove, dalla terra battuta si alza un
di pece contro gli scogli a dare il via a tutto.
lusione; dar credito a un sogno che si fa ipote-
odore strano, di pozzanghere impolverate.
Onde che sballano una rotta, facendone una
si irreale. Ancor più semplice farsi bastare le
Fuori dal bar, seduto su un dondolo, c’è un
peripezia geografica che unisce due città. è
suggestioni, fermandole in un taccuino o in un
uomo dal petto ampio che indossa stivaloni di
una storia che arriva dal mare, questa. Ed è
clic: immagini spurie che possano assumere la
gomma larghissimi. Tutto in lui sembra esage-
persino una storia indiziaria, dunque proprio
parvenza di un reportage da una leggenda. Ma-
rato. Sul viso i segni del vaiolo smuovono un
per questo fallace. Fatta di coincidenze più
gari partendo da un nome, dal bar dell’olvido, il
pallore giallastro, anomalo in queste latitudini.
che di verità. Non è facile andare incontro
bar della dimenticanza. Una bussola immobile
A giudizio di coloro che lo conoscono intima-
all’ombra di una leggenda. Il minimo che
intorno a cui costruire una mappa immaginaria,
mente due sono le principali virtù di Romualdo
possa accadere è scivolare nella sua trappola.
scegliendo poi di farne parte. Si sono accese
Pereda: i segreti della sua vita, da lui protetti
Mantua (Cuba), novembre 2015
le luci sopra l’insegna. Sono lampadine fioche
come fossero sogni immortali e la sofferenza
che ballonzolano sul filo come falene impazzite.
interiore di cacciatore di memorie impossibili.
C’è una nave fasciata di legno e pece. C’è un
Ma bastano per intravedere la scritta a mano
Da troppi anni Romualdo Pereda passa gran
nome. C’è una chiesa intitolata alla Madonna
che sovrasta un cubo di cemento verniciato di
parte del suo tempo a cercare di rendere com-
della Neve. E marinai venuti chissà da dove.
azzurro, reso stinto dal tempo come una nuvola
provata l’onestà di una leggenda che gli aveva
Quaggiù, fra le palme reali. Un pantheon sbri-
sparpagliata dal vento. Al bar dell’olvido vanno
raccontato un pescatore della scogliera.
ciolato. Pedine di un domino impazzito. Un gio-
in pochi. E tutti quei pochi conoscono a memo-
«è vero, Mariachi, ricordi cosa ci diceva il vec-
co storto cresciuto nella testa di chi ha tempo
ria il percorso. Comincia da calle de Céspedes.
chio Pittaluga?»
«Chi, il genovese che viveva tra le rocce del
sudato, le gambe secche infilate negli stivali da
a raccogliere indizi, insieme allo studioso che
mare?»
rodeo. Pronto a difenderla un’altra volta, che
vive nella casa colonica dalle pareti azzurre.
«Si, proprio lui.»
nessuno ormai ci pensa più a questa leggenda
Entrambi sanno bene che per tanti non c’è mai
Pittaluga che gli insegnò a muoversi come un
ubriaca. Si ritrovano li, fra le ombre stanche del
stata una verità in questa storia fatta di cianfru-
rabdomante marino fra gli scogli taglienti.
bar dell’olvido, ad ascoltare un vecchio che cre-
saglie ossidate. Ma solo un’idea a cui credere.
«Il corallo è un pugnale invisibile, ha fatto più
de di avere verità in tasca.
Qui la gente ha altro per la testa, in un paese
vittime lui che tutti gli assassini della storia
Romualdo è appena tornato dalle rocce spigo-
isolato da tutto che dista un tiro di fucile dal-
umana.», gli raccontava sotto il sole cocente.
lose di Arroyo, la playa dove i corvi invadono la
la costa americana. Ma a loro piace sentirsi
Morto da un pezzo, povero cristo. Sottoterra,
distesa di sassi in attesa che i pescatori gettino
imperterriti e imperfetti, stringendosi intorno a
dentro una tomba bianca tirata a calce veloce,
carcasse di pesci immangiabili.
questo sogno. Cosa ci vuole a credere che le
identica alle altre del camposanto, «Così sono
Della sua carriera di macchinista sulle navi
cose siano andate in un certo modo? è la loro
tutti uguali», racconta come un mantra José il
mercantili c’è poco da dire: gli sono rimasti fogli
Cuba, lontanissima dai sogni. Eppure originata
custode che vende sigari da strapazzo ai pochi
ingialliti che testimoniano di viaggi sulle coste
da un sogno.
turisti che si avventurano fin quaggiù; oppure
uruguagie e consegne di pacchi imballati con
Lui e Ramirez, lo studioso, si ritrovano nel giar-
tabacco da arrotolare che lui dice di ricevere,
foglie di banano, alle isole di San Blas, verso
dino di banani. Fumano un po’. Poi si coricano
ancora fresco, da un cugino che lavora alla fin-
Panama. Anche lui ha deciso di invecchiare
nel letto grande, cercando refrigerio dal caldo
ca Robaina di San Louis.
qui, en el fin del mundo de la Isla.
tropicale nei giochi di ombre delle porte screpo-
è un giro fra catafalchi di polvere, questo. Cocci
Ormai è fatto dei suoi racconti e gli altri sem-
late e nel ronzio del ventilatore.
di vetro e sentieri di terra battuta, in un piccolo
brano quasi credergli. Smuove le anime con il
Stanno lì in silenzio, a guardare le macchie sul-
labirinto bianco che racchiude refoli di memoria.
suo reliquiario di sacralità laica. È un teatrino di
le pareti che disegnano mappe di paesaggi sor-
Sta per arrivare Mariachi. Con il suo sombrero
sipari divenuti storia immobile, il suo. Si diverte
prendentemente preda di un ordine misterioso.
Davide Barilli, Enrique Pertierra
12 13
Ascoltano la goccia del rubinetto che cadenza
teatrino disabitato, memoria di un’infanzia che
legno basse e colorate, dalle piccole finestre,
il loro far nulla.
non esiste più.
simili a tabernacoli. Le aveva messo in tasca
Verso sera fanno strani discorsi, a torso nudo,
C’è un altro bar aperto 24 ore, lo gestisce la
tutti i soldi che aveva. Una manciata di monete
bevendo rum di terz’ordine, come se l’ammaz-
nipote dell’unica donna che Pereda ha amato.
che valevano più di una promessa. María De
zare il tempo in quel paese dimenticato da dio
È in fondo a calle Miró, una strada buia che non
Las Nieves era rimasta a bocca aperta. Erano i
fosse un mezzo per accostarsi all’eternità.
porta da alcuna parte. Come si chiama il bar?
primi soldi che vedeva in vita sua. Quel giorno
Romualdo Pereda anche stavolta è tornato con
Un bar, risponde la ragazza sgranocchiando
credette di amarlo. E lui, chiedendole come mai
la rete vuota.
una barretta di maní sul dondolo.
l’avevano battezzata con quel nome, conobbe
è convinto che il brigantino sia ancora lì, im-
La ragazza con i capelli neri si ferma e gli rac-
la leggenda a cui ha dedicato tutta la vita.
prigionato tra i coralli neri della barriera. Si è
conta di averlo visto, il cacciatore di storie che
Nella biblioteca i libri sembrano pelli raggrinzi-
tuffato, certo di aver individuato il punto giusto.
girovagava all’alba, con una bottiglia di rum in
te di anziani testimoni. Romualdo Pereda non
Di fiato ne ha ancora tanto, ma quando è risa-
tasca, a torso nudo, in cerca di chissà cosa.
li ama e ne discute spesso con Ramirez, che
lito alla superficie ha pianto come un bambino.
Romualdo la guarda e pensa che quelle lab-
di libri ne ha scritti parecchi. Scrivere, pensa il
A volte ha l’impressione che il brigantino si sia
bra dolci, socchiuse di fronte allo spazio turgido
vecchio marinaio, significa prendere decisioni
dissolto a poco a poco nella sua immaginazione
che c’è fra due parole, possano essere più di
discontinue, deviare dal protocollo, rimettere
fino a trasformarsi in un incubo senza centro.
una somiglianza.
tutto in un punto da cui ripartire, mentre lui ha
Un catafalco di illusioni enorme e minaccioso in
Seduto a un tavolo con un rum da trangugia-
vissuto sempre affrontando di petto le aderen-
cui si muovono ombre che nuotano sott’acqua
re, ascolta la ragazza che parla, imbarcando il
ze e le gobbe della vita, anzi facendosene in-
come pesci imprendibili.
cuore in una navigazione di ricordi che per un
fettare.
Tornando da Arrroyo si è fermato a bere un
attimo lo riporta a un’epoca di passioni lente e
Nella sala di lettura un’inserviente con un grem-
bicchiere di guarapo al Palacio de pioneros,
umide, come se non gli mancasse ancora molto
biule grigio spolvera le scaffalature con un pan-
intitolato a Maximiliano Quintana Silva, un ca-
tempo prima di morire.
no. I dorsi dei libri sembrano sbriciolarsi, ma lui
sermone dal tetto di palma rinforzato da tavole
Chiude gli occhi: il più grande spettacolo lo
osserva Ramirez che riesce miracolosamente
di pino e algarrobo, presepe di legno che sta
dona la memoria. Era sotto il belvedere, pro-
a sfogliare le pagine come fossero ostie. Se ne
in piedi come un castello di carte. Due anziane
tetto dalla statua bianca di Maceo, l’eroe della
sta seduto al tavolo centrale per ore, a torso
custodi dalle gambe ricoperte di vene varicose
rivoluzione baffuto e altero. María De Las Nie-
nudo, a rimuginare su quel brigantino fantasma.
fanno la guardia a quel traballante regno della
ves era arrivata con un vassoio di dolcetti al
sacralità laica.
cocco sciroppati. Avevano camminato fino allo
“I marinai del brigantino Mantua non avevano
Continuano a spolverare, con piume di struz-
spiazzo a forma di ferro di cavallo passando da
la più pallida idea di quale fosse la meta del
zo, gagliardetti e foto ingiallite, miniature di un
una strada in discesa costeggiata da casette di
loro viaggio, sapevano solo che dovevano at-
traversare l’oceano. Il capitano era un uomo di
un sacco, il vescovo si mise a pregare di fronte
ta dall’assenza di senso che quella traversata
poche parole. Di sera, quando il mare si faceva
all’altare, circondato dalle piccole icone della
organizzata dal Duca padano incuteva a tutti i
scuro e diventava un mostro inquietante, si in-
Via Crucis, che aveva allestito in camera da
marinai. Solo il capitano era al corrente del se-
ginocchiava davanti all’immagine della Madre
letto.
greto progetto del Duca padano, ma nessuno
santissima, inchiodata sul ponte di prua come
Per giorni e giorni chi passava davanti alla sua
doveva saperlo”.
una speranza. La polena dell’imbarcazione in-
casa si fece il segno della croce. Anche perchè
dicava la rotta. Anatolli Fiorenzana sentiva la
da quel giorno, la ciguapa smise di fissare le
Una notte, tanti anni prima, María De Las Nie-
brezza fredda della notte come un coltello af-
persone e cominciò a morire.
ves e Romualdo Pereda si giurarono amore
filato. Le vele erano gonfie, la luna rischiarava
Questo fatto lasciò una traccia profonda in Ro-
eterno. Sapeva cucinare il pollo in dieci modi
l’aria e le onde erano una voce misteriosa della
mualdo Pereda. Come se l’apparizione della
diversi, sapeva trovare le erbe aromatiche, co-
interminabile strada d’argento che li separava
ciguapa fosse un avvenimento su cui riflettere.
nosceva le proprietà curative delle foglie ed era
dalla meta...’’
Pensò ancora al brigantino fantasma e si mise
in grado di interpretare i misteriosi echi degli
in testa che forse le cose non erano andate
orisha, nascosti nelle piccole statuette colorate
come gli erano state raccontate.
davanti a cui ogni giorno depositava le offerte.
Un giorno al bar dell’olvido successe un fatto strano. Dietro il mensolone di legno su cui era-
Ma soprattutto lo ascoltava in silenzio. La pri-
no impilate le bottiglie dell’acquavite provenì un
“La polena della Madonna della Neve risplen-
ma volta che si accostò a lei passò la notte a
rumore mai sentito prima. Ingigantiti dal vetro,
deva bellissima come il sole ed elegante come
guardare le stelle sentendo vicino alle costole
comparvero due occhi gialli, enormi, che li os-
la luna. I marinai le erano devoti ed anche se
quel corpo tiepido e sconosciuto. E credette di
servavano. Poco dopo si seppe che la ciguapa
la terra ferma era un miraggio la veneravano
essere felice.
del vescovo era scappata. Nel giardino tutte le
come se il suo profilo di dama delicata fosse
Ma i soldi non bastavano. Romualdo Pereda
gabbie erano chiuse, eccetto quella della gran-
una bussola in grado di garantire la rotta del
dovette partire per le coste uruguagie su un
de civetta tropicale. Trovarono il vecchio vesco-
loro viaggio. Ogni tanto sulla polena si avvin-
cargo che trasportava legname. Il viaggio fu un
vo di Pinar del Rio accasciato su una panca.
ghiavano uccelli di mare. Il capitano Anatolli
lungo letargo di noia sotto un sole vertiginoso
Qualcuno aveva spalancato la gabbia del gran-
Fiorenzana pensava che quell’immagine gli
che cessava solo di notte. Trascorreva il tempo
de uccello dagli occhi gialli, creando uno scom-
ricordava certe misteriose sculture di pietra
guardando la fotografia di María de las Nieves
piglio nel piccolo zoo dell’alto prelato che aveva
che aveva visto sui portali delle chiese del suo
che teneva nel portafogli, percependone stra-
scelto di venire a trascorrere gli ultimi passi del
paese, laggiù nell’Italia assolata e scabra dove
namente l’ombra di un addio.
suo cammino terrreno qui, en el fin del mundo
le lucertole si scaldavano sui sassi odorosi di
Al ritorno lo accolse una pioggia quieta.
de la Isla.
lentischio. La navigazione procedeva lenta e
Il paese sembrava un barcollante balcone sul
Quando gli riportarono la ciguapa, avvolta in
senza intoppi, eppure misteriosamente turba-
nulla, circondato da boschi e acque opache.
14 15
Trovò la casa vuota. María De Las Nieves se
“Arrivò un giorno di tempesta. Il veliero, dal cor-
mai catalogati dai più pignoli degli studiosi. Dal
ne era andata con un commerciante di tabacco
po maestoso e fiero nel mare aperto, diventò
fango, pieno di bolle, fiamme e pietre, come
spagnolo.
una foglia tremante. Gigantesche nuvole scure
un’eruzione vulcanica, si innalzò la polena,
Romualdo Pereda ritirò all’ufficio postale una
e onde spaventose lo avvolsero come un fan-
enorme, ritta come un totem rimasto per secoli
lettera che preferì non leggere.
tasma maligno. All’interno di quel fragile guscio
protetto dagli abissi. Con il volto di María De
Quella sera stessa, al bar dell’olvido, si ubriacò
di legno, i marinai si sentivano senza speran-
Las Nieves che pareva sorridere di tutto quello
bevendo un’intera bottiglia di rum. Poi, calma-
ze. Scolarono tutte le scorte di rum per farsi
che stava accadendo.
tasi la pioggia, si recò con un carretto trainato
coraggio. Ubriachi, preda di una ebbra follia,
Romualdo Pereda si è alzato all’alba. A piedi
da un piccolo cavallo nero, fino alla scogliera di
tutti uscirono sul ponte per pregare davanti alla
si è incamminato verso la strada che porta al
Arroyo. Mise la lettera di María De Las Nieves
polena. Uno a uno gli alberi della nave furono
mare. Ha atteso a lungo prima di incontrare un
dentro alla bottiglia e la scagliò in mare con
spezzati dal vento furioso. I marinai vennero
contadino che gli desse un passaggio su un
tutta la forza che aveva.
ghermiti dalle ondate e travolti dal mare. Anche
carretto trainato dal cavallo.
Oggi al bar dell’olvido, Mariachi racconta di
la polena, colpita da un fulmine, si staccò dalla
Quando arriva alla spiaggia il sole è già violento.
aver incontrato al mercato, vicino al terminal
prora, penzolando pericolosamente come un
Fa qualche passo sulle rocce. Si siede su una
degli omnibus, due stranieri che lo hanno tem-
impiccato. «Nostra Madonna della Neve, soc-
pietra di fronte all’oceano. Decide di aspettare
pestato di domande.
corrici, non ci abbandonare anche tu» gridava-
il buio.
«Erano due tipi curiosi, sembrava che l’unico ar-
no i pochi sopravvissuti. Sul ponte, il capitano
Dietro le ampie scogliere – oltre la chiazza
gomento che li interessasse fosse la fondazione
Anatolli Fiorenzana impartiva ordini a un equi-
composta da pezzi di polistirolo, frasche, gru-
del paese. Volevano sapere se la gente di qui
paggio che non esisteva più, mentre la polena
mi di petrolio e pesci morti – osserva la spoglia
crede ancora alla leggenda del brigantino…»
scompariva inesorabilmente fra le onde’’.
pianura acquea che abbraccia la costa, a per-
«E tu cosa hai risposto?»
dita d’occhio.
«Li ho portati dentro il cimitero a vedere le
La notte successiva Romualdo Pereda dormì
Il mare è opaco, color madreperla. Senza più
tombe dei marinai italiani… Non sembravano
malissimo. Carretti arrugginiti gli cigolavano
incubi.
troppo convinti... Hanno scattato un po’ di foto,
nella testa, come accadeva quando sognava
Pensa che anche domani al bar dell’olvido lo
preso appunti su un taccuino... Poi si sono se-
incubi.
aspetteranno per ascoltare le sue storie. Ma
duti accanto al lungo muro arroventato di sole,
Gli rimase in bocca un sapore di mare marcio. Il
non ha la più pallida idea di cosa racconterà.
con alle spalle gli orti arati di fresco dalla lama
porto, nel sogno, si era svuotato completamen-
Sa soltanto che quando scenderà la notte, di
trainata dai buoi con le corna spezzate.»
te d’acqua e i pesci boccheggiavano disperati.
colpo, tutti i segreti e le verità di cui non verrà
Improvvisamente Romualdo Pereda rompe il
Dal fango altri pesci misteriosi salivano a gal-
mai a capo scompariranno. Come se non fos-
silenzio che si è fatto.
la, pesci mostruosi, mai visti, dai corpi deformi,
sero mai esistiti.
16 17
El bar del olvido Davide Barilli
Aquí el polvo del tiempo es un sol
los folios amarillos de la memoria, hurgar en los
oblicuo que comienza muy lejos. En un epos
archivos. No es la búsqueda de un tesoro. Solo
siempre húmeda, por las zanjas que conflu-
un tentativo de dar forma a un misterio.
yen allí y parodian el delta de un río insensato.
enfrentamiento de un haz de leños embreados
A menos que no se quiera ceder a las ilusio-
Cuando llueve, de la tierra apisonada se alza
contra los arrecifes lo que inició todo. Ondas
nes; dar crédito a un sueño que se convierte
un olor extraño de charcas empolvadas.
remoto, en los vértigos de la historia. Fue el
calle Céspedes, una callecita que desciende,
que entorpecen un rumbo y trazanuna
en hipótesis irreal.Todavía es más simple con-
Fuera del bar, sentado sobre un balance, hay
peripecia geográfica que une dos ciudades.
formarse con las sugestiones, y fijarlas en una
un hombre de pecho amplio que lleva unas
Es una historia que llega del mar, ésta. Una
agenda o en un clic: imágenes espurias que
botas de goma anchísimas. Todo en él pare-
historia de indicios, justo por ello falaz. Hecha
puedan asumir la apariencia de un reportaje o
ce exagerado. Sobre el rostro las marcas de
de coincidencias más que de verdades. No es
una leyenda. Quizás partiendo de un nombre,
la viruela le dan una palidez amarillenta, anó-
fácil ir en busca de una leyenda. Lo mínimo
del bar de la desmemoria, el bar del olvido. Una
mala en estas latitudes. A juicio de quienes lo
que puedeacaecer es resbalar en su trampa.
brújula inmóvil en torno a la cual construir un
conocen íntimamente, dos son las principales
Mantua (Cuba), noviembre, 2015
mapa imaginario. Y después la elección decon-
virtudes de Romualdo Pereda: los secretos
vertirse en parte, ser parte.
de su vida, protegidos como si fueran sueños
Hay una nave cubierta de leños y peces. Hay
Se encendieron las luces sobre el rótulo. Las
inmortales, y el hondo desvelo de cazador de
un nombre. Hay una iglesia dedicada a la
lamparitas débiles se balancean en los cables
memorias imposibles.
Nuestra Señora de las Nieves. Y marineros ve-
como falenas enloquecidas, aunque dejan en-
Hace muchos años Romualdo Pereda pasa
nidos quién sabe de dónde. Aquí, entre las pal-
trever el letrero escrito a mano que domina la
gran parte de su tiempo intentando demostrar
mas reales. Un panteón desmenuzado. Fichas
fachada cuadrada, de un azuldesteñido por los
la veracidad de una leyenda que le contó un
de un dominó fuera de juicio. Un juego sinuoso,
años como una nube difuminada por el vien-
pescador de la costa.
surgido en la cabeza de alguien que tiene tiem-
to. Al bar del olvido van pocos. Y esos pocos
«Es cierto, Mariachi, ¿recuerdas qué nos con-
po para elucubraciones. Basta husmear entre
conocen muy bien el camino. Comienza en la
taba el viejo Pitaluga»
«¿Quién, el genovés que vivía entre las rocas
morias. Está por llegar Mariachi. Con su som-
tido en historia inmóvil. Se divierte recogiendo
del mar?»
brero sudado, las piernas secas en sus botas
indicios, junto al estudioso que vive en la casa
«Sí, él mismo.»
de rodeo. Pronto a defender una vez más su
colonial de paredes azules. Ambos saben bien
Pitaluga le enseñó a moverse como un rabdo-
leyenda, esta ebria leyenda en que ninguno
que para muchos nunca ha habido una verdad
mante marino entre los escollos afilados.
piensa ya. Se reúnen allí, entre las sombras ex-
en esta historia hecha de retazos enmoheci-
«El coral es un puñal invisible, ha dejado más
haustas del bar, a escuchar un viejo que cree
dos. Hay una sola idea en la cual creer.
víctimas él que todos los asesinos de la his-
tener la verdad en el bolsillo.
Aquí la gente tiene otras cosas en qué pensar,
toria de la humanidad.», le contaba bajo el sol
Romualdo acaba de regresar de la explanada
en un lugar aislado de todo, que dista un tiro
que raja las piedras. Muerto desde hace buen
de diente de perro de Arroyo, la playa cuya ori-
de fusil de la costa americana. Pero les gusta
tiempo, pobre Cristo. Bajo tierra, dentro de una
lla invaden las aves en espera de los restos de
sentirse impertérritos e imperfectos, apretán-
tumba blanqueada con rápidos brochazos de
peces que le lanzan los pescadores. De su tra-
dose en torno a este sueño. ¿Qué se necesita
cal, como todas las tumbas del cementerio,
bajo de maquinista en las naves mercantes hay
para creer que las cosas sucedieron en cierto
«Así todas son iguales», les apuntaba como un
poco que decir: le quedan hojas amarillentas
modo? Es su Cuba, lejana de los sueños. Y
mantra José, el custodio que vende tabacos
que testimonian los viajes a la costa uruguaya
también originada de un sueño.
de dos quilos a los pocos turistas que se aven-
y las entregas de paquetes embalados con ho-
Él y Ramírez, el estudioso, se encuentran en el
turan hasta allá; o gavillas, tabaco para torcer
jas de plátano, en las Islas de San Blas, en Pa-
jardín sembrado de plátanos. Fuman. Después
que dice recibir, todavía fresco, de un primo
namá. También él ha decidido envejecer aquí,
se tienden en la cama grande, buscando am-
que trabaja en la finca Robaina de San Luis.
en el fin del mundo de la Isla. Está hecho de
paro del calor tropical, en los juegos de sombra
Es un paseo entre túmulos de polvo. Pedazos
sus relatos, y los demás casi parecen creerlos.
de las puertas desvencijadas y en el zumbido
de vidrio y senderos de tierra, en un pequeño
Mueve el ánimo con su relicario de sacralidad
del ventilador. Están allí en silencio, miran las
laberinto blanco que encierra ráfagas de me-
laica. El suyo es un teatrico con telones conver-
manchas en la pared que forman figuras de
18 19
paisajes sorprendentes, nacidos de un orden
deshabitado, reminiscencias de una infancia-
de madera pequeñas y pintadas, con diminu-
misterioso. Escuchan la gota de la pila que cali-
que ya no existe.
tas ventanas, similares a sagrarios. Le puso en
bra el no hacer nada. Al anochecer pronuncian
Hay otro bar abierto las 24 horas, lo administra
el bolsillo todo el dinero que tenía. Un puñado
extraños discursos, con el torso desnudo y tra-
la hija de la única mujer que Pereda ha amado.
de monedas que valían más que una promesa.
gos de ron de pésima cualidad, como si matar
Se encuentra en la calle Miró, una calle oscura
María De Las Nieves permaneció con la boca
el tiempo en aquel sitio olvidado por dios fuera
que no lleva a ningún lugar. ¿Cómo se llama el
abierta. Era el primer dinero que veía en su
un medio para acercarse a la eternidad.
bar? Un bar, responde la muchacha mientras
vida. Aquel día creyó amarlo. Y él, preguntán-
Romualdo Pereda también esta vez ha regre-
se come una barrita de maní sobre el sillón.
dole por qué la bautizaron con aquel nombre,
sado con la red vacía. Está convencido de que
La muchacha con el pelo negro se detiene y
conoció la leyenda a la que ha dedicado toda
el bergante se halla todavía allí, prisionero en-
dice haberlo visto, al narrador de historias que
la vida.
tre los corales negros de la barrera. Se sumer-
vagaba al alba, con una botella de ron en el
En la biblioteca los libros parecen pieles arru-
gió creyendo haber localizado el punto justo.
bolsillo y el torso desnudo, en busca sabe dios
gadas de ancianos testimonios. Romualdo Pe-
Tiene todavía mucho aliento, pero al salir a la
de qué. Romualdo la mira y piensa que aquello
reda no los ama y discute a menudo con Ra-
superficie lloró como un niño.
labios dulces, entrecerrados frente al espacio
mírez, que ha escrito varios. Escribir, repetía
A veces tiene la impresión de que el bergante
túrgido que hay entre dos palabras, pueden ser
el viejo marinero, significa tomar decisiones
se ha disuelto poco a poco en su imaginación,
más que una semejanza. Sentado a la mesa
discontinuas, desviarse del protocolo, colocar
hasta transformarse en una pesadilla sin cen-
con el trago de ron, escucha a la muchacha
todo en un punto del cual partir, mientas él ha
tro. Un catafalco de ilusiones enorme y amena-
que habla, embarcando el corazón en un via-
vivido siempre afrontando al pecho los agarres
zador en el que se mueven sombras que nadan
je de recuerdos que por un instante lo traslada
y jorobas de la vida, más bien dejándose in-
bajo el agua como peces inalcanzables.
a una época de pasiones lentas y húmedas,
fectar.
Regresando de Arroyo se detuvo a tomar un
como si no le faltase todavía mucho tiempo an-
En la sala de lectura un empleado con delantal
vaso de guarapo frente al Palacio de Pioneros
tes de morir.
gris sacude los estantes con un paño. El dor-
Maximiliano Quintana Silva, un rancho de techo
Cierra los ojos: el más grande espectáculo lo
so de los libros parece desmenuzarse, pero
de penachos de palma, reforzado con tablas de
regala la memoria. Bajo la terraza, protegido
él observa al estudioso que consigue milagro-
pino y algarroba, cobertizode madera que está
por la estatua blanca de Maceo, el héroe de
samente hojear las páginas como si fueran
en pie como un castillo de cartas. Dos ancia-
la Revolución, bigotudo y altero. María De Las
hostias. Reflexionando sobre aquel bergantín
nas con las piernas llenas de várices hacen la
Nieves trajo una bandeja de dulces de coco
fantasma, por horas permanece sin camisa
guardia en aquel tambaleante reino. Continúan
en almíbar. Habíamos caminado hasta el des-
apostado en lamesa central.
a desempolvar, con plumas de avestruz, insig-
campado en forma de herradura, que pasa por
nias y fotos amarillas, miniaturas de un teatro
una calle en descenso, bordeada por casitas
“Los marineros del bergante de Mantua no te-
nían la más remota idea de cuál sería la meta
Cuando le devolvieron la ciguapa, envuelta en
y sin embargo misteriosamente turbada por la
de su viaje, sabían solo que debían atravesar
un saco, el cura comenzó a rogar delante del
ausencia de sentido que infundía en los mari-
el océano. El capitán era un hombre de pocas
altar circundado depequeñas iconos del Vía
neros aquella travesía organizada por el Duque
palabras. De noche el mar se convertía en un
Crucis, que preparó en su cuarto,y por días y
paduano. Solo el capitán estaba al corriente del
monstruo inquietante, se arrodillaba delante a
días quien pasaba frente a su casa hacían el
proyecto secreto del Duque, nadie más podía
la imagen de la Madre santísima, clavada en
signo de la cruz. También porque desde aque-
conocerlo.”
el puente de proa como una esperanza. El
lla noche la ciguapa dejó de mirar a las perso-
mascarón de proa indicaba la ruta. Anatolli Fio-
nas y comenzó a morir.
Una noche, muchos años antes, María De Las
renzana sentía el aire frío de la noche como
Esto marcó profundamente a Romualdo Pere-
Nieves y Romualdo Pereda se habían jurado
un cuchillo afilado. Las velas izadas, la luna
da. Como si la aparición de la ciguapa fuera
amor eterno. Sabía cocinar el pollo de diez ma-
aclaraba y las olas eran una voz misteriosa del
un suceso sobre el cual reflexionar. Pensó otra
neras diversas, encontrar las hierbas aromáti-
interminable camino de plata que los separaba
vez en el bergantín fantasma y consideró que
cas, conocía las propiedades curativas de las
de la meta…”
quizás las cosas no sucedieron cómo habían
hojas y sabía interpretar los ocultos ecos de los
sido contadas.
orishas, escondidos en minúsculas estatuas
Un día en el bar del olvido ocurrió un hecho ex-
pintadas a las que cada día depositaba ofren-
traño, detrás de la repisa de madera en la que
“El mascarón de proa de la Nuestra Señora de
das. Y, sobre todo, lo escuchaba en silencio.
se acomodaban las botellas de aguardiente
las Nieves resplandecía hermosísima como
La primera vez que se acercó a ella pasó la no-
salió un rumor no escuchado antes. Agiganta-
el sol y elegante como la luna. Los marineros
che mirando las estrellas junto a aquel cuerpo
dos por el cristal, aparecieron dos ojos amari-
le eran devotos y aunque la tierra firme era
tibio y desconocido. Creyó ser feliz.
llos que lo observaban. Poco después se supo
un milagro, la veneraban como si su perfil de
Pero el dinero no bastaba. Romualdo Pereda
que la ciguapa del cura se había escapado.
dama delicada fuera una brújula en grado de
tuvo que partir para las costas uruguayas en un
En el jardín todas las jaulas estaban cerradas,
indicar la singladura del viaje. A cada rato so-
carguero que llevaba madera. El viaje fue un
excepto aquella de la lechuza. Encontraron al
bre la imagen se posaban pájaros de mar. El
infinito letargo de aburrimiento bajo un sol ver-
viejo cura de Pinar del Río abatido sobre un
capitán Anatolli Fiorenzana creía que la ima-
tiginoso que cesaba solo al anochecer. Pasaba
banco. Alguien había abierto la jaula del gran
gen recordaba ciertas misteriosas esculturas
el tiempo mirando la foto de María de las Nieve
pájaro de los ojos amarillos, y se creó un des-
de piedra que había visto en las fachadas de
que tenía en el portafolio, percibía la sombra
orden en el pequeño zoo del alto prelado, quien
las iglesias de su país, allá arriba en la Italia
de un adiós.
había elegido que los últimos pasos de su ca-
asolada y escabrosa, donde los reptiles se ca-
Al regreso lo acogió una lluvia tranquila.
mino terreno transcurrieran aquí, en el fin del
lentaban sobre las rocas con olor a almácigo.
El lugar parecía un desequilibrado balcón so-
mundo de la Isla.
La navegación procedía lenta y sin obstáculos,
bre la nada, rodeado de bosque y agua turbia.
20 21
Encontró la casa vacía. María De Las Nieves
convirtió en una hoja temblorosa. Gigantescas
lleno de burbujas, llamas y piedras, como en
se había ido con un español comerciante de
nubes oscuras y olasespantosas lo envolvieron
una erupción volcánica, se irguió el mascarón
tabacos. Romualdo Pereda retiró del correo
como un fantasma maligno. En el interior de
de proa, enorme, derecho, semejaba un tótem
postal una carta que prefirió no leer.
aquel caparazón de madera, los marineros se
dejado por centenares de años al cuidado de
Aquella misma noche, en el bar del olvido, be-
sentían sin esperanzas. Vaciaron toda la reser-
los abismos. Con la cara de María De Las Nie-
bió él solo una botella de ron. Después, calma-
va de ron para ganar coraje. Borrachos, vícti-
ves, que parecía reír de todo lo que estaba su-
da la lluvia, se fue hasta Arroyo en un cochecito
mas de una ebria locura, corrieron al puente
cediendo.
llevado por un caballo negro. Puso la carta de
para rogar delante del mascarón de proa. Uno
Romualdo Pereda se levantó al alba. Se en-
María De Las Nieves en la botella y la lanzó al
a uno los mástiles iban despedazándose por
caminó a pie por el camino que lleva al mar.
mar con toda la fuerza que pudo.
el viento furioso. Los marineros fueron agarra-
Después de mucho rato consiguió que un cam-
Hoy en el bar del olvido Mariachi cuenta haber
dos por las olas y lanzados al mar. Alcanzada
pesino lo recogiera en un coche de caballos.
encontrado en el mercado, cerca de la Termi-
por un rayo, también la escultura, balanceán-
Al llegar a la playa el sol mostraba su violencia.
nal de ómnibus, dos extranjeros que lo colma-
dose como un ahorcado, se separó de la proa.
Da algunos pasos sobre las rocas. Se sienta
ros de preguntas.
«Nuestra Señora de las Nieves, socórrenos, no
sobre una piedra de frente al océano. Decide
«Eran dos tipos curiosos, parecía que el único
nos abandones también tú», gritaban los so-
esperar la oscuridad.
argumento que les interesaba fuese la funda-
brevivientes. En el puente, el capitán Anatolli
Detrás la extensa explanada de diente de pe-
ción del poblado. Querían saber si la gente de
Fiorenza impartía órdenes a un equipo que no
rro, después de la franja de residuos de po-
aquí cree todavía en la leyenda del bergantín…»
existía ya, mientras el mascarón de proa des-
liespuma, frascos, grumos de petróleo y peces
«Y tú, ¿qué cosa respondiste?»
aparecía entre las olas.»
muertos, la llanura acuosa abraza la costahas-
«Los llevé al cementerio a ver la tumba de los
ta perderse de vista.
marineros italianos… No parecían muy conven-
La noche sucesiva Romualdo Pereda durmió
El mar está opaco, color madreperla. Sin más
cidos… Hicieron algunas fotos y escribieron en
mal.Vehículos herrumbrosos le chillaban en
pesadillas.
una agenda… Después se sentaron cerca del
la cabeza, como cuando tenía pesadillas. Le
Piensa que también mañana en el bar del ol-
muro abrasado por el sol; a espaldas, la tierra
quedó en la boca un sabor a mar podrido. El
vido lo esperarán para escuchar sus historias.
recién labrada con el arado tirado por bueyes
puerto, en el sueño, se había vaciado comple-
Pero no tiene ni la más remota idea de lo que
de cuernos despedazados.»
tamente y los peces agonizaban desespera-
contará.
De improviso Romualdo Pereda rompe el silencio.
dos. Del fango otros peces misteriosos salían a
Sabe solo que cuando caiga la noche, de gol-
flote, peces monstruosos, nunca antes vistos,
pe, todos los secretos y las verdades que no
«Llegó un día de tempestad. El velero, con el
con el cuerpo deforme, jamás catalogados por
podrá resolver,desaparecerán. Como si no hu-
cuerpo majestuoso y fiero en el mar abierto, se
los más meticulosos investigadores. Del fango,
bieran existido nunca.