Showcase n. 169

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S H O W C A S E

FAIRS A 24 inch stand Filo, second stop INTERVIEWS Guglielmo Olearo Raffaello Napoleone COUNTRIES The ABC of Brexit CITIES Culture in a click


GIRANI Tessuti

GIRANI S.R.L. S.R.L. GIRANI Via Olmeda, Olmeda, 5/A 5/A Via 22070 Capiago Capiago Intimiano Intimiano (Co) (Co) 22070 Tel.031 561110 561110 Tel.031 info@girani.it info@girani.it


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Photo: PV - Maison d'Exceptions

S H O W C A S E

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Fiere / Fairs 08 Uno stand da 24 pollici A 24 inch stand

Paesi / Countries 24 L'ABC della Brexit The ABC of Brexit

30 Quattro chiacchiere con Biancalani A chat with experts 32 La pietra miliare di casa Fadis Fadis's milestone 35 Per A Zeta è il momento di investire It's time to invest 36 Gruppo Colle, scelte attuali Relevant Choices 39 T.O.T., servizio e ricerca Service and research 41 Rifinizione Vignali, il lavoro premiato The rewarding of work 42 Alma, filati fantasia dal 1983 Fancy yarns since 1983 45 Officine Gorgeri e il mercato che cambia Following the market 47 Tessitura Italia, sguardo al futuro Looking ahead

Redazionali / Focus 28 Fil-3, forti nelle difficoltà Strong in difficulties

Cities / Città 48 Cultura in punta di dito Culture at a click of a button

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Interviste / Interviews

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RAFFAELLO NAPOLEONE

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FILO

GUGLIELMO OLEARO

Première Vision Col cuore oltre gli ostacoli Leaping over the obstacles

Pitti, rivincita nel prossimo set Ready to win the next set

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Secondo stop nonostante l'impegno Second stop despite all efforts

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registrati al portale per ricevere ogni giorno le notizie dal mondo del tessile abbigliamento

Editor in Chief Matteo Parigi Bini | Fashion EditorTeresa Favi, Marta Innocenti Ciulli | Economic Editor Matteo Grazzini Editorial Staff Francesca Lombardi, Virginia Mammoli, Elisa Signorini | Layout Martina Alessi, Melania Branca Translation Tessa Conticelli | Commercial Director Alex Vittorio Lana | Advertising Gianni Consorti Publisher Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini | via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italy redazione@laspola.com

Baroni&Gori (Italy) Printing Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana


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A ZETA FILATI s.r.l. Via F.lli Buricchi, 15 - 59021 VAIANO (PO) tel. +39 0574 988 902 - 941 207 • fax +39 0574 946 722

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EDITORIAL

Beat the pandemic BATTERE LA PANDEMIA by Matteo Grazzini Ci eravamo lasciati nel luglio scorso parlando di incertezza e ci ritroviamo, dopo metà anno, ancora avvolti in una nebbia fatta di dubbi e perplessità. La pandemia ha ripreso corpo e sostanza dopo l’estate, il vaccino è arrivato ma è troppo recente per dare indicazioni utili ed i calendari sono soggetti a oscillazioni da scala Richter. Ci eravamo lasciati nel luglio scorso e ci ritroviamo, ed è questa in fondo la prima bella notizia di un 2021 che dovrebbe riportarci verso una parvenza di normalità, sia pure in tempi non brevi: il mondo del tessile-abbigliamento, pur privato di tanti punti di riferimenti, come i mercati abituali, le fiere e gli spostamenti, non molla e continua a puntare sulla ricerca e sulla qualità. Lo ha fatto nei primi mesi della pandemia, quando non era considerata ancora tale, lo ha fatto nella “ripartenza” di primavera e lo sta facendo tuttora, anche e soprattutto in Italia. Uno dei settori più colpiti è stato sicuramente quello dell’organizzazione delle fiere, che sia per lavoro (Pitti Immagine e Première Vision) o per “vocazione” (Milano Unica) e sono proprio alcuni degli organizzatori a raccontare a La Spola come sono state prese alcune decisioni dure ma necessarie. Ma il 2021 non è solo un nuovo anno all’insegna della pandemia: è infine arrivata anche la novità Brexit, che dal primo gennaio ha staccato il Regno Unito dall’Europa. Cosa cambia per le aziende? Sarà un ulteriore aggravamento di costi o si tratta solo di burocrazia? Ce lo spiegano i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, anche loro soggetti interessati da questa svolta, a suo modo epocale. E per non spezzare il filo della tradizione della nostra rivista abbiamo voluto mantenere il focus sulle città che ospitano le fiere, anche in un momento in cui non è possibile viaggiare: dove non arrivano gli aerei però arriva il web e così vi guidiamo nelle stanze dei musei che consentono di vedere le opere d’arte anche su un display. Anche con la cultura si può battere la pandemia!

We bade you goodbye last July in a climate of uncertainty and here we are again, six months later, still shrouded in a fog of doubts and fears. The pandemic picked up steam after summer, the vaccine has arrived but it is still too new to provide concrete answers and calendars are as oscillating as the Richter scale. We bade you goodbye last July and here we are again, which is, after all, the first good news of 2021, the year life is supposed to return to a semblance of normality, even if not in the very short term: the textile-clothing world, though deprived of all its points of reference – usual markets, trade shows, travelling- has not given in and keeps relying on research and quality. It did so in the first months of the pandemic, when it was not even described as such yet, once again at the “restart” in spring and is going on doing it now, even and mostly in Italy. One of the sectors most severely hit by the coronavirus outbreak is the trade show industry, whether for business (Pitti Immagine and Première Vision) or “vocation” (Milano Unica), and some of its managers tell La Spola readers about the tough but inevitable decisions they had to take. But 2021 is not only year two of the pandemic: it’s also the Brexit year which, starting from January 1st, marks the United Kingdom’s official exit from the EU. What changes does it bring to companies? A further increase in costs or is it basically a matter of bureaucracy? Customs officers, who are interested parties in this turning point for Europe, answer our questions. And in order to maintain our magazine’s tradition, we keep up the focus on the cities hosting the trade shows, even at a time when travelling is no longer possible: the Web can go where airplanes can’t and so we take you on a guided tour of the museums that allow you inside from a display. Culture helps beat the pandemic too!

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A 24-inch stand UNO STAND DA 24 POLLICI by Matteo Grazzini

Première Vision


FAIRS

Situazione di pandemia, soluzioni da pandemia. Il sistema fieristico europeo, ma anche mondiale se non consideriamo l’eccezione rappresentata dalla Cina, non ha avuto possibilità di sfuggire alla dura legge del Covid-19. Non sono bastate fantasia, investimenti, coraggio e speranza per riuscire a vincere una competizione impari, che giustamente mette davanti all’economia la salute dell’intera popolazione. Non sta a noi né questo è il luogo per entrare nel merito di decisioni, strategie e controllo da parte dei governi nei cinque continenti, ma solo prendere atto di misure di contenimento che, più o meno, sono state simili ovunque, in ognuno dei Paesi che da sempre ospita le fiere del tessile. Ed anche al momento di andare in stampa il quadro non è ancora perfettamente delineato ed è quindi il caso, per una volta, di procedere per nazioni anziché per fiere. Italia L’unica fiera che ha avuto qualche possibilità di essere organizzata è stata Filo, in programma il 24 e 25 febbraio a Milano, anche se l’allarme già lanciato per una possibile terza ondata non lasciava spazio a eccessive speranze. Con l’ulteriore stretta del 15 gennaio ogni speranza è naufragata. Milano Unica ha annunciato la rinuncia al salone già all’inizio di dicembre: “Siamo molto dispiaciuti – ha detto il presidente Alessandro Barberis Canonico – di perdere questa occasione d’incontro e condivisione, che solo il rapporto umano offre. Ci troviamo davanti a una decisione obbligata, assunta in piena coscienza del protrarsi della situazione sanitaria internazionale odierna. Per questo riteniamo doveroso trasformare questa difficile scelta, nell’opportunità di dare spazio all’implementazione dei nuovi servizi, attraverso moderne tecnologie, che possano essere fruibili da imprenditori e clienti di ogni provenienza”. Pitti Filati ha atteso l’ultimo momento possibile per annullare l’evento, tra l’altro anticipato alla prima settimana di febbraio su richiesta degli espositori, che avevano giudicato tardiva la data scelta da Pitti Immagine (fine febbraio) per un insolito tris di saloni con l’Uomo e il Bimbo. Troppe le incognite su espositori e visitatori e troppe anche le certezze di avere difficoltà negli spostamenti già tra regione e regione, per non parlare della quasi impossibilità di volare. Francia La realtà è raccontata nell’intervista a Guglielmo Olearo di Première Vision e non c’è molto da aggiungere, se non che a pagare dazio alla pandemia non è stata solo la fiera francese ma anche Maredimoda, che aveva pensato di lasciare Cannes per rifugiarsi in riva al lago di Como ma che anche lì è stata raggiunta da limitazioni e divieti che ne hanno reso impossibile lo svolgimento. A Parigi e dintorni un punto di svolta viene indicato in aprile, un mese in cui la curva dei contagi dovrebbe aver imboccato una discesa tale da autorizzare eventi in presenza, non solo nei poli fieristici ma anche in teatri, cinema e stadi. Ma la previsione è un mix di speranza e audacia, vista la rigidità delle istituzioni francesi anche in momenti in cui la pandemia aveva contorni meno drammatici. Germania Monaco di Baviera e Dusseldorf hanno sperato fino a metà gennaio

In pandemic times, pandemic-related solutions. The European, but even the world trade show system, with the only exception of China, had no chance to escape the Covid-19’s impact. Creativity, investments, courage and hope: it was all useless in such an unequal fight, with the worldwide population’s health seen- and rightly- as a priority over economy. It is not our place to question the decisions, strategies and polices adopted by governments across the five continents. We can only take note of the restrictions and containment measures imposed, more or less everywhere, by the countries traditionally hosting the textile trade shows. And even at the time of print, it remains unclear how things stand and so, for once, we are going to provide an overview of the situation nation by nation, rather than by trade shows. Italy The only Italian trade show that had a chance to be held was Filo, originally scheduled for February 24 and 25 in Milan, although the signs of the pandemic’s third wave gaining momentum allowed for very little hope. And, in fact, with further restrictions announced on January 15, the plan fell through and the trade show was cancelled. Milano Unica announced the cancellation of the February show in early December: “We are very sorry- the President of Milano Unica, Alessandro Barberis Canonico saidto miss the chance to gather together and share with each other, which is something that only human relationships can ensure. We are, however, confronted with a forced choice because of the protraction of the international health crisis. For this reason, we feel compelled to transform such a difficult choice in the opportunity to implement new services through modern technologies, which can be used by entrepreneurs and customers of all provenances”. Instead, Pitti Filati waited until the last possible minute to cancel the event, which had been brought forward to the first week of February upon the request of the exhibitors, who had complained that the date chosen by Pitti Immagine (late February) for an unusual triple show, including Pitti Uomo and Pitti Bimbo, was too late. Too many uncertainties for exhibitors and visitors, with the only certainty that travelling from one Italian region to another is difficult and flying from one country to another is nearly impossible. France The country’s situation is very well described in our interview with Guglielmo Olearo from Première Vision and we have very little to add, except to say that the French trade show wasn’t the only one to suffer the consequences of the pandemic, but also Maredimoda, which left Cannes for the banks of Lake Como only to find restrictions and restraints that stopped it from taking place. In Paris and surroundings, the turning point is believed to be April, the month in which the pandemic curve is supposed to be flattening, thus, allowing physical events to be held again, not only at trade show centers but also in theaters, movie theaters and stadiums. This forecast, however, is greeted with a mix of hope and fear, considering the severe measures adopted by the French government even at times when the pandemic was not so threatening. Germany Munich and Dusseldorf fought and fought and hoped up to the very last minute, but in mid-January they had to take stock of the situation and cancel

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FAIRS

Milano Unica

Maredimoda

Pitti Filati

Texprocess

ma poi hanno dovuto prendere atto della situazione, annullando i Fabric Days la prima e Gallery la seconda. Fabric Days tra l’altro è la formula con la quale, a settembre, era stata gestita dagli organizzatori la cancellazione di Munich Fabric Start: meno espositori, spazi più ampi per assicurare la distanza e meno giorni in calendario. Ma l’estensione delle disposizioni anti-Covid da parte del governo ha impedito lo svolgimento della fiera, prevista a marzo. Per Gallery Fashion e Shoes gli organizzatori di Igedo hanno invece scelto prima la cancellazione e poi la riprogrammazione ad aprile (18-20). Decisione simile a quella di Pitti quella di Messe Frankfurt, che ha voluto concentrare a maggio tre fiere dai numeri importanti come Heimtextil, Techtextil e Texprocess. Ma anche questo tentativo è fallito in prossimità di metà gennaio, quando è arrivata una decisione drastica: visto che la programmazione di logistica e trasferimento dei macchinari per Techtextil e Texprocess richiede un inizio proprio verso gennaio e considerata la situazione tutto è stato rimandato al 2022: Heimtextil a gennaio, le altre due nel secondo semestre. Inghilterra The London Textile Fair le ha tentate tutte prima di alzare bandiera bianca a inizio 2021, quando però era già chiaro che sarebbe stato impossibile aprire le porte del Business Design Centre di Islington l’8 del mese. Visto il buon successo della formula degli Showroom usata in occasione del primo annullamento della fiera John Kelley ed i suoi collaboratori avevano deciso di riproporla anche a gennaio, salvo poi ripensare al format classico. Ma il governo inglese non è stato dello stesso avviso e così è arrivata la cancellazione definitiva. Quasi univoca la soluzione scelta dagli organizzatori dei saloni: il web. Per questa tornata gli stand saranno a misura di monitor o di display di cellulare, dal Connect di Pitti al Marketplace di PV (col nuovo sito) passando per e-MilanoUnica Connect. Per una volta ancora le dita sfioreranno mouse e vetro anziché i tessuti. E non è esattamente la stessa cosa.

the Fabric Days and Gallery shows. Fabric Days was the alternative designed, in September, to replace the cancelled Munich Fabric Start show: less exhibitors, larger spaces to ensure distancing between visitors and shorter duration of the event. But the Covid containment measures extended by the German government prevented the trade show from taking place, although it had been rescheduled for March. As for Gallery Fashion and Shoes, the Igedo organizers decided, firstly, to cancel the shows and then to reschedule them for April (18-20). Messe Frankfurt made a decision similar to Pitti Immagine’s, that is, to postpone three of the major shows- Heimtextil, Techtextil and Texprocess- to May. But this attempt failed too, around mid-January, when an even more drastic decision was taken: considering that the planning for the logistics and transfer of machinery for Techtextil and Texprocess begins around January and considering the general situation, the simplest solution was to postpone everything to 2022. Heimtextil will be held in January, the other two shows in the second half of the year. England The London Textile Fair tried everything possible before raising the white flag in early 2021, when it was clear that it would have been impossible to open the doors of Islington’s Business Design Centre on January 8. Since the Showroom solution had met with success when the first show had been cancelled, John Kelley and his team planned to do the same in January and then reverted back to the original format when the pandemic curve seemed to be flattening. The British government, however, did not share the same view and, in the end, they had no other choice but to cancel the show. All trade show organizers converged on the same solution: the Web. This time, the stands will be the size of a computer monitor or mobile phone display, from Pitti’s Connect to PV’s Marketplace (with the new website) to e-MilanoUnica Connect. Once again, fingers will be touching a mouse and glass rather than fabrics. And it isn’t exactly the same thing.

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Leaping over the obstacles PV, COL CUORE OLTRE GLI OSTACOLI by Matteo Grazzini


INTERVIEW

“Dentro un ring o fuori, non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra”. La frase è di un mito dello sport come Muhammad Ali ma ben si adatta al ring della vita dopo un anno in cui tutti ci siamo dovuti confrontare con un avversario duro come il Covid-19. E fra i tanti che hanno dovuto assorbire colpi durissimi ci sono le fiere, di ogni settore, e le società che le organizzano. Ed il Muhammad Ali del tessile è sicuramente Première Vision, che per la seconda edizione consecutiva deve rinunciare al Parc des Expositions di Villepinte: troppe le incertezze sulla situazione pandemica a febbraio per mettere in moto la macchina organizzativa con molto anticipo e molti i vincoli a cui sottostare anche nel caso in cui ci fossero le condizioni per aprire le porte del centro fieristico di Parigi Nord. Già a dicembre è arrivata la decisione di concentrarsi sul web, come ci racconta Guglielmo Olearo, l’”anima” italiana di PV, da anni ormai tra i principali responsabili del salone ed adesso in carica come Chief Operating Officer: oneri e onori di un piemontese in carriera al di là delle Alpi, con la pronuncia che ormai inizia a scivolare sul francese. “E’ una decisione purtroppo obbligata in un momento in cui ci sono altri problemi rispetto a quelli di organizzare fiere ed in cui il governo francese ci impedisce di fare la nostra professione per tutelare la salute pubblica. La rinuncia riguarda tutti i saloni almeno fino a marzo”. Per paradosso c’è una valorizzazione di un altro investimento di PV, forse il principale degli ultimi anni. Siamo fortunati ad aver investito negli ultimi tre anni sul digitale e quantomeno adesso possiamo capitalizzare questa spesa, puntare sul Marketplace e creare eventi digitali per proporre alternative al salone fisico che comunque speriamo possa ritornare quanto prima. Avete quantificato un danno economico? Come tutte le industrie che fanno dell’interazione sociale l’elemento principale stiamo soffrendo, come tutti gli organizzatori di eventi. Siamo riusciti a realizzare i saloni nella prima parte dell’anno, come Première Vision New York prima che scoppiasse la pandemia in Cina ed anche PV Sport a Portland. Primo e unico salone fatto dopo la riapertura è stato a settembre Made in France, che ha riscosso un successo straordinario anche se limitato al mercato nazionale. Ma qualcosa di fisico nel mondo c’è già… In Cina, dove abbiamo fatto la prima edizione di Première Vision Shenzhen con risultati positivi. Mentre noi siamo qui a leccarci le ferite e a chiederci come sarà il futuro i cinesi sono ripartiti e nel salone fatto con Fashion Source abbiamo avuto 57.000 visitatori e 65 espositori. La Cina è ripartita con i consumi interni e con quello che riescono a fare di export e questo mercato è una delle certezze che abbiamo adesso.

“Inside of a ring or out, there’s nothing wrong with going down. It’s staying down that’s wrong”. This quote by sports legend Muhammad Ali can be most appropriately applied to our everyday life in the past year, which was like a boxing ring where we had to face a very tough opponent, Covid-19. And among those who were hit hard are trade shows, in every field, and the companies in charge of planning them. And the Muhammad Ali of textile trade shows is definitely Première Vision, which was forced, for the second time in a row, to cancel its show at the Parc des Expositions of Villepinte: the pandemic situation is still too unpredictable to make plans for February and there would be too many restrictions to comply with even supposing that the virus is under enough control to allow for the opening of Paris’s trade fair center. In December the decision was taken to focus on the Web, as Guglielmo Olearo tells us. He is the Italian “lifeblood” of PV, one of the managers of the trade show for many years now and the current Chief Operating Officer: privileges and responsibilities of a Piedmontese man who has worked for so long in France that he now speaks with a slight French accent. “Unfortunately we had no choice but to cancel the trade show at a time when there are bigger problems than planning trade shows and the French government keeps us from doing our job to protect public health. The cancellation affects all scheduled trade shows at least until March”. Paradoxically, you are currently exploiting one of PV’s greatest investments of the past few years. In the past three years we have greatly invested in digital tools and we are now at least able to capitalize on this expense, focus on the Marketplace and create digital events as an alternative to the physical shows, which I hope we will go back to as soon as possible. Have you assessed a damage? Like all industries whose core business is based on social interaction and event planners , we’ve been hit very hard. We were able to hold trade shows during the first part of the year, such as Première Vision New York before the pandemic struck in China and also PV Sport in Portland. The first and only trade show held after the end of the lockdown was Made in France in September, which met with extraordinary success although limited to the domestic market. But at least one physical show has been held again… In China, where we held the first Première Vision Shenzhen show with good results. It should be said that while here we are still licking our wounds and wondering what the future holds, the Chinese are already back on their feet and the trade show held with Fashion Source was attended by 57.000 visitors and 65 exhibitors. China’s home consumption is picking up pace as well as its exports, and this market is one of the very few certainties we have right now. How far are we from getting back on our feet? In the fashion industry, the entire supply chain, from downstream to upstream,

"The future is digital. We see it as a combination rather than as complementarity"

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INTERVIEW

Guglielmo Olearo

Quanto è lontana la ripartenza qui da noi? Per la moda tutta la filiera da monte a valle è ovviamente in difficoltà tra lockdown e chiusure e soffrirà anche nei prossimi mesi. Ce lo confermano ogni giorno gli annunci di piani di licenziamento e ristrutturazioni in atto per i brand ma anche per i produttori. Se per magia il Covid non fosse esistito cosa sarebbe successo a livello di calendari tra Première Vision e Milano Unica? Stiamo dialogando e c’è la volontà da ambo le parti di non sovrapporci. Per febbraio avevamo trovato l’accordo e anche per luglio stiamo lavorando in questa direzione con molta intelligenza e buona volontà da parte di tutti perché pensiamo che in questo momento il sistema del tessile-moda abbia bisogno di strumenti per rilanciarsi e non di sterili problemi o sovrapposizioni di saloni. Questo ci ha fatto anche riscoprire e capire quanto contino in realtà i saloni fisici. Ultimamente il loro ruolo è stato discusso ma la mancanza di punti di incontro è stata avvertita nettamente ed adesso il desiderio e la voglia di vedersi di nuovo in presenza sono palpabili. E’ come il cenone di Natale: per anni lo abbiamo visto come un impegno obbligato ma stavolta lo volevamo fare tutti con entusiasmo. Spingo affinché si possano fare anche altri saloni il prima possibile ma sono dubbioso che ci si riesca. Speriamo in Made in France a inizio aprile ma la cartina di tornasole sarà PV Denim a Milano a fine maggio. Torniamo alla strategia sul digitale. Il futuro è legato al digitale. Per noi non è una complementarità ma una combinazione. Iniziamo a vedere dei risultati ma ci vuole ancora tempo perché siamo un in settore che si è basato sulle relazioni personali e fisiche ma abbiamo visto come espositori e marchi si sono adattati alla nostra piattaforma. Abbiamo avuto risposte in tal senso dal Digital Show e dalla Digital Denim Week e continuiamo a implementare i servizi e le funzioni per creare interazione col Marketplace come videoconferenze e chat. Se devo dire come vedo il futuro per me è un mix di digitale e fisico.

is obviously in difficulties because of the lockdown and restrictions, and it will keep suffering in the coming months. Every day, we have news of layoff and restructuring plans from fashion brands and manufacturers. These difficulties are further aggravated by the lack of visibility caused by the cancellation of trade shows. If, by magic, the pandemic had never struck, what would have the Première Vision and Milano Unica show scheduling been like? There are talks between us and both parties are willing not to overlap each other. We reached an agreement for February and we are working in the same direction for July as well, intelligently and with goodwill on both sides, because we believe that right now the textile-fashion system needs tools for its revival rather than trivial problems and the overlapping of trade shows. This made us realize all over again how important physical trade shows are. Their role has been questioned lately, but the absence of physical presence and interaction was distinctly felt and the longing for face-to-face convenings is tangible. It’s a bit like Christmas Eve dinner: for a long time it has felt like an obligation, but this year we were all eager to have it. That is why I’m working to have other trade shows held again as soon as possible, but I’m not so sure we will be able to do it anytime soon. All hopes are pinned on Made in France in early April, but the litmus test is going to be PV Denim in Milan in late May. Let’s go back to the digital strategy. The future is digital. We see it as a combination rather than as complementarity. There have been some good results lately, but we need more time, for our sector has always been based on personal and physical relationships, although we noticed that exhibitors and brands adapted to our platform quite easily. Our Digital Show and Digital Denim Week did very well and we keep implementing services and functions in order to create interaction with the Marketplace, such as video conferencing and chatting. Personally, I see the future as a mix of digital and physical.

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Ready to win the next set PITTI, RIVINCITA NEL PROSSIMO SET by La Spola


FAIRS

Il percorso è stato indubbiamente travagliato. Da un lato la speranza, la voglia di far incontrare fisicamente aziende, imprenditori, visitatori e addetti ai lavori. Dall’altra le leggi, le norme in continua evoluzione e una pandemia che non accenna a dare tregua. Pitti Immagine ha tentato fino all’ultimo momento di organizzare i propri saloni ma alla fine le restrizioni anti Covid hanno vinto. Non è bastata neppure la decisione di spostare i tre saloni a fine febbraio, con gli espositori di Pitti Filati che hanno chiesto e ottenuto un anticipo a inizio del mese per proporre prima possibile le collezioni. A metà gennaio, trascorsa la pausa natalizia fatta di telefonate, videochat e contatti con tutti i tipi di enti e burocrazia possibili, è arrivata la decisione finale, e di fatto obbligata, del CdA: niente fiere fisiche e saloni in vetrina sul web. “Preso atto del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio che, tra le altre misure di contenimento dei contagi, proroga sino al prossimo 5 marzo 2021 la sospensione in formato fisico delle fiere in Italia, Pitti Immagine comunica che le edizioni invernali di Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati si svolgeranno in modalità esclusivamente digitale, sulla piattaforma Pitti Connect, che resterà online con i contenuti della presente stagione fieristica sino a inizio aprile e che garantirà un approfondito confronto tra espositori e gli operatori nazionali e internazionali del commercio e della comunicazione”. Questa la comunicazione formale da parte della società organizzatrice degli eventi che, come tutte le “colleghe” in Italia ed in Europa, sta attraversando uno dei momenti più bui della storia, neppure della più recente. Di questa lunga storia uno dei principali testimoni è Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, uomo forte e di rappresentanza dell’azienda, in prima fila o nelle retrovie, Fortezza da Basso, Palazzo Vecchio o sfilata che sia. E Napoleone ha voluto usare una metafora per spiegare la “filosofia” che ha guidato Pitti Immagine nei difficili mesi che hanno preceduto la scelta di annullare le fiere fisiche. “Nelle ultime settimane le probabilità di tenere le fiere in formato fisico erano chiaramente diminuite – spiega Napoleone – ma noi avevamo deciso di tenere aperta l’opzione sino alla conferma ufficiale della sospensione, perché sentivamo forte il desiderio dei nostri espositori e compratori, pur insieme a

It was not a smooth ride at all. On one side, high hopes, the longing to bring companies, entrepreneurs, visitors and professionals physically together. On the other, restrictions, ever-changing rules and the pandemic showing no sign of slowing down. Pitti Immagine tried up to the last minute to schedule its trade show calendar but, in the end, the Covid restrictions won the fight. Not even the decision of postponing the three shows to late February, with the Pitti Filati exhibitors asking and obtaining to have the show brought forward to early February to introduce their collections as soon as possible, was enough. In mid-January, after the Christmas break filled with phone calls, video chats and contacts with all authorities involved, the board of directors’ final and forced choice was made: no physical trade shows, only in digital format on the Web. “Having taken note of the Decree of the President of the Italian Council of Ministers (DPCM) to reduce COVID-19 transmission from physical fairs signed on January 14, 2021 and valid through March 5, 2021, Pitti Immagine announces that the winter shows of Pitti Uomo, Pitti Bimbo and Pitti Filati will be held in an exclusively digital format on the Pitti Connect platform. The platform shall remain online with current fair season content until the beginning of April, guaranteeing an in-depth exchange between national and international exhibitors, members of the trade and communication professionals”. This is the official announcement by the company organizing the events which, like all its “colleagues” in Italy and Europe, is going through one of the darkest moments of its history. A long history which has been witnessed, in particular, by Raffaello Napoleone, the managing director of Pitti Immagine, the company’s “strongman” and omnipresent representative, whether in the foreground or behind the lines, at Fortezza da Basso, Palazzo Vecchio and at every single fashion show. And Napoleone used a metaphor to describe the “philosophy” which guided Pitti Immagine through the difficult moments preceding the decision to cancel the physical trade shows. “In the last few weeks, the probability of being able to hold the trade shows in a physical format had clearly decreased- Napoleone explains- but we had decided to keep the option open until the suspension was officially confirmed, because we were aware of the strong desire of our exhibitors and buyers to physically meet in person, despite the many problems that this could entail.

"We had the determination to leave no stone unturned and possibly also offering a useful message for the coming months"

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Raffaello Napoleone

tutti i dubbi, di incontrarsi fisicamente, in modo diretto. Non un ottimismo superficiale, né un’ostinazione a dispetto delle evidenze: piuttosto la determinazione a non lasciare niente di intentato, fosse pure un messaggio utile per i mesi prossimi. Mi viene in mente la raccomandazione degli allenatori di pallavolo ai giocatori: anche se ormai è quasi certo che perderete questo set, fate più punti possibile, restate in piedi, per i vostri avversari sarà il segnale che nel set successivo darete battaglia… Ecco, il prossimo set fisico lo giocheremo in estate, ma nel frattempo vogliamo continuare a fare punti ed è perciò che in questo periodo abbiamo lavorato a fondo sulla dimensione digitale, su cui adesso stiamo concentrando tutte le forze (per Pitti Uomo possiamo contare sull’adesione di circa 250 aziende) – e che sicuramente ci accompagnerà anche in futuro: gli eventi in live streaming dei giorni scorsi, con il grande successo che hanno avuto, sono già un buon inizio, insieme alle tante collezioni già caricate su Pitti Connect”. E proprio su Connect c’è stata una sorta di battesimo del fuoco con l’apertura di Pitti Uomo virtuale e la presentazione della collezione Autunno Inverno 2021 di Brunello Cucinelli in diretta dalla sede di Solomeo. Accanto a lui Raffaello Napoleone e il direttore di Pitti Agostino Poletto, in collegamento video il sindaco di Firenze Dario Nardella. Il modo più brillante e “istituzionale” possibile per lanciare Pitti Uomo numero 99: la prossima sarà un’edizione storica per tanti motivi. Per renderla ancora più bella servirà vincere il prossimo set.

This was not superficial optimism, nor a kind of stubbornness in the face of clear evidence, but rather a determination to leave no stone unturned and possibly also offering a useful message for the coming months. The advice given by trainers to volleyball players comes to my mind: even when it seems almost certain that you have lost the set, score as many points as you can, keep standing, this will be a sign to your rivals that you are ready to do battle again in the next set. So, we will be playing the next physical set in the summer, but we want to continue to score points in the meantime. It is for this reason that, in this period, we have worked so hard on the digital dimension on which we are now concentrating all our efforts (for Pitti Uomo, we can already count on the participation of about 250 companies), and which will certainly be accompanying us in the future: the live-streamed events which took place in the last few days met with great success, in addition to the many collections already uploaded on Pitti Connect”. And Pitti Connect’s baptism of fire was the opening of the Pitti Uomo virtual show and the presentation of Brunello Cucinelli’s 2021 Fall-Winter collection live from the company’s headquarters in Solomeo. Beside him, Raffaello Napoleone and Pitti Immagine’s General Manager Agostino Poletto, while Mayor of Florence Dario Nardella was connected via video link. The most brilliant and “institutional” way possible to launch the 99 Pitti Uomo show: the next show is going to be a historic one for many reasons. All they need to do is win the next set.

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FAIRS

The second stop despite all efforts FILO, SECONDO STOP NONOSTANTE L’IMPEGNO by redazione de La Spola Era tutto pronto. Forse non come un anno fa, quando la fiera fu annullata a poche ore dal suo svolgimento, ma di certo la macchina organizzativa era partita e stava vedendo il traguardo. Ma per la seconda volta Filo ha dovuto fare buon viso a cattiva sorte, recepire le direttive del DPCM e stoppare le ultime pratiche in vista della 55’ edizione del salone. Le aziende espositrici avevano in larga parte confermato la presenza, quasi tutte avevano anche completato le procedure di iscrizione e altre erano alla finestra a seguire gli sviluppi prima di dare l’ok definitivo: tutto bloccato dalle restrizioni e appuntamento a dopo l’estate. “Sarebbe stata ovviamente una fiera soprattutto italiana – spiega il responsabile di Filo Paolo Monfermoso – perché anche nella migliore delle ipotesi gli spostamenti internazionali sarebbero stati molto difficoltosi, ma almeno avremmo dato continuità a quanto fatto nello scorso ottobre”. Con l’annullamento di questa edizione cambiano anche gli scenari degli organizzatori: “Con un salone in meno – dice ancora Monfermoso – il budget è diverso, anche se noi siamo un evento fieristico che non richiede spese folli. C’è anche il problema che diventa difficile programmare una fiera che richiede mesi di lavoro perché non sappiamo se questo prolungamento delle disposizioni fino a marzo sarà definitivo o se invece arriverà una proroga, vista anche la situazione che si è venuta a creare. Sembra che ci sia una strana congiunzione astrale non positiva, quando invece ci sarebbe tanto bisogno di tornare verso una normalità almeno minima più in fretta possibile. Non temo comunque che alla fine ci sarà una disaffezione degli espositori verso le fiere, perché proprio loro sono stati i primi a spingere per avere un salone in presenza”. In tutto questo c’è anche una certa crisi del settore dei filati: “Tranne l’aguglieria – conclude Monfermoso – e l’arredamento il resto è oggettivamente in difficoltà, come tutto il comparto tessile. Ed è un peccato che appuntamenti come Filo possano aiutare solo in parte le aziende a superare le difficoltà”.

It was all set to go. Perhaps not as much as a year ago, when the trade show was cancelled just hours before it was due to start, but the whole organizational system had been set in motion and was nearing the finishing line. But for the second time, Filo had to grin and bear it, by acknowledging the government’s measures and bringing the planning for the 55th show to a halt. Most of the exhibitors had already confirmed their attendance, nearly all of them had completed the application procedure and a few were waiting for the latest developments before making the final decision: it was all stopped by the restrictions and postponed to after summer. “Of course, it would have been mostly an Italian showthe manager of Filo Paolo Monfermoso says- because, even in the best-case scenario, international travelling would have been very difficult, but we would have at least ensured continuity with the past October show”. The cancellation of the upcoming show inevitably influences the organizers’ long-term decisions: “With one fewer show - Monfermoso says - the budget is different, although ours is a fair show which does not require extravagant spending. But it is hard to plan a trade show which involves months of hard work, because we have no idea yet whether the restrictions will be extended beyond March or not, considering also the current situation. It’s just as if we were under a negative planetary conjunction curse, when we actually need to return to a semblance of normality as quickly as possible. Anyway, I don’t think that all this will cause exhibitors to lose interest in trade shows, for they are the ones who are urging us to go back to physical shows”. What is more, the yarn sector is also going through a crisis: “Apart from knitwear and home furnishing yarnsMonfermoso concludes- the sector is in difficulties, like all other textile industry sectors. It’s a pity that events such as our show are able to help companies out only in part toovercome the difficulties”.

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2 1. Last edition in October 2020 2. MiCo Milano 3. An exhibitor's stand

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The ABC of Brexit L’ABC DELLA BREXIT by Matteo Grazzini


COUNTRIES

Il primo giorno del 2021 non è solo servito per lasciarsi, solo apparentemente, alle spalle un 2020 difficile, ma ha anche tracciato un nuovo solco tra il Regno Unito ed il resto dell’Europa. La Brexit ha di fatto staccato la terra d’Albione dal continente più di quanto già non lo fosse dal punto di vista geografico: l’Inghilterra diventa un Paese extracomunitario e quindi gli scenari commerciali cambiano in modo drastico, anche per il variegato mondo del tessile. Ma come sempre ogni novità, per quanto annunciata e attesa, ha aperto tutta una serie di interrogativi, domande e dubbi che richiederanno mesi di approfondimenti e di cambiamento di abitudini. Tempistiche, costi, regole ed eccezioni: quello che c’è da sapere per continuare o iniziare a fare affari con il Regno Unito è contenuto nella Circolare n.49 del 2020 dell’Agenzia Dogane e Monopoli, ovvero nelle “Procedure di esportazione di merci da Uffici doganali nazionali – Facilitazioni e indicazioni operative in vista della Brexit”. Un vademecum pubblicato il 30 dicembre 2020 che spedizionieri, aziende e addetti ai lavori possono consultare proprio sul sito della stessa Agenzia. A spiegarne i contenuti a La Spola sono tre funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Prato e Pistoia, la dirigente dell’ufficio Rosita D’Amore, il responsabile della sezione supporto Maurizio Vairelli e il responsabile del reparto antifrode Michele Lavana, che già in passato hanno incontrato enti e associazioni per fare il punto su quello che stava succedendo tra Londra e Bruxelles. “Le nuove disposizioni sono in vigore dall’1 gennaio – confermano – ed ovviamente alcuni cambiamenti sono già in atto, anche se fino al 28 febbraio c’è un periodo transitorio per l’ottenimento di alcune agevolazioni all’esportazione, tra cui il REX per far parte del sistema degli esportatori registrati. Per ottenere l’agevolazione daziaria infatti occorre certificare che le merci sono di origine preferenziale dell’Unione Europea (esempio: per un cappotto bastano due procedimenti svolti in Europa, per il filato uno soltanto) e per questo è necessaria l’autorizzazione REX, che richiede ad oggi un aggiornamento della banca dati messa a disposizione dall’Unione Europea a tutti gli stati membri che non è ancora stato effettuato. Fino al 28 febbraio conta quindi l’autodichiarazione dell’operatore, dotato di codice EORI, che spedisce”. L’iter di spedizione di prodotti dall’Italia al Regno Unito cambia già dal primo passo: se prima era come inviare un pacco da Prato a Milano adesso si deve passare dalla Dogana, anche se non necessariamente dal suo magazzino, visto che con il “luogo approvato” l’import o l’export possono essere effettuati anche nell’azienda stessa. Al momento l’autorizzazione a “luogo approvato” viene rilasciata con verifica su sola base documentale. Ma vengono comunque emesse due bollette doganali per l’export

The first day of 2021 marked not only the end of a very difficult 2020, but also a deep rift in the relations between the United Kingdom and the rest of Europe. The Brexit has actually separated Britain from the continent even further than it is geographically: England has become a non-EU country, thereby changing the trade scenario drastically, even for the variegated textile world. However, as with all major changes, even though announced in advance and largely expected, the Brexit gives rise to a multitude of questions which will require months of additional in-depth analysis to be answered. Timing, costs, rules and exceptions: everything one needs to know in order to keep on or start doing business with the United Kingdom can be found in the Circular Letter n.49 of 2020 by Agenzia Dogane e Monopoli (Customs and Monopoly Agency), that is, “Procedures for Export of Goods From National Customs Offices- Special Conditions and Operational Information in view of Brexit”. A vade mecum published on December 30, 2020, which shipping agents, companies and members of the trade can look up on the Agency’s website. Three officers from Prato’s Customs Agency- Office Manager Rosita D’Amore, Customer Service Manager Maurizio Vairelli and Anti-Fraud Department Manager Michele Lavana- who have already met with organizations ad associations to explain what is going on between London and Brussels, tell La Spola readers all about it. “The new provisions have been in force since January 1- they say- and, consequently, some changes are already happening, although there is a transition period until February 28 for obtaining some export subsidies, including the REX to be part of the system of registered exporters. As a matter of fact, a certification proving that the goods are of preferential EU origin is required to obtain tariff reductions (for instance, a coat requires two processes performed in Europe, whereas for yarns only one), which is why the REX number is needed. Actually, the REX registration system involves an update of the data bank – which the EU has placed at the disposal of all member states- that has not been performed yet. Until February 28th, therefore, the operator's self-declaration, equipped with an EORI code, which he sends, counts”. The shipping procedure of goods from Italy to the United Kingdom has changed from the very first step: before Brexit it was like shipping a parcel from Prato to Milan, now goods must go through customs clearance, although not necessarily from the customs warehouse because, with the introduction of the “in-house customs clearance”, import and export may be carried out within the company itself, while customs offices only check the documents. Anyway, two bills of entry are required: one for export from Italy and another for import once the goods have arrived in

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Da sinistra: Rosita d'Amore, Michele Lavana e Maurizio Vairelli

in uscita dall’Italia e per l’import una volta che la merce arriva in Inghilterra. E hanno un costo. In più il camion si ferma a due dogane e c’è un aumento dei tempi necessari per la consegna. Due le opzioni doganali possibili: il documento di Transito, che accompagna la merce fino alla destinazione finale (un ufficio doganale interno), dove la garanzia della bolletta viene svincolata o il Documento Accompagnamento Esportazione, che invece arriva al primo confine comunitario, che può essere un aeroporto o Calais. Nel primo caso il doganiere inglese certifica l’arrivo della merce e chiude il cerchio della spedizione, nel secondo alla dogana di invio arriva il check telematico del visto di uscita e la merce prosegue con un altro documento. Ma nel Regno Unito molto spesso per il Transito non mandano il messaggio di arrivo della merce e quindi gli spedizionieri si ritrovano milioni di euro di garanzia non svincolati. Così molti utilizzano il DAE, con tutti i problemi che si spostano all’ultima frontiera, come testimoniano le file chilometriche di camion in fila a Calais per l’imbarco sui traghetti o per l’ingresso nel tunnel della Manica. Considerazione marginale per il settore tessile: l’Irlanda del Nord viene considerata come un enclave dell’Unione Europea e non fa parte degli accordi per la Brexit e tutto resta come prima, almeno per i prossimi cinque anni. Quindi per le aziende ma anche per l’Agenzia delle Dogane l’Inghilterra diventa uno stato extra UE come tutti gli altri? “Diciamo che è come la Svizzera – precisano i funzionari – perché esiste un accordo bilaterale tra le parti, cosa che non esiste ad esempio con la Cina. Proprio nell’ambito di questi accordi ci sono gli abbattimenti daziari per i prodotti ritenuti di origine europea”.

Dover or at the airport. And this implies a cost. What is more, trucks pass through two customs posts, which causes delivery time to be longer. There are two types of bill of entry that can be used: the Transit document that accompanies goods to the final destination, where the goods are cleared, or the Export Accompanying Document, which accompanies the goods as far as the first Community border, whether an airport or Calais. In the first case, a British customs officer certifies the arrival of the goods and the shipment procedure is closed. In the second case, as soon as the customs of the country of origin receives the electronic dataset , the goods continue to travel accompanied by another document. However, in the United Kingdom, it happens very often that no message informing about the arrival of goods accompanied by a Transit bill is sent and shipping agents are left with millions of euros of uncleared guarantees. That is why many companies use the EAD with, however, all problems being moved elsewhere, as shown by the endless queues of trucks at Calais waiting to board the ferries or attempting to access the Channel tunnel. One final observation which is of secondary importance to the textile industry: Northern Ireland is still in the EU single market and is not part of the Brexit deal, so all is unchanged, at least for the next five years. So, as far as companies but also the Customs Agency are concerned, is England a non-EU country now just like the others? “Well, let’s say that it’s like Switzerland- the officers say- because there is a bilateral agreement between the two parties which, for instance, was never made with China. This agreement includes tariff reductions for products of European origin.

There are two types of bill of entry: the Transit or the Export Accompanying Document

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Strong in difficulties FIL-3, FORTI NELLE DIFFICOLTÀ Nuove idee in collezione, con uno sguardo verso l’arredamento, e nuove certificazioni arrivate o in arrivo. Il 2021 di Fil-3 è iniziato con energie da dedicare anche ad un settore, quello del tessile da arredamento, per il quale verranno aumentati gli articoli e che nel buio anno appena chiuso ha risentito poco o niente degli effetti della pandemia. Così articoli destinati al tessile da arredamento ma adatti anche all’abbigliamento sono entrati in collezione e Fil-3 li mostrerà, se possibile in presenza altrimenti in via digitale, a clienti vecchi e nuovi. Con l’inizio di gennaio intanto è arrivata la certificazione GRS (Global Recycle Standard) ed è alle battute finali anche l’iter per ottenere la GOTS (Global Organic Textile Standard), che a sua volta sarà seguita dalla RWS (Responsible Wool Standard), mentre restano fermi i capisaldi di 4Sustainability e Remo. Il tutto si aggiunge all’Oeko-Tex Standard 100 sul pettinato fuso cavo, al quale si aggiungerà quello sui pettinati di lana e sul lino. “Speriamo – dice Giacinto Gelli, ad di Fil-3 – che i nostri sforzi e quelli di chi lavora per noi vengano ripagati. In effetti negli ultimi tempi stiamo notando un crescita decisa di clienti attenti alle certificazioni. Le procedure per ottenerle sono impegnative ma sono servite anche per consentire ai nostri lavoranti di adeguarsi ai tempi, dotandosi di strumenti più moderni, acquistando computer, frequentando corsi o sistemando la questione sicurezza. Abbiamo anche aiutato chi ha incontrato difficoltà nel farlo”. I mesi difficili della pandemia hanno portato anche allo sviluppo di progetti in collaborazione con latre aziende, ad un aggiornamento del rivoluzionario Astrovigorè e ad una sistemazione tecnologica del magazzino, con i lettori ottici per i codici a barre che identificano i prodotti.

New collection ideas, turning its sight to upholstery, and new certifications that have just arrived or are on their way. 2021, for Fil-3, kicked off with a burst of energy to be devoted to furnishing yarns, with an increase in the number of items, for this field suffered very little, if at all, from the effects of the pandemic in the past year. And so, Fil-3’s collection has been enriched with upholstery yarns, which are also suitable for clothing, and the company will be showing them in-person if possible or via digital means, to its regular and new customers. The dawn of the new year was marked also by the arrival of the GRS (Global Recycle Standard) certification, while the process for the granting of the GOTS (Global Organic Textile Standard) is in its final stage, swiftly followed by the RWS (Responsible Wool Standard), while still adhering to the 4Sustainability and Remo protocols. All this in addition to the Oeko-Tex Standard 100 for hollow spindle worsted yarns and for combed wool and linen yarns. “We hope- Giacinto Gelli, MD of Fil-3, says- that our efforts and those of the people working for us will be rewarded. We have actually noticed an increase in customers attentive to certifications lately. The procedures for the granting of certifications are quite exacting, but they helped our suppliers to keep in step with the times by purchasing more modern tools and computers, by attending courses and making adjustments in safety measures. We helped out those who had trouble doing it”. Furthermore, the difficult months of the pandemic led to the development of projects with the collaboration of other companies, to the updating of the revolutionary Astrovigorè and to tech innovations in the warehouse with the introduction of barcode readers to identify each product.

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Massimo Biancalani and Maurizio Toccafondi

A chat with experts QUATTRO CHIACCHIERE CON I TECNICI BIANCALANI Esistono persone programmate per avere la visione di un puzzle prima che venga assemblato. Alimentano innovazione e progresso e la loro opinione è fondamentale, ma spesso poco conosciuta. Sono i professionisti del meccanotessile, settore di cui Biancalani fa parte da molti decenni. “Abbiamo fatto la scelta - spiega Massimo Biancalani, CEO dell’azienda - di posizionarci nel mercato con macchinari alternativi per il finissaggio. L’input del processo creativo viene dalla considerazione: cosa manca e sarebbe invece auspicabile e vantaggioso nel meccanotessile?”. “È ciò che è successo con Aquaria - aggiunge Maurizio Toccafondi, direttore del reparto Ricerca e Sviluppo – perché cercavamo una visione diversa, qualcosa basato su tradizione ed esperienza, ma che non fosse sterile e banale. Il risultato è incredibile: sei punti di forza in un’unica macchina all’avanguardia e alternativa che dà risultati notevoli, alcuni ancora da scoprire”. “La ricerca - spiega Biancalani - può sembrare maniacale ma il termine corretto è capillare. Le opinioni dei collaboratori e dei professionisti, le analisi di mercato, le statistiche, le ricerche tramite Internet vengono raccolte dal reparto Ricerca e Sviluppo. E sono questi impulsi che innescano la progettazione”. “Nella progettazione – interviene Toccafondi – c’è un brainstorming quotidiano, le riunioni sono solo una parte infinitesimale. Non se ne esce con una verità immutabile, ma solo più informati e pronti a cambiare rotta se necessario. Spesso lo è. La progettazione non deve lasciare spazio a futuri rischi tecnologici, creando macchine povere di contenuti. Accade se si cerca di ridurre i macchinari all’osso”. “Abbiamo voluto in azienda - aggiunge Biancalani - un confronto tra professionisti diversi per esperienze, età e specializzazione. Ciò ha portato a macchinari di cui siamo orgogliosi come Airo24, Airbox e Aquaria”. “Dopo la realizzazione del macchinario - aggiunge Toccafondi - diventiamo consulenti, nonché spesso unici fornitori e promotori della nostra filosofia progettuale. Il livello più alto viene raggiunto quando clienti leader del settore del finissaggio tessile scelgono di testare un macchinario innovativo”.

There are people programmed to have a clear vision of the puzzle before it is put together. They are the driving force behind innovation and progress and their opinion is crucial, although usually little known. We are talking about the professionals of the textile machinery industry, Biancalani’s field of expertise for many years. “We made the choice- Massimo Biancalani, the company’s CEO, explainsof positioning ourselves in the market with alternative finishing machinery. The input to the creative process is given by the following question: what is missing and what, instead, would be favorable and profitable in the textile machinery field?” “That is what happened with Aquaria- Maurizio Toccafondi, the Research and Development Department Manager, says- we were looking for a different vision, something based on tradition and experience, but not fruitless or banal. The result is amazing: six strong points in one machine, which is state-of-the-art and alternative and gives very good results, and some are yet to be discovered”. “Our research work- Biancalani explains- may appear obsessive, but the correct term is “extensive”. The opinions of collaborators and professionals, market research statistics, Internet research, all information is collected by the Research and Development Manager. And these are the stimuli that trigger the design process”. “ The design process- Toccafondi says- involves a daily brainstorming activity, meetings are only an infinitesimal part of it. As a result, we are more informed and ready to change direction if necessary. And it is often necessary. Otherwise we could not call it “designing” , which must not leave room for future technological risks by creating machinery barren of content. This happens when machinery is stripped down to bare bones, in order to provide a product only seemingly new. Technological content is the priority”. “We brought professionals- Biancalani says- of various ages, experience and backgrounds together at the company. This led to the creation of machinery which we are very proud of Airbox and Aquaria". “In addition to developing machinery- Toccafondi says- Biancalani provides assistance and is often the sole supplier and promoter of its design philosophy. The highest level, which is pursued in both the design and construction stages, is achieved when leading companies in the field of textile finishing choose to try out an innovative machine”.

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Fadis's milestone LA PIETRA MILIARE DI CASA FADIS L’ultima macchina nata in casa Fadis è la copsatrice Sincro Copsy per la preparazione di cops e rocchetti flangiati (tipo hamel). L’unicità di questa nuova macchina è la possibilità di raddoppiare – come minimo - la produttività rispetto alle macchine esistenti, semplificandone l’operatività e il carico e scarico dei rocchetti per operatore, grazie a un’innovativa soluzione tecnica che ne cambia l’ergonomia. Questo perché è l’unica macchina con sei caratteristiche che la rendono la pietra miliare nel processo di avvolgimento dei cops. Sincro Copsy Premium ha infatti una testa di raccolta indipendente a guidafilo elettronico con incrocio di precisione, rocchetto motorizzato e controllo automatico della tensione. Ha poi la possibilità di caricare e scaricare i cops abbassando la testa di raccolta automaticamente con l’ausilio di un pistone pneumatico o manualmente e un flessibile per lavorare tutti i tipi di filato. La quarta caratteristica è l’esser in grado di preparare qualunque tipo di cops o rocchetto flangiato da 285 mm a 450 mm. A tutto ciò si aggiunge la versatilità di essere disponibile con diverse configurazioni come la binatrice e l’interlacciatrice e la velocità di una lavorazione che può arrivare fino a 2.000 metri al minuto.

The latest machinery developed by Fadis is Sincro Copsy for the preparation of cops and flanged bobbins (hamel type). This new machinery’s uniqueness lies in its being able to ensure double – at the very least- productivity as compared to existing machinery, by making loading and unloading operations easier owing to an innovative technical solution which modifies the machinery’s ergonomic design. It is the only machinery featuring six characteristics which make it a milestone in the cops winding process. Sincro Copsy Premium features, in fact, an electronic yarn guide with precision crossing angle, positively driven bobbin and automatic yarn tension control. Furthermore, the cops can be loaded and unloaded by lowering the cop-holder arm automatically by means of a pneumatic piston or manually, and the winder is suitable for all types of yarn. The fourth characteristic is that Sincro Copsy can prepare any kind of cops or flanged bobbin from 285 mm to 450 mm, in addition to its versatility, for it is fit with both a doubler and an interlacer, and its winding speed as high as 2.000 m/min.

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The best way to discover all about the most beautiful places in Italy

instagram

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firenzemadeintuscany.com


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It's time to invest PER A ZETA GROUP È IL MOMENTO DI INVESTIRE Due macchinari in arrivo, un incremento di campionario ed investimenti per nuove linee di filati destinate ai tessuti per arredamento. Il 2021 di A Zeta Filati segue il trend degli anni precedenti proseguendo un’evoluzione solo in parte frenata dalla pandemia. L’azienda guarda all’anno appena iniziato con la massima attenzione alla sostenibilità, alle certificazioni e al servizio offerto. Il comparto dell’arredamento, insieme a quello dell’aguglieria, ha avuto un incremento costante già da inizio 2020 andando in controtendenza rispetto al settore generale della filatura. A Zeta punta ad un ampliamento delle collezioni e ad un ulteriore miglioramento del servizio che si concretizza soprattutto nella realizzazione dello stock service, raramente disponibile sui filati fantasia per arredamento. Risultato, questo, di un lavoro che non si è mai fermato, malgrado il lockdown. A Zeta Group significa anche Mister Joe, marchio acquistato ormai da più di un anno e rilanciato con nuove idee. I filati per maglieria sono presentati, nella nuova collezione estiva, in una veste grafica rinnovata: il focus è sui punti maglia. Con la cancellazione delle manifestazioni fieristiche (A Zeta sarebbe stata presente a Filo, ndr) diventa essenziale l’investimento nel digitale: arrivano così i nuovi siti, sia per Mister Joe che per A Zeta Filati, ed il restyling dei loghi aziendali.

New incoming machinery, an increase in sample collections and investments in new yarn lines for home furnishing fabrics. A Zeta Filati’s 2021 follows the trend of the previous years, continuing an evolution which was only partly held back by the pandemic. The company looks to the new year ahead with the greatest attention to sustainability, certifications and customer service. The home furnishing sector, along with knitwear yarns, has been enjoying a constant increase since early 2020, opposing the general trend of the spinning sector, the which unfortunately had more negative repercussions in the textile's world. A Zeta aims at further expanding its collections and improving customer service, in particular, by introducing a stock service, which is rarely available when it comes to fancy upholstery yarns. This is the result of hard work that never stopped, in spite of the lockdown. A Zeta Group is also about Mister Joe, the brand purchased over a year ago and relaunched with an injection of new ideas. The knitwear yarns of the new summer collection are accompanied by a new graphic design: the focus is on knit stitches. Due to the cancellation of trade shows (A Zeta was supposed to attend Filo, editor’s note), investments in digital tools are crucial: so here come the new websites, for both Mister Joe and A Zeta Filati, and the restyling of the company’s logos.

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Relevant choices

GRUPPO COLLE, SCELTE ATTUALI IN UN MONDO NUOVO Tempo di lavoro e di riflessioni al Gruppo Colle, con un 2021 iniziato con nuovi scenari da valutare in un’ottica di crescita e di sviluppo, più che mai in un momento dove fermarsi significherebbe sparire. La pandemia, con il rallentamento dei mercati e il lockdown, ha sicuramente cambiato gli scenari ed i rapporti tra monte e valle della filiera tessile, con ripercussioni ancora tutte da individuare. L’impatto economico sull’azienda è stato sicuramente inferiore a quello della media, anche se lo stop è arrivato nei mesi più importanti per la produzione, ma andrà a influire sulle scelte del prossimo futuro, con il digitale che diventa un fattore essenziale. La prima scelta riguarda la dimensione aziendale, la seconda riguarda il servizio, che i clienti ormai richiedono “chiavi in mano”, a filiera accorciata rispetto alla tradizionale catena produzione-distribuzione. E così prendono corpo visioni di partenariati, collaborazioni, fusioni e accorpamenti, il tutto in un distretto in cui a volta i personalismi hanno la meglio sulle aziende. E siccome uno dei fattori principali che incidono sui tempi è la logistica ecco che diventa necessario velocizzarne o diminuirne una parte, spostando parte della merce che viaggia via corriere sulle cosiddette autostrade digitali. Altro passo da fare è rinnovare la fantasia e la qualità del prodotto, più ancora di quanto è stato fatto, ma dando un’occhiata ai costi, che ora determina le fasce di acquisto. Sulla base di queste considerazioni Gruppo Colle sta pensando al contributo da dare alla filiera pratese, che resiste alle difficoltà, che non lascia spazio ai singoli e che fa di Prato un distretto tessile: così “fare squadra” è l’indicazione che emerge, per dare al distretto stesso una flessibilità con le possibilità decisionali e di investimento di una grande azienda. Infine un occhio alla formazione che, in un momento di scuole aperte ad intermittenza, non può essere lasciata solo alle aziende e che invece deve fornire professionalità di eccellenza proprio nei momenti di grande cambiamento.

It is time to work and reflect for Gruppo Colle. 2021 has brought new scenarios to explore with a view to growth and development, all the more because not working right now would be equivalent to disappearing forever. The pandemic, with the slowdown of markets and the lockdown, has changed the relationships between downstream and upstream partners in the textile supply chain, with repercussions that are yet to be fully assessed. The economic impact on the company is definitely less severe than on average, although production came to a halt in the most crucial months, but it will influence the company’s choices for the near future, with digitization becoming the new normal. The first choice concerns the company size, and the second one the service, for customers are increasingly oriented toward “turnkey” solutions, with a shorter supply chain as compared to the traditional productiondistribution chain. And so, partnerships, collaborations, mergers and acquisitions are becoming a consistent trend in a textile district where “personalism” is often the rule. And since one of the key factors in customer service is logistics, it is necessary to speed up or cut down on the process by moving part of the goods shipped via courier to the so-called digital highways. Another step is to further increase product quality and variety, but with an eye on costs, which is what defines purchasing categories now. All this considered, Gruppo Colle reflects on how to contribute to Prato’s supply chain which is holding out, does not leave any room for individual action and makes Prato a textile district: “joining forces” is the only choice in order to provide the district with flexibility but also with the power to decide and investment capacity of a large-size company. Last but not least, focus on training which, in challenging times for education, is a responsibility which cannot be carried by the companies alone and must, instead, provide professionals of the highest profile at a time of such great changes.

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FOCUS

Service and research T.O.T.: SERVIZIO, RICERCA E L’IMPORTANZA DEL TERRITORIO

Tre siti produttivi, stock service e tintoria: T.O.T. punta sui servizi per restare azienda leader e offrire una copertura a 360 gradi delle richieste dei clienti. Ambrogio Pessina, Comofil e Tintoria Filati Portichetto i nomi di riferimento, ognuno specializzato in una tipologia di prodotto, in grado di preparare su rocca, tingere ed eventualmente riroccare ogni tipo di filato. Poi lo stock service, con filati naturali, artificiali e sintetici e un servizio che consente la consegna in 12-24 ore di qualsiasi articolo/colore presente nel catalogo aziendale. Nel laboratorio nell’arco di poche ore si ha la possibilità di riprodurre, in qualsiasi tonalità e su qualsiasi tipo di filato, quantitativi che vanno dai pochi grammi di una matassina ad un numero di rocche a scelta del cliente. Il cliente ha la possibilità di campionare a telaio il prodotto desiderato usufruendo del servizio di laboratorio oppure dello stock service. Una volta arrivati alla produzione industriale, con la garanzia di tonalità e qualità identiche al campionato, decide se attingere allo stock service oppure al servizio di vendita della tintoria o ancora se usufruire della sola lavorazione fornendo lui stesso il filato greggio. E dall’esperienza T.O.T. è nato il processo di nobilitazione Wuerretex, dopo uno studio durato un anno con i ricercatori del dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi dell’Insubria: l’obiettivo era ottenere l’effetto water-repellent sui filati, naturali, artificiali o sintetici. Wuerretex si applica direttamente sul filo e trasforma immediatamente il tessuto in tessuto water-repellent, eliminando la parte di post trattamenti o finissaggi che ha un consistente impatto ambientale, oltre a modificare la mano naturale del capo e le caratteristiche del tessuto. La lavorazione è fluoro-free e formaldeide-free, senza sostanze tossiche inquinanti che si accumulano all’interno di un organismo attraverso tutte le vie di assorbimento. La conservazione della naturale permeabilità e traspirabilità del capo indossato e un elevato effetto idrorepellente è garantita anche dopo più lavaggi in acqua e in solvente. E nasce da una collaborazione, quella con una 5’ classe della scuola ISIS Setificio Paolo Carcano di Como, anche il logo della lavorazione.

Three production plants, stock service and dyeing mill: T.O.T. relies on service to keep up its leading position and fully meet customers’ requests. Ambrogio Pessina, Comofil and Tintoria Filati Portichetto are the three companies of the group, each specializing in a different type of product and in the preparation and cone dyeing of any kind of yarn. In addition, the group offers a stock service of natural, artificial and synthetic yarns and efficient customer service ensuring delivery of any item/ color in the company’s catalogue within 12 to 24 hours. The laboratory is able, in the space of a few hours, to meet any request, from small cones of a few grams in weight to any number of cones required, in any color and in any type of yarn. Customers have the chance to sample the required product through the laboratory or stock service. As the product goes into production, with the assurance that the product’s quality and color will be exactly like the sample, customers will be able to choose between the stock service or the dyeing mill’s sales service or even make use of the company’s processing service by providing the raw yarns themselves. T.O.T.’s vast experience led to the creation of the Wuerretex finishing process, as the result of one-year in-depth research with the collaboration of the Chemistry Department of the University of Insubria: the goal was to provide natural, artificial and synthetic yarns with a water-repellent effect. Wuerretex is applied directly on the yarns, thereby transforming immediately the fabric in a water-repellent one, while eliminating the post-treatment or finishing substances which have a high environmental impact, besides modifying the fabric’s natural handle and characteristics. The process is fluorine-free and formaldehyde-free, without the use of poisonous and polluting substances which enter and pile up within the body through all absorption routes. It also preserves the garment’s natural permeability and breathability and ensures a high degree of water repellency even after frequent in water and in solvent cleaning. And the finishing process’ logo was born out of the collaboration with fifth-year students of the ISIS Setificio Paolo Carcano School in Como.

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FOCUS

The rewarding of work RIFINIZIONE VIGNALI, QUANDO IL LAVORO VIENE PREMIATO “Azienda che opera nel settore della tintoria e finissaggio dei tessuti e dei velluti per l’arredamento e l’abbigliamento. Fondata nel 1947 in tutti questi anni ha saputo coniugare la tradizione dei processi di lavorazione con l’innovazione e la qualità dei prodotti. Grazie a scelte di intelletto imprenditoriale l’azienda è caratterizzata da una profonda valorizzazione del capitale umano.” Questo si legge nella scheda della Rifinizione Vignali, che nello scorso dicembre, dopo quasi 75 anni di attività, ha ricevuto l’undicesimo Premio Santo Stefano per la tenuta e il rilancio del lavoro a Prato, un riconoscimento promosso da Diocesi, Comune, Provincia, Fondazione Cassa di Risparmio, Camera di Commercio di Prato e Comune di Montemurlo e destinato alle aziende che lavorano con etica e rispetto dei valori. Ogni anno la città consegna a più aziende il premio, conosciuto anche come “Stefanino” per sottolineare come la cultura e l’operosità del distretto pratese siano ancora capaci di fare impresa in modo etico e rispettoso dei valori del lavoro e della concorrenza. Unico rammarico l’impossibilità, causa Covid, di ricevere il premio direttamente dalla mani del Vescovo di Prato Giovanni Nerbini in prossimità del Natale, come ogni anno, ma tutto è comunque rinviato a cavallo tra la primavera e l’estate. Per Ivo Vignali, presidente del Consiglio di Amministrazione, affiancato dalle figlie Barbara e Silvia per assicurare il ricambio generazionale, è il riconoscimento di decenni di lavoro nel distretto pratese e di valorizzazione del settore della rifinizione, ma anche dell’impegno in prima persona per il riconoscimento dei diritti delle aziende e la tutela della lavorazione, a livello di etica, di tariffe e di qualità. E lo “Stefanino” è anche un premio per gli oltre cento dipendenti, tra Rifinizione Vignali e Tintoria MA-VI, dopo un anno particolarmente travagliato per la pandemia.

“A company operating in the field of textile dyeing and finishing and velvets for home furnishing and clothing. Established in 1947, the company has been able, over the years, to combine traditional processing methods and product quality and innovation. Owing to its choices based on entrepreneurial intellect, the company now stands out for its deep enhancement of human capital”. This is a brief profile of Rifinizione Vignali which, last December, after nearly 75 years of activity, was awarded the 11th Premio Santo Stefano for the maintaining and relaunching of labour in Prato, a recognition promoted by Prato’s Diocese, City Council, Province, Cassa di Risparmio Foundation, Chamber of Commerce and Town of Montemurlo and given to companies whose activity is based on ethical conduct and respect for values. Every year, the award, better known as “Stefanino”, is given to several companies, as evidence of the fact that the Pratese district’s entrepreneurs are still capable of doing business in an ethical way which is respectful of the values of hard work and competition. Rifinizione Vignali’s only regret is that, due to the Covid pandemic, it was unable to have the award presented by the Bishop of Prato Giovanni Nerbini, over Christmastime, like every year, for the ceremony was postponed to next spring-summer. For Ivo Vignali, the company’s CEO, and his daughters Barbara and Silvia who have joined the company to ensure generational turnover, this award is the recognition of years of hard work within the Pratese district and of the enhancement of the finishing sector, but also of the company’s commitment to corporate rights and protection of production processes, in terms of ethics, pricing and quality. And the “Stefanino” goes also to the over 100 employees working at Rifinizione Vignali and Tintoria MA-VI, after a very difficult year marked by the pandemic.

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FOCUS

Fancy yarns since 1983 FILATURA ALMA, FILATI FANTASIA DAL 1983

Our firm produces and sells weaving, knitting, and furnishing yarn with a wide range of Winter and Summer samples. It renovates in every season to meet market demand that is more and more exacting and to respect the tendency of “made in Italy” production. The strenghts of our firm are given by continuative technique innovation, that is the result of our matured experience in the textile sector, by work, by passion of qualified technicians and by continuity of strategies of social governance. For these reasons we have noticed positive results given by exponential growth in the last few years on both local and international market. We have been adopting solutions tailored to every customer. Our vanguard machineries and our ability allow us to process various types of product, from single yarn to elaborated fanciful yarn. We guarantee agreed time of delivery as we can follow all the stages of production, from the raw materials to the creation of finished product and to final product quality control.

La nostra azienda produce e vende filati da tessitura, maglieria e arredamento, con un vasto campionario sia invernale che estivo il quale si rinnova ad ogni stagione per andare incontro alle esigenze del mercato sempre più esigente e per essere in linea con la tendenza del “made in italy”. I punti di forza dell’azienda sono dati dalla continua innovazione tecnica, frutto della maturata esperienza nel settore del tessile, dal lavoro, dalla passione di tecnici qualificati e dalla continuità delle strategie di governance sociale, infatti abbiamo constatato riscontri positivi dati dalla crescita esponenziale negli ultimi anni sul mercato locale ed internazionale. Da sempre adottiamo soluzioni su misura per ogni cliente in quanto i nostri macchinari sempre all’avanguardia e la nostra competenza ci permettono di ottenere varie tipologie di prodotto, dal filato semplice a quello con fantasie più elaborate. Garantiamo inoltre il rispetto dei tempi di consegna pattuiti, potendo noi seguire internamente le fasi della produzione dalla messa in lavoro della materia prima alla creazione del prodotto finito fino al controllo del prodotto finale.

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COPSATRICE SINCRO COPSY GREEN CERTIFIED Certification of the Green Label issue process

FADIS S.p.A. - ITALY - Via Colombera 70, 21048, Solbiate Arno (VA), Italy - tel: +39 0331 989533 - fax: +39 0331 989532 - email: sales@fadis.it - website: www.fadis.it



FOCUS

Following the market OFFICINE GORGERI E IL MERCATO CHE CAMBIA

Un’impresa familiare che ha fatto del suo legame col territorio un ottimo trampolino di lancio verso il mercato mondiale. Si tratta delle Officine Gorgeri, fondate nel 1953 da Aldo Gorgeri e da allora attive nel settore meccanotessile. Per non smentire il Dna pratese, le prime macchine prodotte sono state quelle destinate alla lavorazione del cardato, successivamente l’azienda si è specializzata nella costruzione di macchine e impianti per la preparazione e mescolatura delle fibre. Nel 1994 Aldo Gorgeri, ormai affiancato dai figli, ha trasformato la ditta in Officine Gorgeri Srl e sempre più forte è diventata la vocazione all’internazionalizzazione. Tecnologie affidabili, ma soprattutto la capacità di trovare soluzioni alle problematiche più complesse sono le caratteristiche di questa impresa che ha fidelizzato i suoi clienti, nazionali e internazionali, in particolare tedeschi, francesi e belgi. Per spiegare in modo semplice cosa fanno i macchinari che le Officine Gorgeri producono, ci affidiamo al titolare Riccardo Gorgeri: “Produciamo macchine e impianti che aprono le balle di fibra, le puliscono, che aggiungono i prodotti chimici necessari per le lavorazioni successive e che eseguono la miscelazione di questi componenti. Tutto questo adattabile alle specifiche esigenze del cliente”. I differenti modelli di apriballe, per esempio, sono disponibili in varie larghezze di lavoro. Gli apritori in fino sono in grado di aprire qualsiasi tipo di fibra, sia sintetica che naturale, addirittura Gorgeri produce un apritore cardante per fibra bicomponente. Gorgeri produce anche sistemi di oliatura, diversi a seconda della quantità di ensimaggio che le fibre necessitano. Tra gli impianti di preparazione mischia ci sono quelli dedicati ad apertura, pulitura, miscelazione, bagnatura e stoccaggio di piccoli e grandi lotti; altri impianti sono destinati invece alla produzione di feltri, fibre naturali e tessuto-nontessuto. E proprio quello della lavorazione del tessuto-non tessuto è un comparto in cui Gorgeri è specializzata dato che l’80% della clientela di Officine Gorgeri lavora proprio nel settore geotessile. “Abbiamo realizzato macchine in grado di lavorare i materiali più disparati: dalla fibra di legno a quella di cocco – conclude Gorgeri – i cambiamenti del mercato ci impongono di fare continuamente ricerca, un impegno che ormai rappresenta il 15-20% della nostra attività e che viene svolto da nostro personale interno dedicato”.

A family-owned and operated company which used the deeply-rooted bond with its homeland as a springboard to the global market. Officine Gorgeri was established in 1953 by Aldo Gorgeri and has been operating in the textile machinery field since then. Remaining true to his Pratese genes, the first machinery that the company founder produced was designed for carded fabrics, then the company specialized in the production of machinery and systems for fiber preparation and blending. In 1994, Aldo Gorgeri, with his children working by side, transformed the company into Officine Gorgeri Srl and took an increasing stance toward internationalization. Reliable technology and, above all, being able to find the solutions for the most complex problems are the key features of this company which retains its customers, both national and international, in particular German, French and Belgian customers. The owner Riccardo Gorgeri explains in a simple way how the machinery produced by Officine Gorgeri works: “We produce machines and systems which open the bales of fiber, clean them, add the chemicals required for the following processing stages and perform the blending of these components. And everything can be customized to the customer’s specific needs”. There are various balebreaker models, available in different working-widths, which enable the opening of any fiber, both synthetic and natural. Gorgeri produces also a carding willow for bi-component fibers and different oiling systems according to the quantity of lubricating grease required by the fiber material to be processed. Among the fiber preparation and blending systems are those designed for opening, cleaning, blending, wetting and storage of small and big batches and those for the production of felt, natural fibers and non-wovens. The processing of non-wovens is a field in which Gorgeri specializes, as 80% of Officine Gorgeri’s customers work in the geotextile sector. “We produce machinery designed to process the most varied materials: from wood to coconut fiber- Gorgeri concludes- the fast-changing market force us to commit to ongoing research, which accounts for 15-20% of our activity and is performed by specific in-house staff ”.

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FOCUS

Looking ahead TESSITURA ITALIA, AVANTI VERSO IL FUTURO

C’è chi guarda al duro presente, chi si specchia in un felice passato e chi volge lo sguardo avanti, programmando gli anni a venire, pensando a formazione e sostenibilità. E’ il caso, quest’ultimo, della Tessitura Italia, che dopo un anno duro e impegnativo come quello di tutto il settore tessile, cerca nella formazione e nelle certificazioni la strada per il futuro.. Quattro le certificazioni ottenute grazie all’impegno nel lavoro etico e sostenibile: GRS (Global Recycle Standard), GOTS (Global Organic Textile Standard), RCS (Recycled Claim Standard, una forma meno stringente della GRS) e TF (Traceability & Fashion), data dalla Camera di Commercio di Prato a quelle aziende in grado di dimostrare la lavorazione made in Italy. Certificazioni che da un lato testimoniano l’attenzione dell’azienda per l’ambiente e dall’altro vanno incontro alle richieste di un mercato sempre più consapevole e attento a certe tematiche, dai brand al consumatore finale. I mattoni per costruire il futuro sono invece i giovani che, col tirocinio prima e la specializzazione poi, consentiranno alla Tessitura Italia di avere quel ricambio generazionale tra i dipendenti sempre più difficile per un settore che non ha l’appeal dei giorni migliori. Tre le figure professionali che nel giro di 24 mesi andranno in pensione e che saranno sostituite da giovani che hanno fatto o stanno facendo il tirocinio o l’apprendistato: un responsabile di magazzino, un aiuto assistente alla tessitura e un annodino. Nel primo caso c’è già un ragazzo, di poco più di 18 anni, che sta prendendo dimestichezza con computer, muletto e con i trucchi ed i gesti che solo l’esperienza può dare. “Non ci possiamo arrendere alla pandemia – dice il titolare Andrea Boretti – ma pensare al domani sperando che finisca presto. Siamo in piedi da quasi trent’anni e abbiamo il dovere di rimanere attivi, programmando il futuro anche con la formazione di figure professionali che non possono essere create nelle scuole e per le quali non bastano sei mesi di prova o di apprendistato”.

Some focus on the difficult present, some cling to a happy past, others look ahead by planning the years to come and invest on training and sustainability. Such is the case of Tessitura Italia which, after a very challenging year for the entire textile sector, is planning its path to the future on the basis of training and certifications. The company has obtained four certifications so far, owing to its commitment to ethical and sustainable work: GRS (Global Recycle Standard), GOTS (Global Organic Textile Standard), RCS (Recycled Claim Standard, a less exacting certification than GRS) and TF (Traceability & Fashion), granted by Prato’s Chamber of Commerce to companies which can prove that the processing has been carried out in Italy. Certifications which, on one side, testify to the company’s commitment to environmental protection and, on the other, meet the demands of a market increasingly attentive to specific themes, from brands to endusers. But the bricks shaping the future are young people who, through training and specialization, will allow Tessitura Italia to ensure generational turnover between employees, which is becoming increasingly difficult in a sector that has seen better days. At Tessitura Italia, three professional figures will be retiring within 24 months to be replaced by young people who have done or are doing their training or serving their apprenticeship: a warehouse manager, a weaving assistant and a warp typing assistant. In the first case, there is a young man, barely 18 years old, who is now becoming familiar with computers and forklift trucks and learning the “tricks of the trade”. “We cannot submit to the pandemic- the owner Andrea Boretti sayswe must, instead, focus on the future hoping that it will end soon. We’ve been operating for nearly thirty years and we must keep going, by planning the future and training professional figures who cannot be trained in schools and for whom a six-month trial period or apprenticeship is not enough”.

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CITIES

Pinacoteca di Brera - Milan

Culture at a click of a button CULTURA IN PUNTA DI DITO by La Spola Di solito questa rubrica stimola in modo particolare due sensi, il gusto e l’olfatto. Spesso, senza alcuna presunzione di infallibilità, cerchiamo di dare consigli su come e dove godersi l’enogastronomia nelle varie città che ospitano le fiere tessili, Firenze, Milano e Parigi in primis. Talvolta facciamo una digressione sull’udito, con i locali dove le sette note ed il ballo la fanno da padroni, sia da sempre che in anni più recenti, con l’avvento di nuovi generi musicali. Protagonisti in questo numero di La Spola – Showcase sono, per obbligo, sia pure piacevoli, la vista ed il tatto, un binomio più che mai saldo da quasi un anno a questa parte, con la pandemia che ci ha praticamente chiusi in casa o in ufficio con un computer (o uno smartphone) davanti e un mouse in mano. Così… dito clicca e occhio vede, da quando il coronavirus ha dato al web un ruolo ancora più importante di quello che la Rete si era già presa in autonomia in questi anni. E allora non potendo andare a Milano e a Parigi per l’annullamento delle fiere fisiche, a Londra per le rigide norme sugli spostamenti nazionali e internazionali e forse a Firenze (al momento di andare in stampa Pitti Immagine sta facendo le ultime valutazioni su Pitti Filati) non rimane che affidarci al web per un tuffo virtuale nella cultura e per mantenere una rubrica di La Spola- Showcase molto apprezzata. Quindi via al tour tra i musei che consentono, sul proprio sito o aderendo al progetto Google Arts & Culture, di ammirare gratuitamente le proprie collezioni: opere d’arte di ogni tipo, raffigurazioni in 3D, testi da leggere e vere e proprie camminate tra le varie ali dei musei. A Firenze la visita d’obbligo è ovviamente alle Gallerie degli Uffizi, che mette a disposizioni moltissime pagine con collezioni specifiche e percorsi guidati. La porta d’accesso (www.uffizi.it/mostrevirtuali) apre il mondo sulle Ipervisioni, ovvero su una serie di mostre completamente digitalizzate e presentate con una carrellata su opere e artisti. Il tour virtuale più coinvolgente è quello attraverso le nuove sale degli Uffizi, realizzato e prodotto dalle Gallerie degli Uffizi con

This column is usually about stimulating two senses in particular , taste and smell. While making no claim to infallibility, we normally offer practical advice on how and where you can enjoy the culinary delights of the cities hosting the textile trade shows, first and foremost, Florence, Milan and Paris. We sometimes make a digression into the sense of hearing, by suggesting local night and dance clubs where music and dancing are omnipresent, from the classic to the newest genres. The stars of this La Spola- Showcase issue are, inevitably, sight and touch, a combination which has grown stronger and stronger over the year, due to the coronavirus pandemic that forced us to be stuck at home or at the office with a computer (or a smartphone) in front of us and a mouse in our hand. And so, the finger clicks and the eyes sees, as the pandemic speeds up the transition to an increasingly digital world. And since we cannot go to Milan or Paris because of the cancellation of physical trade shows, or to London because of the strict national and international travelling procedures, and perhaps not even to Florence ( at the time of print, Pitti Immagine is still pondering over whether to hold Pitti Filati or not), we have no choice but to take a virtual journey through culture, in order for this regular (and very popular) column in La Spola- Showcase magazine to keep going. So let’s set off on our tour of the museums which, through their own website or by joining the Google Arts & Culture project, allow viewers to admire gratuitously their art collections: works of art of all kinds, 3D pictures, written texts and walks through the museums’ wings. In Florence, the must-see museum is the Uffizi Galleries, which offers many pages featuring specific collections and guided tours. The home page (www.uffizi.it/mostre-virtuali) leads to the “Hypervisions”, a series of digitalized exhibitions including an overview of the works of art and artists. The museum’s most engaging virtual tour is the one through the Uffizi Galleries’ new rooms, realized and produced by the Uffizi Galleries with the collaboration of

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Louvre - Paris

Ebe, Canova (GAM) - Milan

Uffizi - Florence

la collaborazione di Opera Laboratori Fiorentini, di Audio Guide Gestione Multiservizi e di Reiview: il link da seguire è quello per la Sala delle Dinastie e le Sale del Cinquecento veneziano. Grazie alla passione per l’arte e alla committenza delle famiglie de’ Medici e della Rovere (imparentate tra loro per via delle nozze nel 1634 tra Ferdinando II de’ Medici e Vittoria della Rovere, che portò in dote a Firenze l’immensa raccolta di opere d’arte del ducato di Urbino) la collezione di pittura veneziana del Cinquecento alle Gallerie degli Uffizi è tra le più importanti al mondo. Le sale ad essa dedicate sono state restaurate e inaugurate nel 2019 e comprendono Sala delle Dinastie, Sala di Giorgione, Cappellina veneziana, Anticamera della Decima, Saletta di Tiziano, Sala della Venere di Urbino di Tiziano, Sala del naturalismo veneto, Sala di Tintoretto, Sala del Veronese e Saletta del Veronese. Milano apre le porte virtuali di diversi musei, dall’arte alla scienza. Per la prima c’è la Pinacoteca di Brera (https://pinacotecabrera. org/collezioni/opere-on-line/) che propone 669 opere online, con la possibilità di navigare tra i secoli con un motore di ricerca che consente di selezionare autore, data, tecnica, sala, opere esposte o meno o affidarsi alla mappa per scegliere l’itinerario preferito. Così un click può portare davanti alla Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti piuttosto che al Polittico di San Luca del Mantegna. Per ogni opera ci sono una scheda tecnica con la descrizione completa e la possibilità di condividere la visita sui social networks. Altro tour possibile nella città meneghina è quello alla Galleria d’Arte Moderna (la GAM), che ha aderito a Google Arts & Culture: è quindi opportuno (ma non obbligatorio) scaricare l’apposita app per accedere alla collezione di opere dell’Ottocento. Nelle sue sale si possono ammirare sei principali collezioni, le Storie: Donne, I volti di GAM Milano, Infanzia, Racconti: dal mito alla storia, Scultura e Masterpieces. Quest’ultima raccoglie dieci capolavori con, tra gli altri, la statua Ebe del Canova e l’Idillio Campestre nei prati delle pieve a

Opera Laboratori Fiorentini, Audio Guide Gestione Multiservizi and Reiview: follow the link to the Hall of the Dynasties and Galleries of Sixteenth-Century Venetian Painting. Thanks to the Medici and Rovere families’ passion for art and patronage of the arts (the two families were allied by the marriage, in 1634, of Ferdinando II de’ Medici to Vittoria della Rovere, who brought to Florence a dowry of the Duchy of Urbino’s huge art collection), the Uffizi Galleries’ collection of sixteenth-century Venetian paintings is one of the world’s finest. The rooms housing this collection were restored and opened to the public in 2019 and include the Hall of the Dynasties, Giorgione Gallery, Venetian Chapel, Antechamber of the Tribute Office, Small Titian Gallery, Gallery of Titian’s Venus of Urbino, Gallery of Venetian Naturalism, Tintoretto Gallery, Veronese Gallery and Small Veronese Gallery. Milan opens the virtual doors of several of its museums, from art to science. First of all, Pinacoteca di Brera (https://pinacotecabrera.org/collezioni/opere-on-line/), which offers 669 works of art online, including the possibility to surf through the centuries by using a search engine that allows you to specify the artist, date, technique, hall, works on public display or not, or instead tap on the map to choose your favorite tour. In a matter of a click, you’ll be admiring the Madonna with Child by Ambrogio Lorenzetti or the San Luca Altarpiece by Mantegna. Each work of art is accompanied by a technical information sheet including a detailed description and the chance to share the visit on social networks. Another possible museum tour in Milan is that of Galleria d’Arte Moderna (GAM), which has joined the Google Arts & Culture project: it is, therefore, advisable (but not compulsory) to download the app to access the 19th-century art collection. You can admire six main collections through the museum’s halls: The Stories: Women, The Faces of GAM Milano, Childhood, Tales: from Myth to History, Sculpture, and Masterpieces, which includes ten masterworks

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CITIES

Muséè de l'Orangerie - Paris

Louvre- Paris

Volpedo di Pelizza da Volpedo. Sono possibili anche otto viste diverse del museo, con l’occhio digitale che accompagna il visitatore nelle sale con il metodo di Street View. A Parigi non si può prescindere dal Louvre, che con la sua austera flemma, consente comunque di dare una approfondita occhiata a sette aree tematiche: quattro riguardano la Petite Galerie, una a testa l’antico Egitto, il Louvre Medievale e le Arti Decorative. All’interno di ogni sala si può ruotare la vista, scegliere il punto di vista preferito usando la mappa e focalizzarsi su una determinata opera. Forse un’esperienza non proprio dinamica e scorrevole ma in ogni caso gradevole. Però chi si aspetta di vedere in 3D le opere d’arte più famose resterà deluso. Se la preferenza va all’impressionismo c’è il Musée de l’Orangerie, che dedica ben due sale a Le Ninfee di Claude Monet, anche in questo caso grazie a Google Arts & Culture (https://www.musee-orangerie. fr/en/article/water-lilies-virtual-visit). L’immersione nella sala ovale è totale e dalla navigazione molto fluida e chiara. Chiusura di viaggio nella Rete col simbolo di Parigi, che da sempre divide i turisti tra chi l’adora e chi invece non ne apprezza la magnificenza, ovvero la torre Eiffel. Il solito Google (https://artsandculture.google.com/partner/tour-eiffel) permette di scoprirne la storia attraverso i progetti, i manifesti celebrativi e foto dei secoli scorsi. Ovviamente non manca la camminata lungo il corridoio più alto, quasi sulla vetta della torre, con vista a 360 gradi su Parigi. E la mancanza del vento limita anche l’effetto vertigine, che spesso è il primo freno di chi non se la sente di salire fino ai 276 metri del terzo piano.

Eiffel Tower - Paris

such as Canova’s statue of Hebe and Rural Idyll of the Meadows in the Volpedo Parish by Pelizza da Volpedo. You may also enjoy eight different views of the museum through the digital eye which guides visitors through the rooms by using the Street View method. In Paris, you cannot miss a tour of the Louvre Museum which provides an overview of seven theme areas: four of them focus on the Petite Galerie, the remaining three on Ancient Egypt, Medieval Louvre and Decorative Arts. Within each hall, you can rotate the view, pick your favorite viewpoint by using the map and focus on a specific work. Probably not what one would describe as a dynamic and smooth-flowing experience, but pleasant nonetheless. Those, however, who expect to see the museum’s most famous works in 3D will be disappointed. For impressionism lovers, there is the Musée de l’Orangerie, which devotes two halls to Claude Monet’s Water Lilies thanks, once again, to Google Arts & Culture (https://www.museeorangerie.fr/en/article/water-lilies-virtual-visit). The tour ensures a full-immersion experience into the oval rooms and surfing the website is speedy and easy. Our last stop in Paris is at the city’s most controversial symbol, since always the cause of much debate between those who love it and those who hate it, the Eiffel Tower. Google (https://artsandculture.google.com/partner/tour-eiffel) explores the monument’s history through its designs, commemorative posters and pictures from the past centuries. The tour includes a walk along the third platform, nearly at the top of the tower, with a complete view of Paris. And in the absence of wind, you will not feel dizzy, which is usually what prevents visitors from climbing up to the tower’s 276-meter-high top level.

Works of art of all kinds, 3D pictures, written texts and walks through the museums’ wings

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