Prato review n. 22

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n.22 - estate 2014 Trimestrale di cultura, economia e moda spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, lettera b - legge 662/96 - filiale di Firenze - contiene IP - euro 4,00 free copy

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prato n. 22 estate 2014

Flowers s/s2014

La piccola CinecittĂ Tra titoli cult e new entry, dieci film girati a Prato

Emilio Isgrò

L’artista racconta il suo ultimo progetto per Palazzo Pretorio

Festival estivi

Gli appuntamenti da non perdere in Toscana

Carmignano

Miniguida per conoscere i suoi vini e il territorio




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12 Arte 16 Musica 18 Era l’anno 20 Lo sguardo da dentro 22 Lo sguardo da fuori 25 editoriale 28 Cinema Prato. Una piccola Cinecittà di Alessandra Lucarelli

34 Teatro Emilio Isgrò. Dichiarazioni d’artista di Francesca Lombardi

38 Musica I festival da non perdere in Toscana di Sabrina Bozzoni

42 Fashion Flowers S/S 2014 di Teresa Favi foto Alessandro Moggi

50 Arte Prato e la sua vocazione al contemporaneo di Francesca Lombardi


Presenta il prossimo 20 Giugno alle ore 18,00

Mauro Moriconi

Una delle opere in mostra

L’inferno di dante

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54 Economia La nuova Prato di Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Elisa Signorini

56 Economia Promozione e sinergie. La parola ai presidenti delle associazioni di categoria di Elisa Signorini

60 Mestieri antichi We Love Stracci di Sabrina Bozzoni

64 Territorio Le ville dei Medici di Mila Montagni

68 museo Il nostro Soffici 70 Carmignano 100% terroir di Teresa Favi

74 Shot on site 76 nightlife Caffè 21 78 Prato tips 79 English version


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Direttore responsabile

Matteo Parigi Bini

moda

Teresa Favi, Francesca Lombardi redazione

Sabrina Bozzoni, Matteo Grazzini, Alessandra Lucarelli, Mila Montagni, Elisa Signorini, Maria Giusy Riccetti contributors, Piero Ceccatelli, Riccardo Rami, Niccolò Lucarelli, Melania Mannelli, Guido Parigi Bini Fotografi

Gianni Attalmi, Lorenzo Cotrozzi, Ivan Dali, Dario Garofalo, Massimo Listri, Gianni Logli, Alessandro Moggi, Pasquale Paradiso grafica

Chiara Bini, Alessandro Patrizi Traduzioni

NTL, Costanza Nutini Direttore Commerciale

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Orario di Apertura MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ

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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana



12 agenda arte

Lato

Centro Pecci Dal 1 al 12 giugno, il progetto Prato-Sarajevo ART INVASION porta gli artisti attivi in Toscana e Bosnia, coinvolti nel progetto iniziato lo scorso aprile, ad intervenire con le loro incursioni d’arte. Il progetto si è sviluppato attraverso un percorso articolato, organizzato in tappe di avvicinamento, come occasione per stimolare una riflessione su quale sia oggi la relazione fra arte contemporanea e territorio di riferimento immaginando la città come luogo di discussione e di scambio. Il Centro Pecci è stato uno degli organizzatori di Prato Contemporanea lo scorso maggio (vedi articolo a pag. 50) www. centropecci.it

Museo del Tessuto

dog di Silvia Amodio, un evento a favore della Lega nazionale del cane. Giovedì 12 giugno, in collaborazione con la galleria Lato, sarà inaugurata la mostra di Paolo Meoni mentre venerdì 20 giugno in scena la mostra fotografica di Mauro Moriconi L’inferno di Dante, una visione particolare dell’inferno Dantesco. In data 8 settembre invece la personale dell’artista Giada Mazzini Oltre con una presentazione di opere in acciaio (via Firenzuola 33, www.diemauer.it)

Dryphoto In scena la mostra Piazza dell’Immaginario, un progetto a cura di Alba Braza, con opere di Gabriele Basilico, Andrea Abati, Bleda y Rosa, PantaniSurace, R.E.P. Revolutionary Die Mauer Experimental Space. Le opeTourbillon di eventi questa re esposte occupano i muri primavera. Venerdì 6 giugno di questo nuovo toponimo, inaugura il progetto Human- la zona dove via Fabio Filzi

Die Mauer

e via Pistoiese sono messe in comunicazione attraverso un passaggio e che diventa la terza tappa del progetto. Attraverso le immagini scelte si raccontano storie anonime e quotidiane che contengono una certa sensazione di nostalgia, nostalgia che di solito abbiamo quando ricordiamo o immaginiamo il passato (via delle Segherie 33/A, www. dryphoto.it) Lato Inaugura il 12 giugno la personale di Paolo Meoni. All’origine di questa serie è il reimpiego e il successivo posizionamento sullo scanner di alcuni scatti (scarti) fotografici, in cui il soggetto risulta invisibile per eccesso di sovra o sottoesposizione. Da settembre, presso la galleria e lo spazio MOO, Tracce non antropomorfiche, collettiva di sei artisti - Chiara Bettazzi, Lek Gjeloshi, Barbel

Dryphoto

Reinhardt, Ibrahim Nasrallah, Marie Cousin, Rachel Morellet - che, attraverso poetiche differenti, affrontano il tema dell’informe a partire da un’estetica volta alla rivisitazione di concetti quali verosimiglianza e antropomorfismo (piazza San Marco 13, www. lato.co.it) MOO Personale dell’artista Sandro Del Pistoia. La matematica sembra intervenire nell’opera d’arte per darle struttura e contenuto, forma e sostanza. In queste due piccole stanze di MOO, a stretto contatto con queste forme atomiche, sembra quasi di spiare i segreti della fisica: il motivo esagonale, che nelle opere dell’artista si ripete e si lega in un continuum armonico, deriva dalla struttura molecolare del grafene, un superconduttore che pare avere proprietà di grande



14 agenda arte

Moo

interesse, tra cui quella di ri- dove le 27 camicie bianche solvere il ‘paradosso di Klein’ testimoniano silenziosamente (via San Giorgio 9/A). vent’anni di genialità creativa e progettuale.
Esposte come Museo del Tessuto fossero sculture le camicie Prorogata fino al 29 giugno sono bagnate di luce che conLa camicia bianca secon- sente ai volumi di esprimersi do me. Gianfranco Ferrè, la pienamente ottenendo un grande mostra, realizzata in suggestivo effetto plastico (via collaborazione con la Fonda- Puccetti 3, www.museodelteszione Gianfranco Ferrè, che suto.it) racconta la creatività e il genio stilistico di un protagonista Palazzo Pretorio della moda contemporanea Fino al 20 luglio, la mostra internazionale, attraverso il Ritratti incancellabili, un capo icona della sua capacità omaggio dell’artista siciliano progettuale: la camicia bian- Emilio Isgrò al più toscano ca.
L’incipit della mostra è af- degli scrittori del Novecento: fidato ad un sistema sospeso Curzio Malaparte. La mostra, di teli su cui scorrono macro curata da Stefano Pezzato e immagini dei disegni autografi organizzata insieme al Cendi Ferré, lampi perfetti che de- tro Pecci, mostra le opere di lineano la sua visione creativa Emilio Isgrò, artista concete che rappresentano la chia- tuale e pittore ma anche pove per accedere all’universo eta, scrittore, drammaturgo e insito a ciascun progetto.
La regista, tra i più conosciuti a seconda sala dell’esposi- livello internazionale è iniziazione è il cuore della mostra tore delle “cancellature” di te-

Palazzo Pretorio

sti applicate su enciclopedie, manoscritti, libri mappe, opere cinematografiche, in una sorta di rilettura a rovescio e reinterpretazione del linguaggio che da verbale si trasforma in visuale. Tante le occasioni per scoprire o ammirare di nuovo il Museo di Palazzo Pretorio grazie al cartellone della Prato Estate, organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune in collaborazione con CoopCulture. Come le aperture serali straordinarie del Museo fino alle 24, ogni giovedì da giugno a settembre, o i concerti in programma all’interno del Museo: il 5 e il 19 giugno toccherà a Samba e amor e Everybody’s song con la splendida voce di Irene Giuliani, mentre il 12 e il 26 si esibiranno i migliori allievi della scuola Verdi. Tante iniziative anche per i più piccoli (piazza del Comune, www.palazzopretorio.prato.it)

Vault+BBSpro Inaugura il 12 giugno la mostra collettiva Piccolo compendio d’istruzioni di pittura che nasce grazie al contributo di figure diverse: artisti – Aceto, De Angelis, Fato, Mancini Zanchi, Petrei – critici – Ciglia, Zanchetta (qui anche nella duplice veste di artista) – e un filosofo (Garrera). La mostra si struttura come un manuale di trattatistica sulla pittura. Ciascuno dei partecipanti ha selezionato un argomento tipico della manualistica e ha lavorato su di esso in un duplice modo: con un contributo di natura teorica, elaborato su una superficie che simula la pagina di un “ipotetico trattato”, e con un intervento di tipo visivo, quindi più propriamente un’opera, che allude all’illustrazione del medesimo compendio (via del Carmine 11, www.spaziovault.com - www. bbs-pro.it)



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Agenda Spettacolo

Mauro Ermanno Giovanardi

GIUGNO In occasione delle aperture fino alle 24 di Palazzo Pretorio nei giovedì di giugno. Dalle 21.30 giovedì 5 giugno arriva il live Samba Amor, una selezione di brani indimenticabili dal Brasile e dall’Italia. Sempre a Palazzo Pretorio il 12 giugno, La Verdi al museo, con musiche di Bach e Vivaldi. Giungiamo al 19 giugno con una serata dedicata alle più belle canzoni jazz di ogni tempo: Everybody’s song. Il 23 nella corte delle sculture della Biblioteca Lazzerini all’interno della rassegna “Sotto le stelle del Jazz”, on stage i musicisti Renato Cantini e Michele Stain. Infine concludiamo gli incontri a Palazzo Pretorio il 26 giugno con il secondo appuntamento con i musicisti del-

Stefano Bollani

la Scuola di musica Verdi ne Le Verdi al museo. Il 27 giugno direzione Anfiteatro Pecci per uno degli eventi clou di Prato Estate: il magico concerto di Stefano Bollani & Hamilton de Holanda con “O que serà”. Arriviamo al 30 del mese con il concerto della Stefano Onorati Trio alla Biblioteca Lazzerini. LUGLIO Il 7 luglio alla corte delle sculture della Biblioteca Lazzerini “Min the Gap” di Maria Pia De Vito, una tra le più grandi voci della scena jazz contemporanea. Mercoledì 9 luglio segna l’inizio della 35° edizione del Festival delle Colline, ad aprirlo il concerto gli eccellenti musicisti di Colline All Stars feat. Gianluca Petrella, alla Villa Medicea di Poggio a

Peppe Servillo

Caiano. Stessa sera per il primo concerto del prestigioso Festival delle Orchestre Giovanili, giunto alla XVI edizione: alla Biblioteca Lazzerini, The North Holland Youth Orchestra. Arriviamo all’ Anfiteatro del Centro Pecci per il concerto inedito che vede interpretare le magiche canzoni di Domenico Modugno da Bobo Rondelli e Ginevra di Marco, l’11 luglio. Il 14 luglio in Lazzerini Q-Proj feat. Michela Lombardi. Celebri brani pop in veste jazz, cantati da una delle più apprezzate voci femminili della scena italiana. Sempre alla corte delle sculture della Biblioteca Lazzerini uno spettacolo di teatro-canzone con Gian Piero Alloisio e Gianni Martini, nell’ambito del

Joy Frempong

Festival Gaber 2014: il “Il mio amico Giorgio Gaber”, martedì 15. Il 16 luglio nella corte delle sculture della Biblioteca Lazzerini, il concerto che porta la firma della Camerata strumentale Città di Prato: Made in Italy. La canzone italiana anni 1910 – 1950 con Antonio Ballista direttore e pianista. Martedì 22 alla villa Giamari di Montemurlo una delle voci più ispirate del cantautorato italiano Mauro Ermanno Giovanardi insieme alla prima orchestra tricolore di ukulele, la Sinfonico Honolulu. Il 23 tutti in piazza Duomo per il concerto del francese Yann Tiersen, uno dei più grandi compositori e polistrumentisti del panorama internazionale. Giovedì 24 luglio all’Anfiteatro del Centro Pec-


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agenda SPETTACOLO

Pamela Villoresi

ci il Trio Servillo, Girotto, Mangalavite. Con i bravissimi Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite. Stessa sera per una grande grande festa per le vie di Poggio a Caiano con la musica della Funk Off: elettrizzante band itinerante nata a Vicchio. I Funkoff uniscono ritmi diversi, fondendo funky, soul, jazz, latin e rock, creando un interessante mix musicale energico e peculiare. Stessa sera, quella del 24 luglio, per il concerto di Jack Savoretti alla Rocca di Carmignano: Di origini anglo-italiane, è famoso per la sua abilità nella musica acustica, suona la chitarra come se avesse una ‘magia primitiva su di essa’, e alcuni esperti del settore musicale lo hanno definito il nuovo Bob Dy-

Andrea Franchi

lan. Venerdì 25 luglio in piazza Duomo arriva una vera leggenda del rock alternativo italiano, on stage gli Afterhours. Il 28 luglio alla corte delle sculture della Lazzerini lo spettacolo dell’effervescente e onnivora vocalist svizzero-ghanese Joy Frempong, in arte OY. Concludiamo alla Biblioteca Lazzerini il 30 luglio con lo spettacolo di Pamela Villoresi “Io ho visto. Per non dimenticare”, stessa serata per uno spettacolo concerto imperdibile, dove Bobo Rondelli interpreta i grandi capolavori di Piero Ciampi, alla Rocca di Carmignano. AGOSTO Dopo il successo di pubblico, soprattutto giovanile, ottenuto l’anno scorso con la prima edizione, ri-

Bobo Rondelli

torna in Piazza Mercatale la rassegna dedicata alle band e agli artisti emergenti di Prato e dell’area metropolitana. Nei mercoledì e venerdì sera di agosto, sette serate all’insegna della buona musica e del divertimento. Il 6 agosto, un tuffo nei favolosi anni ‘50 e ’60, con Miss barbaraz, per scatenarsi con un vasto repertorio rock ‘n’ roll, rockabilly, twist, swing, e rhythm and blues. L’8 agosto è la volta de La band del brasiliano, in un ritmato ed ironico crossover di stili e generi. Arriviamo al 20 agosto con il coinvolegente live di Andrea Franchi, musicista molto apprezzato nel panorama indie italiano, ha collaborato con Paolo Benvegnù e Manuel Agnelli. Con il suo primo album

Yann Tiersen

solista Lei o contro di Lei, uscito nel 2012, si è affermato come uno dei nuovi cantautori della scena italiana. Il 27 agosto è il turno di Mangiacassette, infine il 29 arriva la Slam band, guidata dalla voce di damiano sardi, protagonista dell’edizione 2010 di X-Factor, la band animerà la serata conclusiva della rassegna con i grandi successi, dagli anni ’50 ai giorni nostri. SETTEMBRE Dopo il grande successo di Rugantino di Roma, Milano e Firenze con oltre 150.000 spettatori, e in attesa del debutto di giugno a Broadway presso il New York City Center Theatre, Enrico Brignano il 3 settembre arriva nell’Arena di Piazza Mercatale a Prato


18 era l’anno 2006

Biglietto di sola andata Quello per la Cina, che nel 2006 pensavamo poter essere una miniera d’oro per la Prato del tessile di Piero Ceccatelli

Nelle foto accanto in senso orario: Milano Unica a Rho, nuova sede della prima edizione della Fiera del 2006, e - accanto - la sede storica del Portello a Milano, dove si tornò per il secondo appuntamento del 2006 ; l’Italia Campione del Mondo e la fiera Intertextile a Pechino

Il simbolo del 2006 fu il Mondiale di calcio vinto senza che ne fossimo contenti e convinti. Convinti perché quasi non ci credevamo, avendo scansato e non battuto sul campo i grandi avversari, Germania esclusa. Contenti, perché sì, eravamo campioni ma ci mancava la partita magica, l’ItaliaGermania 4-3 o l’Italia-Brasile 3-2 per le quali delirare. E la finale ai rigori... Tutto ciò, come italiani. Come pratesi eravamo abituati dall’82 a vincere grazie a un concittadino e stavolta il solo legame con Prato era il terzino Oddo, più che riserva che una stagione al Prato l’aveva giocata in gioventù. Parto dal calcio per delineare il 2006 come un anno in cui stavamo formalmente bene (Campioni del Mondo...) ma ci eravamo accorti che qualcosa non andava. Ce ne saremmo accorti due anni dopo con la bolla, i derivati, il crollo della finanza americana, l’impoverimento di tutti noi dal quale non ci siamo ancora ripresi. In quell’anno in cui rispetto ad oggi stavamo bene e ciononostante sorridevamo poco, Prato intesa come capitale del tessile sperimentò l’effetto di due fiere. Una in casa, l‘altra nella nuova Mecca degli affari. La prima era Milano Unica che lasciò la sede della Fiera per trasferirsi a Rho-Pero, nuovo polo espositivo della capitale morale d’Italia. Italia, appunto, dove le cose non sono mai perfette e alla bontà della struttura e dell’allestimento non corrisposero collegamenti adeguati. Un piccolo paradiso e un inferno per raggiungerlo, come Zegna ebbe modo di sottolineare con signorilità. E dall’inferno - insegnano Dante e il catechismo - in paradiso non si arriva. Infatti si tornò alla veccia sede. La seconda fiera che interessò i pratesi fu

a Pechino. Intertextile, organizzata dai tedeschi di Messe Frankfurt raccolse la partecipazione dei nostri, a caccia della Cina come mercato da aggredire e non solo come paese da cui venire invasi di prodotti low cost e semilavorati a basso prezzo da completare in Occidente. Oppure come patria di una manodopera pure a basso costo pronta a trasferirsi a Prato a lavorare nei capannoni dove tutto o quasi era illegale e ai cui portoni cominciava ad affacciarsi la polizia municipale, mossa da un assessore un po’eretico della giunta di centrosinistra a nome Aldo Milone. No, la Cina era vista ancora come un mercato da conquistare con prodotti giusti e di qualità. In attesa di aggiornarli una volta che fossero stati copiati. Come andò in Cina, lo vediamo oggi. Otto anni dopo: magari i tessuti piacevano pure. Ma la dogana di là resta una muraglia invalicabile ai nostri prodotti, bloccati per mesi alle frontiere grazie a un ostruzionismo favorito dell’avere la Cina non firmato l’accordo WTO sulla circolazione delle merci. Noi occidentali figli dell’illuminismo e fintamente ingenui firmammo nel nome della parità dei diritti e della libertà ma in realtà scegliendo di produrre altrove merce che stava costando troppo confezionare qui. Ai cinesi, immensa catena di montaggio low cost non parve il vero di invaderci coi loro semilavorati. Ma con biglietto di sola andata Cina - Italia, Cina-Occidente. Che il ritorno per le nostre merci anche di assoluta qualità – dal San Daniele al Parmigiano Reggiano a - perché no? - le stoffe pratesi è un viaggio senza speranza. Che quasi sempre finisce non a destinazione ma nel magazzino di un’oscura dogana.



20 Lo sguardo da dentro

NUova Stagione

Intervista a Fabio Cavallucci, nuovo direttore del Museo Pecci di Francesca Lombardi

Con lei il Pecci comincia una nuova stagione. Come vede questo nuovo corso? Non arrivo a Prato con programmi preconfezionati, perché ritengo che sia sbagliato calare dall’alto iniziative e progetti, se questi non trovano un reale legame con il territorio, con la comunità di cui l’istituzione è il frutto. Per cui, nel corso delle prossime settimane, vorrei prima di tutto ascoltare, dialogare con chi avrà voglia di relazionarsi con il Centro per discutere la formula, la mission, la strategia che il Centro dovrà seguire nei prossimi anni. Non si tratta di discutere di artisti o progetti specifici, ma, in sostanza, di rispondere alla domanda: qual è la funzione del Centro Pecci in relazione al territorio di cui è espressione? Che poi, in sostanza, è come rispondere alla questione: qual è la funzione dell’arte oggi? Una città in una momento non facile, In queste foto il nuovo Centro Pecci e un ritratto di ma con ancora molta energia…CondiFabio Cavallucci vide questa idea?

“vorrei prima di tutto dialogare con chi avrà voglia di relazionarsi con il Centro per discutere la strategia che il Centro dovrà seguire nei prossimi anni”

Senza dubbio. Dai primi incontri che ho avuto mi pare proprio che l’energia per un rilancio in grande stile ci sia tutta. E devo ammettere, non solo a Prato. Una serie di “sensori” danno l’idea che tutta la Toscana ha voglia di rilanciarsi con l’arte contemporanea. Il Pecci degli esordi, la mostra che ha amato di più? Faccio fatica a racchiudere la risposta in una sola mostra. Ovviamente non ho visto molte delle mostre che sono state realizzate al Pecci. Se devo dire quale periodo mi è sembrato più di successo, tornerei proprio ai primi anni, quando il Pecci diretto allora da Amnon Barzel divenne subito, insieme al Castello di Rivoli, uno dei punti di riferimenti europei per l’arte contemporanea. L’artista che vorrebbe per la sua startup? Di certo dovrà essere comunque un progetto che in qualche modo evidenzia la direzione in cui il Centro intende lavorare


nei prossimi anni. Siccome ritengo che si debba parlare di Centro delle arti, più che della sola arte visiva, è probabile che si tratterà di un evento in cui più ambiti di ricerca saranno presenti. Pensa a delle possibili contaminazioni tra contemporaneo e l’arte antica, su cui Prato negli ultimi due anni ha ottenuto importanti risultati? Non lo escludo, se qualche artista vorrà affrontare il problema della storia e del suo legame con il presente. Ma per essere sincero ritengo che oggi l’arte debba fare uno sforzo per guardare avanti. Credo ci debba interessare di più vedere come l’arte riesce a dare risposte sul futuro, come è in grado di contribuire disegnarlo, piuttosto che ripiegarsi sul passato. Un museo di arte contemporanea in Italia o in Europa che le piace come programmazione e potrebbe

essere un modello per Prato? Siamo in un momento di grandi cambiamenti, per cui non mi pare di vedere un modello che in sé abbia tutte le caratteristiche di ciò che vorrei costruire a Prato. Diciamo che mi piace l’interesse per le questioni politiche e sociali del Van Abben Museum di Eindhoven, l’orario di apertura del Palais de Tokyo di Parigi che si spinge con eventi fino a mezzanotte, e la molteplicità di iniziative in diversi settori, dall’arte al teatro, dal cinema alla danza, del Centro per l’Arte Contemporanea Zamek Ujazdowski di Varsavia di cui sto per lasciare la direzione. Due parole sulle collezione permanente: avrà un assetto definitivo, o le opere saranno visibili a rotazione? Per quanto importante, con opere di sicura qualità, talvolta nemmeno mai esposte, non credo che la col-

lezione potrebbe essere da sola un mezzo forte di attrazione del pubblico. Occorre pensare a una rotazione intelligente, trovando chiavi di lettura tematiche. In questo senso, insieme agli atri progetti che saranno aperti contemporaneamente, la collezione risulterà utilissima per definire la fisionomia del Centro. Fabio Cavalucci. Dal 2001 al 2008 ha guidato la Galleria Civica di Arte contemporanea di Trento. Nel 2008 è stato coordinatore di “Manifesta 7. Nel 2010 è stato direttore artistico della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e sempre dallo stesso anno ha diretto il Centro d’arte contemporanea Castello Ujazdowsky di Varsavia che comprende, oltre al dipartimento delle arti visive anche musica, teatro, danza e cinema. Da quest’anno è il nuovo direttore del Museo Pecci


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lo sguardo da fuori

Pratese doc, per la cronaca Matteo Berti, oggi al TG5, ricorda la sua città di Matteo Grazzini

In queste foto Matteo Berti, fotografato durante alcune dirette del Tg5 e piazza San Francesco, vicino alla casa della sua famiglia

In tempi di Frecciarossa, Italo, stazioni ultramoderne e alta velocità la distanza tra Prato e Roma non è più quella di una volta ed in due ore, coincidenze a Firenze permettendo, si può passare da una passeggiata in via Condotti ad un gelato in piazza Mercatale. E per chi ha l’occhio svelto, abituato a cogliere sfumature, particolari e piccoli segnali da trasformare in notizia, i 300 chilometri che separano la Capitale dalla città natìa sono ancora meno preoccupanti e comunque affatto sufficienti a recidere i legami col passato. Quindi per Matteo Berti, giornalista del TG5 e cronista dell’intricato mondo della politica, quello che succede a Prato è conosciuto quasi quanto un tweet di Matteo Renzi o l’annuncio dell’ennesimo sciopero della fame di Marco Pannella. Una prontezza di informazione insita nel DNA, carattere ereditario ricevuto in dono da suo padre Riccardo e trasformato in lavoro e ragione di vita. Come vedi Prato dal tuo ‘osservatorio privilegiato’ di Roma?

Negli ultimi tempi le notizie di rilevanza nazionale su Prato, per tanti motivi, sono aumentate e quindi è facile sapere quello che succede nella mia città. Ormai sono a Roma da quattro anni ma avevo già lasciato Prato per andare a vivere a Firenze quando lavoravo là. Torno comunque a casa almeno una volta al mese per incontrare la famiglia e gli amici e quindi il legame è ancora forte. Che città ritrovi? Molto cambiata da quando ci abitavo stabilmente e comunque sempre in continuo mutamento, nel bene e nel male; ogni volta che ci torno la trovo diversa. Se da un lato è migliorata dal punto di vista architettonico e culturale, ad esempio con la nuova piazza della Carceri e il Palazzo Pretorio, dal punto di vista social è ancora un po’ spenta e per uscire con gli amici per bere qualcosa o per divertirci a volte siamo costretti ad andare a Firenze. E’ un peccato perché Prato è bella, ha tante potenzialità da sfruttare. Roma invece come ti ha accolto? Da questo punto di vista in modo ottimo, i


romani sono molto ospitali e accoglienti e la città, inutile dirlo, è meravigliosa. Cosa ti manca di più della tua vita pratese? Forse il rituale del pranzo della domenica. Con mio padre, pratese doc vecchio stampo, prima di pranzare nella nostra casa, in via Ricasoli, in pieno centro storico, uscivamo a fare la passeggiata fino a piazza San Francesco per le chiacchiere con i vecchi pratesi che si trovavano lì, magari dopo la messa; poi una sosta al bar Magnolfi e infine il pranzo in famiglia. Cosa hai portato della tua città a Roma, nella vita di tutti i giorni e sul posto di lavoro? Ho portato me stesso. Il toscano, ed il pratese in particolare, quando è in gruppo è fonte di storie da raccontare, di aneddoti, tutti lo ascoltano con attenzione e divertimento, grazie anche all’accento che piace a tutti. Alla redazione del TG5 in particolare porto i Cantuccini, che sono sempre molto apprezzati. Quando sento i miei colleghi che rac-

contano di aver mangiato i cantuccini in città Un legame più che diverse da Prato li avverto che non hanno saldo con la sua mangiato gli originali ed i migliori. A Prato città d’origine abbiamo anche la bozza e la mortadella, ma buoni come i biscotti non c’è niente, ce li invidiano e li conoscono in tutto il mondo.

37 anni, giornalista dal 1999, Matteo Berti è figlio d’arte, visto che il padre Riccardo, scomparso nel 2010, è stato uno dei più noti giornalisti pratesi: è stato infatti direttore del Piccolo di Trieste, de La Nazione, del Giornale della Toscana e di alcune testate Rai come Isoradio. Matteo, che ha una sorella, Chiara, ha calcato le orme paterne lavorando per testate e televisioni locali come Rete 37 e il Giornale della Toscana, sempre occupandosi di cronaca, anche nera; ad Italia 7 (due volte, con due programmi diversi di approfondimento), Radio 101 e Panorama le altre esperienze lavorative prima di approdare, quattro anni fa, a Mediaset e quindi al TG5, dove di occupa di cronaca politica. Adesso vive stabilmente a Roma.


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25 Editoriale

Nuove sinergie Si guarda al futuro con voglia di fare squadra

Anche La Grande Sognatrice di Fabrizio Corneli - simbolico angelo custode di Prato istallata per Prato Contemporanea qualche mese fa nel perimetro delle mura storiche - dal suo osservatorio privilegiato si chiede forse cosa sta succedendo in questa sua città che sta rapidamente cambiando immagine e passo. Seguendone anche noi – entusiasti - le orme, abbiamo scoperto che si sono appena concluse a Prato e dintorni le riprese di una produzione americana, che offre una nuova interpretazione intorno alla creazione della Monna Lisa di Leonardo. Sull’onda di questa notizia, abbiamo rivisitato con le immagini i set più celebri che si sono susseguiti qui negli anni. Una città che torna a parlare di arte del futuro, come se il nuovo Centro Pecci mettesse in circolo una nuova energia contemporanea: Emilio Isgro’, le spettacolari istallazioni di Prato contemporanea, la Street Art… Guarda sì al futuro Prato, ma grazie agli investimenti voluti negli ultimi anni, ha cura anche del suo passato: le nostre due Ville Medicee, che sono diventate Patrimonio Unesco, il Museo Soffici di Poggio a Ca-

iano e soprattutto il nuovo spazio museale di Palazzo Pretorio e la ritrovata piazza delle Carceri, tornata all’antico splendore e dove abbiamo fotografato il nostro servizio moda che parla d’estate. Un volo infine su Carmignano, sempre più protagonista della scena vitivinicola internazionale grazie ai suoi ottimi vini e all’attività del Consorzio. Ma visto che l’aria sembra fresca e leggera anche in città, abbiamo dato la parola ai presidenti delle Associazioni e degli Enti più rappresentativi del nostro territorio. E abbiamo scoperto con piacere che c’è una gran voglia di fare sinergie di area fra gli operatori economici, per cercare collaborazioni con Pistoia, Lucca e soprattutto Firenze. Dialoghi sempre più fitti a livello economico sicuramente, ma anche con gli scenari politici. Cogliamo l’occasione per dare il nostro benvenuto al nuovo sindaco, parte di una matrice renziana che abbiamo imparato a conoscere. Sicuri che la comune formazione del premier e del nostro sindaco in questa terra di “maledetti toscani, benedetti italiani” - per dirla con Isgrò- ci porterà a avere un dialogo più diretto anche a livello nazionale.

c’è una gran voglia di fare sinergie di area fra gli operatori economici, per cercare collaborazioni con Pistoia, Lucca e soprattutto Firenze



Pasticceria “Maurizio”

Signorini di

Prato

Da bar dove si giocava a carte ad una delle pasticcerie più rinomate della città: erano i primi anni Settanta quando Giuliana Vannucchi Signorini ha dato vita alla Pasticceria Maurizio, pluripremiata realtà oggi portata avanti insieme al figlio Luca, a Vania Signorini e a Franco Chiti. Un punto di riferimento per gli amanti dei dolci e del gelato artigianale, tra le specialità il Millefoglie caramellato con crema e fragole, la mousse al cioccolato e cremoso al pistacchio Volo Libero e la mousse al cioccolato con scorza d’arancio caramellato e cremoso alla vaniglia Brezza Notturna. Aperto dal lunedì al sabato dalle 6.30 alle 20.30, domenica dalle 6.30 alle 13.30 e dalle 16.00 alle 20.30.

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28 itinerario cinema

una piccola cinecittà Tra titoli cult e new entry, dieci film girati a Prato da conoscere di Alessandra Lucarelli

prato è un set cinematografico che attira produzioni nazionali e internazionali

Nella pagina a fianco dall’alto, La ballata del sacco di Prato e Carlo Monni insieme a Roberto Benigni in Berlinguer ti voglio bene

Molti i film girati in città che fanno parte della cultura cinematografica di ogni pratese che si rispetti, basta pensare all’ironia di Roberto Benigni o di Francesco Nuti per assaporare quella comicità toscana che ci contraddistingue da sempre. Ma Prato è ancora oggi un set cinematografico naturale che attira produzioni italiane e internazionali. Ecco un piccolo vademecum di dieci titoli che tutti dovremmo conoscere. Il 1977 è stato l’anno di Berlinguer ti voglio bene, diretto da Giuseppe Bertolucci, protagonista Roberto Benigni: il film fu girato in soli 28 giorni nel comune di Prato, interessando varie zone come Vergaio (paese natale di Benigni), la case del popolo di Galciana, Mezzana, Baciacavallo, Santa Lucia e Iolo. Madonna che silenzio c’è stasera è il primo film diretto e interpretato da Francesco Nuti, qui nel ruolo del protagonista in cerca di lavoro nel distretto tessile pratese. A distanza di oltre trent’anni, la pellicola è stata restaurata e pubblicata per la prima volta nei formati dvd e Blu ray registrando un grande successo alle proiezioni organizzate per il lancio. Amici miei atto III, diretto da Nanni Loy, è il terzo film della saga iniziata con Amici miei e proseguito con Amici miei atto II, entrambi diretti da Mario Monicelli. Il film racconta le zingarate dei quattro amici – il conte Mascetti, interpretato da Ugo Tognazzi, l’archi-

tetto in pensione Melandri (Gastone Moschin), il barista Necchi (Duilio del Prete) e il dottor Sassaroli (Adolfo Celi) – adesso sessantenni ma ancora con la voglia di divertirsi. Ad ovest di Paperino segna l’esordio alla regia di Alessandro Benvenuti (il film è tratto dal suo libro I principi piccioni) e l’esordio sul grande schermo di uno dei gruppi cabarettistici più apprezzati degli anni Settanta e Ottanta, i Giancattivi. Il regista, membro attivo e creativo del gruppo, porta sullo schermo la sintesi dell’esperienza comica dei Giancattivi, maturata all’interno dei laboratori nel Teatro Metastasio di Prato. Il film fu girato principalmente a Firenze e alcune scene nella zona Le Fontanelle di Prato. I fratelli Taviani scelgono Poggio a Caiano per la loro trasposizione cinematografica - prima coproduzione internazionale nella loro carriera - de Le affinità elettive di Goethe, nel 1996: è davanti alla facciata della villa medicea che i due protagonisti, Edoardo e Carlotta, si incontrano nella scena di apertura del film. Tra le produzioni più recenti invece, I padroni di casa di Edoardo Gabriellini, l’attore reso noto dal film Ovosodo di Virzì, che ha ambientato il suo secondo lungometraggio a Montepiano. Protagonisti Elio Germano, Valerio Mastandrea e Gianni Morandi, che hanno fatto conoscere al grande pubblico la piccola località immersa




Nella pagina a fianco da sinistra: I padroni di casa, Berlinguer ti voglio bene, Sogni di gloria, Il seminarista, La ballata del sacco di Prato. In questa pagina, due immagini di The Mona Lisa Myth


32 itinerario cinema

tra i registi pratesi più famosi: roberto Benigni, francesco nuti e giovanni veronesi

Dall’alto in senso orario: Amici Miei atto III, Ad ovest di Paperino, Madonna che silenzio c’è stasera e Sogni di gloria

nel verde dell’Appennino toscano. La ballata del sacco di Prato, progetto sviluppato tramite la realtà virtuale del crowdfunding, firmato da Mirco Rocchi e Stefania Stefanin, rappresenta un omaggio alla città che ha riportato alla luce il drammatico avvenimento storico del sacco di Prato (quando il 29 agosto 1512 le truppe spagnole saccheggiarono la città per 22 giorni, provocando l’uccisione di 5000 cittadini, con l’obiettivo di porre fine alla Repubblica fiorentina e garantire il ritorno al potere dei Medici). Il film è stato proiettato in anteprima al Castello dell’Imperatore la scorsa estate. Il Seminarista, primo lungometraggio del regista pratese Gabriele Cecconi, affronta un tema poco conosciuto e rappresentato sul grande schermo, quello del percorso di formazione di bambini e adolescenti in un Seminario. Girato interamente nella città di Prato, è stato proiettato anche all’Ambasciata Italiana a Washington, selezionato dall’American Initiative for Italian Culture. Sogni di gloria è il film realizzato dal Collettivo John Snellinberg in distribuzione nelle sale cinematografiche dallo scorso maggio. Il film segna l’ultima apparizione cinematografica di Carlo Monni, già protagonista del precedente firmato Snellinberg La banda del brasiliano. Costitui-

to da due episodi, si era aggiudicato il primo premio al Rome Independent Film Festival e lo scorso aprile, nella sua versione internazionale intitolata Daydreaming, ha vinto come miglior film e miglior montaggio al World Fest International Film Festival di Houston. The Mona Lisa Myth è un lungometraggio docu-drama che offre una nuova interpretazione del ritratto Monna Lisa, celebre opera di Leonardo da Vinci. Il film ricostruisce la polemica che infuria sul ritratto, basato sulle relazioni conflittuali del 16° secolo, che vengono risolti dalla scoperta che Leonardo dipinse non uno, ma due versioni della Monna Lisa. Il film, prodotto da Pantheon Studios, producer Cathie Labrador e Lino Ruggiero, regia Jean-Pierre Isbouts, è ambientato a Firenze, Roma, Milano, Parigi, Ginevra e Los Angeles, mentre la rivisitazione storica è stata realizzata in bellissimi scorci e location di Prato, Pistoia, Calenzano e Poggio a Caiano. Il film vanta come voce narrante quella di Morgan Freeman, celebre attore e regista americano premio Oscar come migliore attore non protagonista in Million Dollar Baby e un estratto sarà utilizzato dalla Mona Lisa Art Foundation di New York per accompagnare il tour asiatico della Monna Lisa nei più noti musei d’arte internazionali.


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35 Intervista arte

Dichiarazioni d’artista Emilio Isgrò ci racconta il suo progetto per Prato di Francesca Lombardi foto Ivan Dali

Emilio Isgrò torna a Prato dopo la grande retrospettiva al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci del 2008, con il ultimo progetto “Maledetti toscani, benedetti italiani”. Il progetto è un omaggio dell’artista siciliano al più toscano degli scrittori del Novecento, Curzio Malaparte, e non solo: una cancellazione in tre tempi creata per Prato da vivere in luoghi diversi della città. Palazzo Pretorio è la sede della mostra Ritratti incancellabili, curata da Stefano Pezzato, che vede protagonisti undici illustri toscani, obliterati dal tipico tratto cancellatorio: Dante, Giotto, Datini, Lorenzo il Magnifico, Savonarola, Machiavelli, Leonardo, Michelangelo, Galileo, Puccini e Malaparte. La mostra resterà aperta fino al 20 luglio 2014. I ritratti del Datini e di Malaparte nell’occasione sono stati acquisiti acquisiti dalla città di Prato. Nella storica sede del Centro Luigi Pecci sarà proiettato a ciclo continuo il video d’artista Le api di Lipari. Il video presenta uno sciame di api isteriche e rutilanti che divorano pagine e pagine delle opere malapartiane. Ultimo capitolo di una ricerca che

sviluppa l’eterna relazione fra le immagini e le parole, per lanciare da Prato un segnale di fiducia rappresentato in video dagli insetti sapientemente istruiti dal maestro Isgrò. Infine, solo per una sera al Teatro Metastasio, Emilio Isgrò ha interpretato il ruolo di Malaparte in una inedita performance in versi scritta dallo stesso artista e intitolata La pelle scorticata, con regia a cura di Massimo Luconi. Pratoreview lo ha incontrato in questi giorni in città Cancellatura: è la trasformazione di un segno negativo in gesto positivo. Ci racconti questi affermazione? Bisogna pensare che senza la cancellatura non esiste neanche la scrittura. E se la scrittura è continua ricerca del vero, lo stesso può dirsi della cancellatura. Si tratta quindi di un gesto solo all’apparenza negativo, in realtà una rinascita dove è protagonista la parola e dove le lingue possano iniziare di nuovo a dibattere. Dove trova l’energia per una visione così positiva? Sono un’ottimista! Me lo dicono spesso i gio-

Nelle foto a destra Emilio Isgro’ sul palco del Metastasio con “La Pelle Scorticata”. Sopra un’opera dell’artista a Palazzo Pretorio


36 intervista arte

Alcune sale della mostra Ritratti Incancellabili, a Palazzo Pretorio I ritratti del Datini e di Malaparte nell’occasione sono stati acquisiti dalla città di Prato

vani…ma mi mettono in difficoltà perché poi devo mantenere questa positività Come ha scelto i personaggi in mostra ? Ho scelto i Toscani peggiori… che poi sono stati anche i migliori. Come del resto è nelle corde del popolo italiano dove pregi e difetti sono strettamente intrecciati. Ho scelto Dante perché è colui che ha reso la lingua italiana possibile e fruibile. Anche se, quando ho pensato a questo omaggio al poeta, i miei amici toscani mi hanno detto che l’italiano lo abbiamo inventato noi siciliani. E’ vero solo in parte, ma questo scambio di complimenti mi ha fatto riflettere su un punto: siamo un popolo litigioso ma le nostre risse hanno una durata limitata e possiamo sempre ritrovare un momento di quiete e pace per riportare il paese ai massimi livelli, nella sua produttività culturale e economica. Cosa l’affascina di più Malaparte, che ha scelto di portare al Metastasio? Malaparte è un personaggio da un lato accattivante da un altro lato respingente. E’ in ogni caso un personaggio cosmopolita, che a un certo punto - con Maledetti toscani - adotta appieno i vezzi dei toscani, ai limiti dell’affettazione. Eppure scrive un bellissimo libro: amo quindi questo paradosso di Malaparte, che non puoi amare fino in fondo ma neanche odiare del tutto. Per questo atto unico dovuto ristudiare di nuovo tutta la sua opera e ho scoperto in quest’occasione che anche Pasolini lo ha letto, e letto a fondo. Quale Malaparte ha portato in scena? Siamo stati al Metastasio solo una sera: quindi questa pièce è nata con il pregio dell’eccezionalità, ma abbiamo lavorato anche sulla qualità. L’intervento al Metastasio fa parte di un progetto più ampio per il quale la città mi ha messo a disposizione le sue strutture migliori. Per questo ho sentito il bisogno di dare una risposta forte, che potesse in un certo senso scuotere le coscienze. Questo è secondo me il ruolo dell’arte e dell’artista: distrarre sì, ma per poco tempo. Soprattutto deve far riflettere. Lei è stato qui nel 2008. Come ha trovato

Prato dopo 6 anni? Cambiata in meglio. Allora si sentiva in qualche modo difesa da questa crisi incombente a livello globale. Oggi, che ha toccato il fondo come il resto del paese, ha una nuova consapevolezza e la volontà di diventare un caso esemplare dove le difficoltà si superano con ingegno e creatività. E il Museo Pecci che tipo di percorso dovrebbe intraprendere? Ho sentito Cavalucci , che si è complimentato per la mostra a Palazzo Pretorio. Mi ha fatto molto piacere, e gli ho detto francamente che lui ha un enorme terreno di sperimentazione qui a Prato. In un momento di grande crisi dei linguaggi artistici nel nostro paese, dal Pecci può prendere l’avvio una vera e propria rinascita, dell’arte senz’altro, ma anche culturale e economica. Certo ci vuole molta immaginazione per immaginare un futuro con questi contorni in un momento storico di difficoltà . Per questo bisogna affidarsi a chi sa comandare la nave, e Cavalucci è l’uomo giusto. E poi ha una gran voglia di tornare a lavorare in Italia. Domani un altro appuntamento importante, la donazione del suo autoritratto Dichiaro di non essere Emilio Isgrò del 1971 agli Uffizi. Un grande onore per me e per il mio lavoro. Devo ringraziare gli Amici degli Uffizi, che hanno fatto una operazione concettuale: l’opera del 1971 non ha la forza iconica dei lavori recenti ma rappresenta pienamente il mio pensiero. Che significato ha per lei essere nel Corridoio Vasariano? In questo momento lei rappresenta un punto di tangenza tra Prato e Firenze. Secondo lei si può iniziare una collaborazione positiva nel segno dell’arte? Da giovane ero un elemento di disunione, da vecchio un elemento di unione…divertente. Si nasce incendiari e si muore pompieri… Qualche fuoco va comunque mantenuto in vita. Diciamo che si imparano a scegliere i fuochi.



38 itinerario musica

Stay Tuned!

I festival da non perdere in lungo e in largo per la Toscana di Sabrina Bozzoni

Dimenticatevi un’estate pigra e noiosa e preparate tutto l’occorrente per viaggiare a tempo di musica. Ecco per voi un piccolo vademecum dei festival estivi che non dovete assolutamente perdere. Partiamo da Prato, con la nuova edizione di Prato Estate 2014 (per il programma più dettagliato vedi la nostra agenda spettacolo), Nel cuore della nostra città saranno tante le occasioni per trascorrere le sere d’estate con la musica, l’arte, il cinema e il teatro. Piazza Duomo, Palazzo Pretorio, la Biblioteca Lazzerini, Palazzo Datini, il Castello dell’Imperatore saranno i principali e suggestivi scenari di oltre 150 appuntamenti. Da non perdere il live di Stefano Bollani al Centro Pecci il 27 giugno, Bobo Rondelli e Ginevra di Marco sempre al Pecci l’11 luglio e poi il compositore contemporaneo Yann Tiersen in piazza Duomo il 23 luglio e il rock travolgente degli Afterhours il 25 luglio sempre in piazza Duomo. Paese che vai, musica che trovi. Ci spostiamo di qualNella pagina a fianco in senso orario: The Eels, Nile che chilometro per uno degli appuntamenti Rodgers e Arctic Monkeys fissi degli amanti della musica rock in To-

scana, il Pistoia Blues, dal 10 al 17 luglio. Tra i concertoni che quest’anno animeranno Pistoia vi segnaliamo Mark Lanegan al Teatro Manzoni di Pistoia e i Negramaro in piazza Duomo il 10 luglio, il rock sofisticato dei Morcheeba il 13 luglio, Jack Johnson il 14 luglio, Suzanne Vega il 16 e infine gli Arctic Monkeys il 17 luglio, tutti in piazza Duomo a Pistoia. A Firenze abbiamo due festival da segnalarvi, il primo si svolge nel bellissimo cortile del Museo Nazionale del Bargello e s’intitola Estate al Bargello, un mix di musica, teatro e danza fino a settembre 2014 (www.estatealbargello. it), il secondo nello scenico teatro Romano di Fiesole ed è la 67° edizione dell’ Estate Fiesolana, a partire dal 16 giugno. La data di apertura del festival vede l’arrivo dei Pat Metheny Unity Group, da trent’anni star del panorama jazz internazionale, il 16 giugno. Il 24 giugno è il turno di Cristina Donà e The Waiting Room. Il 17 luglio arrivano gli acclamatissimi Eels mentre il 18, Paolo Fresu e il suo quintetto travolgeranno il pubblico in un concerto a tutto




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itinerario musica

x

jazz. Facciamo un salto a Fucecchio per la nuova edizione del Marea Festival: da non perdere il 24 giugno il concerto degli Earth Wind & Fire Experience feat Al mcKay, alla Buca del Palio e il 27 giugno stessa location per Vinicio Capossela e la Banda della Posta. Ci dirigiamo a Lucca, nella suggestiva piazza Napoleone, per la nuova edizione del Lucca Summer Festival: il 2 luglio on stage la storica band degli Eagles, che si esibirà con tutto il suo più famoso repertorio, il 15 luglio la danza prenderà il sopravvento con il concerto degli Chic featuring Nile Rodgers, l’uomo che ha fatto ballare l’intero pianeta al ritmo di Le Freak e Good Times. Il 20 luglio tenetevi liberi perché arriva il mostro sacro della musica pop mondiale per un concerto da ricordare: Stevie Wonder. Cambiamo totalmente genere per approdare a Torre del Lago per il Festival Puccini dal 25 luglio al 30 agosto, uno dei festival più importanti d’Italia, giunto alla sua 60° edizione. A 110 anni dalla sua prima rappresentazione il 25 luglio arriva l’opera Madama Butterfly (repliche 1, 8, 16, 24 agosto), celebrata con un nuovo allestimento di Renzo Giacchieri a cui

sono affidate scene, costumi e regia dello spettacolo. Sul podio la raffinata bacchetta di Daniel Oren a cui si alternerà nella data del 24 agosto Francesco Ivan Ciampa. Il 26 luglio (repliche 2, 10, 15, 22 agosto) è la volta de La Bohème, diretta da uno dei più grandi registi del cinema italiano: Ettore Scola che celebra, con la 60° edizione del Festival Puccini, i suoi 50 anni di gloriosa carriera. Infine vi suggeriamo la Turandot, titolo che si avvia a diventare una proposta costante del Festival di Torre del Lago (9-14-17-23-29 agosto), uno spettacolo irrinunciabile per il pubblico di tutto il mondo per l’emozione unica di ascoltare la celebre aria Nessun Dorma sotto il cielo stellato del Festival Puccini. Per gli appassionati di classica e lirica, segnaliamo anche le spettacolari serate del 20 luglio, con il recital di Andrea Bocelli, e del 22 luglio, con il concerto di Ennio Morricone al Teatro del Silenzio, a Santa Luce, in provincia di Pisa. Andrea Bocelli, ogni anno in luglio trasforma questo pacifico anfiteatro naturale tra le colline di Lajatico in uno spettacolo strabiliante con il meglio che la musica classica ha da offrire.

nelle città toscane, tante le occasioni per trascorrere le sere d’estate con la musica, l’arte, il cinema e il teatro

Nella pagina a fianco: Afterhours e Yann Tiersen. In alto: Paolo Fresu, Stevie Wonder, The National e Stefano Bollani


42 moda

Flowers

Trafilati nelle trame dei pizzi, stampati su cotone e seta, in rilievo sulla maglia di Teresa Favi Foto Alessandro Moggi Make up and hair Iacopo Nucciotti

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Piazza Santa Maria delle Carceri è rinata dopo la recente pavimentazione e pedonalizzazione. La piazza prende il nome dall’omonima basilica realizzata da Giuliano da Sangallo su commissione di Lorenzo de’ Medici, posizionata a lato del Castello dell’Imperatore la cui costruzione fu iniziata nel 1248 per volere dell’Imperatore AESTHETIC FOR VIALE Federico II di Svevia. Gli scavi effettuati per la DELLA REPUBBLICA nuova pavimentazione hanno portato alla luce Top/Mantella un’antica stradaSpace del Duecento che per costruzione Merci eGonna per tipo di lastroni utilizzati è paragonabile solo a Bijouxrinvenute by PROFUMERIA strade finora solo aPAGNINI Firenze e Parigi


50 Itinerario Arte

Ritorno al Futuro

Prato e la sua vocazione al contemporaneo di Francesca Lombardi foto Ivan Dali

Dall’alto in senso orario: Crossing Borders di Karina Kaikkonen; Margherita di Marco Lodola; Il Museo Pecci; La Grande Sognatrice di Fabrizio Corneli; Il Passo della Luce di Carlo Bernardini

Per tre giorni, dal 16 al 18 maggio, Prato è stata Berlino - cantiere a cielo aperto di street art - o Venezia, con le grandi istallazioni che si intrecciano al tessuto della città. Ha avuto un respiro più europeo, con le energie catalizzate intorno al grande museo di arte contemporanea di cui la città si sta riappropiando; con l’arte che non è più solo pittura o scultura o video art ma diventa meltin pot della cultura e si contamina di musica, teatro e letteratura. Tutto questo è successo grazie a Prato Contemporanea, L’ arte del nostro tempo nei luoghi storici della città: l’iniziativa - promossa e organizzata dal Comune di Prato, in stretta collaborazione con il Centro Pecci, la Casa Museo Francesco Datini, il Museo di Palazzo Pretorio, il Museo del Tessuto, la Biblioteca Lazzerini, il Teatro Metastasio ha celebrato la vocazione contemporanea della città in occasione dell’imminente apertura della nuova ala espositiva del Centro Pecci, progettata dallo studio Nio Architecten di Rotterdam e realizzata dal Comune di Prato con il sostegno della Regione Toscana. In realtà l’iniziativa ha coperto un periodo più ampio di questi tre giorni che hanno rappresentato il cuore dell’evento. In molti avranno notato il volto dolcissimo che al tramonto appare su uno dei muri che delimitano la piazza di santa Maria in Castello: è la Grande Sognatrice (2014) di Fabrizio Corneli, lineamenti femminili assorti nei propri pensieri che appare solo al buio, dal tramonto all’alba, sul retro del cinema Eden dove il gioco di ombre diventa “arte di meraviglia e illusione”. L’opera è permanente. Per ammirare l’opera di Marco Lodola, la seconda delle istallazioni permanenti, non basta una passeggiata nel centro della città ma bisogna entrare al piano terra della Casa Museo Francesco Datini, dove è collocata la sua grande scultura luminosa intitolata Margherita, in omaggio alla figura storica della moglie del mercante di Prato, ma ispirata alla danza sensuale di Salomè, vera icona d’arte realizzata

da Filippo Lippi per la città toscana. L’installazione di Kaarina Kaikkonen (Lisalmi 1952, vive a Helsinki) - artista finlandese reduce dalla partecipazione alla Biennale di Venezia nel 2011 e da installazioni al MAXXI di Roma nel 2012 e alla Fondazione Maramotti di Reggio Emilia nel 2013 - è Crossing borders, dentro e fuori le mura antiche: una monumentale composizione di camicie aggrappate fra il cortile d’ingresso alla ex fabbrica Campolmi, oggi sede del Museo del Tessuto e della Biblioteca Lazzerini, e sul lato esterno di via Pomeria accanto al nuovo passaggio pedonale. Protagonista dell’opera di Kaikkonen è l’essere umano, rappresentato dalla camicia in tutta la sua fragilità e precarietà, simbolicamente unito e identificato con tutti gli esseri umani in un viaggio che dal personale giunge all’universale. Anche questa opera rimarrà alla città, e si sta pensando a una soluzione di sostituzione delle camice usurate dal tempo coinvolgendo anche i cittadini. All’interno del Museo del Tessuto, nella sala caldaia dell’ex cimatoria Campolmi, saranno esposte due opere plastiche del 2012, I Try To Fly (Provo a volare) e I Feel A Bird In Me (Sento un uccello dentro me) realizzate da Kaikkonen per Z2O Galleria a Roma con abiti da uomo usati, le cui forme richiamano l’idea del volo e della metamorfosi, mantenendo nella materialità degli indumenti una relazione fisica che allude all’essere umano. E’ un fantastico alternarsi di vuoti e pieni l’istallazione di Carlo Bernardini (Viterbo 1966, Vive A Milano) - artista che disegna e trasforma lo spazio architettonico con la fibra ottica - Il passo della luce, un intervento luminoso tra la porta del Castello ed il Cassero, un percorso tra l’interno e l’esterno ed al contempo un rimando visivo che attraverso la luce ricrea sulla Fortezza la congiunzione ideale con la parte del Cassero oggi mancante. Tutte e quattro le opere inaugurate andranno ad arricchire la collezione di opere contemporanee di grandi maestri



52 Itinerario Arte

Le nuove istallazioni di Street art volute da Gianluca Marziani per Prato Contemporanea e realizzate da 10 artisti tra i più famosi del panorama Italiano

internazionali già presenti a Prato, quali Henry Moore (Piazza S. Marco), Salvatore Messina (giardino absidale di San Francesco, angolo via Dante), Jacques Lipchitz (Palazzo Pretorio), Robert Morris e Giuseppe Spagnulo (Duomo), Ben Jakober / Yannick Vu (mura di Via Pomeria), Giò Pomodoro (giardino di via Marx), Eliseo Mattiacci (rotatoria viale Repubblica/ Tribunale), Anne e Patrick Poirier (giardino di viale Montegrappa, angolo via Cellini). A queste opere diffuse si aggiunge la presenza di opere selezionate dalla collezione del Centro Pecci esposte alla Biblioteca Lazzerini (via Puccetti 3) e al Palazzo Banci Buonamici (sede della Provincia di Prato, via Ricasoli 25). Ma questo ritorno al futuro della città, che ha riscoperto la sua mai dimenticata anima contemporanea, non è finito qui: ultimo atto di questa tre giorni è stato un grande progetto urbano dedicato ai nuovi codici della street art, ai nuovi linguaggi urbani nelle loro migliori declinazioni creative. Un evento per dialogare con la città, la sua storia e il suo presente, articolato in una serie d’interventi dei migliori street artist italiani al Bastione delle Forche e di Cristiano Petrucci in via Pier Cironi. Gli artisti invitati sono partiti da una traccia, da un punto tematico che caratterizza Prato con la sua lunga

storia e il suo complesso presente: il Medioevo, il Rinascimento e la modernità; parlando di storia del tessile, di culture del contemporaneo, d’integrazione multirazziale… Il progetto curato da Gianluca Marziani si è articolato in vari momenti: una serie di enormi quadri ambientali, disposti sulle mura storiche del Bastione delle Forche, come se la pietra diventasse il terminale di una pinacoteca a cielo aperto. Una volta terminato l’evento, i pannelli costituiranno un nucleo coeso di una collezione d’arte urbana e potranno essere ricollocati in altri spazi di Prato. Su via Pier Cironi l’intervento ha un carattere ancora più incisivo, così da riportare bellezza in una via del degrado e del disagio sociale. L’intervento di Cristiano Petrucci sarà costituito da cerchi adesivi calpestabili (e rimovibili dopo la loro consumazione) che andranno a formare un disegno, tipico del suo lavoro e che coprirà gran parte della sede stradale: una trama molecolare, senso di un dialogo continuo e di una rete di connessione tra le persone. A questo percorso di Prato Contemporanea manca volutamente il bellissimo intervento di Emilio Isgrò, a cui abbiamo dedicato un’ ampia intervista nelle prossime pagine.


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54 economia Citta’

La nuova Prato

Il distretto che sta uscendo dal tunnel di Elisa Signorini

Un ritratto di Luca Giusti e la nuova sede della Camera di Commercio di Prato

Dal novembre 2012 Luca Giusti è presidente della Camera di commercio di Prato: quasi metà mandato vissuto in un periodo complesso, in cui Prato ha combattuto per riaffermarsi e per difendere la propria economia. Questa battaglia non è ancora conclusa e ‘ripresa’ è una parola che ancora il presidente non vuole usare. “Di certo c’è stata una stabilizzazione – afferma Giusti – in termini di salute delle aziende e della loro produttività: si è fermata l’emorragia di chiusure e anche la caduta libera dei fatturati. Ancora però il panorama è a macchia di leopardo e se qualcuno sta navigando a gonfie vele, ci sono altri che devono remare controvento. Di certo la filiera si è ridimensionata e con lei la capacità produttiva del distretto, ma la vera forza di Prato è che ancora è ricca di competenze e questo è il patrimonio più importante da salvaguardare”. L’ente camerale è da sempre impegnata a sostegno delle aziende, ma ultimamente si è dedicata soprattutto ai giovani e alla piccole e piccolissime imprese: è una scelta che conferma per il suo restante mandato? La Camera di commercio dà attenzione particolare a chi ha più difficoltà a fare impresa, penso alla difficoltà di accesso al credito o alla penetrazione nei mercati internazionali: quindi sicuramente anche piccole imprese e giovani imprenditori. Negli ultimi anni la Camera di commercio ha fatto due scommesse importanti: il cardato rigenerato e la creatività di Rethinking the product. Qual è il bilancio di queste due scommesse? Certamente quella sul cardato è stata

vinta: si tratta di un prodotto che caratterizza il territorio e in un momento in cui cresce la sensibilità del compratore sulla tracciabilità, sulle origini, sulla compatibilità ambientale, certamente il cardato è un prodotto attualissimo oltre che parte imprescindibile della nostra tradizione. Per quanto riguarda Rethinking the product, il percorso va avanti: è un’opportunità che viene offerta alle aziende e ai designer, poi come questa opportunità possa germogliare dipende dalle imprese, dai prodotti, dalla mentalità. Indubbiamente per qualcuno è stata un’esperienza che si è conclusa con la partecipazione all’iniziativa, per altri è stata la chiave per aprire nuovi mercati e nuovi business. Dopo le ultime elezioni amministrative da Prato alla vallata i nuovi sindaci appartengono al medesimo schieramento politico, a questo si aggiunga ‘l’asse Prato-Roma’ derivante dal fatto che Biffoni è un renziano: ci saranno vantaggi per la nostra area? Ovviamente l’armonia politica è positiva, ma credo che la vera differenza la facciano gli uomini: se questi hanno una buona capacità di comunicazione e dialogo non può che venire qualcosa di positivo anche per il nostro territorio. Negli ultimi anni la città ha investito sulla riqualificazione del centro e sui musei cittadini. Il turismo può avere un ruolo rilevante per l’economia della città? Assolutamente sì: da troppi anni si cerca una diversificazione rispetto al tessile e forse la cultura e il turismo possono essere la strada giusta, soprattutto se perseguita con progetti comuni e coordinati.




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economia Citta’

Sinergia e promozione E i presidenti ipotizzano un futuro di collaborazione di Elisa Signorini foto Dario Garofalo

Un punto della situazione con i presidenti di alcune associazioni di categoria cittadine. Prevalgono l’ottimismo e l’impegno. Sinergia e promozione sembrano le parole d’ordine perché due cose si sono finalmente capite: che non basta fare bene, è anche necessario farlo sapere, e che insieme si è più forti. Andrea Cavicchi, presidente Unione degli Industriali Oltre alle numerose iniziative ‘quasi consuete’, entrambi i mandati di Cavicchi (è di questi giorni la sua riconferma alla guida degli industriali, ndr) saranno caratterizzati da un progetto particolarmente importante. La mappatura della filiera, il primo, la creazione di una Confindustria di macroarea il secondo. Il distretto sembra avere tenuto nel 2013. “E’ vero - commenta Cavicchi - ma tessiture cardate e filature sono davvero molto ridotte. Credo sia necessario tenere presente che il distretto è cambiato, per esempio sono aumentate le maglierie e le confezioni (anche italiane!) e che pertanto anche il nostro modo di pensarlo va adeguato: alcune fasi potrebbero essere assorbite per ridurre il frazionamento aziendale. Comunque c’è un moderato ottimismo, motivato soprattutto dal grande interesse che continua ad esserci per la produzione italiana: riflettiamo sul fatto che alcuni marchi francesi, che certamente per

tante cose sono più avanti di noi, si stanno impegnando per proteggere la filiera italiana”. Ma davvero il consumatore è sensibile al concetto di filiera? “Lo sta diventando, così come le griffe: se Prato raggiungesse un’integrazione tra le aziende delle diverse fasi diventerebbe il distretto tessile/moda più importante e completo al mondo”. Quindi l’ipotesi potrebbe essere quella di una macroazienda che lavora a livello mondiale? “Se così fosse potremmo godere di tutte le agevolazioni riservate alle grandi imprese in termini di costo dell’energia e del lavoro, per esempio, senza contare il maggior potere d’acquisto”. Intanto l’integrazione potrebbe esserci fra le associazioni a questa sta lavorando con convinzione Cavicchi: una Confindustria di macroarea che riunisca Prato, Pistoia e Lucca. “In termini di rappresentatività diventeremmo la dodicesima Confindustria a livello nazionale, senza contare i vantaggi in termini di efficientamento dei servizi e riduzione dei costi. A luglio ci sarà l’assemblea congiunta e questo sarà il primo passo importante”. Infine la promozione: Cavicchi sta proponendo una collaborazione a Pitti per l’edizione del 2015 per far comprendere che

Andrea Cavicchi, presidente dell’Unione degli Industriali appena riconfermato per il secondo mandato


58 economia Citta’

se Firenze è la casa della creatività e della moda, Prato è il posto da dove vengono i tessuti per dare vita a quella creatività. “E questa visibilità - conclude Cavicchi - potrebbe essere il lancio per sfruttare un’altra importantissima vetrina internazionale: l’Expo 2015 a Milano. Sono occasioni da non perdere”.

Nelle foto accanto , sopra Andrea Belli Presidentie di Confartigianato; sotto Claudio Bettazzi, Presidente di Cna

Andrea Belli presidente Confartigianato “Ben vengano le indagini e i confronti con gli anni trascorsi, ma Prato ha cambiato assetto e struttura, quindi affranchiamoci dal passato e cogliamo i segnali del mercato”. E’ un ottimismo velato di concretezza quello che traspare dalle parole di Andrea Belli. “Non nascondiamoci dietro a un dito - afferma - la produttività è aumentata perché è divisa tra meno aziende dopo l’emorragia degli ultimi anni. Ora però pare che il distretto abbia trovato una sua nuova dimensione e che quel preoccupante domino di chiusure si sia arrestato. Per fortuna la filiera c’è ancora, ma siamo al punto di non ritorno, l’equilibrio è precario”. E’ qui che entra in gioco allora l’associazione. “Abbiamo scelto di puntare sui ‘giovani del km zero’ - continua Belli - sostenere cioè chi ha pochi anni e tenta l’avventura dell’imprenditoria, ma soprattutto essere presenti sul territorio, in quest’ottica si collocano l’apertura della nuova filiale di Montemurlo e la promozione di una quota associativa a 50 Euro per chi ha meno di 25 anni”. La platea degli artigiani sembra rispondere positivamente e con vitalità. Oltre a questo anche Confartigianato sceglie la sinergia. “Da alcuni mesi abbiamo in corso un confronto con Firenze per capire come presidiare insieme la zona di Empoli che per una serie di motivi non ha ultimamente avuto una sufficiente attenzione: il nostro obiettivo è quello di creare microfiliere di eccellenza dove siano rispettate le autonomie, ma sfruttati a pieno i vantaggi della coopera zone. Credo che l’associazione di macroarea sia il futuro”. Infine cosa chiedere alle nuove ammini-

strazioni che si stanno insediando? “Faccio richieste puntuali: ridurre o semplificare gli adempimenti richiesti agli edili e ai manutentori che lavorano nei centri storici in modo che l’artigiano non debba spendere due giorni per uffici per dieci di cantiere. Frazionare i lavori pubblici e fare bandi accessibili anche alle piccole imprese locali. Infine continuare a puntare sulla cultura e sul turismo: se l’esercizio pubblico funziona si crea un circolo virtuoso. È dalle piccole aziende che può partire la ripresa perché sono più reattive e i loro guadagni ricadono immediatamente sul territorio”. Claudio Bettazzi presidente CNA “Sono stati percepiti segnali di ripresa, quanto durerà è difficile da dire - afferma Bettazzi - ma quello che più mi spaventa è la salute della filiera del nostro territorio: alcune aziende hanno tenuto, ripartiamo da lì”. Ovviamente non è possibile che il distretto faccia tutto da solo. “Dobbiamo cercare di intercettare dei fondi che possano sostenere questi reinvestimenti, per avviare progetti importanti” continua Bettazzi. Può ancora venire in mente ad un giovane l’idea di avviare un’impresa? “Il compito delle associazioni è proprio quello di sostenere queste idee - afferma - con la formazione, col sostegno al ricambio generazionale. Certo chi si avventura in questo percorso deve dimostrare di avere uno scatto in più, perché non è una strada facile. Credo che oggi il limite maggiore sia la bassa redditività: che nell’area pratese le aziende arrivino a pagare secondo le recenti indagini il 63% dei loro incassi non è incoraggiante”. Un grande progetto che l’associazione sta portando avanti è quella di una Cna metropolitana che riunisca Prato, Firenze e Pistoia. “Bisogna uscire dai propri cortili conclude Bettazzi - se vogliamo giocare ad armi pari: questa nuova dimensione ci darà numeri importanti, quindi maggiore forza e rappresentatività”.



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intervista ANTICO/CONTEMPORANEO

We Love Stracci

Prato e la lana, un legame indissolubile. Testimoni tre realtà forti e coraggiose di Sabrina Bozzoni foto Dario Garofalo

“Se è cosa difficile essere italiano, difficilissima cosa è l’essere toscano: molto più che abruzzese, lombardo, romano, piemontese, napoletano, o francese, tedesco, spagnolo, inglese. E non già perché noi toscani siamo migliori o peggiori degli altri, italiani o stranieri, ma perché, grazie a Dio, siamo diversi da ogni altra nazione: per qualcosa che è in noi, nella nostra profonda natura”. A scrivere è la penna di Curzio Malaparte in “Maledetti Toscani”, e se “quel qualcosa” per i pratesi prendesse il nome di stracci? Quegli stessi stracci che costituiscono le membra di una memoria popolare che fa luccicare gli occhi al ricordo di chi eravamo e chi potremmo ancora essere. Perché la tradizione è fatta per essere presa per mano e accompagnata verso il futuro. Quello che vi raccontiamo è la storia di tre realtà pratesi, accomunate dal medesimo processo di riciclo della materia prima che ha reso famosa la noI processi produttivi della stra città molti anni fa. Il nostro viaggio lana rigenerata all’interno dei parte dal Macrolotto, per incontrare Rotipici capannoni pratesi berto Morganti della Roberto Morganti

Srl. Una ditta che nasce nel 1977 con il padre di Roberto che si occupava prevalentemente di selezione di indumenti usati, fino ad arrivare al settore del rigenerato. “Intuizione e grande volontà: sono queste le caratteristiche di chi ha iniziato con questo settore e lo ha fatto crescere, verso i giorni nostri”. Roberto ha ancora vivido il ricordo di quando, andando a scuola, vedeva i barrocciai alle prese con il trasporto di veri e propri arcobaleni di stracci e quelle immagini sono talmente vive nel suo cuore che non esiste altra passione più forte per lui. “Per essere al passo coi tempi è necessaria una maggiore politica di formazione giovanile e poi tanta, tanta dedizione” afferma. Insieme a molte altre aziende, anche la Roberto Morganti ha aderito al “Cardato Regenerated Co2 Neutral”, marchio garantito dalla Camera di Commercio di Prato, nato per annullare l’impronta inquinante, certificando allo stesso tempo che è stato realizzato con materia



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intervista ANTICO/CONTEMPORANEO

In questa pagina: Edoardo Mariotti con i due fratelli e i dipendenti della Tesma Sas. Nella pagina accanto dall’alto: Roberto Morganti con i suoi stracci, l’azienda Bartolini Lane srl al completo e alcuni scorci dei capannoni

prima rigenerata. Se un’azienda infatti produce anidride carbonica che inquina la nostra atmosfera, essa dovrà acquistare una relativa quantità di crediti che vengono utilizzati per la messa a dimora di alberi e di molti altri programmi green. Un altro passo importante verso la modernizzazione di questa antica arte che conta circa 22 mila tonnellate di stracci che vengono riciclati ogni anno. Direzione Montemurlo, per la storia controcorrente di Edoardo Mariotti. 52 anni, un ufficio di rappresentanza di lana, cashmere e mohair da 22 anni che conta clienti da tutto il mondo e da 6 anni una nuova esperienza con gli “stracci” di puro cashmere che prende il nome di Tesma Sas: “erano molti i clienti che richiedevano cashmere rigenerato ma non trovavo alcun fornitore, così un giorno ho deciso di diventare il fornitore di me stesso”. In questa ottica, con coraggio e ambizione, nasce la sua azienda. “Ho personalizzato il classico processo di lavorazione degli stracci, rendedolo più dolce e adatto al prodotto e i riscontri sono molto positivi in tutta Italia” e alla domanda sul futuro del distretto l’idea è

una sola: “credo molto nelle potenzialità della mia città, soprattutto quando vengono rivolte a mercati di nicchia che ricercano altissima qualità, come quella del puro cashmere appunto. Nessun altro paese al mondo ha la capacità di rigenerare un prodotto di scarto e trarre tanta eccellenza”. Il messaggio di Edoardo è dunque chiaro e positivo, una bella speranza anche per le nuove generazioni. Rimaniamo infine in zona Montemurlo per ascoltare la storia di Fabio Bartolini, di Bartolini Lane S.r.l. “ho incontrato gli stracci a 15 anni e non li ho più lasciati” ci dice “ La situazione è molto cambiata rispetto al passato e ormai siamo in pochi. E’ necessario un forte lavoro di cooperazione”. Fabio ricorda gli anni dell’infanzia cresciuto ad osservare il lavoro di suo padre e ci parla di Prato con un sentimento di profonda nostalgia “in questa città risiede tutta la mia vita e nel mio lavoro la mia passione, passione nello “scarto” che si trasforma in oro. Mi auguro che i giovani possano elevare questo mestiere, che è arte pura da salvaguardare”.



ph. Massimo Listri

ph. Massimo Listri


65 focus territorio

Le ville dei Medici

Poggio a Caiano e Artimino, perle di Toscana di Mila Montagni

Sono entrambe adagiate sulle colline che circondano Prato, due delle Ville Medicee che da un anno sono diventate patrimonio mondiale Unesco (insieme ad altre dieci dimore dell’antica famiglia fiorentina e ai giardini di Boboli e Pratolino). Sono la villa di Poggio a Caiano e quella di Artimino. La prima era stata acquistata da Lorenzo il Magnifico nel 1480 da Giovanni Rucellai, allora poco più che un “chasamento che era rovinato al Poggio a Caiano, chiamato l’Ambra”, prossima a un’ampia zona che il Medici aveva acquistata per avviarvi una tenuta agricola modello, che sarebbe poi diventata le Cascine di Tavola; la seconda, invece, secondo la leggenda venne conclusa nel 1600 in appena quattro anni per rispondere a un desiderio di Ferdinando I, che chiese all’anziano ma fidatissimo architetto Bernardo Buontalenti di costruire una villa che fosse “sufficiente” a lui e a tutta la sua corte, perché proprio alle pendici del Monte Albano, il Granduca amava recarsi e ammirare dall’alto i propri possessi dall’Arno fino alle Apuane. E se la prima ispirò a Lorenzo il poemetto in ottave Ambra, dedicato alla veloce ninfa dai capelli d’oro che chiede di tramutarsi in sasso per non venir violata da Ombrone, figlio dell’Appennino, la seconda divenne il luogo preferito di Ferdinando I per la caccia, una delle arti che

i Medici amavano praticare, come testimonia la serie di arazzi di cui oggi rimane a Poggio soltanto quello recentemente restaurato della Caccia al cigno selvatico. E tra i restauri che stanno lentamente restituendo a Villa Ambra la sua natura di luogo di ozii studiosi e colti, è da segnalare quello che recentemente ha cominciato a interessare il gruppo scultoreo ottocentesco in terracotta allestito in giardino e dedicato proprio ad Ambra e Ombrone. Sul muro che delimita l’argine del fiume, infatti, la ninfa del poemetto aveva prossima anche una statua di Diana, fino a oggi ridotta in frammenti e raccolta in numerose cassette protette dalle mura della Limonaia progettata dal Poccianti nel 1832; da marzo di quest’anno, invece, l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha avviato il recupero e la ricostruzione di questa statua, rifacendosi a un’unica foto conservata oggi negli Archivi comunali di Poggio a Caiano. Un archivio architettonico eccezionale, anche se sintetico, è invece il progetto iconografico che il fiammingo Giusto Utens elaborò nelle sue diciassette lunette, fatte dipingere da Ferdinando I per la Villa di Artimino e che rappresentavano appunto le dimore che la famiglia aveva distribuite negli anni sulle terre granducali, tra il 1599 e il 1602. E tra queste una delle maggiori e più ricche di storia è sicuramente

A Poggio a Caiano e Ad Artimino si trovano due delle 12 ville medicee diventate patrimonio dell’unesco nel 2013

In questa pagina: Giusto Utens, Lunetta raffigurante la Villa Medicea di Poggio a Caiano, una delle 17 dipinte per la Villa di Artimino (1599-1602). Nella pagina a sinistra, due particolari di interni della Villa Medicea di Poggio a Caiano


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focus territorio

In questa pagina, due particolari di interni della Villa di Poggio a Caiano Nella pagina a destra, la Villa di Artimino (facciata, scalone esterno, particolre d’affresco di una delle sale interne)

quella di Poggio a Caiano, che visse una serie di alterne vicende, tra la morte di Lorenzo, l’ascesa al soglio pontificio di suo figlio Giovanni papa Leone X Medici che favorì questa dimora in memoria del padre e che divenne poi oggetto dell’attenzione di Cosimo I, che vi si recava più che volentieri a caccia nella bandita del Monte Albano e che la destinò dal 1568 ai figli primogeniti dei suoi discendenti. Una tradizione che si trasformò quando sul trono di Toscana giunsero i Lorena e in seguito i Savoia (con l’intermezzo delle sovrane del primo Ottocento, Maria Luisa di Borbone ed Elisa Baciocchi), che pure continuarono ad amare questa dimora, fino a quando nei 1919 la donarono allo Stato, condannandola a una lunga decadenza. Vicenda diversa fu quella della Ferdinanda dai cento camini, venduta da Pietro Leopoldo di Lorena a privati già nel 1782 e oggi centro alberghiero e congressuale. Così, se la Villa di Artimino non fu toccata dagli scandali che animarono le voci delle grandi corti europee, così non fu per la Villa di Poggio a Caiano, nella quale ancora oggi insieme agli affreschi di Pontormo nel salone intitolato a Leone X e i dipinti di Andrea del Sarto e Fran-

ciabigio e Alessandro Allori, si può visitare l’appartamento della controversa seconda moglie di Francesco I, la bellissima veneziana Bianca Cappello, che secondo la leggenda nera che avvolge i due sposi venne avvelenata come il marito… addirittura dal fratello di lui, ovvero quello stesso Ferdinando I. Secondo gli studi più recenti, invece, e forse banalmente ma non insolitamente, i due sposi morirono di malaria. Per certo la Villa fu anche la prigione dorata della vivacissima e capricciosa moglie di Cosimo III, Marguerite-Louise d’Orléans, principessa parigina poco avvezza alla serietà di una corte come quella dei Medici dominati dalla religiosissima Vittoria della Rovere, madre di suo marito. Partorì tre eredi a Cosimo, gli ultimi due maschi della dinastia e la lungimirante Anna Maria Luisa de’ Medici Elettrice Palatina (colei che vincolò alla città di Firenze il patrimonio della famiglia), e poi visse a Villa Ambra, dove per lei e il suo seguito di centocinquanta persone venne rinnovato il teatro. Oggi i visitatori possono visitare qui anche il Museo della Natura morta, unico nel suo genere anche per l’ampiezza di testimonianze pittoriche di capolavori che vanno dalla fine del Cinquecento alla metà del Settecento.




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Focus museo

Il nostro soffici

50 paesaggi poggesi e versiliesi alle Scuderie Medicee di Niccolò Lucarelli

A mezzo secolo dalla scomparsa, il comune mediceo rende omaggio al grande figlio adottivo, con Ardengo Soffici. Giornate di paesaggio, approfondita esposizione sul profondo rapporto artistico che legò l’artista al territorio toscano, attraverso l’esperienza dell’Avanguardia prima, e del “ritorno all’ordine” subito dopo. Esordì a Parigi nel corso di un primo, lungo soggiorno che si svolse dal 1903 al 1907, in cui collaborò con riviste quali L’Assiette au beurre, e conobbe artisti come Apollinaire, Picasso e Jacob. Conduceva una vita bohémienne a contatto con il vivace ambiente intellettuale, e intanto manteneva contatti con l’Italia attraverso gli articoli di critica d’arte che inviava al Leonardo, diretto da Papini. Con l’adesione al Fascismo, la sua pittura divenne recupero dei caratteri della tradizione dei primitivi e del primo Quattrocento toscano, rivissuti con moderno senso plastico e spaziale in tanti superbi paesaggi della Versilia. Fu artista attento alle correnti artistiche contemporanee del Vecchio Continente, e lo dimostrò l’interesse verso gli Impressionisti, per i quali organizzò, nel 1909, una mostra a Firenze, la prima in Italia.

L’adesione all’Avanguardia cubista è mutuata dalle radici toscane, ovvero da quelle proporzioni quattrocentesche che Picasso e Jacob rileggono alla luce di un nuovo sentire di respiro europeo. Adesione che si ravvisa nell’interessante Casolari, dove, fra l’estrema sintesi formale, emerge comunque una vena lirica nella dolcezza con cui lo stilema cubista viene applicato, senza soffocare la sensibilità emotiva del paesaggio toscano. Un paesaggio umile ma profondamente vero. La mostra si sviluppa su un arco cronologico che va dal 1903 al 1963, e si fonda principalmente sulle tele degli anni 192063, dove si compie quel “ritorno all’ordine” che segnò la fase matura di Soffici. A impreziosire la mostra, una sezione editoriale con le prime edizioni delle opere di Soffici, e pagine di riviste con le quali collaborò, organi di stampa di un’Italia colta, di cui si avverte la mancanza. Inoltre, si possono ammirare 15 tele di pittori contemporanei, a Soffici - quali De Chirico, Viani, De Pisis, Carrà, Morandi -, che ne contestualizzano l’opera all’interno del discorso artistico del Novecento italiano. Tutte le informazioni sugli orari e i biglietti, al sito www.museoardengosoffici.it.

Poggio a caiano rende omaggio al suo figlio adottivo

Nelle foto Museo Soffici e alcune opere in mostra fino al 27 luglio


70 Territorio VINO

100% terroir

Miniguida per conoscere i vini di Carmignano e il loro territorio attraverso itinerari d’arte e di tavola di Teresa Favi - Ha collaborato Realmo Cavalieri

Nella pagina a destra: vigneti nella doc di Carmignano (ph. Pasquale Paradiso). Chiesa di San Michele, altare della Visitazione (olio su tavola di Jacopo Pontormo, 1514-1516). Particolare della abbazia di San Giusto al Pinone

E’ una delle docg più piccole d’Italia e la più antica doc del mondo. Dodici aziende consorziate, capitanate da Silvia Vannucci della tenuta Piaggia, 150 ettari in produzione da Artimino a Seano passando per Carmignano, il cuore, Bacchereto e spingendosi fino alle prime colline di Poggio a Caiano. Dimensioni inversamente proporzionali al retaggio storico e qualitativo che contraddistingue questa piccola oasi vinicola nella provincia di Prato, la cui fama è nota fin dall’antichità: non a caso Carmignano era una delle quattro zone di qualità tutelate dal Granduca Cosimo III de’ Medici nel suo famoso editto datato 1716, vera doc ante literam. Ben si comprende l’eccellenza dei vini di oggi. Il Carmignano docg un blend di Sangiovese, Cabernet, Canaiolo nero e altri vitigni a bacca bianca (Trebbiano toscano, Colombana, Canaiolo bianco, Malvasia del Chianti) autorizzati dal disciplinare del 1998. Il Barco Reale doc, fratello più giovane del docg, vino di più rapido consumo, ma sempre con caratteristiche di alta qualità. E il Vin Ruspo, Rosato di Carmignano doc, prodotto svinando il 5 o 10% del mosto delle vasche del Carmignano docg prima della fermentazione. E il Vin Santo doc, vino dolce, composto in massima parte dalla varietà Trebbiano. Un patrimonio inestimabile e oggi protagonista di un vero e proprio exploit. Sulla scia della Tenuta di Capezzana dei conti Contini Bonacossi e della Fattoria Ambra si sono sviluppate e consorziate l’Azienda Agricola Pratesi, Castelvecchio, Colline San Biagio, la Fattoria di Artimino, La Borriana, Le Farnete, Piaggia, Podere Allocco e Podere Il Sassolo. Molte di queste hanno pochi decenni ma già in tante annoverano premi e riconoscimenti internazionali. Il Vin Santo della Tenuta di

Capezzana ad esempio è stato premiato come il miglior vin santo al Mondo da una speciale giuria londinese solo pochi anni fa, e il Piaggia 2010, Carmignano docg, è stato insignito quest’anno dell’eccellenza dalla Guida dell’Espresso. ITINERARI. D’origine etrusca, queste di Carmignano e dintorni sono le terre dove i Medici avevano splendide tenute di caccia e residenze estive. Per la loro storia e amenità paesaggistica vale la pena vederle con gli occhi, oltre che sentirle in bocca. Chi arriva ad Artimino, borgo medievale costruito sul crinale del delle colline che dominano la valle dell’Arno, non lo scorda più. Il primo a restarne affascinato fu Ferdinando I de’ Medici che qui volle far costruire la sua tenuta di caccia, divenuta poi nota come Villa di Artimino o «La Ferdinanda» o anche come «La villa dei cento camini». La Villa di Artimino, realizzata dall’architetto Bernardo Buontalenti tra il 1596 e il 1600, fa parte delle dodici dimore medicee che quest’anno l’Unesco ha insignito del titolo di «Patrimonio dell’Umanità». Marita una visita anche la romanica Pieve di San Leonardo, appena fuori dal borgo. Lasciatevi Artimino alle spalle e raggiungete Carmignano dopo aver percorso sei chilometri di strada panoramica tra vigneti e casali. Il borgo è dominato dall’antica Rocca medievale del X sec., in ottimo stato di conservazione. La chiesa di San Michele, nel centro del paese, conserva La Visitazione del Pontormo, una delle più ammirevoli testimonianze artistiche del manierismo fiorentino. E’ stata appena restaurata ma fino al 20 di luglio è in mostra a Palazzo Strozzi nell’ambito della più importante rassegna su Pontorno e Rosso Fiorentino mai realizzata finora. Da poco più di un anno Carmignano è anche


ph. S. Forasassi


72 TERRITORIO VINO

In questa pagina, Pieve di San Leonardo a Artimino Nella pagina a destra, in alto a sinistra e in basso a destra vendemmia 2013 a Carmignano (Fattoria Piaggia), portico della Chiesa di San Michele a Carmignano, portone di una fattoria della zona (ph. Silvestro Forasassi, si ringrazia la Proloco di Carmignano )

il fulcro di un Parco Archeologico (tel. 055. 8718124), con museo annesso, che riunisce in un sistema unico il nuovo Museo Archeologico di Artimino e i monumentali siti etruschi del territorio. Da Carmignano si imbocca via Vergheretana, oltrepassata la località il Pinone, dopo circa 500 metri si volta a sinistra e in una radura si trova la bellissima abbazia di San Giusto della metà del XII secolo. Da qui concludete in bellezza raggiungendo Pietramarina, il punto più alto del Montalbano. Nelle giornate più limpide, dal “masso del diavolo” lo sguardo può spingersi fino al mare e non è raro sentire l’odor di salmastro proveniente dalla costa. PER MANGIARE. Artimino: Biagio Pignatta nel luogo che un tempo era la casa del fattore dei Medici, tavoli anche all’aperto (tel. 055 8751406); Bottega Peruzzi attività storica, nel centro del paese, ottime merende sui tavolini all’aperto (tel. 055 8718322); Da Delfina, ristorante amatissimo non solo dai pratesi, con una bella terrazza (tel. 055 8718074); La cantina del Redi ricavato nelle antiche antine di Artimino, ma anche con uno spazio fuori d’estate (tel. 055 8718083). Bacchereto: Cantina di Toja, ristorante ricavato in quella che è stata la casa della nonna di Leonardo da Vinci! (tel.

055 8717135). Carmignano: Su pe’ i’ canto, cucina degli affetti nella piazza principale del paese (te. 055 8712490); Barco Reale, stessa piazza, piatti semplici, tradizionali e solo vini di Carmignano. PRODOTTI. I vini e il Vin Santo di Carmignano doc e docg che vi consigliamo di degustare direttamente nelle aziende del Consorzio di Tutela dei Vini di Carmignano su prenotazione. Fichi Secchi di Carmignano dop, presidio slow food, e Olio Extravergine d’Oliva (straordinario!) in vendita in ogni bottega della zona. Olio extra vergine d’oliva. Miele della Società Agricola Frigionaia (tel. 347 2282947). Sottoli, salse e miele della Tenuta Le Farnete (tel. 055 8719585). Gli Amaretti Di’ Fochi (tel. 055 8712033). I biscotti delle Sorelle Amari (tel. 055 8719677). PER DORMIRE. Artimino: Hotel Paggeria Medicea, a fianco della Villa d’Artimino, piscina (Tel. 055 875141). Bacchereto: Colline San Biagio, suggestivo resort in una costruzione del XI secolo, restaurata e allestita con grande gusto (tel. 055 8717143). Carmignano: Tenuta di Capezzana (tel. 055 8706005); La Borriana, con piscina (tel. 055 8710058); Fattoria Le Ginestre (tel. 055 8792020).


ph. P. Paradiso

ph. P. Paradiso



Happy hour! Per annunciare l’arrivo della primavera e l’uscita del nuovo numero Spring 2014 di Pratoreview, niente di meglio che un aperitivo al tramonto, in collaborazione con i Family Banker Mediolanum. La cornice? Un esemplare recupero d’architettura industriale nel centro storico, oggi sede della BBS Pro lo studio associato Baldini Ballerini Sanesi. I vini di Carmginano, e il calore degli amici hanno fatto il resto.


76 lifestyle day&night

Caffè 21

Due mondi, il giorno e la notte, che si alternano e completano a vicenda in un unico locale

In queste immagini gli esterni e gli interni del Caffè 21, in viale Piave nel cuore della città

Inverno e estate, senza soluzione di continuità: questo è il passo del Caffè 21, da più di 10 anni punto di incontro dei giovani pratesi e non solo. Situato nella centralissima viale Piave, nel cuore della città, da qui si gode una bella vista sul Castello e sulle mura e si assapora il gusto della Prato più viva e frizzante. Il proprietario, Mirko Cocchi con il suo staff ha elaborato una formula vincente, che si ripete pur trovando spunti sempre nuovi. Punto di forza dell’aperitivo è il binomio cocktail e musica: ogni sera, dal mercoledì alla domenica potrete sorseggiare il vostro ottimo Spritz ascoltando uno dei dj che ogni settimana ospita il locale: Leonardo Piva, Andrea Leporatti, Andrew C e non ultimo Marco Bertani, amico di vecchia data ma soprattutto un grande artista noto per aver suonato nei locali più importanti d’Italia e per aver firmato importanti produzioni discografiche con l’etichetta Ocean Trax Records. Oltre queste serate da non perdere durante l’anno alcuni eventi speciali in cui ai resident DJ sono affiancati artisti di calibro internazionale. Sono stati ospiti

del Caffè 21: Mappa, Harley&Muscle, Mirco Berti, Isa Iaquinta, Catrina Davies, Ellen Beat, Jessie Diamond, Nari&Milani, Nicky Martinez, solo per citarne alcuni. Se questa è la notte del Caffè 21, il giorno la sua immagine cambia completamente: dimenticate per qualche ora il sound underground e gli abiti luccicanti, questo luogo camaleontico si trasforma in un elegante caffè del centro, dove si può gustare un’ottima colazione seduti nel dehor che è un vero e proprio salotto in città, oppure un pranzo con le proposte suggerite dallo chef del locale. Altro punto di forza di Caffè 21è infatti la proposta enogastronomica: prodotti freschissimi, che si possono gustare anche all’aperitivo, e piatti espressi denotano la grande cura che qui si dedica alla scelta della materia prima, dalle verdure ai salumi, ai formaggi, senza dimenticare la varietà di carpacci e insalate. Stessa cura riservata alla scelta dei vini, soprattutto del territorio ma con una ampia alternativa di proposte italiane e internazionali.



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APERITIvo Bar Ercole Viale Montegrappa 304 ph. 0574.597076 Barrique Via G. Mazzoni 19 ph. 0574.30151 www.lebarriquewinebar.it Bar San Francesco Via Santa Trinita, 32 ph. 0574.448516 Caffe’ Buonamici Piazza del Comune Caffe’ delle Logge Piazza del Comune 16 ph. 0574.600078 Caffe’ 21 Viale Piave 5 ph. 0574.42064 costa Noir via Santa Trinita Da Lucio Piazza del Comune Il Giardino del The’ Piazza Mercatale 46 ph. 0574.442816 La Dolce Vita Via Traversa Pistoiese, 37 ph. 0574.814748 La Gioconda Via Raffaello Lambruschini 25 ph. 0574.603091 La Tazza d’Oro Viale della Repubblica 290 ph. 0574.593771 Le Bigonge Bar Piazza Buonamici www.bigongebar.com Leo’s Bar Via del Palco 119 ph. 0574.28033 Opificio JM Piazza San Marco 39 ph. 0574.870500 www.opificiojm.it Schiaccinomania Via Santa Caterina 12 ph. 0574.605154 ZERO Via Garibaldi 65 ph. 0574.35041

Ristoranti

A casa gori Piazza sant’Agostino Antichi Sapori Via F. da Filicaia 40/A ph. 0574.461189, www.ristorante-antichisapori.it agora Piazza duomo 44 ph. 0574.1825949 Baghino Via dell’Accademia 9 ph. 0574.27920 Boccondivino Via Mascagni 59

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ph. 0574.22957 Cafiero Vicolo de’ Neroni ph. 0574.606309 Il Decanter Piazza Delle Carceri 1/2, 59100 Prato, Italia ph. +39 0574475476 al castello Piazza S.Maria Delle Carceri, 1 ph.0574.483136 Enoteca Antica Fiaschetteria Piazza Filippo Lippi 4 ph. 0574.41225 Enoteca Razmataz Piazza Mercatale 110 ph. 0574.448619 Enoteca Barni Via Ferrucci 22 ph. 0574.607845 Flambe Viale Piave 26 ph. 0574.606928. www.flambeprato.it Il Capriolo Via Roma 306 ph. 0574.1825326 Il Mercante Via Traversa il Crocifisso 47 ph. 0574.627174 Il Pirana Via Valentini 110 ph. 0574.25746, www.ristorantepirana.it L’Altra Calafuria Piazza Filippo Lippi 9 ph. 0574.26697 La Grotta di Bacco Piazza S. Domenico 16 ph. 0574.440094 La Veranda Via dell’Arco 10 angolo Piazza S.Marco, ph. 0574.38235, www.ristorantelaveranda.it Le Barrique Via G. Mazzoni 19 ph. 0574.30151, www.lebarriquewinebar.it Le Fontanelle valentino Via Traversa del Crocifisso 7 ph. 0574.622316 www.lefontanellehotel.it Lo Scoglio Via Giuseppe Verdi 42 ph. 0574.22760 Mangia Via Ferrucci 175 ph. 0574.572917 Mokha Piazza San Marco 5 ph. 0574.400412, www.mokha.it Opera 22 Via Pomeria 64 ph. 0574.606812 www.opera22.it

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Pepe Nero Via Zarini 289 ph. 0574.550353 Salomè Hotel Datini, Via Marconi, 30 ph. 0574.562348 Sasso Via Firenze 40 ph. 0574.562288 SOLDANO Via della Sirena ph. 0574.830913 Via Pomeria 35 ph. 0574.34665 Tonio Piazza Mercatale 161 ph. 0574.21266

Trattorie La Fontana Via di Canneto 1 ph. 0574.27282 Lapo Piazza Mercatale 141 ph. 0574.23745 Logli Mario Via Carteano 1 Filettole ph. 0574.23010 Osteria Cibbè Piazza Mercatale 49 ph. 0574.607509 osteria le cento buche Via degli Abatoni 7 ph. 0574.694312

Pizzerie la baracchina Viale Galilei 8 ph. 0574.468350 Cavallino Rosso da Giovanni Via Pistoiese 26 ph. 0574.23143 Don Chisciotte P.zza Mercatale 38/39 ph. 0574.39023 Via Pistoiese 502 ph. 0574.816909 Viale Galilei 21 ph. 0574.442903 Fancy King Via Valentini, 21 ph. 0574.581343 Il Ragno Via Valentini 133 ph. 0574.596700 King’s Pub Via Garibaldi 148 ph. 0574.28641 La Buchina degli Angeli Piazza Mercatale 134 ph. 0574.442922 PIZZA E BOLLICINE ph. 0574.1825821

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Pizzeria Maggie Via Bologna 519 ph. 0574.460493 Pizzeria Il Sipario Via Firenze 40 ph. 0574.562282 Sciuscià Via Galcianese 79 ph. 0574.28058 Vienna Via del Purgatorio 61 ph. 0574.630763

Cucina etnica Fujiama Via Valentini 5 ph. 0574.623857 Hong Kong Via Fabio Filzi 47 ph. 0574.611180 Hua Qiao Via Ferrucci 305 ph. 0574.570842 Nagoya Via Avignone 34 ph. 0574.400183 Raja Piazza del Collegio 8 ph. 0574.32032

OUTSIDE Cantagallo

A MANGIA’ FORA Via Sant’Ippolito 16 ph. 328.3032343 Il Ghirighio Loc. Migliana 29 ph. 0574.981103 La Bua della Tonia Via S. Quirichello 2 ph. 0574.956171 La Castagna Via di Migliana 40 ph. 0574.981791 Trattoria il fabbro Via Bologna - Loc. Il Fabbro ph. 0574.956380 Carmignano Biagio Pignatta Viale Giovanni XXIII 1 Artimino ph. 055.8718086 www.artimino.it Cantine del Redi Via 5 Martiri 29 - Artimino ph. 055.8751408 Da Delfina Via della Chiesa 1 – Artimino ph. 055.8718074, www.dadelfina.it La Cantina di Toia Via Toia 12 ph. 055.8717135

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Il Barco Reale Piazza Vittorio Emanuele II, 28, ph. 055.8711559 Olga Via Montalbano 6 ph. 055.8712028 Su pe’i’ canto Piazza Matteotti 25/26, ph. 055.8712490

Cerreto

Lago di cerreto Via Cantagallo ph. 338.8226888

Montemurlo

Casa la querce Via La Querce 47 ph. 0574.684070 La Taverna della Rocca Piazza Castello 2, ph. 0574.680459 Osteria Beccaceci Via Venezia 6, ph. 0574.680266 www.beccaceci.com

Montepiano CA DEL SETTA Via della Badia 16 ph. 0574.959829

Poggio a Caiano

Il Vecchio Casale Via Carmignanese 127 ph. 055.877427, www.ristoranteilvecchiocasale.it La Furba Via Statale 99 ph. 055.8705316 www.lafurba.it La Frugola Via Aldo Moro 33 ph. 055.8778143

Vaiano

La Locanda degli Artisti Via Bertini 76 Schignano ph. 0574.983436 Pizzeria G. Rossi Via Braga 191 ph. 0574.946503 La Nuova Tignamica Via Val di Bisenzio 112 ph. 0574.984424

Vernio

Circolo Arci Via Del Bisenzio 292 ph. 0574.957466 Renzo Via Stazione 7 ph. 0574.938151


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20 The New Season of Centro Pecci From 2001 to 2008, Fabio Cavalucci directed the Civic Gallery of Contemporary Art in Trento. In 2008, he was the coordinator of “Manifesta 7”. In 2010, he was artistic director of the XIV International Sculpture Biennial in Carrara and in the same year he directed the Castle Ujazdowsky Centre for Contemporary Art in Warsaw, including the department of visual arts but also music, theatre, dance and film. This year, he is the new director of the Museo Pecci. With you, a new season at the Pecci begins. How do you see this new course? I didn’t arrive in Prato with pre-packaged programmes, because I think it is a mistake to start with initiatives and projects from on high. They need to have a real bond with the local area, with the community where the institution is located. So, over the next few weeks, I would like to just listen first of all and talk to those who will have a relationship with the Centre to discuss the

formula, the mission, and the strategy the agency should follow in the years to come. Not to talk about specific projects or artists, but essentially to answer the question: what is the Pecci Centre’s role in terms of the territory of which it is the expression? Essentially, it is like answering the question: what is the function of art today? The city is experiencing a difficult moment, but it still has lots of energy... Do you agree with this idea? Without a doubt. From the first meetings, my feeling is that there is all the energy necessary to re-launch the Museum in grand style. And I have to admit, not just in Prato. A series of “sensors” gives the idea that the whole of Tuscany wants to relaunch contemporary art. Matteo Berti: A truly-born-in-Prato reporter In times of high-speed Frecciarossa and Italo trains and ultra-modern train stations the distance between Prato and Rome is not the same of before, since it takes just two hours –connecting trains

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in Florence permitting- to reach Mercatale square for an ice cream after a stroll in via Condotti. But for those with a sharp eye, used to look at hints, details and signals that can be turned into a news story, the 300 kilometers that separate the capital of Italy from their native city are not a worry, not even a reason to break the ties with the past. So for Matteo Berti, journalist at the TG5 news programs and reporter for the intricate world of politics, what happens in Prato is known almost as a tweet by Matteo Renzi or as the announcement of the umpteenth hunger strike of Marco Pannella. An alertness that is part of his DNA, a genetic characteristic inherited by his father Riccardo which has then become his job and reason of life as well. How do you see Prato from your “privileged position” in Rome? For many reasons, the news of national level concerning Prato have recently increased, and it is therefore easy to be informed about what happens in my city. I have been living in Rome for four years, but I had already left Prato when I used to work in Florence. Anyway, I still come back home once a month to see my family and my friends, so I still have a strong relationship with Prato. And what impression does it

make to you when you are there? It is very different from when I used to live there, and in a constant change, for better or for worse; anytime I am there it looks different to me. If it is much better form an architectural and cultural point of view, for example thanks to the new Piazza delle Carceri and Pretorio Palace, from a social point of view it is not that lively, and when I go out with my friends for a drink or something, we always go to Florence. It’s a pity, because Prato is a beautiful city with a lot of potentialities that still remain to be fully explored.

28 Prato and cinema Many of the films shot in Prato have rightfully become part of the personal film culture of every selfrespecting Pratese; it’s enough just to think about the irony of Roberto Benigni or Francesco Nuti to enjoy the Tuscan-style sense of comedy that has always distinguished us. But Prato is still today a naturally perfect film set that attracts Italian as well as international


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productions. The movies that have been filmed in the city are many; here are the ten films that all of us should absolutely know. From 1977, there is “Berlinguer, I love you”, directed by Giuseppe Bertolucci and starring Roberto Benigni: the film was shot in just 28 days in the municipality of Prato, including various areas such as Vergaio (Benigni’s hometown), the “Case del Popolo” in Galciana and San Piero a Ponti (in the province of Florence), Mezzana, Baciacavallo, Santa Lucia and Iolo. “Madonna che silenzio c’è stasera” is the first film directed by and starring Francesco Nuti, here in the role of the protagonist in search of work in the textile district of Prato. After more than thirty years, the film, now almost impossible to find, has been restored and published for the first time in DVD and Blu-ray formats, and was again a great success at the screenings organized for its launch. “My Friends Act III”, directed by Nanni Loy, is the third film in the series which began with “My Friends” and continued with “My Friends Act II”, both directed by Mario Monicelli. The film chronicles the adventures and antics of four friends - Count Mascetti, played by Ugo Tognazzi, the retired architect Melandri (Gastone Moschin), the bartender Necchi (Duilio del Prete) and the surgeon Sassaroli (Adolfo Celi).

Emilio Isgrò tells about his project for Prato Emilio Isgrò comes back to Prato after the great retrospective exhibition held at the Luigi Pecci Centre for Contemporary Art in 2008, with his last project Cursed Tuscans, Blessed Italians. Beside being a homage of the Sicilian artist to Curzio Malaparte, the 20th-Century Tuscan writer par excellence, this project is also a threestage deletion especially conceived for Prato, held in different places of the city. The Pretorio Palace will be the location for the exhibition Ritratti Incancellabili curated by Stefano Pezzato, focusing on eleven famous Tuscan personalities whose works reveal the typical characteristics of deletion: Dante, Giotto, Datini, Lorenzo il Magnifico, Savonarola, Machiavelli, Leonardo, Michelangelo, Galileo, Puccini e Malaparte. The exhibition will last until the 20th of July 2014. IN occasion of the exhibition, the portraits by Datini and Malaparte will become property of the city of Prato. Inside the historic seat of the Luigi Pecci Centre, there

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will be a continuous cycle screening of the art video Le api di Lipari (Lipari’s bees). The video shows a swarm of hysterical and shining bees devouring pages and pages of Malaparte’s works. The last chapter of a research work focused on the development of the eternal relationship between images and words and aimed at letting Prato show up –in a video- a sign of positivism through the image of the bees skillfully trained by Isgrò. Finally, Emilio Isgrò has played –just once at the Metastasio- the role of Malaparte in a new performance in verse written by the artist himself and entitled La Pelle Scorticata (Scraped Skin), directed by Massimo Luconi. Pratoreview has met him during these days in Prato. This summer’s not-to-miss music festivals throughout Tuscany Forget about a lazy and dull summer and pack your bags for travelling in musical time. We’ve prepared a brief guide to this summer’s festivals you absolutely must not miss. Starting in Prato, with the new edition of Prato Estate 2014 (see our entertainment program for full details), where in the heart of our city there will be numerous opportunities for summer evenings filled with music, art, cinema, and theatre. Piazza Duomo, Palazzo Pretorio, the

38 Lazzerini Library, Palazzo Datini, and Castello dell’Imperatore will be the main picturesque settings of more than 150 events. Next we move a few kilometres down the road to Tuscany’s number one festival for lovers of rock music, Pistoia Blues, from July 10 to 17. In Florence we have two festivals to highlight: the first in the beautiful courtyard of the Bargello Museum, titled Estate al Bargello, a mix of music, theatre, and dance on until September 2014 (www.estatealbargello.it); and the second, which takes place in the scenic Roman theatre of Fiesole, is the 67th edition of l’Estate Fiesolana, starting June 16. Next we head towards Lucca, to the striking Piazza Napoleone for a new edition of the Lucca Summer Festival. With a dramatic shift of genres we arrive at Torre del Lago for the Festival Puccini, taking place from July 25 to August 30, one of the most important festivals in Italy, now in its 60th edition. For classical and lyrical music lovers, we recommend the performances on the evenings of July 20 with a recital by Andrea Bocelli,


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and July 22, with a concert by Ennio Morricone at the Teatro del Silenzio in the province of Pisa. inclination of the city to contemporary art For three days -from the 16th to the 18th of MayPrato has become similar to Berlin –an open-air gallery of street art- or Venice, with big installations that were part of the city’s structure. It acquired an European old world charm, all the energies coming together in the great contemporary art museum that Prato is actually rediscovering; where art stopped to be identified in painting or sculpture or video art only: it became a melting pot as well, becoming influenced by music, theatre and literature.

50 This all happened thanks to Prato Contemporanea, the art of our times in the city’s historic sites: this initiative -promoted and organized by the Municipality of Prato in collaboration with the Luigi Pecci Centre, the Museo Casa Francesco Datini, the Museum of

like those on which it is so lovely to stroll down under the sun of Tuscany, the magnificent Medici villas of Poggio a Caiano and Artimino, also called Ambra and La Ferdinanda -as well as the other ten Medicean villas located in the ancient territories of the grand duchy of Tuscany and the starts in the Macrolotto grandiose gardens of Boboli industrial area, where we and Pratolino- have become have met Roberto Morganti UNESCO World Heritage of the Roberto Morganti Ltd. sites. The two Villas in the Like many other companies, province of Prato have the Roberto Morganti has been given a careful and subscribed to the “Cardato concerned attention in the Regenerated Co2 Neutral” last decades to the point Prato and wool, brand owned by the Chamber that also the Opificio delle an indissoluble of Commerce of Prato to Pietre Dure (Factory of Hard union. Witnessed contribute to the absorption Stones) of Florence has by three strong of polluting agents while recognized the importance of and courageous granting at the same time the sculptural complex in the companies for the use of regenerated garden of the Villa of Poggio “If it is difficult to be Italian, raw materials. And let’s a Caiano, thus contributing it is even more difficult to be start now to Montemurlo to save it from the oblivion Tuscan: more difficult than to tell the upstream story which has been covering it for those who live in Abruzzo, of 52-year-old Edoardo for a long time. Lombardy, Rome, Piedmont, Mariotti. A 22-year experience On the day of the UNESCO’s Naples, France, Germany, in a representative office acknowledgment of the sites, Spain or Great Britain. specialized in wool and people have been informed And not simply because we cashmere trade with about unknown places and Tuscans are better or worse customers from all over the little secrets concerning than other peoples, whether world as well as 6 years of these villas, which were Italian or not, but because experience with “cloths” of built respectively by will of –thank God- we are different pure cashmere. And still in Lorenzo il Magnifico (who from any other nation Montemurlo, the story of had wanted, beside the because of that something Fabio Bartolini of the Bartolini rich agricultural estate of that belongs to our nature ”. Lane Ltd, who concludes: the Cascine di Tavola, also This is what Curzio Malaparte “this city is my life, and my an appropriate villa for wrote in “Those Cursed job is my passion, as well, a relaxation and intellectual Tuscans”: and what if that passion of turning “scraps” rest) under a project ‘something’ had been cloths? into gold ” by admirable architect We are now going to tell you Giuliano da Sangallo and about three realities in Prato Medici’s villas: for the hunting passion of sharing the same recycling Poggio a Caiano and Ferdinando I (who used to process of raw materials Artimino to hunt with a large number that made this city famous On a sunny day of May, of court attendants on the many years ago. Our journey Pretorio Palace, the Textile Museum, the Lazzarini Library and the Metastasio Theatre- celebrated the city’s inclination to contemporary art, in occasion of the next opening of the new exhibition wing of the Pecci Centre, designed by the Nio Architecten office of Rotterdam and developed by the Municipality of Prato with the support of the Tuscan Region. The initiative has lasted more than three days, which have been “the heart of the event” in fact.

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64 slopes of Mount Albano) who also asked the old yet still skillful Bernardo Buontalenti to built a villa that would host them all. The history of these two villas is also the history of some family and an entire nation, of the Medici, the Lorena and the Savoy families till the present time.. and, once again, Prato plays a central role.

Ardengo Soffici, Poggio a Caiano’s “foster child” The Tuscan landscape is undoubtedly one of the most beautiful landscapes in the world, and one of the artists who looked at it, managing to represent every lyrical aspect of it, was without any doubt Ardengo Soffici (18781964), who, after various stays in Paris and the hard experience of the Great War, moved from his native Rignano sull’Arno to Poggio a Caiano in 1907. Half a century after his death, this town with the remarkable Medici Villa pays a tribute to its “foster child” with Ardengo Soffici. Days of Landscape, an in-

depth exhibition exploring the deep relationship that bound him to the Tuscan territory, at first through the avant-garde experience and immediately afterwards through the “return to order”. The exhibition brings together works produced over a period of 60 years (from 1903 to 1963), from his young years to his maturity, focusing above all on the paintings produced between 1920 and 1963, in which it is possible to see that “return to order” that characterized Soffici’s phase of maturity, in which also the Versilia clearly found a place (Sulla via della Querceta, Vento sul mare, etc..). The Soffici Museum is located inside the Scuderie Medicee, which have been restored by architect Franco Purini. Built in 2009 thanks to the collaboration between the Municipality of Poggio a Caiano and the Province of Prato, with the financial support of the European Community, the museum maps out –through paintings, documents, magazines, letters and manuscripts- the main stages in Soffici’s life

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and artistic career. Any information on times and tickets at www. museoardengosoffici.it The wines of Carmignano It is the smallest DOCG zones of production in Italy and the oldest in the world as well. Where wines of the highest quality are being produced: the Carmignano Docg, the Barco Reale Doc, the Vin Ruspo, the Rosato di Carmignano Doc. A really precious territory that is currently associated with an unprecedented renaissance in winemaking. WINES. Here some estates belonging to the Consortium for the Protection of the Wines of Carmignano you should visit –on reservationto taste the wines and the Vin Santo di Carmignano Doc and Docg: Tenuta di Capezzana, Fattoria Ambra, Azienda Agricola Pratesi, Castelvecchio, Colline San Biagio, Fattoria di Artimino, La Borriana, Le Farnete, Piaggia, Podere Allocco, Podere Il Sassolo. PRODUCTS. The dried figs of Carmignano Dop –a Slow Food Presidium- and the (exquisite) Extra Virgin Olive Oil sold in every food shop of the area. Extra virgin olive oil. The honey produced by the Società Agricola Frigionaia (ph. +39 347 2282947). The vegetables in oil, the sausages and honey made by the Tenuta Le Farnete (ph. 055 8719585). The cookies Amaretti Di’ Fochi

(ph. 055 8712033). I Amari Sisters’ biscuits (ph. 055 8719677). WHERE TO EAT. Artimino: Biagio Pignatta in what once had been the home of the farmer of the Medici family, it is also possible to eat outdoor (ph. 055 8751406); Bottega Peruzzi a historic place in the city centre, exquisite snacks served at the outdoor tables (ph. 055 8718322); Da Delfina, A restaurant that is very loved by people in

70 Prato and outside it, with a wonderful terrace (ph. 055 8718074); La cantina del Redi built out of the ancient cellars in Artimino, with an outdoor area available during Summer months (ph. 055 8718083). Bacchereto: Cantina di Toja, a restaurant in what had once been the home of Leonardo da Vinci’s Grandmother (ph. 055 8717135). Carmignano: Su pe’ i’ canto, traditional coking in the main square of the town (ph. 055 8712490); Barco Reale, in the same square; simple, traditional disse and only wines made in Carmignano.



n.22 - estate 2014 Trimestrale di cultura, economia e moda spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, lettera b - legge 662/96 - filiale di Firenze - contiene IP - euro 4,00 free copy

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