Pratoreview n.32

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review

prato n. 32 inverno 2017

Shopping in cittĂ

Giorgio Lupano Protagonista della stagione teatrale del Politeama

Giulia Mazzoni

Un nuovo disco e la collaborazione con Michael Nyman

Nuovi network

Contemporaneo condiviso e i progetti di riscoperta dell’archeologia industriale

Caldo siderale

Winter 2016/2017

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prato

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11 spettacolo 15 mostre 19 libri

20 lo sguardo dalle stelle 23 editoriale 24 Shopping Non il solito regalo di Virginia Mammoli foto Pasquale Paradiso

30 intervista Giorgio Lupano racconta il lavoro incredibile per il nuovo spettacolo di Teresa Favi

34 intervista Incontro con la pianista e compositrice pratese Giulia Mazzoni di Teresa Favi

38 musica Lo spazio di Mesotonica, un’oasi d’armonia nel centro storico di Mila Montagni

40 Prato Contemporanea Dal network di artisti di . Con ai progetti di riscoperta dell’archeologia industriale testo e foto Carlotta Nucci

46 red moda Caldo siderale di Tersa Favi

55 Segni particolari Edoardo Marzocchi di Sabrina Bozzoni


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57 Segni particolari Ronni Bellucci di Sabrina Bozzoni

58 tessile Tessuti in vetrina di Maria Lardara

60 università Dopo Monash e New Haven, è prossimo lo sbarco della Wenzhou University di Maria Lardara

62 territorio Un nuovo parco d’arte e natura dove sorgeva il vecchio ospedale di Francesca Lombardi

64 ristorantI I fratelli Corti e la passione di una vita di Mila Montagni

66 territorio La nuova vita del Monastero di San Leonardo di Elisa Signorini

68 sport Presente e futuro del nuovo stadio di atletica Made in Prato di Elisa Signorini

74 Shot on site Pratoreview n.31 76 Prato tips 79 English version 82 oroscopo


prato

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Direttore responsabile

Matteo Parigi Bini

moda

Teresa Favi, Francesca Lombardi redazione

Sabrina Bozzoni, Matteo Grazzini, Maria Lardara Virginia Mammoli, Mila Montagni, Elisa Signorini contributors

Claudio Cannistrà, Guido Parigi Bini, Fotografi

Gianni Attalmi,Ilaria Costanzo, Dario Garofalo, Lineashow, Costanza Nucci, New Press Photo, Pasquale Paradiso, Franco Oberto (cover) grafica

Martina Alessi, Chiara Bini Traduzioni

Tessa Conticelli, NTL Direttore Commerciale

Alex Vittorio Lana Pubblicità

Gianni Consorti, Alessandra Nardelli società editrice

Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italia tel +39.0574.730203 - fax +39.0574.730204 redazione@gruppoeditoriale.com Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP Carta

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agenda spettacolo

Gabriele Cassone Lato

DICEMBRE Al Teatro Politeama Pratese Il dolce dicembre si apre in bellezza con le Voci Umane della Camerata Strumentale Città di Prato e Gabriele Cassone, tromba solista e direttore, il 1° dicembre. Un concerto per far conoscere le più illustri pagine del repertorio classico per tromba, a cominciare dal brillante concerto doppio di Vivaldi e culminante nei due grandi concerti che Haydn e Hummel consacrarono allo strumento di cui Gabriele Cassone è l’indiscusso caposcuola internazionale. Dal 1° al 4 tappa al Metastasio per uno spettacolo da non perdere dove due artisti internazionali come Virgilio Sieni, coreografo e direttore della Biennale Danza di Venezia, e Eivind Aarset, grande chitarrista dalle collaborazioni eccelse, danno vita a Isolotto,

In alto: Luigi Piovano Palazzo Pretorio

una creazione che esplora le infinite diramazioni del corpo scrutando tutte le fasi di crescita e i tratti della vita dell’uomo. Ancora grande teatro al Teatro Magnolfi, dove dal 1° al 4 del mese, va in scena Souper. Artista e regista di grande talento e intelligenza, Fausto Paravidino porta in scena una pièce pungente che denuncia il decadimento della società. Al Politeama, parola d’ordine: Musical! Sabato 10 e domenica 11, la Compagnia della Rancia presenta in prima Toscana il musical Sister Act, con la regia di Saverio Marconi. Tratto dall’omonimo film del 1992, lo spettacolo della Rancia presenta la madrilena Belia Martin nel ruolo di Deloris, la “svitata in abito da suora” interpretata sul grande schermo da Whoopi Goldberg e l’attore

e conduttore televisivo Pino Strabioli nei panni di Monsignor 0’Hara. Special guest, Suor Cristina, la religiosa siciliana lanciata da The Voice. Sullo stesso palco, il 15 dicembre, Jonathan Webb, il direttore musicale della Camerata Strumentale, propone il Trittico botticelliano, traduzione musicale di tre capolavori del pittore fiorentino che oggi sono fra i tesori più preziosi che la Galleria degli Uffizi custodisce: La Primavera, La nascita di Venere e l’Adorazione dei Magi. Come poteva mancare? Il 31 dicembre al Teatro Politeama Pratese arriva il Concerto di San Silvestro della Camerata Strumentale: Fuochi d’Artificio! con Luigi Piovano, primo violoncello solista di Santa Cecilia. GENNAIO Anno nuovo, vita nuova. Per

In basso: Sister Act

inaugurare questo 2017 primo step al Teatro Metastasio. Dal 5 all’8 del mese, uno dei registi più in vista della generazione under 50, Antonio Latella, reinterpreta un classico di Eduardo De Filippo come Natale in Casa Cupiello e realizza uno spettacolo di possente simbologia, ad alta densità di suggestioni, in un clima di generale pessimismo e di furore senza tregua che punta a far risaltare le componenti aspre, “nere”, crudeli del grande autore napoletano. Al Teatro Fabbricone dal 12 al 15, lo sguardo visionario di Anagoor, uno dei gruppi dalla vocazione sperimentale e performativa emersi negli scorsi decenni, presenta la sua creazione sul II e VI Canto dell’Eneide di Publio Virgilio Marone, Virgilio Brucia, un lavoro di scavo nella biografia del poeta romano che tratteg-


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agenda spettacolo

Giovanni Sollima

gia la sua ribellione silente al potere dell’imperatore Ottaviano Augusto. Sabato 14 e domenica 15, con lo spettacolo Un’ora di tranquillità, diretto e interpretato da Massimo Ghini, che ha deciso di misurarsi con la travolgente comicità di un testo, mai rappresentato in Italia, scritto da Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturgi francesi di oggi. Sul palco in questa commedia corale, Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro, Alessandro Giuggioli, Gea Lionello, Galatea Ranzi e Luca Scapparone. Una coppia artistica collaudata come quella composta da Alessandro Baricco e dal regista Gabriele Vacis affronta il rapporto tra generazioni e il tema della morte portando in scena Smith & Vesson, la strana storia di una coppia di truffatori falliti e sgangherati: al Teatro Metastasio dal 19

In alto: MDLSX Palazzo Pretorioby Motus

al 22. Arriviamo a uno degli appuntamenti più attesi dell’inverno in città: dal 23 gennaio al 20 febbraio 2017, protagonista la XXII edizione della rassegna METJAZZ, organizzata dal Teatro Metastasio: un ricco cartellone di concerti, conferenze e presentazioni intorno al jazz internazionale. Il 26 gennaio al Politeama, la Camerata ospita il geniale violoncellista Giovanni Sollima, compositore fra i più amati e apprezzati del nostro tempo. Al Teatro Fabbricone, dal 26 al 29 gennaio, diretta da Cristina Pezzoli, la riduzione teatrale del romanzo di Gabriel Garcia Marquez Amore ai tempi del colera scopre un’inedita e “scanzonata” Laura Marinoni in veste di “cantattrice”. Sempre a gennaio, sabato 28 e domenica 29, la Compagnia Il Teatro di Tato Russo presenta Gran Cafè Chantant:

una serie infinita di traversie e avventure tutte da ridere, al Politeama Pratese. FEBBRAIO Dal 7 al 12, dopo il debutto a Losanna, il passaggio a Romaeuropa e al Festival D’automne all’Odeon di Parigi, arriva al Fabbricone di Prato la nuova creazione del duo romano Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, Il cielo non è un fondale. In prima nazionale al Politeama, sabato 11 e domenica 12, arriva lo spettacolo Revival, di e con Sandro Querci. Un viaggio nella musica, che partirà dall’operetta, passerà per gli anni Trenta e arriverà sino ai giorni nostri, anzi, anche a quelli di domani. Accanto a Querci sul palco, Serena Carradori, Francesca Nerozzi e Elena Talenti. Dal 16 al 19 al Teatro Metastasio, Roberto Valerio rilegge un grande classico di fine Ot-

In basso: Massimo Ghini

tocento, Casa di Bambola di Henrik Ibsen, con la complicità di Valentina Sperlì e Danilo Nigrelli. In coproduzione con Metastasio Jazz, il 23 febbraio al Politeama: Francesco Cafiso 6tet e Camerata strumentale Città di Prato in La Banda, con il giovane astro del sax Francesco Cafiso, e il suo formidabile quintetto e la direzione di Valter Salviotti, il protagonista del nuovo ponte gettato fra la tradizione sinfonica e l’arte del jazz. Ancora Fabbricone, dal 23 al 26, per un lavoro acclamato da pubblico e critica: MDLSX, ultimo spettacolo dei Motus dedicato al tema del gender e dell’intersessualità. Il nostro vademecum si conclude al Politeama, il 25 e il 26, dove la Compagnia Italiana di Operette presenta Al cavallino bianco. Un intreccio di amori e passioni con le celeberrime musiche di Benatzky.


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Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci

In alto: Biblioteca Lazzerini

CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI La mostra che ha inaugurato il nuovo Centro Pecci dopo l’ampliamento firmato dall’architetto Maurice Nio, è La fine del mondo. Fino al 19 marzo 2017, esposte le opere di più di 50 artiste e artisti internazionali, con un allestimento che si estende sull’intera superficie espositiva del museo (oltre 3000 metri quadrati). Durante il percorso il pubblico sperimenta la sensazione di vedersi proiettato a qualche migliaio di anni luce di distanza, per rivedere il mondo di oggi come se fosse lontano ere geologiche dal tempo presente, con la sensazione di essere sospesi in un limbo tra un passato ormai lontanissimo e un futuro ancora distante. Tra le opere, Head On, l’instal-

CCCP, Litfiba e Diaframma, 25 gennaio Elettronica, dalla ricerca al mainstream: dai Kraftwerk a Jeff Mills, 1° febbraio L’utopia pop-rock tra ‘60 e ‘80: David Bowie, Lou Reed, Iggy Pop e Brian Eno, 8 febbraio Comporre per il cinema: Lavagnino, Rota, Morricone, 15 febbraio Viaggio nel capolavoro: Summertime di Sidney Bechet e 22 febbraio Indie, dalle etichette indipendenti all’autoproduzione. Sempre a partire da gennaio, ma fino ad aprile, si tengono gli incontri di Arte dal dopoguerra ad oggi, con lezioni su Warhol, Christo, Mario Merz, Sol LeWitt, Marina Abramovic, Keith Haring, Gerhard Richter, Cindy Sherman, Félix González, Damien Hirst, Maurizio Cattelan, Cai Guo-Qiang e Thomas Hirschhorn. Da marzo ad aprile, infine, si terrà la

lazione di Cai Guo-Qiang, presentata per la prima volta a Berlino: un muro di vetro, alto quanto il muro tristemente celebre caduto nel 1989, con 99 lupi che si rincorrono, vanno a sbattere contro la parete, cadono, e poi si alzano ricominciando il giro. Un vortice che simboleggia la turbata esistenza umana. Interessanti anche i corsi organizzati dal Centro. 5 e 12 dicembre, gli ultimi due incontri di Arte Le avanguardie: il primo dedicato a Dalì e il surrealismo, mentre il secondo a Pollock e l’Action Painting. Il 7 dicembre, per la serie Cinema dalle origini al contemporaneo, l’incontro Il cinema della Post-Modernità: da Lynch a Tarantino. Da gennaio a febbraio, Musica dal jazz all’elettronica: 18 gennaio New wave, dalle origini alla scena italiana:

In basso: Museo del Tessuto

serie Teatro da inizio Novecento al contemporaneo. MUSEO DEL TESSUTO Fino al 19 febbraio 2017 Tra arte e moda. Nostalgia del futuro nei tessuti d’artista del dopoguerra. La mostra fa parte nel progetto espositivo ideato dal Museo Salvatore Ferragamo di Firenze e racconta della favorevole congiuntura che si crea in Italia negli anni Cinquanta tra arte, moda e design tessile grazie al contributo artistico di alcuni famosi autori italiani come Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Gio Ponti, Franco Gentilini, Bruno Munari, Giò Pomodoro. Fino al 29 gennaio 2017, Il Giardino delle delizie, la prima mostra personale in Italia della feltmaker Marjolein Dallinga. Quattordici grandi opere in feltro, ispirate all’omonimo dipinto di Hieronymus Bosch,


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16 agenda arte

In alto: Lato

In basso: Officina Giovani

in un percorso magico che le armonizza coi tessuti e i macchinari antichi del Museo. Fantasiose istallazioni che assumono forme di creature surreali morbide e allungate, sospese oppure alla ricerca della terra, cariche di colori cangianti dalle infinite sfumature che richiamano i fenomeni naturali. Originaria dell’Olanda, attualmente residente in Canada, Marjolein Dallinga ha avviato le sue prime esperienze artistiche dedicandosi al disegno e alla pittura. Successivamente si è interessata all’infeltrimento della lana, tecnica che, per possibilità creative e plastiche, si armonizza appieno con la sua sensibilità per il colore e per le forme. Le opere presentate al Museo del Tessuto sono espressione del subconscio dell’artista e rispecchiano la fascinazione per il mondo naturale.

LATO Dall’8 dicembre all’8 gennaio 2017, la galleria LATO ospita una selezione delle opere di Slideluck Prato, una open call a livello nazionale e internazionale di progetti fotografici montati all’interno di uno slideshow continuo, a formare un multimedia proiettabile sul tema Mapping, declinato in tre ambiti di ricerca: documentazione del territorio, fenomeni sociali e identità personale. Una mostra organizzata lo scorso ottobre dall’Associazione Sedici nella zona del Macrolotto 0, da cui sono stati scelti: Parco, il lavoro di Synap(See) che parla della stratificazione geografia di alcuni parchi italiani; Homeland del lettone Georgs Avetisjans, ovvero l’indagine nostalgica di un villaggio della Lettonia e dei suoi cambiamenti sociali, po-

Museo Tessuto Palazzodel Pretorio

litici, economici; infine, The Edges of Us di Hana Sackler, una mappa intima e a tratti perturbante delle relazioni personali all’interno delle dinamiche di una famiglia. BIBLIOTECA LAZZERINI La mostra I volti di Prato (#ivoltidiprato), in programma fino al 12 dicembre, presenta le fotografie selezionate nell’ambito di un concorso lanciato sul social network Instagram dalle associazioni Divisore 70 e Instagramers Prato. Delle oltre 1500 immagini scattate nell’estate del 2016, le cento foto scelte per l’esposizione mostrano uno spaccato variegato e contemporaneo della città. I monumenti, i paesaggi, i volti della gente comune e di alcune personalità. Il tutto in un amalgama di colori e sfumature che ricordano Prato ai cittadini e la raccontano

fedelmente a chi arriva da fuori. OFFICINA GIOVANI Una mostra realizzata in collaborazione con il Centro Pecci e aperta fino all’11 dicembre: TU35/2016. Guardare il mondo di oggi e immaginare quello di domani. 10 opere selezionate tra i 133 giovani artisti, chiamati a interpretare i temi proposti dalla mostra inaugurale del Centro Pecci, con l’intenzione di stimolare una presa di coscienza della condizione di incertezza in cui versa il nostro mondo e una riflessione sugli scenari che ci circondano, sul futuro che potremmo immaginare. Gli artisti sono: Paolo Ciregia, Arbër Elezi, Roberto Fassone, Irene Lupi, Gabriele Mauro, Mona Mohagheghi, Maria Montesi, Antonio Theo Pini, Namsal Siedlecki e Virginia Zanetti.


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AGENDA Libri

Si ringrazia per la gentile collaborazione La Feltrinelli Librerie Prato – via Garibaldi 92/94 a, Prato FUGA VERSO LA MORTE MARCO VICHI Un uomo corre nella notte, inseguito da qualcuno. Sa di non avere nessuno scampo, e se deve morire vuole che avvenga nella piazza più violenta del mondo: Piazza della Signoria, dove tra monumenti e storia passata sono sgorgati fiumi di sangue e si è consumata molta violenza, dal ratto delle Sabine alla vendetta di Lorenzo per la congiura dei Pazzi, dalla testa di Medusa appena mozzata da Perseo al rogo di Savonarola. Finché all’alba vede avvicinarsi un’ombra...È questo il nuovo libro di Marco Vichi, della collana Narrare Humanum Est diretta dall’autore con il critico Sergio Risaliti. Il libro, come la collana, trovano la loro genesi che la narrativa può attraversare qualsiasi cosa, anche luoghi storici e monumenti.

DOLENTE FIORE D’ESTASI GABRIELE LASTRUCCI L’essere nella sua essenza non è: brucia, divora, sogna,/ impazzisce, soffre, ama, muore… Sii grande come un respiro./ Continua la ricerca linguistica di Lastrucci. Una lingua fatta di segni che si metamorfizzano e si rovesciano in un affannato inseguirsi di significanti. È proprio all’interno di questa ricerca che si sviluppa un nuovo linguaggio della poesia, oltre lo steccato della tradizione e dello stesso sperimentalismo.

TRADIMENTI 15 storie under 20 A cura di GIANNI CONTI “Tradimenti” è il tema dell’edizione 2016 del premio letterario Arte di Parole, e sulle numerose sfaccettature del termine hanno riflettuto gli studenti delle scuole superiori di tutta Italia. L’ambiguità e la poliedricità dell’argomento hanno stimolato la fantasia dei giovani autori che hanno esplorato il tema da vari risvolti mettendolo sempre in relazione alla propria intimità. Il risultato è una panoramica originale di sensibilità e gusti che spesso stupisce per la qualità letteraria di questi primi passi d’autore.I 15 migliori racconti sono pubblicati in questo libro, curato dall’ideatore del concorso Gianni Conti.

IL RUMORE DELLA PIOGGIA GIGI PAOLI Gigi Paoli inaugura un nuovo personaggio seriale: un giornalista fiorentino di cronaca giudiziaria spiritoso, brillante e disincantato. Carlo Alberto Marchi è in auto quando apprende una notizia davvero ghiotta per un cronista di giudiziaria a corto di esclusive: all’alba, in un antico palazzo di via Maggio, viene trovato morto con ventitré coltellate l’anziano commesso del negozio di antichità religiose più rinomato di Firenze. Un caso molto interessante anche perché il palazzo è di proprietà della Curia e sopra al negozio ha sede l’Economato: c’è tutto un mondo che ruota intorno al delitto di via Maggio e le ipotesi che si affacciano sono sempre più inquietanti.


20 Lo sguardo dalle stelle

I moti di plutone e nettuno Mito, astrologia e la lingua della scienza di Claudio Cannistrà L’Astrologia non ha risposte assolute da offrire, ma, in occasione di catastrofi naturali di questa portata, uno sguardo al significato simbolico e antico di un tale avvenimento può aiutarci a comprendere

Nella foto a destra un’allegoria dei terremoti di Peter Paul Rubens, Il rapimento di Proserpina,1636-1638, olio, Museo del Prado, Madrid

Quando si sente il boato che accompagna un terremoto, qualcosa di “vivo” e “invisibile” sembra agitarsi nel sottosuolo, mentre un’energia sconosciuta e potente si manifesta in maniera improvvisa e violenta. Per gli antichi si trattava delle manifestazioni tipiche degli Dei planetari, in particolare di Nettuno e di Plutone, che dalle profondità in cui erano relegati, tornavano a scuotere la superficie del pianeta e a ricordare a noi, esseri abituati a considerare Madre Natura un “oggetto” e le potenze ultraterrene “superstizione”, che nella vita umana esistono la fragilità, il destino, l’imponderabile. L’Astrologia non ha risposte assolute da offrire, ma, in occasione di catastrofi naturali di questa portata, uno sguardo al significato simbolico e antico di un tale avvenimento può aiutarci a comprendere. IL LINGUAGGIO DEL MITO Secondo il mito, i due fratelli, Poseidone/Nettuno e Ade/Plutone, ebbero nella divisione dell’universo il dominio su due immensi imperi: il primo quello degli oceani, il secondo quello delle tenebre e delle profondità sotterranee. Da qui nascono infinite analogie con i

movimenti tellurici e dei fondali che Poseidone e Ade provocavano, quando erano adirati. Entrambi erano Dei selvaggi e brutali ai quali gli antichi offrivano sacrifici importanti tutte le volte che si avventuravano per mare e nel sottosuolo. L’ira di Nettuno sconvolge e sommerge la Terra come uno tsunami: il Dio scatena il terremoto, scuotendo la terra dalle profondità con un solo battito del suo tridente. Non diversamente, anche l’incontro con Plutone è sgradevole, forse di più: le poche volte in cui questo Dio sale in superficie e si manifesta, la sua azione è sempre violenta. Uno dei miti più famosi ce lo dipinge mentre rapisce e stupra Persefone, la figlia di Cerere, Dea della Natura, per farne la sua regina nell’oscuro oltretomba. Ora, quale altra immagine è più calzante per un terremoto che non lo stupro della Natura, per degli esseri, come noi, che di quella Natura si cibano e grazie a lei vivono? Le allegorie parlano e Plutone viene indicato come colui che agisce all’improvviso, che porta shock e scompiglio nell’animo, il mostro che distrugge ogni cosa, apparendo con un


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Lo sguardo dalle stelle

boato dalle profondità del mondo infero. Appunto, identifica il trauma dei tanti terremotati che vedono in una manciata di secondi crollare la casa e disgregarsi le comunità di appartenenza. Spesso il linguaggio collettivo riflette i simboli che vivono dentro di noi in maniera inconsapevole. Non a caso, le singole persone che hanno subito questo terribile evento si sono espresse utilizzando il linguaggio del mito: “Un boato che sconquassa la terra dal profondo”; “É una ferita penetrante”; “Il mostro va sconfitto”; “Dobbiamo distruggere tutto, per ricostruire ogni cosa, come prima e meglio di prima”. Si tratta di frasi di chiara impronta plutoniana raccolte ascoltando i report dei mass-media e che sono ancora una volta la conferma che il Mito lavora all’interno della nostra psiche e che noi, di fronte all’imponderabile sconosciuto, siamo esattamente ciò che eravamo duemila, quattromila anni fa, vivendo le stesse emozioni dei nostri predecessori.

Verificare le posizioni dei pianeti lenti può dare ragione dello sciame di terremoti che ha dilaniato la spina dorsale della penisola italiana. È significativo, poi, che Plutone stia sostando sui gradi centrali del Capricorno da quasi un anno. In questo segno l’analogia con l’ambiente montuoso ha portato il pianeta ad esprimere le sue energie lungo l’Appennino ed i terremoti per il momento non hanno interessato zone marittime. Tuttavia, astrologicamente parlando, la genesi di un terremoto sta a monte, in eventi celesti universali, che identificano tempi più lunghi, come gli Ingressi, ovvero le carte costruite per il momento degli Equinozi e dei Solstizi, le Eclissi o le Fasi Lunari (Luna Nuova o Luna Piena); tutti momenti che anticipano e innescano il fenomeno. La Luna, in quanto pianeta veloce, funziona come ultimo anello della catena, occupando sempre al momento della scossa distruttrice una posizione chiave, ovvero simbolicamente significativa. Come un interruttore, il nostro satel-

lite attiva improvvisamente una configurazione di pianeti lenti presenti in cielo da molto tempo. Nel nostro caso è singolare accorgersi come l’ultima scossa di terremoto, quella del 30 ottobre 2016, sia avvenuta in contemporanea con la Lunazione (verificatasi lo stesso giorno, a 8° gradi dello Scorpione). Nella carta astrale del sisma, la Luna era da poco entrata in Scorpione, ricordando che questo è il segno, dove il pianeta Plutone riesce ad esprimere il massimo della sua potenza. Il settore rimane aperto per tutti i ricercatori che desiderano investigarlo! Claudio Cannistrà fa parte della “Bottega dell’Astrologo”, associazione pratese di recente costituzione, che ha come obiettivo di contribuire allo sviluppo di una nuova comprensione della realtà visibile grazie all’interpretazione delle simbologie celesti e che organizza corsi ed attività culturali. Per informazioni: canniclau@libero.it labottegadellastrologo@gmail.com



23 Editoriale

Per intenditori

Un numero che strizza l’occhio al Natale, ma vi racconta una Prato inedita e di ricerca. Con punte di eccellenza Siamo arrivati un po’ in anticipo per questo nuovo numero, e lo abbiamo preparato quando l’aria di Natale cominciava a farsi frizzante. Per questo forse la nostra apertura in città è un itinerario di regali di ricerca, idee da sfruttare non solo a Natale ma in ogni momento dell’anno. Il cuore della rivista sono per questo numero la musica e il teatro: d’inverno sono, con il cinema, i modi più piacevoli per trascorrere le serate. In copertina il sorriso di Giorgio Lupano, che abbiamo imparato ad amare in televisione e che ritroveremo sul palco del Politeama con Figli di un dio minore, nei panni di quello che al cinema furono di un giovane e bellissimo William Hurt. La colonna sonora del nostro inverno è per intenditori… e al femminile: Giulia Mazzoni, compositrice e pianista, ha appena firmato il suo ultimo disco Room 2041, prodotto da un gigante come la Sony Music. Nel nuovo progetto discografico, c’è anche la partecipazione di Michael Nyman, che ha riarrangiato per due pianoforti ed eseguito con lei una nuova versione di un brano di una delle

sue colonne sonore: The Departure (da Gattaca, 1997). E poi, sempre in tema musica, abbiamo raccontato lo spazio che non t’aspetti, affacciato su via Muzzi con una vetrina che è un richiamo quasi da sirene, grazie alla musica che s’avverte lungo la strada e agli strumenti caldi di legno e lucidi d’ottone che s’intravedono dietro il pubblico intento all’ascolto. Lo spazio si chiama Mesotonica (il nome è quello di un’accordatura antica e postrinascimentale) e l’hanno voluto tre amiche dalla passione per le tastiere. Non poteva mancare l’arte che, ci piace dirlo, fa parte del nostro Dna quasi quanto la trama e l’ordito dei nostri tessuti. Questa volta abbiamo raccontato un network di energie legate al contemporaneo, che in molti casi hanno ridato ossigeno a spazi industriali bellissimi ma dimenticati. Infine una piccola anteprima: il progetto vincitore per la conversione della area del vecchio ospedale. Un grande parco d’arte e natura pronto nel 2019, polmone verde a ridosso delle mura. Incrociamo le dita!

Musica, Teatro e arte sono in must del nostro inverno, con una proposta culturale che diventa sempre più raffinata


24 itinerario shopping

non il solito regalo Ecco alcune idee per Natale, e non solo! di Virginia Mammoli foto Pasquale Paradiso dal food al design, alcune idee regalo per natale e altre occasioni speciali

In queste pagine, alcune immagini degli 8 indirizzi che abbiamo selezionato per voi: Varietè, Antica Torrefazione Padovani, Il Nuovo Mondo, Babylon Bus Casa, Il Pepolino, Rino e Renato, Il Giardino del Thè, To Wine

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Abbiamo selezionato per voi otto indirizzi a Prato dove trovare idee originali e ricercate, perfette sia per un piccolo pensiero che per un regalo più importante. Siamo in vista del Natale, ma le occasioni speciali possono essere anche tante altre. Partiamo! Aperto da poco più di 2 anni, Varietè è un’incantevole boutique in piazza San Francesco. Uno spazio dal sapore vintage, pieno di colori e fiori delle specie più rare, con cui vengono realizzati arredi e complementi tutti da scoprire. Un esempio? I giardini appesi: pentole in alluminio, caffettiere e altri contenitori di riutilizzo dove vengono create delle piccole composizioni con piante particolari, come l’Ilex e l’Ananas decorativo, bulbi e candele, da appendere al soffitto o ad un mobile. Creazioni handmade e personalizzate, come anche le serie di bijoux ispirate alla natura, realizzate in esclusiva per Varietè da un artigiano pratese. In piazza del Comune si trova l’Antica Torrefazione Padovani, vera istituzione in città. Tra le miscele più pregiate, prodotte rigorosamente a Prato e con le migliori selezioni

di arabica del mondo, da provare la miscela Oro, e la Gourmet, varietà con Jamaica Blue Mountain, ma anche i torroncini artigianali e i canditi sono una vera specialità. Per i più golosi, in via Garibaldi c’è Il Nuovo Mondo, la pasticceria di Paolo Sacchetti, presente nelle migliori guide gastronomiche. Per un’idea semplice ma di sicuro effetto, le tegole croccanti al cioccolato sono l’ideale, vendute anche in apposite confezioni regalo. Fidatevi, una tira l’altra, impossibile resistere! Oppure, per una cena tra amici, c’è il Giulebbe, un plumcake fatto con l’impasto del panettone, fichi secchi di Carmignano e noci, ricoperto con una glassa di pinoli, da accompagnare con un vasetto di zabaione al vinsanto, sempre di produzione della pasticceria. Un gustoso omaggio ai prodotti del nostro territorio. Dietro il Castello dell’Imperatore, in via San Giovanni, Babylon Bus Casa: profumi per ambiente, candele, gioielli e oggetti di design. Articoli per rendere la casa un ambiente unico, come la linea delle fragranze firmate Diptyque, con profumazioni che spazia-



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28 itinerario shopping

8 indirizzi per farsi ispirare e trovare il regalo perfetto

Giardini appesi, degustazioni di formaggi, dolci tipici, lampade di arredo, pregiate miscele di caffè e thè, vini blasonati e salumi artigianali. Un itinerario per tutti i gusti

no dalla mirra, all’ambra, passando per il patchouli e la menta verde; o le nuove lampade Seletti Monkey e Mouse. Mentre per un amico che ama viaggiare e vivere le grandi città del mondo nel modo più glamour, qui trovate anche le esclusive guide della Louis Vuitton, su Roma, New York, Londra. In piazza San Marco, il regno del formaggio: Il Pepolino. Deliziosa la caciotta “infiascata”, avvolta dentro il fieno profumato che fa poi da letto per il formaggio, il tronchettino, con la sua copertura di carbone vegetale che crea un bellissimo contrasto con il bianco dell’interno, oppure i caprini, da servire magari già tagliati e disposti su una delle loro alzate in porcellana stile british, pronti per una degustazione. Un’idea speciale al tempo stesso per lui e per lei. Restando in tema food, andiamo in un emporio gastronomico che sembra un gioiello, Rino e Renato, in via Piero Gobetti. Un trionfo di salumi tipici toscani, carni e formaggi, ma anche bottiglie pregiate e panettoni artigianali. Tra le specialità il Tonno del Chianti, un’antica ricetta tipica della zona, con carne di maiale, erbe e olio d’oliva, ovviamente di primissima qualità. Per

gli amanti degli infusi, in piazza Mercatale c’è Il Giardino del Thè, dove potete trovare un vasto assortimento di eccellenti thè della Via del Tè di Firenze. Pensata appositamente per il periodo di Natale, c’è la miscela Orange Christmas, a base di Rooibos, tè rosso del Sud Africa, moltissime però le tipologie, provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’Oriente, venduti nei tipici barattoli che ne mantengono tutto l’aroma e la freschezza. Magari da acquistare insieme a una fantasia di pasticcini e biscotti o a un paio di fette di torta, da portar via in graziosi contenitori triangolari monoporzioni, la Cake away, un’idea romantica per un’occasione di coppia. Un po’ fuori dal centro, in viale della Repubblica, c’è l’enoteca e wine bar To Wine, dove potete organizzare una cena a lume di candela con degustazione a tema, oppure scegliere tra i tanti vini e champagne a disposizione. La cantina ospita dalle bottiglie più blasonate, come il Dom Pérignon, alle etichette più di ricerca, ma anche diversi tipi di rum, tra cui collezioni speciali di El Dorado, il Rum Don Papa, dalle Filippine e l’eccellente Capovilla, di produzione italiana.


TIFARE MUSEO DEL TESSUTO NON È SOLO ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA.

MA ANCHE AL TESSUTO. I membri del Supporter Club del Museo del Tessuto ricevono una serie di benefits come riconoscimento del loro contributo al Museo. E al tempo stesso lanciano un messaggio: è importante concepire il Museo del Tessuto come uno strumento della città e delle sue aziende, un luogo vivo e vivibile, un ventaglio di opportunità da sfruttare per dimostrare che la storia e la tradizione sono le basi di un futuro solido e vincente. Il Museo del Tessuto è anche tuo. Usalo.

Per informazioni e adesioni: www.museodeltessuto.it/supporterclub



31 intervista teatro

Esploratore radicale

Giorgio Lupano racconta il lavoro incredibile per il nuovo spettacolo di Teresa Favi

Per molti è l’eroe romantico della televisione e del cinema, ma Giorgio Lupano di polvere del palcoscenico ne ha mangiata parecchia. “Fin da ragazzino - dice - amavo andare a teatro da spettatore e poi ho capito che mi sarebbe piaciuto anche lavorarci. Ho fatto la scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi e subito dopo, sono andato a Roma, per lavorare e mettermi alla prova”. Dietro il viso perfetto sta una responsabilità che ammalia e convince, e che fa rima con studio, dedizione e voglia di farcela. Venticinque anni di carriera. In teatro diretto, tra i tanti, da Ronconi, Lavia e Gregoretti e regista lui stesso di uno spettacolo di successo dal titolo Maratona a New York. Al cinema ha lavorato in produzioni italiane e internazionali con registi come Roberto Andò (Il manoscritto del principe del 2000 e Sotto falso nome del 2004) e Sönke Wortmann (La papessa del 2009). In televisione ha partecipato a diverse fiction tra le quali ricordiamo Orgoglio, Ris, Einstein di Liliana Cavani, K2, Paura di amare e recentemente Hannibal e Non è stato mio figlio. Adesso è protagonista in teatro dello spettacolo Figli di un Dio minore di Mark Me-

doff, per la prima volta in scena in Italia, al Politeama di Prato, sabato 11 e domenica 12 marzo 2017, testo già reso celebre nel 1986 dal film con William Hurt e Marlee Matlin. È la storia di un giovane insegnante dai metodi poco convenzionali, che riceve l’incarico di insegnare in un istituto per sordi. Il professore riesce a conquistare i ragazzi, ma si scontrata con un’ex allieva, qui interpretata dall’attrice sorda Rita Mazza. Tra i due mondi nascono barriere di incomunicabilità e sarà compito del professore cercare di abbatterle. Per calarsi meglio in questo ruolo Lupano ha affrontato un anno e mezzo di corso intensivo all’Istituto Statale dei Sordi di Roma, e alla fine ha dichiarato: “Dopo il debutto con Luca Ronconi, un’esperienza teatrale oltreoceano e la mia prima regia andata in tour per sei anni, questo spettacolo più che una messa in scena è stato, per me, a un’esperienza che mi ha cambiato la vita”. Ci racconta in che modo? Mi ha dato un punto di vista diverso sulle cose, a partire da un mondo che non conoscevo, quello delle persone sorde. È stato un percorso che mi ha portato a una con-

Protagonista dello spettacolo “Figli di un Dio minore” al Teatro Politeama l’11 e 12 marzo

Venticinque anni di carriera. In teatro diretto, tra i tanti, da Ronconi, Lavia e Gregoretti e regista lui stesso di uno spettacolo di successo dal titolo “Maratona a New York” La foto in alto è di Franco Oberto

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32 intervista teatro

Per calarsi meglio nel ruolo che nel film del 1986 È interpretato da William Hurt, ha frequentato e per anno e mezzo l’Istituto Statale dei Sordi di Roma

Al cinema ha lavorato in produzioni italiane e internazionali con registi come Roberto Andò (‘Il manoscritto del principe’ e ‘Sotto falso nome’) e Sönke Wortmann (‘La papessa’)

siderazione molto importante: le cose non sono mai come le vediamo, come le immaginiamo o come siamo sicuri che siano. Che tipo di lavoro ha fatto all’Istituto Statale dei Sordi di Roma? Non si è trattato solo di imparare la lingua dei segni, la Lis, ma di entrare in un’altra cultura. Ad esempio oltre al lavoro con gli insegnanti o con gli interpreti, all’Istituto mi hanno aiutato molto anche i mediatori culturali. Persone che senza mai avere avuto un approccio con il teatro ti dicono se quello che stai facendo con un sordo è giusto o sbagliato, spiegandoti come rapportarti con i sordi, che sono incredibilmente più aperti e ricettivi di noi. Un lavoro fondamentale. Quali emozioni prova quando recita con Rita Mazza e che tipo di comunicazione si è creata fra voi? Devo per prima cosa ringraziare, oltre ai produttori Walter Mramor e Alessandro Longobardi, che hanno avuto il coraggio di produrre questo spettacolo così partico-

lare, il regista Marco Mattolini che teneva questo testo in un cassetto della sua mente ben prima della realizzazione del film. Aveva covato questo sogno e poi ha trovato un attore così spericolato da mettersi in gioco con la Lis. Quell’attore fortunatamente sono io e lo ringrazio per questo. Devo essere sincero, questo è il viaggio più bello che ho fatto finora e l’incontro con Rita ne è parte integrante. Da lei ho imparato a usare in maniera nuova gli sguardi, i silenzi, la mimica. Si tratta di cose che già sapevo prima, ma che concepisci in maniera differente quando ti approcci ad una persona sorda. Giorgio, ricorda il momento in cui ha deciso che recitare sarebbe stato il suo futuro? Non un momento preciso, ricordo però che fin da piccolo, quando andavo a teatro, mi chiedevo dove finissero gli attori una volta usciti di scena, che cosa ci fosse dietro... bene, adesso lo so, e a volte è molto più interessante di quello che c’è davanti!


33 intervista teatro

Qual è l’insegnamento più importante che le ha lasciato in eredità Luca Ronconi? L’amore ed il rispetto per la parola, per il senso di quello che diciamo. Mi ha insegnato ad evitare la recitazione bella per cercare la recitazione significante. E poi credo che mi abbia insegnato a pensare, il presupposto di tutto. Quali esperienze oggi la gratificano di più, quelle teatrali, televisive o cinematografiche? Ogni mezzo ha il suo fascino e le sue attrattive, ma alla fine si tratta sempre di raccontare una storia che qualcuno ha scritto a qualcun’altro che ha voglia di sentirla raccontare: quello che preferisco è recitare. L’emozione che più la rappresenta? Sono torinese e come la mia città mi porto dentro una certa nostalgia. Mi piace la nebbia, gli alberi che scompaiono in una giornata grigia. Sono un po’ malinconico, crepuscolare. Essere un bell’uomo è stato un vantaggio nella sua carriera di attore?

Ma sì, non posso negare che l’aspetto sia una componente importante di chi per lavoro si espone al giudizio della gente, e che alla gente chiede di essere amato: ma ovviamente ci sono anche molto ruoli che non richiedono necessariamente la bellezza per essere interpretati... diciamo che non è una cosa necessaria per fare questo lavoro, ma neanche sufficiente. Quali sono le sue passioni, quando non recita? Sono fortunato, faccio un lavoro che mi piace e mi piace anche quando non lavoro: la mia passione più grande rimane andare a teatro; per fortuna non ho perso la curiosità di sapere cosa c’è dietro la scena. È la prima volta che arriva a Prato con uno spettacolo? Può darci qualche sua impressione sulla città se un po’ la conosce? Conosco Prato solo per esserci venuto qualche volta a vedere degli spettacoli al Fabbricone: questa sarà un’occasione per conoscere un po’ meglio la città e il suo pubblico.

In televisione ha partecipato a diverse fiction tra le quali ‘Orgoglio’, ‘Ris’, ‘Einstein’ di Liliana Cavani, ‘K2’, ‘Paura di amare’ e recentemente ‘Hannibal’ e ‘Non è stato mio figlio’



35 INTERVISTA musica

Passioni... e altri racconti Incontro con la pianista e compositrice pratese Giulia Mazzoni di Teresa Favi

Non ha ancora trent’anni, compositrice e pianista. Giulia Mazzoni, che il mondo della musica sta tenendo d’occhio da tempo, ha già dato concerti al Ravello Festival, all’Auditorium di Roma e partecipato al Concerto di Natale di RaiUno (2013). Il suo linguaggio si muove sul bordo della circolarità setosa e accessibile del minimalismo, ma anche delle vibrazioni pop e rock della musica leggera. Insomma niente e nessuno le impedisce di far incontrare Chopin con i Daft Punk. Una formula condivisa dal pubblico che le ha regalato il tutto esaurito durante un tour di 5 date in Cina e siglata quest’anno da un contratto con la Sony Music che ha appena lanciato il suo ultimo disco Room 2401. Tour partito in grande stile a novembre dalla Sala Vanni di Firenze e che proseguirà nei prossimi mesi in Italia. Poi in primavera, via con l’estero. Nel nuovo progetto discografico, c’è anche la partecipazione di Michael Nyman, che ha riarrangiato per due pianoforti ed eseguito con lei una nuova versione di un brano di una delle sue colonne sonore: The Departure (da Gattaca, 1997). Come vi siete conosciuti? Un giorno degli amici mi lasciarono un indirizzo email. Pensavo si trattasse di uno scherzo ma stetti al gioco e cominciai a scrivere a questo ipotetico Michael Nyman, solo che dall’altra

parte c’era davvero lui e non era affatto uno scherzo. Ci siamo sempre scritti di musica, arte. Quando veniva in Italia mi invitata ai suoi concerti, ci scambiavamo opinioni, mi dava consigli. È nata un’amicizia sincera e un rapporto di stima reciproca. Non ho mai approfittato della sua amicizia e non ho mai chiesto niente a Michael in tutti questi anni. Poi quando l’anno scorso ho iniziato a lavorare al nuovo progetto gli ho buttato lì l’idea di una piccola collaborazione, ma senza aspettarmi niente. Invece ha accettato con entusiasmo. Ci siamo incontrati all’Opera di Firenze, dove teneva un concerto, e lì abbiamo deciso cosa avremmo fatto. È stata una esperienza importante che non dimenticherò mai e che in ogni momento mi ricorda che i sogni si possono realizzare. Ricorda l’istante in cui la musica è entrata nella sua vita? Ne ha sempre fatto parte. Quando ero nella culla l’unico modo per farmi addormentare era con la radio accesa, cd, carillon... andava bene tutto purché suonasse. L’incontro con il pianoforte è arrivato per caso, alle elementari (alla scuola della Castellina, oggi intitolata a Fabrizio De André ndr). Mi trovavo in giardino e durante una ricreazione rimasi colpita dal suono di questo strumento che proveniva da un’aula. È stato lui a chiamarmi. Un amore al primo suono.

Ha siglato quest’anno un contratto con Sony Music Italia ed ha appena lanciato il suo ultimo disco “Room 2401”. Le sue musiche esplorano le emozioni circolari del minimalismo con influenze pop e rock

27 anni, pratese, si è innamorata del pianoforte casualmente ascoltandone il suono che proveniva da un’aula della scuola elementare alla Castellina


LA PASSIONE E LA CURA PER I DETTAGLI

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INTERVISTA musica

A che punto sono i suoi studi musicali in questo momento? Ho iniziato gli studi alla scuola di Musica Verdi di Prato, poi al conservatorio Verdi di Milano dove mi sto ancora perfezionando in composizione. Quali sono state le figure familiari e artistiche alle quali sente di dovere qualcosa rispetto ai successi che sta ottenendo? Mio padre e mia madre mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata nella vita ancor prima che nella musica. Lo zio Andrea mi faceva ascoltare l’opera, lo zio Carlo e la sua amica Barna mi hanno fatto di conoscere e amare il jazz. Il maestro Alessandro Pinzauti, lo conobbi quando avevo 10 anni. L’aspettai fino all’una di notte per dirgli quanto mi avesse emozionato il concerto che aveva diretto quella sera, oggi è un caro amico. In questi anni mi ha fatto comprendere il valore profondo della musica, l’importanza del timbro e del messaggio racchiuso tra le note. Massimo Bonaiuti, il mio insegnante delle Scuole medie, che ha creduto sempre in me permettendomi di fare esperienze musicali diverse che hanno arricchito il mio mondo. Susanna Sgrilli, la prima insegnante di pianoforte, mi ha permesso di conoscere lo strumento

e amarlo. Mario Garuti mi ha fatto conoscere nuovi linguaggi musicali e appassionare a generi diversi. Riccardo Vitanza ha creduto in me fin dal primo giorno, permettendomi di realizzare il primo lavoro Giocando con i bottoni e oggi continua questo viaggio con me. Paolo Maiorino della Sony che ha capito il mio mondo ed ha creduto in me sostenendo e realizzando il sogno di Room 2401. Tutte persone che amano profondamente la musica. Quali compositori classici ama di più? Mozart, Chopin, Satie, Debussy. I primi 10 brani della sua play list di adesso? Scarborough Fair di Simon & Garfunkel, Space Oddity di David Bowie, Apologize di One Republic, Hallelujia versione di Jeff Buckley, Hurt di Emeli Sandè, Take me to church di Hozier, Firestone di Kygo, Carmen di Lana del Rey, Intro di J-Ax, Prelude in c minor BWV 847 di Bach. Se qualcuno le chiedesse da quali musiche iniziare per far conoscere ad un bambino piccolo il fascino del pianoforte, cosa gli suggerirebbe? Fantasia di Walt Disney. La musica associata all’immagine è un’esperienza potente che sollecita l’immaginazione e facilita l’ascolto.

Nel nuovo progetto discografico c’è anche la partecipazione di Michael Nyman a cui Giulia aveva inviato una email di ammirazione alcuni anni fa

Dopo aver preso parte al concerto di inaugurazione dell’Eataly Smeraldo di Milano l’organizzatore, Paolo Maiorino della Sony Music Italia, le ha proposto un contratto con l’ambita casa discografica


38 spazio musica

le buone vibrazioni

Mesotonica, un’oasi d’armonia nel centro storico di Mila Montagni

Un luogo unico a Prato, dove la musica antica è di casa e tiene la sua porta aperta con concerti, corsi, laboratori e incontri

Lo spazio di Mesotonica in via Luigi Muzzi, 36 restituisce alla perfezione l’effetto di un salotto accogliente dove si ascolta e si studia la musica antica

Lo spazio è di quelli che non t’aspetti, affacciato com’è su via Muzzi (al civico 36 a voler esser precisi) con una vetrina che lascia poco all’immaginazione ed è piuttosto un richiamo quasi da sirene, grazie alla musica che s’avverte attutita lungo la strada e agli strumenti caldi di legno e lucidi d’ottone che s’intravedono dietro il pubblico intento all’ascolto. Lo spazio si chiama “Mesotonica” (il nome è quello di un’accordatura antica e post-rinascimentale) e l’hanno voluto tre amiche dalla passione per le tastiere. Una novità per il centro storico della città, che ha in questo luogo una carta inattesa da giocarsi. “Sappiamo bene quanto la nostra sia una scommessa, ma avevamo voglia di provarci, di avvicinare le persone alla musica classica e a quella antica, a strumenti nuovi, differenti, come la tiorba, il clavicembalo… e di farlo in uno spazio aperto, che incuriosisse e non fosse riservato a pochi”, sorride sicura Giovanna Riboli, l’organista del trio, nata e cresciuta a Firenze ha incontrato ad Amsterdam Federica Bianchi, clavicembalista pratese e laureata in Filosofia, che prosegue: “Amsterdam perché è lì che c’è il più grande dipartimento di musica antica d’Europa ed è lì che abbiamo progettato tutto. Volevamo avere un luogo dove si ascoltasse musica da camera in una ‘camera’ e pensiamo di esserci riuscite, anche perché gli esecutori si trovano alla stessa altezza di quanti ascoltano…” Lo spazio di “Mesotonica”, infatti, restituisce alla perfezione l’effetto di un salotto

accogliente, colorato, piacevole e originale, con i suoi libri dalla costola dorata, le cornici vuote, le sedie scompagnate ma comode, i cuscini colorati sulle strutture leggere e il pianoforte appoggiato con apparente nonchalanche, che invita ad accomodarsi e ad ascoltare. “L’ambiente l’abbiamo allestito con un’amica scenografa, Eva Sgrò - precisa Giovanna Riboli - e questa varietà d’arredo forse può essere ancor più intrigante, se si pensa che i concerti tenutisi fino a oggi sono stati diversissimi tra loro, ma sempre di qualità. E il luogo inusuale (in fondo qui c’era una pizzeria a taglio!) ha favorito l’attenzione nel pubblico e una particolare cura nei musicisti nello spiegare la complessità dei loro programmi e dei brani che stanno presentando. E la complessità, conosciuta, acquista un fascino totalmente diverso”. Sarà per questo che i 45 posti a sedere sono sempre occupati e che a Palazzo Datini, durante l’estate, la proposta di “Mesotonica”, di cui fa parte anche la pianista pistoiese Ilaria Baldaccini, è stata una delle più seguite. E questo nonostante la musica sia spesso antica. “La musica antica, soprattutto per noi tastieristi, ha il cuore nell’elemento improvvisativo, un po’ come accade per il jazz - conclude Federica Bianchi -. Quello che è scritto è un canovaccio e ognuno di noi, su quella base fiorisce, ornamenta, crea qualcosa di unico.” Come Mesotonica, un luogo unico a Prato, dove la musica antica è di casa e tiene la sua porta aperta con concerti, corsi, laboratori e incontri.




53 Arte network

Prato Contemporanea Dal network di artisti di Contemporaneo Condiviso ai progetti di riscoperta dell’archeologia industriale Nata a settembre 2016, in concomitanza con la riapertura del Centro Pecci, la rete .Con, Contemporaneo Condiviso, promette di far parlare di sé nell’anno a venire. Si tratta di un network composto da 11 organizzazioni no-profit e studi d’arte da tempo attivi sul territorio Pratese, pensato per promuovere tutte le discipline artistiche legate dal fil rouge del contemporaneo. Con la creazione di un calendario condiviso, ricco di eventi e performance, .Con punta anche e soprattutto alla diffusione dell’arte a livello partecipativo, per arrivare a stabilire una comunicazione fra le persone e recuperare il patrimonio storico e culturale della città di Prato, in tutta la sua complessità. Ad oggi, le 11 realtà parte della rete si sono impegnate in una serie di interventi e iniziative che hanno visto anche la partecipazione di artisti di rilievo nazionale e internazionale. Per citarne alcuni: Cesare Pietroiusti, il duo di Invernomuto, Paolo Parisi (in mostra presso LATO fino a dicembre) e Franco Menicagli (in mostra presso Cemento fino al 12 dicembre). Uno degli eventi centrali di questo autunno si è svolto nella cornice di Piazza dell’Immaginario (situata all’incrocio tra via Pistoiese e via Umberto Giordano) con le opere di Linda Motta, Lori Lako e Francesca Cata-

stini, visibili fino al 31 Gennaio, e le fotografie-installazioni permanenti di Andrea Abati. All’interno del network troviamo lo Spazio Corte 17 (SC17), studio d’artista promotore del progetto Macrolottozero (insieme a Kinkaleri e Dryphoto), che sabato 26 novembre, nella cornice dell’iniziativa TAI 2016, ha aperto le porte della Fabbrica Ex Anonima Calamai proponendo una serie di performance di arte contemporanea. Tuscan Art Industry (TAI), nasce come proseguimento dell’esperienza iniziata da Chiara Bettazzi nella corte di via Genova: dal 2005 infatti la corte ospita il suo studio SC17, cosa che ha messo in moto una serie di interventi di riattivazione degli spazi adiacenti, creando nuove prospettive e connessioni in un Ex Opificio altrimenti destinato all’inutilizzo o alla speculazione. Dal 2015 SC17 porta avanti il progetto TAI, che si pone l’obiettivo di riunire diverse sensibilità artistiche per sperimentare nel campo delle arti contemporanee, lavorando in luoghi specifici scelti di volta in volta in virtù del loro legame col territorio. Il fine di TAI è quello di vivere e far rivivere gli spazi dall’interno, con la speranza di sensibilizzare non solo artisti ed addetti ai lavori, ma l’intera cittadinanza rispetto a tutto ciò che fa parte del patrimonio stori-

11 organizzazioni no-profit e studi d’arte contemporanea riunite in un unico progetto di rete

In questa pagina e nella pagina a fianco, alcune immagini della Fabbrica Ex Anonima Calamai

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1. Dryphoto 2. CUT – Circuito Urbano Temporaneo 3. Artform 4. Spazio K 5. Lottozero 6. Studio Mdt 7. 9. Studio Corte 17 8. Moo 10. [chì-na] 11. Lato

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www.citycar-smart.com


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Arte network

Piazza dell’Immaginario

co, industriale ed urbano della città. Quello che Chiara Bettazzi, direttrice artistica del progetto insieme a Gaetano Cunsolo, artista residente di SC17, tiene molto a sottolineare è che “non c’è interesse a riqualificare in senso economico le strutture nelle quali decidiamo di entrare con le nostre performance. Quest’anno abbiamo ulteriormente ridotto al minimo gli interventi, cercando di mantenere il luogo il più possibile così com’è stato trovato. Perfino nel concepire le opere da proporre all’interno ci siamo limitati a installazioni di luci e suoni, evitando interventi che alterassero lo scheletro della struttura.” “Il nostro desiderio” interviene Gaetano “è che gli spazi di cui ci appropriamo temporaneamente poi prendano nuove strade e vengano riattivati in una modalità diversa, che non snaturi né speculi sul luogo e la sua storia.”. L’edizione 2015 si è tenuta all’interno della Fabbrica Ex Lucchesi, in Piazza Macelli a Prato, che quest’anno è stata sede di una mostra promossa dal Centro Pecci con la partecipazione di 20 gallerie d’arte contemporanea: un segnale importante che fa ben sperare per il futuro di questi luoghi legati all’archeologia industriale. Il TAI 2016 si è concentrato

invece sulla Fabbrica Ex Anonima Calamai, progettata dal celebre ingegnere Pier Luigi Nervi, e si è sviluppato in una serie di eventi ed incontri a partire dal 14 novembre, data d’inizio del workshop guidato dall’artista Francese Rebecca Digne ed aperto a tutti. Le opere visual risultato della residenza d’artista, intitolata “Obiettivi su Nervi”, sono state esibite il 26 novembre in occasione dell’opening della Ex Calamai, giornata strutturata in diversi momenti di condivisione e spettacolo: nel pomeriggio è stata proposta una visita della fabbrica guidata da Giuseppe Guanci; a seguire gli artisti partecipanti hanno esposto il concept del progetto presso la sede di SC17, mentre durante la serata è stata la volta della performance vera e propria all’interno della fabbrica. L’associazione [chì. na] (compresa nel network .Con) ha curato l’allestimento di un bar temporaneo -Dopolavoro Calamai- e sono stati proiettati al pubblico i video realizzati durante il workshop. La serata si è conclusa con la performance sonora di Healing Force Project, per poi lasciare la fabbrica, nuovamente svuotata, libera di tornare al suo silenzioso abbandono. O forse no?

l’obiettivo di Tuscan Art Industry (TAI) è quello di far rivivere siti di archeologia industriale in toscana

Prato si fa sempre più contemporanea. Oltre alla riapertura del Centro Pecci, tanti nuovi progetti animano la città con interessanti iniziative artistiche


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Caldo siderale

Ecco il pass per l’inverno. Emozioni solide, evanescenze materiche, geometrie liquide. Il contrasto abita l’universo del design e dello stile

di Teresa Favi foto Lineashow


Tronchetti in cavallino animalier, Maison Margiela da MARTY


Pullover a coste in cashmere con collo montante Maglificio Denny


Borsa Rochas da Marty


Lampada da tavolo con cappello in tessuto e base in materiale acrilico effetto cristallo Still Lamp


Sottopiatto della nuova linea Hermès “Carnet d’Equateur” ispirato all’opera dell’artista e naturalista Robert Dallet da Salvadori


Occhiali in acetato multicolor ULTRA LIMITED da Contro Ottico Marlazzi


Cloche in feltro con nastro in gros-grain e fiocco sul dietro Ilaria creazione cappelli



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segni particolari tips

In un attimo il suo romanzo si trasforma in un film. Tocca a lei scegliere gli attori Magari! Sceglierei Elio Germano, nei panni del Capitano Ruggieri. qual è l’essenza del suo romanzo? La lotta e la solitudine dei personaggi.

La sua vita prima e dopo l’incontro con la scrittura. Che cosa è cambiato? È cambiato il bisogno stesso di scrivere, che prima era un desiderio timido, adesso un’esigenza costante.

Edoardo Marzocchi, classe 1973, per anni ufficiale della Guardia di Finanza a Prato, autore del romanzo “Dove tutto finisce” 3 cose di cui non può fare a meno per essere felice L’abbraccio di mia figlia, sentirmi in pace con la coscienza, il caffè per cominciare la giornata. Se chiude gli occhi, cosa vede? Vedo me di corsa, con tantissime cose da fare.

Un sogno? Un film tratto dal mio romanzo. Un incubo? Perdere tutti i documenti salvati sul computer. 3 brani che parlano di lei La cura di Battiato, Us and them dei Pink Floyd, Ora di Jovanotti.

Metti un giorno a Prato, dal mattino alla sera, dove ci porta? In centro, per apprezzare l’identità della città. Poi all’interno di una ditta pratese di filati, per vedere “dove tutto comincia”. A cena, vino di Carmignano e sedano alla pratese. Il suo libro sul comodino? La paranza dei bambini di Roberto Saviano. di Sabrina Bozzoni


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CHIRURGIA PLASTICA Dott. Pietro Campione

L’ARTE DELLA

Chirurgia Estetica LA SCIENZA DELLA

Bellezza I VANTAGGI DELLA

Pietro Campione

ph. Studio Righi

Medicina Estetica

Il Dott. Pietro Campione è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica. La sua attività di libero professionista è rivolta alla chirurgia estetica ed alla medicina estetica. Riceve a Prato ed a Firenze dove si avvale, per l’esecuzione dei suoi interventi chirurgici, di cliniche altamente specializzate come Villa Donatello e il Centro Chirurgico Fiorentino. Per l’attività di medicina estetica e piccoli interventi è possibile essere visitati a Prato presso la nuova struttura Aesthetic Medical Care. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze, si è poi specializzato, sempre a Firenze, in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica con il massimo dei voti e lode.

chirurgia estetica medicina estetica chirurgia plastica trapianto di capelli

Nella sua esperienza estera spicca la formazione nella prestigiosa Clinica Planas di Barcellona, centro internazionale di riferimento per la chirurgia plastica estetica e per la medicina estetica, dove ha appreso molte delle tecniche avanzate che, in modo quasi esclusivo sul territorio, mette in pratica durante la sua quotidiana attività. Esperto dei più moderni interventi di chirurgia estetica del viso e del corpo, segue da vicino il paziente sia nella fase informativa iniziale che in quella delicatissima del post, momento in cui il paziente può avere più bisogno di attenzioni. Esegue, grazie a modernissimi macchinari, anche trattamenti laser mirati al ringiovanimento del viso e del collo, alla rimozione quindi sia dei segni del tempo che di eventuali tatuaggi non più desiderati, in via definitiva e senza cicatrici. La sua professionalità, dedizione e attenzione al paziente lo rendono uno dei migliori ed affidabili riferimenti in Toscana per la cura e la bellezza della propria immagine. Per saperne di più visita www.pietrocampione.it

rimozione dei tatuaggi www.pietrocampione.it Aesthetic Medical Care via Galcianese, 93/12 - 59100 Prato tel. 0574.611029 | fax 0574.405535


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segni particolari tips

Ronni, dove risiede l’essenza del suo racconto? Nell’accorgersi che la vita non è eterna. Cambiereste l’impostazione delle vostre vite venendo a conoscenza di avere a disposizione un numero limitato di giorni?

3 cose di cui non può fare a meno per essere felice Famiglia, mare, tempo libero. Il suo libro sul comodino? Il processo della presenza di Michael Brown.

Ronni Bellucci, classe 1973, ieri imprenditore, oggi scrittore racconta uno spaccato di vita dai profondi messaggi Il romanzo è “E così sia” Un sogno? Avere fede nella vita e pensare che sceglie sempre il meglio per ciascuno di noi. Un incubo? Non avere fede nella vita e pensare che può riservare improvvise disgrazie.

Metti un giorno a Prato, dal mattino alla sera, dove ci porta? Sulla ciclabile di viale Galilei, pranzo da Cibino, Museo Pecci, tramonto a Filettole. 3 brani che parlano di lei La mia libertà di Franco Califano, Cambiamenti di Vasco Rossi e Let it be dei Beatles

In un attimo il suo romanzo si trasforma in un film. Tocca a lei scegliere gli attori Christian De Sica e Isabella Ferrari. La sua vita prima e dopo l’incontro con la scrittura. Che cosa è cambiato? Finalmente faccio il babbo in santa pace. Se chiude gli occhi, cosa vede? Un mondo perfetto che aspetta soltanto di essere riconosciuto. di Sabrina Bozzoni



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Tessile Moda

Tessuti in vetrina

Dalla linea di mantelle al temporary shop delle produzioni made in Prato in pieno centro storico di Maria Lardara C’è chi vuol far conoscere il prodotto pratese aprendo una vetrina nel salotto buono della città, e chi decide di disegnare una linea esclusiva di mantelle per farla volare nel mercato virtuale; leitmotiv: il tessuto prodotto in città. Creatività pratese che entra nel nostro guardaroba. Nel negozio-fabbrica, che sia uno spazio reale oppure on line, il tessuto made in Prato diventa moda, si trasforma in una sciarpa o in una mantella. Dall’amore di due amici pratesi per il tweed, tecnico di tessuti l’uno e vintage stylist l’altro, sboccia il marchio “PàStrano”, linea di mantelle prossima allo sbarco sul canale e-commerce (www. pastrano.it). Leonardo Chiti e Federico Turreni hanno creato la loro collezione di soprabiti è tutta targata “made in Prato”, dalla scelta dei tessuti al confezionamento del capo finito. Nasce da loro testa un capo moda in salsa vintage come il tabarro condito con un elemento di modernità: le bretelle in cordura che servono a riporre il capo dietro le spalle. Sono queste a fare la differenza nelle mantelle unisex “Pà-Strano”, pezzi a dir poco unici. Il 39enne Turreni, diploma dell’istituto Buzzi in tasca, scomoda persino D’Annunzio. «Si fece un tabarro di lino personalizzato che all’occorrenza si trasformava in tenda da spiaggia», ricorda Federico che ha il pallino della ricerca storica. Il socio Leonardo è proprietario di uno

spazio culturale nel centro di Pistoia, l’officina creativa “File Off” scelta, non a caso, per una preview di “Pà-Strano”. I primi capi sono stati messi in produzione a cavallo dell’estate per una piccola collezione di campionario che ha riscosso successo alle fiere del vintage. Ma l’obiettivo è l’ecommerce: “Così Pà-Strano sarà in grado di camminare con le proprie gambe”, sottolinea Leonardo Chiti. Dal negozio-fabbrica virtuale a quello reale. Stole, sciarpe, maglie, pantaloni e, in futuro, scarpe: il prodotto pratese a prezzi di fabbrica si adagia sulle grucce e sugli scaffali dell’outlet La Fabbrica in Centro, spin-off del Lanificio Bisentino inaugurato in via Garibaldi 102. E lo stesso format è stato ripetuto in un fondo commerciale del centro di Pistoia. Chiusa la parentesi del temporary store tra il 2015 e il 2016, ora si punta a dare vita a un outlet permanente concepito come trampolino di lancio per varie aziende del territorio. Novembre è stato così il mese della maglieria uomo di Stefan Trikot, a dicembre torneranno le sciarpe targate Bisentino e gennaio sarà la volta delle scarpe. La regia è di Giovanni Gramigni del Lanificio Bisentino, che ha fondato insieme a Giovanni Giusti e Marco Badiani la società La Fabbrica srl. «L’obiettivo – spiega Gramigni - è quello di dare un servizio ai produttori interessati a vendere in centro secondo il meccanismo del conto vendita».

una filiera corta della moda: quando la creatività tessile pratese entra nel nostro guardaroba

Nelle immagini accanto in alto da sx Federico Turreni e Leonardo Chiti che indossano le mantelle del brand Pà- Strano; Giovanni Gramigni, general manager e proprietario del Lanificio Bisentino. Sotto i prodotti delle due aziende



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formazione internazionale

L’università parla straniero Dopo Monash e New Haven, è prossimo lo sbarco della Wenzhou University di Maria Lardara

Capita d’incontrarli spesso per le strade del centro, soprattutto in gruppo. Entrano nei pub e nei musei, fanno la spesa nei negozi. Il loro accento english, declinato nelle sfumature diverse dell’australiano e dell’americano, conferisce un respiro internazionale a una città abituata alla presenza straniera solo per i flussi migratori. Prato universitaria: chi l’avrebbe mai detto? Lo dicono i 600 studenti che ogni anno gravitano intorno al campus della Monash University e i 200 che siedono sui banchi della New Haven, quartier generale nel Connecticut con un campus a Prato dal 2012. La loro casa è in centro storico: gli australiani a Palazzo Vaj, gli americani in piazza San Francesco. Ma alla città che ospita la più grande comunità cinese d’Europa strizza l’occhio ora anche la Wenzhou University: l’ateneo cinese, con i suoi quasi 50mila studenti, prevede di aprire a Prato la prima sede a livello mondiale, per effetto di un accordo firmato tra il rettore Li Xiaokun e il presidente del Pin Maurizio Fioravanti. Prato e Wenzhou, non a caso. Tra le due realtà intercorrono profondi legami visto che è dalla città dello Zhejiang che arrivano la maggior parte dei migranti dagli occhi a mandorla.
Correva il 2001 quando la prima università straniera sbarcò a Prato: in questi quindici anni il Monash University Prato Centre s’è ben radicato, dialoga con la città e le sue istituzioni, promuove e favorisce occasioni di scambio tra la realtà pratese e la vita degli studenti,

mentre nelle aule di via Pugliesi si studiano materie umanistiche, Ingegneria e Legge. Con l’iniziativa “Buon appetito” poi si dà il benvenuto ai giovani australiani nelle case dei pratesi. Centinaia di porte si sono spalancate per una cena in famiglia “alla toscana”: così l’appetito vien scambiando i propri alfabeti, davanti a un piatto di lasagne o pasta al ragù. “Nel database contiamo uno zoccolo duro di famiglie che periodicamente ci chiede di ospitare un nostro studente”, spiega Mariagiulia Da Riva, student engagement and support. Gli studenti australiani restano in città da un minimo di due settimane a un massimo di tre mesi. Si studia anche al campus della New Haven, che punta molto sullo scambio e sulla condivisione. “I nostri ragazzi non devono stare da soli, devono fare amicizia con i coetanei italiani”. Parola di Kevin Murphy, direttore del campus della New Haven che negli Stato Uniti sforna il fior fiore dei criminologi americani. Per questo i ragazzi, che studiano sia materie umanistiche che scientifiche per un periodo medio di quattro mesi, danno lezioni ai loro coetanei dei licei Copernico, Cicognini, istituto Datini. Una volta alla settimana, i ragazzi pratesi hanno modo di fare pratica con l’inglese mentre nei laboratori del Copernico gli studenti americani si esercitano per i corsi di biologia e chimica. “Molti fanno anche esperienza di volontariato in città”, aggiunge Murphy. Scambio, solidarietà, condivisione.

il prestigioso ateneo cinese apre a prato la sua prima sede mondiale

Nella pagina a fianco, alcune immagini della Monash University e della New Haven


62 intervista arte


63 Progetti Citta’

Bello come Majorelle

Un nuovo parco d’arte e natura dove sorgeva il vecchio ospedale di Francesca Lombardi

Un tessuto urbano regolare, trama e ordito di una città in cui passato e futuro si intrecciano senza soluzione di continuità. È su questa griglia ortogonale profondamente ancorata al paesaggio, dal centro storico alle periferie industriali, che si innesterà il nuovo Parco Centrale. Tre ettari dove sorgeva il vecchio ospedale e che non potevano costituire semplicemente un vuoto nella struttura urbana della città. Due anni fa è stato quindi indetto un concorso internazionale, da cui sono usciti 10 progetti. Una giuria di respiro internazionale ha decretato il vincitore a settembre di quest’anno: è il progetto di MDP Michel Desvigne (Francia) realizzato con Paolo Brescia di OBR Srl. Una proposta che si è distinta per la capacità di offrire alla città e alla sua vocazione contemporanea una soluzione originale, innovativa e concreta. Il Parco immaginato dallo studio MDP presenta una composizione elaborata a partire dall’interpretazione di una cartografia a particolare: le viste aeree di Prato sono state così sovrapposte e elaborate per estrarne i ritmi e il motivo geometrico, creando una sorta di matrice che ha permesso di immaginare il paesaggio del parco. Non si tratta di una trasposizione semplicistica di un fenomeno urbano e delle sue tracce, ma di un gioco creativo che parte dalla memoria del luogo e dalle sue forme urbane originarie. Il parco evocherà quindi le tracce della città di Prato e quelle dei giardini italiani del Rinascimento, organizzati secondo prospettive, pergolati e siepi. In pratica si reinterpreta in un linguaggio contemporaneo e astratto i grandi principi della composizione classica; in questo contesto gli elementi - il vegetale, il minerale, l’acqua - dialogheranno per creare una composizione di spazi che accoglieranno le opere

d’arte (ritorna forte il legame con l’anima della città) e una collezione di piante selezionate non solo per le loro caratteristiche botaniche, ma anche per le loro qualità estetiche, i loro colori, la loro esuberanza. Così esposto il verde si innalzerà al rango di operea d’arte. Al centro del parco un padiglione, pensato come centro dedicato alle energie creative di Prato: un Art Centre nel quale imprenditori creativi e giovani artisti opereranno in stretto contatto e reciproca sinergia, hub contemporaneo della creatività aperta ad abitanti e turisti, dotato di bar-caffetteria, ristorante, atelier e laboratori, sale espositive, sale per eventi e performance. La facciata trasparente amplificherà il dialogo con il parco, scatole cinesi di un gioco concettuale e architettonico. “Siamo orgogliosi per la dedizione di questo prestigioso gruppo di giurati, noti per la loro esperienza nella progettazione urbana e del paesaggio, nel selezionare il progetto vincitore nel concorso per il Parco Centrale di Prato”, ha detto Valerio Barberis, assessore all’Urbanistica per il Comune di Prato. “L’impegno di questa giuria e gli sforzi creativi di tutti e 10 i gruppi finalisti ci danno ulteriore slancio nella promozione di questa importante spazio pubblico cittadino”. “Questo per noi è un sogno che si sta concretizzando - aggiunge il sindaco Matteo Biffoni. Sono particolarmente contento che il giudizio di esperti di fama mondiale sia stato unanime nella scelta del progetto vincitore”. I tempi sono dettati dalle procedure di bonifica dell’area, che verrà consegnata al Comune completamente risanata nel 2018. L’inaugurazione del parco è prevista a primavera 2019, alle porte di un’estate che porterà ai pratesi un nuovo bellissimo spazio verde tutto da godere.

È stata scelta Una proposta che si è distinta per la capacità di offrire alla città e alla sua vocazione contemporanea una soluzione originale, innovativa e concreta

Nella pagina accanto il rendering del progetto vincitore e una vista dall’alto dell’area del Parco


64 focus ristorante

Sotto i portici di’ Mercatale I fratelli Corti e la passione di una vita di Mila Montagni APPOGGIATO ALLE MURA offre 40 COPERTI. e NELLA BELLA STAGIONE LA CORTE INTERNA NE OSPITA ALTRETTANTI

Piazza Mercatale 137 ph. 0574 606082 e 339.1240868; aperto a pranzo e a cena (chiuso il lunedì e il sabato a pranzo). Nel mese di dicembre, aperto anche il lunedì a cena

Quasi un regalo di Natale per gli appassionati della cucina di mare in città, lo scorso anno ha apparecchiati i suoi tavoli il ristorante “I Corti”. Chi sono i Corti che danno il nome al locale? Siamo due fratelli, Marco in sala e Lorenzo in cucina. Una cucina tutta mia - dice Lorenzo -, dopo anni di lavoro in altre cucine anche molto importanti come quella del Cibreo di Fabio Picchi o quella del Pirana qui a Prato… oltre quelle dei miei primi anni di lavoro a Parigi. Esperienze che sono state un bagaglio prezioso per la cura e la realizzazione dei piatti e le creazioni di pasticceria. Mio fratello Marco, sommelier AIS, cura e gestisce la sala, l’accoglienza e la cantina, con oltre 150 etichette, prediligendo i bianchi e le bollicine. Quali sono i piatti di cui è più orgolioso? Sono da sempre orientato sul pesce fresco, non nego che mi piaccia spaziare da piatti di crudo (tartare, crostacei, ostriche) a baccalà, polpo o pesce azzurro. Ho fiducia nei miei primi piatti con arselle, scampi e nel risotto di mare, ormai un nostro must. Per i secondi, la parola d’ordine è ”pescato del giorno” adeguando le proposte alla stagionalità, il fritto, le grigliate, la svaporata di crostacei… E chi sfortunato, non potesse gustare il pesce?

Nessun timore, non manca certo un’alternativa, con i piatti della terra e della tradizione, e proponiamo anche piatti vegetariani. Qual è la vostra filosofia di cucina? La semplicità, è il primo componente della mia cucina, saper scegliere la materia prima per esaltarne le caratteristiche di freschezza e genuinità, facendola diventare un sapore degno di memoria. Sono bandite, panna, salse di pomodoro e ogni ingrediente che alteri i sapori veri. Un progetto ambizioso il vostro… Certo, vogliamo offrire ai nostri clienti, una ristorazione di alto livello in centro storico, ed essere apprezzati per la qualità, le preparazioni attente e il servizio di un grande ristorante. E come ogni ristorante che si rispetti abbiamo aperto il carnet per le prenotazioni per Vigilia, Natale e notte di San Silvestro, con il menù alla carta. E per chi non ce la facesse a venire da voi durante le festività? Da gennaio il pranzo diventerà “easy” con prezzi contenuti ma con la stessa qualità e cura che viene riservata alla cena. Saranno presenti diversi piatti, per fare apprezzare, åa chi lavora, un buon pranzo in un ambiente esclusivo.



66 Luoghi città

un palco sulla città La nuova vita del monastero di San Leonardo di Elisa Signorini Alcuni spazi della villa del Palco possono essere affittati per eventi privati e un’associazione di promozione sociale gestisce la parte della foresteria che offre 49 camere

In queste foto il Monastero di San Leonardo, costruito da Datini per le sue vacanze, poi donato alla Chiesa I pratesi la conoscono da sempre come Villa del Palco

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È da alcuni secoli un luogo caro ai pratesi e da ottobre è stata riaperta, al centro di un ambizioso progetto voluto dalla Diocesi, proprietaria di questo suggestivo complesso. È la Villa di San Leonardo al Palco, che è proprio un ‘palco’ per godere uno splendido panorama della città. L’uragano di marzo 2015 ha colpito duro anche su questo edificio e forse anche a causa dell’urgenza di intervenire il Vescovo Agostinelli ha affidato il compito della gestione ai Ricostruttori nella Preghiera, una comunità monastica già presente a Prato. “Questa chiamata del Vescovo è stata una sorpresa - commenta Padre Matteo Pedrini, che vive alla Villa del Palco con altri due consacrati e tre volontari laici - indubbiamente è un impegno importante che ci ha un po’ spaventato, ma al tempo stesso il progetto è così bello che ci ha subito coinvolto.” La Villa del Palco venne costruita come casa di campagna da Francesco Datini, che alla sua morte la lasciò alla Chiesa. Nel 1400 venne affidata all’Osservanza francescana che la ampliò con nuove celle e il secondo chiostro, grazie alle donazioni dei pratesi. Alla fine del ‘700 il vescovo di Prato e Pistoia Scipione de’ Ricci privatizza

la Villa che resta una residenza privata fino alla metà del ‘900. È il vescovo Fiordelli che la ricompra, grazie ad una sottoscrizione dei pratesi, per farne una casa per ritiri spirituali per la Diocesi. La gestione è affidata nel 1955 alle Spigolatrici della Chiesa, un Istituto secolare di laiche consacrate, che con dedizione se ne sono occupa fino al 2009. La gestione torna alla Diocesi, prima don Luciano Pelagatti, poi don Helmut Szeliga, fino ai Ricostruttori nella Preghiera, che porteranno avanti il ruolo della Villa come luogo dei ritiri spirituali della Diocesi, ma lavoreranno per renderlo anche un centro di formazione umana e spirituale aperto a tutta la città e non necessariamente ai cattolici, ma a tutti coloro che cercano il tempo e il luogo per vivere una nuova spiritualità. “Vorremmo trovare un linguaggio inclusivo - conclude Padre Matteo - superconfessionale, per accogliere le persone al di là della loro scelta religiosa. Anzi a più lungo termine questo potrebbe diventare un Centro Ecumenico inter-religioso”. Intanto la riapertura di ottobre ha visto presenti musicisti, pittori, scultori, ballerine; altri momenti di meditazione e di arte sono previsti per questo inverno. (www.sanleonardoprato.it.)



68 sport territorio

Atleti in pista

Presente e futuro del nuovo stadio di atletica Made in Prato di Elisa Signorini PISTA A OTTO CORSIE, anello di ciclismo, UNA TRIBUNA CHE CONTA 1.420 POSTI, PALESTRA DI POTENZIAMENTO E MOLTO ALTRO

Alcuni momenti del taglio del nastro ad opera del sindaco di Prato Matteo Biffoni insieme ai giovani atleti dell’Atletica Prato dai colori giallo e blu

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Prato ha finalmente uno stadio d’atletica degno di questo nome e tra tanti atleti, giovani e meno giovani, molti con i colori giallo-blu dell’Atletica Prato, il sindaco Biffoni il 12 novembre ha tagliato il nastro alla nuova pista di atletica e ciclismo Mauro Ferrari posta tra Coiano e Galceti, lungo la tangenziale. Prato ha così una delle migliori piste d’atletica in Toscana, pari solo a quelle di Firenze e Grosseto, capace di ospitare qualunque tipo di gara. Una pista ad otto corsie (più una di riscaldamento), gli spazi necessari per discipline come salto in alto e salto in lungo, una tribuna che conta 1.420 posti a sedere sulle gradinate, al piano terra spogliatoi per 70 atleti, oltre a quelli per arbitri e addetti, un’infermeria, un locale antidoping, una palestra di potenziamento e sotto la tribuna trova posto anche una pista di allenamento coperta. A tutto questo si aggiunga una pista per il ciclismo.“Possiamo finalmente dare una risposta all’avanguardia alle società sportive della città con uno dei migliori impianti di atletica e ciclismo della Toscana - ha detto

il sindaco Matteo Biffoni in occasione dell’inaugurazione. Ora Prato si candida ad ospitare eventi sportivi di alto livello”. Anche se, ancor prima degli eventi agonistici, ad animare la pista saranno le centinaia di atleti pratesi, di cui molti giovani e giovanissimi, che ogni giorno frequentano l’impianto. La storia di questo impianto ha inizio con la giunta Romagnoli, in carica tra il 2004 e il 2009, che aveva un progetto per la realizzazione di uno stadio d’atletica. Di quel progetto venne realizzata nel 2006 solo la pista e mentre Prato tentennava sul completamento dell’opera, Firenze si dotò di uno stadio d’atletica, oscurando le velleità pratesi. È nel 2010 che i vertici dell’atletica pratese (in particolare l’Atletica Leggera Prato e la Roberto Colzi che proprio in quegli anni, fondendosi, dettero vita all’Atletica Prato) chiesero alla giunta Cenni di portare avanti il progetto finito nel dimenticatoio e nel 2013, grazie all’assessore Caverni, fu trovato un accordo con Edilcoop, che aveva costruito ParcoPrato e che doveva comple-


69 sport territorio

tare gli oneri di urbanizzazione collegati alla lottizzazione: il Comune decise di portare avanti direttamente l’urbanizzazione, dirottando gli oneri sulla realizzazione dello stadio d’atletica, per un valore di circa un milione e cinquecentomila euro. “Il via al progetto è stato dato nell’aprile del 2014 con l’assessore allo sport Grazzini ha commentato Luca Vannucci, consigliere delegato per lo sport dell’attuale amministrazione - e poche settimane fa il sindaco Biffoni ha tagliato il nastro inaugurale dell’impianto concluso. Siamo molto orgogliosi di questo impianto che dimostra che, se le cose son fatte bene, non c’è spazio per alcuna contrapposizione politica: ben volentieri abbiamo proseguito il lavoro intrapreso dalla precedente giunta, aggiungendo per un importo di circa 400mila euro il completamento dell’anello di ciclismo. Proprio l’anello di ciclismo è qualcosa che Prato non aveva mai avuto e che oggi garantisce sicurezza al mondo del ciclismo, al quale si avvicinano tanti ragazzi, che finora erano relegati alle strade del Macrolotto

industriale. È significativo che questo impianto sia aperto a più sport, anzi l’idea è di migliorarlo per renderlo uno strumento al servizio anche di altre discipline. Quindi, come ho sottolineato al momento dell’inaugurazione, questo è un punto di partenza più che un punto di arrivo. Passiamo quindi la staffetta alle associazioni sportive che vorranno organizzare qui manifestazioni e gare e che avranno il nostro convinto supporto”. Del resto che Prato da sempre creda nello sport non è una sorpresa: basti pensare che con quasi 190mila abitanti conta circa 90 impianti sportivi. Un investimento sullo sport fatto soprattutto negli anni ‘70/’80 e che negli ultimi anni sembra essere tornato tra le priorità dell’amministrazione. “Lo sport è salute, divertimento, integrazione, sociale, turismo e l’amministrazione comunale – conclude Vannucci – è molto contenta di avere dato alla città questo strumento che consente di praticarlo con agio e sicurezza”.

La nuova pista di atletica e ciclismo Mauro Ferrari si trova tra Coiano e Galceti, lungo la tangenziale

Un futuro che vedrà succedersi importanti avvenimenti sportivi dedicati all’atletica e all’amore per lo sport



71 focus salute

tecnica e professionalità Il benessere e la salute, passando dalla bellezza di Elisa Signorini

Le nuove possibilità offerte dalla medicina estetica e dalla chirurgia plastica aiutano sempre di più a stare bene con se stessi. A Prato svolge da anni la sua attività il dott. Pietro Campione, un medico chirurgo specializzato in chirurgia plastica e ricostruttiva presso l’Università di Firenze, formatosi nella famosa Clinica Planas di Barcellona, dove ha appreso e raffinato tecniche all’avanguardia sia per gli interventi chirurgici che per quelli di medicina estetica. Qual è oggi l’approccio con la chirurgia plastica? E’ cambiato negli ultimi anni? L’approccio con la chirurgia plastica è cambiato molto, rispetto ad alcuni anni fa i pazienti arrivano in ambulatorio preparati su cosa vogliono per loro. Pur con delle eccezioni, molte delle richieste inverosimili di un tempo si sono ridimensionate. I pazienti sono più difficili da soddisfare, ma questo ha portato gli stessi ad affidarsi a professionisti seri, che garantiscono risultati ottimi anche nelle possibili emergenze. Che tipo di pazienti chiedono il suo aiuto? Incontro e visito pazienti di ogni età, uomini e donne. Ho notato un certo incremento dei giovanissimi accompagnati dai loro genitori. In questi

casi, suggerisco di attendere un’età più matura per intervenire su certi difetti, è molto importante infatti che il paziente sia cosciente del cambiamento e lo desideri davvero. Quali sono gli interventi maggiormente richiesti? Liposuzione e mastoplastica, seguiti da blefaroplastica, trapianto di capelli e rinoplastica. Quali sono i consigli che darebbe a chi vuol considerare l’idea di sottoporsi ad un intervento? Consiglio di spiegare fino in fondo cosa ci si aspetta dal trattamento, non vergognarsi di alcuna domanda e seguire alla lettera i consigli per il post.Tutte queste raccomandazioni valgono anche per gli interventi di chirurgia vera e propria, in questo caso però aggiungo di porre attenzione assoluta alle direttive del chirurgo per il pre e post intervento, utili all’ottimizzazione di un buon risultato. Ricordo poi di essere sempre certi del percorso scelto, per questo il paziente deve essere libero di riflettere serenamente prima di decidere sul da farsi.Il consiglio più importante rimane sempre quello di rivolgersi a professionisti Nella foto autentici e affidabili che hanno effettuato i giusti e il Dottor Pietro Campione (ph. Studio Righi) corretti percorsi di studio.



73 focus azienda

L’arte del costruire

montoc, fusione non solo dei nomi L’azienda edile Montoc. Ristrutturazioni e costruzioni su misura dei due fondatori, ma anche dei loro di Virginia Mammoli sogni e delle loro Dare forma a qualcosa che ancora non esi- laboratori. Un team affiatato sia dal punto di aspirazioni ste: questo in estrema sintesi è il talento di chi lavora nel settore dell’edilizia. Spazi inutilizzati, costruzioni fatiscenti, o semplicemente bisognose di una piccola ristrutturazione, diventano edifici che vanno a segnare il paesaggio urbano o rurale, e quando si tratta di panorami come quelli italiani, il tutto va fatto con grande gusto e sensibilità. È con questo spirito pionieristico che Montoc sta portando avanti con devozione una strada intrapresa da più di cinquant’anni. Simone Monteseno, infatti, una volta ereditata l’impresa dal padre, nel 2005 la fonde con quella di Alessandro Toccafondi, altro pratese diplomato alla scuola edile, che dopo più di venti anni di esperienza e perfezionamento, decide di lanciarsi in questa nuova avventura con Simone. È così che nasce Montoc, fusione non solo dei nomi dei due soci fondatori, ma anche dei loro sogni e delle loro aspirazioni, che negli anni non hanno fatto altro che confermarsi e rafforzarsi, dando vita a un’attività che oggi conta importanti interventi e otto nuovi col-

vista lavorativo che umano, conosciuto per la sua professionalità e le sue esecuzioni impeccabili. Dall’analisi del progetto alla posa in opera, l’intero processo edile è studiato nei minimi particolare, per un risultato che va oltre la lavorazione industriale, mantenendo il calore di un’operazione artigianale, studiata e realizzata ad hoc. Ristrutturazioni, ma anche costruzioni ex novo, mirate principalmente alla realizzazione di piccole e grandi ville. Interventi di rifinizione di grande prestigio che si distinguono, non solo per la pulizia e l’estetica, ma anche per la loro qualità nel tempo. È questa la chiave per realizzare costruzioni di alto livello che vadano incontro alle esigenze e ai gusti della committenza. Perché la casa è l’abito più importante che indossiamo, il vero “pezzo unico”, quello con cui facciamo i conti ogni giorno e che custodisce i nostri momenti più intimi, ed è lì, più che in un capo sartoriale o in un gioiello arti- Nelle immagini, alcuni gianale, che si capisce il vero valore del “su recenti lavori realizzati dall’azienda edile Montoc misura”.



Una festa dieci e lode alla 4M Una serata speciale per una doppia presentazione allo showroom della 4M Automobili. Il numero autunnale di Pratoreview e la nuova Volvo XC90 hanno fatto da sfondo ad un evento glamour con Vip, ospiti d’eccezione e amici di sempre.


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APOTHEKE Via Verdi 17 ph. 0574.25099 Bar Ercole Viale Montegrappa 304 ph. 0574.597076 Bar San Francesco Via Santa Trinita, 32 ph. 0574.448516 Bigonge Bar Piazza Buonamici ph. 0574.26319 BLENDER Via Garibaldi Caffe’ Buonamici Via Ricasoli 3 ph. 0574.30170 Caffe’ 21 Viale Piave 5 ph. 0574.42064 Da Lucio Piazza del Comune EL BARRIO Via Cairoli FIASCHEMBERG Via Settesoldi 42 GRADISCA 1973 Via Settesoldi 30 ph. 0574.1827470 I FRARI Via Garibaldi 120 ph. 334.3442532 Il Giardino del The’ Piazza Mercatale 46 ph. 0574.442816 KORNER KAFFE Via Borselli 89 ph. 0574.6224216 La Dolce Vita Via Traversa Pistoiese, 37 ph. 0574.814748 La Gioconda Via Raffaello Lambruschini 25 ph. 0574.603091 La Tazza d’Oro Viale della Repubblica 290 ph. 0574.593771 LE Barrique Via G. Mazzoni 19 ph. 0574.30151 Leo’s Bar Via del Palco 119 ph. 0574.28033 Opificio JM Piazza San Marco 39 ph. 0574.870500 www.opificiojm.it PRATO CITY Via Valentini 7 ph. 0574.1821183 Schiaccinomania Via Santa Caterina 12 ph. 0574.605154 To wine Viale della Repubblica, 23 ph. 0574 550462 ZERO Via Garibaldi 65 ph. 0574.35041

Ristoranti

A casa gori Piazza sant’Agostino

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Antichi Sapori Via F. da Filicaia 40/A ph. 0574.461189 agora Piazza duomo 44 ph. 0574.1825949 Baghino Via dell’Accademia 9 ph. 0574.27920 Boccondivino Via Mascagni 59 ph. 0574.22957 buvette Via Santa Trinita 7 ph. 347.0905629 Cafiero Vicolo de’ Neroni ph. 0574.606309 I CORTI Piazza Mercatale 136 ph. 0574.606082 Il Decanter Piazza Delle Carceri 1/2, 59100 Prato, Italia ph. +39 0574475476 al castello Piazza S.Maria Delle Carceri, 1 ph.0574.483136 Enoteca Antica Fiaschetteria Piazza Filippo Lippi 4 ph. 0574.41225 Enoteca Razmataz Piazza Mercatale 110 ph. 0574.448619 Enoteca Barni Via Ferrucci 22 ph. 0574.607845 I’Salottino Via Settesoldi 36 ph. 0574.063153 Il Capriolo Via Roma 306 ph. 0574.1825326 Il Mercante Via Traversa il Crocifisso 47 ph. 0574.627174 Il Pirana Via Valentini 110 ph. 0574.25746, www.ristorantepirana.it L’Altra Calafuria Piazza Filippo Lippi 9 ph. 0574.26697 L’ANTILOPE Via Pistoiese 248 ph. 0574.21033 LA COVA TAPAS BAR Via Santa Trinita 3 La fabbrica alimentare Via Valentini 102 ph. 0574.870315 La Grotta di Bacco Piazza S. Domenico 16 ph. 0574.440094 LA LIMONAIA DI VILLA ROSPIGLIOSI Via Firenze 83 ph. 0574.592515 La Veranda Via dell’Arco 10 ph. 0574.38235 Le Fontanelle valentino Via Traversa del Crocifisso 7 ph. 0574.622316

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LE Garage Bistrot Piazza San Domenico, 26 ph. 0574.24842 Lo Scoglio Via Giuseppe Verdi 42 ph. 0574.22760 Mangia Via Ferrucci 175 ph. 0574.572917 Mokha Piazza San Marco 5 ph. 0574.400412, www.mokha.it Opera 22 Via Pomeria 64 ph. 0574.606812 www.opera22.it Pepe Nero Via Zarini 289 ph. 0574.550353 Ristorante Myo Viale della repubblica 277 ph. 0574 1597312 Salomè Hotel Datini, Via Marconi, 30 ph. 0574.562348 Sasso Via Firenze 40 ph. 0574.562288 SOLDANO Via della Sirena ph. 0574.830913 Via Pomeria 35 ph. 0574.34665 Tonio Piazza Mercatale 161 ph. 0574.21266

Trattorie

La Fontana Via di Canneto 1 ph. 0574.27282 Lapo Piazza Mercatale 141 ph. 0574.23745 Logli Mario Via Carteano 1 Filettole ph. 0574.23010 Osteria Cibbè Piazza Mercatale 49 ph. 0574.607509 osteria le cento buche Via degli Abatoni 7 ph. 0574.694312

Pizzerie

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design objects, such as the new lamps by Seletti Monkey and Mouse. In Piazza San Marco is the kingdom of cheese: Il Pepolino. Delicious goat cheeses, served perhaps already sliced on one of their porcelain platters, ready for tasting. Staying on the theme For a gift, why not... of food, we go to a real Here are some ideas jewel of a delicatessen, for Christmas, and Rino e Renato, on Via more! Piero Gobetti. A triumph We selected eight places of Tuscan salamis. in Prato in which to find Among the specialties, original and refined gift Tonno di Chianti. For ideas, perfect for either lovers of infusions, in a small token or a more Piazza Mercatale there important gift. Open for is Il Giardino del Thè, a little over two years, with a wide assortment Varietè is a charming of excellent teas from boutique in Piazza San all over the world. On Francesco, full of colors Viale della Repubblica and flowers of the rarest is the wine shop and species, which are wine bar To Wine. Wines used to make furniture and champagnes, from and accessories worth the noblest to the most discovering. In Piazza sought-after labels, but del Comune we find also different types of the Antica Torrefazione rum. Padovani. Among its finest blends are the Gold, and the Gourmet blends. For those with a sweet tooth, in Via Garibaldi there is the pastry shop Il Nuovo Mondo. Perfect for a gift idea is the Giulebbe, a plum cake made with panettone dough, Carmignano dried figs and walnuts, covered Radical explorer with a pine nut frosting. Giorgio Lupano has Behind the Castello eaten a lot of stage dust. dell’Imperatore, on Via Behind the perfect face San Giovanni, Babylon lies a responsibility that Bus Casa has room bewitches and convinces, fragrances, jewellery and and that is synonymous

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with study, dedication and the desire to make it. Now, he is the star of the play, Children of a Lesser God by Mark Medoff, on stage for the first time in Italy, at the Politeama in Prato, Saturday 11 and Sunday 12 March 2017. The story was already made famous in 1986 by the movie starring William Hurt and Marlee Matlin. It’s the story of a young teacher with unconventional methods, hired to teach in an institute for the deaf and dumb. To better handle this role, Lupano took a year and a half intensive course at the State Institute for the Deaf in Rome. At the end, he said, “After the debut with Luca Ronconi, a theatre experience abroad and my first directing experience taken on tour for six years, this show, more than just being a stage play, is an experience that changed my life”. Can you tell us how? It gave me a different perspective on things, in a world I didn’t know, that of deaf people. What kind of work did you do at the State Institute for the Deaf in Rome? I not only learned sign language, ISL, but entered into another culture. Is it the first time you’ve been in Prato with a play? Can you give some impression of the city if you know it a little?

I only know Prato from the odd times I came to see shows at the Fabbricone. This will be a chance to learn a little more about the city and its public.

40 Contemporary Prato Founded in September 2016, to coincide with the reopening of the Centro Pecci, the network Con, Contemporaneo Condiviso, promises to make its presence felt in the coming year. The network is made up of 11 not-for-profit organizations and art studios that have been operating in the Prato area, conceived to promote all artistic disciplines linked by the connecting thread of contemporary art. The shared calendar full of events and performances aims particularly at the diffusion of art on a participatory level, to establish communications between people and recover the historical and cultural heritage of


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the city of Prato, in all its complexity. To date, the 11 organizations in the network have engaged in a series of actions and initiatives that also included the participation of national and international artists. Within the network, we find Spazio Corte 17 (SC17), an artist’s studio and promoter of the Macrolottozero project (along with Kinkaleri and Dryphoto), that on Saturday, November 26, within the TAI 2016 initiative, opened the

40 doors of the Fabbrica Ex Anonima Calamai proposing a series of contemporary art performances. In fact, from 2015, SC17 continues with the project TAI (Tuscan Art Industry), which aims to bring together different artistic sensibilities to experiment in the field of contemporary arts, working in specific locations chosen from time to time by virtue of their connection with the territory.

help of underwriting from Prato, as a place for spiritual retreats for the Diocese. The Ricostruttori nella Preghiera will continue to run the villa as a place of spiritual retreats, but will also work toward making it a human and spiritual training center open Villa del Palco to the entire city. The above Prato reopening in October was For some centuries, attended by musicians, this place has been painters, sculptors, and cherished by the people dancers; other moments of Prato. Reopened from of meditation and art are October, it is at the center planned for this winter. of an ambitious project Some spaces may be promoted by the Diocese, rented for private events owner of this impressive and a social promotion complex. It is the Villa of association manages the San Leonardo al Palco. part of the guesthouse The hurricane of March that offers 49 rooms. 2015 hit this building hard www.sanleonardoprato.it as well, and perhaps also because of the urgent need to act, Bishop Agostinelli entrusted the task of managing it to the Ricostruttori nella Preghiera, a monastic community already present in Prato. La Villa del Palco was built as a country house by Francesco Datini, Athletes who at his death left it on the track to the Church. In 1400, Prato finally has an it was entrusted to athletics stadium the Franciscans who enlarged it with donations worthy of this name: on from the people of Prato. November 12, Mayor Biffoni cut the ribbon on At the end of the 1700s, the new Mauro Ferrari the Bishop of Prato and running and cycling track Pistoia, Scipione de’ located between Coiano Ricci privatized the Villa. and Galceti, along the It remained a private ring road. One of the residence until the mid best athletics tracks in 1900s. Bishop Fiordelli Tuscany, equal only then bought it, with the

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to those of Florence and Grosseto, it can accommodate any type of event. A track with eight lanes (plus one for warming up), the spaces required for disciplines such as the high jump and long jump, a grandstand with 1,420 seats, on the ground floor, dressing rooms for 70 athletes, in addition to those for referees and staff, an infirmary, an anti-doping room, a strength-training gym and under the grandstand there is even room for a covered training track. To all this we add a cycling track. The history of this track begins with the Romagnoli administration, in office between 2004 and 2009, which had a project for the construction of an athletics stadium. Of that project only the track was built in 2006. In 2010, the leaders of Prato’s athletics track asked the Cenni administration to continue work on the project, and in 2013, thanks to Councilman Caverni, an agreement was made with Edilcoop, which had built ParcoPrato and had to fulfil the infrastructure costs related to housing development: the City Council decided to carry out the development directly, shifting the burden of building costs onto the athletics stadium, for a value of about one million and five hundred thousand euro.


82 oroscopo inverno

MESSAGGI DALLE STELLE

Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri ARIETE (21 marzo – 20 aprile) A un inizio anno un po’ sottotono, seguono due mesi di grande intensità, che vedono il passaggio di Marte nel vostro segno con Venere che si occupa amorevolmente dei nati in marzo.

BILANCIA (23 settembre – 22 ottobre) Febbraio e inizio marzo con qualche tensione per via dei pianeti che vi si oppongono dal segno dell’Ariete. Terza decade in gran forma, in grado di superare ogni ostacolo!

TORO (21 aprile – 20 maggio) Approfittate dei dolci suggerimenti venusiani in gennaio; anche Mercurio vi appoggia dal Capricorno rendendovi oltremodo lucidi. Nulla di straordinario tra febbraio e marzo.

SCORPIONE (23 ottobre – 22 novembre) Gennaio vede gli appoggi straordinari di Mercurio, Venere e Marte: un mix di creatività, fascino e determinazione. In febbraio cala la lucidità mentale, mentre marzo segna una debole ripresa.

GEMELLI (21 maggio – 21 giugno) Ragioni di stanchezza ve ne sono, soprattutto per i nati dal 10 al 18 giugno. Dovete lavorare sullo stato d’animo complicato e decadente, in particolare durante il mese di gennaio.

SAGITTARIO (23 novembre – 21 dicembre) Inizio 2017 con qualche difficoltà. Netto cambio di marcia in febbraio e marzo, in particolare per i nati in novembre e fino al 14 dicembre. Più riflessivi appaiono i nati dal 15 al 19 dicembre.

CANCRO (22 giugno – 22 luglio) Inizio anno energico, vitale e ricco di emozioni, cui seguono un febbraio e marzo contrastati, dove servono tatto e diplomazia. Il cattivo umore riguarda soprattutto i nati in giugno.

CAPRICORNO (22 dicembre – 20 gennaio) Il nuovo anno si apre con Mercurio che visita il vostro segno e vi rende lucidi e acuti. Da febbraio per i quadrati di Venere e Marte siete suscettibili e nervosi, poco inclini al compromesso.

LEONE (23 luglio – 23 agosto) Nati in luglio con grandi chance in febbraio, ma anche i nati dal 12 al 18 agosto non sono da meno per gli appoggi di Giove, Saturno ed Urano, che si prolungano fino in primavera.

ACQUARIO (21 gennaio – 19 febbraio) Febbraio vede Mercurio nel segno e Venere, Marte, Giove, Saturno, Urano a favore. I sostegni celesti sono così solidi da permettervi di affrontare qualsiasi impresa. Che volete di più?

VERGINE (24 agosto – 22 settembre) Sappiate scegliere con cura ciò che è veramente importante, evitando di farvi prendere dall’affanno e dai malumori. Periodo sempre molto impegnativo per i nati dal 14 al 20 settembre.

PESCI (20 febbraio – 20 marzo) Stress e nervosismo in gennaio, ma Venere vi è accanto stabilmente tutto il mese per seguirvi nella situazione sentimentale. Terza decade stanca e demotivata per la quadratura saturnina.

a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo” Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter – www.pacpainter.it


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