Pratoreview n.35

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prato n. 35 autunno 2017

L’autunno caldo in cittĂ

Alessandro Benvenuti

Il regista racconta il nuovo spettacolo al Teatro Politeama

Sapori di bosco

Dove andare a mangiare i migliori funghi

Vetrine accese

Come rivitalizzare i fondi sfitti del centro

Soffici e Rosai La mostra da non perdere ENGLISH VERSION

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11 EDITORIALE

12 SPETTACOLO 14 ARTE 16 LIBRI 18 LO SGUARDO DALLE STELLE 20 LO SGUARDO DA FUORI 22 ITINERARIO GASTRONOMICO Sua maestà Porcino 26 INTERVISTA Alessandro Benvenuti. Il ‘toscanaccio’ dall’anima gentile di Maria Lardara 30 CINEMA Manifatture Digitali Cinema.

Una piccola cinecittà in riva al Bisenzio 34 MODA Ondata blu 42 SHOPPING Generazione ‘Popuppers’ di Maria Lardara 46 TERRITORIO Pasticceria Victory. Metti un caffè 48 ARTE Soffici e Rosai. Diversi e vicini 52 ARTE La pittura ‘fuori dal tempo’ di Andrea Martinelli di Francesca Lombardi

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56 STAGIONE SINFONICA La Camerata e il suo stile unico di fare grande musica di Teresa Favi 61 SEGNI PARTICOLARI Marta Vannuccini 63 SEGNI PARTICOLARI Bianca Noorbakhsh di Sabrina Bozzoni 64 LOCALI Tre nuovi indirizzi in città di Sabrina Bozzoni 68 INTERVISTA La storia di Dunkerque raccontata da Franco Cardini di Elisa Signorini 70 ICONE Niccoli. Riapre la storica casa musicale di Virginia Mammoli 74 SHOT ON SITE Pratoreview n. 34 76 PRATO GUIDE 79 ENGLISH VERSION 82 OROSCOPO

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DIRETTORE RESPONSABILE

Matteo Parigi Bini

MODA

Teresa Favi, Francesca Lombardi REDAZIONE

Sabrina Bozzoni, Matteo Grazzini, Maria Lardara Virginia Mammoli, Mila Montagni, Elisa Signorini CONTRIBUTORS

Claudio Cannistrà, Guido Parigi Bini FOTOGRAFI

Gianni Attalmi, Silvia Bavetta, Carlotta Benvenuti, Dario Garofalo, Lanfranco Nosi, Pasquale Paradiso, Willy Sanson GRAFICA

Martina Alessi, Chiara Bini TRADUZIONI

NTL

DIRETTORE COMMERCIALE

Alex Vittorio Lana PUBBLICITÀ

Gianni Consorti, Alessandra Nardelli SOCIETÀ EDITRICE

Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italia tel +39.0574.730203 - fax +39.0574.730204 redazione@gruppoeditoriale.com Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP CARTA

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11 EDITORIALE

C’È VOGLIA DI FARE

Con l’autunno il centro diventa centro propulsore di cultura e di rilancio del tessuto commerciale grazie a nuove aperture Quest’anno l’autunno ha il sapore della voglia di fare e di scommettere con rinnovata energia sulla nostra città.

Vedere per credere. Le miti temperature, del resto, invogliano a uscire, favoriscono l’andar per mostre, spettacoli e sale cinematografiche. In questo numero andiamo a scoprire i 21 nuovi negozi che ridanno ossigeno al trangolo commerciale tra tra via del Serraglio, via Guizzelmi e via Muzzi. Non capita tutti i giorni, del resto, che 21 saracinesche siano alzate tutte insieme: è successo, grazie al progetto PopUp Lab che andrà avanti fino al 14 gennaio 2018. Per un autunno a tutto shopping!

La stagione segna il tripudio dei sapori del bosco con le varie specialità a base di funghi in cui sono specializzati i tanti ristoranti della nostra zona: abbiamo selezionato quelli che, secondo il nostro parere, sono i migliori indirizzi da provare.

Se fra i vostri buoni propositi per l’autunno c’è quello di tornare a teatro, sappiate che in zona troverete un cartellone ricco di spettacoli. Non a caso per la copertina di questo numero abbiamo scelto lo

sguardo importante di un ‘toscanaccio’ Doc come Alessandro Benvenuti che torna a Prato per firmare la regia di Sabbie Mobili, il nuovo spettacolo al Teatro Politeama in anteprima nazionale il 4 e 5 novembre. La colonna sonora di questo autunno è scandita dalle note di Beethoven che rendono imperdibile il concerto della Camerata Strumentale di Prato, in programma il prossimo 9 novembre.

Sempre in tema di musica, vi raccontiamo il ritorno del Niccoli, storico negozio di dischi che ha fatto la storia di Prato.

Chi non ha un cd nel cassetto comprato da loro? Riaprirà con una nuova veste e diventerà un vero e proprio tempio del vinile. Un altro gioiello prezioso dentro le mura dove luccicava già dal 1925. Non poteva mancare l’arte dalla nostra agenda che si riempirà con i colori di Soffici e Rosai, in mostra a Poggio a Caiano.

Infine, andiamo a conoscere lo stile di un artista che porta il nome di Prato fuori dai nostri confini: Andrea Martinelli, in mostra a Pontassieve con L’ora delle ombre e autore di un libro di scritti inediti.

TEATRO, ARTE E MUSICA PER GODERSI UNA STRAORDINARIA STAGIONE. ANCHE A TAVOLA

12 AGENDA SPETTACOLO

In alto: Amore Lato

Un interessante inizio per la stagione teatrale pratese. Il Politeama presenta il 21 ottobre Tango Suite, un concerto-spettacolo dedicato alla storia del tango, dai classici di Gardel, Cobian, De Mare al nuevo Tango di Piazzolla, Blazquez e Cosentino, fino agli autori della nuova generazione tanguera come Marta Pizzo. Il 4 e 5 novembre il debutto toscano di Sabbie Mobili, con Roberto Ciufoli, Gaspare, Max Pisu per la regia Alessandro Benvenuti: una favola che guida col sorriso alla ricerca di se stessi. Il 19 novembre Carmen, con la partecipazione, accanto ai solisti, del Coro Pratolirica, del Coro di Voci Bianche degli alunni dell’Istituto Comprensivo Iva Pacetti, della Filarmonica Otello Benelli, di alcuni allievi della Scuola Comunale di Musica G. Verdi, del Grup-

In basso: Richard II

po di ballo Diablo Latino.

Il 25 e 26 novembre Yves Montand un italien à Paris, un recital di e con Gennaro Cannavacciuolo. Il 9 e 10 dicembre Gabriele Cirilli in #Taleequaleame…again. Il 16 e 17 dicembre La pulce nell’orecchio, la prima nazionale di una commedia musicale da George Feydeau, interpretata da Sandro Querci, Silvia Querci, Fabrizio Checcacci, Andrea Bacci, Elena Talenti, Rosario Campisi, Elena Mancuso, Camilla Gai, un piacevolissimo testo con musiche e canzoni straordinarie, da L’amore è una cosa meravigliosa a Granada.

Come ogni anno il Politeama ospita anche i concerti della Camerata Strumentale Città di Prato: il 9 novembre Jonathan Webb dirige Grazia Raimondi al violino e Alberto Bocini al contrabbasso in Beethoven: Sinfonia n. 1 in

In alto: Montand Palazzo Pretorio

do maggiore op. 21, Bottesini: Gran Duo concertante per violino, contrabbasso e orchestra, Beethoven: Sinfonia n. 7 in la maggiore op.

92. Il 30 novembre musiche di Boccherini, Vivaldi e Sollima eseguite dallo stesso Giovanni Sollima e Gianluca Pirisi al violoncello. Il primo concerto della stagione per la Camerata sarà invece il 25 ottobre al Teatro del Convitto Nazionale Cicognini: Miniature sinfoniche eseguite da un quintetto di fiati. Un’altra trasferta il 13 e 14 dicembre: nella Chiesa di San Francesco il Maestro Webb dirige Elizaveta Martirosyan soprano, Ewa Gubańska mezzosoprano, Gabriele Giacomelli all’organo e il Coro «Città di Prato» in misiche di Grieg, Charpentier, Zipoli e Vivaldi.

Il Metastasio parte invece con un classico della prosa:

In basso: Emilia

dal 21 al 29 ottobre Richard II di Shakespeare con Maddalena Crippa. Dal 16 al 19 novembre Sei personaggi in cerca d’autore per la regia di Luca De Fusco.

Al Fabbricone dal 9 al 12 novembre Amore di Spiro Scimone, una commedia che ha raccolto nel 2016 numerosi premi. Dal 23 al 26 novembre Emilia, scritto e diretto da Claudio Tolcachir con Giulia Lazzarini. Sempre al Fabbricone dal 14 al 17 dicembre Play Strindberg, dove sorriso e amarezza si alternano continuamente.

Nella Sala Fabbrichino, invece, dal 1 al 17 dicembre Quartett di Heiner Müller con Valentina Banci e Fulvio Cauteruccio.

Ai Cantieri Culturali, dal 4 ottobre al 20 dicembre, Officina Giovani - autunno 2017 che parte con L’Acqua Cheta Reloaded.

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AGENDA ARTE

Museo Soffici e del ‘900 italiano

CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI Termina il 28 gennaio 2018, la grande esposizione incentrata sull’enorme patrimonio d’arte contemporanea raccolto negli ultimi trent’anni dal museo. Un viaggio teorico, Dalla caverna alla luna, ovvero dal luogo più lontano nel tempo dove l’uomo si è rifugiato e ha dato vita alle prime forme artistiche e il posto più distante nello spazio dove l’essere umano si è spinto fisicamente o proiettato idealmente. A fare da poli la Caverna dell’antimateria di Pinot Gallizio e lo spazio cosmico della Luna di Fabio Mauri, passando per La spirale appare di Mario Merz, l’avveniristica Supersuperficie immaginata dal Superstudio, l’Intercamera plastica di Paolo Scheggi e le opere di altri grandi artisti italiani e internazionali, in totale sessanta, tra i quali Munari, Fontana, Pistoletto, Fabre,

In alto: Museo del Tessuto Palazzo Pretorio

Kapoor, Warhol e Wurm. Due le installazioni site specific lasciate da La fine del mondo (mostra di riapertura dopo il lavoro di ampliamento e restauro del museo): Transcorredor di Henrique Oliveira e il pavimento retroilluminato di Carlos Garaicoa.

Sempre fino al 28 gennaio è visitabile la mostra, inaugurata questo ottobre, Più vicini più lontano, dedicata a Jozef Robakowsk, artista, cineasta, autore di film, video, installazioni, performance e fotografie.

L’allestimento comprende una selezione di video, film e documentazioni di performance dagli anni ’60 a tempi più recenti, oltre al primo film sperimentale dell’artista, 6,000,000, a Sto andando…, primo lavoro in cui la telecamera viene considerata estensione del corpo dell’artista e a Dalla mia finestra, la pellicala che Robakowski ha realizzato riprendendo per più di venti

anni scene di vita quotidiana dalla finestra del proprio studio di Łodż.

PALAZZO PRETORIO La mostra Legati da una cintola - L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città è incentrata su uno dei simboli di Prato, la Sacra Cintola, la cintura della Vergine custodita nel Duomo, per secoli il tesoro più prezioso della città, reliquia dal valore al tempo stesso religioso e civile. Tra le opere, la trecentesca tavola di Bernardo Daddi (importante esponente della scuola giottesca), a lungo tempo smembrata, e finalmente visibile nella sua interezza insieme a altri dipinti, sculture e miniature che illustrano le diverse elaborazioni del tema dell’Assunta che dona la cintola. Anche il Duomo di Prato partecipa al percorso espositivo, aprendo ai visitatori la cappella della Cintola, affrescata interamente da

In basso: Palazzo Pretorio

Agnolo Gaddi (fino al 14 gennaio 2018).

MUSEO DEL TESSUTO Prosegue fino al 29 aprile 2018 la mostra Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo. Tessuti, capi d’abbigliamento femminili e maschili, porcellane, oggetti d’arredo, dipinti e incisioni che raccontano i vari passaggi di stile di un secolo ricco di cambiamenti artistici e culturali, il Settecento. Dallo stile bizarre, al revel, al dentelles, la prima parte del XVIII secolo parla un francese ridondante, rococò che sfocia nell’appassionato uso del merletto. A metà secolo le proposte lussuose della corte francese lasciano il posto a un’estetica neoclassica, fino alla sempre più accentuata rarefazione degli ornamenti che va di pari passo con il diffondersi, nell’ultimo quarto di secolo, del pensiero razionalista. A fare da padrone sul finire del Settecen-

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ph. Silvia Bavetta

AGENDA ARTE

Lottozero

to, la riga, annullata poi a sua volta da una spiccata tendenza al monocromo. Straordinari gli otto capi d’abbigliamento che arrivano dal Museo della moda e del costume delle Gallerie degli Uffizi e i preziosi tessuti in seta provenienti dalla Fondazione Ratti di Como, qui abbinati ai gilet e alle pregiate porcellane di manifattura cinese della collezione del Museo Stibbert.

MUSEO SOFFICI E DEL ‘900 ITALIANO Museo Soffici e del ‘900 italiano propone Soffici e Rosai. Realismo sintetico e colpi di realtà, una mostra che mette a confronto i linguaggi figurativi di due delle personalità più importanti del XX secolo, Ardengo Soffici e Ottone Rosai. 50 dipinti e 20 disegni realizzati dagli anni Dieci fino al secondo dopoguerra, esposti alle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano, mettono in luce sia i punti di contatto che le

In alto: [chì-na] Palazzo Pretorio

differenze tra i due artisti: meditate e sintetiche le illuminazioni realistiche di Soffici, drammatica e aspra, con fiammate liriche, la realtà di Rosai.

PUNTOCON FESTIVAL 2017 Tante le iniziative in calendario per il festival organizzato da PuntoCon Contemporaneo Condiviso, la rete che riunisce 10 soggetti no-profit del mondo dell’arte contemporanea.

Tra queste la terza edizione di TAI - Tuscan Art Industry, il laboratorio di sperimentazione che lavora in stretta relazione con l’archeologia industriale del territorio. Dopo la Fabbrica Ex Lucchesi e la Fabbrica Ex Anonima Calamai, il progetto si concentra quest’anno sulla connessione tra la città di Prato e la Val di Bisenzio, organizzando un gran tour alla scoperta delle fabbriche storiche abbandonate, ancora attive o rigenerate (il 21 e il 22 ottobre e

il 12 novembre). Dal 27 al 31 ottobre torna Botanica (seconda edizione), l’iniziativa che trasforma la sede dell’associazione culturale [chì-na] in un suggestivo giardino d’inverno, all’interno del quale piante e elementi botanici condividono lo spazio con interventi artistici ed elementi artificiali connessi al mondo vegetale. Una sorta di Wunderkammer contemporanea, che sarà teatro di appuntamenti legati alla riflessione sul rapporto Naturalia-Artificialia.

Una mostra davvero originale è quella che si tiene negli spazi di Lottozero centro internazionale di ricerca per l’arte, il design e la cultura tessile. Il titolo è Occupy Lottozero, perché per 6 settimane gli ambienti in via Arno 10, aperti per l’occasione 24 su 24, diventano casa e spazio produttivo degli artisti francesi Robin Darius Dolatyari e Chloé Rozycka Sapelkine. Un’espe-

In basso: Centro Pecci

rienza di fruizione non-stop che termina poi con il vero e proprio vernissage della mostra che espone le opere realizzate dagli artisti durante “l’occupazione”, l’11 novembre. Due le iniziative presso lo studioMDT: il 21 ottobre con la performance di Raffaele Di Vaia che affronta i limiti dello spazio fisico attraverso il disegno di una ipotetica volta celeste reinterpretata come una partitura musicale, dai suoni e dalle vibrazioni del Theremin; e il 28 ottobre con l’installazione site specific Un’illusione di Stefano Tondo e il video Decostruzione di Franco Menicagli. Negli spazi di MOO e di LATO, fino al 20 novembre, La sovversione dell’oggetto: 12 giovani artisti chiamati a intervenire in maniera personale su un oggetto da loro scelto sperimentando anche come l’oggetto modificato influirà a sua volta sull’ambiente circostante.

16 AGENDA LIBRI

Si ringrazia per la gentile collaborazione La Feltrinelli Librerie Prato - via Garibaldi 92/94 a, Prato FRANCO VESTRI Diario di un difettoso Il ‘difettoso’ è l’autore, un uomo colto, a suo modo profondamente saggio, che lavora in un ambito - quello dei restauri architettonici di capolavori come la Cupola del Brunelleschi, a Firenze e non soltanto - che si trova a convivere e condividere i suoi giorni con una malattia invalidante e senza rimedio.

Il Diario è la storia di anni di ricerche per incontrare un medico intelligente e umano e dello scavo nell’anima e nello spirito per superare gli assurdi limiti imposti dall’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma anche la storia di un uomo che ha trovato nella bellezza un rifugio perenne, e nella conoscenza di sé e di chi lo ama la radice di una vita resa leggera anche dall’ironia.

10 euro

DANIELA TANI D’amore e d’altro Sono narrazioni in prima persona, decisamente femminili e in alcuni momenti addirittura perturbanti. Le quattordici storie raccolte presentano un ritmo pacato e avvolgente insieme, la cifra della ricerca del sé diventa una chiave di lettura condizionante e che lascia sospese domande e riflessioni, quando i personaggi si scoprono e si stupiscono, perplessi talvolta nell’autorivelazione delle proprie pulsioni. Il lato oscuro, quello della Luna, quello da sempre attribuito a un femminile che intriga e trascina alla perdita dei freni sociali, domina la scrittura e la fa diventare il coltello che scava l’anima e la rinnova. Ogni donna può scegliere se negarsi e riconoscersi in queste pagine, ma sempre identificandovisi.

13 euro

LAURA DEL LAMA A cosa servono gli occhi La ‘normalità’ del quotidiano e dei suoi personaggi. La normalità apparente che si rivela attraverso un gesto, una parola, un frammento di memoria che si dissolve o un evento che ritorna, ma forse affiora, dilatandosi e straniando un’intera esistenza. I sei racconti che compongono questa raccolta diventano un modo per entrare in punta di piedi nelle vicende di persone e personaggi che potrebbero esser quelli che ci scivolano accanto ogni giorno e che non riusciamo a vedere nella loro complessità. La scrittura qui appare quasi algida, riflessiva, distaccata, uno scatto implacabile che descrive la densità del reale e insegna a leggerla sotto una lente completamente nuova.

8 euro

LAURA NARDI Ketchup rosso sangue Il mito del serial killer continua a proiettare una fascinazione incredibile. Se a questo si aggiunge una città di nebbie, acque e serate all’insegna delle bevute con gli amici, il cocktail che ne esce è un romanzo ambientato a Dublino e macchiato dal sangue lungo le vie della città. Assassinate e abbandonate in strada, ancora una volta, giovani donne. Questa volta si riconoscono dai capelli biondi e dal lavoro nei pub, col volto che sembra quello di una bambola di porcellana e con indosso sempre lo stesso abito da sposa. A dover stanare questo epigono di Jack lo Squartatore una coppia non nuova a casi di nera al limite dello splatter: il detective Benson e l’agente Turner.

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18 LO SGUARDO DALLE STELLE

GLASTONBURY Alla ricerca del Santo Graal di Claudio Cannistrà MISTICISMO E LEGGENDA SI INTRECCIANO IN UN PICCOLO PAESE NEL SUD DELL’INGHILTERRA, CHE NASCONDE TRA I SUOI TESORI ANCHE LE TOMBE DI RE ARTÙ E GINEVRA

Sopra: i resti dell’abbazia di Glastonbury con la ‘Lady Chapel’ ovvero la cappella della Vergine Maria (lato sud).

Nella pagina accanto: Apparizione del Graal, Compilation Arthurienne de Micheau Gonnot, 1470

Nel sud-ovest dell’Inghilterra, nella contea di Somerset, a circa 40 chilometri da Bristol e a poca distanza da un altro luogo magico come Stonehenge, si trova una zona carica di potenti influssi planetari, dove convergono gli allineamenti di numerosi megaliti e antichi monumenti. Si tratta della piccola città di Glastonbury, definita la ‘Terra Santa’ di Inghilterra, ed in particolare delle imponenti rovine dell’omonima Abbazia, posta su una delle antiche ‘Ley Lines’, ovvero le linee energetiche formate dall’allineamento di monumenti e megaliti, che attraversano il nostro globo.

Qui troviamo una concentrazione energetica di grande forza, in relazione principalmente alle simbologie gioviane e solari, i due pianeti più benefici del cerchio zodiacale.

Due sono i luoghi più potenti di quest’area: i resti della chiesa di San Michele, che si trova alla sommità della piccola collina di Glastonbury Tor, e quelli della locale abbazia, che comprende la chiesa gotica dedicata ai santi Pietro e Paolo con varie cappelle, come quella di San Giuseppe di Arimatea, del re

sassone Edgar, della Vergine Maria.

La potenza energetica della zona, che per alcuni è considerata una seconda Gerusalemme, è fuori discussione e dipende da varie ragioni. Sembra sia stato Giuseppe di Arimatea a fermarsi qui, di ritorno dai luoghi santi dopo la morte e resurrezione di Gesù Cristo. Per chi non lo ricordasse, Giuseppe di Arimatea era quell’autorevole membro del sinedrio ebraico che aveva deposto il Cristo dalla croce e chiesto a Pilato il permesso di seppellirne il corpo. La leggenda racconta come Giuseppe, giunto per mare dalla Palestina, fondò l’abbazia di Glastonbury, intorno al 37 d. C., dando origine al diffondersi del cristianesimo nelle isole britanniche. Appena sbarcato, piantò in terra il suo bastone, che, fiorendo miracolosamente, diede origine alla cosiddetta ‘Spina Santa’. Si tratta del Biancospino di Glastonbury, una varietà unica di questa pianta, originaria della Palestina e sconosciuta in Europa, che cresce solo in questa regione con due specifiche fioriture, una a Pasqua e l’altra a Natale.

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LO SGUARDO DALLE STELLE

Il Santo Graal e la tomba di Re Artù.

Ma non basta! La leggenda racconta che Giuseppe di Arimatea avesse portato con sé anche il Santo Graal, ovvero la famosa coppa dove era stato raccolto il sangue di Gesù Cristo. Il Graal sarebbe nascosto nei cunicoli sotterranei della collina del Tor. È per questo motivo, che tutta l’area è in relazione con le antiche leggende arturiane e Glastonbury viene identificata con la mitica isola di Avalon e con la reggia di Camelot, dove risiedevano Re Artù ed i cavalieri della Tavola Rotonda. Non solo, ma i monaci della locale abbazia, poi distrutta da Enrico VIII nel 1539, avevano trovato le tombe di Artù e Ginevra, a poca distanza dalla chiesa.

La storia inglese racconta come re Artù malato fu portato ad Avalon, un tempo un’isola immersa nelle nebbie, su cui dominava il monte Tor. Qui venne curato e guarito dalla ‘fata Morgana’, che altro non era, se non la madre superiora delle

dodici suore, cui era affidata la cura e la custodia del santuario di Glastonbury.

Quando Artù morì in battaglia, la salma venne riportata vicino all’attuale abbazia e la sua tomba ancora oggi può essere visitata.

L’abbazia e la collina del Tor, ritenuta la porta di ingresso al Cielo, sono comunque ricche di positive energie planetarie. Qui incontriamo gli influssi di Giove, il pianeta da sempre connesso con il Cielo, con la religione cristiana, i principi, i difensori della fede, oltre che simbolo della liberazione dai peccati e dalle colpe. Sotto questo aspetto, Giove è simbolo di Luce e Amore, richiamando sia le valenze più positive del Sole, sia i significati cristiani più profondi legati alla figura di Gesù.

In effetti, salire fin sulla sommità della collina del Tor, presso i resti della chiesa di San Michele, fermarsi alla Sorgente del Calice, da cui sgorga a volte un’acqua color rosso sangue, sono esperien-

ze uniche. Può visitare questi luoghi chi desidera rafforzare i propri valori gioviani, ovvero la ricchezza interiore e la serenità; in ultima analisi chi desidera essere aiutato a trovare un nuovo entusiasmo vitale e a raggiungere una sorta di felicità individuale. Pertanto, Glastonbury non è solo un luogo mistico, come potrebbero essere Lourdes o Fatima, ma una zona dove è possibile aprire la coscienza individuale, ampliare gli orizzonti personali ed andare al di là della stretta realtà materiale, espandendosi e viaggiando per il cielo.

Claudio Cannistrà fa parte della “Bottega dell’Astrologo”, associazione pratese di recente costituzione, che ha come obiettivo di contribuire allo sviluppo di una nuova comprensione della realtà visibile grazie all’interpretazione delle simbologie celesti e che organizza corsi ed attività culturali.

Per informazioni: canniclau@libero.it; labottegadellastrologo@gmail.com

20 LO SGUARDO DA FUORI

IN PUNTA DI PENNA

Emanuela Mascherini, tra set, palco e macchina da presa di Virginia Mammoli TRA GLI ULTIMI RICONOSCIMENTI, LA PARTECIPAZIONE NELLA SEZIONE SHORT FILM CORNER DEL FESTIVAL DI CANNES

In alto: due ritratti di Emanuela Mascherini e alcune scene di lavori a cui ha partecipato come attrice e regista

Giovane regista, attrice e scrittrice toscana, Emanuela Mascherini ha già un lungo curriculum all’attivo, con tanto di importanti premi e riconoscimenti. Tra le ultime esperienze, una delle più prestigiose del mondo del cinema: la partecipazione al Festival di Cannes, dove ha gareggiato all’interno della sezione ‘Short film corner’ con Offline.

Una pellicola che parla di rapporti virtuali e incomunicabilità ai tempi della bulimia della comunicazione, che già aveva vinto il premio del pubblico al Prato Filmakers Festival.

Un film o un libro che le ha cambiato la vita.

Faccio sempre una gran fatica a sceglierne uno in particolare. Proverò a citare due libri e due film, per par condicio di un uomo e di una donna: Stoner di Edward Williams, Paura dei 50 di Erika Jong, Ferro 3 di Kim Ki-duk e Somewhere di Sofia Coppola. Negli ultimi anni ho sviluppato anche una strana ‘pedagogia dell’errore’: nelle opere cerco quello che non funziona per evitare di cadere nelle stesse trappole.

Attore e scrittore che considera un po’ la

sua fonte d’ispirazione.

Preferisco parlare di autori, anche perché ogni attore è anche autore di se stesso. Sceglierò di nuovo un uomo e una donna: Anton Čechov e Natalia Ginzburg, due nomi che non hanno bisogno di presentazioni. Ci sono poi molti altri artisti che potrei citare. Di ognuno in particolare adoro leggere le biografie, il percorso biografico che li ha portati a certe opere e a certe scelte.

E il regista o l’attore con cui vorrebbe collaborare?

I desideri non si svelano, altrimenti non si realizzano.

Com’è stato camminare sulla famosa Promenade de la Croisette per il Festival di Cannes?

Scomodo, perché devi per forza portare i tacchi ma anche fiabesco: è come se tutti, per un attimo, prendessero parte al grande spettacolo che è il cinema. Ero in sala per la prima di You Were Never Really Here di Lynne Ramsay con Joaquin Phoenix. Le Grand Théâtre Lumière è una sala da 2.400 posti, che registra ogni sera il tutto esaurito. C’è

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LO SGUARDO DA FUORI

un’energia talmente forte in quel luogo… che tu sia un attore hollywoodiano o un semplice spettatore puoi provare sulla pelle il potere enorme e sconfinato che ha il cinema. Migliaia di persone in un unico respiro con il film. Impagabile leggere l’emozione anche in un attore come Joaquin Phoenix.

Il momento più bello?

Hanno avuto dei problemi tecnici e il mio corto è stato proiettato anche senza sottotitoli. Il pubblico in sala era internazionale. Vedere che sono stati ugualmente rapiti dal film è stato uno dei più grandi premi che potessi ottenere.

Dopo Offline a quale progetto ha lavorato o sta lavorando?

Ho lavorato come attrice in web serie, spot, teatro e due film: In bici senza sella, commedia grottesca sul precariato che è ancora su Sky On Demand, e Oklim, girato in parte anche a Prato, che uscirà nel 2018. Due film ai quali tengo molto anche perché li ho seguiti fin dalla loro nascita. Dei progetti miei non parlo,

l’esperienza mi ha insegnato a parlare solo di quello che è già stato fatto.

Pensando al cinema straniero, in quale altro Paese le piacerebbe lavorare?

Francia o Stati Uniti. Della Francia amo la tutela e la cura che hanno del proprio cinema anche dal punto di vista legislativo. Degli Stati Uniti, dove mi sono anche formata, il pragmatismo e l’industria che sono riusciti a costruire.

E se un giorno dovesse accadere, cosa porterebbe con sé della Toscana?

Il sole, le colline, i fegatini, la causticità ironica dei toscani e la qualità della vita. È uno dei pochi luoghi in cui le esistenze sono ancora a ‘misura d’uomo’.

Ha vissuto a Poggio a Caiano fino a vent’anni circa. Dove vive adesso?

Torna mai a Prato?

Abito tra Roma e Firenze, e quando posso scappo a New York. Negli ultimi due anni mi è capitato più volte di tornare a Prato per lavoro. Vedendola da turista,

perché ormai erano tanti anni che non la frequentavo, l’ho trovata rifiorita. C’è un buon respiro culturale. Adoro passeggiare lungo il Bisenzio, è uno dei luoghi recuperati che trovo bellissimi.

Dovesse ambientare una storia a Prato, sarebbe un film o un libro? E di cosa parlerebbe?

Questa è una domanda difficile. Per collocare il racconto in una città ho bisogno di esserne anche un po’ straniera. È come per i personaggi: non si scrive mai di persone che ci sono vicine o che amiamo troppo: da vicino non si vede niente, tutto si sfuoca e si perdono i contorni. Per quanto ‘distante’, per via del tempo che ci ha separate, Prato è ancora troppo vicina. Forse il quartiere dietro al vecchio ospedale dove si è radicata la comunità cinese mi potrebbe interessare in maniera particolare come luogo di integrazione riuscita o meno, come realtà da esplorare. Avevo scritto un soggetto in merito, quindi sarebbe un film, o almeno credo.

23 ITINERARIO A TAVOLA

SUA MAESTÀ PORCINO

Dove mangiare i funghi: quattro buoni indirizzi da provare di Maria Lardara

Sotto la neve c’è il pane, anzi no, il fungo. Per parafrasare un vecchio detto così popolare bisognerebbe conoscere almeno un minimo le storie e gli aneddoti che avvolgono il borgo di Migliana, nel cuore della Val di Bisenzio. Bisognerebbe sapere che quassù, tra rigogliosi boschi di castagni, la stagione di raccolta dei funghi sboccia coi primi tepori di maggio e finisce con i primi freddi e che talvolta, sì, capita di trovare dei funghi sotto la neve.

Tradizione popolare condita con un pizzico di fortuna: perché, si sa, senza pioggia i funghi non nascono e mai finirebbero nelle cucine dei ristoranti. Siete a Prato, è una magica sera d’autunno e non volete spostarvi troppo per assaporare queste delizie di stagione. Che restiate in città o vi spingiate in Val di Bisenzio, troverete una cucina locale del fungo con tanti raccoglitori del posto in collegamento diretto con i cuochi. Noi vi suggeriamo qui quattro ristoranti dove mangiare i funghi e, quindi, dove vale la pena sedere.

RISTORANTE LA CASTAGNA Il marito sta ai fornelli, la moglie dà una mano in sala e in cucina quando non scrive articoli per La Nazione di cui è corrispondente da Migliana. In ques-

to periodo il ristorante, che ha una vista spettacolare sulla vallata sotto e sul monte Javello, profuma d’autunno. Del resto, i funghi Paolo Marchetti ce l’ha nel Dna. Lui viene da Fiumalbo, borgo montano in provincia di Modena, dove è sempre stato un cercatore navigato. La moglie Claudia ci racconta che fa faville in cucina con i suoi funghi fritti “che sono croccantissimi, fritti solo con acqua e farina”. Specialità di funghi tutte a chilometro zero perchè sua maestà Porcino abita quassù, a Migliana.

Un menù tutto da leccarsi i baffi con ricette come il tegamino, prelibatezza a base di sugo di funghi, pane tostato e mozzarella messa a gratinare in forno. E poi c’è il sugo di funghi con cui viene condita la pasta fatta in casa con i segreti della signora Fabia, la mamma di Paolo. Quassù, a Migliana, un prodotto locale come il fungo si nutre di passione, leggenda, credenza popolare. Gli anziani del paese raccontano che il primo fungo di stagione veniva trovato durante i giri di preghiera lungo il sentiero dei tabernacoli mariani. Era durante la festa dell’Ascensione, a maggio, che veniva salutato il primo fungo.

Via della Casaccia 6/10 Migliana, Cantagallo (Prato), tel. 0574 981791

IL BORGO DI MIGLIANA RACCHIUDE UNA MIRIADE DI STORIE E ANEDDOTI LEGATI AL PREZIOSO FRUTTO DEL BOSCO

Nella foto accanto: alcuni momenti della raccolta funghi nei boschi della Val di Bisenzio

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ITINERARIO A TAVOLA

TRATTORIA LA FONTANA A pranzo li hanno hanno assaggiati anche i musicisti dei Rolling Stones (il sassofonista Tim Ries e il bassista Darryl Jones), insieme al manager della band Ronnie Finestone. Prima del maxi concerto a Lucca, il gruppo ha fatto una golosa sosta allo storico ristorante di Gualtiero Billi, dove il fungo declinato in tutte le varianti di stagione (ovuli e porcini) è un vero e proprio must della tavola autunnale del locale di Filettole.

Dall’antipasto ai secondi piatti, impossibile non farsi tentare da un’insalatina di ovuli e tartufi, oppure da una polentina fritta con funghi porcini trifolati. Dai tagliolini fatti a mano con funghi trifolati al pollo fritto con fiori e funghi fritti, è tutto un tripudio di sapori autunnali. “Dimentichiamoci però i funghi nostrali, quest’anno non si trovano se non in piccole quantità che non vanno bene per i ristoranti”. Parola del patron Billi, ex fungaiolo di razza.

“Ma il segreto - prosegue - sta tutto nei trucchi per cucinarli al meglio”. Top secret, ovviamente.

Via del Canneto 1, Prato, tel. 0574 27282.

RISTORANTE DA GIOVANNI. IL CAVALLINO ROSSO Autunno e funghi fanno rima in questo locale alle porte di Porta San Domenico. Il piatto forse più originale che omaggia il nobile prodotto di terra è Il Birillo nel suo tegamino di coccio: la cappella del porcino arrostita in forno con copertura croccante di pasta della pizza per concludere la cottura.

Ci racconta Giovanni Seghetti, chef e titolare del ristorante, che nel periodo autunnale vanno a ruba i funghi fritti e la tagliata con porcini.

Via Curtatone 3, Prato, tel. 0574 23143 RISTORANTE L’ANTILOPE Si fa presto a dire funghi trifolati. Il tocco magico di Emanuele Masi, cuoco e titolare dello storico ristorante in via Pistoiese, sta nell’uso combinato di nepitella e prezzemolo, rigorosamente insieme all’aglio, per trifolare i funghi. In autunno finiscono in padella, porcini, galletti e ovuli. Vanno a ruba le cappelle al forno ricoperte con la sfoglia della pizza e l’insalata di ovuli e scaglie di parmigiano.

Via Pistoiese 248, Prato, tel. 0574 21033.

GHIOTTI DI FUNGHI ANCHE I MUSICISTI DEI ROLLING STONES, OSPITI DELLA TRATTORIA LA FONTANA PRIMA DELL’ULTIMO CONCERTO A LUCCA

Nella pagina accanto: il ristoratore Gualtiero Billi, gli interni e un piatto de L’Antilope, una selezione di specialità del Cavallino Rosso e la preparazione della pasta fresca al ristorante La Castagna

27 COVER STORY TEATRO

IL ‘TOSCANACCIO’ DALL’ANIMA GENTILE

Alessandro Benvenuti firma la regia del nuovo spettacolo dedicato a Zuzzurro di Maria Lardara C’è un dettaglio che più di ogni altro colpisce nello stare al telefono con l’instancabile Alessandro Benvenuti. La sua estrema gentilezza ci fa subito comprendere la statura dell’artista con cui abbiamo a che fare dall’altra parte del filo. Lui che si divide fra cinema, teatro, musica e tv, passando con disinvoltura dalla macchina da presa al palcoscenico. Lui che è sempre stato un ‘toscanaccio’ raffinato, bravo a divertire e a far divertire, a toccare sentimenti e argomenti vicini alla gente.

Un artista eclettico, capace di trovarsi a suo agio in tutti i generi e situazioni, dal comico al drammatico.

Il regista di Benvenuti in casa Gori è un’icona di umorismo toscano, emblema della comicità degli anni Ottanta, grazie anche al sodalizio artistico con Francesco Nuti che nel 1978 si unì al memorabile trio Giancattivi con lui e Athina Cenci. Non ha fatto in tempo a finire l’ultimo ciak de I Delitti del BarLume, la fiction tv di Sky Cinema tratta dai romanzi di Malvaldi, che vediamo l’artista toscano di nuovo subito all’opera. E lo vedremo presto di nuovo a Prato, dove Benvenuti ha lasciato un pezzetto del suo cuore e della sua lunga carriera, fin dai tempi delle pellicole Ad ovest di Paperino (1982) e Caino e Caino (1993). È lui a firmare la regia di Sabbie Mobili, per la prima volta in scena in Italia con Roberto Ciufoli, Gaspare, Max Pisu come protagonisti, al Teatro Politeama di Prato sabato 4 e domenica 5 novembre.

Uno spettacolo che, come ricorda il regista che di Sabbie Mobili è anche l’autore, “nasce nel ricordo di Andrea Brambilla (Zuzzurro, ndr), ed è dedicato a lui”. Una favola un po’ amara e un po’ divertente, che parla di amicizia fra due comici di successo (Gaspare e Roberto Ciufoli)

che non riescono più a ritrovare l’armonia di un tempo. Di ritorno da una serata in Svizzera, si imbattono con il loro aereo personale in una strana nube nera, che li fa precipitare in un luogo misterioso: è qui che incontrano una strana e singolare creatura (Max Pisu), spuntata fuori da un cactus, interessata a loro. Ma non è la prima volta che lo spettacolo va in scena. Nel 1990, con il titolo di Sete!, fu un grande successo del duo Zuzzurro e Gaspare, insieme a Carlo Pistarino.

Perché riproporre un successo di 27 anni fa con un titolo diverso?

Il lavoro era stato scritto per la coppia Zuzzurro e Gaspare, insieme a Carlo Pistarino. Lo spettacolo andò molto bene ma fu abbandonato l’anno dopo, per motivi anche un po’ ‘amari’, al termine di una stagione trionfale. Dopo tanti anni, ho trovato due partner all’altezza dei ruoli, rispettivamente Roberto Ciufoli e Max Pisu, e ho colto l’opportunità di rimettere in scena l’opera. Ero solo un po’ timoroso che i 27 anni fossero avvertiti dal pubblico… Vediamo come reagirà quest’ultimo. Quella di Prato è la prima nazionale di Sabbie Mobili, dopo tre date estive al festival teatrale di Borgio Verezzi.

La vediamo spesso nel doppio ruolo di attore e regista, stavolta no.

Di Sabbie Mobili sono anche autore, mi sembra più che sufficiente. Capita spesso, del resto, di alternarsi in più ruoli.

Cinema, teatro e tv. Dove si sente Alessandro Benvenuti più a suo agio?

Dove si riesce a fare un prodotto che in qualche modo ti somiglia. Ormai non faccio più cinema da tanto tempo. Da quattro anni interpreto Emo nella fiction I Delitti del BarLume, recitando in un ruolo che costruito su misura per me.

‘SABBIE MOBILI’ IN SCENA IL 4 E 5 NOVEMBRE AL TEATRO POLITEAMA CON UN ECCEZIONALE TRIO: ROBERTO CIUFOLI, GASPARE E MAX PISU

Il regista dell’indimenticabile ‘Benvenuti a Casa Gori’ ha terminato a fine settembre le riprese della serie tv ‘I Delitti del BarLume’ dove interpreta il ruolo di Emo. La foto a sinistra è di Carlotta Benvenuti

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28 COVER STORY MA

29 COVER STORY TEATRO

Torniamo a Prato, dove è stato girato il suo film Caino e Caino. Cosa ricorda della città?

Erano i primi anni Novanta, ebbi la fortuna di scoprire una realtà molto accogliente. Le riprese di Caino e Caino furono anche l’occasione per misurarsi con una città finora conosciuta solo attraverso i pregiudizi dei fiorentini piuttosto che per conoscenza diretta. In tre mesi feci molte amicizie con persone genuine con cui sono ancora oggi in contatto. Fui accolto come un parente, come un figlio. Posso dire che un pezzetto del mio cuore è rimasto a Prato.

Si riferisce a qualcuno in particolare?

Ho un bellissimo ricordo del signor Tomada, l’albergatore, per il quale nutro un grande affetto, un vero gentiluomo all’inglese. Ma mica solo lui: ho fatto il suo nome perché ogni tanto ci troviamo agli spettacoli. Tutta la città fu gentile con me.

Alessandro Benvenuti e Francesco Nuti, un rapporto che dura da quasi quarant’anni. Quand’è l’ultima volta che ha visto Checco?

Un anno e mezzo fa, durante una serata al cinema Terminale. Purtroppo faccio una vita che mi porta sempre lontano da casa. Abito

a Roma e mi è difficile incontrare persino anche Athina che vive nella stessa città. L’ultima volta l’ho vista tre mesi fa. Ma ci si sente per telefono, che c’entra.

Il primo incontro con Francesco Nuti.

Fu a una festa dell’Unità nelle vostre zone, nel 1978. Per i Giancattivi cercavamo un ‘terzo’, dopo che eravamo rimasti orfani di Tonino Catalano che non volle partecipare al programma di Raiuno Non Stop. Un dirigente dell’Arci regionale ci segnalò un ragazzino che poteva essere compatibile con me e Athina. Andammo a vederlo a uno spettacolo. Si stette tutta la sera con lui. Ma noi, carogne, non volevamo esporci più di tanto. Zitti zitti, si vide il suo spettacolo in incognito. Il giorno dopo chiamammo Francesco. Ricordo ancora queste parole: “Buongiorno. Siamo i Giancattivi e siamo venuti a vederti. Se ti fa piacere, ci incontriamo”.

E lui, tutto felice, partì da Prato. Iniziò così la nostra avventura a tre nei Giancattivi.

Chi è Francesco Nuti oggi per Alessandro Benvenuti?

Una memoria tenera, un caro ricordo, una persona che ha pagato un conto salato, troppo salato, alla vita e alla fortuna che ha avuto. Un pedaggio troppo alto.

IL REGISTA RICORDA L’ACCOGLIENZA DELLA CITTÀ DURANTE LE RIPRESE DI ‘CAINO E CAINO’.

“UN PEZZETTO DEL MIO CUORE È RIMASTO A PRATO”

Nella pagina accanto, Roberto Ciufoli, Gaspare e Max Pisu durante lo spettacolo ‘Sabbie Mobili’.

La foto è di Willy Sanson

31 PROGETTI CINEMA

UNA PICCOLA CINECITTÀ IN RIVA AL BISENZIO

L’ex convento di Santa Caterina diventa punto di riferimento per produttori e i talenti dei mestieri del cinema di Maria Lardara

Ciak, si gira in città. No, non si tratta di un nuovo film ambientato a Prato, dove negli ultimi quarant’anni sono state scritte tante belle pagine di celluloide da Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci a Ad ovest di Paperino con l’indimenticabile trio dei Giancattivi.

Nella città che ha allevato talenti del grande schermo come Clara Calamai, Roberto Benigni, Francesco Nuti, Giovanni Veronesi e Pamela Villoresi, s’è stabilito il quartier generale del cinema, un punto d’appoggio per tutta la filiera audiovisiva e la produzione di pellicole per cinema e tv.

La nuova sede di Manifatture Digitali Cinema è la Cinecittà toscana sbocciata sulle rive del Bisenzio, nata sotto l’egida del Mibact e di altri soggetti istituzionali come Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana e Comune di Prato. Nell’ex convento di Santa Caterina, in pieno centro storico, ha aperto le porte questo luogo magico che promette di valorizzare gli an-

tichi mestieri e saperi di Prato, declinati secondo le esigenze del mondo del cinema.

C’è una troupe che vuole realizzare un film in Toscana? Nella casa del cinema pratese produttori e registi può trovare sale casting e uffici di produzione, magazzini, teatri di posa, attrezzi, sale trucco e parrucco. Ma questo è solo un assaggio: all’inizio del 2018, quando la ristrutturazione dei locali dell’ex Santa Caterina sarà completata, gli spazi complessivi arriveranno a 2200 metri quadrati. Il bello di tutto questo progetto, insomma, deve ancora venire.

Entro la fine dell’anno nella Cinecittà in salsa pratese s’alzerà il sipario sulle ‘botteghe di specializzazione’ che sforneranno le maestranze legate all’arte sartoriale e dei costumi cinematografici, fedelmente alla tradizione pratese dei tessuti. Nel complesso monumentale di via Santa Caterina si farà così sul serio, con un grande costumista pluripremiato come Alessandro Lai pronto a dirigere tra le mura dell’ex conven-

APRONO LE MANIFATTURE DIGITALI CINEMA: SARANNO PRODOTTI I COSTUMI PER LA SERIE TV SUI MEDICI E PER LA FICTION SU LEONARDO DA VINCI

Nella pagina accanto: alcuni scorci della nuova struttura aperta nel centro storico, a disposizione delle troupe

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PROGETTI CINEMA

to una squadra di maestranze con il compito di tagliare e cucire i prototipi dei costumi per la prossima serie tv sui Medici e per la fiction su Leonardo da Vinci.

Stefania Ippoliti, responsabile area cinema di Fondazione Sistema Toscana, ci anticipa che “saranno selezionate trenta figure da formare e inserire nel reparto costumi e sartoria”. Chi sarà addetto al taglio, chi al cucito. Così, la Cinecittà pratese porterà nuovi posti di lavoro. Siete fra quelle sarte o modelliste che al momento lavorate in fabbrica ma avete sempre avuto nel cassetto il sogno del cinema o della tv? Allora questa può essere l’occasione giusta. Tenetevi pronti: entro la fine dell’anno prenderà il via una ‘call’ per individuare queste trenta figure.

Si crea così l’opportunità di formare sul campo artigiani locali alle esigenze del cinema e della tv: i costumi di scena saranno toscani davvero, nella storia come nelle mani che li tagliano e cuciono, nei dettagli di materiali e tessuti.

Che si tratti di un film, di un documentario, di una serie televisiva, chiunque esca dal-

le ‘botteghe di alta specializzazione’ vedrà il proprio nome associato a prodotti di alto profilo, con un bagaglio di esperienze e un curriculum spendibili nel mercato del lavoro.

A Prato dunque la lista delle pellicole ambientate in città e dintorni potrebbe allungarsi grazie alle potenzialità di questa struttura che è già pienamente operativa. Una grande occasione anche per formare professionalità del settore in un distretto che, con i suoi tessuti pregiati, ha sempre vestito le più indimenticabili pellicole del grande schermo.

Per far sì che la Cinecittà pratese in versione 2.0 (non a caso si parla di Manifatture Digitali Cinema) non rimanga una ‘scatola vuota’, occorre che il mondo del cinema rivolga la sua attenzione a Prato e alla sua nuova realtà di riferimento per tutta la filiera dell’audiovisivo. In ballo, tanto per iniziare, ci sono progetti come le fiction sui Medici e su Leonardo da Vinci a cura della Lux

UNA STRAORDINARIA OCCASIONE PER FORMARE LE MAESTRANZE DELLA SARTORIA E DEL COSTUME IN UN DISTRETTO CHE, CON LE SUE PREGIATE STOFFE, HA SEMPRE VESTITO IL GRANDE SCHERMO

Sopra: una sala Vide che faranno lavorare le imprese locali delle Manifatture Digitali Cinema. Nella pagina del comparto per la produzione di costumi accanto: alcuni fotogrammi rinascimentali. Ciak, si gira a Prato: è pro- di celebri pellicole legate prio il caso di dirlo. a Prato

34 MODA

Ondata blu E’ il color icona dell’inverno. Sancisce un ritorno al classicismo e all’eleganza tradizionale in un momento di moda iper-decorativa ed eccentrica di Teresa Favi

CENTRO OTTICO MARLAZZI Rivisitano lo stile wasp gli occhiali da vista in tartaruga e metallo Nobika Eyewear, modello ‘Eros’

LOUIS VUITTON Cinghie e fibbie, tasche laterali.

Ogni elemento è diverso ma sempre ton sur ton. E’ lo zaino più desiderato di questo inverno

MAGLIFICIO DANNY E’ come un prezioso broccato la maglia jacquard ton sur ton della giacca più esclusiva per questo inverno

SALVATORE FERRAGAMO Accostamenti nei toni sobri del blu per il sandalo bon ton con tacco medio, realizzato in autunnale suede

CHANEL Grintose, hi tech e lussuosissime: le sneaker si rifanno il look

HERMĂˆS Una tracolla rigida come la borsa di un commesso viaggiatore. E che stile nei volumi e nelle finiture in metallo!

STIL LAMP La tipica lampada da tavolo anni ‘70, rivisitata per forma e colore.

Si chiama Cindy e la firma Kartell

SALVADORI ‘Anni Trenta’ è uno dei simboli di Venini. In vetro soffiao e lavorato a mano, ogni pezzo è un unicum

43 ITINERARIO SHOPPING

GENERAZIONE ‘POPUPPERS’ Grazie al progetto Pop-Up Lab aprono 21 nuovi negozi di Maria Lardara

Il primo consiglio è quello di non avere fretta. Armatevi di portafoglio, curiosità e magari di ombrello in borsa per affrontare i primi weekend autunnali di shopping.

Se poi chiedete agli organizzatori del progetto Pop-Up Lab (si può scrivere sulla loro pagina Facebook) una cartina per meglio orientarvi tra le 21 insegne che stanno ridando linfa e vitalità al centro storico, può diventare una passeggiata ancora più divertente. Non capita tutti i giorni, del resto, che 21 negozi tirino su il bandone tutti insieme, nello stesso giorno. È successo il 30 settembre scorso ed è questa la musica che riecheggerà fino a metà gennaio del 2018 in via del Serraglio, via Guizzelmi, via della Sirena, via del Vergaio e via Muzzi: siamo a ridosso della stazione del Serraglio, un angolo dentro le mura storiche da rivitalizzare, anzi ‘rigenerare’.

Rigenerazione urbana per un quartiere più bello e sicuro, grazie all’operazione finanziata dalla Regione Toscana. Negozi di abbigliamento e di scarpe, laboratori di artigiani e sartoriali, agenzie di viaggi (ma di viaggi particolari, quelli che rientrano nel circuito del turismo sostenibile), formaggerie, cibi a chilometro zero, gallerie d’arte, progetti sociali, spazi di coworking creativo e sociale.

Attività vere e proprie - i fondi vengono concessi gratuitamente per quasi quattro mesi - che si sommano ad altre cinquanta saracinesche già presenti.

Il nostro tour inizia dalla parte finale di via del Serraglio. Se arrivate in auto, potete parcheggiare in piazza del Mercato Nuovo o nel parcheggio interrato della stazione.

Comodo no? Iniziate a scoprire le vetrine di Pop-Up Lab, cominciando dal civico 100 e dagli accessori di abbigliamento invernale della ditta Lo fo io. Sara e Giuseppe Allocca, fratello e sorella che appartengono a una famiglia da generazioni nel tessile, firmano questo marchio di sciarpe, cappelli, stole, cappelli e guanti e tanti altri accessori in maglieria per riscaldare l’inverno. Producono e confezionano nella fabbrica di via Gigli, sede anche dello spaccio aziendale.

Se pensate che ci sia solo commercio fra le tessere del mosaico di Pop-Up Lab, vi sbagliate di grosso.

Prendete quattro amiche e colleghe da una vita, un’antropologa, una visual designer, una fashion designer e un’esperta in art counseling, fatele incontrare in uno spazio di creatività e ricerca sociale.

Un contenitore che ospita anche due artisti, Tati Art (illustrazioni) e Odio Design

RINASCE UN PEZZO DEL CENTRO STORICO, GRAZIE ALL’INIZIATIVA PER RIVITALIZZARE I FONDI SFITTI DENTRO LE MURA ENTRO IL 14 GENNAIO

Nella pagina accanto: alcuni scorci di via del Serraglio dopo l’operazione di rilancio del tessuto commerciale che coinvolge anche le strade limitrofe.

(Foto Lanfranco Nosi)

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ph. Pasquale Paradiso

ITINERARIO SHOPPING

(sperimentazione serigrafica). L’associazione LeCù di cui fanno parte Alice, Martina, Claudia e Fabiana ha trovato casa in via del Serraglio 74 per portare avanti la campagna Be pratese. Vengono utilizzati strumenti di ricerca sociale, in primis questionari e interviste, per formulare domande sul sentimento d’appartenenza alla città. E alla scadenza di Pop-Up Lab verranno resi pubblici i risultati. La campagna s’inserisce nel progetto Broken English, un gioco sui modi di dire pratesi tradotti in inglese e riprodotti su tante simpatiche t-shirt in vendita.

Risalite lungo via del Serraglio, sbirciate dietro le vetrina di Nattè, dove si fa ricerca e made in Italy, un negozio di stoffe pregiate dove trovare capi ecologici e biologici.

Scoprite l’ecobottega Fuori dalle scatole e l’ortolano a chilometro zero sotto casa (Lo spaccio dell’orto) in via del Vergaio 14.

Volete darvi allo shopping per la casa? In via Muzzi vi stupirà un negozio originale come L’Appartamento: uno spazio suddiviso su più stanze e strutturato come una vera e propria abitazione privata. Al civico 7 entriamo nel mondo di Paola Capecchi e Cristiana Melani di Tua e Mia, che da pochi

mesi è un portale di e-commerce di arredo e abbigliamento. “Cercavamo una vetrina in centro per far conoscere le nostre collezioni visto che attraverso il sito vendiamo già in tutta Italia”, spiega Paola. Vi ricordate del fondo dell’ex Mondadori in via Guizzelmi?

Tessa e Arianna Moroder lo hanno trasformato in un temporary store del loro showroom tessile Lottozero pensato appositamente per il centro. Tessa ci spiega meglio il concetto della fashion revolution dentro le mura per le loro collezioni di sciarpe e foulard. “L’obiettivo è portare direttamente la moda sotto gli occhi dei consumatori, per un consumo più etico e sostenibile”.

Non finisce qui. Da Il mondo di Buba che propone una piccola linea di abbigliamento artigianale dove si sommano tratti cartoon, urban e creepy a Yogamind, paradiso per tutti gli amanti dello yoga. Infine, una vetrina davvero originale: si tratta dell’agenzia Viaggi AutEt(n)ici che getta un ponte tra i viaggiatori e le popolazione che vivono in condizioni disagiate. Turismo responsabile, appunto. C’è tempo fino al 14 gennaio 2018 per dare un’occhiata a questa galleria a cielo aperto con 21 nuovi negozi.

TRA LE NOVITÀ, UNO SHOP ECOSOSTENIBILE, UN’ASSOCIAZIONE CULTURALE, ATELIER CREATIVI E BOTTEGHE ARTIGIANE, PERSINO UN’AGENZIA DI VIAGGI MULTIETNICI E UN CENTRO YOGA

Sopra: le fondatrici dell’associazione LeCù.

Nella pagina accanto: Sara e Giuseppe Allocca di Lo fo io insieme ad alcuni scatti dei negozi Tua e Mia, L’Appartamento, Lottozero e Tati Art

47 TESSILE TERRITORIO

METTI UN CAFFÈ IN FABBRICA La nuova pasticceria Victory di Montemurlo diventa una sede distaccata del Museo del Tessuto di Maria Lardara

Un filo che va a comporre una rocca a colori, dalla quale poi spuntano delizie di pasticceria e una tazzina di caffè.

Giri l’angolo, ti ritrovi catapultato in un museo-fabbrica nuovo di zecca, un luogo particolare che profuma di sapori e saperi, persone, macchinari, oggetti e colori che raccontano la storia e il presente del distretto.

In quel murales firmato dall’artista Andrea EffeQuattro c’è tutta la cifra del nuovo Victory Cafè, in via Labriola a Montemurlo. Non un semplice bar-pasticceria, com’è sempre stata l’insegna del Victory nell’immaginario collettivo, ma una vera e propria sede distaccata del Museo del Tessuto nata sulle ceneri dell’ex Toscolaniera, uno dei primi insediamenti industriali montemurlesi risalenti agli anni Sessanta. È qui che il bar-pasticceria s’è trasferito: sono pochi metri di distanza che bastano però a fare la differenza rispetto al passato.

Sì perché sorseggiando una tazzina di caffè o gustando un cornetto, si schiude l’omaggio alla memoria e alla cultura industriale pratese racchiuso in uno spazio di mille metri quadrati (cui s’aggiungono altri 4mila di magazzino), frutto del recupero dell’ex fabbrica, dove il Museo del Tessuto ha scelto di esporre alcuni storici macchinari tessili altrimenti rimasti nel magazzino dell’antica Campolmi.

Così, sette giorni su sette, si potranno ammirare un antico telaio sardo dei primi del Novecento, una cardina d’inizio secolo, un imballatore a mano in legno antenato della pressa per gli stracci,

insieme a un altro pezzo esclusivo: un antico telaio a mano donato dal lanificio Faliero Sarti, usato per fare i campioni. Varcando la soglia del Victory Cafè si respira l’aria dell’antica fabbrica pratese, tra ventole industriali, lavabi ricavati da vecchie macchine di tintoria, mattoni di parete recuperati da una ciminiera annerita dal fumo. Tra le tante curiosità, anche un lampadario che arriva dalla storica pista da ballo della discoteca fiorentina Central Park, un oggetto che apparteneva ai proprietari della Toscolaniera poi acquistato dai tre soci del bar: Daniele Luconi e Fabio Giusti (entrambi in società anche nella tintoria Trafi), insieme a Samuele Simoni che del Victory è lo chef, responsabile del settore pasticceria e cucina.

C’è molto di più dunque dietro una semplice tazzina di caffè: chiamare il Victory Cafè solo ‘bar-pasticceria’ sarebbe riduttivo in quanto non renderebbe giustizia alla straordinaria operazione di recupero del patrimonio industriale del distretto e di valorizzazione della cultura del tessile pratese. Un bel progetto che promette di regalare altre soddisfazioni per il futuro. Al momento dell’acquisto della vecchia fabbrica i soci del Victory, infatti, hanno riesumato anche l’archivio della Toscolaniera con l’intento di conservarlo e di renderlo accessibile a tutti, aderendo insieme ad altre aziende tessili al progetto di digitalizzazione degli archivi tessili che sta portando avanti il Museo del Tessuto. Presente, passato e futuro del distretto.

UNA TAZZINA IN MEZZO AI TELAI: IL BAR SI È TRASFERITO ALL’INTERNO DI UNO STORICO EDIFICIO INDUSTRIALE

Fra i pezzi più esclusivi, un telaio a mano donato dal lanificio Faliero Sarti

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49 MOSTRA ARTE

DIVERSI E VICINI

Soffici e Rosai, protagonisti del ‘900, in mostra alle Scuderie di Poggio a Caiano Il cuore artistico e pulsante del Ventesimo secolo in mostra al Museo Soffici e del ‘900 italiano, presso le Scuderie di Poggio a Caiano fino al prossimo 7 gennaio: Ardengo Soffici e Ottone Rosai insieme per capire come i due artisti, con le loro personalità e le singolari risorse, hanno influito sul percorso culturale del nostro Paese.

Una mostra dal titolo programmatico Soffici e Rosai. Realismo sintetico e colpi di realtà, a cura di Luigi Cavallo e Giovanni Faccenda, con la collaborazione di Oretta Nicolini, Luigi Corsetti e un saggio in catalogo di Marco Moretti. Ventisei dipinti e dieci disegni per ogni autore, dagli anni ’10 al secondo dopoguerra, in un allestimento che pone i due artisti a fianco a fianco in un ideale riscontro: meditate e sintetiche le illuminazioni realistiche di Soffici; drammatica e aspra, con fiammate di poesia, la realtà di Rosai.

Una simpatia reciproca che si accese alla mostra dei futuristi di Lacerba, a Firenze, alla fine del 1913 e durò ininterrotta fino alla pubblicazione del pamphlet polemico firmato da Rosai, influenzato dal fascismo radicale di Berto Ricci, Alla

Ditta Soffici-Papini & Compagni (Edizioni Fiorentine, 1931). I dipinti e i disegni presenti in mostra, almeno quanto i loro scritti raccontano l’intesa autentica fra i due pittori ma anche le differenti motivazioni etiche: Soffici nutrito da un’esperienza internazionale per quanto attento ai campioni semplici dell’arte popolare e primitiva; Rosai cresciuto nel crogiuolo fiorentino, preso dalla vicinanza con i ceti più poveri e modesti degli artigiani, dei venditori ambulanti, dei carrettieri… coloro che non venivano sfioranti dalla storia, la subivano senza potersi rialzare.

Da qui la percezione diversa del mondo, per Soffici si parlerà di classicismo, per Rosai di medievalismo. Più soppesata e armonica la lezione di Soffici; rustica e talvolta provocatoria quella di Rosai, con momenti di commossa interpretazione lirica.

Di sostanziale sintonia il loro sguardo sul paesaggio toscano che diviene archetipo di un modo per raccordare uomo e natura nelle loro essenze anche sentimentali ed emotive, le figure e i ritratti stanno invece in contesti singolarmente personali; sono documenti pittorici che

I DUE ARTISTI IN UN IDEALE RISCONTRO: MEDITATE E SINTETICHE LE ILLUMINAZIONI REALISTICHE DI SOFFICI; DRAMMATICA E ASPRA, CON FIAMMATE DI POESIA, LA REALTÀ DI ROSAI

Un’immagine del Museo Soffici a Poggio a Caiano Nella pagina accanto: in questa fotografia d’archivio Ottone Rosai e Ardengo Soffici nel 1922

50 MOSTRA ARTE

IN SOFFICI SI HA UN PACATO REALISMO, IN ROSAI UNA REALTÀ FARCITA DI MISERIA CHE LUI CONOSCE, FATTA DI PERSONE CHE FREQUENTA, MAGARI NELLE BETTOLE D’OLTRARNO

Sopra da sinistra: Ottone Rosai, Donne alla fonte (1922), Ardengo Soffici Bottiglia e candeliere (1913)

interpretano e raccontano quasi opposte facce: in Soffici si ha un pacato realismo, un rispecchiamento che contiene gli estremi della persona osservata nella sua verità, senza deformare i connotati: Ritratto di contadina, 1921, Lidia, 1941.

Per Rosai più complessa e scabrosa la raffigurazione dei personaggi che sceglie: Donne alla fonte (1922), Conversazione, 1922, Operai in riposo, 1922, Carabinieri, 1927, I fidanzati, 1934, Egidio, 1938, Osservando il gioco, 1939, Il rabdomante, 1940, e il tormentato Autoritratto, 1944.

Una realtà farcita di miseria che lui conosce, fatta di persone che frequenta, magari nelle bettole d’Oltrarno, che gli si fanno accanto sui marciapiedi o nelle strette vie lastricate che sono periferie mentali oltre che fisiche.

La mostra è un’occasione per visitare o ri-visitare il Museo Soffici, situato nei suggestivi spazi delle Scuderie della Vil-

la medicea. Inaugurato nel maggio del 2009 il Museo si sviluppa al primo piano dell’edificio, originariamente Scuderie della Villa fatta costruire da Lorenzo de’ Medici e progettata nel 1470 da Giuliano da Sangallo, con la pinacoteca che ospita in permanenza oltre cinquanta opere pittoriche.

Soffici fu un artista dal carattere europeo, ancor più significativo per aver mantenuto un profilo ben radicato con la sua terra. Poggio a Caiano: nelle sale sfilano davanti agli occhi dei visitatori gli affetti familiari, la mamma Egle, la moglie Maria, i figli e poi le nature morte in stile futurista, le colline, le strade, i campi, le case del Poggio, i paesaggi che tanto hanno caratterizzato l’intera opera dell’artista.

Il percorso museale si conclude un’intervista del 1957, Dieci minuti con Ardengo Soffici, che lo riprende nella sua casastudio di Poggio a Caiano mentre parla di sé stesso e analizza le proprie opere.

Aperto tutti i giorni prAnzo e cenA chiuso il lunedì e sAbAto A prAnzo

Dal Martedì al Venerdì a pranzo Menù Lunch.

Dal martedì sera alla domenica sera compreso domenica pranzo menù alla carta.

53 ph. Maurizio Chiocchetti per Kimage

INTERVISTA ARTE

FUORI DAL TEMPO

Una pittura antica che è il suo punto di forza, punto di partenza per una profonda riflessione sulle emozioni. E’ lo stile di Andrea Martinelli di Francesca Lombardi Mi piace ascoltare il suono del vento. Mi porta lontano, nei luoghi della mia infanzia, alle giornate d’estate trascorse a Marliana, e il ricordo più vivo è sempre lui, il nonno, l’amatissimo nonno Dino.

In mostra con L’ora delle ombre - una selezione di opere, alcune più datate e altre molto recenti, a cura di Antonio Natali e Adriano Bimbi (Sala delle Colonne, Palazzo Comunale di Pontassieve fino al prossimo 26 novembre) - ha appena pubblicato il suo primo libro di scritti inediti Andrea Martinelli il volto, l’ombra, la memoria - Pagine di diario 19922017. Tumulti inediti per un artista che appare ai più schivo e immerso nella sua arte. Ma Andrea è come i suoi quadri, a più livelli: nostalgia e progettualità convivono in una vivace alternanza che lo porta a perdersi i ricordi e a dare vibranti sferzate nell’arco di una conversazione. Come per questa esclusiva intervista Citando Natali: il disegno come struttura mentale. Qual è la tua struttura mentale Andrea?

Se sapessi qual’ è la mia struttura mentale probabilmente farei un altro lavoro. Non lo so e no ne ho la più pallida idea! Proverò a chiedere ad Antonio Natali. L’unica cosa che so è che il disegno è l’unico mezzo per poter provare a raccontare qualcosa, qualcosa di molto profondo e intimo. Come dico nei miei diari, disegnare è come pregare.

La tua arte è a più livelli: al primo sguardo

sembri un pittore antico, con una mano incredibile. Avvicinarsi, entrare in quei volti significa scoprirne la modernità. Come si uniscono in te questi due aspetti?

Purtroppo o per fortuna il mio talento è visibile anche agli occhi di un bambino, e questo ha portato molto spesso a osservare i miei lavori con troppa superficialità, soprattutto in ambito contemporaneo. Oggi la valentia tecnica è un vero e proprio incaglio, e porta inevitabilmente a considerare quell’artista uno fuori tempo, fuori sincronia, o addirittura un pittore attardato, e quindi di nessun valore. Quello che invece fa la differenza non è la tecnica, bensì il pensiero profondo e forte che accompagna la ricerca di un artista. Oggi tutto è permesso. Anche disegnare e dipingere, e magari dipingere pure bene, ma con la premessa che tutto questo sia solo un mezzo per creare qualcosa di veramente unico e capace di emozionare.

La storia recente, attraverso artisti come Freud e Balthus, ci ha fatto capire che è ancora possibile essere antichi e allo stesso tempo moderni, ed io su questa strada ho proseguito il mio cammino Le foto di Gianni Berengo Gardin ci rivelano un tuo lato molto personale: l’ironia. Fa veramente parte di te?

Senza un pizzico di ironia non si va da nessuna parte. Certo che lo sono! Per quanto mi riguarda io non dipingo né la gioia, né l’ironia, dipingo e

L’ARTISTA IN MOSTRA CON L’ORA DELLE OMBRE FINO AL 26 NOVEMBRE A PONTASSIEVE

In queste pagine, alcuni dei volti in mostra a Pontassieve

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ph. Maurizio Chiocchetti per Kimage

INTERVISTA ARTE

ESCE IN QUESTI GIORNI IL PRIMO LIBRO DI SCRITTI INEDITI DELL’ARTISTA: ANDREA MARTINELLI IL VOLTO, L’OMBRA, LA MEMORIA PAGINE DI DIARIO 1992-2017

In questa pagina, un momento della presentazione del libro a Palazzo Strozzi

disegno qualcosa che ha più a che fare con la malinconia, i sentimenti, il ricordo, la lontananza.

Chi vede il mio lavoro penserà che sono un depresso cronico. Niente di più sbagliato! Quando a Luigi Tenco gli chiesero come mai le sue canzoni erano sempre così tristi, lui rispose: Quando sono allegro vado fuori e mi diverto.

Il libro: come è nato il progetto?

Il libro nasce da un’idea di Stefano Crespi, direttore della collana Atelier de Le Lettere di Firenze. Questa importante collana esiste dal 1994 e nasce con l’idea di riunire gli scritti privati (poesie, lettere, diari) degli artisti più importanti del 900 . Questa collana vanta nei suoi 25 libri pubblicati, nomi come Giacometti, De Chirico, Manzù, Varlin, Mario Botta, Nicolas De Stael, Gianfranco Ferroni e altri ancora. Con me hanno fatto uno strappo alla regola, in quanto artista vivente, e naturalmente, come puoi immaginare, è stato per me un grande onore Hai sempre scritto?

Tutto quello che ho scritto nella mia vita fino ad oggi è raccolto in questa piccola pubblicazione, e non sono nient’altro che riflessioni sulla mia vita di uomo e di artista.

Cosa racconti nel tuo libro?

Parlo dei miei ricordi, della mia infanzia, dei

miei incontri con personaggi del mondo della cultura, da Testori a Bigongiari, da Cremonini a Vittorio Sgarbi, ma parlo anche di amore, dall’amore perduto di un nonno tanto amato, all’amore perduto di una donna. E parlo soprattutto di lontananza, quella che cerco e ricerco ogni giorno di fronte ad una tela o un foglio carta.

La tua città, Prato, un amore – odio? O solo amore?

Mi verrebbe da dire che la odio questa città!

Ma se guardo in profondità credo di amarla molto. L’odio forse nasce dalla consapevolezza di sentirmi da sempre guardato come uno strano personaggio fuori dal tempo. Però negli ultimi anni ho sentito un calore che non mi aspettavo, probabilmente dovuto al fatto che sono riuscito ad emergere e a portare l’arte di un pratese in giro per il mondo.

Programmi per il futuro?

Tra i miei progetti futuri ci sono in programma due grandi mostre personali che mi vedranno protagonista a marzo al Palazzo Ducale di Urbino (sotto l’egidia di Vittorio Sgarbi in qualità di assessore alla cultura e curatore della mostra), e in estate a Palazzo Cucchiari (Fondazione Giorgio Conti) di Carrara curata da Antonio Natali.

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QUI, DOVE SI SUONA CON UN IDEALE

La Camerata e il suo stile unico di fare grande musica di Teresa Favi foto Augusto Biagini

Ve li ricordate Remo e Augusta Proietti, i due popolani romani in vacanza alla Biennale di Venezia (alias Alberto Sordi e Anna Longhi nel film Le vacanze intelligenti del 1978)? Lei scambiata per una installazione e poi, quando assistono all’esecuzione di un concerto di John Cage, quattro minuti e mezzo di silenzio. Chi non li ha pensati, sogghignando durante un concerto noioso e incomprensibile?

Quel film è la raffigurazione lampante della distanza siderale che troppo spesso intercorre tra il pubblico e un certo modo di fare arte.

Non si tratta di offrire al pubblico solo ciò che lo diverte o solo quello che può comprendere. La questione è sottile perché l’arte è un cibo per l’anima difficile da cucinare.

E’ una disposizione all’umanità, una spinta benevola verso se stessi e gli altri che incide provvidenzialmente nelle scelte artistiche e nella qualità di porgerle. Chi ci riesce vince la gratitudine e la gioia del grande pubblico che, calda e totale, emozionante è arrivata non una volta, ma tante volte all’orchestra della Camerata Strumentale di Prato, gioiello musicale della città da venti anni.

In particolare da quando la visione alta ma universale di Alberto Batisti, storico diretto-

re artistico, ha trovato il suo speciale assist nel direttore d’orchestra inglese Jonathan Webb che da buon anglosassone vede nell’orchestra e nella musica il simbolo della civiltà.

Ma il terreno era fertile. Un’orchestra costruita mattone su mattone, alzando ogni anno l’asticella della qualità artistica fino ad arrivare alla pienezza di timbro, alla versatilità e alla completezza di oggi. Di pari passo è cresciuta la qualità dei programmi delle stagioni, sempre più ad hoc e sempre più bilanciati tra bellezza, accessibilità e valore artistico.

Il segreto ce lo svela la sovrintendente Barbara Boganini: ognuno fa bene il proprio mestiere in un’alchimia di alti profili artistici e umani. E oggi, dopo venti anni, ecco un cantiere musicale sinergico con molti amici e collaborazioni nella città, dalla Scuola di Musica comunale Giuseppe Verdi alla presenza, nei concerti, di prestigiosi protagonisti della scena internazionale che vivono a Prato.

A questo, si aggiungono le nuove invenzioni.

L’orchestra giovanile Prato Sinfonietta, e la creazione del Coro, un organico immenso, le cui voci altro non sono che gli abitanti di Prato, con o senza formazione pregressa,

L’ORCHESTRA STABILE DI PRATO FESTEGGIA 20 ANNI RIVELANDOSI UN MOTORE DI SINERGIE E PROGETTI AD HOC PER LA CITTÀ E I SUOI ABITANTI

Nella pagina a fianco, in alto: Jonathan Webb, direttore della Camerata Strumentale di Prato dal 2014.

In basso: alcuni musicisti dell’orchestra durante un concerto

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ma con una passione e una dedizione inaspettate. Un’esperienza di condivisione artistica unica in Italia.

Non ci credete? Venite ad un concerto della nuova stagione e capirete. Sono stati scelti i migliori ingegneri di umanità della storia della musica. Beethoven, prima di tutti, con tre sinfonie: la I e la VII Sinfonia giovedì 9 novembre, poi la V Sinfonia giovedì 22 marzo. Bach, rivisitato in chiave jazz nel concerto-evento in collaborazione con Metastasio Jazz giovedì 15 febbraio, poi con il Concerto in do minore per violino, oboe, archi e basso continuo giovedì 19 aprile. Mozart con la Serenata in re maggiore K. 250 ‘Haffner’ inserita nel programma del 19 aprile, Haydn con la Sinfonia Militare in programma il 22 marzo, Mendelssohn con l’Ouverture delle Ebridi e con la sua IV Sinfonia.

A questi si affianca, per il centenario della sua nascita, un omaggio alla straordinaria figura di Leonard Bernstein che più di chiunque altro ha saputo distribuire la gioia della musica come compositore, direttore d’orchestra, pianista ed eccezionale divulgatore. A lui e alla irrefrenabile umanità della

sua musica La Camerata dedica una nuova commissione, affidata ad Alessandro Cavicchi, Embraceable Lenny che sarà presentata nell’ultimo concerto della Stagione, giovedì 10 maggio, accanto all’energia spirituale e positiva dei Chichester Psalms, intonati dal Coro della Città.

In questa stagione tanti amici della Camerata accorrono per dare man forte a questo cantiere in evoluzione: Giovanni Sollima che il 30 novembre porta l’energia travolgente del suo violoncello, il Metastasio Jazz con un trio d’eccezione quello di Enrico Pierannunzi, e il Festival Zipoli che si intreccia con la stagione regalandoci il 13 e il 14 dicembre, nella chiesa di San Francesco, un evento di grana fine e grande fascino con pagine rare di Grieg, Charpentier, Zipoli e Vivaldi, e la partecipazione all’organo dello stimato musicologo pratese Gabriele Giacomelli. L’intento è chiaro, non ci sono equivoci, e il Remo e l’Augusta che sono in me ringraziano la Camerata e Jonathan Webb che vogliono a tutti i costi uno spazio per l’anima a Prato, dove la musica non spaventi, non sia noiosa o incomprensibile ma bella, stimolante e benefica.

TRA LE DATE TOP DELLA STAGIONE, IL CONCERTO DEL 30 NOVEMBRE CON SOLLIMA, IL JAZZ DI PIERANNUNZI IL 15 FEBBRAIO, E LA CHIUSURA DEDICATA A BERNSTEIN, CON IL CORO CITTADINO, IL 10 MAGGIO

In questa pagina: un momento del concerto finale offerto alla città durante il Settembre Pratese 2017 Nella pagina accanto: due momenti durante un concerto della stagione al Teatro Politeama

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SEGNI PARTICOLARI TIPS

UN SALONE DEDICATO AL CAPELLO GREEN ED ECOSOSTENIBILE. RACCONTACI COME È NATA, 10 ANNI FA, QUESTA FORTUNATA INTUIZIONE. La scelta è stata obbligata: ho scoperto di essere intollerante e molti prodotti usati nei saloni. E qui la mia vita è cambiata: il salone è andato verso una direzione diversa, un mondo di prodotti biologici e naturali tutti italiani e una nuova clientela, esigente e molto attenta.

ADESSO PARLIAMO DI TENDENZE IN MATERIA DI HAIRSTYLE: IL LOOK DELL’INVERNO? Frange corte e disordinate, colorazioni morbide e sfumate o decise e piene, tagli con lunghezze personalizzate.

Marta Vannuccini, un cuore verde tutto dedicato alla cura del capello “sostenibile” e biologica.

Ci accompagna nel suo regno, il suo salone “stile di Marta” PRATO. I TUOI LUOGHI PREFERITI TRA SHOPPING, BUON CIBO. Scelgo ristoranti o pizzerie dai prodotti biologici. Per lo shopping preferisco i singoli punti vendita più che i centri commerciali.

UN SOGNO NEL CASSETTO? Viaggiare, viaggiare viaggiare...

LA TUA BEAUTY-ROUTINE? Il mio Purify shampoo e Hydrating conditioner, un trattamento idratante profondo, e infine il Sublime Oil: un illuminante alle bacche di Goji, leggero e lucidante.

E I TUOI HOBBY? Adoro la musica, tanto è vero che l’ho trasmessa anche a mio figlio Simone che ne ha fatto una professione. Tra le letture i gialli e poi,come sport, il Muay Thay.

COSA POSSIAMO TROVARE DA STILE DI MARTA CHE MAI TROVEREMMO ALTROVE? Utilizziamo Piante tintorie per colorare i capelli con lo 0% di sostanze nocive e poi ingredienti completamente privi di SLS o Lauril, Formaldeide, ammoniaca, parabeni e coloranti. Per non parlare del nostro sistema ondulante, alternativo ed innovativo al massimo.

MARTA, DEFINISCICI IL TUO STILE. Un po’ glamour e un po’ grunge. di Sabrina Bozzoni

L’Istituto della tua città Una presenza costante 24 ore su 24 365 gg l’anno

Abbiamo scelto gli uomini giusti per far sentire sereni i nostri clienti Via Onorio Vannucchi 7, 59100 Prato Tel 0574 194 0306 Fax 0574 194 0307

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SEGNI PARTICOLARI TIPS

LA BEAUTÉ, UNA CLINICA DELLA BELLEZZA DEDICATA AL BENESSERE PSICOFISICO FEMMINILE. RACCONTACI COME È NATA QUESTA AVVENTURA. Ho sempre lavorato nel mondo del food ed ero proprietaria di una catena di bar; ma la vita spesso ti mette a confronto con situazioni che mai avresti immaginato. Per me La Beauté è un lavoro, un negozio, ma soprattutto una sfida accettata.

UNA NOVITÀ IN MATERIA DI TRATTAMENTI? Lpg Endermologie è uno dei nostri macchinari. Una vera ginnastica per il corpo.

IL PUNTO FORTE DI LA BEAUTÉ?

Lo staff. Sono donne eccezionali.

Bianca Noorbakhsh giovane anima di “La Beauté”, ci racconta un po’ di sé.

In bilico tra bellezza e grande cucina TU IN: UN PIATTO, UNA CANZONE, UN LIBRO, UN FILM. Cruditè di pesce, “Il peso della valigia” di Ligabue, come libro “La mia vita non proprio perfetta” e volerei in America per andare a caccia di tornado come Helen Hunt in “Twister”.

PRATO. VOGLIAMO SEGUIRTI NEI TUOI LUOGHI PREFERITI TRA SHOPPING, BUON CIBO Per lo shopping: DivaAbbigliamento Donna, Puggelli Calzature e Priveè Abbigliamento Uomo. A Casa Gori o Le Fontanelle per mangiare. Scelgo sempre il Bar Magnolfi in Piazza San Francesco per le loro favolose crostate o per un aperitivo easy.

BIANCA, DEFINISCI IL TUO STILE. Lo definirei “Street”. Disordinato e ordinato allo stesso tempo, semplice e personale, ma mai casuale e banale.

BELLO È…

Amarsi e prendersi cura del proprio corpo, sia dentro che fuori, nel rispetto di sé e degli altri.

IL TUO SOGNO NEL CASSETTO? Diventare una Chef a domicilio di successo. di Sabrina Bozzoni

SAI CHE C ‘È DI NUOVO?

Tre locali aperti da poco per raffinate esperienze di gusto di Sabrina Bozzoni

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67 FOOD EXPERIENCE

Un mood di ampio respiro che ricalca una tendenza cosmopolita chiaramente delineata: bere bene accompagnati da pietanze sorprendenti.

Grandi etichette e cocktails di alto livello che si sposano perfettamente a piccoli grandi miracoli della cucina italiana, in formato tapas. E’ l’idea che sta alla base di Ardengo, un nome dedicato alle intuizioni futuriste dell’artista e scrittore Ardengo Soffici, pratese d’affezione. Nato dalle menti audaci dei due titolari Mirko Banacchioni e Lorenzo “Lollo” Filippini, arredi minimal e moderni, cucina a vista compresa, per un bistrot che dà grande importanza al mondo del vino, offrendo uno specifico servizio a bicchiere, avendo solo bottiglie in formato Magnum.

Un ambiente cordiale e raccolto che completa la sua offerta con la cucina cangiante e sensibile della chef Cristina Liguori, in costante ricerca di materie prime stagionali ed eccellenti e attenta soprattutto agli equilibri e agli accostamenti che non ti aspetteresti. Un nome che naviga nelle acque della bella Livorno per De’Sto, nuovo locale dalle atmosfere anni ‘70 affacciato su via Modesti, a pochi metri da piazza San Francesco. Cocktail, buon vino, piatti gourmet, pesce e carne dalla filosofia crudista in un ambiente di design, d’ispirazione Bauhaus e attento alla buona musica. Il concept è chiaro: metà cocktail

bar e per l’altra metà cucina-laboratorio a vista, con le note vintage degli arredi e un impianto hifi con vinili da ascolto principalmente ’70.

In cucina tutto passa sotto l’occhio creativo dello chef Marco Schipani: fiore all’occhiello, il “Pescato Sostenibile Certificato”, una varietà di pesce molto pregiata regolata dal Protocollo “Friend of Sea” che certifica solo le migliori aziende ittiche. Una calda ed elegante atmosfera casalinga denota l’ultima creatura che porta la firma di Le Garage Bistrot. In uno dei cuori della movida pratese, in via Settesoldi, si adagia come una piccola Francia nascosta, Le Garage Caveau. Sviluppato all’interno di un’antica casa torre, l’idea del locale si ispira alla classica cave à vin e al tipico bistrot francese, con pareti a mattoni, arredamenti in stile provenzale ed un pavimento in pietra che rivela la cantina sottostante.

In cucina prodotti a km zero con un’attenta selezione delle materie prime. Anche la carta dei vini rispecchia lo stile del locale, prediligendo aziende biologiche e biodinamiche italiane e francesi, oltre a proporre un’accurata selezione di champagne. Le serate al Garage Caveau iniziano e finiscono esaltando un concetto non meno fondamentale: la mixology, con gin biologici e cocktails home made a prezzi popolari.

GRANDI ETICHETTE E COCKTAILS DI ALTO LIVELLO SI SPOSANO PERFETTAMENTE A PICCOLI GRANDI MIRACOLI DELLA CUCINA ITALIANA

In questa pagina, De’Sto. Nella pagina precedente: Le Garage Caveau.

Nella pagina accanto: 1. e 6. Ardengo; 2. e 3. De’Sto; 4. e 5. Le Garage Caveau

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STORIA LIBRI

SENSO DI APPARTENENZA

La storia dell’evacuazione di Dunkerque: dal grande schermo all’ultimo libro di Franco Cardini di Elisa Signorini

Un pezzo di storia recente che fa riflettere e che potrebbe dare una spinta alla rinascita di un convinto senso civico. È la storia dell’evacuazione di Dunkerque, protagonista nelle sale cinematografiche grazie al film di Christopher Nolan e ancor prima grazie al libro di Franco Cardini e Sergio Valzania, uscito ad agosto per Mondadori: Dunkerque. 26 maggio-4 giugno 1940: storia dell’operazione Dynamo.

Ne parliamo con uno degli autori, Franco Cardini, professore ordinario di Storia medievale presso l’Università di Firenze, professore emerito dell’Istituto italiano di scienze umane alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

Innanzitutto, perché questa pubblicazione?

Molto semplicemente l’editore ci ha chiesto un libro su questo momento storico: io e Valzania abbiamo accettato, forse a cuor leggero. In realtà, il lavoro si è dilatato fino a portarci in archivi esteri e a confrontarci con nuove fonti. Il lavoro è stato impegnativo ma il risultato ci lascia soddisfatti.

Perché l’interesse per l’Operazione Dynamo?

Forse l’attenzione per quell’antico sentimento anglosassone che è il patriottismo, sentimento che in alcuni paesi europei in quegli anni scemò o fu represso. Da alcune parti si è guardato all’attenzione per questo fatto come ad una scelta strategica pro-Brexit, quasi a sottolineare come la particolarità del Regno Unito possa giustificare la fuoriuscita dall’Ue. In realtà non è così, è solo il soffermarsi su una bella vicenda della storia recente.

Ripercorrere questa vicenda,col suo senso di fedeltà al proprio paese, può oggi essere utile a noi cittadini spesso lontani dall’idea di Stato come Patria?

Certamente sì. Viviamo tempi in cui questi sentimenti di appartenenza al paese d’origine riemergono troppo spesso in forme scomposte,

superficiali, talvolta persino isteriche, sottoforma di un micronazionalismo che alla fine si manifesta o come acritica spinta all’uscita dall’euro o come xenofobia. Chissà che il libro e il film non rispondano nel loro piccolo a un’istanza di senso civico che si comincia ad avvertire..

Cosa pensa di ‘Dunkirk’, il film di Nolan? È una pellicola ambiziosa e coraggiosa ma non si tratta in ogni caso di un colossal di argomento militare. Non ci si devono aspettare scene d’azione come lo sbarco in Normandia, qui il taglio è psicologico, sorprendente.

Lei vive a Firenze, ma in qualche modo è in parte pratese, non solo per vicinanza geografica ma anche per condivisione con la città di alcuni tratti di vita.

Confermo, a partire dalla mia infanzia ho incrociato Prato. Innanzitutto da ragazzino il mio vicino nel quartiere di San Frediano dove vivevo era un cenciaiolo, proprio come uno di quelli descritti da Malaparte che trovava strani oggetti in queste balle di cenci. Una figura assolutamente affascinante. Poi ho insegnato giovanissimo per un anno al Buzzi e per una decina di anni ho vissuto a Prato, non avendo abbastanza soldi per comprare casa a Firenze! Ho molti amici a Prato, da Umberto Cecchi che è stato mio compagno di liceo al vescovo Gastone Simoni, persona coltissima: occupandomi di rapporti tra Prato e Gerusalemme non posso che guardare alla Sacra Cintola con grande affetto.

E poi devo confessare una grande passione per Malaparte. Tra l’altro mi sembrerebbe doverosa in città la presentazione del libro di Rita Monaldi e Francesco Sorti intitolato Morte come me, un’immaginaria biografia di Malaparte,che insieme a Lucio Villani, ho candidato al premio Strega: è arrivato tra i finalisti, avendo assolutamente i numeri per la vittoria.

INTERVISTA CON LO STORICO MEDIEVALISTA LEGATO A PRATO, ALLA SACRA CINTOLA E A MALAPARTE

Nella pagina accanto, alcune immagini della pellicola Dunkirk di Christopher Nolan

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ICONE MUSICA

IL MODO MIGLIORE DI ASCOLTARE

La storica casa musicale Niccoli riapre nelle mura con un nuovo concept ma la stessa passione di Virginia Mammoli

Amanti della musica spalancate le orecchie, il Niccoli riapre i battenti al pubblico.

Chi è cresciuto a Prato non può non conoscerlo. Tutti almeno una volta abbiamo sbirciato tra gli infiniti articoli ordinatamente esposti tra i suoi scaffali in via Cairoli. Era qui che veniva chi cercava l’introvabile e tornare a casa a mani vuote era praticamente impossibile. Appassionati di tutto il mondo si rivolgevano al Niccoli, tra questi anche volti noti come Servillo, Vanessa Incontrada e Vincent Gallo. Laddove ricercati negozi degli Stati Uniti fallivano, il negozio pratese non deludeva mai.

La notizia della chiusura, nel 2012, è stato un colpo al cuore per molti. Certo, la vendita non era cessata, era possibile ancora acquistare l’album preferito online, ma mancava la poesia del toccare con mano, il profumo delle copertine dei vinili provenienti direttamente dagli ’60 e ’70.

Così, dopo cinque anni, la storica casa musicale torna dentro le mura, non più in

via Cairoli, ma in via dei Tintori, a pochi passi da via Garibaldi, in uno spazio di circa 300 metri quadrati che ha ospitato la storica profumeria Guarducci prima e una palestra dopo. Ancora la data precisa di riapertura non è stata annunciata, la titolare Antonella Niccoli garantisce però che tutto sarà pronto entro l’autunno. In effetti, ci vuole un po’ di tempo per spostare e riorganizzare un archivio raccolto in oltre 90 anni di storia. Più di 60.000 articoli.

Non riproduzioni, ma prime stampe ancora sigillate, vinili e 45 giri che non hanno mai girato su un piatto, cd, musicassette, dvd e vhs originali. Una raccolta di vere e proprie rarità. Pezzi da collezione, ma anche semplicemente articoli per chi ama la buona musica. Chi frequentava il ‘vecchio’ negozio riconoscerà lo stile e alcuni elementi di arredo, il concept però sarà più vintage e l’esposizione principalmente dedicata ai vinili (anche se saranno sempre disponibili anche tutti

UN NEGOZIO, MA ANCHE UN LUOGO DOVE RESPIRARE CULTURA MUSICALE

Nella pagina accanto: due immagini del Niccoli in fase di allestimento nei nuovi spazi di via dei Tintori

72 ICONE MUSICA

UN ARCHIVIO CON PIÙ DI 60.000 ARTICOLI, TRA VINILI, CD, MUSICASSETTE, DVD E VHS

Non riproduzioni, ma prime stampe ancora sigillate. Vinili che non hanno mai girato su un piatto

gli altri supporti). The Velvet Underground & Nico (1967), Abbey Road dei Beatles (1969), Sticky Fingers dei Rolling Stones (1971), The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (1973) e molti altri dischi che hanno fatto la storia non solo per le loro canzoni, ma anche per le loro memorabili copertine. Nell’era di Spotify e iTunes il vinile sta vivendo un momento di grande ritorno, sia tra chi ci è cresciuto, sia tra i giovani, hipster e non solo. Sono tantissimi i ragazzi che negli ultimi tempi vanno a rispolverare le mansarde e le cantine dei genitori cercando quegli strani oggetti che da piccoli sembravano così poco pratici, quasi dei reperti, ma che col tempo hanno guadagnato un fascino irresistibile.

Prato ritrova così un luogo dove respirare profumo di musica e di cultura musicale.

Un negozio sì, ma anche una sorta di museo del vinile, dove riscoprire la differenza tra ascolto digitale e ascolto analogico e ritrovare quel suono pieno, a volte graf-

fiante, che esce quasi per magia quando la piccola punta del giradischi sfiora le tracce incise sulla gommalacca. Non un semplice audio che vola nell’etere, ma qualcosa di concreto, che ha la sua presenza fisica e visiva, che ha la sua Storia. Bello sia da ascoltare che da vedere.

I generi musicali saranno, come sempre quando si tratta del Niccoli, i più disparati: dalla musica classica, a cui verrà dedicato uno spazio apposito, al rock’n’roll, passando per l’hard rock e il cantautorato italiano. La priorità non saranno le ultime uscite, sulle quali sarà fatta una certa selezione, ma il grande patrimonio dell’archivio.

Probabilmente, ci anticipa Antonella Niccoli, in futuro non mancheranno appuntamenti dedicati al vinile e alla storia della musica, come ad esempio, la proiezione di documentari e film. Ma questo lo vedremo col tempo, nel frattempo, buon ascolto!

Una serata a bordo piscina Nella cornice del prestigioso Golf e Country Club Le Pavoniere, l’elegante dinner party a bordo piscina con dj set e degustazione della Roberto Cavalli Vodka per la presentazione del nuovo numero di Pratoreview.

PRATO

TIPS

APERITIVO

PRATO

APOTHEKE Via Verdi, 17 ph. 0574.25099 BAR ERCOLE Viale Montegrappa, 304 ph. 0574.597076 BAR MAGNOLFI Piazza San Francesco, 24 ph. 0574.25633 BIG EASY Piazza Mercatale, 177 ph. 0574.1824218 BARTAT Via Pugliesi, 24 ph. 0574.35613 BIGONGE BAR Piazza Buonamici ph. 0574.26319 CAFFE’ 21 Viale Piave, 5 ph. 0574.42064 CUL DE SAC Via Santa Trinita, 25 ph. 348.8950467 DA LUCIO Piazza del Comune DA TOMMI - RIDAMMI UN BACINO Via Cesare Guasti, 11 ph. 0574.1594200 EL BARRIO Via Cairoli, 72 ph. 338.9336722 FIASCHEMBERG Via Settesoldi, 42 GRADISCA 1973 Via Settesoldi, 30 ph. 0574.1827470 I FRARI Via Garibaldi, 120 ph. 334.3442532 I FRARI DELLE LOGGE Piazza del Comune,16 ph. 0574.35490 KORNER KAFFE Via Borselli, 89 ph. 0574.6224216 LA DOLCE VITA Via Traversa Pistoiese, 37 ph. 0574.814748 LA GIOCONDA Via Raffaello Lambruschini, 25 ph. 0574.603091 LA TAZZA D’ORO Viale della Repubblica, 290 ph. 0574.593771 LE BARRIQUE Via G. Mazzoni, 19 ph. 0574.30151 OPIFICIO JM Piazza San Marco, 39 ph. 0574.870500 www.opificiojm.it PRATO CITY Via Valentini, 7 ph. 0574.1821183 SCHIACCINO Via Santa Caterina, 1 ph. 0574.605154 SQUISIO Via Santa Trinita, 87 ph. 328.4269495 ZERO Via Garibaldi, 65 ph. 0574.35041

TIPS

PRATO

RISTORANTI

TIPS

A CASA GORI Piazza Sant’Agostino, 14 ph. 0574.24893 ANTICHI SAPORI Via F. da Filicaia, 40/A ph. 0574.461189 ARDENGO Via dei Cimatori, 6 ph. 366.5318415 AROMA DI VINO Via S.Stefano, 24 ph. 328.9557490 BAGHINO Via dell’Accademia, 9 ph. 0574.27920 BOCCONDIVINO Via Mascagni, 59 ph. 0574.22957 CHE CICCIA C’È Piazza del Collegio, 9 ph. 0574. 30416 CHEF REPUBLIC Viale della Repubblica, 236 ph. 0574.072744 DE’STO Via Modesti, 7/9/11/13 ph. 0574 1582336 I CORTI Piazza Mercatale, 136 ph. 0574.606082 IL DECANTER Piazza delle Carceri, 1/2 ph. +39 0574475476 ENOTECA BARNI Via Ferrucci, 22 ph. 0574.607845 IL CAPRIOLO Via Roma, 306 ph. 0574.1825326 IL MERCANTE Via Traversa il Crocifisso, 47 ph. 0574.627174 IL PIRANA Via Valentini, 110 ph. 0574.25746 L’ALTRA CALAFURIA Piazza Filippo Lippi, 9 ph. 0574.26697 L’ANTILOPE Via Pistoiese, 248 ph. 0574.21033 LA GROTTA DI BACCO Piazza S. Domenico, 16 ph. 0574.440094 LA LIMONAIA DI VILLA ROSPIGLIOSI Via Firenze, 83 ph. 0574.592515 LA VERANDA Via dell’Arco, 10 ph. 0574.38235 LE FONTANELLE Via Traversa del Crocifisso, 7 ph. 0574.622316 LE GARAGE BISTROT Piazza San Domenico, 26 ph. 0574.24842 LE GARAGE CAVEAU Via Settesoldi, 36/38 ph. 0574.063153 LO SCOGLIO Via Giuseppe Verdi, 42 ph. 0574.22760 MADDALENA piazza sant’agostino ph. 0574.31734

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TIPS

PRATO

MANGIA Via Ferrucci, 175 ph. 0574.572917 MEGABONO Via Ser Lapo Mazzei, 20 ph. 347.8908892 MOKHA Piazza San Marco, 5 ph. 0574.400412 OSTERIA SU SANTA TRINITA Via Neroni, 4 ph. 0574.605899 OZNE Via Pugliesi, 35 0574.076857 PEPE NERO Via Zarini, 289 ph. 0574.550353 RAGIONA Via del Melograno, 40 ph. 0574.1597416 RAZMATAZ Piazza Mercatale, 110 ph. 0574.448619 RISTORANTE MYO Viale della Repubblica, 277 ph. 0574 1597312 SALOMÈ Hotel Datini, Via Marconi, 30 ph. 0574.562348 SASSODORO Via Firenze, 40 ph. 0574.55386 SOLDANO Via della Sirena ph. 0574.830913 Via Pomeria, 35 ph. 0574.34665 TONIO Piazza Mercatale, 161 ph. 0574.21266 TO WINE Viale della Repubblica, 23 ph. 0574 550462

TRATTORIE

LA FONTANA Via di Canneto, 1 ph. 0574.27282 LAPO Piazza Mercatale, 141 ph. 0574.23745 LOGLI MARIO Via Carteano, 1 - Filettole ph. 0574.23010 OSTERIA CIBBÈ Piazza Mercatale, 49 ph. 0574.607509 OSTERIA LE CENTO BUCHE Via degli Abatoni, 7 ph. 0574.694312

PIZZERIE

CAVALLINO ROSSO DA GIOVANNI Via Pistoiese, 26 ph. 0574.23143 FANCY KING Via Valentini, 21 ph. 0574.581343 IL BORGO ANTICO Via Gherardacci, 25/27 ph. 0574.622707

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PRATO

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I CAVALIERI DI PIAZZA MERCATALE Piazza Mercatale ph. 0574.400830 IL RAGNO Via Valentini, 133 ph. 0574.596700 KING’S PUB Via Garibaldi, 148 ph. 0574.28641 PASSAPAROLA Viale Galilei, 8 ph. 0574.468350 PIZZA E BOLLICINE Via Quirico Baldinucci, 3 ph. 0574.1825821 PIZZERIA MAGGIE Via Bologna, 519 ph. 0574.460493 SCIUSCIÀ Via Galcianese, 79 ph. 0574.28058

CUCINA ETNICA E BIO

CIBINO Via Pomeria, 84 ph. 0574.23989 ELEMI Via Roma, 74 ph. 0574.055536 FUJIAMA Via Valentini, 5 ph. 0574.623857 KALDI’S CAFFE Via Settesoldi, 31 ph. 339.5355010 KOTO RAMEN Via Valentini, 102 ph. 0574.603162 LA COVA TAPAS BAR Via Santa Trinita, 3 LA FABBRICA ALIMENTARE Via Valentini, 102 ph. 0574.870315 L’ORTO DI NENÈ Via Santa Trinita, 47/A ph. 349.8478186 MOI SUSHI LAB Via Verdi, 15 ph. 0574.067037 NAGOYA Via Avignone, 34 ph. 0574.400183 NAGA THAI Via Santa Trinita, 53 ph. 0574.074031 PINCHOS BAR Via Settesoldi, 11 ph. 329.3925185 RAJA Piazza del Collegio, 8 ph. 0574.32032 RAVIOLI LIU Via Fabio Filzi, 39 ph. 0574.830973 RAVIOLI DI CRISTINA Via Cavallotti, 36 ph. 0574.1820920 YOP Via Santa Trinita, 80 ph. 0574.1823429

OUTSIDE ARTIMINO

BIAGIO PIGNATTA Viale Giovanni XXIII 1Artimino

PRATO

TIPS

ph. 055.8718086 CANTINE DEL REDI Via 5 Martiri 29 - Artimino ph. 055.8751408 DA DELFINA Via della Chiesa 1 - Artimino ph. 055.8718074

CANTAGALLO

IL GHIRIGHIO Loc. Migliana, 29 ph. 0574.981103 LA BUA DELLA TONIA Via S. Quirichello, 2 ph. 0574.956171 LA CASTAGNA Via di Migliana, 40 ph. 0574.981791

CARMIGNANO

ANTICA TORRE Piazza G. Matteotti, 15 ph. 055.8712096 IL BARCO REALE P.zza Vittorio Emanuele II, 28, ph. 055.8711559 OLGA Via Montalbano 6 ph. 055.8712028 SU PE’I’ CANTO Piazza Matteotti 25/26 ph. 055.8712490

GALCIANA

A MANGIA’ FORA Via Sant’Ippolito 16 ph. 328.3032343

MONTEMURLO

CASA LA QUERCE Via La Querce 43 ph. 0574.683099 LA TAVERNA DELLA ROCCA Piazza Castello 2, ph. 0574.680459

POGGIO A CAIANO IL VECCHIO CASALE Via Carmignanese 127 ph. 055.877427 LA FURBA Via Statale 99 ph. 055.8705316 www.lafurba.it LA FRUGOLA Via Aldo Moro 33 ph. 055.8778143

VAIANO

LA LOCANDA DEGLI ARTISTI Via Bertini 76 Schignano ph. 0574.983436 PIZZERIA G. ROSSI Via Braga 191 ph. 0574.946503 LA NUOVA TIGNAMICA Via Val di Bisenzio 112 ph. 0574.984424

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Paperino (1982) and Caino e Caino (1993). He is the director of Sabbie Mobili, for the first time on stage in Italy starring Roberto Ciufoli, Gaspare, Max Pisu, at the Teatro Politeama in Prato Saturday 4 and Sunday 5 November. A show that, as pointed out by the director of Sabbie Mobili who is also THE TUSCAN WITH A its author, “is in memory of KIND SOUL Andrea Brambilla (Zuzzurro, There is a detail that stands ed.), and is dedicated to out more than any other him.” A bitter but also funny when on the phone with fairy tale about the friendthe tireless Alessandro ship between two successBenvenuti. His extreme ful comedians (Gaspare and kindness makes the intellect Roberto Ciufoli) who can no of the artist on the other longer find the same harmoend emerge immediately. ny as in the past. Returning He who moves between from a night in Switzerland cinema, theater, music and in their private plane, they TV, passing easily from the come across a strange camera to the stage. He has black cloud, which makes always been a refined Tusthem fall into a mysterious can, good at pulling on the place where they encounter heart strings and discussing a strange and unique creatopics that are very dear to ture (Max Pisu), who appeople. pears from inside a cactus, The director of Welcome interested in meeting them. to Home Gori is an icon of Tuscan humor, emblem of ‘80s comedy, thanks to the artistic partnership with Francesco Nuti who he joined in 1978 to form the memorable trio GianCattivi along with Athina Cenci.

He had barely finished the last scene of I Delitti del BarLume, Sky Cinema the TV drama based on the Malvaldi novels, when the Tuscan artist was already back to work. And we will A CINECITTÀ IN THE FORsoon see again in Prato, MER CONVENT OF SANwhere Benvenuti left a TA CATHERINA piece of his heart and of his In the city that has nurtured long career, from when he silver screen talents such shot the films Ad ovest di as Clara Calamai, Roberto

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Benigni, Francesco Nuti, Giovanni Veronesi and Pamela Villoresi, the headquarters of cinema has been set up, a support point for the whole audiovisual production chain as well as for the production of films for cinema and TV. The new seat of Manifatture Digitali Cinema is the Tuscan Cinecittà situated on the banks of the Bisenzio river, created under the auspices of Mibact and other institutions such as Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana and the Municipality of Prato. In the former Convent of Santa Caterina, in the very heart of the historic center, this magical place has opened its doors with the promise of promoting the ancient trades and know-how of Prato, in accordance with the needs of the world of cinema. Is there a crew that wants to make a movie in Tuscany? In Prato’s Casa del Cinema, producers and directors can find casting rooms, production facilities, warehouses, theaters, equipment and makeup and hairdressing rooms. But this is just a sample: at the beginning of 2018, when the renovation of the premises of the former Convent of Santa Caterina will be completed, the total floor space will measure 2,200 square meters. The beautiful thing about all this project, however, has yet to come. By the end of the year, in Prato’s Cinecittà, the curtain will rise on various ‘specialization workshops’ which will

turn out workers possessing skills related to the art of tailoring and film costumes, in line with the textile tradition of Prato.

42 DISCOVER THE 21 COMMERCIAL SPACES REOPENED IN THE CENTER OF PRATO The first word of advice is to not be in a hurry. Arm yourself with a full wallet, a bit of curiosity and maybe a foldable umbrella in your purse, ready to tackle the first shopping weekends of autumn. Then if you ask the organizers of the Pop-Up Lab project (you can write on their Facebook page) for a map to help you get your bearings amidst the 21 shops that are restoring life and vitality to the historic center, your foray can become even more fun. After all, it’s not every day that 21 stores open their doors to the public, all together, on the same day. But that’s what happened on September 30th, and the same thing will be continuing until mid-January 2018 in Via del Serraglio, Via Guizzelmi, Via della Sirena, Via del Vergaio and Via Muzzi: we are close to the Serraglio

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Tessuto. The new location has opened on the site of what was once Toscolaniera, one of the first industrial plants in Montemurlo, dating back to the 1970’s: in other words, just a short move from where Victory used to be.

As you sip on a cup of espresso and enjoy a croissant, you now come into contact with Prato’s textile heritage. The Café indeed forms part of the 1000-square-meter area (to which add another 4000 of warehouse space) that once housed the factory: here the Museo del Tessuto has decided to display some of the historic textile machines that would otherwise have been left in the old Campolmi warehouse.

Open every day, the new museum branch displays an old Sardinian loom and small carding machine from the early 1900’s as well a wooden hand packer, the ancestor of today’s baling presses for fabric shreds. It also contains a rare piece: an old handloom donated by the Faliero Sarti wool mill, once used for making samples. As you enter Victory Café, you take in the atmosphere of the old Prato factory, with its industrial MUSEO DEL TESSUTO ventilation fans, its washTEAMS UP WITH VICTORY basins converted from old CAFÉ TO OPEN A NEW dyeing machines, its brick BRANCH MUSEUM IN walls that once formed part MONTEMURLO of a chimney blackened by The new Victory Café in Via smoke. Among the many Labriola in Montemurlo isn’t curious objects, you’ll notice your ordinary coffee and a disco ball from the dancepastry shop: it’s now also floor of the legendary Florentine discotheque Central a branch of the Museo del train station, an area inside the historical walls to be revitalized, rather, regenerated. Urban regeneration for a more beautiful and safe neighborhood, thanks to the operation financed by the Regione Toscana. Clothing and shoe stores, craft workshops and tailor shops, travel agencies (only for special trips, those on the sustainable tourism circuit), cheese shops, kilometer zero food, art galleries, social projects, creative and social coworking spaces.

Real businesses – the fondi (ie, street-front commercial spaces) are granted, free of charge, for almost four months - joining the other fifty activities already present. There’s still time until January 14th, 2018, to take a look at this open-air arcade with its 21 brand-new stores.

Park. The ball belonged to the owners of Toscolaniera and was purchased by the three partners of the café: these are Daniele Luconi, Fabio Giusti (both of whom are also partners in the Trafi dyer company) and Samuele Simoni, the chef who runs the kitchen and pastry operations at Victory. The new café-museum encapsulates the area’s past, present and future.

46 THE HISTORIC CASA MUSICALE NICCOLI RECORD STORE REOPENS IN THE HEART OF PRATO Music lovers, open your ears, the Niccoli record store is about to reopen its doors to the public. Anyone who grew up in Prato can’t help but know it. Fans from all over the world used to go to its historic location in Via Cairoli, even celebrities such as Servillo, Vanessa Incontrada and Vincent Gallo. When top US stores went bankrupt, the shop in Prato never disappointed.

Although it was still active through online sales, the news of its closure in 2012 was a blow to the heart for many. So, within autumn of this year, the Niccoli shop

will return inside the old city walls, no longer in Via Cairoli, but in Via Tintori, a few steps away from Via Garibaldi. The goal is to make the most of the huge archive collected in more than 90 years of business, with over 60,000 items including vinyl records, 45-rpm records, CDs, music cassettes, DVDs and VHS cassettes.

Not reproductions, but first pressings, most of them still sealed. A collection of real rarities ranging from classical music to rock ‘n’ roll, including hard rock and Italian singer-songwriters. In fact, vinyl will be given the largest space inside the store, which is coming back boasting an expressly vintage look. Prato will thus regain a place for breathing in the scent of music and musical culture. A shop, but also a kind of vinyl museum, where you can rediscover the difference between digital

70 listening and analog listening, and again find that full, sometimes scratchy sound that comes forth almost by magic when the small tip of the record player’s needle lightly touches the grooves cut into the shellac.

82 OROSCOPO AUTUNNO

MESSAGGI DALLE STELLE

Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri ARIETE (21 marzo - 20 aprile) A fine ottobre relazioni e contatti sono caratterizzati da momenti di tensione per scelte importanti, ma a dicembre Mercurio e Venere dal Sagittario vi riequilibrano.

BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre) Ottobre, per voi tempo di compleanni, è un mese cruciale: Giove dopo un anno di soggiorno vi abbandona, lasciando il posto al bellicoso Marte, che rimarrà fino al 9 dicembre.

TORO (21 aprile - 20 maggio) In ottobre i positivi influssi provenienti dal segno amico della Vergine stimolano nuove iniziative; novembre è interlocutorio, mentre in dicembre contrattempi possono creare stress.

SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre) Vi attende un autunno ricco di energie e di progetti: per i nati a fine ottobre in arrivo importanti occasioni di crescita. Solo a metà dicembre è possibile qualche contrattempo.

GEMELLI (21 maggio - 21 giugno) Con l’avanzare dell’autunno, i nati dal 13 al 20 giugno avvertiranno in maniera sempre più intensa gli obblighi e le responsabilità saturnine. Novembre è un mese chiave: attenzione!

SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre) Dal 5 novembre in avanti Mercurio stazionerà nel segno: pensare, comunicare, organizzare, interscambiare, negoziare saranno i vostri scopi. Terza decade in fase di bilanci e riflessioni.

CANCRO (22 giugno - 22 luglio) In ottobre, nati dal 21 giugno al 4 luglio in netta e progressiva ripresa energetica e realizzativa; svolte inattese e difficili da controllare per i nati tra il 16 e il 22 luglio.

CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio) La prima decade si trova spinta verso nuove mete e orizzonti, mentre la seconda e la terza, che ricercano maggiore autonomia, attraversano una fase conflittuale, più acuta in novembre.

LEONE (23 luglio - 23 agosto) Prima decade: evitate manie di grandezza ed esagerazioni. Seconda: sfruttate le energie marziane di metà novembre.

Terza: consolidate le nuove realizzazioni sotto la spinta saturnina.

ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio) Da fine ottobre a inizio dicembre sarete incoraggiati da Marte in Bilancia. In più i nati 11-17 febbraio godranno dell’aiuto combinato di Saturno dal Sagittario e di Urano dall’Ariete.

VERGINE (24 agosto - 22 settembre) I ritmi si accelerano, ma mentre prima e seconda decade vanno incontro ad una fase nuova e stimolante, la terza deve confrontarsi con nodi passati e preoccuparsi delle finanze.

PESCI (20 febbraio - 20 marzo) I nati in febbraio e primi di marzo possono gioire per l’arrivo dallo Scorpione degli entusiasmanti influssi gioviani. Mercurio e Saturno in Sagittario creano difficoltà ai nati 13-19 marzo.

a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo” Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it

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