pratoreview
Play > Michele Riondino
Incontro con l’attore che a dicembre arriva al Met con un nuovo spettacolo teatrale 30 anni
di Pecci
Il Centro per l’arte contemporanea festeggia l’anniversario con una grande mostra A tutta birra
I birrifici artigianali di Prato
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n.
autunno 2018
ENGLISH VERSION
L,ARTE DEI MESTIERI
C M Y CM MY CY CMY K focus-vignale-autosas-prato-review-social.pdf 1 01/10/18 12:45
39 pratoreview
11 EDITORIALE
12 SPETTACOLO
14 ARTE
16 LIBRI
18 LO SGUARDO DALLE STELLE
20 LO SGUARDO DA DENTRO
22 MICHELE RIONDINO
L’attore parla del nuovo spettacolo teatrale di cui
è protagonista e che sarà al Metastasio dal 6 dicembre di Giovanni Bogani
26 ARTE
Il Centro Pecci celebra i suoi 30 anni con un nuovo allestimento e tanti eventi di Francesca Lombardi
32 MOSTRA
La bellissima collezione di Alessandro Grassi al Pecci
34 ANNIVERSARIO Manteco festeggia i 75 anni di attività nella Ville Lumière
38 PALAZZO DEGLI ALBERTI
La collezione che tornerà a Prato interamente visibile tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 di Unberto Cecchi
42 MODA
Play >
39 pratoreview
51 SEGNI PARTICOLARI
Chiara Cecchi, mix travolgente di carattere e sportività
53 SEGNI PARTICOLARI
Lucrezia Stefanini, soli 20 anni e una grinta nel tennis da vendere di Sabrina Bozzoni
54 ON STAGE
Prosa, musica sinfonica, recital. A Prato una stagione intensa, tutta da vivere di Mila Montagni
58 ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
La nuova edizione di TAI - Tuscan Art Industry
60 BIRRIFICI ARTIGIANALI
A Prato, un universo in evoluzione
70 FOCUS AZIENDE
Leonardo Marchi: il ruolo dell’art advisor nel mercato di oggi
72 FOCUS AZIENDE
La grande presentazione a luglio presso il Centro Pecci della Nuova BMW
74 SHOT ON SITE
Pratoreview n. 37
77 PRATO GUIDE
79 ENGLISH VERSION 82 OROSCOPO
VI ASPETTIAMO A FIRENZE!
In occasione del 160° anniversario della sua fondazione, Il Biscottificio Antonio Mattei apre il suo Piccolo Museo Bottega nel cuore di Firenze.
In uno spazio completamente restaurato, con spirito di semplicità ed eleganza che da sempre contraddistingue l’immagine dell’Azienda, sarà possibile visitare l’archivio di memorabilia e documenti dedicato a raccontare la storia dell’azienda e della famiglia Pandolfini, che la guida dal 1904 quando la ereditò da Antonio Mattei, e dove sarà possibile anche comprare e degustare i prodotti.
DIRETTORE RESPONSABILE
Matteo Parigi Bini
MODA
Sabrina Bozzoni, Teresa Favi, Francesca Lombardi
REDAZIONE
Sabrina Bozzoni, Matteo Grazzini, Maria Lardara
Virginia Mammoli, Mila Montagni, Elisa Signorini
CONTRIBUTORS
Giovanni Bogani, Claudio Cannistrà
FOTOGRAFI
Pigi Cipelli, Dario Garofalo, Francesco Giannella, Claudia Gori, Elena Mannocci, Martina Melchionno, Pasquale Paradiso, Anita Scianò
GRAFICA
Martina Alessi, Chiara Bini
TRADUZIONI
NTL, The Florentine
DIRETTORE COMMERCIALE
Alex Vittorio Lana
PUBBLICITÀ
Gianni Consorti, Alessandra Nardelli
SOCIETÀ EDITRICE
Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini
via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italia tel +39.0574.730203 - fax +39.0574.730204
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MUSEO | BOTTEGA
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LABORATORIO | BOTTEGA
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APERTO TUTTI I GIORNI PRANZO E CENA
CHIUSO IL LUNEDÌ E SABATO A PRANZO
L’AUTUNNO È ALLE PORTE
La vita sociale e culturale della città riprende energia a partire dall’arte e dal teatro
L’autunno è arrivato e anche la voglia di una socialità vissuta in ambienti accoglienti. Il teatro per esempio. In questo numero ospitiamo Michele Riondino, testimonial della 75esima Mostra del Cinema di Venezia, che a dicembre arriva al Metastasio protagonista di una grande storia letteraria Il maestro e Margherita di Bulgakov, una produzione imponente con undici attori in scena e bellissimi costumi.
In questo numero andiamo alla scoperta anche degli appuntamenti imperdibili della stagione teatrale pratese, con una selezione dai cartelloni del Metastasio e del Politeama, i concerti della Camerata Strumentale diretta da Jonathan Webb e uno sguardo anche alla piccola ma interessante stagione del Cinema Borsi che ha riaperto l’anno scorso con una nuova veste teatrale.
Dal teatro all’arte il passo è breve. Proprio Lei, è la grande protagonista della vita culturale della città in questi mesi autunnali con il Centro Pecci che celebra 30 anni di vita. Lo fa con una bella mostra dal titolo Il museo immaginato, un percorso ideato dalla direttrice Cristiana Perrella che ne rilegge le vicende in modo suggestivo fin dall’ingresso: una sequenza incalzante di video, foto, documenti, tracce audio, poster
e opere. Vale la pena andarci per rivivere una grande stagione… Sempre il Pecci, con il Comune, presenta l’installazione permanente di Loris Cecchini all’ingresso della biblioteca Lazzerini, Waterbones, nuovo progetto di arte pubblica realizzato per promuovere l’identità della città come luogo della cultura contemporanea. Un’altra opera di Cecchini è protagonista anche dell’evento per i 75 anni di Manteco alla Secret Gallery di Parigi.
Arte, ancora arte, ma su un versante più antico. Parliamo della Collezione di Palazzo degli Alberti nella omonima sede storica della ‘banca’ di Prato che per tre giorni, in settembre, ha riaperto le porte ai pratesi consentendo loro di ammirare alcune tra le più belle opere della Collezione. Undici capolavori, tra cui La coronazione di spine del Caravaggio, la Crocifissione nel cimitero ebraico di Giovanni Bellini e La Fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini. Un gesto concreto che preannuncia la sua attesa riapertura. Per finire, un giro tra i birrifici artigianali della città, perché Prato vanta un’arte anche in questo settore: alcuni dei nostri maestri birrai hanno già portato in città premi importanti. Scoprite chi sono…
LA MOSTRA CHE CELEBRA I 30 ANNI DEL CENTRO PECCI. A TU PER TU CON L’ATTORE MICHELE RIONDINO CHE A DICEMBRE ARRIVA AL METASTASIO. UNA GUIDA AI MIGLIORI BIRRIFICI ARTIGIANALI DI PRATO
EDITORIALE 11
AGENDA SPETTACOLO
OTTOBRE
Un’anteprima che vale un anno di musica, quella della Camerata Strumentale - diretta da Mario Ancillotti e con la soprano Silvia Tocchini - che il 20, eccezionalmente al Teatro D’Annunzio - Convitto Cicognini, suonerà Bach, Stravinskij e Rossini-Corghi. Il 23 (fino al 28) inaugurerà la stagione del Metastasio la produzione del Teatro Decameron 2.0 di Letizia Renzini, mentre una serata all’insegna del jazz è quella del trombettista Fabio Morgera con la “Climate Blues” Natural Revolution Orchestra il 26 al Circolo “La libertà” di Viaccia. Il 28, nel Museo di Palazzo Pretorio, il dialogo tra due viole portato in città dall’Associazione Mesotonica ed eseguito da Simone Laghi e Stefano Marcocchi. Al Fabbrichino, dal 30 al 4 novembre, Happy Hour, omaggio brillante e poetico a
Dolce & Gabbana, firmato Cristian Ceresoli
NOVEMBRE
Quasi niente è il titolo dello spettacolo che avvia la stagione del Fabbricone (dal 6 all’11); il 9 e 10, Valentina Banci al Teatro Borsi racconta Insonnia, da Marina Cvetaeva. Il 10 e l’11 al Politeama si comincia la stagione con Alle 5 da me protagonisti Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero
Rara come una rubrica in oro (il 10 nel Museo di Palazzo Pretorio) l’esibizione dell’Ensemble Minima Choralia diretta da Giovanna Riboli: Il sacro e il profano nei codici miniati medievali e originale come un’amicizia intelligente le Piacevoli Conversazioni con Laura Curino al teatro Magnolfi, il 13 e il 14, cui seguiranno una serie di spettacoli dal 15 al 18 Franco Branciaroli sarà il Jean Valjean de I Miserabili nello spetta-
colo diretto da Franco Però dal 15 al 18 al Metastasio, mentre La maladie de la mort (da Marguerite Duras) andrà in scena dal 20 al 23 al Fabbricone
E se nello Spazio Mesotonica l’Ensemble Girandole Armoniche racconta Extravagantes 600-Viaggio musicale alla corte degli Asburgo, il 23, il fine settimana del 24 e 25 al Politeama lo spettacolo è con Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi in Bukurosh mio nipote di Gianni Clementi. A chiudere il mese La signorina Else di Schnitzler diretto da Federico Tiezzi, dal 27 al 2 dicembre al Fabbrichino. Al Borsi (30 e I dicembre) Paolo Graziosi presenta e recita La lezione di Eugene Ionesco DICEMBRE
Anna Maria Guarnieri e Michele Riondino aprono le danze con Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, dal
6 al 9 al Metastasio, mentre al Politeama (data unica il 9) Madama Butterfly è prodotta dall’Associazione Pratolirica – Amici della musica e dalla Scuola Comunale di Musica “G. Verdi”. In questi giorni un piccolo gioiello cittadino, scritto da Tommaso Santi e dal titolo Il sogno di Ernesto, sarà rappresentato nello storico Biscottificio Antonio Mattei, occhio alle vetrine di via Ricasoli per non perdere le gustose repliche. Al Politeama torna Sandro Querci, con il suo Barbiere di Siviglia (15 e 16). Diretta da Filippo Maria Bressan la Camerata Strumentale suonerà nella Chiesa di San Francesco - il 19 e il 20, in programma Haendel, Adam, Cadario e Finzi. Per chiudere l’anno uno spettacolo che è un must: Massimo Ranieri in Sogno e son desto… 400 volte, al Politeama il 26
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Palazzo Pretorio
In alto: Insonnia In basso: Alle 5 da me
In alto: Happy Hour
In basso: Decameron 2.0
CENTRO PECCI
In occasione dei 30 anni del Museo, la mostra Il museo immaginato. Storie da trent’anni di Centro Pecci ne rilegge le vicende attraverso un percorso inedito di fatti, dati statistici, aneddoti, ricordi e opere scelte dalla sua collezione e dalla storia delle mostre, ideato dalla nuova direttrice Cristiana Perrella (fino al 25 giugno 2019). Si conclude invece il 2 dicembre, Codice colore. Opere dalla collezione di Alessandro Grassi, un’esposizione che ricorda questo importanti industriale pratese, considerato uno dei più significativi collezionisti italiani, sostenitore della Transavanguardia e fautore della pittura postmoderna e della fotografia contemporanea.
MUSEO DEL TESSUTO
Fino al 31 gennaio 2019 la Sala dei Tessuti antichi si anima con Drappi d’oro E di seta. Tessuti per le corti europee del Rina-
scimento, una mostra dedicata alla ricchissima collezione di preziosi tessuti del Quattro e Cinquecento del Museo.
BIBLIOTECA LAZZERINI
Ricco il programma della rassegna Un Autunno da sfogliare 2018, coordinata dalla Biblioteca Lazzerini, nelle biblioteche e archivi della Provincia di Prato: presentazioni di libri, performance, laboratori espressivi e incontri con gli autori (fino al 27 dicembre).
PALAZZO PRETORIO
Per Ottobre al Museo, Palazzo Pretorio è protagonista di una serie di appuntamenti. Eccone alcuni. Domenica 14, Passi nella storia e nell’arte: un itinerario dedicato a Filippino Lippi che si muove nel centro storico e si conclude con un focus sulle opere dell’artista conservate nel Museo. Sabato 27, Passi nella storia e nell’arte: un excursus dedicato a Leonetto Tintori in città, con approfon-
dimento nelle sale di Palazzo Pretorio, sulle tracce del famoso artista e restauratore pratese. Domenica 28, torna invece l’atteso appuntamento con la colazione al Museo seguita da una visita guidata alle collezioni del Pretorio.
TAI - TUSCANY ART INDUSTRY
Al via alla quarta edizione della manifestazione che unisce arte e archeologia industriale, dal 20 ottobre al 20 novembre Fulcro principale Corte Genova, mentre i siti industriali aperti per l’occasione quest’anno sono l’ex- fabbrica Banci e la Cementizia (Ex-Marchino).
LOTTOZERO
Dal 9 all’11 novembre tutti pronti per Make Lottozero, festival internazionale e interdisciplinare che chiama il pubblico a sperimentare la propria creatività in prima persona con macchinari e tecniche legate alla cultura del tessile. In pro-
gramma una serie di attività, workshop e l’inaugurazione, il 10 novembre, della mostra dell’artista Luca Vanello, che si concluderà con il concerto di Andrea Borghi.
VOI SIETE QUI?
Fino al 3 novembre, su appuntamento, è possibile visitare la mostra Voi siete qui? di Edoardo Nardin, eclettico artista che spazia dalle arti visive a quelle performative: giocoliere, acrobata, clown, equilibrista che quando non è su un palco disegna, sperimentando diverse tecniche fra la pittura e l’illustrazione. Lungo la scala dell’atrio della fabbrica laboratorio di Patrizia Pepe, a Capalle, un gigantesco rotolo di carta su cui Nardin ha disegnato con un pennarello nero mille faccine con barba, che in qualche maniera somigliano all’autore, ma che potrebbero rappresentare il ritratto di ognuno di noi.
14 AGENDA ARTE
Lato Palazzo Pretorio Lottozero Edoardo Nardin
ph. Rachele Salvioli
Las Vegas ® Pasticceria Produzione Propria Via Firenze 40/c Via Campolmi 34 Via Mozza sul Gorone 20 Via Ferrucci 96 Prato tel .0574 591221
ANNA GENNI MILIOTTI, C’È GENTE CHE
Anna apre la porta di una casa che è stata quella dei suoi genitori, quella nella quale è cresciuta e dalla quale è uscita per vivere una vita indipendente e adulta. Anna, una volta di più e forse definitivamente, si trova a dover fare i conti con la vita di suo padre prima e con quella di sua madre poi, con la di un uomo e una donna che hanno saputo affrontare insieme le difficoltà della vita inserita in una città come Prato, città tessile per eccellenza e città che ha subìte trasformazioni e cambiamenti quanti i colori che nei decenni hanno cambiato il colore delle acque del Bisenzio. La storia di due vite che è anche la storia di una città e della sua passione per il lavoro.
Euro 13,90
LAURA NARDI, FINCHÉ MORTE NON CI SEPARI
È il terzo dei gialli che l’autrice scrive ed è quello che dedica ad Agatha Christie, un omaggio aperto all’ispiratrice di un genere che non conosce crisi e che qui recupera le sue forme di algida perfezione sociale e di eleganza formale. La vicenda ha il suo sfondo in una dimora di campagna in Irlanda - contea di Kildare - nella quale si annunciano una serie di misteriosi delitti, dopo il primo che ha visto vittima Joseph Mc Hollister, padrone della casa.
A risolverli sarà ancora una volta Ben Benson (ancorché in pensione) con il detective Turner, secondo le rigide regole del “giallo all’Inglese”.
Euro 13
GIGI PAOLI, LA FRAGILITÀ DEGLI ANGELI
Un reporter innamorato del suo lavoro e le storie che turbano Firenze, che nel suo passato mantiene nella memoria le tracce del terribile “mostro” che terrorizzò una generazione di innamorati e coppiette. Un reporter che ormai ha un seguito attento tra i lettori di thriller e la scomparsa di un bambino di quattro anni che giocava nel giardino della casa in collina della famiglia. Un reporter di cronaca giudiziaria, un collega che ormai è per tutti “l’Artista” e un Palazzo di Giustizia cui è stato dato il soprannome di Gotham.
La scrittura di Paoli è quella del giornalista che sa quali siano le corde da sfiorare per far vibrare la curiosità del lettore e quella del giallista che ha imparato a non svelare chi sia l’assassino. Ma anche la storia che racconta è sapiente, mentre svela qualche segreto del passato di Carlo Alberto Marchi, il reporter con la passione della vita e del lavoro.
Euro 16
SARA PASSI, GENI TOSCANI
Il sottotitolo non lascia spazio a dubbi di sorta: Dante, Petrarca, Boccaccio, Giotto, Brunelleschi, Donatello, Masaccio, Luca Della Robbia, Botticelli, Leonardo raccontati ai ragazzi e le illustrazioni di Marco Milanesi completano il volume rendendolo accattivante anche per chi pensa di sapere già tutto di tutti. Questi dieci uomini che la storia dell’umanità definisce “geni” sono vissuti nell’arco di due secoli e hanno saputo cambiare il modo di guardare e comprendere l’universo, rendendolo più bello e forse più affascinante. Anche per quanti nemmeno sanno dove sia la Toscana.
Euro 15
16 AGENDA LIBRI
Si ringrazia per la gentile collaborazione La Feltrinelli Librerie Prato - via Garibaldi 92/94 a, Prato
IN ALTO DA OLTRE 50 ANNI VIA ETTORE SAMBO, 54 - 59100 PRATO - TEL. 0574 650050 FAX 0574 652472 - sartiascensori.it ASCENSORI
VI PORTIAMO
In alto: L’Ultima Cena, Cenacolo della Basilica di Santa Maria
delle Grazie a Milano
Nella pagina accanto: una rappresentazione tratta da Uranometria di Johann Bayer
SOTTILI
I misteri astrologici dell’ultima cena di Claudio Cannistrà
Il dipinto, una tempera su intonaco, eseguito dal genio toscano dal 1494 al 1498, ritrae Gesù a tavola, la sera del Giovedì Santo, circondato dai dodici apostoli. Il grande affresco (460 x 880 cm.) si basa sulla frase del Vangelo di San Giovanni, in cui il Cristo annuncia che verrà tradito: “In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà” (Gv. XIII, 21): è questo il momento che l’artista ha voluto immortalare, attraverso le espressioni dei volti dei dodici, seduti intorno al grande tavolo.
Al di là del significato intimo dell’episodio religioso, sembra che Leonardo ci abbia voluto trasmettere alcune informazioni astrali, in relazione ai dodici apostoli.
Non solo la loro disposizione intorno alla tavola ricalca l’ordine dei dodici segni lungo il cerchio zodiacale, ma gli apostoli sono stati fisicamente rappresentati con alcuni dettagli pittorici, che li collegano ai significati ed alla simbologia del segno, che ne identifica la specifica posizione.
Emisfero visibile ed emisfero invisibile.
Innanzi tutto, Gesù si trova seduto al centro
della tavola, avendo sei apostoli alla sua destra e sei apostoli alla sua sinistra: i primi sei segni e i secondi sei segni dello zodiaco. La sua figura divide l’opera in due metà perfette: la parte destra (per chi guarda il dipinto di fronte) è tutta illuminata; identifica l’emisfero che va da Ariete a Vergine, cioè i primi sei segni, che corrispondono al periodo dell’anno, in cui la luce domina sul buio. Invece la parte sinistra è oscura; ed infatti contiene i sei discepoli ovvero i sei segni, da Bilancia a Pesci, collegati al periodo dell’anno, in cui il buio supera la luce.
Tre apostoli per ogni stagione.
Gli apostoli sono divisi in quattro gruppi di tre, in relazione con le quattro stagioni dell’anno, ognuna formata da tre segni zodiacali. Partendo da destra verso sinistra sempre per chi guarda (quindi all’estremità sinistra dell’opera, relazionata all’oriente), abbiamo il primo gruppo di apostoli collegati ai segni primaverili di Ariete, Toro e Gemelli; il secondo gruppo è formato dai discepoli in relazione con i segni estivi: Cancro, Leone
DALLE
18
RIMANDI
LO SGUARDO
STELLE
CI
A CELEBRARE IL CINQUECENTENARIO DALLA MORTE, CONOSCEVA L’ASTROLOGIA? A GIUDICARE DAI RIFERIMENTI PITTORICI E SIMBOLICI PRESENTI NELL’ULTIMA CENA NON SEMBRANO ESSERCI DUBBI
LEONARDO DA VINCI, DI CUI
APPRESTIAMO
e Vergine. Poi, incontriamo il Cristo, posto nel punto dell’Equinozio di Autunno, che funziona da spartiacque nello zodiaco tra il giorno e la notte. Alla sua sinistra incontriamo i tre apostoli che corrispondono ai segni autunnali, Bilancia, Scorpione e Sagittario, e poi, dopo un breve spazio, i tre corrispondenti all’inverno, cioè a Capricorno, Acquario e Pesci.
Ma i riferimenti astrologici più interessanti si riscontrano nelle caratteristiche pittoriche dei singoli apostoli. Ad esempio, la fisionomia di Simone o Simeone, che è il primo da destra a capo tavola, e quindi corrisponde al primo segno, Ariete, mette in evidenza la testa e la fronte: le parti del corpo attribuite a questo segno. Simone, detto lo Zelota, apparteneva ad una setta giudaica, che combatteva per liberare la Palestina dai Romani, elemento che richiama il carattere marziano e bellicoso arietino. Il terzo apostolo, sempre guardando
l’opera di fronte a partire da destra, è Matteo, l’autore del famoso Vangelo; ed il segno che gli corrisponde è il terzo ovvero i Gemelli, che, in astrologia, è collegato con lo scrivere, con la mente e con le mani, che servono appunto nella scrittura. E guarda caso, le mani nella figura dell’apostolo sono il particolare che risalta maggiormente.
Alla destra del Cristo troviamo Tommaso, che si nota per il dito puntato verso l’alto; corrisponde alla Vergine, segno che precede l’Equinozio autunnale e segno del dubbio, che non crede se non riesce a toccare. E nel Vangelo Tommaso afferma: “Se non metto il mio dito nel posto dei chiodi, non crederò” (Gv. XX, 25). Alla sinistra del Cristo troviamo Giovanni, il discepolo prediletto e il più giovane, dalle sembianze dolci, quasi femminee, la cui posizione corrisponde alla Bilancia, il primo segno dopo l’Equinozio autunnale, collegato a Venere, pianeta dell’amore e della
bellezza.
Al suo fianco incontriamo Giuda, riconoscibile perché è l’unico di carnagione scura; corrisponde allo Scorpione, segno collegato alla zona del nord Africa, ai simbolismi del tradimento e della fine della vita. Infine, al capotavola sinistro troviamo Bartolomeo, che è l’ultimo, come ultimo è il segno dei Pesci, che gli corrisponde; infatti, nell’affresco Leonardo mette in risalto i piedi, la parte del corpo, in relazione con l’ultimo segno.
Claudio Cannistrà fa parte della “Bottega dell’Astrologo”, associazione pratese, che ha come obiettivo di contribuire allo sviluppo di una nuova comprensione della realtà visibile grazie all’interpretazione delle simbologie celesti e che organizza corsi ed attività culturali. Per informazioni:
canniclau@libero.it
labottegadellastrologo@gmail.com
LO SGUARDO DALLE STELLE 19
In queste immagini: Pietro De Maria uno dei più grandi pianisti italiani a livello internazionale.
Originario di Venezia, è arrivato a Prato per amore, dove vive con la moglie Rossella, anche lei musicista, e i loro tre figli
PRATO APERTA... ALLA MUSICA
Pietro De Maria, un musicista d’eccezione che ha scelto Prato di Elisa Signorini
È uno dei maggiori pianisti italiani, Pietro De Maria è nato a Venezia e lì ha iniziato i suoi studi, diplomandosi al Conservatorio cittadino prima di proseguire in ambito internazionale. Oggi svolge un’intensa attività concertistica, intervallata da premi internazionali e registrazioni discografiche eccellenti, tutto questo lo porta spesso in giro per il mondo, ma la sua base è da trent’anni a Prato, città della moglie, dove vive con la famiglia.
Come calza questa città alla sua vita musicale e al suo respiro artistico di calibro internazionale?
A Prato mi trovo indubbiamente bene. La ritengo una città per natura aperta, dinamica, quindi viva.
Lei ha collaborato con prestigiose orchestre e con grandissimi direttori. Il concerto più entusiasmante della sua carriera?
Difficile scegliere. Senza pensare troppo mi vengono in mente il secondo Concer-
to di Chopin eseguito alla Philharmonie di Berlino il giorno del mio compleanno. Ma anche quello in una sala di Città del Messico con un pubblico calorosissimo ma attentissimo. Oppure uno a Singapore. Anzi, forse l’ultimo emozionante concerto a quattro mani con Marta Argerich a Porto Cervo, abbiamo suonato Ma mere l’oye di Ravel.
Ha raggiunto la maturità musicale e la notorietà molto presto. Un grande musicista, anagraficamente giovane. Qual è stato l’elemento di equilibrio in questo gap?
Certamente negli anni giovanili la mia vita era molto diversa da quella dei miei coetanei, sicuramente in molti casi molto più rigorosa, ma non rimpiango nulla: è la vita che ho sempre voluto fare e mi ritengo un privilegiato. Se qualche difficoltà può essere derivata dall’abbinamento di una carriera già consolidata e la giovane età, sicuramente l’elemento determinante per superarle è stata la
20
LO SGUARDO DA DENTRO
“LA MUSICA È UNA DISCIPLINA IMPORTANTISSIMA PER DARE RIGORE, COME LO SPORT, E PER FAVORIRE LA CONCENTRAZIONE... È UNA DROGA SENZA EFFETTI NEGATIVI”
passione per questo lavoro. Credo che il vero privilegio di un musicista sia quello di entrare a contatto con i grandi compositori: il confronto con questi geni ci riporta nella giusta dimensione.
Cosa significa ‘studiare’ per Pietro De Maria?
I brani vanno approfonditi e non solo al pianoforte. Ogni volta studio anche l’autore, ascolto le interpretazioni di altri, tutte le produzioni dello stesso autore, non solo quelle per pianoforte. Solo così si può essere buoni interpreti. Ma in generale, credo che noi suoniamo quello che siamo, quindi contribuiscono alle interpretazioni anche le nostre letture, le nostre frequentazioni, la nostra vita in generale.
Lei è stato il primo pianista italiano ad eseguire l’integrale di Chopin in sei concerti. E recentemente si è dedicato a un gran-
de progetto su Bach. Ha già in mente il prossimo grande monolite della musica che affronterà?
Beethoven. Sto preparando l’integrale delle sue sonate per pianoforte. Inizierò a breve i concerti. Cosa ascolta per rilassarsi?
Niente. Dopo una giornata di studio preferisco il silenzio anche alla buona musica.
Prato e la musica. I suoi consigli per chi vuole viverla.
Naturalmente la Camerata Strumentale, che sta facendo un ottimo lavoro di divulgazione: il Coro Cittadino è un esempio fantastico. Ci sono poi molti giovani interessanti, strumentisti diversi che vengono dalla bella realtà della Scuola di Musica Verdi, dal Conservatorio Cherubini, dalla Scuola di Musica di Fiesole, dal Liceo Musicale. Negli ultimi anni Prato è molto cresciuta da questo pun-
to di vista. Ma molto ancora si può fare e sono certo che verrà fatto perché Prato è una città dinamica, che ama la sperimentazione. In particolare credo che diffondere la musica sia importante per i giovani: la musica andrebbe insegnata fin dalla scuola dell’infanzia e non necessariamente col flauto dolce. Se poi l’obiezione è il costo degli strumenti, non dimentichiamo che noi tutti disponiamo senza alcuna spesa di uno strumento fantastico che è la nostra voce. La musica è una disciplina importantissima per dare rigore, come lo sport, e per favorire la concentrazione che sappiamo essere oggi un punto debole dei più giovani. È importante per l’accettazione e il controllo delle proprie emozioni, ma anche per il coordinamento motorio. Insomma la musica è una droga senza effetti negativi.
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LO SGUARDO DA DENTRO
IO, IL CINEMA, IL TEATRO
Michele Riondino ha una faccia gentile da bravo ragazzo che cela bene i suoi quasi quarant’anni. Da più di dieci anni il suo volto appare nel cinema italiano più interessante. Ha lavorato con Marco Risi, con Martone, Bellocchio, i fratelli Taviani. In televisione, ha interpretato il prequel del commissario più amato d’Italia, nella serie Il giovane Montalbano. Quest’anno è stato lui ad inaugurare la 75° Mostra del cinema di Venezia, nel ruolo di “padrino” della manifestazione cinematografica più importante d’Italia. Il suo volto lo rivedremo presto, in una versione ben più avvelenata, anche al Teatro Metastasio di Prato dove, dal 6 al 9 dicembre, Michele è il protagonista di una grande storia letteraria Il maestro e Margherita di Bulgakov, nella riscrittura di Letizia Russo, per la regia di Andrea Baracco. Una produzione imponente realizzata anche con il sostegno di Brunello Cucinelli, con 11 attori in scena, che lo scorso 9 settembre al debutto in anteprima nazionale al Teatro di Solomeo in Umbria ha ricevuto una vera e propria standing ovation.
Quel è secondo lei il segreto della magia perturbante di questa storia?
Il maestro e Margherita è un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, quasi allucinanti.
È un’opera perturbante e articolata, in cui si intrecciano numerose linee narrative, e dentro la quale prendono vita un numero infinito di personaggi che costituiscono una sorta di panorama dell’umano e del sovraumano.
A partire dal diavolo, nella figura seduttiva e mondana di Woland, che in questa produzione interpreto sulla scena, una sorta di clown feroce che dirige una sarabanda demoniaca.
Che effetto le ha fatto la proposta?
Il teatro è il mio habitat naturale. Come si è inserita in questo momento artistico più teatrale, l’esperienza di Venezia?
A Venezia mi sono sentito a casa.
È stato lei il primo protagonista della Mostra del cinema…
Beh, messa così, è una cosa molto bella!
- ride. E’ stato proprio un regalo, da parte del presidente Baratta e dal direttore Barbera. Mi sembra interessante il fatto che sia stato scelto per la seconda volta, come ‘cerimoniere’ del festival, un attore uomo. È una scelta in controtendenza, insolita, che dà modo di rompere schemi antichi. Ma sarà altrettanto bello, quando si tornerà ad avere una madrina donna.
I punti salienti del suo discorso inaugurale?
Ho voluto celebrare la nostra professione, davanti a chi questa professione la fa a livelli altissimi, ricordando chi ha reso l’Italia speciale dal punto di vista cinematografico. Per esempio Mario Monicelli, uno dei padri della commedia all’italiana, e poi attori che hanno rappresentato moltissimo per me e per tutta l’Italia. Mastroianni, Volonté… E artisti come Edward Hopper, con i suoi quadri che sem-
Nella pagina accanto un ritratto dell’attore Michele Riondino scattato da Pigi Cipelli. Padrino della Mostra del Cinema di Venezia 2018, sta girando un musical e presto arriverà al Metastasio con ‘Il maestro e Margherita’ di Bulgakov
23 COVER STORY TEATRO
“UNA PRODUZIONE TEATRALE IMPONENTE, SOSTENUTA DALL’IMPENDITORE UMBRO BRUNELLO CUCINELLI, CON 11 ATTORI IN SCENA E COSTUMI IMPORTANTI”
Michele Riondino parla del nuovo spettacolo teatrale di cui è protagonista e che sarà al Metastasio dal 6 dicembre di Giovanni Bogani
VERSION
ENGLISH
“SONO MOLTO OTTIMISTA PER QUANTO RIGUARDA IL CINEMA ITALIANO: SE FINO A DIECI ANNI FA MANCAVANO LE STORIE, OGGI ABBIAMO STORIE BELLISSIME, REGISTI GIOVANI E INTRAPRENDENTI, ATTORI BRAVI”
brano inquadrature cinematografiche. Oggi il cinema italiano vive un momento difficile. Pochi incassi, una grande difficoltà di arrivare al pubblico. Come vede questo momento?
Secondo me, il cinema italiano sta già cominciando la sua ripresa. Gli incassi al botteghino, a pensarci bene, non hanno mai privilegiato la qualità. E io sono molto ottimista per quanto riguarda il cinema italiano: se fino a dieci anni fa mancavano le storie, oggi abbiamo storie bellissime, registi giovani e intraprendenti, attori bravi. Quello che manca al cinema italiano è il rischio che i produttori, e soprattutto i distributori, devono correre.
La Mostra del cinema di Venezia le ha portato fortuna: il suo primo film, Dieci inverni, era alla Mostra. E così Acciaio di Stefano Mordini, e Qualche nuvola di Saverio Di Biagio…
In queste pagine: alcune scene dello spettacolo teatrale ‘Il maestro e Margherita’ nella riscrittura di Letizia Russo, per la regia di Andrea Baracco
È vero. Per un motivo o per l’altro, tutti i film che ho fatto sono andati a Venezia! Ma il mio rapporto con Venezia nasce prima: io sono un appassionato di file, di code. Mi è sempre piaciuto seguire il festival, farmi le file… quando ho cominciato ad andarci come attore, comunque non ho mai smesso di fare le
file per vedere i film! Fare le file è un modo per capire qual è il mood del festival, per capire che cosa ne pensa la gente, come sarà il film che stai per andare a vedere.
Quali film sta preparando?
Un film di Marco Danieli, un musical. Uscirà poi l’anno prossimo la commedia di Antonello Grimaldi Restiamo amici, la storia di tre amici. Io sono un giovane padre che deve fare i conti con la perdita della compagna.
Nella vita privata, invece, c’è il suo impegno di padre. Come lo vive?
Frida ha quattro anni, e mi ha cambiato la vita. Ora il futuro lo vedo con gli occhi di Frida. Il futuro è importante per me perché deve accogliere un’altra vita, più che la mia. Quando è arrivata Frida, io ho pensato ‘è arrivata un’estranea in casa’, ma anche lei avrà pensato: ‘chi è questo qui, in casa mia?’. E ne aveva tutto il diritto!
Che cosa fa una bimba a quattro anni?
Frida è già una ballerina, una cantante, una truccatrice, un’attrice e una regista, tutto insieme.
Cosa desidera per lei? Come la vorrebbe, in futuro?
Vorrei solamente che fosse felice.
24
COVER STORY TEATRO
12.Gilberto Zorio Canoa, 1984
IL PASSATO, CON UNO SGUARDO CONTEMPORANEO
Il Centro Pecci celebra i suoi 30 anni con un nuovo allestimento e tanti eventi di Francesca Lombardi
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci compie trent’anni: varcando le grandi sale di esposizione, in un’architettura profondamente diversa dalle origini, ti accoglie la stessa energia che si respirava 30 anni fa. Un misto di orgoglio, passione per l’arte, curiosità per il nuovo che un museo, soprattutto se di arte contemporanea, dovrebbe necessariamente portare con sé. Questo è il primo dato positivo che si rileva a pelle visitando la mostra che celebra questo importante compleanno, dal titolo Il museo immaginato. Storie da trent’anni di Centro Pecci. Un percorso ideato dalla direttrice Cristiana Perrella che ne rilegge le vicende attraverso di fatti, dati statistici, aneddoti, ricordi e opere scelte dalla sua collezione e dalla storia delle mostre. Non un’ auto - celebrazione ma piuttosto un racconto dove il passato è rivisto alla luce della sensibilità del presente, proiettandolo in un futuro possibile. La mostra - che ripercorre le vicende del centro a partire dall’iniziativa di Enrico Pecci, industriale tessile pratese, che immagina il museo come dono alla città in memoria di suo figlio Luigi, trovando pronta risposta e collaborazione nel Comune di Prato e in altri imprenditori e cittadini – è composta da tre elementi principali. Il primo, una timeline disegnata dallo studio grafico
Sara De Bondt, racconta la successione di mostre, concerti, rassegne, festival, laboratori, talk ospitati dal museo in questi tre decenni e offre l’opportunità di mappare una sorta di DNA del museo attraverso materiali variegati: video, foto, documenti, tracce audio, poster, opere. Il secondo elemento parte dall’analisi, sia statistica che semantica, dei dati dell’archivio: un racconto nel racconto fatto di numeri e parole, come quello delle opere
in collezione, delle mostre fatte, dei visitatori, degli artisti esposti (di cui si analizza anche provenienza geografica, età e identità di genere). La timeline e il risultato dell’analisi dei dati dell’archivio fanno da cornice concettuale per il terzo elemento della narrazione sul trentennale: un nuovo allestimento di una selezione di opere in gran parte provenienti dalla collezione del museo, scelte ripercorrendo la storia delle mostre principali tenutesi al Centro Pecci dal 1988. Opere come quelle di Zorio, Schnabel, Cucchi, Merz, Acconci, Morris, che segnano l’attenzione espositiva verso i grandi protagonisti dell’arte italiana e americana tra anni Ottanta e Novanta, a cui negli anni sono state dedicate significative monografiche. O quelle di John Coplans o Craigie Horsfield, che segnalano un interesse per la fotografia iniziato a partire dalla mostra Un’altra obiettività, curata da Chevrier e Lingwood nel 1989, centocinquantenario della nascita di questo mezzo artistico, e proseguita con personali di grandi autori come Robert Mapplethorpe e Nobuyoshi Araki. In occasione del trentennale nell’atrio del museo sarà installato un recente lavoro di Martin Creed (Wakefield, UK, 1968) Work No 2833: Don’t Worry, 2017. Unica opera in mostra a non appartenere alla storia passata del museo, la grande scritta neon, con l’ironia tipica del suo autore, costituisce un invito a guardare al futuro con fiducia.
Oltre la mostra una serie di eventi accompagnano le celebrazioni dei 30 anni, mantenendo l’approccio interdisciplinare che ha sempre contraddistinto il museo: intanto la mostra Codice Colore, opere dalla collezione di Alessandro Grassi, a cura di Stefano Pezzato, di cui parliamo nelle prossime pa-
Nella pagina a fianco, dall’alto in senso orario: opere di Schnabel, Kounellis, Kapoor, Creed, Pistoletto
29 FOCUS ARTE
LA MOSTRA CHE CELEBRA QUESTO IMPORTANTE COMPLEANNO, DAL TITOLO ‘IL MUSEO IMMAGINATO. STORIE DA TRENT’ANNI DI CENTRO PECCI’. UN PERCORSO IDEATO DALLA DIRETTRICE CRISTIANA PERRELLA ENGLISH VERSION
In questa pagina: una vista della timeline e dei dati d’archivio, preludio alla mostra. Nella pagina accanto: l’opera di Superflex, I Copy Therefore
I Am 2009-11
gine. Otto, la performance di Kinkaleri, a sedici anni dal suo debutto (Premio UBU 2002 come miglior spettacolo di teatro danza), riadattata per i nuovi spazi del Centro Pecci in collaborazione col Teatro Metastasio e riattivata ogni settimana il venerdì e la domenica fino al 21 ottobre. The Second Summer of Love, una serie di film d’artista che racconta un altro anniversario riferito al 1988: quello dell’esplosione di musica elettronica e giovanile, iniziata in Gran Bretagna per poi espandersi in Europa e negli Stati Uniti. Alle radici della scena acid house e rave e al modo in cui questa rivoluzionò gli stili di vita giovanili con un impatto duraturo sulla cultura contemporanea, paragonabile a quello della controcultura anni Sessanta, si ispira il lavoro di Jeremy Deller, mentre quelli di Wu Tsang e di Josh Blaaberg fanno riferimento a situazioni musicali che hanno preceduto e influenzato la scena rave. Commissionati e prodotti in collaborazione da Frieze e Gucci, i tre film sono presentati per la prima volta in Italia al Centro Pecci a partire da Into a
Space of Love di Wu Tsang, che sarà proiettato dal 6 all’11 novembre, seguito poi da Distant Planet di Josh Blaaberg (dal 13 al 18 novembre) e Everybody In The Place di Jeremy Deller (dal 20 al 25 novembre).
In occasione dei suoi 30 anni il Centro Pecci riconquista e rafforza la sua identità, orientandola alle esigenze del futuro per cui un museo è sempre più un luogo di produzione culturale, di incontro di linguaggi diversi, un luogo che risponde a molteplici esigenze. Una piazza della città, dove è possibile trascorrere del tempo non necessariamente solo per visitare mostre. Si inseriscono in questa visione l’apertura del nuovo bar bistrò, che segna un passo decisivo nel recupero voluto da Perrella di importanti funzioni sociali del museo e si aggiunge alle facilities già esistenti: il cinema, con programmazione giornaliera più rassegne e festival; un ristorante d’alta cucina, Myo dello chef Angiolo Barni; il bookshop, con una scelta di pubblicazioni legate alle mostre in corso e non solo.
30 FOCUS
ARTE
IN OCCASIONE DEI SUOI 30 ANNI IL CENTRO PECCI RICONQUISTA E RAFFORZA LA SUA IDENTITÀ
CODICE ECCELLENZA
Un industriale nato a Prato nel 1942, affermatosi a Milano con un’azienda di inchiostri tipografici, scomparso in Toscana nel 2009: è questa la storia dietro la mostra Codice colore: opere dalla collezione di Alessandro Grassi (fino al 2 dicembre)intesa a ricordare, attraverso la sua passione per l’arte e il colore, uno dei più significativi collezionisti italiani, che a partire dagli anni Ottanta è stato uno dei primi sostenitori della Transavanguardia e un convinto fautore della pittura postmoderna e della fotografia contemporanea di area europea e americana. La mostra, curata da Stefano Pezzato, è incentrata su una selezione di opere provenienti dalla collezione di Alessandro Grassi oggi in comodato al Centro Pecci, ma comprende anche prestiti dal MART di Rovereto e da privati per delineare un percorso significativo seppure sintetico all’interno di una collezione che si stima abbia raccolto fino a 700 opere di oltre 280 artisti. Il percorso espositivo si sviluppa in tre sezioni interconnesse fra loro, sottese al motivo generale del colore che dà il titolo alla mostra: Fotografia contemporanea - Transavanguardia e dintorni -
Pittura postmoderna e altro, individuate come capitoli salienti della raccolta oltreché del comodato ora al Centro Pecci. Al Pecci sono state proposte gallerie lineari di quadri come quelle che lo stesso Grassi allestiva a Milano fra gli anni Novanta e Duemila, adattate allo spazio sinuoso del rinnovato museo di Prato. Per la sezione dedicata alla fotografia, si inizia da un ritratto di Alessandro Grassi (2000) scattato da Timothy Greenfield-Sanders, rinomato fotografo di celebrità della politica, dello spettacolo e dell’arte paragonato a un pittore antico per la sua attenzione alla posa naturale. La mostra propone poi tra gli altri una “classica” archeologia industriale (1982) di Bernd e Hilla Becher, considerati i promotori del rinnovamento della fotografia come memoria dell’epoca moderna e un bellissimo autoritratto seriale (1983) di Cindy Sherman. Gli esponenti della transavanguardia presenti in collezione sono Chia, Clemente, De Maria, Cucchi….Interessante anche la sezione Pittura Post moderna e altro con alcune opere speciali di Ontani, uno splendido Schifano e poi Warhol, Haring, Christo …
UNO DEI PIÙ SIGNIFICATIVI COLLEZIONISTI ITALIANI, TRA I PRIMI SOSTENITORI DELLA TRANSAVANGUARDIA E UN CONVINTO FAUTORE
DELLA PITTURA
POSTMODERNA E DELLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA
In alto: una foto di Nan Goldin Nella pagina accanto: opere di Schifano, Gilbert&George, Warhol.
33
La bellissima collezione di Alessandro Grassi al Pecci
FOCUS ARTE
CONTINUANO LE CELEBRAZIONI PER QUESTO IMPORTANTE ANNIVERSARIO.
IN QUESTE PAGINE L’EVENTO IN OCCASIONE DI PREMIÈRE VISION
MIDNIGHT IN PARIS
Charme, arte, tessuti d’eccellenza. E il fascino inarrivabile di una Parigi a fine estate. Manteco ha scelto un modo originale e prestigioso per festeggiare i 75 anni dell’azienda nei giorni di Première Vision, la più importante fiera tessile al mondo e quindi punto d’incontro di stilisti, scuole di moda, buyer e ospiti di rilievo: un party nella elegante cornice della Secret Gallery, nel cuore della Ville Lumière, al centro di un triangolo formato dai Giardini del Luxembourg, Les Invalides e Saint Germain des Prés.
Nella pagina a fianco: l’opera dell’artista Loris Cecchini, realizzata appositamente per l’evento parigino (in alto), il modello dell’Archivio Storico Manteco (in basso)
La festa è stata anche l’occasione per mostrare l’opera di Loris Cecchini acquistata dalla famiglia Mantellassi, realizzata appositamente per la festa francese e destinata ad abbellire l’ingresso dell’azienda: una nuova composizione sul tema Waterbones già installato al Gallery Hotel di Firenze e in esibizione fino a fine anno. E pochi giorni dopo la festa di Parigi Loris Cecchini è stato il protagonista della scena artistica pratese con l’instal-
lazione, all’esterno della biblioteca Lazzerini, di una sua opera acquistata dal comune di Prato proprio per abbellire la facciata dell’ex Campolmi: anche in questo caso l’artista ha assemblato le ‘ossa d’acqua’ sul muro esterno della struttura. L’artista lombardo, ma ormai toscano di adozione, prosegue quindi il binomio con Manteco, un moderno ‘mecenatismo’ dove l’arte contemporanea incontra la crescita, non solo economica, di un’azienda leader nel distretto e tra le più seguite dagli addetti ai lavori. E la festa alla Secret Gallery ha sicuramente accresciuto il prestigio, con molti clienti e collaboratori presenti, tanti nomi della moda italiana e straniera ed anche qualche ospite a sorpresa, come Fabrizio Plessi, artista contemporaneo specialista in video installazioni e opere monumentali, che ha voluto condividere alcune ore di permanenza a Parigi con Franco Mantellassi e tutta la famiglia, a iniziare da Marco e Matteo, terza generazione imprenditoriale. Dalla
34 ECONOMIA TESSUTI
Manteco festeggia i 75 anni di attività nella Ville Lumière di Matteo Grazzini
In alto: altre due opere di Cecchini, alla Biblioteca Lazzerini di Prato (a sinistra) e al Gallery Hotel Art di Firenze (a destra)
guerra del 1943 alla contemporaneità del 2018 il passo è stato siciramente lungo ma i 75 anni sono un punto di partenza e non di arrivo, visto che per Manteco le nuove sfide sono già iniziate, dai mercati in continuo mutamento alla sostenibilità, elemento ormai determinante nel valore di un tessuto.
Non per niente la serata parigina è stata l’ultima di una serie di novità che hanno caratterizzato il 2018 di Manteco, iniziate a marzo con l’arrivo del premio Radical Green a Trento, un riconoscimento assegnato per l’impegno nel controllo e nella tracciabilità della filiera e delle materie prime fino alla fattoria d’origine ma anche per l’aumento della produzione da tessuti rigenerati, in base ai principi dell’economia circolare.
A maggio c’è stata invece l’inaugurazione dell’Archivio Storico Manteco, dove sono stati inventariati, catalogati, digitalizzati, conservati ed esposti oltre 40.000 elementi, patrimonio storico aziendale frutto di tanti anni di ricerca e sperimentazione. E proprio il modellino
dell’archivio è stato esposto in un angolo della sala principale della Secret Gallery accanto alla consolle della dj che ha animato la serata fin oltre la mezzanotte. Sullo sfondo della nuova opera di Cecchini è stato invece mostrato su un grande schermo un filmato che ha ripercorso tutta la storia di Manteco, dalle immagini in bianco e nero con la costruzione del primo stabilimento fino a quelle più recenti con la sede attuale a Montemurlo, i suoi spazi e i magazzini.
A giugno è infine arrivata la prima collaborazione con Loris Cecchini, culminata con l’installazione sulla facciata del Gallery Hotel Art di Firenze di migliaia di moduli d’acciaio assemblati in un’infinità di combinazioni nei giorni di un’altra fiera importante per il distretto pratese, Pitti Filati. L’opera resterà esposta fino al 31 dicembre e le foto sono presenti anche nel catalogo dell’artista, la cui copertina è realizzata con un tessuto, studiato ad hoc dal team Manteco e composto da lana cardata (prodotto peculiare dell’azienda di Prato) lamé e poliestere.
36
ECONOMIA TESSUTI
TRA LE NOVITÀ DI QUEST’ANNO ANCHE L’INAUGURAZIONE DELL’ARCHIVIO STORICO MANTECO, CON OLTRE 40.000 ELEMENTI
Alcuni degli ospiti della serata che si è tenuta nell’elegante cornice della Secret Gallery
GRANDI RITORNI
C’è chi inneggia a una vittoria e chi invece ci va più cauto, sostenendo che è solo una tregua in una lunga guerra legale che non si è ancora conclusa e che vede la banca di Prato, ora Intesa Sanpaolo, proseguire la contesa con la Popolare di Vicenza per il possesso di numerose opere di grande valore intellettuale e economico, che erano state acquistate fra gli anni Settanta e Ottanta dalla Cassa di Risparmio di Prato, passata poi alla Popolare di Vicenza e quindi a Intesa Sanpaolo.
Opere che formavano la collezione di Palazzo degli Alberti, prima sede della C.R.Prato, che l’aveva acquisito nell’Ottocento, restaurato e destinato a sede centrale dell’istituto. Una sede prestigiosa, costruita nel 1200, e riadattata nel 1500 più o meno come la vediamo oggi.
Le opere sono momentaneamente tornate su disposizione giudiziaria: ma i ricorsi non mancano. Non manca quello della banca di Vicenza, che ha trattenuto nella sua sede romana tutte le altre, né quello di Intesa Sanpaolo che chiede che tutte le opere tornino a casa perché patrimonio culturale della città. Vanto della città fin dagli anni Settanta quando il presidente
di allora acquistò La coronazione di spine del Caravaggio, la Crocifissione nel cimitero ebraico di Giovanni Bellini, dando vita a una prestigiosa raccolta che al tempo costò una cifra che niente aveva a che vedere con il patrimonio che rappresentano adesso.
Sono tornate in undici.
È tornato il grande Caravaggio, trionfo di luci e ombre, tensione di sofferenza e umiliazione, cromatismi e filosofia impastati di genialità.
È tornato il Giovanni Bellini, con il suo Cristo crocifisso in una disperata desolante solitudine, rotta solo da alcuni rari sprazzi di vita minima: una lucertolina i piedi della croce, un uccelletto su un ramo morto, una figura estremamente lontana e sola che precorre una via a mezza collina. E un cielo che aduna nubi su la città turrita, per rovesciare sul Calvario le lacrime del mondo quasi un lavacro per il Cristo assassinato.
È tornata alla mostra durata solo tre giorni, il sette, otto e nove settembre, in occasione delle tradizionali festività del settembre pratese, anche la Madonna con il Bambino di Filippo Lippi, pittore pratese fra i
In questa pagina: ‘Ninfa dello scorpione’ di Lorenzo Bartolini
Nella pagina a sinistra: ‘La coronazione di spine’ di Caravaggio
39 COLLEZIONE
PER SOLI TRE GIORNI SONO TORNATI A PRATO 11 CAPOLAVORI DELLA COLLEZIONE DI PALAZZO DEGLI ALBERTI, ANTEPRIMA DI UN PIÙ AMPIO RITORNO
ARTE
La collezione che tornerà a Prato interamente visibile tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 di Umberto Cecchi
ENGLISH VERSION
più grandi del Rinascimento, autore anche degli affreschi in Duomo e di molte altre opere a Firenze e Prato. Pittore notevole, angelico a tratti, uomo turbolento, frate sorprendente che involò una monaca - Lucrezia Buti - se la sposò e mise al mondo Filippino, se possibile pittore più bravo del padre al quale si deve un Cristo crocifisso, di una forza assieme umana e divina: dolore e solitudine dell’agonia, consapevolezza del sacrificio per cancellare il male.
Due crocifissioni quella del Lippi e del Bellini che basterebbero a fare una mostra strepitosa.
E ancora fra gli altri ci sono i lavori di Puccio di Simone, che rappresenta una forte presenza dell’arte toscana e fiorentina fra il Sei e Settecento.
Fra le sculture vanno ricordate quelle di Lorenzo Bartolini, eccellente artista dell’Ottocento che ha al suo attivo superbi capolavori, basta pensare a La Fiducia in Dio che abbina la composizione, a un profondo senso plastico assieme a una spiritualità assoluta.
Certo, nel parlare delle opere tornate non si può dimenticarne altre che hanno fatto parte della Galleria degli Alberti come uno sfrontato, brutale ma anche ironico Davide e Golia: il pastorello, una sorta di ganimede infiocchettato, depone su un gran piatto la testa enorme appena tagliata di Golia, povero omone sconfitto nonostante i muscoli, dal ragazzetto azzimato, ma più furbo.
O l’abate Furini che non finirà mai di sorprenderci: ha rivoluzionato in parte l’arte fiorentina del Seicento, scandalizzando più volte laici e cattolici.
Ma non c’è solo Furini di notevole fra le opere della Galleria pratese, che dire ancora di Matteo Rosselli e del suo possente Mosè, di Jacopo Vignali o Giovan Battista Vanni, per non parlare di Giusto Susterman e della sua Flora, che riproduce le sembianze di vittoria della Rovere?
La Galleria ora è di nuovo chiusa ma si conta di riaprirla molto presto, così almeno ha dichiarato il sindaco: “Ci appelleremo al Presidente della Repubblica. Queste opere sono della città della sua gente.”
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COLLEZIONE ARTE
LA RIAPERTURA DEGLI SPAZI ESPOSITIVI DELLA GALLERIA, CHE RENDERÀ DISPONIBILE ALLA PUBBLICA FRUIZIONE UNA AMPIA SELEZIONE DELLA COLLEZIONE È PREVISTA INDICATIVAMENTE A INIZIO 2019
‘La Fiducia in Dio’ di Lorenzo Bartolini e la ‘Crocifissione’ di Giovanni Bellini
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Sport. Che cosa rappresenta per te?
Tutta la mia vita
Come è nato il primo incontro con “lui”?
Grazie a una mia amica sono arrivata in palestra e dopo 4 mesi l’incontro travolgente con il trampolino elastico
Chiara Cecchi, trampolino elastico nella storica società pratese S.G.
Etruria 1897 ASD. Ultima vittoria?
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Il tuo carattere, in tre aggettivi Deciso, forte e sicuro delle mie capacità Raccontaci i tuoi luoghi del cuore
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La prima persona che ha creduto in te?
Il mio allenatore Tolik (Anatoly Titov).
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PARTICOLARI TIPS
Lucrezia Stefanini, soli 20 anni e già nella classifica mondiale 390
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IN SCENA
Che il teatro sia uno degli spazi nei quali si costruisce una città è un dato certo dai tempi dell’Antica Grecia. E che questo principio non sia stato accantonato, lo si riconosce ancora oggi guardando il cartellone del Metastasio, quello del Fabbricone e quello del Borsi, insieme a quello del Politeama. A cominciare appunto dal Teatro Metastasio che, guidato da Franco D’Ippolito, mantiene fede a un progetto di riflessione sull’uomo e sulla realtà di oggi attraverso gli spettacoli, a cominciare da una delle produzioni del Teatro, ovvero Decameron 2.0, quando il testo di Boccaccio (nella rilettura di Letizia Renzini) diventa uno specchio multiforme che riflette il presente e il destino della città e di chi la vive, ma anche di chi costruisce ogni giorno la propria fortuna - dal 23 al 28 ottobre. Dal Teatro Stabile dell’Umbria arriva invece, dal 6 al 9 dicembre, un classico della letteratura russa moderna: Il maestro e Margherita, con la regia di Andrea Baracco. Con Anna Maria Guarnieri e Michele Riondino un folto cast ripercorre una storia d’amore che non è soltanto amore ma soprattutto tormento. Smontando un mito come quello di Don Giovanni, Valerio Binasco - dal 7 al 10 marzo 2019 - porta in scena l’essenza di questo che è ormai “tipo psicologico” proiettandola nel contemporaneo e nelle sue molteplici ferocie.
Lo spazio del Fabbricone accoglie invece, dal 20 al 23 novembre, La maladie de la mort che Katie Mitchell (in un’ampia coproduzione in-
ternazionale) trae dall’intenso testo di Marguerite Duras, un thriller psicologico dai risvolti silenti e drammatici, mentre dal 7 al 19 maggio 2019 il mito trova una nuova forma in Scene da Faust, grazie al Mefistofele di Sandro Lombardi e alla regia di Federico Tiezzi che una volta di più raccontano una crisi delle coscienze che ha le forme dell’immaginario collettivo.
Al Fabbrichino le proposte sono molteplici e tra queste quella di Cristian Ceresoli è Happy Hour, vera e propria partitura letteraria dall’allegria totalitarista dal 30 al 4 novembre, cui fa da contraltare The Night writer. Giornale notturno, (19/24 marzo 2019) monologo che è ritratto di un uomo dalla mente multiforme e dalla poetica immersa nell’Arte: Jan Fabre.
Al Magnolfi prosegue intanto il “progetto di conoscenza dell’artista” che la scorsa stagione ha avuto come titolo Piacevoli Conversazioni, occasione rara che ha reso possibile comprendere i modi e i tempi dell’attore e del narratore soprattutto fuori dagli spettacoli che comunque questi presenta sulle tavole di questo Teatro; tre i protagonisti: Laura Curino (13/14 novembre), Massimiliano Civica (8 e 9 gennaio 2019) ed Elvira Frosini-Daniele Timpano (26 e 27 febbraio 2019). Nel segno della musica intesa come spazio cittadino si muove invece “… la Casa dei Suoni”, che al proprio centro pone diverse realtà, a cominciare dalla Camerata Strumentale “Città di Prato” che il 19 e il 20 dicembre,
Nella pagina accanto: ‘La signorina Else’, Jonathan Webb e la Camerata
Strumentale di Prato
55 STAGIONE
TEATRO
CARTELLONI,
INTRAMONTABILI E SPERIMENTAZIONI PER TUTTI
APPASSIONATI
TEATRO
GRANDI NOMI, RAFFINATI
CLASSICI
GLI
DI
Prosa, musica sinfonica, recital. A Prato una stagione intensa, tutta da vivere di Mila Montagni
ENGLISH VERSION
nella Chiesa di San Francesco, suonerà diretta da Filippo Maria Bressan con all’organo Enrico Viccardi, e col Coro «Città di Prato», per un programma intessuto di Haendel, Adam, Cadario e Finzi. Tra le esecuzioni della “Camerata” diretta da Jonathan Webb la particolare serata dell’11 aprile 2019, con un programma fatto da Boccherini, Haydn e Mozart nel segno delle città d’Europa. Un cartellone raffinato quello che presenta il Teatro Borsi, che il 9 e 10 novembre porta sulla scena Insonnia di Valentina Banci che ha scelti passi tra i più brucianti dalle pagine di Marina Cvetaeva; il 23 e 24 novembre propone un’altra lettura al femminile di Libro di Ipazia di Mario Luzi, con la voce di Laura Piazza. Con la regia di Paolo Graziosiprotagonista dello spettacolo con Elisabetta Arosio e Giorgio Crisafi - il 30 novembre e il I dicembre La lezione di Ionesco, un capolavoro del teatro dell’assurdo nel suo stato di grazia; a chiudere questa programmazione
l’8 e il 9 marzo 2019 lo spettacolo dell’Arca Azzurra, con Alessandro Benvenuti una volta di più signore della scena con Un comico fatto di sangue, scritto e diretto dallo stesso
attore, con la collaborazione drammaturgica di Chiara Grazzini, un gioiello che racconta gli ultimi 15 anni di storia d’Italia attraverso la lente “di famiglia”.
Al Politeama Pratese gli spettacoli sono declinati con la grazia spumeggiante dell’operetta, a cominciare da Bukurosh mio nipote, dove Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi affrontano con ironia il delicato tema della famiglia multietnica (24 e 25 novembre), con tutte le due contraddizioni e possibilità; per gli appassionati del canto e della grande tradizione dello spettacolo partenopeo torna Massimo Ranieri col suo Sogno e son desto… 400 volte, spettacolo imperdibile per il giorno di Santo Stefano 12 e 13 gennaio 2019: un full di veri mattatori - Giuseppe Pambieri, Paola Quattrini, Cochi Ponzoni ed Erica Blanc - per Quartet di Ronald Harwood, momento di spettacolo a tutto tondo, tra musica e commedia. Tempi nuovi di Cristina Comencini chiuderà la stagione (30 e 31 marzo 2019) portando in città due attori blasonati come Iaia Forte ed Ennio Fantastichini, che racconteranno la famiglia e i suoi cambiamenti così repentini e fragili.
56
STAGIONE TEATRO
DAL
AI CONCERTI DELLA CAMERATA. E POI SPETTACOLI AL CINEMA BORSI, SFIDA CORAGGIOSA DEL REGISTA DANIELE GRIGGIO
In alto: Massimo Ranieri, ‘Famiglia Addams’ , ‘La Maladie de la mort’ di Stephen Cummiskey
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DAL CEMENTO AL VERDE
Dal 20 ottobre al 30 novembre torna TAI - Tuscan Art Industry, un progetto dell’artista Chiara Bettazzi che giunge così alla quarta edizione. La manifestazione, che ha cadenza annuale, si sviluppa attraverso la rigenerazione di luoghi abbandonati, workshop e la creazione di itinerari volti a sviluppare nuove forme di turismo alternativo che valorizzino le peculiarità della città. Quest’anno l’attenzione della manifestazione è sulla biodiversità sia vegetale che animale, che trova nicchie favorevoli alla propria sopravvivenza proprio in spazi che fanno parte dell’archeologia industriale dismessa di Prato. Tutto avrà inizio con l’inaugurazione a Corte Genova del villaggio culturale TAI 2018, ovvero il distretto artistico della città che coinvolgerà SC17, Tribeca Factory, Sedici, Artform, Black Out. Per l’occasione, sempre a Corte Genova, si terrà il vernissage della mostra Paesaggi industriali, rovine e orti operai a cura di SC17, con opere di Emanuele Becheri, Gianni Melotti, Robert Pettena, Alessio de Girolamo, Luca Pancrazzi, Loris Cecchini, Ronaldo Fiesoli, Andrea Fiesoli, mentre in un terreno abbandonato
adiacente alla corte si svolgerà un intervento site-specific con la creazione di un’installazione sonora.
Orti operai e rovine industriali saranno anche argomento di un talk che si svolgerà domenica 21 ottobre, al quale parteciperanno Andrea Vannini biologo ambientale, Simone Rizzuto biologo nutrizionista, Paolo Pecchioli antropologo e Lorenzo Giorgi di Bloom Project.
Come gli anni scorsi, saranno eccezionalmente aperti al pubblico due edifici industriali dismessi: l’ex- fabbrica Banci e la Cementizia (ExMarchino), testimonianze architettonicamente rilevanti in cui si legge chiaramente il processo di rinaturalizzazione degli spazi abbandonati.
Tra fine ottobre e inizio novembre saranno possibili visite guidate con un Cicerone d’eccezione: Giuseppe Guanci, storico dell’archeologia industriale.
Infine, nel mese di novembre prenderà avvio Artista in fabbrica, che si svolgerà nel comune di Montemurlo e che coinvolgerà le fabbriche attive Trafi e Luilor e le scuole, Convitto Nazionale Statale Cicognini di Prato e Liceo artistico.
QUEST’ANNO
In alto: orti operai (ph. Elena Mannocci) Nella pagina a fianco: dettaglio della Cementizia, Corte Genova (ph. Claudia Gori), SC17 (ph. Martina Melchionno), Ex Fabbrica Banci (ph. Elena Mannocci/ Claudia Gori), Cementizia (ph. Elena Mannocci)
59 FOCUS ARTE
L’ATTENZIONE DELLA MANIFESTAZIONE È SULLA BIODIVERSITÀ SIA VEGETALE CHE ANIMALE
La nuova edizione di TAI - Tuscan Art Industry di Elisa Signorini
NON SOLO BIONDA
Birrifici pratesi, un universo in evoluzione di Virginia Mammoli foto Francesco Giannella
Più o meno luppolata, acida, salata, chiara, rossa, scura, dolce o al contrario con un forte finale amaro... Scordatevi il classico abbinamento pizza e birra. La bevanda di Gambrinus ha ormai conquistato anche i palati più ricercati e sempre più spesso al posto del calice di vino si preferisce un fresco boccale di birra, meglio ovviamente se artigianale, da servire con la giusta dose di schiuma. Così negli ultimi anni è esploso il boom dei birrifici e Prato non è da meno. Ne abbiamo selezionati alcuni, dagli storici alle novità, passando per i più premiati.
Il Mostodolce, primo birrificio pratese, nasce nel 2003 da un’idea di Francesca Torri, seconda birraio donna italiana. Contemporaneamente apre anche lo storico pub in via dell’Arco, negli spazi delle antiche poste leopoldine, dove ad accompagnare nella scelta della birra perfetta c’è Daniele Ricci, con la socia e compagna Niky Trechas. Dopo soli due anni dall’apertura arriva il primo riconoscimento con la birra Volpe, eletta la miglior Bock d’Italia, successo che re-
plica nel 2007, anno in cui viene aperto il secondo pub, questa volta a Firenze. Conosciuta da tutti gli appassionati, la Martellina, una Strong Ale al miele di castagno della Val di Bisenzio, che con l’arrivo di Daniele Chiarini in produzione si aggiudica il premio per la miglior birra al miele d’Italia nel 2012. A consacrare definitivamente il nuovo birraio, nel 2016, il premio per la migliore Stout con Black Doll
Allievo di un esperto birraio olandese, Maurizio Gandolfi apre il proprio birrificio artigianale, Rhyton, oggi Rosa dei Venti, a Vernio, dove da oltre 20 anni viene prodotta birra in modo rigorosamente naturale, senza additivi o conservanti, non pastorizzata né filtrata, conservata e rifermentata in bottiglia, in modo che col tempo acquisti ancora più gusto. A rendere ognuna di queste birre ancora più uniche, un ingrediente speciale: l’acqua pura dell’Appennino. In catalogo sei birre, tra cui Ur, beverina e delicatamente maltata e Ambra, decisamente speziata, dal luppolo scorrevole, con un finale sec-
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ITINERARI BIRRIFICI
DA HOMEBREWER A VERI E PROPRI MAESTRI BIRRAI. LA CULTURA DELLA BIRRA ARTIGIANALE A PRATO
Mostodolce
ENGLISH VERSION
Nella pagina a fianco: Birrificio La Foresta (in alto), Rosa dei Venti (in basso)
Nella pagina precedente: Francesco Schwarzer (Fermento Libero), Cristiano Settesoldi e Iacopo Fabbri (I Due Mastri), Alberto Nannini e Elena Mornati (Badalà), Maurizio Gandolfi (Rosa dei Venti), Giulio Santanni (La Foresta), Daniele Ricci e Niky Trechas (pub Mostodolce)
ITINERARI BIRRIFICI
co e asciutto, ma a Natale è prevista una new entry, la Super birra alla canapa, da 9 gradi.
È nel 2009 che Cristiano Settesoldi e Iacopo Fabbri, due chimici pratesi con una passione in comune, aprono il birrificio I Due Mastri, a Tobbiana. Alla base, un’accurata ricerca delle materie prime, con preferenza per prodotti di origine e filiera italiana. Birre che reinterpretano la tradizione, senza smettere mai di sperimentare, facili da bere, difficili da dimenticare, come la Ebe, chiara, rinfrescante e delicatamente speziata, la Glencoe, rossa, robusta ed equilibrata e la Urca, un’ambrata con miele di castagno che nell’edizione 2017 di Vinitaly si è aggiudicata il premio Golosario, ideale durante le giornate fredde da abbinare con la selvaggina o formaggi stagionati.
In lavorazione per il prossimo anno una birra molto alcolica, con un carattere forte e deciso e una birra in stile Session Ipa, variante della Ziaipa, dal carattere più moderato e delicato.
Si chiama Fermento Libero il birrificio
fondato da Davide Bartolotti e Roberto Franchi nel 2012 a Viaccia, a cui si è aggiunto poi anche Francesco Schwarzer, ormai birraio a tempo pieno insieme a Davide. I tre, provenienti tutti da esperienze di homebrewer, si ispirano alla scuola anglo-americana ma producono birre in stile belga.
Ne potremmo elencare dieci, ma forse la più conosciuta è l’Admiral Nelson, un’Ipa da 6,3 gradi fatta con materie prime provenienti da ogni angolo del mondo: Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Australia e Nuova Zelanda.
Un’altra piccola anticipazione: anche Fermento Libero è in uscita con una nuova birra, nel periodo di Natale, la Erebus & Terror, un Barley Wine (vino d’orzo), birra di tradizione inglese lasciata maturare 18 mesi. In alcuni periodi dell’anno - come adesso fino a metà dicembre! - il venerdì e il sabato sera il birrificio diventa anche piccolo pub, altrimenti, se siete in città potete trovare le loro birre Da Nedo, in via Verdi.
È invece a Montemurlo, all’ombra della
PER OGNI GUSTO, UNA PER OGNI STAGIONE
Fermento Libero
BIONDE, ROSSE, SCURE, BLANCHE, PIÙ O MENO FERMENTATE... UNA
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Nella pagina a fianco: alcuni scatti di lavorazione, spillatura e imbottigliamento
Rocca, che Alberto Nannini e Elena Mornati, compagni di vita e di lavoro, dopo carriere in settori completamente diversi e anni di studio, corsi e produzione amatoriale, si sono lanciati in una nuova avventura, aprendo quattro anni fa il Birrificio Badalà. Lo stile spazia agilmente tra i generi: dalle birre con ingredienti locali a quelle caratterizzate dai luppoli extra continentali. Otto in tutto, alcune legate alla stagionalità dei prodotti o della birra stessa, altre sempre presenti. Ci sono poi le birre realizzate in collaborazione con altri birrifici e pub, come l’Épicé Ipa, realizzata con La Birra Dei Balordi - On The Way Brewery di Budrio, in provincia di Bologna: un’Ipa con peperoncino habanero, con la quale lo scorso febbraio hanno vinto il primo premio nella categoria specialty Ipa di Birra dell’Anno, il concorso birrario più importante d’Italia. Durante l’autunno da non perdere la Fuma.a, birra dorata con farina di castagne proviene dalla Fattoria di Pietrabuona e una lieve nota affumicata, oppure la Kast.a, con il miele di castagno dell’Api-
coltura Biologica Il Ronzio della Fattoria di Selvapiana di Cantagallo. Se siete in centro e volete gustare le loro birre alla spina, le trovate da Beer Lab e alla Piccola Birreria di Prato, di Andrea Romito, che si affida proprio a Badalà per la produzione della sua linea di birre Neu Alt Brewing Firm, anche queste da provare. Ultimo nato, solo un anno fa, il Birrificio La Foresta, del giovane birraio Giulio Santanni, in via Don Giovanni Minzoni. All’interno del microbirrificio si trova anche una sala degustazione, totalmente costruita a mano da Giulio con legno riciclato, a rimarcare la regola della naturalezza già espressa dal nome e soprattutto dalle birre che qui vengono prodotte, anche in questo caso né pastorizzate, né filtrate. Un prodotto ‘vivo’, grazie alla presenza del lievito che genera aromi e consente un miglior affinamento del prodotto. Qualche esempio? Chi ama le birre dolci va sul sicuro con la Bee Sting, con miele di millefiori, mentre per chi preferisce la punta d’amaro e il gusto del luppolo c’è la Tortuga
LE STORIE, I PREMI, LE BIRRE CULT E QUALCHE PICCOLA ANTICIPAZIONE PER IL PROSSIMO INVERNO
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I Due Mastri
ITINERARI BIRRIFICI
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NUOVE OPPORTUNITÀ DEL MERCATO DELL’ARTE
Leonardo Marchi: il ruolo dell’art advisor nel mercato di oggi
Forse pochi sanno che alcune opere di Modigliani e Picasso sono state vendute a più di 100 milioni l’una.
Questo dà l’idea di quanto il mercato dell’arte sia una forma di investimento importante. Un mercato che fino a tutti gli anni’ 80 conosceva collezionisti che si facevano guidare per lo più da un piacere estetico ed emozionale, non da considerazioni sulla resa economica dell’acquisto. L’opera d’arte era vista più come un piacere personale che come un bene rifugio. Oggi non più.
“L’arte offre diverse possibilità - commenta Leonardo Marchi - investimenti da diecimila euro a milioni di euro.
E proprio nelle fasce più basse di spesa c’è bisogno dell’art advisor perché si tratta di opere meno riconoscibili, artisti non ancora affermati; con la presenza di molte variabili che incidono sulle oscillazioni di valore: serve un operatore esperto.
Al contrario nelle fasce alte gli investimenti sono più importanti e più sicuri, ma paradossalmente meno redditizi”.
L’art advisor è una figura che offre diversi servizi: la selezione della controparte in vista di una compravendita, l’intermediazione, la rappresentanza presso le case d’asta, la consulenza nella gestione di una collezione esistente, la cata-
logazione delle opere d’arte possedute, l’assistenza per il trasferimento all’estero (relativamente alla documentazione necessaria e alle modalità più sicure) oppure per il prestito a gallerie in caso di mostre (ad esempio l’individuazione dell’assicurazione più adatta). Ma anche assistenza legale e fiscale inerente al mercato dell’arte, perizie, ricerche storico-artistiche per conoscere la paternità di un’opera, consulenze circa l’opportunità e le modalità di restauro.
Infine, c’è l’ultima dimensione del mercato dell’arte: l’investimento in fondi che comprano arte anziché azioni. In questo caso l’opera d’arte non è posseduta in casa, ma semplicemente è un titolo. Per capire l’imaportanza di questa tipologia di investimenti basti pensare che l’arte ha avuto negli ultimi anni rendimenti migliori di quelli ottenuti nella Borsa americana. Il fatturato globale delle aste su Fine Art è aumentato del 18% rispetto al 1° semestre del 2017.
Gli Stati Uniti hanno registrato un aumento del 48%, con un fatturato totale di $ 3,3 miliardi; il Regno Unito ottiene un fatturato d’asta del 18% mondiale a $ 1,9 miliardi. Anche l’UE sta contribuendo alla crescita: Germania + 17%, Italia + 22%.
IN UN CIRCUITO COME QUELLO DELL’ARTE, IN CUI INSIEME ALLA BELLEZZA CIRCOLANO ANCHE INVESTIMENTI IMPORTANTI, L’ART ADVISOR OFFRE UNA SERIE DI SERVIZI FONDAMENTALI, DALLA PERIZIA ALLE ANALISI DELLA BORSA
Nella pagina a fianco: Leonardo Marchi, esperto d’arte e consulente d’investimenti nel settore
71 FOCUS AZIENDE
IN ANTEPRIMA LA NUOVA BMW
Anche il design di un’auto può essere definito una forma d’arte, ma soprattutto il lancio di una nuova auto può essere occasione per incontrarsi e fare festa in una cornice assolutamente d’eccezione. È stato quanto avvenuto il 3 luglio scorso, quando il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, appena tornato al suo splendore dopo i lavori di ristrutturazione, si è animato per la serata di Birindelli. La Concessionaria BMW e MINI di Prato ha infatti scelto l’anfiteatro del Centro Pecci per presentare in anteprima assoluta la Nuova BMW X4. Luci, musica e un ricco buffet a cura della rinomata Enoteca Barni di Prato, hanno scaldato la serata fino ad arrivare al clou, il reveal della nuova vettura. Al buio, sulle pareti del Centro Pecci scorrevano le immagini della Nuova BMW X4. Poi un countdown e la platea del Pecci che si infuoca: artisti con trampoli e giochi di fuoco hanno danzato attorno alla vettura coperta dal velo di fronte alle facce stupite degli ospiti. Per finire tre eleganti farfalle bianche hanno aleggiato intorno all’auto per poi concludere la performance togliendo il velo che la celava.
La Nuova BMW X4 si è così mostrata in anteprima assoluta. Il suo design contemporaneo e il profilo tipico da coupé ne hanno rivelato immediatamente l’impetuosità. Cosa promette la nuova vettura BMW? Dinamica di guida, innovativa struttura leggera con baricentro basso e prestazioni ancora più elevate, che garantiranno il puro piacere di guidare, tipico del brand. Alla serata erano presenti la titolare della concessionaria Rossella Birindelli, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, il cantautore Marco Masini, da sempre cliente e amico di Birindelli. Dopo questo evento di anteprima, la Nuova BMW X4 è stata presentata ufficialmente il weekend del 23 e 24 settembre. Adesso la vettura è disponibile in tutte le sedi Birindelli per visione e prova su strada.
Birindelli si conferma una delle più grandi realtà della Toscana nel settore automotive, con quattro sedi concessionaria BMW e MINI a Prato, Empoli, Arezzo e Monsummano Terme. Ha inoltre recentemente aperto due showroom dedicati esclusivamente ad auto usate multibrand, a Poggibonsi e ad Arezzo.
In alto: la Nuova BMW X4 Nella pagina a fianco: alcuni momenti della spettacolare presentazione in anteprima assoluta, con al centro, Vittoria Corti e Rossella Birindelli (titolari Birindelli) insieme a Alessandro Papini (responsabile della filiale Birindelli di Prato)
73 FOCUS AZIENDE
CONTEMPORANEO, PROFILO TIPICO DA COUPÉ, DINAMICA E PIACERE DI GUIDA STILE BMW
DESIGN
La grande presentazione a luglio presso il Centro Pecci
Una serata al sapore di sale a Prato
Il gusto di mare delle proposte del ristorante I Corti e i vini della Tenuta del Buonamico hanno accompagnato la presentazione del numero estivo di Pratoreview. In copertina Carlo Verdone, ospite d’onore del Toscana Filmmakers Festival.
APERITIVO
APOTHEKE
Via Verdi, 17 ph. 0574.25099
BAR ERCOLE
Viale Montegrappa, 304 ph. 0574.597076
BAR MAGNOLFI
Piazza San Francesco, 24 ph. 0574.25633
BIG EASY
Piazza Mercatale, 177 ph. 0574.1824218
BARTAT
Via Pugliesi, 24 ph. 0574.35613
CAFFE’ 21
Viale Piave, 5 ph. 0574.42064
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Via Santa Trinita, 25 ph. 348.8950467
DA LUCIO
Piazza del Comune
DA TOMMI - RIDAMMI
UN BACINO
Via Cesare Guasti, 11 ph. 0574.1594200
FIASCHEMBERG
Via Settesoldi, 42 GRADISCA 1973
Via Settesoldi, 30 ph. 0574.1827470
I FRARI
Via Garibaldi, 120 ph. 334.3442532
I FRARI DELLE LOGGE
Piazza del Comune,16 ph. 0574.35490
KORNER KAFFE
Via Borselli, 89 ph. 0574.6224216
LA DOLCE VITA
Via Traversa Pistoiese, 37 ph. 0574.814748
LA GIOCONDA
Via Raffaello Lambruschini, 25 ph. 0574.603091
LA TAZZA D’ORO
Viale della Repubblica, 290 ph. 0574.593771
LE BARRIQUE
Via G. Mazzoni, 19 ph. 0574.30151
OPIFICIO JM
Piazza San Marco, 39 ph. 0574.870500
OZNE
Via Pugliesi, 35 0574.076857
PRATO CITY
Via Valentini, 7 ph. 0574.1821183
SCHIACCINO
Via Santa Caterina, 1 ph. 0574.605154
SQUISIO
Via Santa Trinita, 87 ph. 328.4269495
ZERO
Via Garibaldi, 65 ph. 0574.35041
PRATO ESSENTIAL GUIDE
RISTORANTI
A CASA GORI
Piazza Sant’Agostino, 14
ph. 0574.24893
ANTICHI SAPORI
Via F. da Filicaia, 40/A
ph. 0574.461189
ARDENGO
Via dei Cimatori, 6
ph. 366.5318415
BAGHINO
Via dell’Accademia, 9
ph. 0574.27920
BOCCONDIVINO
Via Mascagni, 59
ph. 0574.22957
CHE CICCIA C’È
Piazza del Collegio, 9
ph. 0574. 30416
CHEF REPUBLIC
Viale della Repubblica, 236
ph. 0574.072744
DE’STO
Via Modesti, 7/9/11/13
ph. 0574 1582336
I CORTI
Piazza Mercatale, 136
ph. 0574.606082
IL DECANTER
Piazza delle Carceri, 1/2
ph. +39 0574475476
L’ANTILOPE
Via Pistoiese, 248
ph. 0574 21033
ENOTECA BARNI
Via Ferrucci, 22
ph. 0574.607845
IL CAPRIOLO
Via Roma, 306
ph. 0574.1825326
IL MERCANTE
Via Traversa il Crocifisso, 47
ph. 0574.627174
IL PIRANA
Via Valentini, 110
ph. 0574.25746
L’ALTRA CALAFURIA
Piazza Filippo Lippi, 9
ph. 0574.26697
LA LIMONAIA DI VILLA
ROSPIGLIOSI Via Firenze, 83
ph. 0574.592515
LA VERANDA
Via dell’Arco, 10
ph. 0574.38235
LE FONTANELLE
Via Traversa del Crocifisso, 7
ph. 0574.622316
LE GARAGE BISTROT
Piazza San Domenico, 26
ph. 0574.24842
LE GARAGE CAVEAU
Via Settesoldi, 36/38
ph. 0574.063153
LO SCOGLIO
Via Giuseppe Verdi, 42
ph. 0574.22760
MADDALENA
piazza sant’agostino
ph. 0574.31734
MANGIA
Via Ferrucci, 175 ph. 0574.572917
MEGABONO
Via Ser Lapo Mazzei, 20 ph. 347.8908892
MOKHA
Piazza San Marco, 5 ph. 0574.400412
MY SEA
Via Benvenuto Cellini, 9
OSTERIA SU SANTA
TRINITA
Via Neroni, 4 ph. 0574.605899
PEPE NERO
Via Zarini, 289 ph. 0574.550353
RAGIONA
Via del Melograno, 40 ph. 0574.1597416
RISTORANTE MYO
Viale della Repubblica, 277 ph. 0574 1597312
SALOMÈ
Hotel Datini, Via Marconi, 30 ph. 0574.562348
SOLDANO
Via della Sirena
ph. 0574.830913
Via Pomeria, 35 ph. 0574.34665
TONIO
Piazza Mercatale, 161 ph. 0574.21266
TO WINE
Viale della Repubblica, 23 ph. 0574 550462
TO WINE IN PIAZZETTA
Via Cairoli 15 | Prato ph. 0574.965874
TRATTORIE
LA FONTANA
Via di Canneto, 1 ph. 0574.27282
LAPO
Piazza Mercatale, 141 ph. 0574.23745
LOGLI MARIO
Via Carteano, 1 - Filettole ph. 0574.23010
OSTERIA CIBBÈ
Piazza Mercatale, 49 ph. 0574.607509
OSTERIA LE CENTO BUCHE
Via degli Abatoni, 7 ph. 0574.694312
PIZZERIE
CAVALLINO ROSSO
DA GIOVANNI
Via Pistoiese, 26 ph. 0574.23143
FANCY KING
Via Valentini, 21 ph. 0574.581343
IL BORGO ANTICO
Via Gherardacci, 25/27 ph. 0574.622707
I CAVALIERI DI PIAZZA
MERCATALE
Piazza Mercatale ph. 0574.400830
LA TORTELLERIA
Via Bologna, 196 ph. 0574.692641
IL RAGNO
Via Valentini, 133 ph. 0574.596700
KING’S PUB
Via Garibaldi, 148 ph. 0574.28641
KELLER GARAGE
Via dei Migliorati, 7 ph. 0574 448884
NOMAD
Via Carradori, 50 ph. 392.0575675
PASSAPAROLA
Viale Galilei, 8 ph. 0574.468350
PIZLAND
Via Gelsomino, 7 ph. 0574 35081
8 LANTERNE BLU
Vicolo degli Arrigoni, 4 ph. 0574 33139
PIZZA E BOLLICINE
Via Quirico Baldinucci, 3 ph. 0574.1825821
PIZZERIA MAGGIE
Via Bologna, 519 ph. 0574.460493
CUCINA ETNICA E BIO
ANDALOUSSIA
Piazza del Duomo, 44
CIBINO
Via Pomeria, 84 ph. 0574.23989
ELEMI
Via Roma, 74 ph. 0574.055536
FUJIAMA
Via Valentini, 5 ph. 0574.623857
KALDI’S CAFFE
Via Settesoldi, 31 ph. 339.5355010
KOTO RAMEN
Via Valentini, 102 ph. 0574.603162
LA COVA TAPAS BAR
Via Santa Trinita, 3
LA FABBRICA ALIMENTARE
Via Valentini, 102 ph. 0574.870315
L’ORTO DI NENÈ
Via Santa Trinita, 47/A ph. 349.8478186
MOI SUSHI LAB
Viale Piave, 14 ph. 0574.065595
NAGOYA
Via Avignone, 34 ph. 0574.400183
NAGA THAI
Via Santa Trinita, 53 ph. 0574.074031
PINCHOS BAR
Via Settesoldi, 11 ph. 329.3925185
RAJA
Piazza del Collegio, 8 ph. 0574.32032
RAVIOLI LIU
Via Fabio Filzi, 39 ph. 0574.830973
RAVIOLI DI CRISTINA
Via Cavallotti, 36 ph. 0574.1820920
YOP
Via Santa Trinita, 80 ph. 0574.1823429
OUTSIDE
ARTIMINO
BIAGIO PIGNATTA
Viale Giovanni XXIII 1 ph. 055.8718086
CANTINE DEL REDI
Via 5 Martiri 29 ph. 055.8751408
DA DELFINA
Via della Chiesa 1 ph. 055.8718074
CANTAGALLO
IL GHIRIGHIO
Loc. Migliana, 29 ph. 0574.981103
LA BUA DELLA TONIA
Via S. Quirichello, 2 ph. 0574.956171
LA CASTAGNA
Via di Migliana, 40 ph. 0574.981791
CARMIGNANO ANTICA TORRE
Piazza G. Matteotti, 15 ph. 055.8712096
IL BARCO REALE
P.zza Vittorio Emanuele II, 28 ph. 055.8711559
SU PE’I’ CANTO
Piazza Matteotti, 25/26 ph. 055.8712490
GALCIANA A MANGIA’ FORA Via Sant’Ippolito 16 ph. 328.3032343
MONTEMURLO
LA TAVERNA DELLA ROCCA
Piazza Castello 2, ph. 0574.680459
VICTORY CAFÉ
Viale A. Labriola, 243 ph. 0574.650438
POGGIO A CAIANO
IL VECCHIO CASALE
Via Carmignanese 127 ph. 055.877427
LA FURBA
Via Statale 99
LA FRUGOLA
Via Aldo Moro 33 ph. 055.8778143
VAIANO
LA LOCANDA DEGLI ARTISTI
Via Bertini 76 Schignano ph. 0574.983436
LA NUOVA TIGNAMICA Via Val di Bisenzio 112 ph. 0574.984424
VERNIO
CIRCOLO ARCI
Via Del Bisenzio 292 ph. 0574.957466
I luoghi del gusto in città e dintorni
CINEMA, THEATRE AND ME
Michele Riondino has a goodguy kind of face, much closer to that of a teenager than to his actual near-40 contemporaries. For more than 10 years his face has appeared in the most interesting Italian cinema. He’s worked with Marco Risi, Martone, Bellocchio, the Taviani brothers. On television, he’s played the prequel character to Italy’s most beloved police commissioner in the series Il giovane Montalbano. It was Riondino who inaugurated the 75th Venice Film Festival, in the role of “godfather” at the most important cinematic event in Italy. But we will see his face again – this time with a more sinister gaze – at Prato’s Teatro Metastasio, where from December 6 to 9, Michele will star in the great literary masterwork The Master and Margarita by Bulgakov, adapted by Letizia Russo and directed by Andrea Baracco. It’s a powerful and majestic production, carried out with support from Brunello Cucinelli and featuring 11 actors. At its national premiere at the Teatro di Solomeo in Umbria in September, it got an all-around standing ovation.
In your opinion, what’s the secret to the disturbing
magic of this story?
The Master and Margarita is a disturbing and well-articulated story with numerous intersecting narrative threads; within it, an infinite number of characters come to life, all of whom create a sort of panoramic overview of the human race and the near-divine. Beginning with the devil, in the seductive and worldly figure of Woland, in this production I play a sort of savage clown who directs a demonic bedlam.
What effect has this new type of role had on you? Theatre is my natural habitat.
THE PAST, WITH A CONTEMPORARY LOOK
The Pecci Center celebrates its 30th anniversary with a new exhibition and many events
The Luigi Pecci Center for Contemporary Art turns 30 and celebrates this important birthday with an exhibition entitled The imagined museum. Thirty years of stories of the Pucci Center. A path created by Cristiana Perrella that reinterprets the events through facts, statistics, anecdotes, memories and selected pieces from the collection and the history of its exhibitions. It is not a self-celebration but rather a story where the past is exam-
ined under the sensitive light of the present, projecting onto a possible future. The exhibition is made up of three main elements. The first, a timeline designed by the Sara De Bondt graphic studio, recounts the succession of exhibitions, concerts, exhibitions, festivals, workshops and talks hosted by the museum during these three decades. The second element starts from the analysis, both statistical and semantic, of the archive data: a story within a story composed of numbers and words, like that of the works in the collection, of the exhibitions, of the visitors and of the artists exposed (for whom there is also an analysis of the geographical origin, age and gender identity). The timeline and the result of the analysis of the archive are the conceptual framework for the third element of the narrative for the 30th anniversary: a new exhibition of a selection of works taken largely from the museum collection, chosen by tracing the history of the main exhibitions held at the Pecci Centre
No 2833: Don’t Worry, 2017the only work on display that is not part of the museum’s past.
since 1988. For the 30th anniversary, in the atrium of the museum, a recent work by Martin Creed (Wakefiedl, UK, 1968) will be installed - Work
GRAND COMEBACKS
A collection to return to Prato, visible in its entirety from the end of 2018 through early 2019
Eleven pieces are making a comeback. From the master Caravaggio, The Crowning with Thorns is among them-a triumph of light and shadow, the tension of suffering and humiliation, chromatism and philosophy marked by genius. Giovanni Bellini’s Crucifixion in the Jewish Cemetery is back, with its Christ in a desperate and distressing solitude. For three days only-the 7th, 8th and 9th of September, even the Madonna with Child by Filippo Lippi will be back as part of the traditional September festivities in Prato; Lippi was a Prato painter among the Renaissance greats. Even just the two crucifixion depictions by Lippi and Bellini would make for a sensational exhibition. But there’s still more: works by Puccio di Simone, a strong presence in Tuscan and Florentine art between the 17th and 18th centuries. Among the different sculptures, Lorenzo Bartoli-
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75th ANNIVERSARY | manteco
fabrics made in Italy
ni’s merit a mention; Bartolini was a top-tier artist of the 19th century who produced superb masterworks-just witness La Fiducia in Dio, a composition that pairs a profound three-dimensionality with an absolute spirituality. While we’re on the subject of “comeback works,” we can’t forget others that have been part of the Galleria degli Alberti, such as the brazen, brutal and yet humorous David and Goliath. Or the abbot Furini, who never ceases to amaze us. But Furini is not the only noteworthy artist in the Pratese gallery’s collection: what else can we say about Matteo Rosselli and his mighty Moses, or Jacopo Vignali and Giovan Battista Vanni, not to mention Giusto Susterman and his Flora, modeled after the features of Vittoria della Rovere?
stead, Don Giovanni by Valerio Binasco will be on stage from March 7 to 10, 2019. At the Fabbricone - from November 20 to 23 - La maladie de la mort directed by Katie Mitchell from Marguerite Duras, while from May 7 to 19, 2019, myth finds a new form in Scenes from Faust, with Sandro Lombardi directed by Federico Tiezzi; at the Fabbrichino, The Night writer. Giornale notturno (March 19/24, 2019) a monologue dedicated to Jan Fabre.
At the Magnolfi, Piacevoli Conversazioni continues with three protagonists: Laura Curino (November 13/14), Massimiliano Civica (January 8 and 9 2019) and Elvira Frosini-Daniele Timpano (February 26 and 27 2019).
direction by Paolo Graziosi, November 30th and December 1 is La lezione by Ionesco while on March 8 and 9, 2019, Alessandro Benvenuti stars in Un comico fatto di sangue
At the Politeama Pratese for fans of Neapolitan song, Massimo Ranieri is back with his Sogno e son desto... 400 times, unmissable on Saint Stephen’s Day. To end the year: Tempi nuovi by Cristina Comencini will close the season (March 30 and 31, 2019) with Iaia Forte and Ennio Fantastichini
ALL THE NUANCES OF THE THEATER
A season full of events like those now on the boards of Prato’s stages. The Metastasio will host Decameron 2.0, by Letizia Renzini, from October 23 to 28, and from December 6 to 9, a classic of modern Russian literature: The Master and Margherita, with Anna Maria Guarnieri and Michele Riondino; in-
The Camerata Strumentale “Città di Prato”, December 19 and 20, in the church of San Francesco, will be conducted by Filippo Maria Bressan for a program of Handel, Adam, Cadario and Finzi, while Maestro Jonathan Webb will conduct, among other things, on April 11, 2019, scores by Boccherini, Haydn and Mozart in the name of the cities of Europe.
At the Teatro Borsi November 23 and 24 is the Il Libro di Ipazia by Mario Luzi, with the voice of Laura Piazza. With
NOT JUST PALE ALES
Prato area breweries: an evolving scene
Forget the classic pizza-beer pairing: Gambrinus’ beverage has conquered even the most refined palates. In the past few years there’s been a boom of breweries, and in Prato the situation is no different. Mostodolce, the first Prato brewery, was founded in 2003 by Francesca Torri, the second female Italian brewer. Simultaneously, the historic pub in via dell’Arco opened its doors in the former Leopoldine complex. Maurizio Gandolfi opened his own craft brewery, Rhyton, today Rosa dei Venti, in Vernio, where for more than 20 years beer has been pro-
duced using exclusively natural methods, with a very special ingredient: the pure water of the Appennines. It was 2009 when Cristiano Settesoldi and Iacopo Fabbri opened their brewery I Due Mastri in Tobbiana. These are beers that offer new takes on tradition and never stop experimenting. Fermento Libero is the name of the Viaccia brewery of Davide Bartolotti, Roberto Franchi and Francesco Schwarzer. The three were inspired by the Anglo-American school but produce Belgian-style beers. And over in Montemurlo, Alberto Nannini and Elena Mornati opened Birrificio Badalà, offering a variety, from beers with local ingredients to others made with international hops. If you want to drink draft beer downtown, you’ll find it at Beer Lab and the Piccola Birreria di Prato, from Andrea Romito, who uses Badalà for the production of his beer line Neu Alt Brewing Firm, also
worth sampling. Just one year ago, the Birrificio La Foresta from the young brewer Giulio Santanni opened in via Don Giovanni Minzoni. The golden rule? Keeping it all-natural.
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OROSCOPO AUTUNNO
MESSAGGI DALLE STELLE
Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri
ARIETE (21 marzo - 20 aprile)
Liberi da forti condizionamenti planetari, potete muovervi in autonomia. Solo la prima decade vive un po’ di stanchezza fisica, ma da metà novembre il cielo si modifica rapidamente in meglio.
TORO (21 aprile - 20 maggio)
Le energie marziane dissonanti prima penalizzano i nati in aprile e poi quelli in maggio, ma con l’avanzare dell’autunno tutto si attenua. Dicembre è veramente costruttivo per i nati in aprile!
GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)
In ottobre, oltre alla spinta marziana potete contare sull’effetto trainante della Luna Nuova, che si forma in Bilancia. In novembre, le “sirene” venusiane possono farvi esagerare nei… piaceri.
CANCRO (22 giugno - 22 luglio)
La prima decade subisce l’opposizione di Saturno, che ne rallenta i progetti, mentre Giove sempre in trigono protegge con forza la terza decade, almeno fino a inizio novembre. Dopo si vedrà!
LEONE (23 luglio - 23 agosto)
Il passaggio di Marte all’opposizione del segno crea qualche stress inevitabile e invita alla prudenza. Tuttavia, da metà novembre con il favore del trigono gioviano ritornate in piena forma.
VERGINE (24 agosto - 22 settembre)
I pianeti, che vi appoggiano, sono numerosi, almeno fino a metà novembre. A fine autunno, con l’arrivo di Giove in Sagittario e Marte in Pesci rischiate di non accontentarvi di quanto raggiunto.
a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo”
BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre)
I nati in settembre si trovano un po’ bloccati, di fronte a scelte importanti, che forse è meglio dilazionare. La voglia di fare non manca, ma gli ostacoli reali ed occulti invitano a riflettere.
SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre)
Il cielo favorisce la terza decade ancora per tutto ottobre, mentre il quadrato di Marte consiglia prudenza a prima e seconda decade. Nati dal 26 al 29 ottobre molto concreti e determinati.
SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)
Dall’8 novembre potete cominciare a festeggiare per l’entrata di Giove nel vostro segno; il pianeta vi porterà prima serenità, poi una ventata di entusiasmo e infine piacevoli... sorprese.
CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)
I nati in dicembre vivono il passaggio di Saturno sui gradi del loro Sole: serietà, impegni e responsabilità non mancano, ma è bene anche riguardare il fisico per un possibile calo energetico.
ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)
La cavalcata di Marte nel vostro segno, che si prolunga fino a metà novembre, vi chiede di evitare intemperanze. In seguito, il sestile di Giove scioglierà i… nodi e farà tornare il buon umore.
PESCI (20 febbraio - 20 marzo)
I nati in febbraio e 15-20 marzo possono rafforzare l’ambito sentimentale. Da metà novembre e fino a fine anno si richiedono meno imprudenze e meno sprechi, sia fisici che finanziari.
Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it
Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it
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Viale della Repubblica, 23 - Prato - Telefono:0574 550462 www.towine-prato.it • facebook: To Wine VI ASPETTIAMO ANCHE A To Wine in Piazzetta Via Cairoli 15 | Prato - tel. 0574.965874 Enoteca & Winebar