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UNA CITTÀ CHE SA CAMBIARE
INSTALLAZIONE DELLA CITTÀ DI PRATO, PADIGLIONE ITALIA, BIENNALE DI VENEZIA
LA PARTECIPAZIONE DI PRATO ALLA BIENNALE ARCHITETTURA 2021: IL PASSATO E IL FUTURO DELLA CITTÀ
DI FRANCESCA LOMBARDI
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IL PLAYGROUND AL MACROLOTTO ZERO
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PROTAGONISTE AL PADIGLIONE ITALIA, LE BALLE DI CENCI, PASSATO E FUTURO DELLA CITTÀ
La città resiliente si modifica costruendo risposte sociali, economiche e ambientali nuove che le permettano di resistere nel lungo periodo alle sollecitazioni dell’ambiente e della storia. Per capire veramente il senso della partecipazione della città alla Biennale Architettura 2021, siamo ripartiti dal significato di una parola forse abusata, ma con un senso profondo e ricco di sfaccettature interessanti. Città resilienti, cioè città che danno una risposta di fronte al cambiamento, è appunto il tema scelto dal Padiglione Italia alla Biennale di Architettura. Il grande parco urbano all’interno delle mura storiche, un innovativo programma di forestazione, la scelta di rilanciare un’eccellente tradizione produttiva in tema di rigenerazione e circolarità, un modello urbano che si costruisce su un sistema policentrico, nel quale si rimette in gioco il valore sociale e culturale dei paesi: sono questi i temi intorno ai quali si è strutturata la partecipazione della città alla
mostra, declinando perfettamente il tema proposto. Alessandro Mellis, curatore del Padiglione Italia è solo l’ultimo degli studiosi, architetti e progettisti che si sono avvicinati al caso Prato: il neurobiologo Stefano Mancuso, dell’architetto Stefano Boeri sono gli esempi più noti, e si affiancano a numerose iniziative che aprono scenari sull’oggi di Prato ma anIL CASO DI PRATO PRESENTATO NEL che su suoi futuri possibili. Declinabili anche per altre città. L’installazione PADIGLIONE ITALIA pensata per la Biennale ha un titolo programma-
ALLA BIENNALE tico, tutto scritto in maiuscolo e in forma con-
ARCHITETTURA secutiva: CITTÀ NATURA, CITTÀ FABBRICA, CITTÀ 2021 PAESI e si riferisce ai pa radigmi urbani, ambien tali, sociali e circolari sui quali si fonda lo sviluppo della città contemporanea. Piccole balle di cenci collocate davanti a uno schermo, tra i pensieri di due grandi architetti toscani Giovanni Michelucci e Vittorio Giorgini, raccontano- grazie a un sistema sistema interattivo, parte dell’allestimento progettato dalla com-
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PROGETTO ANOTHER DECLASSATA, CENTRO PECCI
pagnia di teatro TPO - il passato, il presente e il futuro della città. Le balle di cenci sono un simbolo dell’industria tessile pratese e, in particolare, della sua vocazione al riuso e all’economia circolare ante litteram che passa attraverso l’invenzione del cardato. A loro è affidato il compito di narrare le storie di una città ricca di acqua - il suo fiume ma anche il singolare sistema di gore che la innerva - , di un passato agricolo non troppo lontano, ma anche le storie di progetti appena realizzati e in corso di realizzazione. Tra questi il progetto per il Parco Centrale, un grande parco urbano di circa tre ettari, posto all’interno del perimetro delle mura cittadine dove sorgeva il vecchio Ospedale Misericordia e Dolce, che parte dalla memoria del luogo mettendo in risalto le mura storiche e evocando le tracce dei giardini italiani del Rinascimento, reinterpretati in un linguaggio contemporaneo. Oppure il progetto Prato Urban Jungle, in partnership con PNAT di Stefano Mancuso e Stefano Boeri Architetti per la parte di progettazione dei siti pilota, il cui obiettivo è ri-naturalizzare alcuni quartieri di Prato in modo sostenibile e socialmente inclusivo attraverso lo sviluppo di vere e proprie giungle urbane. E, non ultimo, il progetto di innovazione urbana PIU Prato, finalizzato a rilanciare il Macrolotto Zero attraverso
PRATO SI È MESSA IN la realizzazione di opere pubbliche tra le quali il Mercato Coperto Terre di EVIDENZA PER LA Prato, il Playground, collocato tra via Giordano, DETERMINAZIONE via Colombo e via Da Verrazzano, e la MedialibraNEL REINVENTARE ry di via Filzi, di prossima realizzazione. Il caso pra-
IL FUTURO tese in tema di sviluppo urbanistico e sociale è analizzato nel volume Prato. Fabbrica Natura, curato dalla studiosa di landscape urbanism Elisa Cristiana Cattaneo insieme all’architetto e assessore all’urbanistica Valerio Barberis, e riconosce alla città toscana la capacità di entrare a pieno titolo nella serie delle esperienze più significative degli ultimi decenni.
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SOPRA: RENDERING DEL PARCO CENTRALE DALL’ALTO. SOTTO: IL PROGETTO DEL PARTERRE ALL’INTERNO DEL PARCO
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