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LO SGUARDO DA DENTRO
ARTE E VITA
L’UNIVERSO DELL’ARTISTA PRATESE CHIARA BETTAZZI
DI VIRGINIA MAMMOLI
CHIARA BETTAZZI STILL LIFE, 2019 (PRIMO CICLO). MOSTRA PERSONALE PRESSO BB-S PRO A PRATO (PH. MARGHERITA NUTI)
Un’arte in continua evoluzione quella di Chiara Bettazzi, che gioca con varie forme di espressione, compresi diversi linguaggi multimediali tra cui la fotografia e i video, come quelli esposti fino al 30 ottobre al Museo Marino Marini di Firenze, dove, con un’altra artista toscana, Daniela De Lorenzo, ha dato vita alla mostra Andature, l’ultima di una lunga lista. Numerose anche le prestigiose collezioni, private e pubbliche, di cui le sue opere fanno parte, tra cui quella di Castello di Ama, che vanta opere di artisti come Anish Kapoor, Daniel Buren e Louise Bourgeois, oppure la Collezione Farnesiana, che include tutti i grandi maestri italiani dal dopoguerra ad oggi. Nata a Prato, è qui che nel 2005 ha aperto il suo studio SC17, diventato un importante luogo d’incontro e di scambio per artisti e appassionati.
I tuoi ‘primi amori artistici’?
Carlo Guaita e Tacita Dean, il primo per una mostra alla Galleria Gentili del 2009, a cura di Saretto Cincinelli, la seconda, per alcuni incredibili video che ha realizzato nello studio di Morandi e che ho visto al Mambo di Bologna.
Le tue forme espressive predilette?
L’istallazione rimane ancora la mia forma espressiva primaria. Anche se la fotografia negli ultimi anni ha guadagnato terreno e autonomia, staccandosi dall’uso più documentativo che ne facevo in precedenza. Ma non ho forme espressive predilette, in realtà cerco di tenere tutti i mezzi insieme che per me sono semplicemente strumenti di lavoro per arrivare a una stratificazione di visione in cui si alternano vari linguaggi.
Tre opere per raccontare la tua arte.
Still Life, una serie di composizioni che monto prevalentemente per lo scatto e che poi scompongo subito dopo, una sorta di pose di oggetti di varia natura. Wonder object, un lavoro installativo che mi porto dietro da anni, e che si trasforma costantemente rimettendo in atto gli oggetti di uso quotidiano che archivio e conservo in studio, e che nel tempo e nei vari spostamenti subiscono vari deterioramenti divenendo sempre più frammenti e residui che mischio insieme a materie organiche che prelevo nel paesaggio. L’ultima non è un’opera ma una mostra, dal titolo A tutti gli effetti, realizzata a Villa Romana quest’estate. Una mostra complessa che si componeva di diversi lavori che in quel momento concorrevano a presentarsi come un unico intervento, una sorta di work in progress continuo.
Gli artisti del panorama attuale che più apprezzi?
Parto da alcuni artisti toscani vicini a me, come Daniela De Lorenzo, Emanuele Becheri, Carlo Guaita e Robert Pettena. A spettro più ampio mi piace molto il lavoro di Rachel Whiteread, Doris Salcedo oppure Bernd e Hilla Becher.
Un tour d’arte a Prato firmato Chiara Bettazzi.
Impossibile non ricordare la Cantoria di Donatello, gli affreschi di Filippo Lippi e Paolo Uccello nel Duomo, un luogo che ospita anche opere contemporanee come l’altare e l’ambone di Robert Morris, maestro del minimalismo che ha realizzato anche uno straordinario labirinto all’interno della collezione di Giuliano Gori, a Villa Celle, a pochi chilometri da Prato. Oltre al Centro Pecci, è interessante visitare anche alcuni spazi indipendenti come Lottozero e Dryphoto, gli interventi nel quartiere del Macrolotto Zero, la zona di Santa Chiara dove è situato il Museo del Tessuto e lo Spazio K, sede della compagnia di danza Kinkaleri. Infine i siti industriali dismessi che rappresentano le archeologie contemporanee di Prato, come l’ex fabbrica Banci, la Cementizia, la Baldassini con gli orti sociali annessi, e le ex fabbriche che costeggiano il Bisenzio fino a Vernio. Non ultima, la Corte di via Genova, dove si trova il mio studio SC17.
L’arte è?
Un’espressione, che diventa ossessione senza la quale non vivi.