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LA MIA PRATO
I CARATTERISTICI MERLI A CODA DI RONDINE DEL CASTELLO DELL’IMPERATORE (PH. ALESSANDRO MOGGI)
FABRIZIO MORETTI CI RACCONTA LA SUA CITTÀ, FORSE NON SEGRETA MA SICURAMENTE SPECIALE
DI FABRIZIO MORETTI
LA FIDUCIA IN DIO DI LORENZO BARTOLINI A PALAZZO PRETORIO
STORIE DELLA SACRA CINTOLA DI BERNARDO DADDI A PALAZZO PRETORIO
“La mia città… Oggi mi fa strano chiamarla così perché manco da tempo. Non ho nostalgia, piuttosto un senso di appartenenza, una questione di radici. È avvenuta qui la mia formazione, in questi luoghi ho incontrato l’arte. Prato in effetti rappresenta parte della matrice di ciò che sono. Per parlare di una Prato segreta dovrei viverla di più, ma posso raccontare la mia città, un itinerario nei luoghi che per me contano. Per bellezza, perché mi ricordano l’infanzia, perché ci torno spesso. In piazza del Comune, silenzioso e imponente, Palazzo Pretorio custodisce veri e propri capolavori del Rinascimento italiano. Amo lo strepitoso polittico di
Giovanni da Milano, le Pale di Filippo Lippi, la famosa predella di Bernardo Daddi…
Da lì al Duomo sono pochi passi: fermatevi di fronte alla facciata, alla lunetta di Andrea Della Robbia e osservate la copia del pulpito di Donatello, che ha la sua versione originale nel Museo Diocesano della città. Dentro al Duomo come non lasciarsi trasportare dalla leggerezza della Salomè di Filippo Lippi, figura centrale del ciclo di famosi
‘È AVVENUTA affreschi dell’autore che qui ha vissuto la
QUI LA MIA FORMAZIONE, sua esistenza tormentata e ribelle. Sempre dentro il Duomo non IN QUESTI LUOGHI tutti conoscono e si soffermano troppo HO INCONTRATO a lungo di fronte alla straordinaria CappelL’ARTE’ la del Sacro Cingolo per osservare le Storie della Vergine e della Cintola, ciclo di sorprendente unità figurativa, dipinto nel 1392-95 da Agnolo Gaddi. La cappella è chiusa da una preziosa cancellata in bronzo, uno dei migliori esempi del genere conservatisi dal Rinascimento, di Maso di Bartolomeo, Pasquino di Montepulciano e
LA FACCIATA DEL DUOMO (PH. LORENZO MARZANO)
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI DI PRATO
collaboratori, con quadrilobi e fregi di un fresco naturalismo. Da bambino amavo il Castello dell’Imperatore: un castello integro medievale è qualcosa di meraviglioso agli occhi di un bambino, una sorta di Lego gigantesco da sperimentare con mille giochi. Diventati adulti lo diamo per scontato, ma ogni volta che attraverso piazza delle Carceri esercita su di me quel fascino antico, memoria dell’infanzia. Io sono per la tutela dei luoghi: mi piace così, vuoto e immutabile, quasi fermo al Medioevo. In piazza San Marco gli fa da contraltare l’eleganza morbida della scultura di Henry Moore, quello che noi pratesi chiamiamo affettuosamente Buco ma in realtà è Forma Squadrata con taglio Ci ricorda la storia recente di questa città, la sua effervescenza imprenditoriale, un amore mai sopito per l’arte… Eccoci al Pecci che incarna proprio il legame di Prato con l’arte: un museo speciale che fa già molto e che potrebbe fare anche molto di più, se gli venisse riconosciuto il ruolo chiave nel contemporaneo che gli spetta per la sua storia di primo centro per l’arte del nostro tempo e la sua continua ricerca. Per me il Pecci è più di
‘IL PECCI INCARNA un museo, è un luogo di incontro, rigenerante: quando sono in cit-
PROPRIO IL tà mi fermo a pranzo da Myo, il ristorante LEGAME DI PRATO di Angiolo Barni all’interno dell’edificio. Se
CON L’ARTE’ invece ho voglia di sapori della tradizione, di cucina di casa vado da Baghino, in pieno centro storico: trattoria elegante come non ce ne sono neanche a Firenze. Che riesca a fare un passaggio o meno, il mio cuore pratese batte per la Visitazione di Pontormo nella propositura
dei Santi Michele Francesco a Carmi-
gnano. L’avrete sicuramente vista in
FORMA SQUADRATA CON TAGLIO DI HENRY MOORE, IN PIAZZA MERCATALE (PH. PASQUALE PARADISO)
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DAL CUORE DELLA CITTÀ AI LUOGHI PIÙ BELLI DELLA PROVINCIA
1. LA DANZA SI SALOMÈ DI FILIPPO LIPPI, NEL DUOMO 2. LA LUNETTA DI ANDREA DELLA ROBBIA SULLA FACCIATA DEL DUOMO 3. LA VISITAZIONE DI PONTORMO NELLA PROPOSITURA DEI SANTI MICHELE FRANCESCO A CARMIGNANO 4. PALAZZO PRETORIO (PH. PASQUALE PARADISO)
FABRIZIO MORETTI, COLLEZIONISTA E MERCANTE D’ARTE PRATESE
una delle due mostre di Palazzo Strozzi che l’hanno ospitata, quella di Bill Viola nel 2017 e una su Rosso Fiorentino e Pontormo di qualche anno prima. Ma vederla in questa piccola chiesa di campagna ha un fascino tutto particolare: qui è ancora più commovente se possibile. Si compie un salto di più di 200 anni, ma mi sono molto cari anche gli affreschi di Gian Domenico Ferretti a Villa La Magia, non lontano dalla mia casa di Tizzana. Noto come il più autorevole artista fiorentino del tempo, Ferretti tra il 1714 e il 1715 realizzò parte della decorazione ad affresco del grande salone di rappresentanza. Il ciclo presenta il trionfo delle virtù sulla violenza e sul male che dominano il mondo, sull’ampia volta, e Bacco e Arianna e Diana e Atteone, rispettivamente sulla parete meridionale e su quella di tramontana della sala. Permettetemi di concludere con un luogo che spero rimanga il meno segreto possibile: la
Fondazione che porta il mio nome
e nasce per trasmettere agli altri la gioia e il profondo significato che il cavallo ha avuto da sempre nella mia vita. L’uso dell’equitazione a scopo terapeutico e’documentata già nel IV secolo A.C. nell’opera di Ippocrate di Coo. Oggi l’ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, trova la sua indicazione, oltre che nelle patologie classiche della paralisi cerebrale infantile, dell’autismo o della sindrome di Down, anche nelle patologie acquisite in conseguenza di traumi correlati alla infortunistica. Il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza è ritenuto da sempre un valido supporto per la riabilitazione essendo capace di smuovere emozioni nel suo cavaliere. Proprio per questi motivi ho deciso di costruire a Prato, dove sono nato e cresciuto, un centro ippoterapico d’eccellenza dove possano trovare accesso al servizio ragazzi e bambini in condizioni economiche, sociali o familiari svantaggiate. Vorrei che con questa Fondazione tutti i bambini meno fortunati possano vivere con il cavallo un momento magico, come è stato per me”.