pratoreview
30 L’UOMO AL CENTRO
Le mostre del 2024
al Centro Pecci
di Francesca Lombardi
Megarchivio
Greta e Guenda Mariotti
18 DIALOGO SULL’ARTE
Louis Fratino. Satura al Centro Pecci
di Stefano Collicelli Cagol
32 TUTTA COLPA DI PRATO
Il dna di una città piena
di incanto e emozioni
di Dario Garofalo
pratoreview
40 UN RACCONTO INDEDITO
Sandro Veronesi, Settembre nero
48 COMBINAZIONI
DI COLORE
di Francesca Lombardi, layout Melania Branca
58 6O ANNI
DI GRANDI PROGETTI
Teatro Metastasio
Stabile della Toscana, fra innovazione e tradizione di Massimo Luconi
66 LA MIA VALIGIA PIENA DI LIBRI
Come insegnare l’amore ai ragazzi?
Il Raccontalibri Sergio Guastini ha una risposta: dentro i libri c’è tutto di Sabrina Bozzoni
70 CUSTODI DEL GUSTO
I ristoranti storici dove la cucina ha ancora i sapori di un tempo di Martina Olivieri
pratoreview
DIRETTORE RESPONSABILE
Matteo Parigi Bini
MODA
Francesca Lombardi
REDAZIONE
Sabrina Bozzoni, Teresa Favi, Francesca Lombardi Virginia Mammoli, Martina Olivieri
CONTRIBUTORS
Claudio Cannistrà, Dario Garofalo
FOTO COVER
Large self-portrait with glasses, 2024 Olio su tela Courtesy l’artista e Sikkema Jenkins & Co., New York e Galerie Neu, Berlino (detail)
FOTOGRAFI
Dario Garofalo, Laura Hyeraci, Pasquale Paradiso, Ottavia Poli, Alessandro Saletta
GRAFICA
Melania Branca, Clelia Giardina
DIRETTORE COMMERCIALE
Alex Vittorio Lana
PUBBLICITÀ
Nicola Brigandì, Gianni Consorti, Lisa Katsogiannou Alessandra Nardelli, Monica Offidani
SOCIETÀ EDITRICE
Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Cristoforo Landino, 2 - 50129 Firenze - Italia tel +39.055.0498097 redazione@gruppoeditoriale.com
Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009
Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP
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IMPRESSIONI D’AUTUNNO
UNA CITTÀ DI RICCA DI CULTURA E BELLEZZA, TUTTA DA GUSTARE
L’autunno pratese si è aperto con il nome della nostra città nei titoli dei più importanti magazine di arte e lifestyle, grazie alla nuova mostra al Centro Pecci con protagonista l’artista Louis Fratino, cover di questo numero di Pratoreview, uno degli artisti emergenti più interessanti del panorama internazionale, tra i protagonisti della Biennale d’Arte di Venezia di quest’anno. A raccontarcelo è direttamente il direttore del museo e curatore della mostra Stefano Collicelli Cagol Sempre al Pecci vanno in scena anche le opere di Margherita Manzelli e gli scatti di Peter Hujar, uno dei più grandi fotograf del secolo scorso. È un fotografo anche il personaggio che per questo numero ci porta nella sua Prato, Dario Garofalo, nostro stretto collaboratore, fotografo apprezzato ormai a livello internazionale, con pubblicazioni in riviste come AD, New York Times, Monocle, Condé Nast Traveller, Times e Financial Times ‘Amico di Pratoreview’ è anche uno dei più grandi vanti letterari della città, Sandro Veronesi, due volte premio Strega - nel 2006 con Caos calmo e nel 2020 con Il colibrì -, che ci ha concesso in esclusiva un estratto del suo nuovo libro in uscita proprio questo autunno e intitolato Settembre nero. Restando in tema letture, abbiamo incontrato anche Sergio Guastini, il ‘raccontalibri, fgura centrale del festival della letteratura per bambini e ragazzi under 18 un Prato di libri, tornato a settembre con iniziative in programma per tutto l’anno scolastico.
Per i 60 anni del Teatro Metastasio, a distanza di 10 anni, ripubblichiamo poi l’articolo scritto per noi da Massimo Luconi, regista e autore di teatro e televisione, direttore del MET dal 2002 al 2005. Infne, una parantesi di gusto, con i nomi storici che tengono alta la bandiera della ristorazione pratese
ART NOTES
IL CONTEMPORANEO PROTAGONISTA DI QUESTA STAGIONE A PRATO
CENTRO PECCI
È a Prato la prima personale di uno degli artisti emergenti più in voga e interessanti del momento, Louis Fratino (classe 1993), americano di origini italiane. Fino al 2 febbraio Satura raccoglie lavori dell’ultimo decennio e altri di nuova produzione: una serie di sculture, oltre 30 dipinti e più di 20 opere grafche tra disegni e litografe, dove si percepisce un background culturale segnato da artisti come Picasso, Matisse, Filippo De Pisis, Carlo Carrà e Renato Guttuso.
Altre due le mostre di questo autunno-inverno al Pecci, dal 14 dicembre al 4 maggio 2025: Le signorine,
con le opere di Margherita Manzelli, che spazia dalla pittura alla performance confrontandosi con un nuovo immaginario del corpo femminile, che sfda qualsiasi idea precostituita di rappresentazione dei soggetti e Azioni e ritratti / viaggi in Italia, con gli scatti di Peter Hujar, uno dei più grandi fotograf del XX secolo che, tra gli anni ’70 e ’80, ha immortalato una comunità di persone a lui vicina diventate tra le fgure più iconiche della cultura statunitense.
MUSEO DEL TESSUTO
Prosegue fno al 30 novembre la mostra Walter Albini. Il talento, lo stilista con disegni, bozzetti, schizzi, fotografe, riviste
di moda, abiti, accessori e tessuti, spesso inediti, che permettono di ricostruire l’intera storia creativa di uno dei protagonisti assoluti della moda italiana tra la fne degli anni ’70 e i primi ’80.
VILLA ROSPIGLIOSI
Crossing the line è la nuova mostra di Loredana Longo allestita tra gli spazi interni ed esterni della villa. Pavimenti in cemento sostenuti da colli di bottiglia rotti, scarpe da rugby con tacco 12, riflessioni sul rapporto tra sconftta e vittoria... Un invito al coraggio e a ribaltare gli stereotipi.
LOTTOZERO
Sempre fno al 10 novembre, Kunsthalle, lo spazio
espositivo di Lottozero, ospita Oltre il giardino, una personale di Claudia Losi che esplora la complessa relazione tra esseri umani, ambiente e linguaggio con cui comunichiamo, interrogandosi su cosa possa essere inteso come ‘luogo naturale’. Un’installazione site-specifc presenta un tessuto jacquard di oltre 15 metri e un libro tessile, realizzati con la consulenza di Lottozero (fno al 10 novembre).
BIBLIOTECA LAZZERINI
Fuoco_Acqua: dal 23 novembre al 31 dicembre la Biblioteca Lazzerini ospita 30 opere dello scultore Giuliano Ciardi, che giocano sulla contrapposizione/ mescolanza fuoco e acqua.
AUTUNNO A TEATRO
GLI SPETTACOLI E I CONCERTI DA SEGNARE IN AGENDA PER I PROSSIMI MESI
OTTOBRE
Al Teatro Politeama, il 26 e 27 ottobre arriva I ragazzi irresistibili di Neil Simon. Un artista dello spessore di Massimo Popolizio dirige una coppia di fuoriclasse in uno spettacolo che è un omaggio al mondo degli attori, alle loro piccole manie e tragiche miserie. Per festeggiare i 50 anni del Teatro Fabbricone dal 22 al 27 ottobre va in scena Beautiful Creatures, opera di Giuliano Scabia e afdato a lacasadargilla per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni.
NOVEMBRE
Al Teatro Politeama, l’8 e il 9 novembre, Antonio Albanese in Personaggi
frma uno show unico di una tournee che tocca pochi teatri in Italia. Il 25 novembre, Viola Graziosi, porta in scena al Teatro Politeama Il racconto dell’Ancella, versione teatrale del romanzo distopico di Margaret Atwood, già serie televisiva di successo. Dal 5 al 10 novembre al teatro Magnolf troviamo lo spettacolo teatrale Grandi numeri di Lorenzo Maragoni, autore, performer e campione del mondo di poetry slam. La nuova stagione della Camerata Strumentale di Prato prende il via il 14 novembre con il concerto inaugurale in coproduzione con 49° Cantiere Internazionale d’Arte. Il
28 novembre l’oboista e direttore d’orchestra Diego Dini Ciacci dirige la Camerata Strumentale di Prato e mette in scena una vetrina per i fati della Camerata; mentre il 12 dicembre il programma diretto da Jonathan Webb intende omaggiare la recente acquisizione del fondo di documentazione sulla musica americana ICAMus da parte del Palazzo della Musica. Due emblemi della musica americana, Aaron Copland e Samuel Barber, sono posti a confronto con i toscani Puccini e Respighi.
DICEMBRE
Dal 12 al 15 dicembre al Teatro Fabbricone arriva Natale in casa Cupiello. Il
14 e il 15 dicembre al Teatro Politeama, il regista Davide Livermore porta in scena Fantozzi. Una tragedia Davide Livermore, lo straordinario universo di storie e personaggi scaturito dalla penna di Paolo Villaggio, con Gianni Fantoni nel ruolo del celebre ragioniere. Il 27 dicembre sempre al Teatro Politeama, Roberto Ciufoli veste i panni di Ebenezer Scrooge nel grande classico natalizio A Christmas Carol - Il Musical, ispirato al racconto di Charles Dickens. Per festeggiare i 60 anni del Metastasio, dal 17 al 22 dicembre va in scena L’infnito carnale, con la regia di Claudia Castellucci della Societas.
Il primo libro sulla storia del grande stilista italiano e ‘re dei colori’. Un elegante cofanetto che racchiude un prezioso volume di 224 pagine ricche di racconti e foto inedite. Un coffee table book da non perdere per gli amanti della moda e degli anni ‘80
SLOW FASHION
GRETA E GUENDA MARIOTTI E IL LORO MAGARCHIVIO.
QUANDO
LA MODA È BELLA E CONSAPEVOLE
DI VIRGINIA MAMMOLI
THE RISE OF ELECTRIC.
Nuova Classe
Scoprila
Afatatissime, nella vita come sul lavoro, Greta e Guenda Mariotti, classe 1995. Gemelle, pratesi, con la passione per la moda. Una moda però che non è fatta solo di tendenze e stile, ma anche di consapevolezza e sostenibilità. È per promuovere questo concetto di slow fashion che è nato magarchivio, il sito di shopping online dove scoprire la loro selezione di capi e accessori, ma anche le creazioni di giovani designer emergenti provenienti da tutto il mondo. Magarchivio dallo scorso luglio ha anche un atelier fsico, nell’Oltrarno forentino. Quando e come nasce magarchivio?
Magarchivio nasce a febbraio 2020, poche settimane prima del lockdown. Inizialmente era quasi un passatempo, un modo per stare insieme e dare vita alle nostre idee condivise. Piano piano il sito internet e il proflo Instagram hanno preso forza, ci siamo ritrovate a trattare con vari brand emergenti e progetti di ragazzi non solo italiani ma da tutto il mondo.
Qual è il vostro concetto di moda?
Nel 2024 la moda ha la responsabilità di essere sostenibile. Amiamo la moda, ma il nostro approccio è profondamente consapevole ed è cambiato nel tempo, anche grazie a magarchivio. Vogliamo sensibilizzare i giovani riguardo all’esperienza dello shopping, utilizzando la comunicazione immediata e autentica dei social media. È fondamentale far conoscere il percorso e l’origine dei capi e chi li ha ideati e realizzati, piuttosto che limitarsi a un nome prestigioso di una grande catena.
Pezzi di magazzini che si ribellano alle regole del tempo e del fast fashion, ma anche creazioni di designer emergenti. Quali sono i criteri con cui selezionate i capi?
Dedichiamo molto tempo alla ricerca, che può avvenire sui social media o attraverso passaparola, partecipando a eventi e fere del settore. Non abbiamo dei criteri scritti rigidamente defniti; ciò che distingue la nostra selezione dai negozi di abbigliamento tradizionali è senza dubbio l’unicità. I capi che scegliamo devono prima di tutto piacere a noi: magarchivio deve rifettere il nostro gusto personale per essere autentico e trasmettere fducia.
Il pezzo di cui vi siete più innamorate?
Ce ne sono davvero tanti, proprio per il motivo spiegato prima. Se però dobbiamo sceglie-
re, i pezzi preferiti sono quelli disegnati da noi, della nostra collezione gregue.
Quello che non può mancare nel vostro guardaroba personale?
Un paio di jeans 501 e una maglietta bianca. Una base versatile su cui costruire look personali, giocando con dettagli colorati e accessori audaci e allora entra in gioco magarchivio!
Magarchivio non è più solo digitale.
Sì, a luglio abbiamo inaugurato un atelier in via Romana 97r a Firenze, in Oltrarno. Uno spazio fsico ci permette di ofrire un’esperienza ancora più spontanea e veritiera. I capi possono essere visti e provati dal vivo, e questo fa la diferenza.
Guenda abita a Copenaghen da 4 anni, Greta a Firenze da quasi 2. Cosa vi mancava di più di Prato?
Sicuramente la nostra famiglia e il tempo condiviso con i nostri fratelli. Siamo tutti molto legati. Siamo lontane anche tra noi due, speriamo di essere di nuovo insieme molto presto! Signifcherebbe una grande svolta anche per la nostra attività. Prato è comunque casa, lo sarà sempre!
Un luogo speciale a Prato?
Il Tennis club Prato. Abbiamo passato molta della nostra infanzia a correre libere e giocare spensierate per il circolo. Tuttora un posto magnifco dove spesso andiamo a giocare a tennis con nostro babbo. Ristorante e aperitivo preferiti?
E
O
Baghino e La castagna. Aperitivo da Wild. Nuovi progetti in vista?
Un progetto di espansione molto ambizioso per la nostra attività è sicuramente nei piani. Ci stiamo lavorando, aspettiamo il momento giusto per poter dire di più!
DIALOGO SULL’ARTE
LOUIS FRATINO. SATURA
AL CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI PRATO
La mostra Louis Fratino. Satura è un viaggio nell’immaginario italiano di uno degli artisti emergenti più interessanti del panorama internazionale. I quadri, le sculture, i disegni, le litografe in mostra testimoniano la padronanza di Fratino di media diferenti, nonostante la sua giovane età. Una capacità confermata anche dall’invito rivoltogli da Adriano Pedrosa a partecipare alla 60. Biennale di Venezia, con una delle sale più acclamate dalla critica. La mostra al Centro Pecci è un viaggio tra opere di diverso formato e con materiali diferenti realizzate da Fratino tra il 2017 e il 2024 e comprende anche una dozzina di dipinti realizzati per l’occasione. Satura nasce come una ricognizione della relazione tra Fratino e l’Italia: “Nelle mie opere si vede l’Italia, che è diventata un luogo molto importante per me. Il mio compagno è nato a Milano, viviamo a New York ma spesso torniamo qui”. Il suo trisavolo era di origine molisana e la cultura del Paese ha sempre attirato la sua attenzione, al punto da apprenderne anche la lingua per poter avere un legame più stretto. Fratino ha nutrito i propri immaginari grazie alla letteratura, al cinema, alla storia dell’arte del Novecento dell’Italia. Questo confronto ha reso possibile la sua maturazione artistica e umana. L’arte di Fratino è un dono verso chi guarda, un esercizio da compiere per imparare a riconoscere e individuare frammenti di bellezza nel quotidiano. L’artista è dichiaratamente omosessuale e vuole condividere l’intimità dei gesti, lo struggente potere della memoria,
la poesia di certi attimi che viviamo durante la nostra esistenza. Sotto la mano di Fratino, i generi della tradizione pittorica come il ritratto e l’autoritratto, il paesaggio, il nudo, la natura morta entrano di diritto nel XXI secolo. “La mia opera parla di memoria e vita quotidiana, della storia dell’arte e delle mie esperienze di vita ma spero parli anche della materia, della pittura, in quanto sono un pittore”. Il riferimento al modernismo, la cultura che ha dato vita alle avanguardie storiche europee del secolo precedente, viene imbevuto e risciacquato attraverso la cultura italiana che gioca un ruolo chiave in questo processo di rilettura della storia dell’arte. La mostra al Centro Pecci si apre con due piccoli dipinti e una serie di sette litografe ispirate alle poesie di Sandro Penna. Le dimensioni ridotte di queste opere creano un’intimità con chi guarda e al contempo sottolineano la sapienza compositiva e coloristica di Fratino. La coppia di dipinti è realizzata su due coperchi di scatole che l’artista trova casualmente nel suo studio. Sotto le sue mani, qualsiasi superfcie ofre occasioni di nuove sperimentazioni con la pittura. Le litografe che seguono sono invece state realizzate in seguito all’invito a illustrare un volume dedicato alla traduzione inglese di un gruppo di poesie di Sandro Penna: tra i soggetti spiccano i riferimenti al Cristo Morto di Mantegna, a uno scatto realizzato dal fotografo Dino Pedriali al corpo nudo di Pier Paolo Pasolini, alla natura morta o al paesaggio di ispirazione romana.
Il percorso si dipana attraverso le due pareti laterali grazie a una coppia di opere simili nel formato: May e Tom in Albisola da un lato e View of Monte Cristo e Ginone dall’altro. I titoli tradiscono da subito la frequentazione del territorio italiano, in particolare toscano e ligure, e come questa ispiri le vedute in essi rappresentate. La ricchezza dei dettagli, il controllo della luce, la maestria nella posa delle pennellate e il controllato impianto formale attesta l’elevato grado di capacità pittorica dell’artista nonostante la sua giovane età. Questa coppia di opere funge inoltre idealmente da soglia per il proseguimento della mostra, scandendo i temi afrontati dalle due pareti: da un lato la dimensione più domestica e d’interno esplorata da Fratino e dall’altro le vedute esterne e le situazioni all’aperto. Grazie all’allestimento pensato dall’architetto libanese Ibrahim Kombarji, una serie di pannelli aggettanti permette di scoprire a poco a poco le opere raccolte nell’Ala piccola Nio del Centro Pecci e creare punti di vista inediti nel percorso espositivo. Chi visita Satura attraversa luoghi iconici italiani come il paesaggio toscano, una visione di locali milanesi come il Bar Basso o il circolo Arci Bellezza, Piazza San Cosimato a Roma o il golfo di Genova di notte. Ha modo di sbirciare tra i libri preferiti dell’artista e del suo compagno come Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, Vita Meravigliosa di Patrizia Cavalli, la raccolta delle riviste del FUORI!, Tutte le poesie di Sandro Penna o la traduzione in inglese de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Le opere attestano anche la conoscenza dell’arte italiana con chiari riferimenti alla Scuola di Roma con i suoi colori terrosi, a Filippo De Pisis, Renato Guttuso, Arturo Martini, Costantino Nivola, Marino Marini, Mario Sironi e riferimenti ad artisti con meno visibilità tra i musei italiani come Guglielmo Janni. Il confronto con l’arte italiana ha consentito a Fratino, come riferito
‘NELLE MIE OPERE
SI
VEDE L’ITALIA, CHE È DIVENTATA
UN LUOGO MOLTO IMPORTANTE PER ME’
in una conversazione mentre allestivamo la mostra, “di approfondire verso nuove direzioni la resa plastica dei corpi maschili, che erano al centro della produzione artistica italiana del XX secolo”. Questa tavolozza più scura gli ha poi consentito di staccarsi dalle infuenze più picassiane o matissiane attribuitegli con una certa superfcialità all’inizio del proprio percorso artistico. Se la citazione per Fratino è sempre stato un modo per riconoscere il proprio debito nei confronti della tradizione modernista, l’artista non ha mai voluto però nascondere la volontà di rendere queer il passato, di contaminarlo con le visioni di un giovane artista omosessuale americano nato nel 1991. I corpi nudi e impegnati in incontri sessuali sono per la prima volta rappresentati in modo appassionato, intimo e disinibito. Una modalità di raccontare l’intimità tra uomini che si amano disarmante e raramente incontrata nella storia dell’arte, certamente non quella italiana dello scorso secolo: “Con questa mostra abbiamo voluto dare un segnale forte all’Italia, ancora chiusa sulle sensibilità dell’erotismo, ma riconosco che gli americani sono ancora meno aperti degli italiani su questo tema” precisa l’artista. Questo ricorso a stili, tavolozze e modalità desunte dall’arte del Paese consente inoltre a Fratino di promuoverne ulteriormente la conoscenza a livello globale ma anche tra gli stessi italiani. Satura è un viaggio alla scoperta del patrimonio del territorio che ospita il Centro Pecci, è un canto alla cultura italiana e alla sua complessità, un tentativo di trasportare nel XXI secolo un’arte, quella pittorica, che sembrava sconftta dalla fotografa. Satura vuole essere una festa dei sensi, come l’abbondanza ricordata dalla parola italiana che dà il titolo alla mostra, un incontro con una ricchezza di generi che ricorda la satira latina, un’esperienza di tante sensazioni contemporaneamente, come la vita che ognuno di noi afronta ogni giorno tra attimi di bellezza.
L’UOMO AL CENTRO
LE MOSTRE DEL 2024 AL CENTRO PECCI
DI FRANCESCA LOMBARDI
Dopo alcune stagioni in cui la programmazione del Centro Pecci ha valorizzato il territorio e gli artisti collegati alla Toscana, in una ottica che permetteva di accostare autori di epoche diverse, con queste due mostre dei prossimi mesi il Museo torna a guardare lontano e racconta l’arte italiana e la grande fotografa americana.
MARGHERITA MANZELLI, LE SIGNORINE
(14 dicembre - 4 marzo)
Margherita Manzelli (Ravenna, 1968) è una delle voci più originali dell’arte italiana. Dagli anni Novanta a oggi ha sviluppato una serie di opere che spaziano dalla pittura alla performance, confrontandosi con un nuovo immaginario del corpo femminile. I soggetti principali della ricerca di Manzelli sono infatti fgure femminili dall’età incerta immerse in contesti spaziali ambigui. Lo sguardo rivolto direttamente a chi guarda il quadro, le signorine sfdano con la loro presenza qualsiasi idea precostituita di rappresentazione dei soggetti e pongono in primo piano la fragilità e la resilienza del corpo. Ad aumentare il senso di straniamento, lo spazio vuoto le cui decorazioni astratte o fgurative sono spesso ispirate alle decorazioni di vestiti o tessuti. La mostra del Centro Pecci restituisce l’attenzione di Manzelli per l’inquietudine del nostro tempo, anticipando nel suo immaginario molte rifessioni emerse con la pandemia.
PETER HUJAR, AZIONI E RITRATTI / VIAGGI IN ITALIA (14 dicembre - 4 marzo)
Peter Hujar è uno dei maestri della fotografa. Hujar è nato nel 1934 a Trenton, NJ. Nel 1946 si è trasferito a Manhattan e ha cominciato a collaborare con alcune riviste, pubblicità e aziende di moda. Alla fne degli anni ’60 ha aperto uno studio sviluppando un proprio approccio alla fotografa. Nel 1987 è morto di AIDS.Peter Hujar (1934 -1987) è uno dei più grandi fotograf del Ventesimo secolo che, tra gli anni Sessanta e Ottanta, ha immortalato nei suoi scatti i corpi di una comunità di persone a lui vicina diventati in molti casi tra le fgure più iconiche della cultura statunitense. Hujar pone al centro la bellezza del corpo in tutte le sue forme e posture, immortalate attraverso i temi del ritratto e dell’azione. La mostra è organizzata da The Art Institute of Chicago, ed è stata ulteriormente espansa in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Nell’iterazione pratese, la mostra è arricchita da una serie di fotografe scattate in Italia tra gli anni Cinquanta e Settanta. Hujar in quegli anni ebbe modo di viaggiare in diverse aree e città del Paese tra cui Firenze, Palermo e Napoli restituendo una visione inaspettata e ancora oggi conturbante per l’intensità con cui persone, paesaggi e animali sono stati colti.
TUTTA COLPA DI PRATO
IL DNA DI UNA CITTÀ PIENA DI INCANTO E EMOZIONI
TESTO E FOTO DARIO GAROFALO
Tutta colpa di Prato se ho iniziato a fotografare. Erano gli inizi degli anni 2000 e durante gli studi universitari in Sociologia ho avvertito il desiderio di accompagnare i concetti alle immagini. Si scattava ancora in analogico e mi appassionai subito alla fotografa di lunga esposizione. Questa città era perfetta, mi hanno sempre attratto le forme e le luci delle mezzelune dei tetti dei capannoni tessili quando all’imbrunire si stagliano nel cielo e come dipinti a olio emergono come forti macchie luminose nell’oscurità.
L’uso del chiaroscuro ha sempre poi in futuro connotato la mia cifra stilistica fotografca. Ho avuto grandi opportunità, ho viaggiato molto grazie al mio lavoro e oggi collaboro con le riviste più importanti del mondo come New York Times, Monocle, AD, Condé Nast Traveller, Financial Times e molte altre.
Il mio legame con Prato è molto forte e per ben due volte ho realizzato reportage con focus sulla città per Nytimes.
Nell’ultimo lavoro in particolare ho sviluppato un itinerario della città, sulla traccia di una giornalista americana che aveva visitato la città e la ha inclusa nella sua lista di luoghi del mondo da vedere.
‘MI HANNO SEMPRE ATTRATTO LE MEZZELUNE DEI TETTI DEI CAPANNONI TESSILI
Non abito più a Prato da qualche anno ma ci torno sempre volentieri mi piace molto percorrere sia le vie del Centro che allo stesso tempo girovagare in auto per le piccole frazioni e campagne limitrofe.
I colori dei fori spontanei ai bordi delle strade sono bellissimi verso maggio, un miracolo possibile perché quegli angoli non vengono raggiunti dai prodotti chimici dei trattamenti agricoli.
Quando cammino per il centro di Prato e mi trovo in piazza del Comune alzo lo sguardo verso il terzo piano del Palazzo Pretorio,
trovo davvero incredibile la sezione dedicata alle statue del Bartolini, con una vista così bella sulla basilica di Santa Maria delle Carceri.
Un altro luogo che mi ha sempre colpito molto è la Biblioteca Roncioniana: non è sempre aperta ma quando possibile è sicuramente da visitare, un bellissimo mix tra architettura e cultura.
Così come di grande interesse è sicuramente il refettorio del Cicognini con afreschi di Giacinto Fabbroni.
È una città che negli anni è sempre più meta di turismo e di curiosi che anche solo per un giorno vogliono visitare una realtà che è completamente diversa dalla vicinissima Firenze, una città che mantiene la sua autenticità e che ha un pubblico locale molto esigente, soprattutto per quanto riguarda il cibo.
Una tradizione ricca e opulenta, a Prato arrivano tutti i migliori prodotti gastronomici del mondo, in giusto equilibrio tra tradizione locale e curiosità per l’eccellenza.
Le colline che circondano Prato sono fantastiche, adoro i Monti della Calvana dove poter osservare il pascolo di animali selvatici e le viste dal Monte Ferrato, la montagna famosa per l’estrazione della pietra del marmo verde serpentino, di cui esiste ancora una cava ormai in disuso la cui bellezza è tale da essere a tutti gli efetti un museo a cielo aperto.
La curiosità per itinerari non convenzionali è sempre stata la chiave della mia ricerca, mi piace perdermi nelle province e cercare storie sempre nuove di ‘eroi locali’ da inserire nel mio archivio di racconti, di foto e di storie da inviare ai giornali.
Ogni tanto vado a trovare il mio amico Cesare Badoglio nel suo eclettico atelier di Iolo, è il cartomante dei Vip, in questi anni molti stilisti, cantanti ma anche persone comuni si sono rivolti a lui e alle sue carte. All’ingresso troverete una sala d’aspetto decorata con carta da pararti inglese e aspettando il vostro turno potrete conoscere presente e futuro.
Un’altra “caccia al tesoro” è nel quartiere Cantiere, dove ancora possiamo trovare le opere parietali di Antonino Monachella, il pittore delle tigri, che ha lasciato traccia del suo lavoro da “writer” sulle mura di cemento armato dei ponti sul Bisenzio e sul vecchio studio accanto alla la chiesa di San Junipero Serra, una chiesa in stile Sud Americano a Prato.
Ogni tanto mi piace andare a cena da Angiolo Barni al suo ristorante Myo al Museo Pecci. Un chef di talento che ha un grande rispetto per la materia prima.
Infne una nota, per capire bene lo spirito di questa città è molto interessante l’ultimo libro di Edoardo Nesi I Lupi dentro, pieno di spunti e rifessioni, davvero ben pensato e scritto.
2
LA COLAZIONE
Sulla colazione e i bar non c’è partita per nessuno. Quando si parla di Prato si parla della serie A della pasticceria italiana, due consigli personali: lo scendiletto al Nuovo Mondo e il ‘bongo’ dello Zarini. Il Derby è aperto.
1
PIAZZA SAN FRANCESCO
MI piace molto passare a piedi da piazza San Francesco, guardo la facciata della chiesa e ripenso ai pomeriggi del liceo, quando suonavo il basso e quella piazza era il ritrovo dei giovani di PratO: i motorini, il bar Magnolf, bande musicali e nuovi amori.
4
EUSEBIO BRITISH STYLE
Percorrendo via Rindaldesca mi piace molto guardare la vetrina del negozio Eusebio British Style, un negozio con le porte in legno e dalle cui vetrine si vedono dei bellissimi maglioni delle migliori lane e camicie in perfetto stile inglese, con quadretti più o meno grandi e tessuti Cashmere Double Face.
6
IL TEATRO
DEL CIRCOLO DI ARTIMINO
Un luogo speciale, in cui vale la pena andare anche solo per la vista dalla bellissima terrazza sulla vallata.
I MIEI RITUALI
3
LA PIZZA DI VIA GARIBALDI Chiunque sia cresciuto a Prato anche da bendato riconoscerebbe l’odore della pizza al taglio di viale Garibaldi. La base è croccante, poi le due fette vengono accoppiate e servite con un foglio di carta, ecco quando si parla di rituali locali questo è iconico.
5
IL VINO
Tra i prodotti locali di grande nota metto due vini, un bianco e un rosso. Il primo è il Sassocarlo di Rossella Bencini Tesi di Fattoria di Bacchereto. Il secondo è il Barze del mio amico Edoardo Ceri, vignaiolo emergente.
In esclusiva per Pratoreview il racconto di Sandro Veronesi tratto dal libro ‘Settembre nero’ edito da La nave di Teseo in uscita in autunno 2024
Sandro Veronesi Settembre nero
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Quell’anno, già prima dell’estate, erano cominciati i cambiamenti. Non tanto nella vita che facevo, che rimaneva sempre uguale: i cambiamenti riguardavano me. I miei capelli, per esempio, che erano sempre stati lisci, avevano cominciato ad arricciarsi. Non era facile abituarcisi perché fin lì li avevo sempre pettinati con la riga da una parte, e la mia testa stava in ordine: da un certo momento in poi questo non fu più possibile perché i capelli se ne andavano dove pareva a loro, riempiendo la mia testa di onde, vortici e ritrose. Provai a stirarli con la spazzola mentre li asciugavo, senza risultato. Li tagliai più corti e per un po’ andai avanti così, tagliandoli spesso, nella speranza che ricrescendo ricominciassero a ubbidirmi, ma anche questo tentativo fallì –producendo però due inattesi effetti collaterali: il primo fu che durante l’inverno, con la nuca e le orecchie sempre scoperte, mi presi per due volte l’influenza; il secondo fu la scoperta delle riviste pornografiche che il barbiere teneva sotto il bancone. Era il barbiere di mio padre e si chiamava Renzo, anzi si chiamava proprio Renzo-il-barbiere, per distinguerlo da Renzo-l’autista che ogni tanto accompagnava mio padre a Roma per le udienze
in Cassazione (io ignoravo cosa fosse la Cassazione, ma ne sentivo parlare spesso e mi ero fatto l’idea che fosse un luogo pericoloso, per via di tutte quelle consonanti che vi sibilavano dentro).
La sua bottega era nella piazza del paese, e avevo notato che quando la mamma mi lasciava lì (non restava mai ad aspettarmi) lui nascondeva frettolosamente certe riviste sotto il ripiano dove teneva la cassa. A volte però qualche cliente ne stava sfogliando una, e Renzo-il-barbiere quella non poteva nasconderla, per cui, grazie alla trigonometria dei riflessi sugli specchi, riuscivo a vedere anch’io un po’ di quelle immagini. Donne nude. L’effetto prodotto dalla loro scoperta fu – secco, limpido, e per me del tutto nuovo – il desiderio: ma non il desiderio delle donne fotografate su quelle pagine, bensì il desiderio di quelle foto, di guardarle con calma, come facevano quei clienti, come facevo io con gli album delle figurine. Così, con la scusa della guerra ai riccioli, cominciai a chiedere a mia mamma di portarmi dal barbiere sempre più spesso, e fu durante una di quelle visite che l’evento che speravo si verificò: Renzo-il-barbiere finì il servizio al cliente prima di me, ci scambiò due battute mentre quello pagava e se ne andava, e non mi aveva ancora messo il bavaglio quando venne avvertito che i vigili stavano per fare la multa alla sua 600 parcheggiata in divieto di sosta – ragion per cui dovette correre fuori in tutta fretta, lasciandomi solo in negozio. Appena fu uscito saltai giù dalla poltrona, mi precipitai al bancone, agguantai le riviste e mi misi a guardarle, lì, dietro la cassa: Men, Playmen, ABC – ma anche così, mentre le sfogliavo continuavo a provare lo stesso desiderio di poterle guardare di più, dato che dovevo anche tenere d’occhio la porta di vetro per tornare al mio posto prima che il barbiere rientrasse. Non è facile da
spiegare ma quel mio primo contatto con la pornografia accendeva in me un ulteriore desiderio di pornografia che la pornografia non era in grado di soddisfare, e fu quel corto circuito a fregarmi – guardare immagini pornografiche e desiderare di guardare immagini pornografiche –, producendo l’alienazione che trasformò quel pomeriggio nella prima catastrofe della mia vita. Senza rendermene conto, infatti, avevo smesso di tenere d’occhio la porta a vetri, che all’improvviso si aprì, facendo suonare il campanellino. Renzo-il-barbiere era tornato, era di nuovo in negozio, era davanti a me – ma io non mi trovavo seduto sulla poltrona dove mi aveva lasciato, bensì in piedi dietro al bancone con le sue riviste pornografiche in mano. Troppo, per me, in quel momento, ragion per cui il campanellino suonò una seconda volta perché la porta si aprì di nuovo, e senza nemmeno averlo deciso ero già fuori dalla sua bottega e correvo via. Correvo a tutta forza, via, via, lontano da quel disastro, col cervello spento, correvo e basta, come se allontanandomi da quel luogo potessi cancellare ciò che ero stato sorpreso a farci. Infilavo uno dopo l’altro i vicoli del centro senza pensare, al solo scopo di seminare Renzo-il-barbiere nel caso mi fosse corso dietro. Corsi così per un bel po’, e quando mi fermai a riprendere fiato mi resi conto che Renzo-il-barbiere non mi aveva inseguito: ero salvo – ma non sapevo dove mi trovavo.
Il centro di Vinci era uno sputo, e io lo conoscevo bene perché avevo il permesso di andarci da solo con i miei amici, eppure guardandomi attorno non riuscivo a orizzontarmi. Poi piano piano il mio cervello si riaccese, cominciai a riconoscere negozi e portoni, capii dov’ero e soprattutto mi resi conto che dovevo trovare mia madre prima che tornasse al negozio per CC24_NT_Veronesi_Settembre_DEF.indd
riprendermi. Ho ripensato molto alla ricerca che feci di mia madre quel pomeriggio: disperata, cieca, non ho mai più cercato una persona con tanto struggimento – né, credo, lei è mai più stata cercata così.
La trovai da Loris, la pasticceria. Stava mangiando un marron glacé e nel piattino che aveva davanti c’era una montagna di pirottini vuoti di carta plissettata – undici, per la precisione: io sono mezzo autistico e nello stesso momento in cui gli occhi li videro il cervello li contò. Fu una sorpresa perché a casa, quando se lo permetteva, cioè di rado, ne mangiava sempre solo uno, massimo due. Lei fu così imbarazzata nel vedermi piombare lì mentre si stava ingozzando di marron glacé che mi rese molto facile darle la mia spiegazione: Renzo-il-barbiere aveva avuto un problema con la macchina, era dovuto uscire in tutta fretta e io avevo preferito venire via piuttosto che restare in negozio da solo. Lei disse che avevo fatto bene e mi riportò a casa senza chiedere altro, dandomi piuttosto giustificazioni non richieste circa i dodici marron glacé che si era spazzolata – tipo che erano di marche diverse e Loris le aveva chiesto di assaggiarli per stabilire quali fossero i migliori. Dopodiché, una volta a casa, mi disse che mi avrebbe riportato dal barbiere l’indomani – e lì, dinanzi alla prospettiva di vedere solo rimandata di un giorno la calamità alla quale mi ero appena sottratto, la mia mente riuscì a compiere il passo che fin lì si era sempre rifiutata di concepire. No, le risposi – tanto avevamo visto che anche tagliarli era inutile: avrei lasciato che i miei capelli si arricciassero, come evidentemente era scritto da qualche parte nel mio sangue che dovevano fare, senza più combattere. La mamma parve sollevata da quella mia decisione, come se da tempo l’aspettasse, da
Renzo-il-barbiere non mi portò più e fu così che io mi ritrovai ad accettare i riccioli che nei mesi successivi cambiarono per sempre il mio aspetto. Rimaneva un’ombra in prospettiva futura, dato che prima o poi sarei pur dovuto tornare a tagliarmi i capelli, ma di quello per il momento non mi preoccupavo, né potevo immaginare che a evitarmi la vergogna di rivedere Renzoil-barbiere avrebbe pensato il destino. Si era ormai all’inizio di marzo, a ridosso del mio compleanno, e un altro cambiamento mi sorprese, causato dai regali che mi fece mio padre. Fino all’anno prima per il mio compleanno mi aveva portato nell’unico negozio di giocattoli che c ’ era in paese, conosciuto col nome del suo proprietario, il Capecchi, dove io sceglievo il mio regalo: macchinine, LEGO, autopiste, trenini, quel negozio per me era una leggenda e i pomeriggi passati lì dentro erano stati i più belli della mia vita. Quell’anno però il babbo mi disse che ero diventato grande, non mi portò dal Capecchi e mi fece due regali “da ragazzo”: un mangiadischi e un abbonamento alla rivista linus. Quando me lo comunicò dovetti fare parecchia fatica per nascondere la mia delusione, dato che la visita dal Capecchi me la stavo pregustando da mesi e avevo anche ben chiaro in mente cosa portarmi a casa. Non era la prima volta che mi veniva fatto un regalo che non fosse un giocattolo – pochi mesi prima per esempio mi era stata regalata una radiolina a transistor portatile chiamata Grundig Micro Boy 300 sulla quale potevo finalmente sentire le partite
del Natale e del compleanno: stavolta invece sì, e a me parve una scorrettezza. Invece, a parte che dal Capecchi mi portò la mamma, che sul diventare grandi aveva un ’opinione diversa CC24_NT_Veronesi_Settembre_DEF.indd
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6O ANNI DI GRANDI PROGETTI
TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA,
FRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE
In occasione dell’ anniversario ripubblichiamo un bellissimo testo di Massimo Luconi che racconta la storia del Teatro Stabile della Toscana.
I lavori per la costruzione del Teatro Metastasio - progettato da Luigi De CambrayDigny, direttore delle Regie Fabbriche del Granducato di Toscana - cominciano il 5 agosto 1828 e si concludono nell’aprile 1830.
Dopo i danni della Seconda Guerra Mondiale, il Teatro viene chiuso per lavori di ristrutturazione nel 1956, per riaprire nel 1964.
La sua rinascita si deve in particolar modo a Roberto Giovannini, allora sindaco di Prato, che credeva fortemente nello sviluppo culturale della città attraverso del teatro.
A METÀ DEGLI ANNI
’70
LA NASCITA DEL FABBRICONE, GRAZIE AL LAVORO DI RONCONI
La direzione del teatro dal 1965 al 1986 fu afdata a Montalvo Casini, che con grande mestiere, in pochi anni porta il Metastasio a dialogare con il miglior teatro nazionale e internazionalee costruisce una immagine solida e vitale di teatro aperto a progetti con i più importanti registi contemporanei in una dimensione di bottega di teatro riconosciuta e apprezzata anche oltre i confni nazionali.
A metà degli anni ’70 la nascita del Fabbricone, grazie al lavoro di Ronconi prima con l’Orestea e poi con il Laboratorio di progettazione teatrale, aggiunge prestigio e possibilità espressive al Metastasio e raforza l’immagine di Prato come città fortemente incentrata sulla produzione culturale. Il Laboratorio è stata una delle esperienze più forti del teatro europeo degli anni 70, con il lavoro di un regista e di un gruppo di attori che ha svolto un programma di studio e elaborato un metodo mantenendo come interlocutore non casuale una città e un territorio. Oltre alla presenza di Ronconi, il teatro azione diretto da Strehler, Il living teathre, La classe morta di Kantor, il Mahabharata di Peter Brook, i primi lavori di Carmelo Bene e Lindsay Kemp, sono solo alcuni dei progetti che vedono il debutto in esclusiva a Prato o la partecipazione produttiva del Metastasio.
L’intelligenza e il futo di Montalvo Casini permettono - in maniera complementare alle grandi produzioni - la nascita dell’esperienza del teatro studio, dove insieme a Paolo Emilio Poesio e Umberto Cecchi iniziano
i primi passi attori e registi come Roberto Benigni, Marcello Bartoli, Paolo Magelli, Saverio Marconi, Pamela Villoresi.
Nel 1987 nasce il Consorzio Teatro Metastasio, diretto all’inizio da Gabriele Lavia e poi dal 1989 al 1993 da Fulvio Fo. Sono gli anni dove si aferma il ruolo di teatro regionale del Metastasio fortemente radicato nel territorio ma aperto a progetti di più ampio respiro nazionale e europeo.
Nel corso degli anni ’80 il teatro Metastasio e in particolare il Fabbricone continuano ad essere la casa della grande regia italiana e europea con lavori di Peter Brook, Andrzej Wajda, Tadeusz Kantor, OtomarKrejca, Anatoli Vasil’ev, Thierry Salmon e il kolossal Ignorabimus di Ronconi.
teatro Metastasio è stata sicuramente una delle più lunghe e produttive: tra il ’94 e il ’99 realizza Oreste, la monumentale Trilogia della villeggiatura di Goldoni, e poi Ifgenia di Euripide, Orgia di Pasolini, Fede speranza carità di Von Horvart. Nel 2000 frma la regia de Gli innamoratidi Goldoni e poi lascia il Metastasio per andare a dirigere lo Stabile di Torino.
IL TEATRO METASTASIO: LA CASA DELLA GRANDE REGIA ITALIANA E EUROPEA
Nel 1994 il Metastasio diventa Fondazione Teatro Metastasio e la direzione del teatro è afdata a Massimo Castri. Grazie al suo grande impegno e determinazione, nel 1998 il Dipartimento dello Spettacolo riconobbe la Fondazione Teatro Metastasio come Teatro Stabile Pubblico della Toscana. Tra le tante tappe della carriera di Massimo Castri la collaborazione con il
La sua ultima regia risale al 2011: La cantatrice calva di Ionesco, una produzione del Metastasio, interpretata dalla Compagnia Stabile del Metastasio.
Un grande successo, ora al suo quarto anno di repliche.
Finita l’era di Castri, dopo un breve interregno di Renato Borsoni, la direzione passa a Massimo Paganelli (settembre 2000 - aprile 2002), Massimo Luconi (aprile 2002 - aprile 2005), Josè Sanchis Sinisterra (maggio 2005 - febbraio 2007), Federico Tiezzi (marzo 2007 - marzo 2010) e Paolo Magelli da maggio 2010.
Anche dopo la direzione di Castri, seppur con le diverse linee culturali delle direzioni, il Metastasio ha sempre sottolineato una linea di lavoro originale nel contesto
del teatro italiano, alla ricerca di una nuova dimensione di teatro pubblico: un percorso atipico per un teatro stabile e per il panorama teatrale italiano che mantiene aperto il Metastasio alle sollecitazioni del teatro contemporaneo senza preconcetti stilistici o comportamentali.
In questa prospettiva, trovano spazio a Prato, generi che difcilmente fanno parte delle produzioni dei teatri stabili, e allo stesso modo viene mantenuta la continuità con la oramai afermata rassegna jazz e si sviluppa l’impegno verso le giovani e giovanissime generazioni con la stagione del teatro ragazzi e con l’apertura del Fabbrichino con la collaborazione della compagnia residente del TPO.
IL METASTASIO È APERTO ALLE SOLLECITAZIONI
Magelli fortemente caratterizzato da abitudini del teatro europeo, inizia la costituzione di una compagnia stabile formata da attori qualifcati, capaci di lavorare insieme alla realizzazione di un programma artisticamente organico e efcace. Una novità di questi ultimi anni è anche l’apertura di una linea di formazione negli spazi restaurati del teatro Magnolf: una vera e propria scuola che prevede non solo recitazione, ma anche scenografa e illuminotecnica, sartoria e costumi.
DEL TEATRO CONTEMPORANEO
Inoltre si consolida il festival Contemporanea che con il sostegno della regione Toscana, si aferma come una delle vetrine più interessanti per il nuovo teatro. Nel 2010 con la direzione di Paolo Magelli, la Presidenza di Umberto Cecchi e la condirezione di Massimo Luconi, il Metastasio cerca di sviluppare un percorso produttivo maggiormente svincolato dalle logiche a volte penalizzanti del mercato teatrale.
Infne, va sottolineata la specifca sensibilità che come teatro pubblico il Metastasio mostra nei confronti delle aspettative e dei bisogni di una società complessa, destinando le proprie energie alla formazione e allo scambio con le scuole, singoli appassionati e compagnie giovanili che operano sul proprio territorio accrescendone il grado di consapevolezza e il livello qualitativo attraverso iniziative formative specifche o contatti e scambi regolari, coagulando esperienze spesso informali e magmatiche di forte energia creativa.
LA MIA VALIGIA PIENA DI LIBRI
COME INSEGNARE L’AMORE AI RAGAZZI? IL RACCONTALIBRI
SERGIO GUASTINI HA UNA RISPOSTA: DENTRO I LIBRI C’È TUTTO
DI SABRINA BOZZONI
C’era una volta Sergio Guastini. Un libraio magico, come ama defnirsi, un aedo moderno che entra nell’incantato mondo dei bambini in punta di piedi per raccontare pagine di amore, di avventura, di magia, pagine di vita.
Sergio viaggia per tutta la penisola e oltre, dal Vietnam a Cuba, fno al Perù, con la sua immancabile valigia: un contenitore di stupore, pieno zeppo di libri (c’è anche quello più piccolo del mondo di appena un centimetro e il più grande, di sei metri) per piccoli (e grandi) lettori - o anche soltanto ascoltatori - e le sue Notti Bianche per lettori insonni sono ormai veri eventi cult. Grazie a un Prato di Libri, il più grande festival della lettura per bambini e ragazzi under 18 in Italia, giunto alla sua tredicesima edizione, con lo scopo di avvicinare allo straordinario mondo dei libri, i nostri ragazzi e ragazze avranno la possibilità di esserne i protagonisti con tanto di sacco a pelo, spazzolino da denti e, ovviamente, il loro libro preferito.
Lei è il ‘Raccontalibri’, un instancabile cantastorie moderno che racconta di mondi senza limiti e confni. Nell’era dei social, dei videogiochi e degli schermi, come è riesce ad incantare ragazzi e bambini?
A un certo punto della mia attività di narratore ho sentito la mia voce che assumeva naturalmente certi toni, certe cadenze che ho trovato un modo per incantare i bambini.
SERGIO GUASTINI, UN LIBRAIO MAGICO, UN AEDO MODERNO
NELL’INCANTATO MONDO DEI BAMBINI
E tutto questo non perché voglia incantarli, io in realtà soddisfo un desiderio che hanno. Calamitare l’attenzione di un bambino che ascolta, vuol dire prima di tutto saper trasmettere insieme alla storia, un proprio modo di sentire. Per ‘bucare lo schermo’ la lettura deve diventare un regalo reciproco e autentico.
Deve coinvolgere, incantare, anche aprire al sorriso, in un giorno triste, o anche solo indirettamente insegnare. Se non stimola emozioni, leggere non servirà a niente.
FOCUS BAMBINI
I bambini hanno fame della vita fantastica e sete del pauroso, ti ascoltano anche dieci volte di fla, perché vogliono risentire quando il lupo cattivo avrà la peggio.
Poche persone si accorgono che i bambini hanno più bisogno di dare che di ricevere. Parliamo di un Prato di Libri, un festival della lettura per bambini e ragazzi under 18 con lo scopo di avvicinare allo straordinario mondo dei libri e per giunta l’unico e il primo in Italia… Esatto, un’istituzione che esiste ormai da tredici anni, un evento dedicato alla bellezza del leggere e dello stare insieme, dove ogni anno mi trovo ad essere sono ospite con molto entusiasmo, nei luoghi del centro di Prato ma anche dei suoi meravigliosi comuni.
‘I
Quello dei libri è un mondo che non conosce barriere e vince ogni noia. I mondi di pagine più indimenticabili dentro cui si è perso?
BAMBINI HANNO FAME DELLA VITA FANTASTICA
E SETE DEL PAUROSO’
Partirei con Davide Morosinotto e il suo Rinimato catalogo, non mi dimenticherei di autori come Antonio Ferrara e di libri come Gli sporcelli di Roald Dahl, mi imbatterei in grandi classici come Il Barone Rampante di Calvino e infne un mio grande cult, che uso spesso per creare l’attenzione, il libro Corso di pipì per principianti di Mo Willems. Più in generale penso sia importante perdersi nei libri dove si parla di affetti, dove vengono raccontati i rapporti, libri dove si può dire, pagine dove si trova l’amore. Tre libri da avere?
Penso anche che il valore di questo festival risieda nel lavoro molto robusto e importante dell’Associazione Il Geranio Aps, ideatrice del Festival e dei suoi volontari, generando un evento di una portata unica. Una storia che fa muovere mezza città.
Chi me l’ha fatta in testa? di Werner Holzwarth e Wolf Erlbruch, Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak e infne un invito: prima di addormentare i vostri bambini, leggete loro le flastrocche che, come giocattoli notturni nelle mani dei bambini, regalano contentezza. Per questo consiglio Rime del fare e non fare di Bruno Tognolini.
CUSTODI DEL GUSTO
Prato è storia, arte, ma anche gusto: l’enogastronomia ricopre un ruolo centrale in questa terra, dove sapori e tradizioni si fondono in una cucina autentica e genuina. I ristoranti storici della città rappresentano veri e propri porti sicuri per gli amanti del buon cibo. Tra trattorie, osterie e ristoranti di lunga tradizione, vi portiamo con noi in un itinerario alla scoperta delle eccellenze locali, ideato per soddisfare ogni palato. Qui potete assaporare piatti preparati con ingredienti semplici, ma dal sapore intenso, grazie alla passione di mani esperte che tramandano le stesse ricette di generazione in generazione. Un’esperienza per tutti i gusti, capace di far rivivere i sapori di un tempo con uno spirito sempre attuale.
dell’Accademia 9. Qui, in un edifcio che risale al XV secolo, troviamo Baghino, il più antico ristorante in città, gestito dal 1870 sempre dalla stessa famiglia.
UN VIAGGIO CULINARIO
TRA
OSTERIE E RISTORANTI
Il nostro viaggio nella tradizione inizia nel centro storico, in particolare in via
Oggi il ristorante, anche se ristrutturato, mantiene intatto il fascino di un tempo, con gli alti softti a volta, i muri a cera, tovaglie importanti, una cucina a vista e senza inganni. Una storia, quella di Baghino, che profuma di piatti tipici del territorio, come i famosi sedani alla pratese, i ravioli con pecorino e spinaci, la farinata con cavolo nero, la bistecca alla forentina, ma anche le golose pesche alla crema e i cantucci. Insomma, una certezza intramontabile. Ci spostiamo in piazza Duomo per assaggiare il meglio della cucina pratese e toscana di Soldano, in un’atmosfera ospitale e allegra, dove ritrovare il piacere di mangiare in compagnia le cose buone di una volta, con gli ingredienti genuini, cucinati a puntino e presentati
con un sorriso. Potete assaggiare ricette rustiche, dall’acquacotta ai sedani ripieni alla pratese, dai tortelli di patate alla bistecca forentina fno ad arrivare ai golosi fritti.
Piatti di gusto, da assaporare anche nella sede di via Pomeria. In piazza Mercatale troviamo un altro nome che per i pratesi è sinonimo di gusto e tradizione dal 1930, la Trattoria Lapo. Sotto i caratteristici loggiati della piazza, illuminati dall’insegna verde, questo locale accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera genuina e conviviale, evocando il calore delle tavolate domenicali in famiglia. Il menù, radicato nella memoria culinaria toscana, propone piatti che raccontano storie di un tempo: dai sedani ripieni al coniglio con capperi e olive, passando per i classici tortelli, la trippa e la sapo-
rita pecora in umido. Un vero omaggio alla cucina di una volta, fatta di sapori autentici e antiche ricette. Il nostro viaggio continua fuori dal centro.
PIATTI
PREPARATI
Percorriamo la salita di via del Palco che dalla Castellina porta alla maestosa villa del Vescovo e proseguiamo in via del Canneto fno ad arrivare alla Trattoria La Fontana, famosa per gli spiedi scoppiettanti che tutti i giorni girano sui ceppi accesi e sulla cui brace vengono cotte squisite bistecche alla forentina e non solo. L’attuale trattoria era, fn dai tempi remoti, una piccola colonica che con il passare degli anni è diventata una pizzicheria gestita dai custodi della fonte Procula. Successivamente, la pizzicheria si è trasformata in una trattoria, che i diversi gestori hanno migliorato nel tempo, fno
Un locale dal respiro internazionale con cucina fusion e cocktail non convenzionali
Dinamismo, versatilità e divertimento caratterizzano il locale aperto dal martedì alla domenica a partire dalle 19:00 fino all’after dinner.
Ricette tradizionali rivisitate danno vita a qualcosa di nuovo e orginale sia nella preparazione che nell’impiattamento, questo il concept alla base del progetto MAG56.
Qui è possibile fermarsi per un aperitivo, per una cena o per bere un drink.
Il brunch della domenica, l’appuntamento da non perdere.
BAR & home CATERING | EVENTI PRIVATI | CENE AZIENDALI
Via Don Giuseppe Arcangeli 56, Prato (PO) +39 389 1689731
a quando, circa 25 anni fa, è stata rilevata dalla famiglia Billi, che l’ha trasformata in un piacevole punto di incontro frequentato dai più esigenti palati pratesi. La cucina è fortemente legata ai valori della tradizione Toscana, sapientemente uniti ad una ricerca delle migliori materie prime. Il profumo si sente già dalla strada, prima di entrare. A Filettole, il ristorante Logli Mario è da oltre mezzo secolo un pilastro della tradizione culinaria pratese. La cucina e l’atmosfera è quella accogliente di casa e, pur seguendo la stagionalità, non mancano mai l’antipasto toscano, le pappardelle sul papero, la carne alla griglia, la bistecca alla forentina e coniglio fritto. Nelle domeniche più calde si può pranzare sulla bellissima terrazza panoramica, da cui si osserva tutta la città dall’alto. Il nostro itinerario nel gusto si sposta
ESPERIENZE PER TUTTI I GUSTI, CAPACI
DI FAR RIVIVERE
LE TRADIZIONI
DI UN TEMPO
in provincia e giunge a Poggio a Caiano, al ristorante Il Falcone gestito con cura dalla famiglia Martini dal 1862. Qui la specialità è la carne cotta sulla griglia con la brace di carbone: rosticciana, lombatina di vitella, bistecca alla forentina ma soprattutto il famoso pollo Jollo di Birilla, un pollo ruspante cotto alla perfezione sulla brace ardente, che conferisce alla carne un sapore inconfondibile, arricchito da un delicato aroma affumicato. Concludiamo questo itinerario salendo ad Artimino, dove troviamo una bellissima terrazza panoramica dove assaporare la cucina tipicamente toscana del ristorante Da Delfina, un’istituzione della ristorazione del territorio, nata come semplice trattoria negli anni ’40 e che ancora oggi si distingue per piatti della tradizione come il coniglio con olive e pinoli.
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I luoghi del gusto in città e dintorni
APERITIVO APOTHEKE
Via Verdi, 17 ph. +39 0574 25099
BIG EASY
Piazza Mercatale, 177 ph. +39 0574 1824218
BARTAT
Via Pugliesi, 24 ph. +39 0574 35613
BOTTEGA
DELLE CAMPANE
Via Settesoldi, 2 ph. +39 351 7481552
BOTTEGA PRATO
Piazza Sant’Antonino, 10 ph. +39 0574 1828554
CAFFÈ 21
Viale Piave, 5 ph. +39 0574 42064
CAFFÈ POIROT
Via Benedetto Cairoli, 56 ph. +39 0574 1828007 CAVEAU
Via Settesoldi, 36/38 ph. +39 0574 063153
CUL DE SAC
Via Santa Trinita, 25 ph. +39 348 8950467
DA LUCIO
Piazza del Comune
FABBRICA IN PEDAVENA
Via Galcianese, 23c ph. +39 0574 966269
FIASCHEMBERG
Via Settesoldi, 42 ph. +39 393 3827850
FITZ GIN BAR
Via Cesare Guasti, 14 ph. +39 392 2008894
GRADISCA 1973
Via Settesoldi, 30 ph. +39 0574 1827470
I FRARI
Via Garibaldi, 120 ph. +39 334 3442532
I FRARI DELLE LOGGE
Piazza del Comune,16 ph. +39 0574 35490
IL SINDACO
BACARO DI PRATO
Via Santa Trinita, 9 ph. +39 388 1441486
LAB 59100
Via Settesoldi, 25 ph. +39 348 0588472
LA TAZZA D’ORO
Viale della Repubblica, 290 ph. +39 0574 593771
LE BARRIQUE
Via G. Mazzoni, 19 ph. +39 0574 30151
MAG56
Via Don G. Arcangeli, 58 ph. +39 389 1689731
OZNE
Via Pugliesi, 35 ph. +39 0574 076857
PLANTAGO NATURAL
WINE BAR
Piazza del Duomo, 12 ph. +39 0574 1824047
PO’STÒ CAFÈ
Via Borselli, 89 ph. +39 0574 965208
PRATO CITY
Via Valentini, 7 ph. +39 0574 964673
SQUISIO
Via Santa Trinita, 87 ph. +39 328 4269495
TO WINE
Viale della Repubblica, 23 ph. +39 0574 550462
ARTEGO BAR
Via Garibaldi, 65 ph. +39 388 7897303
WIRED
Via Pugliesi, 2 ph. +39 392 4520625
RISTORANTI
A CASA GORI
Piazza Sant’Agostino, 14 ph. +39 0574 24893
A MANGIA’ FORA
Via Sant’Ippolito, 16 ph. +39 328 3032343
ANTICHI SAPORI
Via F. da Filicaia, 40/A ph. +39 0574 461189
ARDENGO
Via dei Cimatori, 6 ph. +39 366 5318415
BAGHINO
Via dell’Accademia, 9 ph. +39 0574 27920
BOVES
Via dei Lanaioli, 31 ph. +39 0574 742052
CARGO BAR BISTROT
Centro Pecci
Viale della Repubblica, 277 ph. +39 0574 531829
CHE CICCIA C’È
Piazza del Collegio, 9 ph. +39 0574 30416
OSTERIA DA NEDO
Via Verdi, 15 ph. +39 0574 49027
IL DEK ITALIAN BISTROT
Piazza delle Carceri, 1/2 ph. +39 0574 475476
ENOTECA BARNI
Via Ferrucci, 22 ph. +39 0574 607845
IL CAPRIOLO
Via Roma, 306 ph. +39 0574 1825326
IL MERCANTE SOGECO
Via Traversa il Crocifisso, 47 ph. +39 0574 627174
IL PIRANA
Via Valentini, 110 ph. +39 0574 25746
INTERLUDIO
Via Pomeria, 64 ph. +39 0574 605200
LA BOTTEGA
DEL TIRO A SEGNO
Via di Galceti, 68 ph. +39 0574 693707
LAMÉ RISTORANTE
LABORATORIO
IN MERCATALE
Piazza Mercatale, 155/A ph. +39 0574 755473
LE FONTANELLE
Via Traversa del Crocifisso, 7 ph. +39 0574 622316
LE GARAGE BISTROT
Piazza San Domenico, 26 ph. +39 0574 24842
LIMONAIA 22
Via Firenze, 83 ph. +39 0574 592515
MADDALENA
Piazza Sant’Agostino ph. +39 0574 31734
MANGIA
Via Ferrucci, 173 ph. +39 0574 57291
MEGABONO
Via Ser Lapo Mazzei, 20 ph. +39 347 8908892
MOLO16 FISHBAR
Via Settesoldi, 16 ph. +39 333 3254569
MURÀ
Piazza San Marco, 24 ph. +39 0574 961941
MYO RISTORANTE
Centro Pecci
Viale della Repubblica, 277 ph. +39 0574 1597312
OSTERIA SU SANTA
TRINITA
Via Neroni, 4 ph. +39 0574 605899
PACA
Via Fra’ Bartolomeo, 13 ph. +39 0574 1820222
RAGIONA
Via del Melograno, 40 ph. +39 0574 1597416
SCHIACCINO
Museo del Tessuto
Via Puccetti, 3 ph. +39 380 1795969
SHARK
Piazza S. M. delle Carceri, 5 ph. +39 0574 20523
SU.GO
Via Pomeria, 84 ph. +39 324 7837711
TO WINE IN PIAZZETTA
Via Cairoli, 15 ph. +39 0574 965874
TRIPLO
Via Giuseppe Verdi, 28 ph. +39 0574 1826528
VIENNA
Viale Piave, 41 ph. +39 371 3765085
TRATTORIE
LA FONTANA
Via di Canneto, 1 ph. +39 0574 27282
LAPO
Piazza Mercatale, 141 ph. +39 0574 23745
OSTERIA CIRIBÈ
Piazza Mercatale, 49 ph. +39 0574 607509
OSTERIA LE CENTO BUCHE
Via degli Abatoni, 7 ph. +39 0574 694312
SOLDANO
Via della Sirena, 10 ph. +39 0574.830913
Via Pomeria, 23 ph. +39 0574 34665
PIZZERIE
CAVALLINO ROSSO
DA GIOVANNI
Via Curtatone, 3 ph. +39 0574 23143
DA TOMMI
RIDAMMI UN BACINO
Via Cesare Guasti, 11 ph. +39 0574 1594200
ELEMENTI
Via Agnolo Firenzuola, 33 ph. +39 331 393 3068
FANCY KING
Via Valentini, 21 ph. +39 0574 581343
IL BORGO ANTICO
Via Gherardacci, 25/27 - Iolo ph. 0574 622707
IL RAGNO
Via Valentini, 133 ph. +39 0574 596700
IL SIPARIO
Via Firenze, 40 ph. +39 0574 562282
LA TORTELLERIA
Via Bologna, 196 ph. +39 0574 692641
KING’S PUB
Via Garibaldi, 148 ph. +39 0574 28641
OFFICINA DEI GUSTI
Via del Capannaccio, 4 ph. +39 347 4997110
OPIFICIO JM
Piazza San Marco, 39 ph. +39 0574 870500
PASSAPAROLA
Viale Galilei, 8 ph. +39 0574 468350
PIZZERIA MAGGIE
Via Bologna, 326 ph. +39 0574 460493
SECONDO TEMPO
Via F. Ferrucci, 164 ph. +39 0574 182 8960
VOGLIA ‘E TURNA!
Via dei Lanaioli, 30 ph. +39 0574 754592
CUCINA
ETNICA E BIO
CAVEAU RESTAURANT
Viale della Repubblica, 225 ph. +39 0574 022227
DE’STO BY KIZUNA
Via Jacopo Modesti, 9 ph. +39 0574 206959
FISH NUDE
Via Quirico Baldinucci, 3 ph. +39 350 0936626
FUJIYAMA
Via Valentini, 5 ph. +39 0574 623857
GINZA JAPANESE
Via Traversa Il Crocifisso, 5 ph. +39 0574 966858
ISSHIN RAMEN
Via Roma, 113 ph. +39 0574 206160
JINDALAI KOREANA
Via Pietro Mascagni, 57-61 ph. +39 388 1778110
KALDI’S KAFFE
Via Settesoldi, 31 ph. +39 339 535 5010
LA COVA TAPAS BAR
Via Santa Trinita, 3
LA FABBRICA ALIMENTARE
Via Valentini, 102 ph. +39 0574 870315
L’ORTO DI NENÈ
Via Santa Trinita, 47/A ph. +39 349 8478186
MOI OMAKASE
Viale Piave, 14 ph. +39 0574 065595
NAGA THAI
Via Santa Trinita, 53 ph. +39 0574 074031
ŌPAHA
Piazza del Collegio, 3 ph. +39 0574 968838
POKÉ BY KOTO
KOTO RAMEN
Via Valentini, 102 ph. +39 0574 1821221
RAJA
Piazza del Collegio, 8 ph. +39 0574 32032
RAVIOLI LIU
Via Fabio Filzi, 39 ph. +39 0574 830973
RAVIOLI DI CRISTINA
Via Cavallotti, 36 ph. +39 0574 1820920
TODO BIEN
Via Settesoldi, 11 ph. +39 389 0013201
YOXI YOXI
Via Valentini, 61 ph. +39 0574 596942
OUTSIDE
ARTIMINO
BIAGIO PIGNATTA
Viale Giovanni XXIII, 1 ph. +39 055 8718086
BOTTEGA PERUZZI
Via Cinque Martiri, 21 ph. +39 055 8718322
CANTINE DEL REDI
Via 5 Martiri, 29 ph. +39 055 8751408
CIRCOLO DA MARIO
Via Cinque Martiri, 70 ph. +39 327 8358590
DA DELFINA
Via della Chiesa, 1 ph. +39 055 8718074
BACCHERETO
LA VINSANTAIA
DI CAPEZZANA
Via Capezzana, 43 ph. +39 334 9499402
CANTAGALLO
IL GHIRIGHIO
Loc. Migliana, 29 ph. +39 0574 981103
LA CASTAGNA
Via di Migliana, 40 ph. +39 0574 981791
CARMIGNANO
SU PE’I’ CANTO
Piazza Matteotti, 25/26 ph. +39 055 8712490
VILLA LE FARNETE
Via Macia, 134 ph. +39 055 8719747
FILETTOLE
LOGLI MARIO
Via Carteano, 1 ph. +39 0574 23010
MONTEMURLO
VICTORY CAFÉ
Viale A. Labriola, 243 ph. +39 0574 650438
POGGIO A CAIANO
LA FURBA
Via Statale, 99 ph. +39 055 8705316
VAIANO
BOTTEGA 325
Via Val di Bisenzio, 159/3 ph. +39 0574 1672052
LA LOCANDA
DEGLI ARTISTI
Via Bertini 76 - Schignano ph. +39 0574 983436
LA TIGNAMICA
Via Val di Bisenzio, 112 ph. +39 0574 984424
VERNIO
CIRCOLO ARCI
Via del Bisenzio 337 ph. +39 0574 957466
MESSAGGI DALLE STELLE
Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri
ARIETE (21 marzo - 20 aprile)
Ottobre è l’ultimo mese di ostilità marziane, dopo di che i nati di marzo avranno il pianeta a favore fno a fne anno. Nati 1-10 aprile con la spinta di Giove, che favorisce realizzazioni professionali.
TORO (21 aprile - 20 maggio)
Periodo di importanti cambiamenti per i nati 18-20 maggio, che hanno le intuizioni nettuniane a favore, mentre il passaggio di Urano sul loro Sole crea forti tensioni. Nati 21-26 aprile: prudenza!
GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)
Giove continua a stazionare sui gradi del Sole dei nati 2-10 giugno: porta entusiasmo, ma non strafate perché la lucidità mentale è scarsa. Novembre e dicembre ricchi di energie per i nati 21-26 maggio.
CANCRO (22 giugno - 22 luglio)
Dopo ottobre il Cielo dei nati in luglio si rasserena e si possono sfruttare al meglio gli appoggi di Saturno, Urano e Nettuno. Possibile qualche malumore sentimentale a fne novembre.
LEONE (23 luglio - 23 agosto)
Giove spinge verso l’espansione i nati 5-13 agosto, mentre si proflano difcoltà per i nati 22-28 luglio in novembre e dicembre: da non trascurare la salute! Buona per tutti la prontezza mentale.
VERGINE (24 agosto - 22 settembre)
Continua l’opposizione di Saturno al Sole per i nati 4-6 settembre, che richiede impegno pratico. In ottobre energia in ripresa, ma in seguito evitate gli sprechi. Terza decade in fase di cambiamento.
BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre)
Nati di settembre in grande ripresa fsica. Nati 6-13 ottobre sotto la protezione gioviana. Alti e bassi sentimentali da metà novembre a inizio dicembre. Comunicazione e contatti sociali in crescita.
SCORPIONE
(23 ottobre - 22 novembre)
Ottobre carico di energie e di emozioni. In novembre e dicembre i nati 23-29 ottobre fanno i conti con l’aggressività marziana. Si mantiene la tensione per l’opposizione di Urano per i nati 15-18 novembre.
SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)
L’anello di sosta di Mercurio nel segno in novembre e dicembre stimola contatti, relazioni e comunicazione. Giove e Saturno contrari consigliano prudenza alla seconda decade, mentre la prima è in ripresa.
CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)
L’asteroide Cerere passa sui gradi del Sole dei nati in gennaio, ponendo l’accento sulle questioni familiari. Ottobre carico di nervosismo, fne novembre/inizio dicembre favorevoli agli afetti.
ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)
Nati 21-27 gennaio contrastati da Marte, che richiede molta prudenza, anche fsica. I nati 3-10 febbraio hanno Giove a favore per vari progetti. In dicembre godetevi il rendez-vous annuale con Venere.
PESCI (20 febbraio - 20 marzo)
Ai nati 2-5 marzo servono perseveranza, impegno e pazienza. Nati 13-18 marzo in fase di cambi creativi. Scarsa lucidità mentale tra novembre e dicembre. Consiglio: evitate le leggerezze.
a cura di Claudio Cannistrà, la “Bottega dell’Astrologo”, Associazione culturale pratese Le indicazioni interpretative si riferiscono alla sola posizione del Sole nei segni, perché un’analisi previsionale specifca richiede la conoscenza di data, ora e luogo di nascita del soggetto. Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it