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winter
2025
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Trimestrale di cultura, economia e moda spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, lettera b - legge 662/96 - filiale di Firenze - contiene IP
prato
VIBES
Pamela Villoresi T O R N A A P R AT O C O N G U E R R A E PA C E
Jonathan Webb
RACCONTA LA CITTÀ
Il Duomo di Prato
CON VERONICA BARTOLETTI
Sedano alla pratese DOVE GUSTARLO
,
L ARTE DEI MESTIERI
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13 EDITORIALE Una città che scalda il cuore
14 AGENDA MOSTRE 16 AGENDA SPETTACOLO 18 PENSO DUNQUE SONO Pamela Villoresi
24 INNO ALLA GIOIA Jonathan Webb, direttore della Camerata Strumentale
34 VERSO L’INCANTO Accompagnati da Veronica Bartoletti, alla scoperta del Museo dell’Opera del Duomo e della sua Cattedrale di Sabrina Bozzoni
44 FRONTIERA DEL CONTEMPORANEO Pittura scultura e fotografia: l’offerta artistica in città rimane alta e variegata di Francesca Lombardi
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50 VIBES di Teresa Favi layout Clelia Giardina
59 HEAD SPA A PRATO
74 TIRATISSIMA RADDOPPIA La pizzeria gourmet, dopo Firenze, apre anche a Prato di Teresa Favi
76 SAPORI AUTENTICI Filippo Carni, la macelleria moderna
60 LIBRI MADE IN PRATO di Samuele Ferrari
66 SEDANO A CHI? Otto luoghi di gusto e autenticità dove mangiare il Re della nostra cucina,
dove la tradizione incontra l’innovazione di Teresa Favi
78 FILOSOFIA DEL GUSTO Dovec’eralacoppe: la cucina buona che guarda al futuro di Francesca Lombardi
81 PRATO ESSENTIAL GUIDE
il Sedano alla Pratese di Sabrina Bozzoni
82 MESSAGGI DALLE STELLE
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DIRETTORE RESPONSABILE
Matteo Parigi Bini MODA
Teresa Favi REDAZIONE
Sabrina Bozzoni, Teresa Favi, Samuele Ferrari, Francesca Lombardi Virginia Mammoli, Martina Olivieri CONTRIBUTORS
Claudio Cannistrà, Dario Garofalo, Jonathan Webb FOTO COVER
Virginia Mingolla FOTOGRAFI
Augusto Biagini, Ilaria Costanzo, Rosellina Garbo Dario Garofalo, Pasquale Paradiso, Ottavia Poli GRAFICA
Melania Branca, Clelia Giardina DIRETTORE COMMERCIALE
Alex Vittorio Lana PUBBLICITÀ
Nicola Brigandì, Gianni Consorti, Lisa Katsogiannou Alessandra Nardelli, Monica Offidani SOCIETÀ EDITRICE
Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Cristoforo Landino, 2 - 50129 Firenze - Italia tel +39.055.0498097 redazione@gruppoeditoriale.com Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP STAMPA
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
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06/04/23
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EDITORIALE
UNA CITTÀ CHE SCALDA IL CUORE
P E R F E T TA N E L L E F R E D D E G I O R N AT E D ’ I N V E R N O , P R A T O T R A A R T E , C U LT U R A , SPETTACOLO E BUON CIBO A volte ci dimentichiamo di che scrigno di tesori sia Prato. Ve lo ricordiamo con questo numero, da sfogliare per scaldarsi in una fredda giornata d’inverno. Prato patria di artisti, come Pamela Villoresi, grande attrice di cinema - per fare un paio di esempi, Il gabbiano di Marco Bellocchio e La grande bellezza di Paolo Sorrentino - e di teatro, dove è in tournée con Guerra e Pace, che la riporta in città, per la precisione al Politeama, il 18 e 19 gennaio. Pratesi sono anche gli autori del nostro speciale libri, dove, tra scrittori pluripremiati e nuove voci letterarie, vi sveliamo alcuni libri da non perdere, perfetti per un’idea regalo o da tenersi sul comodino. Dai libri all’arte, con le mostre più belle in città, che guardano più che mai al contemporaneo, tra i titoli del Centro Pecci e la nuova esposizione a Palazzo Pretorio. In questo numero abbiamo poi due ciceroni d’eccezione: Veronica Bartoletti, direttrice dei Musei Diocesani, che ci accompagna alla scoperta dei più importanti capolavori di questo prestigioso complesso museale, e Jonathan Webb, inglese, del Kent, direttore stabile della Camerata Strumentale, che ci porta nella sua Prato, una città ricca di musica e melodie dove ormai si sente come a casa. Qui è nato, invece, e qui resta il re della nostra cucina, ‘sua maestà’ sedano alla pratese. Ricetta di probabile origine medievale, se ne trova traccia in alcuni dipinti di autori toscani del XVI secolo e anche in alcuni ricettari dell’epoca. Siamo andati per voi alla ricerca dei più buoni, ognuno con le sue caratteristiche, per un tour da acquolina in bocca, in una città dove le proposte gastronomiche sono tante e per tutti i gusti, tra pilastri della tradizione e nuovi ingressi. Infine, per prepararsi all’arrivo del nuovo anno, il nostro oroscopo del 2025, firmato dall’esperto delle stelle Claudio Cannistrà. A questo punto, non ci resta che augurarvi una bella conclusione e un ancor più splendido inizio di anno.
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AGENDA SPETTACOLO
GARIBALDI MILLE EVENTI - PAOLO HENDEL
POLITEAMA - GUERR A E PACE
INVERNO A TEATRO GLI SPETTACOLI E I CONCERTI DA SEGNARE IN AGENDA PER I PROSSIMI MESI
DICEMBRE Al Fabbricone, dal 12 al 15, il cartellone prevede Natale in Casa Cupiello di De Filippo in una messinscena non convenzionale in cui l’attore Luca Saccoia fa rivivere il rito del Natale attraverso il canto, le voci e la manipolazione a vista di sette pupazzi. Il 14, alle 17, alla Scuola di Musica G Verdi il Coro di Santa Maria a Colonica esegue in prima assoluta le Cronache dei viandanti composte dal M. Claudio Bianchi. Dal 17 al 22, al Metastasio è il momento dello spettacolo per l’anniversario dei 60 anni dalla riapertura del teatro: L’infinito carnale,
un omaggio alla forma del melodramma di Pietro Metastasio ideato da Claudia Castellucci, coreografa e cofondatrice della compagnia Societas Raffaello Sanzio. Il 21 e il 22, va in scena L’Avaro immaginario al Politeama, per la regia di Enzo Decaro e la compagnia Luigi De Filippo. Il 27, ancora al Politeama, Roberto Ciufoli, porta A Christmas Carol un classico natalizio di Charles Dickens proposto nella versione di musical natalizio, con le canzoni di Alan Menken (autore, fra gli altri, di La Bella e la Bestia, La Sirenetta, Aladdin). Il 31 al Gari-
baldi Mille Eventi, tiene banco Paolo Hendel con Tempi Moderni. GENNAIO Il 16, al Politeama, Hugo Ticciati torna a suonare e a dirigere la Camerata Strumentale per un altro capitolo dell’integrale sinfonica di Brahms, Sinfonia n. 1 in do minore op. 68. Dal 16 al 19, al Metastasio Antonio e Cleopatra di Shakespeare uno spettacolo di Valter Malosti. Il 18 e 19, la nuova produzione titanica ispirata al capolavoro della letteratura russa, Guerra e Pace, riporta nella sua città, al Politeama, la nota attrice pratese Pa-
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mela Villoresi. Denso di riferimenti filosofici, scientifici e storici, la versione teatrale del romanzo storico di Tolstoj nella visione registica di Luca De Fusco coniuga la forza della storicità con la precisione drammaturgica (su questo spettacolo è attivato lo sconto ACCENDI LA CULTURA / UNDER 30 con riduzione del 50% su poltrona, seconda poltrona e galleria per chi ha meno di 30 anni). FEBBRAIO Il 7 e l’8, al Garibaldi Mille Luci, l’istrionico Alessandro Riccio va in scena con il secondo capitolo della trilogia della Bruna Le Mille e una Bruna.
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AGENDA MOSTRE
PAL AZZO PRETORIO - FIORELLO TOSONI
LOT TOZERO - DENTRO IL VERZIERE
ARTE E CULTURA A PRATO U N V I A G G I O AT T R AV E R S O LE MOSTRE IMPERDIBILI
CENTRO PECCI Al Centro per l’Arte Contemporanea Pecci fino al 2 febbraio troverete la mostra dell’artista statunitense Louis Fratino, Satura. La mostra, curata dal direttore del Centro Pecci, Stefano Collicelli Cagol, riunisce una serie di sculture, 30 dipinti e più di 20 opere grafiche tra disegni e litografie. Fino all’11 maggio saranno inoltre presenti: Le signorine, una selezione di dipinti realizzati da Margherita Manzelli dagli anni Novanta a oggi, insieme a una serie di disegni e opere create proprio in
occasione di questa personale, e Azioni e ritratti / viaggi in Italia, una mostra dedicata al grande fotografo statunitense Peter Hujar, con 59 dei suoi scatti più celebri ma anche altre opere della scena newyorkese anni ’60. PALAZZO PRETORIO La storica sede di Palazzo Pretorio ospiterà fino al 30 marzo la mostra di Fiorello Tosoni, Una vita per l’arte. Un viaggio attraverso la lunga carriera del pittore pratese, tra disegni, sanguigne, tecniche miste, dipinti ad olio, raffiguranti paesaggi e delicate figure femminili.
LOTTOZERO Nello spazio espositivo di Lottozero fino al 16 febbraio troviamo Dentro il verziere, l’originale mostra personale di Graziella Guidotti, una dei massimi esperti di tessitura manuale, focalizzata su una serie di preziosi broccati tessuti a mano, che raccontano la storia della Castellana di Vergy, soggetto di un poema cavalleresco francese del XIII secolo, poi tradotto in rime fiorentine ne La Dama del verziere. BIBLIOTECA LAZZERINI Fino al 31 dicembre la Biblioteca Lazzerini ospita la mostra Fuoco_Ac-
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qua dell’artista Giuliano Ciardi, con opere che giocano sulla contrapposizione tra fuoco ed acqua. FABBRICONE STORICO Prorogata con aperture speciali nel mese di dicembre la mostra Omaggio a Walter Albini, spin-off dell’esposizione sullo stesso Albini proposta recentemente dal Museo del Tessuto e allestito negli spazi del Fabbricone Storico, la sede di Balli il Lanificio. Un delicato excursus alla scoperta della creatività dello stilista unanimemente considerato il padre del prêt-à-porter italiano.
Fondato dall’istrionica Elena Mazzetti, Il Giardino delle Fate è una sartoria floreale con oltre 25 anni di esperienza. Ci troviamo a Prato, a pochi minuti da Firenze, ma la nostra passione ci porta spesso a viaggiare, sia Italia che in Europa. Tutto parte da una piccola boutique di fiori che in pochi anni cresce esponenzialmente e diventa una realtà complessa e sfaccettata. Proprio per questo la narrazione della nostra identità non può che iniziare dal nostro shop dove selezioniamo linee floreali esclusive e oggetti ricercati, seguendo sempre la filosofia dello slow flower, per donare ai nostri clienti qualcosa di unico. Il cuore pulsante della nostra attività è il flower design per eventi e matrimoni di lusso. Lavoriamo con le più grandi agenzie specializzate in destination weddings, forti di una squadra affiatata che ci permette di affrontare le sfide più difficili, di un magazzino di oltre 1500 mq con il quale possiamo realizzare anche il progetto più ambizioso, ma soprattutto di un ufficio progettazione esclusivamente dedicato all’elaborazione di proposte floreali su misura. Esperte flower designer curano ogni aspetto dell’evento: il primo contatto con il cliente, la stesura della mood board, la creazione, sviluppo e aggiornamento del progetto, il sopralluogo in location, la realizzazione di una prova gratuita del centrotavola scelto e coordinamento del floral team sul posto. La nostra sede, oltre a tutto questo, racchiude al suo interno anche un vasto spazio eventi, il Village 1887. Modulabile e sempre in trasformazione, perfetto per ogni tipo di evento, pronto a diventare tutto quello che desiderate. La nostra event planner, con passione e professionalità, segue ogni passaggio della progettazione e dell’allestimento per assicurarsi che ogni istante sia semplicemente perfetto. Come ogni anno a novembre abbiamo inaugurato il The Christmas Shop, un ampio ed elegante negozio completamente dedicato al Natale, aperto fino al 6 gennaio. Al suo interno una vasta selezione di decori, composizioni floreali, alberi di natale, profumazioni e oggettistica per la casa, creazioni realizzate a mano e molto altro ancora. Nei weekend impossibile fare a meno dell’immancabile Babbo Natale…vi aspettiamo per farvi immergere nel nostro Natale!
VIA MOZZA, 2 - PRATO | 333 9635514 | 0574 692294 | INFO@ILGIARDINODELLEFATE.IT @giardinodellefateflowerdesign @giardinodellefateflowershop @village1887 @thechristmasshoplefate
PAMELA VILLORESI, ATTRICE DI TEATRO E CINEMA, È NATA A PRATO DA PADRE TOSCANO E MADRE TEDESCA (PH. VIRGINIA MINGOLLA)
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COVER T E AT R O
PENSO DUNQUE SONO PA M E L A V I L L O R E S I : L A G R A N D E AT T R I C E T O R N A A P R AT O C O N G U E R R A E PA C E D I T E R E S A FAV I
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GUERRA E PACE VA IN SCENA AL POLITEAMA DI PR ATO IL 18 E 19 GENNAIO (PH. ROSELLINA GARBO)
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COVER T E AT R O
Pamela Villoresi, una delle più celebri attrici che Prato abbia mai avuto. Ha vissuto a Roma per molti anni e negli ultimi cinque a Palermo, dove ha diretto il Teatro Biondo. A gennaio sarà protagonista al Politeama nello spettacolo che ha inaugurato la nuova stagione di prosa del Biondo: l’adattamento teatrale di Guerra e Pace di Tolstoj. Questa produzione imponente, diretta da Luca De Fusco, coinvolge un ampio cast, scenografie raffinate, luci suggestive e un impiego narrativo che rende omaggio all’epopea di Tolstoj. Il celebre romanzo non solo esplora i moti profondi dell’animo umano, ma offre un affresco vivido della Russia zarista e delle sue trasformazioni storiche, con uno sguardo attento alla nobiltà e alla società contadina. In questa versione teatrale, i protagonisti rappresentano simbolicamente l’armonia del mondo. Attraverso balli, battaglie, matrimoni e morti, danno voce ai sentimenti umani più universali. Perché Guerra e Pace è ancora così attuale? È un’operazione ambiziosa, possibile solo in un teatro pubblico. Siamo dieci attori sul palco, con una scenografia e un impianto tecnico imponenti. La grandezza di Tolstoj sta nel saper parlare di temi universali come l’amore, la morte e, ovviamente, la guerra. La guerra resta una logica tristemente maschile, basata sull’idea del ‘te la faccio vedere io’. Oggi ci troviamo di fronte a sfide cruciali, come quelle climatiche, che richiedono responsabilità e scelte radicali. Non siamo nella
peggiore situazione della storia, ma rischiamo che diventi fatale. Serve maggiore consapevolezza, perché il tempo è quasi scaduto. È davvero importante andare ancora a teatro oggi? E cosa rende questa esperienza una pratica insostituibile nel vissuto delle persone, secondo lei? Credo che negli ultimi anni abbiamo consumato fin troppe esperienze virtuali: film, spettacoli registrati, incontri online. Questo, per contrasto, ha risvegliato il desiderio di uscire, incontrare persone e assistere dal vivo a storie narrate da esseri umani per altri esseri umani. Andare a teatro significa immergersi in un racconto vivo, fatto di corpi, musica e recitazione. È un’esperienza unica e irripetibile, perché ogni sera è diversa, influenzata dall’energia degli attori e del pubblico. Dopo tutto, siamo esseri umani, e i nostri stati d’animo cambiano. La voglia di vivere è rinata. Il tempo dedicato alla cultura non è mai sprecato: ci aiuta a riflettere, a dare risposte più consapevoli alle difficoltà della vita. Ma serve allenamento, proprio come nello sport: non si inizia a correre facendo subito 40 chilometri. Si comincia poco alla volta, con costanza, e lo stesso vale per il pensiero. Come ha affrontato il suo ruolo di direttrice al Teatro Biondo? Ha trovato modi per restare aggiornata sulle tendenze teatrali? Ho frequentato molti teatri, in particolare per scoprire i giovani talenti. Ho lanciato bandi per cercare compagnie emergenti, spesso
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COVER T E AT R O
poco conosciute, e capire quali fermenti creativi fossero in atto. La mia missione, soprattutto in una terra come la Sicilia, è stata quella di fermare l’emorragia di talenti offrendo opportunità. Sono riuscita a inserire giovani promettenti nel circuito nazionale e internazionale, valorizzandoli in produzioni di rilievo. Un esempio? Abbiamo prodotto Invisibili di Aurélien Bory, uno dei più importanti registi d’Europa, coinvolgendo danzatrici, acrobati e musicisti siciliani. Per due anni hanno girato l’Europa con questo grandioso spettacolo. Inoltre, il nostro teatro ha collaborato con il DAMS per creare il primo corso di laurea italiano in recitazione e professioni della scena. Mi piace pensare che il mio compito sia stato quello di passare il testimone. C’è un’esperienza in particolare che la rende orgogliosa? Aver dato una concreta opportunità lavorativa a tanti giovani talenti locali. La trasformazione della scuola in un corso di laurea è stata un’altra grande soddisfazione. Direi che la mia missione è compiuta. Quali sono i progetti che la aspettano? Ho tre spettacoli all’orizzonte con altrettanti grandi registi: uno con Francesca Archibugi, che debutta in teatro, uno con Emma Dante e uno con Valerio Binasco. È un periodo molto ricco e stimolante.
Le capita di tornare a Prato per motivi personali? Quando posso, torno a trovare la mia famiglia: mio padre, mio fratello e i nipoti. Inoltre, ho un gruppo di amici d’infanzia che riesco a vedere due o tre volte l’anno. Ci sono luoghi a Prato che visita ogni volta? Sicuramente la collina, di cui sono innamorata, e lo Sporting Club, perché amo lo sport, anche se a tennis non sono mai stata un granché! Parlando di sport, è vero che ha una passione per il canottaggio? Sì, anche se a Prato non è praticabile. Ho iniziato quasi dieci anni fa, mentre lavoravo a Torino, affascinata dall’eleganza delle barche. A Roma mi sono iscritta al Circolo Canottieri Tre Ponti e, trasferitami in Sicilia, ho gareggiato per i colori siciliani, vincendo diverse medaglie master. Essere una donna pratese cosa ha significato nella sua bella e lunga carriera? Mi sono sentita portatrice di una ricchezza. Quando, per i quarant’anni di Spoleto, Guido Davico Bonino mi chiese di interpretare dei testi americani, io gli proposi invece la letteratura toscana. Interpretai poi la Mimì tratta da Lo scialo di Vasco Pratolini: sapevo di poter attingere a un patrimonio fatto di colori, suoni, immagini che erano indissolubilmente nel mio dna. E di questo sono grata alla mia terra e alla mia città.
L’ASPETTANO NUOVI PROGETTI CON FRANCESCA, ARCHIBUGI, EMMA DANTE E VALERIO BINASCO
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STRAORDINARIA MESSA IN SCENA TEATRALE, QUELLA DI GUERRA E PACE PRODOTTA DAL BIONDO DI PALERMO (PH. ROSELLINA GARBO)
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ITINERARIO L A M I A P R AT O
24 PRATOREVIEW JONATHAN WEBB ALL A GUIDA DELL A CAMER ATA STRUMENTALE (SOPR A PH. IL ARIA COSTANZO, SOTTO PH. AUGUSTO BIAGINI)
ITINERARIO L A M I A P R AT O
INNO ALLA GIOIA
I L D I R E T T O R E D E L L A C A M E R ATA S T R U M E N TA L E J O N AT H A N W E B B R A C C O N TA C O N D E L I C AT E Z Z A E PA S S I O N E C O M E V E D E L A N O S T R A C I T TÀ E C O S A A M A D I P R AT O D I J O N AT H A N W E B B
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IXMERLI X DEL CASTELLO DELL’IMPERATORE (PH. PASQUALE PARADISO)
ITINERARIO L A M I A P R AT O
C AVALLI SELVAGGI DELL A C AL AVANA (PH. OT TAVIA POLI)
Come posso descrivere la ‘mia Prato’? Mi viene in mente la musica, perché la musica non mi abbandona mai. Sento le note di Tony Bennet che canta Stranger in Paradise o l’allegria di American in Paris di Gershwin. Ma Prato non è né il Paradiso né Parigi. Sarà per questo che semplicemente ‘mi sento a casa sulle rive del Bisenzio’ a guardare i martin pescatori o gli aironi che si sono integrati con noi che facciamo la nostra passeggiata. Uso le parole ‘integrazione’ e ‘noi’ in modo appropriato. Il mio passaporto dichiara che sono britannico, ma la mia anima rimane profondamente europea. Tuttavia, sarebbe falso fingere che i miei primi incontri con un menu toscano fossero consapevoli come lo sono ora. Pochi anglosassoni conoscono la Ribollita, la Pappa al pomodoro, le Pappardelle al cinghiale, il Peposo, per non parlare dei Sedani ripieni alla pratese.
All’inizio sono state scoperte, in seguito sono diventati piaceri, accompagnamento alle routine che ho sviluppato negli anni. Devo ringraziare i miei gentili ospiti del King’s Pub e de La Vecchia Cucina di Soldano per la loro pazienza se dopo cena mi siedo a scribacchiare lettere ai miei figli. Sì, scrivo ancora lettere; qualcuno deve pur farlo, dopotutto. È questo il senso della mia Prato, il mantenimento delle tradizioni, anche se con fatica. È di questo che mi parla la cucina. Ho comprato un libro per seguire le istruzioni per fare i miei Sedani, ma ho capito subito che non avevo un’intera settimana libera per la preparazione. Benedetti voi che lavorate per preparare queste e altre delizie, e benedetti coloro che le portano in tavola e spiegano amorevolmente ogni parte del processo in modo così appassionato e dotto, conservando però i segreti nascosti. E per coloro che pensano
‘MI SENTO A CASA SULLE RIVE DEL BISENZIO, A VEDERE I MARTIN PESCATORI’
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LUNGO IL GRETO DEL FIUME BISENZIO
I MIEI LUOGHI
1 KING’S PUB
Lo storico pub e pizzeria è uno dei luoghi dove il Maestro Webb si sente più a casa quando si trova a Prato, e dove spesso la sera si attarda per scrivere lettere ai suoi figli
2 PAL AZZO DELL A MUSIC A
Il suo vero nome è Palazzo Martini, ed è l’antico edificio neoclassico del centro della cittò dove ha sede l’universo musicale pratese: dagli uffici della Camerata alla Scuola di Musica G Verdi
3 LUNGO-BISENZIO
Le rive del fiume che attraversa la città, dove gli uccelli acquatici si sono integrati con l’uomo, sono la metafora della sua storia di ‘integrazione’ con Prato e i pratesi
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SOLDANO
Grande appassionato dei Sedani alla pratese, al punto da comprare un libro di ricette per cucinarli a casa, il britannico Jonathan Webb lo si trova spesso a uno dei tavoli di Soldano, trattoria nota a tutti per la sua cucina casalinga e ‘local’
C ALVANA
Nessun luogo rappresenta meglio il vento che soffia da nord su Prato dei monti della Calvana, che svettano sopra la città con le cime scompigliate dei pochi alberi capaci di resistergli
6 TEATRO POLITEAMA
Last but not least, il teatro che ogni anno, una volta al mese, accoglie i concerti sinfonici della Camerata Strumentale. Appuntamenti che Webb ha trasformato in un simbolo di identità comunitaria nel segno della musica
Giagnoni
Dal cuore della città direttamente sulle vostre tavole... per offrirvi ogni giorno con la nostra esperienza i piatti della tradizione e le carni di prima qualità Anche a Natale...tu invita chi vuoi... al resto pensiamo noi!
Via dei Ciliani, 122 - Prato - 0574 466752
ITINERARIO L A M I A P R AT O
ALCUNI BUSTI MARMOREI CONSERVATI NEL MUSEO DI PAL AZZO PRETORIO (PH. DARIO GAROFALO)
che io sia un eccentrico outsider con esigenze semplici, forse hanno ragione. Ma non lasciate perdere le tradizioni o questo straniero perderà un po’ dell’aroma del Paradiso che emana dalle cucine e indugia nell’aria come il fumo della legna in una notte nebbiosa. Questa non è una candidatura per scrivere la prossima guida turistica della città, cosa che non sono assolutamente qualificato a fare. Tuttavia, se mi trovassi in quella posizione, includerei una dichiarazione giurata, un contrappunto al mio entusiasmo. Se Chicago è conosciuta ufficialmente come la ‘Città del vento’, Prato deve avere il secondo posto. Dalla mia finestra osservo i venti che soffiano nella valle e lungo il fiume; una maledizione per i viaggiatori e un incubo per i musicisti che ogni settembre si recano in Piazza del Duomo per il concerto all’aperto. Più volte si sono visti fogli di musica pren-
dere il volo, atterrando nelle zone servite dai treni locali. Questa potrebbe essere una metafora, i suoni della musica pratese che si spingono oltre i confini del teatro, oltre le mura della città stessa. Da molti anni vengo a Prato per dirigere l’orchestra di cui sono ora direttore musicale. È diventata una sorta di casa oltre la casa, perché ha abbracciato completamente la mia visione di inclusione. Ho visto bambini crescere fino a diventare giovani adulti; ho assistito alla crescita di una comunità musicale che si evolve costantemente e abbraccia sempre più persone; ho visto il legame tra passato e presente, ma sempre più intensamente, quello che deve ancora venire. Ho visto il passare del tempo e le bellezze della città non mi sfuggono, così come il patrimonio culturale costruito e scolpito nella pietra che è nostro dovere preservare. Tuttavia, il mio sguardo è ugualmente attrat-
‘IL SENSO DELLA MIA PRATO È IL MANTENIMENTO DELLE TRADIZIONI, ANCHE SE CON FATICA’
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ITINERARIO L A M I A P R AT O
L’EREDITÀ LEGATA AL TESSILE PR ATESE È PATRIMONIO E CULTUR A
to e il mio cuore è davvero rivolto al patrimonio industriale e alle ciminiere che puntano verso il cielo in direzione dell’impegno e delle possibilità. Tra le industrie c’è il mio punto di riferimento, la mia Stella della Sera: il Palazzo della Musica (Palazzo Martini, storico edificio neoclassico del centro di Prato) dove ha sede il crogiolo degli elementi che costituiscono la nostra comunità musicale: la Scuola di musica Verdi, le orchestre e i gruppi corali di tutte le età, Rete Toscana Classica, il ricco patrimonio appena arrivato del centro culturale ICAMus e, naturalmente, la Camerata Strumentale Prato; tutti fili intessuti nel tessuto della città. Ecco un modello: ogni città dovrebbe avere la musica come cuore pulsante, l’espressione più potente dei suoi valori. Questo è ciò che Prato rappresenta per me, l’industria di una comunità musicale che occu-
pa il mio impegno come direttore d’orchestra e le mie speranze (esito a chiamarle visioni) come essere umano. Ormai mi capita raramente di camminare per le strade della città senza essere salutato da una delle centinaia di persone che hanno contribuito alla nostra esperienza musicale comune. E per coloro che rimangono estranei, spero che negli anni a venire diventeremo amici. C’è un’abbondanza da condividere. Sono questi i sentimenti che ricorrono quando torno ogni anno a Prato. A volte è più facile guardare le cose dall’esterno che dall’interno. Cerco quindi di invitarci ad aprire gli occhi e le orecchie ai panorami e ai suoni, alla vita, alle vite e alla musica di Prato. Condividiamo la nostra cultura e la nostra industria, da qualsiasi parte provenga. Non è la mia Prato, forse è la vostra Prato, ma per tutti, tutti noi, deve essere la nostra Prato.
‘IL MIO PUNTO DI RIFERIMENTO, LA MIA STELLA DELLA SERA E’ IL PALAZZO DELLA MUSICA’
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N U OVA O P E L G R A N D L A N D S C E G L I L’ E L E T T R I CO ! PRATO VIA BOLOGNA 316 PRATO VIALE G.MARCONI 50
N U OVA PE U G E OT 3 0 0 8
IL PULPITO ESTERNO DEL DUOMO, OPER A DI DONATELLO E MICHELOZZO
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ITINERARI0 ARTE
VERSO L’INCANTO A C C O M PA G N AT I D A V E R O N I C A B A RT O L E T T I , A L L A S C O P E R T A D E L M U S E O D E L L’ O P E R A D E L D U O M O E D E L L A S U A C AT T E D R A L E DI SABRINA BOZZONI
Protagonista la meraviglia artistica di Prato. Quella collegata ai tesori conservati nel Museo del Duomo e nella sua Cattedrale: dal capolavoro del pulpito di Donatello agli affreschi di Lippi, fino a tutte le opere collegate al secolare culto della Sacra Cintola. Un Gran Tour con una guida d’eccezione, Veronica Bartoletti, direttrice dei Musei Diocesani ovvero il Museo dell’Opera del Duomo appunto, il Museo di San Domenico, il Museo della Badia di Vaiano e il Museo della pieve di San Pietro a Figline, che ci accompagna all’interno dell’essenza più profonda di un Museo e della sua città. Il Museo dell’Opera del Duomo forma con la Cattedrale il polo di maggior interesse della città. Abbiamo la fortuna di essere accompagnati dal lei, alla scoperta dei suoi capolavori… Il Museo dell’Opera del Duomo di Prato si trova in alcuni ambienti adiacenti alla Cattedrale di Santo Stefano e insieme
formano un complesso monumentale che racconta la storia della città dal medioevo a oggi. Dall’antica Pieve di Santo Stefano, l’odierna Cattedrale conserva il suo interno testimonianze artistiche che, dal 1171 raccontano la devozione dell’intera cittadinanza per la reliquia della Sacra Cintola. La singolare caratteristica del Duomo di Prato è quella di racchiudere al suo interno un santuario, infatti, la Cappella della Sacra Cintola, che si trova appena entrati alla fine della navata sinistra, ha dignità di santuario. E per una reliquia tanto importante, non si poteva avere una chiesa che non la rappresentasse al meglio. Nei secoli si sono aggiunti capolavori come gli affreschi quattrocenteschi di Filippo Lippi nella Cappella Maggiore, il Pulpito interno di Antonio Rossellino, l’ottocentesca Cappella Vinaccesi di Alessandro Franchi. Già dagli anni ‘30 del secolo scorso era emersa la volontà non solo di conservare ma anche di esporre gli oggetti più impor-
DAL PULPITO DI DONATELLO AGLI AFFRESCHI DI LIPPI E TUTTE LE OPERE LEGATE AL CULTO DELLA SACRA CINTOLA
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LA CATTEDRALE DI SANTO STEFANO È UNO SCRIGNO DI TESORI 1. L A FACCIATA DELL A CATTEDR ALE CON L A LUNETTA DEL PORTALE IMPREZIOSITA DALL A MADONNA FRA I SANTI STEFANO E LORENZO DI ANDREA DELL A ROBBIA 2. L A CAPPELL A DI SANTO STEFANO, SOTTOSTANTE L A SACRESTIA DELL A CATTEDR ALE 3. UN DETTAGLIO DELLA CAPPELLA DELLLA CINTOLA, IN DUOMO 4. DETTAGLIO DI UN’OPER A CONSERVATA NEL MUSEO (PH: PASQUALE PAR ADISO)
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tanti del ‘tesoro’ della Cattedrale. Tutto ciò si è concretizzato nel 1967 quando, il 14 dicembre, fu inaugurato, in quelle che sono le ultime due sale del percorso odierno, il Museo dell’Opera del Duomo. La denominazione farebbe pensare ad un’origine esclusiva riguardo alla provenienza delle opere conservate, in realtà pochi anni dopo l’apertura esigenze di tipo conservativo fecero arrivare all’interno del museo, già in ampliamento, alcune pregevoli opere dalle chiese diocesane che non potevano più garantirne la sicurezza o la corretta conservazione. Dopo lo stacco delle formelle del Pulpito di Donatello e Michelozzo nel 1970, il cuore del Museo batte per questo capolavoro che, dopo la musealizzazione, offre dettagli incredibili non visibili all’altezza originale. La ricchezza della collezione non sta solo nel pregio assoluto delle opere conservata ma anche e soprattutto nell’estrema varietà che le caratterizza, infatti oltre ai citati pezzi rinascimentali, ci sono sale dedicate ai paramenti e oggetti di oreficerie sacra del Cinque-Seicento, una sezione archeologica con la sepoltura della donna più antica mai rinvenuta in città. Di lei sapevamo molto tranne i riferimenti biografici, per cui, circa due anni fa, abbiamo deciso di lanciare un contest su
Facebook per trovarle un nome e la preferenza è andata a Velia. Questo per raccontare che il museo non vive solo con la propria collezione ma ha la necessità e la volontà di dialogare con il pubblico che lo fa vivere. I capolavori ‘che non ti aspetti’ custoditi dal Museo del Duomo a cui è più legata e perché. È difficile scegliere tra le tante opere del Museo dell’Opera del Duomo, lo stupore e la sorpresa, accompagno i visitatori in tutte le sale. Nonostante sia più di 15 anni che ogni giorno attraverso i luoghi del museo, la mia meraviglia davanti ad alcune opere non è cambiata. Dovendo scegliere quelle a cui sono più affezionata, un po’ per formazione, un po’ per simpatia innata, indicherei il paliotto proveniente dalla Badia di Montepiano che si trova nella sala del 200 e 300. Si tratta di un’opera scolpita da Giroldo da Como, un maestro lapidario comacino intorno al 1260. L’opera è interessante per il linguaggio figurativo che vuole essere il più realistico possibile nonostante le conoscenze limitate della metà del ‘200. La sua particolarità più interessante è la presenza del committente, l’abate Benvenuto che si fa ritrarre ai piedi della Vergine, in dimensioni assai ridotte rispetto a quelle della Madonna con il Bambino e
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COVER STORY T E AT R O
DETTAGLI DEL BANCHETTO DI ERODE E DELLE ESEQUIE DI SANTO STEFANO PARTE DEI CELEBRI AFFRESCHI DI FILIPPO LIPPI IN DUOMO
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L A NAVATA CENTR ALE DELL A C AT TEDR ALE
dei Santi. L’abate è ancora in vita quando viene realizzato il paliotto per cui è molto distante dalle figure sacre e per questo viene applicata la prospettiva morale che lo rende minuscolo. Nonostante ciò la sua presenza con l’iscrizione Abbas Benvenutus che, ancora oggi fa conoscere il suo nome, denota un forte desiderio di essere presente e tramandare il proprio nome nei secoli a venire. Il bello del Natale è che ci porta ad ammirare la città anche dal suo punto di vista più ‘regale’. A proposito di questo, le opere che più la ispirano in questo periodo. Se chiudo gli occhi e penso ad una Natività che mi è cara e mi ispira nel periodo di Avvento e poi durante le festività natalizie, non possono non pensare all’affresco di Agnolo Gaddi all’interno della Cappella della Sacra Cintola in Cattedrale. Si tratta di un’opera realizzata con un linguaggio che esprime una profonda tenerezza, l’affetto semplice e naturale di una madre che fa il solletico sul mento del proprio figlio, un gesto quotidiano ma allo stesso tempo significativo che racconta il prodigio della
nascita di Gesù. Nella stessa scena, poco più a destra si trova un brano interessantissimo, l’Annuncio ai pastori. La sua caratteristica è quella di rendere, in un precocissimo notturno per la pittura toscana della fine del Trecento, un fatto familiare privato come la nascita di un bambino, pubblico per l’intera umanità. L’intera scena abbina, quindi, la dimensione familiare a quella pubblica in un racconto che esprime la gioia e la delicatezza di un momento importantissimo. Parliamo del meraviglioso ciclo di affreschi di Filippo Lippi che costellano il Duomo di Prato. C’è un dettaglio che la affascina di ogni altra cosa? Ce lo racconti. Nonostante gli affreschi abbiano una quantità di dettagli incredibili per la loro minuzia descrittiva, la resa realistica e la preziosità di tutti gli elementi che descrivono, il mio il brano preferito rimane all’interno della scena del Banchetto di Erode. Si tratta dell’ingresso che Filippo Lippi lascia nel descrivere l’architettura del luogo dove si svolge la scena. Con una sapienza prospettica, che è propria del grande maestro del Rinascimento, Lippi ci invita
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I MUSEI DIOCESANI COMPRENDONO IL MUSEO DELL’OPER A DEL DUOMO, IL MUSEO DI SAN DOMENICO, IL MUSEO DELL A BADIA DI VAIANO E IL MUSEO DELL A PIEVE DI SAN PIETRO A FIGLINE
a entrare, quasi fisicamente, all’interno dell’affresco rendendoci spettatori partecipi, coinvolti nella scena madre delle storie di San Giovanni Battista. Come direttrice dei Musei Diocesani di Prato, quali sono gli obiettivi che vorrebbe conseguire per il grande tesoro artistico di questa città? L’obiettivo del mio mandato, che in questo anno e mezzo di incarico ho cercato di iniziare a concretizzare, è quello di rendere tutti e quattro i Musei Diocesani dei luoghi vivibili e vissuti. Le loro meravigliose collezioni non esistono se non sono fruite da pubblici di qualsiasi genere. Nel futuro troveremo strategie per implementare il numero dei turisti, ma la sfida più grande è far sì che i cittadini di Prato, abbiano voglia di tornare nei loro Musei poiché luoghi in cui si riconoscono e stanno bene.
5 luoghi fuori dai suoi schemi che ama di questa città? Questa è una domanda veramente difficile. Potrei dire: le vie del centro storico, la mattina presto, quando profumano di di bozza pratese calda, il tratto di strada di via Santa Trinita davanti alla scuola di musica Giuseppe Verdi, quando si sentono nell’aria le note delle prove degli strumenti dei ragazzi che studiano all’interno, il fiume Bisenzio che scorre placido; piazza del Duomo, che considera un po’ la mia piazza del cuore, che al tramonto si tinge di un colore che non riesco a descrivere, e infine le mura cittadine che continuano a proteggere la città e rimangono salde e ferme, nonostante il traffico le accinga e tenti in qualche modo di avvolgerle in un molo centripeto.
‘L’OBIETTIVO DEL MIO MANDATO È RENDERE TUTTI E QUATTRO I MUSEI DIOCESANI DEI LUOGHI VIVIBILI E VISSUTI’
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ARTE MOSTRE
FIORELLO TOSONI, DONNA CON IL CAPPELLO
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FRONTIERA DEL CONTEMPORANEO P I T T U R A S C U LT U R A E F O T O G R A F I A : L’ O F F E R T A A R T I S T I C A I N C I T T À R I M A N E A LT A E V A R I E G A T A DI FRANCESCA LOMBARDI
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FRATINO TRAE ISPIRAZIONE DA FIGURE MENO CONOSCIUTE DEL NOVECENTO ITALIANO 1. 3. PETER HUJAR. AZIONI E RITRATTI / VIAGGI IN ITALIA AL CENTRO PECCI FINO ALL’11 MAGGIO 2. LOUIS FRATINO. SATURA AL CENTRO PECCI FINO AL 2 FEBBRAIO 4. 5. FIORELLO TOSONI. UNA VITA PER L’ARTE A PALAZZO PRETORIO FINO AL 30 MARZO
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Le mostre più belle in città, da visitare nel periodo invernale LOUIS FRATINO. SATURA (fino al 2 febbraio) Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta la mostra Satura, personale dell’artista statunitense Louis Fratino (nato ad Annapolis nel 1993, vive e lavora a New York City). Curata da Stefano Collicelli Cagol, la mostra sarà aperta al pubblico dal 26 settembre 2024 al 2 febbraio 2025, con l’inaugurazione prevista per il 25 settembre 2024. Louis Fratino è un artista la cui opera spazia tra pittura, scultura, ceramica, disegno e incisione. Le sue opere rappresentano personaggi che si muovono tra ambienti domestici e paesaggi incantevoli, sospesi tra malinconia ed erotismo. Fratino trae ispirazione da grandi artisti come Picasso e Matisse, ma anche da figure meno conosciute del Novecento italiano. L’artista ha un forte legame con l’Italia, e in particolare con le coste del Mar Tirreno, da cui ha spesso tratto ispirazione per le sue opere. La mostra Satura, promossa dal Centro Pecci, presenta una serie di lavori che esplorano il rapporto unico tra Fratino, la Toscana e l’Italia. Le sue opere evocano i paesaggi, le coste e le persone che animano questi luoghi, creando atmosfere intense e cariche di erotismo. Louis Fratino è già noto nel panorama artistico internazionale: è infatti uno dei giovani più premiati dal mercato, e in più quest’anno ha
anche partecipato alla Biennale d’Arte di Venezia. La mostra al Centro Pecci, la prima mostra istituzionale di Fratino, vuole rappresentare una nuova occasione per approfondire la conoscenza della sua produzione artistica. MARGHERITA MANZELLI. LE SIGNORINE (fino all’11 maggio) Sempre al Centro Pecci, Margherita Manzelli (Ravenna, 1968) una delle voci più originali dell’arte italiana. Dagli anni Novanta a oggi ha sviluppato una serie di opere che spaziano dalla pittura alla performance, confrontandosi con un nuovo immaginario del corpo femminile. I soggetti principali della ricerca di Manzelli sono infatti figure femminili dall’età incerta immerse in contesti spaziali ambigui. Lo sguardo rivolto direttamente a chi guarda il quadro, le signorine sfidano con la loro presenza qualsiasi idea precostituita di rappresentazione dei soggetti e pongono in primo piano la fragilità e la resilienza del corpo. Ad aumentare il senso di straniamento, lo spazio vuoto le cui decorazioni astratte o figurative sono spesso ispirate alle decorazioni di vestiti o tessuti. La mostra del Centro Pecci restituisce l’attenzione di Manzelli per l’inquietudine del nostro tempo, anticipando nel suo immaginario molte riflessioni emerse con la pandemia. PETER HUJAR. AZIONI E RITRATTI / VIAGGI IN ITALIA (fino all’11 maggio) Peter Hujar è uno dei maestri della fotogra-
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ARTE MOSTRE
fia. Hujar è nato nel 1934 a Trenton, NJ. Nel 1946 si è trasferito a Manhattan e ha cominciato a collaborare con alcune riviste, pubblicità e aziende di moda. Alla fine degli anni ’60 ha aperto uno studio sviluppando un proprio approccio alla fotografia. Nel 1987 è morto di AIDS. Peter Hujar (1934 -1987) è uno dei più grandi fotografi del Ventesimo secolo che, tra gli anni Sessanta e Ottanta, ha immortalato nei suoi scatti i corpi di una comunità di persone a lui vicina diventati in molti casi tra le figure più iconiche della cultura statunitense. Hujar pone al centro la bellezza del corpo in tutte le sue forme e posture, immortalate attraverso i temi del ritratto e dell’azione. La mostra è organizzata da The Art Institute of Chicago, ed è stata ulteriormente espansa in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Nell’iterazione pratese, la mostra è arricchita da una serie di fotografie scattate in Italia tra gli anni Cinquanta e Settanta. Hujar in quegli anni ebbe modo di viaggiare in diverse aree e città del Paese tra cui Firenze, Palermo e Napoli restituendo una visione inaspettata e ancora oggi
conturbante per l’intensità con cui persone, paesaggi e animali sono stati colti. FIORELLO TOSONI. UNA VITA PER L’ARTE (fino al 30 marzo) Al Museo di Palazzo Pretorio fino al 30 marzo la mostra Fiorello Tosoni. Una vita per l’arte, a cura di Giulia Ballerini: l’omaggio ad un artista, classe 1939, che torna da protagonista nella scena espositiva della città dove è nato. Ospitata al piano terra del museo, attraverso oltre sessanta opere - tra disegni, sanguigne, tecniche miste e dipinti ad olio, raffinati paesaggi, delicate figure femminili e sublimi velature - l’esposizione ripercorre la lunga carriera di Fiorello Tosoni, che dopo una vita avventurosa in giro per il mondo è infine tornato a Prato, che ha eletto a sua dimora definitiva e dove ha oggi il suo studio. Un maestro che opera all’antica, come un pittore rinascimentale, ma anche un artista calato nella modernità del suo tempo, che utilizza attivamente i canali i social, si dichiara interessato alle potenzialità dell’intelligenza artificiale, e che porta ancora oggi avanti la sua ricerca con indomita costanza.
FIORELLO TOSONI: L’OMAGGIO A UN ARTISTA, CLASSE 1939, PROTAGONISTA NELLA CITTÀ DOVE È NATO
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SOPRA: LOUIS FRATINO. SOTTO: MARGHERITA MANZELLI AL CENTRO PECCI FINO ALL’11 MAGGIO
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Che sia per Natale o per un’altra occasione, scegliere un regalo originale e significativo può sembrare una sfida. Se sei alla ricerca di qualcosa che unisca cultura, emozione e legame con la città, i libri scritti da autori pratesi potrebbero essere la soluzione ideale. In questo articolo ti proponiamo una selezione dei migliori titoli firmati da autori locali, che abbiamo individuato insieme alla Libreria Gori, perfetti per lettori appassionati o per chi vuole scoprire nuovi voci letterarie. Per cominciare due libri di Edoardo Nesi, il regalo perfetto per chi vuole conoscere un lato inedito della città di Prato. L’autore classe 1964 vincitore del Premio Strega nel 2011 ha dedicato alla nostra città un ciclo di otto romanzi iniziato nel 1995 e terminato nel 2023. Il suo ultimo libro I lupi dentro, pubblicato per La Nave di Teseo nel 2023, è un libro nostalgico e malinconico che rac-
conta la fine del sogno italiano degli anni ’80 precipitato rovinosamente nella realtà contemporanea, e Economia sentimentale, pubblicato nel 2020, un libro essenziale per capire l’Italia della pandemia da Covid-19. Tra gli autori più amati e conosciuti non possiamo non citare Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega nel 2006 con Caos Calmo e nel 2019 con Colibrì. Regalando un suo libro non potete sbagliare, noi vi consigliamo La forza del passato, pubblicato nel 2000 e vincitore del Premio Campiello. Questo romanzo è un viaggio tra intrighi, segreti e misteri familiari, in cui seguiamo le vicende di Gianni Orzan, uno scrittore di libri per ragazzi che scopre il passato da presunta spia del KGB del padre defunto. In libreria trovate anche la sua ultima uscita, Settembre nero, un romanzo di formazione ambientato nella Versilia degli anni ’70.
DAI GRANDI AUTORI, VINCITORI DI PRESTIGIOSI PREMI, ALLE GIOVANI VOCI LETTERARIE
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SPECIALE LIBRI
Per gli amanti del romanzo storico, Gli anni dei ricordi di Diletta Pizzicori, il secondo volume della saga familiare dedicata alla Val di Bisenzio, edito da Sperling & Kupfer. Dopo I nostri anni leggeri uscito nel 2021, la giovane scrittrice ha pubblicato Gi anni dei ricordi, in cui le vicende di Leticia Parker e della sua famiglia si intrecciano con la storia dell’Italia fascista. In attesa dell’uscita del terzo volume della saga consigliamo a chi ama le saghe familiari e le ambientazioni storiche di recuperare i primi due. A quell’amico/a che non vi abbandona mai consigliamo di regalare La felicità non va interrotta di Anna Bardazzi, il suo romanzo d’esordio edito da Salani e pubblicato nel 2021. Questo romanzo racconta le vicende di due ragazze, Anna e Lena, una italiana e l’altra bielorussa. Si incontrano per la prima volta a sette anni, quando Lena viene in Italia da Chernobyl per vivere con la famiglia di Anna per qualche mese, il rapporto tra le due sboccia subito in un’amicizia indissolubile che le legherà per tutta la vita tra distanza e scelte difficili. L’amicizia è il sentimento che accomuna anche i protagonisti di uno degli esordi più
sorprendenti dell’anno, Corpi Sfatti di Jacopo Falanga, edito da Scatole Parlanti. Questo romanzo ci racconta le vicende di Francesco e Andrea, due amici che stanno cercando, ognuno a modo proprio, il loro cammino. Francesco vive ad Amburgo, dove porta avanti un dottorato di ricerca, mentre Andrea vive da nomade e insegue la spiritualità sui sentieri dell’Est. Nonostante la distanza, non solo fisica ma anche di stile di vita e scelte, i due amici continuano a condividere idee e ideali, cercando a fatica la loro strada. Per gli amanti della scienza, i libri di Willy Guasti, giovane divulgatore scientifico conosciuto sul web con il nome di Zoosparkle. Il suo primo libro, Il coccodrillo ha il cuore tenero, uscito per Rizzoli nel 2022, racconta i comportamenti dei ‘genitori’ nel mondo animale e ci mostra come in natura si assista a una serie di comportamenti opposti tra loro nella crescita dei cuccioli. Nel 2024 ha pubblicato Dinosauri Eccellenti, edito da Gribaudo, un libro pieno di curiosità e aneddoti che ci trasporta nel mondo dei dinosauri tra rigore scientifico e narrativa coinvolgente.
LIBRI DA SFOGLIARE E AMARE, OPERA DI PENNE PRATESI
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SPECIALE LIBRI
Se cercate una lettura irriverente e poco politically correct il libro che fa per voi è Due di briscola di Franco Legni, edito da Giunti nel 2022. Questo romanzo tutto da ridere segue le vicende di Nichi Moretti, un pessimo avvocato che dopo essere stato arrestato evade dal carcere e parte per un viaggio tra il quartiere a luci rosse di Praga, la periferia toscana e il Barrio Chino di Barcellona. Inoltre non dimentichiamoci di L’inerte, di Lidice, pubblicato nel 2023 per Readaction Editrice. Questo romanzo racconta la storia di un uomo semplice, un operaio, che tramite una strana circostanza cambia il modo di percepire il mondo che lo circonda. Dopo aver scoperto se stesso scopre anche le possibilità che la vita gli offre. Invece, a quella persona che è sempre in sella alla propria bici consigliamo senza ombra di dubbio La filosofia in bicicletta, di Walter Bernardi. Questo saggio, edito a Ediciclo nel 2013, esplora il legame tra la bicicletta e la filosofia partendo dall’idea secondo cui pedalare è l’attività perfetta per addentrarsi in riflessioni e pensieri profondi. Un libro leggero, divertente e stimolante che offre un approccio fresco alla filoso-
fia tra citazioni di Socrate, Kant e Nietszche. Non possiamo, poi, non citare Le anime gemelle, l’ultimo libro di Emiliano Gucci, edito da Feltrinelli nel 2021. Questo romanzo indaga il rapporto tra gemelli e affronta il tema del ‘doppio’, portando il lettore a riflettere sulle relazioni familiari e i legami di sangue. Il romanzo racconta le vicende di Fausto e Franco ed esplora i retroscena della gemellarità chiedendo al lettore: “Fino a che punto ci si può spingere per amore di un fratello?”. Infine, non mancano le proposte per i più piccoli, in particolare consigliamo Il piccolo libro della gentilezza di Francesca Pirrone, edito da Clavis. In questo dolcissimo libro, adatto a bambini dai 3 anni in sù, scopriamo l’importanza dell’essere gentili, di dire grazie e di condividere. Il protagonista è un piccolo maialino che desidera diffondere affetto e amore, sensibile alla condivisione alla cura dell’ambiente. Un libro delicato e toccante, con le meravigliosi illustrazioni di Francesca Pirrone. Si ringrazia per la gentile collaborazione Sandra Bandini e Libreria Gori Prato - Via Bettino Ricasoli, 26
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I SEDANI ALL A PR ATESE DI MEGABONO (PH. LUC A MANAGLIA)
SEDANO A CHI?
OTTO LUOGHI DI GUSTO E AUTENTICITÀ DOVE MANGIARE IL RE DELLA NOSTRA CUCINA, I L S E D A N O A L L A P R AT E S E DI SABRINA BOZZONI
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UN CULT DI OGNI TAVOLA PRATESE, DOVE NON MANCA MAI QUELL’INCONFONDIBILE PROFUMO DI RAGÙ 1. TR ATTORIA L APO 2. MEGABONO (PH. LUCA MANAGLIA) 3. L A VECCHIA CUCINA DI SOLDANO 4. INTERLUDIO RISTOR ANTE 5. OSTERIA DA NEDO
ITINERARIO FOOD
“Gli antichi, ne’ banchetti, s’incoronavano colla pianta del sedano, credendo di neutralizzare con essa i fumi del vino. Il sedano è grato al gusto per quel suo aroma speciale; per questo merita un posto fra gli erbaggi salubri” sono le parole di Pellegrino Artusi per celebrare uno dei grandi ortaggi protagonisti della cucina italiana, monsieur Sedano. Ma a Prato questa verdura è molto di più. Si innalza a simbolo di una tradizione culinaria che diviene magnificamente cultura popolare, detentrice di una ricetta che rappresenta essa stessa un intero territorio. Stiamo parlando, ovviamente, del Sedano alla Pratese. Ricetta di probabile origine medievale, se ne trova traccia in alcuni dipinti di autori toscani del XVI secolo e anche in alcuni ricettari dell’epoca. Un cult di ogni tavola pratese, veniva preparato e gustato - senza se e senza ma - l’8 settembre durante la tradizionale fiera di Prato: un rituale quasi liturgico, un atto di condivisione dove le differenze sociali lasciavano spazio a quell’inconfondibile profumo di ragù. Di questa ricetta esistono varie versioni e ogni famiglia nel tempo ha elaborato la sua anche perché, come accade per tutti i piatti poveri di origine popolare, le variazioni erano spesso dettate dalla disponibilità di certi ingredienti.
Il protagonista del piatto è - nemmeno a dirlo - il sedano che, una volta sbollentato in acqua, viene farcito con un ripieno a base di macinato di vitello, mortadella, parmigiano e uovo, fritto in olio bollente e poi ripassato in un corposo ragù di carne. La versione originale prevede che il ragù sia di anatra ma non è necessario essere troppo fiscali. Per una riuscita impeccabile invece vanno scelti dei cuori di sedano freschissimi, croccanti e turgidi, selezionando le coste di medie dimensioni, per poter accogliere perfettamente il ripieno. E oggi, dopo il grande successo della terza edizione del Sedano alla pratese Days, conclusa a fine ottobre, vogliamo celebrare il nostro piatto bandiera attraverso 8 luoghi del gusto dove il sedano alla pratese si rende protagonista di un’offerta culinaria semplicemente di qualità. Tovaglie a quadretti e autenticità. Alle porte del centro, un must have per chi è alla ricerca della più tradizionale cucina Made in Prato. In via Pomeria vi aspetta La Vecchia Cucina di Soldano: qui i sedani alla pratese sono coperti da un velo di sugo di carne. Proposti in forma di polpettine, tra gli ingredienti principali figurano, oltre ai sedani bianchi, il macinato di vitello e la mortadella (poi uova, battuto, spezie, parmigiano e via dicendo). Delle delizie assolutamente da provare. Entriamo in uno dei vicoli che costellano il centro storico pratese per un appunta-
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ITINERARIO FOOD
BAGHINO, UN’ICONA DELLA TRADIZIONE CULINARIA PRATESE
mento imperdibile, quello con Baghino, il monumento della tradizione culinaria pratese che sorge in via dell’Accademia. I suoi tavoli sono occupati da quasi 150 anni ma non sembrano dimostrarlo, sì perché non c’è niente di più contemporaneo della tradizione celebrata nel presente, come quella del sedano alla pratese che qui segue alla lettera i comandamenti dell’antichissima ricetta che necessita ben quattro giorni di lenta preparazione. Ed eccolo qui, su un piatto in finissima porcellana bianca con l’iconica ‘B’ del ristorante, il tenerissimo cuore di sedano è adagiato come su un letto di sapore, coperto da un lenzuolo di ragù e infine, come un morbido e piccolo cuscino su cui riposare, un ricciolo di burro dona tenerezza al boccone. Ci spostiamo nella maestosa piazza Mercatale dove la tradizione porta il nome della Trattoria Lapo, qui si racconta una storicità culinaria senza fronzoli, dove la cucina toscana si presenta in tutta la sua stagionalità. Da Lapo infatti i sedani alla pratese, realizzati con la più antica delle ricette, sono presenti solo ed esclusivamente quando la parte principale del piatto, ovvero il seda-
no stesso, è di altissima qualità. Ordinateli insieme ai pici alla ‘Gricia Pratese’ e concludete con il panfico ai fichi di Carmignano e riduzione al Vinsanto: il successo è assicurato. Siamo adesso in un piccolo luogo di sapore dove il Duomo della città diventa la scenografia perfetta per celebrare la sincerità a tavola. Parliamo dell’osteria Aroma di vino. Qui il nostro sedano alla pratese segue la ricetta della nonna: 12 ore di pura ritualità che sa anche stare al passo con i tempi, come? L’impasto è realizzato con pangrattato senza glutine, farina di riso e uova, secondo l’approccio gluten free del ristorante. Lo chef consiglia: abbinate i sedani con il fritto della casa (verdure di stagione con pastella di farina di riso e maizena) o con il purè con patate e provola affumicata, da non perdere. Passeggiando nella deliziosa via Santa Trinita, sarà facile concedersi una sosta di calore familiare e buona cucina da Osteria “su” Santa Trinita. Inserita nella celebre guida Slow Food, questo è il ristorante dove ‘sentirsi a casa’ non è solo un concetto volatile. Qui potrete trovare tutte le ricette tipiche della tradizione pratese
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PRATO, VI A
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ITINERARIO FOOD
UNA SOSTA DI CALORE FAMILIARE E BUONA CUCINA ALL’ OSTERIA “SU” SANTA TRINITA
alle quali non mancheranno ‘variazioni sul tema’. A proposito di Sedano alla pratese, il segreto sta anche nella farcitura, dove troveremo, ad insaporire il tutto, la salsiccia della celebre macelleria Mannori. La combo perfetta con il nostro sedano? Quella con i tortelli giganti ripieni di mortadella di Prato e patate con il ragù in bianco di cinta senese. Può essere un’osteria tradizionale, ma innovativa allo stesso tempo? Dopo aver provato la cucina dell’osteria Da Nedo la risposta è si. Siamo ad un passo dal celebre Teatro Metastasio e nel cuore della movida pratese per assaporare una versione di sedano alla pratese giovane e ‘rock’. Si tratta di un sedano classico ma rivisitato nel servizio: viene farcito e fritto come da tradizione ma servito in stile Roll, tipo sushi. Ordinatelo in coppia con i piatti must come il peposo alla Nedo, con ben sette tipi di pepe diversi; la carbonara di Nedo o le polpette polpette al sugo. Passione. Amore. Amicizia. Questo il connubio che sta dietro al Megabono, piccolo ristorante nascosto nell’intimità di via Per Lapo Mazzei. Un ambiente curato nel dettaglio, dove piatti della tradizione culinaria pratese e toscana si incontrano. In una per-
fetta armonia di sapori, i sedani alla pratese di Megabono seguono la classica ricetta della tradizione utilizzando materie di prima qualità, acquistate prevalentemente nei negozi di vicinato in modo da assicurare freschezza e filiera corta. Ci spostiamo dal clamore del centro storico per raggiungere un’istituzione di bellezza e cucina. Si perché basta dire “Logli” che a Prato lo conoscono tutti. Si pensa subito alla cucina tipica, alla carne alla brace, al più noto ristorante in collina, aperto nel 1948, da cui si gode un meraviglioso panorama di tutta la città. Al Logli il sedano alla pratese assume la forma di un’incredibile polpettina di sedano, che si realizza seguendo l’antica ricetta di famiglia, ovvero lessando tutto il sedano, comprese le foglie, a cui viene aggiunto ragù di carne, uovo, parmigiano, un pizzico di noce moscata, sale e pepe. Con il composto così ottenuto si formano delle polpette che vengono passate prima nella farina, poi nell’uovo e fritte. Una volta fritte vengono ‘rimesse’ nel sugo, fatte insaporire e poi servite con un crostone di bozza pratese tostata. Abbinatelo alle penne alla Logli (in carta dal 1948) o allo stracotto e vedrete come saranno ‘la morte sua’.
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TIR ATISSIMA APRE IN VIALE DELL A REPUBBLICA 236 A PR ATO
FOCUS FOOD
TIRATISSIMA RADDOPPIA
LA PIZZERIA GOURMET, D O P O F I R E N Z E , A P R E A N C H E A P R AT O D I T E R E S A FAV I
Dicembre 2024 segna un evento imperdibile per gli amanti della pizza gourmet: Tiratissima, il rinomato locale fiorentino inaugurato nel 2022 dai due imprenditori Simone Arnetoli e Laura Tosetti a Firenze, apre la sua seconda sede a Prato, proprio di fronte al Museo Pecci. Siamo nel tempio della pizza ‘lunghissima’ abbinata a signature cocktail che la trasformano in un’experience unica. In uno spazio ampio e dal design ricercato, il nuovo locale sorge in un edificio recuperato dalla Nigro Costruzioni e trasformato dallo Studio Alfonso Femia di Milano. A fare da cornice, un elegante dehor pensato per aperitivi e serate dopocena, animato da un programma di musica dal vivo. Gli interni, firmati da Laura Tosetti, riflettono un’estetica sofisticata che combina elementi eclettici: carte da parati accattivanti, tessuti etnici, pezzi vintage e arredi su misura realizzati da artisti e
abili artigiani locali. Tra questi, spicca un bancone bar di nove metri, ispirato a un’elegante stile coloniale; un pezzo unico senza tempo. La proposta, ricalca l’originalità che ha fatto la fortuna di Tiratissima a Firenze: pizza gourmet, preparata con ingredienti di altissima qualità, accompagnata da una selezione di cocktail d’autore, vini e champagne di prim’ordine. La pizza lunga, servita su un raffinato tagliere sospeso, diventa un vero e proprio rito per i gruppi, introdotta dal suono del gong e dal celebre jingle di Mina, Ma che bontà. Tra le novità, la carta dei dessert che rende omaggio a Prato e ai maestri pasticceri pratesi. Anche il carrello dei drink, vero simbolo di Tiratissima, continua a sfilare tra i tavoli, portando un tocco di spettacolarità alla convivialità. Un luogo dove design, gusto e atmosfera si incontrano, pronto a diventare il nuovo punto di riferimento per il pubblico più esigente.
PIZZA ‘LUNGHISSIMA’ E SIGNATURE COCKTAIL IN UNA LOCATION ORIGINALE E RAFFINATA
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APERTA NEL 2020, L A MACELLERIA DI FILIPPO PERILLO SI TROVA A PR ATO IN VIA DEL CASTAGNO, 31
FOCUS FOOD
SAPORI AUTENTICI FILIPPO CARNI, LA MACELLERIA MODERNA D O V E L A T R A D I Z I O N E I N C O N T R A L’ I N N O V A Z I O N E PHOTO FRANCESCO GIANNELLA
Creatività, passione e una tradizione di famiglia che si evolve alla ricerca di proposte sempre uniche e particolari. Sono questi gli ingredienti che rendono la macelleria Filippo Carni, in via del Castagno, una delle eccellenze di Prato. Ereditate dedizione, competenza e professionalità dal padre, che ancora lo affianca, è nel 2020 che Filippo Perillo, dopo anni di esperienza nel settore, decide di coronare il suo sogno e intraprendere il proprio percorso imprenditoriale. È così che nasce Filippo Carni, un concetto moderno di macelleria, con ricette creative e sorprendenti, sempre però nel rispetto di una delle arti più antiche del mondo. L’eccellenza inizia dalla selezione di produttori e grossisti facenti parte di filiere che possono garantire materie prime di alta qualità con una riconoscibilità propria nel mercato. È poi nella lavorazione che tradizione e innovazione coesistono e si sviluppano in egual modo. La prima si rispecchia nei tagli
classici, gli stessi che da sempre imbandiscono le nostre tavole. La seconda, l’innovazione, risiede invece nell’elaborazione del prodotto, ‘trasformato’ in pietanze ricche di buon gusto, pronte per essere cotte, così che, nonostante i ritmi incalzanti della società odierna, non si debba rinunciare ai sapori autentici di quei piatti frutto di lunghe preparazioni, spesso oggi proibitive. Ultima ma non per importanza, la lavorazione della carne con la tecnica dry aged. Una frollatura meticolosa, applicata a diverse tipologie di lombate provenienti da tutta Europa, che acquistano così una morbidezza e un gusto impareggiabili. Il controllo dell’umidità e della temperatura permettono alla lombata, che si trova all’interno del maturatore (dry ager), di frollare correttamente, senza alcun tipo di imperfezioni. Quello che ne deriva è ‘l’incontro’ con sapori decisi, quasi amaricanti, attraverso i quali il cliente ha l’opportunità di effettuare un ‘viaggio’ dalla netta identità, impossibile da dimenticare.
TAGLI CLASSICI DI CARNI DI PRIMA QUALITÀ E PROPOSTE UNICHE E CREATIVE PRONTE ALLA COTTURA
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FOCUS FOOD
VIA UDINE, 56 -
DOVECER AL ACOPPE
FILOSOFIA DEL GUSTO
DOVEC’ERALACOPPE: LA CUCINA BUONA CHE GUARDA AL FUTURO DI FRANCESCA LOMBARDI
Cura del cibo. Ma anche cura delle persone, dell’accoglienza, del team, dei dettagli… Sono questi, e molti altri, i punti di forza di Dovec’eralacoppe bar e cucina. Difficile descrivere l’entusiasmo e la passione di Justyna Pawlowska, proprietaria insieme ai soci del locale in città. È una energia contagiosa che profuma di torte appena sfornate, fragrante come un pane artigianale, sana come un cesto di verdure di stagione. La filosofia del locale - che si parli di colazione, dei pranzi frequentatissimi, degli aperitivi ricercati - è privilegiare il biologico e il biodinamico, dove è possibile; scegliere produttori locali e cibi stagionali; e non ultimo, partire dalla materia prima e seguire ogni singolo passaggio internamente, dedicando l’attenzione che merita. Anche un semplice caffè qui è speciale: grazie alla macchina firmata Marzocco, un oggetto per intenditori, ogni tazzina è una espe-
rienza. Non lasciare niente al caso: questo avviene per la pasticceria del mattino, per i salati gustosi (anche vegetariani e vegani), per il pranzo e per i catering e le cene esterne in cui Justyna e il suo team sono specializzati. A questo proposito la collaborazione con Gonfienti 34, struttura ricettiva di grande charme, è un incontro a alto contenuto professionale: entrambi condividono la cultura del buon cibo e i loro eventi, che si parli di cene con chef stellati o eventi a tema come quello anni ’50 del prossimo 19 dicembre, sono di grande livello e cura dei dettagli. “Siamo un gruppo quasi interamente al femminile, che concilia la nostra ancestrale inclinazione a occuparsi degli altri con uno sguardo all’ambiente e al futuro” spiega Justyna. E adesso che il mattino è diventato il momento più ‘cutie’ per incontrarsi, che dite di vedersi qui a colazione?
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Nuova Tiguan
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OROSCOPO 2025
IL CIELO DEL 2025
A CURA DI CLAUDIO CANNISTRÀ, la Bottega dell’Astrologo, Associazione culturale pratese
Grandi novità si profilano all’orizzonte nel cielo del 2025, infatti, se analizziamo il percorso dei pianeti lenti, numerosi sono i cambi di segno che si verificano. Ognuno di questi passaggi potrà provocare eventi importanti sia a livello collettivo che individuale. Vediamo il dettaglio temporale di questi spostamenti. Il primo pianeta a cambiare di segno sarà Nettuno che il 30 marzo passerà dai Pesci in Ariete; arriverà fino a 2° Ariete per rientrare in Pesci il 22 ottobre e terminare l’anno a 29° 30’ del segno. Seguirà Saturno che il 25 maggio dai Pesci entrerà sempre in Ariete, fermandosi a 2°, per poi ritornare in Pesci l’1 settembre e finire l’anno a 26° di questo segno. Il 9 giugno sarà la volta di Giove che passerà dai Gemelli al Cancro. Il pianeta, detto Grande Benefico, percorrerà rapidamente questo segno per trovarsi alla mezzanotte de 31 dicembre a 21°. Infine, il 7 luglio Urano lascerà l’ultima decade del Toro per entrare in Gemelli, arrivando fino a 1° 26’ e ritornare in Toro l’8 novembre, trovandosi il 31 dicembre a 28° del segno.
Plutone sarà l’unico tra i pianeti lenti a non cambiare di segno rimanendo nel corso dell’anno tra 1° e 3° dell’Acquario. Oltre a questi cambiamenti planetari, nel corso del 2025 assisteremo a quattro eclissi, fenomeni che, secondo gli astrologi antichi, possono influenzare la meteorologia e gli avvenimenti internazionali. Il 14 marzo 2025 assisteremo ad un eclissi totale di Luna, che si verificherà alle ore 6:59 T. U. (Tempo Universale); il fenomeno sarà visibile in America e parzialmente in Italia fino al sorgere del Sole. Sabato 29 marzo 2025 avremo un eclissi parziale di Sole, alle ore 10:48 T. U., che interesserà l’Europa settentrionale. Domenica 7 settembre 2025 assisteremo ad un altro eclissi totale di Luna, che si verificherà alle ore 18:12 T. U. (ore 20:12 italiane); il fenomeno sarà visibile nel nostro paese a partire dall’inizio della fase di totalità con completo oscuramento del disco lunare. Infine il 21 settembre 2025 avremo un secondo eclissi parziale di Sole, alle ore 19:42 T. U., che, però, interesserà Oceania e Nuova Zelanda.
UNA PANORAMICA SUI MOVIMENTI DEI PIANETI
Le indicazioni interpretative si riferiscono alla sola posizione del Sole nei segni, perché un’analisi previsionale specifica richiede la conoscenza di data, ora e luogo di nascita del soggetto. Per informazioni sui corsi e le attività culturali organizzate scrivere a: labottegadellastrologo@gmail.com; canniclau@libero.it Disegni dei segni zodiacali opera di Pacpainter - www.pacpainter.it 81 PRATOREVIEW
OROSCOPO 2025
MESSAGGI DALLE STELLE
Consigli a trecentosessanta gradi seguendo il percorso degli astri d i C l a u d i o C a n n i s t r à ARIETE (21 marzo - 20 aprile) BILANCIA (23 settembre - 22 ottobre) Giove è protettivo fino a maggio, ma da giugno in avanti vi richiede cautela in campo finanziario e organizzativo. I nati 21-24 marzo risentono del passaggio di Nettuno e Saturno sui gradi del loro Sole, mentre le energie di Urano dai Gemelli e Plutone dall’Acquario portano cambi importanti.
Fino a maggio godete della protezione di Giove, che favorisce progetti di lavoro e di studio. Da giugno usate cautela nelle questioni burocratiche, cercando di agire con chiarezza in campo organizzativo. Nati 23-25 settembre affaticati e confusi. Per tutti prudenza in agosto e settembre.
TORO (21 aprile - 20 maggio)
SCORPIONE (23 ottobre - 22 novembre)
Da metà aprile a metà giugno il quadrato Primi mesi dell’anno con tanta energia e di Marte crea nervosismo e stress vari; crescente costruttività, anche se Urano poi il sestile di Giove può aiutare prodisturba ancora i nati 15-22 novembre. gressivamente prima i nati di aprile e poi Da giugno l’entrata di Giove nel segno quelli di maggio. Nati 21-24 aprile in una amico del Cancro schiude nuovi scenari fase di complesse trasformazioni. Venere vi sorride e vi coc- di espansione un po’ a tutti. A novembre riceverete la visita cola in gennaio, giugno e agosto. della dolce Venere.
GEMELLI (21 maggio - 21 giugno)
SAGITTARIO (23 novembre - 21 dicembre)
Giove, ancora positivo fino in primavera, La situazione ancora difficile a inizio aiuta i nati di giugno ad essere costrutanno per i nati 7-20 dicembre evolve in tivi e a trovare soluzioni definitive, da meglio col passare dei mesi: liberarsi dai tempo cercate. Solo i nati 21-23 maggio freni saturnini è un sollievo senza pari, sono invitati alla prudenza in estate e che apprezzerete in estate. Nettuno autunno. Venere e Marte sensazionali per tutti tra agosto amichevole e fantasioso alimenta da aprile la creatività dei e settembre. nati 23-25 novembre; Plutone li trasforma.
CANCRO (22 giugno - 22 luglio)
CAPRICORNO (22 dicembre - 20 gennaio)
La notizia fondamentale riguarda l’enL’opposizione di Giove da giugno in avantrata di Giove nel segno dal 9 giugno; il ti consiglia di evitare le esagerazioni transito del pianeta “Fortuna Major” può pratiche e… alimentari; il fegato va proportare eventi positivi inattesi o sbloccatetto! Marte è ostile per i nati di gennaio re situazioni stagnanti: è un periodo di fino a metà aprile e in ottobre. Venere crescita. Solo i nati 22-24 giugno sembrano, in estate, affati- collabora in gennaio e novembre. In primavera/estate nati cati, frenati e con le idee confuse. 22-24 dicembre frenati e confusi.
LEONE (23 luglio - 23 agosto)
ACQUARIO (21 gennaio - 19 febbraio)
Nei primi mesi dell’anno, Giove protegge L’asteroide Pallade, che da marzo staancora la terza decade, mentre le tenzionerà nel segno, porta nuove idee ed sioni uraniane si attenuano. Da aprile si interessi. Plutone con la sua carica psicosbloccano i nati 23-26 luglio: arrivano analitica, Nettuno con le sue intuizioni e praticità e intuizioni. Da metà aprile a Urano portatore di novità spingono i nati metà giugno il transito di Marte nel segno consiglia a tutti 21-24 gennaio a espandersi. Venere è deliziosa in maggio, pazienza e prudenza fisica. luglio, dicembre.
VERGINE (24 agosto - 22 settembre)
PESCI (20 febbraio - 20 marzo)
La sosta di Venere tra gennaio e aprile Da giugno, la nuova posizione neutrale conforta i nati tra il 7 e il 18 marzo, che di Saturno aiuta la libertà interiore della sono supportati anche dalla spinta enerterza decade, mentre Giove supporta in getica di Marte. Poi, dal 10 giugno aiuti maniera straordinaria la prima e la sevengono anche dal trigono di Giove, che conda. Luglio evidenzia ancora tensioni, ma l’autunno favorisce le finanze. Nati 23-25 agosto in fase apre nuovi scenari ai nati da febbraio al 14 marzo. Per tutti prudenza in luglio e novembre. di grandi cambi. Prudenza per tutti a luglio e novembre. 82 PRATOREVIEW
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