Sommelier Toscana n.42

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TOSCANA N.42

L a r i v i s t a d i A i s To s c a n a

THE BEST SOMMELIER IN ITALY FOOD & WINE IN PROGRESS Tastings at the home of Ferrari Wine in amphoras Sweet wines and panettone cakes


2020

Vendemmia 2014


GUIDA VINI D’ITALIA GAMBERO ROSSO


il genius loci

vignaioli nella Bolgheri DOC Toscana

TERRITORIO ARTIGIANALITÀ CULTURA

Guado al Melo di Michele ed Attilio Scienza - località Murrotto 130A, Castagneto C.cci (LI) tel. 0565 763238 info@guadoalmelo.it www.guadoalmelo.it VISITE, DEGUSTAZIONI, MUSEO DEL VINO


CONTENT

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Toscana Sommelier | Winter 2019-2020 | N. 42

11 Editorial La seconda volta The second time

18 Food & Wine in progress 2019 Il meglio della Toscana The best of Tuscany

12 Giampiero Danti Doni del bosco Gift from the forest

24 Vitae 2020 Il lavoro della squadra toscana The job of the Tuscan team

13 Matteo Lusanna Nuovi Orizzonti New Horizons

74 Corsi AIS Toscana Un fiore all’occhiello Prestigious projects

14 E/N Enoteca Naturale Mutamenti Changes

WINE TASTINGS

AIS TOSCANA WORLD

30 Attilio Scienza Anfora, un’esperienza incredibile The Amphora Experience 35 Antonio Arrighi Coraggio e spirito di ricerca The Courage and the Spirit of the Search

16 Valentino Tesi Il miglior sommelier d’italia parla ancora toscano The Best Sommelier in Italy still speaks Tuscan

36 Best selection Vini in Anfora Wine in amphoras

15 Distilled Un secolo di successi A century of successes


VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO

DAL 1966 IL PRIMO VINO ITALIANO A DENOMINAZIONE DI ORIGINE

www.vernaccia.it

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Intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana - sottomisura 3.2


CONTENT

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Toscana Sommelier | Winter 2019-2020 | N. 42

40 Focus Speciale vini in anfora Amphora winemaking 48 Passiti e Panettoni Dolci intrecci esclusivi Sublime sweet pairings 56 Cantine Ferrari Intensi e leggeri Intense and light WINE WORLD 64 Chianti Geografico Venti di cambiamento Wind of change 66 Cantina i Vini di Maremma Nuove direzioni New Paths

70 Sensi Vini

Un gioiello di nome Fattoria di Calappiano

A jewel named Fattoria di Calappiano

72 Bulichella Il viaggio di Hide Hide’s journey 78 Podere La regola Maestri d’accoglienza Masters of hospitality 80 Pecorino Toscano Dop Con l’ambiente non si scherza The environment is no joke RINNOVO QUOTA ASSOCIATIVA AIS 2020 È possibile rinnovare l’adesione all’AIS nei seguenti modi: Internet, sul sito www.sommelier.it; c/c postale n. 58623208 intestato a Associazione Italiana Sommeliers,

68 Colle Bereto Qualità Naturale Natural quality

Viale Monza n. 9, 20125 Milano, causale ‘Quota AIS 2020’; Bonifico bancario, Banca Prossima Gruppo Intesa - Conto intestato a: Associazione Italiana Sommeliers – codice IBAN IT61X0335901600100000070370. La quota associativa è di 90 euro e comprende l’abbonamento annuo alla rivista ufficiale AIS e alla guida “Vitae” edizione 2020.


Presidente - Cristiano Cini Direttore Responsabile - Marzia Morganti Tempestini Condirettore - Matteo Parigi Bini Direttore Editoriale - Antonio Stelli Vicedirettori - Teresa Favi, Francesca Lombardi Consulente Marketing - Riccardo Berti Direttore Commerciale - Alex Vittorio Lana Rivista realizzata da: Gruppo Editoriale S.r.l. Gruppo Editoriale

Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini Via Piero della Francesca, 2 – 59100 Prato - Tel. 0574 730203 Iscrizione al Registro degli Organi di Comunicazione (ROC): 18374 www.gruppoeditoriale.com - redazione@gruppoeditoriale.com In redazione: Matteo Grazzini,Virginia Mammoli, Sabrina Bozzoni Hanno collaborato: Andrea Aliberti, Paolo Bini, Emiliano Bogani, Fabio Ceccarelli, Marco Mancini, Barbara Massai, Michela Tassi, Niccolò Tempestini, Leonardo Taddei Grafica: Martina Alessi, Melania Branca Traduzioni: Tessa Conticelli, NTL Traduzioni, The Florentine Foto: Andrea Dughetti - AD Fotografia (cover), Lorenzo Cotrozzi, Dario Garofalo, Nicola Impallomeni Guido Orlandi, New Press Photo, Pierpaolo Pagano, Pasquale Paradiso, Marco Russo Pubblicità: Gianni Consorti, Alessandra Nardelli Editore: Associazione Italiana Sommelier - AIS Toscana - Registrazione Tribunale di Prato n.15 del 29/10/2003 CONSIGLIO REGIONALE A.I.S. TOSCANA presidente regionale

Cristiano Cini - presidente@aistoscana.it vice-presidente regionale Marcello Vagini - delegato.siena@aistoscana.it revisori contabili regionali

Oreste Franco Belli - franco@studiotofani.it Francesca Brazzini - francesca.brazzini@studiobrazzini.it Francesco Luchetti - g.lucchetti@tin.it

vice-presidente nazionale e responsabile area formazione nazionale

Roberto Bellini - champagne.robertobellini@gmail.com presidente collegio revisori legale nazionale

Giovanni Luchetti - g.luchetti@tin.it

responsabile regionale concorsi

Simona Bizzarri - simo.bizzarri@gmail.com Coordinatore didattico regionale e referente guida Vitae Leonardo Taddei - delegato.lucca@asitoscana.it CONSIGLIERI REGIONALI Responsabili marketing e comunicazioni Andrea Galanti - andrea.galanti@aistoscana.it Maurizio Zanolla - maurizio.zanolla@aistoscana.it Responsabile grandi eventi - Delega gestione ufficio Osvaldo Baroncelli - osvaldo.baroncelli@aistoscana.it Delega al bilancio Luca Radicchi - luca.radicchi@aistoscana.it Responsabile servizi regionali Massimo Rossi - delegato.arezzo@aistoscana.it DELEGATI

Apuana Lorenzo Chiappini - delegato.apuana@aistoscana.it | Arezzo Massimo Rossi - delegato.arezzo@aistoscana.it Firenze Massimo Castellani - delegato.firenze@aistoscana.it | Grosseto Antonio Stelli - delegato.grosseto@aistoscana.it Livorno Massimo Tortora - delegato.livorno@aistoscana.it | Isola d’Elba Antonio Arrighi - delegato.elba@aistoscana.it Lucca Leonardo Taddei - delegato.lucca@aistoscana.it | Pisa Alessandro Balducci - delegato.pisa@aistoscana.it Pistoia Luca Carmignani - delegato.pistoia@aistoscana.it | Prato Bruno Caverni - delegato.prato@aistoscana.it Siena Marcello Vagini - delegato.siena@aistoscana.it | Val d’Elsa Luigi Pizzolato - delegato.elsa@aistoscana.it Versilia Claudio Fonio - delegato.versilia@aistoscana.it | Segreteria Regionale: Francesco Ruchin - ass.toscana@aistoscana.it Trimestrale - spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, comma 20/b, legge 662/96 firenze - euro 3,50 FREE Copy

Stampa: Tipografia Baroni & Gori - Prato


Petra Azienda Agricola LocalitĂ San Lorenzo Alto, 131 57028 - Suvereto (LI), Italia 0565 845308 info@petrawine.it visit@petrawine.it petrawine.it



EDITORIAL text Cristiano Cini

LA SECONDA VOLTA

L’entusiasmo per una grande vittoria nazionale, Food & Wine in Progress, i nuovi corsi The plaudits pour in for a great national victory, Food & Wine in Progress, new courses

S

iamo ancora Campioni d’Italia. Per il secondo anno consecutivo. Il titolo si sposta da Firenze a Pistoia ma resta in Toscana. L’orgoglio e l’entusiasmo sono alle stelle, la nostra Associazione si conferma come una delle più prestigiose a livello nazionale. Così come la nostra Scuola Concorsi, realtà di eccellenza che Simona Bizzarri, responsabile dell’area Concorsi, gestisce con grande professionalità. Non poteva esserci modo migliore per introdurre Food & Wine in Progress, l’evento che per due giorni alla Stazione Leopolda di Firenze mette insieme la figura del sommelier e quella dello chef sempre più “intrecciate”. Ci saranno circa 1.000 vini in degustazione, con l’Eccellenza di Toscana, che riunisce anche quest’anno oltre 140 produttori delle denominazioni più significative per la Regione. Ci saranno, ai banchi d’assaggio i vini che nella Guida Vitae 2020 di AIS hanno ottenuto il massimo punteggio, le quattro viti. La loro presentazione, che si è svolta a Roma, ha avuto l’onore di ospitare anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha sottolineato l’importanza dei territori di riferimento. I territori, appunto, che quotidianamente raccontiamo nei vari livelli dei nostri corsi nelle delegazioni, nei tasting speciali che abbiamo sperimentato per i non vedenti e per i sordi, e nelle degustazioni di vino, di olio e, più recentemente, anche di birra, per dare pieno riconoscimento all’elemento naturale che contribuisce a rendere unico ogni vino. Unico come il progetto dei vini vinificati in anfora dopo che le uve sono state immerse nel mare dell’Isola d’Elba sull’esempio del vino di Chio. Un esperimento condotto dal professor Attilio Scienza e dal nostro delegato dell’Elba Antonio Arrighi, pioniere tra l’altro della vinificazione in anfora in Toscana, argomento al quale abbiamo dedicato una degustazione. Prossimi alle festività natalizie, siamo stati ospitati da Cantine Ferrari per una straordinaria degustazione di bollicine con cui salutare l’anno nuovo, e abbiamo assaggiato alcuni dei migliori passiti in abbinamento a panettoni eccellenti. Gli ingredienti per inaugurare un 2020 carico di aspettative e soddisfazioni ci sono tutti, facciamone il miglior uso possibile.

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We are Champions of Italy for the second year running.The title has moved a few miles, from Florence to Pistoia, but it remains in Tuscany. Our pride and enthusiasm is boundless, as our Association accepts one of the most prestigious prizes in the country. This is what it’s like at our Scuola Concorsi, a place of absolute excellence which Simona Bizzarri, competition organiser, manages with consummate professionalism. And there could not be a better way to introduce Food & Wine in Progress, the event at Florence’s Stazione Leopolda which for two days unites the figure of the sommelier with that of the chef,. L’Eccellenza di Toscana will assemble around 1,000 wines for the tasting, from more than 140 producers of the region’s most important denominations; most importantly, the tasting stalls will be laden with wines which have earned the maximum score of four vines in AIS’ Guida Vitae 2020. Their presentation, which took place a few weeks ago in Rome, had an honoured guest in Prime Minister Giuseppe Conti, who talked about the importance of the representative territories. Those territories, indeed, we talk about every day at various levels: in our delegations, in our new experiment of special tastings for the hard of sight and hearing; in our wine, oil and, more recently, even beer tastings. We talk about them in order to fully recognise the natural element that goes into making each wine unique. As unique as the history-science project that has taken place on the Isle of Elba, following the example of Chios: the project of making wines in amphoras, after the grapes have spent time in the sea. This experiment was led by Professor Attilio Scienza and our Elban delegate Antonio Arrighi, among other things a pioneer of amphorated winemaking in Tuscany. We have dedicated a tasting session to this subject, involving the best wines of the region. Finally, as we approach the festive period, Ferrari host us for an extraordinary sparkling wine tasting to toast the new year. We also review some of the finest raisin wines and their ideal pairings with some excellent panettoni. We have all the ingredients we need to welcome in a 2020 full of expectation and fulfilment: let’s make the best use of them we can.


TERRITORY PEOPLE text Niccolò Tempestini

Giampiero Danti della Danti di Casotti di Cutigliano, dal 1965 trasforma e commercializza frutti spontanei del sottobosco Giampiero Danti has been processing and marketing wild forest fruits since 1965

DONI DEL BOSCO Giampiero Danti e i suoi prodotti dell’Abetone Giampiero Danti and his produce from Abetone

Tutto il profumo del bosco dell’Appennino Tosco-Emiliano. A farlo respirare attraverso i suoi prodotti è Giampiero Danti della Danti di Casotti di Cutigliano, a due passi dall’Abetone, che dal 1965 trasforma e commercializza frutti spontanei del sottobosco. La vostra è una attività di famiglia? Lo era, adesso abbiamo 11 dipendenti e siamo due soci; oggi raccogliamo solo qui nei boschi dell’Abetone e quest’anno abbiamo raccolto ben 1500 quintali di mirtilli locali. Lo stabilimento di produzione nel medesimo contesto boschivo, è una scelta strategica? Sì certamente, essendo sul posto il prodotto viene lavorato immediatamente, così non subisce alterazioni e non si deteriora. A quali procedimenti vengono sottoposti i frutti di bosco prima di essere messi in commercio? Vengono passati su macchinari per la pulizia dalle impurità e ventilati, poi surgelati o inviati freschi in tutta Italia, soprattutto al Nord dove il mirtillo è molto apprezzato. Lavorate solo frutti di bosco o anche altri prodotti? Soprattutto frutti di bosco, ma anche il fungo porcino. Cosa rende i frutti di bosco dell’Abetone un’eccellenza nel suo genere? Il clima che permette una maturazione più lunga e dunque un prodotto migliore, ma anche il fatto che facciamo la raccolta interamente a mano.

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All the scent of undergrowth of the Tuscan-Emilian Apennines: this is the scent of the products made by Giampiero Danti of Danti di Casotti di Cutigliano, just a few kilometers from the Abetone mountain. He has been processing and marketing wild forest fruits since 1965. Is yours a family-run business? It used to be, now there are two business partners and 11 employees. We currently harvest the fruits only here, in the Abetone woods where, this year, we picked 1,500 quintals of local blueberries. Your production plant is located in the same place, is this a strategic choice? Yes, it definitely is, for we are able to process the fruits immediately, keeping them from spoiling and going bad. What processing do the forest fruits go through before being released on the market? A machine cleans the fruits from impurities and ventilates them, then they are frozen or shipped fresh across Italy, in particular, to Northern Italy where blueberries are in great demand. Do you process only forest fruits or other products as well? Mostly forest fruits, but also Porcini mushrooms. What makes the Abetone’s forest fruits so unique of their kind? The climate, which ensures longer ripening and, thus, better quality, but also the fact that all the harvesting is performed by hand.


SOMMELIER THE WORLD text Niccolò Tempestini

Matteo Lusanna, partito 5 anni fa per divulgare – attraverso Aenoteca, in Laos - le proprie conoscenze enologiche Matteo Lusanna is faced with, having moved to Laos five years ago to share his wine knowledge

NUOVI ORIZZONTI Un sommelier nel Laos. Il nostro incontro con Matteo Lusanna A sommelier in Laos. We meet Matteo Lusanna

Wine Buyer e Sommelier in una realtà territoriale lontana e con una differente cultura del vino: questa è la sfida di Matteo Lusanna, partito 5 anni fa per divulgare – attraverso ad Aenoteca, in Laos le proprie conoscenze enologiche. A che livello è la cultura del vino nel sud est asiatico? Bere vino è uno status symbol e un mercato in crescita. Come viene percepita la figura del sommelier? Figure importanti, quasi dei sacerdoti. Il tocco umano e la descrizione con parole semplici ci rende più credibili degli smartphone. Intravede un futuro per la figura del sommelier in una realtà come il Laos? Certamente. C’è molto lavoro da fare per formazione e divulgazione. È un’opportunità da non perdere. Quali sono (se ce ne sono) i vini italiani più richiesti? Direi che la testa d’ariete è il Prosecco. I clienti più esperti non disdegnano i vini Toscani e del Nord. Ha partecipato a diversi concorsi, quanto le è servita la preparazione AIS per diventare un ambasciatore nel mondo del vino italiano? I corsi AIS sono stati fondamentali per capire tutto il lavoro e la fatica che c’e’ dietro un’etichetta. Sviluppare conoscenza, capacità di giudizio e descrizione della degustazione. In ultimo, se mi è consentito, la fortuna di avere frequentato i corsi AIS in una città come Londra, un parco giochi per chi studia il mondo del vino per opportunità, contatti e tasting (tutti I vini del mondo passano per Londra…).

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Wine buyer and sommelier in a far-away country having a different wine culture. This is the challenge Matteo Lusanna is faced with, having moved to Laos five years ago to share his wine knowledge. How developed is the culture of wine in Southeast Asia? Drinking wine is a status symbol but the wine market is growing. How is the figure of the sommelier perceived? It is an important figure, nearly as important as a priest. The human touch and describing things in simple terms makes us more trustworthy than smartphones. Do you believe there is a future for sommeliers in a country like Laos? Definitely. There’s a lot of work ahead as far as training and information is concerned, but it’s an opportunity we cannot miss. What Italian wines, if any, are the most popular? I think the most popular is Prosecco. But wine connoisseurs enjoy Tuscan and Northern Italian wines too. You took part in several wine competitions. Was AIS training useful to become an ambassador of Italian wine in the world? AIS courses have been crucial to my understanding of the hard work behind a wine label and developing knowledge, judgement and skills in describing a wine. And, if I may add, I was lucky enough to attend AIS courses in a city as amazing as London, so full of opportunities, contacts and tastings for those who aim at a career in the wine business (London is the place where you can find all the wines in the world…).


WINE SHOP text Niccolò Tempestini

Guido Cerretani, Marta Gianotti e Francesca Agnello, insieme a Rocco Galasso, gestiscono a Milano Enoteca Naturale, affacciata sul Parco delle Basiliche Guido Cerretani, Marta Gianotti and Francesca Agnello, with Rocco Galasso have been running the Enoteca Naturale in Milan

MUTAMENTI

Vini veri e integrazione sociale, da E/N Enoteca Naturale a Milano True wines and social integration. The Enoteca Naturale in Milan Si chiamano Guido Cerretani, Marta Gianotti e Francesca Agnello, hanno in comune la passione per i vini naturali e i prodotti gastronomici di qualità e insieme a Rocco Galasso, responsabile selezionatore dei vini. Dal 2018 gestiscono a Milano Enoteca Naturale, in un luogo simbolico e suggestivo, affacciato sul Parco delle Basiliche. L’enoteca è in un luogo significativo, Casa Emergency. Perché? Volevamo creare un progetto con una associazione umanitaria, unire la ristorazione a un progetto sociale: Emergency ci ha messo a disposizione i locali per realizzarlo. La vostra attività ha un fine sociale. Qual è? Facciamo attività sociali anche con il Comune di Milano e parte del ricavato va a Emergency; inoltre coinvolgiamo con tirocini alcuni richiedenti asilo. Quali sono i vini più richiesti nella vostra vineria? Cambiamo sempre, dai 12 ai 15 vini al calice ogni settimana, diversi da tutta Europa e anche oltre; non abbiamo una carta dei vini ma li raccontiamo prima di far assaggiare. È questo il nostro concetto di naturalità. Un vino che consigliereste? Vini speciali che le persone non sono abituate ad assaggiare. Avete sperimentato una formula piuttosto originale, le serate “wine roulette”. Cosa sono? Sono occasioni di incontro con diversi produttori di vino, che invitiamo con il proposito di far sentire tanto loro quanto i clienti come a casa.

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Their names are Guido Cerretani, Marta Gianotti and Francesca Agnello, and they share the same passion for natural wines and fine quality foods. Together with Rocco Galasso, who is in charge of wine selection activities, since 2018 they have been running the Enoteca Naturale in Milan, in a location that is both symbolic and evocative,. Your wine bar is housed in a sigificative location, Casa Emergency. Why? We set out to create a project in partnership with a humanitarian association in order to combine catering with a social project: Emergency offered us the use of their premises to do so. Your activity has a social mission. What is it, exactly? We are also engaged in social activities with the Municipality of Milan and part of our profits are donated to Emergency itself; besides we also employ some asylum seekers as apprentices. Which are the most popular wines in your wine bar? We vary our offering all the time, from 12 to 15 wines are served by the glass every week, different labels from all over Europe and elsewhere; we don’t actually have a wine list but we describe the wine before serving it. This is our concept of natural wine. You have experimented a somewhat original formula, consisting in “wine roulette” evenings. What are they exactly? They offer an opportunity to meet the various wine producers we invite to the venue, with the intent to make them and our customers feel at home.


DISTILLED text Paolo Bini

UN SECOLO DI SUCCESSI La grappa invecchiata “Cru Centenario” di Liquori Morelli The ‘Cru Centenario’ aged grappa from Liquori Morelli

VALUE FOR MONEY

PERFUMES BODY

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WRAP

VOTE

PERSISTENCE BALANCE L’AZIENDA La Liquori Morelli fu fondata a Forcoli nel 1911 da Leonello Morelli, imprenditore con spiccate doti commerciali e di marketing “ante litteram”. La creazione di una prima rete di vendita in Italia con prodotti di qualità dalle etichette accattivanti fu il primo passo verso il successo. Qggi, sotto la guida della VI generazione, racconta di un’eccellenza al passo con i tempi. Liquori Morelli was founded in 1911 by Leonello Morelli, an outstanding talent for commerce and marketing. The creation of a sales network in Italy that sold quality, beautifully-presented products was the first step on the road to a success. Today, the fourth generation at the helm, tells the story of craftsmanship always in step with the times. CATEGORIA Grappa invecchiata, acquavite di vinaccia di uve italiane. Tit. Alc. 40%. Category. Aged grappa, pomace spirit made from Italian grapes. Tit.Alc.40%. RICONOSCIMENTI Gold medal Meiningers International Spirits Award 2018, Gold medal Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles 2019, Gold meAlambicco d’oro ANAG 2019. Awards. Gold medal Meiningers International Spirits Award 2018, Gold medal Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles 2019, Gold medal Alambicco d’oro ANAG 2019.

NOTE ORGANOLETTICHE Ambra luminoso che invita al sorso con l’ampio abbraccio dei suoi aromi di pesca e agrumi su letto di fresca ginestra, mandorla, miele d’acacia, gianduia dal tocco vanigliato. Avvolgente ma delicatamente elegante al palato, ha lunga persistenza dai caldi ritorni speziati. Tasting Notes A luminous amber that reaches the tongue via extensive aromas of peach and orange, on a base of fresh Scotch broom, almonds, acacia honey and gianduja with a touch of vanilla. Beguiling but delicate and smooth on the palate, with a good length and a spicy aftertaste. ABBINAMENTO Da riflessione e relax con sigaro Garibaldi o con cioccolato fondente, anche aromatizzato all’arancia, 70% - 72%. Enviroment. To reflect and relax over with a Garibaldi cigar or a 70-72% chocolate fondente, perhaps flavoured with orange. METODO DI PRODUZIONE Distillazione con impianto discontinuo; elevamento iniziale per 12 mesi in botti grandi poi invecchiamento in botti da 225 l e affinamento in inox. Production Methods. Distillation in discontinuous-cycle stills. Elevation for 12 months in large barrels, aging in barrique, refinement in inox barrels. CONSIGLI DI DEGUSTAZIONE A 18°-20° servito in calice svasato con bevante di medie dimensioni. Serving Recommendations. Serve at 18°-20° in a flared glass. Medium-size serving

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WINNERS text Michela Tassi

IL MIGLIOR SOMMELIER D’ITALIA PARLA ANCORA TOSCANO

Vince Valentino Tesi alla finalissima del Premio TrentoDoc per il 53° Congresso Nazionale di AIS The victory of Valentino Tesi. The very final contest in Verona, at the 53rd National Congress of AIS

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l titolo di Miglior Sommelier d’Italia è rimasto in Toscana. A fregiarsene quest’anno è il pistoiese Valentino Tesi, che ha posato la ciliegina sulla torta di un’annata eccezionale. Il suo 2019 era infatti iniziato con la conquista del primo Master del Chianti Classico in occasione delle anteprime a febbraio, giusto un preambolo a quello che sarebbe stato, a luglio, il trionfo al Miglior Sommelier della Toscana Premio “Consorzio Vino Chianti”. Nel suo palmares c’è anche il titolo di Miglior Sommelier del Vermentino, ottenuto nel 2017. Un bel biglietto da visita per il neocampione, che nella vita di tutti giorni, in realtà, non lavora nell’ambito della ristorazione e dell’hotellerie e che dunque ha costruito la sua granitica preparazione studiando nel tempo libero. Valentino Tesi, classe 1978, è consulente finanziario in banca. A legarlo al vino è da sempre la grande passione che nutre per questo mondo, perché come lui stesso sostiene “l’amore per il vino e la sua cultura è qualcosa che ti pervade dentro”. Sposato, con un figlio di sei anni, la carriera da sommelier di Valentino Tesi inizia nel 2013 e in pochi anni arriva sul gradino più alto del podio nazionale. “Questo concorso – afferma il neocampione italiano – per me ha sempre rappresentato un sogno, che coltivo dalla prima volta a cui ho assistito come semplice spettatore. L’emozione è davvero grande, ripaga i tanti sforzi e sacrifici che in questi anni ho fatto per studiare e prepararmi, pur con grande gioia e grande piacere”. La finalissima del Premio TrentoDoc che lo ha visto sfidarsi con il collega molisano Carlo Pagano, si è svolta a Verona durante il 53° Congresso Nazionale di AIS e si è giocata su riconoscimenti alla cieca di vini, una prova di decantazione e servizio ed una prova di comunicazione e di abbinamento. “Questi ragazzi sono il nostro orgoglio – commenta Cristiano Cini, Presidente di AIS Toscana –abbiamo portato nella nostra regione due titoli nazionali consecutivi. Il merito è di tutti loro che ogni volta si mettono in gioco ma anche della nostra Scuola Concorsi e di Simona Bizzarri, che prepara egregiamente i nostri alfieri”. A passargli orgogliosamente il testimone, il campione 2018 Simone Loguercio; e subito ci torna in mente quella foto che esattamente un anno fa li ritraeva uno accanto all’altro sul podio. Una nuova foto è stata scattata e un nuovo capitolo della storia di AIS Toscana è stato scritto, nell’Albo d’Oro dei Migliori Sommelier d’Italia.

The title of Best Sommelier in Italy remains in Tuscany, and this year it is Valentino Tesi, from Pistoia, who is wearing it, putting the cherry on the cake of an exceptional year. He began 2019 by winning the first ever Master di Chianti Classico at the Tuscan wine previews in February: just a warm-up for July, when he triumphed at Miglior Sommelier della Toscana. His CV also includes the title of Best Sommelier in Vermentino, which he obtained in 2017. A nice business card, then, for the new champion, whose everyday business is not actually in the world of catering or hospitality; his water tight training has therefore been done entirely under his own steam, in his free time. Born in 1978, Valentino Tesi is a financial consultant in a bank, but wine has always been the passion he has nur tured. As he himself maintains, “The love of wine and its culture is something which gets inside you”. With a wife and a six-year-old child, Valentino’s career as a sommelier began in 2013, and in only a few years he has arrived on the highest platform of the national podium. “This competition,” he says, “has always been something that I’ve dreamed of, and which I started taking part in as a simple spectator. It is a truly wonderful feeling, repaying all the effort I’ve put in and the sacrifices I’ve made studying and preparing, just for the joy of now.” The final of the Premio TrentoDoc, which he saw challenged by his colleague Carlo Pagano, from Molise, took place at Verona as par t of the 53rd National Congress of AIS. It involved blind tastings, a test of decanting and service, and another of communication and pairing. “We are so proud of these guys,” said Cristiano Cini, President of AIS Toscana. “They have brought two consecutive national titles to Tuscany. The credit must go to them, for ever y time they pitted themselves against competitors, but it must also go to our Scuola Concorsi and to Simona Bizzarri, who prepares our bannermen so well.” It was the 2018 champion Simone Loguercio who proudly presented him with the award, and the photo from exactly one year ago immediately came back to mind, one standing side-by-side with another on the podium. A new photo has been shot, a new chapter in the story of AIS Toscana has been written, in the Golden Book of the Miglior Sommelier d’Italia.

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TOP TEN

Above: Valentino Tesi in a protrait by Andrea Dughetti and, here below, duringaaathe ‘Italian Champion’ awardaaceremony with Simone Loguercio Best aa Italian Sommelier 2018

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WINE EVENT text Michela Tassi

IL MEGLIO DELLA TOSCANA

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L’eccellenza di Toscana si degusta a Food & wine in progress 2019 Sample the excellence of Tuscany at Food & wine in progress 2019

ltre 1000 vini in degustazione, rappresentativi delle più significative realtà enologiche della regione: l’Eccellenza di Toscana si presenta anche quest’anno come uno dei pilastri di Food & Wine in Progress, la più importante rassegna del settore della Toscana, promossa da AIS Toscana e Unione Regionale Cuochi Toscani e in collaborazione con Coldiretti e Confcommercio, il patrocinio della Regione Toscana e la Camera di Commercio di Firenze Uno spazio in cui i produttori delle etichette premiate nella Guida AIS Vitae 2020 si affiancano alla creatività dei cuochi toscani dell’URCT, e con i quali divideranno altresì il palcoscenico fornendo suggerimenti sull’ideale abbinamento tra i piatti preparati e il vino. “L’importanza e soprattutto la convinzione di fare gioco di squadra è il vero motore propulsore di questa manifestazione - commenta il Presidente di AIS Toscana, Cristiano Cini - che ogni anno raccoglie importanti feedback sia dal pubblico che a livello dei contenuti affrontati. È proprio da questo proficuo e continuativo confronto, che si mantiene attivo giorno dopo giorno, che ci ispiriamo per costruire progetti condivisi tra queste due realtà strettamente interconnesse tra loro che ogni giorno di più si trovano a lavorare a fianco e a esaltarsi reciprocamente. Tale binomio, nato con la finalità di promuovere le produzioni enologiche e agroalimentari della Toscana, si è sviluppato in questi anni, andando a stimolare la cultura e la conoscenza di un contesto sempre in progress”. Agli show cooking dei cuochi dell’URCT, AIS Toscana risponde con 140 banchi d’assaggio dei produttori, in rappresentanza delle più significative denominazioni del Granducato, a cui si aggiungono i vini “ospiti” della regione Basilicata e dell’Isola di Madeira che sarà guidata da due sommelier d’eccezione, Simone Loguercio e Valentino Tesi rispettivamente Miglior Sommelir d’Italia 2018 e 2019. Sul fronte delle degustazioni, Food & Wine in Progress 2019 sarà pioniera di una esperienza sensoriale unica nel suo genere, ovvero la

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More than a thousand wines available for sampling, representing Tuscany’s most prominent winemakers: L’Eccellenza di Toscana, the Excellence of Tuscany, will be back at this year’s Food & Wine in Progress, Tuscany’s most important food and wine event, promoted by AIS Toscana (the Tuscan branch of the Italian Sommelier Association) and Unione Regionale Cuochi Toscani (the Regional Union of Tuscan Chefs) in partnership with Coldiretti and Confcommercio (Italy’s agriculture and commerce associations) with the support of the Region of Tuscany and Camera di Commercio. Firenze The makers of the award-winning wines featured in the Sommelier Association’s Vitae 2020 guidebook meet the creativity of Tuscan chefs from the Union of Tuscan Chefs, sharing the stage and offering their suggestions for perfect wine and food pairings. “The importance and, above all, the conviction of working as a team is the true driving force behind the event,” comments Tuscan Sommelier Association Chair Cristiano Cini, “obtaining positive results every year in terms of both attendance and the content of the event. It is this profitable, ongoing partnership, maintained day after day, that inspires us to embark on new projects together for these two closely linked organisations which increasingly find themselves working together. The partnership, established with the aim of promoting Tuscan wine and food, has evolved over the years, promoting knowledge and culture in this continually evolving sector.” The Sommelier Association responds to the cooking shows staged by chefs from the Union with 140 winemakers’ stands representing all the best-known DOC wines of Tuscany, plus a number of “guest” wines from the region of Basilicata and the island of Madeira. When it comes to tastings, Food & Wine in Progress 2019 will be pioneering a unique new sensorial experience with wine tastings


WINE EVENT


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WINE EVENT

Masterclass during Food & Wine in progress

degustazione per i non udenti, realizzata in collaborazione con docenti LIS, attraverso la quale l’assaggio si trasforma in un’emozione da vivere pienamente, utilizzando tutti gli altri sensi. L’evento è gratuito ed aperto a tutti coloro che vorranno sperimentare questa inedita degustazione, supportata da una pedana sensoriale - che restituirà vibrazioni musicali - e dalla poesia gestuale dell’artista Nicola Della Maggiora. Sono invece una conferma le sessioni di AIS Wine School, AIS Oil School e da quest’anno anche AIS Beer School, i minicorsi gratuiti di introduzione alla degustazione rispettivamente del vino, dell’olio e della birra; così come gli appuntamenti con i Wine Tutor ed Oil Tutor e i percorsi degustativi gratuiti fra i banchi d’assaggio del vino e dell’olio. Quattro saranno poi le Masterclass in programma nei due giorni: due nella giornata di sabato 30 novembre, di cui una dedicata all’abbinamento dei vini di Madeira e una ai vini in anfora; domenica I dicembre, saranno dedicate ai vini della regione Basilicata la prima e una verticale di Madeira la seconda. A inaugurare la due giorni sarà il convegno della Regione Toscana “Il FEAMP 2014-2020 in Toscana, tra sostenibilità e innovazione”, mentre un altro momento dedicato al talk show sarà la presentazione del libro “Chianti Classico, figlio di mezzadro” di Stefano Formigli cui seguirà una degustazione di Chianti Classico. La chiusura sarà di nuovo dedicata alla premiazione dell’AIS Wine Contest, della Borsa di Studio I Balzini, dei premi Food & Wine in Progress categoria wine e food, e del premio “L’Eccellenza di Food & Wine in Progress”, oltre alla consegna del riconoscimento di Ambasciatore della Cucina Italiana FIC a Moreno Cedroni, uno dei più titolati chef d’Italia, detentore di due stelle Michelin.

specifically intended for the deaf and hearing-impaired, held in partnership with Italian sign language instructors. In these tastings, the wines will be enjoyed to the full using all the senses other than hearing. The event is free of charge and open to anyone who would like to experience this new kind of wine tasting, accompanied by a sensorial platform giving off musical vibrations and the gestural poetry of artist Nicola Della Maggiora. The AIS Wine School, AIS Oil School and, for the first time, the AIS Beer School will be holding mini-courses introducing the basics of wine, olive oil and beer tasting, while Wine Tutors and Oil Tutors will be back to offer free tastings among the wine and olive oil stands. Four masterclasses will be held over the course of the two-day event: two on Saturday 30 November, one featuring the wines of Madeira and another focusing on wines in amphoras, and two more on Sunday 1 December, featuring the wines of Basilicata and a vertical Madeira tasting. The two-day event will start with the Region of Tuscany’s convention on the topic of “FEAMP 2014-2020 in Tuscany: sustainability meets innovation”, while another talk will present Stefano Formigli’s book “Chianti Classico, figlio di mezzadro”, followed by a Chianti Classico tasting. The weekend will close with the presentation of the awards in the AIS Wine Contest, I Balzini scholarship, the Food & Wine in Progress awards in the wine and food categories, and the “L’Eccellenza di Food & Wine in Progress” award, bestowing the honour of FIC Ambassador of Italian Cuisine on Moreno Cedroni, one of Italy’s top prize-winning chefs, awarded two Michelin stars.

ATTENDING MASTERCLASSES: MADEIRA AND WINE IN AMPHORA

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TOP TEN

aaa Different moments from past editions: centre, aa aaa President the of AIS Toscana Cristiano Cini aa

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WINE GUIDE text Marzia Morganti Tempestini

VITAE 2020

Il lavoro della squadra toscana raccontato dal responsabile Leonardo Taddei The job of the Tuscan team, as told by their leader Leonardo Taddei

U

na sfida, e la posta in gioco sono le Quattro Viti, il massimo riconoscimento di Ais che quest’anno ha icoronato ben 122 etichette della nostra regione. Grazie all’impegno e alla professionalità della squadra toscana. Un vero e proprio tour de force che per tre mesi, tra la primavera e l’estate, ha visto impegnato un buon numero di sommelier degustatori redattori. A Leonardo Taddei, coordinatore di questo immenso lavoro abbiamo chiesto di raccontarci le principali tendenze rilevate dall’assaggio complessivo di quasi 1.000 etichette. Qual è il filo conduttore che ha ispirato quest’anno il gruppo di lavoro toscano? Il gruppo di redattori è ormai affiatato, sono 5 anni che lavoriamo insieme con l’obiettivo di rappresentare il più correttamente possibile la realtà vitivinicola della Toscana.

 Quali sono i criteri utilizzati nella fase di degustazione per la selezione e recensione dei vini? Sin dal primo anno abbiamo dato una modalità di selezione delle aziende “open”. Ovvero invitiamo tutti i produttori (con i loro vini) che sono stati recensiti e pubblicati nell’edizione Vitae nell’anno precedente, ma al tempo stesso lasciamo sempre aperta l’adesione alle realtà nuove che ci vengono segnalate dai sommelier durante l’anno o che provengono direttamente dalle aziende che vogliono farci assaggiare le loro produzioni. Vale sempre la pena ricordare che alle aziende che aderiscono alla selezione non è richiesta alcuna spesa. Per quanto riguarda il criterio che andiamo cercando in ogni assaggio è solo quello della qualità organolettica assoluta, sempre tenendo conto della tipologia, del vitigno e della zona di produzione. Qual è il fiore all’occhiello della produzione toscana emerso dal lavoro di quest’anno? I vini che hanno raggiunto il massimo riconoscimento con le 4 Viti sono quest’anno 122 “figli” a cui dobbiamo un grande rispetto e devozione. Non mi è possibile fare una distinzione perché il risultato complessivo rappresenta l’eccellenza Toscana nelle varie categorie e denominazioni di appartenenza. Non posso che essere fiero del successo che tutti i vini hanno riscontrato alla presentazione della guida Vitae presso la Nuvola di Fuksas a Roma, lo scorso 26 ottobre. Tantissimi gli appassionati con file imbarazzanti per aspettare il turno di un assaggio indimenticabile che si chiama Toscana. Le grandi rivelazioni di quest’anno? Parlerei più di grandi conferme con le 4 Viti distribuite alle

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It’s a real challenge, and what is at stake is the Quattro Viti, or Four Grapes: the top honour of by the Italian Sommelier Association, AIS, presented to 122 wines from the region of Tuscany this year thanks to the Tuscan team’s hard work and professionalism. It was a true tour de force that took three months, in spring and summer, with the involvement of a large number of sommelier tasters and reviewers. We asked Leonardo Taddei, who coordinated this immense task, to tell us about the principal trends the team discovered while tasting almost a thousand wines. What was the common denominator of the Tuscan team’s work this year? We have a very close-knit group of reviewers who have been working together for five years to represent Tuscan winemaking as accurately as possible.

 What criteria do you apply when tasting wines in order to select and review them for your guidebook? Ever since the first year, we have used an “open” method for selection of the wineries. What this means is that we send an invitation to all the winemakers (and wines) that were reviewed and published in the previous year’s edition of Vitae, while at the same time remaining open to any new wines that may be reported to us by our sommeliers during the year or sent directly by winemakers who want us to try their products. It’s worth recalling that the wineries do not pay to participate in the selection. As for the criterion we look for when we taste the wines, it is always and only the best sensory qualities, taking into account the type, varietal and place of production. What were the top Tuscan wines that stood out this year? 122 wines were awarded top honours this year, with four grapes, and they are all like sons and daughters to us; we owe them all great respect and devotion. I cannot distinguish among them, because the overall result represents the excellence of Tuscan production in the various categories and designations of origin. I can’t help being proud of the success all the wines met with at the presentation of the new Vitae guide at Nuvola di Fuksas in Rome on October 26. There were so many fans there, lining up to taste an unforgettable sample of Tuscany. And what are this year’s great revelations? It’s more a matter of great confirmations, when it comes to the four grapes assigned to our regional designations of origin. 11 Bolgheri wines, 15 Chianti Classico wines and 24


WINE TOP GUIDE TEN

AIS Toscana presented to 122 wines from the region of Tuscany this year thanks to the Tuscan team’s hard work and professionalism

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WINE GUIDE

nostre denominazioni regionali. Nel dettaglio le 11 espressioni di Bolgheri, le 15 del Chianti Classico e le 24 del Brunello di Montalcino rappresentano da sole il 41% del risultato di quest’anno. Come stanno andando le bollicine toscane? Quest’anno abbiamo avuto un calo di adesioni. I prodotti top regionali li abbiamo confermati, ma alcune iniziative produttive degli anni passati, sia da Metodo Classico che da quello Martinotti, non si sono presentate. Probabilmente la curiosità iniziale si è un po’ affievolita in una regione come la nostra dove la spumantizzazione non fa parte del nostro DNA. Qualche new entry che vale la pena segnalare? Due realtà distinte che hanno raggiunto il massimo punteggio con vini rosa. A Lucca la Fattoria Sardi con il vino Le Cicale 2018 e in Maremma la Fattoria Aldobrandesca con il loro vino rosé 2018 dal nome minimalista “A”. Vini biologici e biodinamici, lo stato dell’arte dagli ultimi risultati del vostro lavoro? In forte aumento, specialmente nel biologico. Se le andiamo a contare numericamente sembra esserci solo un piccolo incremento, ma se osserviamo tutte le aziende recensite ed estrapoliamo quelle in “fase di conversione” allora ci rendiamo conto della rivoluzione e del cambiamento in atto. Con l’occhio al bio, stanno prendendo campo o no, gli orange in Toscana? Non posso negare l’interesse. Sono tante le aziende che stanno sperimentando questa particolare produzione. La mia opinione è che gli orange wine stanno vivendo un momento di grande clamore solo da parte dei wine lover più esperti. Sarà interessante vedere con il prossimo anno se il grande pubblico si indirizzerà sui consumi di questi vini che non sempre sono facili da capire e da abbinare ai piatti.

Brunello di Montalcino wines alone represent 41% of the wines awarded top honours this year. What about the sparkling wines of Tuscany? There weren’t so many this year. We confirmed the status of the region’s top sparkling wines, but a number of the wines we had sampled in past years, made using both the Classic Method and the Martinotti or Charmat technique, were not presented to us this year. Perhaps the initial curiosity surrounding this type of wine has faded away, in a region where sparkling wines are not a part of our tradition. Are there any new entries you would like to mention? Two different wineries won the top score for their rosé wines: Fattoria Sardi in Lucca, for Le Cicale 2018, and Fattoria Aldobrandesca in the Maremma, with a 2018 rosé wine that goes under the minimalist name “A”. What has your work revealed about the current status of organic and biodynamic wines? More and more of them are being made, especially organic wines. If we look at the actual figures, it may look like only a small increase, but if we look at all the winemakers we reviewed and extrapolate the number of estates that are currently undergoing the process of “conversion”, it becomes clear that a revolution is now underway. On the topic of organic wines: are orange wines gaining a foothold in Tuscany? I cannot deny the interest in them. A lot of winemakers are experimenting with this particular kind of production. In my opinion, orange wines are popular only among expert wine lovers, at the moment. It will be interesting to see if the general public will start drinking this kind of wine in the coming year, as it is not always easy to understand and pair with food.

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WINE GUIDE

ECCELLENZA

Le aziende toscane premiate con le 4 Viti, il punteggio massimo della guida “Vitae 2020” The Tuscan wineries awarded with Four Vines (top Score) by the guide “Vitae 2020” BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA - 2013 -Abbadia Ardenga | BOLGHERI SUPERIORE ARGENTIERA - 2016 - Argentiera | ALEATICO PASSITO DELL’ELBA SILOSÒ - 2018 - Arrighi | DESIDERIO - 2016 - Avignonesi | CHIANTI CLASSICO BADIA A COLTIBUONO RISERVA - 2016 - Badia a Coltibuono | BRUNELLO DI MONTALCINO POGGIO ALLE MURA RISERVA - 2013 - Banfi | BRUNELLO DI MONTALCINO - 2014 - Baricci | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE CASTELLO DI BROLIO - 2016 - Barone Ricasoli | COLORE - 2016 - Bibi Graetz | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO I QUADRI - 2016 - Bindella | BRUNELLO DI MONTALCINO TENUTA GREPPO - 2013 - Biondi-Santi | IL BLU - 2016 - Brancaia | SUVERETO MONTECRISTO - 2016 - Bulichella | BOLGHERI ROSSO CAMARCANDA - 2016 - Ca’ Marcanda | BRUNELLO DI MONTALCINO GUALTO RISERVA - 2013 - Camigliano | CAMPO ALLA SUGHERA - 2015 - Campo alla Sughera | BOLGHERI SUPERIORE CAMPO ALLE COMETE - 2016 - Campo alle Comete | ORCIA SANGIOVESE IL TOCCO DI CAMPOTONDO RISERVA - 2015 - Campotondo | CHIANTI CLASSICO CAPARSINO RISERVA - 2016 - Caparsa | CARMIGNANO VILLA DI CAPEZZANA SELEZIONE - 2009 - Capezzana | VIN SANTO DI CARMIGNANO RISERVA - 2011 - Capezzana | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO RISERVA - 2015 - Carpineto | FILARE 18 - 2017 - Casadei | BRUNELLO DI MONTALCINO CERRETALTO - 2013 - Casanova di Neri | VIN SANTO DEL CHIANTI CLASSICO SAN NICCOLÒ - 2013 - Castellare di Castellina | ALCEO - 2015 - Castello dei Rampolla | LUPICAIA 2015 - Castello del Terriccio | PAZZESCO - 2016 - Castello del Trebbio | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VIGNETO BELLAVISTA - 2016 - Castello di Ama | BOLGHERI SUPERIORE CASTELLO DI BOLGHERI - 2016 - Castello di Bolgheri | MIX 36 - 2016 - Castello di Fonterutoli | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VIGNA IL CORNO - 2015 - Castello di Radda | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE IL PURO VIGNETO CASANOVA - 2015 - Castello di Volpaia | MORMORETO - 2016 - Castello Nipozzano | FSM - 2016 - Castello Vicchiomaggio | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VILLA ROSA - 2016 - Cecchi | BRUNELLO DI MONTALCINO POGGIO AL VENTO RISERVA - 2012 - Col d’Orcia | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE COLLE BERETO - 2015 - Colle Bereto | BRUNELLO DI MONTALCINO PRIME DONNE RISERVA - 2013 - Donatella Cinelli Colombini | MALAROJA - 2015 - Donne Fittipaldi | DUEMANI - 2016 - Duemani | CORTONA SYRAH CUCULAIA - 2015 - Fabrizio Dionisio | A - 2018 - Fattoria Aldobrandesca | VIN SANTO DI CARMIGNANO - 2010 - Fattoria Ambra | CARMIGNANO TERRE A MANO - 2015 - Fattoria di Bacchereto | MAREMMATOSCANA CABERNET POGGIO ALLE NANE - 2016 - Fattoria Le Mortelle | SAFFREDI - 2016 - Fattoria Le Pupille | LE CICALE - 2018 - Fattoria Sardi | CHIANTI RUFINAVIGNETO BUCERCHIALE RISERVA - 2016 - Fattoria Selvapiana | FONTALLORO - 2016 - Fèlsina | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VIGNA DEL SORBO - 2016 - Fontodi | BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA - 2013 - Fuligni | BRUNELLO DI MONTALCINO GIODO - 2014 - Giodo | BOLGHERI SUPERIORE GRATTAMACCO - 2016 - Grattamacco | JASSARTE - 2016 - Guado al Melo | CHIANTI RUFINA QUONA RISERVA - 2016 - I Veroni | IL BORRO - 2016 - Il Borro | IL CABERLOT - 2016 - Il Carnasciale | VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO L’ALBERETA RISERVA - 2016 - Il Colombaio di Santa Chiara | BRUNELLO DI MONTALCINO MADONNA DELLE GRAZIE RISERVA - 2013 - Il Marroneto | GRATIUS - 2015 - Il Molino di Grace | CEPPARELLO - 2016 - Isole e Olena | BRUNELLO DI MONTALCINO GLI ANGELI RISERVA - 2013 - La Gerla | ALEATICO CRISTINO - 2018 - La Piana | BRUNELLO DI MONTALCINO - 2014 - La Poderina | BOLGHERI SUPERIORE FOGLIO 38 - 2015 - Le Fornacelle | PALEO ROSSO - 2016 - Le Macchiole | MESSORIO - 2016 - Le Macchiole | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE - 2015 - Lornano | CHIANTI CLASSICO QUERCIAVALLE RISERVA - 2015 - Losi Querciavalle | SOLAIA - 2016 - Marchesi Antinori | TIGNANELLO - 2016 - Marchesi Antinori | PINOT NERO VIGNA BARAGAZZA - 2015 - Marchesi Pancrazi | MASSETO - 2016 - Masseto | BRUNELLO DI MONTALCINOVIGNA SCHIENA D’ASINO - 2013 - Mastrojanni | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DAMO - 2012 - Montemercurio | GRANDVINTAGE - 2009 - Montepepe | CHIANTI CLASSICO IL CAMPITELLO RISERVA - 2016 - Monteraponi | TREBBIANOVITI DIMENTICATE - 2017 - Monteraponi | MONTEVERRO - 2016 - Monteverro | LE PERGOLE TORTE - 2016 - Montevertine | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE ETICHETTA STORICA - 2015 - Ormanni | BOLGHERI SUPERIORE ORNELLAIA - 2016 - Ornellaia | POGGIO DE’ COLLI - 2016 - Piaggia | BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNAFERROVIA RISERVA - 2013 - Pian delle Vigne | BRUNELLO DI MONTALCINO - 2014 - Pietroso | MORELLINO DI SCANSANO - 2017 - Podere 414 | PODERE DELLA CIVETTAJA - 2016 - Podere della Civettaja | ORCIA PETRUCCI ANFITEATRO - 2016 - Podere Forte | LA REGOLA - 2016 - Podere La Regola | ERIVA - 2015 - Podere Morazzano | IL CARBONAIONE - 2016 Podere Poggio Scalette | BOLGHERI SUPERIORE DEDICATO A WALTER - 2015 - Poggio al Tesoro | BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA - 2013 - Poggio di Sotto | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO ASINONE - 2016 - Poliziano | CHIANTI CLASSICO RISERVA - 2015 - Quercia al Poggio | CAMARTINA - 2015 - Querciabella | LA GIOIA - 2015 - Riecine | PERCARLO - 2015 - San Giusto a Rentennano | BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNAVECCHIA - 2013 - San Polo | BRUNELLO DI MONTALCINO BRAMANTE RISERVA - 2013 - Sanlorenzo | MAREMMA TOSCANA CILIEGIOLO SAN LORENZO - 2016 - Sassotondo | CORTONA SYRAH APICE 2015 - Stefano Amerighi | BRUNELLO DI MONTALCINO PIAN DI CONTE RISERVA - 2013 - Talenti | CORTONA SYRAH MIGLIARA - 2015 - Tenimenti d’Alessandro | SUPERIORE LEVIA GRAVIA - 2016 - Tenuta Caccia al Piano 1868 | BOLGHERI SUPERIORE GUADO AL TASSO - 2016 - Tenuta Guado al Tasso | BRUNELLO DI MONTALCINO - 2014 - Tenuta Il Poggione | BRUNELLO DI MONTALCINO - 2014 - Tenuta Le Potazzine | LA SIRAH - 2016 - Tenuta Lenzini | MEZZO BRACCIO 2017 - Tenuta Monteloro | AURITEA - 2016 - Tenuta Podernovo | VELTHUNE - 2016 - Tenuta Poggio Rosso | BRUNELLO DI MONTALCINO UGOLFORTE - 2014 - Tenuta San Giorgio | BOLGHERI SASSICAIA - 2016 - Tenuta San Guido | VALDARNO DI SOPRA SANGIOVESE VIGNA DELL’IMPERO - 2016 - Tenuta Sette Ponti | IL PARETO - 2016 - Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari | VAL DI CORNIA CABERNET SAUVIGNON OKENIO - 2016 - Terradonnà | BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA SOCCORSO RISERVA - 2013 - Tiezzi | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VIGNA LA FORNACE - 2016 - Villa Calcinaia | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE DON TOMMASO - 2016 - Villa Le Corti | VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO SANICE RISERVA - 2016 - Vincenzo Cesani

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Barriques and amphoras in the Borro winery


VIAGGIO NELLA TERRACOTTA Una pratica di vinificazione antica 8.000 anni, è tornata in auge in Toscana A method of winemaking 8,000 years old is back in business in Tuscany


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ANFORA... UN’ESPERIENZA INCREDIBILE

Attilio Scienza racconta come sono nate le sue ricerche sulla vinificazione in anfora Attilio Scienza tells the story of how his research into amphoral wine-making started

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a circa una quindicina di anni, alcuni vignaioli italiani, animati dalla volontà di percorrere nuove strade nel mondo del vino, hanno lanciato una sfida: riproporre nella quotidianità l’uso dei contenitori di argilla per il vino, ricollegandosi a tradizioni che risalgono all’antichità e scomparse da secoli dalla penisola italiana. Si tratta di un metodo in cui l’enologia incontra l’archeologia. In Italia, un grande esperto dell’anfora è Attilio Scienza docente di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano, dal 1985 al 1991 Direttore generale dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, massima autorità del Dna della vite. Come e quando nasce la sua ricerca sul vino in anfora? Trent’anni fa, in Georgia, nella regione più orientale al confine con l’Azerbaijan, la Kachetia. In quella regione il grande scienziato della biodiversità Nikolaj Vavilov (1887-1943) aveva individuato l’origine del genere vitis vinifera e aveva creato a Tbilisi una collezione smisurata di 5000 varietà. Alla fine degli anni ‘80 la Georgia si è trovata ad affrontare una crisi economica tremenda. Accadde proprio allora che molte popolazioni del Caucaso si riversarono a Tbilisi accampandosi con il bestiame davanti alla città. Una sera le loro capre sfondano la recinzione della collezione ampelografica di Vavilov e iniziano a divorare le viti. Disperati gli scienziati ci chiedono aiuto. La vite è resistente, è una liana, così raccogliamo una grande quantità di materiale superstite, lo portiamo in Italia in modo avventuroso e lo rimandiamo tutto innestato per rimettere in piedi la collezione. In Italia abbiamo piantato un po’ dappertutto queste varietà, un materiale che stiamo

The last fifteen years or so have seen certain Italian winemakers, propelled by the urge to beat new paths in the wine world, throw down a challenge for themselves: revive the everyday use of clay containers and thereby reconnect with traditions which dated back to antiquity but which had not been seen in the Italian peninsular for centuries. This method is where enology meets archaeology. A great expert on the amphora is Attilio Scienza, Professor of Viticulture at the Università degli Studi di Milano and from 1985 to 1991 the Director General of the San Michele all’Adige Agrarian Institute, the prime authority on the DNA of vines. How and when did your research into amphorated wine start? Thirty years ago, in Kakheti, Georgia’s most eastern region, bordering Azerbaijan. It was there that the great biodiversity scientist Nikolaji Vavilov (1887-1943) identified the origin of the Vitis vinifera species and collected some 5000 varieties of it in Tbilisi. At the end of the 1980s Georgia was facing a massive economic crisis, and many people migrated from the Caucasus towards Tbilisi, camping outside the city with their livestock. One evening their goats broke through the fences around Valivov’s ampelographic collection and began to devour the vines. The desperate scientists issued a call for help. Vines are tough; it’s a liana, so we rescued a large amount of the material and brought it to Italy so we could graft it and get the collection back on its feet, alongside our own vines. We planted this variety just about everywhere in Italy, and are now testing it in different parts of the country, with striking results. My son, for example, is playing around with it in Guado al Melo, and he’s produced

THIRTY YEARS AGO IN GEORGIA...

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One of the great Italian experts on amphorated winemaking and an authority on the DNA of vines: Attilio Scienza, Professor of Viticulture at the UniversitĂ degli Studi di Milano

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Along with a research team, Attilio Scienza has filled Italian soil with those Georgian vine varieties which survived from Valivov’s ampelographic collection. The results are surprising aaa

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saggiando in varie parti d’Italia con risultati clamorosi. Mio figlio ad esempio lo sta sperimentando a Guado al Melo, il risultato è un vino, lo Zever, vinificato nella terracotta. E’ un blend di cinque vitigni bianchi georgiani. Un esperimento, e per il momento non è in commercio. Anfora, un metodo che utilizzavano gli antichi? In Portogallo e Spagna molte cantine non hanno mai perso l’uso ma anfore grandi anche 60 70 ettolitri, loro continuano a vinificare in anfora perché è materiale igienico si può lavare molto bene è più fragile dell’acciaio ma costa molto meno. Devo dire che questo metodo ha dei problemi di condizionamento termico. Non è facile condizionare la fermentazione. Ma i vini che nascono sono molto più spontanei meno condizionati dalla tecnologia. La microssigenazione dipende molto dall’argilla e dalla cottura. Ci sono anfore assolutamente impermeabili e anfore molto permeabili, dipende dall’argilla e dalla temperatura di cottura. Se la cuocio molto, diventa impermeabile quindi bisogna stare attenti che l’anfora poco cotta non diventi porosa. Hanno un ciclo di vita? Se uno le lava bene, le gestisce bene e le igienizza non ci sono problemi. Ci sono legami tra la Toscana e l’anfora? Voi avete località dove si fanno ancora molte anfore. In Toscana l’anfora l’hanno usata soprattutto per l’olio, una pratica derivata dalla conservazione del vino. Non potendo mettere l’olio nel legno, l’olio è rimasto nelle anfore e il vino è andato nel legno. Ma l’origine è quella. Meglio il rosso o il bianco nelle anfore? Rosso è più facile da vinificare perché assomiglia molto di più alle vinificazioni fatte in altri contenitori, bianco diventa una cosa molto originale specialmente quando si usa macerarlo con le vinacce e quindi diventa un’esperienza kachetiana. I kachetiani fanno il vino dopo sei mesi di macerazione. Il vino viene tirato così com’è. Il contenuto di polifenoli è molto alto. Un antiossidante naturale quindi non servono molti rimedi. Quali sono le ricerche su cui sta lavorando dopo questa? Adesso mi sto occupando molto sulle tecniche di miglioramento genetico cioè sulla creazione di varietà resistenti alle malattie causate dal cambio climatico usando i semi di queste varietà e poi i portainnesti. Serve anche per un cambiamento climatico importante. Stiamo lavorando su quello, il nostro obiettivo è trovare rimedi che riducano l’impatto del cambio climatico e la chimica.

a wine made in terracotta. It’s called Zever, a blend of five Georgian white grape varieties. It’s an experiment not for sale, I should point out. Amphoras were used by the Ancients, correct? A lot of vineyards in Portugal and Spain have never actually stopped using amphoras, even those which can hold 60 or 70 hectolitres. They have continued to use them because it’s a hygienic material, easy to wash: more fragile than steel but much cheaper. I have to admit that, as a method, it does bring some problems with temperature control. It’s not easy to regulate the fermentation. But the wines that come from it are much more spontaneous, less conditioned by technology.The microoxygenation depends a lot on the clay and how it was cooked. Some amphoras are completely impermeable, some are highly permeable: it’s all down to the clay and the temperature at which they were baked. Cook it too much and it becomes impermeable, but you have to make sure that you don’t cook it too little and make it too porous. Do they have a lifespan? As long as you look after them and wash them well, there shouldn’t be problems. Does Tuscany have a history with the amphora? There are parts of it where they still make many amphoras. In Tuscany they were mainly used for oil, but this practice originated from wine conservation. Because you can’t put oil in wood, they put it in clay and filled the wood with the wine. But that’s the history behind it. What’s better in them, red or white? Red is easier because the techniques used to make it are much more similar to those used for other containers. White, however, becomes something very original, especially when you macerate it with the must: it then becomes a Kakhetian experience. The people of Kakheti start to make wine after six months of maceration, and then they take it as it comes. The polyphenol content is very high. It’s a natural antioxidant, so you don’t need many medicines in your life. What’s your next research project? At the moment I’m working on a number of genetic modification techniques, in order to create varieties resistant to the ills of climate change. I’m using the seeds and then the rootstocks of these species. How we need it, what with climate change. We’re working on that too. Our aim is to find ways of reducing the impact of climate change and chemical pollution.

IN SPAIN, THE USE OF AMPHORAS IN WINEMAKING HAS NEVER DISAPPEARED

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WINE WORLD

Antonio Arrighi among the amphoras on his vineyard and, bottom, hands on with his marine wine project Nesos, which has recently made headlines

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WINE WORLD

CORAGGIO E SPIRITO DI RICERCA

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Antonio Arrighi, un pioniere dell’anfora all’Isola d’Elba Antonio Arrighi, a pioneer of amphora use on the Isle of Elba

on quasi sette ettari di vigne e olivi sulle pendici terrazzate di una collina che domina Porto Azzurro, l’azienda agricola di Antonio Arrighi è un’eccellenza elbana nel campo enologico. Arrighi, delegato AIS Toscana per l’Isola d’Elba, è un produttore che non si è mai tirato indietro di fronte alle sfide. L’ultima, per dovere di cronaca, lo ha visto protagonista quest’anno di un vino, Nesos, prodotto con uve di ansonica immerse nel mare per 5 giorni a circa 10 metri di profondità, protette in ceste di vimini e poi vinificate in anfore di terracotta. Un esperimento - condotto in collaborazione con Attilio Scienza dell’Università degli Studi di Milano, Angela Zinnai e Francesca Venturi del corso di Viticoltura ed Enologia dell’Università di Pisa - che ha fatto il giro del mondo. Insomma, incontriamo uno dei pionieri della vinificazione in anfora. Perché ha iniziato a lavorare in anfora? Svariati anni fa con l’enologa Laura Zuddas facevamo un rosso, il Tresse, era il cru dell’azienda a base di Sangiovese e Sagrantino, in barrique. Cercavamo però un altro contenitore che esaltasse solo i varietali, senza le interferenze del legno. In quel periodo a Impruneta un’azienda aveva avviato una produzione di anfore da vino e così abbiamo iniziato con una di quelle.Tempi lunghi, confronti tra legno e anfora, alla fine ci siamo innamorati dell’anfora, senza abbandonare il legno per altri vini. Il Tresse 18 mesi in anfora di terracotta più 6 mesi in bottiglia oggi è un prodotto che rappresenta i vitigni, spettacolare, pulito. Successivamente abbiamo iniziato a lavorare in anfora anche le uve bianche, ansonica e viognier in macerazione, come ci insegnano i georgiani da 7-8.000 anni. La scelta dell’anfora non è mirata per vini pesanti, ossidati e complessi, duri da bere, ma per possibilità di prendere il meglio dall’acino e ottenere vini delicati, piacevoli, con leggerissimi tannini. Perché non l’acciaio? Nell’acciaio il vino non respira. Per far evolvere un vino e ottenere risultati di evoluzione, quindi di complessità, deve microssigenarsi. Il mosto deve partire da una certa struttura. Partendo da questo principio e senza esagerare con il quantitativo di bucce si possono ottenere vini di grande equilibrio. Meglio il bianco o il rosso? Sono due mondi diversi. Se vuoi sbizzarrirti sulle macerazioni devi puntare sui bianchi. Il patrimonio strutturale della buccia del rosso è troppo complesso e dopo mesi tende a un amarognolo impegnativo. Quindi l’evoluzione in anfora del rosso la facciamo 18 mesi senza buccia. Tecnicamente la terracotta è un materiale eterno? Le anfore si possono pulire solo con acqua calda e vapore, non vanno usati detergenti quindi, se si riesce a tenere libera la porosità, un’anfora è per sempre.

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With almost seven hectares of vines and olive trees on the terraced slops of a hill overlooking Porto Azzurro, the agricultural company of Antonio Arrighi is an example of enological Elban quality. Arrighi, AIS Toscana’s delegate for the Isle of Elba, is a producer who has never shied away from his challenges.The most recent one, according to reports, occurred this year with ‘Nesos’ at the heart of things: a wine made from ansonica grapes and immersed in the sea for five days, at a depth of ten metres, contained in willow baskets and then transferred to terracotta amphoras. This experiment, which was conducted in collaboration with Attilio Scienza from the Università degli Studi di Milano and Angela Zinnai and Francesca Venturi from the Department of Viticulture and Enology at the University of Pisa, has travelled the world. So, we sit down with one of the pioneers of amphora winemaking. Why did you start working with amphoras? On a number of occasions in the past I had worked with enologist Laura Zuddas to make a red, Il Tresse, which was our company’s cru: it was based on Sangiovese and Sagrantino, and kept in barriques. But we wanted to find a different type of container, one which would amplify the qualities of the grapes without any interference from wood. At that time there was a company at Impruneta which had started manufacturing wine amphoras, so we began with one of those. We spent a long time comparing them with the wood barrels, but in the end we fell for the amphoras, while continuing to use wood for a number of wines. Il Tresse, which spends eighteen months in amphora and then six months in the bottle, really represents the vines, in all their glory and purity. More recently, we’ve started to use amphoras even for white grapes, ansonica and viognier must, for example, just as the Georgians have been teaching us for seven or eight thousand years. Amphoras are not the best choice for heavy, oxidised, complex, take-some-drinking wines; but if you want to get the best out of the grapes for pleasant, delicate wines with a light tannin, they’re ideal. Why not steel? Wine can’t breathe in steel. It has to microoxygenate if it’s going to develop in complexity.The must has to start with a certain structure. As long as you start from that principle, and as long as you don’t go overboard with the grape skins, you can come up with some very well-balanced wines. What’s better, white or red? They’re two different worlds. If you want to take your time with the maceration, you have to go for white. The structural properties of red grape skins are too complex and after a few months they tend to develop a heavy bitterness. So our reds spend 18 months, skinless, in the amphora. Is terracotta, strictly speaking, a durable material? The amphoras can be cleaned only with hot water and steam: you can’t use detergents. If you manage to keep an amphora porous, you can use it forever.


BEST STELECTION

VINI IN ANFORA

ELEGANTI, EQUILIBRATI. UNA SELEZIONE DEI MIGLIORI IN TOSCANA

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LE PUPILLE IGT Toscana 2015 Fattoria Le Pupille - Syrah 100% Veste rubino concentrato con riflessi di gioventù. Al naso è elegante e complesso, ribes nero, mora in confettura, mirto, peonia, fiore di cappero, cacao, tamarindo e mentuccia. Conquista al gusto, energico e ricco di estratto, tutte le componenti sono ben integrate a costruire una struttura eccellente, fresco e sapido, trama tannica vellutata e lunga persistenza.Ruby-red, youthful aspect. Smooth and complex on the nose, with blackcurrant, blackberry jam, myrtle, peony, capers, cocoa, tamarind and mint. A strong attack, energetic and rich in extract, with all the elements well-integrated in an excellent, fresh and flavoursome structure, over a long backbone of velvety tannins.

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COBALTO DOC Maremma Toscana Vermentino 2017 Val Delle Rose - Vermentino 100% Intensa colorazione giallo paglierino introduce ad aromi varietali ben riconoscibili. Fragranze di frutta tropicale e cedro candito seguiti da

pan di spezie, pompelmo rosa, iris, iodio, gesso e rosmarino. Bocca piacevole, la sapidità e la freschezza ben si compenetrano e si alternano regalando gustosità in un persistente finale dai rimandi di papaya. Intense, straw-yellow colouration introduces a number of recognisable aromas. Fragrances of tropical fruit and candied citron are followed by gingerbread, pink grapefruit, iris, iodine, chalk and rosemary. Pleasant on the tongue, the flavours and freshness interweave and alternate, leading into a long finish with hints of papaya.

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DA.DI. IGT Toscana 2018 Avignonesi Sangiovese 100% Rubino luminoso e trasparente da sangiovese di razza. Impatto intenso di ribes e lampone in confettura, mirtillo e more maturi, glicine, viola mammola, ricordi minerali di grafite e pepe verde. L’ingresso in bocca è avvolgente e immediatamente bilanciato dalla perfetta sinergia acido tannica, a donare persistenza e piacevolezza nel finale di marasca. A luminous, transparent, pure Sangiovese. Intense impact of currants and raspberry jam, myrtle

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and ripe blackberries, wisteria, sweet violet, with hints of black pepper and graphite. An initial heady taste is immediately balanced by a perfect tannic acidity, extending into a pleasant finish of marasca cherry.

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CASALVECCHIO IN ANFORA IGT Toscana 2016 Pagani De Marchi Cabernet sauvignon 100% Rubino compatto e luminoso. Riconoscimenti tipici di frutti rossi e neri in confettura, composta di peperone verde, tamarindo, chiodi di garofano, cacao e tabacco dolce. Impatto gustativo potente, si presenta con un grip tannico importante, buon bilanciamento della nota pseudocalorica, persistenza interessante e finale di cioccolatino alla ciliegia. vibranti. Bright, compact red with typical aromas of jammed forest fruits, green pepper compote, tamarind, cloves, cocoa and sweet tobacco. Strong tannin drives a powerful impact on the tongue; warm and well-balanced throughout its duration, which finishes on a note of chocolate-covered cherries. A vibrant choice.


WHITES OF TUSCAN COAST

wine tastings by AIS Toscana commission - photo Andrea Dughetti

ELEGANT, BALANCED. A SELECTION OF THE BEST WINES IN TUSCANY

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LE ANFORE DI ELENA CASADEI IGT Toscana Syrah 2017 Tenute Casadei - Syrah 100% Rubino vivido con nuance porpora, di media trasparenza. Piccoli frutti neri in sciroppo e macchia mediterranea tracciano il sentiero olfattivo seguiti da pepe di sichuan, cardamomo ed erba tagliata. Bocca tesa e fresca, l’agrume rosso avvolge il gusto con un discreto supporto del tannino. Buona persistenza con finale sapido leggermente astringente. Vivid, medium-transparent red with purple tinges. Small dark syrupped fruits and Mediterranean shrub lead the way, followed by Sichuan pepper, cardamom and crushed herbs. Tense and fresh in the mouth, with red orange flavours subtly supported by the tannins. Good length with a slightly astringent endnote.

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HERMIA Igt Toscana 2018 - Arrighi - Viognier 100% Veste paglierino brillante. Al naso passion fruit e richiami marini segnano la via ad albicocche mature, miele millefiori, confetto e mela croccante. Al sorso l’ottima freschezza e la sapidità

ben si combinano con la nota pseudocalorica in un progressivo e dinamico sviluppo del gusto. Finale persistente caratterizzato da ricordi minerali e di cedro. Bright straw colour. Passionfruit and marine aromas on the nose, leading to ripe apricots, millefiori honey, sugared almonds and crunchy apple. Flavours and a superb freshness combine to produce a deceptively warm note in a progressive, dynamic development. Long finish characterised by echoes of minerals and citron.

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MARUJO DOC Maremma Toscana Syrah 2016 Tenuta Casteani - Syrah 100% Veste tipica rubino con cenni di gioventù. Al naso è intenso e concentrato, mora, caffè, prugna in confettura, pepe e note balsamiche di eucalipto, seguiti da cioccolato bianco, salamoia e accenni di sottobosco. Sorso dinamico, freschezza e trama tannica vellutata segnano lo sviluppo gustativo persistente, finale piacevolissimo di scorza d’arancia. Typical red colouring with youthful overtures. Intense and concentrated on the nose, with blackberry, coffee, jammed prunes, pepper and notes of balsamic eucalyptus, followed

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by white chocolate, pickle and traces of undergrowth. Dynamic on the tongue, fresh and with a velvety tannic structure which underpins a long, rich development and a delicious finish on a note of orange

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ZEVER IGT Toscana 2014 Guado al Melo - Rkatsiteli, Khikivi, Goruli Mtsvane, Chinuri, Tita (non in commercio) Oro antico, piacevoli note di albicocca disidratata e zafferano aprono la strada a zagara, iris, mandorla e zucchero a velo, seguiti da susina gialla, pompelmo rosa, camomilla e melissa. Conquista e stupisce al sorso per il gusto deciso e saporito. La freschezza è sostenuta dalla nota pseudocalorica e da una leggera astringenza. Finale agrumato. Deep gold, with pleasing notes of dried apricots and saffron opening up to orange blossom, iris, almonds and icing sugar, followed by yellow plum, pink grapefruit, camomile and lemon balm. Conquers and amazes on the mouth with its decisive taste. The freshness is sustained by a warmth and a light astringency. Orangey finish.


BEST STELECTION

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AMPHIARAO IGT Toscana 2018 Castello di Vicchiomaggio - Cabernet sauvignon, petit verdot, sangiovese Rubino compatto e vivo. Impatto olfattivo raffinato di fiori e di piccoli frutti rossi in sciroppo, rosmarino, peperone in composta, pepe, note di torrefazione, liquirizia e pino mugo. L’ingresso in bocca è pieno e avvolgente, la potente struttura guida tutto il percorso mettendo in evidenza il tannino elegante in un finale saporito di frutta matura. Bright, compact red. Refined impact on the nose, with flowers and small red fruits in syrup, rosemary, pepper compote, pepper, and notes of roasting, liquorice and mountain pine. Full and bewitching in the mouth, a powerful structure underpins everything, bringing an elegant tannin to the fore in a finish savouring of ripe fruit.

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LUMEO Igt Toscana 2016 - Syrah 100% Rubino compatto dai vividi riflessi porpora. Apre con profumi di erbe aromatiche, salsa

di soia e chiodi di garofano, quindi mora e ribes nero in confettura, mirtillo, viola, pepe nero, mentuccia, liquirizia e una sensazione minerale. Ingresso potente e succoso, regala sensazioni fruttate ben coadiuvate dal tannino in evoluzione e dalla freschezza. Compact red with purple tints. Aromatic herbs in the opening, soy sauce and cloves, then blackberry and blackcurrant jam, myrtle, violet, black pepper, mint, liquorice and mineral suggestions. Rich, juicy attack with fruity sensations supported by the freshness and an evolving tannin.

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GOVERNATO IGT Toscana 2017 Sensi - Sangiovese 80%, canaiolo 10%, colorino 10% Splendida veste rubino concentrato. Intrigante al naso, si presenta con riconoscimenti di marasca matura, frutti di bosco in confettura, peonia, mirto e rosmarino. A completare il quadro richiami balsamici. Percorso gustativo rotondo e coerente di buona persistenza, improntato su una delicata dolcezza ben calibrata da un giusto apporto acido-tannico. Bright, intense red colouration. Intriguing aromas hint at mascara cherry, forest fruit jam,

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peony, myrtle and rosemary, and balsamic tones complete the picture. Round in the mouth, coherent and with a good length, all based upon a delicate sweetness calibrated by a good tannic acidity.

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PETRUNA ANFORA IGT Toscana 2017 Il Borro - Sangiovese 100% Luminosa livrea rubino di ottima trasparenza. Ribes rosso e mirtilli in confettura seguiti da zucchero a velo, lampone, melissa, colatura di alici, cioccolato bianco, pepe rosa e ginger. Vibrante al sorso, rivela una freschezza dinamica arricchita da un sottofondo di agrume, il tannino è ben integrato nel percorso. Buona persistente, finale sapido. Luminous red livery with good transparency. Redcurrants and myrtle jam followed by gingerbread, raspberry, lemon balm, drained anchovies, white chocolate, pink pepper and ginger. Vibrant in the mouth, it reveals a dynamic freshness enriched with an orangey substructure. The tannin is well integrated throughout. Good length, full finish.


WHITES OF TUSCAN COAST

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CHIANTI CLASSICO RISERVA DOCG Chianti Classico Riserva 2016 L’Orcio a Ca’di Pesa - Sangiovese 100% Rubino limpido e vivo. Impatto olfattivo di frutti rossi e neri in confettura, quindi potpourri di fiori, tabacco, accenni di liquirizia, erbe aromatiche, pirite, chiodi di garofano e bacca di vaniglia. Bocca avvolgente e ben bilanciata, l’elegante trama tannica trova compimento nella nota pseudocalorica, coadiuvata dalla succosa saporosità di frutto. Bright, clear red with forest fruit jam on the nose, then a pot-pourri of flowers, tobacco, hints of liquorice, aromatic herbs, pyrite, cloves and vanilla seeds. Beguiling and balanced on the palate, with an elegant tannic structure that is fulfilled in the notes of warmth, aided and abetted by the juicy fruit flavours.

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NOCCHIANELLO SPIGA DI GRANO IGT Toscana 2018 Suveraia - Nocchianello 100% Giallo paglierino scarico, di buona brillantezza. Al naso sensazioni dolci di camomilla, ginger

candito, lime, pompelmo, gelèe di albicocca, pesca bianca e zucchero a velo. Soffusi sapori di agrume fanno da sfondo alla struttura fresca e sapida, in un susseguirsi di sensazioni coerentemente fruttate. Finale dai ricordi di gesso e miele millefiori. Pale, brilliant yellow, with sweet aromas of camomile, candied ginger, lime, grapefruit, jellied apricots, white peaches and gingerbread. Omnipresent flavours of orange underpin a fresh, fulsome and coherently fruity structure, which finishes with tones of chalk and millefiori honey.

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BÒGGINA A DOC Valdarno di Sopra Sangiovese 2017 - Petrolo - Sangiovese 100% Veste il bicchiere rubino trasparente e vivido. Si apre lentamente su ricordi di piccoli frutti rossi in confettura, acciuga, sottobosco, fiore di cappero, timo e ancora tenui fragranze balsamiche di mentuccia. Il sorso restituisce coerente il bouquet espresso. L’acidità e il tannino ben bilanciati risaltano nel finale saporito di arancia sanguinella. Bright, transparent ruby red in the glass. Slow approach which recalls small red fruits in compote, anchovies, un-

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dergrowth, capers, thyme and soft aromas of balsamic and mint. The tongue makes sense of the immediate bouquet. Well-balanced acidity and tannins climb to a full finish which savours of red orange.

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DIVA IGT Toscana s.a. Il Peraccio - Trebbiano e malvasia Paglierino luminoso. Richiami di idrocarburo e gesso all’impatto olfattivo, seguiti da mandorla, confetto, cedro, erbe aromatiche, gelèe di albicocca e pera Williams. Bocca fine ed elegante, la struttura si regge egregiamente sulla spiccata sapidità e sulla nota pseudocalorica, capaci di guidare tutto il percorso nel finale coerentemente fruttato. Luminous straw colouring and aromas of hydrocarbons and chalk, followed by almonds, sugared almonds, citron, aromatic herbs, jellied apricots and Williams pear. Fine and sophisticated on the palate, with a structure based on pronounced flavours and warm tones, which culminate in a coherently fruity finish.


AMPHORA WINEMAKING text Barbara Massai

UN SYRAH IN PUREZZA L’ultimo capolavoro di Fattoria Le Pupille The latest work of art from Fattoria Le Pupille

La volontà di Elisabetta Geppetti e della figlia Clara Gentili di realizzare “insieme” un vino unico, ha trovato compimento ne Le Pupille 2015, un Igt Toscana Syrah frutto di due diversi terreni e due differenti vinificazioni. Da una parte le uve di Vigna del Palo, impiantata su un terreno sciolto, ricco di arenaria, vinificate in tonneau aperti conservando una piccola parte di vinaccioli, dall’altra il suolo collinare di Pian di Flora, prevalentemente tufaceo e ricco di alabastro, con buona persistenza di scheletro e tracce di gesso completato da un microclima tendenzialmente fresco, il cui frutto è stato vinificato in anfora conservando una minima percentuale di grappolo intero. Dal loro blend prende vita una meravigliosa interpretazione di Syrah, dai lineamenti preziosi, ricco di aromi e sapori, dotato di una raffinata e salda trama tannica. Elisabetta Geppetti and daughter Clara Gentili’s intent to create a unique wine “together” has been accomplished with Le Pupille 2015, a Syrah 100% wine fruit of two different lands and two different vinification methods. On one hand, the grapes of Vigna del Palo, planted on loose soil, rich in sandstone, fermented in open casks while preserving a small quantity of grape seeds and, on the other hand, the hilly ground of Pian di Flora, mainly tuff and rich in alabaster, fairly gravelly with traces of chalk, topped by a generally fresh micro climate, whose fruit has been fermented in amphora with a minimum par t of whole clusters. Their blend has generated a marvellous interpretation of Syrah, one of precious elements, rich in aromas and flavours, endowed with a refined and solid tannic texture.

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AMPHORA WINEMAKING text Emiliano Bogani

Here ph. Alexandra Morris. Below ph. Benedetta Orsini

TERRACOTTA E LEGNO

L’Orcio a Ca’ di Pesa. Un progetto classicamente nuovo A new project rooted in the classical world

L’azienda è giovane, nasce nel 2010, ma già ben integrata nel panorama enologico della Conca d’Oro di Panzano. I proprietari Jonathan e Jessika Auerbach hanno, con grande passione, dedicato i loro sforzi alla ricerca della massima qualità, rispettando al contempo la vocazione del territorio. È stato così scelto di coltivare quasi esclusivamente il Sangiovese e tutta la raccolta viene effettuata a mano in cassette. La vinificazione del Chianti Classico Riserva avviene, sin dalla sua prima realizzazione, in anfore di terracotta. Per la fermentazione malolattica, la scelta è di dividere la massa e metà lascia l’anfora per il legno. Dopo questa, tutto viene riunito per la maturazione di 24 mesi in barrique di rovere, come da disciplinare. Segue quindi l’affinamento in bottiglia per almeno 5 mesi. The winery is a young one, established in 2010, but it is already well integrated into the wine-making scene in the area known as the Conca d’Oro, the Golden Basin, around Panzano. Proprietors Jonathan and Jessika Auerbach have dedicated all their passion and efforts to achieving top quality while staying true to the vocation of the terroir. And so they have chosen to grow almost exclusively Sangiovese grapes, and harvest them all by hand, collecting them in crates. Their Chianti Classico Riserva is made in terra cotta amphoras right from the earliest stages. During malolactic fermentation, the mass is divided, and half of it leaves the amphoras to go into wood. After all this, the wine is reassembled to age for 24 months in oak barriques, as required by the regulations. It is then aged in the bottle for at least 5 months.

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AMPHORA WINEMAKING text Barbara Massai

PERSONALITÀ RAFFINATA

Marujo. Il Syrah ispirato dagli Etruschi della Maremma A Syrah wine inspired by the Etruscans of Tuscan Maremma

Marujo in portoghese significa “mozzo”, colui che sulle navi lavora e fatica, incarnando a pieno la filosofia aziendale di Casteani. Il loro è un terreno difficile da coltivare, fatto di ghiaia, argilla e limo capace però di trasmettere alle uve un carattere determinato e distintivo. In un ettaro di vigneto mette le sue radici il syrah fermentato e affinato in giare di terracotta dell’Impruneta che consentono al mosto una micro-ossigenazione senza l’influenza del legno, alla riscoperta di metodologie tanto care agli antichi Etruschi, primordiali viticoltori di queste zone. Il vino riposa per diverse settimane a contatto con le bucce per poi sostare dodici mesi sempre in anfora. Ricco di antociani e polifenoli Marujo sfodera una personalità potente e raffinata, introdotta garbatamente dalla nobile etichetta. Marujo in Por tuguese means “ship’s boy”, the hard-working lad on a vessel, which fully reflects the Casteani corporate philosophy. Theirs is a difficult land to farm, composed of gravel, clay and loam but one that gives grapes a distinctive and asser tive character. Grown on a hectare of vineyard, the syrah is fermented and aged in urns of Impruneta terracotta, which enables the micro-oxygenation of the must without wood influences, thus recovering a technique dear to the ancient Etruscans, the ancient winegrowers of these zones. The wine rests for several weeks with skin contact before a twelve month storage in amphorae. Rich in anthcyans and polyphenolics, Marujo reveals a potent and refined personality, cour teously presented by a noble label.

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AMPHORA WINEMAKING text Marco Mancini

UN’INTRIGANTE ETICHETTA Il Governato Toscano di Sensi va all’Università

Governato by Sensi winery goes to university

Questa intrigante etichetta di Sensi, alla sua seconda uscita, nasce da un progetto di collaborazione tra l’enologo dell’azienda Lorenzo Landi e Fabio Mencarelli, docente di Enologia all’Università della Tuscia. I grappoli sono accuratamente selezionati in vigna con procedure manuali e il sistema di vinificazione utilizzato richiama una pratica toscana diffusa nell’Ottocento che prevede l’appassimento di parte delle uve sui graticci e una seconda fermentazione per ottenere un vino più pronto, fruttato e morbido. Inoltre il team ha deciso di azzardare una maturazione in giare di terracotta per comprenderne l’effetto sui composti fenolici e aromatici del vino. L’uso delle anfore per conservare il vino era molto diffuso al tempo degli etruschi, da qui la scelta delle suggestive immagini a decorare la bottiglia. This intriguing label from Sensi, now making its second appearance, stems from a collaboration between house oenologist Lorenzo Landi and Fabio Mencarelli, who teaches oenology at the Tuscia University. The clusters are accurately selected in the vineyard using manual methods and the fermentation method recalls the Tuscan practice which was widely used in the 19th century and contemplated the partial drying of the grapes on racks and a second fermentation to obtain a more bottle-ripe, fruity and velvety wine. Moreover, the team has decided to risk a ripening process in terracotta urns in order to understand how this affects the phenolic and aromatic compounds of wine. The use of amphorae for storing wine was widespread during Etruscan times, hence the evocative images decorating the bottle.

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AMPHORA WINEMAKING text Paolo Bini

AVVOLGENTE ELEGANZA

Amphiarao. II vino in anfora di Castello Vicchiomaggio Castello Vicchiomaggio’s amphora wines

La maestria e l’intuizione di John Matta, winemaker dalla carriera costellata di successi, hanno reso le etichette di Castello Vicchiomaggio identificabili per eleganza e altamente significative di ogni territorio e cru aziendale. Nel pieno rispetto della tipicità è stato concepito anche il nuovo Amphiarao 2018, rosso toscano IGT maturato esclusivamente in anfora imprunetina da 500 litri e custodito in una suggestiva bordolese imperiale bassa. La selezione di Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Sangiovese coltivati nella proprietà maremmana di Rispescia, affermano pienamente il concept della genesi: un blend cupo rubino che al naso appassiona per la centralità di mora e floreale scuro con erbe e speziature assolutamente scevre da origini lignee. Avvolgente in bocca, entusiasma per piacevolezza senza opprimere il palato e lascia magistralmente ogni uva esprimersi con lunghezza e nitida peculiarità. The expertise and intuition of John Matta, a winemaker whose career is studded with successes, have made the labels of Castello Vicchiomaggio unmistakable in their elegance and highly meaningful in their interpretation of each terroir and winery cru. Perfectly aligned with the concept of typicality, the new Amphiarao 2018 is an IGT Tuscan red, aged exclusively in 500 litre amphorae of Impruneta terracotta and contained in an attractive Bordeaux impériale bottle.The selection of Cabernet Sauvignon, Petit Verdot and Sangiovese grown on the Maremma estate of Rispescia fully expresses the original concept: a dark ruby red blend which delights the nose with its central notes of blackcurrant and dark flowers, mingled with herbs and spices that are totally free of woody origins. Overwhelming in mouth, its pleasantness enthuses, without oppressing the palate but masterfully allowing each grape varietal to express itself with a lingering and distinct uniqueness.

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AMPHORA WINEMAKING text Emiliano Bogani

PENSANDO AGLI ETRUSCHI Suveraia. La volontà di non dimenticare il passato In recollection of the past

Il Nocchianello, coltivato sin dai tempi degli Etruschi e quasi scomparso in epoca post fillossera, è stato di recente oggetto di studio, riscoprendone la stretta parentela con il trebbiano toscano, e ottenendo nel 2017 l’iscrizione ufficiale nel registro Nazionale delle Varietà di Vite. Con il progetto di questo vino, l’azienda si dedica al recupero e conservazione della biodiversità. Sotto l’attenta supervisione dell’agronomo Stefano Dini e dell’enologo Leonardo Conti, i grappoli selezionati e raccolti a mano, vengono trasportati in piccole cassette. Il succo ottenuto dalla pressatura è decantato naturalmente e travasato in anfore di terracotta imprunetina, dove svolge la fermentazione e resta per alcuni mesi in contatto con lieviti e bucce. Prima dell’estate il vino è imbottigliato senza chiarificazione né filtrazione. The nocchianello grape variety, which had been cultivated from the times of the Etruscans and almost disappeared in the period following the phylloxera epidemic, has recently been studied by the experts who have discovered its close relationship with Tuscan trebbiano. In 2017, it was officially included in the National Register of Grape Varieties. Through this wine project, the firm pursues its mission to recover and preserve biodiversity. Under the attentive supervision of agronomist Stefano Dini and oenologist Leonardo Conti, the carefully selected and hand-picked clusters are transported in small crates. The pressed juice is decanted naturally and poured into Impruneta terracotta amphorae, where fermentation takes place and where it remains for a few months with skin and lees contact. Before the summer, the wine is bottled without any clarification or filtration.

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WINE WORLD


INCONTRI I migliori vini passiti della Toscana incontrano alcuni tra i piÚ apprezzati panettoni artigianali della regione. Il connubio è interessante... e, in alcuni casi, sorprendente The top Tuscan dessert wines meet some of the most of the ragion best panettone cakes.The marriage is interesting and, in some cases, amazing


WINE WORLD text Paolo Bini

DOLCI INTRECCI ESCLUSIVI

Aleatico passito e Vin Santo dell’eccellenza abbinati ai panettoni toscani di pregio Top Aleatico Passito and Vin Santo paired with the finest Tuscan panettones

I

l vino della festa o semplicemente il nettare dolce di famiglia: sono secoli che i passiti rappresentano simbolicamente sia l’ospitalità che la sacralità. Vin Santo e Aleatico vanno oggi di pari passo a testa alta consci della qualità raggiunta attraverso anni di lavoro e ricerca senza mai tralasciare la memoria. Legati dal trait d’union dell’aneddotica e delle leggende, fra metropoliti greci e imperatori in esilio che probabilmente ne decantarono le qualità, condividono parte del processo produttivo ma lasciano sempre più spazio all’interpretazione degli winemaker per ottenere prodotti più o meno complessi, puntando inevitabilmente sulla preservazione dell’acidità per controbilanciare la maggiore o minore dolcezza in base alla loro filosofia. Se l’Elba Aleatico nasce per tradizione come il vino giovane del Natale, il Vin Santo mai ha prescisso dal riposo nei tipici caratelli, se oggi alcuni produttori isolani si discostano dalla storia prediligendo un elevamento in legno, altrettanto fa chi in terraferma si distacca dall’uso della classica “madre”. Le vendita di vini dolci sta registrando negli ultimi anni una lieve flessione ma i recenti grandi successi e i riconoscimenti ottenuti dai passiti toscani ci ha inesorabilmente invitato all’assaggio selezionato per comprenderne i punti di forza e le peculiarità. Sono vini da conversazione che negli anni tendono più a definirsi da meditazione ma, essenzialmente, rappresentano sempre un’idea, una proposta, un invito all’abbinamento su formaggi stagionati, erborinati, fegato o paté ma, prima di tutto, sui dessert. Il Natale alle porte ci ha convinto definitivamente sull’esclusiva lineup incrociata da testare e proporvi: dieci fra i migliori Elba Aleatico passito, Vin Santo di Carmignano, Vin Santo del Chianti e Vin Santo del Chianti Classico affiancati a dieci fra i panettoni toscani più esclusivi. Un risultato che innanzitutto garantisce l’assoluta fattibilità del confronto e adeguatezza dell’abbinamento; l’esito conferma poi quanto già è arcinoto in ambito sommellerie: non sempre il miglior vino sublima il dessert più buono, la tecnica dell’abbinamento è un’arte che spesso consente anche a prodotti non esaltanti di vivere momenti di gloria aromatica persistente giocando su struttura, dolcezza e intensità gusto-olfattiva. A cavallo e oltre i 90 punti, gli Aleatico e i Vin Santo dell’eccellenza sono stati empiricamente degustati e legati a pregiati panettoni toscani; le sorprese non sono mancate, l’acme sensoriale neppure. Si-può-fare!

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Festive wine or simply the family’s sweet nectar: for centuries, dessert wines have represented hospitality and holiness.Today, Vin Santo and Aleatico can hold their heads high, conscious of the quality that has been achieved after years of hard work and research without ever forgetting the past. Standing somewhere between anecdote and legend, between Greek metropolitans and exiled emperors who probably decanted their qualities, these wines share parts of the production process but always leave space for the winemaker’s interpretation in order to achieve more simple or more complex versions, inevitably focusing on maintaining the acidity to counterbalance the sweetness, which varies depending on the production philosophy. While Elba Aleatico was traditionally enjoyed as a young wine at Christmastime,Vin Santo has never shunned its rest in typical casks. While some of Elba’s producers are moving away from practices of the past, favouring some time in wood, on the mainland certain winemakers are shifting away from the use of the traditional “madre” yeasts. The popularity of dessert wines has been on the wane in recent years, but certain successes and awards won by Tuscan wines meant that we were destined to attend a tasting to learn about the strengths and nuances. Over the years, these are conversational wines that have tended to verge on becoming meditative wines, but, in essence, they always represent an idea, a suggestion, an invitation to pair with mature or blue cheeses, liver or pate, but especially with desserts. Christmas just around the corner convinced us about the sublime line-up that we tried, tested and are suggesting here: 10 of the best Elba Aleatico Passito, Vin Santo di Carmignano,Vin Santo del Chianti and Vin Santo del Chianti Classico paired with 10 of the finest panettones made in Tuscany. It’s an outcome that guarantees the total feasibility and suitability of the match. The result also confirms what’s already well known in sommelier circles: the most sublime wine doesn’t always pair with the best dessert. Food and wine matching is an art that often also allows slightly lesser products to enjoy lasting moments of aromatic glory by playing with the body, sweetness and the intensity of aromas and flavours. Hovering around 90 points and over, these top Aleatico and Vin Santo wines were tasted empirically and paired with the best panettones in Tuscany. Plenty of surprises emerged as well as heightened sensory moments. Try them for yourself!


WINE WORLD

Giulebbe by Paolo Sacchetti, Pasticceria Nuovo Mondo

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PAIRING

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ARRIGHI

Elba Aleatico Passito DOCG Silosò 2018 Porpora cupo di estrema varieganza su fulcro fruttato scuro di mirtillo, sambuco, amarena con intorno di rabarbaro, fico, rosolio e mirto. Al palato è gioiosa ricchezza di mora gelée con tannini supremi che giocano in perfetta sinergia con l’acidità distendendosi su un lungo finale dai ricordi di dragée alla ciliegia e lavanda.
ABBINAMENTO
la forza dell’Aleatico sublima l’aromaticità del cioccolato senza opprimere ma arricchendo, con il suo frutto, il rinfrescante ginger candito nella pasta. Dark purple with extreme variation on the darkly fruited fulcrum of blueberries, elderflowers and sour cherries surrounded by rhubarb, fig, rosolio and myrtle. Joyful and rich on the palate with blackberry jelly and supreme tannins in perfect harmony with the acidity expanding across a long finish reminiscent of cherry and lavender dragees.
PAIRING
the power of Aleatico elevates the chocolate aromas without being oppressive, enriching, with its fruit, the refreshing candied ginger in the cake. PECCATI DI GOLA - SIENA

Panettone cioccolato e zenzero Chocolate and Ginger Panettone

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CAPEZZANA

Vin Santo di Carmignano DOC riserva 2012 Vivacissimo oro antico; esordio chinato con scorza di mandarino, legno di sandalo, miele di rosmarino, fico secco e pepe di Sichuan; sensibile e succosa dolcezza dal lungo finale di tamarindo e lemongrass.
ABBINAMENTO
ci vuole energia e dolcezza per inserirsi nella succosa bagna alcolica; due spiriti forti che si abbracciano con scia saporosa di agrume e uva passa. Uber-vibrant antique gold; chinato entree with mandarin peel, sandalwood, rosemary honey, dried figs and Sichuan pepper; sensitive and juicy sweetness with a long finish of tamarind and lemongrass.
PAIRING
energy and sweetness is needed to overcome the juicy alcohol wash; two strong spirits that embrace with a soapy edge of citrus and currants. PASTICCERIA BONCI - MONTEVEARCHI (AREZZO)

Panbriacone

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PAIRING wine tastings and pairig by AIS Toscana commission - photo Andrea Dughetti

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CASTELLARE DI CASTELLINA

Vin Santo del Chianti Classico DOC S. Niccolò 2013 Dorato luminoso; bouquet raffinato fatto di ginestra, nocciola, aneto e mango con soffi balsamici e rientri di burro, resina e sottobosco; sostanza nobile e fruibile con infinito piacere gustativo di agrume candito.
ABBINAMENTO
sopraffina eleganza del cibo e del vino sono l’alta sintesi di concordanze aromatiche fatte essenzialmente di arancia, miele e frutta secca mai stucchevoli. Bright gold; refined bouquet consisting of broom, hazelnut, fennel and mango with herbal nuances and notes of butter, resin and forest floor; noble and approachable substance with infinite flavourful pleasure of candied citrus fruit.
PAIRING
the sublime elegance of food and wine are the highest expression of aromatic agreement stemming from orange, honey and nuts without being cloying. PASTICCERIA NUOVO MONDO - PRATO

Panettone Classico di Paolo Sacchetti Paolo Sacchetti’s Classic Panettone

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FATTORIA AMBRA

Vin Santo di Carmignano DOC 2010 Giallo topazio luminescente; incipit di zagara e banana essiccata poi vira su giuggiola, noci di macadamia, cioccolato alla menta, cola, tabacco biondo e sbuffi iodati; altamente complesso, bilanciato con caldi e lunghi rientri di ananas e sigaro.
ABBINAMENTO
giocato sulla struttura concordante, lascia in bocca un sapore piacevole di albicocca con caldo finale estremamente aromatico e non appiccicoso. Luminescent yellow topaz; preface of orange blossom and dried banana leading to jujube, macadamia nuts, mint chocolate, cola, blond tobacco and iodized nuances; highly complex, balanced with long, hot hints of pineapple and cigar.
PAIRING
plays on the agreeing structure, leaves a pleasing apricot flavour in the mouth with an extremely aromatic and non-sticky hot finish. RIGACCI ‘48 - CERBAIA IN VAL DI PESA (FIRENZE)

Panettone alle albicocche Apricot Panettone

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TOP TEN

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LA PIANA

Toscana Aleatico IGP Cristino 2018 Rubino vivido; intenso approccio di ibisco, fragola in confettura, pasta di olive, rosmarino con pizzico salmastro. Dolce ma posato, con tannini ben dosati invita a un finale sapido di marasca sotto spirito e fiore di cappero.
ABBINAMENTO
un prodotto eccellente che pare nato per l’Aleatico: fragoline, lamponi, mirtilli freschi soavemente incastonati nella pasta ma anche nel vino con un garbato ricordo finale di erbe e spezie. Bright ruby red; intense approach of hibiscus, strawberry jam, olive tapenade, rosemary with a hint of saltiness. Sweet but poised, with measured tannins leading to a savoury finish of sour cherries in alcohol and caperberries.
PAIRING
a superb product that meets its perfect match in this Aleatico: wild strawberries, raspberries and fresh blueberries finely nestled in the cake as well as in the wine with a sumptuous endnote of herbs and spices. PASTICCERIA MEARINI - QUARRATA (PISTOIA)

Panettone alla frutta fresca (fragoline di bosco, lamponi, mirtilli, fragole) Fresh Fruit Panettone (strawberries, wild strawberries, blueberries, raspeberries)

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CASTELLO DEL TREBBIO

Vin Santo del Chianti DOC 2012 Ambra preziosa all’occhio con fine ventaglio che muove frutta gialla e cola, pasta di mandorle, miele di melata, humus e ceralacca con carezza minerale; vellutato, sapori ben integrati con finale salino dai ritorni speziati.
ABBINAMENTO
morbidezza e burrosità sciolte con tenerezza dalla vena fresco-sapida del vino; contrapposizioni che lasciano caldi e appaganti sapori di vaniglia e cedro. Precious amber on first appearance with a fine variation that moves from yellow fruit to cola, marzipan, honeydew, earth and sealing wax with a mineral embrace; velvety, well integrated tannins with a saline finish and spiced nuances.
PAIRING
 softness and melted butteriness with tenderness and the refreshing savoury vein of the wine; contrapositions that leave hot and satisfying flavours of vanilla and cedar. IL CANTUCCIO DI FEDERIGO - SAN MINIATO (PISA)

Panettone Perondi Classico Alto alla Milanese Panettone Perondi Classico Alto alla Milanese

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TOP TEN

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POGGIOTONDO

Vin Santo del Chianti DOC Collefresco 2010 Oro concentrato in evoluzione; spinta aromatica di dattero, fico, caramello salato, cera d’api, albicocca disidratata, vaniglia; setoso, piacevolmente fresco, finale saporito di pesche in composta.
 ABBINAMENTO
un panettone soffice e delicato, la morbidezza e gli aromi di olio EVO non vengono spenti ma ben gestiti dall’acidità del vino lasciando al palato lunghissimi ricordi di mango. Concentrated gold in evolution; aromatic thrust of dates, figs, salted caramel, beeswax, dried apricot and vanilla; silky and pleasingly refreshing, with a flavourful finish of peach jam.
PAIRING
a soft, delicate panettone; the softness and olive oil aromas remain unchanged, yet are well managed by the wine’s acidity, leaving very long nuances of mango on the palate. CORSINI - GROSSETO

Pandicorte Pandicorte

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BARONE RICASOLI

Vin Santo del Chianti Classico DOC Castello di Brolio 2011 Veste dorata ammaliante dai profumi di potpourri giallo, cera, pesca, melissa, caramella mou con tocchi di ginger e porcino; gusto vibrante, dolcezza contenuta con chiusura di frutta sotto spirito. ABBINAMENTO
panettone estremamente raffinato e splendido nell’abbinamento: castagne candite che regalano aromaticità senza incidere su una dolcezza appena percettibile e abbinata per concordanza. Enticing gold colour with aromas of yellow pot-pourri, wax, peach, melissa and fudge, with touches of ginger and porcini; vibrant taste, restricted sweetness with finish of fruit macerated in alcohol.
PAIRING
extremely refined panettone that’s a perfect pairing: candied chestnuts that provide aromas without impacting on a barely perceptive sweetness; a match based on similarity. FRATELLI LUCCHESI - BARGA (LUCCA)

Panettone alle castagne Chestnut Panettone

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TOP TEN

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FATTORIA DI BACCHERETO

Vin Santo di Carmignano DOC 2010 Dai lampi ambrati escono sensazioni di cedro candito, ginepro, mandorla tostata, croccante al sesamo e tocchi smaltati; diverte con le morbidezze e il suo nitido finale di papaya
ABBINAMENTO
fragranza, dolcezza misurata e ottima struttura sono qui le giuste chiavi dell’accoppiamento: olfatto inebriato da gradevoli aromi di agrumi e frutta secca. Out of the amber flashes come aromas of candied citron, juniper, toasted almonds, sesame crisp and enamel touches; plays with the softness and its clean finish of papaya.
PAIRING
fragrance, measured sweetness and superb structure are the right keys to this pairing: an intoxicated bouquet from enjoyable aromas of citrus and nuts. NANNINI - SIENA

Panettone tradizionale Traditional Panettone

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LOSI - QUERCIAVALLE

Vin Santo del Chianti Classico DOC Querciavalle 2006 Ambrato tenue dagli aromi di noce, arancia amara, burro di arachidi con stuzzicanti note empireumatiche, di canfora e di fungo secco; vellutato in bocca con scia calda di frutta candita 
ABBINAMENTO
dolce equilibrato che ama i vini non esuberanti; la glassa non stona e crea un perfetto girotondo aromatico-zuccherino fra mandorle di qualità e dolci sapori fruttati del vino. Light amber with aromas of walnuts, bitter oranges and peanut butter with teasing empyreumatic notes of camphor and dried mushrooms; velvety in the mouth with a hot finish of candied fruit.
PAIRING
a balanced cake that pairs with not overly exuberant wines; the glaze matches well, creating a perfect aromatic and sweetness twirl between the fine almonds and the sweet fruited flavours of the wine. FOUR SEASONS HOTEL FIRENZE

Panettone Mandorlato Almond Panettone

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TOP TEN

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WINE TASTING text Fabio Ceccarelli - photo Andrea Dughetti

INTENSI E LEGGERI

P

I grandi spumanti Ferrari in una degustazione da sogno The great Ferrari sparkling wines in a dream degustation

asseggiando fra milioni di bottiglie coricate al buio nelle gallerie interrate accompagnato da Camilla Lunelli, vengono alla mente le pagine di Mario Soldati, che visitò la cantina nel 1968 con il nonno di Camilla, Bruno Lunelli. In mezzo secolo è cambiata sicuramente la dimensione degli ambienti per accogliere l’attuale realtà produttiva, ma le fasi del metodo classico sono le stesse di allora, quelle che Soldati descrive citando il razionalismo francese di Cartesio e Pascal. Nel 1952, quando Bruno Lunelli acquistò l’azienda, che Giulio Ferrari aveva fondato 50 anni prima, la produzione consisteva neanche in 10 mila bottiglie annue. Oggi, sotto la guida dalla terza generazione dei Lunelli (Camilla, Matteo, Marcello e Alessandro) Ferrari produce oltre 5 milioni di bottiglie ogni anno ed è il principale produttore di Trentodoc. Camilla racconta quanto sia importante oggi per l’azienda partecipare alla DOC, che con le sue 54 cantine ha fatto grandi passi in avanti; ed è fiera degli apprezzamenti importanti ricevuti dalla stampa internazionale. Alla domanda sulla possibilità di crescita di volumi per una denominazione che ha vigne fra le montagne, risponde senza esitazione che vi sono margini per aumentare sia la capacità produttiva sia la vendita e cita l’esempio di un progetto di promozione del Trentodoc in America, che va avanti già da 3 anni. Come era importante la gestione del vigneto per Giulio Ferrari, vivaista oltre che enologo, così oggi i Lunelli investono a monte della produzione: ovvero in campagna, da dove arriva la materia prima. Dopo l’esperienza del “biologico” nella tenuta Podernovo in provincia di Pisa, dal 2017 anche tutti i vigneti trentini di proprietà sono certificati biologici e la sostenibilità è un valore aziendale importante, che trascende la mera gestione dei campi, al punto dall’aver stilato un protocollo insieme alla Fondazione Edmund Mach chiamato Vigneto Ferrari – per una viticoltura di montagna sostenibile e salubre. “La montagna e l’altitudine sono fondamentali” - spiega Camilla - “così come il tema della sostenibilità è nelle nostre corde, e di questo fa parte soprattutto la salute di chi vive e lavora nella campagna. Pertanto investiamo molto nella formazione in questo ambito e il nostro programma è rivolto ai conferitori che sono più di 600 e forniscono l’80% della materia prima.” Le uve provengono principalmente dalla Valle dell’Adige, Val di Cembra, Valle dei Laghi e una piccola parte anche dalla Valsugana. Sono uve di Chardonnay per il 90% e Pinot nero per il restante 10%. Tutte provengono da vigneti sopra i 300 m di altitudine, dove “ci sono le condizioni giuste per uve da spumantizzare. Al di sotto di questa quota l’uva matura con troppi zuccheri e pochi acidi”. Su questo concetto insiste anche l’enologo di casa Ferrari, Ruben Laurentis: “Nei nostri vini il fruttato esce dopo. Bisogna saper aspettare lasciando il vino con i lieviti. Nella longevità quello che conta è la maturità dell’uva che sa di

While strolling through millions of bottles kept lying down in the dark in the winery’s underground caves accompanied by Camilla Lunelli, I was reminded of the pages written by Mario Soldati who visited the winery in 1968 with Camilla’s grandfather, Bruno Lunelli. In over fifty years, the size of the cellars has been increased to allow more space for the bottles, but the traditional method process has never changed and it is exactly the same as the one described by Soldati as he mentions Descartes’ and Pascal’s French rationalism. In 1952, when Bruno Lunelli took over the winery which Giulio Ferrari had started fifty years earlier, the total production was around 10 thousand bottles annually. But today, now that the company is run by the third-generation members of the Lunelli family (Camilla, Matteo, Marcello and Alessandro), Ferrari produces over 5 million bottles every year and is the leading producer of Trentodoc wines, as well as an ambassador of Italian wine across the world. Camilla explains how important it is for the company to be part of the DOC area which, with its 54 wineries, has made great progress so far; and she is very proud of the recognitions awarded by the international press. When asked if she believes that the DOC area, with its mountain vineyards, has the potential to grow further in terms of sales volume, she unhesitatingly answered that there is ample scope for increasing both production capacity and sales volume and, as way of example, she mentions a project aimed at promoting Trentodoc wines in the United States, which has been going on for three years already. Vineyard management was very important to Giulio Ferrari, who was a nurseryman as well as a winemaker, which is why the Lunellis believe it is crucial to invest in the countryside, from which wine’s raw material, the grape, is sourced. Since the first experimentation with organic farming in 2017 at the Podernovo estate, near Pisa, all the winery-owned vineyards in the Trento area have been organically certified and sustainability has become one of the company’s guiding principles, going beyond mere vineyard management practices. As a matter of fact, Ferrari has developed a protocol with the Edmund Mach Foundation, called Vigneto Ferrari - per una viticoltura di montagna sostenibile e salubre (Ferrari Vineyards-for sustainable and healthy mountain winegrowing). “The mountains and altitude are very important to us- Camilla explains- as well as the sustainability issue and the health of those who live and work in the countryside.Therefore, we greatly invest in training and our program is designed for over 600 local winegrowers who provide 80% of grapes”. Grapes are mostly sourced from the Valle dell’Adige,Val di Cembra,Valle dei Laghi areas and a smaller amount from Valsugana. 90% Chardonnay grapes and 10% Pinot Noir.They all come from vineyards planted at a height of 300 meters above sea level where “there are the ideal growing conditions for sparkling wine

VINES ARE AN INVESTMENT: THE RAW MATERIALS

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WINE TASTING

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WINE TASTING

Above: Camilla Lunelli. Below: Edoardo Fumagalli, chef at Locanda Margon, the restaurant of the Ferrari vineyards (left). Ferrari’s in-house oenologist, Ruben Laurentis (right)

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WINE TASTING wine tastings by AIS Toscana commission

Un momento della degustazione

frutta e non l’acidità tout court. Questo si può fare solo in vigneti in collina sopra una certa quota.” Sulla selezione scrupolosa della materia prima si basa la possibilità di prolungare sempre di più il periodo di affinamento dei vini sui lieviti. Ci spiega Ruben che “gli spumanti devono essere intensi e leggeri. Questo è il segreto. Quando sono ricchi esagerati perdi sempre. La leggerezza è quello che vince nel tempo: più invecchia sui lieviti e più lo spumante si arricchisce.” La chiave di questi vini è la gestione del tempo. Il primo Trentodoc che incontriamo, il Ferrari Maximum Blanc de blancs 1 , mette in evidenza quello che sarà un filo conduttore di tutta la gamma: l’invitante bevibilità. Si tratta di uno spumante non millesimato, dal carattere equilibrato e secco, con colore ancora legato a riflessi verdolini e profumi di pesca e arancia fragranti, ottenuto da chardonnay in purezza, che sosta sui lieviti per 36 mesi ed è dosato con 5 g/l di zucchero. Di altro spessore è il Ferrari Perlé 2013 2 , chardonnay millesimato con una sosta sui lieviti di almeno 5 anni, prodotto fin dal 1971. Anche qui i tratti fruttati prevalgono all’olfatto, pur arricchendosi di sfumature di frutta secca, spezie, tostature ed erbe balsamiche. Il gusto intenso e persistente di agrumi, l’effervescenza soffice e il finale pulito fanno di questo spumante un emblema di raffinatezza. Negli anni la linea “Perlé” si è arricchita con un rosato (dal 1993), un blanc de noirs (dal 2002) un blanc de blancs più evoluto (dal 2006) e infine un pas dosé (dal 2010). Con grande soddisfazione ne abbiamo degustato le annate correnti. Il Ferrari Perlé Rosé Riserva 2013 3 è un assemblaggio di chardonnay, pinot nero vinificato in bianco e pinot nero vinificato rosato. Dopo 5 anni di sosta sui lieviti assume una tonalità aragosta, solcata da bollicine rarefatte, regolari nell’ascesa. Ha profumo delizioso di caramella di lampone, fragolina di bosco e clementino con accenni di foglie di tè. La pungenza dell’effervescenza si integra perfettamente con acidità e dosaggio, aumentando il corpo, questo conferisce allo spumante un’indole estremamente gastronomica. Ha carattere solido il Ferrari Perlé Nero Riserva 2010, 4 l’unico blanc de noirs della casa, ottenuto da pinot nero vinificato in bianco, dimenticato per 6 anni sui lieviti, dosato con solo 2 g/l di zuccheri. È dorato alla vista; ha

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grapes. At a lower altitude, ripe grapes would be too rich in sugar and deficient in natural acid”. Ruben Laurentis, Ferrari’s chief winemaker, stresses the importance of this aspect too:“In our wines, the fruity notes evolve over time. We have to be patient and leave the wine to rest on yeast lees. With ageable wines, what counts is the grapes’ fruit-forward ripeness, rather than acidity tout court. But this can be achieved only in hills at a certain altitude”. The most scrupulous selection of the grapes is crucial to being able to prolong the wine’s ageing on the lees. Ruben explains that “ sparkling wines must be intense and light.This is the secret. Excessively rich wines are never the right choice. Lightness always wins over time: the more sparkling wine ages on yeast lees, the more it gains in intensity”. The key to making these wines is good time management. The first wine we taste, Ferrari Maximum Blanc de blancs, 1 highlights the red thread running through the whole range: inviting drinkability. It is a non-vintage sparkling wine, well-balanced and dry, still greenish-colored, with fragrant peach and orange aromas, made from 100% Chardonnay grapes, left to rest on yeast lees for 36 months and with 5 g/l of sugar added. Ferrari Perlé 2013 2 is a single-vintage Chardonnay wine, which ages on yeast lees for at least 5 years, made since 1971.The nose offers mostly fruity notes, enriched with dried fruit, spices, roasted and balsamic herb hints. It is intense on the palate, with lingering citrus fruit, soft effervescence and a clean finish, which make it an extremely elegant sparkling wine. Over the years, the “Perlé” line has expanded to include a rosé (since 1993), a blanc de noirs (since 2002), a more evolved blanc de blancs (since 2006) and a pas dosé (since 2010). We were pleased to be able to taste the current vintages. Ferrari Perlé Rosé Riserva 2013 3 is a blend of Chardonnay, Pinot Noir vinified off the skins and Pinot Noir vinified rosé. After 5 years on yeast lees, it has taken on a lobster shade, with rarified bubbles smoothly rising from the bottom of the glass. It offers a delicious aroma of raspberry candy, wild strawberry and tangerine with hints of tea leaves.The tangy effervescence is perfectly integrated with the acidity and dosage, increasing the body, which makes this sparkling wine ideal for food pairing.


WINE TASTING

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WINE TASTING

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1. Ferrari Maximum Blanc de blancs 2. Ferrari Perlé 2013 3. Ferrari Perlé Rosé Riserva 2013 4. Ferrari Perlé Nero Riserva 2010 5. Ferrari Perlé Bianco Riserva 2010 6. Ferrari Perlé Zero Cuvée 2011 7. Ferrari Riserva Lunelli 2009 8. Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2008 9. Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004 10. Giulio Ferrari Rosé 2007

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WINE TASTING

The wine cellar

profumi incisivi dominati da petali di rosa e susina con delicate fragranze di panificazione; una vibrante tensione di freschezza e sapidità spinge in verticale il gusto con ricordo di bergamotto. Un’accurata selezione di chardonnay vendemmiato in alta collina è alla base della cuvée del Ferrari Perlé Bianco Riserva 2010 5 , che rappresenta un ulteriore passo in avanti del blanc de blancs con sosta sui lieviti di ben 8 anni. Ha colore dorato pieno e profumo stratificato di fiori di montagna, agrumi, albicocca disidratata, erbe aromatiche e spezie. Si espande al palato sia in lunghezza che in larghezza con complessità notevole, pur mantenendo grandi scorrevolezza e leggerezza. Infine il pas dosé di casa Ferrari si rifà all’esperienza enologica di grandi maison come Selosse, Krug e Bollinger. Il concetto alla base del Ferrari Perlé Zero Cuvée 2011 6 è quello di un multimillesimato di chardonnay, in cui la ricchezza di gusto e la sapidità derivano da un assemblaggio diverso e complicato di vini base, che hanno ognuno una propria genesi: alcuni hanno sostato in magnum, alcuni in legno, altri in acciaio. Il bouquet colpisce per i suoi tratti evoluti che ricordano frutta secca e spezie, ma affascina soprattutto il suo gusto rigido, strutturato e mascolino. Completamente diverso è il Ferrari Riserva Lunelli 2009 7 , uno spumante messo a punto dopo tanti anni di sperimentazione della fermentazione e affinamento in legno dei vini base. È prodotto da solo uve chardonnay, che fermentano e maturano in botti da 4.000 litri, con una sosta sui lieviti di 7 anni e un dosaggio di solo 2 g/l di zucchero. L’aspetto dorato anticipa una ricchezza olfattiva in cui emergono fico, albicocca, papaya oltre a sensazioni anche tostate e vanigliate. L’ingresso al palato è avvolgente, l’effervescenza soffice e la struttura importante; è un compagno ideale della

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Ferrari Perlé Nero Riserva 2010, 4 the winery’s only blanc de noirs, is made from Pinot Noir grapes vinified off the skins, left to rest for 6 years on yeast lees and with the addition of only 2 g/l of sugar. Golden-yellow colored, with intense aromas of rose petals and plum and delicate bready notes; a fresh and savory grip hits the palate vertically with an after-aroma of bergamot-orange. An accurate selection of Chardonnay grapes harvested on high hills make up the base cuvée of Ferrari Perlé Bianco Riserva 2010 5 , which is a step further as compared to the blanc de blancs, for it ages on yeast lees for no less than 8 years.This wine is solidly golden-yellow colored and features a layered bouquet of mountain flowers, citrus fruit, dehydrated apricot, aromatic herbs and spices. It spreads out across the palate lengthwise and widthwise in a very complex way, without losing any of its suppleness and lightness. Ferrari’s pas dosé is based on the winemaking experience of the great French maisons, such as Selosse, Krug and Bollinger. The concept behind Ferrari Perlé Zero Cuvée 2011 6 is that of a Chardonnay-based multi-vintage sparkling wine ( created in 2011 for the second time), in which the fullness of flavor and the savoriness result from a different and elaborate blend of base wines, each with its own history: some were aged in Magnum bottles, some in wood, some in steel.The bouquet features evolved notes of dried fruit and spices, and the palate is excitingly solidly-built, firm and virile. Completely different is the Ferrari Riserva Lunelli 2009 7 , a sparkling wine which was perfected after many years of experimenting with the fermentation process and wood ageing of base wines. It is made from 100% Chardonnay grapes, which undergo fermentation and ageing in 4,000-litre barrels, are left to rest on yeast lees for 7 years and with only 2g/l of sugar added to the wine. It is beautifully golden-colored, with a rich bouquet of fig,


WINE TASTING

The vineyards

tavola. Nel 1972 Mauro Lunelli decide di sperimentare una prolungata sosta sui lieviti, sottraendo una parte di bottiglie dalla sboccatura. Così nasce il Giulio Ferrari, lo spumante di punta della casa, da chardonnay coltivato a 600 m di quota. Il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2008 8 , degustato in anteprima perché uscirà solo nei primi mesi del 2020, ha colore oro luminoso e grandissima complessità di profumi in cui le note fruttate si fondono con quelle di pasticceria. Si espande progressivamente al palato mettendo sempre più in risalto una squisita sapidità. Il tempo ha esaltato al massimo persistenza ed eleganza di uno chardonnay di razza. Degustato oggi dopo 4 anni dall’uscita di cantina, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004 9 ha tonalità oro antico e ricorda canditi, pinolo, pasta frolla e persino caffè. Il gusto suadente e minerale è impreziosito da un massaggio delicato sulle papille gustative di una carbonica perfettamente integrata. L’ultima etichetta realizzata dalla casa trentina è “un’avventura più complicata” per usare le parole dell’enologo Ruben Laurentis. Si tratta di un assemblaggio di pinot nero con poco chardonnay e una sosta sui lieviti di 10 anni, messa in commercio per la prima volta l’anno scorso con i vini del millesimo 2006. Abbiamo assaggiato in anteprima il Giulio Ferrari Rosé 2007 10 (circa 8.000 bottiglie prodotte). Ha una luminosa veste buccia di cipolla con lampi ramati di immensa brillantezza. È un vino di grande personalità. Ha profumi floreali di glicine e viola, scorza d’arancia, ribes e erbe balsamiche, che quasi ricorda un rosso di Borgogna. Dopo un ingresso in bocca delicato sviluppa tutta la sua eleganza gustativa, basata sulla perfetta sintesi di acidità fruttata, salinità e cremosità. È un vino raffinato, fatto di sfumature che si sovrappongono.

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apricot and papaya aromas, in addition to roasted and vanilla notes. Caressing entry on the palate, with a soft effervescence and good structure, making it an ideal match with food. In 1972, Mauro Lunelli decided to try out a prolonged ageing on yeast lees, by not disgorging a number of bottles. That is how Giulio Ferrari was born, the winery’s signature label, made from Chardonnay grapes grown at 600 meters above sea level. Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2008 8 , of which we enjoyed an advance tasting for the wine will be released in early 2020, is brightly golden colored and features a very complex bouquet of fruity aromas blending with baked cake notes. It slowly stretches out across the palate, highlighting its delicious savoriness. Time has definitely brought out this top-quality Chardonnay wine’s length and elegance. Tasted after 4 years since its release, Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004 9 has an old gold appearance and aromas of candied fruit, pine nut, shortcrust pastry and even coffee on the nose. Charming and mineral on the palate, with perfectly integrated carbon dioxide. The latest label by the Trento winery is a “more complicated adventure” as winemaker Ruben Laurentis puts it. It is a blend of Pinot Noir grapes with some Chardonnay, which ages on yeast lees for 10 years. It was released for the first time last year in the 2006 vintage. We had an advance tasting of Giulio Ferrari Rosé 2007 10 (about 8,000 bottles produced), which has an onionskin appearance with very bright coppery tinges and a great personality.The nose gives off floral aromas of wisteria and violet, orange peel, redcurrant and balsamic herbs, somewhat similar to a red Burgundy wine. After a delicate entry on the palate, it develops in all its elegance, based on the perfect balance of fruity acidity, saltiness and creaminess. It is a polished wine, made up of overlapping nuances.


WINE TASTING

VENTI DI CAMBIAMENTO Nuove prospettive per il Geografico New prospects for Chianti Geografico

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text Barbara Massai, Marco Mancini - photo Andrea Dughetti

n nuovo futuro attende il marchio del Chianti Geografico dopo la crisi degli ultimi anni, grazie all’acquisizione da parte della Famiglia Piccini. Questa realtà ben radicata sul territorio ha visto i suoi natali quasi sessant’anni fa, attraverso la passione di diciassette piccoli viticoltori dislocati nelle zone storiche del Chianti e di San Gimignano, accomunati dalla ricerca di un fine talvolta difficile da raggiungere individualmente. La volontà di Mario Piccini è quella di rilanciare l’attività produttiva grazie alla collaborazione con Riccardo Cotarella, affiancato dall’enologo interno Alessandro Barabesi, tutelando la storicità del brand e sostenendo i conferitori, dando loro i giusti input per raggiungere i massimi livelli qualitativi dal frutto dei loro vigneti. Il nuovo trend aziendale riparte da marchi storici quale Contessa di Radda, interpretati in una visione più moderna, valorizzandone l’immagine con un restyling dell’etichetta ed esaltandone il carattere deciso ed elegante, grazie alla selezione del territorio e della vigna. La Riserva Montegiachi si rivela un “vin de garde”, da attendere con pazienza e a cui il tempo regalerà la giusta maturazione. Si affianca alla classicità del Geografico l’internazionale La Pevera, testimone efficace di un cambio di stile.

A new future awaits the Chianti Geografico brand following the crisis of the past few years, thanks to Piccini family taking over the cooperative. It was established nearly sixty years ago, by seventeen small yet passionate winegrowers scattered across the historic Chianti and San Gimignano areas, in order to accomplish goals that would have been difficult to achieve individually. Mario Piccini’s goal is that of relaunching the local wine production through the collaboration with Riccardo Cotarella, and with the assistance of in-house winemaker Alessandro Barabesi, by protecting the brand’s history and supporting the winegrowers, giving them the right inputs to reach the highest quality standards in winemaking. The company’s strategy focuses on investing in the historic wine brands, such as Contessa di Radda, though moving forward with a more modern vision, a restyling of the label and enhancing the wine’s assertive and elegant character through a careful selection of the terroir and vineyards. Riserva Montegiachi proves to be a “vin de garde”, to wait for patiently as it matures over time. The more international-like La Pevera provides evidence of a change of style among the classic Chianti Geografico wines.

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WINE TASTING by AIS Toscana commission

CHIANTI CLASSICO CONTESSA DI RADDA 2016 Sangiovese 95% Merlot 5% Veste rubino vivace con cenni di gioventù sul bordo. All’esame olfattivo emergono netti richiami di viola e marasca matura, lievi rimandi vegetali oltre ad aromi di vaniglia e rabarbaro. In bocca si esprime con piacevole eleganza, in sostanziale equilibrio, con una buona acidità e tannini ben delineati. Lively ruby-red colored with youthful tinges at the rim. Clear notes of violet and ripe marasca cherry on the nose, in addition to delicate vegetal hints and aromas of vanilla and rhubarb. Pleasantly elegant on the palate, basically well-balanced, with good acidity and well-focused tannins. CONTESSA DI RADDA TOSCANA IGT 2016 90% Merlot 10% Cabernet Sauvignon e Petit Verdot Manto rubino concentrato. Inizialmente rivela note di ribes nero e mirtillo maturo, seguiti da ricordi di scatola di sigaro, cacao, muschio e ancora mentuccia. Entra caldo e morbido, il gusto è ravvivato da una buona verve acida e una nota sapida, leggermente amaricante sul finale di scorza di agrume.

Deep ruby red-colored.The nose opens with notes of blackcurrant and ripe blueberry, followed by hints of cigar box, cocoa, moss and field balm. Warm and soft entry on the palate, with a good acid kick and a savory note, slightly bitter on the orange peel finish. CHIANTI CLASSICO CONTESSA DI RADDA RISERVA 2015 90% Sangiovese 10% Cabernet Sauvignon Da una livrea rubino con nuance granato si fanno strada riconoscimenti di frutti di bosco e sciroppo di sambuco, arancia tarocco, sottobosco, sigaro e boero. Coerente al sorso, alcol e morbidezza sono piacevolmente bilanciati da sapore e tannino che si allungano su un finale lievemente ammandorlato. Ruby red-colored with garnet-red tinges.The nose offers notes of soft fruit and elderberry syrup, Sicilian blood orange, undergrowth, cigar and Boero chocolate. Consistent on the palate, the alcohol and softness are pleasantly well-balanced by flavor and tannins which extend well through the slightly almondy finish. CHIANTI CLASSICO MONTEGIACHI RISERVA 2015 90% Sangiovese 10% Merlot Rubino splendente dalla buona trasparenza con riflessi di gioventù. Il naso apre su note di

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viola mammola e marasca matura, arricchite da sfumature di pepe nero, eucalipto e chiodi di garofano. All’esame gusto-olfattivo si dimostra ben calibrato, con una trama tannica ben presente e dai ritorni sapidi. Bright and clear ruby red-colored with youthful tinges. The nose opens on notes of violet and ripe marasca cherry, enriched with nuances of black pepper, eucalyptus and cloves. Well-balanced on the palate, with a pervading tannic texture and savory after-aromas. LA PEVERA TOSCANA IGT 2016 80% Cabernet Sauvignon 20% Cabernet Franc Alla vista presenta una fitta massa colorante. Impatto deciso e intenso di more in confettura, sigaro, vaniglia, amaretto e liquirizia, a completare il quadro ricordi di cannella, pirite, tabacco e salsa di soia. Potente e ricco di estratto svela viva freschezza e tannini succosi e saporiti di cacao. Densely colored. An assertive and intense entry on the nose with blackberry preserve, cigar, vanilla, macaroon and licorice, with hints of cinnamon, pyrite, tobacco and soy sauce to complete the bouquet. Powerful and rich in extract on the palate, with lively freshness and juicy and cocoa-flavored tannins.


WINE TASTING

NUOVE DIREZIONI

Cantina I Vini di Maremma. Un cambio di passo radicale in nome del territorio A radical change toward the terroir

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text Barbara Massai, Emiliano Bogani - photo Andrea Dughetti

antina I vini di Maremma rappresenta l’animo pulsante di 230 conferitori, ognuno dei quali incarna le peculiarità del proprio territorio. Unendo le loro forze sono riusciti a dar voce ed espressività a vini solari. In questi ultimi anni hanno intrapreso un progetto di riqualificazione produttiva ed enologica, orientandosi verso l’agricoltura sostenibile e ottenendo la certificazione Equalitas. Un cambio d’immagine radicale, testimoniato non soltanto dal restyling delle etichette dei vini e degli ambienti di accoglienza, ma soprattutto dalla qualità gustativa raggiunta. Il Vermentino è il vitigno autoctono di riferimento, prodotto in grande quantità in tutta la Maremma toscana e capace di esprimersi in modo estremamente vario e inaspettato a seconda delle zone. Parlando ancora di autoctoni, non potevano mancare il Sangiovese, anche nella piacevolissima versione in rosa, e il ciliegiolo, dal carattere suadente e al contempo deciso.

The vineyard I vini di Maremma represents the pulsing soul of 230 products, every one of which embodies the uniqueness of its particular territory. Uniting their efforts, the company has managed to give a voice, give expression to these wines; and in recent years have thrown themselves into an oenological redevelopment project, orienting themselves towards sustainable agriculture and thus earning an Equalitas certificate. This change to their base image is evidenced not only in updates to their wine labels or hospitality programme, but above all in the quality of the wines that they have attained. The Vermentino has become one of their benchmark grapes, with its clear, characteristic aromas and flavours, rich in local colour that only the Tuscan Maremma could provide. And speaking of the indigenous, we cannot forget the sangiovese and its delightful rosé version, nor the ciliegiolo, with its character simultaneously mellow and decisive.

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WINE TASTING by AIS Toscana commission

DOC MAREMMA TOSCANA VERMENTINO 2018 Vermentino 100% Paglierino scarico e vivace dalle nuance verdoline. Al naso profumi caratteristici di erbe aromatiche, miele di acacia, ricordi tropicali di ananas, gelèe di cedro e frangipane. L’impatto gustativo è caratterizzato da adeguata freschezza e buona sapidità, bilanciate egregiamente dalla nota pseudocalorica. Persistenza discreta dai ritorni fruttati. Pale straw colour enlivened by tints of green. Aromatic herbs and acacia honey on the nose, with tropical, pineapple suggestions, jellied citron and frangipane. Fairly fresh attack with clear flavours and a balance clearly on the warm side, before discreetly leading into fruity tones. DOC MAREMMA TOSCANA ROSATO 2018 Sangiovese 100% Rosa cipria luminoso. L’impatto olfattivo è elegante e intenso, sprigiona aromi di pompelmo, pesca gialla, susina claudia, anguria, ciliegia e ancora note salmastre seguite da rosmarino, rosa tea oltre a cenni di glicine. La bocca è tesa e sapori-

ta, il ritorno del frutto s’integra perfettamente con tutte le componenti gustative. Media persistenza. Luminous, salmon-pink rosé with smooth yet intense olfactory overtures which ring of grapefruit, yellow peach, greengage, watermelon, cherry and even slightly brackish notes, then giving way to rosemary, rose tea and hints of wisteria. Tense and flavoursome in the mouth, the fruity tones settle perfectly into every tasting consideration. Medium length. DOC MAREMMA TOSCANA SANGIOVESE 2017 Sangiovese 100% Vivido rubino di media trasparenza. Rivela profumi e sensazioni varietali, inizialmente si riconoscono viola, ciliegia e mora in confettura completati da richiami di erba tagliata, spezie dolci e scorza di chinotto. L’ottima bevibilità è sostenuta dalla trascinante freschezza, il tannino è perfettamente integrato. Finale piacevolmente amaricante. Vivid, medium-transparent red which gives off a variety of aromas and flavours. Violet, cherry and blackberry jam

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are the prime suspects, complemented by chopped herbs, sweet spices and chinotto peel. The perfect drinkability is thanks to a lingering freshness, superbly integrated with the tannin. Pleasingly bitter aftertaste. DOC MAREMMA TOSCANA CILIEGIOLO 2018 Ciliegiolo 100% Rubino luminoso con rifletti di gioventù. Quadro olfattivo intenso di durone di Vignola maturo, violetta, erbe aromatiche poi leggere fragranze di sottobosco, legno di sandalo e note di incenso. All’assaggio è fine ed elegante, la decisa freschezza e l’adeguato tannino guidano il percorso gustativo in un susseguirsi di gustose sensazioni agrumate. Luminous, young-looking red. An intense palette of smells made up of ripe Durone di Vignola cherries, violets, aromatic herbs and then a light redolence of undergrowth, sandalwood and incence. Smooth and sophisticated on the tongue, with a decisive freshness and a firm tannin leading the way through the a sequence of orangey flavours.


WINE WORLD text Fabio Ceccarelli

QUALITÀ NATURALE

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Colle Bereto. Una lunga tradizione di vini di qualità e di tutela ambientale A long-standing tradition of quality wine and environmental protection

a collocazione geografica di Colle Bereto nel comune di Radda in Chianti e l’altitudine dei vigneti, fra 420 e 500 metri sul livello del mare, sono aspetti non replicabili, che rendono unica la produzione vinicola, avviata negli anni ’80 dalla famiglia fiorentina Pinzauti. Il clima qui è tendenzialmente fresco e vanta notevoli escursioni termiche diurne in estate, che sono provvidenziali per una lenta maturazione dell’uva e la conservazione dell’acidità nel frutto, la quale regala al vino due doti preziose: squisita freschezza e facile bevibilità. Le vigne hanno tutte pendenza più o meno importante e sono esposte a sud, sud-est e in parte a nord-ovest. Inoltre, il calcare di cui è composta la pietra alberese del sottosuolo e l’argilla conferiscono finezza e struttura ai vini. Ne sono consapevoli a Colle Bereto, perché da queste vigne hanno elaborato una gamma articolata di etichette, sia con uve locali che con uve internazionali. La filosofia adottata nella conduzione agronomica, che è biologica certificata, e in quella enologica, muove da principi come sostenibilità ambientale, salvaguardia del territorio, tutela della salute e bellezza paesaggistica e si fonde con una visione che punta a vini di qualità senza compromessi. Le rese sono mediamente basse e la selezione in fase di vendemmia è maniacale in ogni passaggio: dalla raccolta manuale in cassette, alla cernita dei grappoli prima della diraspatura e degli acini successivamente. Lo zoccolo duro della produzione è quella tradizionale del Chianti Classico, declinato secondo le tipologie previste dal disciplinare: annata, riserva e gran selezione; in queste il Sangiovese regna assoluto e nella Gran Selezione in particolare l’uva proviene tutta dal vigneto più vocato, quello sotto il Convento di Radda, come se fosse un Grand Cru chiantigiano. Quello di Colle Bereto è un Chianti Classico scattante, che ricorda da vicino il territorio d’origine, eppure è cesellato da una vinificazione accorta, che ne previene eccessi di nervosità. Negli anni ’80 non si è resistito alla tentazione di piantare uve internazionali, mettendo a dimora poche piante di Merlot e Pinot nero. Queste uve vengono vinificate separatamente e danno origine a due serie limitate di bottiglie numerate. Se prevalgono sensualità e ricchezza materica nel Tocco, Merlot in purezza, il Cenno esprime la delicatezza del Pinot nero che si fa sapido e setoso dopo aver incontrato il terroir raddese.

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Colle Bereto’s geographic location in the municipality of Radda in Chianti and the altitude of the vineyards, between 420 and 500 metres above sea level, are unrepeatable features contributing to the uniqueness of the estate’s wines, produced since the ’80s by the Pinzauti family of Florence. The local climate is quite cool, with considerable daily temperature excursions in summer, perfect for ripening the grapes slowly while preserving the fruit’s acidity, giving the wine two precious qualities: exquisite freshness and easy drinkability. The vineyards are all on sloping land, with differing degrees of steepness, facing south, southeast and, in some cases, northwest. Limey “pietra alberese” subsoil and clay contribute fineness and structure. They know this well at Colle Bereto, and have come up with a vast range of different labels made from the grapes grown in these vineyards, both local and international varietals. The philosophy behind the management of the estate is certified organic cultivation, while its winemaking techniques are inspired by the goals of environmental sustainability, safeguarding the local territory and protecting the health and beauty of the landscape, with a vision focusing on wines of uncompromising quality. Average yields are low, and grapes are selected with great care at every stage in the harvest, from manual collection in boxes to selection of bunches of grapes prior to de-stemming and individual grapes thereafter. The core of the estate’s production is traditional Chianti Classico, in the various types permitted under the regulations: vintage, reserve and “gran selezione”; in all of these, Sangiovese is king, and in Gran Selezione in particular, all of the grapes come from the best vineyard on the estate, the one under the monastery of Radda, like a sort of Grand Cru of Chianti. Colle Bereto produces a lively Chianti Classico readily recalling the soil it comes from, finely chiselled by sagacious vinification toning down excessive vigour. The owners were unable to resist the temptation to plant international grapes in the ’80s, setting out a few rows of Merlot and Pinot nero, grapes which are always fermented separately to make two limited editions of numbered bottles. While sensuality and material wealth prevail in Tocco, made from 100% Merlot, Cenno expresses all the delicacy of Pinot nero, made flavourful and silky by Radda’s unique terroir.


WINE WORLD

Colle Bereto’s winemaking techniques are inspired by the goals of environmental sustainability, safeguarding the local territory (ph. Alessandro Moggi)

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WINE TASTING text Marco Mancini

UN GIOIELLO DI NOME FATTORIA DI CALAPPIANO

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Il fiore all’occhiello della gamma Sensi The pride of the Sensi range

uando attorno al 1500 il Granduca Francesco I de’ Medici commissiona la Fattoria di Calappiano decide di inserirla in un ampio territorio che all’epoca conta ben diciotto poderi, la chiesa romanica di San Giusto, un frantoio e un mulino. Essa rappresenta uno dei primi esempi di Fattoria Toscana con produzione vitivinicola, infatti la zona è molto vocata e qui la viticoltura esiste da tempi immemorabili. La proprietà passa alla famiglia Sensi nel 1890 e oggi, attraverso la preziosa collaborazione con l’enologo Lorenzo Landi, si è avviato un ambizioso progetto di riscoperta dello stile tradizionale dei vini in Toscana. La Fattoria è attualmente composta da circa 200 ettari tra vigneti, uliveti e bosco ed è coltivata secondo i dettami dell’agricoltura biologica, con massima attenzione all’ecosistema e all’impatto ambientale. I top di gamma della produzione aziendale sono il Chianti Vinciano, declinato anche anche nella versione Riserva; il più strutturato e complesso Lungarno, coltivato vicino al fiume Arno, e il cru aziendale Collegonzi, il quale nasce sull’omonima collina ed è frutto di una ricerca di 10 anni su diversi cloni di Sangiovese per ottenere una notevole purezza qualitativa.

When, around the year 1500, Grand Duke Francesco I de’ Medici founded the Fattoria di Calappiano, he decided to locate it over a large plot of land which at the time included some eighteen farms, the Romanesque church of San Giusto, an olive-press and a mill. It represented one of the first examples of Tuscan farming combined with viticulture: indeed, vines have been grown in this soil, so amenable is it, since time immemorial. The property passed to the Sensi family in 1890 and today, with the invaluable aid of enologist Lorenzo Landi, they have launched an ambitious rediscovery programme with regard to the traditional style of Tuscan wines. The Fattoria currently covers roughly 200 hectares, including vines, olive groves and woodland; and is cultivated on the principles of organic agriculture, with maximum attention to the ecosystem and environmental impact. The top wines in the company’s range are the Chianti Vinciano, bottled also in a Riserva version; the more structured and complex Lungarno, whose grapes are grown near the river Arno, and the vineyard’s cru Collegonzi, which takes its name from the hill on which it is grown. This latter wine is the fruit of ten years’ research into different Sangiovese clones, conducted with the aim of finding a noticeable purity.

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WINE TASTING by AIS Toscana commission

CHIANTI VINCIANO 2018

CHIANTI VINCIANO RISERVA 2016

Sangiovese 90% Canaiolo 10% Rubino vivace di media trasparenza. Attacco impostato su ribes rosso e violetta, lievi accenni balsamici, di erbe aromatiche e incenso. In bocca è immediato, piacevolmente rotondo e rispettoso della purezza del frutto. La freschezza accompagna il sorso a un finale dai richiami di arancia sanguinella. Lively, mediumtransparent red. Attack based on redcurrants and violet, light balsamic notes, aromatic herbs and incense. Immediate in the mouth, pleasingly round and respectful of the fruits’ natural flavours. Fresh on the tongue, with a finish that carries hints of blood orange.

Sangiovese Canaiolo Colorino Da un manto rubino luminoso emergono piacevoli note di mora matura e di peonia, seguiti da riconoscimenti di ginepro, pepe verde, agrumi e liquirizia. All’esame gustativo l’acidità risulta vibrante allungando notevolmente il percorso in sinergia con un tannino elegante. In chiusura si avverte una speziatura legata alla sapidità. Highly transparent red with slightly uninhibited reflexes. It unwinds gradually, initially with an earthy note, but oxygenation brings blackberry, black cherry, liquorice, myrtle, lemon balm, pyrite and laurel to the fore. Full and responsive on the tongue, the tannins are focused and velvety, driven by freshness, with a tasty finish.

LUNGARNO 2016 IGT TOSCANA

COLLEGONZI 2016 IGT TOSCANA

Cabernet Sauvignon 60% Merlot 30% Colorino 10% Rubino compatto e vitale con bordo leggermente porpora. A naso si esprime su note di crème de cassis, confettura di frutti di bosco, timo, eucalipto, rabarbaro, vaniglia e tabacco dolce. Ingresso concentrato e potente con tannini di bella fattura e una discreta acidità a fare da contraltare. Saporito sul finale di china. Luminous, ruby aspect and pleasant notes of mature blackberry and peony, followed by identifiable touches of juniper, black pepper, orange and liquorice. Note how the acidity lengthens the jounrye through the flavours and synthesises them with an elegant tannin. A certain spiciness appears at the end.

Sangiovese 100% Rubino di buona trasparenza e dai riflessi leggermente evoluti. Si concede lentamente, inizialmente con una nota terrosa, roteando il calice emergono mora e amarena maturi, liquirizia, mirto, melissa, pirite e alloro. Pieno e scattante in bocca, i tannini sono concentrati e vellutati, spinti dalla freschezza, con chiusura sapida. Ruby red livery. Opens with small fruits, red and blackberry jam and dried red dates, then rosemary and cloves. Full-bodied with an imposing structure and well-integrated tannin, synthesised with the vibrant acidity. The finish is full of flavour, returning to mature fruits.

COLLEGONZI 2015 IGT TOSCANA

Sangiovese 100% Livrea rosso rubino con nuance granato. Apre su piccoli frutti a bacca rossa e nera in confettura, giuggiola appassita, poi rosmarino e chiodi di garofano. Sorso pieno e dall’importante struttura, il tannino è ben integrato, in sinergia con la vibrante acidità. Chiude saporito su ritorni di frutta matura. Compact, vivacious red with a slightly purple tinge. On the nose it gives notes of crème de cassis, red fruit jam, thyme, eucalyptus, rhubarb, vanilla and sweet tobacco. Potent, concentrated attack with well-structured tannins and a subtle, counterbalancing acidity. The flavours fully emerge at the finish.

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WINE WORLD text Marco Mancini - photo Andrea Dughetti

IL VIAGGIO DI HIDE

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Suvereto si esprime al top nei vini della Bulichella Suvereto and La Bulichella’s top wines

pesso dietro a grandi vini si celano personaggi di spessore associati a storie appassionanti. Questo è vero più che mai nel caso della Bulichella, dove l’azienda e le sue etichette respirano profondamente la forte personalità del suo creatore. Nel 1960, a soli 22 anni, Hideyuki Miyakawa compie un avventuroso viaggio con un amico attraversando l’Asia e il Medio Oriente a bordo della sua amata motocicletta fino ad approdare in Italia, prima a Roma all’apertura dei Giochi Olimpici, poi al Salone dell’Auto di Torino, dove la sorte gli fa incontrare la futura moglie Maria Luisa Bassano. Nel 1983 l’ambizioso progetto di Bulichella nasce dal desiderio dei Miyakawa di vivere assieme ad altre tre famiglie come un unico nucleo familiare allargato, aldilà dei tradizionali canoni sociali e all’insegna di uno stile di vita naturale, semplice e genuino. L’azienda è biologica sin dagli esordi, una delle prime in Toscana, non per moda ma perché il rispetto degli equilibri dell’ecosistema è uno dei pilastri fondanti della sua filosofia assieme a una profonda predisposizione per l’inclusione sociale. Nel 1999 la famiglia Miyakawa diventa proprietaria esclusiva della tenuta e da questo momento si orienta in modo sempre più deciso verso la ricerca della qualità. In questa ottica Hideyuki riveste per diversi anni il ruolo di presidente del Consorzio dei vini della Val di Cornia, battendosi per questo territorio in cui crede profondamente, fino all’ottenimento nel 2011 della DOCG Suvereto. Da qualche anno la conduzione enologica è passata a Luca D’Attoma e Andrea Lupi, le cui mani esperte aiutano a esprimere con eleganza la filosofia di Hideyuki e della figlia Maria Shizuko, la quale - assieme ad un affiatato staff - affianca oggi il padre alla guida della tenuta. Sono otto le referenze aziendali, un assortimento completo che riflette il terroir e il microclima di questo angolo di Toscana, secco e molto soleggiato tra primavera ed estate, ma dove le vigne traggono sollievo dalle immancabili brezze serali provenienti dal mare. Top di gamma indiscussi sono l’Hide, il quale prende il nome dal fondatore ed è ottenuto da una selezione delle migliori uve Syrah vinificate in purezza; Coldipietrerosse, un taglio bordolese ottenuto dai terreni ricchi di ferro di Montepeloso, e l’ultimogenito Montecristo, battezzato secondo l’isola che si scorge da queste colline nelle giornate più terse e che sta già ottenendo riscontri molto lusinghieri dagli addetti ai lavori.

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There are always great people with exciting stories to tell behind great wines. Such is the case of Bulichella, the winery very much driven and shaped by its founder’s strong personality. In 1960, at the young age of 22, Hideyuki Miyakawa with a friend embarked on an adventurous journey across Asia and the Middle East riding his beloved motorbike, which took him to Italy, at first to Rome for the opening ceremony of the Olympic Games and then to the Turin Motor Show, where fate had him meet his future wife Maria Luisa Bassano. In 1983, the ambitious project of Bulichella was born out of Miyakawa’s wish to live together with three families as one family under one roof, going beyond traditional social norms and pursuing a natural, simple and genuine lifestyle. The winery has been practicing organic farming from the outset, one of the very first organic wineries in Tuscany, and not because it is “trendy”, but because the respect for the ecosystem’s equilibrium is one of the pillars of Hideyuki’s philosophy, as well as a deep inclination for social inclusion. In 1999, the Miyakawa family took over the wine estate which, from then on, became increasingly quality-oriented. For several years, Hideyuki also served as president of the Val di Cornia Wine Consortium, fighting for the land he loved and so strongly believed in, until Suvereto was granted the DOCG status. For some years now, Luca D’Attoma and Andrea Lupi had been the chief winemakers, helping Hideyuki and his daughter Maria Shizuko -who supported by a close-knit stadd now runs the winery alongside her father - elegantly express their working philosophy. The winery produces eight labels, a complete range of wines which reflects the terroir and the microclimate of this corner of Tuscany, dry and very sunny in the spring and summer season, but with the breeze blowing from the sea in the evening and providing the vineyards with some relief from the heat. The winery’s top wines are Hide, named after the founder, a single-varietal wine made from the best Syrah grapes; Coldipietrerosse, a Bordeaux blend from the vineyards planted in the iron-rich soils of Montepeloso, and the newest addition, Montecristo, named after the island that can been seen on the most limpid days from the hills, and which has already been very well-received by wine experts.


Some pictures of Bulichella. In the middle and left, the founder Hideyuki Miyakawa, to the right his daughter Maria Shizuko, who now runs the winery with him


AIS TOSCANA text Michela Tassi

UN FIORE ALL’OCCHIELLO

L’importanza della formazione. Dai corsi base alla grande Scuola Concorsi Toscana Ais sommeliers: the importance of the training

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na squadra di professionisti che supera le 40.000 unità a livello italiano, di cui circa 4.300 – più del 10% - iscritti ad AIS Toscana: l’universo della sommellerie AIS è una realtà che gode di ampia stima a livello nazionale e la sezione Toscana si pregia di incarnarne egregiamente da sempre i canoni qualitativi di eccellenza. A partire dalla base, ovvero dalla formazione superiore che ogni anno elargisce con l’ambizione di contribuire alla crescita – in termini di elevata professionalità – di nuovi sommelier, con un’offerta che supera i 50 corsi tra primo, secondo e terzo livello. E non si tratta solo della didattica tradizionale di cui la sezione Toscana rappresenta un esempio di assoluta eccellenza, ma anche di corsi tenuti in lingua inglese o quelli incentrati su degustazioni tematiche specifiche, come lo Champagne, il mondo dell’olio e, più di recente, della birra. “Crediamo molto nell’importanza della formazione – afferma il Presidente di AIS Toscana Cristiano Cini – e oggi, grazie ad un protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione per l’adozione della didattica AIS, gli studenti delle scuole superiori ad indirizzo alberghiero ed agrario della Toscana potranno seguire i tre livelli di studio necessari per diventare sommelier all’interno del proprio percorso di studi. Così come è stato elaborato in collaborazione con le più prestigiose sedi universitarie, un piano di studi ad indirizzo enogastronomico in cui si inserisce il percorso sul vino. Abbiamo fatto molto finora per comunicare e valorizzare il vino – aggiunge – lo abbiamo raccontato nei locali direttamente ai consumatori ed abbiamo provato a farlo conoscere attraverso i nostri corsi. Qualunque sia stato lo strumento con cui lo abbiamo fatto, l’im-

A team of professionals numbering more than 40,000 in Italy, of whom around 4,300, more than 10% of the total, are members of AIS Toscana. The universe of AIS sommellerie is one which enjoys great national esteem, and the Tuscan division has always had the honour of embodying its criteria of excellence. It starts at the beginning, or rather the high-level training which every year expands with its aims of encouraging professional growth of new sommeliers, spanning more than 50 courses across the first, second and third level. We are not only talking about the traditional sommelier schooling, in which the Tuscan section has always excelled, but also about courses taught in English or based on specifically themed tastings, like the worlds of Champagne, olive oil and, more recently, beer. “We firmly believe in the importance of the training,” says the President of AIS Toscana Cristiano Cini, “and today, thanks to an agreement with the Ministry of Public Education regarding the adoption of the AIS system, high school students in Tuscany who are oriented towards hospitality or agriculture will be able to take the three levels of study necessary to become a sommelier, as part of their normal academic courses. This has been worked out in collaboration with the most prestigious universities, a study plan in the field of enogastronomy, with a significant viticultural element. We have done a lot to promote wine,” he added. “We have talked about it directly to patrons in pubs and bars, we have tried to spread awareness of it through our courses. Whatever methods we have used, the important thing is that we have always managed to converse, as our world is above all

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WINE WORLD

These formative programmes also have social value: tastings organised for the partiallysighted and hard of hearing are scheduled into Food & Wine in progress

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WINE WORLD

More than a traditional education

portante è che siamo riusciti a trasmettere come questo mondo sia fatto soprattutto di persone ad alto contenuto di passione e competenza”. A testimonianza di quanto detto, i progetti formativi dell’Associazione non sono solo di carattere meramente didattico ma hanno anche una valenza di inclusione sociale: un esempio lo sono i tasting organizzati per un pubblico di ipovedenti e non udenti, come quello programmato durante Food & Wine in progress. I corsi di AIS Toscana sono occasioni di formazione, informazione, aggiornamento ed approfondimento culturale, tanto per chi aspira a diventare sommelier quanto per chi lo è già. Per chi si avvicina per la prima volta, lo strumento più funzionale è il corso articolato su tre livelli in cui le ore d’aula si alternano a seminari e degustazioni; per chi già ha raggiunto la qualifica sono pensati invece i percorsi specifici su comunicazione, degustazione, abbinamenti cibo-vino, tecniche di servizio e altre tematiche di strategico interesse per la professione. Proprio quest’ultime, infatti, sono anche le attitudini richieste per chi intende intraprendere un percorso nel mondo delle competizioni e quindi accedere alla Scuola Concorsi che, “in Toscana - sottolinea Cini - dimostra di preparare dei veri campioni e di rappresentare uno dei nostri fiori all’occhiello, su cui, indiscutibilmente, continueremo ad investire anche nel futuro”. Alla Scuola Concorsi toscana, la più titolata a livello nazionale, va dunque un encomio particolare per la sua caratura di assoluto prestigio: nell’ultimo anno, ha infatti preparato e portato in trionfo 5 rappresentanti della regione nei primi sei posti della classifica di Miglior Sommelier d’Italia, piazzando un terzetto d’eccellenza sul podio più ambito.

made up of people, with a lot of talent and passion.” Confirming his words, the Association’s educational projects are not merely of a didactic nature, but also have value on a level of social inclusion: an example would be the tastings organised for people hard of sight and hearing, such as the one arranged during Food & Wine in progress. The AIS Toscana courses are opportunities for education, information, getting up to speed with and getting deep into wine culture, as much for aspiring sommeliers as for actual ones. For those coming to it for the first time, the most essential method is the course divided into three parts, in which hours in the classroom alternate with seminars and tastings. For those who have already obtained a qualification, meanwhile, specific courses have been designed on communication, tasting, food-and-wine pairing, serving techniques and other themes of practical interest in the profession. These themes, in fact, are precisely what is required of anyone who wishes to forge a path in the world of competitions; they must also be accepted into the Scuola Concorsi, which in Tuscany, Cini emphasises, “shows that it prepares true champions, and is a point of great pride in which we will, without a doubt, continue to invest in the future.” The Tuscan Scuola Concorsi, being the most awarded of all its national counterparts, is lavished with especial praise and the utmost prestige. Last year, it saw its regional trainees fill five of the first six places in the Miglior Sommelier d’Italia contest, landing a trio on the coveted podium.

FOCUS ON COMMUNICATION, TASTING, AND PAIRING

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THE RULE OF THE CHEF text Emiliano Bogani, Barbara Massai

MAESTRI DELL’ACCOGLIENZA

La Pineta di Zazzeri a Marina di Bibbona. Un lavoro straordinario, oltre le persone stesse A great job, as well as the people themselves

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n questo nuovo appuntamento con La Regola degli chef (dal titolo del libro edito dalla Cantina la Regola con i migliori interpreti della cucina toscana, ndr.), incontriamo Andrea e Daniele i figli di Luciano Zazzeri, leggendario chef del ristorante La Pineta, venuto a mancare un anno fa, che mantengono alto il suo nome. La recente conferma della stella Michelin li definisce un punto di riferimento nel mondo della ristorazione. Il rapporto tra La Pineta e Podere La Regola, risale a vostro padre. A lui piaceva il Lauro, un bianco dallo stile francese da lui molto amato.Voi cosa prediligete? Nostro padre adorava il loro Viognier, lo riteneva un vino versatile da abbinare con molti piatti, dai più delicati ai più intensi. Personalmente prediligo La Regola, il Cabernet Franc delle nostre colline è capace di forgiare vini dotati di forza, eleganza, ottima qualità e prezzo accessibile. Un plauso ai fratelli Nuti che hanno creduto in un territorio di minor fama ma con grandi potenzialità. Un vostro piatto con un vino di Podere La Regola? Il Sondrete, dotato di grande corpo e dolcezza, perfetto con gli ingredienti utilizzati per la nostra mousse al caffè, biscotti alla nocciola e per la spugna con cioccolato e rum. Quale pensiero positivo vi ha fatto guadagnare la stella Michelin anche quest’anno? Il desiderio è di far sentire le persone come se fossero in famiglia o a cena a casa di un amico, dimostrando costanza e qualità nel tempo, così come hanno fatto le nostre nonne e nostro padre prima di noi. E’ la nostra filosofia. Per questa riconferma, un grazie a? L’impegno del nostro staff e l’incredibile supporto dei clienti. Per loro abbiamo tenuto duro. Piatto da non perdere questo inverno? Tra i primi vi suggeriamo il raviolo nero ripieno di burrata e acciughe del Cantabrico, zucca e salvia fritta. In alternativa un risotto all’ortica con un ragù di murici e cipolla agrodolce molto interessanti. Tra i secondi: crostacei, calamari, funghi di stagione, fagioli zolfini e polentina o ancora il rombo grigliato con purè alla senape e acetosella. L’insegnamento più importante di Luciano? Il babbo era un maestro dell’accoglienza. Ci ha insegnato l’importanza della famiglia e dello staff. Chi torna da noi lo fa per passare momenti meravigliosi in un ambiente cordiale, informale e familiare.

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At our latest appointment with ‘La Regola degli chef ’ (from the title of the book published by Cantina la Regola with the best interpreters of Tuscan cuisine) we met Andrea and Daniele the sons of Luciano Zazzeri, the first chef of “La Pineta” at Marina di Bibbona, who keep up the founder’s good name. The recent confirmation of their Michelin star acknowledges them as a benchmark in the world of fine dining. The relationship between La Pineta and Podere La Regola dates back to your father. He loved Lauro, a French-style white wine he was very fond of. What is your favourite? Our father loved their viognier, he deemed it a versatile wine for pairing with many different dishes, from the most delicate to the most intensely flavoured. Personally, I prefer La Regola, the cabernet franc from our hills is able to produce wines endowed with strength, elegance and excellent quality at an affordable price. Hats off to the Nuti brothers who have believed in a lesser known terroir with a great potential. One of your dishes and a wine from Podere La Regola? The Sondrete, full-bodied and sweet without being excessively so, is perfect with the ingredients of our coffee mousse, hazelnut biscuits and sponge with chocolate and rum. What positive thinking has enabled you to keep the Michelin star? Our desire to make people feel part of the family or invited to a friend’s for dinner, by showing consistency and quality down through the years, just as our grandmothers and our father did before us. This is our philosophy. A dish not to be missed at the Pineta this winter? A first course we recommend are the black ravioli filled with burrata and Cantabrico anchovies, pumpkin and fried sage or, alternatively, a most interesting nettle risotto with murex sea snail ragout and sweet and sour onion. Among the main courses: shellfish, calamari, seasonal mushrooms, zolfini beans and polenta or grilled turbot with a mustard and wood sorrel puree. The most important thing your father has taught you? Dad was the perfect host. He taught us the importance of family and the staff. Those who return to us, know they can expect marvellous CAMPAGNA FINANZIATA AI SENSI moments spent in a DEL REG. UE N. 1308/2013 friendly, informal and CAMPAIGN FINANCED ACCORDING TO EU REG. NO. 1308/2013 family atmosphere.


Above: a portrait of Luciano Zazzeri (left). Luca and Flavio Nuti of Podere La Regola (right). In the middle: Andrea and DanieleZazzeri. Below: a dish by La Pineta and an image of Podere la Regola winery


FOOD WORLD text Emiliano Bogani, Barbara Massai

CON L’AMBIENTE NON SI SCHERZA

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La sostenibile leggerezza del Pecorino Toscano DOP The sustainable lightness of Pecorino Toscano DOP

a ricerca di un connubio perfetto tra etica e sapore. Secondo la definizione data dalla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la sostenibilità alimentare prevede il consumo di cibo sano, prodotto con un ridotto impatto ambientale, che soddisfi le linee guida nutrizionali e che sia accessibile a tutti. Con le prospettive di crescita della popolazione mondiale, che vedono il raggiungimento del ragguardevole numero di nove miliardi di individui nel 2050, la sostenibilità diventa un obbligo imprescindibile e un obiettivo da realizzare il prima possibile. È in questo panorama che trova una sua naturale collocazione il Pecorino Toscano DOP, prodotto con un latte di altissima qualità da pecore allevate in aree estese e su terreni ricchi di erba, nutrite con foraggio verde, riuscendo in maniera esemplare a coniugare il benessere degli animali con la prosperità economica dell’uomo, con un occhio attento agli aspetti etici e sociali che tutto questo comporta. Muovendosi in questa direzione, il Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP si è fatto portabandiera di un progetto già presentato al Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali (Mipaaf), per poter ottenere una certificazione a tutela dell’autenticità e della qualità di prodotti alimentari sostenibili. Questo diventerà così un ulteriore sigillo di garanzia che andrà a compensare un vuoto normativo nella legislazione di riferimento italiana ed europea nel settore lattiero caseario. Questa iniziativa rafforza, inoltre, la collaborazione, partita ormai anni or sono, tra il Consorzio e le Università di Pisa e di Firenze, oltre alla Scuola Superiore di Studi Sant’Anna di Pisa, affiancando altri progetti già in corso d’opera o realizzati da alcuni dei caseifici consorziati, tutti indirizzati alla riduzione dell’impatto ambientale di queste aziende. Sono un esempio il Caseificio S. M. Formaggi di Monterotondo Marittimo, interamente alimentato con energia geotermica; il Caseificio Il Fiorino di Roccalbegna, il cui fabbisogno energetico è coperto al 34% da un impianto fotovoltaico, e il Caseificio Sociale Manciano, ispiratore del progetto Stilnovo, che unisce la sostenibilità ambientale al miglioramento della qualità del latte ovino e alla riscoperta di essenze autoctone, capaci di contribuire a un incremento quantitativo della materia prima durante tutto l’anno, ottimizzando anche i costi di allevamento e di produzione.

The search for the perfect combination of ethics and taste: according to the definition given by the FAO, the United Nations Food and Agriculture Organisation, sustainable diet means consumption of healthy food produced with minimal environmental impact that meets nutritional guidelines and is universally affordable. The world population is forecast to grow to nine billion by 2050, and so sustainability has become a very important need, a goal to be achieved as soon as possible. Pecorino Toscano DOP cheese, made from the top-quality milk of sheep raised in the open on grassland, nourished with green fodder, combines animal welfare with human economic prosperity in an admirable way, with a focus on all the ethical and social implications. In this direction, Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP, the producers’ association, supports a project that has been presented to the Italian Ministry of Agriculture, Food and Forest Policy (Mipaaf) to introduce a form of certification guaranteeing the authenticity and quality of sustainable food products. The certification will offer an additional guarantee and make up for a gap in Italian and European legislation governing the dairy and cheese industry. The initiative will also strengthen the partnership, initiated a number of years ago, between the producers’ association and the universities of Pisa and Florence, as well as Scuola Superiore di Studi Sant’Anna in Pisa, alongside other projects which are underway or have already been implemented by a number of members of the producers’ association directed at reducing their environmental impact. Examples include Caseificio S. M. Formaggi in Monterotondo Marittimo, which operates entirely on geothermal energy; Caseificio Il Fiorino in Roccalbegna, which generates 34% of its own energy through a photovoltaic system, and Caseificio Sociale Manciano, the dairy behind the Stilnovo project combining environmental sustainability with improvement of the quality of sheep’s milk and rediscovery of local plant species which can help raise the quantity of raw materials all year round, optimising livestock raising and production costs.

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TOP TEN

The Tutela Pecorino Toscano DOP Consortium is promoting a certification to protect the genuineness and quality of sustainable food

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