Sommelier Toscana n.39

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Trimestrale - spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, comma 20/b, legge 662/96 firenze - euro 3,50 FREE COPY

N.39

FOOD & WINE IN PROGRESS TOP TEN TUSCAN RED WINES PREVIEW VITAE 2019 THE GREAT WHITES TRENTO DOC ITALY’S BEST SOMMELIERS


2018

Riserva 2012


GUIDA VINI D’ITALIA GAMBERO ROSSO



To rr e Mo r a , d ov e il v ul ca n o d Ă v o c e ai v i ni.


VE R N ACCIA DI SA N G I M I G NA N O

DAL 1966 IL PRIMO VINO ITALIANO A DENOMINAZIONE DI ORIGINE

www.vernaccia.it

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Intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana - sottomisura 3.2


CONTENTS

Toscana Sommelier | Dicembre 2018 | N. 39 12 Editorial Grazie campioni! Thank You Champions!

TERRITORY PEOPLE

14 125 anni! 125 years! 15 Passaggio a Greve A Passage to Greve 16 Dicono di noi

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About us AIS TOSCANA WORLD 18 food & wine in progress 2018 L’eccellenza vitivinicola toscana incontra le produzioni

The marriage of the best Tuscan wine production 22 Vitae 2019. Una nuova avventura

A new adventure 40 Un evento unico e irripetibile A unique and one-off event TOP TEN PREVIEW 28 Rossi trionfanti Triumphant reds 46 Tra paglierino e dorato From straw to golden yellow

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60 Trento DOC Effervescenza nordica Nordic Bubbliness WINE FOCUS 52 Criseo Il bianco della famiglia Scienza al Guado al Melo The white wine from the Scienza family of the Guado al Melo estate 53 Poggio Argentato

Il bianco di Fattoria Le Pupille Fattoria Le Pupille’s white wine WINE WORLD

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54 Fascino naturale The charm of natural wine



CONTENTS

WINE TASTING 66 Podere 414 La Maremma come scelta di vita Maremma as a life choice 68 San Fabiano Calcinaia Storia di una evoluzione The story of an evolution 70 Cantina Vini di Maremma

Oltre sessant’anni di storia

Over 60 years of history 72 Poedere La Regola

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Questioni di feeling A question of feeling 74 Fattoria di Calappiano Nella terra di Leonardo In the land of Leonardo 76 Rigoloccio Vini di miniera Mineral mine wines WINE & WATER 78 San Felice L’arte di abbinare l’acqua The art of pairing water

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FOOD WORLD 78 Aglianico del Vulture Verbo Tra storia e contemporaneità From the past into the future 80 Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP “A scuola con la DOP” per la terza volta “Back to school with PDO” for the third time

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RINNOVO QUOTA ASSOCIATIVA AIS 2019 E’ possibile rinnovare l’adesione all’AIS nei seguenti modi: Internet, sul sito www.sommelier.it; c/c postale n. 58623208 intestato a Associazione Italiana Sommeliers, Viale Monza n. 9, 20125 Milano, causale ‘Quota AIS 2019’; Bonifico bancario, Banca Prossima Gruppo Intesa - Conto intestato a: Associazione Italiana Sommeliers – codice IBAN IT61X0335901600100000070370. La quota associativa è di 80 euro e comprende l’abbonamento annuo alla rivista ufficiale AIS e alla guida “Vitae” edizione 2019.


Magazine della Associazione Italiana Sommelier Toscana in collaborazione con l’Unione Regionale Cuochi Toscani Presidente - Cristiano Cini Direttore Responsabile - Marzia Morganti Tempestini Condirettore - Matteo Parigi Bini Direttore Editoriale - Antonio Stelli Vicedirettori - Teresa Favi, Francesca Lombardi Consulente Marketing - Riccardo Berti Direttore Commerciale - Alex Vittorio Lana Rivista realizzata da: Gruppo Editoriale S.r.l. Gruppo Editoriale

Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini Via Piero della Francesca, 2 – 59100 Prato - Tel. 0574 730203 Iscrizione al Registro degli Organi di Comunicazione (ROC): 18374 www.gruppoeditoriale.com - redazione@gruppoeditoriale.com Responsabili delle degustazioni: Massimo Castellani, Luigi Pizzolato, Antonio Stelli, Leonardo Taddei In redazione: Sabrina Bozzoni, Matteo Grazzini, Virginia Mammoli Hanno collaborato: Paolo Bini, Emiliano Bogani, Luca Carmignani, Fabio Ceccarelli Simone Loguercio, Marco Mancini, Barbara Massai, Antonio Stelli, Michela Tassi, Niccolò Tempestini, Valentino Tesi Massimo Tortora, Simone Vergamini, Clizia Zuin Grafica: Martina Alessi, Chiara Bini Traduzioni: Tessa Conticelli, NTL Traduzioni, The Florentine Foto: Andrea Dughetti - AD Fotografia (cover), Anna Cerrato, Lorenzo Cotrozzi, Dario Garofalo, Nicola Impallomeni Martina Melchionno, Alessandro Moggi, New Press Photo, Pierpaolo Pagano, Pasquale Paradiso, Marco Russo Pubblicità: Gianni Consorti, Alessandra Nardelli Editore: Associazione Italiana Sommelier - AIS Toscana - Registrazione Tribunale di Prato n.15 del 29/10/2003 CONSIGLIO REGIONALE A.I.S. TOSCANA presidente regionale

Cristiano Cini - presidente@aistoscana.it vice-presidente regionale Marcello Vagini - delegato.siena@aistoscana.it revisori contabili regionali

Oreste Franco Belli - franco@studiotofani.it Francesca Brazzini - francesca.brazzini@studiobrazzini.it Francesco Luchetti - g.lucchetti@tin.it

vice-presidente nazionale e responsabile area formazione nazionale

Roberto Bellini - champagne.robertobellini@gmail.com presidente collegio revisori legale nazionale

Giovanni Luchetti - g.luchetti@tin.it responsabile regionale concorsi

Simona Bizzarri - simo.bizzarri@gmail.com Coordinatore didattico regionale e referente vitae toscana Leonardo Taddei - delegato.lucca@asitoscana.it CONSIGLIERI REGIONALI Responsabili marketing e comunicazioni Andrea Galanti - andrea.galanti@aistoscana.it Maurizio Zanolla - maurizio.zanolla@aistoscana.it Responsabile grandi eventi - Delega gestione ufficio Osvaldo Baroncelli - osvaldo.baroncelli@aistoscana.it Delega al bilancio Luca Radicchi - luca.radicchi@aistoscana.it Responsabile servizi regionale Massimo Rossi - delegato.arezzo@aistoscana.it DELEGATI

Apuana Lorenzo Chiappini - delegato.apuana@aistoscana.it | Arezzo Massimo Rossi - delegato.arezzo@aistoscana.it Firenze Massimo Castellani - delegato.firenze@aistoscana.it | Grosseto Antonio Stelli - delegato.grosseto@aistoscana.it Livorno Massimo Tortora - delegato.livorno@aistoscana.it | Isola d’Elba Antonio Arrighi - delegato.elba@aistoscana.it Lucca Leonardo Taddei - delegato.lucca@aistoscana.it | Pisa Alessandro Balducci - delegato.pisa@aistoscana.it Pistoia Luca Carmignani - delegato.pistoia@aistoscana.it | Prato Bruno Caverni - delegato.prato@aistoscana.it Siena Marcello Vagini - delegato.siena@aistoscana.it | Val d’Elsa Luigi Pizzolato - delegato.elsa@aistoscana.it Versilia Andrea Balzani - delegato.versilia@aistoscana.it | Segreteria Regionale: Francesco Ruchin - ass.toscana@aistoscana.it Trimestrale - spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, comma 20/b, legge 662/96 firenze - euro 3,50 FREE Copy

Stampa: Tipografia Baroni & Gori - Prato



ANNIVERSARY text Teresa Favi

125 anni!

Famiglia Cecchi. Un importante percorso nel mondo del vino A long history in the wine world In Italia e nel mondo è stato possibile quest’anno riconoscere le eleganti etichette di Famiglia Cecchi perché caratterizzate da un logo celebrativo dei 125 anni, segno tangibile della storia qualitativa dell’Azienda. Era il 1893 quando Luigi Cecchi intraprese un importante percorso nel mondo del vino. Ed è da quel lontano anno, dopo 125 anni, che Andrea e Cesare Cecchi, che rappresentano la quarta generazione, continuano con lo stesso amore, la stessa passione e dedizione, a produrre vini di qualità, espressione dei loro territori e della loro storia enologica. A Famiglia Cecchi fanno capo le tenute Villa Cerna e Villa Rosa nel Chianti Classico, Castello Montaùto a San Gimignano, Val delle Rose in Maremma e Tenuta Alzatura in Umbria. Cinque Tenute fra Toscana e Umbria per un totale di oltre 400 ettari vitati con una produzione di circa 8,5 milioni di bottiglie distribuite per il 50% in Italia e l’altro 50% in oltre 50 Paesi esteri. Da qualche anno un settore dell’azienda si dedica specificatamente alla distribuzione esclusiva in Italia di altri prodotti: Champagne Collard-Picard, Brunello di Montalcino Poggio Antico, Castelfeder dal Trentino, presentati recentemente in un evento esclusivo al Luxury Hotel Il Salviatino di Firenze. Vini dal forte carattere ma anche Aziende, come Famiglia Cecchi, fortemente rappresentate dalle rispettive famiglie. This year, Famiglia Cecchi’s elegant labels are easily recognizable, as they feature the commemorative logo of the winery’s 125th anniversary, the tangible proof of the company’s long history of quality. It was the year 1893, when Luigi Cecchi ventured into the wine world. And after 125 years, Andrea and Cesare Cecchi, the fourth-generation members of the family, keep producing quality wine, the truest expression of their land and winemaking history, with the same love, passion and dedication as their ancestors. Famiglia Cecchi owns the wines estates of Villa Cerna and Villa Rosa in the Chianti Classico area, Castello Montaùto in San Gimignano, Val delle Rose in Maremma and Tenuta Alzatura in the Umbria region. Five estates located in Tuscany and Umbria, spreading over a total of 400 hectares planted with vineyards, with a production of about From left: Federico Trost, Andrea Cecchi, Ines Giovanett, Olivier Collard, Luca Stortolani 8,5 million bottles, which are distributed 50% throughout Italy and 50% in over 50 foreign countries. For a few years now, one of the comFamiglia Cecchi che vive da 125 anni fra vigne e cantine, e oggi pany’s departments has been in charge of the exclusive distribution è guidata dai fratelli Cesare e Andrea, dal 2011 ha creato all’interno della propria struttura commerciale Italia un settore across Italy of other products: Champagne Collard-Picard, Brunello di Montalcino Poggio Antico and Castelfeder from Trentino, recendedicato alla distribuzione Famiglia Cecchi, which has been in the wine business for 125 years, tly introduced during an exclusive event held at the Luxury Hotel Il is run today by brothers Cesare and Andrea and, in 2011, it created Salviatino in Florence. Wines of character, but also wineries, such as a departement within its sales division devoted to distribution. Famiglia Cecchi, well represented by the owner family.

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TERRITORY PEOPLE text Niccolò Tempestini

Passaggio a Greve Stefano Falorni e la grande tradizione della macelleria chiantigiana Stefano Falorni and the Chianti area’s great butchering tradition Da oltre 200 anni presente sul territorio, qual è il segreto di tale longevità? Fare salumi con grande qualità, seguendo la tradizione che ci hanno trasmesso le vecchie generazioni. Da osteria a macelleria, a spazio poliedrico dove condividere buon cibo, dopo tanti anni la sua Famiglia torna alle origini con quali obiettivi? Ospitare in Bottega sempre più clienti, facendo assaggiare tutti i nostri prodotti così che tornando al proprio paese, essi possano “raccontare” della Famiglia Falorni e della sua storica macelleria. Qual è il prodotto che considerate il vostro “ambasciatore” negli oltre 60 Paesi del mondo in cui siete presenti? Ne citerei tre: finocchiona IGP, salame con cinghiale e salame grevigiano. Qualche hanno fa avete inventato l’Enomatic… Una macchina che ci permettesse di avere tante bottiglie aperte senza rovinare il vino. Adesso è venduta in tutto il mondo, e si costruisce a Greve. Quanto contribuisce la vostra attività ad attirare turismo enogastronomico sul territorio? In gioventù dicevo che volevo fare le cose più buone al mondo per far venire i turisti a Greve. Dopo 60 anni di lavoro e di “cose buone” credo di esserci riuscito! In the business for over 200 years, what is the secret of such longevity? Making top quality cured meats, according to the traditional methods handed down by the old to the new generations. From osteria to butcher’s shop to a versatile space where people enjoy good food. What is the goal of going back to where you started from? We would like to welcome more and more customers to our shop, letting them taste all our products, in order for them to go home and tell about the Falorni family and its historic butcher’s shop. What product do you consider to be your “ambassador” in over 60 countries across the world? Three of them: Finocchiona IGP, Wild Boar Salami and Grevigiano Salami. Some years ago you invented the Enomatic… In 2000 we built a machine which allowed us to keep a lot of wine bottles uncorked while preventing the wine from oxidizing. Now, this machine is sold all over the world, and to think that it is entirely built in Greve! How does your business contribute to attracting culinary tourists to the area? When I was young, I used to say that I wanted to make the world’s best food to attract tourists to Greve. After 60 years of hard work and “good food”, I believe I achieved my goal!

A Greve in Chianti nel 1806 nasce la macelleria Falorni. Una storia di famiglia che si tramanda da generazioni una tradizione bicentenaria oggi portata avanti da Lorenzo e Stefano Bencistà Falorni con i figli. Macelleria Falorni was established in Greve in Chianti in 1806. A two-hundred-year family tradition which today is carried on by Lorenzo and Stefano Bencistà Falorni alongside their children.

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TERRITORY PEOPLE text Niccolò Tempestini

Dicono di noi Un confronto con Giorgio Cotti della Enoteca Cotti di Milano Talking to Giorgio Cotti from the Enoteca Cotti in Milan Proporre vini toscani a Milano è un valore aggiunto? Partiamo dal principio che in Toscana ci sono molti vini di alto livello. Alcuni di essi sono anche molto famosi, quindi è importante che un’enoteca in centro a Milano abbia una ottima selezione di Toscani a scaffale. Quali sono i più richiesti da milanesi e turisti? I grandi classici come Brunello di Montalcino, Chianti, Supertuscan, Morellino di Scansano e Nobile di Montepulciano. Il Sangiovese è visto come un vitigno autoctono interessante. Tra Brunello, Chianti e Supertuscan, il più apprezzato? I Supertuscan sono apprezzati e trainanti per il modello che rappresentano. Un vino che crescerà nel futuro prossimo? I vini di Bolgheri. I riconoscimenti internazionali conquistati fanno sì che siano reputati vini prestigiosi e il consumatore ne è attratto. È un mix notorietà della zona, qualità del prodotto e prezzo coerente con la qualità oggettiva e il prezzo di vendita. La vostra enoteca rappresenta un punto di riferimento per i winelovers. Oltre alle eccellenze toscane quali sono i vini più richiesti? Funziona bene la nostra selezione di vini con etichetta personalizzata. Una linea per noi importante che permette di offrire vini con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Is there an added value attached to the sale of Tuscan wines in Milan? It must be said that there are many prestigious wines in Tuscany. Some of them are also very famous and so it is important for a wine store in the centre of Milan to offer an excellent selection of Tuscan wines. Which wines are most requested by the Milanese and by tourists? Great classics such as Brunello di Montalcino, Chianti, Supertuscan, Morellino di Scansano and Nobile di Montepulciano. Sangiovese is considered to be an interesting autochthonous varietal. Between Brunello, Chianti and Supertuscan, which is most in demand? Supertuscans are highly appreciated and lead the market, thanks to the model they represent, despite their high price. A wine with future potential? The wines of Bolgheri, a recent appellation which caught on immediately. International acclaim has earned them a prestigious reputation which atA Milano in zona Brera, dal 1952 sorge l’Enoteca Cotti, ospitata in tracts consumers. It is an effective mix of a well known production area, un locale con cinque alte sale in stile Liberty di forte suggestione. A product quality, price/quality consistency and selling price. gestirla oggi è Giorgio Cotti, quarta generazione di una famiglia di Your wine store is a landmark for wine lovers. Apart from the great storici enotecari. Tuscans, which other wines are most popular? The Enoteca Cotti has been operating in Milan’s Brera district since 1952, on premises consisting of five extremely charming high-ceilinged Our selection of wines with personalized labels works very well. This is an rooms in Art Nouveau style. Today, it is run by Giorgio Cotti, who important line since it enables us to offer wines that are excellent value for money. represents the fourth generation of this family business.

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Tradition, excellence and innovation at Stazione Leopolda, 150 tasting stalls and over 1000 Tuscan labels selected by the 2019 AIS Vitae Guide

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WINE EVENT text Michela Tassi - photo New Press Photo

Food & Wine in Progress 2018

L’eccellenza vitivinicola toscana incontra le produzioni enogastronomiche alla Stazione Leopolda The marriage of the best Tuscan wine production and food specialties at Stazione Leopolda Squadra che vince non si cambia: per il quarto anno consecutivo AIS Toscana è protagonista di Food&Wine in Progress, la più importante rassegna del settore della Toscana, promossa da AIS Toscana e Unione Regionale Cuochi Toscani con Cocktail in the World Mixology, in collaborazione con Coldiretti, Confcommercio e Confartigianato Imprese e il patrocinio della Regione Toscana. Tradizione, eccellenza ed innovazione si riuniscono nuovamente alla Stazione Leopolda il 1 e 2 dicembre, in un contesto dove ci si confronta, si condividono esperienze, si tracciano nuove linee di tendenza per il mondo del food e del wine. Uno spazio reale in cui si incontrano l’Eccellenza di Toscana selezionata dalla Guida AIS Vitae 2019 con le produzioni enogastronomiche della regione e la creatività dei cuochi toscani dell’URCT, protagonisti nei due giorni con creativi show cooking. “Anche quest’anno si ripete la sinergia tra sommelier e cuochi con Food & Wine in Progress - spiega il Presidente di AIS Toscana Cristiano Cini - un “abbinamento” che ha dimostrato di funzionare bene. Nella mia visione d’insieme, questa connessione apre porte interessanti per Ais a più livelli. Certamente si configura come un veicolo di crescita. I numeri registrati nell’edizione 2017, che testimoniano migliaia di ingressi in due giorni, rappresentano per i nostri produttori un motivo in più per riconoscere questa manifestazione come una vetrina certamente interessante. C’è chi sostiene che unendoci a cuochi e barman si distolga l’attenzione dal nostro focus, ma a questa teoria rispondo con gli stessi numeri che altrimenti non sarebbero raggiungibili in solitaria. I riscontri continuano ad essere positivi, sia con i ristoratori sia con i wine lovers, che in fondo rappresentano i consumatori finali. Siamo contenti di quanto fatto finora e comunque protesi a migliorarci sempre”. Una manifestazione con la quale dunque si conferma l’importanza di fare squadra tra due realtà strettamente interconnesse

Don’t change a winning team – for the fourth year running, AIS (Italian Sommelier Association) Tuscany will be key players at Food & Wine in Progress, Tuscany’s biggest food and wine industry event, promoted by AIS Tuscany and the Regional Union of Tuscan Chefs with Cocktail in the World Mixology, in collaboration with Coldiretti, Confcommercio and Confartigianato Imprese, and the patronage of the Tuscany Region. Tradition, excellence and innovation will once more come together at Stazione Leopolda on 1 and 2 December, a setting for discussion, sharing experiences and tracing new trends in the food and wine industry. A real space where Tuscan Excellence, selected by the AIS Vitae 2019 Wine Guide, encounter the region’s food and wine products and the ingenuity of URCT’s Tuscan chefs, who will feature in creative cooking shows during the twoday event. “This year will again see a repeat of the synergy between sommeliers and chefs at Food & Wine in Progress – said AIS Tuscany President, Cristiano Cini – a “pairing” that has proven it works well. Looking at it as a whole, this connection opens interesting doors for AIS on a number of levels. Without doubt it is a vehicle for growth. Numbers recorded in 2017, which show an influx of thousands over the two days, are all the more reason for our producers to recognize this event as showcase that is certainly interesting. There are those who maintain that by uniting with chefs and barmen we divert attention from our focus, but my answer to this argument is to quote the numbers, which would not otherwise have been reached on our own. Feedback continues to be positive, both from restaurateurs and wine lovers, who after all are the end consumers. We are pleased with what has been achieved so far, and intend to improve even more”.

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WINE EVENT

tra loro, che quotidianamente si trovano ad operare insieme per esaltarsi reciprocamente, in cucina come in cantina. Un appuntamento annuale ricco di contenuti interessanti da cui trarre spunto per continuare a costruire progetti condivisi. Il ruolo di AIS in questo contesto è centrale, con 150 banchi d’assaggio dei produttori in rappresentanza di oltre 1000 etichette tutte toscane, a cui si affiancano per il secondo anno produttori di eccellenza di vini della Germania. In particolare, in questa edizione, sono la storica BassermanJordan per il Riesling Palatinato e la Van Volxem per il Riesling Mosella le cantine protagoniste delle due esclusive Masterclass - guidate da Simone Loguercio, Miglior Sommelier d’Italia 2018 e dai finalisti Valentino Tesi e Simone Vergamini, ovvero tre dei quattro sommelier vincitori del concorso Miglior Sommelier d’Italia 2018 e da Clizia Zuin prima donna nel palmares nazionale e sesta nella classifica generale - che si terranno rispettivamente sabato 1 dicembre alle 14.30 la prima e domenica 2 dicembre alle 14.30 la seconda. Un’altra interessante degustazione è programmata per le 17 del sabato, incentrata sulla combinazione di tre interpretazioni del cioccolato con vini e distillati. Entrambe le giornate prevedono altresì due sessioni di AIS Wine School e AIS Oil School - minicorsi gratuiti di introduzione alla degustazione rispettivamente del vino e dell’olio - e tre Wine Tutor ed Oil Tutor, percorsi degustativi gratuiti fra i banchi d’assaggio del vino e dell’olio, guidati ed illustrati da Sommelier AIS. Ad inaugurare l’edizione 2018 un convegno a cura della Regione Toscana su “Lo stato dei Progetti di Sviluppo Rurale” alle ore 10 di sabato 1 dicembre, mentre è curato da AIS e dedicato al tema della “Zonazione” il convegno di domenica mattina 2 dicembre alle 10.30 nel Palco Centrale. Per tutta la durata dell’evento, i Sommelier di AIS saranno tuttavia protagonisti al fianco dei cuochi durante gli show cooking, per suggerire l’ideale abbinamento tra i piatti preparati e il vino e, per la prima volta, anche Sommelier dell’Olio per consigliare i migliori abbinamenti tra olio e pietanze. Nella giornata di domenica 2 dicembre, c’è spazio anche per la cerimonia di consegna della Borsa di Studio I Balzini rivolta ai migliori neosommelier della delegazione di Firenze - e per la consegna “istituzionale”dei premi Food&Wine in Progress, tra cui “Eccellenza di Food & Wine in Progress” che per questa edizione andrà a Giorgio Pinchiorri e la premiazione avverrà alle ore 18.00 sul palco centrale, nonché per la premiazione dei tre contest rivolti al pubblico della manifestazione: il contest fotografico, il video contest AIS e l’AIS Wine Contest, in cui i partecipanti sono chiamati a riconoscere un vino alla cieca.

This is an event which confirms the importance of teamwork between two closely interconnected sectors, which find themselves working together on a daily basis to enhance one another, in the kitchen and equally in the cellar. An annual event with a wealth of interesting content from which to draw inspiration for continuing to develop shared projects. AIS plays a leading role in this context, with 150 producers’ tasting tables representing over 1,000 labels, all the product of Tuscan terroirs, flanked for the second year running by German producers of fine wines. This year, the historic Basserman-Jordan and Van Vloxem wineries, with Pfalz and Mosel Riesling respectively, will feature in two exclusive Masterclasses - led by Simone Loguercio, Valentino Tesi and Simone Vergamini, three of the four finalists in the Italy’s Best Sommelier 2018 competition, and by Clizia Zuin, top ranked female in the national listings and sixth in the general category. The former will be held on Saturday 1 December at 2.30pm, and the latter on Sunday 2 December at 2.30pm. Another interesting tasting scheduled for 5.00pm on Saturday focuses on the combination of three interpretations of chocolate with wines and spirits. On both days there will be two AIS Wine School and AIS Oil School sessions - free introductory mini wine and oil tasting classes - and three free Wine Tutor and Oil Tutor tasting courses among the wine and oil tasting tables, led and explained by AIS Sommeliers. Opening the 2018 event at 10.00am on Saturday 1 December will be a conference on “The State of Rural Development Projects”, organized by the Tuscany Region, while a round table on the subject of “Zoning” organized by AIS will be held on the Main Stage at 10.30am on Sunday, 2 December. During the entire event, AIS Sommeliers will team up with chefs during cooking shows to suggest the ideal wines to pair with the dishes cooked, and for the first time, there will also be Oil Sommeliers to recommend the best oil for each dish. Sunday 2 December will also see the award ceremony for the I Balzini Scholarship - given to the Florence delegation’s best neo-sommeliers - and presentation of Food & Wine in Progress prizes, including “Food & Wine in Progress Excellence”, which this year will go Giorgio Pinchiorri. Prize-giving will take place at 6.00pm on the main stage. Prizes will also be presented to the winners of the three competitions open to event attendees – the photographic competition, the AIS video contest and the AIS Wine Contest, where participants had to recognize a wine blindfold.

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The program includes two exclusive master classes, guided by Simone Loguercio, Valentino Tesi and Simone Vergamini, three out of the four winners of Italy’s 2018 Best Sommelier competition and by Clizia Zuin, the first female winner



WINE GUIDE text Barbara Massai, Emiliano Bogani

Vitae 2019. Una nuova avventura

I fenomeni e le tendenze del vino toscano emersi dal lavoro di selezione e recensione da parte della squadra di AIS Toscana The trends and phenomena in Tuscan wines arising from their selection and reviewing by the team at AIS Toscana Nella calura dei primi giorni d’agosto anche la sesta edizione della Guida Vitae ha trovato il suo compimento, rappresentando l’eccellenza delle regioni italiane, arricchita e valorizzata dalla nuova veste grafica. Per la Toscana, sono state degustate 500 aziende e circa 2000 vini per inserirne 361 fra guida cartacea e app, capaci di suscitare emozioni e di descrivere la vera essenza del nostro territorio. Tutto questo, grazie al lavoro di un gruppo affiatato di writers e degustatori, ‘moschettieri del vino’ armati di bicchieri e sensi oculati, investigatori attenti alla ricerca della qualità, in una sfida all’ultima sensazione organolettica. Gli assaggi sono stati effettuati in condizione ottimali, senza riferimenti di etichette e valutati per quello che oggettivamente presentavano, per essere raccontati dai redattori nelle descrizioni dei singoli vini e nell’inquadramento aziendale. Anche quest’anno si è riconfermato l’alto livello qualitativo atteso, in un trend che vede ormai da anni una crescita costante, e la ferma volontà dei produttori di caratterizzare le biodiversità e le tipicità territoriali, senza omologarsi alle richieste del mercato. Ed è proprio in questo contesto che si inseriscono i nuovi progetti dei viticoltori di Montepulciano, allo scopo di preservare ed elevare la qualità assoluta del Nobile, prodotto da sole uve sangiovese (Alliance Vinum) e dare vita a un programma condiviso (Terre di Montepulciano). Degustando i frutti di tali sforzi non si può che plaudire a queste peculiarità. Accanto ai grandi nomi del panorama enologico toscano emergono aziende meno conosciute, alla ricerca di nuove e concrete espressioni dei vitigni autoctoni, raccogliendo pieno gradimento e soddisfazione. Fra i 113 campioni premiati debutta la Vernaccia di San Gimignano, sempre più espressiva e autentica, segnando un’inversione di marcia grazie all’impegno di vigneron autentici, capaci di far parlare le uve e tinteggiare nelle loro bottiglie preziosi tesori. Fenomeno ormai acclarato è quello degli spumanti metodo classico, che ha trovano nella nostra regione terreno fertile, una tendenza arrivata alla piena maturità, con numeri non più di nicchia e di crescente piacevolezza. Anche la riscoperta dell’anfora e delle lunghe macerazioni accompagna la ricerca e la viticoltura di molte aziende ottenendo risultati entusiasmanti a cui sempre più appassionati si avvicinano, capaci di distinguere il frutto di un lungo lavoro di ricerca. Quest’anno il “Tastevin” è stato consegnato all’azienda chiantigiana Riecine, premiando non soltanto la qualità del loro Sangiovese in purezza 2014, ma il valore e l’impegno svolto negli anni.

In the heat of early August the sixth edition of the Vitae guide reached completion, describing the winemaking excellence of the Italian regions, refurbished and embellished with a new graphic design. In Tuscany, 500 producers and some 2000 wines were sampled, 361 of which made it to publication in either hard copy or the app, all certain to evoke and illustrate the true essence of our land. And all this happens thanks to the work of an efficient team of experts and writers, ‘wine musketeers’ armed with glasses and well-honed senses, keen explorers seeking quality, on a quest for the ultimate in organoleptic sensation. Tasting took place under optimum conditions, with no knowledge of labels; wines were evaluated objectively for the qualities they displayed, to be conveyed by the editors in descriptions of individual wines and in the context of the producer. Once more this year the expectations of excellent quality were met, in a trend which has seen constant improvement in recent years, along with a firm commitment by producers to capture the biodiversity and distinctive characteristics of their lands rather than conforming to market demands. And into this very scenario come the new projects of the Montepulciano winemakers, with the aim of preserving and elevating the exceptional quality of Nobile wines, made exclusively from Sangiovese grapes (Alliance Vinum) and of implementing a joint project (Terre di Montepulciano). When we taste the results of their efforts we cannot help but applaud their uniqueness. Alongside the big names on the Tuscan winemaking scene, some lesser-known producers are emerging, searching for new, tangible expressions of native grape varieties and harvesting a bumper crop of gratification and satisfaction. Among the 113 prizewinning samples is the debut of Vernaccia di San Gimignano, increasingly authentic and characterful, which marks a gear change for genuine vignerons who can give the grapes a voice and create exquisite treasure in a bottle. One well-established phenomenon is that of classic method sparkling wines, which has found fertile ground in our region: a trend which is now fully ripe, producing sales figures that are no longer niche, but increasingly pleasing. Many producers have also rediscovered the amphora and long maceration times, obtaining encouraging results and the attention of increasing numbers of wine lovers, who recognise the benefits of the lengthy research and the work involved. This year’s “Tastevin” was awarded to the Chianti firm Riecine, in acknowledgement not only of the quality of their single-variety 2014 Sangiovese, but also their commitment and worth over

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WINE GUIDE

AIS TOSCANA - I SOMMELIER CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA REALIZZAZIONE DI “VITAE 2019”

REFERENTE Leonardo Taddei REDATTORI Olimpia Bertolucci, Emiliano Bogani, Luca Carmignani, Fabio Ceccarelli, Claudio Fonio, Marco Mancini, Angelo Marongiu, Barbara Massai, Federico Rosati, Leonardo Taddei, Giulio Ulivieri, Clizia Zuin SOMMELIER DEGUSTATORI Andrea Aliberti, Stefano Allegrini, Francesco Arinci, Fabrizio Arrigoni, Serena Becheri, Alessandra Bernardini, Gianluca Bianucci, Fabiano Brambilla, Paolo Branchetti, Paola Capresi, Daniele Cecchi, Renzo Chiaramonti, Irene Chiarugi, Marta Da Ponte a Quarto, Roberta De Cesari, Maurizio Del Bravo, Stefania Fava, Marco Germani, Isabella Giannini, Gilda Giusti, Gaetano Gullì, Emy Kameyama, Furio Lascialfari, Stefano Martelli, Leonardo Mosi, Davide Pagnotta, Giada Palandri, Pietro Palma, Simone Pratesi, Federico Spata, Valentino Tesi, Antonio Vanacore, Angela Vanni, Enrica Zanzi, Massimo Zironi LOGISTICA MAGAZZINO Renzo Chiaramonti La “Freccia di Cupido” è stata assegnata a quei vini capaci di regalare una grande emozione al primo sorso, come un colpo di fulmine, e infine con il “Salvadanaio” si segnala l’ideale rapporto qualità prezzo. Riguardo le annate, la 2015 si è rivelata molto interessante, egregiamente espressa in struttura ed equilibrio aromatico e polifenolico, dotata di grande potenzialità evolutiva, confermando le aspettative da cinque stelle. La 2017, nonostante l’andamento climatico difficile che ha costretto i vignaioli a un impegno maggiore e obbligandoli a un considerevole calo produttivo, sembra promettere bene in quanto l’innalzamento del grado zuccherino è stato ben bilanciato dalla viva acidità. Far parte di questa squadra, sia nella veste di redattore che di degustatore, emoziona e appaga. Ogni anno si aspetta con trepidazione l’arrivo dei campioni e la convocazione del briefing preliminare per l’aggiornamento alle linee editoriali a cui seguono settimane intense, ricche di assaggi, di appuntamenti giornalieri, momenti di convivialità spontanea e di grande professionalità in cui ci si confronta con gli addetti ai lavori. E poi lo stress del rush finale, la difficile selezione e la consegna per la revisione e la stampa, lasciandosi andare ai propositi per l’anno successivo, facendo tesoro dell’esperienza appena conclusa. E già dal giorno successivo ti senti mancare qualcosa, quindi brindiamo all’arrivo della Guida Vitae 2019… aspettando la 2020.

the years. The “Freccia di Cupido” was awarded to wines that make a wonderful impression at the first sip, like a thunderbolt; and finally the “Salvadanaio” rewards optimum price: quality ratio. As for vintages, 2015 proved to be exceptional, and was marvellously expressed in terms of structure and aromatic and polyphenolic balance, showing great potential for development on ageing and confirming its five-star expectations. 2017, despite the difficult climatic conditions which made winegrowers’ lives harder and forced them to produce considerably less, shows good promise, as the rise in sugar content is amply balanced by a lively acidity. Being a part of this team, whether as an editor or a wine taster, is an exciting and exhausting task. Every year there’s the trepidation as we wait for the arrival of samples and invitations to preliminary briefings to update us on editorial guidelines; this is followed by intensive weeks packed with tastings, daily appointments, moments of spontaneous conviviality and enormous professionalism in our encounters with producers and workers. Then comes the stress of the final push, the difficult choices and the deadlines for editing and printing, leaving us free to consider plans for next year as we treasure our recent experience. And the next day we already feel something’s missing…so let’s drink to the arrival of the Guida Vitae 2019… as we look forward to 2020.

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The AIS Toscana team during a moment of the selection, tasting and reviewing work Ph. Martina Melchionno


WINE GUIDE

Eccellenza

Le aziende toscane premiate con le 4 Viti, il punteggio massimo della guida “Vitae 2019” The Tuscan wineries awarded with Four Vines (top Score) by the guide “Vitae 2019” ALEATICO PASSITO DELL’ELBA SILOSÒ 2017 - Arrighi | 50&50 2013 - Avignonesi | CHIANTI CLASSICO CULTUS BONI RISERVA 2015 - Badia a Coltibuono | BRUNELLO DI MONTALCINO POGGIO ALL’ORO RISERVA 2012 - Banfi | BRUNELLO DI MONTALCINO 2013 - Baricci | HISTORIA FAMILIAE 2015 - Barone Ricasoli | MITICAIA 2013 - Batavigna | CHIANTI CLASSICO VIGNA DEL CAPANNINO GRAN SELEZIONE 2015 - Bibbiano | COLORE 2015 - Bibi Graetz | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO I QUADRI 2015 - Bindella | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO SOTTO CASA RISERVA 2013 - Boscarelli | LI - HIDE 2015 - Bulichella | BOLGHERI ROSSO CAMARCANDA 2015 - Ca’ Marcanda | BRUNELLO DI MONTALCINO GUALTO RISERVA 2012 - Camigliano | BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA LA CASA 2013 - Caparzo | CARMIGNANO TREFIANO RISERVA 2015 - Capezzana | BRUNELLO DI MONTALCINO GIODO 2013 - Carlo Ferrini | FILARE 18 2016 - Casadei | BRUNELLO DI MONTALCINO CERRETALTO 2012 - Casanova di Neri | PINOT NERO MELAMPO 2015 - Casteldelpiano | I SODI DI SAN NICCOLÒ 2014 - Castellare di Castellina | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VIGNETO LA CASUCCIA 2015 - Castello di Ama | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VIGNETO BELLAVISTA 2015 - Castello di Ama | MIX 36 2015 - Castello di Fonterutoli | CHIANTI CLASSICO - IL POGGIO RISERVA 2013 - Castello Monsanto | MONTESODI 2015 - Castello Nipozzano | BRUNELLO DI MONTALCINO FILO DI SETA, 2013 - Castello Romitorio | BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA, 2012 - Castello Tricerchi | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE LA PRIMA 2014 - Castello Vicchiomaggio | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VILLA ROSA 2015 - Cecchi | BRUNELLO DI MONTALCINO NASTAGIO 2012 - Col d’Orcia | IL TOCCO 2016 - Colle Bereto | BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2012 Donatella Cinelli Colombini | SUISASSI 2015 - Duemani | BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA DEL FIORE 2013 - Fattoria dei Barbi | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO FILAI LUNGHI 2015 - Fattoria della Talosa | CORTONA SYRAH BRAMASOLE 2013 - Fattoria La Braccesca | MAREMMA TOSCANA ROSSO POGGIO ALLE NANE 2015 - Fattoria Le Mortelle | SAFFREDI 2015 - Fattoria Le Pupille | MORELLINO DI SCANSANO DICIOCCATORE RISERVA 2013 - Fattoria San Felo | CHIANTI RUFINA VIGNETO BUCERCHIALE RISERVA 2015 - Fattoria Selvapiana | VARRAMISTA 2013 - Fattoria Varramista | FONTALLORO 2015 - Fèlsina | FLACCIANELLO DELLA PIEVE 2015 - Fontodi | BOLGHERI SUPERIORE GRATTAMACCO 2015 - Grattamacco | BOLGHERI BIANCO CRISEO 2016 - Guado al Melo | CABRAIA 2015 - Gualdo del Re | I BALZINI BLACK LABEL 2015 - I Balzini | VIGNA FARSINA 2013 - I Sodi | CHIANTI RUFINA QUONA RISERVA 2015 - I Veroni | IL CABERLOT 2015 - Il Carnasciale | BRUNELLO DI MONTALCINO MADONNA DELLE GRAZIE 2013 - Il Marroneto | GRATIUS 2013 - Il Molino di Grace | CEPPARELLO 2015 - Isole e Olena | BRUNELLO DI MONTALCINO 2013 - La Gerla | ALEATICO CRISTINO 2017 - La Piana | BRUNELLO DI MONTALCINO POGGIO ABATE RISERVA 2012 - La Poderina | CAMALAIONE 2013 - Le Cinciole | MESSORIO 2015 - Le Macchiole | BRUNELLO DI MONTALCINO FORNACE 2013 - Le Ragnaie | BRUNELLO DI MONTALCINO FIORE DEL VENTO 2013 - Loacker - Corte Pavone | CHIANTI CLASSICO QUERCIAVALLE RISERVA 2013 Losi Querciavalle | BRUNELLO DI MONTALCINO LUCE 2013 - Luce della Vite | SOLAIA 2015 - Marchesi Antinori | TIGNANELLO 2015 - Marchesi Antinori | BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA LORETO 2013 - Mastrojanni | VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DAMO 2011 - Montemercurio | DEGERES 2015 - Montepepe | CHIANTI CLASSICO IL CAMPITELLO RISERVA 2015 - Monteraponi | MONTEVERRO 2015 - Monteverro | LE PERGOLE TORTE 2015 - Montevertine | CHIANTI CLASSICO BORRO DEL DIAVOLO RISERVA 2015 - Ormanni | BOLGHERI SUPERIORE ORNELLAIA 2015 - Ornellaia | CARMIGNANO RISERVA 2015 - Piaggia | BRUNELLO DI MONTALCINO 2013 - Pietroso | BRUNELLO DI MONTALCINO SUGARILLE 2013 - Pieve Santa Restituta | PODERE DELLA CIVETTAJA 2015 - Podere della Civettaja | GUARDIAVIGNA 2014 - Podere Forte | LA REGOLA 2015 - Podere La Regola | BRUNELLO DI MONTALCINO LUPI E SIRENE RISERVA 2011 - Podere Le Ripi | IL CARBONAIONE 2015 - Podere Poggio Scalette | SAPAIO 2016 - Podere Sapaio | REZENO 2017 - Poggio al Grillo | BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2012 - Poggio di Sotto | BRUNELLO DI MONTALCINO 2015 - Poggio di Sotto VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO ASINONE 2015 - Poliziano | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE VIGNA LE CATASTE 2012 - Quercia al Poggio | RIECINE DI RIECINE 2014 - Riecine | CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE RISERVA DI FIZZANO 2015 - Rocca delle Macìe | MAREMMA TOSCANA MERLOT BAFFONERO 2016 - Rocca di Frassinello | MORELLINO DI SCANSANO ROCCAPESTA RISERVA 2015 - Roccapesta | BRUNELLO DI MONTALCINO 2013 - Salvioni - La Cerbaiola | CHIANTI CLASSICO LE BARÒNCOLE RISERVA 2015 - San Giusto a Rentennano | BRUNELLO DI MONTALCINO BRAMANTE 2013 - Sanlorenzo | MAREMMA TOSCANA CILIEGIOLO SAN LORENZO 2015 Sassotondo | CORTONA SYRAH APICE 2014 - Stefano Amerighi | BRUNELLO DI MONTALCINO PIAN DI CONTE RISERVA 2012 - Talenti | CORTONA SYRAH MIGLIARA 2013 - Tenimenti D’Alessandro

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Formazione Sommelier Il calendario dei corsi 2019 nelle delegazioni AIS Toscana The 2019 Course Calender of AIS Toscana delegations

Corso

Location

Inizio corso

AREZZO

Villa Severi - Arezzo

16 gennaio 2019

delegato.arezzo@aistoscana.it

FIRENZE

Hotel Mediterraneo - Firenze

21 gennaio 2019

delegato.firenze@aistoscana.it

SESTO F.NO

Zo Working - Sesto F.no

GROSSETO

2 marzo

Per info

2019

delegato.firenze@aistoscana.it

Hotel Granduca - Grosseto

11 febbraio 2019

delegato.grosseto@aistoscana.it

ORBETELLO

Locanda Di Ansedonia & Grigl’io

25 febbraio 2019

delegato.grosseto@aistoscana.it

PIOMBINO

Borgo Degli Ulivi - Riotorto (Li)

4 febbraio 2019

delegato.livorno@aistoscana.it

LUCCA

Grand Hotel Guinigi - Lucca

18 febbraio 2019

delegato.lucca@aistoscana.it

PISA

Rist. I Giardini Del Colombre - Pisa

20 febbraio 2019

delegato.pisa@aistoscana.it

PRATO

Hotel Datini - Prato

11 febbraio 2019

delegato.prato@aistoscana.it

PISTOIA

Toscana Fair - Pistoia

26 febbraio 2019

delegato.pistoia@aistoscana.it

SIENA

Hotel Garden - Siena

21 gennaio 2019

delegato.siena@aistoscana.it

CHIANCIANO

Grand Hotel Le Fonti - Chianciano

29 gennaio 2019

delegato.siena@aistoscana.it

CERTALDO

Circolo Cral Coop - Certaldo

gennaio 2019

delegato.elsa@aistoscana.it

VIAREGGIO

Hotel Esplanade - Viareggio

gennaio 2019

claudio.fonio@aistoscana.it

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Rossi trionfanti La Toscana dei grandi vini rossi e di grandi uomini del vino raccontata da un campione d’eccezione. A partire dal vino che quest’anno è sul tetto del mondo The Tuscany of great red wines and great winemakers narrated by an exceptional champion. Starting with the wine that is on top of the world this year txt Simone Loguercio (Italy’s 2018 Best Sommelier)


TOP TEN TUSCAN RED WINES

Colline ondulate, che sembrano disegnate col compasso, lembi di pianura costiera, ampie vallate, le Alpi Apuane, con le famose cave di marmo, che nascondono e svelano il mare, bacini intermontani in passato lacustri, la Lunigiana, la Garfagnana e il Mugello, e l’Appenino con i suoi rilievi, dal Pratomagno ai Monti del Chianti fino al Monte Amiata, ultimo baluardo montuoso verso il mare, a Sud… Il paesaggio della Toscana è tra i più vari e queste caratteristiche si riflettono anche sui vini. Non si ha l’idea di una specializzazione, ma di un’agricoltura che trova nella diversità il suo punto di forza. E dalla Maremma alla Val d’Orcia, dai terreni di Bolgheri alle Colline del Chianti, cambia il clima e cambiano i terreni, argillosi in un punto e vulcanici in un altro, galestro e poi sabbie, alberese ed arenarie. La Toscana è un esempio di eccellenza, dove convivono piccole aziende a conduzione familiare e grandi cantine. La produzione dei vini è soprattutto focalizzata sui rossi, tra cui regna sovrano il Sangiovese assieme ai suoi vari cloni. “Il primo compito di un vino è quello di essere rosso, poi viene tutto il resto”. Così recitava un proverbio francese dei primi anni del XIX secolo. Proverbio di cui la Toscana ha tutti i diritti per appropriarsene, perché terra di grandi rossi, vini unici, che vanno spesso oltre l’eccellenza, il cui fascino è intramontabile, tanto da entrare di diritto nel gotha dei grandi vini internazionali. Ed è proprio di questi giorni la notizia del Sassicaia 2015 sul tetto del mondo, il Miglior Vino al Mondo secondo Wine Spectator. E come dargli torto! Un vino che ha cambiato le carte in tavola, e tanti i vini nati per emularlo. Nato dall’intuizione, dalla genialità e dall’ostinazione del marchese Mario Incisa della Rocchetta, che volle ricreare in una zona dove si producevano vini grezzi e rustici, il modello bordolese da lui tanto amato e quell’ormai famoso Cabernet bevuto nei primi anni Venti dai duchi Salviati di Migliarino. E fu nel dopoguerra, che trasferitosi con la moglie Clarice a Bolgheri, piantò un centinaio di viti di quel Cabernet a Castiglioncello di Bolgheri, zona alta e protetta dal mare, al quale si attribuiva erroneamente la cattiva riuscita dei vini. Il risultato fu dapprima tragico, ma a distanza di anni quel vino viene assai rivalutato. La prima bottiglia viene alla luce nel 1972, era il Sassicaia 1968. Vince un concorso dopo l’altro. Il 1985, millesimo mitizzato, ha sfidato alla cieca tutti i grandi vini di Bordeaux, mettendosi alle spalle i vari Latour, Lafite, Margaux, Haut-Brion. E’ bene citare i nomi per renderne meglio l’idea. E come non ricordare il primo vino realizzato con sole uve Sangiovese in tutto il Chianti Classico. Siamo nel 1977 quando nasce la prima etichetta di Pergole Torte, dalla volontà di Sergio Manetti che incontra sulla sua strada un vero artista dell’assaggio e grande conoscitore del Sangiovese, il mitico “Bicchierino” alias Giulio Gambelli. Vino precursore di tutte le forme di marketing arrivate una ventina di anni più tardi e legate alle storie, serie e meno serie, sul territorio, sui vitigni autoctoni, sui cru e via dicendo. Il Sangiovese chiantigiano nella sua versione più autentica e raffinata. Nello stesso anno, Piermario Meletti Cavallari si trasferisce da Bergamo sulle colline di Bolgheri, realizzando nel 1982 il Grattamacco Rosso, inizialmente un blend tra Cabernet e Sangiovese. E ancora oggi è uno dei pochi a preservare il Sangiovese in terra bolgherese.

Undulating hills that could have been drawn with a compass, strips of coastal plain, wide valleys, the Apuan Alps, with their famous marble quarries, that hide and reveal the sea, intermountain basins which were once lakes, Lunigiana, Garfagnana and Mugello, and the Tuscan Apennines, from Pratomagno to the Chianti Hills and Monte Amiata, the last mountainous bastion towards the sea to the south. The Tuscan landscape is among the most varied, and these features are also reflected in its wines. The impression is not one of specialization, but of agriculture that has its strength in diversity. From Maremma to the Val d’Orcia, from Bolgheri to the Chianti Hills, the climate changes, as does the soil, clayey in one place, and volcanic in another, marl-like galestro and then sand, clay and limestone albarese and sandstone. Tuscany is an example of excellence, where family-run small enterprises co-exist alongside great wineries. Wine production is focused mainly on reds, among which Sangiovese reigns supreme, together with its various clones. “The first duty of wine is to be red, then comes all the rest”, according to an early 19th century French proverb. A proverb which Tuscany has every right to appropriate, being the land of great reds, unique wines that often go beyond excellence, with a timeless appeal that has earned them their rightful place in the pantheon of the world’s great wines. Fresh off the press is the news that Sassicaia 2015 has been named Wine Spectator’s No. 1 Wine of the Year. And who can argue with that!! A wine that was a game-changer, and the inspiration for so many other wines. It came to fruition from the insight and persistence of Marchese Mario Incisa della Rocchetta. In an area where rough, unrefined wines were produced, he wanted to emulate the Bordeaux-style wine he so loved, and the renowned Cabernet drunk by the noble Salviati family of Migliarino in the early Twenties. In the postwar years, having moved to Bolgheri with his wife Clarice, he planted a hundred Cabernet vines in Castiglioncello di Bolgheri, high on a hillside protected from the sea, which was erroneously considered a poor site for wine. At first the results were dire, but after some years, the wine was a revelation. The first bottle to come to light in 1972 was Sassicaia 1968. It won one competition after another. In blind tastings, the legendary 1985 vintage beat the various Latours, Lafites, Margaux and Haut-Brions – just mentioning the names renders the whole idea. How could we forget the first wine made exclusively with Sangiovese grapes in the whole of Chianti Classico? It was 1977 when the first Pergole Torte label was produced under the supervision of Sergio Manetti, who along the way encountered a true master-taster and Sangiovese connoisseur, the legendary “Bicchierino” or “little glass”, alias Giulio Gambelli. A wine which was the forerunner of all the forms of marketing which appeared twenty years later, based on stories, serious or not so serious, about the territory, indigenous vines, crus and so on. Chianti Sangiovese at its most authentic and refined. In the same year, Piermario Meletti Cavallari moved from Bergamo to the Bolgheri hills, and in 1982 created Grattamacco Rosso, initially a blend of Cabernet and Sangiovese.

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From above clockwise: Castellamare di Castellina, Sassicaia, Isole e Olena, Grattamacco, Podere Il Carnasciale, Montevertine, Solaia


Above:Fèlsina Below: Fontodi


TOP TEN TUSCAN RED WINES

Le Macchiole La produzione dei vini è soprattutto focalizzata sui rossi, tra cui regna sovrano il Sangiovese assieme ai suoi vari cloni Wine production is focused mainly on reds, among which Sangiovese reigns supreme, together with its various clones “Il mio obiettivo era di raggiungere un miglioramento qualitativo della produzione e i primi passi in tal senso furono una ricerca di selezione clonale sul Sangiovese e la sua vinificazione in purezza per comprendere appieno le potenzialità”, questo diceva nel 1980 Paolo de Marchi quando realizzò il Cepparello, che prende il nome da un piccolo ruscello che scorre sotto le vigne. Quando, poi, si parla di Supertuscan uno dei primi nomi che ti viene in mente è indubbiamente il Solaia. Nato nel 1978. Un vino che è entrato quasi di diritto tra i più celebrati rossi toscani e che continua a ricordarci il ruolo, oggi volutamente dimenticato, che ha avuto il Cabernet nella prima fase di rinascita dell’enologia regionale. Nel 1979 i contadini Chiantigiani, per distinguere i vigneti realizzati su terreni con estrema pendenza e dura consistenza, coniarono il nome “I Sodi”, che ha dato poi il nome al vino più rappresentativo del Castellare. Tra i primi Superstuscan a puntare, in controtendenza rispetto alle mode del momento, sul sangiovese e, in genere, sui vitigni autoctoni. I Sodi di San Niccolò ha mantenuto negli anni la sua peculiarità, carattere arcigno, poco ammiccante, più incline a suscitare rispetto che emozione pura. E poi il Flaccianello della Pieve di Fontodi, un vino energico, intenso, saporito, longevo, di carattere, che nasce in un territorio eccezionale. E il Fontalloro di Félsina dotato di struttura, di nerbo e vivacità, che matura con lentezza e difficilmente da segni di declino. E, ancora, il Messorio di Le Macchiole, in pochi anni divenuto uno dei Merlot di punta a livello internazionale. Senza dimenticare il Caberlot del Podere Carnasciale, un vitigno nato da una maturazione clonale o forse da un incrocio, che ha trovato la sua massima espressione nel Valdarno. Prodotto dal 1988 solo in bottiglie Magnum, per simboleggiarne la regalità.

Today he is still one of the few to maintain Sangiovese in the Bolgheri area. “My aim was to achieve an improvement in the quality of the product, and the first steps in that sense were a study of clonal selection of Sangiovese and its single-variety vinification to fully understand its potential”, said Paolo de Marchi in 1980, when he made Cepparello, which takes its name from the small stream that runs through the vineyards. When we speak of Super Tuscans, one of the first names that comes to mind is undoubtedly Solaia. Produced for the first time in 1978, it joined the ranks of the most celebrated Tuscan reds almost by right, and continues to remind us of the role - now wilfully forgotten - that Cabernet played in the first stage of the region’s winemaking renaissance. In 1979, peasants in the Chianti region coined the term “I Sodi”, to describe those vineyards on steep slopes with hard-to-till soil, which then became the name of the Castellare estate’s flagship wine. Going against the fashion of the time, it was one of the first Super Tuscans to bet on Sangiovese and on indigenous vines in general. Over the years, I Sodi di San Niccolò has maintained its distinctiveness, its severe, uncoquettish character, more inclined to arouse respect than pure emotion. Then there are Flaccianello della Pieve di Fontodi, a characterful intense, energetic, flavoursome, long-lived wine from an exceptional area, and Fontalloro di Félsina, well-structured, vigorous and lively, which matures slowly and is unlikely to show signs of decline. In just a few years Le Macchiole’s Messorio has become one of the world’s most highly rated Merlots. Last but not least is Podere Carnasciale’s Caberlot varietal, a spontaneous crossing, a hybrid, that has found its fullest expression in Valdarno. Produced since 1988, it is bottled only in magnums to underscore its regality.

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The tasting of Tuscany’s 10 best red wines at the Gruppo Editoriale’s office This page, Italy’s Best Sommelier Simone Loguercio and, to the right, the other winners Valentino Tesi (second), Massimo Tortora and Simone Vergamini (equal third), Clizia Zuin (sixth) with director Marzia Morganti Tempestini. Ph. Andrea Dughetti

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Uniques GRANDI VINI, GRANDE TEAM GREAT WINES, GREAT TEAM


TOP TEN TUSCAN RED WINES by the winners of Italy’s 2018 Best Sommelier Competition

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SASSICAIA 2015 Tenuta San Guido Bolgheri Sassicaia Cabernet Sauvignon 85%, Cabernet Franc 15% Rubino di media carica cromatica, splendente e poco concentrato rispetto a come ci si aspetterebbe da un Cabernet. Manifesta una grande freschezza olfattiva sin dal primo approccio: crème de cassis, cranberry, fiori di viola, rabarbaro e lavanda, tocchi ferrosi e un ricordo raffinato di macis, cenere di camino, cardamomo e bacche di ginepro. Bocca coerente che punta sulla serbevolezza piuttosto che sulla forza e la muscolarità. L’acidità sorprendente ci regala un assaggio estremamente gradevole, interminabile, che non stanca mai, favorito da un tannino fine e da una sapidità “marina”. Ruby red-colored of medium intensity, bright and not as much concentrated as you might expect from a Cabernet. A very fresh entry on the nose: crème de cassis, cranberry, violet flower, rhubarb and lavender, an iron-like touch and elegant hints of mace, fireplace ashes, cardamom and juniper berries. Consistent on the palate, relying more on ageing potential than on muscular strength. Amazing acidity, extremely pleasant to sip, endless and never tiring on the palate, supported by fine tannins and by a “sea water” savouriness.

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LE PERGOLE TORTE 2015 Montevertine Toscana IGT Sangiovese 100% Veste rubino con bagliori granato, colore più ricco rispetto alla tradizione. Raffinato al naso con netti richiami di ribes rosso e ciliegia, uniti ad un fresco ricordo di tamarindo. Violetta, nobili espressioni speziate, legno di sandalo, ma soprattutto il marchio del territorio che emerge sotto forma di grafite e ardesia a completare il contesto. Bocca marcata da una rinfrescante acidità, che ricorda i frutti rossi, succosa, sapida e lunga. Il tannino è integrato e favorisce una beva di rara persistenza e piacevolezza, in chiusura un flavor di chinotto. Ruby red-colored with garnet-red tints, the color is richer than what is thought of as

traditional. Elegant on the nose with clear notes of redcurrant and cherry, combined with a fresh hint of tamarind. Violet, noble spicy notes, sandalwood and, in particular, the terroir’s signature character, graphite and slate, which complete the aromatic picture. Refreshing acidity on the palate, evocative of soft red fruit, juicy, savory and long. Wellintegrated tannins which give drinkability of rare length and pleasantness, with a chinotto flavor on the finish.

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I SODI DI SAN NICCOLÒ 2014 Castellare di Castellina Toscana IGT Sangiovese 85%, Malvasia Nera 15% Granato alla vista con screziature rubino. Spinge con forza profumi polposi di mora, marasca e melograno, che aprono la strada ad un floreale di viola e iris, spezie e resina di pino. Seguono tocchi vegetali eleganti, noce moscata, salamoia e un tocco di pellame, per finire con un delicato sottobosco. Fresco e sapido in ingresso, un’indole giovanile che oltre a snellire il corpo, dona slancio e lunghezza. Frutti carnosi e succosi si alternano fino alla chiusura con note di curry e polpa di agrume. Garnet red-colored with ruby-red streaks. Intense pulpy aromas of blackberry, marasca cherry and pomegranate, which lead to floral notes of violet and iris, spices and pine tree resin, followed by elegant vegetal hints, nutmeg and brine and a touch of leather, with a delicate underwood note in the end. Fresh and savory entry on the palate, with a youthful character which makes it slim-bodied and brings verve and length. Pulpy and juicy fruit alternate up to the finish with notes of curry and citrus fruit pulp.

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MESSORIO 2015 Le Macchiole Toscana IGT Merlot 100% Rubino impenetrabile allo sguardo. Naso pulito, intenso, che arricchisce l’iniziale fruttato

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di prugna, marasca in confettura, con suadenti sfumature floreali di rosa e peonia, yogurt ai frutti di bosco, carrube, cioccolato al latte ed erbe aromatiche. Sontuoso, ricco, ma non per questo pesante al palato, con sensazioni che appaiono bilanciate e integrate, come cesellate da un talentuoso artista della cantina. Profondo, carnoso, ha carattere da vendere e un potenziale d’invecchiamento promettente. Impenetrable ruby red-colored. Clean and intense on the nose, with initial fruity aromas of plum and marasca cherry preserve, with inviting floral aromas of rose and peony, soft fruit yoghurt, carob, milk chocolate and aromatic herbs. Sumptuous and rich yet not heavy on the palate, with well-balanced and integrate sensations, as if finely worked by a talented winemaking artist. Deep, pulpy, full of character and with a promising potential for ageing.

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SOLAIA 2015 Antinori Toscana IGT Cabernet Sauvignon 75%, Sangiovese 20%, Cabernet Franc 5% Denso e impenetrabile alla vista. Forza, ampiezza, che si esprime attraverso ricche note fruttate di confettura di mirtillo, lampone e ribes, alloro e mirto. Il tocco floreale di viola è seguito da note vegetali raffinate, cacao e tabacco da sigaro toscano, mentre sullo sfondo svela un cenno iodato. Volume e opulenza in ingresso di bocca, ma ogni elemento è al suo posto e la contrapposizione tra calore e avvolgenza da un lato, tannicità e sapidità dall’altro incanta. Si muove vellutato per un tempo interminabile. Thick and impenetrable to the sight. Powerful and broad on the nose with rich fruity notes of blueberry preserve, raspberry and blackcurrant, bay leaf and myrtle. The floral violet touch is followed by elegant vegetal notes, cocoa and Tuscan cigar tobacco, with a iodate hint in the background. Entry on the palate delivers volume and opulence, but each element is where it is supposed to be and the contrast between warmth and mouthfeel, tannicity and savouriness is charming. Endlessly velvety.


TOP TEN TUSCAN RED WINES

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FLACCIANELLO DELLA PIEVE” 2015

Fontodi Colli della Toscana Centrale IGT Sangiovese 100% Rosso rubino con riflessi granato, di eccellente luminosità. Quadro olfattivo integro e coeso, che rivela frutti rossi e neri maturi, durone, mora, lampone, fiori macerati, un pregiato cenno di grafite e un corredo speziato che ricorda l’oriente, con curcuma e noce moscata. Assaggio corposo, ricco, dove la forza tannica importante riesce a tenere a freno la freschezza, bilanciando con maestria l’alcol. Ottima la sapidità, tragitto gustativo magistrale e imperioso nello sviluppo di bocca che si conclude minerale e lievemente tostato. Ruby red-colored with garnet-red tints, excellently bright. Cohesive on the nose with aromas of ripe red and black fruit, Vignola cherry, blackberry, raspberry, macerated flowers, a fine note of graphite and a spicy Oriental-like bouquet, including curcuma and nutmeg. Full-bodied and rich on the palate, with a tannic strength that provides a counterbalance to the freshness and alcohol. Excellent savouriness, flavors progress masterfully and imperiously on the palate, ending on mineral and slightly roasted notes.

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GRATTAMACCO 2015 Grattamacco Bolgheri Superiore Cabernet Sauvignon 65%, Merlot 20%, Sangiovese 15% Rubino alla vista, presenta al bordo i primi lampi granato. Naso lievemente introspettivo all’inizio che dopo alcuni minuti si amplia svelando profumi fruttati croccanti di mirto, melograno e ciliegia, su cui si distendono i ricordi di erbe aromatiche, mallo di noce, macchia mediterranea, tabacco dolce e limatura di ferro. Assaggio corposo, subito ravvivato da una piacevole acidità e da una mineralità netta. I tannini fitti, importanti e maturi, riescono ad arricchire il corpo, senza frenare il complesso e articolato sviluppo gustativo.

Ruby red-colored with garnet-red tints at the rim. Slightly introspective entry on the nose, which opens up after a few minutes offering crunchy fruity notes of myrtle, pomegranate and cherry, developing into hints of aromatic herbs, nut husk, Mediterranean scrub, sweet tobacco and iron filings. Full-bodied on the palate, with a pleasant acidity and distinct minerality. Thick-textured, considerable and ripe tannins, which enrich the body without holding back the complex flavor development.

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CEPPARELLO 2015 Isole e Olena Toscana IGT 100% Sangiovese Rubino profondo con nuance granato. In avvio il naso è floreale e minerale, con un ricordo di humus e grafite, per poi virare su profumi di frutta rossa in via di maturazione, come visciola, frutti rossi di bosco, e ancora spezie dolci delicate e tabacco biondo sullo sfondo, che amplificano l’ampio quadro aromatico. In bocca è sontuoso, austero, generoso, e appare governato da un’iniziale abbraccio tannico/sapido coeso ad un’acidità misurata, seguito da un calore importante che ci accompagna fino al finale balsamico. Deep ruby red-colored with garnet-red nuances. Floral and mineral entry on the nose, with a hint of humus and graphite, evolving into aromas of ripening red fruit, such as sour cherry, red soft fruit, and sweet and delicate spices and Brightleaf tobacco in the background, which broaden the aromatic picture. Sumptuous, austere and generous on the palate, with an initial tannic/savoury embrace with moderate acidity, followed by considerable warmth leading to the balsamic finish.

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FONTALLORO 2015 Félsina Toscana IGT Sangiovese 100% Granato di media intensità colorante, luminoso e vivo. Naso variegato che regala carnose suggestioni fruttate di ciliegia, prugna e melograno, e si espande su sensazioni di fiori e

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spezie raffinate. Un tocco balsamico perfettamente integrato va ad impreziosire il già ottimo profilo olfattivo. In bocca si distingue per un’elegante freschezza esaltata dal tannino fine e magistralmente fuso nel corpo comunque generoso. Scorrevole e dinamico, fino alla chiusura di susina rossa e cannella. Garnet red-colored of medium intensity, bright and lively. Varied on the nose with pulpy fruity aromas of cherry, plum and pomegranate, which develop into elegant floral and spicy sensations. A perfectly-integrated balsamic touch which enhances the already excellent olfactory profile. Elegant freshness on the palate enhanced by fine tannins which masterfully blend into the generous body. Smooth and dynamic, up to the red plum and cinnamon finish.

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CABERLOT 2015 Podere Il Carnasciale Toscana IGT Caberlot 100% (solo formato Magnum) Degustato da bottiglia-campione da 75cl, invece che classica magnum. Rosso rubino denso e coeso, ravvivato da un bordo purpureo. Intensi sentori di frutti scuri maturi e polposi vanno ad ingentilire le importanti note di peperone verde, rosa e geranio. Le spezie di pari forza richiamano il pepe verde e il chiodo di garofano. In bocca gioca sull’effetto sorpresa e stupisce con un corpo agile e snello, che ribalta la ricchezza prospettata al naso. Più fresco e sapido che tannico, si muove per un tempo apprezzabile, chiudendo tra il vegetale e il fruttato. Tasted from a 75-cl-bottle sample, instead of from the classic magnum. Dense and cohesive ruby red-colored , brightened up by a deepred rim. Intense aromas of black and pulpy ripe fruit soften the marked notes of sweet pepper, rose and geranium. Intense spicy notes of green pepper and clove. Surprising on the palate, with a supple and sinewy body which overturns the richness on the nose. Fresh and savory rather than tannic, long enough, vegetal and fruity on the finish.


“THE FIRST DUTY OF WINE IS TO BE RED, THEN COMES ALL THE REST”

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Italy’s Best Sommelier Competition Trento DOC 2018 Award which was held in Meranoa

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MIGLIOR SOMMELIER D’ITALIA text Marzia Morganti Tempestini - ph. Anna Cerrato

Un evento unico e irripetibile

Al Concorso Miglior Sommelier d’Italia, AIS Toscana sale su tutti e tre i podi AIS Toscana took all three podiums at Italy’s Best Sommelier Competition Un’affermazione senza precedenti per i sommelier di AIS Toscana alla finale del concorso Miglior Sommelier d’Italia 2018. Per la prima volta in 53 anni di vita dell’Associazione, cinque toscani nei primi sei classificati, quattro sul podio. MIGLIOR SOMMELIER D’ITALIA Il Miglior Sommelier d’Italia 2018 è Simone Loguercio della delegazione di Firenze e si aggiudica il titolo nazionale quattro mesi dopo il titolo toscano. Per lui, sommelier del ristorante Konnubio a Firenze, il 2018 si conferma un anno d’oro. La consacrazione a Campione Italiano nello stesso anno dell’affermazione regionale: cosa rappresenta questo premio oggi? Sono andato ben oltre ogni mia più rosea aspettativa. É il coronamento di un sogno, ma anche il punto di partenza in questo infinito Mondo del Vino. Come si è avvicinato per la prima volta al vino e al mondo della sommellerie? Ho iniziato quasi per caso, mentre lavoravo al bancone di un bar. Inizialmente per la voglia di conoscere tutto ciò che mi passava tra le mani, tra cui il vino. Poi per curiosità, è stato un richiamo, un’attrazione. Qual è il valore dell’essere sommelier oggi? Oggi il sommelier è una figura riconosciuta a livello sociale per la sua conoscenza e la sua cultura, per la sua professionalità e la sua tecnica. Il servizio è solo la punta dell’iceberg, dietro vi è un lavoro di preparazione: incontrare i fornitori, selezionare e degustare nuove annate, ampliare e aggiornare le carte dei vini, ricevere e sistemare le bottiglie in cantina permettendogli di riposare dallo stress del viaggio, effettuare una rotazione dei prodotti sugli scaffali, gestire il frigo ma anche gli adempimenti burocratici, gestionali, fiscali e sanitari oltre alla continua formazione culturale e in materia degustativa. Vino preferito e abbinamento ideale? Il Sangiovese. Sa essere elegante e scorbutico, aristocratico e popolare, impegnativo e leggero. Abbinamento? In qualsiasi occasione. Un vino da tenere d’occhio per il futuro? Il Trebbiano Spoletino. Ho scoperto delle interessanti realtà in questo ultimo anno.

An unprecedented success for AIS Toscana’s sommeliers at the finals of Italy’s 2018 Best Sommelier Competition. For the first time in the Association’s 53 years of life, five Tuscans made it among the top six, four of whom stepped foot on the podium. ITALY’S BEST SOMMELIER Italy’s 2018 Best Sommelier is Simone Loguercio from the Florence delegation, who won the national title four months after having been awarded the regional title. For Simone, who works as sommelier at the Konnubio restaurant in Florence, 2018 turned out to be his golden year. You won the regional and national title the same year: what does this recognition mean to you today? I went far beyond all expectations. It is the realization of a dream, but also a starting point in the boundless world of wine. What was your first contact with wine and with the world of sommeliers? It all began nearly by chance, while I was working behind a bar counter. I was curious about whatever I laid hands on, including wine. I gradually grew attracted to it. What is the value of being a sommelier today? Today, the sommelier is a socially recognized figure because of his knowledge and culture, his professional competence and expertise. Serving wine is only the tip of the iceberg, there’s a lot of hard work behind it: meeting with the suppliers, tasting and selecting the new vintages, updating and extending the wine lists, collecting and arranging the bottles in the wine cellar to have them recover from the stress of travelling, rotating the products on the shelves, handling the refrigerator, but also taking care of all bureaucratic, management, fiscal and health obligations, in addition to an ongoing learning and training process. Your favorite wine and ideal pairing? The Sangiovese. It can be elegant and grouchy, aristocratic and plebeian, demanding and easy-going. The ideal pairing? On any occasion. A wine to keep an eye on in the near future? Trebbiano Spoletino. I have recently discovered some very interesting wineries.

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MIGLIOR SOMMELIER D’ITALIA

SECONDO CLASSIFICATO Anche la piazza d’onore parla toscano, con il pistoiese Valentino Tesi, già protagonista sul podio nella finale regionale 2018. Come si è avvicinato per la prima volta al vino e al mondo della sommellerie? Attraverso un Corso di Avvicinamento al Vino AIS, nel 1997, a cui mio padre, avendo intravisto la mia passione, mi iscrisse facendomi una sorpresa. Poi da lì, raccolte di libri, riviste, partecipazioni a eventi e degustazioni fino a diventare sommelier nel 2013. Qual è il valore dell’essere sommelier oggi? Il sommelier è una figura direi irrinunciabile oggi nel mondo enoico, un elemento di connessione necessario tra chi il vino lo fa e chi lo consuma. Siamo noi che comunichiamo i personaggi, i territori, le sfumature organolettiche, rendendo così ogni prodotto diverso dall’altro. Vino preferito e abbinamento ideale? Tra i tanti dico Trebbiano d’Abruzzo. Lo abbinerei con il divano e il Notturno di Chopin. Un vino da tenere d’occhio per il futuro? Con l’innalzamento progressivo delle temperature medie, per trovare vini bianchi freschi e con discreta bevibilità occorrerà andare sempre più a nord, per cui direi di guardare con attenzione, ad esempio, ai Riesling secchi del Pfalz. Inoltre ritengo il Jura una zona di qualità crescente per lo Chardonnay. TERZO CLASSIFICATO EX AEQUO Sul terzo gradino Massimo Tortora, sommelier de La Cantina di Massimo a Livorno, già vicecampione italiano nel 2015 e campione regionale nel 2016, che vanta nel suo curriculum anche altri titoli di prestigio. Come si è avvicinato per la prima volta al vino e al mondo della sommellerie? Il primo incontro ravvicinato con il vino è stato molto tempo fa: oggi la mia passione è diventata la mia attività e per questo mi ritengo fortunato. Dai corsi che ho frequentato ho imparato davvero tanto, ho conosciuto persone eccezionali e soprattutto mi è stato insegnato a dare il gusto rispetto ad ogni bottiglia di vino. Qual è il valore dell’essere sommelier oggi? Un grandissimo valore, oggi la figura del sommelier è cambiata, anche i programmi televisivi insegnano. Un grande comunicatore di territori, di personaggi, un elegante narratore del lavoro che quotidianamente svolgono le persone dietro ad ogni etichetta di vino. Vino preferito e abbinamento ideale? Da toscano dovrei rimanere fedele alla mia regione, ma il vino del cuore mi porta più a nord della Toscana arrivando fino alle colline langarole con il Barolo. Abbinamento classico con un brasato. Un vino da tenere d’occhio per il futuro? Un vino che negli ultimi anni attira a sé sempre più consumatori è il Trento doc, la prima bollicina italiana a denominazione. Le varie tipologie permettono di apprezzarlo in tutte le situazioni, fino ad arrivare ad etichette uniche con alle spalle anche più di dieci anni di maturazione. TERZO CLASSIFICATO EX AEQUO Simone Vergamini, già vicecampione regionale della Toscana e wine consultant appartenente alla delegazione AIS di Lucca.

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SECONDO PLACE The second place goes to another Tuscan sommelier, Valentino Tesi from Pistoia, who had already made it to the podium at the 2018 regional finals. What was your first contact with wine and with the world of sommeliers? Through an AIS Introduction Course to Wine, in 1997. My father, who had realized my passion for wine, entered my name and surprised me. From then on, I started collecting books, magazines, taking part in events and tastings, until I became a sommelier in 2013. What is the value of being a sommelier today? Today, the sommelier is an irreplaceable figure in the wine world, a necessary link between winemakers and wine consumers. We make the people, the terroirs, the organoleptic nuances behind a wine known to a wider public, clearly communicating the differences between each product. Your favorite wine and ideal pairing? There are many to choose from, but I’ll say Trebbiano d’Abruzzo. I would pair it with a sofa and Chopin’s Nocturne. A wine to keep an eye on in the near future? Because of the global warming, in order to find fresh and enjoyable white wines we will have to go further and further north. So my suggestion is to keep an eye on the dry Riesling wines from the Pfalz region. And the Jura is increasingly improving quality as far as Chardonnay is concerned. EQUAL THIRD The podium’s third step was taken by Massimo Tortora, sommelier of La Cantina di Massimo in Livorno, the 2015 Italian vice-champion and regional champion in 2016, in addition to other prestigious recognitions. What was your first contact with wine and with the world of sommeliers? My first contact with wine happened a long time ago. Today, my passion has become a job and I feel very lucky for this. I’ve learned a lot from the courses I attended, I met some extraordinary people and, above all, I was taught to respect every single bottle of wine. What is the value of being a sommelier today? A huge value, today the sommelier is not what he used to be, as we see on TV shows now. The sommelier is a great communicator of places and people, an elegant storyteller of the hard work done every day by the people behind a wine label. Your favorite wine and ideal pairing? Being a Tuscan, I should say a Tuscan wine, but the truth is that my favorite wine comes from a region to the north of Tuscany, from the Langhe hills: Barolo. The most classic of pairings: with braised beef. A wine to keep an eye on in the near future? A wine which has been increasingly attracting consumers in the past few years is Trento DOC, Italy’s first DOC sparkling wine. There are various types of it, which can be enjoyed in all situations, including labels which have aged for over ten years. EQUAL THIRD Equal third came Simone Vergamini, Tuscany’s regional vicechampion and wine consultant from Lucca’s AIS delegation.


Simone Loguercio from the AIS Firenze delegation and the 2018 champion, during one of the tests


From top clockwise: Simone Vergamini, the winners cheering, Simone Loguercio between Vergamini and Clizia Zuin, t he National AIS President Antonello Maietta (left), Massimo Tortora, the Regional Competition Manager Simona Bizzarri, Valentino Tesi, Simone Loguercio during the award-giving ceremony


MIGLIOR SOMMELIER D’ITALIA

Simona Bizzarri, Roberto Bellini National AIS Vice President, the winners and Cristiano Cini, the National AIS Competition Coordinator and AIS Toscana President AIS Toscana si aggiudica per il 2018 primo, secondo e terzo gradino del podio Miglior Sommelier d’Italia: un risultato senza precedenti AIS Toscana took the first, second and third podium at Italy’s 2018 Best Sommelier Competition: an unprecedented success

Come si è avvicinato per la prima volta al vino e al mondo della sommellerie? Ho iniziato ad amare il vino poco più ventenne, ma mi sono avvicinato alla sommellerie circa un decennio dopo, iniziando a frequentare il corso di I° livello a Lucca. Qual è il valore dell’essere sommelier oggi? Il sommelier moderno non è più soltanto la figura addetta al servizio dei vini ma è soprattutto un comunicatore, l’anello di congiunzione tra un territorio, le sue cantine e il consumatore finale.Vino preferito e abbinamento ideale? Non ho un vino preferito, ma un vitigno: il Sangiovese, da cui nascono diversi tra i miei vini del cuore. L’abbinamento? Con la carne ovviamente, ma non solo.Un vino da tenere d’occhio per il futuro? Il mercato del vino è cambiato ma anche il clima e questo influenza il profilo sensoriale dei vini. Credo che il momento sia favorevole per i cosiddetti “vini di montagna”. Da tenere d’occhio Etna DOC o Valtellina Superiore DOCG, ma anche alcune eccellenti produzioni di Pinot Nero della Toscana. SUCCESSI “IN ROSA” Ai vertici della sommellerie nazionale si fa spazio anche la componente femminile: Clizia Zuin della delegazione di Firenze si è classificata al sesto posto al Miglior Sommelier d’Italia (prima donna ma soprattutto quinta rappresentante toscana nei primi sei) mentre Luisa Tolomei, sommelier del Ristorante Buca di Balbadò di Bagni di Lucca è risultata la vincitrice per l’area Centro Italia della Borsa di Studio offerta dalla distilleria Bonaventura Maschio, nell’ambito del Master di specializzazione sulle acquaviti d’uva dal titolo La Ricerca dell’Eccellenza. Un’ottima annata per il Granducato.

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What was your first contact with wine and with the world of sommeliers? I fell in love with wine when I was barely twenty years old, ten years later I ventured into the sommellerie world by attending a 1° level course in Lucca. What is the value of being a sommelier today? The modern sommelier is not only a person who serves wine, but mostly a wine communicator, the point of junction between a winegrowing area, its wineries and the end user. Your favorite wine and ideal pairing? I do not have a favorite wine, but rather a favorite grape variety, Sangiovese, which gives some of my favorite wines. The ideal pairing? With meat, of course, but not exclusively with meat. A wine to keep an eye on in the near future? The wine market has changed, as well as the climate, something which affects the wines’ sensory profile. I believe that the time has come for the so-called “mountain wines”. Keep an eye on Etna DOC and Valtellina Superiore DOCG, but also on some excellent Tuscan Pinot Noir-based wines. A LOOK AT THE FEMALE WINNERS Women have been rising quickly to the top of the national sommelier scene lately: Clizia Zuin, from the Florence delegation, came sixth at Italy’s Best Sommelier Competition (the first woman and the fifth Tuscan winner among the top six), whereas Luisa Tolomei, sommelier of the Buca di Balbadò restaurant in Bagni di Lucca, was the winner, for the Central Italy area, of a study grant offered by the distillery Bonaventura Maschio, within the Master’s Course on grape distillates titled La Ricerca dell’Eccellenza. So, all in all, an excellent year for Tuscany.


One of the producer in San Gimignano area at Il Colombaio di Santa Chiara wine estate


TOP TEN TUSCAN WHITE WINES text Marco Mancini

Tra paglierino e dorato Le nobili sfumature dei grandi bianchi toscani The noble nuances of great Tuscan white wines

La Toscana, come riconosciuto da tempi immemorabili, è terra di grandi vini rossi, ma non è sempre stato così. Lo storico Gianfranco Pasquali riferisce infatti di come fino al XII secolo il vino importante fosse solo bianco, in continuità del resto con l’epoca romana, e più di una persona resterà a bocca aperta nell’apprendere che originariamente proprio il Chianti fosse in realtà vinificato in chiaro! Ce lo conferma un documento notarile del 1398, tra l’altro il basso prezzo di vendita lascia pensare a una qualità non eccelsa, anche se le cose cominceranno a cambiare già qualche anno più tardi, grazie alla scoperta di un processo produttivo che permetterà di ottenere rossi più gradevoli, aprendo la strada al vino toscano per antonomasia come lo conosciamo oggi. Quanto detto finora avvalora l’ipotesi che durante gran parte del Medioevo il vino di prestigio in Toscana si identificasse quasi esclusivamente con la Vernaccia di San Gimignano, citata anche da Dante Alighieri nel Purgatorio, dove il Papa Martino IV sta scontando i peccati di gola legati all’abuso di anguille di Bolsena e Vernaccia. Anche Lorenzo il Magnifico ne fu un noto estimatore e Michelangelo Buonarroti la descrive - in netto contrasto con lo stile attuale - dolce, astringente e tannica. Avendo goduto nell’arco dei secoli di una tale predilezione presso le corti di tutta Europa, non a caso la Vernaccia di San Gimignano fu la primissima denominazione di origine controllata italiana a essere riconosciuta nel lontano 1966. Dopo un periodo di crisi identitaria, dettato dalle esigenze commerciali che avevano portato più di un vignaiolo ad aggiungere vitigni maggiormente profumati quali lo Chardonnay, negli ultimi anni si è tornati alla tipicità data da una vinificazione in purezza, o quasi, in sinergia con un trend qualitativo in crescita, soprattutto a seguito di studi e ricerche spesso alimentati dalla passione delle aziende stesse: Panizzi, Cesani, Il Colombaio di Santa Chiara, per citarne soltanto alcuni. I prodotti attuali sono sempre più apprezzati anche dal consumatore che nel frattempo è diventato più attento alla qualità e alla territorialità. Un’altra zona storica per i bianchi toscani è quella di Pomino, già eletta come particolarmente vocata dal noto bando del Granduca Cosimo III dei Medici datato 1716, anche se all’epoca non era ancora presente lo Chardonnay. Questa varietà venne infatti introdotta nella Tenuta a metà dell’Ottocento da Vittorio degli Albizi, fratello di Leonia, l’ultima discendente della famiglia che qualche anno più tardi convolerà a nozze con Angiolo Frescobaldi. Nel 1878 Pomino è consacrato con la medaglia d’oro all’esposizione universale di Parigi e nel 1973 nasce Benefizio, antesignano dei bianchi italiani fermentati in barrique.

As far back as we can remember, Tuscany has been known for its great red wines, but this has not always been the case. Indeed, historian Gianfranco Pasquali reports that, up until the XII century, the most prestigious wine was strictly white which, incidentally, carried on the Roman tradition, and many of you will be amazed to learn that Chianti was originally a white wine! This is confirmed by a notarized document of 1398, whose low price would also suggest a far from superior quality, even though things were destined to change just a few years later, thanks to the discovery of a process enabling the production of more agreeable red wines, thus paving the way to the quintessential Tuscan wine we know today. This would seem to endorse the theory that, for most of the Middle Ages, prestigious Tuscan wine was almost exclusively represented by Vernaccia di San Gimignano, also mentioned in Dante Alighieri’s Purgatory, in which Pope Martin IV does penance for his sin of gluttony, having overly indulged in Bolsena eels and Vernaccia wine. Lorenzo the Magnificent was also known to have greatly appreciated its qualities and Michelangelo Buonarroti described it – in marked contrast with the current style – as sweet, astringent and tannin-rich. Having enjoyed a century-long success at all the courts of Europe, it comes as no surprise to learn that Vernaccia di San Gimignano was the very first Italian DOC wine to obtain this important designation as early as 1966. After a period characterized by an identity crisis, resulting from a market dictat which had led more than one producer to add more scented varietals such as Chardonnay, in recent years it has recovered the typical character conferred by separate vinification, or almost, in concert with an ever superior quality, particularly in the wake of studies and research often driven by the impassioned work of the producers themselves: Panizzi, Cesani, Il Colombaio di Santa Chiara, to mention but a few. Today’s products are increasingly appreciated by those consumers who, in the meantime, have become more attentive to quality and territorial factors. Another traditional area for Tuscan white wines is that of Pomino, already deemed particularly suitable by the famous Edict issued in 1716 by Grand Duke Cosimo III de’ Medici, even though at that time, Chardonnay was not used. This grape variety was in actual fact introduced on the Estate in the mid 1800s by Vittorio degli Albizi, brother of Leonia, the last descendent of the family who, a few years later, married Angiolo Frescobaldi. In 1878 Pomino was awarded a gold medal at the Universal Expo of Paris and 1973 witnessed the debut of Benefizio, the forerunner of Italian barrique-fermented white wines.

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TOP TEN TUSCAN WHITE WINES

La Toscana è terra di grandi vini rossi, ma non è sempre stao così, originariamente il Chianti era in realtà vinificato in chiaro Tuscany is known for its great red wines, but this has not always been the case: Chianti was originally a white wine

Negli ultimi anni si stanno affacciando sul panorama vitivinicolo sempre più realtà, generalmente di dimensioni medio-piccole e spesso slegate dalle denominazioni, che a seguito di approfonditi studi preparatori sui singoli terroir portano varietà alloctone in zone ad esse congeniali. In questa dinamica si inserisce il Batàr, un uvaggio di Pinot grigio e Chardonnay prodotto a Greve in Chianti da Querciabella, divenuta oggi con i suoi 74 ettari l’azienda biodinamica più grande d’Italia. Di ispirazione borgognona è anche lo Chardonnay prodotto a Capalbio da Monteverro, che mantiene un carattere vivace e sapido, tipico della costa. A poca distanza Fattoria Le Pupille produce Poggio Argentato, una cuvée dall’accento francese di equilibrata freschezza. A Pontassieve il Mezzo Braccio di Monteloro è un riesling che con il suo stile nordico ci propone un vero e proprio viaggio sul Reno, mentre a Montecarlo (LU) dai vigneti più freschi e ventilati dell’azienda Enzo Carmignani, nasce Urano, un sauvignon in purezza maturato in acciaio, tipicamente agrumato al naso e frescosapido in bocca. Uno dei vitigni più coltivati lungo tutta la costa è il semi-aromatico Vermentino che trova nell’Etrange, prodotto da Sant’Agnese sul ventoso promontorio di Piombino, una delle sue espressioni più originali. Il Bolgheri Bianco DOC Criseo di Guado al Melo è un grande vino da invecchiamento che nasce dalla complantazione di 5 varietà in una singola vigna. Infine a Montignoso (MS) Montepepe usa il vermentino in uvaggio col 40% di viognier per produrre Degeres, un capolavoro indiscusso dalle connotazioni fortemente minerali che non teme la sfida col tempo.

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In recent years, more and more producers, generally small-medium operators independent of the appellations, are entering the winegrowing scene and introducing allochthonous grape varieties in suitable zones, following in-depth preparatory studies on individual terroirs. Such are the dynamics behind Batàr, a field-blend of Pinot grigio and Chardonnay produced at Greve in Chianti by Querciabella which, with its 74 hectares has now become the largest biodynamic producer in Italy. Also inspired by Burgundy, the Chardonnay produced at Capalbio by Monteverro retains a lively and tangy character typical of the coast. Nearby, Fattoria Le Pupille produces Poggio Argentato, a blend of well-balanced freshness with a French accent. At Pontassieve, Mezzo Braccio by Monteloro is a riesling which, with its Northern style, regales us with an authentic trip down the Rhine, while at Montecarlo (LU) the coolest and breeziest vineyards of producer Enzo Carmignani give us Urano, a mono-varietal sauvignon aged in steel vats, which is typically citrusy on the nose and freshly zesty on the palate. One of the most widely grown grape varieties all along the coast is the semi-aromatic Vermentino which has one of its most original expressions in the Etrange produced by Sant’Agnese on the windy promontory of Piombino. The Bolgheri Bianco DOC Criseo from Guado al Melo is a great wine to lay down, fruit of a field-blend of 5 grape varieties in a single vineyard. Finally, at Montignoso (MS), Montepepe uses vermentino in a grape mix with a 40% content of Viognier to produce Degeres, an undeniable masterpiece with strong mineral notes which fearlessly resists the passage of time.


Above: Fattoria Le Pupille Below: Monteverro


TOP TEN TUSCAN WHITE WINES

Riflessi dorati Una selezione dei migliori bianchi prodotti in Toscana. Vini freschi, rotondi, dalla spiccata mineralità e con un’ottima persistenza A selection of the best white wines produced in Tuscany. Wellrounded and fresh on the palate, with marked minerality and with an excellent length

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DEREGES Igt Toscana 2015 Montepepe Vermentino 60%, Viognier 40% Dorato luminosissimo. Naso Intrigante di mela renetta, fragranza di pane e pasticceria, erbe aromatiche, noce moscata, cumino e mandorla, si arricchisce di note biscottate, agrumi canditi e sentori salmastri. Bocca armoniosa, avvolgente e sapida, infinita la persistenza. Very bright golden yellow-colored. Intriguing on the nose with aromas of Reinette apple, bakery and pastry, aromatic herbs, nutmeg, cumin and almond, enriched by biscuity notes, candied citrus fruit and salty scents. Harmonious, mouthfilling and savoury on the palate, endless length.

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SANICE Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva 2015 Vincenzo Cesani Vernaccia di San Gimignano 100% Paglierino brillante. Quadro olfattivo intenso e variegato, spiccano profumi di minerali di gesso, susina gialla, pera, finocchietto selvatico, erba limoncina e mandorla. L’ assaggio è caratterizzato da una continua freschezza agrumata, con un finale gustoso di frutta secca. Bright straw-yellow colored. Intense and varied on the nose with predominant mineral aromas of chalk, yellow plum, wild fennel, lemon balm, al-

mond. Continuous citrus fruity freshness on the palate, with a tasty of dried fruit on the finish.

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CRISEO Bolgheri Bianco Doc 2016 Guado al Melo Vermentino con percentuali di Fiano, Verdicchio, Manzoni Bianco, Petit Manseng Bouquet raffinato, ricco di scorza di cedro, timo, salvia, camomilla, erbe aromatiche, si affacciano sullo sfondo note mentolate e salmastre. Al palato è gustoso, rotondo, fresco, con una spiccata mineralità, emozionante nella sua persistenza. An elegant bouquet, rich in citron rind, thyme, sage, chamomile, aromatic herbs, with mentholated and salty notes in the background. Tasty, well-rounded and fresh on the palate, with marked minerality, an exciting length.

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BATAR Igt Toscana 2016 Querciabella Chardonnay 50%, Pinot Bianco 50% Paglierino lucente con riflessi dorati. Affascina con intensi profumi di ananas, mela golden matura, gelée di pesca, sentori di burro, talco, pepe bianco, nocciola, si impreziosisce, nel finale, di una sfumatura fumée. Bocca piena e ricca, l’opulenza è ben gestita da una notevole freschezza.

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Bright straw-yellow colored with golden tints. Fascinating on the nose with intense aromas of pineapple, ripe Golden apple, peach jelly, notes of butter, talcum powder, white pepper, hazelnut, with a smoked nuance on the finish. Fullbodied, rich and opulent on the palate, with remarkable freshness.

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L’ALBERETA RISERVA Vernaccia di San Gimignano 2015 Il Colombaio di Santa Chiara Vernaccia di San Gimignano 100% Variegata e esaltante la gamma olfattiva che presenta sentori di albicocca, cedro, agrumi, fiori d’ arancia miele di acacia e timo limonato. Al sorso è spiccatamente fresco, nella progressione equilibrato, con finale boisé. Varied and exciting on the nose with aromas of apricot, citron, citrus fruit, orange blossom, acacia honey and lemon thyme. Definitely fresh on the palate, well-balanced as it progresses to the oaky finish.

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MEZZO BRACCIO Igt Toscana 2016 Tenuta Monteloro Riesling Renano 100% Quadro olfattivo intrigante e raffinato, sentori minerali di idrocarburi, ghiaia, ardesia si alterna-


TOP TEN TUSCAN WHITE WINES by AIS Toscana commission - photo Pierpaolo Pagano

no a profumi di pesca, pera, passion fruit. I sapori sono ben scanditi, per un assaggio armonico e in perfetto equilibrio gustativo. Intriguing and elegant on the nose, with mineral notes of hydrocarbons, gravel and slate alternating with aromas of peach, pear and passion fruit. Flavors are harmoniously and evenly distributed throughout the palate, ensuring perfect flavor balance.

nali e rafano. In bocca si presenta avvolgente con un’ottima struttura ed equilibrio, si completa con un finale decisamente sapido. The bouquet is composed of white peach, kumquat, white flower potpourri, officinal herbs and radish. Mouth-filling on the palate, well-structured and balanced, with a definitely savoury finish.

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CHARDONNAY MONTEVERRO Igt Toscana 2015 Monteverro Chardonnay 100% Giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Impronta olfattiva caratterizzata da sentori di ananas maturo, banana, scorza di limone e pesca gialla. Gusto cremoso, fresco, sapido, ottima la persistenza con un ricordo di crema di vaniglia. Deep straw yellow-colored with golden tints. The nose offers aromas of ripe pineapple, banana, lemon rind and yellow peach. Creamy, fresh and savory on the palate, excellent length with a pleasant hint of vanilla cream.

URANO Igt Toscana 2017 Enzo Carmignani Sauvignon 100% Profilo olfattivo che presenta sentori di frutta tropicale, pera abate, pompelmo, lime, si arricchisce di profumi di salvia e mentuccia. All’assaggio è equilibrato, fresco, persistente con finale che sfuma su agrume e melone cantaloupe. Aromas of tropical fruit, Abate Fetel pear, grapefruit, lime and is enriched by notes of sage and field balm. Well-balanced, fresh and persistent on the palate, with a touch of citrus fruit and cantaloupe melon on the finish.

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L’ETRAGE Igt Toscana 2016 Sant’Agnese Vermentino 100% Il ventaglio olfattivo è composto da pesca bianca, kumquat, pot-pourri di fiori bianchi, erbe offici-

BENEFIZIO Pomino Bianco Doc Riserva 2017 Castello Pomino - Frescobaldi Chardonnay 100% Giallo paglierino luminoso. Al naso si succedo-

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no sentori di pompelmo giallo, ananas, banana, burro fuso, speziatura dolce di vaniglia, sullo sfondo ricordi di gesso. Bocca ricca, opulenta, progressivamente equilibrata da una buona componente fresco-sapida. Bright straw yellow-colored. The nose features aromas of yellow grapefruit, pineapple, banana, melted butter, a sweet spicy note of vanilla, with hints of chalk in the background. Rich and opulent on the palate, well-balanced, as it progresses, by the good fresh-savoury constituent.

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POGGIO ARGENTATO Igt Toscana 2017 Fattoria Le Pupille Sauvignon Blanc 60%, Petit Manseng 25%, Traminer 10%, Semillon 5% Giallo paglierino acceso. Profuma di lime, scorza di cedro, petali di rosa bianca, pepe bianco, completano il quadro olfattivo sentori balsamici e minerali. Beva fresca, pronta, equilibrata con una delicata rotondità, buono il finale con chiusura amaricante. Bright straw yellow-colored. Aromas of lime, citron rind, white rose petals and white pepper, with balsamic and mineral notes completing the olfactory picture. Fresh and ready to drink on the palate, well-balanced and delicately rounded, a good bitter note on the finish.


MADE IN TUSCANY text Marco Mancini

Criseo

Il bianco mitologico della famiglia Scienza al Guado al Melo The mythological white wine from the Scienza family of the Guado al Melo estate In etichetta una coppia speculare di satiri danza a piedi nudi con in mano un bastone a sonagli e una coppa a due manici, simboleggiando i tre doni che Bacco ha consegnato all’umanità: la musica, la danza e non a caso anche il vino. I riferimenti all’antica Grecia non finiscono qui, il nome Criseo deriva infatti dal greco khrysòs (aureo), chiaro richiamo all’affascinate colore di questo vino che nasce all’interno della denominazione Bolgheri DOC, sulle prime pendici della collina di Segalari, nella vigna Campo Bianco, da una complantazione di diverse varietà che creano un’identità unica e irripetibile. A un’accurata selezione delle uve segue una pressatura soffice, il vino che ne deriva matura per un anno in acciaio sulle fecce fini, con frequenti follature manuali, seguito da un affinamento in bottiglia di circa 12 mesi. The label shows a symmetrical image of two satyrs dancing barefoot with a rattling percussion instrument and a two handled wine cup in their hands, to symbolize the three gifts made by Bacchus to mankind: music, dance and, would you believe, wine. The references to ancient Greece do not end here; the name Criseo actually derives from khrysòs (golden), which clearly recalls the fascinating colour of this wine originating from the Bolgheri DOC zone and grown on the lower slopes of Segalari, in the Campo Bianco vineyard, fruit of a field-blend of different grape varieties which create a unique and inimitable identity. A careful selection of the grapes is followed by a process of gentle pressing and the resulting wine is aged for one year in steel vats on the fine lees, with frequent manual plungings of the cap, followed by a period of 12 months’ ageing in the bottle.

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MADE IN TUSCANY text Marco Mancini

Poggio Argentato

Il bianco di Fattoria Le Pupille dall’accento francese in terra di Morellino Fattoria Le Pupille’s white wine with a French accent from Morellino territory Questo vino di ispirazione francese, giunto ormai alla ventunesima vendemmia, nasce dal sapiente assemblaggio di uve Sauvignon Blanc, Petit Manseng, Traminer e Semillon. I vigneti sono quelli esposti a nord-est di Pian di Fiora a Pereta e San Vittorio a Scansano per 9 ettari complessivi a un’altitudine tra i 200 e i 250 metri sul livello del mare. Qui la combinazione tra terreni ricchi di scheletro, l’ottima ventilazione e il sole del mattino riesce a tenere lontani i rischi legati a un eccesso di umidità. E’ soprattutto il Petit Manseng a donare corpo e una spiccata aromaticità minerale, coadiuvato da una sosta di alcuni mesi in tonneau nuovi, nei quali svolge sia la fermentazione alcolica che la malolattica, mentre le altre varietà maturano per 5 mesi in acciaio. This French-inspired wine, now in its twenty-first vintage, is the result of a masterly blend of Sauvignon Blanc, Petit Manseng, Traminer and Semillon grapes. The vineyards are Pian di Fiora (Pereta) and San Vittorio (Scansano), with a north-easterly exposure and covering a total area of 9 hectares at an altitude between 200 and 250 metres above sea level. Here, the combination of gravel-rich soil, excellent ventilation and morning sun keeps the risk of excessive wetness at bay. It is above all Petit Manseng which gives body and a marked mineral aroma, assisted by a stay of several months in new tonneaux, where both alcoholic and malolactic fermentation take place, while the other varieties age for 5 months in stainless steel.

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Production of biodynamic wines is based on the principles developed by Rudolf Steiner, the founder of the anthroposophy philosophy

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WINE CULTURE text Ulrich Kohlmann - photo Lorenzo Cotrozzi

Fascino naturale A Lucca i vini biodinamici europei Europe’s biodynamic labels in Lucca

Il naturale vende. Dai prodotti per la cura del corpo al cibo, dall’energia elettrica al turismo, sempre di più aziende e prodotti si tingono di verde. Non fa eccezione il vino. Secondo Wine Monitor, nel periodo 2014-2015, i consumatori di vino biologico in Italia sono raddoppiati, contando 10,6 milioni di appassionati con uno share del 21% sul mercato. Di conseguenza anche la produzione di vini biologici è in espansione. Con 72.361 ettari vitati bio, l’Italia si posiziona al terzo posto su livello mondiale superando addirittura paesi con una forte vocazione bio come la Francia e la Germania. Nel mare magnum dei cosiddetti vini naturali, i biodinamici rappresentano l’approccio più radicale e complesso. La loro produzione segue i dettami dell’agricoltura biodinamica, ideata da Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia. L’intento di Steiner era il superamento della teoria agronomica di Justus von Liebig che si basava sull’uso di fertilizzanti chimici. Secondo Steiner, era proprio l’utilizzo di concimi minerali a portare ad un tendenziale impoverimento del terreno e all’incremento delle malattie crittogamiche come l’oidio e la peronospora. Fu durante un ciclo di conferenze tenute nel 1924 che Steiner presentò le basi per il suo sistema di pratiche agricole volto soprattutto a mantenere e accrescere la fertilità della terra. In Italia molte delle attività biodinamiche trovano il loro riferimento nell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e nella Demeter che attraverso la sua sede di Parma controlla la produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti biodinamici aderenti al proprio marchio. Rimane però difficile dire con certezza quante aziende praticano davvero la viticoltura biodinamica in Italia e in Toscana. Non tutti i vini prodotti secondo le regole della biodinamica sono anche certificati come tali. Alcune aziende toscane come Caiarossa, Tenuta di Valgiano o Stefano Amerighi, sì, mentre realtà importanti come Castello di Rampolla, o Querciabella no. Per conoscere meglio questa realtà, AIS Lucca, guidata da Leonar-

Anything natural sells well these days. From body care products to food, from electric energy to tourism, more and more companies are embracing the green trend, including wineries. According to Wine Monitor, the number of Italian organic wine consumers has doubled in the period 2014-2015, with a total of 10,6 million fans and a 21% market share. Consequently, the production of organic wines is increasingly growing. With 72,361 hectares planted with organically-grown vineyards, Italy ranks third in the world, ahead of countries, such as France and Germany, known to be very supportive of organic farming practices. Among the variety of natural wines available, biodynamic wines represent the most radical and complex approach. Production is based on the principles of biodynamic agriculture, which was developed by Rudolf Steiner, the founder of the anthroposophy philosophy. Steiner’s purpose was to oppose Justus von Liebig’s approach to agriculture, which was based on the use of chemical fertilizers. According to Steiner, the use of mineral fertilizers caused degraded soil conditions and an increase in cryptogamic diseases such as powdery mildew and downy mildew. The development of Biodynamics began with a series of lectures held in 1924, during which Steiner introduced the principles of his farming practices mostly aimed at preserving and increasing soil fertility. In Italy, biodynamic farming is supported by the Association for Biodynamic Agriculture and by Demeter, which supervises the production, processing and marketing of biodynamic products under its brand name from the headquarters in Parma. It is still, however, difficult to know for certain how many wineries practice biodynamic winegrowing in Italy and in Tuscany. Not all wines produced according to biodynamic principles are certified as such. Tuscan wineries Caiarossa, Tenuta di Valgiano and Stefano Amerighi are biodynamic certified, while the well-known Castello di Rampolla and Querciabella are not.

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WINE CULTURE

In Italia molte delle attività biodinamiche trovano il loro riferimento nell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e nella Demeter In Italy, biodynamic farming is supported by the Association for Biodynamic Agriculture and by Demeter

do Taddei, ha organizzato lo scorso febbraio una giornata di studio sulla biodinamica. Due i motivi per scegliere questo fil rouge: la crescente diffusione dei vini biodinamici in Toscana, a Lucca in particolare, ma anche i temi connessi alla loro comunicazione. Nel mare magnum dei vini naturali, i biodinamici rappresentano l’approccio più radicale e complesso. Comunicare questi vini in modo corretto ed efficace non è facile; occorrono conoscenze dettagliate e dati aggiornati. Sembrava quindi opportuno approfondire la tematica in una discussione con esperti allargando l’orizzonte anche alle esperienze in Francia e in Germania. Elena Rossi, sommelier AIS, ha presentato la biodinamica in Champagne in una relazione precisa e stimolante, arricchita dalle sue esperienze lavorative a Reims. A seguire l’intervento di Nicola Libelli, enologo della Bürklin-Wolf, la più grande azienda biodinamica della Germania, che ha raccontato il suo percorso professionale da uno scetticismo iniziale ad una sempre più forte adesione alla filosofia biodinamica. Nel pomeriggio Helmuth Zozin della Manincor ha arricchito il dibattito con molti esempi pratici del lavoro in vigna e in cantina ricordando anche gli aspetti sociali della biodinamica come il clima aziendale e la valorizzazione del personale. I lavori si sono conclusi con Saverio Petrilli, presidente della rete Lucca Biodinamica che in un discorso affascinante ha tracciato la storia della biodinamica. A conclusione di ogni intervento ha avuto luogo una degustazione di 16 vini in totale, guidata da Elena Rossi, Nicola Libelli, Helmuth Zozin e Saverio Petrilli di cui presentiamo qui alcuni tra i migliori assaggiati.

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In order to learn more about such practices and to explore the reasons behind the increased production of biodynamic wines in Tuscany, in particular, in Lucca, and the communication-related themes, AIS Lucca, under the supervision of Leonardo Taddei, held a one-day seminar on biodynamics last February. Communicating effectively and correctly about these wines is no easy task: detailed knowledge and updated data are required. Therefore, the subject was tackled from different angles by experts, including professionals with working experiences in France and Germany. Elena Rossi, an AIS sommelier, talked about biodynamic farming in the Champagne region, based on her personal working experience in Reims. Nicola Libelli, chief winemaker of Bürklin-Wolf, Germany’s largest biodynamic winery, described how his professional approach evolved from initial skepticism to sharing the passion and vision of the biodynamic philosophy. In the afternoon, Helmuth Zozin from Manincor made his contribution to the discussion by providing some practical examples of vineyard management and winemaking, including the social aspects of biodynamics, such as good working environment and human resources development. Saverio Petrilli, President of the Lucca Biodinamica network, concluded the seminar by going over the history of biodynamics. Each speech was followed by the tasting of 16 wines in all, guided by Elena Rossi, Nicola Libelli, Helmuth Zozin and Saverio Petrilli. Here are a few of the best wines tasted.


According to ‘Wine Monitor’, the number of Italian organic wine consumers has doubled in the period 2014-2015, with a total of 10,6 million fans and a 21% market share

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WINE TASTING

LE JARDIN DE LA GROSSE PIERRE Benoît Lahaye Champagne grand cru, brut nature 2013 Ottenuto dall’assemblaggio dei sette vitigni autorizzati in Champagne. Giallo paglierino; bolla fine ma sempre piena di vitalità e volume. Al naso intenso e preciso rivela sentori di confettura di mele gialle, nocciole, brioche e un tocco floreale. In bocca il vino entra potente, l’attacco è maturo e rotondo. Bella presenza di acidità agrumata che dona freschezza. Molto sapido. Ottima persistenza. A blend of the seven authorized grape varieties in the Champagne region. Straw yellow-colored; bubbles are fine yet full of liveliness and volume. Intense on the nose with aromas of yellow apple preserve, almond, brioche and a floral touch. Powerful entry on the palate, mature and well-rounded. A pleasant acid citrus fruit note which gives freshness. Very savoury. Excellent length.

COMME AUTREFOIS - Françoise Bedel Champagne extra brut 55% Pinot Meunier, 30% Chardonnay, 15% Pinot Noir Dopo 11 anni sui lieviti si presenta con una vivace colorazione di giallo dorato e una bolla fine. Profumi intensi e complessi di ananas sciroppata, note di mandorle tostate, vaniglia, miele, sentori leggermente iodati e accenni di fiori secchi come la camomilla. In bocca entra fresco, ricco e cremoso; ritornano le note mielate e aromi di frutta tropicale, buona sapidità sul finale molto lungo. After 11 years on yeast lees, the wine features a lively golden yellow color and fine bubbles. Intense and complex aromas of pineapple in syrup, notes of toasted almonds, vanilla, honey, delicate iodate sensations and hints of dried flowers such as chamomile. A fresh entry on the palate, rich and creamy; honey notes and aromas of tropical fruit coming back, good savouriness on the very long finish.

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RUPPERTSBERGER HOHEBURG 2015 P.C. - Bürklin-Wolf Pfalz 100% Riesling Giallo paglierino con bella luminosità. Apre con un deciso impatto fruttato definito da accattivanti profumi di pesca tabacchiera, seguiti da note di frutta tropicale matura, mango in primis e accenni di lime. L’ingresso in bocca è caratterizzato da un leggero residuo zuccherino, comunque perfettamente bilanciato dall’acidità. Seduce con un sorso denso e al contempo succoso che gli dona grande bevibilità. Brightly straw-yellow colored. It opens on the nose with intense fruity aromas of Saturn peach, followed by notes of ripe tropical fruit, in particular, mango and hints of lime. Entry on the palate features a slight sugar residual, although perfectly balanced by the acidity. An enjoyable dense and juicy sip which gives the wine great drinkability.


WINE TASTING by AIS Toscana commission - photo Pierpaolo Pagano

WACHENHEIMER GOLDBÄCHEL 2015 P.C. - Bürklin-Wolf Pfalz 100% Riesling Vestito di un paglierino vivace di media intensità, presenta al naso un quadro olfattivo di media intensità ma molto elegante, segnato da profumi che ricordano piccoli fiori di campo secchi, seguiti da sbuffi di rose bianche e albicocche mature. Di buon corpo dimostra una freschezza moderata e note minerali che regalano una buona sapidità. Presenti sensazioni fruttate nel finale. A bright straw yellow color of medium intensity, it opens on the nose with medium-intense but very elegant aromas, followed by notes of dried wild flowers and hints of white rose and ripe apricot. Full-bodied on the palate, with a moderate freshness and mineral notes which give good savouriness. Fruity sensations on the finish. RUPPERTSBERGER REITERPFAD 2014 G.C. - Bürklin-Wolf Pfalz 100% Riesling Un’estate fresca, caratterizzata dall’alternanza tra piogge e sole ha permesso al Riesling di affinare il suo corredo aromatico. Si presenta con un giallo paglierino luminoso. All’olfatto incanta con un bouquet preciso e tipico che sfoggia profumi di albicocca, fiori di mandorle, erbe aromatiche, miele e una sottile mineralità. Corpo pieno, freschezza in buon equilibrio con le sensazioni calde. Molto sapido. The cool summer weather, distinguished by rainfall alternating with sunny days, allowed the Riesling to express its aromatic profile to the fullest. The wine is brightly straw yellow-colored. The nose opens with a lovely bouquet of typical aromas- apricot, almond blossom, aromatic herbs and honey- and delicate mineral notes. Full-bodied, freshness well-balanced by warm sensations. Very savoury. RESERVE DELLA CONTESSA 2016 Manincor Alto Adige Terlano DOC 60% Pinot Bianco, 30% Chardonnay, 10% Sauvignon Blanc Paglierino intenso. Il calice offre un interessante bouquet che gioca a ping pong tra sensa-

zioni di frutta esotica come mango e frutta nostrana con pesca gialla e agrumi in evidenza; in fondo emergono accenni di salvia. Di buona struttura, molto fresco, sapido e verticale con preciso ritorno in bocca di aromi di pesca che si sciolgono in un finale ammandorlato. Deep straw yellow-colored. An interesting bouquet with sensations of tropical fruit, such as mango, alternating with home-grown fruit like yellow peach and citrus fruit; hints of sage in the background. Well-structured, very fresh, savoury and vertical with inner-mouth aromas of peach which dissolve in an almondy finish. TANNENBERG SAUVIGNON BLANC 2015 Manincor Alto Adige DOC 100% Sauvignon Giallo dorato, molto luminoso. Catturano l’attenzione un complesso e raffinato bagaglio di profumi intensi che evocano la pasta di mandorle, pesche mature, vaniglia e muschio. Al palato risulta sufficientemente fresco per creare un equilibrio armonico con le sensazioni calde. Di buon corpo e progressivamente sapido verso il finale di ottima persistenza. Very bright golden yellow-colored. A complex and elegant bouquet evocative of almond paste, ripe peach, vanilla and moss. Fresh enough on the palate to create a harmonious balance with the warm sensations. Full-bodied and progressively savoury towards the excellently long finish. MASON PINOT NERO 2015 Manincor Alto Adige DOC 100% Pinot Nero Il colore rosso rubino fitto e vivace annuncia un olfatto profondo, prontamente confermato dalle sensazioni ben stratificate di mirtilli, more e amarena, a cui seguono cioccolato, caffè e note balsamiche tra cui spicca l’eucalipto. Entra in bocca fresco, intenso con un buon corpo. Centro bocca in progressiva espansione con tannini di buona estrazione e una sapidità che domina piacevolmente il lungo finale. Thick and lively ruby red-colored. Deep on the nose, with well-layered sensations of

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blueberry, blackberry and sour black cherry, followed by chocolate, coffee and balsamic notes, in particular, eucalyptus. Fresh entry on the palate, intense and full-bodied. Slowly expanding mid-palate flavors, with well-extracted tannins and savouriness pleasantly dominating the long finish. TENUTA DI VALGIANO 2015 Tenuta di Valgiano Colline Lucchesi Rosso DOC 70% Sangiovese, 30% Merlot, Syrah, Canaiolo, Ciliegiolo e altri Rubino molto intenso e vivace, al naso si concede con qualche riserbo iniziale ma passo dopo passo si apre con profumi di confettura di more, prugne, viola mammola appassita, sentori balsamici come eucalipto e accenni di china e tabacco dolce. L’attacco in bocca è definito da grande freschezza gustativa. Tannini morbidi che accompagnano il sorso verso un finale in cui riemergono le note speziate. Intense and lively ruby-red colored, it opens shyly on the nose but slowly develops into aromas of blackberry preserve, plum, wilted wood violet, balsamic notes, such as eucalyptus, and hints of cinchona and sweet tobacco. It opens on the palate with great freshness. Soft tannins leading to a spicy finish. LA SYRAH 2015 Tenuta Lenzini IGT Toscana Syrah 100% Syrah Rosso rubino fitto con lievi riflessi violacei. Necessita qualche tempo per aprirsi appagando l’attesa con sentori varietali ben articolati di pepe nero, chiodi di garofano e ciliegia. Il percorso olfattivo prosegue con more in confettura, tabacco di pipa, legni tropicali e cioccolato di latte. Buona freschezza e tannini morbidi che danno il giusto contrappeso alla componente alcolica. Finale lungo. Thick ruby red-colored with delicate purplish tints. It opens slowly on the nose with clear and typical notes of black pepper, cloves and cherry, followed by blackberry preserve, pipe tobacco, tropical timber and milk chocolate. Good freshness and soft tannins which are well balanced by the alcohol constituent. Long finish.


Today the Trento denomination is in great health, with a constantly growing output which achieved sales of 9 million bottles in 2017, a turnover of 100 million euros


SPARKLING WINES text Fabio Ceccarelli

Effervescenza nordica La tradizione spumantistica della denominazione Trento The Trentodoc sparklimg wines

The first sparkling wine in the province of Trento was made in 1902, when the young Trento winemaker Giulio Ferrari, back from a period of study in France, decided to replicate the Champagne model in his region. Success was immediate, and since that moment there has been no stopping the cultivation of Chardonnay to provide the base for excellent sparkling wines; the activity has spread to every valley in the region and involved the contribution of grapes from a considerable number of local growers; over the years the number of sparkling wine producers has grown to more than 50, making over 130 different labels, and the passion for bubbles has now become part of the local wine tradition. Today the Trento denomination - the first in Italy for classic method sparkling wines - is in great health, with a constantly growing output which achieved sales of 9 million bottles in 2017, a turnover of 100 million euros. It’s impossible to separate Trentino’s wine production from its mountainous setting, since more than 70% of the province has an altitude of more than 1000 metres above sea level and the mountains determine the conditions of terrain, exposure, temperature, hours of daylight, soil, ventilation and drainage, all unique and unrepeatable factors. The possibility of growing vines at altitude - ranging from 300 metres to almost 900 metres a.s.l. - means not only that the fruit ripens slowly and thus retains maximum acidity (primarily tartaric and malic), but also allows full development of the aromatic qualities of the grape, thanks to the significant temperature difference between day and night. The Chardonnay variety has settled and adapted well, in genetic terms too, to the point where it ripens perfectly and develops its own distinctive personality, typical of the cooler regions of its birthplace (Burgundy and Champagne), because in Trentino the difference in latitude is compensated by cultivation at higher altitude. In addition to the alluvial nature of the valley bottoms, the various valleys are a mosaic of soils and subsoils ranging from Dolomitic limestone to porphyry matrix and layers of basalt and schist. This has allowed growers to grow the noble Pinot Noir alongside Chardonnay, and Pinot Blanc and Pinot Meunier to a lesser extent. The sparkling wines of the Trento denomination (or Trentodoc, according to the successful marketing campaign of the Consortium, which turns the “o” of the name into a symbol of the remuage process of turning the bottles) are made predominantly from Chardonnay, but the blending also permits the three types of Pinot. The production process is strictly the classic method of secondary

È del 1902 la prima produzione di spumante in provincia di Trento, quando il giovane enologo trentino Giulio Ferrari, di ritorno da un’esperienza professionale in Francia, ebbe l’intuizione di replicare il modello dello Champagne. Il successo fu immediato e da quel momento non è più cessata la coltivazione di Chardonnay per farne ottime basi spumante, che ha coinvolto tutte le vallate della regione e una quantità cospicua di viticoltori conferitori; col tempo le case spumantistiche sono diventate oltre 50, che realizzano più di 130 etichette distinte, e la passione delle bollicine si è integrata ormai nella tradizione enologica locale. Oggi la denominazione Trento, la prima d’Italia riservata a spumanti metodo classico, gode di ottima salute con una produzione in crescita costante, che ha totalizzato 9 milioni di bottiglie vendute nel 2017 per un fatturato di 100 milioni di euro. È impossibile non identificare la produzione enologica trentina con l’ambiente montano, considerando che oltre il 70% del territorio si colloca sopra i 1000 metri di altitudine e le montagne determinano condizioni di paesaggio, esposizioni, temperature, ore di luce, terreni, ventilazione, drenaggio, che sono fattori unici irripetibili. La possibilità di coltivare vigneti a quote, che da 300 metri sul livello del mare arrivano fino a sfiorare i 900 metri, consente non solo una maturazione lenta e una ritenzione massima dell’acidità (tartarica e malica in primis), ma anche un pieno sviluppo aromatico delle uve in virtù delle significative escursioni termiche fra notte e giorno. Lo Chardonnay è riuscito ad ambientarsi e adattarsi anche geneticamente, al punto di maturare perfettamente, sviluppando la propria personalità distintiva, tipica dei luoghi freschi da dove proviene (Borgogna e Champagne), perché in Trentino alla minore latitudine si è sopperito con la maggior altitudine della coltivazione. Oltre al fondovalle di natura alluvionale, i terreni delle varie vallate comprendono un mosaico di suoli e sottosuoli che vanno dal calcare dolomitico, alla matrice porfirica e a stratificazioni basaltiche e scistose. Questo ha permesso di affiancare allo Chardonnay anche il nobile Pinot nero, e in misura minore Pinot bianco e Pinot meunier. Gli spumanti della denominazione Trento (o Trentodoc secondo l’efficace campagna di comunicazione del Consorzio, che trasforma la lettera “o” centrale del logo nel simbolo del rémuage delle bottiglie) sono ottenuti prevalentemente da Chardonnay, ma l’uvaggio ammette anche i tre Pinot. La tecnica produttiva è esclusivamente la rifermentazione in bottiglia del metodo classico con un minimo di 15 mesi di maturazione sui lieviti. Il disciplinare

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SPARKLING WINES

aa Oltre il 70% del territorio si colloca sopra i 1000 metri di altitudine More than 70% of the province has an altitude of more than 1000 metres above sea level

prevede anche la versione in rosato e le tipologie Millesimato e Riserva con un minimo di maturazione sui lieviti rispettivamente di 24 e 36 mesi. È comune alla maggior parte dei produttori la pratica di prolungare ben oltre i requisiti minimi il periodo di affinamento sui lieviti, per aumentare complessità e struttura del vino; nonostante questo gli spumanti trentini mantengono quasi sempre un carattere di purezza varietale, fruttata e floreale, al centro del bouquet senza mai farsi dominare dai profumi legati ai lieviti. Anche se la consuetudine maggiore nella produzione dei vini base è quella di limitarsi a contenitori di acciaio, non mancano vinificazioni in legno delle basi spumante, se non per tutta, almeno per una parte della cuvée allo scopo non tanto di aumentare la complessità aromatica, quanto soprattutto per ricercare una certa rotondità gustativa. Quasi mai è svolta invece la fermentazione malolattica, proprio per preservare quella preziosa acidità che le caratteristiche pedoclimatiche della regione permettono, alla quale si deve il carattere vibrante e vivace del gusto anche dopo lunghi e lunghissimi affinamenti sui lieviti che possono raggiungere anche i 10 anni. La combinazione di diverse variabili (uvaggio, selezione delle basi, periodo di affinamento sur lie e dosaggio) mettono a disposizione del sommelier e del consumatore spumanti che si prestano a soddisfare ogni occasione di consumo, dall’aperitivo all’abbinamento con piatti di pesce, carne o cereali. I Trentodoc più evoluti e strutturati sono vini che possono accompagnare piatti importanti grazie alla loro profondità e persistenza.

fermentation in the bottle, with a minimum of 15 months ageing on yeast. The guidelines also cover the rosé version and the Millesimato and Riserva formats, with a minimum ageing of 24 and 36 months respectively. For most producers it is common practise to prolong the ageing on yeast far beyond the required minimum, in order to increase the wine’s structure and complexity; in spite of this, Trentino spumanti wines nearly always retain a core bouquet of pure varietal character, both fruity and floral, without being dominated by yeasty aroma. While the most frequent technique for the production of base wines is steel containers, there are plenty of producers who use wood for the vinification of sparkling wines - if not the entire cuvée, at least part of it - with the aim not so much of increasing its aromatic complexity, but above all to add a certain roundness of flavour. Malolactic fermentation is hardly ever used, precisely to preserve the precious acidity given by the region’s distinctive climatic characteristics, responsible for giving the wines their vibrant personality and lively flavour even after long, extremely long ageing on the yeast, which may last up to ten years. The combination of different variables (grape variety, base wine, period of ageing sur lie and relative quantities) provide the sommelier and the wine drinker with sparkling wines that lend themselves to any occasion, from aperitif to pairings with fish, meat or cerealbased dishes. The more developed and structured Trentodocs are wines whose depth and persistence render them capable of accompanying more substantial dishes.

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The sparkling wines of the Trentodoc (the first denomination in Italy for classic method sparkling wines) are made predominantly from Chardonnay, but the blending also permits the three types of Pinot


TOP TEN TRENTODOC

A special selection Gli spumanti trentini mantengono quasi sempre un carattere di purezza varietale, fruttata e floreale, al centro del bouquet senza mai farsi dominare dai profumi legati ai lieviti Trentino spumanti wines nearly always retain a core bouquet of pure varietal character, both fruity and floral, without being dominated by yeasty aroma

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GIULIO FERRARI RISERVA DEL FONDATORE Trento Etra Brut 2007 - Ferrari - Tenute Lunelli Chardonnay 100% (10 anni sui lieviti) Paglierino dai riflessi dorati, perlage armonioso. L’olfatto è articolato e puntuale: agrumi, frutta esotica, frutta secca, ricordi balsamici, panificazione e pasticceria. Al gusto ha freschezza travolgente, corredata da estrema grazia e lunga chiusura salmastra. Straw yellow-colored with golden tints, harmonious perlage. Complex and precise on the nose: citrus fruit, tropical fruit, dried fruit, balsamic hints, bakery and pastry notes. Overwhelming freshness on the palate, accompanied by great finesse and a long, salty finish.

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MADAME MARTIS RARE VINTAGE Trento Brut Riserva 2008 - Maso Martis Pinot nero 70%, Chardonnay 25%, Pinot meunier 5% (9 anni sui lieviti) Dorato con perlage fine e persistente. Ampio ed evoluto al naso con frutta in confettura e composta, confetto, nocciola, vaniglia, orzo tostato. In bocca è corposo con effervescenza perfettamente integrata. Ha importante sapidità e lunga persistenza. Golden-colored with fine and persistent perlage. Broad and evolved on the nose with aromas of

fruit preserve and compote, sugared almond, hazelnut, vanilla, roasted barley. Full-bodied, with perfectly integrated bubbliness. Considerable savouriness and length.

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INKINO CARLO V Trento Brut Riserva 2008 Mas dei Chini Chardonnay 60%, Pinot nero 40% (8 anni sui lieviti) Tendente al dorato con bollicine ordinate e abbondanti. Profuma di fiori essiccati, fieno, crema di latte, canditi, pasta di mandorle. Al palato è setoso, dimostra classe nella progressione sviluppando ricca aromaticità, ottima struttura e avvolgenza. Verging on golden yellow with neat and numerous bubbles. Aromas of dried flowers, hay, cream, candied fruit, almond paste. Silky on the palate, it shows class as it progresses by developing rich aromatic quality, excellent structure and mouthfeel.

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111 Trento Pas dosé Riserva 2011 Pedrotti Spumanti Chardonnay 90%, Pinot nero 10% (5 anni sui lieviti) Paglierino brillante dal perlage copioso e ritmato.

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Insiste al naso su marmellata di limone, gelatina di ananas, caramella, nuance balsamica e fiori di mimosa. Traina il gusto un’acidità fruttata che sfocia in note di bergamotto con effervescenza cremosa. Bright straw yellow-colored with numerous and cadenced bubbles. Intense on the nose with aromas of lemon preserve, pineapple jelly, candy, a balsamic and mimosa flower note. Fruity acidity on the palate developing into notes of bergamot orange with creamy bubbliness.

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51,151 Trento Brut - Francesco Moser Chardonnay 100% (30 mesi sui lieviti) Giallo paglierino con nuance verdolina; bollicine fini e durature. Fragranze fruttate al naso di lime, cedro, mela gialla insieme a biancospino. Bocca dinamica contrassegnata da tensione fresco sapida e piacevole effervescenza. Finale di mandarino verde. Straw-yellow colored with pale green nuances; fine and persistent bubbles. Fruity on the nose with aromas of lime, citron, yellow apple and whitethorn. Dynamic on the palate, with a freshsavoury pressure and pleasant bubbliness. Green tangerine on the finish.


TOP TEN TRENTODOC by AIS Toscana commission - photo Pierpaolo Pagano

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ALTINUM Trento Pas dosé 2014 Cantina Aldeno Chardonnay 90%, Pinot nero 10% (40 mesi sui lieviti) Paglierino-dorato con perlage abbondante. Variegato nell’espressione fruttata di scorza d’arancia e susina croccante che svelano pan di spagna e una punta di timo. Bocca intensa, giocata sull’eleganza grazie alla vena fresca e alla chiusura di pompelmo. Straw yellow golden-colored with numerous bubbles. Varied on the nose with fruity aromas of orange rind and crunchy plum which evolve into sponge cake and a touch of thyme. Intense on the palate, with elegance owing to the freshness and grapefruit on the finish.

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MASETTO PRIVÉ Trento Dosaggio zero Riserva 2009 Endrizzi Chardonnay 100% (7 anni sui lieviti) Paglierino con riflesso dorato, brillante. Profumo evoluto con note di burro, miele, caramella mou, arachide tostata, canditi e cioccolato bianco. In bocca ha struttura e potenza gustativa, con buona acidità e chiusura boisé, ricorda quasi un sigaro. Straw yellow-colored with bright golden tints.

Evolved on the nose with notes of butter, honey, toffee, roasted peanut, candied fruit and white chocolate. Well-structured and powerful on the palate, with good acidity and oaky on the finish, somewhat reminiscent of a cigar.

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ROTARI ALPEREGIS Trento Extra Brut 2012 Mezzacorona-Rotari Chardonnay 100% (48 mesi sui lieviti) Paglierino luminoso con bollicine fini e coese. Complesso e maturo al naso con ananas, canditi, bignè alla crema, agrumi dolci, vaniglia. Equilibratissimo al palato, l’acidità è bilanciata e l’effervescenza soffice crea morbidezza; chiusura speziata. Bright straw yellow-colored with fine and cohesive bubbles. Complex and mature on the nose with aromas of pineapple, candied fruit, cream puff, sweet citrus fruit, vanilla. Very well-balanced on the palate, well-balanced acidity, light bubbliness with gives softness; spicy on the finish.

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ALTEMASI GRAAL Trento Brut Riserva 2011 - Cavit Chardonnay 70%, Pinot nero 30% (70 mesi sui lieviti) Giallo paglierino con perlage abbondante. Nel

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bouquet prevale il fruttato di pompelmo, mela e susina gialla con accenni anche di finocchietto e biscotto. L’effervescenza voluminosa avvolge il palato, anticipando acidità e sapidità adeguate con lungo finale di agrumi. Straw yellow-colored with numerous bubbles. The bouquet offers predominant fruity aromas of grapefruit, apple and yellow plum with hints of wild fennel and biscuit. Mouth-filling bubbliness, good acidity and savouriness with a long citrus fruity finish.

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TRENTO EXTRA DRY ABATE NERO Chardonnay 100% (18 mesi sui lieviti) Paglierino dal riflesso verdolino con bollicine fini e regolari. Al naso ricorda mousse di mela, succo d’arancia, canditi, accenni floreali. Semplice struttura gustativa in cui emerge un perfetto equilibrio con effervescenza soave e chiusura di pesca. Straw-yellow colored with pale green tints and fine and even bubbles. The nose features aromas of apple mousse, orange juice, floral hints. Simply structured on the palate, perfectly balanced with smooth bubbliness and peachy on the finish.


WINE TASTING text Luca Carmignani - photo Andrea Dughetti

Podere 414

La Maremma come scelta di vita Maremma as a life choice La ricerca di Simone Castelli inizia 20 anni fa, quando la famiglia, con il nonno in prima persona, dopo aver visitato varie zone della Maremma alla ricerca di un podere da vino, decise di investire a sud di Grosseto, nel comune di Magliano in Toscana, a circa 20 km dal mare. Oggi gli ettari vitati sono 18: 13 intorno al nucleo aziendale costituito dalla cantina, 5 in località Cupi. La produzione annua è di circa 150.000 bottiglie. Terra di butteri e grandi allevamenti, la Maremma è un territorio difficile da sintetizzare, dove la cultura del vino attraversa ancora una fase pionieristica; le potenzialità sono grandi ma non vi si può impostare un’attività vinicola a tavolino e niente può essere delegato, perché la Maremma non è una scelta imprenditoriale, è una scelta di vita. Questa consapevolezza, e la grande attenzione per i dettagli, hanno collocato i vini di Podere 414 tra le espressioni più interessanti della territorialità maremmana, emblematici per equilibrio, bevibilità e salubrità. Fondamentale è la gestione attenta della campagna fitosanitaria in primavera e della combinazione sole-vento in estate, con la corretta interpretazione delle brezze marine e di quanto possono donare in termini di salinità e balsamicità una volta filtrate dalla macchia mediterranea. L’avvincente racconto di Simone si rispecchia nei suoi vini, testimoni di un percorso qualitativo dove si avverte il forte connubio con la terra e con l’identità e la specificità del Morellino, assaggiato nelle versioni 2016, 2008 e 2005. Vera sorpresa il Trebbiano, prossima prima uscita assoluta con l’annata 2017, di cui è stata proposta anche un’affascinante versione 2013. Tra gli altri vini degustati: il seducente rosé Flower Power 2017, il Badilante 2016, “vino da lavoro” di tutto rispetto, e l’Aleatico passito, lussuoso e senza fine.

Simone Castelli’s adventure began 20 years ago, when the family, including his grandfather, visited various areas of the Maremma in search of a winery for sale and decided to invest their money in the town of Magliano, in Tuscany, to south of Grosseto, about 20 kilometers away from the seaside. Today, the hectares planted with vineyards are 18: 13 around the winery and 5 in the Cupi area. The yearly wine production is about 150,000 bottles. A land of cowherds and cattle-breeding, Maremma is a place that is difficult to describe in a few words, where wine culture is still in the pioneering stage; there is a great potential for winegrowing, but no winegrowing business can be simply developed on paper nor delegated, because Maremma is an entrepreneurial choice, it is a life choice. This awareness, coupled with extreme care about details, allows Podere 414 to make some very interesting wines, which are expressive of the local terroir and striking for their balance, drinkability and healthiness. One crucial aspect of the winery’s vineyard management practices is the attention to phytosanitary issues in spring and to the sun-wind combination in summertime, by correctly interpreting the sea breeze and estimating how much it affects the wine in terms of salty and balsamic characteristics, once it has been filtered by the Mediterranean scrub. Simone’s fascinating story is reflected in the wines he makes, which fully express the close bond that unites him with the land and the Morellino grape variety’s specific features. We tasted the 2016, 2008 and 2005 vintages. We were greatly surprised by the Trebbiano wine, of which the very first vintage, the 2017, will be shortly released, and there is also a charming 2013 version. Among the other wines tasted: the fascinating rosé Flower Power 2017, Badilante 2016, a perfectly respectable “everyday wine”, and the sweet Aleatico wine, sumptuous and endless.

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WINE TASTING by AIS Toscana commission

Trebbiano 2017

Campione di botte

TREBBIANO 2017 Bianco IGT - Trebbiano 100% La macerazione sulle bucce e la sosta di 6 mesi in tonneau con batonnage concorrono a creare un trebbiano che va oltre l’immediatezza. L’affinamento riduttivo in bottiglia conferirà equilibrio e complessità a questo vino già stuzzicante di mango, camomilla e burro salato. L’uscita è prevista per Giugno 2019.

Maceration on the skins and six-month ageing in wood barrels with stirring of the fine lees contribute to the making of a Trebbiano wine which goes beyond immediate drinkability. Bottle ageing will provide balance and complexity to this wine, which already features tempting notes of mango, chamomile and salted butter. It will be released in June 2019. FLOWER POWER 2017 Rosato IGT - Sangiovese 100% Rosa tenue luminoso appena ramato, esibisce tutta la freschezza e la ricchezza del fruttato di pompelmo rosa, fragoline e ribes bianco, compendiate dall’acidità croccante e dalla rinfrescante pulizia del gusto, con delicata punta sapida in chiusura. Un piacevolissimo all-night wine. Solo acciaio.

Bright pale pink and slightly copper colored. Fresh and rich on the nose with fruity aromas

of pink grapefruit, wild strawberry and whitecurrant. Crunchy acidity and refreshing cleanness on the palate, with a delicate savoury touch on the finish. A very pleasant “all-night” wine. Ageing in steel only. BADILANTE 2016 Rosso IGT - Sangiovese 100% Nato per la grandine del 2015, che rese necessaria una rigorosa cernita delle uve da Morellino, è maturo e compiuto nel fruttato e floreale tipici del vitigno, meno impegnativo del fratello maggiore ma dall’elegante facilità di beva. Un’espressione davvero intrigante del Sangiovese in Maremma.

Born out of the heavy 2015 hailstorm which led to a rigorous selection of Morellino grapes, this wine features ripe fruity and floral aromas typical of this grape variety, less demanding than its older brother and yet elegantly drinkable. A truly intriguing expression of the Sangiovese in the Maremma area. MORELLINO DI SCANSANO 2016 Rosso Docg - Sangiovese 85%, Alicante 5%, Ciliegiolo 5%, Colorino 3%, Syrah 2% Da poco in bottiglia, lascia intravedere un percorso evolutivo proteso verso la longevità. Rubino intenso e vivace, offre profondità, potenza del tannino, concentrazione e struttura, esprimendo-

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si con eleganti note di visciole, viola, cannella e pepe rosa. Persistente. Forse una delle annate più riuscite.

Although recently bottled, the wine promises to age well. Deep and lively ruby red-colored, the wine features depth, powerful tannins, concentration and structure, offering elegant notes of sour cherry, violet, cinnamon and pink pepper. Lingering. Perhaps one of the best-made vintages. ALEATICO PASSITO Rosso IGT Passito - Aleatico 100% Blend di annate vinificate e maturate in caratelli. Granato con bordi incandescenti, l’olfatto è un’elegante progressione di ciliegie, mirtilli, miele di castagno, rosa canina, fichi in confettura e tè nero. La dolcezza, in equilibrio con la nota ossidativa, si sorregge su un corpo sontuoso. PAI interminabile.

A blend of vintages vinified and aged in small wooden barrels. Garnet red-colored and bright red at the rim, the nose offers an elegant progression of cherry, blueberry, chestnut honey, dog rose, fig preserve and black tea aromas. The sweetness, well-balanced by the oxidized note, is backed by a sumptuous body. Endless Intense Aromatic Persistence.


WINE TASTING text Pamela Bicchi - photo Lorenzo Cotrozzi

Storia di una evoluzione

I vini di San Fabiano Calcinaia, plasmati dal tempo che passa, nel cuore del Chianti Classico San Fabiano Calcinaia’s wines, shaped by the passing of time, in the heart of Chianti Classico San Fabiano Calcinaia, nel comune di Poggibonsi, è un antico borgo del Mille, dove si respira l’austerità di un tempo antico, di cui un sapiente restauro ne ha restituita l’imponenza. Il borgo e la tenuta che lo circonda furono acquistati nel 1983 da Guido Serio come riserva di caccia. Uomo concreto, proveniente dal mondo della finanza e con la passione per la ristorazione e il buon cibo s’innamorò immediatamente di questo luogo e della sua storia tanto da iniziare, insieme alla moglie Isa, un percorso impegnativo e dispendioso per riuscire a ricostruire e mantenere il borgo medievale avviando anche una seria produzione di vino con l’idea di valorizzare al meglio le vigne presenti nel suo territorio. “Ritrovarmi tra i filari delle vigne - racconta il produttore - ha risvegliato ricordi e nostalgie d’infanzia, mia madre aveva un’azienda agricola nel Casentino e il vino fa parte della nostra cultura. Con il tempo ho costruito la nuova cantina e acquisito la vigna di Cellole, da qui la mia Gran Selezione”. Oggi la Tenuta vanta 165 ettari di terreno di cui 45 ettari a vigneto, e una nuova cantina d’affinamento con una splendida cupola centrale realizzata in maniera accurata e sostenibile, conservando l’aspetto e il cuore chiantigiano. Presidente dei viticoltori di Castellina e coadiuvato in cantina dall’enologo Carlo Ferrini, Guido vuole essere portavoce del temperamento e dell’essenzialità di una terra eletta. Testimoni di questa grande opera sono i vini di cui Guido va giustamente fiero: “Per coerenza di pensiero ho deciso di produrre secondo i criteri biologici, perché questo è il solo futuro che immagino”. Per questo motivo l’azienda ha iniziato il processo di conversione al biologico nel 2009. Il Sangiovese scopre la sua identità che qui si esprime a un alto livello, elegante e fresco con caratteri fruttati, riconducibili alla più pura tipicità. E poi il tannino, fine e preciso ma sempre vigoroso. Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot: vitigni internazionali modellati sui terreni chiantigiani. Ve li presentiamo nella degustazione che segue.

San Fabiano Calcinaia, near Poggibonsi, is an age-old village dating back to the year 1000, filled with an atmosphere of ancient time and restored to its original splendor. The village and the surrounding estate were purchased, in 1983, by Guido Serio, to make it into his game reserve. A very practical man, with a career in finance and a passion for the restaurant business and good food, he fell in love at first sight with this place and its history and threw himself, alongside his wife Isa, into the challenging and expensive task of rebuilding and preserving the medieval village, while engaging in serious wine production to put the vineyards growing on his land to good use. “Looking at the rows of vines- the wine producer says- stirred childhood memories of my mother’s wine estate in the Casentino area, wine is part of my family’s culture. Over time, I was able to build the new winery and purchase the Cellole vineyard, from which I make my Gran Selezione”. Today, the estate spreads over 165 hectares of land, 45 of which planted with vineyards, and new and more efficient buildings have been added to the old structures, such as the wine-ageing cellar featuring a magnificent central dome and designed to be eco-sustainable and blend in with the Chianti landscape. President of the Castellina Winegrowers’ Association and assisted by chief winemaker Carlo Ferrini, Guido strives to express the nature and essence of a “chosen land”. Guido’s wines, which he is rightly proud of, testify to this land’s uniqueness: “In order to act consistently with my principles, I decided to produce wine according to organic practices, because this is the only future I see”. Which is the reason why the winery began converting to organic farming in 2009. Here, the Sangiovese is expressed to its fullest potential, elegant and fresh, with a no-frills fruity character, typical of this grape variety. Tannins are fine and precise and yet vigorous. Cabernet Sauvignon, Merlot and Petit Verdot: international grape varieties which adapted to the Chianti soil. Here they are in the wine tasting that follows.

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WINE TASTING by AIS Toscana commission

CHIANTI CLASSICO SAN FABIANO CALCINAIA DOCG 2016 BIO Sangiovese 90%, Canaiolo e Colorino 10% Rubino dal riflesso porpora. Elegante impronta olfattiva di iris che prevale al fruttato di lampone fragrante; dolcemente speziato. In bocca spicca l’apporto dell’acidità che rende il vino estremamente gastronomico, lasciando apprezzare anche la nota un po’ vegetale dei tannini dovuta alla pioggia nei giorni di vendemmia. Ruby red-colored with deep red tints. Elegant on the nose with a floral note of iris prevailing over a fruity aroma of raspberry; sweetly spicy. Acidity on the palate, which makes the wine extremely pairable with food, with a slightly vegetal tannic note due to rainfall during harvesting. CHIANTI CLASSICO CELLOLE GRAN SELEZIONE DOCG 2015 BIO Sangiovese 90%, Merlot 8%, Petit Verdot 2% Compatta trama rubino. Al naso, fruttato di amarena e arancia, una punta di rosmarino, richiami di cannella, liquirizia, grafite e torrefazione. Struttura gustativa piena. I tannini prendono campo progressivamente e si fondono con la chiusura sapida, con persistenza minerale e di cassis. Thick ruby red-colored. The nose offers fruity

aromas of sour black cherry and orange, a hint of rosemary, notes of cinnamon, licorice, graphite and roasted coffee. Fully structured on the palate. The tannins become increasingly evident as they progress and blend with the savoury finish, with a mineral and blackcurrant length. BOSCHINO TOSCANA IGT 2015 BIO Sangiovese 60%, Cabernet Sauvignon 20%, Merlot 20% Impenetrabile con riflesso violaceo. Spiccato sentore di mirtillo su uno sfondo di sottobosco e fogliame fresco. La struttura gustativa semplice assicura un’immediatezza di beva; il sorso è caldo e rotondo, confortante per la profusione di aromi fruttati. Finale balsamico. Impenetrable with purplish tints. An intense note of blueberry with underwood and fresh leaves in the background. Simply structured and easily drinkable on the palate; a warm and well-rounded sip, with a profusion of fruity aromas. Balsamic on the finish. CABERNET SAUVIGNON TOSCANA IGT 2014 BIO Cabernet Sauvignon 90%, Petit verdot 10% Scuro da sembrare nero. Al naso è ancora incentrato su note varietali e fermentative: concentrazione di ribes nero e amarena, una punta di ginepro. In bocca il carattere fruttato

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prevale sulle note erbacee del retrogusto. Eccellente dolcezza dei tannini maturi che creano volume. Dark, nearly black-colored. Varietal and fermentation notes on the nose: intense aromas of blackcurrant and sour black cherry and a hint of juniper. On the palate, the fruity character prevails over the aftertaste’s herbaceous notes. Excellently sweet and ripe tannins which create volume. CERVIOLO ROSSO TOSCANA IGT 2014 BIO Merlot, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot in parti uguali Profonda tonalità di rubino. Tra i profumi ribes, mirtillo, scorza d’arancio, timo si affacciano su un orizzonte speziato e minerale. Ha pienezza di bocca con espansione gustativa dal carattere fruttato e salino. La tessitura dei tannini è fitta e raffinata ma anche capace di ulteriore affinamento in bottiglia. Deep ruby red-colored. The nose features aromas of blackcurrant, blueberry, orange rind and thyme, with spicy and mineral notes in the background. Full-bodied on the palate, with expanding fruity and salty flavors. Thick-textured and elegant tannins, still having potential for further bottle ageing.


WINE TASTING text Emiliano Bogani, Barbara Massai - photo Andrea Dughetti

Oltre sessant’anni di storia

Cantina Vini di Maremma. Una bella realtà della enologia maremmana A beautiful interpretation of winemaking in the Maremma region Prima Cantina Sociale della Maremma Toscana dal 1954, negli anni ha assunto un ruolo sempre più rilevante portando la produzione, attraverso la rigorosa selezione delle uve e il perfezionamento del metodo di vinificazione ad alti livelli. Oggi la Cantina Vini di Maremma, ricopre, con i suoi 300 soci, tutto il territorio della provincia di Grosseto ed è uno dei produttori più rappresentativi della Doc Maremma Toscana. E’ un perfetto lavoro di squadra che nel tempo, grazie anche a un team giovane, affiatato e professionale - che nella sede storica in località Il Cristo coordina tutte le fasi di conferimento, fermentazione, maturazione e commercializzazione -, è riuscito a conseguire negli ultimi quandici anni risultati eloqunti su tutti i vini prodotti. Il continuo aggiornamento e perfezionamento delle tecniche enologiche viene guidato dall’esperienza dell’enologa Graziana Grassini, ma è preceduto da un’attenta gestione agronomica dei vigneron associati i cui terreni vitati si estendono sulla fascia costiera della provincia di Grosseto. Una viticoltura nuova, dinamica e in continua evoluzione che ai vitigni tradizionali (Sangiovese, Ciliegiolo, Malvasia, Trebbiano, Vermentino) ha affiancato con successo i Bordolesi regalando al territorio un’espressività che consente di presentare una gamma di prodotti ricca e completa, capace di esaltare la denominazione. Senza dimenticare la sostenibilità etica e produttiva, dal risparmio energetico e idrico all’analisi degli operatori impegnati nei vigneti.

Founded in 1954, it was first known as Cantina Sociale della Maremma Toscana; over time, the company has taken on an increasingly important role by ensuring the highest level of quality thanks to a strict selection of grapes and the improvement of its vinification method. Today, Vini di Maremma boasts 300 associates and covers the entire province of Grosseto, making it one of the most emblematic producers of the Maremma Toscana DOC. The company is characterized by exceptional teamwork that over time, thanks to a young, close-knit and professional staff – which, in the historic headquarters in the town of Il Cristo, coordinates every stage, from conferment to fermentation, aging to sale – has been able to accomplish significant results for all its wines over the last 15 years. Experienced enologist Graziana Grassini oversees the continuous updating and perfecting of winemaking techniques, but these changes come after a careful management in the vineyard by our vignerons, whose lands extend up and down the coast in the province of Grosseto. A new style of viticulture, dynamic and in constant evolution, with traditional varietals (Sangiovese, Ciliegiolo, Malvasia, Trebbiano, Vermentino) successfully grown alongside Bordeaux varieties, bestows the territory with an expressiveness that allows us to offer a range of rich and comprehensive products that exalt the brand. Vini di Maremma also dedicates special attention to sustainability in its ethics and production, from water- and energy-efficient operations to analyses by those working in the vineyards.

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WINE TASTING by AIS Toscana commission

MACCHIAIOLO DOC Maremma Toscana Viognier 2017 Viognier 100% Paglierino luminoso. Al naso rivela profumi di melone e pesca seguiti da fiori bianchi per poi aprirsi a sentori di frutto della passione, agrume e pietra focaia. La bocca si sviluppa piena guidata da freschezza e sapidità, persistente, dal piacevole finale amaricante di nocciola e mallo di noce. Bright pale yellow. Initial aromas of melon and peach are followed by white flowers before giving way to scents of passion fruit, citrus and flint. On the palate, the wine is full-bodied and guided by the freshness and persistent flavour, with a pleasant but bitter finish, boasting a hint of hazelnut and walnut hull. FIOR DI MAREMMA IGT Toscana 2017 Vermentino 100% Paglierino pieno e lucente. Impatto intenso di fiori di mandorlo, timo e camomilla, quindi mela verde, confetto, agrume e ricordi salmastrosi. Il sorso è coerente, la freschezza e la mineralità spingono la dinamica struttura in un percorso gustativo persistente, piacevoli ricordi di kumquat e mandorla. Bright pale yellow. Boasts an intense impact of fragrances of almond blossoms, thyme and cham-

omile, followed by green apple, sugared almonds, citrus and briny aromas. Consistent on the palate, while the freshness and mineral content drive the dynamic structure of the wine for a persistent tasting experience, with pleasant hints of kumquat and almond. ALBARESE DOC Maremma Toscana Vermentino 2017 Vermentino 100% Paglierino vivace. Apertura olfattiva floreale di biancospino e tiglio, poi intensi profumi di salvia e timo, pesca gialla, mela golden e salsedine. In bocca entra ampio e avvolgente, la sapidità e la freschezza sono ben compensate dall’apporto glicerico. Vino elegante e diretto, di ottima persistenza. Bright pale yellow. Vaunts aromas of hawthorn and lime wood before giving way to intense fragrances of sage, thyme, yellow peach, golden apple and dried salt. Wide and captivating on the palate; the flavour and freshness are well-balanced with the glycerine. ALBARESE ROSÈ DOC Maremma Toscana 2017 Sangiovese 100% Vino ottenuto da salasso che si presenta di un bel ramato lucente, quasi cipolla. L’impatto intenso è

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fruttato di ciliegie e fragole, seguite da melograno, erbette aromatiche, richiami di bitter e di mandarino cinese. L’ingresso in bocca è amaricante, fresco e dinamico, dalla buona persistenza e dal finale minerale. Obtained through saignée, the wine has a beautiful copper colouring. Intense, fruity aroma of cherries and strawberries, along with pomegranate, aromatic herbs, hints of bitter and kumquat. The flavour is bitter, fresh and dynamic, with a good persistence and mineral-rich finish. MACCHIAIOLO DOC Maremma Toscana Sangiovese 2015 Sangiovese 100% Rubino pieno e vivo. Si manifesta al naso con sentori scanditi di amarena e fragola di bosco in confettura, ribes nero, rosa e violetta, minerali ferrosi e spezie scure. Al sorso è prossimo al perfetto equilibrio, freschezza e sapidità reggono la struttura ben coadiuvati dal tannino integrato. Discreta persistenza e finale fruttato. Bright ruby red. The aroma contains hints of black cheery, wild strawberry jam, blackcurrant, rose, violet, iron and dark spices. Almost perfectly balanced on the palate; the freshness and flavour support the structure, boasting well-integrated tannins. Discreet persistence and fruity finish.


THE RULE OF THE CHEFS text Barbara Massai, Emiliano Bogani

La Regola degli Chef

Nasce una nuova rubrica per raccontare l’unione fra cibo e vino. Primo ospite: lo chef Emanuele Vallini A new feature debuts to recount the union between food and wine. First guest - chef Emanuele Vallini A Podere La Regola il connubio fra vino e arte rappresenta un legame imprescindibile in tutte le sue sfumature ed è così che i vulcanici fratelli Nuti sono riusciti a dar vita al nuovo progetto La Regola degli Chef che muove i suoi primi passi con la pubblicazione del bel libro omonimo. Realizzato dall’esperto giornalista e fotografo enogastronomico Claudio Mollo, si presenta come un piccolo tesoro dalla copertina rigida introducendo pagine ricche di foto e di pregiate ricette di 22 noti chef di importanti ristoranti toscani curandone l’abbinamento con i vini dell’azienda. La classe, l’eleganza e la pregevolezza del loro Metodo Classico La Regola ottenuto da uve Manseng e una piccola percentuale di Chardonney hanno suscitato l’interesse di Emanuele Vallini, volto noto al pubblico televisivo e maestro di cucina nel suo ristorante La Carabaccia di Bibbona, amante della tradizione culinaria italiana arricchita dal suo tocco di autore. Chef Vallini, cosa l’ha spinta ad aderire al progetto del libro? Mi è subito piaciuto il progetto condiviso dalla famiglia Nuti perché arte, cibo, vini biologici e sostenibilità, rispecchiano il mio stile di lavoro. Quali caratteristiche l’hanno convinta a inserire nella carta del suo ristorante la bollicina di Podere La Regola? La mia cucina è un insieme di sapori e profumi del territorio con cui l’eleganza della loro bollicina si abbina perfettamente. Quali sono i piatti presenti nel suo menu che si abbinano meglio a questo vino? Premesso che lo stile della mia cucina sposa molto la bollicina, se dovessi decidere per due piatti in abbinamento perfetto direi il “Pan Coniglio” e il “Baccalà quasi alla livornese”. Qual è l’indice di gradimento di questo spumante Brut di Manseng tra i suoi tavoli? Piace molto e incuriosisce il fatto che non venga prodotto in Franciacorta. Una scommessa dei fratelli Nuti in linea con le nuove tendenze di produrre vini e spumanti nelle nostre zone, soprattutto vocate per i vini rossi.

At Podere La Regola the union between wine and art is an inescapable bond in all its nuances, and so it is that the volcanic Nuti brothers have succeeded in creating the new project La Regola degli Chef, which takes its first step with the publication of the book of the same name. Authored by expert journalist and food and wine photographer, Claudio Mollo, it is small hardback treasure with pages full of photos and fine recipes by 22 renowned chefs of top Tuscan restaurants, together with pairings with the winery’s wines. The class, elegance and excellence of their Metodo Classico La Regola, obtained from Manseng grapes and a small percentage of Chardonnay, have sparked the interest of Emanuele Vallini, a face known to television viewers and executive chef in his restaurant, La Carabaccia in Bibbona, a lover of Italian culinary tradition enriched by his personal touch. Chef Vallini, what drove you to support the book project? I immediately liked the project shared by the Nuti family because art, food, organic wine and sustainability reflect my working style. What characteristics convinced you to include Podere La Regola sparkling wine in your restaurant’s wine list? My cuisine is a blend of flavours and scents of the territory, which the elegance of their bubbly pairs perfectly with. Which dishes on your menu pair best with this wine? Given that the style of my cuisine marries well with sparkling wine, if I had to decide on two dishes that pair perfectly, I would say “Pan Coniglio” (rabbit fillet stew) and “Baccalà quasi alla livornese” (salt cod in almost-Livorno style). What is the approval rating for this Manseng spumante among your diners? It is liked very much, and the fact that it is not produced in Franciacorta arouses curiosity. A gamble by the Nuti brothers in line with the new tendency to produce wines and spumante in our areas with a vocation especially for red wines.

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ph. Dario Garofalo

Above: brothers Flavio and Luca Nuti Below: Chef Emanuele Vallini, bottles of Spumante Brut Manseng La Regola


Some pictures of Fattoria di Calappiano owned by the Sensi family in Vinci. In the middle: L’Uomo di Vinci’, a work of art by Mario Ceroli in Vinci


WINE WORLD text Fabio Ceccarelli

Nella terra di Leonardo

Fattoria di Calappiano della famiglia Sensi, un luogo all’avanguardia dell’attività enologica The Sensi’s family Fattoria di Calappiano, a state-of-the-art winery Sebbene oggi quella dei Sensi sia un’attività di produzione e imbottigliamento dai numeri importanti, con un export attivo in 4 continenti, l’attività vinicola nasceva alla fine dell’800 come produzione familiare nei dintorni di Vinci ed è proprio a Vinci, terra di nascita del grande Leonardo, che oggi la proprietà ha investito, per dar vita a un importante progetto di identità territoriale e storica, che riguarda la Fattoria di Calappiano con i suoi circa 100 ettari di terreno, molti dei quali vitati. La Fattoria di Calappiano fu voluta e creata dai Medici nel XVI secolo come fattoria agricola comprendente vari poderi, un frantoio, un mulino e una riserva di caccia. Oggi la famiglia Sensi, che ne è divenuta proprietaria, ha non solo conservato e valorizzato il patrimonio storico artistico ma ha altresì fatto della tenuta un luogo all’avanguardia dell’attività enologica, secondo l’indole che li anima da oltre un secolo generazione dopo generazione. È qui, a Calappiano, infatti, che i Sensi hanno sviluppato un importante programma di produzione sostenibile, convertendo tutti i vigneti all’agricoltura biologica ed hanno deciso di promuovere anche progetti di ricerca e innovazione sotto la guida dell’enologo Lorenzo Landi, che sovrintende a tutta la produzione aziendale. Nella Fattoria di Calappiano i Sensi sperimentano anche l’utilizzo delle anfore in vinificazione, seguendo una tendenza che ci riporta alle origini della storia del vino. L’approccio adottato non è quello di seguire una moda, bensì quello dell’investigazione scientifica, che ha l’obiettivo di approfondire l’evoluzione del vino conservato in questi contenitori. Altrettanto scientifico è l’intento di rivalutare vitigni bianchi poco produttivi, in particolare alcuni cloni di Trebbiano e Malvasia o vitigni dimenticati come il Buriano.

Although that of Sensi is now a highly significant production and bottling business in terms of volume, with exports to 4 continents, the wine growing activity dates back to the late 1800s as a family-run farm in the area of Vinci and it is actually in Vinci, the birthplace of the great Leonardo, that the owners have invested resources today, to create an important project of territorial and historical identity regarding the Fattoria di Calappiano with its 100 or so hectares of land, much of which is under vine. The Fattoria di Calappiano was created by order of the Medici in the XVI century as an agricultural estate comprising various farms, an olive oil mill, a windmill and a hunting ground. Today, the Sensi family, who now own the estate, have not only safeguarded and valorised this historical and artistic heritage but have also turned it into an avant-garde winery, in keeping with the temperament that has governed them for over a century, generation after generation. It is here at Calappiano, in fact, that the Sensi have developed an important programme of sustainable production, by applying organic farming methods to all the vineyards and have also decided to promote projects of research and innovation under the guidance of oenologist Lorenzo Landi, who supervises the entire company production. On the Fattoria di Calappiano, the Sensi family are also experimenting the use of amphorae, following a trend that takes us back to the historical roots of wine-making. The approach they have adopted is not dictated by fashion, but moved by a spirit of scientific research, whose aim is to study the development of wine preserved in these vessels. Equally scientific is their intent to recover certain white grape varietals with lower yields, in particular some clones of Trebbiano and Malvasia or forgotten varieties such as Buriano.

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WINE WORLD text Paolo Bini

Vini di miniera

Rigoloccio. Un’azienda pluripremiata nel cuore delle Colline Metallifere An award-winning winery in the heart of the Colline Metallifere A pochi passi dall’incantevole borgo di Gavorrano, l’azienda Rigoloccio sta vivendo una sensibile trasformazione strutturale con importantissimi riscontri in termini di qualità e successo. All’interno del Parco delle Colline Metallifere, in posizione dominante il Golfo di Follonica e l’Arcipelago toscano, le vigne poggiano su suoli estremamente minerali e respirano la benefica e rinfrescante aria marina portata dal mistral che mitiga la forza naturale di un sole particolarmente energizzante. A raccontarci le principali peculiarità aziendali è Eros Dal Lago, general manager da giugno 2017. Rigoloccio vive una nuova stagione; su quali fondamenti si basa oggi il vostro lavoro? Tutela della produzione, rispetto e valorizzazione del territorio, costante ricerca di migliorare il nostro già alto livello qualitativo. Strategie messe in atto e prossime all’impiego? Su tutta la superficie vitata abbiamo collocato un impianto di irrigazione a goccia e una recinzione che ripara anche l’area dell’oliveto. Una soluzione che non solo protegge dai cinghiali ma che ha consentito il raddoppio della produzione e che risulta esteticamente bella anche ai nostri ospiti. Rispettiamo l’ambiente e selezioniamo con cura le uve seguendo la naturale adattabilità e il potenziale di vitigni come Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc, Petit Verdot, Alicante Bouschet, Chardonnay e Fiano; alcuni sono presenti in zona da oltre 200 anni. Dal 2017 abbiamo innovato il processo di vinificazione gestendo con oculatezza l’utilizzo di pregiate botti francesi. Presto amplieremo i nostri attuali 9 ettari vitati, faremo una rimodulazione della gamma produttiva sul mercato e agiremo nel commerciale sulla scia dei numerosi successi ricevuti di recente. Come rendere il vino ancor più protagonista del successo turistico maremmano? Promuovendolo attraverso la sinergia fra tutte le attività sia enogastronomiche che turistiche del territorio. Esiste il suo vino aziendale del cuore? Se obbligato dico il Fonte dell’Anguillaia ma solo perché il nuovo blend è nato da una mia idea proposta alla maestria dell’enologo Fabrizio Moltard. Un vino fresco che abbinerei a un tonno alla piastra bagnato con due gocce del nostro mosto cotto. In sintesi… le armi vincenti di Rigoloccio? Siamo un team affiatato, con compiti ben precisi e rapidità d’azione; lavoriamo sempre puntando alla perfezione attraverso il rigoroso e certosino impiego della manualità… gli italiani sono i migliori artigiani del mondo.

A short way from the enchanting hamlet of Gavorrano, the Rigoloccio winery is undergoing drastic restructuring with significant results in terms of quality and success. Within the Colline Metallifere Park overlooking the Gulf of Follonica and the Tuscan Archipelago, vines are rooted in mineral-rich soil and benefit from cooling sea air brought by the Mistral that mitigate the heat of an extremely energizing sun. Telling us about the winery’s particular features is Eros Dal Lago, General Manager since June 2017. Rigoloccio is experiencing a new season; what foundation is your work based on today? Safeguarding production, respect and enhancement of the territory and constantly pursuing improvement of our already outstanding level of quality. What strategies have been put in place or are about to be implemented? In the whole area under vines, we have installed a drip irrigation system and an attractive surrounding wall that also protects the olive grove. A solution that not only protects against wild boar, but has allowed us to double production and is also aesthetically pleasing for our guests. We respect the environment and carefully select the grapes, attentive to the natural adaptability and distinction of varieties like Merlot, Cabernet Sauvignon and Franc, Petit Verdot, Alicante Bouschet, Chardonnay and Fiano; some present in the area for over 200 years. From 2017 we have introduced innovations in vinification with the constant, prudent use of superior French woods. Soon we will extend our present 9 hectares under vines, reorganize our product range on the market, and act on marketing in the wake of numerous, recently achieved successes. How can wine be made even more of a key player in the success of Maremma tourism? By promoting it through synergy between all the territory’s businesses, both food and wine and tourism-related. Do you have a favourite among the winery’s wines? If compelled, I’d say Fonte dell’Anguillaia, but only because the new blend results from an idea of mine submitted to the mastery of oenologist Fabrizio Moltard. A fresh wine, which I would pair with a grilled tuna seasoned with two drops of our cooked must. In short, what is Rigoloccio’s winning formula? We are a close-knit team, with specific duties and speed of action. We always aim for perfection in our work through the rigorous, extreme use of manual techniques - Italians are the world’s best artisans.

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Some pictures of the Rigoloccio Estate in the Colline Metallifere Park. Above to the right: General Manager Eros Dal Lago

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WINE WORLD

Tra storia e contemporaneità

L’Aglianico del Vulture Verbo ottiene numerosi riconoscimenti nei più importanti concorsi enologici Aglianico del Vulture Verbo achieves many recognitions at the most important wine competitions Cantina di Venosa, tra le più rinomate aziende vinicole del Mezzogiorno, con 350 soci, è leader nel mondo nella produzione del famoso vino Aglianico del Vulture Doc: oltre 2000 anni di storia, connubio perfetto tra la ricca ed equilibrata composizione del terreno di origine vulcanica e la fortunata esposizione climatica delle colline di Venosa. L’azienda porta avanti un importante progetto di valorizzazione territoriale legato alla sostenibilità voluto dal presidente Francesco Perillo nell’ottica di un balzo qualitativo e di ammodernamento. Il progetto parte dalla vigna, con la lotta integrata ai parassiti, e si estende a tutto il ciclo produttivo dall’impianto fotovoltaico di 200 kW all’uso di vetro riciclato al 70%, fino all’uso di colle vegetali per il confezionamento finale. L’Aglianico del Vulture di Cantina di Venosa ha ottenuto nel 2018 grandi riconoscimenti, menzioni e premi; Verbo 2015 si è aggiudicato la medaglia d’oro al Berlino Wine Trophy e all’Asia Wine Trophy, l’Oscar alla Douja d’or di Asti: Verbo Bianco Malvasia, invece, ha ottenuto la Medaglia di Platino a Decanter Asia con un punteggio di 97/100 la Medaglia d’Oro al Mundus Vini. Al palmares si è aggiunta la Medaglia d’Oro a Decanter della “punta di diamante” dell’azienda; il Carato Venusio. Si tratta di una selezione di uve Aglianico in purezza che crescono su viti di 15-30 anni a 400 metri di altitudine, vinificate in piccoli fermentini. La fermentazione alcolica e la malolattica vengono completate in serbatoi inox mentre per l’affinamento si usano botti di rovere che arricchiscono con profumi terziari il profilo fruttato del Carato Venusio. Buona struttura, tenore alcolico importante ma ben equilibrato, freschezza e nota sapida guidano il sorso che chiude armonico sul frutto scuro.

Cantina di Venosa, one of Southern Italy’s best-known wineries with 350 partners, is a world-leading company in the production of the famous Aglianico del Vulture Doc wine: over 2,000 years of history and the successful result of the Venosa hills’ rich and well-balanced soil of volcanic origin and mild weather throughout the year. The winery sponsors a major sustainability project aimed at promoting the area and increasing its wine quality and modernization and promoted by the company’s president, Francesco Perillo. The project covers both vineyard management, by using integrated pest control practices, and the whole production cycle, from the introduction of a 200 kW photovoltaic system to the use of 70% recycled glass and vegetable packaging material. The Aglianico del Vulture wines by Cantina di Venosa was awarded great recognitions and prizes in 2018: Verbo 2015 was awarded the gold medal at the Berlin Wine Trophy and at the Asia Wine Trophy and the Oscar at the Douja d’or of Asti. Verbo Bianco Malvasia, instead, was given the platinum medal at Decanter Asia, having scored 97/100 points, and the gold medal at Mundus Vini. Furthermore, the winery’s signature label, Carato Venusio, was awarded the gold medal at Decanter. This wine is made from a selection of 100% Aglianico grapes, harvested from 15 to 30-year-old vineyards, which grow at 400 meters above sea level and vinified in small fermentation tanks. The alcoholic and malolactic fermentation are performed in stainless steel vats, whereas ageing takes place in oak barrels which add tertiary aromas to the wine’s fruity aromatic profile. Good structure, marked yet well-balanced alcohol, freshness and a savoury note on the palate lead to a harmonious dark fruity finish.

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SPECIAL FLORENCE text Maria Lardara

L’arte di abbinare l’acqua L’etichetta San Felice viene apprezzata dai ristoratori anche per l’eleganza della bottiglia con cui si presenta San Felice mineral water is appreciated by restaurateurs also for the elegance of the bottle it comes in When he saw that glass bottle for the first time, he fell in love with it. A classy, carefully chosen bottle, like the food served on the tables of Regina Bistecca, Galateo and Toscanino. It was love at first sight between Simone Arnetoli, patron of Galateo Ricevimenti, ToscaNino and Regina Bistecca, and Vieri Ceccherini’s Acqua di Toscana San Felice. “I needed a bottle that looked good on the table” said the Florentine businessman, who a few months ago opened the Regina Bistecca restaurant, a stone’s throw from the Duomo. No sooner said than done. The Acqua San Felice bottle had, and has, all the right features for Arnetoli’s tables, whether they are those of his Galateo Ricevimenti, or of ToscaNino in Milan or Regina Bistecca in Florence. But it was not just a matter of looks. Aside from an elegant appearance, Arnetoli was looking for a special water, one that told of its link with Tuscany, like that contained in the San Felice bottle. A good, oligomineral water with the right balance of salts, and available in still, sparkling and lightly sparkling versions. “Its organoleptic qualities make it much appreciated by our diners” says Arnetoli. Because the type of water can truly make a difference during a meal, depending on the taste and pairing with dishes. In short, it is easy to just choose “still” or “sparkling”. Today’s consumers are mature enough to perceive the difference between one brand of water and another. It is no coincidence that Arnetoli also chose Acqua San Felice for his new ultra-chic downtown location devoted to the Bistecca alla Fiorentina and frequented by no less than chefs Vito Mollica and Riccardo Monco. After enjoying a steak with a good Tuscan red, what could be better than a glass of Acqua San Felice to “cleanse” the palate?

Quando ha visto per la prima volta quella bottiglia di vetro se n’è innamorato. Una bottiglia di classe e attentamente selezionata, com’è il cibo servito sulle tavole di Regina Bistecca, Galateo e Toscanino. Fra Simone Arnetoli, patron della Galateo Ricevimenti, ToscaNino e Regina Bistecca, e l’Acqua di Toscana San Felice di Vieri Ceccherini è stato subito amore a prima vista. “Avevo necessità di una bottiglia che si presentasse bene sulla tavola”, spiega l’imprenditore fiorentino che da pochi mesi ha aperto il ristorante Regina Bistecca a due passi dal Duomo. Detto fatto. La bottiglia di Acqua San Felice aveva e ha tutte le caratteristiche giuste per le tavole di Arnetoli, che siano quelle della sua Galateo Ricevimenti, oppure quelle firmate ToscaNino a Milano o Regina Bistecca a Firenze. Ma non è solo una questione di estetica. Al di là dell’elegante vestito che la incornicia, Arnetoli era alla ricerca di un’acqua speciale, che raccontasse il legame con il territorio toscano, com’è quello racchiuso nell’etichetta San Felice. Un’acqua buona, oligominerale, con il giusto equilibrio di sali e declinata nella variante naturale, frizzante e leggermente frizzante. “Le sue qualità organolettiche fanno sì che venga molto apprezzata dai nostri ospiti”, racconta Arnetoli. Perché a tavola il tipo di acqua può fare davvero la differenza, in base al sapore e all’abbinamento con i piatti. Si fa presto, insomma, a prediligerla solo ‘liscia’ o ‘gassata’. Oggi il consumatore è abbastanza maturo per percepire le differenze fra marchio e marchio in fatto di acqua. Non è un caso che Arnetoli abbia scelto Acqua San Felice anche per la nuova location ultrachic e centralissima dedicata alla bistecca alla fiorentina, frequentata anche dagli chef Vito Mollica e Riccardo Monco. Dopo aver accompagnato la bistecca con un calice di buon rosso toscano, cosa c’è di meglio che un bicchiere di Acqua San Felice per ‘ripulirsi” il palato?

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Some processing stages of Pecorino Toscano DOP cheese

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FOOD WORLD text Barbara Massai, Emiliano Bogani

“A scuola con la DOP”

Il Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP torna fra i banchi di scuola per insegnare a mangiare bene The Pecorino Toscano DOP Protection Consortium goes back to school to teach how to eat well Consolidare il legame tra le nuove generazioni e le tradizioni gastronomiche puntando sulla qualità dei prodotti è oggi un obbligo e una necessità, poiché nella nostra epoca così fluida e dinamica le commistioni culturali sono veloci e immediate. Questo è uno degli obiettivi del Consorzio Tutela Pecorino Toscano DOP, che in collaborazione con Legambiente ha promosso negli ultimi anni il progetto di educazione alimentare “A scuola con la DOP – Crescere consapevolmente” rivolto alle scuole primarie della provincia di Grosseto. Da quest’anno, con la terza edizione, l’iniziativa ha coinvolto anche il Consorzio Olio DOP Chianti Classico e le scuole primarie e secondarie di primo grado della provincia di Grosseto e di Siena. Come sottolineato dal direttore del Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP, Andrea Righini, l’educazione alimentare è il cardine fondamentale di una sana alimentazione e la capacità di saper leggere le etichette e scegliere i prodotti è indispensabile per portare in tavola la massima qualità. In quest’ottica, il Consorzio promuove anche altre attività rivolte alle scuole, di diverso ordine e grado, per accrescere la conoscenza e la consapevolezza dei futuri consumatori e dotarli di strumenti utili a riconoscere e apprezzare il legame che unisce, in particolare, il Pecorino Toscano DOP e il suo territorio di produzione. Fra i progetti messi in campo, c’è anche “Il gusto di imparare con il Pecorino Toscano DOP” che ha coinvolto gli studenti dell’Istituto Alberghiero Leopoldo II di Lorena di Grosseto nella preparazione di ricette legate alla tradizione toscana e maremmana dove il Pecorino Toscano DOP era l’ingrediente principale. Le idee degli aspiranti chef sono diventate video ricette diffuse su sito e canali social del Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP e sono state pubblicate in un ricettario stampato in tre lingue - italiano, inglese e tedesco - e nel calendario 2018 curato dal Consorzio stesso. Nei prossimi mesi, il Pecorino Toscano DOP sarà anche protagonista di un progetto nelle scuole secondarie di secondo grado dell’Emilia Romagna, varcando i confini regionali e rafforzando la promozione di una delle eccellenze del Made in Italy. Per approfondire tutte le iniziative del Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP, è possibile consultare anche il sito www.pecorinotoscanodop.it e la sezione “Progetti speciali”. “

It has now become a duty and a real necessity to consolidate the bond between the younger generations and our fine food tradition, by putting the spotlight on product quality, because the age we live in is so fluid and dynamic that cultural contaminations are rapid and immediate. This is one of the objectives of the Consortium for the Protection of PDO Tuscan Pecorino cheese which, in collaboration with Legambiente has in recent years promoted the food education project “Going to school with PDO – Growing up mindfully” targeting primary schools in Grosseto province. Starting from this year, its third edition, the initiative has been extended to the Consortium for PDO Chianti Classico Oil and now addresses the primary and junior high schools of Grosseto and Siena. As evidenced by the Director of the Consortium for PDO Tuscan Pecorino, Andrea Righini, food education is one of the cornerstones of a healthy diet and it is necessary to be able to read the labels and make mindful choices in order to ensure that top quality products reach our tables. It is within such a context that the Consortium is promoting other activities for schools of different levels, to inform and enhance the awareness of future consumers and provide them with the necessary tools for recognizing and appreciating the bond which exists between a particular product such as PDO Tuscan Pecorino and its production area. Among the various projects implemented, there was one called “The pleasure of learning with PDO Tuscan Pecorino” involving the students of the Leopoldo II Catering School of Lorena di Grosseto, who were invited to prepare dishes associated with the Tuscan and Maremma culinary tradition in which PDO Tuscan Pecorino cheese featured as the main ingredient. The ideas of our would-be chefs became video recipes which were subsequently posted on the website and social channels of the Consortium for PDO Tuscan Pecorino, as well as being printed in the form of a recipe book in three languages – Italian, English and German – and on the 2018 Calendar also published by the Consortium. In the months to come, PDO Tuscan Pecorino will be featured in another project targeting the senior high schools of Emilia Romagna, and will therefore cross the regional border to intensify the promotion of one of the excellent products labelled Made in Italy. To find out more about all the activities of the Consortium for PDO Tuscan Pecorino, you may also consult the website www.pecorinotoscanodop.it and the section entitled “Progetti speciali” (Special projects).

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NUOVA RANGE ROVER VELAR

WORLD CAR DESIGN OF THE YEAR

Nuova Range Rover Velar è nata per essere all’avanguardia. Il suo design futuristico unisce eleganza e semplicità, dalle maniglie delle portiere a filo allo spoiler posteriore integrato. La trazione integrale AWD offre una guida sicura e raffinata quanto tutti i suoi dettagli. Una vera opera di design minimalista che non ha rivali. O meglio, che li ha battuti tutti conquistando il titolo di World Car Design Of The Year 2018.

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