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WHAT’S THE WEATHER LIKE?
AN APPARENTLY SIMPLE QUESTION. FONDAZIONE PRADA TRIES TO ANSWER IT AT THE CA’ CORNER DELLA REGINA MOLTO PIÙ DI UNA SEMPLICE DOMANDA. CI SI INTERROGA A FONDAZIONE PRADA, NEGLI SPAZI DI CA’ CORNER DELLA REGINA text Sabrina Bozzoni
What can weather conditions tell us when they are translated into art? How do they influence our identity as a person and our awareness of the future? In order to find an answer to these questions, we asked Dieter Roelstraete, creator and curator of Everybody Talks About the Weather, the exhibition set up by the Fondazione Prada in the rooms of the Ca’ Corner della Regina from 20 May to 26 November
When we talk about the weather, we are actually talking about the future of humanity and how we can save it. To help us with this task, we have on display more than fifty works by contemporary artists including Giorgio Andreotta Calò, Goshka Macuga, Gerhard Richter, Thomas Ruff, and Pieter Vermeersch. There is also a complementary selection of historic works of art which provide insightful information about the various ways in which the climate and the weather have affected our cultural identity and how humanity has been able to deal with our daily exposure to meteorological events. The title of the exhibition was inspired by the slogan “Alle reden vom Wetter. Wir nicht” (Everyone talks about the weather. We do not), contained in a manifesto written in 1968 by the Sozialistischer Deutscher Studentenbund (Socialist German Students’ Union) and depicting Karl Marx, Friedrich Engels and Vladimir Lenin. In 2019, German artist Anne-Christine Klarmann created a new version of this poster which instead portrays Judith Ellens, Carola Rackete and Greta Thunberg, and modified the original slogan into: “Alle reden vom Wetter. Wir auch” (Everyone talks about the weather. We do too).
As Miuccia Prada, president of Fondazione Prada, says, “we started this project with the idea of using the weather as a starting point to emphasise the urgency of dealing with climate change”. And so, “our objective is to investigate the environmental crisis and its undeniable impact on our lives through the evocation, representation and analysis of the meteorological phenomena. The climate is a global and universal topic which influences the actions and destinies of all men and women in all parts of the world. Therefore, when we talk about the weather today, we are talking and worrying
Che cosa hanno da dirci le condizioni metereologiche quando vengono traslate nell’arte? In che modo incidono sulla nostra identità e sulla consapevolezza del futuro? Prova a rispondere Dieter Roelstraete, ideatore e curatore di Everybody Talks About the Weather alla Fondazione Prada, negli spazi di Ca’ Corner della Regina dal 20 maggio al 26 novembre Parlare del tempo significa parlare e avere cura del futuro dell’intera umanità e a farlo ci pensano più di cinquanta opere di artisti contemporanei tra i quali anche Giorgio Andreotta Calò, Goshka Macuga, Gerhard Richter, Thomas Ruff, Pieter Vermeersch e una selezione complementare di lavori storici che tracciano i vari modi in cui il clima e il tempo hanno plasmato le nostre identità culturali e come l’umanità ha affrontato la nostra esposizione quotidiana agli eventi meteorologici.
Il titolo della mostra deriva dallo slogan “Alle reden vom Wetter. Wir nicht” (Tutti parlano del tempo. Noi no), riprodotto in un manifesto creato nel 1968 dalla Sozialistischer Deutscher Studentenbund (Unione Studentesca Socialista Tedesca) e raffigurante Karl Marx, Friedrich Engels e Vladimir Lenin. Nel 2019 l’artista tedesca Anne-Christine Klarmann ha ideato una nuova versione del poster ritraendo Judith Ellens, Carola Rackete e Greta Thunberg e modificando lo slogan originale in: “Alle reden vom Wetter. Wir auch” (Tutti parlano del tempo. Anche noi).
Come afferma Miuccia Prada, presidente di Fondazione Prada, “il progetto è nato con l’idea di prendere il tempo atmosferico come punto di partenza per evidenziare l’urgenza del cambiamento climatico”. E dunque “l’obiettivo è quello di inquadrare la crisi ambientale e il suo innegabile impatto sulla nostra vita attraverso l’evocazione, la rappresentazione e l’analisi dei fenomeni meteorologici. Il clima è un tema globale e universale, che influenza le azioni e i destini di donne e uomini in tutte le regioni del mondo. Parlare oggi di meteo significa quindi parlare e preoccuparsi del futuro di tutti”.
L’allestimento, progettato dallo studio newyorkese 2×4 e sviluppato sui due livelli del palazzo, intreccia la dimensione
‘OUR OBJECTIVE IS TO INVESTIGATE THE ENVIRONMENTAL CRISIS AND ITS IMPACT ON OUR LIVES’
‘L’OBIETTIVO È QUELLO DI INQUADRARE LA CRISI
AMBIENTALE E IL SUO IMPATTO SULLA NOSTRA VITA’ about everyone’s future”.
The exhibition venue was designed by the 2×4 studio of New York and occupies two floors of the building. The artistic aspect of the project is also accompanied with a series of scientific insights in collaboration with the New Institute Centre for Environmental Humanities (NICE) of the Ca’ Foscari University of Venice.
For the first time, meteorology and climatology use a common language to talk about the weather and its implications. The exhibition starts with a large led wall which shows in a continuous loop weather forecasts aired from traditional and online media from all over the world. In the rooms of the first floor, ancient and contemporary works of art are on display along with more recent ones and other new commissions, creating a sort of ideal continuity between the past, present and future, or the contrary, causing a short circuit between opposing visions and conflicting notions.
There is a constant focus of the artists on ‘talking about the weather’, from allegorical and en-plein-air paintings to more recent multimedia installations and transnational activism. A selection of the works exhibited will also include texts and graphics with brief pieces of information about the artists and their works along with graphs, images and scientific data. This second alternative reading offers an insight into the physical phenomena and environmental processes evoked or explicitly depicted by the artists in their work, relating to different periods of human history (from the Little Ice Age from the 16th to the 19th century to the future of Venice at the end of the 21st century) as well as distant places and cultures (from the desertification and expansion of the Sahara to the impact of the Arctic ice retreat on the life of the Inuit).
Different languages, styles and periods which offer a transversal investigation of “the weather” with the support of solid scientific data extracted from more than five hundred books artistica del progetto a una serie di approfondimenti scientifici in collaborazione con il New Institute Centre For Environmental Humanities (NICHE) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
There are also publications, articles and video materials and interviews with activists and scholars in order to provide the public with information about the sources of this important research conducted by the Venetian exhibition.
The programme of Everybody Talks About the Weather also includes three days of meetings which will take place in October 2023. Six conferences where international scientists, authors and scholars will discuss the themes explored in the exhibition on an even broader scope.
Ed è qui, per la prima volta, che meteorologia e climatologia uniscono i propri linguaggi per parlare del tempo e delle sue implicazioni.
Il percorso vede il suo inizio con un grande ledwall che trasmette in loop le previsioni del tempo estratte da media tradizionali e online di tutto il mondo. Nelle sale al primo piano opere d’arte antica e contemporanea incontrano quelle recenti e altre nuove commissioni, stabilendo una continuità ideale tra passato, presente e futuro o, al contrario, innescando un cortocircuito tra visioni opposte e nozioni discordanti.
Costante attenzione degli artisti nel ‹parlare del tempo’, dai dipinti allegorici e le pitture en plein air alle recenti installazioni multimediali e all’attivismo transnazionale.
Una selezione delle opere in mostra sarà accostata a testi e informazioni grafiche che includono brevi introduzioni agli artisti e ai loro lavori associate a grafici, immagini e dati scientifici. Questa seconda lettura alternativa offre una visione approfondita dei fenomeni fisici e dei processi ambientali evocati o esplicitamente affrontati dagli artisti e relativi a diversi periodi della storia umana (dalla piccola era glaciale dal XVI al XIX secolo al futuro di Venezia alla fine del XXI secolo) e ad aree geografiche e culture lontane (dalla desertificazione e l’espansione del Sahara all’impatto del ritiro dei ghiacci artici sulla vita degli Inuit).
Linguaggi, stili ed epoche differenti comporranno un’indagine trasversale sul “tempo”, affiancati da un solido apparato scientifico, veicolato da più di cinquecento libri, pubblicazioni, articoli e da materiali video e interviste ad attivisti e studiosi, chiarendo al pubblico le fonti da cui ha tratto origine la poderosa ricerca alla base della mostra veneziana.
Everybody Talks About the Weather sarà completata da un programma d’incontri della durata di tre giorni che si svolgeranno a ottobre 2023. Sei conferenze di scienziati, autori e studiosi internazionali approfondiranno i temi esplorati nella mostra inserendoli in una prospettiva ancora più ampia.