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DELICATE STRENGTH
Specializing in the art and design of East Asia (China, Korea and Japan), the Venetian IN’EI gallery hosts three fascinating exhibitions on the occasion of the 2023 Architecture Biennale.
The first (May 17 to June 24) is Bearable Lightness of Being: Hanji Tables, by Korean architect Jinhee Park, one of the protagonists of the Korea Pavilion at the 2016 Biennale, who told us about her works.
Born in Korea, your life moved to America - graduating from Harvard GSD and opening your studio in New York - and you then traveled extensively for your projects and to teach.
Is there any Italian project or architect you particularly admire?
There are so many masterpieces in Italy I admire, it’s hard to name just a few. What fascinates me most, however, are cities developed over time by people for everyday needs. Venice is one of those cities, I learn great design solutions around every corner. This year you returned to Venice to bring your soban to the IN’EI gallery, with the exhibition Bearable Lightness of Being: Hanji Tables (from May 17 to June 24). How did you reinterpret the traditional Korean table?
Sharing around one big ta- ble, currently known as Korean dining culture, actually began relatively recently.
Traditional dining culture is individual settings on individual tables which are usually made out of wood. The interesting thing has been to use a material as thin and seemingly structurally delicate like Hanji. Sobans are like a building on a small scale and our ambition was to scale them up until they become a building.
What kind of thinking did you want to stimulate with this work?
Many small sobans with which to create a big table in various shapes such as a long banqueting table, or round or curved tables and so on. And the different heights of the sobans create ‘tablescapes’ where dishes, glasses, flowers are on different levels, creating more dynamic table scenes.
Why did you choose IN’EI gallery?
They contacted my New York office in 2017 and asked for a furniture design reflecting Korean dining culture and impressed me with their in-depth knowledge about Korean culture! Three places, or buildings, that most struck you when you first came to Venice.
Piazza San Marco, endless façades along the canals, bridges and bay windows in narrow alleys.
Specializzata in arte e design dell’Asia Orientale (Cina, Corea e Giappone), in occasione della Biennale di Architettura 2023 la galleria veneziana IN’EI ospita tre affascinanti mostre. La prima (dal 17 maggio al 24 giugno) è Bearable Lightness of Being: Hanji Tables, dell’architetta coreana Jin Hee Park, tra i protagonisti del Padiglione Corea della Biennale del 2016, che ci ha raccontato delle sue opere.
Nata in Corea, la sua vita si è spostata in America - la laurea a Harvard GSD e l’apertura dello studio a New York - e ha poi viaggiato molto per i suoi progetti e per insegnare. C’è qualche progetto o architetto italiano che apprezza particolarmente?
Sono così tanti i capolavori in Italia che ammiro, che è difficile citarne solo alcuni. La cosa che più mi affascina, però, sono le città che si sviluppano nel tempo in base alle esigenze quotidiane delle persone. Venezia è una di queste città, ad ogni angolo imparo una grande soluzione di design.
Quest’anno è tornata a Venezia per portare i suoi soban alla galleria IN’EI, dando vita alla mostra Bearable lightness of being: Hanji Tables. Come ha reinterpretato il tradizionale tavolo coreano?
La condivisione intorno a un grande tavolo, considerata tipica della cultura culinaria coreana, è in realtà cominciata in tempi relativamente recenti. La tradizione prevede tavoli apparecchiati individualmente, di solito in legno. La cosa interessante è stata utilizzare un materiale così sottile e apparentemente delicato come l’Hanji (carta coreana, ndr). I soban sono come un edificio in scala più piccola e l’ambizione è stata quella di ingrandirli fino a farli diventare un edificio. Che tipo di riflessione voleva stimolare con questo lavoro?
Li ho pensati come tanti piccoli soban con cui creare un grande tavolo di varie forme: un lungo banchetto, una tavolata rotonda o curva e così via. Inoltre, le diverse altezze dei soban creano dei ‘tavoli-paesaggi’ dove piatti, bicchieri e fiori sono disposti su vari livelli, creando tavole più dinamiche.
Perché ha scelto galleria IN’EI?
Hanno contattato il mio ufficio di New York nel 2017 chiedendo un progetto di arredamento che riflettesse la cultura culinaria coreana e mi hanno colpito per la loro profonda conoscenza della cultura coreana.
Tre luoghi, o architetture, che l’hanno più colpita la prima volta che è venuta a Venezia.
Piazza San Marco, le infinite facciate lungo i canali, i ponti e i bovindi nei vicoli stretti.