86 > e nemi es / n emic i kevin mere dith 88 > th ef olk lor eo f te rro ris m lor ett a n / il ap folk ole lor on e d i el ter ror ism o
/ campo minato
80 > minefield
78 >
> 68
om ed e fr
ici nem / tte pla h t e s ard mie ene
tĂ er il b /
m i za el c a br al
> 02
66 >e n em ies
/n e mi ci
04
60 > a rsena l
e tim / vit
ms icti v >
/ nemici 10 > enemies david mery
58 > enemies
12 > h igh al ert / m assim a alle rta
50 >
ks rac bar
16 >e ne mi es
32 > volunteers
/n em ici he ath bu nt ing
/
38 > e ne m i e s/ nemi ci
e dr ua sq
/ volontari
steve kurtz
ds ua sq za > yez i 18 mic icham h / ne s mie ene 30 >
40 >
fro nt l / p ine rim a lin ea
45 y3 em en > 46
/
arsen ale
nemici / marilyn parver me ser / ca
j a 5 l-h 34 mi e ico sa em /n
Colors 75 reports from the thin border between protection and paranoia Colors 75 racconta la sottile frontiera fra protezione e paranoia
ce r / ea bru f o dt ri e w
ra au p lla de i av hi r c s eie hn sc
TEXT BY / TESTO DI
≥ The threat of terrorism is overblown. We’re spending too much money and effort combating it, and we’re not even doing a good job. One can best understand most of the world’s response to terrorism since 9/11 as security theater against movie-plot threats: security theater because it’s security designed to make people feel better and vote in a particular way, rather than to actually make us any safer, and movie-plot threats because the global response is focused on specific scenarios rather than on the broad risks facing us.
02 - 03 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | bruce schneier
Terrorist attacks are rare and deaths are few. In the United States, on average about 42,000 people die in car crashes and zero in terrorist attacks each year. 2001 was the big year for terrorist deaths, and even then, 14 times more people died in car crashes. Cancer, heart disease and accidents kill many times more people each year than the past ten years of terrorism combined. Other Western countries have similar statistics. Yet terrorism is what we fear. Our brains are wired to fear the rare and spectacular rather than the commonplace and pedestrian. Indeed,‘in the news’ has come to mean something that hardly ever happens... If something is ‘in the news’, we really shouldn’t worry about it. It’s when something is so common that it’s not news – car crashes, domestic violence, heart disease – that we should worry. But that is not the way we think. We also respond to stories and specifics rather than generalities. This is where movieplot threats come in. We hear about terrorists with liquids on airplanes, so we take away liquids on airplanes. We hear about terrorists on trains, so we search bags on trains. We imagine terrorists blowing up dams, so we guard dams. We focus on specific tactics and targets because that’s how we think, forever defending against what the terrorists did, planned, or threatened last week. Here’s the thing: it only makes sense to defend against specific movie plots if they are rare. If there are only three potential tactics, and five potential targets, then eliminating a tactic or target makes us a lot safer. But if movie plots are plentiful or infinite, then defending against particular tactics or targets only forces the bad guys to make a minor change in their plans. The US$12 billion spent defending the 2008 Olympics only made sense if terrorists targeted the Olympics, rather than simply
switching their target to something like the World Cup. It only makes sense to take away liquids at airports if this causes the bad guys to renounce terrorism and get day jobs instead. This is why most of the counterterrorism measures we see are security theater, targeted at the particular threats we happen to be worried about to make us feel safer. But if one thinks about the politics involved, enacting visible security measures that make people feel safer is how someone gets re-elected. Downplaying the threat, even if justified, makes a political leader seem ineffective and weak. To fight terrorism effectively, we need to play to our strengths. Choosing a movieplot threat to defend against is a losing game; there are far too many choices to correctly guess which ones terrorists might choose. We get much more leverage by funding investigation and intelligence. Terrorists are rarely caught in the act of terrorism unless their equipment or weapons fail. Far more often, plots are foiled pre-execution. In the event that we fail to prevent an attack, we need to fund emergency response. The benefit of these three countermeasures – investigation, intelligence, and emergency response – is considerable. First, they’re flexible. They are effective regardless of the terrorists’ tactics or targets. Second, they’re intelligent. An advantage we good guys have over the terrorists is that we have extensive analytical capabilities, both cognitive and computer-based, that can be brought to bear on the problem. Third, they’re resilient. Static countermeasures like ID checks and baggage screening either work or don’t, but they cannot adapt to the environment; these countermeasures can work, fail or partially succeed in concert with each other. Terrorism is a crime against the mind, with random violence as the weapon. To do our
≥ La minaccia del terrorismo è esasperata. Spendiamo troppo denaro e facciamo troppi sforzi per combatterlo, e nemmeno possiamo dire di stare facendo un buon lavoro. Si può meglio comprendere gran parte della risposta al terrorismo del dopo 11 settembre come una questione di “teatrino della sicurezza” contro “minacce da cinema”. Teatrino della sicurezza, perché quest’ultima è studiata per far sentire meglio le persone e farle votare in un certo modo, piuttosto che renderle realmente più sicure. E minacce cinematografiche, perché la risposta globale è mirata a scenari specifici, piuttosto che ai rischi più generali che dobbiamo fronteggiare.
part, we need to refuse to be terrorized. By living in fear, we greatly magnify the effect of terrorism, even so far as giving the terrorists what they want without them having to commit a terrorist act. By refusing to be terrorized, we deny terrorists success, even if their plans see fruition. There is no absolute safety in the world – life itself is risk – but we get to choose how we live our lives. The more we recognize the rarity of terrorism, the more we don’t need the visible trappings of security theater; the more we embrace liberty, even in the face of terrorist threats, the less effective terrorism is.
bruce schneier Security technologist and author. Chief Security Technology Officer of BT Esperto di sicurezza e SAGGISTA. Capo del reparto Sicurezza e Tecnologia della BRITISH TELECOM
Gli attacchi terroristici sono rari e le morti scarse. Negli Stati Uniti, ad esempio, muore una media di 42mila persone all’anno in incidenti stradali e zero in attacchi terroristici. Ovviamente il 2001 è stato l’anno nero delle morti per terrorismo, eppure anche allora il numero dei morti per incidente stradale è stato 14 volte superiore. Il cancro, gli attacchi di cuore e gli incidenti uccidono più persone in un anno di quanto abbia fatto il terrorismo negli ultimi dieci anni messi assieme. E le statistiche del resto dell’Occidente non sono diverse. Ciononostante è del terrorismo che abbiamo paura. I nostri cervelli sono collegati alla paura di ciò che è raro piuttosto che all’ordinario e all’accidentale. Per questo ciò che “fa notizia” accade raramente in termini statistici. Se qualcosa finisce in prima pagina allora forse dovremmo imparare a non preoccuparcene. È quando qualcosa è diventato così comune da non essere pubblicato – appunto incidenti, violenza domestica, attacchi di cuore – che dovremmo preoccuparci. Ma non è questo il modo in cui pensiamo. Rispondiamo molto di più alle “storie” e allo “specifico” che non al generale. Ed è qui che si insinuano le “minacce cinematografiche”. Sentiamo di terroristi con liquidi sugli aerei? Allora togliamo i liquidi dai nostri viaggi. Sentiamo di terroristi sui treni, e quindi controlliamo le borse nei treni. Ci immaginiamo terroristi che fanno saltare le dighe e quindi teniamo sotto controllo le dighe. Ci concentriamo su obiettivi specifici e tecniche altrettanto specifiche perché questo è il modo in cui pensiamo: sempre a difenderci da ciò che i terroristi hanno fatto, pianificato, o minacciato la scorsa settimana. Ecco il punto: ha senso difendersi da specifiche minacce cinematografiche solo se sono rare. Se ci sono solo tre potenziali tattiche e cinque potenziali obiettivi, allora eliminare
una tattica o un bersaglio ci rende molto più sicuri. Ma se le trame sono tante e potenzialmente infinite, allora difendersi da tattiche e obiettivi specifici ha l’unico effetto di costringere i cattivi a irrilevanti modifiche nei loro piani. I 12 miliardi di dollari spesi per proteggere le Olimpiadi di Pechino, ad esempio, avrebbero avuto senso solo se i terroristi avessero preso di mira i giochi, piuttosto che cambiare semplicemente obiettivo, che ne so, sulla Coppa del Mondo. Ha senso confiscare i liquidi in aeroporto solo se questo costringe i cattivi a rinunciare al terrorismo e a trovarsi un lavoro... Ecco perché la grande maggioranza delle misure antiterrorismo diventa un “teatrino della sicurezza”, mirato a minacce particolari, alla paura di quel momento, e alla necessità di sentirci più sicuri. Ma se si pensa alle politiche coinvolte, mettere in atto misure visibili che facciano sentire le persone più sicure è esattamente il modo in cui si viene rieletti. Ridurre la scala della minaccia, al contrario, rende un politico debole e inefficiente. Per combattere il terrorismo con efficienza, dobbiamo giocarci tutte le nostre carte. Scegliere una minaccia cinematografica da cui difendersi è una partita persa in partenza; ci sono troppe, veramente troppe opzioni che un terrorista potrebbe scegliere per poterci azzeccare. Abbiamo molta più leva, più forza, al contrario, sostenendo l’investigazione e l’intelligence. I terroristi sono raramente beccati nel momento dell’atto terroristico, a meno che il loro equipaggiamento e le loro armi falliscano. Molto più spesso, le trame possono essere sventate prima dell’esecuzione. E nel caso di un fallimento della prevenzione dobbiamo sostenere la risposta d’emergenza. Il beneficio di queste tre contromisure, investigazione, intelligence e risposta d’emergenza, è notevole. Primo, sono flessibili,
cioè funzionano indipendentemente dalla tattica e dall’obiettivo terroristico. Secondo, sono intelligenti: un vantaggio che noi bravi ragazzi abbiamo sui terroristi è l’estesa capacità analitica, sia cognitiva che informatizzata, che può essere utilizzata per sostenere il problema.Terzo, sono duttili: le contromisure statiche come il controllo d’identità e lo screening dei bagagli possono funzionare o fallire ma non sono adattabili all’ambiente. Queste tre invece, possono funzionare, fallire, o funzionare parzialmente di concerto l’una con l’altra. Il terrorismo è un crimine contro la mente, con violenza casuale come arma. Se vogliamo fare la nostra parte, dobbiamo rifiutarci di essere terrorizzati. Vivendo nella paura amplifichiamo incredibilmente l’effetto stesso del terrorismo, al punto da dare ai terroristi ciò che vogliono senza che debbano compiere alcun atto. Rifiutandoci di essere terrorizzati, al contrario, neghiamo ai terroristi il successo, anche nell’eventualità che i loro piani si realizzino. Non esiste sicurezza assoluta al mondo – la vita stessa è rischio – ma dobbiamo scegliere noi come vivere la nostra esistenza. Più ci accorgiamo della rarità del terrorismo, più smettiamo di avere bisogno delle visibili trappole del teatrino della sicurezza. Più abbracciamo la libertà, visibilmente e ostinatamente anche di fronte alla minaccia, meno il terrorismo avrà raggiunto il suo scopo.
The ‘War on Terror’ has created its own casualties La “guerra al terrore” crea le sue vittime
04 - 05 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | VICTIMS / VITTIME
1,200 PEOPLE WORK AT FORT POLK, A US ARMY BASE IN LEESVILLE, LOUISIANA. ONE OF THE JOB OPPORTUNITIES IS PLAYING WOUNDED VICTIMS DURING COUNTER-TERRORISM TRAINING 1.200 persone lavorano a Fort Polk, una base dell’esercito statunitense a Leesville, in Louisiana. Fra le proposte di lavoro: attori in erba cercansi per il ruolo di feriti durante le esercitazioni antiterrorismo
vic tims >
vit ti me >
06 - 07 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | VICTIMS / VITTIME
There were 14,000 terror attacks worldwide in 2007. The fatalities exceeded 22,000 none of them in western countries Nel 2007 sono stati compiuti 14.000 attentati terroristici in tutto il mondo con un bilancio di oltre 22.000 morti. Nei paesi occidentali non si è registrata neanche una vittima Source/Fonte: US National Counterterrorism Center
requests to surveil and search American citizens were issued by the Foreign Intelligence Surveillance Court (FISC) in 2007, more than double the number issued before the 9/11 attacks (1,012 in 2000). The FISC is a secret court that has the authority to authorize clandestine spying within the United States. The court meets secretly and only US government attorneys are authorized to appear. 2,370 requests were authorized. sono le richieste, nel 2007, da parte del Foreign Intelligence Surveillance Court (FISC) per condurre attività di sorveglianza e perquisizioni nei confronti di cittadini americani, oltre il doppio rispetto alle delibere emesse prima degli attentati dell’11 settembre (1.012 nel 2000). Il FISC è un tribunale segreto che autorizza operazioni clandestine di spionaggio sul territorio degli Stati Uniti. Il tribunale si riunisce in segreto e soltanto i procuratori federali hanno facoltà di comparire in giudizio. Source/Fonte: US Department of Justice
The ‘No Fly List’ is a secret US government terrorism watch list of people not permitted to travel on a commercial aircraft in or through US airspace. The number of people on the secret list is widely debated. According to the American Civil Liberties Union (ACLU) the number grows by 20,000 every month and will reach 1,130,000 by the day this magazine is printed. The US government, on the other hand, claims that the real number of “selectees” is below 16,000 and only 2,500 of them are actually on the ‘No-Fly List’. La “No Fly List” è una lista segreta di sorvegliati speciali sospettati di terrorismo creata dalle autorità federali degli Stati Uniti. La lista contiene i nominativi delle persone che non hanno il diritto di viaggiare su un velivolo commerciale nello spazio aereo USA. Il numero di persone presenti su questa lista è oggetto di controversie. Secondo l’ACLU, ogni mese vengono inseriti 20.000 nuovi nominativi. Questo significherebbe un totale di 1.130.000 persone nel momento in cui la rivista va alle stampe. Il governo degli Stati Uniti, invece, sostiene che il vero numero di “candidati” non superi i 16.000, di cui solo 2.500 inseriti nella lista d’interdizione al volo.
government councils in the UK acknowledge they have used the powers granted under anti-terrorism laws to investigate matters as trivial as noisy children and unauthorized sales of pizza. organismi pubblici nel Regno Unito riconoscono di aver usato i poteri speciali concessi in base alle leggi antiterrorismo per indagare su idiozie come schiamazzi infantili o smercio di pizze senza licenza.
is the number of people arriving in the US between 2002 and 2003 who had to go through the Special Registration Program, aimed at males aged 16 and older from certainArab and Muslim countries. The US Special Registration program was created in 2002 as part of the ‘War on Terrorism’ and required non-US citizens to be fingerprinted, photographed and interviewed. sono le persone arrivate negli USA fra il 2002 e il 2003 che hanno dovuto sottoporsi allo speciale programma di registrazione, istituito appositamente per gli individui di sesso maschile al di sopra dei 16 anni in provenienza dai paesi arabi e musulmani. In base a questo programma creato nel 2002 nel quadro delle misure antiterrorismo, i cittadini di questi paesi dovevano farsi prendere le impronte digitali, fotografare e partecipare a uno speciale colloquio. Source/Fonte: The New York Times
Global military expenditure increased by 37% between 1997 and 2007 and reached a new peak in 2008, the highest level of spending since the cold war. La spesa militare mondiale è aumentata del 37% fra il 1997 e il 2007, raggiungendo un nuovo picco nel 2008, anno in cui si è registrato il massimo livello di spesa dai giorni della guerra fredda. Source/Fonte: Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI)’s 2007 Yearbook
PAYING UP TO US$220 DOLLARS A DAY, ROLE-PLAYING HAS BECOME A FULL-TIME JOB FOR MANY locals, IN SOME CASES EMPLOYING ENTIRE FAMILIES Con un guadagno fino a US$220 al giorno, queste forme di comparsate sono diventate un lavoro a tempo pieno per molti americani e impiegano a volte intere famiglie
08 - 09 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | VICTIMS / VITTIME
MISSING LIMBS AND FAMILIARITY WITH WAR ZONES MAKES VIETNAM VETERANS SOME OF THE BEST CANDIDATES TO PLAY THE ROLES OF VICTIMS Le mutilazioni e la conoscenza delle zone di guerra fanno dei veterani del Vietnam alcuni dei migliori candidati per il ruolo di vittime
IN 2005 THE MUSCATATUCK URBAN TRAINING CENTER BECAME THE OFFICIAL SITE FOR US HOMELAND SECURITY TRAINING IN INDIANA. IT NOW HAS A US$100 MILLION BUDGET TO CREATE A SIMULATED WAR-TORN CITY BY 2012 Nel 2005 il centro di addestramento di Muscatatuck è diventato il sito ufficiale per le esercitazioni della Homeland Security (DIPARTIMENTO SICUREZZA NAZIONALE USA) nello stato dell’Indiana. il centro ha ricevuto US$100 milioni per costruire una città dilaniata da un conflitto entro il 2012
BUILDING A REALISTIC SCENARIO IS SO IMPORTANT THAT HOLLYWOOD COMPANIES ARE OFTEN HIRED TO IMPROVE LIGHTING AND EXPLOSIONS. ONE TRICK FOR RECREATING A WAR-ZONE-LIKE SMELL IS BURYING MEAT AND BONES AROUND THE SITE Costruire uno scenario realistico è un elemento così essenziale che spesso vengono ingaggiate aziende di Hollywood per simulare al meglio le luci e le esplosioni. Uno dei trucchi usati per ricreare gli odori di una vera situazione di guerra consiste nel sotterrare carne e ossa di animali nella zona degli addestramenti
Among 2007’s most outrageous cases of civil liberties violations, 8 out of 10 were connected to the ‘War on Terror’ Fra i casi più vergognosi di violazione delle libertà civili nel 2007, ben 8 su 10 erano legati alla “guerra al terrore” Source/Fonte: American Civil Liberties Union (ACLU)
They surround me and ask me to take off my backpack. They empty my pockets, loosen my belt and handcuff me. They evacuate the tube station. “Nice laptop!”, they tell me, checking my backpack. Then they arrest me and drive me to Walworth Police Station. They take my DNA, search my flat and seize my personal belongings.
10 - 11 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
I was on my way to meet my girfriend at Hanover Square and was just waiting for the train. What was so suspicious about me? I entered the station without looking at the police officers, my jacket was allegedly too warm for the season, I was carrying a backpack, I looked at people coming on the platform, I played with my mobile phone and I took a piece of paper from inside my jacket. Is all this suspicious? I think it’s just normal. Do you know what they found particularly interesting in my pockets? A folded A4 page where I did some doodles in red ink, a small promotional pamphlet for the movie The Assassination of Richard Nixon, and an old work pass with its electromagnetic part visible. This is not making people safer, it is treating normal people as criminals, and choosing to create a surveillance state. It’s dangerous.
David Mery - 43 London UK Technologist / Tecnologo
Dopo avermi circondato mi intimano di togliermi lo zaino. Mi svuotano le tasche, mi allentano la cintura e mi passano le manette ai polsi, poi fanno evacuare la stazione della metropolitana. “Ma che bel laptop!” dicono, frugando nello zaino. A quel punto mi arrestano e mi portano al commissariato di Walworth, dove mi fanno un prelievo del DNA. Nel frattempo, perquisiscono il mio appartamento e sequestrano tutti i miei averi. Avevo appuntamento con la mia ragazza a Hanover Square e stavo soltanto aspettando la metro. Che cosa trovarono in me di così sospetto? Ero entrato nella stazione senza alzare lo sguardo verso gli agenti, la mia giacca era presumibilmente troppo pesante per la stagione, avevo uno zaino, guardavo la gente che arrivava sul binario, stavo giocherellando con il telefonino e avevo tirato fuori un fogliettino da una tasca interna della giacca. Sarebbero questi i comportamenti sospetti? Mi sembra tutto perfettamente normale. Sai cosa hanno trovato di particolarmente interessante nelle mie tasche? Un foglio piegato, formato A4, su cui avevo fatto degli scarabocchi con la penna rossa, un volantino con la pubblicità di un film, L’assassinio di Richard Nixon, e un vecchio pass che usavo al lavoro con il microchip in bella vista. Questo non è un modo per garantire la sicurezza della popolazione. Questo significa soltanto trattare dei normali cittadini come criminali, e voler creare uno stato di polizia. È pericoloso.
Police looking for bombs often find something different La polizia alla ricerca di ordigni spesso finisce per trovare altro
12 - 13 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | high alert / massima allerta
October 3, 2007 was just another rainy London afternoon when Scotland Yard’s finest rolled into central London to investigate a report of “noxious” fumes. Three hours and one smashed glass door later, firemen finally determined the source of the terror threat:“Three big bowls of chilli,” they told Thai Cottage’s manager. “It’s the smell of the chilli, not a chemical.” Il 3 ottobre del 2007, in un pomeriggio di pioggia a Londra, gli agenti di Scotland Yard confluivano verso il centro della capitale per indagare sulla segnalazione di possibili esalazioni “tossiche”. In capo a tre ore e alla rottura di una porta a vetri, i vigili del fuoco furono finalmente in grado di individuare la fonte della minaccia terroristica: «Tre pentoloni pieni di salsa al peperoncino» come comunicarono alla gerente del ristorante Thai Cottage. «È soltanto l’odore del peperoncino, non c’è nessun agente chimico».
high alert >
m as sima al ler ta >
14 - 15 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | high alert / massima allerta
On January 31, 2007, major highways, bridges and waterways in Boston were shutdown, the U.S. Northern Command was alerted and the city was in a state of panic for hours after city police mistook LED electronic light boards promoting a late-night TV program as explosive devices. Il 31 gennaio del 2007, a Boston, fu bloccato l’accesso ai principali ponti, autostrade e canali, mentre il US Northern Command veniva messo in stato di allerta e la città piombava per ore nel panico, dopo che le forze di polizia avevano interpretato erroneamente come ordigni esplosivi dei pannelli luminosi elettrici a LED che pubblicizzavano un programma televisivo in seconda serata.
January 2007, BosTON. policemen remove advertisement GENNAIO 2007, boston. LA POLIZIA RIMUOVE un cartello pubblicitario
A plane set to take off for Chicago, USA from San Diego, California in August, 2007, was forced to return to the gate after a passenger complained that four to seven men were possibly speaking Arabic and had exhibited “odd behavior.” As it turns out, the men were reportedly Iraqi Americans who had been hired to train US marines. Nell’agosto del 2007 un aereo in fase di decollo – in partenza da San Diego, in California, e diretto a Chicago – fu costretto a fare marcia indietro in seguito alle proteste di un passeggero riguardo alla presenza di quattro o sette persone dal «comportamento anomalo» che presumibilmente parlavano fra di loro in arabo. A quanto pare, i sospetti erano cittadini americani di origine irachena assunti dall’esercito statunitense per addestrare i marines.
In 2007 a “ticking” package had a Northern Kentucky University (USA) mailroom evacuated after much panic. A thorough investigation by the fire and police departments revealed that the nefarious sound belonged to two battery-operated toothbrushes sent as a gift from a university student to a relative. Nel 2007, alla Northern Kentucky University, negli Stati Uniti, un pacchetto con un “ticchettio” sospetto provocò il panico generale e l’evacuazione di una sala per lo smistamento della posta. Una più attenta indagine da parte della polizia e dei vigili del fuoco rivelò, in seguito, che quel nefasto rumore proveniva da due spazzolini da denti a pile inviati in regalo da uno studente universitario a un parente.
In March, 2008, a box sent to an Indiana, USA law firm containing a “bluish” gift bag didn’t look quite right to one of the firm’s employees. A bomb squad along with a robot nicknamed Bob were called in to remove, x-ray and blow up what turned out to be a wrapped turnip. “The turnip did not detonate,” it was reported. Nel marzo del 2008 l’impiegata di uno studio legale dello stato dell’Indiana, negli Stati Uniti, fu insospettita da una scatola ricevuta per posta che conteneva un pacchetto regalo di colore “azzurrino”. Fu quindi sollecitato l’intervento di una squadra di artificieri, coadiuvati da uno speciale robot soprannominato Bob, per rimuovere, passare ai raggi X e far brillare quella che si sarebbe rivelata essere una rapa impacchettata. «La rapa non è esplosa» fu specificato nel rapporto.
An object found during rush hour outside a Tokyo subway gate in July, 2008 caused paralysis in parts of the Japanese capital as chemical weapons experts scrambled to the downtown subway station. The suspicious object turned out to be a bottle of detergent accidentally left behind by a janitor at the station. Un oggetto rinvenuto durante le ore di punta fuori dall’entrata di una stazione della metropolitana, nel centro di Tokyo, nel luglio del 2008, ha paralizzato interi quartieri della capitale, mentre frotte di esperti di armi chimiche si riversavano nella zona. L’oggetto sospetto risultò essere un semplice flacone di detersivo dimenticato nella stazione da un addetto alle pulizie.
Planes carrying pilgrims to Mecca were diverted to a military base Aerei con a bordo pellegrini diretti alla Mecca furono scortati fino a una base militare
In January 2003, two Ariana Afghan Airlines planes carrying 291 Muslim pilgrims to Mecca, Saudi Arabia were diverted to a military base in the United Arab Emirates on suspicion that the plane had been hijacked. “We searched the planes and found a flammable gas canister,” reported an army spokesperson. “No one was arrested.” Nel gennaio del 2003 due aerei dell’Ariana Afghan Airlines, con a bordo 291 pellegrini musulmani diretti alla Mecca, in Arabia Saudita, furono scortati fino a una base militare degli Emirati Arabi Uniti con il sospetto che l’aereo fosse stato dirottato. «Dopo aver perquisito il velivolo, abbiamo trovato soltanto una bomboletta di gas infiammabile» riferì successivamente un portavoce dell’esercito. «Non è stato eseguito alcun arresto».
A “vibrating sex toy” was found by explosives experts early this year in Göteborg, Sweden after a janitor of an apartment building reported a suspicious, humming and shaking package. The area was cordoned off and heavily clad bomb experts scanned the package. “I think it had sort of died out by the time it was disarmed,” a police spokesperson reported. Un «vibro-accessorio erotico» è stato rinvenuto dagli artificieri all’inizio del 2008 a Göteborg, in Svezia, in seguito alla segnalazione da parte dell’inserviente di un condominio sulla presenza di un pacchetto sospetto che ronzava producendo uno strano tremolio. La zona è stata isolata da un cordone di agenti, mentre gli artificieri, in assetto di guerra, esaminavano il pacchetto. «Penso che l’oggetto si sia scaricato durante le operazioni di disinnesco» ha dichiarato il portavoce delle forze dell’ordine.
I was questioned for four hours and eventually arrested and detained for an entire day. All of my things were examined and copied. I assume it has something to do with my ‘Status Project’. I am working on a set of interactive maps that show how easily movements and activities of people may be tracked under the UK’s 2006 Terrorism Act.
16 - 17 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
Socially engaged artists can expect constant routine examination of their actions by state security. I know I am routinely watched and sometimes even under special investigation for my artwork. I am banned from entering the US and for a period of 18 months I was stopped every time I approached the UK border because my passport was marked. I have been offered several jobs to work for both private and national security organizations. I have also been asked by an American military corporation to help them track Al-Qaeda related websites, which I refused because it would obviously result in assassinations. I have started avoiding mobile phones, disguising my financial transactions, and disguising my travel, as here in the UK there's a feeling that at any minute you may be picked up on the street and shot dead.
Heath Bunting - 42 Bristol UK Artist / Artista
Dopo un interrogatorio di quattro ore, mi hanno sbattuto in cella per un giorno intero. Hanno spulciato e fotocopiato tutte le mie cose. Suppongo che vi fosse un legame con un progetto artistico cui sto lavorando, chiamato “Status Project”. Si tratta di una serie di mappe interattive che dimostrano quanto sia facile seguire tutti gli spostamenti e le attività dei cittadini, nel Regno Unito, dopo l’entrata in vigore della legge antiterrorismo, nel 2006. Un artista impegnato nel sociale deve aspettarsi di essere nel mirino delle forze di sicurezza. So di essere oggetto di controlli di routine e, in alcuni casi, di essere stato addirittura un sorvegliato speciale a causa del mio impegno artistico. Ho il divieto di mettere piede negli Stati Uniti e, per un anno e mezzo, venivo automaticamente fermato ogni volta che mi avvicinavo a una frontiera del Regno Unito, perché il mio passaporto era stato segnalato alle autorità. Ho ricevuto molte offerte di lavoro da strutture private o pubbliche specializzate nel settore della sicurezza. Un’azienda militare americana mi ha chiesto addirittura di aiutarli a individuare i siti web legati ad Al-Qaeda, cosa che io ho rifiutato perché ciò avrebbe comportato ovviamente una perdita di vite umane. Ho cominciato a evitare di usare il telefonino, a cercare di mascherare le mie transazioni finanziarie e i miei viaggi, dato che ormai nel Regno Unito abbiamo la sensazione che, in ogni momento, possano prelevarti per strada e farti fuori.
The terrorism-busters prowl the streets for signs of anything suspicious I cacciatori di terroristi battono le strade in cerca di qualcosa di sospetto
Chapter / Capitolo 01
18 - 19 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | squads / squadre
September 11 taught Larry Sakai that the US government needed help with homeland security. He decided to found a volunteer patrol force, recruiting family, friends and interested strangers L’11 settembre ha insegnato a Larry Sakai che le autorità statunitensi avevano bisogno di una mano per garantire la sicurezza del paese. ha deciso di istituire un corpo di volontari arruolando amici, parenti e sconosciuti interessati all’iniziativa
squa ds >
squa dre >
20 - 21 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | squads / squadre
Terrorism can happen 24-7, 365. We are on a constant state of alert Il terrorismo può colpire 24 ore su 24 365 giorni l’anno. Siamo in costante stato di allerta
It’s a sunny, beautiful Sunday morning in Louisville, Kentucky with blue, cloudless skies and a gentle breeze. Most in this city of 300,000 are settling into church, but not the admiral. From a perch behind the wheel of a rickety 37-foot houseboat, moored in a creek off the Ohio River, Larry T. Sakai considers his mission.“Homeland security is always on my mind,” says the commander of the US water patrol speaking from operation headquarters: his houseboat.“Terrorism can happen 24-7, 365. We are on a constant state of alert.” September 11 taught Sakai that the US government needed help with homeland security. Dismayed by the vulnerability of the waterways to terrorist attacks, he decided to found a volunteer patrol force, recruiting family, friends and interested strangers. A website was set up for recruitment, chapters were founded and boats were donated. A supporter in the UK even offered to send a minesweeper, but Sakai couldn’t afford the transport charges. The Louisville chapter, which is the national headquarters, has around twenty members, some more active than others. Volunteers are expected to go on patrol, file reports, be on call in case of emergency, chip in where they can for gas and supplies, and purchase a uniform.The uniforms come second hand from the Salvation Army, a fact Sakai feels ashamed of, but US$335 for something new is not affordable. Why uniforms? “It shows professionalism,” he says.“It separates us from others, so people know who we are... As far as saluting,” adds Sakai, who wears the four stars of an admiral.“Very few officers do it and I don’t care for it, but I won’t discourage it.” The admiral is now out on patrol, speaking of potential threats: a kayak, for example. It could be a recreational vehicle or a bomb. The cushions holding up docks could be packed with explosives. A cooler floating in the river could be garbage cast adrift or a terrorist device.“It’s possible,” he says.“Anything and everything on the water is possible.”
È una bella mattinata assolata questa domenica a Louisville, nel Kentucky. Il cielo è azzurro e senza una nuvola, e c’è una lieve brezza. La maggior parte dei 300.000 abitanti della cittadina sta prendendo posto in chiesa. Non l’ammiraglio, però. Dal suo trespolo dietro la ruota del timone di una sgangherata barca di 11 metri adibita ad abitazione e ormeggiata in un’insenatura sul fiume Ohio, Larry T. Sakai riflette con noi sul senso della sua missione. «Il pensiero della sicurezza nazionale non mi abbandona mai un solo istante» racconta il capo di stato maggiore della guardia fluviale statunitense, mentre ci parla dalla sede del comando operativo: la sua casa galleggiante. «Il terrorismo può colpire 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Siamo in costante stato di allerta». Se c’è una cosa che l’11 settembre ha insegnato a Sakai è che le autorità statunitensi avevano bisogno di una mano per garantire la sicurezza del paese. Di fronte alla vulnerabilità sconvolgente dei canali e altre vie fluviali come obiettivo di un eventuale attentato terroristico, l’ammiraglio ha deciso di istituire un corpo di volontari, arruolando amici, parenti e perfetti sconosciuti interessati all’iniziativa. È stato così creato un sito web per la ricerca di nuove reclute, sono stati istituiti i distaccamenti locali e ricevute in dono delle imbarcazioni. Un gentile donatore si era addirittura offerto di inviare un dragamine dalla Gran Bretagna, ma Sakai non poteva permettersi le spese di trasporto. Il distaccamento di Louisville, che è anche la sede del comando operativo, conta circa venti membri, alcuni più attivi di altri. I volontari sono tenuti a partecipare alle attività di pattugliamento, stilare rapporti, garantire la reperibilità in caso di emergenza, contribuire come possono per la benzina e i rifornimenti e comprarsi un’uniforme. Le uniformi si possono acquistare di seconda mano dall’Esercito della Salvezza, cosa di cui Sakai si vergogna un po’, ma US$335 per una divisa nuova è davvero una spesa esorbitante. Il motivo dell’uniforme? «È segno di professionalità, è un modo per distinguerci, così siamo ben riconoscibili» spiega. «Quanto al saluto militare» aggiunge Sakai, che sfoggia le quattro stellette da ammiraglio, «lo fanno in pochi e non importa, ma non disdegno». L’ammiraglio oggi è di servizio, e ci parla delle potenziali minacce: un kayak, ad esempio. Pur sembrando una semplice imbarcazione sportiva, può anche essere una bomba. I cuscinetti galleggianti usati per sostenere un molo, invece, potrebbero essere imbottiti di esplosivo. Una ghiacciaia che galleggia sul fiume può essere semplice spazzatura alla deriva, ma anche un ordigno ad opera dei terroristi. «Tutto è possibile» spiega. «Non si sa mai, sull’acqua tutto è possibile».
Using a telescope, Adm. Larry Sakai looks out for threats to homeland security L’ammiraglio Larry Sakai scruta con il telescopio in cerca di minacce alla sicurezza nazionale
If they don’t have good feelings about America… those are the ones I report Ma se il tipo non ha buoni sentimenti per l’America… non esito a segnalarlo come pericoloso
“My wife feels it has taken over my life,” the admiral says, admitting that he can’t and won’t scale back.The admiral’s officers bring similar stories. Lt. Commander Jim Masterson took off from deer hunting to patrol the river on a cloudy, cold, blistery Saturday afternoon. He has never spotted a terrorist, but he knows his presence on the river is making a difference, and he loves when the boat flies across the water at 60 mph. Would he ever give up the water patrol?“When I’m six feet under.” Lt. Commander Joseph Kerr is a house painter in civilian life. “When I wasn’t doing anything I felt helpless, so it makes me feel very secure that I’m out here looking around watching.” His children think he’s a superhero. Commander Kerr’s homeland security mission extends onto land. “Everyone I see, I want to get to know,” he explains.“Usually it turns out I’ve made a great friend. I genuinely do want learn about other cultures, and find out how they’re liking America, how they’re being treated. But if it turns out they don’t have good feelings about America… then those are the ones I would report right away.” The commanders know they’ve hit gold when the authorities tell them the information they have provided has been classified.“If I make a report and it becomes classified,” Commander Kerr explains, “that’s the only way we can know that we broke a [terrorist] cell. As long as they keep discussing it with us, that means it turned out to be nothing.”
Looking for his lost cell phone, Admiral Larry Sakai of the US Water Patrol contemplates diving in Mentre cerca il telefonino smarrito, l’ammiraglio Larry Sakai della US Water Patrol medita sull’opportunità di farsi un tuffo
«Mia moglie pensa che quest’attività stia assorbendo troppo la mia vita» ammette l’ammiraglio, confessando però di non potere né voler ridurre il suo impegno. Tutti gli uomini dell’ammiraglio si fanno l’eco di simili storie. Il capitano di corvetta Jim Masterson ha rinunciato ad andare a caccia di cervi per pattugliare il fiume un sabato pomeriggio nuvoloso, freddo e inclemente. Non ha mai avvistato un terrorista, ma sa che la sua presenza sul fiume è un contributo decisivo per la sicurezza del paese, e adora sfrecciare sull’acqua a più di 100 chilometri l’ora. Pensa di ritirarsi un giorno dalla pattuglia di guardie fluviali? «Certo, quando sarò tre metri sottoterra». Capitano di corvetta, Joseph Kerr da civile di mestiere fa l’imbianchino. «Quando non facevo nulla mi sentivo impotente, per questo ora, da quando esco in missione a controllare le cose, mi sento molto più sicuro». Agli occhi dei figli, è un supereroe. La sua missione per difendere il paese sconfina anche sulla terra ferma per il capitano Kerr. «Cerco di conoscere tutte le persone che incontro» spiega. «Di solito va a finire che mi faccio nuovi amici. Sono sinceramente interessato alle culture di altri paesi, voglio sapere se sono contenti qui in America e come sono trattati. Ma se il tipo non ha buoni sentimenti per il mio paese… allora non esito un secondo a segnalarlo come pericoloso». I capitani sanno di aver fatto centro quando le autorità comunicano che le informazioni da loro fornite sono state classificate come segreto nazionale. «Se faccio rapporto e diventa un’informazione militare riservata» spiega il capitano Kerr «è l’unico mezzo a nostra disposizione per sapere che abbiamo sgominato una cellula [di terroristi]. Fintanto che continuano a parlarne liberamente con noi, significa che era solo un falso allarme».
What’s behind that overgrown bush? Cosa c’è dietro quella siepe incolta?
Chapter / Capitolo 02
24 - 25 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | squads / squadre
For Pete and Verna, a typical patrol lasts four hours and covers 100 miles. They are always on time and don’t stop for snacks Per Pete e Verna, un classico turno di pattuglia dura quattro ore per coprire una distanza di circa 160 chilometri. Sono sempre puntuali e non fanno mai pause, neanche per uno spuntino
26 - 27 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | squads / squadre
Uniform: dark green short sleeves, khaki pants ID tags. Mission: patrol the streets looking for anything suspicious Uniforme: polo verde scuro a maniche corte, pantaloni kaki, piastrina di riconoscimento. Missione: pattugliare le strade per controllare ogni movimento sospetto
Homeland Security volunteers Verna Van Hee, 73, a retired nurse, and her husband Frank Van Hee, 72 , a retired healthcare administrator nicknamed Pete, report for duty. Seatbelt check Pete:“Everybody secure?” With that they are off, checking schools, city hall, power stations and parking garages. Their route is random by design, a security strategy to keep terrorists guessing. “The whole purpose is deterrent,” says Pete. “They’re going to say, ‘Darn these homeland security vehicles are here all the time’.” NH Jones Elementary School Pete:“That’s interesting. That car wasn’t parked properly so I looked at him and he’s now going back and parking somewhere else.” Verna:“Sometimes we get respect, other times people pass us as if we weren’t there.” Patrol car stops at a red light. Pete turns his head to the left and notices an overgrown bush. Pete:“It’s interesting. You come to a corner many times, then one day people plant a bush that obscures your visibility.” Evergreen Elementary School Outside the school, a child is crying. Two adults comfort her as the patrol pulls up. Pete:“Everything OK?” Unidentified adult:“She doesn’t want to go to school.” Moving on… For Pete and Verna, a typical patrol lasts four hours and covers 100 miles. They are dedicated, always on time and don’t stop for snacks. “We never get out of the car,” says Verna. “It’s a security precaution.”
I volontari per la Sicurezza nazionale Verna Van Hee, 73 anni, infermiera in pensione, e il marito Frank Van Hee, 72 anni (detto Pete), amministratore sanitario in pensione, prendono servizio. Controllo delle cinture di sicurezza Pete: «Tutti ai loro posti?». Con queste parole comincia la ronda per controllare scuole, municipio, centrali elettriche e parcheggi. L’itinerario è volutamente casuale, una strategia di sicurezza per disorientare i terroristi. «Ha solo funzioni deterrenti» spiega Pete. «Così quelli pensano “Cribbio queste auto della Sicurezza nazionale sono sempre dappertutto”». Scuola elementare NH Jones Pete: «Guarda un po’. Interessante. Quell’auto era parcheggiata male, così sono andato a dare un’occhiata, e adesso il tipo torna indietro e va a parcheggiare da un’altra parte». Verna: «A volte ci mostrano rispetto, ma in alcuni casi la gente ci passa davanti come se non esistessimo». L’auto di pattuglia si ferma al semaforo... Pete gira la testa e nota una siepe incolta. Pete: «Questo sì che è interessante. Passi una marea di volte di fronte a quest’incrocio, e un bel giorno qualcuno ha piantato una siepe che nasconde la visuale». Scuola elementare Evergreen C’è una bambina in lacrime fuori dalla scuola. Due adulti cercano di consolarla, mentre l’auto si accosta. Pete: «Va tutto bene?». Sconosciuto: «La piccola non vuole andare a scuola».
Location: Marion County Sheriffs Building, Ocala, Florida. Equipment: clipboard, binoculars, spotlight. Vehicle: Toyota Prius hybrid, with nitrogen filled tires for better mileage. Località: Ufficio dello sceriffo della contea di Marion County, Ocala, Florida. Attrezzatura: tavoletta per appunti, binocolo, riflettore. Veicolo: Toyota Prius hybrid, con pneumatici gonfiati all’azoto per una migliore tenuta e consumi ridotti.
FLORIDA HOMELAND SECURITY PATROL, PLACE: OCALA, MARION COUNTY, FLORIDA FLORIDA HOMELAND SECURITY PATROL, PLACE: OCALA, MARION COUNTY, FLORIDA
Neither Verna nor Pete could remember precisely when they started with the patrol, but over the years, they have seen and reported on some strange doings: an ice cream truck parked at a school at 10:00 A.M. in the morning, an unlocked construction fence, an old man with some boys on an athletic field, a cow in the road. Pete and Verna haven’t foiled any terrorist attacks, at least none that they know of, but they know they are making a difference as there has not been a repeat of 9/11. They’ve gotten to know the county up and down, and the good habits learnt on patrol have carried through to their daily life. “I’m now more apt to notice people walking down the sidewalk in a strange outfit,” says Verna. “Whenever we’re out in the car,” adds Pete, “we’re looking around.” The volunteers arrive back at the main Sheriff’s complex. Prisoners in green and white striped suits greet them with soap and hoses. The patrol vehicle is washed. They hand in their car keys, clipboard, binoculars and report. Yet another shift ends and Pete and Verna will be back next week.
Pronti per nuove avventure… Per Pete e Verna, un classico turno di pattuglia dura quattro ore per coprire una distanza di circa 160 chilometri. Sono scrupolosi, sempre puntuali e non fanno mai pause, neanche per uno spuntino. «Non scendiamo mai dalla macchina» spiega Verna. «È una precauzione di sicurezza». Né Verna né Pete sono in grado di ricordare esattamente quando hanno cominciato a pattugliare le strade, ma nel corso degli anni hanno potuto vedere e denunciare una serie di strani incidenti: un camioncino dei gelati parcheggiato di fronte a una scuola alle 10 del mattino; il cancello di un cantiere che era rimasto aperto; un vecchio insieme ad alcuni ragazzi su un campo di atletismo; una mucca persa per strada.
Whenever we’re out in the car we’re looking around Quando siamo in macchina ci guardiamo sempre attorno
Pete e Verna non hanno sventato nessun attentato terroristico, per lo meno niente di cui siano al corrente, ma sanno di fare un lavoro prezioso dato che non si è più ripetuto qualcosa come l’11 settembre. Ormai conoscono la contea palmo a palmo, e le buone abitudini imparate in servizio sono diventate un riflesso automatico nella vita di tutti i giorni. «Adesso quando vedo un tipo vestito strano sul marciapiede, mi si accende un campanello» racconta Verna. «Quando siamo in macchina» aggiunge Pete «ci guardiamo attorno». I volontari sono di ritorno all’ufficio centrale dello sceriffo, dove sono accolti dai detenuti in divisa a righe bianche e verdi armati di pompa e sapone. L’auto di pattuglia viene lavata. La coppia restituisce le chiavi della macchina, la tavoletta per appunti, il binocolo e il rapporto. Si conclude così l’ennesimo turno di ronda di Pete e Verna. Appuntamento alla prossima settimana.
The volunteers arrive back at the Sheriff’s complex I volontari sono di ritorno all’ufficio dello sceriffo
I received a call from a friend at the University of Nottingham. There were lots of police officers in my office, he said. I rushed to work thinking there had been a burglary, but when I arrived I was immediately handcuffed, arrested and taken to the police station. I was searched, fingerprinted, footprinted, my DNA was sampled, and I was put in a cell for about 10 hours before being asked a single question.
30 - 31 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
I went through more than 20 hours of interviews because an edited version of the Al-Qaeda training manual - an open-source document downloaded from the US Department of Justice website - was on my computer. My friend forwarded the document to me because I was helping him draft his PhD proposal on radical Islam. I was completely shocked by the surreal scenario. I was kept in custody for six days as officers went through every detail of my life with intense scrutiny: my activism, my books, my writing, my love life, my photography, my work in theater and dance and my cartoons. When they failed to find anything they tried to quickly deport me for immigration charges. An obvious abuse of power, this sets a very dangerous precedent by stifling freedom of speech, needed now more than ever in the fight against extremism.
Hicham Yezza - 30 Nottingham UK Activist / Attivista
Ricevetti la telefonata di un amico dall’Università di Nottingham. Mi informava che il mio ufficio era pieno di poliziotti. Corsi al lavoro pensando che si trattasse di un furto, ma non appena arrivai mi misero le manette, mi arrestarono e mi portarono al commissariato. Mi perquisirono, mi presero le impronte delle mani e dei piedi, prelevarono un campione del mio DNA e mi rinchiusero in una cella per una decina di ore, prima di pormi la benché minima domanda. Fui sottoposto a oltre ventiquattro ore di interrogatori, perché avevano trovato sul mio computer la versione ridotta di un manuale di addestramento di Al-Qaeda, un documento open-source scaricato dal sito web del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Era un amico che mi aveva inviato quel documento, dato che lo stavo aiutando a redigere la sua candidatura per un dottorato sul radicalismo islamico. Completamente sotto shock per quella situazione surreale, rimasi agli arresti per sei giorni mentre gli agenti passavano al setaccio ogni particolare della mia vita: l’attività politica, i libri, la scrittura, la mia vita sentimentale, le foto, i miei lavori di danza e teatro, i fumetti. Non riuscendo a trovare niente a mio carico, cercarono addirittura di farmi espellere per direttissima come clandestino. Fu un ovvio caso di abuso di potere, che rappresenta un precedente estremamente pericoloso, un tentativo di imbavagliare la libertà di parola così necessaria, oggi più che mai, per combattere l’estremismo.
In times of war, hordes of soldiers are needed, and all are welcome In tempo di guerra c’è un bisogno continuo di nuove reclute e tutti i candidati sono i benvenuti
32 - 33 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | volunteers / volontari
Job description: marine border patrol. The sea lions carry handcuffs attached to ropes which they can clamp around the leg of a suspect. Special ability: they are tireless. a sea lion can carry out repeated dives of up to 984 feet Efficiency: high. Sea lions are intelligent, have acute underwater directional hearing and work well in low light conditions. Mansioni: pattugliamento delle acque territoriali. i leoni marini sono muniti di speciali manette fissate con corde, che possono serrare intorno alle caviglie di un sospetto. Doti particolari: infaticabile e resistente, un leone marino può eseguire una sfilza di immersioni a 300 metri. Efficienza: elevata. I leoni marini sono intelligenti, dotati di un udito subacqueo direzionale estremamente sviluppato, CON buone prestazioni in CASO di POCA luce.
vol unt eers >
vo lon ta ri >
34 - 35 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | volunteers / volontari
Job description: screen large areas for unexploded bombs. Special ability: Sensitivity. After being exposed to the odor of explosive materials, bees can search for hours. Efficiency: high. Bees feel at home in most climates and are found all over the world. Plus, they are a very cheap squad: a hive with up to 65,000 bees costs US$100 and the entire bunch can be trained in just two hours. Mansioni: possono setacciare vaste aree alla ricerca di bombe inesplose. Doti speciali: sensibilità. Dopo essere state esposte all’odore di materiali esplosivi, le api possono impegnarsi in attività di ricerca per ore. Efficienza: elevata. Le api si sentono a casa loro in ogni clima e sono diffuse su tutto il pianeta. Non solo, permettono anche di organizzare un intero plotone a costi ridotti: un alveare di 65.000 api costa US$100 e può essere addestrato nel giro di appena due ore.
36 - 37 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | volunteers / volontari
Job description: finding land mines Special ability: being light. A rat can stand on a land mine without triggering it. Efficiency: high. Beyond their highly developed sense of smell, they are cheap (a trained rat costs five times less than a sniffing dog), small (easier to transport), resistant to disease, and they only ask for a piece of banana or a peanut in return. Mansioni: localizzazione di mine antiuomo. Doti speciali: di peso ridotto, possono calpestare una mina senza farla esplodere. Efficienza: elevata. Oltre a possedere un olfatto particolarmente sviluppato, presentano un notevole vantaggio economico (un ratto addestrato costa cinque volte meno di un cane da fiuto), sono di poco ingombro (e quindi facili da trasportare), resistenti alle malattie e come compenso chiedono solo un pezzetto di banana o una nocciolina.
Job description: marine border patrol Special ability: exceptional sonar. Dolphins are more efficient than any man-made sonar in detecting objects along the sea floor. Efficiency: high. Beyond their sonar capabilities, dolphins can handle high temperatures. Mansioni: pattugliamento delle acque territoriali. Doti speciali: ottime funzionalità sonar. I delfini sono molto più efficaci di qualunque sonar di produzione umana per individuare eventuali oggetti sul fondo marino. Efficienza: elevata. Al di là delle capacità sonar, i delfini possono sopportare alte temperature.
Job description: finding land mines. Special ability: focus. Pigs basically think about eating and sleeping, so if they learn that they will get food from finding mines, bingo! Efficiency: satisfactory. One unfortunate vulnerability pig soldiers must bear is their weight, which can lead them to detonate some of the mines they find. Mansioni: localizzazione mine antiuomo. Doti particolari: determinazione. I maiali fondamentalmente pensano solo a mangiare e dormire, per questo se imparano che, trovando mine possono ricevere in cambio cibo, IL GIOCO è fattO! Efficienza: soddisfacente. Purtroppo, uno dei punti deboli per il soldato suino è il peso, che rischia di farlo esplodere ogni volta che scopre una mina.
I called 911 [emergency services] and the medics came right away, followed by the police. At the time I was working with my art group, Critical Art Ensemble, on a project about genetically modified agriculture for the Massachusetts Museum of Contemporary Art and my home lab was full of basic, innocuous biological equipment. They found it suspicious and called the FBI [Federal Bureau of Investigation]. I tried to explain that I was a professor at the University of Buffalo and that my specialty was the intersection between art and science, but they weren’t convinced.
38 - 39 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
The following day I was detained for 22 hours on suspicion of bioterrorism. FBI agents raided my home and seized books, computers, manuscripts and art materials. They also removed my wife’s body from the county coroner for further analysis. I was then indicted on mail and wire fraud charges and faced 20 years in prison under the US Patriot Act. It took four years for me to be cleared of all charges. I am now working on a project on radioactivity and the myth of the “dirty bomb”. I want to show how the Bush administration has been using false scientific knowledge to increase fear of terrorism. They are trying to make you fear something that doesn’t exist.
Steve Kurtz - 50 Buffalo USA Artist / Artista
Ho chiamato il 911 [il numero delle emergenze] e sono arrivati immediatamente i medici, seguiti a ruota dalla polizia. All’epoca lavoravo con il mio gruppo, il Critical Art Ensemble, a un progetto sull’agricoltura OGM per il museo di Arte contemporanea del Massachusetts e il mio laboratorio di casa era pieno di banalissime e innocue attrezzature di biologia. Loro, però, trovando la cosa sospetta, fecero intervenire l’FBI [Federal Bureau of Investigation]. Provai a spiegare che facevo il professore alla University of Buffalo e che mi occupavo delle interazioni fra arte e scienza, ma questo non sembrò convincerli. Il giorno dopo mi ritrovai rinchiuso in cella per 22 ore, sospettato di bioterrorismo. Gli agenti dell’FBI rivoltarono la casa da cima a fondo, sequestrando libri, computer, manoscritti e materiale artistico. Hanno anche prelevato il corpo di mia moglie all’obitorio per fare ulteriori analisi. Ho rischiato 20 anni di carcere ai sensi del Patriot Act. Mi ci sono voluti quattro anni per essere completamente prosciolto. Oggi sto lavorando a un progetto sulla radioattività e le fantomatiche “bombe sporche”. Vorrei dimostrare che l’amministrazione Bush ha falsificato le prove scientifiche, per alimentare la fobia del terrorismo. Stanno cercando di farci paura con qualcosa che non esiste
Our reporter finds out he wouldn’t survive a terrorist attack Il nostro reporter scopre che in un attentato ci lascerebbe la pelle
40 - 41 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | frontline / prima linea
Students come from far and wide for Jim Wagner’s anti-terrorism reality training, from a 50-year-old major in the Trinidad and Tobago Defense Force to John, a frail 20-something gym teacher from Kentucky studenti di tutte le latitudini e di ogni estrazione partecipano al corso di tecniche antiterrorismo dI Jim Wagner. Dal maggiore delle forze armate di Trinidad e Tobago DI 50 ANNI, al mingherlino insegnante ventenne di educazione fisica del Kentucky
pri ma li nea >
front line >
42 - 43 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | frontline / prima linea
You’d be dead right now if you did that with a live grenade Saresti già morto da un pezzo se fosse stata una vera esplosione
Jim Wagner, a former solider, SWAT officer, diplomatic bodyguard, and counterterrorist agent for the US government has made a living for the last decade teaching “Reality-Based Survival” classes to civilians and soldiers all over the world. About a dozen students, all adult men, mill about the gymnasium as the TERRORISM SURVIVAL lesson begins. Wagner stands aside a table topped with an arsenal of plastic handguns and BB guns. “I just printed this article,” he says, referring to a piece titled ‘Feds warn of terror plot against NYC subways’. “Just goes to show you that terrorists are planning to attack New York City over the holidays.” “Grenade!” someone yells as two grenades roll towards the center of the room and everyone leaps to the ground. BOOM! BOOM! The grenades explode. “Ok, everyone get up,” Wagner says. “Now,” he says to me. “What did you do when you saw the grenades?” “Well,” I reply. “I just sort of hid in the corner.” “You’d be dead right now if you did that with a live grenade.” I imagine he is right and nod, slightly embarrassed, as he goes over the basics of grenade attack survival: yell “Grenade!” and dive to the ground, belly down, feet together, heels to the grenade, hands over ears, eyes closed and mouth open. Wagner then turns to the topic of terrorist motives and tactics, from nationalists, religious extremists, anarchists and kidnappers to narco-terrorists, racially-motivated terrorists, hijackers and skyjackers. “Why have we seen a decrease in domestic terrorism in the last decade?” Wagner asks the class. “Because we’re too busy fighting Al-Qaeda?” one student replies. “Nope,” Wagner answers. “It’s because - and I’m not taking sides here - statistics show that there are less acts of domestic terrorism in the US when we have a Republican president.” The students nod. The one week course is a combination of lectures, exercises and role-playing. In one scenario, Wagner and his assistants play terrorists executing civilians with AK-47s. I assume the appropriate position to survive the grenades but while on the ground I am executed because, as Wagner explains, I was moving and the best way to survive a “clean up” is to play dead. In another airport scenario two students and I are picked to play the terrorists and run into the ‘terminal’ shooting everyone in site. “How did it feel?” Wagner asks. “It was exciting,” I reply, at risk of saying it felt ‘good’. Wagner soon has us admit that we had no idea who we shot at, shooting the first people we saw in the center of the room. The lesson? Don’t stand in the center of the room.
A COLORS reporter gets ready to play dead Un reporter di COLORS si appresta a fare il morto
Sono dieci anni che Jim Wagner – ex soldato, ufficiale SWAT (le unità tattiche statunitensi), guardia del corpo diplomatica e agente governativo antiterrorismo – si guadagna da vivere come animatore in speciali corsi di “sopravvivenza reality” frequentati da civili e soldati di tutto il mondo. Una decina di partecipanti, tutti uomini e adulti, prendono posto rumorosamente nella palestra mentre comincia la lezione di TERRORISM SURVIVAL. Wagner sta in piedi vicino a un tavolo ricoperto da un arsenale di pistole di plastica e fucili ad aria compressa. «Ho appena stampato quest’articolo» annuncia, sventolando un testo dal titolo “FBI in allerta: progetto di attentato nella metro di NY”. «Ecco la dimostrazione che i terroristi durante le vacanze intendono colpire New York». «Granata!» si sente urlare, mentre due granate rotolano verso il centro della sala e tutti si gettano a terra. BOOM! BOOM! Echeggiano le esplosioni. «Okay, adesso tutti in piedi» urla Wagner. «Allora» dice, rivolgendosi a me. «Cosa hai fatto quando hai visto le bombe a mano?». «Beh» dico io. «Sono andato a rannicchiarmi in un angolo». «Allora saresti già morto da un pezzo, se fosse stata una vera esplosione». Sapendo che tanto ha ragione lui, annuisco un po’ imbarazzato, mentre comincia a esporre le regole fondamentali per sopravvivere alla deflagrazione di una bomba a mano: bisogna urlare «Granata!» e buttarsi a terra a pancia in giù, a piedi giunti con i talloni in direzione dell’ordigno, mani sulle orecchie, occhi chiusi e bocca aperta. Wagner passa in rassegna i moventi e le tattiche del terrorismo, dai nazionalisti agli estremisti religiosi, dagli anarchici ai narcoterroristi, dal terrorismo con radici etniche ai sequestri, ai dirottatori di navi e aerei. «Perché stiamo assistendo a un calo del terrorismo sul territorio nazionale in quest’ultimo decennio?» chiede Wagner alla classe. «Perché ci stiamo impegnando su tutti i fronti per combattere Al-Qaeda?» replica uno studente. «Macché!» risponde Wagner. «Il motivo è semplice – e mi astengo da ogni giudizio politico – le statistiche dimostrano che, da quando abbiamo un presidente repubblicano, gli attentati sul territorio degli Stati Uniti sono diminuiti». Gli studenti annuiscono. Il corso, della durata di una settimana, è un mix di lezioni, esercitazioni e giochi di ruolo. In una “messa in situazione” Wagner e i suoi assistenti interpretano un gruppo di terroristi che fa strage di civili a colpi di AK-47. Pur avendo adottato tutte le precauzioni per sopravvivere alle bombe a mano, mentre sono disteso a terra
Self-defense lessons involve fake dynamite sticks pistols and AK-47s Le lezioni di autodifesa prevedono l’utilizzo di falsi candelotti di dinamite pistole e AK-47
The students come from far and wide for Wagner’s famous brand of anti-terrorism reality training, from a 50-year-old major in the Trinidad and Tobago Defence Force to John, a frail 20-something gym teacher from Kentucky. “How many school shootings havethere been?” says John. “No one is teaching how to survive that kind of attack.” Kevin, a hunter and mill owner from Connecticut,has returned with a coworker for another Wagner course. “These last few weeks, we’ve been getting excited... ‘Only two weeks until Wagner!’” he tells me. “This is something I can teach my kids. I mean, I’m not going to teach them about the eye-gouging, but everything else is good for them to know.” “I don’t think I’m ever going to meet a terrorist,” Kevin adds. “But I’m a small guy and if someone were to pin me down, I’d like to know how to get them off me. Wagner taught me that!”
vengo crivellato di pallottole perché – come spiega Wagner – mi stavo muovendo, e il modo migliore per scampare a una “esecuzione di massa” è far finta di essere morto. Nella simulazione all’aeroporto vengono scelti due studenti per interpretare il ruolo dei terroristi: devono fare irruzione nel “terminal” sparando su tutti gli astanti. «Come ti sei sentito?» chiede Wagner. «Ero gasatissimo» rispondo io, rischiando di svelare quanto ti mi fossi “divertito”. Wagner ci fa subito notare che abbiamo cominciato a sparare a caso aprendo il fuoco sul centro della sala. La morale? Mai stazionare al centro di una sala. La classe si lancia poi in perlustrazione per tutta la palestra, alla ricerca di ordigni esplosivi. Troviamo una bomba dentro una ventiquattrore. Un’altra è nascosta nelle pagine di un libro su Ronald Reagan, e fra i tre ordigni che gli studenti non sono stati in grado di localizzare c’è una lattina pronta a esplodere nel momento in cui la si raccoglie da terra. «Qual è il migliore nascondiglio per una bomba?» chiede Wagner. «Dappertutto» risponde, mentre l’assistente Carlini apre il giubbotto svelando la presenza di sei candelotti di dinamite all’interno e un detonatore che tiene in mano. «Lo sapevo!» esclama uno degli studenti. Ci sono studenti di tutte le latitudini e di ogni estrazione che partecipano al famoso corso di addestramento e pratica alle tecniche antiterrorismo organizzato da Wagner. Dal cinquantenne maggiore delle forze armate di Trinidad e Tobago, di nome John, al mingherlino insegnante di educazione fisica di una ventina d’anni sbarcato dal Kentucky. «Quante sparatorie succedono all’interno delle scuole?» esordisce John. «Eppure, nessuno ci ha mai insegnato come cavarcela in caso di attacco». Kevin, appassionato di caccia e proprietario di una fabbrica nel Connecticut, è tornato con uno dei suoi collaboratori per seguire una seconda volta il corso di Wagner. «Queste ultime settimane eravamo così eccitati… non facevamo che ripeterci:“Mancano solo due settimane al corso di Wagner!”» racconta. «Sono tutte cose che posso insegnare ai miei figli. Certo, niente eye-gouging [tecnica di difesa per pressione dei pollici sotto il bulbo oculare], ma per il resto sono tutte cose interessanti che devono sapere». «Non credo che incontrerò mai un terrorista sulla mia strada» aggiunge Kevin. «Ma sono un tipo bassetto e se qualcuno cerca di stendermi, per lo meno voglio sapere come trarmi d’impaccio. E questo Wagner me l’ha insegnato!».
44 - 45 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | frontline / prima linea
The class then heads on a bomb search throughout the gymnasium. One is a briefcase bomb, another is hidden in the pages of a book on former US president Ronald Reagan, and among three of the bombs the class is unable to find is a can of sodapop rigged to explode when picked up. “Where is the best place to hide a bomb?” Wagner asks. “Anywhere,”he says as his assistant Carlini unzips his jacket to reveal six sticks of ‘dynamite’ and a detonator in his hand. “I knew it!” yelps one of the students.
I was arrested on 15 December 2001 at the Pakistani border on my way from Islamabad to Afghanistan to cover the arrival of the new regional government in Kandahar. Saddah, my colleague from Al Jazeera, went through but I was arrested. The officer showed me a document he claimed was from Pakistani intelligence. My name was misspelled, my passport number was wrong, even my date of birth was incorrect, so I figured some mistake had been made and I would be released within hours. I spent seven years in three secret detention centers without ever being charged with a single crime. I was even denied the right to be put on trial. 46 - 47 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemY 345 / NEMICO 345
None of us knew we would be detained in Guantanamo until the plane landed. Personally, I did not loose hope that I would soon be released, especially after the interrogators told me that I had been taken by mistake and that I would be the first to be released.
They thought I had filmed an interview with Osama bin Laden. I told them I was not the cameraman they were looking for, nor was I even in Afghanistan when the interview took place - my passport showed that I was in another country at the time. But they did not believe me. Later, during over 200 interrogations at Guantanamo, I was repeatedly asked about who’s who in Al Jazeera. They were trying to turn me against my employer and into an American spy.
Sami El-Haj - 38 Sudan Cameraman Al Jazeera
Mi arrestarono il 15 dicembre del 2001, alla frontiera pachistana. Ero partito da Islamabad per andare a fare un servizio in Afghanistan sull’insediamento del nuovo governo regionale a Kandahar. Saddah, un altro collega di Al Jazeera, riuscì a passare. Io no. L’agente tirò fuori un documento, dicendo che erano i servizi segreti pachistani. L’ortografia del mio nome però era sbagliata, come anche il numero di passaporto e la data di nascita, così pensai che fosse soltanto una svista e che mi avrebbero rilasciato nel giro di qualche ora. Ho passato sette anni in tre centri di detenzione segreti, senza nessun capo d’accusa specifico. Mi hanno negato persino il diritto a un processo.
Nessuno di noi sapeva che saremmo finiti a Guantanamo finché l’aereo non ha toccato terra. Personalmente, non avevo perso la speranza di poter essere liberato in tempi brevi, soprattutto quando, durante gli interrogatori, mi avevano detto che ero stato fermato per sbaglio e che sarei stato il primo a essere rilasciato.
Pensavano che avessi filmato un’intervista a Osama bin Laden. Dissi loro che non ero il cameraman che stavano cercando, e che non mi trovavo neanche in territorio afgano al momento dell’intervista: come mostrava il mio passaporto, all’epoca stavo addirittura in un altro paese. Ma non vollero credermi. In seguito, durante gli oltre 200 interrogatori cui fui sottoposto a Guantanamo, cercarono ripetutamente di ottenere informazioni sui dirigenti di Al Jazeera, per mettermi contro il mio datore di lavoro e fare di me una spia americana.
48 - 49 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemY 345 / NEMICO 345
It is almost impossible to relate all that I was subjected to. But, generally speaking, all detainees endured two types of torture: physical and psychological. Physically, we were routinely beaten all over our bodies and I still suffer from a permanent knee injury. At times, they would make us lie on the ground as they walked on our backs. Sometimes they would keep us shackled and tied to the ground for days. When I was on hunger strike I was force-fed twice a day. First I would be belted down with 12 to 16 different straps, including one that would wrench my head back. Then a tube would be recklessly fed through my nose and down into my stomach. The psychological torture was even worse, especially when under the supervision of a psychologist. It included anything from insulting detainees and calling them names to humiliating them by insulting Islam, for example by tearing the Quran and throwing it into the toilet. Sometimes they would order us to undress and sit in degrading positions. They prevented us from washing and bathing for months, and I will never forget the day they called me a black slave because of my dark skin.
First, I thank God for helping me throughout these terrible years. It was my belief in Him and my unshakable hope that He was the only one who could end my suffering, that gave me the patience I needed. Second, my background in journalism provided me with an endless source of power. As a journalist always digging for information and seeking to report untold stories, I found myself in a place that no other colleague had access to. Although I had no camera, I tried to rise above my own pain to capture and store as much as I could. The biggest problem was how to get this information out to the media and to all those who could help. The brave lawyers who volunteered to defend us, working tirelessly towards our release, were our only window to the outside world. I send a big thank you to all those who made us feel we were not alone.
A normal day in Guantanamo would start and end in an iron cell of 90 x 70 inches (2.3 x 1.8 meters). The cell was lit 24 hours a day and used for sleeping although neither a bed nor sheets were provided. This cell also served as ones dining and bathroom. It was unbelievably hot in the summer and below 0 in winter. There were constant water shortages and food was measured in grams. We were not allowed to read books, speak to anyone, including the guards, or interact with the outside world in any way, shape or form.
Yes, throughout my six years in Guantanamo I was identified as number 345. I also had a number when I was in Bagram Air Base in Afghanistan: 35. In Kandahar I was number 448. Calling you by a number is simply an extreme form of humiliation. They strip you of your basic rights and don’t recognize or treat you as human being. Torture, harassment and all sorts of inhumane treatment are easier justified when one is reduced to nothing more than a number.
After years of the so-called ‘war on terror,’ I think the world has become a more terrifying place to live in. Under the banner of countering terrorism we have witnessed individual and collective human rights abuses everywhere. Now more than ever, a coordinated international effort is needed to stand up to and stop these violations.
A few months ago, it was difficult to even think of my release and all that may follow. Speaking with colleagues in the media and answering their questions about Guantanamo was just beyond my imagination. But it is a great feeling when you regain your freedom and rejoin family and friends after six long years of unjust detention. I’m proud of my network and happy to lead the new desk for “Public Liberties and Human Rights”. When I was still in Guantanamo, I wondered how I could contribute to the defense of Human Rights as a journalist. Now, with this new initiative, I feel I am able to fulfill my dreams and become a voice for the voiceless.
È impossibile raccontare tutto quello che mi hanno fatto. Diciamo che, in genere, tutti i detenuti sono vittime di due forme di tortura: fisica e psicologica. Da un punto di vista fisico, botte e percosse su tutto il corpo erano all’ordine del giorno. Soffro ancora di lesioni permanenti al ginocchio. A volte ci facevano sdraiare per terra e ci camminavano sulla schiena. Capitava anche che ci tenessero per giorni incatenati e legati al suolo. Quando facevo lo sciopero della fame, mi obbligavano due volte al giorno all’alimentazione forzata. Prima m’immobilizzavano in posizione supina, legandomi con una serie di cinghie, da 12 a 16 a seconda dei casi, di cui una usata per tenermi la testa all’indietro; poi, senza troppi convenevoli, mi ficcavano una sonda dentro il naso giù fino allo stomaco. La tortura psicologica era anche peggiore, soprattutto con la supervisione di uno psicologo. Usavano varie tecniche, dagli insulti alle parolacce, o ad altre forme di umiliazione, come offendere l’Islam strappando le pagine del Corano per gettarle nel gabinetto. A volte ci ordinavano di spogliarci e di sederci in posizioni degradanti. Ci impedivano di lavarci e di fare il bagno per mesi, e non scorderò mai il giorno in cui mi hanno urlato “schiavo nero” perché ho la pelle scura.
Per prima cosa ringrazio Dio per avermi aiutato in tutti questi anni terribili. È stata proprio la fede in Lui e l’incrollabile speranza che fosse Lui l’unico in grado di porre fine alle mie sofferenze ad avermi dato tutta la pazienza di cui avevo bisogno. In secondo luogo la mia formazione giornalistica, che è stata una fonte di energia inesauribile. Da giornalista, abituato a scavare, sempre a caccia d’informazioni per raccontare le storie nascoste,
mi sono ritrovato improvvisamente in un luogo inaccessibile a tutti i miei colleghi e, anche senza telecamera, ho cercato di superare tutto il mio dolore per captare e registrare il maggior numero d’informazioni possibili. La principale difficoltà era trovare un canale per comunicare con l’esterno, e trasmettere quelle informazioni ai media e a tutte le persone che potevano darci una mano. I coraggiosi avvocati che si sono offerti volontari per difenderci e che lavoravano instancabilmente per la nostra liberazione erano la nostra unica finestra sul mondo. Un gran ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno fatto sentire che non eravamo soli.
Una normale giornata a Guantanamo cominciava e terminava all’interno di un cubicolo di ferro di 2,3 x 1,8 metri. La cella era illuminata ventiquattro ore su ventiquattro con luce artificiale, e questo pur essendo considerata la zona notte, anche se non avevamo un letto né le lenzuola. Il cubicolo serviva anche come zona pasti e bagno. D’estate era un vero e proprio forno, mentre d’inverno si raggiungevano temperature sotto lo zero. C’era una costante penuria d’acqua e il cibo veniva calcolato in grammi. Non avevamo il permesso di leggere libri, né di parlare con chicchessia, guardie incluse, né tanto meno di interagire con il mondo esterno in qualunque modo.
Certo, durante i sei lunghi anni che ho trascorso a Guantanamo mi avevano identificato con il numero 345. Mi avevano dato un numero anche quando ero nella base aerea di Bagram, in Afghanistan: il 35. A Kandahar, invece, ero il numero 448. Chiamare una persona per numero è una forma
di umiliazione estrema. Vieni spogliato dei tuoi diritti fondamentali e non sei più riconosciuto né trattato come un essere umano. La tortura, i soprusi e qualunque altra forma di trattamento disumano sono più facilmente giustificabili quando la persona viene ridotta a un semplice numero.
Dopo anni di così detta “guerra al terrore”, penso che oggi il mondo sia diventato un luogo ancora più terrificante in cui vivere. Dietro lo slogan della lotta al terrorismo, abbiamo assistito al moltiplicarsi delle violazioni dei diritti umani, a livello individuale e collettivo, in tutto il mondo. È necessario uno sforzo internazionale coordinato per opporci e porre fine a queste violazioni.
Qualche mese fa mi sembrava impossibile anche solo pensare al mio rilascio e a quello che sarebbe successo dopo. Parlare con i colleghi giornalisti e rispondere alle loro domande su Guantanamo era qualcosa d’inimmaginabile. Recuperare la libertà e ritrovare la famiglia e gli amici dopo sei lunghi anni di ingiusta detenzione è una sensazione davvero fantastica. Sono orgoglioso della rete televisiva per cui lavoro e felice di dirigere la nuova redazione “Libertà pubbliche e diritti umani”. Quando ero ancora a Guantanamo, mi chiedevo come avrei potuto contribuire alla difesa dei diritti umani con il mio lavoro di giornalista. Adesso, grazie a questa iniziativa, sono in grado di poter realizzare le mie aspirazioni e dare voce finalmente a chi non ne ha.
When the only safe place is six feet under Quando l’unico posto sicuro è tre metri sotto terra
50 - 51 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | barracks / caserme
Spring City, Utah, USA, population 1018. The town has eight or ten ‘mediumsized’ shelters, most completely independent from one another Spring City, Utah, USA, 1.018 abitanti. Nel paese c’è una colonia di circa otto o dieci rifugi di “media grandezza”, in gran parte completamente indipendenti gli uni dagli altri
bar racks >
ca ser me >
52 - 53 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | barracks / caserme
Anyone within 10 miles of an airport with a 7,500 foot runway should have a shelter Chiunque viva a una distanza di 16 chilometri da un aeroporto con una pista lunga 2,3 chilometri dovrebbe costruirsi un rifugio
Paul strongly believes that the world is both unpredictable and dangerous. He installs these contemporary pharaonic tombs at the rate of one a month with his business partner Sharon Paul è fermamente convinto che il mondo sia imprevedibile e pieno di pericoli. Insieme al socio in affari Sharon, Paul installa queste moderne tombe faraoniche con una cadenza di una al mese
It is darker than any black I have ever known. There is usually a frisson in the darkness of night, a reflection, a spark. Here all orientation is removed.
Buio. Più buio di qualunque altro nero che abbia mai conosciuto. C’è solitamente un fremito nell’oscurità della notte, un riflesso, una scintilla. Qui no, tutto l’orientamento va a farsi benedire.
32 feet underground, through a yellow transitory tunnel 5.2 feet in diameter and into a bomb shelter 59 feet long… is my lodging. I am curled in a sleeping bag seeking warmth in the constantly almost-frozen air. Dreams of mushroom clouds, the Kennedy family on old black and white monitors, clips of Vietnam, the World Trade Center and terrorists in India clutter my brain as I try to sleep in a bunk without a pipe of ambient sound. There are no honking cars, no garbage trucks, no birds, no barking dogs and I can’t sleep.
Dieci metri sottoterra, lungo un tunnel di collegamento giallo del diametro di un metro e mezzo fino a un rifugio antiatomico di 18 metri… ecco la mia sistemazione per la notte. Raggomitolato dentro un sacco a pelo cercando un po’ di tepore in un’aria quasi glaciale che non mi dà tregua. Spettri di funghi atomici, della famiglia Kennedy su vecchi televisori in bianco e nero, ritagli del Vietnam, il World Trade Center e i terroristi in India si accozzano nella mia mente, mentre cerco di addormentarmi nella mia cuccia immerso in un silenzio tombale. Niente auto strombazzanti, né camion della spazzatura, niente uccelli né latrati di cani, e io non riesco a chiudere occhio.
Shelters come in various forms and sizes. The smallest among them are the local, temporary shelters, built for no-warning emergencies. Then there are the “medium shelters” that can house one or two families for a more extended period time, for use if, for example, a nuclear conflict between India and Pakistan were to break out and go global. Finally there are the units in Montana or Texas capable of housing 1,000 or more for a few weeks at a time. I spend my nights in a temporary, emergency type shelter built for a terrorist attack rather than an extended-stay suite. Above me, in a Salt Lake City tract home in Utah, Western US, my host Paul, a sweet and mild mannered man, lives with his wife and three daughters. There are dirty dishes, toys and discarded cloths strewn about, a different world from my ordered boxes of bullets, soap, raisins and nutrition bars down below. Paul strongly believes that the world is both unpredictable and dangerous. “Anyone within 10 miles of an airport with a 7,500 foot runway should have a shelter,” he says with a relaxed smile that belies the gravity of his statement. Paul installs these contemporary pharaonic tombs at the rate of one a month with his business partner Sharon. The goal is to simply survive impeding disaster,
I rifugi sono disponibili in varie forme e dimensioni. I più piccoli sono i rifugi locali temporanei, progettati per emergenze senza preavviso. Poi ci sono i “rifugi di media grandezza” che possono accogliere una o due famiglie per un periodo più lungo, da usarsi, ad esempio, nell’eventualità di un conflitto nucleare fra India e Pakistan che si estendesse al resto del mondo. Per finire, le unità del Montana o del Texas in grado di accogliere oltre 1.000 persone per varie settimane di fila. Io trascorro le mie notti in un modello di rifugio temporaneo d’emergenza progettato per un attentato terroristico, non nella suite attrezzata per lunghi soggiorni. Sopra la mia testa, in una villetta a schiera di Salt Lake City, nello stato dello Utah, nell’ovest degli Stati Uniti, vive il mio anfitrione Paul, un tipo dolce e mansueto, insieme alla moglie e tre figlie. Lassù è pieno di piatti sporchi, giocattoli e vestiti abbandonati seminati in giro per casa; un mondo completamente diverso dalle mie scatole ben allineate di proiettili, sapone, uva passa e barrette energetiche, qui sottoterra. Paul è fermamente convinto che il mondo sia imprevedibile e pieno di pericoli. «Chiunque viva a una distanza di 16 chilometri da un aeroporto con una pista lunga almeno 2,3 chilometri, dovrebbe costruirsi un rifugio» spiega con un sorriso serafico che sembra smentire la gravità delle sue parole. Paul installa queste moderne tombe faraoniche con una cadenza di una al mese, insieme al socio in affari Sharon. Con il semplice obiettivo di sopravvivere a un disastro imminente: che sia l’opera di dio, dell’uomo o della natura, loro si stanno preparando, quasi letteralmente, alla fine del mondo. La dottrina mormona domina l’intero panorama socioeconomico e politico dello Utah. Uno dei dettami fondamentali di questa religione è il dovere di prepararsi a tutto senza dipendere dal governo per la
The Mormon religion dominates the social, political and economic environment of Utah. A central tenet of Mormonism is the need to be prepared and not depend on government for survival. While not all Mormons have shelters, the majority of shelterbuilders in Utah and Montana are Mormon. In Spring City, Utah (pop. 1018) alone there is a colony of about eight or ten ‘medium sized’ 115-foot shelters, most completely independent of one another. Mormons tend to have large families and conservative political views. They believe the US Constitution should be strictly enforced and the 2nd Amendment, which speaks to the right to bear arms, left as is. My host Paul has two handguns and a knife on him at all times. A Beretta pistol is in a lock-box on his pickup truck console, and an AR-15 is behind the back seat. Mormons believe they can survive to begin a new in a radically altered world that will favor them. Unfortunately, such a belief is based on the premise that society as we know it will fail, but who can say with 100% accuracy that this is crazy? The insanity of the modern world certainly backs up their position, and doesn’t let me sleep any better, either.
propria sopravvivenza. Anche se non tutti i mormoni possiedono un rifugio antiatomico, la maggior parte dei fabbricanti di bunker sotterranei dello Utah e del Montana fa parte della comunità mormona. Solo a Spring City (1.018 abitanti), nello Utah, c’è una colonia di circa otto o dieci rifugi di “media grandezza”, intorno ai 35 metri, in gran parte completamente indipendenti gli uni dagli altri. I mormoni di regola hanno famiglie numerose e tendenze politiche conservatrici. Sono convinti della necessità di una rigorosa applicazione della Costituzione degli Stati Uniti e dell’inviolabilità del 2° Emendamento, che sancisce il diritto di possedere armi. Paul, il padrone di casa, va sempre in giro con due semiautomatiche e un coltello. Una Beretta dentro il portaoggetti del cruscotto del pickup, e un’AR-15, sul sedile posteriore. I mormoni credono di poter sopravvivere ricominciando da zero in un mondo tutto diverso, in cui le cose saranno a loro favore. Peccato che tale convinzione si basi sul presupposto che la nostra società, così com’è oggi, sia destinata a scomparire. Ma chi può affermare al 100% che si tratta di un’idea così strampalata? Le follie del mondo moderno vanno indubbiamente a sostegno delle loro previsioni, e non riescono certo a conciliarmi il sonno, anzi.
The shelter is equipped with bunk beds and half a dozen rifles, carbines and pistols Il rifugio è dotato di letti a castello e di una mezza dozzina di fucili carabine e pistole
54 - 55 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | barracks / caserme
be it a product of god, man or nature, and they are, quite literally, preparing for the end of the world.
56 - 57 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | barracks / caserme
In the 1950s during the atomic age, shelters were built in response to the threat of mushroom cloud nuclear destruction. That movement fell out of favor for a while, and the tins of biscuits and emergency supplies were left to rust and rot. But the events of 9/11 and Mumbai have given the shelter movement a renewed sense of purpose. Turning on a small, low voltage, battery operated light, I examine my supplies. The food is small canned sausages, instant dehydrated food (Mexican and Middle Eastern flavors) and left over candy from Halloween. The shelves are stocked with the basics: water-purification tablets, vitamin C, potassium iodide and paper products. The entertainment consists of the entire DIE HARD collection, Red Dawn, Cape Fear, Winnie the Pooh, and a Tom Clancy novel whose name seems to sum up the library: The Sum of All Fears.
Paul has two handguns and a knife on him at all times Paul va sempre in giro con due semiautomatiche e un coltello
Negli anni 50, durante l’era atomica, si costruivano rifugi sotterranei in reazione allo spauracchio di un devastante fungo nucleare. Poi la tendenza andò fuori moda, con le scatole di biscotti e le scorte di emergenza lasciate ad arrugginire e marcire. Ma i fatti dell’11 settembre e di Mumbai hanno risvegliato il partito pro-bunker, fornendogli un rinnovato senso di determinazione. Accendo una piccola luce a pile, a basso voltaggio, e esamino le scorte: salsicce in scatola, cibo liofilizzato (messicano e mediorientale) e dolcetti avanzati da Halloween. Sugli scaffali, prodotti di prima necessità: pastiglie per depurare l’acqua, vitamina C, ioduro di potassio e articoli usa-e-getta. L’offerta di svaghi si risolve nell’intera raccolta di DIE HARD, Alba rossa, Cape Fear, Winnie the Pooh, e un romanzo di Tom Clancy il cui titolo sembra riassumere l’intera biblioteca: The Sum of All Fears - Paura senza limite.
On a flight from NYC to Las Vegas I filmed an argument between the mother of a loud child and another passenger. A flight attendant lied, claiming it was against FAA regulations to take photographs above 10,000feet and that I had filmed the cockpit. She ‘demanded’ that I delete the video. Being a photographer, I knew this was ridiculous and that I had done nothing wrong. “I’m sorry,” I said. “I’m not going to delete this and I’m going back to my seat.”
58 - 59 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
They returned to say that the captain was ‘ordering’ me to delete the video, that I would be arrested on federal charges and could face up to a US$10,000 fine and 10 years in prison if I did not obey. Most people would just delete the video. I put on a few Christina Aguilera songs - things that would pump me up like ‘I’m beautiful’, because I needed a bit of confidence to face my first arrest. When the plane landed armed officers roughly pulled me from my seat. I was handcuffed and questioned. Even after it was determined that I hadn’t done anything wrong I was told to delete the video or my name would be added to the ‘No-Fly List’. When I refused to delete the video or leave without a written statement that I had done nothing wrong, I was arrested again and taken to police headquarters.
Marilyn Parver - 56 Arizona USA Photographer / Fotografa
Ero in volo da New York a Las Vegas e avevo filmato il litigio fra la mamma di un bambino rumoroso e un altro passeggero. Un’assistente di bordo venne da me e la sparò grossa, dicendo che il regolamento dell’aviazione federale statunitense vietava di fare foto a più di 10.000 piedi di altitudine e che avevo filmato la cabina di pilotaggio. Mi “chiese” di cancellare il video. Come fotografa, sapevo che era ridicolo e che non avevo fatto niente d’illegale. «Mi dispiace» dissi io «ma non ho la minima intenzione di cancellare il filmato e adesso vado a sedermi». In un secondo tempo, l’hostess ripartì all’attacco insieme ad altri colleghi dicendo che il capitano mi “ordinava” di cancellare il video, e che se non avessi obbedito avrei rischiato l’arresto per reato federale e una condanna a 10 anni di carcere, oltre a una multa di US$10.000. Chiunque altro si sarebbe limitato a cancellare il video. Mi sono messa ad ascoltare qualche brano di Christina Aguilera, tipo I’m Beautiful, tanto per darmi la carica perché avevo bisogno di farmi coraggio per affrontare il primo arresto della mia vita. Quando l’aereo è atterrato, agenti armati mi hanno prelevato a forza dalla poltrona e dopo avermi ammanettato hanno cominciato a pormi una serie di domande. Ma anche dopo che fu chiarito che non avevo fatto nulla di male, m’invitarono a cancellare il video altrimenti il mio nome sarebbe stato inserito nella lista d’interdizione di volo. Quando ho rifiutato di cancellare il video e di lasciare i luoghi senza una dichiarazione scritta in cui si certificasse che non avevo filmato nulla di vietato, mi hanno di nuovo arrestata e condotta al commissariato.
The ‘War on Terror’ hops into our shopping carts La “guerra al terrore” finisce nel carrello della spesa
60 - 61 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | arsenal / arsenale
BABY GAS MASK: PROTECTION IS NOW AVAILABLE IN EXTRA-SMALL WITH AN ESCAPE HOOD FOR BABIES. LIGHTWEIGHT AND EASY TO SLIP ON, IT PROTECTS YOUNG TERRORTARGETS FROM CHEMICAL, BIOLOGICAL AND NUCLEAR WEAPONS MASCHERA BEBÈ ANTIGAS: PROTEZIONE DISPONIBILE ANCHE IN MISURA EXTRA SMALL, CON SPECIALE PORTE-ENFANT DA FUGA. LEGGERA E FACILE DA INFILARE, PUÒ SALVARE POTENZIALI VITTIME IN FASCE DA ATTENTATI CHIMICI, BATTERIOLOGICI E NUCLEARI
approvedgasmasks.com
arse nal >
ar se nale >
62 - 63 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | arsenal / arsenale
Many executives choose Evacuchute Molti top manager scelgono Evacuchute
THE CEO CHUTE: AS EXECUTIVES CLIMB THE CORPORATE LADDER, THEY BEGIN TO REALISE THAT THEIR SKY-SCRAPER OFFICES PUT THEM AT A HIGHER RISK FOR A TERROR ATTACK. MANY OF THEM NOW RELY ON EVACUCHUTE, AN INSTANT-DEPLOYMENT PARACHUTE FOR CIVILIANS, TO HELP THEM FLOAT DOWN TO SAFETY Paracadute d’alto bordo: Salendo di grado nella scala aziendale, dentro un ufficio agli ultimi piani di un grattacielo, aumentano anche i rischi di attentato. I manager più avveduti si sono già dotati di questo prodotto strategico: Evacuchute, uno speciale paracadute ad apertura ISTANTANEA, per planare al sicuro fino a terra
evacuchute.com
HIGH ENERGY SURVIVAL CANDY: ONE OF THESE 2000 CALORIE, GOVERNMENT-CREATED CANDIES IS ALL YOU NEED FOR DAILY SURVIVAL SUPER-CARAMELLE DI SOPRAVVIVENZA: UNA SOLA DI QUESTE CARAMELLE DA 2.000 CALORIE CREATE DAI LABORATORI GOVERNATIVI USA PUÒ SODDISFARE IL TUO FABBISOGNO ALIMENTARE GIORNALIERO
CARRY-ON PAPER TOILETRIES: JUST ADD WATER TO BE SIMULTANEOUSLY BEAUTIFUL AND COMPLIANT WITH AVIATION SECURITY REGULATIONS TOILETTE DA VIAGGIO: BASTA AGGIUNGERE UN PO’ D’ACQUA A QUESTI PRODOTTI DI CARTA PER CONCILIARE BELLEZZA E NORME DI SICUREZZA NEI CIELI
METAL DETECTORS FOR SNEAKERS: NO MORE BENDING OVER TO FIND A GRENADE IN THE SAND METAL DETECTOR DA SCARPA: BASTA CURVARSI PER CERCARE GRANATE SOTTO LA SABBIA! wizdist.com
first-aid-product.com
spoonsisters.com
GAS MASK: PROTECT YOUR FAMILY FROM THE EVER-LOOMING THREAT OF BIO-TERROR Maschere ANTIGAS: Proteggi la tua famiglia dal pericolo imminente di un attacco bioterrorista
PERSONAL NON-LETHAL WEAPON: DEFEND YOURSELF WITH A GUN THAT SUITS YOUR PERSONALITY DIFESA PERSONALE NON LETALE: SCEGLI LA PISTOLA CHE PIÙ SI ADDICE ALLA TUA PERSONALITÀ
bestsafetyapparel.com
taser.com
ANTI-RADIATION PILLS: A PILL A DAY KEEPS THE TOXINS AWAY PILLOLE ANTIRADIAZIONI: UNA PILLOLA AL GIORNO LEVA LE TOSSINE DI TORNO thyrosafe.com
A security officer asked me whether I had a bomb in my bag. I said ‘yes, I have a bomb’. I really had a suction pump, the kind used to make sandboards, and the problem was that I forget to say the correct word in English. In Portuguese, pump and bomb are the same word. He checked my bag and saw what I had, but my friend and I were taken to a secure room for six hours of interrogation. There were three FBI officers in there and one kept saying they should let us go, that it was clear we were not terrorists. But the others refused and we were handcuffed and taken to a federal prison. 66 - 67 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
I couldn’t believe it. We were surrounded by drug dealers and murderers. They wouldn’t let us make any phone calls, and Daniel and I spent the first few days crying and praying. I got really depressed. It was such a surreal situation that I’d often wonder if I was having a nightmare. We spent 30 days in jail and then another month wearing a monitoring anklet so the authorities would know exactly where we were. Our story shows how absurdly paranoid the United States has become.
Mizael Cabral - 33 Joao Pessoa - Brazil Entrepreneur / Imprenditore
Un agente della sicurezza mi chiese se avevo una bomba dentro la borsa. Io risposi “Sì, certo, c’è una bomba dentro”. In realtà c’era una pompa aspirante, di quelle usate per costruire sandboard. Il problema era che mi ero dimenticato di dire la parola giusta in inglese “pump”. In Portoghese bomba vuol dire anche pompa. Il tipo controllò la borsa e vide cosa c’era all’interno. Ma non fu sufficiente. Insieme al mio amico fummo portati in un locale di sicurezza e sottoposti a sei ore di interrogatorio. C’erano tre agenti dell’FBI all’interno e uno continuava a ripetere che avrebbero dovuto lasciarci andare perché era ovvio che non eravamo terroristi. Ma gli altri due non erano d’accordo, così ci ammanettarono e ci scortarono fino a un penitenziario federale. Cose dell’altro mondo. Ci ritrovammo in mezzo ad assassini e spacciatori. Non avevamo il permesso di fare telefonate e, i primi giorni, con Daniel non facevamo altro che piangere e pregare. Piombai in uno stato di profonda depressione. Era una situazione così surreale che spesso mi chiedevo se non fosse soltanto un incubo. Ci siamo fatti 30 giorni di carcere e, dopo, per un mese avevamo l’obbligo di indossare la cavigliera elettronica per permettere alle autorità di seguire tutti i nostri spostamenti. Le nostre vicissitudini dimostrano fino a che punto siano diventati paranoici negli Stati Uniti.
The art and evolution of surveillance L’arte e l’evoluzione della sorveglianza
Chapter / Capitolo 01
68 - 69 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | freedom / libertà
Elahi hacked his cellphone to work with a GPS tracker and strapped it to his ankle. He has kept it there for the last five years, uploading his every movement to his website. “If the government wants to monitor me, that’s fine, but I think I can do a better job of monitoring myself” Elahi ha messo mano al suo telefonino collegandolo a un tracker GPS e lo ha legato alla caviglia. Sono ormai cinque anni che non si separa da quell’aggeggio, trasferendo la traccia di tutti i suoi spostamenti sul suo sito web. «Il governo mi vuole controllare? Perfetto. Ma io sono anche più bravo di loro e posso controllarmi da solo»
free dom >
li ber tà >
70 - 71 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | freedom / libertà
Hasan Elahi is a dot on the map, a picture on your screen, a man who can get the President of America to look at photos of toilets that he has used Hasan Elahi è un puntino su una mappa, un’immagine su uno schermo, un uomo che riesce a mostrare al presidente degli Stati Uniti la foto dei gabinetti che ha usato
The first time we ask Hasan Elahi for an interview, he asks us to call back later, saying he needs to finish some shopping before the stores close. Just to make sure it’s not a brush-off, we log onto trackingtransience.net, and see a picture of a quiet San Francisco street with a line of grocery stores. It’s hard to lie when your whole life is on camera.
La prima volta che contattiamo Hasan Elahi per un’intervista ci chiede di richiamare più tardi, spiegando che deve finire di fare la spesa prima che chiudano i negozi. Per controllare che non sia solo una scusa, ci colleghiamo a trackingtransience.net e troviamo la foto di una tranquilla strada di San Francisco costellata di negozi di alimentari. Difficile mentire quando una telecamera filma ogni momento della tua vita.
Hasan Elahi is a dot on the map, a picture on your screen, a man who can get the President of America to look at photos of toilets that he has used. An American citizen born in Bangladesh, Elahi’s story starts just like thousands of others in our increasingly paranoid, ‘this-specificamount-of-liquid-only’ world. In 2002 he was stopped by the FBI in Detroit’s airport and questioned about what he was doing on September 11. Nine lie-detector tests later, the FBI released him, but refused to issue him a letter stating that he had been cleared. Instead, they asked him to ‘check in with them from time to time’.
Hasan Elahi è un puntino su una mappa, un’immagine su uno schermo, un uomo che riesce a mostrare al presidente degli Stati Uniti la foto dei gabinetti che ha usato. La storia di Elahi – cittadino americano nato in Bangladesh – comincia proprio come migliaia di altre nel nostro mondo sempre più paranoico della “quantitàmassima-di-liquidi-a-bordo”. Fermato dall’FBI all’aeroporto di Detroit, nel 2002, viene interrogato sui suoi spostamenti nella giornata dell’11 settembre. Dopo ben nove test sulla macchina della verità, l’FBI decide finalmente di liberarlo, ma rifiuta di rilasciargli una lettera in cui lo si dichiari prosciolto da ogni sospetto. Al contrario, gli agenti gli chiedono di «farsi vivo di tanto in tanto».
Check in he did. Every time he boarded a flight, he called the FBI and gave them detailed information about his routing. They never stopped him again. He was probably the only man in history to be taken off the US’s dreaded ‘No Fly List’, which got him thinking:“If the government wants to monitor me, that’s fine, but I think I can do a better job of monitoring myself.” Elahi then hacked his cellphone to work with a GPS tracker and strapped it to his ankle. He has kept it there for the last five years, uploading his every movement to his website trackingtransience. net where his location is plotted on a Google map. To provide additional proof of his activities, he has also taken photos of every meal he has eaten, every financial transaction he has made, even every toilet he has used. His website now hosts over 20,000 images, one for each time he changes location. While the project, dubbed Tracking Transcience, exudes a kind of amusing audacity, it is grounded in an attempt to artistically critique the paranoia
E lui non si fa pregare, anzi... Ogni volta che deve prendere un aereo, decide di chiamare l’FBI fornendo informazioni dettagliate su tutti i suoi movimenti. Da allora, non è mai stato più fermato ed è probabilmente l’unica persona nella storia ad essere stata cancellata dalla tremebonda “No Fly List”, la lista di interdizione al volo degli Stati Uniti che diventa la sua fonte d’ispirazione: «Il governo mi vuole controllare? Perfetto» racconta «ma io sono anche più bravo di loro e posso controllarmi da solo». Così, Elahi mette mano al suo telefonino collegandolo a un tracker GPS e se lo lega alla caviglia. Sono ormai cinque anni che non si separa da quell’aggeggio, trasferendo la registrazione di tutti i suoi spostamenti sul suo sito web trackingtransience.net, mentre una mappa Google segnala in tempo reale le sue coordinate geografiche. Per fornire ulteriori prove delle sue attività, scatta una foto di tutti i suoi pasti, di ogni transazione finanziaria eseguita e di ogni gabinetto che ha utilizzato. Il suo sito web oggi offre una rassegna di ben 20.000 immagini, una per ogni luogo in cui si è spostato durante tutti questi anni. Benché il progetto – ribattezzato “Tracking Transcience” – non manchi di una buona dose di audacia e ironia, in realtà nasce con la volontà di opporre una critica artistica alla paranoia imperante alimentata dalle strategie della lotta al terrorismo negli USA. «In realtà, il paradosso è che abbiamo squadre di esperti della massima sicurezza che passano il tempo a controllare bottiglie
70 - 71 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | freedom / libertà
If 300 million people chose to do what I am doing now, you’d need to hire another 300 million just to keep up with the data Se 300 milioni di persone seguissero il mio esempio, dovrebbero assumere altri 300 milioni di persone soltanto per controllare tutti quei dati
America’s anti-terrorism efforts are causing. “What we have is a team of highly trained defense experts who spend their days looking at water bottles,” Elahi reasons. “Intelligence agencies operate in an industry in which their commodity is information. The reason their information has value is that no one else has access to it. So by me disclosing it to everyone, the information becomes worthless.” Elahi argues that his life isn’t any more public than other GPS-deprived citizens. “The only way to protect your privacy is to give it up,” he says. “If 300 million people chose to do what I am doing now, you’d need to hire another 300 million just to keep up with the data.” Elahi tries his best to be sensitive towards the privacy of those he is with, and has stopped a previous practice of walking around with a camera around his neck, from which he would stream live video to his website. “A couple of friends have asked me to stop visiting their homes” he shrugs. Their concern is justified. Elahi’s website receives between 50,000 and 100,000 visits a month. In an interesting twist to the CCTV syndrome, Elahi keeps track of all those who visit his website, watching them watch him. He claims to get regular visits from the Department of Homeland Security, the Pentagon, and even a special red-carpet visit from the Executive Office of the President. As the tracker on his ankle turns five, the government’s interest seems to be waning. Perhaps they realized he wasn’t a threat. Perhaps they got tired of looking at pictures of noodles. Either way, he says, “the Department of Homeland Security is getting an education in art.” Elahi’s website now hosts over 20,000 images Il sito web di Elahi contiene oggi oltre 20.000 immagini
d’acqua» commenta Elahi. «I servizi di intelligence operano in un settore che ruota intorno alla produzione di informazioni. Il motivo per cui queste informazioni sono preziose è che nessun altro può metterci le mani sopra. Quindi il fatto che io le renda disponibili a tutti, priva queste informazioni di ogni valore». A detta di Elahi, la sua vita non è necessariamente più esposta rispetto a chi non se va in giro, come lui, con un tracker GPS. «L’unico modo per proteggere la propria privacy è rinunciarvi del tutto» spiega. «Se 300 milioni di persone seguissero il mio esempio, dovrebbero assumere altri 300 milioni di persone soltanto per controllare tutti quei dati». Elahi cerca di garantire la privacy delle persone che lo circondano, e ha rinunciato ad andarsene in giro con una videocamera appesa al collo, per riversare i filmati in diretta sul suo sito web. «Un paio di amici mi hanno chiesto di non andarli più a trovare» si schermisce. Preoccupazioni giustamente motivate: il sito di Elahi conta fra i 50.000 e i 100.000 contatti ogni mese. Con questa geniale rivisitazione della sindrome da telecamera a circuito chiuso, Elahi a sua volta intercetta tutte le persone che si collegano e si mette a osservare chi lo sta osservando. Ci racconta di ricevere regolari visite da parte del dipartimento per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e dal Pentagono, e di poter vantare addirittura una visita ufficiale da parte dell’Ufficio esecutivo del presidente. Oggi che il tracker legato alla caviglia ha quasi cinque anni di vita, sembra che le autorità stiano perdendo interesse nel gioco. Forse hanno capito che non era una vera minaccia. Forse si sono scocciati di scrutinare foto di piatti di pastasciutta. «Per lo meno» dice il diretto interessato «la Homeland Security si è fatta una buona cultura artistica».
Domestic tension: art under a gun Tensioni interne: l’arte sotto tiro
Chapter / Capitolo 02
74 - 75 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | freedom / libertà
For one month Iraqi born artist Wafaa Bilal lived alone in a prison cell-sized room in the line of a remote controlled paintball gun wafaa bilal, artista nato in iraq, È vissuto per un mese in una stanza grande come una cella tenuto sotto tiro da un fucile a paintball telecomandato
76 - 77 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | freedom / libertà
I’ve been trying to use my art to confront people with the realities of life in a conflict zone Cerco di usare la mia arte per far conoscere alla gente le condizioni di vita nelle zone di guerra
Bilal was shot more than 40,000 times hanno sparato a Bilal più di 40.000 volte
Under Saddam Hussein, Wafaa Bilal grew up in and out of war and refugee camps. “In 2004 my brother was killed in Iraq by an unmanned US Predator. Since then I’ve been trying to use my art to confront people with the realities of life in a conflict zone.”
Wafaa Bilal è cresciuto sotto il regime di Saddam Hussein, giostrandosi fra conflitti armati e campi profughi. «Mio fratello è stato ucciso nel 2004 da un US Predator senza pilota. Da allora, cerco di usare la mia arte per far conoscere alla gente le condizioni di vita nelle zone di guerra».
For one month Wafaa Bilal lived alone in a prison cell-sized room in the line of a remote controlled paintball gun. Anyone, anywhere on earth, any time of day, could go online and shoot him. He was shot more than 40,000 times.
Per un mese Wafaa Bilal è vissuto da solo dentro una stanza delle dimensioni di una cella tenuto costantemente sotto tiro da un fucile a paintball telecomandato. Chiunque, in qualunque angolo del pianeta, a qualunque ora del giorno, poteva collegarsi su Internet e scaricargli addosso un proiettile pieno di vernice. In totale gli hanno sparato ben 40.000 volte.
In his most recent project, Bilal cast himself as a suicide bomber on a mission to assassinate US President George W. Bush in a computer-based art piece entitled “The Night of Bush Capturing: A Virtual Jihadi”. The game was a modified version of “Quest for Saddam”, an American video game released right after the invasion of Iraq inviting players to shoot down Iraqi soldiers. The work was meant to expose racist generalizations and profiling, but the game was banned as terrorism. The day after its opening, the exhibition was closed indefinitely. It was then sent to the Sanctuary for Independent Media in Troy, Michigan, USA, to be part of a month long celebration of art, freedom and democracy, but minutes before it was set to open to the public, Bilal was asked by city officials to take down his work, citing a code violation.
Nel suo ultimo progetto, una creazione artistica su computer intitolata Night of Bush Capturing: A Virtual Jihadi [la notte della cattura di Bush: una jihad virtuale] Bilal vesti i panni del personaggio di un attentatore suicida in missione per assassinare il presidente George W. Bush. Il gioco nasce come una versione modificata di Quest for Saddam [a caccia di Saddam], un videogame americano lanciato sul mercato subito dopo l’invasione dell’Iraq in cui si invitano i giocatori a fare una strage di soldati iracheni. L’opera nasce come una denuncia contro gli stereotipi e le discriminazioni di stampo razzista. Il gioco però è stato vietato come una forma di terrorismo. Il giorno dopo il vernissage, l’esposizione è stata chiusa fino a data indeterminata. Il progetto è approdato quindi al Sanctuary for Independent Media di Troy, nel Michigan, una manifestazione di sostegno all’arte, alla libertà e alla democrazia della durata di un mese. Ma, pochi minuti prima dell’apertura al pubblico, le autorità cittadine hanno chiesto a Bilal di ritirare la sua creazione artistica per infrazione al codice.
I could not believe it when I opened the letter. It was from the Maryland State Police, and informed Sister Carol Gilbert and I that our names were on the ‘Terrorist Watch List’. How could this be possible? Apparently we were under surveillance for a year, between 2005 and 2006, along with 51 other activists. At the time we were not involved in any protest activity, and they claim that our names ended up on the list by mistake, but I don’t believe them. I think they decided to inform us because they knew the entire spying operation would soon be revealed in the news. 78 - 79 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
You can’t be branded as a terrorist just because you are politically active. We are faith-based. We have been fighting for peace, justice and democracy our entire lives and have been part of the activist community Jonah House since 1995. We ended up in prison for an antiwar protest in 2002 - the day before the first anniversary of the war in Afghanistan we entered a military base in northeastern Colorado and painted crosses on a silo with our own blood. I was sentenced to 41 months in federal prison, Sister Carol to 33. But this [surveillance] is pre-emptive justice. We are nonviolent and none of this has anything to do with terrorism. It is a process of ending democracy by spreading fear.
Ardeth Platte - 72 Baltimore USA Nun / Suora
Quando aprii quella lettera, non credevo ai miei occhi. Mi era stata inviata dalla polizia dello stato del Maryland per informare me e suor Carol Gilbert che i nostri nomi figuravano sulla Terrorist Watch List [il database statunitense sui presunti terroristi]. Che assurdità! In realtà, sembra che ci avessero sorvegliato per un anno, fra il 2005 e il 2006, insieme con altri 51 attivisti. All’epoca non partecipavamo a nessuna attività di protesta, tant’è che oggi sostengono che i nostri nominativi finirono su quella lista per sbaglio, ma io non ci credo. Penso che decisero di informarci perché sapevano che l’intera operazione di spionaggio sarebbe diventata di pubblico dominio sulla stampa. Non possono bollarci come terroristi soltanto perché facciamo attività politica. La fede è la nostra unica motivazione. Abbiamo sempre lottato per difendere la pace, la giustizia e la democrazia. È dal 1995 che partecipiamo alle azioni del gruppo Jonah House. Nel 2002 siamo finite in carcere per una manifestazione di protesta contro la guerra: era la vigilia del primo anniversario della guerra in Afghanistan e facemmo irruzione in una base militare nel nord-est del Colorado tracciando delle croci con il nostro sangue sui silos missilistici. Fui condannata a 41 mesi di carcere in un penitenziario federale, suor Carol se la cavò con 33. Ma questa è giustizia preventiva. Noi siamo per la nonviolenza e le nostre azioni di protesta non hanno niente a che vedere con il terrorismo. È solo un tentativo di usurpare la democrazia instillando la paura nel prossimo.
Can a museum become dangerous territory? Può un museo diventare territorio pericoloso?
80 - 81 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | minefield / campo minato
Horrific images from around the world are beamed into sleepy Denver La PLACIDA città di Denver bombardata di immagini dell’orrore provenienti da tutto il pianeta
mine field >
cam po mina to >
82 - 83 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | minefield / campo minato
One of the attractions is a simulated terrorist attack on a fictional, sunny summer day in Denver Una delle attrazioni del museo è la simulazione di un attacco terroristico in un’ipotetica e soleggiata giornata estiva a Denver
It’s always bad news when a new institution chooses an acronym before a name, rather than the other way around…
È sempre cattivo segno quando una nuova istituzione prima del nome sceglie la sigla, e non viceversa…
Halfway between an educational center, an anti-terrorism propaganda newsletter, and the haunted mansion at a local funfair, the oddly named Center for Empowered Living and Learning, dubbed “The CELL”, opened in September 2008. The US$7 million institution features the permanent “Anyone, Anywhere, Anytime” exhibition, geared to help Americans understand the terrorist threats facing them, and how to act should such threats surface.
A metà strada fra un centro educativo, un bollettino di propaganda antiterroristica e la casa stregata del luna-park di quartiere, una nuova struttura dal nome bizzarro – Center for Empowered Living and Learning – ribattezzata “The CELL” (la cellula) ha aperto i battenti nel settembre del 2008. Il centro, costato 7 milioni di dollari, ospita l’esposizione permanente “Anyone, Anywhere, Anytime” (chiunque, ovunque, in qualsiasi momento), un percorso didattico per sensibilizzare gli americani alle minacce incombenti del terrorismo e ai comportamenti da adottare qualora si verificassero tali ipotesi.
High-tech, multimedia and technicolor, the museum relies on a ‘Star Wars like’ formula. Inside a dark building, illuminated by red lights and arresting images, visitors are invited to face the tragedies of America’s worst nightmare as blood, smoke and explosions flash across high-resolution screens for visitors aged 16 and older. One of the attractions is a simulated terrorist attack on a fictional, sunny summer day in Denver, the rather subdued city in the American ‘heartland’ that hosts The CELL. In a formulaic sequence, children are shown running and smiling as families happily meander through the streets together. Then, all of a sudden, the ground begins shaking and a fireball hits the street, scattering everyone and everything amidst sudden chaos, shouts and tears. Yet, for a museum built on the belief that “knowledge is the most important tool in fighting terrorism”, there is surprisingly little space given to solid information. There is a fact and myth section and the reproduction of bombs likely to be used in terrorist attacks, but apart from this, the visitor is exposed to what is essentially opinion and personal testimony. In that, a visit to The CELL feels more like a short stay at a propaganda dissemination camp in which the visitor is given a high level injection of fear, than to a museum in calm, quiet, peaceful Denver.
Con una scenografia high-tech, multimediale e in technicolor, il museo punta su una formula da “Guerre stellari”. All’interno, in uno spazio buio illuminato da luci rosse e fermo immagini, i visitatori sono invitati a confrontarsi con le tragedie del peggiore incubo americano, in un susseguirsi di sangue, fumo ed esplosioni che lampeggiano dagli schermi ad alta risoluzione. Il tutto vietato ai minori di 16 anni. Una delle principali attrazioni del museo è la simulazione di un attacco terroristico in un’ipotetica e soleggiata giornata estiva a Denver, la tranquilla città nel cuore dell’America profonda che ospita la struttura di The CELL. Un’immancabile sequenza da cliché mostra le immagini di bimbi sorridenti che corrono e famigliole felici per le strade della città. Ma ecco che, improvvisamente, la terra trema e una palla di fuoco si abbatte sui passanti, facendo piombare di colpo tutto e tutti nel caos, fra urla e pianti di disperazione. Certo che per un museo nato con il principio che «la conoscenza è lo strumento più importante per lottare contro il terrorismo», stranamente viene dedicato molto poco spazio a informazioni serie e concrete. C’è una sezione dedicata a fatti e miti, e la riproduzione di bombe usate per gli attentati, ma a parte questo, fondamentalmente il visitatore passa in rassegna una carrellata di opinioni e testimonianze personali. Ecco perché una visita a The CELL somiglia molto di più a un breve soggiorno in un campo di propaganda dove si inietta agli astanti una bella dose di paura, piuttosto che un museo nella calma, tranquilla e pacifica città di Denver.
Visitors are ‘recruited’ for the ‘War on Terror’ effort I visitatori sono “arruolati” NELLA “guerra al terrore”
The policeman literally had to run after me. I was biking out of Paddington Station with my earphones on so I didn’t hear him. I thought he would tell me I shouldn’t be cycling inside, but he said I was being stopped under Section 44 of the Terrorism Act. Someone on the train had reported me as suspicious. It was bizarre. Another policeman joined the first, they searched me and asked many questions that I know now I didn’t have to answer. If you are stopped under the Terrorism Act you don’t have to give your address, for example.
86 - 87 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | enemies / NEMICI
I asked for a report after being searched and couldn’t believe it: “Big brown beard” was written as a reason for being stopped. It was a very long beard, because I was about to participate in the International Beard and Moustache Championship, but it had not occured to me that someone would relate it to terrorism. I’m a completely rational person. There are many other things we should be worrying about beyond terrorism. I mean, you are more likely to be run over on the street than in a terrorist attack. I’ve shaved my beard now but not because of that episode. The championship was over, my girlfriend asked me to, and she is the real authority in the house.
Il poliziotto dovette letteralmente corrermi appresso. Stavo uscendo in bici da Paddington Station, con gli auricolari, per questo non sentii che mi stavano chiamando. Pensavo che l’agente volesse semplicemente dirmi che era vietato andare in bici dentro la stazione, invece mi annunciò che ero in stato di arresto ai sensi della sezione 44 della legge antiterrorismo. Qualcuno sul treno mi aveva denunciato come sospetto. Era una situazione paradossale. Arrivò un altro poliziotto, mi perquisirono e cominciarono a pormi una serie di domande cui – col senno di poi – non avrei mai dovuto rispondere. Se ti fermano in base alla legge antiterrorismo, non devi mai dare il tuo indirizzo, ad esempio. Dopo la perquisizione, chiesi il rapporto. Non potevo credere ai miei occhi: “Barba lunga e scura” c’era scritto come motivazione del fermo. In effetti, avevo la barba lunghissima, perché volevo partecipare al Campionato internazionale di barba e baffi, ma non mi era mai venuto in mente che qualcuno avrebbe potuto fare un parallelo con il terrorismo. Sono una persona molto razionale. Ci sono tante altre cose di cui dovremmo preoccuparci nella vita, oltre al terrorismo. Francamente, mi sembra molto più probabile finire investiti da una macchina che essere vittima di un attentato. Ora mi sono tagliato la barba, e non a causa di quell’episodio. È stata la mia ragazza a chiedermelo, alla fine del campionato. E, a casa nostra, è lei che porta i pantaloni.
Kevin Meredith - 33 Brighton - UK Designer
TEXT BY / TESTO DI
≥ Since 9/11 the world has lived in fear of another major attack. Western politicians have fuelled such fantasy and constructed a politics of fear around it. The media has spread the belief that terrorism constantly lurks at our doorsteps, thus making it part of our daily lives. Yet an honest reading of the data on terrorist activity reveals the opposite picture. Here are some key points:
88 - 89 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | LORETTA NAPOLEONI
While it is commonly known that terrorists use the ‘currency of fear’ to reach their goals, few realize that legitimate governments employ the same means. Far from being a new phenomenon, the politics of fear is an age-old, well-crafted tactic to build consensus, often for unpopular policies.
Today we feel more at risk from terrorism than ever before, yet our fear is nothing more than an illusion. Data shows that historically terrorism in the West reached its peak during the Cold War in the late 1970s and early 1980s and has been declining ever since. Even taking 9/11 into account, Westerners are more likely to be struck by lightening than to die in a terrorist attack.
During the Cold War terrorism was the trade of the superpowers. Across the world they fought wars by proxy, funding local armed groups with legal or covert operations (for example the Contras in Central America). In the late 1970s and early 1980s, some of these groups managed to privatize the business of terrorism and it grew exponentially.
For the average Westerner, the internalization of terrorism only took place when it ceased to be a crime and became a form of war. Watching live as the Twin Towers came down deeply affected people’s subconscious. Nothing is as terrifying as war, and nothing scares us more than a foe with a face different from ours. In the aftermath of 9/11, a resurgence of the absurd theory of the clash of civilizations brought back memories of the racial violence of the Holocaust.
≥ È dall’11 settembre che il mondo vive nella paura di un altro grande attentato terroristico. I politici occidentali hanno ingigantito questo fantasma, costruendovi intorno una politica della paura. I media hanno diffuso la convinzione che il terrorismo sia costantemente in agguato alle nostre porte, trasformandolo in un elemento centrale della nostra vita quotidiana. Eppure, una lettura onesta dei dati sulle attività terroristiche rivela l’altra faccia della medaglia. Ecco alcuni dei punti più salienti:
An international industry of fear has blossomed around the folklore of terrorism. From think tanks to conferences, academics to security contractors, newspapers to blogs, terrorism has become the core of a booming sector.
A key rationale for going to war in Iraq rested on the threat of weapons of mass destruction getting passed on to terrorists. But Saddam Hussein did not have such weapons, let alone was he willing to sell them to al-Qaeda. The fear of a terrorist nuclear strike is also a well-crafted illusion, and the chances that a rogue state will sell a nuclear weapon to a terrorist organization are very slim. The idea that North Korea or Iran want to attack America is pure fantasy, as is the belief that Iran’s nuclear program is aimed at wiping away Israel. Rogue leaders may present such plans to their own ‘electorate’, but it is pure propaganda. Large ‘rogue’ regimes want nuclear weapons to ensure their survival. Any nuclear attack from either North Korea or Iran against the U.S., its allies or Israel would bring about the end of those regimes which they seek to preserve. So while each new nuclear weapon built provides added insurance for the survival of the regime, an alliance with terrorists would seriously jeopardize such a goal.
The plain truth is that nuclear weapons remain hard for terrorists to buy, build, maintain, ship, conceal or detonate. To construct a dirty bomb or a radiological dispersal device, however, is relatively easy and cheap. While psychologically the impact of a dirty bomb could be as big as the detona-
tion of a nuke, it is not a nuclear weapon and only as powerful as the explosive contained inside. Most Western citizens, however, do not know the difference between the two and panic could cause the most casualties.
The War on Terror proved a financial folly. President Barack Obama is inheriting the largest debt in American history: 10 trillion dollars, over 70% of the U.S. GDP. Such a burden will condition his policy and frustrate many reforms. The lesson to be learned from the politics of fear is that while fiction can hide facts and politicians can fool the electorate, in the long run what is broken needs to be fixed.
Mentre è comunemente accetto che i terroristi usino la “moneta della paura” per raggiungere i loro obiettivi, pochi sono consapevoli del fatto che anche i governi legittimamente al potere utilizzano gli stessi mezzi. Lungi dall’essere un nuovo fenomeno, la politica della paura è una tattica antica e studiata ad arte per favorire la creazione del consenso, spesso a sostegno di misure impopolari.
Oggi ci sentiamo molto più a rischio del terrorismo rispetto al passato, eppure la nostra paura è solo mentale. I dati dimostrano che storicamente il terrorismo ha raggiunto il suo apice in Occidente durante la guerra fredda, dalla fine degli anni 70 all’inizio degli 80, e che da allora il fenomeno è in calo. Anche tenendo conto dell’11 settembre, un occidentale ha più probabilità di morire colpito da un fulmine che in un attentato terroristico.
Durante la guerra fredda il terrorismo era la “moneta di scambio” delle superpotenze. In tutto il mondo si combattevano guerre per delega, finanziando fazioni armate locali con operazioni legali o clandestine (i Contras in America Centrale, ad esempio). Fra la fine degli anni 70 e i primi anni 80, alcuni di questi gruppi riuscirono a privatizzare il business del terrorismo con una crescita esponenziale degli attentati. Loretta Napoleoni economist and journalist. Author of Terror incorporated and Rogue economics economista e giornalista. Autrice di Terrorismo SPA e Economia Canaglia
Per l’uomo della strada, in Occidente, l’internazionalizzazione del terrorismo è diventato un fenomeno palpabile soltanto quando ha smesso di essere un crimine ed è diventato una forma di guerra. Guardare in diretta il crollo delle Twin Towers ha avuto ripercus-
sioni molto profonde sull’inconscio della gente. Nulla fa così paura come la guerra, e non c’è niente di più terrificante di un nemico con un volto diverso dal nostro. Fra le conseguenze dell’11 settembre, è tornata in auge un’assurda teoria sullo scontro delle civiltà, che ha fatto riaffiorare i traumi delle violenze razziali dell’Olocausto.
Intorno al folklore del terrorismo è fiorita un’intera industria internazionale della paura. Dalle commissioni di esperti alle conferenze, dagli universitari ai mercenari, dai giornali ai blog, il terrorismo è oggi al centro di un settore in piena espansione.
Una delle principali giustificazioni logiche a favore dell’intervento in Iraq si basava sulla minaccia che i terroristi potessero procurarsi eventuali armi di distruzione di massa. Il fatto è che Saddam Hussein non disponeva di tali armi, anche nell’eventualità remota che avesse voluto venderle ad al Qaeda. Anche la paura di un attacco nucleare è un’illusione creata di sana pianta, perché la possibilità che uno stato “canaglia” venda armi nucleari a un’organizzazione terroristica è davvero molto ma molto remota. L’idea che la Corea del Nord o l’Iran vogliano attaccare l’America è una vera e propria fantasia, come lo è del resto la convinzione che il programma nucleare iraniano sia finalizzato all’eliminazione di Israele. Sono i politici canaglia ad aver voluto propinare queste teorie al proprio “elettorato”. In realtà è solo propaganda. I grandi regimi “canaglia” vogliono il nucleare per garantirsi la sopravvivenza. Un eventuale attacco nucleare contro gli Stati Uniti, i suoi alleati o Israele da parte della Corea del Nord o dell’Iran comporterebbe il crollo immediato di quei regimi che le armi nucleari avrebbero dovuto contribuire a preservare.
Perciò, mentre la costruzione di ogni nuova testata nucleare garantisce la perennità del regime, un’alleanza con i terroristi metterebbe seriamente in pericolo tale obiettivo.
L’ovvia verità è che le armi nucleari sono ancora troppo complesse per essere acquistate, costruite, conservate, trasferite, nascoste o azionate dai terroristi. Costruire una bomba sporca o un dispositivo di dispersione di materiale radioattivo, invece, è un’attività relativamente semplice e poco costosa. Anche se l’impatto psicologico di una bomba sporca può essere devastante come quello di una vera esplosione nucleare, non si tratta di vere armi nucleari e la loro potenza è commisurata soltanto all’esplosivo contenuto all’interno. L’opinione pubblica occidentale, tuttavia, non conosce la differenza tra i due tipi di armi e il panico potrebbe essere all’origine di un numero molto più elevato di vittime.
La “guerra al terrore” si è rivelata una follia da un punto di vista finanziario. Il presidente Barack Obama eredita il maggior debito in tutta la storia degli Stati Uniti: 10.000 miliardi di dollari, pari al 70% del PIL. Un tale livello di indebitamento condizionerà necessariamente le sue decisioni politiche, frustrando molte delle riforme previste. La lezione che dobbiamo imparare dalla politica della paura è che se le menzogne possono nascondere i fatti e i politici possono ingannare l’elettorato, alla lunga, ciò che è stato rotto deve essere riparato.
warning no fly list
Se ti vietano di imbarcarti su un aereo, se vieni regolarmente segnalato per ulteriori controlli di sicurezza o, semplicemente, se non ti rilasciano il permesso per entrare negli Stati Uniti, probabilmente il tuo nome fa parte della famigerata “No Fly List”. Sembra che la lista di sorvegliati speciali sospettati di terrorismo abbia raggiunto OLtre un milione di nominativi. I poveri disgraziati che ci sono finiti dentro possono provare a contattare la Homeland Security, sperando che il “processo d’inchiesta per la riabilitazione del passeggero” abbia esito positivo.
www.dhs.gov
CCTV
If you are denied the right to board an aircraft, regularly referred to secondary security screenings, or simply not permitted to enter the U.S., then your name is probably on the infamous ‘No Fly List’. The U.S. Terrorist Watch List has reportedly reached over one million names. The unlucky souls on it can try contacting the Department of Homeland Security and hope that the Traveler Redress Inquiry Process will provide a remedy.
www.ballistics.com.au Bullets go fancy with Craig International Ballistic, the first supplier of body armor that follows a minimalist
For those of you intrigued by Bruce SchNeier’s research on counterterrorism inefficiency, there are a few essays to check out: Terrorists
Orange Pages protected by
CCTV
design approach
www.adk.de
CCTV
The Berliner “Akademie der Kunste” will be hosting an international exhibition devoted entirely to the impact of contemporary security ideology on daily life. EMBEDDED ART (24th January - 22nd March 2009) will look at the threats such ideology poses to public space and communal life since the 9/11 attacks, focusing on an inherent conflict between terror and terrorism vs. control and security. La “Akademie der Kunste” di Berlino organizza una mostra internazionale dedicata all’impatto sulla vita quotidiana dell’ideologia imperante in materia di sicurezza a partire dall’11 settembre. EMBEDDED ART (24 gennaio - 22 marzo 2009) passa in rassegna le minacce per lo spazio pubblico e la vita collettiva, analizzando il conflitto insito fra terrore e terrorismo da un lato e controllo e sicurezza dall’altro.
Le pallottole non potranno
New York City’s Department of Health claims that 70,000 people may have developed post-traumatic stress disorder as a result of the 9/11 terrorist attacks. If you are coping with terrorism-related stress or trauma, check the American Psychological Association Help Center’s website at apahelpcenter.org Secondo il dipartimento sanitario della città di New York, 70.000 persone soffrirebbero di sindrome da stress post-traumatico come conseguenza diretta degli attentati dell’11 settembre. Se anche tu hai vissuto stress o traumi legati al terrorismo, consulta il sito web del centro di assistenza dell’American Psychological Association su apahelpcenter.org
resistergli! Craig International Ballistic è il primo fornitore di giubbotti antiproiettili dal design minimalista
and Movie Plots , Portrait of the
recorded
War on the Unexpected , Refuse to be Highly Ineffective Terrorists .
Se hai letto con interesse lo studio di Bruce SchNeier sulle lacune dell’ antiterrorismo, ti consigliamo la lettura di
altri
saggi
attention
Terrorized and The Seven Habits of
dello
stesso
autore:
Terrorists and
Movie Plots (terrorismo e trame cinematografiche), Portrait of the Modern Terrorist as an Idiot (ritratto del moderno terrorista come un idiota), The War on
the Unexpected (la guerra all’imprevedibile), Refuse to be Terrorized (il rifiuto di lasciarci terrorizzare) e The Seven Habits of Highly Ineffective Terrorists (i sette vizi di un terrorista da strapazzo).
www.schneier.com
New York City’s Department of Health claims that 70,000 people may have developed post-traumatic stress disorder as a result of the 9/11 terrorist attacks. If you are coping with terrorism-related stress or trauma, check the American Psychological Association Help Center’s website at apahelpcenter.org Secondo il dipartimento sanitario della città di New York, 70.000 persone soffrirebbero di sindrome da stress post-traumatico come conseguenza diretta degli attentati dell’11 settembre. Se anche tu hai vissuto stress o traumi legati al terrorismo, consulta il sito web del centro di assistenza dell’American Psychological Association su apahelpcenter.org
My name is Bond. Jane Bond. British secret intelligence service MI6 is now hunting for women to fight terrorism. The agency encourages women as well as minorities who speak Mandarin, Arabic, Persian, Dari and Pashto to apply. Applicants are required to be British citizens and at least 21-years-old. Positions include linguists, operational agents, technology officers, security guards, drivers and receptionists.
Salaries begin at around US$52,000 a year.
103 Mary Wil Ct. Greensboro, NC 27455
Tel +1 336 471 6655
Per gli intellettuali alla ricerca di definizioni alternative del “terrore”, si consiglia di dare un’occhiata a questa voce su Uncyclopedia – la parodia umoristica di Wikipedia – e seguire le avventure squinternate e allucinogene della saga dei “George” Bush, in un altalenarsi di pericoli e arresti.
Vai a caccia di terroristi su Amazon.com, il sito americano di acquisti on-line: potresti ottenere risultati molto interessanti! Lanciando sul sito la ricerca di un “costume da terrorista” appare una finestra con l’offerta di una maschera di Barack Obama a un prezzo di US$79,99.
uncyclopedia.wikia.com
Retribuzioni a partire da US$52.000 l’anno. www.sis.gov.uk
www.iata.org
Mike Linnane
Search for terrorists on the US-based shopping site Amazon.com and you may be provided with some interesting results. If you enter “terrorist costume” into the search box of the site you will be led to a Barack Obama mask selling for US$79.99.
Il mio nome è Bond. Jane Bond. Per combattere il terrorismo, i servizi segreti britannici – la mitica M16 – sono a caccia di agenti in gonnella. L’agenzia è particolarmente interessata alle candidature femminili e a quelle delle minoranze di lingua araba, cinese mandarino, persiano, dari e pashtu. I candidati devono possedere la cittadinanza britannica da almeno 21 anni. Si cercano linguisti, agenti operativi, ufficiali tecnologici, guardie di sicurezza, conducenti e receptionist.
Want to prepare your family for a terrorist attack? Consult Mike Linnane. After serving in the US army for 20 years, he started a new career as an advisor on terrorism preparedness and wrote the perfect guide to domestic safety: “How I prepared my family to survive a terrorist attack”. Copies of the book are US$10 each and include a “One Minute Fallout Zone Calculator” to help concerned parents figure how to avoid nuclear fallout zones. Vuoi preparare la tua famiglia a un attentato? Contatta Mike Linnane. Dopo aver prestato servizio per 20 anni nell’esercito USA, Mike si è lanciato in una nuova carriera di consulente di strategie di pronto intervento in caso di attacco terroristico. È anche autore del manuale di sicurezza domestica intitolato How I prepared my family to survive a terrorist attack (come ho preparato la mia famiglia a sopravvivere a un attentato). Il libro, che costa US$10, è corredato di uno speciale “calcolatore istantaneo delle zone di fallout”, studiato appositamente per aiutare i genitori più apprensivi a evitare le zone colpite dal fallout nucleare.
CAMERA SURVEILLANCE VIDEO RECORDING
For the scholars among us looking for alternative definitions of “terror” look up the word on Uncyclopedia, the humorous parody of Wikipedia, and follow the adventures of the wild and hallucinogenic “George” bushes in the land between Jeopardy and Custody.
Life has changed forever for flight attendants. Once required to simply dress well and be polite, now the poor things have to carry restraint tape. The International Air Transport Association (IATA), along with many other aviation training companies, is offering new training courses for in-flight security. Subjects covered include the stages of a hijack situation, weapons recognition, bomb threat procedures, explosives, chemical and biological weapons, behavioral analysis, profiling passenger types, restraint techniques and self-defense. La vita non è più la stessa per gli assistenti di volo. Se un tempo si esigeva solo una certa cura nel vestire e modi educati, oggi le povere hostess – fra le varie incombenze – devono anche equipaggiarsi di nastro adesivo per immobilizzare un passeggero in caso di arresto. La International Air Transport Association (IATA), insieme alle società del settore specializzate nella formazione, hanno lanciato una serie di nuovi corsi di sicurezza in volo. Fra le materie proposte: simulazioni di dirottamento; individuazione delle armi; procedure in caso di minaccia di esplosivi, armi chimiche e batteriologiche; analisi comportamentale; profiling delle tipologie di passeggeri; tecniche di arresto e autodifesa.
www.nukalert.com
NukAlert is your personal radiation meter. Small enough to attach to a keychain, it works nonstop and will promptly warn you of the presence of dangerous levels of radiation. NukAlert è il tuo contatore di radiazioni personale. abbastanza piccolo per appenderlo al portachiavi, questo dispositivo, in funzione 24 ore su 24, ti avvertirà tempestivamente della presenza di elevati livelli di radioatttivitÀ.
cauti on
COGITO is a new Israeli computerized interrogation system able to conduct hundreds of security screening interviews without human control. The system can identify terrorists, employees with hostile intents, criminals, smugglers or collaborators and direct further interrogation. The operation of the system is simple and requires only two hours training for someone with basic computer knowledge.
COGITO è un nuovo sistema computerizzato israeliano per gli interrogatori, che permette di realizzare centinaia di colloqui durante i controlli di sicurezza senza supervisione umana. Il sistema è in grado di identificare terroristi, dipendenti malintenzionati, criminali, contrabbandieri e complici, e disporre ulteriori interrogatori. Di facile utilizzo, bastano due ore per formare una persona con elementari conoscenze informatiche.
www.suspectdetection.com
92 - 93 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | ORANGE PAGES / PAGINE ARANCIONI
images are being
Modern Terrorist as an Idiot , The
CCT V
!
Just how many CCTV cameras are there in Great Britain? Surveillance Mirror is a project created by a group of UK photographers to reflect on the degree to which surveillance has penetrated British public space. To find out more or contribute with your own pictures go to www.flickr.com/groups/surveillancemirror Ti sei mai chiesto quante siano le telecamere a circuito chiuso installate in Gran Bretagna? Surveillance Mirror è un progetto creato da un gruppo di fotografi britannici che ci invita a riflettere sul livello di penetrazione dei dispositivi di sorveglianza negli spazi pubblici del paese. Per saperne di più o contribuire con le tue foto, fai un salto su www.flickr.com/groups/surveillancemirror
Sleep well with Quantum Sleeper, the first highlevel security bed that will protect you from bio-chemical terrorist attacks, natural disasters, kidnappers, stalkers and bullets. It comes with a CD and DVD player, microwave and refrigerator. More information at www.qsleeper.com
C.C.T.V. in OPERATion The story of Steve Kurtz (see p. 38) is also told in the documentary film “Strange Culture”, screened for the first time in 2007 at the Sundance Film Festival. To watch the trailer or buy the film go to www.strangeculture.net La storia di Steve Kurtz (vedi pag. 38) è raccontata anche nel documentario Strange Culture, presentato per la prima volta Al Sundance Film Festival NEL 2007. Per vederE il trailer o acquistare il film, collegati al sito www.strangeculture.net
Sogni d’oro con Quantum Sleeper: il primo letto di massima sicurezza, in grado di proteggerti da attentati terroristici con armi chimiche e batteriologiche, catastrofi naturali, sequestri, malintenzionati e proiettili vari. Il letto è dotato di lettore CD e DVD, forno microonde e frigorifero incorporati. Per ulteriori informazioni www.qsleeper.com
For those of you wishing to report log on to the FBI’s website.
your name, address, phone number and the suspicious activity you have witnessed. Your tip will promptly be reviewed by an FBI special agent or a professional staff member. Per chi voglia denunciare attività sospette di matrice terroristica o criminale, basta collegarsi al sito web dell’FBI. compilate un apposito formulario con nome, indirizzo e numero di telefono segnalando l’attività sospetta di cui si è stati testimoni. La soffiata verrà controllata tempestivamente da un agente speciale dell’FBI o da altri membri dello staff.
tips.fbi.gov
Remember the movie Ghostbusters? Egon, Slimer and the white monsters? If not just take a look at the CIA’s new Terrorist-Buster logo to jog your memory. The DCI (Director of Central Intelligence) Counterrorist Center has come up with a new logo that looks almost identical to that of the Ghostbusters: a red circle with a slash across it and a scary character in the middle. Now ‘who yu gonna call?’ Ti ricordi il film Ghostbusters? Egon, Slimer e tutti quei mostriciattoli bianchi? Per rinfrescarti la memoria, puoi sempre dare un’occhiata al nuovo logo “acchiappaterroristi” della CIA. Il servizio antiterrorismo del DCI (il direttore della Central Intelligence) ha scelto un nuovo logo, quasi identico a quello dei famosi acchiappafantasmi di celluloide: un cerchio rosso sbarrato al centro con un personaggio inquietante all’interno. Qual era il numero da chiamare?
www.cia.gov
warning
J e s s a m y n W e s t, a 3 6 - y e a r - o l d l i b r a r i a n , c r e at e d a s e r i e s o f p o p u l a r , q u a s i - l e g a l s i g n s t o wa r n p u b l i c l i b r a ry u s e r s a b o u t t h e r i s k o f b e i n g
can screen 40 different kinds of fleeting micro expressions
wat c h e d b y t h e FBI . H e l p d e f e n d y o u r l i b r a ry at w w w. l i b r a r i a n . n e t
easily missed by human eyes. Future Attributable Screening Technology (FAST) is also being developed to measure skin
« I l Pat r i o t A c t c i v i e ta , p e r l e g g e , d i d i rt i s e i n o s t r i c o m p u t e r s o n o
temperatures, blood-flow patterns, perspiration and heart and
s o tt o c o n t r o l l o » r e c i ta u n avv i s o a f f i s s o i n u n a b i b l i o t e c a n e l c e n t r o
breathing rates all at a distance of a couple meters.
d e l V e r m o n t. « Att e n z i o n e » . J e s s a m y n W e s t, b i b l i o t e c a r i A t r e n ta s e i e n n e ,
La divisione “fattori umani” della Homeland Security degli Stati
facciali istantanee, solitamente invisibili a occhio nudo. Questa
Play the latest GoArmy flash videogames, including Army Target Practice, Army Image Puzzle, Special Teams Challenge, Basic Rifle Marksmanship, Patriot Missile System Simulation and Blackhawk Challenge. Vuoi arruolarti nell’esercito degli Stati Uniti? fai un salto su GoArmy e gioca con i nuovi videogame. C’è solo l’imbarazzo della scelta: dalle esercitazioni su bersaglio ai puzzle di immagini dell’esercito, dalla sfida ai corpi speciali alla prove di precisione di tiro, dalla simulazione del sistema missilistico Patriot agli elicotteri Blackhawk.
www.goarmy.com
caution
«Migliaia di persone scattano foto ogni giorno. Hai notato qualcuno di poco rassicurante?». La nuova campagna antiterrorismo lanciata dalla polizia di Londra invita i londinesi a denunciare le persone che immortalano con l’obiettivo le telecamere a circuito chiuso. I fotografi britannici hanno reagito immediatamente con una parodia della campagna.
books
www.flickr.com/photos/illegalphotos
parody
warning Pakistani pop stars are singing out against terrorism. The music hit Ye hum naheen (“This is not us”) has become the anthem for a massive Pakistani anti-terrorism campaign. Released in 2007, the song quickly became a huge success, inspiring a petition against terrorism that gathered over 60 million signatures from across the country last summer. Le pop star pakistane cantano contro il terrorismo. La hit Ye hum naheen (noi non siamo questo) è diventata l’inno di una grande campagna di sensibilizzazione contro il terrorismo. Lanciata nel 2007, la canzone è diventata un successo di massa, ispirando una petizione contro il terrorismo che ha raccolto oltre 60 milioni di firme in tutto il paese la scorsa estate.
www.yehhumnaheen.org
c r e at o
una
serie
di
s i m pat i c i
avv i s i
pseudogiuridici
per
m e tt e r e
i n g u a r d i a g l i u t e n t i d e l l a b i b l i o t e c a p u b b l i c a i n c u i l av o r a s u l r i s c h i o d i e s s e r e s o rv e g l i at i d a l l’ FBI . C o n t r i b u i s c i a n c h e t u a p r o t e g g e r e l a t u a b i b l i o t e c a s u w w w. l i b r a r i a n . n e t
tecnologia di screening chiamata Future Attributable Screening Technology (FAST) può anche misurare la temperatura epidermica, l’andamento della circolazione sanguigna, la traspirazione e i coefficienti respiratori, il tutto a distanza di un paio di metri.
www.dhs.gov TOPOFF is the American premier terrorism preparedness exercise. Dirty bombs, radiation fallouts, explosions, victims, emergency broadcasts. The make-believe practice was mandated by Congress in an effort to engage top officials in the decision making processes they would face in a real world disaster, from public health concerns to internal communications and handling the media. TOPOFF è l’esercitazione più in voga in America per prepararsi a eventuali attacchi terroristici: bombe sporche, fallout radioattivi, esplosioni, vittime, trasmissioni radiotelevisive di emergenza. Questo sistema di simulazioni è stato commissionato dal Congresso allo scopo di formare gli alti funzionari per gestire al meglio il processo decisionale nell’eventualità di una vera catastrofe, dalle crisi sanitarie alle comunicazioni interne, alla gestione dei media.
www.met.police.uk “Thousands of people take photos every day, what if one of them seems odd?” The new counter-terrorism campaign launched by the London Metropolitan Police urge Londoners to report people who might be taking pictures of CCTV cameras. British photographers were quick to respond with a parody of the campaign.
ha
COLORS team The COLORS editorial team has experienced some terrorism related troubles while working on this issue: Piero Martinello and Heloisa Sartorato were stopped in front of New Scotland Yard station in London while recording an interview, and after trying to contact a colleague in Afghanistan about a film on terrorism, Fernando Aquarone’s email account was temporarily blocked “for suspicious activity” after sending an email with the subject “terrorism film”. Mentre lavorava a questo numero, la redazione di COLORS ha avuto qualche disavventura proprio a causa delle leggi antiterrorismo. Piero Martinello e Heloisa Sartorato sono stati fermati di fronte alla sede di New Scotland Yard, a Londra, mentre stavano registrando un’intervista. Dopo aver cercato di contattare un collega in Afghanistan per parlare di un film sul terrorismo, l’e-mail di Fernando Aquarone è stato bloccato in via temporanea per “attività sospette”: il messaggio di posta elettronica recava in oggetto la dicitura “terrorism film”.
www.colorsmagazine.com For the many of us eager go a terrorism tourist adventure, check out the Ultimate Counter Terrorism Mission™ in Israel. Originally geared towards US police officers and ‘Homeland Security’ professionals, the adventure tours are now being run for ordinary people. The one-week journey around the country tells of the Israeli battle
For those of you genuinely interested in learning a bit more about terrorism, we recommend:
with terrorism, leading vacationers through the holy land with exclusive access
Per chi sia veramente interessato ad approfondire la tematica del terrorismo, si consiglia la lettura di:
turismo del terrore? Parti alla volta di Israele con un viaggio organizzato chiamato
Loretta NapoleonI
Terror Incorporated
Seven Stories Press, NYC: 2005 Susan Faludi
The Terror Dream
Henry Holt & Company, NYC: 2007 Peggy Noonan
Patriotic Grace
HarperCollins, NYC: 2008 Edward Alden
The Closing of the American Border
HarperCollins, NYC: 2008
to the Shin Bet, Mossad, military bases, ‘military trials of Hamas terrorists’ and much more. Hai lo spirito dell’avventura e sogni di andare alla scoperta del “Ultimate Counter Terrorism Mission™”, nato in origine come programma di addestramento per gli agenti delle forze dell’ordine statunitensi e il personale della Homeland Security. Oggi il tour operator offre il pacchetto anche ai normali cittadini. Il viaggio di una settimana è un po’ una summa della lotta contro il terrorismo da parte di Israele. I turisti vengono scarrozzati in giro per la Terra Santa con accesso esclusivo ai siti dello Shin Bet, del Mossad, alle basi militari, ai tribunali militari che giudicano i terroristi di Hamas e molto altro ancora.
warning cctv camera in action
CAUTION Try to imagine an anti-terrorist truck, secretly equipped with a machine gun turret to battle terrorists who try to surprise defenseless police with some raging attack Or an explosion containment net to provide a safe space for terrorist bomb detonation. Take a look at the Top 10 Strangest Anti-Terrorism Patents.
Technology works, most of the time. Immaginati un camion attrezzato per le operazioni antiterrorismo, provvisto di una speciale torretta per mitragliatrice a scomparsa, per rispondere per le rime ai terroristi convinti di poter cogliere di sorpresa i poliziotti indifesi in un’azione omicida. Oppure una speciale rete di contenimento a prova di esplosione, per ripararsi dalla deflagrazione di una bomba. Dai un’occhiata su questo sito web alle 10 invenzioni più strane per combattere il terrorismo.
La tecnologia funziona… nella maggior parte dei casi.
www.ultimatectmission.com
www.neatorama.com/2008/06/27/top-10-strangest-anti-terrorism-patents/
94 - 95 | COLORS 75 TERRORISM / TERRORISMO | ORANGE PAGES / PAGINE ARANCIONI
You only have to fill in a form with
She has pink glossy lips but wears an explosive belt around her waist and carries a detonation trigger in her hand. Play with Suicide Bomber Barbie at www.theculture.net Ha le labbra rosa confetto, ma porta in vita una cintura esplosiva e nella mano stringe il pulsante del detonatore. Divertiti con la tua Barbie Suicide Bomber su www.theculture.net
a r e m o n i t o r e d , ” r e a d s a l i b r a ry s i g n i n c e n t r a l V e r m o n t. “ B e awa r e . ”
Security (DHS) tested a new intelligent surveillance system that
in grado di riconoscere ben 40 diverse microespressioni
Do you want to join the
“ T h e Pat r i o t A c t m a k e s i t i l l e g a l f o r u s t o t e l l y o u i f o u r c o m p u t e r s
The Human Factors Division of America’s Department of Homeland
Uniti ha testato un nuovo sistema di sorveglianza intelligente
US Army?
suspected terrorism or criminal activity,
www.dhs.gov
this site is under surveillance
MUNEM WASIF/ 25 Colors chose Wasif’s portrait for our cover as a symbol of all those stopped unjustly in the name of the ‘War on Terror’. A Bangladeshi photographer,
TERRORISM / TERRORISMO
Munem is neither a terrorist nor does he have links to terrorism, yet he is regularly stopped, questioned and banned from cafés due to his nationality, religion, skin color or beard.
MUNEM WASIF/ 25 ANNI Colors ha scelto di mettere in copertina il ritratto di Wasif come simbolo di tutte le vittime di fermi e arresti ingiustificati in nome della “guerra al terrore”.
Questo fotografo bangladese non è un terrorista né ha legami con il terrorismo, eppure viene regolarmente fermato, interrogato e allontanato dai caffè a causa della sua nazionalità, barba, colore della pelle o religione.
WINTER/INVERNO 2008-2009 QUARTERLY EDITION PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE www.colorsmagazine.com Poste italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in l. 27.02.2004, n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano/ Australia $13.20 A / Belgique € 6 / Canada $ 9.95 CA / España € 6 / France € 6,90 / Hong Kong 80 HK$, / Italia € 4,90 / Luxembourg € 6 / Malta 2.56 LM / Nederland € 6,70 / Österreich € 7,99 / Portugal Cont. € 6 / Schweiz 9.50 CHF / Sverige 56 SEK /UK £ 3.99 / USA $ 7.95 US Made in Italy