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Storia della Val Genova
La val Genova in Trentino, dove scorre la parte alta del fiume Sarca, ha una storia antichissima. Otto secoli di storia, perché il primo documento conosciuto che cita la Val Genova è una pergamena conservata tanto nell'archivio comunale di Giustino quanto in quello di Massimeno e datata 21 maggio 1224 dove si legge "... quod a Pebordù in foris per totam vallem de Zenoa plane nullum habitaculum debeat esse cum ..... bestiis a state et autumno.". Ed anche "... quod a Pebordù in foris usque ad pissum Ardis et a Çembrugis vallis de Zenua, qui sunt ab una parte et ab alia inferius, sunt jura S. Mariae de Brixia ...". Questo è l'esempio più antico ed è chiarissimo, ma da allora il toponimo si ritrova con frequenza in ogni secolo fino ai giorni nostri. Citiamo solo qualcuno dei numerosissimi esempi in pergamene e documenti cartacei sparsi per gli archivi trentini: 1295, Giustino "montis vallis Zenovae"; 1336, Bocenago e Strembo "in valle Zenoe"; 1345, Bocenago "montis Careti jacentis in valle da Zenoa"; 1349, Lomaso "alio capite vallis Zenoae, sive aqua, quae labitur per vallem Zenoae"; 1388, Strembo e Bocenago "in valle dicta Val Dezenoa"; 1498, Giustino " vallis Zenoe"; 1533, Massimeno, Strembo, Mortaso "... in fundo vallis Genuae penes Sarcham"; 1558, Mortaso e
The Genova Valley in Trentino, where the upper part of the Sarca River flows, has a very ancient history. It is eight centuries old, because the first known document that mentions the Genova Valley is a parchment kept both in Giustino’s and Massimeno’s municipal archives dated 21 May 1224, which says "... quod a Pebordù in foris per totam vallem de Zenoa plane nullum habitaculum debeat esse cum ..... bestiis a state et autumno." And then continues as "... quod a Pebordù in foris usque ad pissum Ardis et a Çembrugis vallis de Zenua, qui sunt ab una parte et ab alia inferius, sunt jura S. Mariae de Brixia ... " This is the oldest and very clear evidence, but since then the place name has been frequently found in every century until today. Let’s mention just some of several examples in parchments and paper documents scattered in Trentino’s archives: 1295, Giustino "montis vallis Zenovae"; 1336, Bocenago e Strembo "in valle Zenoe"; 1345, Bocenago "montis Careti jacentis in valle da Zenoa"; 1349, Lomaso "alio capite vallis Zenoae, sive aqua, quae labitur per vallem Zenoae"; 1388, Strembo e Bocenago "in valle dicta Val Dezenoa"; 1498, Giustino " vallis Zenoe"; 1533, Massimeno, Strembo, Mortaso "... in fundo vallis Genuae penes Sarcham"; 1558, Mortaso e Strembo "ac vias per vallem de Zenova"; 1568, in Mortaso’s Charta della Regola art. 147 "valle di Zenova"; 1584, Strembo "in valle appellata Val de Zenova"; 1612, Pinzolo, Caderzone, Carisolo "loco
Strembo "ac vias per vallem de Zenova"; 1568, nella Carta di Regola di Mortaso art. 147 "valle di Zenova"; 1584, Strembo "in valle appellata Val de Zenova"; 1612, Pinzolo, Caderzone, Carisolo "loco dicto li gazi de Zenova"; 1613, Strembo "Fulgarida et Covna pertinentiarum Vallis Genuae"; 1758, Carisolo, Strada di Val Genova; 1777, Carta di Regola di Massimeno art. 25, "valle di Genova". Qualche esempio lo estraiamo anche tra le numerosissime citazioni che si trovano all'Archivio di Stato di Trento nel Capitanato Distrettuale di Tione: 1794, "Concorrenza per formar la strada di Zenova"; 1850, "L'alluvione rovina la strada
della valle di Genova; 1868, "nella Valle di Genova", "Val di Genova"; 1876, Guardia boschiva in Val di Genova; 1892, "Divisione della Val di Genova"; 1912, "Teleferica Vidi in Val di Genova". Fin qui le citazioni documentarie, dove è necessario ribadire che in latino la desinenza ae, oppure per comodità dell'amanuense, solo la desinenza e, (Zenoae, Zenoe, Genuae, Zenue), indica il genitivo singolare e si traduce con di. Ad onor del vero si riscontra anche qualche rarissimo esempio di "Val Genova", come in una pergamena del 1559 nell'archivio comunale di Strembo e in un accenno
dicto li gazi de Zenova"; 1613, Strembo "Fulgarida et Covna pertinentiarum Vallis Genuae"; 1758, Carisolo, Strada di Val Genova; 1777, Massimeno’s Charta della Regola art. 25, "valle di Genova." Some examples can be taken from the many quotes which are to be found in the State Archives in Trento, in Tione’s District Captaincy: 1794, "Concorrenza per formar la strada di Zenova"; 1850, "L'alluvione rovina la strada della valle di Genova”; 1868, "nella Valle di Genova," "Val di Genova"; 1876, “Guardia boschiva in Val di Genova”; 1892, "Divisione della Val di Genova"; 1912, "Teleferica Vidi in Val di Genova". These were quotes from documents, whereby it must be pointed out that in Latin the ending, “ae” or just the ending “e” for the scribe’s convenience (Zenoae, Zenoe, Genuae, Zenue), indicates the genitive singular and is translated by “di.” To tell the truth, there are also a few rare testimonies of "Val Genova," like in a parchment of 1559 in the municipal archive of Strembo and in a mention by Michelangelo Mariani in his "Cronaca" of 1673, in which he writes "la Valle detta Genova," but these are exceptions which confirm the
di Michelangelo Mariani nella sua "Cronaca" del 1673, dove scrive "la Valle detta Genova", ma sono eccezioni che confermano la regola, se non diamo credito al pur valido Giuseppe Rabensteiner, i. r. Cancellista di Tione che lo stesso Valenti giudica "infaticabile e paziente lavoratore", che nelle trascrizioni e regesti delle pergamene riporta quasi sempre "Val Genova" trascurando la desinenza ae del genitivo singolare. Così la cartografia IGM, Carlo Gambillo nel 1882, Silvestro Valenti nei primi anni del Novecento, Cesare Battisti nelle sue opere geoetnologiche, riportano sempre il toponimo Valle di Genova, per non parlare di Karl Sonkler, Julius Pajer, Vittorio Stenico, Casimiro Rossi. Con la legge n° 7 del 12 settembre 1967 il Consiglio Provinciale aveva approvato il Piano Urbanistico Provinciale che riconosceva la Val di Genova come area protetta, gettando le basi per il futuro Parco Naturale Adamello Brenta.
A partire dagli anni novanta del secolo scorso, ecco che, sempre più frequentemente, l'esatta, antica, dizione Val di Genova viene sostituita con Val Genova. La pesca in questa parte del fiume è praticata con buoni risultati ad inizio e a fine stagione, in quanto nei mesi estivi è facile che il Sarca sia velato per il disgelo. Prima della costruzione di alcuni sbarramenti si potevano vedere numerose grandi trote marmorate del lago di Garda che risalivano fin qui per riprodursi, spettacolo a cui saltuariamente si può ancora assistere durante i mesi invernali.
rule, unless we believe the even persuasive Giuseppe Rabensteiner, Tione’s records officer, who is judged by the same Valenti as a "tireless and patient worker," who almost always reports "Val Genova" in his copies and registers of parchments, thus omitting the ending “ae” of the genitive singular. Carlo Gambillo in 1882, Silvestro Valenti in the first years of the 20th century, and Cesare Battisti in his geo-ethnologic works, always use the place name Valle di Genova o,n IGM cartography not to mention Karl Sonkler, Julius Pajer, Vittorio Stenico, and Casimiro Rossi. With Law no. 7 of 12 September 1967, the Provincial Council had approved the Provincial Town Plan, which acknowledged the Val di Genova as a protected area, laying the foundations for the future Natural Park Adamello Brenta. Starting from the 1990s, the exact, old denomination Val di Genova was replaced more and more frequently by Val Genova. In this part of the river, fishing is practiced with good results in the early and late season, as in the summer months the Sarca River might not be fished for thawing. Before the construction of some dikes, several big marble trout from the Garda lake could be seen running up here to spawn, a sight that can still be admired now and then in the winter months.
fly away
"Il Pescatore Completo” Riscoperta la semplicità della pesca a mosca
Nel suo nuovissimo film sulla pesca a mosca "Il Pescatore Completo", il marchio outdoor Patagonia punta sulla semplicità e sulla sostenibilità. Ambientato nella splendida valle del Sesia, nel nord Italia, il film narra la storia di Arturo Pugno, che utilizza ancora una tecnica di pesca a mosca che ha avuto origine nella sua valle nativa secoli fa.
Lo stile di pesca a mosca della Valsesia è costituito solo da una canna, originariamente realizzata in legno di nocciolo, e da una lenza in crine di cavallo intrecciato. La tecnica è simile alla Tenkara, emersa in Giappone più di 200 anni fa
In its newest fly fishing film “Il Pescatore Completo”, outdoor brand Patagonia focuses on simplicity and sustainability. Set in the beautiful Sesia valley in Northern Italy, the film follows Arturo Pugno who still uses a fly fishing technique that originated in his native valley centuries ago.
BENGT ENGELBREKT
di Edoardo Scapin
Bengt Engelbrekt fece la sua prima esperienza di pesca grazie a un gentiluomo inglese che nel 1961, in Norvegia, gli mostrò come lanciare una mosca secca. Nel 1975 cominciò a fabbricare canne da mosca in bambù con una fresatrice. Fu però solo nel 1977 che costruì il suo primo mulinello da trota e nel 1988/90 i due primi mulinelli da salmone. La sua ditta nacque ufficialmente nel 1990 col nome di Engelbrekt Reels and Rods Company.
Il primo mulinello che Bengt fece negli anni settanta aveva le seguenti caratteristiche: WF4F e 80 metri di backing, piccolo di diametro 2 1/2” e ampio, aveva l’aspetto di un classico mulinello americano da mosca, ma con la caratteristica moderna di riuscire a frenare ai margini della bobina. Engelbrekt costruì questo mulinello per sé, ma ai suoi amici di pesca piacque così tanto che decise di fare una serie di 13 mulinelli della stessa misura. Venne chiamato TR4 Autograph ed era 2 3/8” di diametro. Il mulinello da mosca Autograph ha 6 misure, dalla TR1 3” alla TR6 2”. La frizione è del tipo “semplice click”, ma con una ruota dentata più grossa per ottenere una frenata più liscia. I mulinelli sono d’alluminio ad alta resistenza, vengono usati anche acciaio inox, bronzo fosforoso e titano, i manici sono di avorio di mammut lanoso di almeno 20000 anni fa, due placche d’argento sono intarsiate a mano, una col nome del cliente e l’altra col suo Autografo.
Alla fine degli anni ottanta, molti erano convinti che Engelbrekt avrebbe prodotto un mulinello da salmone, così lui pensò a quali mulinelli da salmone facessero più effetto sui pescatori. Hardy Perfect era uno di questi e gli altri erano i diversi modelli di Edward vom Hofe.
All’inizio degli anni novanta costruì due prototipi, SA1 3 " e SA5/0 4 1/8", il più piccolo e il più grande delle sei misure della serie Autograph. Poi i suoi amici testarono il mulinello più piccolo in giro per il mondo, nella penisola di Kola in Russia, in Norvegia, Islanda, USA, Canada e ovviamente in Svezia. Basandosi sui commenti raccolti in quei viaggi di pesca, vennero progettati i mulinelli Autograph che sono tuttora fabbricati. Le loro caratteristiche sono: due sistemi frenanti, un grosso freno a disco controllato da un pulsante in cima al lato del manico. Il secondo è un freno da combattimento