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REDISCOVERING LIGURIA

TEXT PIETRO BUATIER PHOTOS LUIGI CHIURCHI & PIETRO IENCA

L’inverno a cavallo tra il 2020 e il 2021 in Liguria verrà ricordato non solo per l’emergenza pandemica in atto, ma anche per qualcosa di più lieto. Una serie entusiasmante di nevicate infatti ha trasformato il paesaggio della regione conferendogli tonalità norvegesi. Dal mare ai monti, dal bianco schiumoso delle onde a quello soffice della polvere di neve. Dalle Alpi Liguri fino a gran parte dell’arco appenninico, nelle ultime settimane le punte incappucciate delle montagne hanno rappresentato una piacevole costante. In un periodo storico in cui il “turismo lento” sembra aver raggiunto indici di gradimento piuttosto elevati tra gli italiani, le ciaspole e le pelli hanno rappresentato una via di fuga nei limiti del possibile.

Noi di Trip In Your Shoes abbiamo avuto la fortuna e l’onore di gustarci più di una volta gli inediti panorami che si sono venuti a creare. Le Alpi Liguri, per iniziare, erano quelle che non potevamo lasciarci sfuggire in simili condizioni. Si sviluppano tra il Piemonte, la Liguria e la Francia e formano un tratto dal grande potenziale paesaggistico, in tutte le stagioni. In diverse occasioni, siamo saliti sulla vetta più elevata della nostra regione: il Monte Saccarello. Alto 2201 metri, permette di allungare la vista dalla Provenza fino alle Alpi Apuane in Toscana, sovrastando dall’alto tutto il Golfo di Genova. Un balcone naturale, che ci ha riconciliati con l’ambiente e con l’aria pulita. Sfruttando il rifugio Laterza come base logistica, abbiamo potuto effettuare alcune riprese aeree con il drone e sciare a pochi chilometri dalla costa in linea d’aria. Uno spettacolo di cui ci riteniamo assai fortunati. Alla sera le luci sfumate del tramonto sembravano accarezzare i crinali, immersi in un silenzio rotto soltanto dalle nostre voci. Un vento gentile soffiava sulla cresta, alzando qualche sbuffo luccicante. Scene simili si sono ripetute sul massiccio del Monte Beigua, altra zona indicata per effettuare ascese invernali in occasione di abbondanti nevicate. Qui si sviluppa un Parco Naturale di notevole interesse, situato nel primo entroterra tra Arenzano, Varazze e Sassello. Inerpicandoci lungo i fianchi esposti verso il Mar Ligure, siamo giunti in uno dei punti panoramici preferiti dai fotografi locali. C’è stato spazio per una piccola riflessione: negli ultimi anni, grazie ad una serie di progetti internazionali condotti con varie realtà, abbiamo potuto viaggiare molto lontano da casa. Genova però rimane il posto in cui siamo nati e nel quale lasceremo sempre un pezzo di cuore. Poterla apprezzare da lassù, adornata nelle vesti di una città tipicamente nordica, è stata dunque un’emozione indescrivibile. Come applicare un filtro del telefono, ma nella realtà.

Ci siamo in seguito lasciati abbandonare ad una piacevole forza di gravità, che ci ha fatto planare in slalom adrenalinici, nella discesa con gli sci ai piedi. L’aspetto senz’altro interessante è che in appena mezza giornata puoi trovarti dal traffico della città a situazioni come questa, dal forte impatto emozionale.

Una serie entusiasmante di nevicate infatti ha trasformato il paesaggio della regione conferendogli tonalità norvegesi. Dal mare ai monti, dal bianco schiumoso delle onde a quello soffice della polvere di neve.

"Si comprende allora quanto in realtà sia utile ripartire da una maggiore consapevolezza delle bellezze nascoste nei territori che abitiamo".

Concentrandoci sul settore centrale della regione, vi sono il Parco dell’Antola e il Parco dell’Aveto, che tra dicembre e febbraio spesso accolgono abbondanti nevicate. La vegetazione nei periodi fortunati tende a coprirsi di un manto invitante, puntellato qua e là dalle impronte della vivace fauna locale. Per un amante delle ciaspole queste zone sono indicate per poter staccare dal frenetico viavai della quotidianità e immergersi nelle faggete guardinghe, che sembrano annusarti con i rami spogliati dall’Autunno. Segnaliamo nello specifico l’area di Santo Stefano d’Aveto, che tra l’altro accoglie anche alcuni impianti sciistici storici.

La prospettiva di cui si può godere una volta giunti sulle vette circostanti viene premiata nelle giornate di bel tempo. Lo sguardo infatti si può rivolgere in direzione della costa, la quale rimane però coperta da altri rilievi montuosi a ridosso di essa, lasciando spazio all’immaginazione. Ciò che spunta è invece la linea del mare all’orizzonte, che si unisce al cielo giocando con i colori.

L’ultimo inverno, a livello generale, ha acceso i riflettori su una peculiarità del nostro modo di pensare. In quanto italiani, s’intende, ma potremmo tranquillamente dire, più in generale, in quanto “umani”: l’esterofilia.

La commercializzazione del paesaggio naturale, oltre alla mirabolante mobilità internazionale sviluppatasi nel XXI secolo, ci spinge con costanza a cercare nell’esotico e nella lontananza geografica quell’ideale di perfezione degli elementi cui auspichiamo per riempirci gli occhi e l’anima. L’emergenza sanitaria che ha investito il mondo, tuttavia, ha costretto chiunque a ridefinire i suoi spazi, partendo da una riscoperta del proprio “estero vicino”. Ecco pertanto che le escursioni di provincia, giornaliere e facilmente organizzabili, hanno preso il sopravvento, trasformandosi in una risposta efficace alla crescente voglia di esperienze outdoor.

Gli scarponi d’estate e le ciaspole d’inverno, i sentieri rocciosi e gli scorci dietro casa. Si comprende allora quanto in realtà sia utile ripartire da una maggiore consapevolezza delle bellezze nascoste nei territori che abitiamo. Nel nostro piccolo, abbiamo dovuto ridefinire in parte il lavoro che portiamo avanti da anni, concentrandoci ancora di più sulla valorizzazione del potenziale locale e dei microclimi che caratterizzano uno spicchio d’Italia speciale come la Liguria.

Incastonata tra il Mediterraneo e la dorsale appenninica, sembra abbracciare con presa salda le correnti che arrivano dal mare, mischiando le note di Fabrizio De André con gli odori del basilico, secondo sinestesie ben accordate.

Durante le ultime settimane abbiamo apprezzato con gioia le salite tra i pini marittimi, in quelle condizioni di sostenibilità ambientale che rendono la ciaspolata e lo sci alpinismo delle auspicabili attività. L’incremento del numero di appassionati nell’ultimo anno attesta ancora una volta il successo dello “slow tourism”, il quale dovrebbe essere sponsorizzato con coraggio e determinazione in questo periodo storico.

Il messaggio che speriamo venga espresso attraverso le nostre immagini, è che la Liguria può offrire una sfaccettatura montanara non indifferente, spesso offuscata dalla bellezza e dalla nomea della fascia costiera. Queste cime però perderebbero di fascino senza la vicinanza al rombo appena percettibile delle onde. Una cosa non esclude l’altra.

Tutto si fonde in uno scenario pittoresco. Non è tutto “cocci aguzzi di bottiglia”, come scrisse Eugenio Montale in una celebre poesia sulla sua terra. C’è anche molta dolcezza nel panorama ligure, provare per credere.

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