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Nirmal Purja
by The Pill
INTERVIEW BY GIANLUCA GASCA
Ex membro delle squadre speciali inglesi Nirmal Purja è l’uomo dei record in altissima quota. Atteggiamento spavaldo e sfrontato, comunicazione in stile militaresco, fino a oggi ha centrato tutti gli obiettivi che si è prefissato. È salito alla ribalta delle cronache nel 2019 per il suo “Project Possibile” con cui ha scalato tutti e 14 gli Ottomila in soli 189 giorni, ovvero 6 mesi e 6 giorni, impiegando le bombole d’ossigeno. Nessuno l’avrebbe creduto possibile, neppure lo stesso Nirmal che più volte ha dichiarato di essersi convinto strada facendo. Alla fine ci è riuscito ad abbattere il primato prima detenuto dal coreano Kim Changho (sette anni, dieci mesi e sei giorni). Se quanto realizzato in estate sui 14 Ottomila ci è sembrato sorprendente, lo è ancora di più la sua realizzazione sul K2 invernale. Lui e nove compagni Sherpa, fratelli come dicono tra di loro.
Dei 10 alpinisti che hanno realizzato la prima invernale assoluta all’ultima montagna ancora inviolata in inverno, Nirmal è l’unico a essere salito senza utilizzare bombole d’ossigeno. “Almeno uno di noi sarebbe arrivato in vetta senza” è la dichiarazione unanime di tutti i ragazzi del team. “Non ne ho parlato molto prima perché non sentivo il bisogno di fare chiasso attorno alla scelta di salire senza ossigeno” confessa Nirmal che ha comunque portato avanti la sua decisione nonostante non fosse del tutto acclimatato. “Ho avuto occasione di passare poco tempo sulla montagna, solo una notte campo 2 (6600 m) a causa delle condizioni meteo”. Nonostante questo è comunque riuscito, un passo alla volta, fino al punto più alto. “Siamo arrivati in cima come una squadra” continua. “Non abbiamo mai pensato al nostro guadagno individuale, ma ognuno di noi ha lavorato duramente, con determinazione e con il desiderio di rendere possibile l’impossibile”. Una grande impresa, soprattutto per i nepalesi “che non hanno mai ricevuto la giusta ricompensa per i loro meriti”.
Nirmal è cresciuto in Nepal, nel pianeggiante territorio di Chitwan, fino alla maggiore età, quando poi è entrato a far parte della Brigata Ghurkha, elitario reparto del British Army, seguendo le orme paterne. Nel 2009 lascia la brigata per entrare in servizio con la Special Boat Service, corpo scelto della British Royal Navy. In questo periodo inizia ad avvicinarsi al mondo della montagna, divenendo uno specialista nel combattimento in ambiente artico e montano. L’ambizione di arrivare su una vetta di ottomila metri nasce invece nel 2012 quando, durante un periodo di licenza, si cimenta in un trekking al campo base dell’Everest. Ammaliato dalla vista della più alta montagna della Terra, chiede alla sua guida di scalare una montagna, così pochi giorni dopo eccolo sulla cima del Lobuche East, seimila metri, non molto distante dall’Everest. Da qui in avanti non si è più fermato continuando a coltivare la sua passione alpinistica nel tempo libero dal duro lavoro di soldato. Nel 2014 raggiunge la vetta del Dhaulagiri, il suo primo Ottomila, e due anni dopo quella dell’Everest. Nel 2019 lo vediamo rimbalzare da una cima all’altra, compiendo tutta la corona himalayana in soli 6 mesi e 6 giorni. “Uno degli scopi di questo progetto era la promozione degli scalatori nepalesi coltivandone le abilità e promuovendoli a livello internazionale” spiega. “Gli alpinisti nepalesi non hanno nulla da invidiare a quelli occidentali per quanto riguarda le capacità e l’abilità tecnica in alta montagna”. Deciso e concreto fino a oggi le sue parole non sono mai state smentite. Nonostante il traguardo invernale, che lo consacra insieme ai compagni nella storia dell’alpinismo, continueremo a sentir parlare di lui.
“Raggiungere la vetta del K2 in pieno inverno ha significato molto ed è parte della storia. Si tratta di un momento che rimarrà per sempre tra quelli più speciali della mia vita. Siamo riusciti a spingere i limiti un po’ più in là, dimostrando cosa è in grado di fare una squadra con unità e solidarietà. Nel futuro ci saranno certamente altre nuove sfide, rimanete sintonizzati”.