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Piscina e categoria catastale delle abitazioni - Paolo Boni
PISCINA E CATEGORIA CATASTALE DELLE ABITAZIONI
Come e quando la realizzazione di una piscina modifica la categoria catastale delle abitazioni
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Spesso i privati che intendono costruire una piscina si chiedono se questa scelta avrà o meno influenze dirette sulla propria situazione fisca le. Alcune indicazioni per fare chiarezza, nonostante la materia sia di difficile definizione
LA CATEGORIA CATASTALE
La categoria catastale di un’abitazione ne determina il valore catastale, sul quale si calcolano le tasse da applicare quali, ad esempio, IRPEF, IMU, Imposta di registro, IVA. Le abitazioni con categorie catastali diverse non hanno lo stesso trattamento fiscale perché esistono abitazioni definite “normali” ed altre definite “di lusso”. Chi possiede un’abitazione di lusso non può usufruire di alcune age volazioni fiscali quali l’aliquota IVA ridotta, l’esenzione del pagamento dell’IMU per la prima casa, l’imposta di registro ridotta in caso di compravendita.
LE ABITAZIONI DI LUSSO
Le abitazioni, dal punto di vista del catasto, vengono descritte attraverso le seguenti categorie catastali:
TABELLA DELLE CATEGORIE CATASTALI I - IMMOBILI A DESTINAZIONE ORDINARIA GRUPPO A
A/1 - Abitazioni di tipo signorile A/2 - Abitazioni di tipo civile A/3 - Abitazioni di tipo economico A/4 - Abitazioni di tipo popolare A/5 - Abitazioni di tipo ultrapopolare A/6 - Abitazioni di tipo rurale A/7 - Abitazioni in villini A/8 - Abitazioni in ville A/9 - Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici A/10 - Uffici e studi privati A/11 - Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi
Le abitazioni appartenenti alle categorie A/1, A/8 e A/9 vengono definite “di lusso”.
COME FUNZIONAVA PRIMA
Fino al 13 dicembre 2014 la definizione di abitazione di lusso era regolata dal D.M. 02/08/69, detta “Legge Tupi ni”. Il D.M. stabilisce, all’art.4, che sono (o diventano) di lusso.
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Le abitazioni unifamiliari dotate di piscina di almeno 80 mq di superfi cie o campi da tennis con sottofondo drenato di superficie non inferiore a 650 mq. Se si costruisce una piscina di dimensioni superiori agli 80 mq, quindi, la casa passa automaticamente a casa di lusso. Nel caso in cui, invece, la piscina ab bia una superficie inferiore agli 80 mq, l’art.8 stabilisce che sono o diventano di lusso. Le case e le singole unità immobiliari che abbiano oltre 4 caratteristiche tra quelle della tabella allegata al presente decreto.
Superficie dell’appartamento Superficie utile complessiva superiore a mq 160, esclusi dal computo terrazze e balconi, cantine, soffitte, scale e posto mac chine.
Terrazze a livello coperte e scoperte e balconi Quando la loro superficie utile complessiva supera mq 65 a servizio di una singola unità immobiliare urbana.
Ascensori Quando vi sia più di un ascensore per ogni scala, ogni ascensore in più conta per una caratteristica se la scala serve meno di 7 piani sopraelevati.
Scala di servizio Quando non sia prescritta da leggi, regolamenti o imposta a necessità di prevenzione di infortuni od incendi.
Montacarichi o ascensore di servizio Quando sono a servizio di meno di 4 piani.
Scala principale a) con pareti rivestite di materiali pregiati per un’altezza superiore a cm 170 di media; b) con pareti rivestite di materiali lavorati in modo pregiato. g) Altezza libera netta del piano Superiore a m. 3,30 salvo che regolamenti edilizi prevedano altezze minime superiori.
Porte di ingresso agli appartamenti da scala interna a) in legno pregiato o massello e lastronato; b) di legno intagliato, scolpito o intarsiato; c) con decorazioni pregiate sovrapposte od imprese.
Infissi interni Come alle lettere a), b), c) della caratteristica h) anche se tamburati qualora la loro superficie complessiva superi il 50% (cin quanta per cento) della superficie totale.
Pavimenti Eseguiti per una superficie complessiva superiore al 50% (cinquanta per cento) della superficie utile totale dell’appartamento: a) in materiale pregiato; b) con materiali lavorati in modo pregiato.
Pareti Quando per oltre il 30% (trenta per cento) della loro superficie complessiva siano: a) eseguite con materiali e lavori pregiati; b) rivestite di stoffe od altri materiali pregiati.
Soffitti Se a cassettoni decorati oppure decorati con stucchi tirati sul posto dipinti a mano, escluse le piccole sagome di distacco fra pareti e soffitti.
Piscina Coperta o scoperta, in muratura, quando sia a servizio di un edificio o di un complesso di edifici comprendenti meno di 15 unità immobiliari.
Campo da tennis Quando sia a servizio di un edificio o di un complesso di edifici comprendenti meno di 15 unità immobiliari
Dal 13 dicembre 2014 il D.Lgs. n. 175 del 21/11/14 è intervenuto sulla defi nizione di ‘’abitazione di lusso”, legandola solamente alla categoria catastale. Vengono definite abita zioni di lusso le abitazioni classificate nelle categorie A/1: abitazioni di tipo signorile, A/8: abitazioni in ville, A/9: castelli, palazzi di pregio artistico e storico. Anche l’Agenzia delle Entrate, con la Circolare 30/12/14, conferma che, in caso di cessione di abitazioni ‘’prima casa”, l’IVA agevolata al 4% è vincolata alla categoria catastale e non più alle caratteristiche del D.M. 02/08/69. In particolare, non sono di lusso le abitazioni classificate come: A/2 abitazioni di tipo civile, A/3 abitazioni di tipo economico, A/4 abitazioni di tipo popolare, A/5 abitazioni di tipo ultrapopolare, A/6 abitazioni di tipo rurale, A/7 abitazioni in villini, A/11 abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi.
L’ACCATASTAMENTO
È obbligatorio accatastare una pisci na perché vi è l’obbligo di accatastare o variare ogni modifica in grado di incidere sulla consistenza, sulla de stinazione d’uso, sul valore dell’immobile. Accatastare una piscina significa inserirla graficamente nella mappa catastale, nella planimetria catastale e tenerne conto per la clas sificazione dell’unità immobiliare alla quale è pertinenziale. L’accatastamento determina la rendita catastale di una unità immobiliare, che si ottiene moltiplicando la Consistenza per i dati di tariffa, che sono impor ti determinati con il D.M. 27/09/91 e sono suddivisi per Provincia, Co mune, Categoria e Classe. Il Valore catastale, utilizzato per calcolare le imposte, si ottiene moltiplicando la rendita catastale per un coefficiente di rivalutazione che per le Abitazioni principali, prima casa (escluso quel le in categoria A/1,A/7 e A/8) è pari a 115,5, per le abitazioni secondarie o di lusso (categoria A/1, A/7 e A/8) è pari a 126. Il tecnico, nella pratica di accatastamento, assegna categoria e classe, calcola i vani, quindi calcola e propone una rendita catastale. Il Catasto, dopo un controllo formale, accetta la pratica, e assegna la rendita proposta dal tecnico. A questo punto la rendita proposta dal tecnico diventa subito valida a tutti gli effetti, diventando definitiva trascorsi 12 mesi. Nei 12 mesi, il catasto ha facoltà di rettificare la rendita proposta dal tecnico, se ritiene che non sia congrua.
La classificazione catastale di una abitazione non si modifica automa ticamente quando si realizza una piscina. Va valutato il contesto urbanistico nel quale la casa e la piscina sono inserite, poichè molto spesso, per attribuire una categoria cata stale, si tende ad utilizzare quelle delle abitazioni vicine. Una casa di categoria A/2 inserita in un contesto urbano dove sono presenti abitazioni di categoria A/1 o A/8 molto probabilmente potrà vedere modificata la categoria catastale con la costruzione di una piscina, ma non è certo che questo accada. È importante quindi sapere che la costruzione di una piscina potrebbe incidere a livello fiscale sull’abitazione, ma non è dato saperlo con certezza prima di consultare un professionista che si occupi della variazione al cata sto. In più, l’accatastamento va fatto dopo la costruzione della piscina, non è possibile farlo prima. È quindi importante consultare un profes sionista che si occupi di urbanistica prima della costruzione, per avere un primo suggerimento. Attenzione a procedere alla redazione di atti (ad esempio una compravendita) prima che la rendita venga confermata, cioè prima di 12 mesi. In caso di rettifica scatta la richiesta di conguaglio delle imposte non pagate. CONSTRUCTION
LE CORRENTI VAGANTI IN PISCINA
Molto spesso si attribuiscono processi di corrosione ad una mancata od errata messa a terra dei componeti metallici delle piscine. Ma è proprio così?
42 Molto spesso si attribuisce al fenomeno delle correnti vaganti e/o correnti galvaniche la responsabilità di corrosioni e danni delle parti metalliche delle piscine. Questi danni che inte ressano i componenti installati all’interno delle vasche, quali bocchette, fari, scalette e altri componenti metallici come gli stessi pannelli della struttura, si verificano anche quando i componenti arrugginiti sono realiz zati in acciaio AISI 316 L. Ciò espone i costruttori di piscine alle giustificate lamentele dei clienti, che tendono ad incolpare la presunta scarsa qualità dei materiali utilizzati. Il fenomeno è comunque curioso, poichè non appare seguire una logica: lo stesso materiale in una piscina si arrugginisce dopo pochi mesi, ed in un altra non si arrugginisce mai. La stessa piscina, ospita componenti arrugginiti ed altri perfetti. Questa bizzarria di comportamento ha fatto pensare a molti che la responsabilità sia della correnti elettriche, più o meno vagabonde. Ma questa argomentazione appare priva di fon damento, come vederemo nel corso dell’articolo.
LE CORRENTI GALVANICHE
Per descrivere il fenomeno si utilizza anche il termine “correnti galvaniche”, che in realtà si riferiscono ad un diverso processo elettrochimico, che causa corrosione quando due metalli diversi, come ad esempio acciaio ed alluminio, o acciaio AISI 316 ed acciaio al carbonio, vengono accoppiati. La forte differenza di potenziale
HA 2 - 2020 innesca una migrazione di elettroni dal metallo con potenziale minore a quello con potenziale maggiore, innescando la corrosione del primo. Questa reazione di ossidoriduzione, che di fatto si manifesta come corrosione elettrochimica, necessita della presenza di un elettrolita, come ad esempio l’acqua delle piscine. La
corrosione galvanica è quindi quella che si innesca su viti, dadi, bulloni, utilizzati su un metallo diverso da quello di cui sono fatti. Solitamente, il metallo meno nobile è quello dei bulloni, che si arruginiscono.
LE CORRENTI VAGANTI
Il fenomeno delle correnti vaganti, meglio definite “correnti parassite”, è assai aggressivo e penetrante quanto raro ed effimero, poiché si presenta soltanto in precise condizioni. Per affrontare correttamente il problema è necessario chiarire meglio i meccanismi che determinano questo tipo di corrosione. Se pur in modo semplicistico il fenomeno può essere descritto come correnti che abbandonano il loro percorso
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stabilito (primario), per prendere delle scorciatoie a minore resistenza, attraversando conduttori incontrati “casualmente” sul loro percorso (cir cuito secondario). La prima doverosa puntualizzazione che occorre fare è quella relativa alla tipologia della corrente: può essere sia di tipo con tinuo che di tipo alternato, ma solo le correnti continue sono in grado di produrre grossi danni per ossidazione, mentre quelle di tipo alternato producono danni praticamente irrilevanti. Un esempio reale (forse l’unico), è rappresentato dalle eventuali correnti disperse dai sistemi di trazione a corrente continua (treni, metropolitane, tram). Queste cor renti se disperse creano quelle che tecnicamente si chiamano interferenze brevi, ma con conseguenze anche severe a causa delle elevate correnti in gioco. Durante il passag gio del convoglio, la corrente parte dal polo positivo della sottostazione percorrendo il cavo aereo fino al tre
Corrente vagante in presenza di ferrovia
no, per poi rientrare al polo negativo della sottostazione attraverso i binari (non isolati per sicurezza). Ammet tiamo dunque che la corrente sia fuoriuscita; perché il fenomeno si manifesti occorre che il terreno cir costante sia un buon conduttore. In questo caso quando la corrente fuo riuscita incontra un conduttore metallico, lo utilizza per procedere lungo il percorso di minore resistenza. Nel punto di ingresso il metallo (per esempio una conduttura o una par te della piscina), si comporta da catodo ed è quindi protetto, ma quando la corrente nel suo percorso verso la sottostazione elettrica abbandona il metallo, questo si comporta da anodo, innescando i tristemente famosi processi di corrosione. A questo punto occorre sottolineare che anche nel caso di presenza di correnti vaganti, il fenomeno si innesca se e solo se il circuito elettrico secondario, rappresentato dal terreno che separa il binario dell’esempio dalla massa metallica e la massa metallica nel loro insieme, costituiscono un per corso di minor fatica per la corrente elettrica, cioè un percorso che offre una minore resistenza. Questa condizione è tutt’altro che facilmente riscontrabile; il terreno con le sue incoerenze e discontinuità anche di materiali, difficilmente è meno resistivo di una rotaia. L’esempio che abbiamo utilizzato può sembrare poco attinente alle problematiche generalmente riscontrate con i fenomeni corrosivi presenti in alcune piscine, in realtà serve a sottolineare che il fenomeno delle correnti vaganti si genera con valori di corrente molto differenti da quelli normal mente impiegati in piscina.
E CON L’ELETTROLISI?
La presenza di una cella elettrolitica per la produzione del cloro non cambia ciò che è stato finora enunciato. La cella elettrolitica utilizza pic
La presenza di cloruri, di errati accoppiamenti fra tipi di metallo diversi e le operazioni di pulizia, sicuramente possono essere maggiormente additati quali responsabili della corrosione galvanica
Situazione classica di corrente vagante
colissime quantità di corrente che svolge il suo compito nello sposta mento fra anodo e catodo all’interno della cella stessa (pochi centimetri in un contenitore di plastica). La quan tità di corrente emessa dagli apparecchi, oltre ad essere piccolissima, svolge completamente il suo lavo ro nella produzione del cloro, senza che ci siano “avanzi” di corrente inu tilizzata capaci di provocare danni. Persino l’assenza di sale all’interno della cella non creerebbe problemi. In questo caso la corrente emessa
dal polo positivo (catodo) troverebbe immediatamente la strada più breve per concludere il suo cammino nel polo negativo (anodo) che si trova a brevissima distanza. Se tutto que sto non bastasse, è possibile trovare un ulteriore riscontro sull’innocenza della corrente nei confronti del feno meno della corrosione, esaminando il funzionamento di questi apparec chi: praticamente tutti i sistemi a cella elettrolitica, nel loro ciclo di lavoro, invertono periodicamente le polarità fra anodo e catodo. Questa inver sione, dal punto di vista della produzione di sale per elettrolisi, non fa alcuna differenza, ne fa invece dal punto di vista elettrico, neutra lizzando in una specie di bilanciamento le cariche elettriche.
LA MESSA A TERRA DELLE MASSE METALLICHE
Il collegamento a terra di tutte le masse metalliche (masse estranee
secondo la norma CEI 64/8), è un obbligo strettamente legato alla si curezza delle persone. L’obbligo nasce dalla necessità di ri durre il pericolo per gli utenti della piscina in presenza di eventuali correnti disperse a causa di un guasto alle apparecchiature elettriche (cioè correnti che, a causa di rotture degli isolamenti, percorrono le masse metalliche come sulla carcassa di una lavatrice rotta). La presenza dei corretti collegamenti di terra consente il tempestivo intervento degli interruttori differenziali, evitando così di esporre al rischio di elettrocuzione le persone che sono a contatto con le masse metalliche percorse da correnti elettriche. La messa a terra dunque non favorisce nè rallenta i fenomeni di corrosione legati ai fenomeni galvanici o dei rarissimi casi di correnti vaganti.
CONCLUSIONI
Le conclusioni sono pressoché scontate: i fenomeni elettrici molto raramente sono la causa delle corrosioni normalmente riscontrabili nelle piscine. La presenza di cloruri, di errati accoppiamenti fra tipi di metallo di versi e le operazioni di pulizia, sicuramente possono essere maggiormente additati quali responsabili di questo tipo di problema.