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2.6 Nathan Shedroff e la comprensione dei dati
I dati sono abbastanza inutili per la maggior parte di noi. Sono il prodotto della ricerca o della creazione (come la scrittura), ma non sono un prodotto adeguato per comunicare. Per avere valore informativo, devono essere organizzati, trasformati, presentati in un modo che gli dia significato. Shedroff definisce questo processo il continuum della comprensione. L’informazione rende i dati qualcosa di interessante per il pubblico, per passare da un semplice elenco di numeri ad una comunicazione vera e propria bisogna dunque: organizzarli in una forma significativa, presentarli in modo appropriato comunicando il contesto attorno ad essi. Nathan Shedroff nel suo trattato “Information Interaction Design” analizza come avviene il processo di comprensione dei dati:
«Dai dati si genera informazione, l’informazione a sua volta può essere trasformata in conoscenza e in saggezza».
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Quando l’informazione si integra con l’esperienza, si ha la conoscenza. Con ogni esperienza acquisiamo conoscenza. L’informazione forma lo stimolo di un’esperienza, interagendo con altri o con gli strumenti. Ci sono molti tipi di esperienze che conferiscono diversi tipi di conoscenza. Alcune conoscenze sono personali, avendo significato unico per le esperienze di una persona, pensieri, o punto di vista. La conoscenza locale è conoscenza condivisa da poche persone per via delle loro esperienze condivise. La conoscenza globale è più generale, limitata e basata sui processi. Una comunicazione efficace deve tener conto del livello di conoscenza del pubblico. La saggezza può essere la comprensione del messaggio
acquisito attraverso l’esperienza. Essa è il livello più vago e intimo di comprensione. È molto più astratto e filosofico degli altri livelli, è il risultato della contemplazione, della valutazione, della retrospettiva e del l’interpretazione della conoscenza, è una comprensione che deve essere acquisita da se stessi. La possiamo definire come lo stadio in cui una persona ha acquisito un livello così avanzato di conoscenza dei processi e delle relazioni (Shedroff la chiama meta-conoscenza), che gli è possibile esprimere giudizi qualitativi sui dati. La saggezza viene autoindotta tramite la contemplazione, lo studio e l’interpretazione della conoscenza, e non può essere trasmessa o insegnata in maniera diretta come invece avviene per la conoscenza.
2. Riproduzione schema di Nathan Shedroff nel saggio Information Interaction Design: A Unified Field Theory of Design.
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2 3 Information design 4
La rappresentazione grafica delle informazioni si situa tra i dati e l’informazione. Essa ci fornisce i metodi e gli strumenti con cui organizzare e rappresentare i dati al fine di produrre informazione. Sono i processi cognitivi umani che creano l’informazione a partire dai dati che trattiamo, ed è appunto tramite le rappresentazioni grafiche di questi dati che si cerca di migliorare i processi cognitivi, facendo uso delle capacità percettive del sistema visivo umano. L’informazione è ottenuta a partire dai dati, il design fornisce loro una struttura per ricavarne senso. Potremmo definire l’architettura delle informazioni come una grande etichetta che racchiude le discipline interessate nella ideazione e progettazione di artefatti visivi che ci aiutino nella comprensione dei dati. Fig. 3. L’unione dei termini “information” e “design” da vita all’information design, terminologia coniata da E. Horn che definisce come arte e scienza collaborino nel:
«preparare informazioni in modo che possa essere usata dagli esseri umani in maniera efficiente ed efficace».
architettura dell’informazione
information design
visualizzazioni infografiche
3. Riproduzione Alberto Cairo, L’arte funzionale. Infografica e visualizzazione delle informazioni, Pearson, 2013, p. 18.
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