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L’importanza del recupero

di Luigi Dell’Olio

Gli Utp, a differenza degli Npl, sono crediti relativi ad aziende in temporanea fase di difficoltà. Quindi si tratta di asset da trattare non con una logica liquidatoria, bensì industriale, per riportarli in bonis

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Il rischio concreto è che si blocchi l’ultima tornata delle pulizie, quella necessaria a riportare su binari ordinari i bilanci delle banche. La nuova recessione conseguente alla pandemia di Coronavirus potrebbe avere un impatto dirompente sulla salute degli istituti di credito italiani, proprio ora che buona parte dell’emergenza sembrava superata e che le svalutazioni si avvicinavano a livelli sostenibili nel medio termine. Come è tipico delle fasi negative, infatti, molte aziende potrebbero trovarsi nell’impossibilità di restituire i finanziamenti ottenuti, creando così nuovi buchi per i bilanci bancari, con questi ultimi che difficilmente nei mesi a venire potranno tornare a chiedere ai propri azionisti di mettere mano al portafogli per nuovi aumenti di capitale dopo quelli già realizzati a fatica nell’ultima tornata della crisi. Anche se lo scenario oggi appare meno preoccupante di qualche anno fa grazie soprattutto all’acquisita capacità del mercato nel gestire i crediti di difficile esigibilità prima che la situazione degeneri, rendendo impossibile il recupero anche solo parziale.

Resilienza non scontata

Dalla lettura delle semestrali, il quadro che emerge è di un sistema bancario nazionale capace di resistere allo tsunami del lockdown. Le rettifiche sui crediti, segnala uno studio del Centro studi Uilca Orietta Guerra, si sono impennate del 66% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (a quota 5,91 miliardi di euro), ma l’ultima riga di bilancio ha mantenuto il segno più per quasi tutti gli istituti di medie e grandi dimensioni. Con i ricavi mediamente in contrazione di poco più del 3% nel confronto con il primo semestre del 2019. Tirando le fila, la sensazione che si ricava è quella di un settore più sano di quanto fosse alla vigilia della crisi del 2008/09. Forse proprio gli errori di allora hanno spinto gli istituti a una maggiore prudenza nella classificazione delle varie voci di bilancio ed evidentemente hanno portato anche a una maggiore attenzione nell’erogazione dei prestiti. Alla fine del primo semestre, segnala lo studio, gli Npl si sono fermati a quota 44 miliardi di euro (800 milioni in meno rispetto a dicembre 2019), con 16,8 miliardi di sofferenze, in calo nel confronto semestrale, al posto degli Utp, risultati in crescita a quota 25,3 miliardi.

Chi sale, chi scende

Occorrerà aspettare la chiusura dell’esercizio 2020 per avere un quadro più chiaro, ma la tendenza difficilmente si discosterà da quella attuale, con un aumento dei crediti in malus, ma soprattutto una crescente attenzione verso

FLUSSI ANNUALI DI NUOVI PRESTITI IN DEFAULT E TASSO DI DETERIORAMENTO DEI PRESTITI (DETERIORATION RATE) VOLUMI IN MLD€ E PERCE NTUALI

TASSO DI DETERIORAMENTO: flusso annuale nuovi prestiti in default rettificato /stock prestiti non in default rettificato anno precedente.

FONTE: Elaborazioni Ufficio Studi di Banca Ifis su database statistico Banca d’Italia.

il segmento degli Utp. Secondo l’ultimo Market Watch Npl di Banca Ifis, lo stock complessivo, sommando le sofferenze (Npl) e le inadempienze probabili (Utp) ancora presenti a bilancio bancario e quelle già cedute, dovrebbe raggiungere a fine anno quota 338 miliardi di euro (+5% sul 2019) mentre nel 2021 le esposizioni deteriorate potrebbero salire fino a 385 miliardi di euro e subire un ulteriore incremento nel 2022.

Approccio imprenditoriale

Gli Utp non sono soltanto un peggioramento della qualità dei crediti meno grave rispetto agli Npl. Essendo i primi relativi ad aziende in temporanea fase di difficoltà, l’approccio di chi è chiamato a gestirli e valorizzarli non può essere di tipo liquidatorio, ma deve essere industriale, per riportarli in bonis. Cambiano dunque le professionalità coinvolte e gli obiettivi da conseguire. La categoria degli Utp si è andata affermando più di recente e questo fa sì che, mentre fronte Npl esistono piattaforme consolidate, che puntano a massimizzare il recupero e si poggiano su competenze di tipo legale, per i casi di recupero più probabile il mercato è in via di formazione. Chi tratta gli Utp fa business, ma non può rinunciare a svolgere al contempo un ruolo sociale, dato che il lavoro impatta su economia reale e occupazione. La crisi che stiamo vivendo “secondo diverse ricerche produrrà flussi di nuovi Npe (tutti i crediti deteriorati) per circa 80 miliardi di euro, di cui 30 miliardi di Npl e 50 miliardi di Utp. Riuscire a gestire al meglio le situazioni tra loro differenti potrà fare la differenza nella capacità del Paese di rialzarsi e tornare a crescere.

English Version

The importance of recovery

Unlike NPLs, UTPs are credits relating to companies in a temporary phase of difficulty. Therefore, these are assets to be treated not with a liquidation logic, but with an industrial logic, to bring them back to performing.

Unlike NPLs, UTPs are credits relating to companies in a temporary phase of dif-ficulty. Therefore, these are assets to be treated not with a liquidation logic, but with an industrial logic, to bring them back to performing. The risk is that the last round of cleaning, necessary to bring bank balance sheets back to ordinary rails, is blocked. The new recession following the Coronavirus pandemic could have a disruptive impact on the health of Italian credit institutions, just now that much of the emergency seemed to be over and that the write-downs were approaching sustainable levels in the medium term. As is typi-cal of negative phases, in fact, many companies may find it impossible to repay the loans obtained, thus creating new holes for bank balance sheets, with the latter being unlikely to return in the coming months to ask their shareholders to put their hand to the portfolios for new capital increases after those al-ready achieved with difficulty in the last round of the crisis. Although the scenario today appears less worrying than a few years ago thanks mostly to the acquired ability of the market to manage bad debts before the situation degener-ates, making even partial recovery impossible.

Not obvious resilience From the reading of the semester reports, the picture that emerges is of a na-tional banking system capable of resisting the tsunami of the lockdown. Adjust-ments on loans, according to a study by the Uilca Orietta Guerra Study Center, rose by 66% compared to the same period last year (to 5.91 billion euros), but the last line of the budget maintained its mark plus for almost all medium and large institutions. With revenues on average contracting by just over 3% in com-parison with the first half of 2019. Pulling the strings, the feeling is of a healthier sector than it was on the eve of the 2008/09 crisis. Perhaps the errors of the time prompted the institutions to be more prudent in the classification of the various balance sheet items and evidently also led to greater attention in the provision of loans. At the end of the first half of the year, the study reports, NPLs stopped at 44 billion euros (800 million less than in December 2019), with 16.8

FLUSSI ANNUALI DI NUOVI INGRESSI IN SOFFERENZA (DA INADEMPIENZE PROBABILI/SCADUTI) E TASSO DI DECADIMENTO (DANGER RATE) VOLUMI IN MLD€ E PERCENTUALI

TASSO DI DECADIMENTO: flusso annualizzato di nuovi ingressi in sofferenza rettificato /stock inadempienze probabili (UTP) e scaduti alla fine dell’anno precedente

billion bad loans, down in the six-monthly comparison, instead of Utp , results up to 25.3 billion.

Who goes up, who goes down It will be necessary to wait for the close of the 2020 financial year to get a clearer picture, but the trend will hardly differ from the current one, with an increase in malus credits, but above all a growing attention to the UTP segment. In fact, Banca Ifis npl Market Watch relating to 2019 the total stock, adding together bad loans (Npl) and unlikely to pay (UTP) still present in the bank balance sheet and those already sold, should reach 338 billion euro at the end of the year (+ 5% on 2019) while in 2021 the impaired exposures could rise up to 385 billion euros and experience a further increase in 2022.

Entrepreneurial approach The UTPs are not only a less serious level of detriment to credits than NPLs. As the first relates to companies in a temporary phase of difficulty, the approach of those who are called to manage and enhance them cannot be liquidatory, but must be industrial, to bring them back to performing. Therefore, the professio-nals involved and the objectives to be achieved change. The UTP category has been establishing itself more recently and this means that, while NPLs do exist, consolidated platforms exist, which aim to maximize recovery and rely on legal skills, for the most likely recovery cases the market is in route of formation. Whoever deals with UTPs does business, but cannot give up doing it at the same time a social role, given that work impacts the real economy and employment. The crisis we are experiencing “according to various researches will produce flows of new NPE (all non-performing loans) for about 80 billion euros, of which 30 billion NPLs and 50 billion Utp. Being able to better manage situations that differ from one another can make a difference in the country’s ability to get up and grow again.

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