PLEASURE #5

Page 22

22

Finance

di Luigi Dell’Olio

L’importanza del recupero Gli Utp, a differenza degli Npl, sono crediti relativi ad aziende in temporanea fase di difficoltà. Quindi si tratta di asset da trattare non con una logica liquidatoria, bensì industriale, per riportarli in bonis

I

l rischio concreto è che si blocchi l’ultima tornata delle pulizie, quella necessaria a riportare su binari ordinari i bilanci delle banche. La nuova recessione conseguente alla pandemia di Coronavirus potrebbe avere un impatto dirompente sulla salute degli istituti di credito italiani, proprio ora che buona parte dell’emergenza sembrava superata e che le svalutazioni si avvicinavano a livelli sostenibili nel medio termine. Come è tipico delle fasi negative, infatti, molte aziende potrebbero trovarsi nell’impossibilità di restituire i finanziamenti ottenuti, creando così nuovi buchi per i bilanci bancari, con questi ultimi che difficilmente nei mesi a venire potranno tornare a chiedere ai propri azionisti di mettere mano al portafogli per nuovi aumenti di capitale dopo quelli già realizzati a fatica nell’ultima tornata della crisi. Anche se lo scenario oggi appare meno preoccupante di qualche anno fa grazie soprattutto all’acquisita capacità del mercato nel gestire i crediti di difficile esigibilità prima che la situazione degeneri, rendendo impossibile il recupero anche solo parziale. Resilienza non scontata Dalla lettura delle semestrali, il quadro che emerge è di un sistema bancario nazionale capace di resistere allo tsunami del lockdown. Le rettifiche sui crediti, segnala uno studio

del Centro studi Uilca Orietta Guerra, si sono impennate del 66% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (a quota 5,91 miliardi di euro), ma l’ultima riga di bilancio ha mantenuto il segno più per quasi tutti gli istituti di medie e grandi dimensioni. Con i ricavi mediamente in contrazione di poco più del 3% nel confronto con il primo semestre del 2019. Tirando le fila, la sensazione che si ricava è quella di un settore più sano di quanto fosse alla vigilia della crisi del 2008/09. Forse proprio gli errori di allora hanno spinto gli istituti a una maggiore prudenza nella classificazione delle varie voci di bilancio ed evidentemente hanno portato anche a una maggiore attenzione nell’erogazione dei prestiti. Alla fine del primo semestre, segnala lo studio, gli Npl si sono fermati a quota 44 miliardi di euro (800 milioni in meno rispetto a dicembre 2019), con 16,8 miliardi di sofferenze, in calo nel confronto semestrale, al posto degli Utp, risultati in crescita a quota 25,3 miliardi. Chi sale, chi scende Occorrerà aspettare la chiusura dell’esercizio 2020 per avere un quadro più chiaro, ma la tendenza difficilmente si discosterà da quella attuale, con un aumento dei crediti in malus, ma soprattutto una crescente attenzione verso


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.