CENNI STORICI DELLA FAMIGLIA VITALE
Questa famiglia patrizia arianese, è molto antica, e la sua origine si nasconde nella notte dei tempi. Tra i personaggi delle stessa, che la storia ricorda a preferenza è IL BEATO CARLO Figliuolo di Francesco e Porzia Vitagliano (1) il quale sebbene nel fervore della prima età si fosse addimostrato inclinato ai divertimenti; tuttavolta rendendosi, in un istante, ispirato ad incamminarsi nella vita della perfezione,professò vita religiosa nell’Ordine dei Riformati di S. Francesco. Nel quale Ordine per il continuo e fervoroso esercizio delle virtù cristiane, veniva riguardato come un vivo esemplare del Santo Fondatore. Estenuato di forze,per le più rigide astinenze, morì in età giovanile, e lasciò di sé quella fama che leggesi nel Micrologio Francescano (2) cioè: XVII Kal. Novembris Histhorii depositio B. Caroli ab Ariano de illustri Familia Vitali, eivsdem Civitatis, Clerici Diaconi confessoris, cuius tanta fuit sanctitats,quod corpus eius, tumulatum in communi sepoltura Fratrum, post multum temporis de licentia S. Congregationis dissumatum, et decwenter in alio loco asservandum positum, ex missione sanguinis tunc secuta sanctitas eius fuit comprovata, Corpus eius jacet in Ecclesia Vasti. 1700 II. NICCOLO’ Profondo giureconsulto ed illustre conoscitore della Storia Sacra e Profana, esercitò per vario tempo ed in molti luoghi i Regii governi e fu Assessore del Tribunale provinciale de Consolato, che ai suoi tempi esisteva in Ariano. Aveva tolto in moglie una mobilissima Signora della distinta famiglia De Rago, venuta nel Regno al tempo dei Normanni, congiunta col celebre Giovanni de Rago Segretario della Regina Sancia, moglie del Re Roberto, per cura del quale ottenne avere nella Real Chiesa di S.
Chiara in Napoli seguente epigrafe:
un maestoso sepolcro sul quale leggesi la
TV QVI VERITAS ET VITA A PENIS INFRNI HUNC IOHANNEM VITA IN TE SPERAVIT, IN TE CREDIT ATQVE AMAVIT NON COMPRENDETUR SED TVA VIRTVTE SALVETVR ACTV CARENS VANO FVITQVE DE ARIANO MILES ET ANTE SECRETARIVS SANCIAE SANCTAE
Tra i manoscritti rimasti dal Niccolò, oltre ai componimenti poetici, trovansi le seguenti opere: Iuridicum Manuali,in quo V.I.D. D. Nicolaus Vitale cuncytas, quas sibi è lecitone tum Civiliumm tum Canonicarum librorum, animadversiones abvenerunt in unum codicem alphabetica metodo exaravit. Anno MDCCVII.
Notamenti storici, ed eruditi TOMMASO VITALE
Dal predetto Niccolò e Teresa de Rago nacque il 15 Agosto 1727 l’illustre Tommas eruditissimo storico. Egli quantunque applicato alla giurisprudenza, nella quale disciplina divenne eminentissimo perito, pure fin dalla giovinezza, come egli stesso dice: “Commosso da quell’indissolubile legame di amore che natura con singolare e grandissima provvidenza / al dir di Cicerone/ pose tra gli uomini e la patria, cominciai a nutrire un vivo desiderio in formarne la storia” (3). Difatti nell’anno 1794, in Roma, per la Stamperia Salomoni, diè alla luce la Storia della Regia Città e Diocesi di Ariano, nel quale dottissimo ed eruditolavoro, fè rilucere il suo merito di profondo storico. Ebbe per moglie Nicoletta mazza, nipote del governatore Giuseppe e del Cappellano Maggiore monsignor Tommaso Vescovo di Castellammare di Stabia, ambo cavalieri di Malta e patrizii della città di Taverna in Calabria Ultra e di Ariano,con la quale procreò diversi figli, non degeneri per merito letterario e virtù cittadine dell’illustre genitore. Morì nell’anno 1809.
FRANCESCANTONIO VITALE Fratello del Tommaso fu Francescantonio giureconsulto insigne e socio della Bavara Accademia di Scienze. Diè alla luce moltissime ed erudite opere, tra cui le Memorie Storiche degliUomini Illustri della Regia Città di Ariano. Sul merito di questa opera ne piace riportare il giudizio che il Giornale Letterario di Gota, nella 27 parte dei 4 Luglio 1789 diè: “Questo libro merita luogo tra i belli monumenti del patriottismo italiano ed accresce il valore e la fama del suo, già per iscritti di varie maniere particolarmente di materie Canoniche ed Antiquarie, molto gloriosamente cognito autore. Vitale istesso meriterebbe, che un di lui ben degno biografo lo rendesse al mondo noto più da vicino. Sua patria un giorno si potrà più di lui gloriare, che di molti altri suoi cittadini, dei qualine dà egli notizia”. Morì nell’anno 1803. Le altre opere da lui date alle stampe sono le seguenti: De iure Segnature Iustitiae in ordinem redacto, Commentarius, Romae, ex Typographia de Rubeis, 1756 in 4°, dedicata Cardinale Prefetto in quel tempo di esso Tribunale. Dissertazioni liturgiche, recitate nell’Accademia Pontificia di Liturgia nle Palazzo del Quirinale alla presenza del Sommo Pontefice Benedetto XIV. Negli anni 1753,54, e 56 prima edizione, Roma, nella Stamperia Salomoni, 1756 nella Stamperia de Rossi in 4° seconda edizione, Roma nella stamperia Salomoni In Binas veteris Insciptiones L. Aurelii commodi Imperatoris aetate positas, Romae, 1763, exTypographia Komarech, 4°. De Oppido Labici Dissertatio, qua origo etiam, qtque compendiosa istoria Oppiai Montis Copili in Latio describitur, Romae, Typis Generosi Salomoni, 1778, in 4° Ad Ornatissimum Virum Ferdinandum Elephantutium Palatinum Praesulem, Segnatura Pontificiae Referendarium et Camerini Dcatus Presidem, Epistola Abbatis Ftrancisci Antonimi Vitale
Patricidi Arianensis,, de suo in Germaniam in itinere, Florentia, 1780, ex typographia Io. Baptistae Stecchi, et Antonimi Iosephi Pagani. Tradotto poi in tedesco nell’opera: Iournal von,und fur Deutschland 1784. May n. VI p. 522 Reisebeschreibungen. Lettera di una Moneta Senatoria del secolo XIII per servire di rischiaramento alla Storia dei Senatori diRoma, e del Senatorato del celebre Matteo Orsino ec., Napoli, 1785, nella Stamperia simoni, in 4°. Memorie Istoriche dei Tesorieri Generali Pontificj del Pontificato di Giovanni XXII fino ai nostri tempi, Napoli, 1782, nella Stamperia Simoniana 4°. Specimen Hystoricum Litterarium Originis, et Incrementi Bibliothecae Electoralis Monachiensis, quod recurrente die erectionis electoralis Acadeimiae Scientiarum 28 Martii 1786 pronuntiavit in Aula Bibliothecae Gerhous Steniberger Canonicu Regularis Consiliarius actualis, Bibliothecarius, et Socius frequentator electoralis Academiae Scientiarium, e Germanico in Latinum sermonem vertit, et adnotationibus Quetoris suas in super addidit Abbas Franciscus Antonius Vitale ec., Romae, 1785, ex Officina Typografica Salomoniana. De Iure Signaturae Iustitiae in ordinem redacto Commentarius. Editio altera acta, et recognita, Romae 1789, ex Officina Libraria Salomoniana. Storia diplomatica dei Senatori di Roma dalla decadenza dell’Imperio Romano fino ai nostri giorni con una serie di monete Senatorie, Roma, 1791, Nella Stamperia Salamini, tomi 2, in 4°, Dedicata a S.A.R. il Principe Ereditario delle Sicilie. Concordatum utriusque Potestatis amplissima Collectio Adnotationibus Illustrata, tomi 2. Lettera ad un amico sull’orologio Italiano, e varie altre inedite che conservansi presso la famiglia. Tommaso poi dal predetto matrimonio colla Signora Nicoletta Mazza ebbe i seguenti figli: Emmanuele e Francesco ufficiali nel Regio esercito; Gabriele illustre giureconsulto, sommamente
stimato per la sua dottrina il quale con abnegazione e disinteresse esercitò dal 1816 al 1820 la carica di Sindaco (di Ariano); Nicola Canonico primigenio di questa Cattedrale; Ferdinando versatissimo nelle Scienze Giuridiche esercitò per moltissimi anni un luminoso successo e molta riputazione le funzioni di Regio Giudice del Circondario. DIOMEDE VITALE Dotto nelle Lingue classiche e laureato in Sacra teologia il quale occupò la carica di Rettore del Seminario (di Ariano), verso la quale istituzione avea spiegato tanta premura ed attaccamento, che abbandonato ogni altra cura, tutto si era dedicato ad essa. Per la qual cosa, sotto la scorta di abilissimi professori, che egli vi aveva introdotti, il Seminario si ebbe vita florida e rigogliosa e die’ fuori giovani bene istruitti nelle discipline scientifiche e letterarie. Il Diomede aveva occupato altresì la carica di Regio Delegato scolastico circondariale, di Tesoriere della Cattedrale di Ariano, essendone giàCanonico; e più volte fu nelle vacanze della mensa, Vicario Capitolare; nel qual’uffizio seppe con prudenza ed avvedutezza condurre le cose per modo da meritarsi la stima dei Diocesani e la fiducia del Governo, dal quale, per iniziativa propria del Re, venne nominato, in omaggio alla sue virtù, Cavaliere el Cordone di S. Gennaro.Morì in età piuttosto avanzata, e fu compianto da ogni ceto di persone, in specie dei poverelli che non ritornavano mai da lui privi di un soccorso o di un pietoso conforto nelle avversità della vita. Con tal personaggio si chiude la serie degli uomini illustri di questa famiglia la quale è presso che estinta, non rimanendo della stessa che la sola Signora Elisa figlia del Gabriele e della Vittoria dei Marchesi Figlioli, e vedova superstite del non mai abbastanza compianto Avvocato Sigr. Raimondo Albanese dotto Giureconsulto, ad illustrazione di questo Foro, il quale amatissimo della sua professione, non accettò di andare Governatore ad Isernia nel 1860, né poi in Bovino nel 1861. Era
ascritto tra gli Avvocati della Corte di Appello e della Cassazione di Napoli, e fu felice oratore nel banchetto elettorale che fu dato al Deputato Mancini, esponendo i pensieri e i sentimenti degli elettori. Fu noverato fra i soci dell’Istituto Filotecnico di Firenze, e tra quelli della Società Umanitaria di Napoli con diploma e medaglia d’oro. Morì nel 12 9mbre 1876. Avea occupato nel 1860 la carica di Governatore e di Sindaco di Ariano e presieduto il Plebiscito Nazionale del 21 Ottobre 1860. In famiglia si conservano pregevoli scritti tuttora inediti, oltre alle numerosissime memorie legali date alle stampe e nella Biblioteca del signor Felice Mazza esiste pure altro suo importante lavoro del pari inedito,, da titolo Iuris Naturalis et gentium elementa autore Raymondo Albanensis, Ariano, 1835 Si dilettò talvolta scrivere anche in poesia, ed i migliori suoi componimenti sono del genere satirico.Dalla predetta signora Elisa ed Albanese Raimondo nacque la signora Carlotta sposatasi al distinto giovane avvocato signor Pasquale Pisapia, il quale nell’esercizio della sua nobile professione, mercé lo spigliato suo ingegno ed i buoni studi di cui è corredato continua a mantenere alto e rispettato il prestigio e la fama della casa Vitale. Il Pisapia per gli enunciati suoi meriti ha occupato ed occupa tuttora posti eminenti nelle pubbliche Amministrazioni, e recentemente, malgrado l’esemplarissima sua modestia, il Governo del Re, in ricompensa dei servizi resi ed in attestato di somma fiducia, lo decorò della Gran Croce di Cavaliere della Corona d’Italia. Ariano, maggio 1893 Felice Mazza
MISCELLANEA DI LIRICHE ARIANESI LA SCONFITTA DI DON FABIO (Inedita) Nella piazza municipale Si son fatti comizi quaresimali E con sdegno e con rabbia Tutti sentivano a Padrefabbio E con una massa di Plebbeie Mi sembrava un Giubbileie E con atto di dolore Don Fabbio assolveva i peccatore. 2. Fu parlato della lista La venuta di Gesù Cristo E Don Fabbio candidato Riunito cu Pelato Cu li Scribbi e Fareseie Ca Don Fabbio se ne preia Ca vicario al suo sorriso Cu Tedesco in Parafiso. 3Te lo disse Fabbio, e te lo rammente Non ci andava al Parlamente Il tuo làvore è andato in falle Mai ci ai rotto proprio le palle Tutta la Provincia e ostinate Delle tue false chiucchiariate Gli elettori anno capite Che tu sempre l’ai tradite. 4. Ben convinte son gli Arianese Che Fabbio arrovinato un Paese Mai accordo non c’e stato
Contro il proprio Deputato Ariano sventurato Contro governo lui e stato Mai bene il paese avuto Che non siamo stati con Caputo. 5. Si ricorda Fabbiette Con quel suo Giornalette Tutto piene di ventresche Consumava sempre Tedesco Oggi sempre in allegria Stando unite in compagnia Sempre come candidato Mai elette da Deputato. 6. Finalmente ai finito Contro l’onorevole Caputo Con le tue predicate Che non riusciva più Deputato. Ma ai visto caro Franza Cu quante voti di maggioranza Tutto il Circondario simpatia Avuto Pi Don Ercole Caputo. 7. Sempre falso a riaggire Al Professore Sgobbo voler tradire Ma la mane del patre Eterno Là gettato nell’inferno. Cu maggioranza di Elettore E stato elette lu Professore Ecco linganno del gannatoreù Resta sopra al Traditore.
8. Lunedì sera Donnoreste Già era preparate la sua festa Na fu vane illusione Convincere tutta la Popolazione Quanto poi ebbe saputo La riuscita di Caputo. Uh! Che sdegno Uh! Che rabbia Si sentiva Ca don Fabbio. 9. Avevano fatto lu tavuto Per la perdita di Caputo Conservatelo nella stanza Per mettere al vostro Oreste Franza Così lu povero Donnoreste In gola l’à rimaste la sua festa Ma con cuore addolorato Non riuscendo Deputato. 10. Tutti i tuoi amici sono state Ad averte ingannato E per invidia di Professione Anno votato tutti pel Professore E cu scugnizzi che ai tenuto Anno votato tutti pi Caputo E per essere chiacchierone Ai perduto le lezione. 11. Tutti con cuore sviscerate Anno votato la lista Liberale Ora Ariano e contentato Avere Sgobbo e Caputo per Deputato Sempre in grande maggioranza Restano a terra Oreste Franza
Il dolore è stato forte Ma son rimasti tutti morte. 12. Se io faccio sti strufette Viva il Commendatore Aucellette Io sono un lottatore Viva Sgobbo il Professore Buone ideie ò sempre avuto Evviva Ercola Caputo Sono sempre un Caputiano Viva la bella vittoria di Ariano. Clericuzio Luigi
POESIE AL CANDIDATO ORESTE FRANZA, (edita) Versi di Renna Eduardo Tutt’Ariano sta reputato Pe stu bello candidato, Veramente, è nuomme e core, E nunne è manco traditore; Chello che ci a ditto Ci u ffarà. E a cammera diritto L’avimma mannà è o vero. Allora stammo contenti pe davvera Quanno ‘avimmo mannaro All’onorato posto d’o parlamento. Uniti tutti quante nui gridammo forte A battaglia, l’avimmo vinta certamente, E facimmo a cavere fore, E freddi rindo o core. Che feste ce vo essere grandiosa, Pe mezzo a sta città armoniosa. Ncuollo a don Oreste attorno L’avimma purtà giranno; E nui tutti insieme avimma alluccà, Evviva Oreste Franza; a cà Per cient’anne adda campà.