Ester non racconta la veritĂ sul pello, dopo molti anni di assen La scopriranno i suoi amici, per molte porte si apriranno sul esistenza. SarĂ finalmente ch quia del Volto Santo venerata n lo dei servizi segreti israelian vane donna accetta di prestar causa israeliana? Quale relazi e la reliquia? Molti attori in qu giallo internazionale con epic della Maiella.
Elisabetta Filograsso
La collina del santo
Perfilo&persegno Riflessioni a ma Pensieri e
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Cosmo Iannone Editore
Elisabetta Filograsso
la collina del santo
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Cosmo Iannone Editore
La collina del Santo
I. Una domenica come tante Scheda p. 95
Marco correva tra gli alberi. L’autunno andava deponendo ai bordi del sentiero un tappeto rosso e dorato di foglie croccanti che il vento spargeva un po’ ovunque, lasciando la terra umida e scura sotto i suoi piedi. Ne sentiva il suono sordo e ovattato mentre scendeva verso il torrente, tra le siepi e i canneti. Gli piaceva annusare l’aria umida del mattino. Gli piaceva il suo paese, in quel periodo dell’anno. I contadini raccoglievano i frutti della terra, preparavano i fasci di legna per l’inverno. E la sera, nelle case, qualcuno accen deva già il camino. Il verde delle colline si andava a poco a poco colorando di mille sfumature, come se un mago sapiente vi avesse steso sopra il suo mantello cangiante. Chissà, forse qualcuno aveva appena compiuto un’incursione notturna nella sua terra, come nella fiaba che la maestra aveva raccontato in classe. Perciò aveva sentito il vento fischiare forte tra gli alberi! Lui aveva stretto il suo orso tra le braccia ed aveva faticato ad addormentarsi. Ad ogni rintocco della campana aveva aperto gli occhi e cercato il peluche. Sapeva che Ulisse, il gatto, non si sarebbe mosso dalla coperta ai suoi piedi neanche con le cannonate. Ronfava beato. D’altro canto suo fratello dormiva profondamente nel letto accanto. Ma quella mattina c’era il sole. Ed era domenica! Marco aveva fretta. Aveva promesso a nonno Antonio che l’avrebbe aiutato nella vigna, sapeva che c’era molto da lavorare.
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E poi la maestra gli aveva detto di portare a scuola qualche grap polo d’uva e dei tralci per osservarli. Perciò si era alzato presto, quella domenica, ed era sgattaiolato via scendendo pian pianino i vecchi scaloni fino al pesante portone in massello, sperando che nessuno sentisse il cigolio del battente. Doveva essere di ri torno per la Messa. Rallentò e si spinse fino al piccolo corso d’acqua, poi ancora oltre, addentrandosi fra le siepi, avanzando tra i frassini e le querce. Conosceva bene la stradina che si snodava sotto il paese, oltre la statale tortuosa, perché in diverse occasioni aveva accompa gnato il nonno ad annaffiare i pomodori o a sbrigare qualche faccenda. Anche se aveva settant’anni, nonno Antonio conti nuava a coltivare la sua terra e a fare finta che il tempo non pas sasse. Infilava gli scarponi vecchi, che conservava nella casupola degli attrezzi, rimboccava le maniche della camicia di flanella, un po’ lisa, e si perdeva in mezzo al fondo. Marco lo trovò intento a guardare con infinita tenerezza un grappolo d’uva, già pregustando il vino novello che ne avrebbe tratto. «Eccomi! Sono qui!» Marco si rassettò i capelli un po’ sudati. «Finalmente! Tra un po’ è tempo di pranzo! Dai, piglia que sto cesto, lavora!» «Sì, nonno, subito!» Ubbidiva docilmente al nonno. D’altronde, suo padre non l’aveva mai conosciuto. Non se lo ricordava. Aveva visto, sì, le foto che mamma teneva sul comodino dietro al vasetto coi fiori, accanto al rosario, e ogni tanto andava a parlarci. Ma non ricor dava il suono della sua voce o il calore della sua mano. Nonno Antonio passava molto tempo con lui, gli spiegava le
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cose, gli mostrava coltivazioni e piante. Lo faceva giocare. Gli aveva persino insegnato a strimpellare alcune canzoni con la fi sarmonica! Aveva imparato a suonarla da giovane, quando era andato emigrante in Argentina. A volte, quando era triste, si sedeva sulla sedia di legno e pa glia, davanti al portone di casa, ed accennava un’aria malinco nica, le note lente di un’antica canzone d’amore. Marco conosceva bene i lunghi silenzi di quei momenti in cui appariva all’improvviso scontroso. Che pensasse a quel figlio perso troppo presto e mai cresciuto? «Aiutami a portare i cesti d’uva, oggi abbiamo poco tempo. Non lo sai che la mamma si arrabbia se non torni per la Messa?» Sì, aveva poco tempo. Alle undici si andava al santuario. «Tu non vieni con noi?» Marco sperava che il nonno gli pro ponesse di restare lì. «No, sono andato ieri sera. Ma abbiamo ancora una mez zoretta.» «Nonno, voglio un riccio con la castagna! Sempre per la maestra!» Nonno Antonio accennò un sorriso: «La tua maestra è troppo cittadina per il paese nostro! Dille che adesso pensiamo all’uva! Per le castagne ci vuole ancora un poco di pazienza, come per l’olio!»
XIII. Les Retours Scheda p. 156
Manoppello, 1 maggio 1978 Caro Marco, al telefono c’è poco tempo per raccontarti tutto quello che accade qui. Avrai appreso dai giornali e dalla televisione del rapimento di Aldo Moro, del clima di tensione diffusa che giunge fino qui, in paese. Ma di certo non sai del peggioramento che nonno Federico ha avuto, anche perché non posso farmi sentire da lui mentre parlo con te. E poi, le bollette delle chiamate all’estero sono piuttosto salate! Il dottore ha detto che non andrà avanti a lungo, forse solo un paio di mesi. Il male è ormai incurabile. Io cerco di farlo stare sereno, di coccolarlo un po’ con dei buoni pranzetti, anche se mangia come un uccellino. Sai, da quando è morta nonna Ida si è via via incupito. Passa molto tempo in casa, vicino al camino, oppure guarda il tele giornale e borbotta qualcosa. Negli ultimi giorni mi ha chiesto spesso di te, dicendo che vorrebbe rivederti prima di morire. È stato al suo compleanno, quello per i suoi novant’anni. Salvatore è molto impegnato al convento. Gli hanno affidato il catechismo dei giovani e lui accompagna i ragazzi ai cam peggi e ai ritiri spirituali. È contento della scelta che ha fatto ed è sereno perchè sta qua, vicino al Volto Santo. E pure io sono felice di questo, visto che almeno un figlio ce
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l’ho con me. Assunta si è fidanzata con un bravo ragazzo di Pescara, forse si sposeranno l’anno prossimo. Adesso per qualche mese mi aiuterà al negozio perchè il lavoro è aumentato, così mette da parte un po’ di soldi per la dote. È proprio un peccato che te la sia lasciata scappare! Ti ha sempre voluto bene, ma non intende aspettarti ancora. Matteo, invece, è molto impegnato in politica, oltre che in banca. Vuole fare il Sindaco e credo proprio che ci riuscirà perché ha già in tasca parecchi voti ottenuti promettendo a tutti qualche piccolo favore. Lo sai com’è fatto! Si sposerà a breve con Laura. Villa De Lanset è sempre chiusa. Peppino abita nella casa af fianco, controlla, apre un po’ le finestre e richiude. Si consi dera ormai il vero proprietario. Gli operai di stagione raccolgono il grano e l’olio, lavorano la terra e se ne vanno. Che peccato! Ti ricordi com’era bello il parco d’estate, quando andavate a giocare lì? Ester non si vede da anni, come già sai. Dicono che studi a Londra, che abbia intrapreso la carriera universitaria e che non voglia stare più con la matrigna e la sorellastra… Ed ora reggiti forte, ho una notizia importante : zia Elisa, alla sua veneranda età, è in dolce attesa! Convoleranno a giuste nozze il mese prossimo. Anche se si sono conosciuti da poco, sono convinti della loro scelta, sono ormai persone mature. Non si curano delle malelingue. Lui è un operaio, sembra un brav’uomo. Che scherzi fa la vita! E tu, che mi dici di te? Mi piacerebbe saperti impegnato se riamente con una brava ragazza. Quando penso che sei da solo, in Francia, sto in pena.
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Ti immagino a discutere, progettare, controllare… Almeno, ormai parlerai bene il francese. Somigli tanto a tuo padre! Ma non voglio che ti accada quello che è accaduto a lui. Per questo prego sempre che tu, un giorno, torni in Italia. Per ora mi accontenterei di averti qui, con noi, almeno un mesetto. Peccato che tu perda la prossima festa in paese! Ci sarà una bella processione. Insomma, devi aiutarmi con il nonno, poi ci sarà il matrimo nio della zia. E devi votare alle elezioni. Cerca di ottenere un permesso un po’ lungo, fallo per me. Ti voglio bene!” La mamma Marco poggiò la lettera sul sedile del treno. Cercò con lo sguardo il panorama. Niente a che vedere con l’eleganza raffi nata di Parigi. Per un po’ non avrebbe passeggiato lungo i bei viali alberati e il sabato non si sarebbe attardato coi colleghi nei bistrot di Monte Martre. Aveva ancora negli occhi i tavolini colorati, i pit tori impegnati a disegnare schizzi e ritratti ai passanti. Come non rimpiangere quell’atmosfera bohemien? L’azienda avrebbe fatto a meno del suo stagista per un mese. Poi sarebbe tornato a stare lì per sempre, come tanti altri italiani. La lettera della mamma era stata scritta prima del ritrova mento di Aldo Moro. Non sarebbe rimasto in una nazione in cui il terrorismo aveva eliminato un uomo di stato di quel calibro. La Francia era tutta un’altra cosa. L’eco delle rivolte degli anni Sessanta era ancora fresca e i giovani godevano di una libertà ancora inimmaginabile al suo
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paese. Quella società gli appariva dimanica, piena di vita, ami cizie, opportunità. Dal finestrino vedeva passare veloci alberi, paesi, montagne. Come in un film. Abruzzo forte e gentile… pensò. La sua terra aveva un fa scino acerbo e rude. Tra poco sarebbe arrivato alla stazione di Pescara, poi avrebbe proseguito il suo viaggio in pullman fino al paese. Il suo ritorno aveva tutto il sapore di un tuffo nel passato.
Schede didattiche
Il lavoro è corredato di schede didattiche che aiutano i lettori a comprendere e analizzare l’intero percorso narrativo. In particolare ci sono tre sezioni: •
PerFilo&PerSegno: Questa sezione comprende esercizi di comprensione/analisi/rielaborazione della trama.
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Riflessioni a mano libera. Esercizi di approfondimento e di ampliamento delle tematiche proposte dal racconto, seguiti da attività di scrittura…
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Pensieri e Parole. Esercizi per l’arricchimento linguistico e lessicale.
CAPITOLO IV
I nonni sono una vera risorsa: quando meno te lo aspetti tirano fuori il coniglio dal cilindro e voilà… il gioco è fatto. La proposta di nonno Federico e di nonna Ida lascia a bocca aperta Maria ed è una goduria per Marco e Salvatore che non sopportano Faccia Gialla. Una vera e propria svolta per Maria e la famiglia.
PerFilo&PerSegno Nonno Federico si mostra contrario alla proposta di lavoro che il signor Passeri ha fatto a sua figlia Maria. Di che proposta si tratta?
Maria si mostra interessata all’idea del signor Passeri. Perché la ritiene convincente?
Molte considerazioni rendono invece freddo nonno Alfredo. Quali sono le sue perplessità?
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Dirompente è invece la proposta dei nonni. Quale soluzione alternativa propongono?
Qual è la reazione di Maria e dei due ragazzi?
Riflessioni a mano libera I nonni: tra passato e futuro In questa famiglia si respira un clima di grande serenitĂ , di decoro nella modestia dei mezzi economici e di condivisione nelle avversitĂ . I nonni Federico e Ida sono le due colonne che rendono saldi i muri e permettono a tutti una certa sicurezza e una forte coesione, soprattutto dopo la morte
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del marito di Maria. Nonostante il mondo sia molto cambiato rispetto all’epoca in cui è ambientata la storia, i nonni sono ancora oggi un elemento importante della famiglia: aiutano nella crescita dei nipoti, integrano economicamente i bilanci famigliari dei figli.
Proposta didattica 1 A proposito dell’importanza dei nonni nella vita di noi tutti, leggi il seguente articolo e poi rispondi alle domande. Il rapporto che si stabilisce fra nonni e nipoti non è paragonabile a nessun altro legame affettivo. Ha caratteristiche uniche. Può essere promotore di un’affettuosità e una gioia inestimabili. Il rispetto fra i nonni e i nipoti, se è ricco di gratuità e di dono, ha il sapore del cielo e il colore del mare, perché sa di paradiso ed è tinto di una limpidezza cristallina. Questo perché i nonni portano in loro un intero mondo. Sono memorie lontane, ricordi passati che per il bambino hanno i colori dell’incanto e della fiaba. Tutto ciò alimenta la curiosità del bambino permettendo l’arricchimento della conoscenza. Ed è proprio nel senso della continuità, tra un passato di cui rimangono poche tracce e un futuro ancora aperto, che acquista valore il legame, a volte faticoso, ma sempre benefico per entrambi. […] Nonni, baby-sitter, autisti, cuochi, insegnanti, narratori, pescatori, ciclisti, sciatori, esperti di carte e giochi di prestigio, di storie e di segreti, nonni angeli custodi, in grado di stabilire relazioni di re ciprocità e complementarietà veramente profondi e commoventi. Per i nonni le relazioni con i nipoti sono cariche di significati. Certo, occorre essere ben coscienti che i nonni sono coloro che possono rafforzare e consolidare le capacità dei nipoti, soprattutto incoraggiandoli nello sviluppo delle loro personalità e nel raggiun
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crescere e a conÂfrontarsi con la vita e i secondi possono attingere nel tempo alla ricchezza dei sentimenti, di testimonianÂze e storie condivise. da internet Qual è il dono piĂš grande che i nonni possono fare ai nipoti?
Quali sono i valori che i nonni possono trasmettere ai nipoti?
Che cosa i nonni possono imparare dai piccoli?
Ti racconto mio nonno/mia nonna Descrivi tuo nonno/tua nonna, mettendone in evidenza le caratteristiche che lo/la rendono particolarmente importante per la tua vita. Puoi raccontare la figura di nonno/nonna anche sulla base delle informazioni ricevute dai tuoi genitori attraverso racconti, fotografie, filmati.
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Proposta didattica 2 Sguardo dalla finestra. Dalla finestra a balcone, Marco segue un panorama di campi, alberi e cielo. Questa veloce annotazione è uno stacco nel racconto: per un attimo noi vediamo quel che Marco vede dalla finestra ed è un paesaggio naturale gioioso. Nel paesaggio è riflessa la gioia di Marco. Ti è mai capitato di provare una sensazione intensa e veloce guardando un paesaggio, un ambiente montano, una strada di città o di campagna Che cosa vedi tu dalla tua finestra? Condensa in poche righe l’impressione impressa nel ricordo.
Pensieri e Parole Nel racconto uno dei personaggi usa il termine emporio ma poi lo sostituisce col termine supermarket. È il segno di un cambiamento economicosociale profondo che si riflette anche nell’uso di nuove parole. La lingua diventa cioè lo specchio di mutazioni culturali. Del resto una lingua è una realtà dinamica in continua evoluzione: la stessa lingua italiana è il frutto di molteplici variazioni/assimilazioni/stratificazioni verificatisi nel corso di secoli. Negli anni Sessanta del secolo scorso in Italia inizia un processo di rivoluzione economica che porterà il nostro Paese verso una forte industrializzazione che ne muterà il volto e la fisionomia. Riflesso linguistico di questi cambiamenti sarà l’avvento di nuovi termini ed espressioni linguistiche di derivazione inglese che soppianteranno quelli di lingua francese. In una tabella ricostruisci con degli esempi il confronto tra le parole anglofone
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in uso e il corrispettivo in italiano. Quale effetto noti? PerchĂŠ preferiamo utilizzare i termini stranieri? Termini in lingua inglese con uso frequente in italiano Market Week end Test Target Okey Detective Continua tu
Termini corrispondenti in lingua italiana
CAPITOLO VII
In questo capitolo veniamo catapultati nel bel mezzo di un’aula della scuola elementare del paese dove fa la sua apparizione per la prima volta Ester, la ragazzina venuta da Roma. Gli occhi di tutti sono puntati su di lei. Con stupore e qualche invidia la classe accoglie la nuova venuta.
PerFilo&PerSegno In classe c’è una novità che porterà scompiglio nella piccola comunità scolastica. Quale?
La rivalità tra Marco e Matteo trova un altro argomento su cui esercitarsi. Descrivi la loro reazione all’arrivo di Ester
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Nel comportamento della maestra Gina si avverte una certa predilezione per Marco. Da che cosa possiamo intuirlo?
Assunta accoglie con sincerità la nuova arrivata, ma non nasconde un pizzico di contrarietà. Secondo te da cosa è causata?
Descrivi la maestra Gina, mettendo in evidenza i dati caratteriali e fisici più importanti di questo personaggio. Compila la tabella: Identikit di una maestra Caratteristiche fisiche
Personalità/Caratteristiche morali
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Città o campagna? Dove si vive meglio? La maestra Gina porta i pantaloni e questo è motivo di critica da parte dei vecchi del paese. La donna viene da Pescara, quindi da una città dove, si sa, i costumi sono più liberi e le persone sono più colte ma forse anche un po’ presuntuose. La gente di città però non sa nulla dei cicli della natura, si sente spaesata tra le colture e non riesce a collocare i prodotti della terra nella stagione giusta. Si tratta di una vecchia questione: si vive meglio in città o in campagna? Nei paesi o nelle piccole città ci sono le radici, importanti per la nostra identità, ma pericolose per la voglia di libertà e di realizzazione che hanno tutti gli adolescenti. Viceversa, le grandi città offrono mille opportunità, dietro alle quali però si nasconde il pericolo di perdersi e di alienarsi. Che cosa ne pensi?
Vivere in campagna o in piccoli centri Aspetti positivi Aspetti negativi Vivere in città medio-grandi Aspetti positivi Aspeti negativi
Modo di vivere
L’uso del tempo
Rapporto con gli altri
Natura
Compila la seguente tabella nella quale indichi i lati positivi e negativi del vivere in città o in campagna/paese.
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Pensieri e parole Cerca il sinonimo Utilitaria Schietti Ghirigori Inserti Cavallino Ovale
Ester non racconta la verità sul suo ritorno inaspettato a Manoppello, dopo molti anni di assenza. La scopriranno i suoi amici, per caso e con sgomento. Solo allora molte porte si apriranno sul segreto che avvolge la sua strana esistenza. Sarà finalmente chiaro che cosa c’entra lei con la reliquia del Volto Santo venerata nel paese abruzzese. Qual è il ruolo dei servizi segreti israeliani in tutta la vicenda? Perché la giovane donna accetta di prestare la propria opera al servizio della causa israeliana? Quale relazione tra il conflitto arabo-israeliano e la reliquia? Molti attori in questo racconto che ha il sapore di un giallo internazionale con epicentro un piccolo paese alle pendici della Maiella.
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