Castrignano
ph. Riccardo Lanfranchi
Andrea
n째44 Luglio-Agosto 2015 periodico free press
L’UNIONE FA IMPRESA
Ecco il nuovo piano di rilancio del Val Vibrata Village
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l difficile momento dell’economia e della finanza ha portato molte attività commerciali in una situazione di forte sofferenza. Il flusso dei potenziali clienti si sta concentrando in aree commerciali aggregate dedicate allo shopping e al tempo libero. In questa situazione, comune a molte zone d’Italia, è stato necessario creare una nuova opportunità che si affiancasse ai tradizionali centri commerciali e che potesse fornire un valore aggiunto al cliente, ormai assuefatto dalle offerte di sconti e sempre più in difficoltà nella selezione e nella valutazione della qualità del prodotto. Design, Turismo, Cultura, Artigianato, Enogastronomia, Intrattenimento, Arte e naturalmente Shopping sono le parole chiave intorno alle quali è stato sviluppato il rilancio del nuovo Val Vibrata Village. DOVE SI TROVA IL VAL VIBRATA VILLAGE? Il Val Vibrata Village si trova in posizione strategica, al centro di un’area commerciale molto importante, a soli 500 m dall’uscita A14 Val Vibrata e ad un crocevia di strade che portano verso gli importanti comuni del territorio sia montano che costiero. E’ circondato da attraenti destina-
zioni commerciali come il Centro Commerciale Val Vibrata (IPER), Brico, Pittarello e da innumerevoli outlet e spacci di piccole imprese locali. I dati indicano oltre 1,5 Milioni di abitanti nell’arco di 60 minuti di auto con circa 700.000 famiglie. Questi numeri non tengono conto del turismo stagionale che raddoppia le presenze sul territorio ed infatti la rotonda di accesso al Val Vibrata Village viene percorsa da circa 4 milioni di auto l’anno. LA STRUTTURA Il Val Vibrata Village ha una superficie di vendita di 10.000 mq e 6.250,00 mq di para-commerciale e magazzini. La struttura propone un’area parcheggi di 28.458 mq con oltre 1000 parcheggi al coperto. Strutturato in 44 esercizi commerciali offre tutte le facilities necessarie a farne un luogo ideale per questo tipo di attività. LA PECULIARITÀ La peculiarità di un Centro Commerciale nasce dalla proposta di prodotti e servizi. Nel caso di Val Vibrata Village le priorità sono legate al rapporto qualità/prezzo con una forte focalizzazione sul design, sull’artigianalità e sull’innovazione. Nel momento di
massimo sviluppo dell’economia globale, il Centro rappresenta un modo per coniugare le tradizioni all’innovazione nel settore retail. Val Vibrata Village apre le sua attività in relazione a 5 diverse tematiche di interesse: • DESIGN: arredi e complementi d’arredo delle migliori marche per la casa • MODA/FASHION: Capi di abbigliamento ed accessori delle migliori marche del made in Italy ma non solo • ENOGASTRONOMIA: l’eccellenza del territorio • RISTORAZIONE: ristoranti multietnici e intrattenimenti vari • TURISMO: accoglienza dedicata al cliente/turista a supporto della destagionalizzazione I NEGOZI PRESENTI Oggi sono già presenti alcune attività commerciali che hanno creduto nel progetto e si sono proposte per far tornare a vivere un luogo straordinario, capace di essere trasformato in una “destination” per tutta l’area adriatica per la qualità del prodotto e l’ unicità dei negozi. Val Vibrata Village propone una formula innovativa che raduna oggi importanti eccellenze italiane nel settore dell’Arredamento e del Complemento di Arredo. Con più di 70 marchi si può tro-
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CREARE LE CONDIZIONI PER IL RILANCIO DI INIZIATIVE LOCALI E REGIONALI È ARGOMENTO DI DISCUSSIONE DEL QUOTIDIANO. vare tutto il meglio del design italiano con prezzi ridotti, con ulteriori riduzioni durante i saldi estivi e invernali. Val Vibrata Village si inserisce all’interno di format distributivi evoluti, che arricchisce il tempo dedicato all’acquisto con esperienze coinvolgenti e servizi accurati. Una struttura articolata con negozi multisettoriali per offrire ai clienti un percorso emozionale di grande impatto. Importantissime le nuove aperture dei punti Ristoro e Divertimento quali KING – struttura di eccellenza che propone il modello sushi-wok e THEPLACE, la
innovativa area discoteca dedicata a balli latino-americani ma non solo. LO SPAZIO AI PRODUTTORI LOCALI La sfida è anche quella di promuovere il territorio con l’offerta di prodotti innovativi, di tradizione e di qualità nel segmento dell’arredamento, della moda e dell’ enogastronomia. Saranno create iniziative commerciali importanti che, inserite in percorsi turistici, potranno dare il giusto elemento di attrazione di un flusso potenziale assolutamente rilevante.
Un particolare attenzione viene data al Km ZERO su più fronti, alla disintermediazione (dal produttore al consumatore), alla comunicazione basata su strumenti innovativi e alla valorizzazione del rapporto speciale e personale con il cliente. Collaborazione con le istituzioni per la promozione del turismo Val Vibrata Village, nell’estate 2015, offrirà un Infopoint che si porrà come ufficio turistico del territorio in piena collaborazione con le istituzioni, con le DMC e con le associazioni locali.
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“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà.” Winston Churchill
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INDICE
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LA BUONA USCITA
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ARTE IN MOSTRA
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VIAGGIO A MATERA
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I NTERVISTA A ANDREA CASTRIGNANO
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FOOD & WINE
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INTERVISTA A ROMANO BATTISTI
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UNA META PER GIANCA
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LA BELLEZZA DI PORTOFINO
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VOLI IN RITARDO? RISPONDE L'AVVOCATO
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DIALOGO
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BEAUTY MANIA
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IBOO MAGAZINE
EDITORIALE BUONE FERIE
In questo ultimo numero prima delle vacanze estive torniamo a parlare della potenzialità e professionalità del Made in Italy. Parliamo di artigiani professionisti con interviste all’interior designer Andrea Castrignano e alla winemaker Chiara Boschi. Passiamo allo sport con l’intervista a Romano Battisti, vicecampione olimpico di canottaggio che a fine agosto sarà impegnato con i Mondiali e dell’evento benefico “Una Meta per Gianca” con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere le ricerche del professor Fumagalli sulle cellule staminali prelevate dalle meningi, ai fini di curare le lesioni croniche al midollo spinale. È tempo di viaggi, relax e divertimento. Questo mese Iboo Magazine vi propone, come mete turistiche italiane, la splendida Matera alla scoperta dell’arte moderna e delle sue antiche strade di Sassi e la bellissima Portofino con il suo borgo di mare costruito su una baia, con case alte e colorate addossate al porticciolo e alla celebre piazzetta. Ancora buone vacanze! Ci vediamo a settembre!
VIRGINIA CIMINA’
DIRETTORE RESPONSABILE Virginia Ciminà HANNO COLLABORATO Lorena Cacace Chiara Gallo Virginia Maloni Riccardo Sada EDITORE Diamond Media Group s.r.l. Via Metella Nuova 84/A Sant’Omero (TE) Tel. 0861 887405 redazione@diamondgroup.it IBOO MAGAZINE È una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005 GRAFICA Diamond Media Group s.r.l. STAMPA Arti Grafiche Picene s.r.l. PUBBLICITA’ info@diamondgroup.it SITO WEB www.iboomagazine.com FACEBOOK Iboo Magazine Italia RESPONSABILE TRATTAMENTO DATI Dlgs 196/03 Virginia Ciminà Riservato ogni diritto e uso. Vietata la riproduzione anche parziale
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IBOO MUSICA
la Buona uscita segnalazioni discograFiche e librarie di Riccardo Sada
il disco Incognito
“Live In London – 35th Anniversary Show”
(earMUSIC / Edel) Per celebrare in grande stile il 35° anniversario della band, dello scorso 12 luglio 2014, gli Incognito hanno fatto uno concerto spettacolo al Bush Empire O2 Shepherd di Londra invitando amici, parenti e fan ad unirsi a loro per una notte di festa selvaggia. Ora il tutto finisce in un doppio cd e in un dvd (e un Blu-ray): “Live In London – 35th Anniversary Show”, pubblicato il 28 agosto. Con la partecipazione di Mario Biondi, della diva americana Carleen Anderson, degli amici e artisti, attuali e dei vecchi tempi, come Brandis e Imaani, gli Incognito hanno suonato vecchie hit e nuovi brani per una straordinaria performance interpretata con passione, anima e cuore. Nella scaletta di questa notte da ricordare compaiono solo grandi hit.
Jimmy Somerville
“Homage”
(Membran / Sony Music) Il cantante dei Bronski Beat pubblica il suo sesto album da solista: “Homage”. Il disco, 12 tracce, è un omaggio al genere che ha ispirato Jimmy durante l’adolescenza. Mentre lavorava con il produttore del disco e amico John Winfield, a Jimmy è venuta l’idea di trasformare le canzoni che stavano lavorando in disco music. John non se lo è fatto dire due volte. I due hanno preso tutte le canzoni e le hanno trasformate. Sono cover classiche da discoteca come “You Make Me Feel (Mighty Real)”, “Never Can Say Goodbye”, “Don’t Leave Me This Way”, “I Feel Love” e tante altre ancora. Il passo logico per un artista che vive con “un’enorme strobo” nella propria testa.
David Gilmour
“Rattle That Lock” (Columbia Records) “Rattle That Lock” di David Gilmour arriva dopo il successo di “On An Island” del 2006, entrato ai vertici delle classifiche. Producono l’album David Gilmour e Phil Manzanera dei Roxy Music. A firmare buona parte dei testi delle canzoni del quarto album solista di David Gilmour è Polly Samson, storica collaboratrice e compagna di vita di Gilmour. Il suggestivo artwork di Rattle That Lock è stato realizzato da Dave Stansbie di The Creative Corporation sotto la direzione creativa di Aubrey Powell di Hipgnosis. “Rattle That Lock”, brano che dà il titolo all’album, è stato presentato venerdì 17 luglio in anteprima su Bbc Radio 2.
il libro “Guida Milano 2016 Gambero Rosso” AA.VV. (Edizioni Gambero Rosso) Dove mangiare bene a Milano? Ce lo dice la nuova Guida del Gambero Rosso 2016, dedicata alla città che sta ospitando l’Expo. Sono 1400 gli indirizzi fra cui scegliere per mangiare ad ogni ora del giorno, per acquisti golosi. La principale novità riguarda la testa della classifica del Gambero Rosso, riconquistata da Andrea Berton che con il suo nuovo locale riporta le tre forchette in città. A un passo dal vertice, da segnalare la performance del Vun dell’Hotel Park Hyatt Milan che, oltre a fare un ulteriore balzo in classifica arrivando a 88/100 grazie alla cucina contemporanea di Andrea Aprea, conquista anche il premio per il miglior servizio di sala in albergo. Miglior servizio di sala va invece a Ceresio 7 a palazzo Dsquared2. Due i nuovi premi speciali. Il primo riservato alla novità dell’anno, al debutto più interessante, assegnato ad Essenza, la nuova creatura di Eugenio Boer, autore “di una cucina... coraggiosa che non teme l’azzardo potendo contare su una tecnica sapiente”. Secondo premio è quello dedicato alle “trattorie moderne”, alias bistrot oggi di gran moda (è stata creata in guida un’apposita categoria): ad aggiudicarsi il titolo di bistrot dell’anno è Rebelot del Pont.
AA. VV.
“Tomorrowland - Melodia”
(Just Entertainment) La compilation di Tomorrowland è disponibile anche in formato digitale su iTunes ed in Italia esce su JE | Just Entertainment (distribuzione Sony). JE|Just Entertainment, etichetta discografica italiana indipendente fondata nel 2003 dal suo A&R Sergio Cerruti, è particolarmente attiva nel mercato della musica elettronica, dance e pop. Tra i suoi artisti e brand in catalogo, insieme a Tomorrowland, spiccano Dimitri Vegas & Like Mike (numeri due nella classifica Top100 di DjMag), il cui primo album sarà pronto ad ottobre, anticipato dai due singoli Dimitri Vegas & Like Mike vs Ummet Ozcan “The Hum” (uscito il 4 maggio) e Dimitri Vegas & Like Mike ft Ne-Yo e “Higher Place” (uscito lunedì 20 luglio).
Peaches
“Rub”
(I U She Music / Audioglobe) Esce il nuovo album di Peaches, “Rub”, primo di inediti dopo sei anni di silenzio e di lontananza dalle scene. È sicuramente il suo album più audace e avventuroso ed esce su I U She Music. Il disco prosegue sicuramente il cammino sfacciato e sexy iniziato 15 anni fa e che ha aperto la strada a innumerevoli altri artisti. “Rub” è stato registrato nel corso del 2014 nel garage-studio di Los Angeles di Peaches, in collaborazione con l’amico di vecchia data Vice Cooler. Il disco si apre con la semi-parlata, “Close Up”, consegnata in una sola take dall’inarrivabile Kim Gordon (Sonic Youth). La traccia che chiude il progetto è invece affidata alla storica collaboratrice di Peaches, Feist, che in “I Mean Something” canta con piglio ipnotico.
DJ Fede
“Funk & Dub”
(Original Flavour) Nel nuovo progetto di DJ Fede ci sono i remix di Boosta (Subsonica), Bunna (Africa Unite), Cato (The Bluebeaters), Dj Pandaj (“Torino Violenta”), Frak, Jolly Mare & B.Kun, Luca Morino (Mau Mau), Magellano, Mao, Michela Danese, Mr. T-Bone (The Bluebeaters), Paolo Baldini (Alambic Conspiracy), Pisti (Motel Connection), Stefano “Piri” Colosimo, Victor Rice (Strikkly Vikkly). Se la black music è l’unico comune denominatore per per DJ Fede, questo è il suo migliore progetto discografico. Il funk, il soul, il reggae incontrano il dub, declinato in tutte le sue forme. Il lavoro viene completato da una litografia in edizione limitata (solo 50 pezzi) realizzata da Sericraft. Inoltre, sono inclusi tre video.
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IBOO ARTE
LA GRANDE MADRE - MILANO
Un’estate importante quella milanese, ricca di eventi e iniziative che fanno da cornice a Expo 2015. La mostra La Grande Madre, allestita dal 25 agosto fino al 15 novembre presso la sede di Palazzo Reale, è stata realizzata da Fondazione Trussardi con il supporto del Comune di Milano, curatore della collettiva, Massimiliano Gioni, già curatore della Biennale di Venezia 2013. All’interno delle sale di Palazzo Reale si cercherà di concentrare l’attenzione del visitatore sulla figura femminile, sul cambiamento del suo ruolo all’interno della società e soprattutto sull’interpretazione data dal mondo dell’arte a partire dalle avanguardie futuriste, dadaiste e surrealiste. Grazie a questo percorso verrà infatti rivelato il concetto di donna in quanto Dea Madre, origine di ogni cosa, legame viscerale con la Terra e tutto ciò che da essa è generato. L’obiettivo è offrire una mostra di ampio respiro che ci consente di analizzare la femminilità, simbolo di vita, nutrimento, crescita. Temi centrali di Expo 2015, rivisitati attraverso le immagini di artisti e artiste tra cui Ana Mendieta, Giannina Censi, Marisa Mori, Frida Kahlo, Dora Maar, Maria Maiolino, Yoko Ono, Barbara Kruger. Palazzo Reale – Milano Fino al 15 novembre 2015 Info: www.comune.milano.it
DIVISIONISMO TRA TORINO E MILANO. DA SEGANTINI A BALLA – TORINO
La Fondazione Accorsi Ometto apre le porte al Divisionismo con una mostra che dal 16 settembre al 15 gennaio 2016 presenterà le opere di alcuni dei maggiori esponenti del movimento artistico italiano. Un percorso composto da quaranta opere tutte provenienti dall’epicentro della pittura divisionista ovvero Piemonte e Lombardia. Accanto alle figure storiche come Segantini, alcuni dei rappresentati delle avanguardie novecentesche come Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla e Leonardo Dudreville. Partendo dagli anni ’80 dell’Ottocento, la Fondazione offre una bella panoramica sullo stile che divenne uno dei più amati e noti a livello nazionale e mondiale della storia artistica moderna italiana. Con le loro pennellate vorticose, eppure così solide, questi pittori ci mostrano una società in continua evoluzione, che stupisce per la quotidianità di gesti spesso ormai dimenticati. La mostra, a cura di Nicoletta Colombo, si avvale della collaborazione dello Studio Berman e porta il visitatore alla scoperta del Divisionismo fino alla soglia dei primi anni del 1900. Un’esposizione molto specifica che intende dare visibilità al movimento e ai luoghi che lo hanno visto nascere. Fondazione Accorsi Ometto – Torino Fino al 15 gennaio 2016 Info: www.fondazioneaccorsi-ometto.it
IBOO ARTE 13
Mostre MILANO – MITO E NATURA
Milano torna indietro nel tempo e fino al 10 gennaio 2016 ospita presso gli spazi di Palazzo Reale una mostra tutta dedicata alla storia, all’uomo e alla natura. Protagonisti statue, vasi, utensili, simboli votivi, risalenti ad un periodo che va dal VIII sec. a.C. al II sec. d.C. Un percorso che da un lato vuole ricomporre il legame che da sempre ci lega all’ambiente e dall’altro riscoprire il fascino che subirono gli uomini di Grecia, Magna Grecia e Roma. Le opere provengono da numerosi musei italiani e internazionali fra cui il Museo Archeologico di Atene, il Kunsthistoriches Museum di Vienna, il British Museum di Londra e il Louvre di Parigi. Un viaggio nel tempo e nell’arte, con una particolare attenzione all’evoluzione stilistica e raffigurativa dell’elemento naturale: dalle prime rappresentazioni realistiche a quelle simboliche e divine, dall’ambito decorativo a quello illusionista. Importante la presenza di reperti di alto valore come il famoso “Vaso blu” (I sec. d.C.) di Pompei lavorato con la tecnica del vetro-cammeo. Un’altra esposizione milanese che si colloca perfettamente nel quadro delle tematiche di Expo volte alla sensibilizzazione del pianeta e dell’ambiente. Palazzo Reale – Milano Fino al 10 gennaio 2015 Info: : www.comune.milano.it
FARM CULTURAL PARK – FAVARA
L’estate è fatta di destinazioni per tutti i gusti. Per chi ha fame di arte contemporanea il Comune di Favara può essere una soluzione ottimale per coniugare paesaggi antichi, arte, design ed enogastronomia tipica. Il Farm Cultural Park è situato in un piccolo quartiere di Favara, che al suo interno è animato da Sette Cortili, ognuno dei quali si colora di suoni, immagini, sapori della tradizione e, al tempo stesso, di vivace contemporaneità. Una fusione unica tra ciò che era e ciò che sarà. L’idea nasce cinque anni fa dal progetto di due giovani imprenditori che non volendo rinunciare ad un quartiere storico della città hanno deciso di donargli un volto nuovo, dedicato alla cultura, all’arte, alla musica, sia locale che internazionale. Il visitatore potrà stupirsi tra i vicoli che ricordano Londra, Parigi e Marrakech sotto un’atmosfera tipicamente agrigentina. Al Farm vengono organizzati concerti, mostre, performance, letture che si alternano tutto l’anno, ma che durante il periodo estivo trovano la loro cornice ideale. Non un museo, non una fiera e non una galleria, ma un contenitore di idee e di esperienze artistiche e sociali volto alla sostenibilità e allo sviluppo. Una meta davvero alternativa e originale! Farm Cultural Park – Favara Info: www.farm-culturalpark.com
di Chiara Gallo
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IBOO VIAGGI
VIAGGIO A MATERA DAI SASSI ALL’ARTE MODERNA!
DI Chiara Gallo
Chi dice che il Sud Italia non sia in via di sviluppo sicuramente non ha ancora trascorso qualche giorno a Matera, in Basilicata. Una città che ha subito nel corso del ‘900 cambiamenti radicali e molto spesso contradditori. Oggi è la nuova meta di investimenti per il futuro, Capitale Europea della Cultura nel 2019 e meta ricercata per visitatori che i materani amano definire “cittadini temporanei”. Grazie all’intraprendenza e alla passione dei suoi giovani imprenditori questo comune si sta risollevando, registrando un
aumento dell’affluenza in ristoranti, alberghi, musei e manifestazioni culturali. Passeggiare lungo le antiche strade dei Sassi di Matera fa tornare indietro negli anni, una cartolina all’italiana di altri tempi con nuove ed entusiasmanti prospettive. Per coloro che desiderano vivere una vacanza di alta qualità, con servizi all’avanguardia e tradizioni forti, Matera rappresenta sicuramente la meta ideale. Se non siete ancora convinti ecco alcuni motivi per pre-
notare subito: Vittorio Sgarbi definisce la città «un luogo assoluto» fatto di bellezza, arte, tradizione e innovazione. In vista del 2019 ci si sta preparando a capitale europea della cultura: tante le iniziative in campo dell’arte, della musica e della letteratura. Presenti anche un importante museo d’arte moderna, allestito a Palazzo Lanfranchi, in cui sono esposte alcune importanti opere di Carlo Levi e Luigi Guerricchio, e il più antico museo archeologico della Basilicata, il “Domenico Ridola”
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Matera rappresenta un emblema dell’antichità con la celebre zona de “I Sassi”. Un percorso fatto di piccole strade bianche, che hanno attirato l’attenzione di poeti, artisti e cineasti, primo fra tutti il regista e attore americano, Mel Gibson, il quale ha scelto proprio la zona dei Sassi per le riprese del suo capolavoro “La Passione di Cristo”. Terza città più antica al mondo, con i suoi rioni, le sue chiese secolari, gli antichi forni, durante il periodo estivo rappresenta uno scenario quasi subsaha-
riano, di incredibile fascino. Questa città non è fatta solo di storia ed arte, ma anche di natura. Ne è una prova
il grande parco della Murgia Materana, un altipiano roccioso tra la provincia materana ed il territorio pugliese che si estende per circa 8000 ettari e rientra nel “Parco Naturale Regionale Storico ed Archeologico della Murgia Materana e delle Chiese Rupestri”. Un ambiente all’apparenza inospitale, brullo, ma capace di conservare quella magia tipica del sud Italia che ancora oggi attrae escursionisti e appassionati di trekking. A Matera tuttavia ci si reca anche per l’ottima cucina,
composta da ingredienti semplici ma di alta qualità come il noto Pane di Matera, ottenuto da una miscela di semole di grano duro e lavorato secondo un meto-
do antico risalente al ‘500. E poi ovviamente burrate, ricotte, mozzarelle, magari accompagnate da pomodorini freschi e dall’aroma di alcuni pregiati vini lo-
cali DOC, come il Matera Rosso o il Matera Greco. Una località antica, moderna e ancora tutta da scoprire!
Azienda Agricola F.lli Biagi - C.da Civita, 93 - Colonnella (TE) - Tel. 0861 714066
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IBOO PEOPLE
Come vi cambio la casa! Intervista a Andrea Castrignano Chiara Gallo
Andrea Castrignano è un uomo di classe, elegante, l’immagine perfetta dell’immobiliarista a cui ti affideresti senza timori per la scelta della tua casa. La grande esperienza acquisita negli anni lo ha reso un professionista di alto livello. Il settore immobiliare non è certo nel suo periodo d’oro, ma Andrea è riuscito comunque a rimanere in vetta, continuando a concludere affari importanti dal suo studio di Piazza del Liberty, in pieno centro a Milano. Come ogni persona intraprendente ha saputo adattare il suo talento anche ad altri settori, primo fra tutti quello televisivo. Dal 2011 infatti il canale Real Time lo ha scelto come volto della trasmissione “Vendo casa disperatamente”, insieme alla collega Paola Marella, e del nuovo programma “Cambio casa. Cambio vita”, di cui ne è unico conduttore. Una vita fatta di impegni, tanta passione e ancora grandi progetti!
ph. Riccardo Lanfranchi
IBOO PEOPLE
Parlando del tuo lavoro, cosa significa per te intermediazione immobiliare. Segui qualche filosofia particolare nel consigliare i tuoi clienti? I trucchi del mestiere sono difficili da svelare...certamente il mio approccio con i miei clienti è psicologico. I lunghi anni di esperienza, il lavoro svolto e i comprovati risultati ottenuti costituiscono un buon elemento di partenza, tuttavia ogni intermediazione è un’esperienza univoca e sempre entusiasmante, ricca di risvolti importanti da scoprire. È essenziale capire le loro reali necessità e aiutarli a fare chiarezza tra di loro, capita spesso che le coppie si trovino in conflitto. A quel punto divento anche un po’ un mediatore tra di loro! Dati i tuoi studi in America, puoi dirci quali sono le maggiori differenze nell’ambito edilizio con il nostro Paese? La mia esperienza negli Stati Uniti ha approfondito molto le mie conoscenze nel settore. Il confronto è sempre fonte di grande crescita. Innanzitutto il loro concetto di “casa” è molto diverso dal nostro. Per noi la casa è vissuta come “l’investimento” da tramandare, è sinonimo di radici indissolubili. Siamo molto più restii al cambiamento, mentre negli States i cambiamenti a livello abitativo sembrano essere più frequenti. È un trend sociale che qui in Italia non abbiamo.
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Meglio vivere a Milano o a New York? New York è una città di grande stimolo, esperienza che suggerisco sempre di vivere. Apprezzerai di più la tua vita milanese. La qualità della vita che abbiamo noi è raro trovarla altrove! Adesso una parte della sua giornata è interamente dedicata alla televisione, in particolare con Real Time, ma come hai iniziato questo risvolto della tua carriera? Le casualità della vita. Ho partecipato ad un casting con altri 35 colleghi e la sorte mi ha aiutato. Oggi il talento mi permette di continuare quest’esperienza ed essere d’aiuto a tutti coloro che hanno bisogno di suggerimenti nelle scelte che coinvolgono le loro abitazioni. Chi avrebbe mai pensato di raggiungere risultati così importanti e di arrivare alla sesta edizione di “Cambio Casa, Cambio Vita!”! In passato hai avuto occasione di collaborare anche con Paola Marella per il programma “Vendo casa disperatamente”. Come è stato lavorare insieme a lei e quali sono i ricordi più belli che conservi di quell’esperienza?
ph. Matteo Cirenei
Sicuramente i ricordi sono belli! Ho iniziato la mia avventura televisiva su Real Time e sono grato a loro per aver creduto in me. Paola è stata un’ottima compagna di lavoro, insieme ci siamo divertiti molto. Per scelte editoriali le nostre strade si sono separate, ma oggi sono felice di avere un format dove mi è possibile esprimere la mia creatività. Al momento stai conducendo un programma tutto tuo, “Cambio casa, cambio vita”. Potresti spiegarci nel dettaglio di che cosa si tratta? In ciascuna puntata del programma, mi occupo di ristrutturare gli interni di un appartamento, allo scopo di dare nuovo smalto ad un’abitazione un po’ lasciata an-
ph. Matteo Cirenei
dare: mostriamo ogni fase di una ristrutturazione, dall’incontro con il cliente alla scelta dei materiali, dalla visita presso i miei fornitori, fino alla riconsegna dell’immobile. Si tratta dunque di un docu-reality. Ogni episodio contiene consigli, prodotti e spunti sempre nuovi, utili a trasformare un’abitazione desueta in una da sogno. Il cambiamento della casa è anche un cambiamento in positivo nella vita di chi la abita. Adesso sto cercando di sviluppare un mio grande desiderio, ovvero quello di realizzare un nuovo programma che leghi il mondo del food al quello del design..stay tuned! Ricapitolando, sei un di successo e affermato, che pratica il proprio lavoro con passione e dedizione, c’è ancora qualcosa che manca nella tua vita? Ad oggi mi ritengo una persona molto privilegiata, avere per passione il proprio lavoro è un lusso di pochi. Ci ho dedicato anima e corpo e la mia più grande soddisfazione è aver a fianco tanti bravissimi colleghi che mi aiutano a portare avanti i miei progetti. What else? Infine torniamo a parlare di immobili: se dovessi consigliare una casa vacanza per l’estate 2015 dove sarebbe e perché? Per me estate significa nuoto e buon cibo e certo all’Italia non mancano località da sogno per trascorrere delle vacanze indimenticabili! Personalmente io amo il mare ed essendo di origini pugliesi, mi sento di suggerire le nostre splendide coste pugliesi…storia, buona tavola e mare cristallino, la combinazione perfetta!
ph. Matteo Cirenei
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Barolo che passione N
Food & Wine
Elena Di Luigi
el 1990 Chiara Boschis mette da parte la laurea in Economia per guidare l’azienda di famiglia E. Pira. Da winemaker ha un obiettivo: trasformare il rigido Barolo tradizionale in un vino rotondo ed elegante, e ci riesce. Ancora oggi Chiara, da artigiana come ama definirsi, si limita a produrre 25 mila bottiglie l’anno il cui 80% è destinato al mercato estero. Essere tra le pioniere della viticoltura italiana ti rende orgogliosa? Si. È importante far vedere alle ragazze che ce l’ho fatta. Oggi tante donne studiano Enologia e collaborano a tutti i livelli. In passato volevano sposarsi e lasciare la campagna. La mia generazione ha rivoluzionato questo status quo grazie anche all’istruzione che ci ha permesso di lottare per la parità. Io ho lottato per essere
una produttrice e per fare dei cambiamenti in cantina e in vigna. La cantina Pira è biologica, perchè? Nel 2010 ho chiesto la Certificazione Biologica ma ne applicavo il protocollo da tempo. Ho seguito gli insegnamenti di mio padre chenon credeva in diserbanti, antiparassitari e concimi. La mia è stata una scelta di coscienza, un’etica di comportamento che ho nella vita e nel lavoro.
Perchè è importante sapere se il vino che beviamo è biologico? Perchè la viticoltura è la cura delle piante così come la medicina naturale e l’alimentazione sana curano la nostra salute. La vita è
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un equilibrio perfetto che c’è quando siamo forti e sani. Se l’ambiente è inquinato l’equilibrio si incrina e sopraggiungono malattie. Io voglio scegliere cosa mangiare e bere e per poterlo fare devo informarmi. Cos’è l’innovazione? Un grande stimolo che ti rimette sempre in gioco e non ti fa mai abbassare la guardia. Barolo è sinonimo di Italia. Questa identità è salvaguardata a sufficienza? L’Italia siamo noi che ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo creato l’immagine della qualità italiana. Alla politica spetta difendere gli interessi dei piccoli produttori contro le agro-industrie del nord Europa. Tute-
lare le nostre eccellenze e le denominazioni è importante per sopravvivere alla concorrenza agguerrita. Per assurdo si produce più parmigiano falso all’estero che di originale in Italia! Paesi non vinicoli si cimentano nella produzione di vino, per esempio la Cina. Cosa ne pensi? Il vino è un business e la Cina presto sarà il primo produttore al mondo per quantità. Per noi è vita e cultura millenaria, ma dobbiamo accettare la realtà. L’importante è migliorare i nostri vini e aiutare i consumatori a scegliere pensando alla qualità e all’etica. Per esempio facendo capire che dietro un nostro vino c’è una piccola realtà artigianale. Tornare a lavorare la terra in tempi di crisi è possibile? Si ma non è facile, fare il contadino è dura. La terra è stata bistrattata e se non si corre ai ripari presto l’umanità si ritroverà con danni irreversibili. I giovani vanno incoraggiati,
ma la loro non deve essere una scelta romantica o di ripiego, devono poter vivere lavorando la terra. Tuo padre diceva che il vino è come le mucche, producono latte buono solo se brucano i pascoli migliori. È anche la tua filosofia? Certo! Questa è una citazione perfetta perchècon degli amici abbiamo recuperato una borgata alpina nelle montagne che chiamiamo Terre Alte. Lì abbiamo un caseificio in quota dove produciamo il Castelmagno d’Alpeggio ( w w w. D e s m a r t i n . it). Ti assicuro che il latte delle mucche che brucano quell’erba è straordinario, come il formaggio e il vino che
produciamo! Pensando all’Europa vinicola ce da essere pessimisti o ottimisti? Non so ma sono un’ottimista inguaribile. Sono abituata a lavorare sodo ma mi rendo conto che il nostro destino spesso è in mani poco affidabili. Credo nell’EU ma non di rado l’Italia si ritrova a pagare conti non suoi. Quali annate dovremmo tenere d’occhio? Un produttore le sostiene tutte, comunque non perdetevi il 2011 e il 2012. Il segreto del tuo successo? La passione e l’amore per il mio lavoro.
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Romano Battisti, cuore di canottiere Fatica, abnegazione, disciplina e costanza, ma anche tanta passione. L’argento olimpico di Londra 2012 torna in acqua per i Campionati Mondiali e si racconta, sperando di arrivare a Rio de Janeiro e vincere quell’oro tanto desiderato. Lorena Cacace
L
a sua impresa a Londra 2012 è rimasta impressa a chi ha seguito le Olimpiadi. L’argento nel 2 di coppia, sfumato a un passo dalla vittoria, rimane una delle più belle pagine dei Giochi olimpici, replicata da altri successi a livello internazionale. Ora che si avvicina la sfida dei Campionati del Mondo di canottaggio, al via in Francia dal 30 agosto al 6 settembre, Romano Battisti torna in acqua più battagliero che mai. Solare, dal sorriso che conquista, fisico scultoreo plasmato da anni di canotaggio, l’argento olimpico e mondiale è già pronto per le nuove sfide che lo aspettano, magari per strappare quel per i Giochi di Rio e provare, chissà, a vincere l’oro. Dal 30 agosto partono i Campionati Mondiali: come procede la preparazione? Abbiamo appena affrontato i primi dieci giorni di preparazione pre mondiale e abbiamo davanti tre settimane ancora, ma ci stiamo preparando bene. Sappiamo che sarà molto difficile e per questo siamo molto concentrati e non sottovalutiamo molto. Durante gli allenamento lavoriamo
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nostri obiettivi. Qual è l’avversario che temi di più? Nel doppio direi la Croazia: sono due anni che sono sul podio ai Mondiali e possono vincere anche con 3 secondi di distacco. Parliamo un po’ della tua carriera: come ti sei avvicinato a questo sport? Ho iniziato fin da piccolo: avevo una passione per gli sport acquatici, ma non ero mai riuscito a praticarli. Quando vivevo con i miei genitori, il mare distava non meno di 30 chilometri e per me sport come vela o il windsurf non erano praticabili. Per mia fortuna, un ragazzo che conoscevo, faceva canoa, mi sono incuriosito e ho iniziato a seguirlo. Da allora non ho praticamente mai smesso e, siccome volevo alzare il livello, sono passato al canottaggio.
molto sulla tecnica e per incrementare la potenza, senza lasciare nulla al caso. Come squadra italiana, qual è il vostro obiettivo per i campionati? E il tuo personale? Puntiamo a qualificare più barche possibili per le Olimpiadi e stiamo provando di continuo per rinforzare gli equipaggi. Per quanto mi riguarda, fino a poco tempo fa il mio obiettivo era continuare a far bene nel doppio per stare tra i migliori, ma ora mi sono messo a disposizione della squadra. Stiamo ancora provando e, a oggi, non c’è niente di sicuro. È una strategia che è stata fatta anche in altre occasioni e ha funzionato. Penso che lavoreremo tutti bene e riusciremo a raggiungere i
Cosa ti è piaciuto di più? Stare a contatto con l’acqua, la sensazione di scivolare stando seduti nell’imbarcazione. Ancora oggi è così, quel sentirsi scivolare su un fluido come quando sei sugli sci. Per gareggiare servono forza, intensità e tecnica, ma anche la passione e quel piacere non è mai svanito. L’emozione di vincere una medaglia olimpica: cosa ricordi di quel giorno? Mi ricordo che a un certo punto mi sembrava di essere in un sogno. Era una cosa che immagini così tante volte che non sembrava vero. Quella immensa tribuna piena di persone, l’atmosfera: era tutto quello che sognavo e che avevo focalizzato. A un certo punto, durante la gara, quando mi sono accorto che eravamo in testa, pensavo tra
me e me: ‘Romano ti stanno facendo vincere le Olimpiadi’. Mi sembrava che non ero io a vincere. Poi, a un certo punto, sono arrivati i neozelandesi che hanno rovinato la festa. Quando ti abitui a stare avanti e con lo sguardo vedi che hai tanto margine di vantaggio, anche se vedi gli avversari farsi sotto, pensi che ce la puoi fare. Invece, penavamo per poterli tenere, poi loro hanno aumento con un velocità mai vista e, nonostante noi stessimo andando forte, ci hanno passato. Oggi non ho nessun rimpianto, anche se, quando ci penso, mi fa rabbia perché, dentro di me, mi vedevo già con l’oro al collo. Sono arrivato a Londra che non conoscevo il mio valore, poi ho pensato che potevo vincere un oro e finire lì. Invece, quel secondo posto mi ha dato la voglia di continuare ancora e di fare sacrifici per togliermi altre soddisfazioni. Vedremo cosa succederà. Ci sono stati momenti difficili nella tua carriera? Se sì, come li hai superati? Sì, ci sono stati. La parte difficile da superare è stata l’adolescenza, quando inizi a frequentare le ragazze e a uscire con gli amici e ti rendi conto che devi fare delle scelte. Mi sono trovato spiazzato e avevo quasi deciso di arrendermi. Alla fine, mi hanno convinto con una storia che sembrava identica alla mia: il mio ex allenatore e altri dello staff, che erano andati alle Olimpiadi, mi hanno raccontato i loro timori, le loro scelte. Mi sono emozionato e ho pensato
che dovevo riprovare e così è stato. Cosa rende un atleta un buon canottiere? Direi la determinazione perché è sport molto duro non solo da praticare ma per gli obiettivi che ti devi dare. Se è per fare una passeggiata n acqua, è un’attività che consiglio a chiunque perché è molto completo, ma se hai degli obiettivi da professionista, devi essere pronto a fare grandi sacrifici. Non mi lamento di come sono andate le cose, ma devo dire che, a 30 anni, rimpiango di non essere andato a studiare nei
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college americani. I loro osservatori arrivano in Europa per cercare nuovi talenti, fanno una sorta di canottaggiomercato in Europa, con tanto di procuratori sportivi e offrono borse di studio per studiare. È un’ottima opportunità per conoscere altri posti e studiare. Cosa rende così distante la cultura sportiva degli Stati Uniti con quella italiana? Gli americani sono molto simili agli anglosassone, solo che loro sono più marcati. A noi manca tanto, per noi lo sport è tale se vissuto a casa e il calcio conta per 90%. Invece, negli stati anglosassoni e negli USA vivono la passione per lo sport a cui si appassionano fino in fondo: non cambia se è calcio, tennis o canottaggio. Un’altra grave carenza è quella della pratica a scuola e intendo far provar davvero uno sport. Se nell’ora di educazione fisica mi fanno fare gli scatti, non posso dire di aver fatto il velocista. Infine, la carenza cronica di strutture adeguate e di canali giusti che possono far davvero appassionare la gente anche agli sport minori. Come ti prepari prima di entrare in acqua? Ho i miei riti scaramantici, ma li cambio spesso, un po’ da come mi dice il mio cervello. Cerco di ragionare molto, quello sì, e in base a come mi sento, mi carico mentalmente. Per mantenere alta la concentrazione, bisogna anche sapersi rilassare: tu cosa fai? Non riesco davvero a rilassarmi, sono iperattivo. Quando sono in gara devo attivare tutti i sensori per produrre adrenalina, ma poi la devo anche smaltire. Sto iniziando ora a capire come si fa, visto che la gara dura 6 minuti, ma è davvero difficile. Cerco di lavorare con la respirazione, ascolto musica, mi faccio una doccia, ma non ho ancora trovato un metodo universale. Cosa ti aspetti per il futuro? Mi sento davanti a un bivio. Ho 30 anni e vorrei tornare alle Olimpiadi, ma devo capire cosa fare in questi anni da grande. Voglio darmi altri obiettivi anche per tentare altre strade. Mi piacerebbe partecipare alla Coppa America, per esempio, ma prima devo capire cosa voglio diventare. Poi ci penserò.
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UNA META PER GIANCA”, IL RUGBY IN CAMPO PER SOSTENERE LA RICERCA Grande festa a Jesolo sabato 1 agosto!
È stato un successo l’evento “Una Meta per Gianca”, organizzato da La Colonna – Associazione Lesioni Spinali Onlus, svoltosi a Jesolo lo scorso sabato 1 agosto 2015, con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere le ricerche del Professor G. Fumagalli sulle cellule staminali prelevate dalle meningi, ai fini di curare le lesioni croniche al midollo spinale. Le sedici squadre partecipanti hanno dato spettacolo nel corso di tutta la giornata con un torneo di rugby touch senza placcaggi né mischie, pensato appositamente per permettere a tutti (uomini, donne e bambini) di poter partecipare.
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Il torneo ha fatto da sfondo ai tanti momenti di condivisione e aggregazione dove i veri protagonisti sono stati gli oltre 1500 presenti “scesi in campo” per dare il loro contributo.
L’evento è entrato nel vivo con il collegamento via Skype con il Presidente dell’Associazione Giancarlo Volpato che, dopo aver regalato intense emozioni con le sue parole, ha dato il via al terzo tempo party, uno dei tanti modi che hanno permesso di raccogliere oltre 20 mila euro.
Hanno partecipato all’iniziativa i rugbisti azzurri Francesco Minto, Edoardo Gori, Paul Derbyshire, Michele Campagnaro, Valerio Bernabò e Alberto De Marchi.
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ORTOFINO
Un nome conosciuto in tutto il mondo, sinonimo di eleganza e dolce vita.
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Attorno alla famosa piazzetta scorre la voglia di vacanza Foto Archivio Agenzia In Liguria
E’ uno dei luoghi simbolo della Liguria e del turismo nel mediterraneo. Famoso nel mondo e tutto da vedere: ecco Portofino, borgo di mare costruito attorno a una baia, con le case alte e colorate addossate al porticciolo e alla celebre piazzetta. Qui il mare riflette i colori delle case, del cielo e della vegetazione e ospita gli yacht, i battelli e i traghetti che arrivano e ripartono. Tutto in un’armonia perfetta: questa è Portofino. Raggiungetela via mare con i battelli che partono frequentemente dalla passeggiata a mare di Rapallo e Santa Margherita Ligure, oppure da Camogli
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e Genova. Passeggiate per il borgo e fra le boutique delle grandi firme. Vi consigliamo un percorso pedonale che dalla celebre Piazzetta si inerpica a piedi verso ilCastello Brown, con il suo parco immerso nel verde, fino al faro: da qui avrete un panorama indimenticabile della splendida baia. Prima tappa la Chiesa di San Giorgio (XII secolo), il santo patrono di Portofino, festeggiato il 23 aprile con il tradizionale falò in piazzetta.
Sul sagrato un risseu bianco e nero costruito con i sassi di mare, tipico della trazione ligure. Sul lato la scogliera a picco sul mare che scende nelle acque dell’Area Marina Protetta. Tutto il territorio fa parte del Parco Naturale Regionale di Portofino. Visitate anche il museo en plain air nel giardino alle spalle della Marina di Portofino che espone sculture d’arte contemporanea di artisti di fama mondiale.
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Volo in ritardo? Difendersi si può. Con l’arrivo dell’estate gli aeroporti italiani registrano un notevole incremento dei flussi di passeggeri in transito, alle volte tale da diventare difficilmente gestibile sia per il personale aeroportuale che per le stesse compagnie aeree. Questo spesso, e soprattutto nel periodo agostano, causa una infinita serie di ritardi dei voli aerei ed ancora più spesso questi ritardi possono superare le 2 e più ore rispetto all’orario di partenza od arrivo previsti. Chi di noi non si è trovato coinvolto in passato in situazioni simili? L’attesa è estenuante e lo stress si sostituisce facilmente alla gioia per la tanto attesa vacanza. Che fare in questi casi? Esistono delle forme di tutela per il viaggiatore? Lo abbiamo chiesto all’avv. Antonino Chiaramonte, del Foro di Palermo, da tempo impegnato sul territorio nazionale con il proprio Studio Legale in una quotidiana battaglia alle più note compagnie aeree ed a difesa dei diritti dei passeggeri.
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Avvocato, leggiamo in questi giorni estivi su giornali e sui social network di ritardi aerei e cancellazioni di voli, che in alcuni casi raggiungono anche le 11 ore. Come difendersi? Parto col dirle che ha fatto bene ad accostare il ritardo aereo prolungato con la cancellazione del volo, perché di fatto i due casi sono trattati pressoché nella medesima maniera dal sistema delle norme italiane ed europee.
In che senso? Ci spieghi. Veda anche se c’e’ davvero scarsa consapevolezza da parte dei passeggeri sul punto, esiste un Regolamento della Comunità Europea che è il 261/2004 che tutela il viaggiatore in caso di cancellazione del volo aereo, prevedendo un risarcimento del danno - meglio definito come “compensazione” - quasi automatico e che varia da 250 a 600 euro a passeggero a seconda della distanza chilometrica. Per fare qualche esempio un Palermo – Londra darebbe diritto a 400 euro, un Roma – Milano a 250 euro, ed un Roma – New York a 600 euro. Ebbene, prima del 2009 tale risarcimento era riconosciuto solo ai passeggeri di voli soppressi, ma una sentenza della Corte di Giustizia Europea, del 19 novembre 2009, nota come “Sturgeon “, ha stabilito che tale forma di risarcimento spetta anche ai passeggeri di voli “ritardati” quando il ritardo abbia comportato di giungere a destinazione almeno 3 o più ore dopo
l’orario previsto nel piano di volo.
Quindi ci sta dicendo che ogni volo arrivato a destinazione con un ritardo pari a 3 o più ore dà diritto ad un risarcimento di 250 euro minimo? Si certo. Occorrono però alcune precisazioni. Il risarcimento non spetta nel caso in cui il ritardo sia dovuto a cause di forza maggiore e la compagnia possa dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare la cancellazione od il ritardo. La compagnia in ogni caso ha l’obbligo di informare i passeggeri sulle ragioni del ritardo o della cancellazione. Vi sono poi una serie di casistiche particolari che possono ridurre il diritto a risarcimento fino al 50%.
Avvocato, facciamo degli esempi per i nostri lettori. Una tempesta , ad esempio, che abbia costretto a terra tutti i voli è una causa di forza maggiore. Un divieto di sorvolo impartito dalle autorità dell’aviazione nazionale è una causa di forza maggiore. Un guasto tecnico dovuto a scarsa manutenzione, lo sciopero programmato del proprio personale di volo o la carenza di personale non costituiscono, secondo l’attuale giurisprudenza comunitaria e nazionale, idonea giustificazione del ritardo. In questi casi scatta il diritto al risarcimento. In ogni caso ribadisco che è onere della compagnia non solo provare la causa d forza maggiore ma anche l’impossibilità di farvi fronte. E questa è
Avv. Antonino Chiaramonte la prova più difficile da fornire.
Quanta consapevolezza crede che abbiamo i passeggeri di questi diritti? Come ho già detto prima poca ma forse sarebbe meglio dire nessuna. Proprio l’altro giorno mi trovavo a bordo di un Roma – Palermo che portava cospicuo ritardo per gli annosi problemi del Terminal 3 di Fiumicino. La gente giustamente si lamentava ma nessuno aveva idea di quali fossero i propri diritti. Quando se n’e’ discusso sono rimasti tutti abbastanza sorpresi, quasi increduli. Come dico sempre ai miei clienti sapere non è solo un diritto ma anche un dovere.
Beh, si sarà fatto risarcire allora.. No. Purtroppo o per fortuna siamo arrivati a destinazione con un ritardo di un’ora e mezza. :-)
Avvocato, per concludere, cosa fare allora in caso di ritardo o cancellazione del proprio volo. Conservare il biglietto, la carta di imbarco e prendere nota dell’orario di arrivo. Rivolgersi poi ad un legale che tratti le questioni dei disagi aerei che saprà certamente come avviare le procedure risarcitorie. In bocca al lupo e buone vacanze a tutti.
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Cosa facciamo dopo una delusione d'amore? Continuiamo a guardare il loro profilo sui social per vedere se hanno scritto qualcosa su di noi? Vediamo l'ultima volta che si è collegato su wuttup? Cerchiamo di capire con chi abbia iniziato un'altra relazione? Cerchiamo di incontrarlo per caso con la speranza che possa ripensarci? Ci vestiamo carine per riconquistarlo? Fingiamo di avere una nuova persona affianco per farlo ingelosire? Virginia Maloni - psicoterapeuta
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ettiamo in atto una serie di comportamenti che a volte ci riportano indietro con l’età, degli atteggiamenti fuori controllo e soprattutto sprofondiamo nel vuoto e nel “senza senso” rispetto alla nostra identità che deve ricostituirsi senza il nostro partner. Dopo la fine di una storia e passata la crisi acuta, quella della delusione e delle lacrime, prende il posto la fase della totale apatia, che porta però ad interagire virtualmente su facebook anche perché si cerca di sopperire il vuoto emotivo: l’aumento delle interazioni potrebbe anche suggerire che la persona ‘lasciata’ cerchi di riempire il vuoto emotivo con una maggiore attività sui social, che di certo non può deludere, ferire o piantare in asso come invece può fare un partner reale. Tutti sappiamo che su Facebook si può sorvolare sulla propria situazione sentimentale, oppure specificare se si è sposati, fidanzati, single o in una relazione. I ricercatori di Zuckerberg hanno calcolato l’attività delle persone coinvolte in una relazione (esposta sul social), in termini di post pubblicati sulla propria bacheca o su quella del partner, di messaggi inviati e ricevuti e di commenti ricevuti. Dunque, da questo studio viene a galla che le attività si sviluppano su una linea di base regolare e durevole durante la relazione e che il giorno dopo la separazione si registra un picco di aumento (del 225% del volume medio) delle interazioni. A determinare questo incremento netto contribuiscono i messaggi di supporto degli
amici, pubblici (in bacheca) o in privato (posta).. Spesso ci ritroviamo a criticare le nuove tecnologie, i modi in cui vengono utilizzate, l’eccessiva facilità con la quale inseriamo dati, foto e pensieri personali. Ci sono delle volte, però, in cui la rete può essere il giusto luogo dove smettere di sentirsi soli, dove trovare conforto, aiuto, o semplicemente una mano (anche se virtuale) amica. Attenzione, dunque, quando si viene lasciati: non pubblicate post malinconici che esprimono il vostro stato d’animo o struggenti fotografie dell’ex o di nuovi (e finti) amori per scatenare la gelosia di chi ha messo fine alla storia. Internet chiaramente non può essere considerata una cura, ma rappresenta un valido supporto per rendersi conto di non essere soli, di non essere gli unici a vivere un disagio e sopratutto per condividerlo con qualcuno che non è esterno a quella situazione, anzi, la vive in prima persona. Ci si riconosce in quelle persone, ci si sostiene, si offrono soluzioni e forse, un po’, ci si racconta come sopravvivere ed andare avanti in un momento in cui ci sembra di sprofondare, Sono tante, come dicevamo, le persone che trovano nei social network o nei blog, il modo per “esorcizzare” la noia o il proprio disagio dopo una delusione d’amore. Quando scriviamo, mettendo nero su bianco le nostre paure, queste prendono forma ma, nello stesso tempo, si realizzano e si affrontano. Di certo dimenticare un amore di dieci anni è diverso dal dimenticare un amore di cinque mesi. In una storia lunga i sentimenti assumono dei connotati profondi e ci si sente pienamente facenti parte della vita dell’altro. Se ciò viene a mancare
sarà più difficile distaccarsi ma assolutamente possibile. Con la forza di volontà si può ottenere tutto quello che si vuole, basta avere fiducia! Se reagirai con coraggio scoprirai che una delusione d’amore ti porterà verso una vita migliore e potrai innamorarti di nuovo con maggiore maturità e consapevolezza. Il dolore, la sofferenza e gli errori hanno sempre aiutato l’uomo a migliorarsi e a renderlo più forte e poi… nessuno è mai morto per una sofferenza d’amore! La forza dell’uomo sta proprio nell’affrontare le difficoltà e nel superarle, servendosi di esse come fonte di insegnamento per vivere una vita sempre migliore. Sii forte e pensa che tra poco sarai più felice di quanto lo sei mai stato/a!
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