n째 36 Ottobre 2014 periodico free press
PEOPLE
Interviste a Margherita Vicario e Euridice Axen
MUSIC
Lena Katina e la sua carriera da solista
TRAVEL
Photo Lucat
Copenaghen e la bellezza italiana di Firenze
CLEMENTE RUSSO
L’UNIONE FA IMPRESA Ecco il nuovo piano di rilancio del Val Vibrata Village
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l difficile momento dell’economia e della finanza ha portato molte attività commerciali in una situazione di forte sofferenza. Infatti il flusso dei potenziali clienti si è concentrato sempre più in aree commerciali aggregate dedicate allo shopping e al tempo libero. In questa situazione, comune a molte zone d’Italia, è stato necessario creare una nuova opportunità che si affiancasse ai tradizionali centri commerciali e che potesse fornire un valore aggiunto al cliente, ormai assuefatto dalle offerte di sconti e sempre più in difficoltà nella selezione e nella valutazione della qualità del prodotto. Design, Turismo, Cultura, Artigianato, Enogastronomia, Intrattenimento, Arte e naturalmente Shopping sono le parole chiave intorno alle quali è stato sviluppato il progetto di rilancio del nuovo Val Vibrata Village. DOVE SI TROVA IL VAL VIBRATA VILLAGE ? Il Val Vibrata Village si trova in posizione strategica, al centro di un’area commerciale molto importante, a soli 500 m dall’uscita A14 Val Vibrata e ad un crocevia di strade che portano verso gli importanti comuni del territorio sia montano che costiero. E’
circondato da attraenti destinazioni commerciali come il Centro Commerciale Val Vibrata (IPER), Brico, Pittarello e da innumerevoli outlet e spacci di piccole imprese locali. I dati indicano oltre 1,5 Milioni di abitanti nell’arco di 60 minuti di auto con circa 700.000 famiglie. Questi numeri non tengono conto del turismo stagionale che raddoppia le presenze sul territorio ed infatti la rotonda di accesso al Val Vibrata Village viene percorsa da circa 4 milioni di auto l’anno. LA STRUTTURA Il Val Vibrata Village ha una superficie di vendita di 10.000 mq e 6.250,00 mq di para-commerciale e magazzini. La struttura si presenta con un’area totale parcheggi di 28.458 mq che consentono di proporre al cliente circa 1000 parcheggi al coperto. Strutturato in circa 50 esercizi commerciali offre tutte le facilities necessarie a farne un luogo ideale per questo tipo di attività. LA PECULIARITÀ La peculiarità di un Centro Commerciale nasce dalla proposta di prodotti e servizi. Nel caso di Val Vibrata Village le priorità sono legate al rapporto qualità/prez-
zo con una forte focalizzazione sul design, sull’artigianalità e sull’innovazione. Nel momento di massimo sviluppo dell’economia globale, il Centro rappresenta un modo per coniugare le tradizioni all’innovazione nel settore retail. Val Vibrata Village apre le sua attività in relazione a 5 diverse tematiche di interesse: • DESIGN: arredi e complementi d’arredo delle migliori marche per la casa • MODA/FASHION: Capi di abbigliamento ed accessori delle migliori marche del made in Italy ma non solo • ENOGASTRONOMIA: l’eccellenza del territorio • RISTORAZIONE: ristoranti multietnici e intrattenimenti vari • TURISMO: accoglienza dedicata al cliente/turista a supporto della destagionalizzazione I NEGOZI PRESENTI Oggi sono già presenti alcune attività commerciali che hanno creduto nel progetto e si sono proposte per far tornare a vivere un luogo straordinario, capace di essere trasformato in una “destination” per tutta l’area adriatica per la qualità del prodotto e l’ unicità dei negozi. Val Vibrata Village propone una formula innovativa che raduna importanti eccellenze italiane.
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CREARE LE CONDIZIONI PER IL RILANCIO DI INIZIATIVE LOCALI E REGIONALI È ARGOMENTO DI DISCUSSIONE DEL QUOTIDIANO. Con più di 70 marchi si può trovare tutto il meglio del design italiano con prezzi ridotti, con ulteriori riduzioni durante i saldi estivi e invernali. Val Vibrata Village si inserisce all’interno di format distributivi evoluti, che arricchisce il tempo dedicato all’acquisto con esperienze coinvolgenti e servizi accurati. Una struttura articolata con negozi multisettoriali per offrire ai clienti un percorso emozionale di grande impatto.
LO SPAZIO AI PRODUTTORI LOCALI La sfida è anche quella di promuovere il territorio con l’offerta di prodotti innovativi, di tradizione e di qualità nel segmento dell’arredamento, della moda e dell’ enogastronomia. Saranno create iniziative commerciali importanti che, inserite in percorsi turistici, potranno dare il giusto elemento di attrazione di un flusso potenziale assolutamente rilevante. Un particolare attenzione viene data al Km ZERO su più fronti, alla
disintermediazione (dal produttore al consumatore), alla comunicazione basata su strumenti innovativi e alla valorizzazione del rapporto speciale e personale con il cliente. Collaborazione con le istituzioni per la promozione del turismo Infine Val Vibrata Village offrirà un Info point che si porrà come ufficio turistico del territorio in piena collaborazione con le istituzioni, con le DMC e con le associazioni locali.
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L’ARTE DI GIACOMO GUIDI A TU PER TU CON MARGHERITA VICARIO DISCHI E DVD
CLEMENTE RUSSO IL RE DEL RING I NUOVI PROGETTI DI MARGHERITA GRANBASSI EURIDICE AXEN NON SOLO ATTRICE IL CORAGGIO DELLA REPORTER IMMA VITELLI LENA KATINA TORNA A FAR PARLARE DI SÈ TUTTI PAZZI PER IL TIRATISÙ ARTE QUELLA BUONA FORCHETTA DI EDOARDO RASPELLI DIALOGO GLAMOUR MARMELADE IL BLOG CHE NON TI ASPETTI BEAUTY COPENAGHEN DA VIVERE RICETTA
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IBOOmagazine
EDITORIALE
VIRGINIA CIMINA’
L’attesa
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uel fremere nell’aria, quel qualcosa che sta per accadere, lo riconosci al volo. Il tempo sembra fermarsi e l’attesa diventa quasi infinita in maniera snervante se non altro per capire come
andrà a finire. Niente ti fa sentire più vivo dell’attesa, della vita che lentamente cambia. Gli occhi sono spalancati e le gambe tremano, non sai dove arriverai ne la strada che percorrerai. Un momento di contemplazione personale, un rafforzarsi della nostra fiducia nella vita e nel nostro istinto, una sfida ad andare oltre alle preoccupazioni. Un misto di emozioni che esplodono. Tutto ciò che verrà sarà un’immensa liberazione, una “chiacchierata” con la vita tra un silenzio e un vuoto. E come scriveva Susanna Tamaro nel libro” Va dove ti porta il cuore” : “quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va dove lui ti porta.“
DIRETTORE RESPONSABILE Virginia Ciminà HANNO COLLABORATO Lorena Cacace Martina Di Donato Chiara Gallo Francesca Lori Virginia Maloni Riccardo Sada EDITORE Diamond Media Group s.r.l. Via C. Levi, 1 Sant’Omero (TE) Tel. 0861 887405 redazione@diamondgroup.it IBOO MAGAZINE È una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005 GRAFICA Diamond Media Group s.r.l. STAMPA Arti Grafiche Picene s.r.l. PUBBLICITA’ info@diamondgroup.it SITO WEB www.iboomagazine.com FACEBOOK Iboo Magazine Italia RESPONSABILE TRATTAMENTO DATI Dlgs 196/03 Virginia Ciminà Riservato ogni diritto e uso. Vietata la riproduzione anche parziale
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DESIGN
Giacomo Guidi
e l’Arte del Nuovo Rinascimento
Dalla scherma all’esposizione nel nuovo spazio di via Stoppani a Milano, Giacomo Guidi è una della figure più interessanti del nuovo panorama del design e dell’arte CHIARA GALLO
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alla scherma all’arte il salto non è indifferente. Eppure Giacomo Guidi, classe 1982, di salti ne ha compiuti parecchi. Dall’apertura della sua prima Galleria a Palazzo Barberini a Roma sembra non sbagliarne una. Ora, oltre allo spazio espositivo di via Stoppani a Milano, ecco una nuova apertura, in quello che fu lo studio di un genio arte quale Sandro Chia. Grande entusiamo, grande passione, istinto al posto giusto, fanno di Giacomo Guidi una delle personalità più giovani ed emergenti presenti nel mondo dell’arte degli ultimi anni. Cerchiamo di capire meglio qual è stato il suo percorso dunque.
Dalla prima galleria al nuovo spazio espositivo a Trastevere. Come hai cominciato? La prima galleria è nata nel centro di Roma, in via del Cancello 13, un anno e mezzo dopo aver chiuso il mio rapporto con la scherma. Avevo 24 anni e ad inaugurarla è stata una collettiva con Vittorio Messina, Pietro Fortuna, Ciriaco Campus, Hidetoshi Nagasawa, Marco Bagnoli, Eugenio Giliberti e Nakis Panaiotidis. Dopo due anni e mezzo trascorsi nella prima sede, mi sono spostato in uno spazio più grande, in vicolo sant’Onofrio, dove sono state ospitate mostre più importanti e dove ho iniziato ad attirare un pubblico ancora più speciale. Poi ho deciso di cambiare ulteriormente spazio. Ho inaugurato la terza sede romana nel 2012, in corso Rinascimento, dove sono
passati artisti importanti: Alfredo Pirri, Paolini, Kounellis, Mochetti e Maurizio Nannucci. Infine, lo scorso 16 settembre, abbiamo aperto il nuovo spazio in Largo Cristina di Svezia. Quali sono le difficoltà maggiori che hai dovuto affrontare? Iniziare senza avere alcun contatto con i collezionisti e poche informazioni del mercato dell’arte. Tuttavia più che di una difficoltà si è trattato di un salto nel vuoto, al quale ho saputo sopravvivere. La galleria che hai inaugurato di recente, in cosa si distingue dalle altre? I 1.200 metri quadri del nuovo spazio accoglieranno diverse forme d’arte, di altissimo livello qualitativo: arte, design, letteratura,
cucina. Tutto ciò in cui il nostro paese si distingue molto bene. Cosa si intende per “nuovo Rinascimento romano”? La volontà di polarizzare interessi, ambiti e prodotti artistici diversi. La convergenza dell’arte, in senso più ampio, e la partecipazione di un pubblico interessato e interessante. Cosa si prova a lavorare nell’ex studio di Sandro Chia? Questo spazio è speciale, se ne può sentire l’influsso positivo, e sta dando vita a un progetto altrettanto speciale. Perché hai scelto Roma e Milano come sedi espositive? Roma per nascita, Milano perché ho trovato importante prolungare l’attività della Galleria
proprio in una città che si pone al centro di scambi culturali, sociali ed economici. Di recente anche Torino è stata nominata come “città d’arte contemporanea”, cosa ne pensi? Una bellissima città, molto attiva culturalmente e soprattutto nel contemporaneo. Parlando sempre del capoluogo sabaudo, nei tuoi progetti per il futuro c’è Artissima 2014. Quali sono le tue aspettative riguardo questa manifestazione? Per le manifestazioni future, in generale, mi auguro che lo spirito rinnovato della Galleria e la qualità delle proposte possano essere apprezzati anche “in trasferta”.
Quali secondo te sono i criteri che si devono adottare nel scegliere gli artisti che potranno esporre in una galleria come la tua? Non scelgo gli artisti secondo un criterio preciso, se non in base al mio gusto. Una caratteristica del gallerista d’arte contemporanea? Posso dirne una, che ritengo importante: adeguarsi alle metamorfosi, ai cambiamenti. Un consiglio ad un giovane che voglia intraprendere la tua stessa carriera? Perseguire le proprie idee. Un consiglio certo che vale per qualsiasi carriera.
MARGHERITA VICARIO un talento a 360 gradi
Attrice ma anche musicista dal talento eclettico e versatile. Margherita riesce con estrema facilità a passare da una forma espressiva all’altra, districandosi perfettamente sia sul palcoscenico che davanti alle telecamere
MARTINA DI DONATO
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p p a r s a quest’anno nella serie tv i Cesaroni 6, dove veste i panni di Nina: figlia segreta di Giulio Cesaroni (Claudio Amendola), Margherita Vicario è entrata da subito nel cuore degli spettatori. Margherita era già nota al pubblico per aver partecipato a diverse fiction come “Sei passi nel giallo”, “R.I.S.”,”Benvenuti a tavola” ma anche per aver partecipato a film come “To Rome
with Love” del grande Woody Allen, “Arance e martello” di Diego Bianchi alias Zoro. Ma non finisce qui, infatti oltre al cinema, alla tv e al teatro, Margherita è anche una cantautrice e a breve uscirà il suo album prodotto dalla FioriRari. Abbiamo avuto il piacere di parlare con Margherita che ci ha raccontato, con molta simpatia, un po’ di sé e della sua vita. Margherita sei una musicista e un’attrice. Quali sono i panni che vesti meglio? Quelli della can-
tautrice o quelli dell’attrice? Amo fare entrambe le cose perché sia il cinema che la musica mi regalano forti emozioni. Nella recitazione vesto i panni del personaggio, quindi mi esprimo attraverso di esso, sono al servizio della sua storia. Nella musica invece, essendo una cantautrice, esprimo me stessa, sono io a decidere cosa dire. Quindi non potrei fare a meno né del cinema né della musica. Coma è iniziata la tua carriera? Ho sempre voluto fare l’attrice, sin da quando ero piccola, inoltre mia nonna era un’attrice, quindi l’amore per la recitazione è sempre stato molto forte all’interno della mia famiglia. Finito il liceo ho iniziato a studiare presso la “Link Academy” e da lì ho iniziato a fare i primi provini. Hai studiato alla “Link Academy” e ti sei laureata in Performing Arts. Qual è l’insegnamento che
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Sei anche un’attrice di teatro, avverti di più il peso di una prima sul palcoscenico o le recensioni subito dopo l’uscita di un film? Non temo molto le recensioni di un film, ma una cosa che mi terrorizza un po’ nel cinema è che il regista può scegliere una scena in cui tu credi di non aver dato molto, pensi: “Questa scena faceva schifo” e lui magari la prende per buona, quindi rimarrà così per sempre. Nel teatro invece c’è l’ansia prima di salire sul palco, ma sai che se una scena non è andata come volevi puoi migliorarla nella replica della sera successiva e in questo il contatto diretto con il pubblico è fondamentale: se non ride ad una scena che doveva suscitare una risata , sai che qualcosa non è andato.
ti è stato più utile nella tua carriera? Ho avuto un ventaglio ampio di insegnanti e da ognuno di essi ho cercato di estrapolare qualcosa. In assoluto la cosa più importante che ho sviluppato nel corso dei tre anni è stata la capacità critica. Durante il periodo accademico frequentavo molto il te-
atro a scopo propedeutico, mi è servito essere spettatore. Te lo chiederanno sempre, ma non posso esimermi. Hai recitato film di Woody Allen “To Rome with Love”, cosa si prova ad essere diretta da uno dei più grandi registi di Hollywood? E’ davvero così buffo come sembra o in realtà è un “bacchettone scrupoloso”? Guarda, io ho avuto la fortuna di conoscerlo sia come regista che come attore, in quanto recitavo nell’episodio in cui lui era protagonista. Nella veste di regista mi è sembrato un po’ apatico, sotto al sole cocente di Roma dava indicazioni basilari agli attori su come recitare, sembrava un po’ spento, ma appena ha iniziato a recitare si è trasformato. Standogli accanto l’ho visto tirare fuori il suo genio nelle improvvisazioni. Per me è stata un’esperienza indimenticabile che rimarrà sicuramente nella mia memoria, poi è stato grandioso vedere il mio nome scorrere insieme al suo nel cartello dei titoli di coda.
C’è un personaggio cinematografico che avresti voluto interpretare? Certamente mi viene in mente Tula nel film “Romance and cigarettes” di John Turturro, magnificamente interpretato da Kate Winslet, oppure Clementine Kruczynski interpretato sempre da Kate Winslet nel film “Se mi lasci ti cancello”. Questi sono due personaggi che sento molto vicini a me e che mi sarebbe piaciuto molto interpretare, poi adoro Kate Winslet, mi piace sia come attrice che come persona. Attualmente ti vediamo protagonista della serie “I Cesaroni 6”, dove interpreti Nina, una ragazza testarda, intelligente, iperattiva e sincera. Questo personaggio ti somiglia un po’? Mentre giravo la serie sentivo di mettere veramente tanto di Margherita, ma rivedendola mi accorgo che in realtà Nina è un po’ diversa da me. Io sono molto più pacata, più calma, riflessiva quindi tendo ad essere più accorta rispetto a lei che invece è più impulsiva. Una cosa che ci accumuna è la logorrea, entrambe amiamo parlare molto.
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In realtà la storia del ti faremo sapere è un po’ una leggenda, generalmente sai subito cosa pensano. Non ti dicono mai “signorina non ci siamo” ma capisci come è andata da come ti salutano, poi dopo cinque anni di provini riesco a capire se può essere andata o meno.
Devo dire che interpretare questo ruolo mi è piaciuto molto, poi mi sono divertita tantissimo. Come ti sei sentita a lavorare con un cast già consolidato? Bhe, davvero bene. E’ stato come se mi avessero affidato ad una famiglia piena di attenzioni. Il cast dei Cesaroni è fantastico, sono stati tutti davvero gentili e disponibili. Ricordo un episodio in cui dopo le riprese Antonello Fassari mi fermò dicendomi: “si, si, c’hai preso, tu sei proprio una Cesaroni” e a quel punto mi sono sentita sollevata perché comunque è una responsabilità entrare in a metà corsa in una serie molto amata e che oramai ha un’impostazione ben precisa. Oltre ad essere una bravissima attrice sei anche una cantautrice. Lo scorso maggio è uscito l’EP dal titolo “Esercizi Preparatori” e a breve uscirà l’album. Può dirci qualcosa di più in merito? Posso dirvi solo che si tratta di un concept album. L’EP contenente quattro canzoni non legate tra loro aveva un ruolo di preparazione all’album, come diceva il titolo appunto. A breve uscirà l’album, composto da 11 canzoni in connessione l’una con l’altra. Ho lavorato alla realizzazione di questo album con Roberto Angelini di cui ne è anche il produttore. Quali sono le tue influenze musi-
cali? Da bambina ascoltavo molto Lucio Battisti, di cui adoro la versatilità, poi ascoltavo molto rock anni ’70 sia americano che
inglese, molto musical: sono cresciuta con Jesus Christ Super Star, West Side Story. Questo perché abitando in campagna passavo molto tempo in macchina per arrivare in città e durante il viaggio ascoltavo molta musica, quindi le influenze musicali dei miei genitori sono state fondamentali. Adesso mi piace molto ascoltare miei contemporanei come Levante, Bianco, Luca Carocci, ZaZa che è una cantante francese, ma anche Domenico Modugno, che sto esplorando e sta diventando quasi una fissazione! Ad un provino ti hanno mai detto “Signorina Le faremo sapere”, equivalente garbato di un no?
Domanda di rito che spesso riceve una risposta scaramantica, anch’essa di rito: progetti? Cosa bolle in pentola? Di progetti ne ho tanti, veramente tanti, però non li dico per scaramanzia. Intanto mi rivedo nei panni di Nina nella serie “I Cesaroni”, poi chissà!
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MUSIC
LA BUONA USCITA SEGNALAZIONI DISCOGRAFICHE E LIBRARIE RICCARDO SADA
I DISCHI
“Queen Forever” Queen (Universal Music)
“The Endless River” Pink Floyd (Parlophone)
“Prayer” Robin Schulz (Warner Music)
Il nuovo album dei Queen con Freddie Mercury contiene tre brani inediti. Uno di questi è l’attesissimo duetto tra i Queen e Michael Jackson, ovvero “There Must Be More To Life Than This”. Poi c’è “Let Me In Your Heart Again”, che arriva dalla sessione di “The Works”. Infine, la nuova versione del primo lavoro solista di Freddie Mercury, “Love Kills”, collaborazione con Giorgio Moroder. Il resto della tracklist è composto dalle hit della band britannica.
David Gilmour, Rick Wright e Nick Mason tornano con un album quadruplo prodotto dallo stesso Gilmour con Phil Manzanera, Youth e Andy Jackson, e che nasce dalle sessioni musicali per “Division Bell” nel 1993. Ascoltate e analizzate le venti ore di musica suonata dal trio, ecco la sintesi nel nuovo lavoro, arricchito di parti nuove, ri-registrate e rese attuali grazie alla tecnologia più avveniristica. Essenzialmente, un album strumentale.
Ibrido tra una compilation e un album vero e proprio, il lavoro contiene, infatti, i remix esclusivi delle hit di Clean Bandit, Lykke Li, Coldplay e Faul & Wad vs Pnau, oltre ai suoi nuovi singoli inediti, inclusi “Willst Du” e “Sun Goes Down”. Un suono che risponde all’invasione globale dell’EDM con un battito house: anzi, deep house. E che parte dalla Germania alla conquista del mondo.
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“Defected presents House Masters” Masters At Work (Defected Records)
“Because Music Is Our Drug Vol 1” A.A. V.V. (Drug Recordings)
Vero punto di riferimento grazie ai suoi 40 brani originali e remix, quella dei Masters At Work è una raccolta completa che ogni amante della house music vecchio stile deve assolutamente avere nel suo scaffale. Definirla un greatest hits? È riduttivo. “Little” Louie Vega e Kenny Dope Gonzalez ripercorrono quella che è una storia fatta di campionamenti, tecniche avanguardiste, ispirazioni hip-hop, swing rivisitato, stile latineggiante, soul e tanta house.
Da Regno Unito e Spagna ecco un e.p. che chiama in causa diversi artisti. Si inizia con Sleeka feat. Scarlette Says e “Love You Again” che riporta in auge la scena underground UK di una quindicina di anni fa. Poi largo a Welcome To Jonnyland con “Sticks And Stones” che investe tutto reminiscenze alla Chris Rea. Manel GC “Bipolar” vira verso la deep. Chiudono Stackz “Say Goodbye” e Carrera “Break Me”, garage house per intenditori.
IL DVD
“Tomorrowland – Music Will Unite Us Forever” A.A. V.V. (JE - Just Entertainment)
Mixata da Afrojack, Armin van Buuren, Dimitri Vegas & Like Mike, Hardwell, Steve Aoki e Yves V, la compilation del Tomorrowland contiene 3 cd. I primi due mixati da Afrojack, Armin van Buuren, Dimitri Vegas & Like Mike, Hardwell, Steve Aoki ed Yves V e il terzo con classici del festival. Un package che contiene anche un mediabook con le migliori foto della storia del festival.
“STrani Ritmi: La storia del dj Marco Trani” Corrado Rizza (Time Records) Da Fiorello a Jovanotti, da Boy George a Claudio Coccoluto, da Carlo Verdone ad Albertino, in ricordo del dj Marco Trani, un’idea del collega e amico fraterno Corrado Rizza. È la storia del dj italiano più rappresentativo degli anni ‘80 e ‘90, tra i primi dj e remixer e produttori di musica dance italiana. A quattro anni di distanza dal libro “I Love The Nightlife”, edito da Wax Production, ecco un documentario che racconta la storia del clubbing italiano ed internazionale dalla prospettiva unica di un dj indimenticabile. Le interviste più importanti di tanti colleghi e amici sono tutte qui. In questo dvd.
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SPORT
A N G O S A K TATAN
O I R A L’ORO
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lasse 1982, pugile ma non solo: attore, poliziotto, conduttore tv. Clemente Russo è il pugile italiano con più incontri disputati. Conosciuto da tutti con il suo soprannome “Tatanka”, ha partecipato come co-protagonista al film del 2011, Tatanka, appunto, tratto dal racconto di Roberto Saviano. Conduttore del programma televisivo di Italia Uno “Mistero”, condotto insieme a Marco Berry, Adam Kadmon e altri, ma non solo. A marzo di quest’anno ha aperto una palestra: “Tatanka club”. Oltre a tutto questo Clemente e anche un padre di famiglia, è infatti sposato dal 2008 con la judoka Laura Maddaloni e insieme hanno tre fantastiche figlie. Sembra inutile ribadirlo, ma tra i suoi tanti successi ricordiamo l’oro ai campionati mondiali di Chicago nel 2007 e a quelli di Almaty nel 2013, ma anche l’argento alle Olimpiadi di Pechino 2008 e a Londra 2012. Ti conosciamo tutti sotto lo pseudonimo “Tatanka”, come questo soprannome? “Tatanka” significa bisonte nella
nella e g n i r l ione su te Russo, p m a è un c i di Clemen ” a k n s “Tata veste i pann TO a i l a , DONA . I o s o D a s k d A u n n N I ta qua nte R MART nta Ta e v Cleme ce e umano i d ol uando q e t n vita. D e pote o d d e fr
lingua sioux. Mi è stato dato da bambino perché ero solito combattere a testa bassa e caricare proprio come un bisonte. Nel 2011 sei stato il protagonista del film “Tatanka”, ispirato al racconto di Roberto Saviano. La storia è quella di due amici nati e cresciuti a Marcianise che hanno due destini diversi: Rosario diventa un boss della camorra mentre Michele si avvicina alla boxe. Quanto c’è di Clemente nel tuo Michele? Hai avuto difficoltà con le riprese? Molti credono che la storia sia autobiografica ma non è così. Io sono nato e cresciuto a Marcianise ma non ho incontrato le difficoltà del protagonista o conosciuto le insidie della strada e della mafia. Ho avuto un’adolescenza tranquilla grazie alla mia famiglia e alla passione per lo sport. L’unica cosa che mi accomuna al protagonista è proprio l’amore per il pugilato. Nel periodo delle riprese sei stato sospeso dal corpo della Polizia di Stato, come mai? E’ una storia di cui preferisco non parlare. Come ti stai preparando per la qualificazione a Rio 2016? Dal 24 ottobre p.v. ho iniziato la mia avventura nel professionismo con l’APB e se riesco a vincere nella mia categoria dei 91kg, po-
trò staccare con anticipo il pass di qualificazione alle Olimpiadi di Rio2016. Mi sto preparando tantissimo per queste importantissime sfide, curando l’alimentazione supportato dall’equipe Enervit e il piano di preparazione fisica. Voglio assolutamente arrivare a Rio e provare a prendermi la medaglia d’oro olimpica che manca al mio palmarés. Qual è la sensazione che provi quando sale sul ring e senti la campanella di inizio match? Mi chiudo in una bolla di massima concentrazione dove sento solo le mie sensazioni fisiche ed emotive e vedo solo il mio avversario. Il mio unico pensiero è quello di vincere. Il ring è da sempre una metafora della vita: sul ring si combatte con tutte le forze a disposizione per la vittoria, così nella vita. Qual è stata la battaglia più difficile che hai combattuto o che combatti? Conciliare gli impegni familiari con i numerosissimi impegni agonistici. Il tempo che tolgo a mia moglie e alle nostre tre bambine è la battaglia più difficile da combattere ogni giorno. Se potessi ringraziare qualcuno, chi ringrazieresti? Mia moglie Laura Maddaloni, per l’amore e l’appoggio incondizionati.
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SPORT
MARGHERITA GRANBASSI
LA SCHERMA NEL CUORE FRANCESCA LORI
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argherita Granbassi ex schermitrice e conduttrice televisiva italiana. All’attivo due bronzi olimpici vinti ai giochi del 2008 sia nell’individuale che a squadre. Dal 2008 ha intrapreso anche la carriera televisiva, esordendo come co-conduttrice nella trasmissione giornalistica di Michele Santoro AnnoZero. La scherma è un indubbiamente uno sport di nicchia. Quando e come ti sei avvicinata a questa disciplina? Sono l’ultima di 4 fratelli e la loro scuola promuoveva dei corsi di scherma (altri tempi!).Loro hanno provato, si sono appassionati. Ero una tifosa scatenata alle loro gare, non volevo essere da meno così ho deciso di provarci anch’io ed ho iniziato ad andare in palestra. Hai vinto l’oro mondiale individuale nel 2006 e l’argento nel 2007. E ancora il titolo iridato a squadre nel 2004-2009 e l’argento nel 2006. A livello europeo hai vinto l’argento nel 2008. In squadra hai collezionato due ori nel 2001 e nel 2005 e due bronzi nel 2004 e nel 2007. Nelle gare hai dimostrato sempre una forte grinta e determinazione. Da dove ti viene? Pensi di averla ereditata da qualcuno della tua famiglia? Alcuni aspetti del mio carattere e della mia mente hanno avuto bisogno di molto allenamento, soprattutto per fare il salto di
qualità. Mi mancavano autosti- tastico mondo della realtà”, ma, competizione ed “egoismo” quella che magari, impegnata per trasformarmi da ottima fioret- quotidianamente con allenatista a campionessa. Per fortuna menti, viaggi infiniti, gare, intersono riuscita ad ottenerli per le viste, servizi fotografici, non hai occasioni importanti, senza do- ben chiaro cosa sia. ver modificare il mio carattere fuori dalla pedana. Avevo già A 34 anni hai deciso di ritirarti di mio una buona dose di grinta dall’attività agonistica a causa e quella determinazione che mi dei numerosi infortuni al ginocpermettevano di allenarmi con chio destro. Quanto ti è pesata costanza e dedizione e di fare questa scelta? molti spostamenti e “sacrifici” 7 interventi al ginocchio sinistro. per poterlo fare nel modo miglio- Quella di ritirarmi non è stata re. Tutto derivante dalla grande una scelta, e proprio per questo passione provata per questo mi è pesato tutto moltissimo. La sport. scelta l’avevo fatta 3 anni prima, decidendo di affrontare un Qual è la vittoria che ti è rimasta intervento complesso, con anpiù impressa? cora poca casistica e con una Non potrebbe non essere quella riabilitazione che per tornare a del mondiale individuale di To- camminare prevedeva un anno rino 2006: tutto il podio coperto di lavoro, figuriamoci per fare d’azzurro, io sul gradino più alto sport. L’alternativa era smettere. dopo aver battuto le più grandi Mi sono operata, mi sono trasfedi sempre (Trillini e Vezzali) e un rita, mi sono isolata e dopo circa palazzetto gremito che cantava due anni di rehab quotidiana con noi l’inno di Mameli. E poi torno, cambiando allenatore e quella tripletta fu la prima di una ripartendo dalle qualificazioni relunga serie...anche queste sono gionali, in pedana. La strada per soddisfazioni! tornare a livelli decenti è lunga, per arrivare a quelli a cui ero abiHai un “rito” che fai prima di ogni tuata forse impercorribile, ma ci gara? provo e a 3 anni dall’ultima volta Non ho mai avuto dei veri e pro- mi trovo ad una gara di Coppa pri riti, ma ho sempre portato con del Mondo. Di certo non pensame, nella mia sacca, una serie vo che sarebbe finita accasciata di porta fortuna e volevo avere sulla pedana con il tendine rotui miei tempi per prepararmi alla leo lacerato e tante lacrime...no, gara. Rispetto alla maggior par- non è stata una scelta. te delle ragazze, avevo bisogno di stare al palazzetto molto pri- Progetti futuri? ma, fare 2 chiacchiere con le Dopo l’ennesimo intervento ho amiche/avversarie, bere il caffè, avuto un periodo difficile in cui iniziare a muovere piano piano non avevo la forza di riprogettare il corpo con musica soft e poi al il mio futuro, ma solo bisogno di momento di scaldarsi aumenta- staccare completamente da tutre ritmo e volume, incerottarmi to. Ora sono passati più di 6 mesi, per bene, vestirmi e concentrar- e la voglia di rimettermi in gioco mi, tutto con la massima calma. è tornata. Devo ancora capire Strano per una ritardataria croni- molte cose. Certo, la scherma mi ca. manca ma c’è un’altra vita da Nel 2008 hai intrapreso la carrie- vivere e tante esperienze fatte in ra giornalistica ad “Anno Zero”. ambiti diversi da mettere a frutto. Come è stato fare la giornalista e Credo valga la pena provarci, la conduttrice? Cosa ti ha lascia- senza mai dimenticare di diffonto questa esperienza? dere la grande passione, l’amoAnnozero è stata un’esperienza re e tutti i valori che lo sport mi ha tanto inaspettata quanto posi- insegnato e che saranno sempre tiva. Mi ha introdotta nel “fan- parte di me!
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EURIDICE AXEN Tra palcoscenico e scrittura
L’arte drammatica ce l’ha nel sangue e non tarda a farsi notare sulle scene del Bel Paese CHIARA GALLO
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uridice Axen, figlia di un’ attrice svedese e di un regista italiano. Comincia con piccoli ruoli per giungere poi nel cast di “Ris – Delitti imperfetti”. Il suo lavoro la porta ad affrontare ruoli differenti e complessi. Appare in diverse serie televisive tra cui “Le tre Rose di Eva”, in cui è lei stessa ad ammettere di essere stata messa alla prova da un personaggio complesso e multisfaccetato : Veronica Torre. Con qualche domanda abbiamo cercato di svelare chi è in realtà Euridice. Parlaci della tua esperienza come attrice. Prima in teatro e poi in televisione, come hai intrapreso queste due strade? Ho cominciato in teatro e ringrazio ancora Gabriele Lavia per avermi dato la possibilità di intraprendere questo percorso. Poi sono stata rapita dalla televisione e ringrazio anche lei! In realtà oserei dire che non sono stata io ad intraprenderle ma mi hanno intrapreso. Quali grandi differenze hai notato? La differenza più evidente è il tempo. In televisione e anche al cinema hai molto meno tempo a
disposizione per provare. Indubbiamente in teatro puoi fare un lavoro di ricerca maggiore che ti permette di valorizzare bene i personaggi anche quando ad esempio sei malato! In televisione o al cinema è un lavoro più istintivo e basato sull’emozione fresca. Nel corso delle tua carriera hai svolto diversi ruoli all’interno di fiction televisive. Quali sono i ruoli in cui ti sei calata meglio? Sicuramente “Ris – Delitti imperfetti” rimarrà sempre nel mio cuore. Quello ruolo è un ruolo che ho amato moltissimo. Ma devo dire che non c’è un ruolo favorito.. Anche nelle ”Tre Rose di Eva” ad esempio mi è stata data la possibilità di abbracciare un personaggio molto stimolante, ricco di sfaccettature, mi è sembrato di sviluppare dieci personaggi in uno. Quali sono stati i personaggi più difficili da interpretare quelli “buoni” o quelli “cattivi? I buoni sono più difficili perché sono i più veri. Devi scoprirti di più, portando sullo schermi alcuni lati di te stesso. Nei cattivi invece è solo un gioco di maschere. Parlaci ora un po’ di te. Come
mai hai scelto di recitare in Italia e non all’estero date le tue origini svedesi? Anche qui non ho scelto! L’Italia mi ha scelta per prima e le sono rimasta fedele! Oltre alla recitazione quali sono le tue più grandi passioni? Scrivere. Ultimamente mi sto facendo coraggio e comincio anche a far leggere quello che scrivo. Sono molto timida in questo perché quando mi dedico a questa passione esce veramente fuori quello che sono, senza veli, senza telecamere. Puoi anticiparci qualche progetto per il futuro? Ora sono sul set delle Tre Rose di Eva 3 , poi sarò impegnata in teatro in una commedia brillante insieme a Simone Montedoro e Stefano Fresi. Infine puoi darci qualche consiglio che un attore o attrice emergente deve sempre tenere a mente nell’affrontare questo tipo di carriera? E’ un lavoro difficile che poggia sul talento e sulla fortuna. La fortuna non si può controllare, il talento invece si può consolidare. Quindi studiate, studiate, studiate!!
LA PAURA MI HA SALVATO LA VITA La reporter Imma Vitelli racconta la sua esperienza nelle zone di guerra MARTINA DI DONATO
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’è chi da bambina sogna di diventare medico, chi avvocato, chi modella ma poi ha scelto di fare ben altro e chi, invece, ha realizzato il proprio sogno diventando ciò che voleva essere. Imma Vitelli è una reporter e ha sempre saputo di volerlo essere. Da sempre appassionata per la scrittura, Imma decide di continuare i suoi studi alla scuola del giornalismo di New York, dove ha imparato il giornalismo, quello vero, quello che ha come unico obiettivo la verità, l’onestà intellettuale. Autrice del libro “Tahrir. I giovani che hanno fatto la rivoluzione”, racconta le vicende che ruotano attorno alla rivoluzione tenutasi in Egitto, a piazza Tahrir nel gennaio 2011. L’abbiamo intervistata mentre stava per affrontare un altro dei suoi viaggi. Come mai hai scelto di fare la reporter? Sono sempre stata appassionata di scrittura. A 8 anni scrissi la mia prima poesia. La scrittura è l’estensione del mio corpo. A vent’anni poi ho iniziato a collaborare con un giornale, ma
non avevo figure di riferimento. Mi fu consigliato di iscrivermi alla Columbia Univesity di New York, una scuola un po’ costosa ma sicuramente utile. Lì ho imparato davvero tanto sul giornalismo, sulla base della corrente anglosassone a americana. Il giornalismo italiano ha delle carenze e manca di figure di riferimento. Qual è la prima regola da seguire per un reporter? Innanzitutto un reporter deve essere onesto con sé stesso e con le persone con cui si relaziona, questo è fondamentale. Nel giornalismo italiano spesso manca l’onestà intellettuale che è fondamentale in questo mestiere. Bisogna restituire la voce a chi non ce l’ha o a chi non ne è più padrone. Cosa hai provato la prima volta che ti sei ritrovata a contatto con una guerra? Ho vissuto nove anni in Medio Oriente e ricordo che a prima volta che mi sono ritrovata in mezzo ad una guerra è stato nel 2006 a Beirut, quando Israele invase il Libano. Il mio quartiere e l’aeroporto erano assediati, è stato tremendo sentire come la città risuonava sotto il tuono delle bombe. Credo che la paura sia la tua compagna di viaggio. E’ così? E’ la paura che spesso mi salva. Dalla mia pancia parte quella strana sensazione che mi mette in guardia, spesso il mio corpo agisce prima della mia mente. Essendo una donna Occidentale e per giunta cristiana, hai mai avuto
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problemi con i locali? No, anzi, il fatto di essere donna mi permette di avere a che fare anche le donne islamiche e di raggiungere posti in cui i miei colleghi uomini non riescono ad accedere. Poi c’è un vantaggio in più che è quello dell’istinto di protezione che tutti hanno nei riguardi di una donna. Qual è la situazione delle donne islamiche? Parlare delle donne islamiche è un po’ generalista, le condizioni sono diverse da città a città, ma credo che il problema di fondo sia un problema di modernità. In Italia c’era il delitto d’onore che poi è scom-
1. Foto di Giulio Di Sturco 2. With Imma Vitelli for Vanity Fair @ Sala Kittisuk, April 12, 2010 3. Foto di Lorenzo Meloni. Siria 4. Foto di Michael Zumstein. Mali 5. Foto di Andres Gonzalez
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parso negli anni Ottanta, in Giordania ad esempio è ancora presente. C’è un personaggio che hai conosciuto e che ti è rimasto nel cuore? La storia che mi è rimasta nel cuore più di tutte è quella di un ragazzo di trent’anni scappato dall’Eritrea quando aveva solo quindici anni per fuggire dalla guerra e l’unico lavoro che si ritrovava a poter fare era quello del trafficante, aiutava i suoi concittadini a scappare. Agli occhi di tutti poteva risultare solo un criminale, in realtà lui si è ritrovato a fare l’unica cosa che poteva fare.
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MUSIC
Il ritorno di
LENA KATINA Non solo cantante ma anche doppiatrice ed attrice
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FRANCESCA LORI
n passato come ex componente del gruppo pop russo delle t.a.T.u, Lena ha deciso di ripartire da solista con il suo nuovo album “This in Who I Am” che sarà presentato in anteprima mondiale a Roma il 14 novembre. Un successo assicurato
La prima volta che ti sei trovata a cantare di fronte al pubblico? La prima volta che ho cantato in pubblico avevo solo 3 anni. Hai iniziato il tuo percorso musicale nel 1999, quando hai formato il gruppo t.a.T.u insieme a JulijaVolkova. Ti senti personalmente e professionalmente cambiata da allora? Beh, è cambiato tutto. Prima di tutto siamo cresciute e ora mi sento una persona diversa da allora. Non più un adolescente ma una donna adulta, felicemente sposata. Ho iniziato a coscrivere le mie canzoni e penso che sia un grande sviluppo per un’ artista! Io e Julia ci siamo staccate e adesso abbiamo intrapreso la carriera da soliste. Tutta un’altra vita e devo ammettere che mi piace! Sta per uscire il tuo nuovo album da solista “This in Who I Am”. Parlaci un po’ di questo nuovo lavoro. Puoi anticiparci qualcosa? “This in Who I Am” è il mio primo album da solista, ho iniziato a lavorarci dal 2009. Dopo la rottura delle Tatu, è stata dura, ci è voluto un po’ di tempo per iniziare a scrivere ma soprattutto per capire la direzione che volevo
perseguire. Le canzoni sono molto diverse l’una dall’altra. Questo perché non volevo essere etichettata con un unico stile musicale. Infatti l’album ha influenze musicali che vanno dal pop al rock ballads fino ad arrivare alla dance. Hai rivestito anche il ruolo dell’attrice nel film Together Apart e come doppiatrice nel film Disney The Pirate Fairy. Come è stato lavorare nella settima arte? Together Apart è un romanzo d’amore, dove io e Julia abbiamo interpretato una piccola parte e registrato una colonna sonora. The Pirate Fairy era un cartone animato dove sono stata invitata a prestare la voce alla Fata Zarina! E ‘stata un’esperienza nuova e meravigliosa e spero di farne di più in futuro! Mi è piaciuto molto essere una fata! Hai aperto un’etichetta musicale “Katina Music”, come mai questa scelta? Non ho una etichetta discografica quindi per ora si tratta di un auto produzione. Stiamo trattando con alcune etichette per pubblicazioni future. Oltre all’album in uscita, hai altri progetti professionali e personali? Un bambino! La tua canzone preferita? An Invitation che sarà il prossimo singolo C’è un posto in particolare che ti ispira? Non importa dove mi trovo. Succede tutto per caso! Nei periodi di rivoluzione la musica ha sempre avuto dei ruoli importanti. Qual è il suo ruolo oggi? Non vedo la musica come un ruolo. La musica è la mia vita e sono soddisfatta del mio lavoro da solista e spero solo che le persone amino la mia musica e siano in grado di ritrovare se stessi attraverso le mie canzoni!
LINA NERO è prodotto da Adele C
AUTOREGGENTE prodotto da Horm SOTTILETTO prodotto da Horm e disegnato assieme a Christof Burscher.
NUMERO 3 prodotto da Horm
CHIARA GALLO
IL FASCINO DEL LEGNO
Dal 1989 fino al 2001 Patrizia Bertolini collabora a stretto contatto con Christof Burtscher concentrandosi sulla lavorazione di materiali semplici e raffinati come il legno
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atrizia Bertolini proviene da studi classici di Arte, frequenta l’I.S.I.A. di Roma, e si avvicina al mondo del design che diventerà il suo campo preferenziale. In seguito decide di dedicarsi all’insegnamento, mantenendo comunque attivo lo studio Burtscher&Bertolini di Vienna. Una donna piena di energie e di iniziative. Noi di Iboo Magazi-
ne abbiamo cercato di scoprire qualcosa in più sul suo percorso e sul suo stile. Parlaci un po’ di te . Com’è iniziata la tua passione per il design? Che studi hai intrapreso? Quando studiavo Arte non avevo idea di cosa fosse il Design. Dopo la maturità ho cominciato a lavorare nella progettazione di interni e dalle riviste che leggevo per approfondire l’argomento, ho scoperto che esisteva il Desi-
gn. Quello che mi interessava di questa disciplina era la possibilità di produrre “pezzi artistici”, a costi accessibili, in questo modo era possibile letteralmente far entrare l’Arte nelle case di tante persone. Mi sono appassionata a quest’idea e ho cercato di capire come potevo dedicarmi a questo tipo di attività: mi sono iscritta e ho frequentato l’I.S.I.A. di Roma. Com’è nata la tua collaborazio-
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ne con Christof Burtscher? Entrambi avevamo vinto una borsa di studio per frequentare un corso di Interior Design allo IED di Milano. Io allora stavo elaborando la mia tesi di Diploma all’I.S.I.A. di Roma, Christof, austriaco, aveva una formazione come falegname e scultore. Abbiamo cominciato a lavorare insieme su progetti scolastici e abbiamo capito di avere una grande affinità. Abbiamo quindi continuato a collaborare su progetti extrascolastici per diversi anni. Come iniziano i tuoi progetti? Hai una tua filosofia creativa? I progetti emergono dal vissuto e dalle conoscenze dei loro autori. Un progetto può avere tanti inizi: un’intuizione, una richiesta diretta, un materiale, un’immagine … L’obiettivo che mi prefiggo di raggiungere quando progetto è quello di immaginare e di realizzare cose che possano resistere al tempo: è ambizioso, certo, spesso mi accontento di avvicinarmi all’idea. Perché il legno come materiale principale del tuo stile? Quali altri materiali utilizzi? Christof mi ha introdotto alla falegnameria ed è stato eccezionale scoprire il rapporto diretto con il materiale e contempora-
LINA FRASSINO è prodotto da Adele C
neamente la possibilità di verificare un’idea o un principio strutturale attraverso la costruzione di un prototipo funzionante. Una scelta dettata anche dalla disponibilità di un laboratorio che permetteva la sperimentazione diretta combinata a un materiale flessibile e versatile. Dall’esperienza fatta con il legno e con le tecnologie artigianali rimane congeniale pensare e progettare anche con l’uso di altri materiali naturali. La tua carriera in ambito didattico. Quali sono le cose che apprezzi di più dell’insegnamento? Quali gli aspetti negativi? Quello che apprezzo di più dell’insegnamento è il contatto con persone giovani con il loro entusiasmo, la loro energia, la loro purezza. Non amo la forma della lezione frontale e prediligo se possibile, impostare l’esperienza didattica come un laboratorio-bottega. Come sta andando il mercato dell’interior design oggi? Quali sono le maggiori difficoltà? Stiamo vivendo un periodo economicamente critico. La classe media ha perso potere d’acquisto e questo influisce molto anche sul mercato del Design, un consumo chiaramente di tipo culturale e non di prima necessità. Arte e design, quanto spesso questi due concetti vanno di pari passo? Potrebbero andare più spesso di pari passo rispetto a quello che normalmente succede. Le commistioni tra discipline aiutano a rendere più comprensibili i prodotti, fornendo chiavi di lettura trasversali e dando contemporaneamente una cornice temporale più completa. Ci puoi fare qualche nome di designer sulla scena nazionale o internazionale che personalmente apprezzi molto? Apprezzo da sempre il lavoro di ricerca di Paolo Ulian e le scelte del gruppo giapponese Nendo. La scena è unica, comunque in-
ternazionale. Hai vinto numerosi premi nel corso della tua carriera, l’ultimo è il “Premio AAA designercercasi” Villaggio Expo 2015, vuoi dirci di cosa si tratta e con quale opera hai vinto? Questo Premio è stato bandito dal Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e da EuroMilano incaricato da EXPO 2015 di realizzare Expo Village. Il concorso internazionale intendeva selezionare e premiare proposte innovative per complementi di arredo autoprodotti dai designer in grado di dare identità agli spazi abitativi interni del villaggio. Ho proposto “Tiratisù” uno sgabello in multistrato di legno formato da tre strisce che si appoggiano una sull’altra. Nonostante la gracilità visiva, la struttura risulta molto resistente. E’ pieghevole, impilabile, leggero, versatile. Per me, una sfida strutturale. Progetti per il prossimo futuro? I progetti si susseguono quotidianamente, si sovrappongono quasi senza soste uno sull’altro, fanno perdere il senso del futuro poiché essi stessi vivranno o no nel futuro.
TWIST prodotto da Horm e disegnato assieme a Christof Burscher.
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ARTE
“IL MONDO DI MODÌ” Dal 3 ottobre fino al 15 febbraio 2015 presso la Fondazione Palazzo Blu di Pisa si terrà la mostra su Modigliani. Saranno presenti circa 100 opere, tra cui anche quelle provenienti dal Centro Pompidou di Parigi e altre appartenenti a collezioni di privati italiani e stranieri. La mostra aprirà i battenti con una sezione dedicata agli albori di Modì, raccontando la sua famiglia, l’infanzia, gli studi, il rapporto con la città di Livorno, la sua malattia, la comunità ebraica. Tutta le vicende e gli elementi che hanno contribuito a rendere Modigliani l’artista bohemienne.
“LA POP ART E’ DI SCENA A TORINO” Alla GAM (Galleria d’Arte Moderna) di Torino dal 27 settembre fino al 25 gennaio 2015 saranno esposte 235 opere di Roy Lichtenstein, artista newyorkese padre della pop art e maggiore rappresentante della corrente. Saranno esposte le opere di Lichtenstein prodotte dagli anni quaranta fino al 1997, anno della sua morte. Questa mostra è un ottimo spunto per chi voglia conoscere di più dell’arte popolare.
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“LE OPERE DI TIEPOLO A ROMA”
Oh, Jeff...I Love You, Too...But... (Study) 1964 Graphite pencil and colored pencil on paper 12.1 x 12.1 cm, Private Collection © Estate of Roy Lichtenstein / SIAE 2014
Dal 3 ottobre fino al 18 gennaio presso i Musei Capitolini di Roma si terrà una mostra dedicata al pittore settecentesco Giambattista Tiepolo dal titolo “Tiepolo, i colori del disegno”. La mostra organizzata in quattro sezioni: la prima è dedicata all’idea,al progetto e alla composizione; la seconda sezione è dedicata alla sua ironia, utilizzata per rompere gli schemi dell’epoca. La terza alle Visioni d’Arcadia: paesaggio, natura e mito, dedicata alla parte paesaggistica di Tiepolo, quarta e ultima sezione è quella dedicata alla decorazione e al design. Saranno esposti anche dipinti realizzati da Tiepolo e anche da Giandomenico e Lorenzo, suoi figli.
Study for Pop! 1966 Felt-tip marker and cut-and-pasted printed paper on newsprint 28 1/2 x 22 inches 72.4 x 55.9 cm Collection of Marsha and Jeffrey Perelman © Estate of Roy Lichtenstein / SIAE 2014
Giambattista Tiepolo Tentazione di Sant’Antonio, olio su tela, cm 40x47 Milano, Pinacoteca di Brera, inv. REG. CRON 5969
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“JEAN TRUFFAUT, TRENT’ANNI SENZA IL GENIO” Dall’8 ottobre al 25 gennaio 2015 Parigi celebra il genio indiscusso di Jean Truffaut con una mostra che si terrà presso il Cinémathèque française di Parigi. Scomparso il 21 ottobre 1984, Troffout è da sempre considerato tra gli esponenti di spicco della Nouvelle Vogue. Saranno esposti estratti di film, fotografie, interviste e oggetti e costumi di scena.
“50 GIORNI DI CINEMA ALL’ODEON DI FIRENZE” Dal 20 ottobre fino al 14 dicembre presso il cinema Odeon (Piazza Strozzi) di Firenze, si terrà la rassegna dedicata al cinema internazionale. Il tema di questa VIII edizione è quello del “futuro”: i giovani raccontati e i giovani che raccontano attraverso le loro opere cinematografiche. Vari saranno i sottotemi delle proiezioni, come ad esempio “Il Festiva dei popoli”, che aprirà la kermesse, oppure la sezione dedicata al cinema francese dal titolo “France FRANCEODEON LaRitournelle Isabelle Huppert Odeon”, o al film etnomusicale con “Immagini & sound del mondo”.
“BACKSTAGE DI HITCHCOCK ” Fino al 9 novembre presso il Palazzo del Governatore di Parma si svolgerà la rassegna dedicata ad Alfred Hitchcock. La mostra è realizzata con la collaborazione della Universal Pictures e comprende circa 70 fotografie e contenuti speciali dei backstage dei film del grande maestro del thriller. Una sala a parte sarà dedicata alla musica, elemento importante nella filmografia di Hitchcock.
A R T E MARTINA DI DONATO
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PEOPLE
EDOARDO RASPELLI
LE REGOLE DELLE TRE T
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Terra, territorio e tradizione dalla fine del mese di settembre tornano in tivù su Melaverde. Il programma su Canale 5 condotto da Edoardo Raspelli ed Ellen Hidding compie 17 anni di permanenza in video. Il critico spiega il perché di tanto successo. E di questo spassionato amore per il cibo RICCARDO SADA
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elaverde è tornato sul piccolo schermo verso la fine di settembre. Domenica 28 per la precisione. Il programma nelle edizioni precedenti ha potuto contare su una media
che ha superato i due milioni di telespettatori e una share del 18 per cento. Ma Edoardo Raspelli è ambizioso quanto sincero e si prefigge l’obiettivo di continuare con questo trend per questa stagione. “Si tratta della 17esima edizione per una delle trasmissioni più longeve del settore televisivo italiano. L’intesa con la mia
collega Ellen Hidding è ottima. L’idea di Melaverde venne a Giacomo Tiraboschi. Di acqua in questi anni ne è passata sotto i ponti e da Retequattro siamo passati a Canale 5. Quest’anno poi ci sarà anche ‘Le Storie di Mela Verde’, dove metteremo insieme le esperienze più interessanti legate all’estero”, spiega
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Raspelli. Con le telecamere di Mediaset e le vostre testimonianze racconterete le eccellenze del territorio italiano. Siete sempre alla ricerca dei prodotti migliori dal punto di vista gastronomico. E non solo. Ma in tivù il mondo del food non è una bolla pronta a scoppiare? “Sono il giudice meno adatto per rispondere a questa domanda. Con Melaverde però posso dire che abbiamo sfondato le 400 puntate da tempo. Non mi piace invece molto il talent fine a se stesso, devo ammetterlo”. Lei però ama le telecamere a iosa. Spesso recita anche. “È colpa dell’oratorio, dei miei figli, delle suore, dell’ABIO, l’Associazione per il Bambino in Ospedale, che mi avevano coinvolto per delle recite. Da ragazzo, dopo i corsi della Federazione Tennis, ho iniziato a realizzare copioni teatrali. Con i testi di Goldoni mettevo in piedi teatri di marionette. Nel film ‘Ogni Lasciato è Perso’ di Chiambretti recitavo una parte del cameriere, con Piero impegnato in disavventure sentimentali. Ho fatto cose con Ettore Pasculli, mago del digitale. In ‘Asfalto Rosso’ insegnavo al buon bere coprendo il ruolo
Chi è Edoardo Raspelli
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Nato a Milano il 19 giugno del ‘49, giornalista, scrittore e gastronomo italiano, Edoardo Raspelli è il critico gastronomico più importante nel nostro Paese. Ha scritto per il Corriere della Sera e il Corriere d’Informazione. Dall’anno di fondazione (‘77) all’81 è stato responsabile del Gambero Rosso, supplemento del quotidiano il Manifesto, oltreché curatore della rubrica Il Goloso su L’Espresso. Oggi collabora con La Stampa. Dal ‘98 conduce Melaverde, prima con Gabriella Carlucci, poi con Elisa Bagordo e ora con Ellen Hidding. Da sette anni cura uno spazio sul sito OriginalITALY dove segnala i migliori locali visitati. Assessore comunale nei primi anni Novanta nel comune di Bresso, alle porte di Milano, da un anno è testimonial dell’associazione di volontariato City Angels.
di enologo. Poi in la ‘Mia Terra, La Mia Gente’ sono stato l’amico degli animali. Infine arriviamo a ‘Superchef’, un lungometraggio interpretato da handicappati in cui recito il ruolo di... me stesso”. Lei è sempre coinvolto in mille iniziative. Come fa? “Sto lavorando a un film sulla gastronomia. Mi piace lavorare. Ho delle persone valide che mi circondano e non mi annoio mai. È una vita abbastanza stressante. Cerco di non stressarmi. Ma è più forte di me: è la passione”. Ha mai pensato di aprire un ristorante? “Mai. A Milano dicono: ‘ogni ofelè al fa el so mestè, che tradotto è ‘a ciascun pasticciere la sua specializzazione’. Quindi, a ognuno il suo. La mia passione è mangiare. Ma ho un bendaggio gastrico e la cosa si è complicata”. Come le è venuta l’idea di assicurare gusto e olfatto (e per mezzo milione di euro per giunta)? “Risale a una decina di anni fa, lo feci per far parlare di me. Francamente, poi, mi sono arrivate un sacco di telefonate. Mi costa un paio di migliaia di euro all’anno con Reale Mutua Assicurazione
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ma è giusto così”. Quando ha capito che il cibo sarebbe stato la sua passione? “Negli anni Sessanta. Mio padre lavorava a La Libertà di Piacenza. Ricordo che non mi perdevo le partite del Milan, sfruttavo le tessere omaggio che davano a papà. Io e mia madre sfruttavamo gli inviti ai cocktail a lui indirizzati ed erano appuntamenti pantagruelici. Ero curioso, pettegolo. Iniziai a 20 anni al Corriere della Sera. Nel ‘69 mi pagarono un articolo 30mila lire. Passai al Corriere di Informazione”. Quegli anni stanno tornando in cucina, come nella moda in generale? “C’è un’involuzione della cucina. La rivalutazione del territorio mi va bene ma bisogna vedere se i sapori sono quelli di un tempo. Bisogna focalizzare le attenzioni e prendere bene in considerazione i luoghi, i paesi, le regioni, i comuni. Prendiamo ad esempio la Sicilia, tutta ancora da scoprire, e la Lombardia, che non è solo industria”.
Cosa pensa di questo “chilometro zero” forzato che spesso si scontra con le eccellenze che provengono da produttori internazionali? “É uno slogan della Coldiretti. Io sono per le tre ‘t’: Terra, Territorio, Tradizione”. Lei per chi cucina? “Per nessuno. Casa mia è un deposito di carta. Mia moglie è una bravissima cuoca, ma pigra. E quando vado all’Esselunga a fare la spesa, lo faccio per visionare i prodotti che l’Italia ha ancora da offrire”. Esselunga, va bene. Ma Eataly? Quello è un vero fenomeno da esportazione. “Alcune persone hanno fatto tanto: Carlo Petrini di Slow Food e Oscar Farinetti di Eataly. Possono essere più o meno simpatici, ma grazie a loro il peso della gastronomia all’estero è cambiato”. Perché una delle voci più importanti dell’export italiano è il food? “Esportiamo curiosità gastronomica. Non si tratta di cultura. Lo
straniero non vuole conoscere le origini, la storia, in realtà: vuole scoprire un gusto”. Cosa mangeremo nel mondo del futuro? “Daremo spazio all’agricoltura. E saremo più coscienti di quello che avremo nel piatto. Un branzino pescato costa sei volte di più di quello allevato, ma ha proprietà differenti, e quindi per un discorso di prezzo faremo le nostre scelte”. Cosa pensa di cucine molecolari, destrutturate, azoto come piovesse, diciamo alla Ferran Adrià per intenderci? “Io la cucina di Adrià la provai dieci anni fa e il quotidiano La Stampa nel titolo fu molto critico”. Dove nascono, oggi, nel mondo, le idee più interessanti? “Io sono incuriosito dalla grandi nuove potenze. All’Hong Kong Food Festival assaggiai la grande cucina cinese e l’impressione fu positiva. Ma farei attenzione anche al Centro e Sudamerica”.
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IL LINGUAGGIO DEL CORPO FINO A CHE PUNTO CI AIUTA?
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l linguaggio del corpo appartiene alla comunicazione non verbale o para-verbale,in cui, movimenti, postura, posizione corporea, gestualità, ci dicono qulche cosa di più sulla persona ed il suo modo di essere, rappresentando una cornice interpretativa e contestuale importante della interazione sociale. Osservando le persone nella loro interezza verbale e para-verbale, comprendiamo maggiormente le loro intenzioni ed i pensieri che le accompagnano. Infatti la gestalità e l’espressione del viso hanno un’influenza importantissima nell’inizio di una relazione tra due persone e nel mantenere una certa complicità anche quando il rapporto attraversa momenti di stanchezza. Anche quando la persona cerca di mantenere il controllo delle proprie emozioni o intenzioni, è difficile che il corpo menta, poichè i gesti e il tono della voce non si possono manipolare. Per cui, poca sensibilità o profondità d’animo, si leggono palesemente sul viso di molte persone. Ovviamente non possiamo fare inferenze pregiudiziali, ma sicuramente il linguaggio non verbale ci aiuta molto a valutare meglio una relazione con una persona o un’intenzione poco chiara del nostro interlocutore, che sia un amico o un collega di lavoro. Questo aspetto spiegherebbe tante persone che hanno successo pur non essendo bellissime o persone che riescono ad avere un forte impatto nella politica o che, partendo dalla stessa prepara-
VIRGINIA MALONI *
zione o competenza, superano positivamente colloqui di lavoro o, ancora, genitori che riescono a farsi obbedire dai figli con un solo sguardo. In Psicologia clinica e forense, è molto importante il linguaggio del corpo, infatti, ad esempio, per comprendere se un potenziale criminale sta mentendo o meno, in tutto il mondo si usa la famosa “macchina della verità”, basata sulla conduttività elettrica della pelle la quale si altera a seconda dell’emozione di quella circostanza. La prima forma di linguaggio studiata è stata quella della mimica facciale, la cui pubblicazione più importante risale al 1872 con”The expression of the emotions in Man and Animals” di Charles Darwin. Dopo di lui, uno degli studiosi che ha sistematizzato alcune particolarità del linguaggio non verbale è stato Paul Ekman, che ha dimostrato che alcune emozioni come la felicità, la tristezza, la rabbia, sono condivise in modo universale, a prescindere dalla cultura di appartenenza. Secondo Ekman, ci sono alcuni indicatori per capire le emozioni del volto e captarne la sincerità espressiva: 1. Asimmetria (nelle espressioni facciali sono coinvolte asimmetricamente le due metà del volto, poichè su una metà l’espressione è maggiormente intensa che nell’altra); 2. Tempo (le espressioni sincere durano pochi attimi, per cui, se vi è un’espressione “tirata”, che dura più di un secondo, si tratta probabilmente di una finta emozione, eseguita volontariamente);
3. Collocazione (nell’interazione linguistica, la mimica accompagna le parole, per cui se viene posticipata o anticipata, probabilmente non rispecchia la reale espressione verbale. Per esempio: se un soggetto è arrabbiato e accompagna l’espressione di rabbia in concomitanza alle parole vuol dire che il soggetto è veramente inquietato; se i gesti di rabbia, invece, vengono dopo le parole si denota che probabilmente il soggetto in questione non è così adirato come vorrebbe far credere). Dunque alcuni gesti sono universalmente riconosciti, ma alcuni cambiano invece il loro simbolismo e si evolvono: per esempio, il gesto dell’”OK”, sta a significare “tutto bene” in tutti i paesi di lingua inglese, in Europa e in Asia, ma ci sono alcune zone come il Giappone dove tale segno vuol dire “soldi”. Ogni gesto assume un significato differente a seconda dell’uso che se ne fa, per cui, va tenuto presente soprattutto il contesto e la cultura in cui si esplica. Lo sfregare le mani, ad esempio, può avere un doppio significato. Se avviene in una gelida giornata significa che quella persona ha freddo; fatto, invece, da una persona mentre esprime un desiderio piacevole, esprime gioia e benessere contestuale. Infine, è importante interpretare il linguaggio corporeo a seconda dell’età della persona che abbiamo di fronte: il gesto fatto da un bambino che dice una bugia, tendendo a coprire la bocca con le mani è differente dall’adulto che nel fare la stes-
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sa cosa si sfiora il naso. Ognuno di noi, inoltre, tende, in base alle proprie esperienze conscie ed inconsce, ad associare ai gesti intenzioni che vengono percepite positivamente o negativamente, o vengono giudicate per esempio come sinonimo di sensualità: nello specifico, per esempio, le
scarpe e i piedi di una donna sono spesso oggetto di attenzioni maschili. In particolare, alcuni associano il gesto di togliersi le scarpe al primo gesto che si fa per spogliarsi. Quindi, quando abbiamo di fronte una persona, ascoltiamola di più, guardiamola di più e vederemo che la
nostra attenzione ci rivelerà non solo piccoli particolari, ma ci renderà più consapevoli delle interazioni a cui apparteniamo. Per gli uomini potrebbe risultare più dispendioso mi rendo conto, ma che ci volete fare le donne si sa, sono complicate. *Psicoterapeuta
Bibliografia: P. Ekman, I volti della Menzogna, Giunti-Barbera 1989 D. Cohen, Capire il linguaggio del corpo, Roma 2002 R. Canestrari, Psicologia generale e dello sviluppo volume primo, Clueb Bologna 1988
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IL MONDO IN PILLOLE
LE CABINE VERDI DI LONDRA Sono state installate qualche giorno fa le “Solarbox”, la forma è quella delle classiche cabine telefoniche che tanto amano i turisti. Unica differenza è che all’interno di queste nuove cabine sarà possibile ricaricare il proprio smartphone grazie all’energia solare accumulata anche di notte e nei giorni di pioggia. L’idea nasce da due studenti: Kirsty Kenney e Harold Craston.
EURODISNEY RISCHIA IL CRACK FINANZIARIO Euro Disney Paris sembra essere scarseggiare di liquidi. Il parco divertimenti più famoso al mondo rischia il crollo a causa dei debiti mai estinti e dalla diminuzione dei visitatori. Co la ricapitalizzazione il debito dovrebbe scendere da 1,7 miliardi di euro a 1 miliardo. Chissà cosa ne penserebbe il Signor Walt Disney.
LA TECNICA ORIENTALE PER RIMANERE SVEGLI A STUDIARE L’esame si avvicina, il tempo stringe e per recuperare ai pomeriggi passati a bighellonare invece che sui libri devi passare nottate insonni? Il rimedio per rimanere svegli arriva dalla Cina: appendere al soffitto i propri capelli. L’idea ha preso vita da due studentesse dell’università di Fujian che dopo aver sperimentato i metodi più consueti hanno deciso di rifarsi ai metodi utilizzati anche da studiosi antichi. Pare che il metodo funzioni dato che sta spopolando tra gli studenti.
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UN NUOVO LOGO PER LUIS VUITTON Cambio di logo per la casa di moda francese. Iconiche le due lettere sovrapposte del suo marchio, ma in tempo di cambiamenti anche i migliori si ritrovano a rivoluzionarsi. Il nuovo logo è stato presentato da Ghesquière sulle it-bag della stagione primaverile 2015. Inoltre il 27 ottobre apre le porte la Fondation Louis Vuitton che sorgerà nella parte nord del Bois de Boulogne. All’interno della moderna struttura saranno ospitate collezioni permanenti, mostre e altro ancora.
IL MONDO IN PILLOLE MARTINA DI DONATO
IL RITORNO DI TWIN PEAKS E’ prevista per il 2016 la nuova e sconvolgente stagione di Twin Peaks. La serie creata da David Lynch e Mark Frost fu una vera rivelazione negli anni ’90. La storia è ambienta nella cittadina di Twin Peaks (nello stato Washington), dove la vita della bella studentessa Laura Palmer verrà stroncata e ad indagare verrà chiamato lo strano ma efficiente ispettore Dale Cooper. Non rimane che armarsi di pazienza ed attendere per sapere cosa accadrà questa volta.
Courtesy of TOP STUDIO I Parrucchieri Nereto
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VITA DA BLOGGER
Glamour Marmalade la creatività e la passione al potere Moda, beauty, cibo, cinema, sesso e molto altro: Martina Cancellotti, alias Glamour Marmalade, ha conquistato il web con il suo stile e la sua personalità. Creatività e personalità, perché tutto è moda, soprattutto se parla alle emozioni
S
i definisce “un vero casino”, “acida, permalosa, insicura, pazza e irrazionale”, e il suo blog, Glamour Marmalade, rispecchia il caos creativo di una persona alla ricerca costante di stimoli, che sia la moda o un episodio della vita. Martina Cancellotti è come la vedi, sincera e complicata come tutte le donne, capace di coinvolgerti in un vortice di sensazioni ed emozioni grazie alle parole. Nel blog la moda trova molto spazio, ne è anzi il centro, ma non è il solo: consigli di stile e bellezza, si accompagnano a molti altri argomenti, dal cinema alla cucina, passando per il sesso e riflessioni sul rapporto a due o sulla vita stessa. Perché tutto è moda, soprattutto quello che dà emozione: Martina non si limita a osservare e registrare quello che accade sulle passerelle e fuori. Lo interiorizza e lo fa suo, creando uno stile del tutto personale. Sfogliando le pagine del blog, si entra in un mondo caotico e soprattutto vero: outfit e consigli di bellezza si alternano a pagine intime e per-
LORENA CACACE sonali, come la sezione Diary in cui Martina racconta se stessa e la sua visione del mondo. Lo stesso nome Glamour Marmalade è indicativo. “Non conoscevo questo mondo e una mia amica mi ha consigliato di crearne uno”, confida. “Così è nato Glamour Marmalade che, come si capisce dal nome, vuole essere una marmellata di argomenti, di riflessioni, di temi che rientrano nel glamour. Non solo la moda così ma anche il beauty, l’amore, l’amicizia, il cibo e il sesso e via dicendo”. Martina è un fiume in piena, un vulcano di idee. Cura il suo blog, lo coccola e lo rende un luogo in cui le sue passioni possono trovare forma sotto forma di immagini e parole. È una giornalista, collabora con diverse testate, sa che “è diverso scrivere per un blog e per una redazione giornalistica”. Sono due mondi diversi ma non per questo meno affascinanti. “In un blog è tutto soggettivo, conta la personalità e c’è spazio per i giudizi. Il giornalismo è un’altra cosa, o almeno dovrebbe esserlo”, ma, dice, è difficile scegliere. “Adoro entrambi”, confessa, anche perché sono due modi
diversi di parlare della vita: da una parte il filtro soggettivo delle sensazioni ed emozioni, dall’altra il racconto della verità in ogni suo aspetto. Glamour Marmalade diventa così il suo spazio personale sul web, dove trovare angoli di riflessione sulla vita in generale, sugli uomini e le donne e sul cinema, insomma, tutto “quello che mi passa in testa, quello che penso”. È anche un luogo virtuale dove crescere e aprirsi a nuovi stimoli, tanto da aprire una sezione dedicata al food in un blog dedicato alla moda e allo stile. Lo spazio al momento è ancora poco, ma è un inizio di una strada che non sa dove la condurrà. C’è spazio per i ristoranti e i locali in cui si mangia e si sta bene e ci sono ricette facili e semplici, adatte “a tutte le imbranate come me”. Perché non ci sono sfide impossibili per Martina, per cui non ci sono certezze se non una: “Incasinarmi la vita sempre e comunque”. È l’incertezza lo stimolo che più la pungola; il non sapere cosa riserva il futuro, andare incontro alle occasioni che riserva la vita con apertura mentale e
spirito libero da costrizioni. Anche la moda, che è poi la sua vera passione, è libera circolazione di idee in movimento: per Martina è “personalità e fantasia, paradossalmente spesso al di fuori delle ‘mode’ del momento”. Non le importa di essere una voce fuori dal coro: se una collezione non la convince, non c’è verso di farle dire il contrario perché con la moda va a “a pelle, a vista, a gusto”, che è poi quello che dovrebbero fare tutti.
Ecco perché non rinuncerebbe mai “al jeans strappato, modello boyfriend, comodo e con un tocco di stile”: la moda è ciò che ti fa star bene, che regala emozioni. “Seguo sempre l’istinto cercando di essere chiara e immediata il più possibile”, confessa. La visibilità sul web può attirare molte critiche, anche velenose, che “ci stanno. Se uno decide di creare un blog deve capire che non può piacere a tutti, come nella vita. Quello che non vorrei mai,
e che odio negli altri, è la volgarità”. Per questo, a chi vuole iniziare a scrivere di moda con un blog, consiglia di essere se stesse: “Non imitate e cercate di curarlo al meglio. L’approssimazione non va mai bene”. Alla fine, quello che conta è essere felice, proprio come s’immagina Martina tra vent’anni: pazza, irrazionale e caotica ma felice, sincera e pronta ad accogliere ogni sfida che la vita le riserverà.
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VIAGGI
5 buoni motivi per visitare
COPENAGHEN Copenaghen può essere un’ottima meta per chi sogna di immergersi nel cuore scandinavo della Danimarca. E’ una città vivace e movimentata, ricca di storia, di cultura e di paesaggi mozzafiato. Ecco alcuni buoni motivi per fare tappa a Copenaghen CITTA’ VERDE D’EUROPA
E’ stata eletta come la città più ecologica d’Europa: quest’anno, infatti, la Commissione Europea per l’Ambiente gli ha assegnato la nomina come “Capitale Verde d’Europa”, e come potrebbe essere altrimenti: Copenaghen vanta ben 390 km di pista ciclabile che si diramano per tutta la città, inoltre sono presenti bus elettrici e bici-taxi. Le City Bikes sono presenti in molti angoli della città.
LA CUCINA
Città del gusto grazie a Noma è il suo ristorante più pregiato, e alla cucina di strada sull’Isola Papiroen, nel porto della capitale.
DESIGN
Una delle tappe fondamentali per gli amanti del design è il Design Museum of Denmark, l’esempio dell’evoluzione del design danese che si basa princi-
palmente sulle idee di semplicità e di qualità dei materiali. Dagli anni 50 il design e l’architettura danese è sinonimo d’avanguardia. Una nota particolare va alle famose case colorate che incantano i turisti.
CULTURA
Copenaghen è anche la capitale della cultura. Ricca di arte, teatri, cinema e luoghi dedicati alla danza. Molte sono le gallerie d’arte dedicate all’arte contemporanea e moderna e anche i musei, tra cui ricordiamo: la Galleria Nazionale Danese, Museo Nazionale Danese e il Museo Thorvaldsen. Un capitolo a parte merita la magnifica statua della Sirenetta, sita nel porto di Copenaghen, raffigurante la sirenetta protagonista della fiaba di Hans Christian Andersen dal titolo “La sirenetta”.
MERCATINI NATALIZI
Se state pensando a Copenaghen come meta per le vostre vacanze natalizie allora non potete perdere i fantastici mercatini natalizi. Per tutto dicembre la città regale magiche atmosfere in pieno spirito natalizio. Si parte con la prima domenica di avvento, quando a Rådhuspladsen si illumina il grande albero di Natale. Anche Strøget, la via pedonale più lunga del mondo, dona quell’atmosfera speciale che solo il Natale sa regalare. Se siete appassionati di mercatini di Natale Tivoli (famoso parco divertimenti) è quello che fa per voi. Qui, infatti, ha sede ogni anno il mercatino di Natale più grande e popolare della città. Nella Grey Hall a Christiana si svolge per due settimane il mercatino più alternativo con prodotti tipici dell’artigianato.
© DenmarkMediaCenter
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RICETTE
CREMA DI CIME DI RAPA con vongole e la loro acqua, crudo di panocchia e datterini confit
Ingredienti per 4 persone: Cime di rapa 500 g. Patata 1 media grandezza Panocchie (Cicale di mare) 4 pz Vongole Nostrane (Lupini) 100 g. Pomodorini Datterini 10 pz Pancarrè Olio EVO Aglio Peperoncino
Chef Simone Ventresca Ristorante Antico Caffe Soriano
Procedimento:
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Lessare le cime di rapa e la patata per circa 20 minuti. Quando le cime saranno morbide, ma ancora verdi, scolarle e raffreddarle subito in un recipiente con acqua e ghiaccio. Scolarle nuovamente, strizzarle e “fredde e verdi”, saltarle in padella con aglio olio e peperoncino, salare e pepare.
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Passare il tutto al frullatore aggiungendo la patata bollita, un filo di olio e l’acqua di cottura delle cime di rapa precedentemente conservata, quanto basta per creare una crema fluida ed omogenea.
Tostare il pancarrè in forno e tagliarlo a cubetti. Tagliare i pomodorini datterini a metà, condirli con olio, sale e pepe e metterli nel forno ad essiccare per circa 90 minuti a 90°. Tagliare il carapace della panocchia con le forbici su tutti i lati e recuperare la polpa intera.
3
Far aprire le vongole in padella con solo un goccio d’acqua. Sgusciarne una parte e accantonare l’altra con il guscio che useremo per guarnizione.
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Disporre la crema di cime di rapa calda nel piatto (fondina), porre al centro la panocchia cruda, qualche vongola sgusciata (mantenuta morbida nella propria acqua), qualche vongola con guscio, i crostini di pane e quattro mezzi pomodorini confit.
Buon Appetito!
“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà.” Winston Churchill
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