tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 24 dOmeNicA 31 geNNAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Pompeo Barbieri L’Oscar del giorno lo assegniamo a Pompeo Barbieri. Pompeo oggi ha 23 anni, sulle gambe porta i segni del dramma. Non può camminare, ma puó nuotare. In vasca sta raggiungendo risultati sportivi strabilianti, un campione del nuoto Paralimpico. E’ stato l’ultimo bambino estratto vivo dalle macerie della scuola di San Giuliano di Puglia nel crollo del terremoto del 2002. Oggi rappresenta tutti i suoi compagni di scuola.
IL TAPIRO DEL GIORNO
L’OSCAR DEL GIORNO
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Salvatore Ciocca Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Ciocca. Tante, troppe le lamentele per i ritardi accumulati nell’erogazione dell’acqua potabile attraverso l’uso delle autobotti per quanto sta avendosi a Termoli e nel basso Molise. Ma anche critiche dai sindaci dell’area del cratere per i 26 milioni di euro arrivati in Regione per la ricostruzione e che ancora non vengono assegnati. Stessa denuncia, qualche giorno fa, da parte dell’Acem.
In basso Molise, acqua con i cloriti e autobotti per garantire la sopravvivenza Mentre quella sorgiva molisana, a costi stracciati, viaggia verso altre regioni
La beffa dell’acqua per i molisani
Servizio a pagina 3
Cloriti nell'acqua e autobotti per evitare il default idrico a Termoli e in altri centri del basso Molise. Nel contempo, continuiamo a garantire acqua potabile e buona a Campania, Puglia e Abruzzo. In cambio di cosa? Di qualche spicciolo e null'altro. Almeno, se ci avessero pagati avremmo potuto costruire una ferrovia degna di questo nome, o una strada degna di altrettanto nome. Invece, gabbati e fessi. Lo stato delle cose può essere considerato uno sberleffo politico e amministrativo al quale i molisani sono costretti a sottostare a causa dell’inerzia politica di chi li amministra oggi, al pari di chi li ha amministrati ieri. Sulle perdite d’acqua dalle reti di distribuzioni nei comuni e sulla derivazione da parte delle regioni contermini si può scrivere un pesantissimo atto d’accusa contro gli amministratori locali e regionali e indicarli al pubblico ludibrio per la indifferenza che pongono al problema esponendo tutti noi molisani ai cloriti, alle autobotti e, se non ci stiamo attenti, a non avere più l'unica nostra risorsa: l'acqua.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 31 gennaio 2016
Al momento, il presidente Frattura, ha preso tempo sulla proposta di riorganizzazione del sistema sanitario
Sanità, inaccettabile è il metodo con cui si vuole tagliare Restano in essere tutte le perplessità e la mancanza di un vero Piano regionale A distanza di circa un anno, sull’abbrivo delle recenti e nuove polemiche sorte a Venafro sul destino dell’ospedale, trova più di una valida ragione la necessità che sulla riorganizzazione del sistema sanitario regionale si debba ragionare col buonsenso comune, a mente fredda, valutando in maniera seria e ponderata la situazione debitoria che non accenna a contenersi né a ridursi. Non ci dovrebbe essere chi non si dica d’accordo ed ammetta che 6 presidi ospedalieri, se non tutti, per la gran parte dotati di impianti e reparti di alto livello tecnologico, per una popolazione di poco più di trecentomila abitanti sia un lusso che non può essere vissuto e sostenuto oltre, soprattutto in questa transizione storica segnata da una crisi economica globale che dura da quasi un decennio. Il taglio dei posti letto (in soprannumero rispetto alla media nazionale) e la chiusura di alcuni reparti/doppione e la consequenziale riduzione operativa delle strutture sanitarie di Venafro e Larino, in particolare, vanno accettati e considerati un sostanziale contributo al risanamento dei conti e alla riorganizzazione del servizio sanitario regionale
su basi strettamente logiche. Senza drammatizzazioni e lamentazioni va chiuso anche il capitolo del campanilismo, avendo a mente che 6 ospedali sono oggettivamente insostenibili per una economia di ridotte dimensioni e di scarsa rilevanza, oltre che da una realtà demografica delle nostre ridotte dimensioni. Un ospedale mediamente distante trenta/quaranta chilometri dall’altro, è un lusso sociale, una ridondanza organizzativa, una dotazione sanitaria che non
ha uguali e precedenti sul territorio nazionale. L’oggettiva necessità di razionalizzare tutte le forme di eccedenza del sistema sanitario molisano purtroppo viene interpretata come una punizione, una diminutio, addirittura una rivalsa (spesso considerata tale in chiave politica), una vessazione, essendo venuta meno, in quanto mai realmente applicata, la logica nelle cose e delle cose, la necessità come virtù, la disponibilità come un atto di responsabilità collet-
tiva. Ciò che non può e non deve essere accettato è il modo con cui s’è giunti alla decisione di chiudere e tagliare. Ovvero, con il ricorso all’inganno, con il furto della buonafede delle popolazioni interessate promettendo ai creduloni e rabbonendo i riottosi, con la turlupinatura politica raccolta nelle promesse pre-elettorali e sistematicamente disattese una volta eletti. Metodi e comportamenti scorretti di una classe politica che voleva ad ogni costo arrivare dove (purtroppo) è arri-
vata: a gestire il potere per interressi inconfessati, per alterigia intellettuale, per spocchia generazionale. Gente che messa di fronte alle responsabilità di governo, alla ineluttabilità della scelta, della decisione, della determinazione non ha altro rifugio che la dilatazione dei tempi, il rinvio come metodo, il doppiogiochismo come soluzione. Così facendo, i problemi del Molise vanno in cancrena e ironia della sorte – ciò in concomitanza della peggiore fase di assistenza del sistema sanitario, ridotto a mal partito dalla insipienza di chi s’era detto in grado di valorizzarlo. Una volta al governo coloro che hanno vinto e governano su mandato della maggioranza del popolo molisano, si sono rivelati egocentrici, egoisti, totalitari in chiave etica e culturale. Alla lunga finiranno per rendersi estranei alla società di riferimento. Un inganno sesquipedale, la bugia elevata a costume di vita, l’arroganza tradotta in valore non potevano che riversare sul sistema sanitario rabbia e disillusione. Di ogni cosa, però, c’è la resa dei conti. Dardo
Gli elettori dovrebbero poter far dimettere gli eletti di VINCENZO MUSACCHIO La sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. I padri Costituenti, dopo un’esperienza dittatoriale, hanno voluto dare la possibilità concreta a tutti i cittadini di partecipare direttamente o indirettamente alle decisioni di governo. Tale possibilità di democrazia diretta è esercitata dai cittadini mediante il diritto di voto. Una vera democrazia, di conseguenza, è funzionale se i delegati del popolo esercitano i poteri loro conferiti nell’interesse superiore della Nazione e nel rispetto della delega loro conferita. Quando questo avviene, si può affermare che poteri elettivi sono esercitati nel pieno rispetto della democrazia e della Carta Costituzionale. La domanda da porsi in questo contesto è la seguente: in questo periodo amministra effet-
tivamente il popolo sovrano? Certamente no! Anzi dopo le ultime leggi elettorali e costituzionali credo che il deficit democratico sia aumentato. Come porre rimedio a una simile aberrazione? Partirei da un principio di logica oltre che giuridico: se come cittadino delego l’eletto a rappresentarmi devo avere anche
il potere di revocargli la delega. In sostanza occorre garantire ai cittadini della circoscrizione di appartenenza dell’eletto di proporre un referendum per rimuoverlo e riassegnare il seggio. Per essere valido dovrà firmare almeno un terzo degli aventi diritto al voto e poi avere la possibilità, di spedire, immediatamente e
senza appello, a casa l’eletto “non idoneo a rappresentare il Popolo” a causa della sua condotta scorretta. La premessa per l’esercizio di questo tipo di potere deve essere l’assoluta impossibilità per l’eletto di cambiare casacca pena l’immediata decadenza dalle sue funzioni. La cosiddetta revoca del mandato dovrebbe riguardare
l’etica, le azioni e le promesse dell’eletto e le sue eventuali condanne penali di primo grado. Nel caso di scandali con sviluppi di natura penale e contabile, gli elettori dovrebbero avere il potere, sempre con il voto, di poter revocare il mandato a chi sulla base di tassativi requisiti sia ritenuto indegno. La sostanza di questo istituto rivoluzionario, che ovviamente non andrà mai in porto in Italia, dovrebbe essere quella di garantire che chi esercita funzioni pubbliche abbia il dovere di adempierle con disciplina e onore, in caso contrario, il Popolo possa avere la possibilità di impedirgli di continuare a fare politica o rivestire ruoli di primo piano. Su questo occorrerebbe intraprendere una grandissima battaglia politica e culturale che dovrebbe partire proprio dal Popolo sovrano. Accadrà mai?
TAaglio lto
Avevamo, e continuiamo ad avere, fiducia nell’assessore regionale ai Lavori pubblici, Pier Paolo Nagni di decidersi a riaprire il confronto con la Campania, la Puglia e l’Abruzzo sulla derivazione dell’acqua molisana nelle rispettive tubature. Fiducia di vedere finalmente i milioni di metri cubi d’acqua sorgiva dati altrove, diventare una posta attiva del bilancio regionale. Finora l’assessore è stato assorbito nella difesa dell’Egam, l’ente di governo d’ambito, vista la concentricità delle critiche a questa scelta, peraltro di origine nazionale, da parte di diverse amministrazioni locali. Paralizzato, tra l’altro, dall’esito del ricorso sulla legittimità dell’Egam pendente al Tribunale amministrativo regionale. La faccenda Egam, essendo imperniata sulla gestione e la distribuzione dell’acqua, alla fine potrebbe maggiormente aiutarlo a riaprire il fascicolo delle convenzioni con la Puglia, la Campania e l’Abruzzo, per riconsiderare, in una prospettiva diversa, quei due milioni di metri cubi di acqua sorgiva del Molise nelle tubature dei napoletani, dei pugliesi e degli abruzzesi in contropartita dei quali non c’è nulla che possa giustificare il mantenimento di una condizione da cui il Molise economicamente non ricava granché. Lo stato delle cose può essere considerato uno sberleffo politico e amministrativo al quale i molisani sono costretti a sottostare a causa dell’inerzia politica di chi li amministra oggi, al pari di chi li ha amministrati ieri. Sulle perdite d’acqua dalle reti di distribuzioni nei comuni e sulla derivazione da parte delle regioni contermini si può scrivere un pesantissimo atto
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La storiaccia dell’acqua molisana data a prezzi stracciati alla Campania, all’Abruzzo e alla Puglia non può rimanere eternamente in sospeso
Risorse idriche, rischiamo di restare all’asciutto
d’accusa contro gli amministratori locali e regionali e indicarli al pubblico ludibrio per la indifferenza che pongono al problema. Che non è di oggi, come abbiamo fatto cenno, ma si trascina da decenni, perché da decenni la stampa più accorta del Molise batte il tasto delle perdite dalle reti di distribuzione e quello ancora più insopportabile di mantenere in vita convenzioni vecchie di decenni con l’Abruzzo, la Campania e la Puglia in cui è trascritta a lettere cubitali la dabbenaggine molisana e la furbizia campana, l’alterigia abruzzese, e la provata necessità idrica della Puglia. Il tutto a prezzi stracciati, magari sottoscosto. Scartabellando nella memoria c’è tornata alla mente la breve transizione politica e amministrativa di Angelo Di Stefano che sul finire degli
anni Novanta di miIl caso si riapre cessione ha ricoperto la lioni di metri carica di assesanche a seguito cubi di acqua sore regionale sorgiva dal Modi quanto sta ai lavori publise e, conteblici. Lo ricor- accadendo in basso stualmente, la diamo per fondata la riMolise essersi reso chiesta che il protagonista di una iniziativa Molise ne ricavasse un vantagdirompente: indurre le tre Re- gio. In effetti fu un scossa telgioni a prendere atto della ne- lurica, la scoperchiatura di cessità di riaprire il discorso e concessioni idriche notevolle carte che riguardavano la mente penalizzanti per i molicaptazione e l’utilizzo dell’ac- sani. Purtroppo, ancora oggi qua molisana. Quella inizia- gli amministratori di Palazzo tiva ebbe l’effetto di muovere Vitale non si rendono conto finanche i pezzi grossi dei Pa- dell’entità del danno che lalazzi romani che in cambio sciano correre, dell’impoveridell’acqua alla Campania, alla mento progressivo delle Puglia e all’Abruzzo, si dis- risorse idriche, della insolenza sero pronti ad assecondare le con cui la questione viene glisrichieste molisane in materia sata dalle parti in causa. Un di viabilità (l’autostrada del governo meno imberbe, ineMolise) e il sistema della mo- sperto e tremebondo, anbilità in generale. Quell’ini- drebbe lancia in resta a ziativa in sostanza sanciva la discutere una revisione delle
concessioni e, se necessario, a paventare, la chiusura dei rubinetti che forniscono acqua (gratis o semigratis) alla Campania, alla Puglia e all’Abruzzo. L’assessore Di Stefano è durato poco in giunta, il tempo necessario per leggere e rileggere il contratto per l’utilizzo dell’acqua dell’invaso d’Occhito e quello della derivazione dell’acqua del Liscione e tanti altri punti oscuri. Che chiunque si accorgerebbe andando a leggere e rileggere quei documenti. Le vicende politiche hanno fatto sì che la rivendicazione non fosse portata a termine e chi è venuto dopo di lui s’è guardato bene dal riproporla. Ciò nonostante avevamo e continuiamo ad avere fiducia nell’assessore regionale ai Lavori pubblici, Pier Paolo Nagni. Dardo
“Regione, tira fuori i 26 milioni”
TERMOLI. Trasferire subito i 26milioni 800mila euro stanziati dallo Stato all’Agenzia per la ricostruzione oppure i sindaci si dicono pronti ad azioni eclatanti. È l’ultimatum lanciato dai primi cittadini dei paesi dell’area del cratere sismico alla Regione Molise. Sotto la lente è andata a finire la questione relativa alla liquidazione degli stati di avanzamento dei lavori al momento fermi al mese di maggio 2015. In particolare, i sindaci hanno messo in evidenza quanto la mancata corresponsione dei finanziamenti all’Agenzia per la ricostruzione determinerebbe il blocco dei lavori e della ricostruzione, una cosa decisamente lesiva per le comunità che esporrebbe le singole amministrazioni comunali ad azioni legali che, peraltro, sono state già mosse dalle imprese cre-
Dopo la protesta dell’Acem, per il mancato pagamento delle imprese per i lavori di ricostruzione post sisma, ora intervengono anche i sindaci dell’area cratere ditrici. Nella nota redatta al termine dell’incontro che si è tenuto a Ripabottoni, i sindaci sono tornati a sottolineare la necessità di individuare la soluzione, definitiva e utile, per consentire l’adeguata presenza di personale da impiegare presso i singoli Comuni nell’ambito della ricostruzione, quantomeno fino alla data del 31 dicembre 2018. La mancanza di risposte attraverso atti concreti dell’ente regionale, determinerebbe l’impossibilità di procedere nel percorso della ricostruzione. Una possibilità, questa, che i sindaci non si sentono di addebitarsi.
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Il trasporto urbano di Campobasso è prossimo a diventare intercomunale Il sistema di trasporto urbano di Campobasso diventerà intercomunale. A fatica, ma qualcosa si muove su dimensioni meno localistiche, andando ad incrociare problemi ed esigenze di mobilità, in questo caso. In allestimento c’è la Conferenza di servizi tra la Regione Molise e i comuni di Campodipietra, Ferrazzano, Matrice, Mirabello, Montagano, Oratino, Ripalimosani, San Giovanni in Galdo, Toro e Vinchiaturo per mettere a punto il progetto di gestione intercomunale del servizio di trasporto locale attraverso l’aggregazione al servizio di trasporto urbano di Campobasso; per approvare la scelta del Comune di Campobasso quale stazione appaltante incaricata di predisporre e aggiudicare la gara ad evidenza pubblica; per delegare il Comune di Campobasso a redigere la rete del servizio di trasporto intercomunale, che dovrà essere approvata da tutti gli enti locali interessati per essere posta a gara, nonché ad elaborare il costo a base d’asta della nuova rete dei servizi essenziali di trasporto; per approvare un accordo di programma pluriennale con la Regione Molise per il finanziamento dei servizi e la individuazione degli obiettivi e degli strumenti di miglioramento e di risparmio, che dovranno essere inseriti obbligatoriamente nel capitolato di gara. La Conferenza segue l’inteso lavoro di sensibilizzazione e di coordinamento svolto dall’amministrazione co-
l’intervento
Qualcosa si muove su dimensioni meno localistiche, andando ad incrociare problemi ed esigenze di mobilità Conferenza di servizi tra la Regione e i comuni interessati
munale di Campobasso con le realtà locali che le sono prossime e che hanno chiara l’intenzione di realizzare un sistema di trasporto economico ed efficiente. Siamo alla soglia di un esperimento particolarmente interessante sotto il profilo della coesione e della collaborazione territoriale, della realizzazione di un sistema intercomunale in un settore pri-
mario, qual è la mobilità delle persone. In passato, con la gestione Di Fabio sindaco a Campobasso, s’era tentato di mettere in piedi un piano territoriale di sviluppo che non è andato a buon fine. Si disse perché molti comuni dell’hinterland campobassano non vedevano di buon occhio la supremazia che avrebbe esercitato il capoluogo di regione nella
gestione dell’area vasta che si sarebbe venuta a creare. Il campanilismo in quella circostanza è stato deleterio. In questa che diciamo, invece, ha ceduto il passo ad una concezione moderna ed utilitaristica dello stare assieme, del condividere un progetto e del realizzarlo. Di necessità virtù? Il peso gravitazionale di Campobasso è nelle cose, nella sua stessa natura di capoluogo e di centro direzionale (seppure non ne abbia coscienza né si cura di darsela, pretendendo finanzia-
menti ah hoc per attrezzare il territorio anche a servizio dell’hinterland). La Conferenza di Servizi in programma è un passo decisivo in direzione della realizzazione della rete intercomunale di trasporto pubblico. Il fatto che il Comune di Campobasso abbia già preso atto ufficialmente della condivisione e dell’adesione dei Comuni sopra indicati, e che non si siano registrati ripensamenti, è un elemento favorevole in più per immaginare che la Conferenza si concluderà nel migliore dei modi. Poi spetterà al Comune di Campobasso dimostrare di essere una degna leader-ship mettendo in cantiere la formulazione del bando e il capitolato speciale, nonché il tracciato dei collegamenti e il costo a base d’asta del servizio. Un prova di capacità. Una prova di responsabilità. Una prova di efficienza, per abbassare il livello degli addebiti e delle critiche. Dardo
Il Molise assediato dalle trivelle
Ecco arrivare a passi da gigante un ulteriore colossale pericolo per un territorio piccolo,marginale e fragile quale è il Molise. In seguito all’approvazione del decreto legge nazionale “SBLOCCA ITALIA” del 2014 sulla velocizzazione di attività definite strategiche per la nazione, si è ritenuto di semplificare autorizzando – tra l’altro - concessioni per la ricerca di idrocarburi nel suolo e nel mare italiano, nonché lo stoccaggio sotterraneo di gas naturale. Tegole enormi che cadono sulla testa di tutti noi, cittadini comuni, politici, esseri umani che hanno sperimentato, almeno dall’era industriale in poi, la deriva dell’uso forsennato di idrocarburi. Tutto ciò con un enorme danno, sotto gli occhi di tutti, sui cambiamenti climatici dell’intero pianeta. Nell’incontro che si è svolto a Campobasso il 17 novembre scorso, affollatissimo e partecipato, il comitato “NO TRIVELLE in Molise” ha fornito a tutti noi la percezione di un ritorno al passato, come se le fonti fossili fossero l’unica risorsa energetica ancora possibile da sfruttare nel terzo millennio! Il passaggio graduale che si sta faticosamente attuando, nella consapevolezza che la sostenibilità ambientale debba essere il faro direzionale nelle scelte di po-
litiche nazionali, d’improvviso si arresta davanti al carattere d’imperio, definito strategico, di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dato allo spinoso argomento dal c.d. “sblocca trivelle”, poiché si accentra dai territori locali a Roma il potere decisionale in materia. Appuriamo stupiti che il 63/65% del territorio molisano è interessato da richieste di autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi, pur essendo tutti consapevoli - nel contempo - che il medesimo territorio sia in quasi totale dissesto idrogeologico, classificato sismico e, su gran parte di esso, insistono zone ad alta biodiversità, zone SIC e ZPS e, per fare solo un esempio, la riserva MAB nell’Alto Molise riconosciuta dall’UNESCO per il suo elevato valore naturalistico, una delle sole nove in Italia. Come si può conciliare tutto questo? LI-
BERA MOLISE ha da sempre considerato il rispetto del territorio in cui viviamo la base di una convivenza sociale e democratica degna di tale nome . Ricordando in un passato recente la lotta contro l’eolico Selvaggio o lo sventato atterraggio di una nursery di giovani manze nel basso Molise, una centrale a biomasse in un delicato territorio, conca alluvionale con attività produttive alimentari ai margini di un auspicato parco nazionale del Matese, etc. etc.: ricordando ciò non ci si trincera certo dietro il retrivo ritornello della sindrome NIMBY “Non nel mio cortile”. Si conferma, Invece, il concetto che ogni società civile ha, ad oggi, tutti gli strumenti di conoscenza, scientifici e di visuale prospettica migliorativa, per rientrare nella logica di adeguarsi ai cambiamenti, conviverci e consegnare
un futuro meno negativo per noi e per i prossimi abitanti del pianeta. LIBERA MOLISE sarà di nuovo in “lotta” ed al fianco di cittadini che vedono con una semplice motivazione affaristica, decisa altrove, pesantemente minacciato il suolo e il mare di questo piccolo territorio, scherzosamente (ma non tanto!), considerato un Molise che non esiste nella cartina geografica dell’Italia. Purtroppo lo “SBLOCCA TRIVELLE” interessa tutto il suolo italiano e, in particolare, tutto l’Adriatico, la dorsale appenninica, zone abitate, boschi. Un primo atto comune delle Regioni è stato quello di chiedere un referendum sul prosieguo di questa miope e scellerata politica. Quindi si dovrà far conoscere ai cittadini i rischi (ad esempio il gas del metanodotto ultimo, stoccato in parti fragili del territorio, per l’utilizzo poi nel nord Europa … forse siamo i “bomboloni” della Germania? ) e si tenterà di creare una forte opposizione perché la democrazia in cui ancora viviamo impone scelte condivise e legalitarie. LIBERA è nata 20 anni fa anche con questo precipuo scopo! COORDINAMENTO REGIONALE LIBERA MOLISE
TAaglio lto
5 31 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Lotta alla corruzione. La Regione Molise pareva volesse attrezzarsi a combatterla Il provvedimento adottato dalla giunta regionale sarebbe valido nella misura in cui la dirigenza regionale nel suo insieme non si lascerebbe condizionare dal potere politico e dal potere economico che, quando vogliono, vanno a braccetto a caccia di reciproci vantaggi, da cui non è mai esclusa la componente corruttiva Non portiamo il conto di quanti sono passati ad assumere la responsabilità della prevenzione della corruzione e la garanzia della trasparenza (articolo 1 comma 7 della legge 190/2012) alla Regione Molise. Vogliamo solo ribadire che per esercitare il delicatissimo compito di argine alla corruttela che nella Pubblica Amministrazione, a tutti i livelli, è un malessere finora incurabile, è necessario che non sia stato lasciato solo. Per essere efficace dovrebbe essere sorretto da tutti i dirigenti ogni qualvolta si renda utile fornirgli elementi, informazioni, rilevazioni e il costante monitoraggio delle attività tecniche e amministrative della Regione, allo scopo di individuare le strutture più esposte all’infiltrazione della metodologia corruttiva. A tal fine il primo supporto sarebbe le linee di indirizzo del governo regionale in cui siano indicate a chiare lettere le azioni di contrasto da mettere in essere per arginare le forme e le formule della corruttela che, diciamolo, non è la traduzione così e semplicemente delle mazzette, ma anche il comportamento truffaldino dell’impiegato pubblico che usa il cartellino in maniera scorretta, che si ammala a giorni prestabiliti, che della flessibilità ne fa uso
ed abuso senza una preventiva autorizzazione. Fuori da perifrasi, il provvedimento della giunta regionale che ha istituito il responsabile anticorruzione e garante della trasparenza sarebbe valido nella misura in cui il responsabile e chi lo collabora (soprattutto la dirigenza regionale nel suo insieme) si sarebbero dati anima e corpo alla “missione” e non si sarebbero lasciati condizionare soprattutto dalla politica e dal potere economico che, quando vogliono, vanno a braccetto a
Lettera aperta Caro Presidente Frattura , Caro Assessore Nagni, i l Trasporto Pubblico Locale versa da anni i n una situazione complessivamente complicata; la mancanza d i risorse h a fortemente compromesso un settore che dovrebbe garantire un diritto fondamenta le del cittadino, ovvero q uello alla mobi1ità. A ta l e deficitaria situazione finanziaria, si aggiunge la mancata programmazione e riorganizzazione dell‘intero settore a l ivello regionale, che rischia di compromettere fruibilità e fìunzionalità del Trasporto Pu bblico medesimo. Ad oggi, sul le strategie di riorganizzazione del Trasporto pubblico non è dato sapere la Regione cosa intenda fare, come pensa di rilanciare i l trasporto passeggeri
caccia di reciproci vantaggi, da cui non è mai esclusa la componente corruttiva. Insomma, al di là del fatto che la Regione ha dovuto rispondere ad un preciso dettato di legge (la 190 del 2012), la definizione di un organismo anticorruzione, ma anche di sostegno alla trasparenza degli atti amministrativi, ha richiesto specifiche giornate formative per il personale dirigente e per il personale di ruolo appartenente alla categoria “D”, la più numerosa, la più complicata, per via della in-
differenzazione tra laureati e diplomati, la più esposta alle insidie dei sistemi corruttivi, ed anche la più predisposta a scansare responsabilità. Dirigenti e direttivi “professionalizzati”, s’è detto, oltre che opportunamente sensibilizzati alla materia di cui si sono informati e formati. Ma per una sola volta e mai più. Tant’è che dell’Ufficio anticorruzione e a garanzia della trasparenza non si hanno notizie dal momento della sua istituzione. Nè si trovano appunti, rilievi, valutazioni
che giustificherebbero l’esistenza. Ciò perché nella Regione Molise non ha mai attecchito il bacillo della corruzione o perché la funzione di vigilanza è talmente a maglie larghe che vi passano liberi e indisturbati? E chi lo sa. Nella Pubblica amministrazione comunque sussistono anche altre urgenze oltre quella di alzare una barriera alla corruzione, che il legislatore nazionale non ha mancato di estrapolare. La legge 134, del 2012, darebbe al cittadino molisano la possibilità di sapere come e dove vengono indirizzate le risorse pubbliche e a quali fini. La legge impone che ciò che viene deliberato e determinato all’interno della Pubblica amministrazione, debba essere rilevabile e riscontrabile sul sito internet dell’ente. In Via Genova, a Campobasso, sede della giunta regionale, sarà il caso che in materia di trasparenza prendano nota e provvedano con solerzia e tempestività. Alla voce allegati, dove sono contenuti gli elementi più consistenti della formazione degli atti amministrativi, generalmente, cliccando, il “file” non si apre. Un palese difetto a danno della trasparenza e, per estensione, a favore della corruzione. Dardo
Trasporto, un disastro e q uello delle merci, qua l i sono i servizi ritenuti essenziali e qual i quelli da riorganizzare. U n primo grossolano tentativo fu compiuto a l l ‘atto d i intravedere in passato , la necessità di addivenire ad una gestione unitaria e univoca del trasporto che, oltre ad assolvere ad un obbligo, fosse in grado d i gara n ti re più razionalità nella gestione, miglior controllo dei servizi e risparmi economi ci di scala a beneficio di tutti. Certo tale atto non è la soluzione per un settore che deve essere re-inquadrato totalmente, ma rappresentava e rappresenta un punto cl i partenza. A tal proposito, la notizia della intervenuta decisione del Consiglio di Stato sulla revoca della assegnazione del Bando di gara inerente i l T P L extraurbano, riapre e addirittura ac isce le problematiche sopra richiamate.
La scrivente Organizzazione Sindaca le anche alla luce di tale sentenza, chiede di conoscere come la Regione intende procedere nell ‘immediatezza sia sul la gara cl i appalto (conoscendone tempi e modalità), sia cosa si intende fare
per risolvere nel frattempo, l ‘annosa problematica dei paga menti in capo alle maestranze. Riteniamo oppo1tuno un immed iato m omento di confronto, non solo e non tanto per una fattiva e corretta dinamica delle relazioni sindaca i, ma per discutere, apportando ove possibile il nostro contributo, di scelte orma i im procrastinabili per il settore, per i lavorator i e per la collettività. Certi di un positivo riscontro, l ‘occasione è gradita per inviare distinti saluti . Franco Spina, Segretario regionale Cgil e Giorgio Simonetti, segretario Filt Cgil
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
Campobasso
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Tutto quello che gli altri non dicono
31 gennaio 2016
senza alcun finanziamento pubblico
Anno giudiziario, reati in calo E’ toccato a Rossana Iesulauro, presidente della Corte d’Appello, aprire il nuovo anno della giustizia CAMPOBASSO. Stando ai reati denunciati e contenuti nel rapporto dell’anno giudiziario, appena inaugurato in Molise dalla presidente della Corte d’appello Rossana Iesulauro, gli illeciti stanno diminuendo. Rispetto ai dodici mesi precedenti sono diminuiti del 15% i reati di stalking, del 64% quelli relativi all’associazione a delinquere e di stampo mafioso e del 7% quelli contro la pubblica amministrazione. Dati che arrivano dalla relazione pronunciata stamattina durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. In calo del 58 per cento anche i delitti relativi all’indebita percezione di contributi, finanziamenti con-
cessi da enti pubblici o dalla Comunità Europea. La cerimonia di apertura dell’anno giudiziario si è tenuta nell’aula magna del convitto Mario Pagano alla presenza di tutte le autorità locali. Naturalmente quello che ogni anno viene
fuori dalla celebrazione fa parte soltanto dei reati che emergono. Il sommerso non è tenuto in considerazione quindi non possiamo definire Campobasso e il Molise una realtà tranquilla. Anche se il territorio non è interessato da gravi forme di cri-
minalità. Resta comunque il pericolo di infiltrazioni malavitose dalle regioni vicine, Campania e Puglia. “Per appurare l’eventuale presenza di soggetti legati a clan camorristici - spiega -, con particolare riferimento all’area venafrana, confinante con le province di Caserta e Frosinone, abitualmente elettive per la dimora degli appartenenti ai clan sottoposti a misure di prevenzione, la Questura di Campobasso ha avviato dal 2012 controlli mirati per verificare le numerose richieste di residenza effettuate nei comuni della provincia da parte di cittadini provenienti dalla Campania”. Quanto ai carichi pendenti in regione si re-
gistrano dei miglioramenti rispetto al passato con particolare riferimento al Tribunale di Isernia dove, nel settore penale, si è registrato un incremento di produttività di oltre il 100 per cento. “In questa regione - ha commentato la Iesulauro - nonostante i numeri delle pendenze non possano ritenersi particolarmente elevati, possiamo evidenziare le disfunzioni che sono tipiche del settore sull’intero territorio nazionale e, tuttavia, il ricordo della situazione registrata negli anni passati, mi induce senz’altro a rilevare oggettivi segnali di cambiamento in positivo che lasciano ben sperare anche per il più immediato futuro”.
Denunciato truffatore seriale
Operazione dei Carabinieri a Campobasso contro la micro criminalità CAMPOBASSO. Ieri mattina, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Campobasso, a conclusione di mirate indagini, hanno denunciato a piede libero A.L. truffatore seriale. Lo stesso, attuando il solito modus operandi, ha avvicinato un’ anziana signora, presentandosi come appartenente alle Forze dell’Ordine, accusandola di avergli danneggiato l’autovettura con la propria mentre faceva manovra e chiedendogli un immediato risarcimento in danaro.
L’anziana, seppur in forte stato di agitazione, è riuscita a non cedere alle continue insistenti richieste del malvivente il quale, vistosi scoperto, frettolosamente è salito a bordo della propria autovettura allontanandosi. Le indicazioni fornite dalla vittima e da alcuni testimoni hanno permesso ai Carabinieri intervenuti sul posto di risalire immediatamente all’autovettura utilizzata guidata da A.L. che è stato poi riconosciuto e denunciato alla competente A.G., oltre che per il ten-
tativo di truffa, anche per aver violato il provvedimento del divieto di ritorno nel Comune di Campobasso di cui è destinatario. Continuano, nel frattempo, gli incontri tra i Carabinieri e la popolazione, alcuni dei quali già avvenuti oltre che nel capoluogo anche nei paesi del circondario, finalizzati a fornire cognizione delle varie tipologie di truffe che possono essere messe in atto dai malviventi, fornendo consigli utili per prevenirle.
“Per il latte cento per cento italiano” La Coldiretti Molise rilancia il discorso sulla produzione di qualità CAMPOBASSO. Maggiore informazione ai consumatori sui prodotti a base di latte cento per cento italiano e individuazione di un sistema di indicizzazione per i contratti del latte tra imprese agricole e industriali trasformatori: questi i risultati scaturiti dall’incontro tra imprenditori agricoli, industriali e settore della grande distribuzione che si è tenuto al Ministero delle Politiche agricole. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che “si tratta di un passo avanti nel compimento del protocollo d’intesa per la stabilità e sostenibilità della filiera lattiero-casearia, siglato il 26 novembre scorso, anche se le
questioni legate al prezzo del latte futuro restano ancora aperte”. Infatti, pur esprimendo “grande soddisfazione” per l’individuazione di un sistema di indicizzazione, per i contratti del latte tra imprese agricole e industriali trasformatori, la Coldiretti Molise, avverte che “da qui si partirà nei prossimi incontri previsti a Marzo volti alla definizione del prezzo del latte”. La Coldiretti Molise esprime inoltre “soddisfazione” per la recente approvazione, all’unanimità, da parte del Parlamentino molisano, di una mozione che impegna il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore regionale
all’Agricoltura ad un “maggiore controllo sulla provenienza del latte utilizzato nei prodotti lattiero-caseari a garanzia dei consumatori e di produttori locali”. Una presa di posizione, quella del maggiore organo legislativo regionale, che, osserva il direttore regionale della Coldiretti Molise, Saverio Viola, “dimostra la sensibilità della politica regionale verso l’argomento”. “Tanto i risultati scaturiti dall’incontro tenuto al Ministero, quanto l’approvazione della Mozione in Parlamentino regionale – afferma il presidente regionale della Coldiretti Molise, Tommaso Giangnacovo – sono frutto
della mobilitazione che nel novembre scorso ha coinvolto decine di migliaia di allevatori, fra cui centinaia di molisani, con presidi nelle industrie e nei supermercati. La battaglia della Coldiretti – conclude il direttore regionale della Coldiretti Mo-
lise, Saverio Viola – andrà avanti per ottenere, nei tempi più rapidi possibili, il riconoscimento di un giusto prezzo da pagare agli allevatori nonché impedire di spacciare come Made in Italy il prodotto importato”.
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Isernia
31 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Così distruggeranno la sanità isernina” Il dottore Lucio Pastore torna sulla questione in attesa dell’incontro di domani con Frattura ISERNIA. “Quando si parlava di portare la Cattolica nel Molise e l’allora assessore che si vanta di non so quali meriti, a chi faceva notare, come il sottoscritto, che un’ulteriore struttura in una realtà ingorgata di ospedali ed accreditamenti, sarebbe stata una tragedia, rispondeva che la concorrenza avrebbe risolto tutto. Se ad un soggetto regalo la struttura, gli do gli accreditamenti, gli aumento i DRG del 10%, gli pago tutto a pie di lista e, poi, vengo a dire che la concorrenza deciderà il migliore, forse qualcuno mi vuole prendere per i fondelli”. Lo sostiene il dottore Lucio Pastore. “Se poi ci vogliamo ricordare il suo fantastico piano dove i reparti di medicina dovevano andare in alcuni ospedali ed i reparti chirurgici in altri, ci rendiamo conto che stiamo in mano all’arte. Voler portare il concetto di competitività nella gestione della salute come se dovessimo vendere prosciutti o mozzarelle, ci fa rendere conto che non è la necessità di dare risposte ai bisogni che guida le scelte ma, come in ogni mercato, il profitto. Ci vogliono , in un pensiero unico nel loro arroccamento sul potere, convincerci che questo modo di pensare e trasformare il diritto alla salute in merce, è cosa buona e giusta. Mi chiedo: riusciremo a far comprendere alla gente
che stanno distruggendo il diritto alla salute come un bene di tutti e che bisogna reagire? Spero che in molti verranno lunedì 1 febbraio, alle ore 17,30, alla Provincia di Isernia
a dire questo a Frattura nella speranza che capisca. Se così non sarà, prepariamoci alla distruzione del nostro sistema sanitario per l’avidità ed il profitto di pochi”.
Posti di blocco per prevenire reati predatori I Carabinieri denunciano una persona, decine di controlli e recuperate due auto rubate ISERNIA. Nel corso di una serie di controlli predisposti dai Carabinieri tra Isernia e altri Comuni della provincia, ulteriormente intensificati negli ultimi giorni per contrastare reati di criminalità predatoria, che maggiormente allarmano la popolazione locale, una persona è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria, decine i mezzi e rispettivi conducenti e passeggeri sottoposti ad accertamenti e due auto rubate sono state recuperate. Ad Isernia, i Carabinieri hanno denunciato un 40enne del luogo che durante un accertamento aveva fornito false dichiarazioni ai militari operanti. Invece, nei pressi della statale 85 Venafrana, all’altezza dello svincolo di Sant’Agapito, i Carabinieri di Isernia e quelli di Venafro, sono riusciti a recuperare due auto rubate, si tratta di una BMW, asportata in provincia di Chieti e l’altra, una TOYOTA
Yaris, rubata proprio a Sant’Agapito. I malfattori, con ogni probabilità, vistisi braccati dai Carabinieri che stavano attuando posti di blocco in diverse zone del territorio, hanno deciso di abbandonare le auto, che a breve saranno restituite ai legittimi proprietari. Sono in corso ulteriori indagini per addivenire in breve tempo alla identificazione degli autori del furto dei due veicoli. Nel complesso, sono stati novanta i mezzi controllati e centoquindici i rispettivi conducenti e passeggeri identificati nel corso di posti di blocco che oltre il capoluogo “pentro” hanno interessato in particolare le arterie di collegamento con i Comuni limitrofi dell’Alto Casertano, quali Capriati al Volturno, Ciorlano, Gallo Matese, Letino, San Pietro Infine e Presenzano. Nei casi sospetti sono state eseguite perquisizioni per la ricerca di armi, droga e refurtiva.
Incontro di calcio “Vastogirardi – Venafro” valevole per la finale di “Coppa Italia Dilettanti” La Questura di Isernia rende noto che, a seguito del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi in Prefettura in merito all’incontro di calcio di Finale Coppa Italia Dilettanti “Vastogirardi - Venafro”, in programma per il giorno 31 gennaio 2016 alle ore 14.30 presso lo Stadio Comunale “M. Lancellotta”di Isernia, il Prefetto di Isernia ha ordinato l’applicazione delle seguenti misure organizzative: vendita dei tagliandi per il settore ospiti, nel limite della capienza
stabilita dall’Autorità di P.S., nelle ricevitorie individuate dalle società sportive sotto la responsabilità delle stesse, previa esibizione da parte dell’acquirente, di un documento di identità; vendita dei tagliandi per il settore ospiti sino alle ore 19.00 del giorno antecedente la gara; impiego nel settore ospiti di volontari della società ospitata con casacca riconoscibile (simile a quelle degli steward); adeguata comunicazione ai tifosi delle società sportive interessate.
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Termoli
Tutto quello che gli altri non dicono
31 gennaio 2016
senza alcun finanziamento pubblico
Acqua, Termoli in ginocchio Un’emergenza pesante quella che sta coinvolgendo la cittadina adriatica TERMOLI. Prosegue l’impegno del Comune di Termoli nel tamponare alla grande emergenza idrica che sta colpendo la città. Nel particolare, attraverso una nota stampa il Comune di Termoli comunica che oggi (30 gennaio) ci sarà un nuovo approvvigionamento d’acqua da parte delle autobotti della Protezione Civile in piazza del Papa a partire dalle ore 8,00. Il tutto mentre ieri la protesta cresceva e rumoreggiava in piazza del Papa a causa di un vero e proprio carnet di brutte figure e disorganizzazione che sta accompagnando l’emergenza idrica in basso Molise.
La popolazione, infatti, è davvero stanca e contrariata perché, oltre ai normali disagi legati all’impossibilità di usare il bene nelle proprie case, si associano dei ritardi di consegna dell’acqua di oltre due ore. Una situazione ingiustificabile per la popolazione che se la prende un po’ con tutti… “E’ una emergenza strana – racconta un cittadino – perché questa cosa dell’acqua si sa indirettamente perché chi fa da mangiare si è accorto che l’acqua fa della schiuma in certi posti di Termoli e quindi ha avuto dei vaghi sospetti che ci fossero queste cose dall’inizio dell’anno. E poi la beffa ancora
delle cisterne che hanno avvisato che sarebbero arrivate in piazza del Papa e vicino all’ospedale alle 15, io sono arrivato alle 14.30 ma delle cisterne neanche l’ombra. Stiamo aspettando questa benedetta acqua”. Un altro non può non far notare che “è già successo quattro anni fa che siamo stati senza acqua un mese, poi due mesi fa. Non so di chi sia la colpa però non si può lasciare una città in questa situazione con l’insicurezza dell’acqua che uno utilizza per far da mangiare specialmente quando ci sono anche i bambini nelle case che sono più sensibili a un’acqua inquinata”. Due ore di attesa per avere l’ac-
qua dell’autobotte arrivata da San Salvo tramite la Protezione Civile ValTrigno che gestisce anche la zona di Mafalda. “E’ uno schifo generale, come si può andare avanti in questo modo pur sapendo che da 15 giorni c’è l’acqua inquinata e solo oggi ci hanno detto che l’acqua non si può bere e non ci si può lavare e coloro che si sono lavati ieri che succede? Muoiono? Non ho parole, sono arrabbiatissimo”. “Ci hanno prima avvelenati e adesso ci vogliono risciacquare perché dobbiamo pagare l’acqua al Comune o alla Crea? Come mai la Molise Acque non riesce ad organizzarsi affinché questi disagi non avvengano più. Vo-
gliamo che ci sia il responsabile e che questo responsabile visto che c’è la nuova legge di Renzi venga prima sospeso e poi licenziato”. In serata, all’arrivo delle autobotti, manifestazione lampo degli aderenti al Movimento 5 stelle che non hanno nascosto il proprio scontento ed hanno usato parole dure verso l’amministrazione che avrebbe messo a disposizione dei cittadini appena due litri e mezzo di acqua a testa. Il portavoce al comune dei grillini ha anche annunciato di aver denunciato la modalità di gestione dell’emergenza alla Procura.
“Le autobotti dalla Protezione civile abruzzese” La denuncia è del consigliere comunale, Michele Marone sui ritardi accumulati TERMOLI. “Sulla questione idrica che in queste ore attanaglia la città di Termoli è giunta l’ora di porsi una semplice domanda, “Chi sono i responsabili?”. A sostenerlo è il consigliere comunale, Michele Marone. “Lo chiedono Termoli ed I termolesi che in queste ore sono alle prese con l’approvvigionamento dell’acqua ed anche per questo argomento bisogna aprire una parentesi perchè sono assolutamente inaccettabili i ritardi delle autobotti giunte a Termoli per giunta dal vicino Abruzzo perchè ormai sappiamo in che modo la regione Molise ha ridotto la propria Protezione Civile. Mai come in questo momento non si può tacere, è giusto che i responsabili paghino, che la regione Molise spieghi che cosa è accaduto e che il comune di Termoli, oltre alle scuse di rito che non servono a nessuno, spieghi una volta per tutte da che parte
sta. Se dalla parte dei cittadini, oppure vicino a coloro che continuano a causare disagi idrici ad una città come Termoli che non si può permettere questi scempi. Una città ridotta in queste ore ad un paesino di frontiera, una città che vive una simile umiliazione e dove i propri cittadini, at-
tualmente, non si possono lavare e non possono utilizzare l’acqua per usi domestici. La regione deve dunque spiegare che cosa è accaduto, sono due giorni che assistiamo a tavoli tecnici in municipio. Tavoli tecnici che la mattina sortiscono un’esito e la sera lo capovolgono. Perchè
i valori della nostra acqua non sono nella norma, che cosa è accaduto. Nessuno riesce a dare spiegazioni e si è dovuti arrivare all’ordinanza del Sindaco e a quelle scene in pubblica piazza dove la gente fa la fila per ore per riempire le proprie taniche oppure prende d’assalto i supermercati. Questo è davvero troppo. In queste ore la dignità dei termolesi è messa a dura prova. Rivolgiamo un ultimo appello alla Regione, si individuino e si puniscano i responsabili prima che la situazione degeneri. Quatto accaduto sottolinea ancora una volta l’inefficienza della gestione attuale della cosa pubblica che è sotto gli occhi di tutti I cittadini del basso Molise. Un’ultima considerazione, per utilizzare questo ingente quantitativo di disinfettante, in che condizioni si trova realmente l’acqua che siamo stati costretti a bere ed a consumare fino a qualche ora fa”.
“Termoli? Una città allo sbando” Il consigliere comunale Di Brino denuncia la situazione di sfascio in città TERMOLI. “Sono trascorse oramai diverse settimane da quando la questione “acqua” ha iniziato ad essere la protagonista indiscussa nella nostra città; ovviamente in un contesto alquanto incerto e ormai saturo di approssimazione e “navigazione a vista”. Sono passati quasi due anni da quando l’amministrazione Sbrocca ha preso per mano Termoli tentando di traghettare la nostra città verso una direzione migliore, ma purtroppo bisogna constatare che il tentativo è fallito!” La denuncia è di Antonio Di Brino. “Dopo la mancata convocazione della commissione referendaria, tanto sbandierata ai quattro venti dall’amministrazione Sbrocca di centrosinistra, dopo il parere favorevole all’ampliamento delle industrie chimi-
che e la relativa presenza di polveri sottili sopra la norma nei pressi del nucleo industriale, l’ospedale San Timoteo ormai destrutturato e senza tutele, il rischio trivellazioni che incombe sul nostro territorio completamente abbandonato, il corso nazionale (incompleto dopo quasi due anni di lavori), il lungomare nord C. Colombo ancora “in fase di completamento”, la percentuale della raccolta differenziata è calata (mai accaduto prima) e chi più ne ha, più ne metta. Termoli è bloccata, i servizi sono approssimativi e vicini allo zero; l’amministrazione Sbrocca non ha saputo gestire al meglio le emergenze degli ultimi due mesi: il riscaldamento spento per i bambini della scuola materna di via Volturno, le cui famiglie hanno
preferito non mandare i propri figli all’asilo, il riscaldamento saltato all’Artistico e all’Oddo Bernacchia nei giorni più freddi di Gennaio quando il Molise era ricoperto di neve. Insomma una vera e propria sventura. Per non parlare poi della comunicazione (solo attraverso Facebook e Internet) relativa all’emergenza dell’acqua di questi giorni: la sera il sindaco Sbrocca comunica una cosa, e la mattina seguente un’altra. Per cui una persona anziana che non ha internet, continuerà a lavarsi e a cucinare fin quando qualche anima pia, le comunicherà che dovrà lavarsi e cucinare con l’acqua del supermercato! Non solo: tutte le attività (polisportive, piscine, associazioni sportive, bar, ristoranti, pub) della città cosa fa-
ranno? Termoli attende una risposta! Sig. sindaco non bastano le scuse, occorre prevenire e farsi trovare preparati di fronte a simili emergenze; è come tirare un pugno ad una persona e poi tentare di risolvere offrendogli un cerotto!
Bisogna prendere atto di un fallimento ormai palese a tutti e soprattutto bisognerebbe pensare seriamente a delle possibili ed imminenti dimissioni, per liberare Termoli da questo incubo che attanaglia i termolesi da quasi due anni”.
AUGURI Ha compiuto ieri il suo 18°compleanno Bryan Tartaglia di Montenero di Bisaccia. Un augurio speciale per il raggiungimento dell’ambito traguardo della maggiore età da Almerindo e da tutta la famiglia: “Che questa data costituisca per te un trampolino di lancio per ogni desiderio che vorrai realizzare nella tua vita“.
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