Sanita' frattura in angolo

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 24 mArtedì 2 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

Corrado Di Niro L’Oscar del giorno lo assegniamo a Corrado Di Niro. Il presidente dell’Acem è riuscito a portare in porto la battaglia per la richiesta alla Regione dei 26 milioni di euro per il post Sisma per il pagamento diretto alle imprese. Alla notizia data dal presidente Frattura ha plaudito anche se non ha apprezzato “l’ingratitudine (da parte dello stesso Frattura) manifestata verso” chi si interfaccia con le imprese edili che stanno vivendo un momento drammatico.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su fAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Laura Venittelli Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Laura Venittelli. Il parlamentare molisano del Pd che, ormai, non dice più niente sulle problematiche della propria regione. Eppure, aveva contrastato politicamente la segretaria del Pd, Fanelli e non pochi, inizialmente, le critiche rispetto all’operato della Giunta regionale. Ora, però, tace nonostante il Molise stia andando a fondo. Ma la parlamentare di Termoli sembra non accorgersene.

Servizio a pagina 3

A Isernia, i cittadini contestano il presidente e i Comitati sono pronti a manifestare contro i tagli ai servizi sanitari pubblici


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 2 febbraio 2016

Appena 6 punti all’ordine del giorno (una nomina, due proposte di legge, un’interpretazione autentica e, per gradire, una mozioncella del gruppo 5 Stelle)

Oggi a Palazzo Moffa i consiglieri regionali andranno de plano Andranno de plano, se ne avranno voglia però, i consiglieri regionali che il presidente Cotugno ha convocato per stamattina alle 9,30 a Palazzo Moffa per discutere un ordine del giorno abbastanza leggero: 6 punti in tutto, di cui due proposte di legge, l’ interpretazione autentica dell’artico 12 del Piano regionale di utilizzazione delle aree del Demanio marittimo a finalità turistico/ricreative, la nomina del collegio dei revisori dell’Arsarp, e una mozioncella, giusto per gradire della loro presenza, del gruppo 5 Stelle per la rimozione dell’incompatibilità di cui alla legge regionale 16/2002 a seguito della nomina del neo presidente di Molise Dati spa in house providing e, dulcis in fundo, una variante al Prg di Pesche. Delle due proposte di legge, quella a firma dei consiglieri Di Pietro, Niro e Sabusco ha dell’incredibile. Vorrebbe che la partecipazione della Regione Molise alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea fosse disciplinata per legge della Regione Molise. Non è stato chiarito il momento in cui la proposta è stata concepita né il grado di conoscenza dei meccanismi europei da parte dei proponenti, i quali, magari, riusciranno a convincere i colleghi e a procurasi una legge che li metta direttamente in relazione con le varie Commissioni a Bruxelles. La vocazione alla mobilità sul globo terrestre d’altronde è nel Dna degli am-

“Ora bisogna andare oltre il toto nomi”. Il Presidente di Confindustria Molise Mauro Natale interviene oggi sulla situazione che si é creata in regione, e aggiunge: “Siamo ormai da troppo tempo senza due importanti assessori, quello alle Attività produttive e quello al Lavoro, e non ce lo possiamo consentire. Lavoratori, cittadini e imprese hanno bisogno di avere questi due riferimenti perché il momento storico che viviamo richiede il massimo sforzo e una presenza certa per definire questioni importantissime legate alla programmazione dei fondi comunitari, all’area di crisi e allo

ministratori regionali fin dalla nascita della ventesima regione italiana. Le visite ai molisani nel mondo sono la motivazione di fondo e la scusa per viaggiare. La meta di Bruxelles sarebbe un’aggiunta. Anche l’altra mozione, quella a firma Sabuso, Fusco Perrella, Micone, Cavaliere e, udite udite, Nico Romagnuolo, ha qualcosa di straordinariamente non diciamo ridicolo, ma certamente singolare, non fosse altro perché risale a quando il consigliere Romagnuolo era sui

banchi Palazzo Moffa, alcuni anni fa. Vecchia la proposta, vecchia anche la motivazione. La immagine del Molise fermo

alle questioni vitali per la sua esistenza. I consiglieri vorrebbero che si procedesse alla riforma dei Consorzi per lo sviluppo produttivo del Molise, altrettanto la giunta, ma attraverso il riordino delle funzioni in materia di aree produttive. Messe assieme le due proposte sono state, per rispetto gerarchico, fuse in quella della giunta. Per cui se verrà discussa, tutt’al più, dopo anni di una pal-

I grillini: “Ma che acqua beviamo?” “Dopo tre mesi dalla nostra interrogazione, ancora non conosciamo la qualità dell’acqua che beviamo. È ora di avere risposte chiare ed è ora che l’acquedotto Molise Centrale sia completato”. Così, i consihglieri regionali del Movimento Cinque Stelle. “Il blocco della fornitura di acqua in questi giorni a Termoli ha evidenziato per l’ennesima volta un problema sanitario sostanziale che la popolazione del Basso Molise vive costantemente da anni. Il clorito rilevato dall’Arpam dopo le analisi su campioni di acqua prelevati il 21 gennaio scorso e poi segnalato all’Asrem il 26 successivo, è una sostanza che nasce dal biossido di cloro che viene immesso abitualmente nei potabilizzatori a valle del lago del Liscione per eliminare sostanze ben più inquinanti e pericolose. Quindi, se stavolta il cloro immesso nel-

l’acqua ha superato i valori abituali, significa che l’acqua del Liscione era più inquinata del solito? Ricordiamo che l’invaso artificiale di cui stiamo parlando fu creato negli anni Settanta proprio con l’obiettivo di fornire e garantire ai paesi della zona acqua potabile per uso domestico, agricolo e industriale. Se quest’acqua ora potabile non è, allora vuol dire che il progetto si è rivelato un fallimento. Per risolvere il problema è necessario, anzi vitale, che la Regione si attivi, con urgenza e senza indugi, per completare l’acquedotto Molise Centrale e garantire la salubrità del fiume Biferno, che è sia sbocco delle acque reflue urbane provenienti dai depuratori di altri centri molisani, sia fonte, tramite il Liscione, delle acque per il Basso Molise”.

mare esigenza di mettere ordine ai Consorzi industriali puntualmente disattesa, si arriverebbe al riordino delle funzioni (non solo dei Consorzi è da credere), in materia di aree produttive. Ma per quanto ne sappiamo, al momento nel Molise esiste solo, e campeggia libera e gioconda, l’attestazione di area di crisi industriale complessa che comprende i Nuclei industriali di Boiano e di Pozzilii/Venafro. Forse dovranno cambiare intestazione alla proposta di legge non più per il riordino delle funzioni in materia di aree produttive, ma di crisi. Una bella inversione ad U. Altra immagine plastica del Molise fermo al palo dell’inefficienza. Dicevamo della mozioncella dei 5 Stelle Manzo e Federico che si erano guadagnati il titolo di incursori nelle malefatte regionali chiedendo che fossero rimosse le condizioni di privilegio e di disparità di trattamento a favore del personale direttivo della Regione (D1 e D3) ma che alla momento di affondare il bisturi hanno ritratto la mano. Oggi vorrebbero rimuovere l’incompatibilità di cui alla legge regionale 16/2002 a seguito della nomina del neo presidente di Molise Dati spa in house providing. Visto con quale docilità si sono ritratti dalla precedente richiesta di rimozione, che avrebbe messo in imbarazzo l’’intera amministrazione regionale, può darsi che verranno accontentati. D’altronde non sono affatto esigenti.

“Vista la crisi, Frattura nomini gli assessori” Il presidente di Assindustria, Mauro Natale, chiede che la Giunta regionale sia completa sviluppo industriale in senso lato”. Da qui il monito di Natale al Presidente Frattura, perché agisca subito, cercando una soluzione che riporti negli assessorati in questione due figure di riferimento, in grado di prendere quanto prima la normale attività lavorativa. “In particolare – sottolinea il Presidente Natale – mi preme ricordare al Presidente Frattura che stiamo aspettando indicazioni sull’area di crisi. L’abbiamo voluta, il Governo centrale ce l’ha riconosciuta, ma dob-

biamo ora sostanziarla, per evitare di perdere una opportunità di sviluppo fondamentale. Da parte mia, sento di esprimere, anche a nome degli imprenditori che rappresento, una forte preoccupazione su questo punto. Per questo motivo – lo ribadisco – occorre individuare dei riferimenti certi per riprendere l’attività in questi due assessorati. Non è accettabile, per noi imprenditori, che si temporeggi ancora sui nomi soltanto perché non si vuole scontentare qualcuno”.


TAaglio lto

3 2 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Roberto Ruta e Danilo Leva sfiduciano Paolo Frattura presentando un piano operativo alternativo per la sanità regionale

In Molise il PD fa ed il PD disfa... “Io ti ho fatto ed io ti disfo!” Avrà pensato così, più volte in questi mesi, il senatore Roberto Ruta guardando l’azione amministrativa di Paolo Frattura, governatore della Regione Molise e commissario straordinario alla sanità. Cercando, più volte, di mandargli segnali, via via più espliciti; tentando in ogni maniera di farlo ragionare; di cercare con lui una strada più partecipata e ragionevole alla costruzione del processo decisionale, purtroppo senza apprezzabili risultati. Passando anche per l’indimenticabile scena del tutoraggio in dieci punti presentato sul marciapiede dinanzi la Prefettura di Campobasso, mesi orsono. Considerata l’inesistenza di una reale opposizione, sia in consiglio regionale ma, ancor più colpevolmente, nel tessuto civile molisano, tocca a compagni di partito, come il già citato Ruta, oltre a Danilo Leva e a quanti ancora sono capaci di esprimere un’intelligenza critica, cercare di arginare la furia iconoclasta di Frattura e della sua maggioranza.

E nessuna occasione può sintetizzare il valore simbolico quanto sostanziale di una proposta alternativa a quella del governatore quanto la riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Così Ruta e Leva decidono finalmente di prendere il toro per le corna e affrontare “il mostro” che loro stessi (decisamente più il primo che il secondo, per la verità) hanno contribuito a creare: “Dopo aver recepito le valutazioni e le proposte avanzate anche con documenti ufficiali, che ci sono stati trasmessi da associazioni ed operatori sanitari nonché da comitati e cittadini, al fine di garantire il giusto equilibrio tra sanità pubblica e privata e tra i diversi territori, presenteremo nei prossimi giorni la proposta alternativa di piani operativi sanitari a quella avanzata dal Commissario Presidente Frattura.” Una sfiducia esplicita, una bocciatura senza attenuanti e, si spera, l’apertura di una fase politica nuova per il Molise. Mentre si parla stucchevolmente di rimpasti di giunta, come se non fossimo già abba-

stanza nauseati da alchimie istituzionali senza nessun tipo di utile ritorno per la qualità della vita dei cittadini molisani, Roberto Ruta e Danilo Leva decidono di dare un bello scossone al castello di carta di Frattura che, a dispetto di tutti e tutto; della logica e del buonsenso; dell’ onesta intellettuale e del buongusto istituzionale, continua a restare in piedi. Uno scossone tanto simbolico quanto sostanziale, si diceva: simbolico perché è un fatto che il piano alternativo

partorito dal senatore e dal deputato non avrà binari istituzionali da percorrere; in nessun modo potrà rappresentare uno scenario praticamente percorribile, sia per una discussione in consiglio regionale che per una valutazione presso i ministeri della salute e dell’economia (Frattura resta il governatore della Regione ed il commissario alla sanità); ma anche di tanta sostanza perché obbligherà la maggioranza in consiglio regionale, la giunta e la segreteria regionale del

Partito Democratico ad una discussione finalmente autentica sul futuro dell’esperienza amministrativa di questo governo regionale. Una discussione che non potrà più sottrarsi alla verità di quasi tre anni tribolati e negativi come pochi; che non potrà nascondersi dietro il dito di una continuità a perdere da inseguire a discapito di tutti. Tutto questo in concomitanza del rimpasto cui già abbiamo accennato e del secondo round dell’assemblea regionale del PD (che in verità avrebbe già dovuto svolgersi) dopo che il primo è stato vinto per KO tecnico dal segretario regionale, Micaela Fanelli, che ha steso tutti con un (non significativo) intervento di novanta minuti. Sembrerebbe, alla buon’ora, sia arrivato il redde rationem; siamo quindi, si spera, alle undici e cinquantanove di un mezzogiorno di fuoco e, bisogna ammetterelo, lo dobbiamo tutti al Partito Democratico. In Molise il Partito Democratico fa, il Partito Democratico disfa: il resto è, ottimamente pagato quanto inutile, contorno.

“Sanità, troppi posti letto ai privati” Il Tribunale per i diritti del malato interviene sul Piano operativo della Regione Molise Il Tribunale per i diritti del Malato e Cittadinanzattiva analizzano il Piano Operativo Straordinario 2015-2018 relativo alla riorganizzazione della sanità regionale, elaborato dalla struttura commissariale della Regione, e rilevano importanti criticità che, ritengono, debbano essere riviste. In particolare il dato che pesa è la riduzione dei posti letto, da 1269 a 985, derivanti dalla soppressione di 232 posti letto del servizio pubblico e 52 delle strutture private, le quali “verrebbero a gestire circa il 40% dei posti letto per acuzie e post acuzie della regione”, considerando che il pubblico deve garantire anche l’emergenza

urgenza. Per Cittadinanzattiva non esisterebbe un passaggio sincrono con il previsto potenziamento delle cure primarie e con l’attivazione delle Case della Salute. L’associazione interviene anche sulla fusione Cardarelli-Fondazione Giovanni Paolo II e sull’eliminazione dei reparti doppione, facendo principale riferimento a Cardiologia e Oncologia, destinati ad essere gestiti dall’ex Cattolica, e sottolineando come non vi sia una relazione analitica dei costi maturati da entrambe le strutture sanitarie per motivare tale scelta. Inoltre la Fondazione concederebbe in comodato d’uso per un periodo simbolico di

99 anni alcuni locali non utilizzati che comporterebbero comunque un investimento di adeguamento e manutenzione su una struttura che “non appartiene alla collettività”. Il timore è anche quello di possibili episodi di emergenza, come avvenuto nel 2011, che a seguito della sospensione delle forniture di trattamenti e terapie oncologiche presso la Fondazione comportò un trasferimento di pazienti al Cardarelli, cosa che non potrebbe più verificarsi, stando all’attuale Piano. Infine Cittadinanzattiva chiede lumi sul ruolo di Neuromed e sulla rete dei laboratori, le cui informazioni nel Piano non sono chiare.

Sì al confronto, purchè non sia già tutto scritto

“Ecco, da questa settimana si avvia il confronto sulla sanità, con il coinvolgimento delle forze sociali, degli amministratori locali, dei cittadini organizzati o meno in comitati e movimenti, degli attori delle politiche sanitarie. Certo, fa notare con una certa amarezza Tecla Boccardo, leader della UIL molisana, che se ne avvertiva la necessità, dopo che da tempo il sindacato aveva messo questo tema al centro delle attenzioni e delle dinamiche sociali del nostro territorio. I politici, finalmente, hanno capito che è necessario un confronto con tutte le parti social .attraverso un percorso ponendo il metodo della partecipazione quale strumento per affrontare un tema complesso e articolato, che coinvolge gli interessi di tanti e i diritti di ognuno. Per restare in tema: dopo la prognosi e la diagnosi, che sono note ai più, avremmo potuto confrontare

le diverse ipotesi di cura (rifuggendo dai particolarismi, dalla difesa ad ogni costo dell’esistente, dai velleitarismi del “solo pubblico” o dei paladini del “mercato che si autoregola”) e magari scegliere una strada credibile, presentabile anche a Roma, condivisa, per l’appunto.” “Si è agito diversamente: si è girata la testa dall’altra parte quando i cittadini protestavano! Si è andati al confronto con il livello nazionale senza un’idea forte di quale sanità il Molise immagina per il proprio futuro questa l’accusa di Boccardo - Il risultato è una programmazione sanitaria per la cui stesura ci si è fatti guidare la mano da “ragionieri” che hanno pensato solo a far quadrare i conti, piuttosto che preoccuparsi di garantire i bisogni di salute. Un piano sanitario che, per come

concepito per le carenze strutturali dell’impianto generale della riorganizzazione, alla UIL non piace…. e abbiamo notato di essere in compagnia di molti!” “I consigli di qualche senatore, il ricomporsi di equilibri nella maggioranza, la misura di buona parte dell’opposizione, la cautela del consiglio regionale (ma forse anche la stanchezza per le lotte praticate e annunciate da parte di molti soggetti) hanno fatto sì che il confronto si avviasse.” E qui l’annuncio: “Come UIL ci saremo, anche questa volta, con contestazioni argomentate e proposte, gran parte delle quali confrontate e convenute con la base, con le esigenze sociali e con gli altri sindacati, già presentate agli amministratori regionali e rese note all’opinione pubblica.”


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TAaglio lto

4 2 febbraio 2016

Per cogliere le opportunità dei Fondi strutturali 2014/2020 bisogna conoscere l’Unione Europea

Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) è uno degli strumenti finanziari della politica regionale dell’Unione Europea per accrescere la competitività del Molise ma la Regione è latitante, differisce, rimanda, traccheggia Occorrerebbe una sveglia collettiva, una sollevazione generale dei soggetti istituzionali e degli attori dell’economia e del sindacato, ma non se ne vede la luce La chiave di volta del possibile rilancio dell’economia e dello sviluppo del Molise sono i Fondi strutturali europei per il settennio 2014/2020. Due anni se se ne sono andati via, ne restano cinque, ma di questo passo sarà difficile che la Regione riesca a programmare gli investimenti, ad ottenere i finanziamenti e a metterli in atto. Ciò ch’è accaduto con il settennio 2007/2013 è un precedente sconfortante: per concessione dell’Europa s’è potuto arrivare al 31 dicembre 2015. Alcuni progetti e alcuni finanziamenti sono andati perduti, ma non si sapranno mai, perché in tal caso sarebbe doveroso individuare il responsabile e procedere nei suoi confronti: una chimera. Per essere partecipi delle opportunità dei Fondi strutturali 2014/2020 bisogna conoscere l’Unione Europea. E siamo dell’avviso che questa conoscenza sia poco approfondita nella realtà strutturale del Molise e, come diciamo, la Regione non ha ancora creato i presupposti organizzativi e programmatici per essere dentro l’operatività dei Fondi che già sono stati assegnati. Lo scorso anno, con Francesco Cocco, che dell’Unione Europea conosce i meandri e i meccanismi, è stato allestito un momento di riflessione e di partecipazione interessante, ma è finito, al solito, per essere un episodio e non una costante dell’informazione e della formazione istituzionale. Volendo, la Regione potrebbe rimediare ripetendo l’esperimento e dandogli una sistematicità, per dire, trimestrale, per essere davvero uno strumento di cono-

CAMPOBASSO. L’Associazione Ex Consiglieri Regionali, in considerazione dell’intenzione, definita “priva di ragioni comprensibili o comunque condivisibili”, del Governo di sopprimere la Corte di Appello di Campobasso, ha inteso interessare della questione il Capo dello Stato quale garante della Costituzione Italiana, fonte e custode dei diritti di tutti i cittadini e dei territori in cui essi vivono. Il Direttivo dell’Associazione e il Collegio dei Revisori dei Conti, hanno quindi affidato ad un documento che si fa carico di racchiudere motivazioni costituzionali,

scenza per gli operatori economici, per gli enti territoriali e, perché no, per i cittadini. Col nuovo ciclo di programmazione settennale dell’Unione Europea, che si chiuderà nel 2020, le Regioni italiane sono state chiamate a sviluppare programmi inquadrati nel disegno nazionale fornito dall’Accordo di Partenariato tra l’Italia e la Commissione Europea. Il nuovo corso della Regione Molise sarebbe l’avvio del Programma Operativo Regionale 2014-2020, che la Commissione Europea ha approvato il 14 luglio 2015. Ci sarebbe da mettere in moto una macchina complessa dare avvio all’utilizzo delle risorse comunitarie assegnate alla Regione dal Fondo europeo di sviluppo regionale Fesr) e dal Fondo sociale europeo (Fse) “nel quadro della Politica di coesione” che è il principale strumento di investimento dell’Unione europea in quanto sostiene la crea-

zione di posti di lavoro, la competitività tra le imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita. La Politica di coesione fornisce il quadro di riferimento per raggiungere questi obiettivi per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Quasi un terzo del bilancio dell’Unione europea, pari a 352 miliardi di euro, infatti è destinato a questa Politica. Ma sulla carta, ché la Regione Molise, come ripetiamo a iosa, è latitante, differisce, rimanda, traccheggia. Eppure, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) è uno degli strumenti finanziari della politica regionale dell’Unione Europea per accrescere la competitività del Molise. Il suo principale obiettivo è quello di incrementare il potenziale regionale attraverso le leve strategiche dell’innovazione del sistema produttivo e della tutela e la valoriz-

zazione delle risorse ambientali e culturali. Sulla carta, ché la Regione Molise, come ripetiamo a iosa, è latitante, differisce, rimanda, traccheggia. In virtù dei Fondi Fesr la Regione (e per essa il Molise) potrebbe contare sugli investimenti nelle piccole, medie e grandi imprese per la creazione di posti di lavoro sostenibili; sugli investimenti nel campo della ricerca, innovazione, telecomunicazioni, ambiente, energia e trasporti; sugli strumenti finanziari per sostenere lo sviluppo regionale, e sulle misure di assistenza tecnica e cooperazione territoriale. L’attuazione di tutte queste possibilità si avvale di programmi specifici e bandi pubblici. Per quanto è noto al colto e all’inclita, del Fesr 2014/2020 da parte della Regione Molise di programmi specifici e di bandi pubblici nemmeno l’ombra. Occorrerebbe una sveglia collettiva, una sollevazione generale dei soggetti istituzionali e degli attori dell’economia, ma non se ne vede la luce. Un po’ diversa (e migliore) è la situazione che riguarda il Fondo Sociale Europeo (Fse) destinato a migliorare le condizioni di occupazione ed impiego, mediante un alto livello di occupazione e nuovi e migliori posti di lavoro. Grazie a questo Fondo la Regione ha per le mani sistemi di formazione continua a sostegno dell’adattabilità dei lavoratori; il potenziamento dei servizi per l’impiego che promuovono l’occupabilità di giovani, immigrati, lavoratori autonomi e donne, e i percorsi personalizzati di formazione e orientamento per favorire l’inse-

rimento lavorativo delle fasce svantaggiate, nonché interventi che garantiscono la qualità dell’offerta formativa. Molta carne da mettere al fuoco, ma poca roba messa a cuocere. Garanzia Giovani, ad esempio, ne esplica la pochezza e le difficoltà. Qualche solone in servizio permanete effettivo satollato di consulenze e di collaborazioni regionali potrebbe alzare il ditino e dire: “Ma del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) della Regione Molise approvato dalla Commissione Europea con Decisione di esecuzione C (2015) 4623 del 2 luglio 2015, non ne vogliamo parlare?”. Parliamone, ma una rondine non fa primavera. Anche perché del trasferimento di conoscenze e innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali; della competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e della redditività delle aziende agricole; dell’organizzazione della filiera agroalimentare e della gestione dei rischi nel settore agricolo; della preservazione, della ripristinazione e della valorizzazione degli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste e dell’uso efficiente delle risorse e del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e risalenti al clima nel settore agroalimentare e forestale con l’annessa inclusione sociale,della riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali non abbiamo ancora nulla di concreto su cui convenire. Dardo

Gli ex consiglieri scrivono a Mattarella per la Corte d’Appello democratiche, sociali e di buon senso, una richiesta forte affinché si scongiuri l’eliminazione di una presenza di una così alta rappresentanza dello Stato e della Magistratura nel Molise. “L’eventuale soppressione della Corte di Appello di Campobasso (faticosamente ottenuta ai principi degli anni 70 –si legge nel documento-, dopo decenni di defatiganti trasferte nel distretto giudiziario di Napoli), costituirebbe una delle più infauste decisioni dello

Stato democratico e finirebbe, senza giustificazione alcuna e contrariamente al dettato costituzionale, con l’azzerare la platea dei diritti soggettivi di una intera regione, per quanto limitata ne sia la popolazione”. “Del resto –sottolinea il Presidente dell’Associazione Gaspero Di Lisa- il servizio giustizia costituisce uno degli impegni fondamentali e più avanzati di uno Stato che tenda ad assicurare un equilibrato e proporzionato assolvimento dei bi-

sogni delle comunità regionali”. “Come pure è del tutto evidente la somma dei diritti soggettivi spettanti alle varie popolazioni - continua Di Lisa, riassumendo il pensiero di tutti gli associati che nel corso della loro carriera politica ed istituzionali si sono fatti interpreti di tali alti principi democratici e di diritto- è talmente esigente da non consentire l’ingresso, nella valutazione delle varie soluzioni, la mera e sterile contabilità dei numeri delle popolazioni

insediate nel territorio regionale. Ciò infatti, violerebbero gli articoli 114 e seguenti della Costituzione italiana che volle creare uno Stato fondato sul riconoscimento sul suolo nazionale delle entità regionali storicamente configurate dal dopo guerra ad oggi”. “Tra le popolazioni molisane che paventano, tutti, il declino di tutte le opportunità: cittadinanze e residenza nella regione stessa, con gravi pericoli sulla stessa unitarietà dello Stato”.


TAaglio lto

5 2 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

aDella partecipazione dell’Unioncamere alla Fiera internazionale di Milano il presidente Spina ha voluto dare il rendiconto

Expo 2015: la Regione tace e la Camera di Commercio del Molise dice Per taluni amministratori i termini trasparenza e informazione sono espressione generiche più che obblighi di legge per cui ammantano di silenzio il loro operato e sottraggono ai cittadini il diritto di conoscere la destinazione e il risultato degli investimenti finanziari pubblici Apprezzabile oltre ogni dire la sollecitudine con cui il presidente della Camera di Commercio del Molise, Paolo Spina, ha risposto all’invito della Gazzetta del Molise agli Enti regionali che hanno partecipato ad Expo2015 di Milano di dare conto ai molisani di ciò ch’è stato realizzato in quella sede, degli esisti che si sono avuti, e dell’entità delle risorse pubbliche utilizzate per poter essere in una certa misura protagonisti. La Regione a questo invito, come agli inviti che le sono stati rivolti in precedenza, non risponderà come non ha mai risposto. Probabilmente, non risponderà e non avrà mai risposto, semmai le verrà chiesto o le sia stato chiesto, anche agli organi di controllo. Di tutt’altro avviso è stato il presidente Spina che ha voluto dare della partecipazione dell’Unioncamere Molise alla Fiera internazionale il rendiconto. Per taluni amministratori i termini trasparenza e informazione sono espressioni generiche più che obblighi di legge. Il guaio è che c’è in giro tale e tanta indifferenza che tutto scivola via, senza provocare alcuna reazione, specialmente nel sistema interno ed esterno di controllo della spesa pubblica. Non sarà certo la Gaz-

zetta del Molise nella sua destinazione di organo d’informazione a trapassare il robusto carapace entro cui il corpo politico e amministrativo della Regione Molise si sente protetto. L’esempio di Spina però qualcosa dovrà pur significare per coloro che ammantano di silenzio il loro operato e sottraggono ai cittadini il diritto di conoscere la destinazione e il risultato degli investimenti finanziari pubblici. In riposta a questa esigenza, trascriviamo la partecipazione del Molise ad Expo 2015 gestita da Unioncamere Molise, riservandoci di dare successiva-

CAMPOBASSO. All’Agenzia regionale per la ricostruzione post sisma trasferiti 20 milioni di euro che si sommano ai 2 milioni già trasferiti lo scorso 30 dicembre. Questa mattina il perfezionamento delle procedure amministrative previste dalla legge: si può procedere con i pagamenti alle imprese edili interessate dai lavori. Ne dà notizia il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura. La liquidità nella disponibilità dell’Arps rappresenta la quota più consistente dei 27 milioni destinati al ristoro degli interventi per la ricostruzione. I 5 milioni di euro restanti saranno via via liquidati, come sempre, nel pieno e rigoroso rispetto delle regole di bilancio e non appena predisposti i decreti di pagamento. “Superate le problematiche tecniche relative all’avvio operativo della nuova nostra Agenzia regionale, che ha sostituito l’Arpc, espletati tutti i dovuti passaggi amministrativi, abbiamo versato

mente, in dettaglio, i singoli eventi. Pertanto, grazie alla solerzia e alla disponibilità del presidente della Camera di Commercio del Molise, sappiamo dunque che Unioncamere Molise ha organizzato “la partecipazione delle imprese molisane alle Fiere: Tuttofood; Cibus è Italia e Host di Milano; Bellavita di Amsterdam e AF l’Artigiano in Fiera di Milano, ed ha realizzato interventi “Fuori salone”, quali “Expo Business Matching”, “Italian Makers Village”, “Il Giorno del Fuoco” e “Serate Enogastronomiche”.

Per questi interventi sono state sostenute queste spese: Tuttofood: spesa complessiva e definitiva pari 93.607,43 euro di cui 50.000 quali quote di partecipazione versate dalla aziende e 43.607,43 a carico della Regione Molise; Host: spesa complessiva e definitiva di 53.520,64 euro di cui 43.000 a carico della Regione Molise e 10.500 a carico delle aziende; Bellavita: spesa complessiva e definitiva pari a 29.502,90 euro di cui 4.500 quali quote di partecipazione versate dalla aziende e 25.000 euro a carico della Regione Molise; Expo

Business Matching: spesa complessiva e definitiva pari a 6.250 euro interamente a carico della Regione Molise; Cibus è Italia: spesa pari ad 71.000 euro di cui euro 34.000 quali quote di partecipazione versate dalle aziende, 7.000 euro a carico dell’Unioncamere Molise e 30.000 a carico della Regione Molise; Italian Makers Village: spesa complessiva di 23.315,79 euro di cui 6.750 euro versati dalle aziende e 16.565,79 euro a carico della Regione Molise; Il Giorno del Fuoco: spesa complessiva di 4.483,74 euro interamente carico della Regione Molise; Serate Enogastronomiche: spesa complessiva di 30.000 euro a carico della Regione Molise. Complessivamente sono stati investiti 311.680,50 euro di cui 198.906,96 a carico della Regione, il rimanente a carico delle aziende e dell’Unioncamere (7.000 euro). Manca di conoscere le altre centinaia di migliaia di euro che la Regione ha assegnato ad altri soggetti pubblici (Sviluppo Italia Molise a esempio) e privati. Nei prossimi giorni di ciascuna manifestazione curata da Unioncamere diremo in particolare. Dardo

“Ricostruzione, trasferiti 20 milioni” Dopo le sollecitazioni dei costruttori , la rassicurazione di Frattura L’Acem: Soddisfatti, ma presidente non essere spocchioso” le risorse della ricostruzione”, spiega il presidente Frattura. “Chi – prosegue –, ha sollevato pretestuose polemiche conosceva bene la situazione: se avessimo a fine anno trasferito l’intero importo alla vecchia Agenzia di protezione civile avremmo ottenuto un solo inutile risultato, dannoso e deleterio per le imprese edili: imbrigliare milioni di euro sul conto corrente di un ente prossimo alla soppressione con tutte le conseguenti oggettive difficoltà di trasferimento. Non a caso, i decreti di pagamento da effettuare non erano pronti”. “Questo è il nostro modus operandi, l’iter che seguiamo e continueremo a seguire sempre – rimarca Frattura –, per

buona pace di chi, pur consapevole del rigore con il quale noi ci muoviamo, fa finta di non comprendere e si agita per ottenere non sappiamo che cosa”. “Difficile – conclude il presidente della Regione –, prendere atto, senza un po’ di rammarico, del seguito che queste levate di scudi a orologeria hanno trovato nei sindaci e negli amministratori che con noi da sempre collaborano con il solo obiettivo di riportare alla normalità tutti i nostri centri ancora segnati dal sisma”. L’Acem, dal canto suo, rigetta le accuse di Frattura. “Prendiamo atto favorevolmente della notizia dell’accredito dei fondi all’Agenzia Regionale post Sisma per il pagamento diretto alle imprese. Non apprezziamo

invece l’ingratitudine manifestata verso chi interfacciandosi quotidianamente con le imprese, fa da scudo filtrando le invettive di un mondo imprenditoriale a dir poco arrabbiato; invettive che senza quest’opera di mediazione e di raccordo giungerebbero spietate direttamente al destinatario e di certo non sarebbero generose e tantomeno clementi nei suoi riguardi”. E’ quanto dichiara il presidente dell’Acem Corrado Di Niro a commento della notizia dell’accredito di venti milioni di euro all’Agenzia del post sisma, confermando che l’associazione continuerà la sua opera al fianco delle imprese edili molisane.


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Tutto quello che gli altri non dicono

Campobasso

2 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Abusivismo edilizio, sequestrato un cantiere

L’operazione a Campobasso è stata condotta dagli uomini della Forestale CAMPOBASSO. Il personale del Comando Stazione di Campobasso, nel procedere nell’attività di contrasto all’abusivismo edilizio, ha accertato in località “Cerreto” del Comune capoluogo l’esecuzione di opere edili all’interno di un’area tutelata paesaggisticamente ai sensi del D.L.vo n. 42/2004. Le opere sono state realizzate, dopo un iniziale lavoro di disboscamento e livellamento, all’interno di un’area di circa mq. 4.000 in prossimità del torrente

“Rivolo”. Il responsabile dell’abuso è stato deferito, all’Autorità Giudiziaria competente per territorio, per i reati di danneggiamento di bellezze naturali e realizzazione di opere edili in assenza delle autorizzazioni previste. L’area, le opere edili in c.a. e i mezzi d’opera sono stati posti sotto sequestro giudiziario al fine di impedire che il reato venisse reiterato e portato ad ulteriori effetti.

L’Aci Molise dal Papa Circa 200 i partecipanti molisani all’udienza generale dedicata alla sicurezza stradale CAMPOBASSO. In 190 dall’ACI Molise si uniscono agli oltre 7.500 uomini e donne ACI provenienti da tutta Italia per incontrare PAPA FRANCESCO nell’udienza giubilare del 30 gennaio. Il Molise protagonista anche a livello nazionale. Sono partiti in 190 dal Molise per partecipare alla prima Udienza Giubilare della Misericordia di Papa Francesco. Il gruppo ACI del Molise coordinato dal Direttore Giovanni Caturano e composto dai Consiglieri, Revisori, personale degli Automobile Club, dei PRA, delle società collegate, delle Delegazioni ACI, delle Agenzie della Sara Assicurazioni e dei Centri delegati Aci Global del Soccorso Stradale si sono uniti agli oltre 7.500 uomini e donne dell’Automobile Club d’Italia, provenienti da tutta Italia accompagnati dal Presidente dell’Ente Angelo Sticchi Damiani e dal Segretario Generale Maurizio Del Marro. Durante l’udienza giubilare in piazza San Pietro, il Santo Padre ha rivolto all’ACI un suo particolare saluto riconoscendo l’impegno e il lavoro continuo dell’ACI per la

salvaguardia della qualità della vita sociale attraverso il miglioramento degli standard di mobilità. Papa Francesco ha anche auspicato una complessiva riduzione dei livelli di inquinamento a tutela della collettività. Con la numerosa presenza in piazza San Pietro, ACI Molise, con tutta la rete ACI nazionale, ha voluto testimoniare e confermare il proprio impegno nel sociale, nel campo della educazione e sicurezza stradale, del rispetto delle regole e dei valori dello sport automobilistico, del benessere collettivo, della salvaguardia dei valori umani e della vita, in favore soprattutto dei giovani che rappresentano la fascia della popolazione più colpita dagli incidenti stradali e a sostegno dei disabili, ai quali l’ACI intende sempre più garantire la salvaguardia del diritto inalienabile alla mobilità. Aci Molise protagonista anche a livello

nazionale, in occasione della prima Udienza Giubilare, con un’intervista della Rai nazionale, in diretta su RAI TRE per il programma TG regioni e ragioni del Giubileo, al Direttore dell’ACI Campobasso e Isernia Giovanni Caturano.

La Giornata del Ringraziamento La Coldiretti ha celebrato la festa a Palata per rilanciare il tema agricoltura PALATA. Si è celebrata, domenica 31 gennaio, a Palata la Giornata del Ringraziamento della Coldiretti, organizzata dal presidente Amodio De Angelis, con la presenza del Presidente della Giunta Regionale del Molise, Paolo Di Laura Frattura, l’Assessore Regionale all’Agricoltura, Vittorino Facciolla, il Presidente di Coldiretti Molise, Tommaso Giagnacovo, la Responsabile di Donne Impresa di Coldiretti Molise, Mena Aloia, l’ing. Massimo Pillarella, Dirigente della Regione Molise, il comandante del Corpo Forestale Provinciale di Campobasso, Ing. Adriano Alfonso Scica, e il Sindaco di Palata, Michele Berchicci. Nella sua omelia, don Elio Benedetto ha illustrato i contenuti del messaggio di Papa Francesco e della Commissione Episcopale, che richiama l’umanità alla sua responsabilità di rappresentare l’elemento che apre la terra verso nuove armonie o nuovi disordini, in base alle scelte che operiamo, con il monito a contrastare azioni sconsiderate che rischiano di distruggere il territorio da cui di-

pende la vita. A riprova dell’anomalia climatica che sta vivendo il nostro pianeta, anche il 31 gennaio, in cui si è celebrata la Giornata del Ringraziamento ed ultimo dei “giorni della merla”, tradizionalmente i più freddi dell’anno, registrava ancora una temperatura mite per l’inverno. E il 2015 sta passato alla storia

come l’anno più caldo, con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento, con riflessi preoccupanti sull’ambiente e le colture, con criticità per le risorse idriche del territorio. Il mondo rurale, i dirigenti della Coldiretti e i più alti rappresentanti della Regione Molise, hanno manifestato la consapevo-

lezza che l’agricoltura e l’agroalimentare molisano sono non solo strategici per il rilancio socioeconomico della regione, ma fondamentali per la tutela del territorio e dell’ambiente, qui come in ogni parte del mondo. “Anche grazie all’azione costruttiva e propositiva della Coldiretti, che si è sempre preoccupata di coniugare le

giuste rivendicazioni degli agricoltori con le legittime attese dei cittadini-consumatori, - ha dichiarato Dino De Angelis, presidente della Coldiretti di Palata oggi vi è una grande consapevolezza dell’importanza dell’agricoltura per l’alimentazione e per la tutela ambientale. Ora dobbiamo sempre più trasformare tali convinzioni in progetti e regole che portino trasparenza nelle filiere agroalimentari, garanzia al consumatore e il giusto reddito alle imprese agricole.” Il presidente della Giunta Regionale del Molise, Paolo Di Laura Frattura, e l’Assessore Regionale alle politiche agricole, Vittorino Facciolla, hanno portato con la loro testimonianza anche la concretezza della loro azione politica, che ha reso possibile che la Regione Molise fosse tra le prime ad aprire i bandi del nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020, dando la possibilità di finanziare da subito l’insediamento dei giovani in agricoltura e di sostenere nuove infrastrutture in agricoltura e su tutto il territorio molisano.


Campobasso

7 2 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Prima vittoria storica sul campo Angelini di Chieti per i nostri ragazzi

E ora attacco al quarto posto solitario

La sfida contro il San Nicolò arriva proprio a puntino. Le pagelle di Gennaro Ventresca Si è giocato in un clima surreale, con poche macchie di tifosi in una sonnolenta indifferenza. Ma sono bastati 65 secondi per cambiare lo scenario: Todino ha giocato con sveltezza e intelligenza un meraviglioso pallone, servito in verticale, tra due impacciati difensori, al minuscolo Rinaldi che, con destrezza, lo ha depositato in rete. Aprendo la strada alla vittoria dei nostri ragazzi all’Angelini di Chieti dove non avevano mai vinto.

Conoscendo gli zoppie societarie e tecniche dei neroverdi abbiamo immaginato una beneficiata di gol dei nostri giocatori che, appena dopo pochi minuti dal gol, hanno avuto subito due formidabili opportunità per segnare un’altra rete che avrebbe chiuso virtualmente la sfida. E poi altre due opportunità e un’altra ancora più limpida. Solo per la nostra mania di specchiarsi la sfida è rimasta aperta, obbligando il giovane portiere Grillo a compiere anche alcuni interventi efficienti e stilosi. Poteva e doveva essere goleada, è stata invece solo una vittoria miserella, ma abbondantemente meritata, nel finale, tanto per ricordare i punti salienti, Alessandro e Gabrielloni hanno fatto a gara a chi ne poteva sbagliare di più. Non abbiamo avuto modo di farci mangiare dalla noia, tanto è stata vispa la partita. Noi certamente più forti e spumeggianti; loro più modesti ma carichi di fierezza. Specie da parte di Fiore, il piccolo vastese che ha fatto flop in rosso-

blù forse per questo ha speso tutte le energie che teneva in kambusa per far ricredere il popolo campobassano che non aveva perso occasione per fargli sentire il proprio dissenso. E’ stato raggiunto il San Nicolò che domenica viene a render visita a Selva Piana. Per i nostri si apre nuovamente la strada per il quarto posto solitario, col quale non si vince niente, ma resta comunque un piazzamento onorevole non in linea con i sogni dell’estate, ma pur sempre gratificante. Non ho la sfera di cristallo in cui leggere se si sia veramente acceso

un nuovo fuoco tra i nostri tifosi, i quali sembrano paradossalmente più compatti quando vanno in trasferta rispetto alle sfide casalinghe, l’ultima è stata veramente sconcertante: spalti quasi deserti, non erano presenti neppure tutti gli abbonati. Mi sono piaciuti Ferrani e Di Pasquale in difesa, a centrocampo il voto più alto lo assegno a Bontà, entrato con aria salgariana nel finale, a dar sostanza al reparto che anche per colpa del vento è apparso tenerello; li’ in prima linea, il falso “nuove” Alessandro ha fatto le cose più interessanti, eccetto il gol che, evidentemente,

non fa parte del suo campionario. Apprezzo sempre più Massimiliano Favo che ha saputo dare ordine e disciplina alla sua squadra, sono rimasti con un palmo di naso tutti quelli che avevano storto il muso nel vedere che la formazione del capoluogo aveva sostituto l’indifendibile Cappellacci con un ex allenatore del Trivento. PAGELLE. Grillo (7), Le Noci (6), Rhao (6), Di Pasquale (7), Ferrani (7,5); Grazioso (5), Lanzillotta (5), Rinaldi (6,5); Gabrielloni (5), Alessandro (7,5), Todino (5,5); Bontà (7); Favo (7,5).

Domani la benedizione della gola A Santa Maria della Croce si rinnova la tradizione per San Biagio CAMPOBASSO. Poco si conosce della vita di San Biagio, venerato in moltissime città e località italiane, delle quali di molte è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente). Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri

si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”. Anche a Campobasso nella chiesa di S. Maria della Croce, la festività di San Biagio Vescovo e Martire è molto sentita: E’ tradizione infatti, impartire dal parroco, una speciale benedizione alla “gola” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele legate da un nastro rosso (anticamente si usava olio benedetto). Il 3 febbraio nella chiesa di S. Maria della Croce saranno celebrate due messe: la prima alle ore 09.00 la seconda alle ore 18.00 celebrata dal parroco don Michele Tartaglia . La benedizione della gola ci sarà dalle ore 09.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30

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Santella, garante d’Ateneo L’Unimol ha conferito l’incarico al già dirigente scolastico CAMPOBASSO. Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi del Molise, nella seduta di venerdì 29 gennaio 2016, previo parere del Senato Accademico, ha conferito l’incarico di Garante di Ateneo al prof. Paolo Antonio Santella già Dirigente scolastico di diversi Istituti d’Istruzione Superiori del Molise e di altre regioni

italiane. Il Garante svolge, secondo la definizione statutaria, compiti di intervento e tutela di chiunque si ritenga leso nei propri diritti o interessi da abusi, disfunzioni o ritardi imputabili ad atti, provvedimenti o comportamenti, anche omissivi, di organi, strutture, uffici o singoli componenti dell’Università.


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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

2 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

“Il centrodestra torni compatto” Forza Italia lancia la necessità di un tavolo interpartitico a Isernia ISERNIA. “Isernia ha bisogno, dopo il disastro generato dall’amministrazione di sinistra, di una proposta politica chiara e trasparente che ponga al centro il suo rilancio. I partiti di centrodestra, pertanto, devono assumersi la responsabilità di mettere in campo idee e uomini in grado di offrire una alternativa seria per il go-

verno della città” è quanto dichiarato, al termine dell’Ufficio Politico di Forza Italia, dall’Avv. Giacomo Papa il quale ha anche precisato che “Siamo convinti che Fratelli d’Italia e Noi con Salvini accolgano il nostro invito e che già nei prossimi giorni potremmo incontrarci per definire una piattaforma comune,

capace di attrarre quanti invocano un cambio di marcia rispetto agli ultimi anni. Faremo il massimo sforzo per elaborare un percorso inclusivo che dia dignità ai movimenti civici e apra alla società civile, ma sia chiaro che il centrodestra non è un autobus da utilizzare all’occorrenza”

“Una nuova squadra per il comune” Fratelli d’Italia punta al cambio di marcia per l’Amministrazione ISERNIA. Fratelli d’Italia – AN si è sempre fatto portavoce della necessità di ricompattare partiti e movimenti che si riconoscono nel centrodestra al fine di restituire chiarezza all’azione politica ed offrire ai cittadini molisani una valida alternativa di governo. A seguito delle dichiarazioni rese dal Portavoce di Forza Italia, Giacomo Papa, il Portavoce provinciale di Fratelli d’Italia – AN esprime le sue considerazioni ed accetta l’invito a partecipare al tavolo politico proposto. “Fratelli d’Italia – AN è al lavoro nella costruzione della squadra per affrontare la prossima competizione elettorale che ci vedrà impegnati nel

tentativo di riportare il centrodestra a Palazzo San Francesco. Siamo consapevoli, come più volte evidenziato, della necessità di marciare compatti verso un obiettivo comune e con regole precise“. Così, il portavoce provinciale, Alessandro Altopiedi. “Trasparenza e chiarezza delle posizioni, dialogo tra partiti e movimenti che si riconoscono all’interno dell’alveo del centrodestra, ferma opposizione alle esperienze che ci hanno preceduto e condivisione nella scelta del candidato che dovrà guidare questa coalizione anche con il metodo delle primarie qualora non si individuasse una candidatura unitaria - questi sono i nostri presupposti per il rilancio

dell’attività politica comune. Ben venga dunque l’appello lanciato dal Portavoce di Forza Italia Giacomo Papa alla costituzione di un tavolo politico di confronto che ci permetta finalmente di dialogare e trovare assieme soluzioni condivise. Parteciperemo dunque perché vogliamo offrire il meglio alla città di Isernia e questo possiamo farlo se lavoriamo assieme per un programma politico amministrativo che sappia rilanciare la nostra città. Crediamo fermamente che Isernia meriti di tornare agli antichi splendori e lo si può fare solo attraverso scelte serie e programmi condivisi, con la collaborazione tra società civile e politica“.

Asili nido, chiesto l’accesso agli atti Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il sindacato Csa interviene sullo smantellamento dei servizi ISERNIA. Al fine di tutelare i dipendenti iscritti al sindacato Csa, in relazione a quello che di fatto è lo smantellamento e la esternalizzazione/privatizzazione del servizio di Asilo Nido Comunale di Isernia e comunque per poter esercitare le proprie prerogative sindacali in merito, nonché per poter riscontrare la infondata nota diffusa dal direttore tecnico della Cooperativa Nuova Assistenza, si chiede il rilascio della copia del contratto di appalto stipulato con la detta Cooperativa e della previa deliberazione del Consiglio Comunale che ne approva lo schema. Chiede inoltre di far sapere: se il finanziamento regionale relativo al servizio impone l’affidamento a terzi; se durante l’anno 2014–2015 risultano o sono risultati iscritti al servizio gestito dalla Cooperativa bambini di età inferiore ai 23 mesi; se la Cooperativa attualmente paga il canone e le utenze

varie, visto che l’asilo gestito dal personale comunale non ospita più alcun bambino e quindi non vi è più alcuna estendibilità dei servizi e dunque non risulta più fondato il progetto laddove esclude i maggiori oneri economici per le utenze elettriche, termiche, ecc., atteso che gli stessi si sono invece determinati a seguito della inattività della sezione comunale; quale è il trattamento economico delle operatrici della Cooperativa e se è nel rispetto del CCNL di categoria o se le operatrici sono assunte come lavoratrici autonome ed anche in tal caso far sapere i relativi compensi, trattandosi di fondi pubblici. Ciò al fine di verificare se la convenienza economica di cui parla il Comune deriva da un eventuale minor salario; quale è l’importo complessivo che il Comune

accredita per il progetto alla Cooperativa affidataria e l’importo delle spese/costi rendicontato dalla stessa. Ciò al fine di capire se la Cooperativa ottiene il surplus tra contributi ricevuti e costi sostenuti solo per il servizio. Istanza sottoscritta da Feliciantonio Di Schiavi


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Termoli

2 febbraio 2016

“Acqua, ora si faccia chiarezza” La segreteria del Pd del basso Molise chiede una valutazione complessiva del sistema idrico TERMOLI. La politica torna a fare argine rispetto all’emergenza idrica e a muoversi è la sinergia tra Federazione Pd Basso Molise e circoli dei territori disagiati nelle ultime ore, come Termoli, Petacciato e Montenero di Bisaccia. “Col presente comunicato stampa, la Federazione Basso Molise del Partito Democratico, intende esprimere solidarietà piena a tutti gli amministratori del PD dei comuni del Basso Molise ed in particolare con il Sindaco e la Giunta Comunale di Termoli, contro gli attacchi inopportuni e di semplice speculazione politica ad opera di alcuni movimenti locali, che evitando di affrontare temi importanti e delicati per i cittadini quale quello della qualità dell’acqua, si limitano a fare sciacallaggio politico su problemi seri che da anni sono la criticità del nostro territorio. Uno dei primi doveri degli amministratori è quello di tutelare la salute e interesse dei cittadini e da quello che sappiamo in tale maniera hanno operato gli amministratori di Termoli e di altri paesi

del basso Molise. Come Federazione conosciamo sia le recenti, che non recenti e ripetute ordinanze sindacali con le quali si è limitata l’uso dell’acqua potabile e le versioni contrastanti di Molise Acque e Arpam Molise sui valori dichiarati di Trilometani in passato e di % clorazione recente, nelle acque destinate all’alimentazione umana ; e capiamo bene che su questa vicenda i cittadini esigono più informazione e chiarezza. Ritenuto, comunque che alla base di tutto ci sia stata, sia ora che in passato una scarsa informazione alla cittadinanza, tra altro molto spesso demandata solo ed esclusivamente agli Amministratori Comunali sempre in prima linea; considerando che in base ed alcune dichiarazioni di Molise Acque che “per le cause scatenanti del problema, …sono da esclude categoricamente ogni errore umano e qualsiasi propria responsabilità addebitabile al trattamento di potabilizzazione e fornitura dell’acqua” anche se noi nutriamo forti dubbi, chiediamo

come organo politico di partito che: si faccia veramente chiarezza sul sistema di controllo della qualità delle acque di Molise Acque per l’impianto di potabilizzazione di contrada “Valle Diga del Liscione – Larino” (impianto che fornisce acqua potabile in una parte del Basso Molise); Nel 2016 come semplici cittadini esigiamo un maggiore controllo con sistemi più accurati di monitoraggio e do-

saggio cloro dell’acqua destinata ad alimentazione umana; Non è più tempo di improvvisazione gestionale soprattutto se la gestione è pubblica. sollecitiamo ancora un volta il completamento dell’acquedotto Molisano centrale. Il mancato completamento in tempi certi di tale acquedotto alternativo hanno portato la zona più popolata del Molise ad usufruire di un’acqua di bassa qualità, ora e in passato

con sporadiche forniture fuori dai limiti consentiti, quando si potrebbe utilizzare acqua sorgiva e incontaminata. Diciamo questo, ad emergenza in parte conclusa, non per alimentare polemica, senza strumentalizzare quello che è stato una vera emergenza, ma con spirito propositivo nell’ottica di capire per imparare e sanare e fare in modo che la vicenda non si ripeta nuovamente”.

“Resti la Corte d’Appello” Il Comune di Termoli aderisce al Comitato per la salvaguardia della sezione TERMOLI. La paventata soppressione degli Uffici della Corte d’appello di Campobasso crea dibattito anche a Termoli dove la Presidente del consiglio comunale, Manuela Vigilante, stamane ha convocato la stampa per fare il punto della situazione. “L’adesione del Comune di Termoli al Comitato per la salvaguardia – ha affermato la presidente Vigilante – nasce dall’esigenza di far sentire la propria voce e aderire al comitato per lottare insieme per la tutela del nostro territorio. Non dimentichiamo che la soppressione della Corte di Appello determinerebbe, con un effetto domino disastroso la chiusura di numerosi altri uffici giudiziari e paragiudiziari e questo comporterebbe delle conseguenze negative per l’intera comunità molisana sotto il profilo economico, sociale e della pubblica sicurezza. La regione Molise – ha continuato la Vigilante – confina con regione interessati da problemi di criminalità maggiori di quelli della nostra regione e quindi veder venire meno nella nostra regione dei presidi come il tri-

bunale dei minori, la procura generale della Corte di Appello significherebbe anche mettere a rischio maggiormente l’intera comunità. E la ragione di questa adesione nasce anche dal fatto che il diritto alla giustizia, come quello alla salute, è un diritto fondamentale e quindi bisogna lottare con le unghie e con i denti per salvaguardarlo e salvaguardare il nostro territorio”.

Presenti in conferenza stampa anche il Sindaco Sbrocca e il consigliere Marone che nel suo intervento ha ribadito l’esigenza di provvedere prima alla riorganizzazione delle regioni e poi della geografia giudiziaria. “E’ un discorso di opportunità di politica amministrativa perché sarebbe assurdo che oggi ci accorpano alla Corte di Appello di Napoli e poi con la riforma delle regioni saremo accorpati all’Abruzzo e alle Marche sarebbe un controsenso e una inopportunità manifesta. Noi in maniera bipartisan – ha specificato Marone – abbiamo il dovere di affiancare questa battaglia che sta portando avanti il Comitato presieduto dal presidente Di Giacomo. Dobbiamo essere tutti uniti per cercare di difendere il presidio della Corte di Appello di Campobasso altrimenti senza Corte di Appello di Campobasso il Molise sarà di fronte a una ulteriore crisi economica e finanziaria”. Nei prossimi giorni l’azione del comitato continuerà cercando di coinvolgere il mondo della politica del territorio e l’intero tessuto sociale perché, dal dibattito, quanto trapela è l’esigenza di unire le forze e difendere questo presidio.

Auto rubata ritrovata dalla Polstrada Il mezzo era stato portato via al proprietario a Macerata. Il ladro fugge nei campi TERMOLI. Ennesimo episodio di ladro d’auto in transito sul tratto abruzzese e molisano dell’autostrada A14 Adriatica e nuovamente Polizia della Sottosezione di Vasto Sud in azione. Il malvivente, alla guida di una Peugeot 208 che era stata rubata a Macerata, è stato intercettato dalle forze dell’ordine tra San Salvo e Termoli. Non si è fermato all’alt che gli era stato im-

posto e ne è scaturito un inseguimento che si è concluso qualche chilometro più a sud. Il ladro ha cercato pure di speronare l’auto della Polizia, poi ha abbandonato il mezzo dandosi a precipitosa fuga nelle campagne circostanti. “Continua imperterrita l’azione della Polizia stradale di Vasto Sud contro i furti di auto. Erano circa le 05,30 che una delle pattuglie, al km 463, in territorio

molisano notava transitare una Pegeout 208 di colore nero. Gli agenti immediatamente decidevano di procedere al suo controllo. Dopo aver affiancato la vettura facevano segno al conducente di accostare. Per tutta risposta questi accelerava ed iniziava a zigzagare impedendo alla pattuglia di affiancarlo nuovamente. Probabilmente vistosi preso iniziava a rallentare e cam-

minare sulla corsia di emergenza permettendo così l’affiancamento. Il conducente, al km 465 + 500 improvvisamente sterzava verso sinistra con l’intento di speronare la vettura di servizio. L’abilità del poliziotto faceva si che l’urto si riducesse ad una sola strisciatura. Il conducente, dopo aver arrestato il veicolo di traverso sulla carreggiata, scendeva precipitosamente dal lato condu-

cente e si dava alla fuga nelle campagne circostanti. Immediatamente venivano allertate le forze di Polizia di Termoli e dintorni per concorrere alle ricerche che davano esito negativo. A seguito di accertamenti, la vettura Pegeout 208, di solo due mesi di vita e duemila chilometri percorsi, era stata rubata, ad una donna, nella nottata nel centro abitata di Macerata”.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

2 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

“A Termoli rafforzare i servizi” Il sindacato di Polizia del Coisp torna a chiedere il rafforzamento delle strutture TERMOLI. Da anni il sindacato di Polizia COISP chiede in Molise , nonostante le limitazioni imposte dalla “ spending review”, un’attenzione maggiore per il Commissariato P.S. di Termoli , ricordando a chi l’avesse dimenticato, che la dislocazione di quell’ufficio rimane strategicamente importante per la prevenzione e la repressione dei reati. Infatti questo importante centro urbano della dorsale adriatica è attraversata da numerose reti di comunicazioni stradali, autostradali, ferroviaria e navale oltre ai suoi centri balneari che ogni anno richiamano l’attenzione di migliaia di turisti

e che la sicurezza raggiunge nel periodo estivo, la sua massima punta di criticità. Ma nonostante tutto, spesso ci si dimentica che la prevenzione costituisce la regia ed il coordinamento per la salvaguardia ed il rispetto delle Istituzioni e dell’ambiente e delle strutture in cui si opera. Infatti ritorniamo a chiedere ancora una volta, che tutte le Autorità politiche locali e nazionali che operano anche sul territorio molisano, intervengano decisamente a sostegno delle nostre iniziative e non ci si limiti ad analisi frettolose con riferimenti ad organici di servizio desueti e che non tengono conto

per citarne alcune, dell’età anagrafica dei singoli operatori, auto che necessitano di ricorrenti manutenzioni ordinarie e straordinarie, mancanze di risorse aggiuntive che benchè richieste non vengono concesse, oltre alla carenza di personale che non può che incidere sull’organizzazione medesima . I recenti fatti di cronaca meritano una riflessione accurata, poiché riteniamo che l’idea della ragione debba prevalere sull’indifferenza. Più uomini e mezzi per il Commissariato di Termoli, come per il distaccamento della Polizia Stradale e della Polfer di Termoli, per contrastare la pro-

liferazione di reati quali furti e rapine e per i quali chiediamo TOLLERANZA ZERO! La nostra non è una previsione di contabilità politica e amministrativa legata sono a statistiche , ma nasce dall’esigenza di ritenerci vicini all’esigenza contingente della gente che più spesso chiede aiuto e che qualcuno ha l’obbligo di metterci in condizioni di poter operare bene con i mezzi e le risorse adeguate, cosa che si ripercuote inesorabilmente sul benessere del personale. La nostra è al contempo una richiesta ed un’offerta di garanzia per tutti, ma è necessario che

ognuno faccia la propria parte, evitando ben inteso, allarmismi inutili o polemiche sterili, ma è altrettanto vero che non si può prescindere dal rispetto della legge e che il deterrente rimanga il cardine primario per la libertà individuale e collettiva. Evitiamo di sciupare ingenerosamente gli sforzi dei tanti uomini e donne in divisa che quotidianamente con slancio di generosità, nonostante in pochi, cercano, trascurando anche gli affetti più cari, di rispondere alle esigenze del servizio sempre maggiore, cosa per la quale noi ora chiediamo, a tutti gli addetti ai lavori, fatti non parole!

“Ottima la Legge di stabilità” E’ stata l’onorevole Laura Venittelli a illustrare le ragioni della Finanziaria TERMOLI. Giorno dedicato dal Pd all’illustrazione della Legge di stabilità 2016 quello che ieri ha messo assieme a Termoli quasi cento persone, nella location sempre suggestiva del porto turistico Marina di San Pietro. Cielo velato, ma clima mite e allora spazio a una diaspora costiera che ha portato in città amministratori e dirigenti da buona parte della provincia di Campobasso, compresi i comuni più lontani, come Tufara, ad esempio. In prima linea l’onorevole Laura Venittelli. In prima fila l’amministrazione comunale di Termoli, col sindaco Sbrocca e il presidente del Consiglio Vigilante, l’assessore Gallo, ma c’erano settori importanti della società civile, della sanità, delle parti sociali. Proprio riferendosi a Sbrocca, davanti agli occhi del vice segretario regionale Di Giglio, di federazione Marcantonio e di circolo Sciandra, la Venittelli ha confermato l’asse col primo cittadino, che da un annetto scarso è tornato su livelli di assoluta blindatura. L’incipit è stato dedicato alla componente ‘blu’ della ex Finanziaria, quella martellata incessantemente con una campagna stampa nel corso della sua approvazione.

Numeri e cifre che recano tre mesi di lavoro, sedute non stop e cento cose buone. Cavallo di battaglia non solo il mondo della pesca, ma anche la norma salva-precari della sanità, i soldi per la cultura e soprattutto la prima vera defiscalizzazione, al-

leggerimento della pressione fiscale che ha rappresentato un totem di governo per il rilancio dell’opzione crescita del Paese. Una iniziativa che non morirà in viale Marinai d’Italia, ma che dovrebbe diventare da qui alla primavera un tour sul territorio molisano.

San Timoteo, crescono i Cavalieri Altri 11 novizi sono entrati a fare parte dell’associazione per il Santo termolese TERMOLI. Durante la celebrazione domenicale della Santa Messa dedicata ai Cavalieri di San Timoteo presso la Parrocchia omonima sono stati insigniti del grado di Cavalieri di San Timoteo – dopo i 27 già insigniti lo scorso mese di maggio – altri 11 novizi, più quattro cavalieri che fanno parte di questa associazione “Ordo Cavalieri di San Timoteo”. “Carissimo don Benito, in rappresentanza di questi fratelli “Cavalieri di San Timoteo, istituiti lo scorso anno l’11 maggio, in occasione del dono prezioso del vescovo Gianfranco De Luca della custodia del capo di San Timoteo, chiedo che oggi siano ammessi come novizi: Michele, Domenico, Kevin, Elio, Carlo, Marco, Antonio, Peppino, Claudio, Nicolino, Domenico e come nuovi cavalieri i fratelli: Salvatore, Bruno, Luigi, Tommaso e il signor Cleofino Casolino come cavaliere

onorario, visti i meriti collaborativi espressi in favore di questo cavalierato timoteano”. Questa la richiesta ufficiale per la investitura avvenuta ieri mattina che conclude cosi… “Grati al Signore e al nostro protettore San Timoteo, per i benefici che ci concedono, chiediamo di accogliere la richiesta ed annoverare questi nuovi fratelli tra i Cavalieri

di San Timoteo”. Una cerimonia molto ben congeniata ed estremamenteaffascinante in una chiesa, quella di San Timoteo, gremita di fedeli come sempre del resto. I figuranti perfettamente entrati nella parte, del resto a dimostrazione della serietà dei compiti spettanti ai membri di questa associazione, chiunque chieda di

essere affiliato al cavalierato non è che basta chiedere ed è fatta, prima di arrivare al passo compiuto nell’ultimo giorno di gennaio, l’aspirante deve sottoporsi ad una sorta sorveglianza e avere comportamenti consoni al compiti che potrebbero essergli affidati. Una volta trascorso l’apprendistato, i membri saggi ed esperti

dell’Associazione emetteranno il verdetto di ammissione o no, una volta accettata la sua richiesta, farà un periodo di noviziato e poi potrà essere insignito dell’onorificenza di Cavaliere di San Timoteo. Questo è quanto accaduto al cospetto del parroco e parrocchiani della chiesa di San Timoteo. Complimenti tanti per questa bella pagina di cultura e tradizione. È bene comunque ricordare che la stessa, come associazione, si occupa molto anche del sociale grazie a che a don Benito. Il compito dei Cavalieri è di aiutare la custodia delle sacre reliquie del Santo Compatrono della città di Termoli e di adoperarsi, come volontari, in azioni di attenzione e servizio verso le necessità dei singoli della città, della calamità naturali e per ogni gesto di solidarietà.



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Opinioni di Claudio De Luca

1 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Dai partiti ai Comitati

Mentre i partiti sembrano finire sempre di più in una crisi senza sbocchi, in Molise i “comitati” stanno lievitando in misura esponenziale. Riuscirebbe interessante comprendere perché questo avviene. Molti pensano che oggi i “politici” non costruiscano quasi più. Naturalmente a risentirne sono le istituzioni. Presentemente, tra il Campobassano e l’Isernino, opera una classe dirigente rissosa ed inconcludente, le cui componenti si affannano soltanto a delegittimare l’avversario o il “nemico” interno. Però, ridurre la contrapposizione ad una inutile vaiasseide quotidiana, può voler dire soltanto avere smesso di cimentarsi sui problemi reali. Quando si sia invischiati in contingenze serie, quali quelle affrontate dalla XX regione, di forte impatto sull’intera società locale, occorre sempre inquadrarle con obiettività e con lungimiranza. Incorrerebbe in un gravissimo errore di prospettiva chi, schierato dall’una o dall’altra parte, avesse a servirsi della dissidenza interna altrui per indirizzare una riforma in un senso o nell’altro. Perseverare in comportamenti così poco costruttivo, provoca soltanto brutti pensieri nell’elettore, precostituendolo a meditare su di una strumentalizzazione così evidente; e sono proprio queste riforme al brodo di giuggiole a rappresentare la colpa maggiore dell’attuale classe politica al cui interno i mestatori riescono sempre a prevalere su chi

vorrebbe costruire. Oramai nella società molisana operano tre categorie di persone: i politici, i politicanti e gli accattoni della politica. Ed ecco perché la “gente” si rivolge sempre di più ai tanti Comitati che proliferano nel tentativo di respirare aria fresca. In Molise ve n’è tanti. C’è chi dedica le proprie forze all’ambiente e chi s’impegna direttamente in politica. Grazie a “Face-book, acquistano iscritti e simpatizzanti virtuali ed inondano i “mass media” di comunicati. Il fenomeno è vecchio di qualche anno. Cominciò con le pale eoliche; poi venne fuori una caterva di sigle di associazioni, di “correnti” e di comitati nati

per il vantaggio di luoghi e di materie: “In difesa della Valle del Tammaro”, “A che punto è il Molise”, i “Pastori Sanniti” … Ogni nome nuovo ne richiamava un altro; e così spuntarono: “No agli inceneritori”, “Donna Olimpia Frangipane”, “La fonte”, il “Papiro” e gli “Archeologi del Molise”. Ancora qualche mese e lievitarono ancora, magari dedicandosi al “particulare”. Arrivarono gli “Insegnanti di geografia”, “Mai le pale eoliche a deturpare il sito archeologico di Altilia”, il comitato per l’“Acqua pubblica”, il sodalizio dei “Cristiano sociali”, “l’altra Italia per l’ambiente”. Tra le sigle più anziane vanno citate l’associa-

zione “Padre Tedeschi” e la fondazione “Don Milani”; poi non vanno scordate le “Mamme coraggio”, i sodalizi di chi intende dedicare le proprie forze alle centrali a biomasse o a turbogas da abbattere, alle trivelle da evitare, ai fuochi che originano diossina, ai pozzi di Cercemaggiore ed ai rifiuti tossici nascosti nel sottosuolo. Infine v’è chi si è voluto specializzare contro le “eco-mafie” e contro la corruzione. Però del dissesto e delle frane, che colpiscono quasi l’intero territorio molisane, non si occupa alcuno. In taluni casi, si nutre la più che fondata convinzione che si tratti di gente che, per candidarsi e per essere elette, ha meditato e si è detta:”Forse è più conveniente creare un comitato che aggregarsi ad un vero partito”. Una volta, quando i partiti rappresentavano un punto fermo nelle varie comunità, chi avesse voluto impegnarsi in politica doveva affrontare una sorta di cursus honorum. Prima doveva iscriversi alla sezione, poi frequentarne attivamente i locali, quindi farsi eleggere – per i propri meriti – nel Direttivo, infine tendere ad assumerne la Segreteria. Soltanto alla fine si poteva aspirare ad una candidatura che, rigorosamente, ti faceva diventare prima consigliere, assessore e – forse! – pure sindaco; da buon ultimo consigliere regionale e deputato. Oggi diventa primo cittadino persino chi non sia mai stato visto a passeggio lungo le strade del proprio paese.

Il sentore dell’estetica del silenzio di Claudio de Luca Se dobbiamo parlare di “cronisti” molisani, di “contraddittori” locali e di “lettori” paesani, dobbiamo ricordare che il più antico papiro esistente (in sostanza il “papà” di tutti i “giornali” conosciuti) è quello che si attribuisce a Prisse, scritto sotto la V dinastia dei Faraoni (2.000 anni a. C.). Conservato a Parigi, questo documento contiene un trattato morale in cui si rimpiangevano (da ieri ad oggi nulla è cambiato!) le virtù delle età trapassate. A quel tempo, esistevano i cronisti, ma non ancora erano spuntati i contraddittori, vale a dire quei “signori” che, non appena viene pubblicato un articolo, cominciano a parlarne ed a commentarlo sui “social”. Ne sviscerano i contenuti con tanta sicurezza e competenza da lasciare meravigliato e senza parole l’Autore stesso che, interrogato e punzecchiato nelle repliche, si ritrova come un colpevole a cui venga chiesto: perché, come e quando l’hai fatto? Lo farai ancora? Da chi hai im-

parato? Assalito da ogni parte, l’Autore prende a mormorare delle scuse, si trincera dietro qualche influenza o derivazione, brancola tra le approssimazioni, quasi che lo scritto non fosse stato frutto della sua mente e del suo cuore bensì una cosa che si era ritrovata in tasca e di cui non riesce a giustificare il possesso. Solo più tardi sono arrivati i lettori che amano replicare; e si è scoperto che chi pratica il mondo dei giornali finisce per leggiucchiarli, magari attratto da un’illustrazione, da un titolo o dalle poche righe di un corsivo. Si tratta di soggetti anomali che spesso sorprendono per una citazione rara, per un concetto insolito e, talvolta, per avere rivelato un dato storico o letterario che ci era del tutto sconosciuto. Temiamo allora di essere in presenza d’uno studioso d’eccezione, di un erudito inattaccabile o d’uno specialista versato nella sua materia. Invece, si tratta di cleptomani che rubano oggetti vari nei grandi magazzini del Sapere universale. Da qualche tempo, certi giornalisti (in ispecie quelli delle te-

state “on line”) hanno scoperto il filone redditizio della dissacrazione politica; e sono convinti che sia sufficiente praticarlo per farsi una posizione nel mondo delle gazzette. Dissacrare vuol dire deridere, mettere in caricatura, rovesciare ciò che può essere ritenuto sacro (o quanto meno istituzionale). Purtroppo, le idee fondamentali, i princìpi, le essenze prime hanno una localizzazione sconosciuta a chi dissacra professionalmente; a chi, pur credendo di nominare certe cose per trascinarle al proprio livello, finisce semplicemente con il mettere in vetrina se stesso, lasciando incontaminate le entità che vorrebbe spogliare e mostrare al mondo, senza riuscire a smascherare ed a sconfiggere quei miti. Ci vuole altro che dirsi untori per diffondere la peste e per compiere una strage. Dopo tutti questi soggetti, c’è chi, ogni mattina, suole esaminare le testate (a stampa ed “on line”). Magari solo per autopunirsi. Di alcuni di esse basta leggere i titoli per farsi un’idea precisa della scarsità dei contenuti; un po’ come capita col vino

quando, per giudicarne la qualità, è sufficiente umettarsene le labbra. La lettura fa venire in mente che – bene spesso – si parla di una crisi del linguaggio da parte di quanti ritengano che il pensiero abbia raggiunto un alto livello di complessità o da chi vuole che il vivere sociale, con le sue complicazioni e contraddizioni, abbia causato una saturazione della ricettività dei singoli che non riescono più ad accettare né discorsi né immagini, propinati a ritmo ossessivo ed a fini estranei alla pura coscienza. La crisi del linguaggio consentirebbe una sola proposta logica: la pratica dell’estetica del

silenzio, vale a dire la ricerca di una comunicazione profonda che non abbisogni di parole né di forme. Però questa pratica (che pure potrebbe impedire a tanta gente di scrivere inutilmente sui giornali) dovrebbe essere anteriore al linguaggio che pratichiamo. Non può venire dopo, quale rimedio o ritorno. Ne deriva che pure essa finisce per diventare una delle tante proposte di “reductio” alle origini, di rientro nel ventre materno, nell’inespresso o nel dominio dell’istinto. Un riscatto da cui potrebbe di nuovo concretarsi l’impresa, felice o disgraziata, dell’”homo sapiens” molisano.


Da dicembre in edicola e librerie


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