Nagni, che ti paghiamo a fare

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tuttO quellO che gli Altri NON DicONO ANNO xii - N° 23 SAbAtO 30 geNNAiO 2016 - DiStribuziONe grAtuitA

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Paolo Spina L’Oscar del giorno lo assegniamo a Paolo Spina. Il presidente della Camera di commercio di Campobasso ha presentato il rendiconto delle spese sostenute dalla sua struttura per Expo Milano. E’ possibile, in questa maniera, leggere come siano stati spesi i soldi pubblici e come sono stati spalmati. Stessa cosa si attende dagli altri enti che hanno dato vita al padiglione Molise per avere un quadro preciso della spesa visto che sono soldi dei molisani.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Claudio Pian Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Claudio Pian. In merito alle manifestazioni organizzate per Expo, a nome del Molise, il solo a rendicontare le spese sostenute e capire come siano stati spesi i soldi pubblici è stato il presidente della Camera di Commercio di Campobasso. Fino a questo momento non si ha traccia, ancora, di Molise Sviluppo del quale è presidente Pian. Tanto per capire come sono state spalmate le risorse economiche.

Servizio a pagina 3

Treni rotti, fermi e soppressi e il Molise non esiste. L’assessore si difende:  “Per questa mia mancanza di ostinazione e risolutezza, chiedo scusa ai viaggiatori”.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 30 gennaio 2016

Solo il presidente della Camera di Commercio del Molise Paolo Spina s’è posto il problema di un rendiconto

La partecipazione del Molise all’Expo 2015 di Milano per la Regione è un fatto privato I cittadini ritengono che il denaro pubblico sia cosa estranea alle loro tasche Muovere le acque stagnati della comunicazione istituzionale. Se ne occuperà il presidente della Camera di Commercio del Molise Paolo Spina, in ossequio al suo inderogabile principio che lo ha portato pretendere che a conclusione di un investimento di denaro pubblico fossero redatti un rendiconto economico e una relazione illustrativa degli esiti raggiunti. Questo è ciò che chiederà a coloro che hanno seguito gli interventi delle Camere di Commercio di Isernia e Campobasso all’Expo 2015 di Milano. Stessa cosa dovrebbe fare il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura che all’Expo 2015 è stato attore e protagonista per diversi aspetti e per diversi motivi istituzionali, certamente, ma anche di natura amministrativa relativi alla partecipazione del Molise alla grande Fiera mondiale. Che nei mesi antecedenti all’inaugurazione, è stata considerata una circostanza storica e per questo da onorare al meglio delle possibilità rappresentative e illustrative del nostro territorio, delle sue ricchezze ambientali, archeologiche

CAMPOBASSO. Con l’ultimo suo respiro la Provincia di Campobasso porterà con sé nel cimitero delle istituzioni novecentesche anche la biblioteca provinciale “P. Albino” di Campobasso. Niente è per sempre, questo è certo, ma vale la pena ragionare su cosa si perde e, soprattutto, sul perché. Pur non avendo mai pulsato come un cuore e spinto sangue fresco nelle vene di Campobasso e di tutta la regione, la biblioteca “P. Albino” è sempre stata presente nella vita di moltissimi di noi. Come quelle vecchie zie che si vedono nelle occasioni di festa, ma sempre volentieri. Perché ti fanno sorprese gradite o succulenti manicaretti. Così la biblioteca è servita per ricerche, convegni, assemblee tra le più disparate in ben centocinquanta anni della storia del capoluogo ma, ripetiamo, dell’intera regione. Sono moltissimi coloro che hanno cercato tra gli scaffali le risposte che cercavano,

e culturali e delle sue peculiarità produttive. E’ stato immaginato che il ritorno economico e turistico sarebbe stato particolarmente significativo dato l’impegno organizzativo, la disponibilità finanziaria, la qualità della partecipazione e la “singolarità” della proposta molisana nel novero delle proposte italiane. Alla realizzazione di questo progetto e di questo obiettivo sono stati chiamati consulenti, profes-

sionisti, esperti, finanche l’università , e molti altri soggetti pubblici e privati di cui sarebbe interessante avere quantomeno la percezione del loro contributo e la giustificazione del loro compenso. Questo è accaduto alla vigilia dell’inaugurazione. Alla chiusura dell’Expo invece il silenzio, la distrazione collettiva, il disinteresse a conoscere gli esiti, le conquiste, le gratificazioni. Sarà che gli esiti sono stati deludenti, le

conquiste improbabili, le gratificazioni inesistenti. Diversamente nessuno di coloro che hanno partecipato all’Expo 2015 si sarebbe sottratto alla sua e alla glorificazione dell’evento. Un analista molisano ha giudicato nullo, ma proprio nullo, l’apporto dell’Expo alla presenza turistica nel Molise, condizione che hanno riscontrato anche altre regioni , tranne la Lombardia, l’Emilia e Romagna, il Veneto e la Toscana. Magra consolazione. Mancando un re-

port della partecipazione della Regione Molise alla manifestazione milanese, è lecito azzardare che vada giudicato nullo, ma proprio nullo, l’apporto di Expo 2015 alla nostra economia e alla conoscenza del nostro territorio in giro per il mondo. In proposito dovrebbe pronunciarsi il presidente di Sviluppo Italia Molise, Claudio Pian, società cara alla presidenza regionale, destinatario di compiti e finanziamento per essere a Milano. Il comune denominatore degli apparati pubblici e privati che hanno partecipato all’esposizione mondiale di Milano è il silenzio. Mai come in questa occasione da costoro considerato d’oro. La gravità di questo atteggiamento di noncuranza del diritto dei cittadini molisani di conoscere l’entità del costo della partecipazione del Molise all’Expo e i risultati ottenuti, anche in forma sommaria, però è nell’atteggiamento distaccato e remissivo dei cittadini che ritengono che il denaro pubblico sia cosa estranea alle loro tasche. Dardo

Biblioteca Albino, ma non importa a nessuno? Nonostante le pressioni dei dipendenti e quelle politiche, la Regione tace

per gli studi, le passioni o le manie che impegnavano le loro esistenze. La biblioteca in una comunità rappresenta quel valore di formazione dell’identità comune di cui si sentirà la mancanza e si percepirà il valore solo nel momento in cui la si perdrà. E noi la perderemo per 400.000 euro di costo di ge-

stione, che la Regione Molise s’è guardata bene dal sostenere come istituzione supplente una volta dipartita la Provincia. 400.000 euro possono sempreare una bella cifra presi come valore assoluto ma in relazione al bilancio dell’ente regione sono poco più che una paghetta, a ben guardare si po-

trebbero coprire rinunciando a due o tre di quelle consulenze che hanno prodotto ben poco per il pubblico interesse se non qualche ulcera da stress. Eppure dai palazzi della Regione nei mesi passati nessun orecchio interessato s’è levato ad ascoltare le richieste di aiuto e di intervento che da più parti si sono

levate. Men che meno quelle del delegato alla cultura Nico Ioffredi. In altre regioni, invece, sono intervenuti. In Abruzzo le tre biblioteche principali sono state riunite in un unico polo regionale. Cosa che qui ci si è guardati bene dal fare, magari coinvolgendo il Comune di Campobasso che qualcosa spende per la sua biblioteca comunale che poteva benissimo essere incorporata nell’ “Albino” creando così un’unione virtuora di intenti con la Regione. Ma questa è solo una delle mille soluzioni che una volontà decisa avrebbe potuto trovare. Invece ci apprestiamo a salutare un’istituzione che dopo centocinquanta anni cede alle ingiurie del tempo e dei tempi che cambiano.


TAaglio lto

Beh, ma cosa volete dall’assessore regionale ai trasporti, Pierpaolo Nagni? Il suo problema è solo che è troppo educato, troppo signore per rischiare di essere invadente, petulante e disturbare, così, il suo collega pugliese, Giovanni Giannini. Il quale, a suo dire, sarebbe il mandante della decisione di Trenitalia di sospendere la corsa del treno regionale Termoli-Foggia, creando un pasticcio tremendo, tra bus sostitutivi, spostamenti di orari, con mancate coincidenze per i viaggiatori in arrivo da Campobasso e Pescara, e tutta una serie di disastri tale da convincere gli imbufaliti pendolari ad unirsi in un Comitato per cercare, così, di riuscire a ripristinare lo stato precedente delle cose. Pare che ormai non esista alternativa ad i comitati spontanei per difendersi dalle vere e proprie aggressioni che le amministrazioni pubbliche, ai più vari livelli, sembrano divertirsi a portare contro i cittadini. Ma torniamo al signor assessore, con la sindrome del testimone di Geova: pur consapevole che quelli del Comitato avevano già fatto sapere di non riuscire più a mettersi in contatto con lui, dopo che aveva promesso di mettere a disposizione i suoi buoni uffici affinché la corsa venisse ripristinata, ci spiega, con una nota, che non è stata questione di cattiva disposizione d’animo; non è che non voleva rispondere alle telefonate del Comitato perché troppo impegnato; il vero motivo è che non aveva niente da dire. Sentita Trenitalia, a quanto racconta di suo pugno Nagni, la stessa pare abbia detto che la decisione era stata presa “… a seguito di una proposta della Regione Puglia…”. Beh allora mica si può protestare con la Trenitaila, del resto lui rappresenta (pagato una cifra vergognosa, a questo punto) solo la Regione Molise:

di Ulisse Di Giacomo

3 30 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Tragicomica nota dell’assessore Nagni sulla soppressione del treno Termoli-Foggia

Ma noi questi qui cosa li paghiamo a fare?

ubi maior, minor cessat! L’educatissimo assessore allora prova deferentemente a chiamare il suo omologo pugliese e qui il racconto si fa commedia: “Più volte ho cercato il mio collega pugliese Giovanni Giannini con il fine di trovare immediatamente una soluzione, ma con poca fortuna e forse a causa di poca insistenza e senza scendere nell’assillo, a volte necessario. Per questa mia mancanza di ostinazione e risolutezza, chiedo scusa ai viaggiatori.” Capito? I pendolari molisani è da un mese e mezzo che fanno i salti mortali (con tanto di partenza anticipata alle 6.40 che comunque non è stata risolutiva) e lui ha paura di disturbare l’assessore pugliese. Non riesce a mettersi in contatto con lui per mancanza di ostinazione e risolutezza; e ce lo viene anche a raccontare. Davvero siamo al purissimo, seppur

drammaticamente involontario, cabaret. Ma il meglio deve ancora venire. Il fatto si fa esilarante quando Pierpaolo Nagni scopre che i rappresentanti del Comitato erano stati talmente ostinati e risoluti, loro, da farsi ricevere dallo stesso assessore

Giannini; probabilmente nello stesso frangente in cui lui stava pensando se fosse il caso di richiamare, oppure no; tormentato dal dubbio. Ed infatti: “Tanto premesso, apprendo che alcuni rappresentanti dei pendolari sono stati ricevuti martedì da

Giannini e che quest’ultimo, nell’occasione, si sia impegnato a risolvere il problema assieme alla Dirigenza pugliese di Trenitalia, confermando l’unilateralità di questa scelta.” Impagabile. Quindi, viaggiatori molisani, potete stare tranquilli, Giannini si è impegnato a risolvere il problema, insieme alla dirigenza pugliese di Trenitalia. Possiamo nutrire qualche speranza, se ci pensa Giannini. Fosse dipeso da Nagni eravamo ancora tutti di fronte ad un telefono a chiederci se era il caso di disturbare, richiamando, il mega assessore galattico della Regione Puglia. A questo punto non si può non citare il buon Lubrano di Rai Tre ed il suo tormentone. La domanda, infatti, sorge spontanea: “Ma noi, questi qui, che cosa li paghiamo a fare?”

Un’altra presa in giro

Frattura ha annunciato che porterà sui territori la discussione sui Piani Operativi Sanitari. Per fare cosa? Nulla, se non prendere ancora una volta in giro i Molisani. E questo perché i suddetti Piani sono stati scritti direttamente dai Ministeri dell’ Economia e della Salute, tramite il famigerato Tavolo Tecnico, e gli attuali vertici della Sanita’ in Molise ( sub-commissario, Direttore Generale Asrem, Direttore Assessorato alla Salute, Direttore Sanitario Asrem ) lo hanno imposto a Frattura il quale, per non essere sostituito nel ruolo di Commissario, lo ha immediatamente adottato. Questa è’ la verità’, purtroppo, ed è’ per questo che Frattura ha gia’ minacciato:” Se non passa questa versione dei Piani Operativi il Molise si ritroverà con un altro Commissario!”. Magari, dico io.

E allora il tour del Presidente- Commissario si rivelerà una bufala autentica, L’ ennesima fregatura per cittadini e operatori della sanità’, cosi’ come è’ già’ successo per gli impegni assunti sull’ Ospedale di Venafro (con relativa firma), sull’ Ospedale di Larino e sull’ Ospedale di Agnone (con relativa conferenza stampa). Contro la chiusura degli Ospedali di Venafro, Larino e Agnone, contro la soppressione delle Unità’ Operative di Isernia, contro l’ azzeramento del Cardarelli di Campobasso, insomma contro la distruzione della sanità’ pubblica e la sua privatizzazione, c’ e‘ una sola risposta dignitosa da parte dei molisani: lasciare da solo Frattura in questa nuova barzelletta, nella certezza che presto, molto presto, non avrà più’ la possibilità di fare danni irreparabili, e in Molise ci sarà una nuova classe dirigente che rimetterà’ le cose a posto. Anche in Sanità’. Senatore della Repubblica


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TAaglio lto

4 30 gennaio 2016

Costituito nel corso della riunione tenuta a Palazzo san Giorgio

Anche nel Molise il Comitato per il “NO” alla riforma costituzionale cosiddetta Renzi-Boschi La professoressa Carlassare: “Non siamo fautori di un’idea di cristallizzazione della Costituzione, ma crediamo che nessuna sua modifica possa essere in contrasto con quel principio democratico che ne costituisce il nucleo essenziale” Si è tenuta a Palazzo San Giorgio, a Campobasso, la prima riunione per la creazione del Comitato molisano per il “NO” alla riforma costituzionale cosiddetta “RenziBoschi”. Il Comitato è filiazione diretta, a livello regionale, del corrispondente Comitato Nazionale fondato da alcuni tra i più autorevoli studiosi di Diritto Costituzionale e giuristi italiani (tra gli altri, Alessandro Pace, che ne è il Presidente, Lorenza Carlassare, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky). Le adesioni sono in ascesa tra i cittadini e le formazioni politiche e sociali, tra cui, ufficialmente Sinistra Ecologia e Libertà, Possibile, Partito dei Comunisti Italiani e Area Socialista. La partecipazione partitica non è certo un impedimento per coloro

CAMPOBASSO. Il rilancio concreto del Molise deve passare necessariamente per il Patto per il sud e su questo, ormai da tempo, le principali istituzioni regionali stanno ragionando al fine di mettere in campo azioni che puntino, oltre che sulle risorse nazionali, soprattutto sull’utilizzo dei Fondi Europei e sul loro pieno assorbimento. Il quadro economico e sociale del territorio è evidente: la crisi mordente non ha risparmiato alcun comparto. Una condizione che necessità di azioni immediate e mirate. Ed in merito, Confprofessioni Molise ha le idee chiare. Per il presidente Riccardo Ricciardi “occorre, in tempi brevi, un vero cambiamento di passo. Un cambiamento di mentalità. Un cambiamento non più rinviabile. Serve un Patto in cui il mondo istituzionale e quello economico e sociale decollino in simbiosi sfruttando le potenzialità

Unitarietà di intenti tra tutti i soggetti coinvolti”. E’ quello che chiedono i giudici del Tribunale di Campobasso nel decreto di aomologazione riconosciuto alla proposta di concordato preventivo della Gam. Il provvedimento, arrivato a un anno dall’istanza, riconosce all’architettura complessiva della procedura concorsuale (che mette al sicuro Gam dalle ri-

che del Comitato ne condividano gli intenti, ovvero la voglia di opporsi a Renzi e al suo governo, ma soprattutto divulgare, quanto più possibile, i contenuti della

proposta di modifica della Costituzione senza scendere sul piano dello scontro politico, ricercato invece dal governo nel momento in cui lega la propria sopravvi-

venza agli esiti del Referendum. Il Comitato rifiuta questa logica, dal momento che la difesa della Costituzione va là di là della quotidiana polemica politica. Da qui, da questa posizione di chiarezza, l’auspicio della più ampia partecipazione di tutte le forze, da qualunque parte provengano, purché condividano l’ approccio al tema. Addirittura, come nel caso della professoressa Carlassare, c’è rammarico per essere costretta ad opporsi alla riforma, con una precisazione: “Non siamo fautori di un’idea di cristallizzazione della Costituzione, ma crediamo che nessuna sua modifica possa essere in contrasto con quel principio democratico che ne costituisce il nucleo essenziale. Abbiamo sperato fino all’ ultimo

che si potesse innovare il nostro assetto istituzionale in armonia con i principi faticosamente conquistati dai nostri Padri Costituenti. Purtroppo, però, la maggioranza non ha voluto ascoltare alcuna proposta alternativa al disegno prospettato da questa riforma che, invece, propone una irragionevole verticalizzazione del potere”. A dirla tutta, per il Comitato è in gioco la qualità della nostra democrazia e tale questione impone a di non dare una paternità politica a questo Comitato, bensì di agire secondo una logica di cooperazione, animata dall’unico obiettivo di fermare questa riforma” .

“Il rilancio del Molise deve passare per le infrastrutture” Per il presidente di Confprofessioni, Ricciardi, non c’è via di scampo del Molise”. L’attenzione, per Confprofessioni, si concentra tutta su infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e cultura. Nel dettaglio. Quanto alle infrastrutture si deve lavorare sul collegamento SS85 Var (Venafro) autostrada A; sull’ampliamento e messa in sicurezza del tratto molisano SS17 (Campobasso-Foggia); sull’autostrada Termoli-CampobassoS.Vittore (autostrada A1) e sull’adeguamento della linea ferroviaria Termoli-Venafro e sull’elettrificazione della tratta fino a Roma. Circa l’ambiente: si realizzino impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici: si adeguino i depuratori con il recupero delle acque reflue

per la produzione di biocarburanti; si monitorino gli interventi sulle malattie da inquinamento ambientale e zoonosi. Poi lo sviluppo economico e produttivo. Fondamentale la formazione di professionisti molisani per attività di consulenza alle

PMI, incentivazione allo start-up di strutture e società multiprofessionali, internazionalizzazione dei servizi professionali; la realizzazione di progetti di incentivazione alla conoscenza ed allo sviluppo delle forme di risoluzione alternativa delle controver-

sie (mediazione finalizzata alla conciliazione, negoziazione, arbitrato): i programmi di messa in rete delle imprese e studi professionali per la commercializzazione integrata di prodotti e servizi sui mercati nazionali ed internazionali: Infine turismo e cultura. Importante è la valorizzazione del patrimonio archeologico e dei centri storici: l’adeguamento strutture ed impiantistica sportiva di Campitello Matese e di Capracotta e la valorizzazione del lago di Occhito per sport acquatici. Confprofessioni rinnova il suo impegno per offrire un fattivo contributo al rilancio del Molise restando pertanto disponibile al confronto con tutti i soggetti coinvolti.

Gam il liquidatore è Ernesto D’Elisa Il Tribunale di Campobasso ha emesso il decreto di omologazione del concordato chieste di tutti i creditori, disponendo un piano dei pagamenti dovuti) la volontà di preservare il valore dei fattori produttivi in vista della vendita a imprenditori privati. Ciò che anche in funzione del fatto che il rilancio

della filiera passa per la fuoriuscita della Regione dall’assetto societario, viste anche le imposizioni governative in materia di dismissioni delle partecipate. Al processo di liquidazione è stato affidato al commercialista Ernesto

D’Elisa. Visti i tempi non prevedibili dell’operazione e comunque non brevi, è data la la possibilità di procedere a un affitto d’azienda, limitato ai segmenti produttivi , così da facilitare il collocamento della filiera avicola molisana

sul mercato, “in modo da consentirne la sopravvivenza e il rilancio da parte dei soggetti privati”. Spetterà ancora alla Regione individuare potenziali interlocutori interessati ad allevare, macellare e trasformare polli in Molise.


TAaglio lto

5 30 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Determinazioni dirigenziali con refusi costrette ad essere rivedute e corrette

Le commissioni valutatrici alla Regione chiedono soldi Per la D’Innocenzo la “problematica” è sottoposta ad approfondimenti giuridici “resisi necessari a seguito, tra l’altro, dell’avvicendarsi di diverse disposizioni normative La commissione regionale valutatrice, per la procedura comparativa finalizzata al conferimento di complessivi 5 incarichi di collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.) a supporto della Direzione generale della Salute è composta così come indicata all’articolo 7 dell’Avviso pubblico, ossia da Michele Colitti, presidente; Francesco Sforza e Donata Iallonardi, componenti, e da Alessandra Brunetti, segretaria. La precisazione s’è resa necessaria in quanto nella determinazione numero 1 dell’anno 2016 del direttor generale della Regione e direttore generale per la Salute, Martinella D’’Innocenzo, con la quale è stato approvato appunto l’Avviso pubblico, al posto della Iallonardi era indicata Simona Gentile. Questo “qui-pro-quo” viene fatto passare per “un mero refuso”. Infatti, nella determinazione di riparazione della D’Innocenzo del 21 gennaio 2016, viene così detto e ribadito. Una de-

terminazione particolare, che alla correzione del “refuso” ha aggiunto, senza che si capisse da chi e perché sia stato sollevato, il problema del trattamento economico che spetterebbe ai componenti della commissione con qualifica non dirigenziale (come

l’intervento di sergio genovese Lo dico a scanso di equivoci visto che i nani malefici sono sempre in agguato, la sicurezza nelle Scuole è un problema straordinariamente serio. La incolumità dei nostri bambini deve rispondere ai doveri primordiali e primari di una Amministrazione, più delle strade, più degli ospedali, più di qualsiasi esigenza sociale. Giova,nell’economia del discorso, precisare che la maggior parte in Italia, é sprovvista degli standard minimi per poter definire quegli edifici sicuri. La precisazione serve per far capire meglio che in un quadro economico come quello in cui si trova il nostro paese, per bonificare il gravissimo problema, servirebbero investimenti poderosi pari a più leggi di stabilità. Ora tutto è più difficile perché per fare lavori seri e importanti, dicono i tecnici, bisognerebbe chiudere le scuole per lungo tempo. Come si fa? Il diritto allo studio non si può incrinare o interrompere né si può pensare di utilizzare

previsto dall’articolo 20 del regolamento regionale 3/2003), e ai componenti con qualifica dirigenziale, per i quali, è notorio, vale il principio dell’onnicomprensività della retribuzione. Una strana commistione, che ha reso la determinazione non solo un

atto di riparazione di un “refuso” quanto un atto di ben altra portata e di ben altro contenuto, in cui affiora, more solito, l’aspetto pecuniario a farla da padrone. Soldi, sempre soldi. Alla Regione Molise il ristoro economico è un precetto. Comunque, per gli

uni, ovvero per i componenti con qualifica non dirigenziale, e per i componenti con qualifica dirigenziale, stando a ciò che dice la D’Innocenzo, al momento vale “la problematica riguardante la spettanza di compensi ai componenti di qualsivoglia commissione”. E siccome al momento la “problematica” è sottoposta ad approfondimenti giuridici “resisi necessari a seguito, tra l’altro, dell’avvicendarsi di diverse disposizioni normative”, di soldi per Colitti, Sforza, Iallonardi e Brunetti è il caso di riparlarne. Che si dedichino con la dovuta responsabilità e competenza a selezionare i 5 incarichi di collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.) a supporto della Direzione generale della Salute ché, si dice negli ambienti regionali, la D’Innocenzo ne ha grande bisogno per essere alleggerita del gravame di direttore generale della Regione.

Il terremoto e le scuole in emergenza solo gli edifici sicuri poiché, come dicevo, non sarebbero assolutamente sufficienti. Quando si affrontano i problemi con il vento forte della emotività che crea indubbiamente ansia, tutti gli attori rischiano di dare il peggio di se stessi per creare scompigli e commenti disparati che quasi sempre rimuovono il problema principale per restare, a pelo di acqua, su altre dinamiche non meglio definite o forse troppo definite. I Comitati e tutte le azioni ad esso connesse, dovevano sorgere molto tempo prima per la denuncia di una esigenza che è generale salvo qualche sfumatura. In un contesto di preoccupazione collettiva, sarebbe saggio non dividersi in guelfi e ghibellini, altrimenti la emergenza si gestisce con scarsa lucidità. Dopo la terribile sciagura di San Giuliano mi rifiuto di pensare che ci possano essere Amministratori che ragionino e operino con superficialità. Mi pare opportuno ricordare che se si conosce davvero il primato della incolumità dei nostri

bambini, tale priorità morale e sociale non può essere di competenza solo delle Amministrazioni pubbliche nei confronti delle quali è giustissimo pretendere chiarezza e trasparenza. Ma al pari, sarebbe paradossale se i genitori, che avanzano pretese sacrosanti, non si ponessero con la stessa intensità di

quando appaiono in televisione, nei confronti delle situazioni esistenti presso gli edifici dove i propri figli dimorano. Questo oltre che paradossale, sarebbe intellettualmente e moralmente inconcepibile.


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Campobasso

30 gennaioi 2016

Tornare ad essere un punto di leva dell’economia cittadina, un riferimento, una possibilità di interazione civile, sociale, economica e culturale

Il Mercato Coperto per promuovere start-up innovative?

Nel deserto delle iniziative comunali, un lampo. Lo ha generato il sindaco Antonio Battista andando indietro nel tempo a riprendere il project financing elaborato dal compianto imprenditore Mario Di Biase nel 2005, teso a recuperare e valorizzare la struttura corrispondente al Mercato Coperto di Via Monforte, progettato dall’archistar degli anni Sessanta, Enrico Mandolesi. Una struttura di pregio architettonico (ormai dismessa), che si (ri)propone per un nuovo tentativo di valorizzazione potendo entrare nel novero degli interventi del piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate (dotazione di 44.138.500 euro per il 2015 e di 75.000.000

euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per complessivi 194.138.500 euro). Campobasso abbonda di aree urbane degradate: l’imbarazzo è nella scelta. Tra queste, è stata individuata l’area compresa tra Via S. Antonio Abate, Via Marconi e Via Monforte, a ridosso del Centro Murattiano e parzialmente compresa nel borgo medievale, nel tempo progressivamente marginalizzata, impoverita, degradata, ma ancora sostanzialmente rivitalizzabile se, come spera il sindaco Battista, riuscirà ad essere inserita nel piano nazionale per la riqualificazione, appunto, delle aree urbane che hanno perso appeel socio/economico e culturale. In quell’area si trova, troneggiante, il Mercato Co-

perto che chiede da anni di tornare ad essere un punto di leva dell’economia cittadina, un riferimento, una possibilità di interazione civile, sociale, economica e culturale. Possibilità che l’impresa Mario Di Biase aveva individuato, analizzato, progettato, chiamando in causa l’amministrazione di Palazzo San Giorgio per una collaborazione attiva e fattiva. Andata in buca, purtroppo, e non è difficile capire come e perché. I progetti lungimiranti (e quello lo era) hanno bisogno di un substrato amministrativo ricettivo, sensibile e coraggioso per essere realizzati. Il substrato comunale non lo era. Oggi, a distanza di dieci anni, quel progetto torna al centro dell’interesse dell’amministrazione co-

munale come perno del più vasto recupero dell’area degradata sopra indicata. Se capita, lo si deve al piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate che ha aperto la porta alle idee, a chi ce le ha, e tra le idee maggiormente praticabili, fortunatamente c’è quella del recupero del Mercato Coperto, la meglio attrezzata. “Il progetto” – dice il sindaco Battista – “ha la capacità di coinvolgere soggetti privati che verranno scelti attraverso procedure di evidenza pubblica con effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati, nonché la possibilità di ottenere finanziamenti a

valere sui fondi Por 2014-2020, in particolare per le azioni che prevedono l’inserimento lavorativo dei giovani tramite la creazione di start up in settori strategici quali innovazione, valorizzazione del turismo e promozione di prodotti tipici di qualità”. La prospettiva è ampia, e la corrispondenza tecnica e amministrativa ai requisiti previsti dal bando nazionale per la partecipazione al Piano di riqualificazione urbana sembra solida, strutturata, e dimostrata. La possibilità che la proposta venga accolta è molto alta. Da quel momento in poi tutto torna all’origine: alla capacità dell’amministrazione comunale di realizzarla. Con 10 anni di ritardo.

La Mascherata di Ripalimosani La presentazione delle manifestazioni nel pomeriggio. Anche un libro per farne la storia RIPALIMOSANI. Un carnevale ricco di eventi quello che sarà presentato oggi alle 18 al circolo ‘F. Sollazzo’ di Ripalimosani. Nome della manifestazione ‘Il carnevale si fa in quattro’, perché quattro sono gli eventi promossi quest’anno dai ragazzi de ‘a Petèke da Mèsckuèrate’, il gruppo che ha preso in mano l’organizzazione della Mascherata, tradizione molto antica e sentita nel piccolo borgo, e con essa ulteriori iniziative correlate. ‘Nu pèjèse dè sèlvà’, questo il titolo dello spettacolo che quest’anno sarà portato tra le vie del paese, con rappresentazioni che si svolgeranno nelle classiche cinque posate: in via San Rocco alle 11, in piazza San Michele alle 13,30, in via Santa Lucia alle 15, in piazzetta San Michele alle 16,30 e tappa finale al Teatro comunale alle 18. Realizzata con il patrocinio del Comune e della Pro loco, anche per questa edizione gli spettatori potranno assistere a un’opera inedita, nata da un’idea di Danilo Cristofaro, scritta a quattro mani con Gianmarco Di

Lauro e realizzata anche grazie al supporto di Mario Tanno, storico autore delle edizioni passate. Altra importante iniziativa realizzata in occasione del

Giuseppe DI MONACO, i primi 100 anni Giovedì pomeriggio, la Comunità petrellese ha festeggiato il 100° Compleanno di Giuseppe Di Monaco. Dopo la Santa messa , celebrata da Don Domenico Di Franco, i festeggiamenti sono continuati nella Sala Museale nel centro storico di Petrella dove, ad aspettare l’arrivo di Nonno Giuseppe, accompagnato dal Sindaco Alessandro Amoroso, oltre ai famigliari e buona parte della popolazione, vi era la banda “Sucre” di Petrella, diretta dal Maestro Nicola Marasca. Il Sindaco, alla consegna della targa ricordo, ha voluto rimarcare il suo esempio di vita, uomo buono e generoso dedito alla famiglia e al lavoro di falegname. Nonno Peppino,con la sua invidiabile lucidità , vista l’età , ha

detto :<< vogliatevi bene , amate le vostre famiglie. Io sono contento di essere arrivato a questa età senza aver fatto del male. Non ho mai messo un chiodo arruggi-

nito nei lavori che ho fatto alla gente!!>> La festa è stata allietata dal gruppo folkloristico locale “I Recucc’”

carnevale è la pubblicazione del libro ‘La Mascherata di Ripalimosani, ritratto di un popolo’, a cura di Patrizia Di Nunzio.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

30 gennaio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

All’andata i nostri beccarono una sonora legnata che cambiò il volto al campionato

A Chieti rossoblù decisi a prendersi la rivincita

Anche senza capitan Gattari la squadra di Favo parte favorita di Gennaro Ventresca La barchetta dei nostri sogni è tornata a filare al largo e issar la vela della fantasia. Scansando coi remi della menzogna le domande imbarazzanti di quelle quattro pere prese all’andata, nel nostro domicilio, contro il sorprendente Chieti. Una specie di Barcellona in formato Serie D (solo per un giorno). Non era improvvisamente diventata planetaria la squadra neroverde, siamo stati noi a mostrarci nani arrendevoli. Sulla panchina lo spavaldo Cappellacci non fece una piega, ricordandomi il peggior Mourihno quando con i colori del Real ne prese cinque di pere, dal vero Barca, non certo quello vestito di nero e di verde. Cronisti e tifosi del lupo rimasero terrei, increduli si domandarono perchè mai Giulio Perrucci e company ci avessero servito un bidone di proporzioni mastodontiche. Il bidone in questione

aveva i capelli disordinati e l’abbigliamento trasandato del mister giunto dalla costa abruzzese, capace di vendere fumo e di inventarsi favole a cui nessuno avrebbe più creduto. E’ stato quel giorno che si è rotto il giocattolo. I tifosi più scettici se ne sono tornati nelle loro tane, hanno seguitato a stare vicino alla

squadra i soliti inguaribili i, quali, ben presto si sarebbero arresi anche loro. Facendo pagare il prezzo del loro assenteismo anche all’incolpevole Favo che dopo un mesetto di cure ha ridato colore e salute al nostro sgangherato Campobasso. Leggo da qualche parte che ci sono alcuni rossoblù che quel

giorno erano in campo a prendersi la pesante umiliazione che si dicono intenzionati a “vendicarsi” del Chieti. La vendetta, si sa, è una ricetta che si serve fredda, come il sushi. Ma ci andrei cauto con le vendette. Specie quelle annunciate. Servono a volte solo a risvegliare l’orgoglio dell’avversario più che a ca-

ricare chi si prepara a compierla. Ormai siamo arrivati a un punto in cui è diventato problematico contrarre nuove passioni. Lo dimostrano gli spalti desolatamente vuoti. Come vuoti sono i discorsi da bar nel cui epicentro non c’è più la nostra squadra del cuore. Al posto delle discussioni ci sono rimpianti che assaporano la narrazione. Balzano ancora oggi, vive dalle labbra, ricordi indelebili raccontati anche da chi probabilmente neppure c’era in prima linea. Ma, si sa, la vittoria ha mille padri. E tra questi ci sono anche quelli che raccontano ai nipoti accadimenti che non li hanno mai visti protagonisti. Pur senza capitan Gattari che da qualche tempo ha cominciato a giocar bene e a intendersi meglio col “gemello” Ferrani, la formazione di Favo parte favorita. A prescindere dal velenoso piacere di vendetta, di alcuni suoi giocatori.

Unimol-Finanza per la sicurezza degli edifici Il protocollo per la valutazione della sicurezza degli edifici del Corpo CAMPOBASSO. Implementazione di azioni congiunte nel settore della sostenibilità del patrimonio di competenza delle Fiamme Gialle: a Campobasso, nella sede dell’Università degli Studi del Molise, firmato l’accordo quadro tra Unimol e Guardia di Finanza. Una collaborazione tecnico-scientifica che sta vedendo impegnato l’Ateneo, con i propri docenti, ricercatori e laureandi in ingegneria ed il personale della Guardia di finanza di-

slocato sul territorio. Studi approfonditi per valutare la sicurezza degli edifici individuati e per ottimizzare il risparmio energetico dopo una radiografica degli stessi. Un impegno che, come spiegato dal comandante regionale delle Fiamme Gialle, il generale Vito Straziota, guarda anche alle tasche dei cittadini. Infatti con un risparmio per l’amministrazione, il vantaggio è, in termini economici, pure per i molisani. Un lavoro di grande co-

ordinazione, con alla regia il professore Giovanni Fabbrocino. I temi oggetto dell’Accordo Quadro, dunque, sono estremamente attuali e costituiscono aspetti essenziali dell’esercizio operativo di strutture amministrative e funzionali complesse come quelle destinate ad accogliere le attività della Guardia di Finanza.

Auto pirata uccide motociclista A perdere la vita un 52enne originario di Toro ma residente a Roma È stato fermato l’automobilista fuggito senza prestare soccorso nell’incidente avvenuto questa mattina sul Grande raccordo anulare di Roma, all’altezza della Tuscolana, poco prima dello svincolo, nel quale è morto un motociclista. Sono stati gli uomini della polizia stradale a rintracciarlo, grazie alla targa anteriore del suo veicolo,

un’Audi, che era stata ritrovata sul luogo dell’incidente. L’uomo, dopo l’incidente, si era recato al lavoro presso una ditta dove era impiegato forse come operaio. È lì che è stato rintracciato dagli investigatori, che ora lo stanno interrogando negli uffici della polizia stradale. Ancora al vaglio degli investigatori la dinamica del sinistro.

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Dalle prime ricostruzioni, sembra plausibile che l’automobilista abbia tamponato lo scooter, dal momento che sul luogo dell’inci-

dente è stata trovata la targa anteriore del veicolo. Il motociclista, un 52enne originario di Toro ma residente a Roma, sposato e con

due figli, dopo essere caduto è stato travolto da più veicoli che sopraggiungevano in quel tratto di strada.


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Isernia

30 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Bilancio, il Comune è sano” Rispettato il Patto di stabilità. Soddisfazione espressa dal commissario, Saladino ISERNIA. Ancora una buona notizia per il Comune di Isernia. Dopo anni in cui si sono evidenziati problemi di bilancio e si è parlato di rischio di dissesto, i conti dell’ente sono tornati finalmente in ordine e c’è una situazione di sostanziale normalità. «L’esercizio finanziario del 2015 – ha dichiarato il Commissario Straordinario, Vittorio Saladino – si è chiuso col rispetto del patto di stabilità. Le esposizioni debi-

torie dell’ente risultano quasi del tutto estinte e sono aumentate le entrate per effetto di azioni finalizzate alla riduzione dell’evasione dei tributi e grazie alla gestione diretta di alcuni servizi come quello affidato fino a pochi mesi fa alla Metropark. Rispetto agli anni precedenti, si sta anche provvedendo, in modo più rapido e adeguato, al pagamento dei creditori, con la conseguente ripresa generale dell’economia del terri-

torio. Ciò ha influito molto positivamente sulle finanze comunali, circostanza che, insieme al riassetto della dotazione organica del personale, ha pure consentito di bandire concorsi per l’incremento delle risorse umane e attivare la mobilità provinciale per la copertura di posti dirigenziali. Restano aperte, purtroppo, questioni delicate come quelle del lodo Spinosa e dell’ex Esattorie spa».

“Chiusura asilo, la nostra non è fantasia” Il sindacato Csa interviene sulla nota della cooperativa di gestione della struttura ISERNIA. “Il Sindacato CSA in data 25.01.2016 accertava che presso l’edificio di proprietà del Comune di Isernia, sito in Via Umbria e costruito con i soldi pubblici, vi era un Asilo Nido, diviso in due parti e più precisamente, una parte gestita da personale del Comune di Isernia e l’altra gestita da un altro soggetto che oggi abbiamo saputo essere la Cooperativa Nuova Assistenza Onlus il cui Direttore Tecnico è il Sig. Giovanni Cefalogli, ex Sindacalista CGIL ed ex Consigliere Comunale del Comune di Isernia”. Così, Feliciantonio Di Schiavi Coordinatore del CSA. “La parte gestita dalla Cooperativa Nuova Assistenza era piena di bambini mentre quella comunale era priva ed il personale comunale, composto da n. 3 ausiliari e n. 3 puericultrici era, ovviamente, senza lavoro. Questo stato di fatto, che riteniamo gravissimo, ha spinto il nostro Sindacato CSA ad intervenire presso il Comune di Isernia affinchè venga ripristinato l’Asilo Nido Comunale e di conseguenza il personale comunale venga

messo nelle condizioni di lavorare secondo le sue mansioni ed il suo profilo professionale. Tutto qui. L’intervento del CSA non era affatto contro la Cooperativa Nuova Assistenza o altri. Il CSA ha certamente criticato e critica la scelta operata dall’Amministrazione Comunale, prima quella di Melogli e poi quella di Brasiello, per avere messo nelle mani della Cooperativa Nuova Assistenza gestita dall’ex Consigliere Comunale, un servizio comunale, provocando così la chiusura dell’Asilo Nido Comunale e la conseguenziale privazione del lavoro per n. 3 ausiliari e n. 3 puericultrici. Quindi l’intervento del sindacato CSA non era poi così fantasioso ma era in difesa di un servizio comunale e dei lavoratori comunali. Tuttavia il CSA non si ferma qui; avanzerà istanza di accesso agli atti perché vuole verificare quali vantaggi ha avuto il Comune di Isernia ed i cittadini in questa vicenda, atteso che la struttura è del Comune e non sappiamo se

la Cooperativa che avrebbe introitato le rette dei bambini, ha pagato e/o paga

l’eventuale canone, le bollette della luce, il riscaldamento, i pasti e quant’altro.

Paleolitico, parte la sfida Sarà presentata nel pomeriggio a Isernia la proposta di valorizzazione del sito preistorico ISERNIA. Dopo avere individuato una serie di proposte in merito alla gestione dell’auditorium Unità d’Italia prosegue la linea di azione adottata dall’associazione: ideare progetti concretamente realizzabili per ottenere lo sviluppo del territorio isernino. Il sito archeologico culturale Paleolitico rappresenta un grande patrimonio per la città di Isernia, per tale ragione nel pomeriggio di oggi, alle ore 16.30, presso il Museo del Paleolitico in località La Pineta, illustreremo le nostre proposte per una corretta valorizzazione dell’area. Dopo i vani tentativi degli ultimi anni è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti realizzando una valorizzazione concreta del sito. Una valorizzazione che non può prescindere dalla connessione e dall’integrazione del Paleosuolo con il contesto cittadino e provinciale. Durante l’evento, organizzato in collaborazione con il Polo Museale del Molise e con il patrocinio del Comune di Isernia, della Provincia di Isernia e della Regione Molise, verranno analizzate le strategie di sviluppo dell’area che potranno essere messe in pratica dalla prossima amministrazione comunale. Interverranno: ● Giuseppe Iglieri – Presidente ComunitÀttiva ● Vittoria Di Cera – Responsabile del Polo Museale del Molise ● Lorenzo Coia – Presidente della Provincia di Isernia ● Antonella Minelli – Docente universitaria e Responsabile del Centro Europeo di Ricerche Preistoriche ● Domenico Ioffredi – Consigliere regionale con delega alla cultura Dopo degli interventi istituzionali e la presentazione della proposta operativa si terrà un ampio dibattito con i cittadini al fine di costruire una proposta progettuale maggiormente partecipata.


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Tutto quello che gli altri non dicono

Termoli

30 gennaio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

“Gasdotto Larino - Chieti è inutile” Associazioni e movimenti: opera devastante per le produzioni agricole, bisogna bocciarla! LARINO. Dati clamorosi sono emersi oggi sul gasdotto Larino Chieti durante l’inchiesta pubblica, la prima promossa dalla Regione Abruzzo nell’ambito delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale. Un’attività ricognitiva importante anche se realizzata di mattina di un giorno lavorativo e lontano dai luoghi direttamente interessati, cosa che ha precluso la partecipazione di tanti soggetti interessati. Gli attivisti hanno recuperato sul sito del portale del Ministero dello Sviluppo Economico i dati sui consumi di gas in Abruzzo e Molise nell’ultimo decennio. Ebbene, i dati ufficiali smentiscono clamorosamente le motivazioni addotte dall’azienda per promuovere la costruzione dell’opera e, cioè, che servirebbe a migliorare il servizio. In entrambe le regioni il trend dei consumi è in picchiata anche grazie alle rinnovabili che hanno fatto andare fuori mercato le centrali turbogas. In Abruzzo nel 2014 c’è stato un dimezzamento dei consumi rispetto all’anno di picco (meno 48%) mentre in Molise si è registrato addirittura un clamoroso meno 61%. Alleghiamo grafici inequivocabili. In queste condizioni ci si chiede come sia anche solo possibile pensare di invadere centinaia di ettari di coltivi con vigne e oliveti

di pregio che dovranno essere espiantati e ben otto Siti di Interesse Comunitario per la biodiversità. La rete di gas attuale è ampiamente sufficiente a trasportare il metano che serve agli abruzzesi e ai molisani e, anzi, bisogna puntare sulla manutenzione dell’esistente visti gli incidenti che hanno caratterizzato in Italia diversi gasdotti (come accaduto nel 2015 a Mutignano con 11 feriti e diverse case distrutte). In realtà la stessa Gasdotti Italia, che, ricordiamo, è di proprietà di un fondo d’investimenti inglese, ha evitato accuratamente di far emergere nella documentazione depositata per la VIA che il gasdotto in realtà segue esattamente

le aree concesse a vario titolo ai petrolieri per nuove perforazioni e stoccaggi di gas (si veda la mappa allegata). Si inserisce perfettamente, quindi, nel tentativo di trasformare l’Abruzzo e il Molise in un distretto energetico degli idrocarburi. Anzi, è un’opera indispensabile e propedeutica per i nuovi pozzi e per gli stoccaggi! Nella documentazione divulgata agli investitori, il Piano di Sviluppo decennale, invece, questo è scritto nero su bianco (alleghiamo l’estratto). Davanti a questi dati incontrovertibili i rappresentanti dell’azienda hanno cercato di arrampicarsi sugli specchi ammettendo finalmente che c’era stato un forte

calo nel trasporto di gas nella loro rete esistente ma che vi erano state delle “punte” di consumo tali da giustificare un’opera impattante di 113 chilometri di lunghezza con servitù per migliaia di terreni e relativi proprietari. A richiesta di chiarimenti è emerso che queste cosiddette “punte” da sodddisfare hanno riguardato nel 2012 (un anno con consumi superiori al 2014 e con la maggiore nevicata che la storia degli ultimi decenni ricordi) “addirittura” 5 giorni su 365 (cioè l’1% dei giorni) arrivando, tra l’altro, a 10,5 milioni di mc di trasporto rispetto ad una capacità di 11 milioni di mc (cioè rimaneva un margine di sicurezza nei rifornimento di un ulteriore mezzo mi-

lione di mc). A quel punto abbiamo voluto infierire chiedendo di avere i dati dei picchi avvenuti nel 2013, 2014 e 2015 ma non abbiamo avuto risposta sul momento. Auspichiamo che la ditta lo faccia in breve tempo così avremo ulteriori elementi per evidenziare la totale inutilità dell’opera per i cittadini abruzzesi e molisani. La politica di queste due regioni è conscia di quanto sta avvenendo e di questi dati incontrovertibili? Quali interessi vuole tutelare, quelli comuni o quelli legittimi ma di parte della multinazionale inglese? Durante il dibattito è emerso l’unanime dissenso di tutti gli intervenuti, tra cui diversi comuni, anche in merito alla mancanza di una Valutazione Ambientale Strategica della Rete Nazionale dei gasdotti. Non è stato condotto, altresì, l’esame degli impatti cumulativi in considerazione del fatto che il tracciato interessa i comuni attraversati da diversi elettrodotti Terna (compreso il Villanova Gissi) e aree in cui si vorrebbero realizzare gli stoccaggi (Sinarca in Molise e S. Martino sulla Marrucina in Abruzzo), opera classificate a rischio di incidente rilevante e passibili di provocare sismi indotti, come ammesso dallo stesso Ministero dell’Ambiente.

Polveri sottili, replica l’Arpa Per individuare azioni tempestive, convocata una riunione per il 3 febbraio TERMOLI. “La valutazione della qualità dell’aria, secondo la normativa, va effettuata attraverso una rete di monitoraggio rispondente a criteri ben precisi. In Molise tale rete è nata nel 2006 ed è composta da 11 stazioni di monitoraggio”. Replica così il Commissario straordinario dell’Arpa Molise Antonella Lavalle alla denuncia del Movimento 5 Stelle di Termoli dei superamenti dei limiti di Pm10, le cosiddette polveri sottili, registrati in una delle 4 cabine di monitoraggio della qualità dell’aria, all’interno del nucleo industriale di Termoli da Agosto a Dicembre 2015. “Nel 2005 la società Sorgenia Power ha installato 3 stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria.

La gestione di queste centraline è stata affidata, tramite convenzione, all’Arpa Molise – ha proseguito la Lavalle -, che provvede giornalmente alla validazione dei dati registrati dalle stesse. Per una scelta di trasparenza e di ulteriore informazione, questi dati vengono pubblicati sul sito web istituzionale dell’Agenzia. Bisogna ricordare, poi, che la lotta all’inquinamento atmosferico si conduce percorrendo diverse strade che prevedono tra l’altro: azioni di lungo periodo e breve periodo”. Per quanto riguarda le prime, l’Arpa sottolinea l’importanza di una seria programmazione, intesa come l’individuazione di misure, nei diversi settori che incidono in maniera diretta od indiretta sull’inquinamento atmosfe-

rico, per ridurre le pressioni sulla componente atmosfera mentre quelle del breve periodo prevedono i controlli. Per quanto riguarda la programmazione, è stato da poco redatto dall’Agenzia ambientale, su incarico della Regione, il Piano Regionale Integrato per la qualità dell’Aria del Molise all’interno del quale sono previste diverse misure volte a ricondurre nei limiti i valori di qualità dell’aria, qualora superati. Per individuare azioni aggiuntive e tempestive è stata indetta, inoltre, dalla Regione Molise per mercoledì 3 febbraio una riunione, che vedrà coinvolti anche il Cosib, la Provincia di Campobasso, oltre che Arpa”.

I 30 anni dell’AnmI L’Associazione Marinai festeggerà domani il raggiungimento del traguardo in Comune TERMOLI. L’A.N.M.I (Associazione Nazionale Marinai Italiani) di Termoli, che a dicembre scorso ha festeggiato l’importante traguardo del trentennale dalla sua nascita, domani presso la sala consiliare alla presenza delle autorità politiche e militari, per festeggiare questo importante traguardo terrà una cerimonia di consegna dove la stessa associazione donerà alla municipalità di Termoli, quindi a tutta la cittadinanza, un quadro parete.

In questo quadro parete, ci dice Tommaso Cappella, “Ci saranno raffigurati dei Crest, dei ricordi, delle attività svolte in questi 30 anni dall’Associazione. In pratica una storia raccontata in miniatura con appunto questi crest. Il crest, nel linguaggio militare italiano, è una riproduzione realizzata in ottone, bronzo o comunque metallo, dello stemma araldico di un reparto militare o di un’associazione come la nostra e, quindi, il quadro in dona parte con lo stemma nostro del

1985, l’anno in cui siamo nat. Abbiamo poi il crest per la bandiera di combattimento del cacciamine Termoli, quello di quando sono venuti gli ultimi reduci del 40° Royal Marines che hanno fatto il famoso sbarco a Termoli; in pratica, come dicevo, è raccontata tutta la storia della nostra associazione anche perché l’associazione ha sempre ritenuto di avere quel cordone ombelicale che la città dovrebbe avere con il mare e in rispetto del mare.

Questo quadro parete, dopo la cerimonia, verrà acquisito dall’Amministrazione comunale e poi loro stesso troveranno il posto più adatto per mostrarlo alle persone che riterranno opportuni di andarlo a vedere. Dopo la consegna cosa avverrà? “Dopo la consegna del quadro verranno dati dei diplomi di benemerenza ai soci che purtroppo non ci sono più tra noi. Noi ANMI Termoli, grazie a voi, siamo arrivati al trentesimo anno. Questa per me sarà l’ul-

tima manifestazione pubblica che farò come ANMI per la città di Termoli perché dopo 30 anni in cui ho speso volentieri il mio tempo libero per l’Associazione, penso di aver compiuto la mission e ora è tempo di lasciare lo spazio ai giovani e spero che nel prossimo trentennio dove io non sarò più qui. L’ANMI sia governata da tanti giovani”. Appuntamento domenica 31 Gennaio ore 11,30 sala consiliare del comune di Termoli.


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Termoli

30 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli, acqua col clorito I nuovi risultati confermano la presenza della sostanza tossica nella rete idrica TERMOLI. Torna il caos intorno all’uso dell’acqua di Termoli che al contrario di quanto sostenuto ieri, oggi risulta non potabile. I nuovi risultati prodotti dagli ultimi rilievi attestano infatti che i valori sarebbero sopra la tolleranza al punto da rendere l’acqua inutilizzabile. Unica eccezione per questa emergenza sarebbe legata nelle zone di Riovivo e Difesa Grande. Alla luce di quanto noto, l’acqua non si può né bere, né usare in cucina nella preparazione degli alimenti. Da verificare se la stessa possa essere utilizzata per l’igiene personale. L’ordinanza del comune di Termoli giunge sull’ennesimo “suggerimento” della Asrem.

La presenza degli ipocloriti, ad ogni modo, sarebbe al di sopra della tolleranza (700 è il massimo consentito mentre i dati termolesi sarebbero all’incirca sugli 800). Va precisato che l’assunzione dell’acqua non avrebbe effetti nocivi

sull’uomo. Necessari, a questo punto, estendere i controlli a tutti i comuni serviti dall’acqua della diga del Liscione. A seguito delle analisi effettuate dall’Arpa in data odierna 28 gen-

naio 2016, l’Asrem, quale ente valutatore, questa sera ha emesso una nota con cui invitava il sindaco, ad imporre il divieto di utilizzo dell’acqua come bevanda, per la preparazione dei cibi e igiene personale, restando idonea per il solo utilizzo della pulizia dei locali. Il divieto riguarda il territorio di Termoli ad esclusione delle zone di Rio Vivo, Difesa Grande e l’area del Nucleo Industriale Cosib, quest’ultimo perché non si approvvigiona dalla rete idrica cittadina. Il sindaco Sbrocca pertanto, vista la suddetta nota, ha emanato l’or-

dinanza n. 9 del 28 gennaio 2016, conforme a quanto prescritto dall’Asrem. Per la giornata di domani 29 gennaio 2016 è stato convocato un nuovo tavolo tecnico con gli Enti preposti, che avrà l’obiettivo di monitorare la situazione e stabilire il da farsi, nella speranza che la situazione possa risolversi il prima possibile. Il servizio di mensa scolastica è garantito e la cottura dei cibi sarà effettuata con acqua in bottiglia così come acqua in bottiglia da bere verrà distribuita agli studenti. Il servizio di pulizia degli infanti sarà effettuato con acqua in bottiglia e/o per mezzo di salviette igieniche.

Eccesso di cloriti e chissà quanto altro in quell’acqua! Di Vincenzo Pietrantonio Preoccupa il dilavamento dei campi agricoli adiacenti e prospicienti la diga e quelli lungo il percorso del Biferno a monte, durante il periodo di irrorazione dei pesticidi, cosa arriva in diga? Che tipo di depurazione viene utilizzato? Nell’ultima edizione del rapporto nazionale pesticidi che valuta anche lo stato delle falde acquifere si attestava che il 50% delle acque nazionali è contaminato con livelli preoccupanti, tale rapporto però nulla diceva sulla stato delle acque nel Molise! Non osiamo pensare quale sia lo stato dell’acqua dell’invaso del Liscione vista la segnalazione di morie di pesci nel 2015! Non dimentichiamo che la prevenzione primaria mancata viene pagata dai bambini. Riguardo il clorite o clorito trovato in eccesso nell’acqua potabile di Termoli, ma che può aver interessato tutto il Basso Molise occorre precisare che: “Il clorito si forma inevitabilmente come sottoprodotto della disinfezione dell’acqua con diossido di cloro. Quando lo si usa in un processo di disinfezione finale alle dosi normali, la concentrazione di clorito che ne risulta dovrebbe essere inferiore a 0,2 mg/L. Se il biossido di cloro viene usato per una pre-disinfezione, la concentrazione risultante di clorito aumenta” fonte ARPA Veneto. Il biosssido di cloro è un candeggiante potente ed è un di-

sinfettante molto efficace anche a basse concentrazioni, è un gas molto instabile e tende a dissociarsi in cloro gassoso, ossigeno gassoso ed a produrre calore, è inoltre particolarmente sensibile alla luce solare. Una delle applicazioni principali del diossido di cloro è nella disinfezione delle acque potabili anche di quelle più torbide. Il diossido di cloro agisce attaccando le membrane cellulari con un meccanismo di ossidazione per poi reagire con gli amminoacidi contenuti nella cellula batterica. Sui virus, invece, inibisce la formazione di proteine ed è più efficace del cloro; particolarmente apprezzata ed efficace è la sua azione contro i protozoi, reagendo direttamente con la parete cellulare dei microrganismi, permette di usare quantità di diossido di cloro molto più basse rispetto a quelle necessarie per gli altri disinfettanti. Nel processo di reazione del diossido di cloro con i batteri ed altre sostanze si formano sottoprodotti di disinfezione che rimangono nell’acqua. All’inizio la molecola del diossido di cloro forma clorite (ClO2-), e poi da origine cloruro (Cl-). Nell’acqua si può trovare anche un po’ di clorato (ClO3), sia il clorato che la clorite sono agenti ossidanti. Il principali effetti del biossido di cloro e dei suoi sottoprodotti sulla salute umana sono dovuti principalmente allo stress ossidativo e a una azione diretta di interferenza del biossido co sostanze che trasportano gli anioni. Questi effetti possono comportare alterazioni nei globuli

rossi e quindi anemia soprattutto nei bambini piccoli, disturbi neurologici, diminuzione dell’assorbimento di iodio nonché irritazione per cute e mucose (effetto quest’ultimo –irritazione di cute e mucose – segnalatomi da cittadini di Portocannone in questi giorni) A quando il completamento dell’acquedotto Molisano Centrale che garantirebbe anche ai cittadini del Basso Molise una qualità d’acqua in linea con gli standard e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? I sindaci dei comuni basso molisani diano un segno chiaro e concreto e pretendano, in quanto autorità sanitarie locali, che i cittadini da loro amministrati non vengano trattati come cittadini di serie B. Sia acqua che aria non sono certamente salubri in questi comuni, vedi gli eventi attuali per quanto riguarda l’acqua (se c’è un eccesso di clorite vuol dire che è stato necessario aumentare la dose del biossido) e quelli riguardanti l’aria (i 60 superamenti del limite media 24/H delle PM10 nel corso del del 2015 in una delle centraline di Termoli zona industriale, nulla sappiamo sulle PM2,5 ancor più pericolose). La presenza di molteplici inquinanti, anche a minima concentrazione, produce un effetto sulla salute chiamato “effetto cocktail” ovvero di potenziale effetto sinergico delle miscele anche a bassa concentrazione delle singole sostanze. *Presidente Co.Di.S.A.M.

Altri otto cavalieri di SanTimoteo Domani verranno insigniti del titolo di cavalieri per la custodia delle sacre reliquie del patrono di Termoli TERMOLI. Domenica 31 Gennaio alle ore 11,00 durante la celebrazione della santa Messa dedicata ai Cavalieri di san Timoteo presso la Parrocchia di San Timoteo, verranno insigniti al grado di Cavalieri di San Timoteo dopo i 27 già insigniti lo scorso mese di maggio, altri otto cavalieri che fanno parte di questa associazione “Ordo Cavalieri di San Timoteo”. È bene ricordare che la stessa, come associazione, si occupa molto anche del sociale grazie a

che a Don Benito, parroco della chiesa. Il compito dei Cavalieri è di aiutare la custodia delle sacre reliquie del Santo Compatrono della città di Termoli e di adoperarsi, come volontari, in azioni di attenzione e servizio verso le necessità dei singoli della città, della calamità naturali e per ogni gesto di solidarietà. Per diventare Cavalieri di san Timoteo si deve fare un noviziato di circa un anno e successivamente richiedere l’investitura.



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Opinioni

30 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

di Claudio De Luca . Il lavoro nelle campagne è diventato oggetto di numerose inchieste (tv, giornali ed A.g.). Di recente l’Unione dei lavoratori agroalimentari è stata contattata da un Sindacato norvegese che vuole boicottare i pelati in scatola, pretendendo una certificazione sul rispetto delle normative sul lavoro. In Europa ne ha parlato “France 2” e “Der Spiegel”. In Italia è stata “Terre libere” a chiedere trasparenza. Molti ritengono che lo sfruttamento del bracciantato sia solo una piaga del Sud, ma il fenomeno è ben presente anche al Nord. Si va dal pomodoro in Puglia alle arance di Rosarno ai vini piemontesi. La Capitanata parrebbe detenere il “record” dell’imbroglio contributivo ma altri territori vantano “Guinnes” specifici: il Veneto per il vino e le fragole; il Piemonte per l’utilizzo dei minori per la vendemmia e la Sicilia per l’uso dei bracciant-fantasma che incassettano le arance. “Terre libere” conferma la costituzione di cooperative di carta, apparentemente legali, un po’ dovunque. Somministrano salari decurtati ad extracomunitari che non possono permettersi manco un’abitazione in affitto, vivendo un tuguri orrendi e l’accoglienza degli stagionali è diventata un costo sociale che origina pesanti situazioni di ordine pubblico, deteriorando l’immagine dell’agroalimentare italiano in Europa. Pure nella 20.a regione i braccianti sarebbero i protagonisti di giornate virtuali con il notevole corollario di assunzioni inesistenti, di contributi mai versati e di INDENNITÀ di disoccupazione percepite

bracciantile locale. In sostanza pure nella 20.a il fenomeno sarebbe analogo a quello scoperto in molte altre regioni dove i campi sono seminati a raggiri cartacei, se non addirittura piantumati ad alberi che fruttano evasioni fiscali per milioni di euro.

Agroalimentare e gli immigrati senza titolo. Insomma una sorta di mercato di carta che fonderebbe la propria vivacità sul meccanismo degli assegni spillati alla Previdenza sociale sulla semplice scorta del numero di giornate di lavoro solo dichiarate. Qualcuno sostiene che, a gestire il tutto, sarebbero delle aziende campane, ramificate sul territorio molisano. Queste utilizzerebbero in nero centinaia di

extra-comunitari, lucrando successivamente il frutto delle attestazioni fatte rendere da braccianti locali. Il fenomeno sarebbe d’importazione e si sarebbe affacciato nella Pastria di Cuoco solo di recente perché il Molise è ritenuto, a tale proposito, un territorio vergine. Queste aziende otterrebbero dall’INPS importi incongrui se rapportati alla scarsa entità della classe

Il meccanismo è semplice. Chi lavora davvero sono gli immigrati stagionali di colore, sottoposti a turni massacranti, alloggiati in baracche degne dello zio Tom ed assoggettati a versare la tangente al “caporale”. Poiché il lavoro è in “nero”, all’INPS non giunge alcun importo contributivo. Ma, successivamente, subentrano “i braccianti di carta” che permettono di scaricare i costi di quei compensi evasi come se fossero stati corrisposti per davvero. Dopo di che questi soggetti vengono velocemente trasferiti altrove per rendere operativo il gioco in un’altra regione. Un’azienda, per assumere braccianti, ha soltanto il problema di procurarsi un terreno incolto. Con i documenti ottenuti, l’INPS fornisce l’armamentario burocratico che pone l’imprenditore nella condizione di accedere al prelievo dei quattrini pubblici. Addirittura, si redigerebbero contratti falsi, di affitto o di proprietà, con riferimenti catastali imprecisi, riutilizzati più volte, per terreni affittati a soggetti diversi, in modo da lucrare più volte sul medesimo campo. In definitiva, accanto a titolari di aziende-fantasma, che sottoscrivono moduli, vi sarebbero terreni inesistenti (o addirittura di proprietà altrui) e “braccianti” di cui vengono utilizzate solo le generalità, mentre, nella realtà, sarebbero gli extracomunitari a lavorare per un pugno di centesimi.

Larino, il Carnevale e i carri allegorici aa A Larino la preparazione della sfilata dei carri allegorici procede con lena. Si tratta di uno dei pochi (grandi!) eventi locali che dà corpo ad una manifestazione che migliora anno dietro anno, soprattutto qualitativamente; ed i risultati sono ogni volta più stupefacenti, in ispecie se si pensi alle condizioni in cui operano i giovani che si adoperano all’apprestamento delle macchine di cartapesta. Per lavorare utilizzano vecchi magazzini dismessi od altri locali posti per lo più nella campagna locale. In questi siti di fortuna danno corpo a mascheroni da capolavoro ed a “pupazzi” giganteschi che, in quanto a dimensioni, “baroccheggiano” quanto quelli (più famosi!) che sfilano a Viareggio ed a Putignano. Hanno un unico difetto a cui occorrerebbe ovviare doverosamente, considerato che esso concerne la pubblica incolumità. Bene spesso le strutture sono ben più alte degli edifici dinanzi a cui sfilano per eseguire la parata; e ciò potrebbe ingenerare gravi pregiudizi da prevenire ad ogni costo. Chiaro, però, che gli Uffici comunali dovrebbero attivare le Commissioni volute dalla legge e dai Regola-

menti per verificare l’agibilità di ciascun carro allegorico; e questo dovrebbe accadere bene prima che il corteo venga fatto circolare sulla pubblica strada. I giovani lavorano alacremente per mesi, sacrificando il proprio tempo libero. Chi assiste alle loro attività ha l’impressione di trovarsi di fronte a provvidi mastri-artieri, versatissimi nella lavorazione della cartapesta e dei tondini di ferro. Per sentirsi meno soli nella fatica hanno dato vita ad Associazioni che vantano centinaia di soci; e tutte si propongono di diffondere l’amore per una manifestazione

entrata a pieni voti nel cartellone annuale delle tradizioni molisane. “A latere” operano altri gruppi dai nomi altisonanti (i “vuaienciélle“, quelli del “Bronx”, quelli della “Gioventù frentana” ed infine – chissà perché – quelli i cui componenti si sono autodenominati “Briganti”, “Latitanti” e “Selvaggi”). Le ore dedicate ai carri cominciano da ottobre e vanno avanti sino all’ultimo giorno. Prima di vedere il prodotto finito, avranno dovuto approntare un “progetto”, inventare soggetti, che si originino dall’attualità, per approdare infine alla realizzazione delle membra dei pu-

pazzi da assemblare e da sussidiare con ingranaggi e con “motorini” atti a fornire il movimento e la vita a strutture, curate in ogni dettaglo e dai colori più realistici che possano immaginarsi. Gli “Autori” non sono professionisti come i “Maestri” viareggini. Si tratta per lo più di diciottenni (e poco più) postisi nella condizione di interpretare quello che – anno dopo anno – è diventato ad ogni effetto un secondo mestiere. I gruppi da loro animati si rinnovano continuamente, costituendo un momento di forte aggregazione che consente di impegnare proficuamente il tempo libero. In sostanza, questi giovani hanno operato una vera e propria scelta di campo; e, in luogo di ciondolare per interi pomeriggi lungo la “main street” cittadina, o di bere birra giocando a carte all’interno di fumosi bar, hanno voluto dedicarsi a qualcosa di assai più creativo. Cosicché, servendosi di carta di giornale, di acqua, di farina e di tondini di metallo, creano delle sagome che,

acquistate tutt’e tre le dimensioni e finiscono con il rendere iperreale un corpo. Altri ancora fanno da supporto, apprestando l’impiantistica musicale; altri ancora impostano le coreografie ed istruiscono addestrati corpi di ballo mentre le famiglie di ciascuno si occupano dei costumi e di ogni altro contorno. Ma quali problemi vivono questi giovani “artisti”? Innanzitutto quello di ammortizzare i costi del carro in carenza di sostegni economici di natura pubblica. Perciò la raccolta della carta viene effettuata per l’intero anno presso chi possa fornirla gratuitamente; i tondini di ferro vengono procurati nei modi più vari; infine sorregge un minimo di autotassazione ed una doverosa operazione di recupero di materiali vecchi. Purtroppo, pur lavorando in economia, ogni carro viene a costare comunque 6/7.000mila euro. Tradizionalmente i temi affrontati vengono desunti dalla Tv, dalla politica e dall’attualità.


Da dicembre in edicola e librerie


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