Food il molise che funziona

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 25 mercOledì 3 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Danilo Leva L’Oscar del giorno a Danilo Leva. Ha inteso dare totale solidarietà a Lucio Pastore e a tutti gli operatori sanitari che in questi giorni non fanno altro che manifestare il proprio pensiero. “Toccherebbe alla politica ascoltarli, rispettarli e riuscire a condividere con loro le sfide del futuro. Solo se tra sanità pubblica e sanità privata ci sarà il giusto equilibrio nessuno si sentirà preso in giro”. Da chi presi in giro, lo sanno tutti.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su fAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Alberto Tramontano Assessore provinciale, nonché consigliere comunale di Campobasso. Migratore politico, con l’avvicinarsi della fine del mandato amministrativo alla Provincia, viene segnalato in cerca d’autore per la riconferma nella futura giunta di Palazzo Magno. Grazie alla mediazione dell'assessore Ramundo, gemello di delega a Palazzo san Giorgio, i rumors lo danno sempre più vicino a Battista. Viatico per il passaggio al gruppo misto.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 3 febbraio 2016

Contro il tedio e la noia di sedute del consiglio regionale sempre più inutili, i consiglieri Ciocca e Ioffredi hanno trovato il modo di distrarsi, di farsi due risate, di divertirsi. Loro...

Cuor contenti, il ciel l’aiuta

Cuor contenti, il ciel l’aiuta. Soprattutto nelle difficoltà; specie quando tutto intorno sembra andare contro di te. Prendente i consiglieri regionali Salvatore Ciocca e Nico Ioffredi, per esempio, l’ala sinistra della maggioranza che sostiene il governatore Paolo Frattura. Mentre il loro (molto sub) comandante viene duramente contestato ad Isernia, dove era andato a spiegare i piani operativi di riforma del sistema sanitario regionale (replica di quelle vissute in precedenza a Bojano e Termoli n.d.r.); mentre le aste per lo Zuccherificio del Molise continuano ad andare deserte; mentre il basso Molise intero deve ringraziare la protezione civile (dell’Abruzzo però, quella molisana Frattura e Ciocca hanno provveduto a demolirla) per le autobotti d’acqua che hanno consentito il mantenimento degli standard minimi di vita civile; mentre l’Associazione dei Costruttori Edili del Molise viene oscenamente dileggiata a mezzo stampa per aver osato chiedere a gran voce il pagamento delle somme dovute alle imprese associate per i lavori relativi alla ricostruzione post sisma, i due compagnoni trovano il tempo di prendersi in giro per i tre gol rifilati dal Milan all’Inter nel derby di domenica scorsa. I nostri due consiglieri della III C, infatti, durante la seduta di ieri del consiglio regionale, si sono prodotti in una simpatica gag che, ovviamente, non hanno potuto non condividere con i loro amichetti su Facebook. Per la doverosa cronaca: il consigliere Ciocca ha fatto trovare sul banco (è proprio il caso di dirlo) del compagno Ioffredi un piccolo vaso contenente tre belle pere (tipo Abate fetel, noblesse oblige n.d.r) su cui

di VINCENZO MUSACCHIO Premetto, a scanso di equivoci, che le mie riflessioni sono solo di natura giuridica e sociale e ben lontane dalle analisi degli esperti del settore. La prima discrasia che noto in questa complessa e delicata questione è un dato di fatto inconfutabile: le scelte politiche regionali e le modalità di programmazione e organizzazione della sanità molisana stanno mettendo in discussione il diritto costituzionale alla tutela della salute. Il riconoscimento del diritto alla salute quale “valore costituzionale primario“ sancisce l’impegno della Repubblica a tutelare la salute e a garantire cure

troneggiava un formato A4 con simbolo dell’AC Milan. Il tutto, ovviamente, a lavori del consiglio avviati. Che ridere, ragazzi. D’accordo che, da un bel po’ di tempo a questa parte, il consiglio regionale ha perso la sua solennità, quell’aura di ri-

spetto che, istintivamente, si dovrebbe riconoscere al massimo luogo di rappresentanza democratica ed istituzionale della Regione, ma qui non è che si esagera? Nessuno più di noi riconosce nell’ironia il vero sale della vita ma, vista

la situazione generale, i dossier aperti che dovrebbero impegnare l’attenzione dei delegati del popolo molisano (sanità su tutti), forse sarebbe meglio che certe espressioni di fanciullesca leggerezza (che ovviamente solo il calcio sa tirare fuori

in noi, mai cresciuti, appassionati) venissero riservate ad occasioni, diciamo così, più private. Infatti, seppure l’ironia e la leggerezza sono davvero patrimoni dell’umanità, a qualche cittadino molisano, interessato dalle emergenze che non ci facciamo mancare e che nessuno si degna di risolvere, verrebbe più da bestemmiare che da ridere dinanzi a tali comportamenti tenuti nell’aula del consiglio. Al bar, al ristorante, su Facebook i nostri consiglieri della III C farebbero benissimo a conservare e coltivare l’animo e la poetica del fanciullino; nell’aula del consiglio regionale ci permettiamo di suggerire che, forse, è meglio di no. Ma poi, a pensarci bene, chi siamo noi per dire a questi due campioni del bene pubblico cosa sia meglio fare? Il consiglio regionale è una tale noia; si discutono delle tali amenità che fanno bene a trovare un momento per distrarsi un po’, per farsi una risata, per divertirsi. Almeno loro.

“Frattura continua a dire sciocchezze” A sostenerlo, dopo Isernia, è il senatore Ulisse Di Giacomo CAMPOBASSO. “ Sanita’ Frattura continua a dire sciocchezze e falsità, imbeccato da qualcuno MOLTO interessato”. A sostenerlo è il senatore Ulisse Di Giacomo. “1) Tutti i reparti di urgenza ed emergenza ( tra cui il Pronto Soccorso e la Rianimazione ) rappresentano un centro di costo; e’ questo il motivo per cui la maggior parte delle strutture private ne sono prive. 2) La tanto strombazzata “mobilita’ attiva”, utilizzata a sproposito per giustificare gli spazi occupati dalle strutture sanitarie private, cosi’ come viene interpretata in questa Regione rap-

presenta un danno economico e assistenziale per il Molise: - economico perché’ la Regione paga immediatamente ai privati le prestazioni erogate a malati extra regionali e aspetta tre anni per ottenere i rimborsi dalle altre Regioni, quando non ci sono contenziosi. - assistenziale perché’ i posti letto riservati alle prestazioni extra regionali fanno si parte del totale, ma vengono sottratti ai ricoveri dei malati molisan Ecco perché mancano i pl e i malati stazionano ( quando non muoiono ) nei PS. Altro che accusare il personale ospedaliero”.

Sanità e salute in Molise gratuite agli indigenti. Valori che si esprimono, anche per effetto del raccordo con gli artt. 2 e 3 Cost., nell’affermazione del diritto alla salute come “diritto soggettivo” protetto contro ogni aggressione ad opera di terzi nonché come “ diritto sociale” la cui pratica attuazione è essenziale per la realizzazione di quel principio di libertà-dignità che connota e conforma l’intelaiatura della nostra Carta Costituzionale. Se si va ad incidere su questi principi fondamentali si determinano inaccettabili diseguaglianze, si danneggia la salute delle persone e si rischia di comprometterne la dignità e la capacità di realizzare le proprie ambizioni. Il problema

centrale da affrontare e risolvere in questo contesto, è la persistente crisi economica e la limitatezza delle risorse. Il mero riconoscimento di diritti che non tenga conto delle concrete possibilità di realizzazione degli stessi, può es-

sere enunciazione vana o, peggio, retorica. Sono fermamente convinto che è proprio nei tempi di crisi e di ristrettezze economiche e umane che la necessità di ribadire e rafforzare questi diritti si rende più stringente. Dunque,

nell’incidere sulle riforme in materia di sanità e salute pubblica è indispensabile far prevalere le ragioni e i principi di solidarietà su quelle dell’economia. Indebolire la sanità pubblica fornisce un alibi per smantellarla e spianare la strada alla privatizzazione aumentando di fatto le diseguaglianze sociali. Nel riordino della sanità molisana un principio è ineludibile: non penalizzare i più deboli e le aree più svantaggiate. Io la penso così: mai far prevalere la logica dei numeri su quella dei problemi e delle necessità dei cittadini allontanando e accentrando in modo illogico le sedi decisionali. Intelligenti pauca!


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3 3 febbraio 2016

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Come promesso pubblichiamo le relazioni conclusive di Unioncamere Molise sulla partecipazione ad Expo 2015

A “TuttoFood” il Molise è stato presente e rappresentato con circa 40 produttori , 26 dei quali ospitati nello stand istituzionale realizzato dalla Regione Molise e da Unioncamere Molise, gli altri in stand privati La Gazzetta del Molise s’era riservata di pubblicare nel dettaglio lo svolgimento e l’esito degli eventi curati da Unioncamere Molise ad Expo 2015, ciò grazie alla collaborazione del presidente della Camera di Commercio del Molise, Paolo Spina, che della partecipazione delle imprese molisane alle Fiere: Tuttofood; Cibus è Italia e Host di Milano; Bellavita di Amsterdam e AF l’Artigiano in Fiera di Milano, ed ha realizzato interventi “Fuori salone”, quali “Expo Business Matching”, “Italian Makers Village”, “Il Giorno del Fuoco” e “Serate Enogastronomiche” ha fornito i report da cui, appunto, come promesso estrapoliamo la relazione relativa a “TuttoFood”, evento tenuto a Milano presso il quartiere fieristico Rho-Pero dal 3 al 6 maggio 2015. Unico modo e unica possibilità data finora di sapere la destinazione delle risorse pubbliche impiegate per stare all’Esposizione internazionale, in competizione col resto del mondo. A “TuttoFood”, il Molise è stato presente e rappresentato con circa 40 produttori , 26 dei quali ospitati nello stand istituzionale realizzato dalla Regione Molise e da Unioncamere Molise, gli altri in stand privati. L’elevato numero di adesioni è stato il frutto di una capillare ed efficace campagna di promozione e pubblicità che Unioncamere

Molise ha realizzato sia sui quotidiani che sulle radio molisane. La manifestazione ha confermato le aspettative della vigilia, facendo registrare un aumento dei visitatori professionali di oltre il 40 per cento. In totale sono stati circa 80 mila i visitatori, la maggior parte dei quali provenienti dall’estero, da 119 Paesi. L’aumento della presenza di operatori stranieri ha compensato una diminuzione di operatori italiani, stimata in un meno 25 per cento. Un “Made in Italy” che si è arricchito anche delle preziose produzioni molisane. Olio, pasta, dolci, sott’oli, conserve, sughi e succhi, latticini e formaggi, acqua, caffè, pane e prodotti da forno, cioccolato, salumi, vino e tartufo: questo il paniere presentato dalle aziende produttrici all’interno dello stand istituzionale, con questi ultimi due prodotti (appunto il vino ed il tartufo) che hanno beneficiato anche del valore aggiunto derivante dai due marchi “Molise Terra di Tartufo” e “Molise Terra di Tintilia” che Unioncamere Molise ha ideato e depositato proprio per promuovere e far conoscere al mondo intero il legame di questi due prodotti con il territorio. Europa, Usa, Giappone, Canada, Cina, India, Brasile, Australia e Nuova Zelanda i Paesi che hanno mostrato maggiore interesse per le produzioni molisane e nei cui

mercati, si spera, si possano collocare presto nuovi prodotti “Made in Molise”. Per valutare l’impatto sulle imprese molisane della partecipazione al “Tuttofood 2015”, Unioncamere Molise ha somministrato alle stesse un questionario di feedback, i cui risultati hanno dimostrato l’efficacia della partecipazione a questa manifestazione. In occasione di un incontro pubblico svoltosi a Termoli, alcune delle aziende partecipanti all’evento sono intervenute dichiarando che proprio grazie alla partecipazione a questa manifestazione fieristica ed ai contatti presi nel corso della stessa, sono riusciti a concludere positivamente alcune trattative, con la sottoscrizione di veri e propri contratti di vendita che hanno consentito, in alcuni casi, di triplicare il fatturato aziendale. Come già pubblicato, la spesa

complessiva e definitiva è stata di 93.607,43 euro di cui 50.000 in quote di partecipazione versate dalla aziende e 43.607,43 a carico della Regione Molise. A “TuttoFood”, nello stand istituzionale, hanno preso parte le aziende : ND OIL & FOODS Cerro al Volturno (Is) Olio extra vergine di oliva, conserve in olio EVO, Patè CIOCCOLATO DI MARIA E C. Ripalimosani (Cb) Confetteria, cioccolateria CIANCIULLO Srl Jelsi (Cb) Biscotti, Prodotti da forno CASEIFICIO MOLISANO L. BARONE SNC Vi n c h i a t u r o (Cb) Latticini DOROTEA SNC Monteroduni (Is) Biscotti RICCI & C. SRL e SPIGHE MOLISANE Monteroduni (Is) Pane, biscotti, pasticceria, gelateria C.S.T. – COFFEE SPECIALIST TEAM SRL Campobasso Caffè DOLCE AMARO SRL Monteroduni (Is) Confetti, cioccolato, macarons TARTUFI LE IFE C a pracotta (Is) Tartufi CENTRO TARTUFI MOLISE SRL Campobasso Condimenti a base di tartufo COMUNE DI RICCIA (Gardenia, La Centrale ) Riccia (Cb) Calzone di San

Giuseppe DECO AZIENDA AGRICOLA L’ARCO ANTICO SRL P o z zilli (Is) Vino e Olio SALUMIFICIO “L’ARTE DEL GUSTO” Larino (Cb) Salumi SOCIETÀ AGRICOLA “FONTE SANTA MARIA S.N.C.” Montorio (Cb) Latticini e Formaggi SALUMIFICIO “CASA FLORIO” Montecilfone (Cb Salumi AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA “FRATINO LORETA A.” C o l letorto (Cb) Olio BIOSAPORI SOC. COOP. Casacalenda (Cb) Olio, sott’olio e conserve “OLEIFICIO TIMPERIO MICHELE & FIGLI S.N.C.” C o l letorto (Cb) Olio CONSORZIO per la VALORIZZAZIONE DELLE AREE INTERNE DEL MOLISE -DESTINAZIONE MOLISE (Sabetta Tartufi, Colle Sereno, Mulino Cofelice, Panificio Laurino Petrella, Davide Petrollino) Ripalimosani (Cb) Prodotti tipici regionali (tartufo, olio, vino ecc.) ULISSE DI MARIO DI IORIO Sas Frosolone (Is) tartufo

Nomine, la maggioranza vacilla Il centrosinistra salva la nomina di Cacciavillani a Molise Dati (e la faccia) solo per evitare l’autogol. La battaglia proseguirà con la nostra proposta di legge aperta Come vi abbiamo raccontato giorni fa il MoVimento 5 Stelle Molise ha presentato in Consiglio regionale una mozione per chiarire l’incompatibilità di Maurizio Cacciavillani, nominato presidente di Molise Dati. Con il decreto di giunta 752 del 2015, infatti, il governo regionale ha rinnovato l’intero cda della società in house, quindi ha nominato l’assessore e vicesindaco di Agnone al vertice. Una scelta che per noi resta marchiata da

dubbi di incompatibilità. Il MoVimento 5 Stelle lo dice da tempo. Secondo la Legge regionale numero 16 del 2002, Cacciavillani appare incompatibile con il ruolo di presidente della Molise Dati in quanto è attualmente vice sindaco al Comune di Agnone. La delibera di Giunta, per giustificare la nomina, fa riferimento a un decreto legge nazionale, ovvero il numero 39 del 2013 in materia di inconferibilità e incompatibilità, ritenendo superata la legge regionale che, però, è ancora vigente. In base a quanto riportato, dunque, l’esponente del Pd deve scegliere tra la carica in Comune o quella di presidente di Molise

Dati. Nulla di personale sulla figura di Cacciavillani, ma la legge regionale prevede parametri più stringenti rispetto alle norme nazionali, quindi deve essere sempre applicata e non ritenersi superata dalla norma nazionale. La nostra mozione ha messo in crisi il centrosinistra che per una mattinata si è trovata davanti i propri sbagli, la propria fragilità, per molti aspetti la propria inadeguatezza. Diversi consiglieri hanno provato a spiegare, ad attaccare, a rimandare la questione, alcuni si sono defilati, altri hanno tentato di prendere tempo, poi tutti insieme hanno deciso di salvare la faccia,

quindi compattarsi attorno alla maggioranza e votare No alla nostra mozione: un modo di fare che certifica la propensione del centrosinistra al metodo spartitorio, in piena continuità con il centrodestra. Il MoVimento 5 Stelle Molise non ci sta. La battaglia contro questo sistema, infatti, non è finita. Anzi. Come annunciato, nei prossimi giorni metteremo a disposizione di tutti gli iscritti al portale, una proposta di legge di riordino del sistema delle nomine di competenza regionale per scrivere insieme agli attivisti un testo che punti su meritocrazia e trasparenza. Gruppo consiliare Cinque Stelle


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3 febbraio 2016

Mai battaglia, se sarà vinta, porterà il segno dell’unitarietà di un popolo e di un territorio

Corte d’Appello: gli ex consiglieri regionali allo scoperto “L’eventuale soppressione della Corte di Appello di Campobasso costituirebbe una delle più infauste decisioni dello Stato democratico e finirebbe con l’azzerare la platea dei diritti soggettivi di una intera regione Mai battaglia, se sarà vinta, porterà il segno dell’unitarietà di un popolo e di un territorio, come quella in difesa della mantenimento della Corte d’Appello. Il segnale è forte e muove la speranza che il risveglio della coscienza collettiva possa valere per altri casi e per altre necessità in cui sia in gioco il mantenimento di ciò che abbiamo conquistato e si vuole ci venga tolto. La matrice tecnica e giuridica data alla questione da Enzo Di Giacomo, il magistrato isernino di assoluto rilievo professionale e culturale non nuovo certo a porsi in difesa dei diritti contro ogni forma di sopraffazione e/o condizionamento del potere politico, è andata via via arricchendosi di adesioni, formando l’immagine di una volontà collettiva mai così coesa e determinata di un Molise storicamente succube e remissivo. Sale la protesta, dicevamo, e salgono di pari passo anche le motivazioni a sostegno della Corte d’Appello, espressioni di culture, di responsabilità, di partecipazioni, oltre la base strettamente giuridica e funzionale impostata da Enzo Di Giacomo. Cui farà oltremodo piacere constatare che “stanno montando forti movimenti di opposizione che involgono le istituzioni centrali

della Regione, le associazioni di categoria, sindacali, il mondo universitario e della scuola tutta, l’associazione nazionale Magistrati, gli ordini forensi e professionali e di altri genere, che paventano, tutti, il declino di tutte le opportunità: cittadinanze e residenza nella regione stessa, con gravi pericoli sulla stessa unitarietà dello Stato”. La Corte d’Appello è una conquista faticosamente ottenuta ai primi Anni 70 dopo decenni di defatiganti trasferte nel distretto giudiziario di Napoli; la coincidenza temporale avrà certamente mosso la volontà e la

Lettera aperta Sig Ministro, proprio oggi che la S.V. si accinge ad inaugurare il nuovo anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Palermo, nella giornata in cui si ripete lo stanco rituale nel quale vengono evidenziati i mali della Giustizia e giammai individuate serie, concrete ed attuabili cure, vogliamo evidenziarLe come la paventata chiusura di alcuni di quelle Corti, già così oberate da appelli che cadono in prescrizione (cd. amnistia strisciante), lungi dal generare risparmi di spesa, produrrà solo altri drammatici disagi ai cittadini e sicuri, ulteriori ag-

determinazione dell’Associazione “Ex consiglieri regionali” del Molise, presieduta da Gaspero Di Lisa, a entrare nell’agone e a farsi portavoce al presidente del Consiglio dei ministri, ai presidenti delle Camere, al ministro di Grazia e Giustizia, alla deputazione parlamentare molisana e ai vertici politico-istituzionali della Regione Molise di una classe politica che non vuole sentirsi o essere ritenuta estranea alle vicende amministrative passate e presenti. Di questo va preso atto con favore, quale segnale di una vitalità che non è scemata, di una esperienza che non s’è fossilizzata sul man-

tenimento dei vitalizi, ma intende aggiungersi alle altre esperienze che in questa battaglia per la Corte d’Appello si vanno manifestando. Gli ex consiglieri regionali si sentono coinvolti e vogliono esserlo con una propria identità svincolata dalle appartenenze partitiche e ideologiche, totalmente al servizio del bene comune. In quest’ottica deve essere visto e letto il documento che ha raggiunto anche la presidenza della Repubblica, in cui è scritto che “l’eventuale soppressione della Corte di Appello di Campobasso costituirebbe una delle più infauste decisioni dello Stato democratico e finirebbe,

senza giustificazione alcuna e contrariamente al dettato costituzionale, con l’azzerare la platea dei diritti soggettivi di una intera regione, per quanto limitata ne sia la popolazione. La somma dei diritti soggettivi spettanti alle varie popolazioni è talmente esigente da non consentire l’ingresso, nella valutazione delle varie soluzioni, della mera e sterile contabilità dei numeri delle popolazioni insediate nel territorio regionale. Ciò infatti, violerebbero gli articoli 114 e seguenti della Costituzione italiana che volle creare uno Stato fondato sul riconoscimento sul suolo nazionale delle entità regionali storicamente configurate dal dopo guerra ad oggi”.Che l’associazione “Ex consiglieri regionali” del Molise voglia essere parte attiva e vitale della realtà molisana verrà confermata nei prossimi giorni con un altro documento in cui la presidenza della giunta regionale sarà invitata ad uscire dall’indeterminatezza e ad avviare con urgenza la programmazione dei Fondi europei del settennio 2014/2020 in concerto col partenariato produttivo, sindacale, sociale e culturale, ed ex consiglieri regionali compresi. Dardo

Uno scempio la riforma della geografia giudiziaria

gravi di spesa per la collettività, senza generare alcun tipo di efficienza. È’ sotto gli occhi di tutta la popolazione lo scempio perpetrato con la cosiddetta “riforma della geografia giudiziaria”, che ha solo significato la mera chiusura di migliaia di Uffici giudiziari, lasciando sguarniti interi territori del servizio Giustizia. Difatti, alla luce di quanto accaduto con i Tribunali ed i Giudici di Pace, il cittadino italiano ha ormai compreso che parole come “ristrutturare“ e “riorganizzare“ nel lessico della politica significano solo chiudere servizi e

far gravare i costi sugli Italiani. Poiché l’errore della chiusura di tanti Uffici giudiziari e’ sotto gli occhi di tutti, si pensa bene di riproporlo con la paventata chiusura di alcune Corti di Appello, che vuol dire semplicemente moltiplicare i disagi degli Italiani. Se chiude un Giudice di Pace il cittadino è’ costretto a rivolgersi a quello della città almeno più vicina, ma chiudere i Distretti di Corte d’Appello significa centuplicare le distanze! Ad esempio accorpare Campobasso ed Ancona, comporterà per il cittadino spostamenti superiori ai 400

chilometri! Lo stesso dicasi per Caltanissetta, Potenza, Taranto, ecc. Non solo! Sopprimere alcune Corti di Appello, con la conseguente, inevitabile chiusura di altri Tribunali (Direzione Naz. Antimafia, Tribunale Minorenni, Corte Conti, ecc.), cardini dei presidi di legalità, significa abbandonare di fatto di interi territori da parte della Stato, con l’inevitabile occupazione degli stessi da parte della criminalità organizzata. Per non parlare del personale, di magistratura ed amministrativo, che si vedrà spostato da una parte all’altra dell’Italia per sopperire al raddoppio dei processi nelle Corti accor-

panti, con la sradicazione e la “ deportazione” di centinaia di nuclei familiari; difatti, la “misura del confino” oggi vale solo per i Pubblici Dipendenti e non più per i mafiosi. Sig. Ministro, errare è umano, tanto che si parla della riapertura di alcuni Tribunali soppressi, ma perseverare è diabolico! Sollecitiamo, quindi, la S.V. e l’Amministrazione a non dare ascolto a chi propugna queste soluzioni, poiché è evidente che chi lo fa non vive la realtà quotidiana e non ha a cuore i disagi e le difficoltà dei più.


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5 3 febbraio 2016

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La gestione dei vertici dirigenziali a Palazzo Magno è fonte di incongruenza e disparità

Il presidente De Matteis premia la collaborazione del segretario generale D’Anello dandogli la funzione di direttore generale e milleduecentocinquanta euro al mese in più

La propensione ad essere accondiscendenti, a soddisfare soprattutto i “bisogni” economici dei vertici, quali che siano e perché lo siano, si sta rivelando un boccone indigesto per il personale provinciale messo a stecchetto, manipolato come fosse plastilina, disperso in mille rivoli Dal primo gennaio 2016 il segretario generale della Provincia di Campobasso Paolo Pasquale D’Anello svolge anche le funzioni si direttore generale dell’Ente. Lo ha disposto il presidente Rosario De Matteis alla scadere del 2015. Una decisione che contrasta la severità con cui s’è proceduto ad asciugare l’organico (da oltre 300 a 127 dipendenti), a dimezzare le spese di gestione, a fare i conti con la squinternata legge di riforma che di fatto ha frantumato una realtà istituzionale tra le più funzionati per renderla una realtà tutta da definire oltre che impoverita di contenuti. In questo guazzabuglio in cui a farne le spese è stato il personale al di sotto delle qualifiche dirigenziali, condannato alla diaspora e ai patimenti tipici dei soprannumerari, la decisione del presidente De Matteis di “premiare” il segretario generale, che di suo è già una figura apicale, con altro incarico remunerato, è un chiaro controsenso, un dirottamento verso una premialità elargita “in considerazione delle

riconosciute capacità professionali, della massima collaborazione prestata e delle possedute doti manageriali diretta alla programmazione, alla direzione e al coordinamento dell’azione amministrativa”. Bisogna dare atto a De Matteis dell’onestà intellettuale nel riconoscere a D’Anello il merito (premiato con l’aggiunta di 1.250 euro mensili quale misura del compenso connesso all’affidamento delle funzioni di direttore generale) di avergli for-

l’intervento di sergio genovese La denuncia madre riguarda gli ultimi episodi del dissidio Mancini, Sarri con tanto di puntata successiva che ha visto l’allenatore nerazzurro esibire il dito di mezzo verso la tribuna in occasione del derby di Milano. Il frastuono che ne è venuto fuori lo ha alimentato proprio il circo mediatico che da sempre ha operato per rendere deprimente il quadro che ne viene fuori. In un editoriale di Tony Damascelli ( si presume firma di livello) mi è capitato di leggere la apologia alla retorica della finta morale. L’accanimento contro Mancini era così palese che lasciava intendere un regolamento di conti al piatto della consumazione. In sostanza si continua a diseducare la gente facendo passare per lecita qualsiasi azione del pubblico e il-

nito “la massima collaborazione” nella fase in cui ha dovuto fare apprendistato alla guida della Provincia e sovvertire l’impianto gestionale di chi lo aveva preceduto, ovvero il presidente di sinistra Nicola D’Ascanio. In questa fase delicata, l’apporto del segretario generale D’Anello è stato particolarmente apprezzato dal nuovo inquilino di Palazzo Magno che appena ha potuto lo ha ripagato. Andando in contrasto, come abbiamo fatto cenno,

con l’asciuttezza della nuova struttura interna della Provincia, con la ridimensionata funzione tecnica e amministrativa dell’Ente sul territorio, con la inutilità di una managerialità diretta alla programmazione, alla direzione e al coordinamento dell’azione amministrativa. Cosa debba coordinare un direttore generale in un Ente in cui sono presenti due sole figure dirigenziali (Carmine Pace e Angelo Fratangelo), peraltro di provata esperienza e capacità, è tutto da dimostrare. E per De Matteis, se chiamato a dimostralo, non gli sarà semplice in relazione alle sue ripetute sortire polemiche contro la riforma del ministrò Delrio e contro il temporeggiamento della Regione Molise a definire le deleghe e a saldare i debiti. D’altronde non si capisce perché mai la figura del direttore generale non fosse necessaria nel 2013, anno dell’avvento di

D’Anello alla Provincia, con l’Ente nella sua florida e incisiva azione politica e amministrativa, e lo sia adesso a ridimensionamento avvenuto. La propensione ad essere accondiscendenti, a soddisfare soprattutto i “bisogni” economici dei vertici, quali che siano e perché lo siano, si sta rivelando un boccone indigesto per il personale provinciale messo a stecchetto, manipolato come fosse plastilina, disperso in mille rivoli. L’insoddisfazione è palese, la rabbia pure, il malessere serpeggia subdolo nel Palazzo, alimentanti dalla puntualità e dalla tempestività con cui sono state salvaguardate e poi distribuite le risorse finanziarie destinate al Fondo per il finanziamento della retribuzioni di posizione e di risultato per il 2015: 591.957 euro in favore delle posizioni dirigenziali dei quattro dipartimenti e i dodici servizi. L’acqua, è notorio, va al mare. Ma non è un bel vedere. Tutt’altro. Dardo

Ma nel calcio non doveva cambiare tutto? lecita qualsiasi reazione dei professionisti. Così se si grida a Mancini che la moglie e la mamma sono di facili costumi e lo si attinge con sputi, lo stesso, provenendo quell’insulto da una specie protetta, non ha diritto di replica o di difesa. Neanche ha il diritto di reagire istintivamente perché lui e gli altri attori del campo devono essere robot mentre gli spettatori con il tatuaggio o con la giacca e la cravatta, rimangono residenti nella zona franca dove sono stati messi da sempre. Ma che razza di ragionamento pedagogico è ? Se questo modo di intendere, pubblicizzato da firme prestigiose, continua a fare proseliti, dove andremo a finire? Cioè si afferma, anzi si riafferma, che il pubblico può dire e fare tutto ( lo sputo come si dovrebbe classificare?) e gli attori principali devono essere capaci di assorbire tutto. Magari tra un po’ proponiamo all’in-

verso la stessa cosa a Damascelli e vediamo se è così bravo a fare il robot, se si mantiene in religioso silenzio di fronte ad uno sputo o alla notizia di essere marito di una donna infedele. Il calcio se non la smetterà di procedere per luoghi comuni, se si farà rappresentare dall’alto e dal basso da voci e da penne così improduttive, scivolerà sempre più giù perdendo quell’ancestrale ascendenza popolare che connotava eventi di festa e non di guerra. Invece di fare i profeti di provincia per vivisezionare i motivi che spingono le persone a non frequentare più gli stadi, trattiamo anche questi argomenti. Ma sarebbe il caso che questa materia fosse trattata nei momenti di luce abbagliante come quelli della festa dello sport che si è celebrata dalle nostre parti. Invece tutto sembra risplendere e tutto sembra colorato di successo. Chi vuole veramente bene allo

sport, chi ne esibisce tatuaggio, non può far finta di niente. Se pensiamo che basta portare un nome famoso su un palco per azzerare tutto, confermiamo,sia l’andatura di un provincialismo che non ci abbandona, sia la improduttività contenutistica di chi ci rappresenta. Per intenderci meglio, rispetto all’episodio di cronaca citato, non intendo giustificare Mancini ma neanche quegli spettatori a cui facciamo credere che il loro status gli consente di fare e di dire quello che vogliono. Al prossimo inno di Mameli metteremo tutti la mano sul petto mentre ci prepareremo in bocca un bel po’ di saliva da usare all’occorrenza. In alternativa saremo pronti a vomitare sul nemico di turno tutto quello che si può dire di male per sfogare le nostre paranoie e le nostre sconfitte ordinarie. Viva questo calcio, evviva questo sport..


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Campobasso

3 febbraio 2016

“Servizi sociali, pensiamo alle famiglie”

Il gruppo della coalizione Civica al comune di Campobasso ha presentato una mozione CAMPOBASSO. I consiglieri comunali della Coalizione Civica al comune di Campobasso Pilone, Cancellario, Coralbo, Tramontano e Perretta hanno presentato una mozione che sarà discussa nella prossima seduta di Consiglio Comunale volta al massimo coinvolgimento dell’assise Civica nella predisposizione del Piano Sociale di Zona, strumento principale di programmazione dei servizi assistenziali di base sul territorio intercomunale dove Campobasso risulta essere Comune capofila.

In particolar modo: vista la L.R. n° 13 del 6 Maggio 2014 “Riordino del sistema regionale integrato degli interventi e servizi sociali” con la quale la Regione Molise governa il sistema dei servizi e delle attività sociali sul territorio molisano; preso atto della Deliberazione di Giunta Regionale n. 409 del 31 luglio 2015, avente ad oggetto “Progetto di Piano Sociale Regionale 2015 – 2018 (Periodo di programmazione finanziata 2016 – 2018)”; letta la Deliberazione di Consiglio Regionale n° 313 del 01 Di-

cembre 2015 con la quale la Regione approva il Piano Sociale Regionale 2015 – 2018 (Periodo di programmazione finanziata 2016 – 2018); preso, altresì, atto che contestualmente alla Deliberazione di C.R. n° 313 del 01 Dicembre 2015 il Consiglio Regionale approvava un O.d.G. (primo firmatario il Consigliere Vincenzo NIRO) avente ad oggetto: “Istituzione del fondo per sostenere le cosiddette <politiche passive> a favore della famiglia”; considerato che nei giorni 28 e 29 Gennaio u.s. il Comune di Cam-

pobasso ha effettuato delle audizioni con gli operatori del settore per la predisposizione del Piano Sociale di Zona così come previsto dalla Legge Regionale in oggetto e dalle norme procedurali; tutto ciò premesso, i consiglieri della Coalizione Civica intendono impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale di Campobasso, a: Coinvolgere, con tutti gli strumenti e le procedure che si ritengono necessarie e previste dalla norma, l’intero Consiglio Comunale nella predisposizione del Piano Sociale di Zona;Pro-

muovere serie politiche familiari volte a rafforzare azioni di sostegno alla famiglia attraverso il drenaggio di risorse aggiuntive previste dalla delibera di C.R. n° 313 del 1 Dicembre 2015, per istituire, all’interno del PSZ, un fondo dedicato proprio al disagio familiare estremo, soprattutto nei casi di impossibilità di attivare politiche di inclusione lavorativa, e, in particolare, ai casi di madri povere, sole, persone disabili, di marginalità estrema, e famiglie “cosiddette” non bancabili.

Terminal, c’è una proposta” Il consigliere comunale Lello Bucci, interviene sulla gestione della struttura CAMPOBASSO. “Io consigliere comunale incaricato alla mobilità, facendo seguito a quanto già in precedenza esplicitato, essendo ormai terminata la fase di studio e valutazione della documentazione attinente alla gestione del terminal di Campobasso ed avendo ormai la maggioranza di centrosinistra condiviso l’opinione che lo strumento tecnico-giuridico più idoneo per consegnare finalmente alla città il terminal autobus sia l’affidamento a soggetti esterni, comunica che è pervenuto all’amministrazione un progetto di gestione della struttura che appare in linea generale compatibile con gli interessi dell’amministrazione e dei viaggiatori. A breve pertanto verrà valutato ese eventualmente approvato dalla giunta comunale si passerà immediatamente alla gara per l’esecuzione dei lavori e per la gestione“. Così, il consigliere comunale Lello Bucci. “E’ intenzione dell’amministrazione quindi procedere velocemente a tutti quegli adempimenti previsti dalla legge che si concluderanno con l’approvazione da parte del Consiglio comunale della relativa convenzione di affidamento. Collegata alla

gestione del Terminal è anche la realizzazione di ulteriori parcheggi nell’area, di proprietà comunale che va verso l’edifico delle Poste in via S. Giovanni, alle spalle di quelli attuali già esistenti. Con finanziamenti regionali si dovrà procederà invece al completamento del collegamento con via Mazzini, che risolverà anche i problemi di sicurezza dei passeggeri che attualmente

escono dalla zona Terminal e si dirigono in città. Quest’ultima opera non è giuridicamente e tecnicamente collegata alla gestione del Terminal, ma funzionale alla fruizione della struttura. I ritardi sono dovuti alle autorizzazioni da parte delle Ferrovie dello Stato per eseguire i lavori in prossimità dei binari ferroviari. Il terminal-bus ha un’importanza fondamentale per la città in quanto, ubicato in zona centrale, rappresenta un importante smistamento della mobilità extraurbana ed urbana, con conseguente transito di un numero elevato di utenti giornalieri. A questo proposito si ricorda che è ormai completata anche la procedura amministrativa per la realizzazione del trasporto pubblico integrato con alcuni comuni della cinta campobassana. Si è infatti in attesa che la regione Molise completi quanto di sua competenza per permettere al Comune di Campobasso, comune capofila, di predisporre il bando per l’affidamento del servizio“.

Nuova terapia per lo scompenso cardiaco Primi casi in Italia alla Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso CAMPOBASSO. Lo scompenso cardiaco è una delle cause maggiori di mortalità ed è responsabile del 10% di tutti i ricoveri ospedalieri. La prognosi è infausta, infatti il 50% dei pazienti con questa diagnosi muore entro 5 anni. L’incidenza è in costante aumento sia per l’invecchiamento della popolazione sia per il miglioramento delle cure mediche che prolungano il decorso clinico. Ad esempio nella cardiomiopatia ischemica, nonostante le tecniche di rivascolarizzazione (by pass aorto – coronarico, angioplastica percutanea) nel 25-30% la malattia prosegue verso lo scompenso cardiaco. In pochi Centri al mondo, tra cui la Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso, è disponibile una nuova tecnica che potrebbe migliorare non poco le condizioni dei pazienti con un’insufficienza cardiaca grave, riducendo numero e durata dei ricoveri ospedalieri con un effetto positivo sulla qua-

lità di vita dei malati. Si chiama barostim o “attivazione del baroriflesso” ed è già stata usata in pazienti con ipertensione resistente ai farmaci. Questa tecnica, finora utilizzata su poche decine di casi in tutto il mondo, consiste nell’applicare uno stimolatore elettrico molto simile a un pacemaker cardiaco in prossimità del barocettore caroti-

deo, un “interruttore” che regola l’attività del sistema simpatico e parasimpatico (o vagale). Il sistema simpatico è il nostro “acceleratore”: aumenta la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la forza di contrazione del cuore ed è più attivo durante le ore del giorno. L’attivazione del sistema vagale, più tipica delle ore notturne, fa invece da freno e ha ef-

fetti diametralmente opposti. Negli ipertesi resistenti ai farmaci e nei pazienti con scompenso cardiaco c’è uno squilibrio fra sistema simpatico e attivazione vagale a favore del primo, che di fatto è “sovraeccitato”. È come spingere l’acceleratore con un motore imballato: c’è un’insufficienza cardiaca ma l’organismo chiede al cuore di lavorare di più.

Ad oggi lo scompenso cardiaco si cura con farmaci che però hanno un’efficacia limitata, sia per l’entità sia per la durata della risposta del paziente. Da qui l’idea di posizionare uno stimolatore sul barocettore carotideo: quando quest’ultimo viene attivato, infatti, riduce l’attività simpatica aumentando quella vagale, riportando cioè equilibrio fra le due componenti che vanno in senso opposto. L’effetto che osservato nei primi pazienti è molto positivo, si mantiene stabile nel tempo, con una riduzione consistente della necessità di ricoveri e un netto miglioramento della qualità di vita. I candidati “giusti” sono malati con un’insufficienza cardiaca grave ma non estrema. Il rischio di effetti indesiderati è basso, se la tecnica è eseguita correttamente. Peraltro l’attivazione del baroriflesso è già usata su casi di ipertensione resistente ai farmaci, per cui si tratta di utilizzare conoscenze già note su un’altra categoria di pazienti.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

3 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Il recente premio alla memoria di Tonino Molinari riporta alla mente i dirigenti del passato

Grazie a tutti i presidenti rossoblù

Quella volta che Colagiovanni dovette ricorrere al “ramino” per far partire la squadra di Gennaro Ventresca Nella beneficiata di premi che sono stati assegnati nel corso della pur piacevole giornata dello sport regionale ce n’è uno che è passato quasi sotto traccia. E’ quello che gli organizzatori, con Carmelo Parpiglia in testa, hanno attribuito alla memoria dell’ex padrone del Lupo, dico Tonino Molinari. A consegnare l’artistica statuetta è stato chiamato l’attuale presidente rossoblù, il dinamico Giulio Perrucci; al ritiro del riconoscimento ci ha pensato Antonio Molinari junior, nipote del compianto imprenditore e attuale consigliere comunale, nel plotone di maggioranza. Il premio è stato etichettato alla “memoria”. Tonino, infatti, è deceduto nel maggio dello scorso anno, anticipando di qualche mese il cammino verso San Giovanni dei Gelsi di Fernando Frattura che fu il suo ineguagliabile “secondo”. Non è giusto dimenticare anche Antonio Di Stefano

(passato anche lui a miglior vita da qualche anno), già sindaco di Colletorto per oltre venti anni affiancò i due alti dirigenti, col compito niente affatto agevole di amministratore delegato del club. Sono convinto, che nelle prossime edizioni, la commissione

che stila l’elenco dei premiati non potrà fare a meno di ricordare un altro grande presidente del calcio campobassano. Dico Luigi (Gigino) Falcione, il primo e forse unico a imporre regole certe e una rigida organizzazione all’interno della società che guidò per tre

anni. Portando la squadra in C1, in seguito alla riforma dei campionati, e a sfiorare la B, perduta per una serie di circostanze sfavorevoli solo per un punto. Giacchè sono qui a scrivere dei presidenti del passato, credo che sia il caso di fare un ringraziamento a tutti quelli che hanno occupato il posto più alto del nostro sodalizio, che non sempre è stato prestigioso come si potrebbe immaginare. Ci sono stati lunghi anni bui in cui si è andati avanti a singhiozzi, più grattacapi che soddisfazioni. Per dare il senso della precarietà voglio raccontare al lettore ciò che accadde alla vigilia della trasferta di Teramo in una delle molte stagioni tribolate della nostra squadra del cuore. Il presidente era Adolfo Colagiovanni, un elegante e coltissimo professore di lettere, con una famiglia monoreddito. Giravano pochi soldi nelle tasche dei professori, specie in quelle dell’ottimo intellettuale (sarebbe diventato di lì a poco preside),

anche per l’abitudine di intrattenersi al tavolo da gioco, gli piaceva tanto il “ramino”. Era di sabato e la squadra doveva partire per la trasferta abruzzese. Neanche a pensare all’albergo, ma un pranzo in ristorante bisognava pur assicuralo ai giocatori. Il segretario Carletto Passacantilli inutilmente cercò di raggranellare un po’ di soldi, ma non ebbe fortuna. Colagiovanni, con bocchino d’osso tra i denti e un sorriso smagliante da testimonial di pasta dentifricia, non si perse d’animo. Rassicurò mister e giocatori che non c’erano problemi. Il professore non trovando altra soluzione decise di ricorrere al ramino, unendosi ai soliti giocatori che si ritrovavano in una stanzetta pregna di fumo sotto la tribuna del Romagnoli. La carta gli fu amica e vinse una bella sommetta. Che destinò alla trasferta dei nostri ragazzi che ottennero anche un prezioso punto utile per la salvezza.

Truffe agli anziani, identificato un 42enne Si tratta di Luca Accetta che già aveva precedenti per lo stesso reato C A M P O BASSO. Nell’ambito dei servizi effettuati dalla Polizia di Stato di Campobasso per reprimere il fenomeno delle truffe in danno di anziani, la Questura di Campobasso ha avuto modo, nei mesi trascorsi, di identificare uno dei responsabili, tale ACCETTA Luca di anni 42, proveniente da Napoli. Il soggetto in questione, oltre ad essere stato deferito all’Autorità Giudiziaria, è stato raggiunto dal provvedimento del divieto di ritorno nel comune di Campobasso per la durata di tre anni emesso dal Questore.

Nei fatti, ACCETTA Luca, violando il divieto di ritorno, ha continuato a venire a Campobasso per commettere reati in danno di anziani. Il modus operandi è quello consueto: la scelta delle vittime ricade normalmente su anziani di oltre 75 anni; il primo contatto può avvenire telefonicamente tramite l’utenza fissa reperibile negli elenchi pubblici o in un contatto diretto per strada. Quasi sempre la fiducia delle vittime viene carpita facendo insorgere gravi paure sulla sorte dei figli, paventando bisogni urgenti, situazioni difficili o di pericolo (ad esempio incidenti stradali e mancanza di copertura assicurativa, pacchi urgenti da ritirare, ricoveri ospedalieri, problemi con le forze dell’ordine), spacciandosi per assicuratori, avvocati, agenti di polizia, carabinieri, assistenti sociali, impiegati del comune, operatori sanitari, tecnici dell’Enel del gas e simulando anche contatti telefonici con i figli stessi. Un raggiro particolarmente efficace, impiegato negli ultimi casi, è quello di intrattenere la vittima al telefono rappresentando la situazione di grave bisogno in cui si

trovano figli o nipoti; a questo punto il truffatore invita la vittima a sincerarsi della situazione chiamando direttamente polizia o carabinieri. Il truffatore rimane con la cornetta alzata e quando la vittima, dopo avere composto il numero delle forze dell’ordine, riprende a parlare i truffatori si spacciano per poliziotti/carabinieri e confermano l’accaduto. La gravità del danno non è solo economica, ma soprattutto psicologica in quanto l’evento è in grado di minare nell’anziana vittima la fiducia in se stessi e il desiderio di vivere in autonomia. Il reato è tanto più abbietto quanto più sfrutta i sentimenti di un genitore anziano. Per quanto sopra, al fine di impedire la reiterazione delle truffe e di favorire l’identificazione per fatti già commessi, appare necessario pubblicare la fotografia del volto di ACCETTA Luca, con richiesta di divulgazione e chiedendo a chiunque lo riconoscesse come autore di truffe di recarsi presso gli uffici delle forze dell’ordine o chiamare il 113.

Torna il vero carnevale “campuasciano” Martedì 9 febbraio a San Giuseppe Artigiano la manifestazione CAMPOBASSO. L’unione fa la Forza….. Finalmente !! , direbbero e dicono in molti. Infatti a Campobasso, grazie , e sarebbe una delle poche volte, alla sinergica collaborazione di dieci associazioni ,con l’ausilio e la disponibilità della Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, il 9 febbraio 2016, rivivrà il vero Carnevale Campuasciano con l’evento dal titolo “ CAMPUASCE DE NE VOTA “. Si, quel Campuasce che purtroppo sta vivendo una dimensione non più consona alla sua storia , alla sua tradizione, al suo bel giardino, tanto amato e decantato dove,aggregazione e convivialità erano un solo univoco obiettivo. Una Campuasce che, di specie nell’associativismo, vive solo arrivismo e proselitismo fuori dagli schemi senza un reale confronto e senza un reale obiettivo. I patrocini del Comune di Campobasso, della Provincia e

della Regione Molise danno ampia dimostrazione che tutto ciò deve essere posto in secondo ordine e che l’unico scopo per riprendere centralità ed amore per la propria terra è : LA CONDIVISIONE. E, l’Associazione Culturale Arti e Tradizioni “ Fontanavecchia “ in collaborazione con l’ Associazione pro Crociati e Trinitari per le rievocazioni storiche molisane, Borghi d’Eccellenza, Talenti e Artisti Molisani,Associazione di quartiere Campobasso Nord,ASD Balletto del Molise Scarpette Rosse ,Associazione Cavalieri della Morgia,Parrocchia San Giuseppe Artigiano,Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria,Pasticceria Divinità di Campobasso ,“La boutique del pane e dei biscotti” di Macchiagodena, con il Patrocinio del Comune di Campobasso, della Provincia di Campobasso e della Regione Molise, nella presidenza del Consiglio Regionale, condividendo l’amore e

la finalità della manifestazione, che vuole confermare quanto sia importante tornare a conoscere il passato , e che, senza di esso,non ha senso il presente e non ha radici il futuro… Tutelare e divulgare la nostra tradizione orale equivale a preservare un tesoro che connota una comunità e che la rende unica, un patrimonio che costituisce quelle radici che sostengono quello che i campobassani siamo oggi, prima che questo tesoro svanisca inesorabilmente, inghiottito dalla fretta e dalla globalizzazione Le Associazioni su menzionate, con l’ evento organizzato, intendono far convergere le loro azioni e le loro competenze per far riscoprire alla comunità cittadina, tutelare e valorizzare il patrimonio culturale locale, ormai quasi dimenticato da anni, strizzando l’ occhio in particolare alle nuove generazioni, che poco o nulla conoscono della storia e delle tradizioni della propria città.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

3 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

“Sanità, disonestà di chi ci governa” Lucio Pastore replica alle accuse del presidente Frattura sui costi del Pronto soccorso ISERNIA. Alle polemiche sui costi del Pronto soccorso di Isernia, a Frattura ha replicato il dottore Lucio Pastore: “Grazie a tutti i cittadini che sono stati presenti alla Provincia. Da oggi Isernia deve iniziare una riscossa da portare in tutta la regione. Voglio solo ricordare al governatore, che non mi ha permesso di replicare, che, negli ospedali,

tutti i pronto soccorsi sono centri di costo, come le rianimazioni, e non è possibile che siano in attivo. Chi si intende di economia comprende cosa voglio dire e questo dimostra la pochezza e la disonestà di chi ci governa. Ricordo ancora al governatore che abbiamo presentato linee guida metodologiche per costruire un piano sanitario che metta al cen-

tro i bisogni dei cittadini e che va, pertanto, nella direzione opposta a quella del suo piano, che privilegia, invece, gli interessi dei privati arrivando addirittura a trasferire l’ospedale pubblico di riferimento della regione in una fondazione privata. Se vuole, possiamo articolarlo anche nei particolari. Inoltre, non vorremmo più par-

lare della morte avvenuta in pronto soccorso. Abbiamo già detto che viviamo come una sconfitta quell’episodio e ribadiamo che, nonostante la mancanza di personale, mezzi e posti letto, abbiamo sempre fatto quanto era ed è in nostro potere per dare le giuste risposte. Attendiamo con serenità i risultati dell’audit.”

Il no all’apertura di Eurospin A Venafro il dibattito è sempre aperto e differenti le posizioni in campo CAMPOBASSO. Il caso dell’apertura o meno di Eurospin, colosso commerciale, a Venafro sta facendo tanto discutere l’opinione pubblica locale. In frangenti del genere l’opinione pubblica si divide e si confronta, avanzando tesi diverse, addirittura contrapposte. La questione: un operatore commerciale della città – per privacy si preferisce non riportare i nomi dei protagonisti della storia – ottiene dal Comune di Venafro l’autorizzazione a costruire un complesso all’ingresso sud dell’abitato, lungo la statale 85 Venafrana, per ospitarvi un supermercato targato Eurospin data la sua attività lavorativa nel settore della grande distribuzione. Una volta ultimata la realizzazione, lo stesso operatore commerciale chiede di procedere col proprio programma e quindi di aprire il supermercato in questione, ritenendo che non sussistano problemi di sorta. Ed invece a questo punto ecco venir fuori l’intoppo. Altro operatore commerciale della città, chiaramente interessato alla vicenda e che rema in tutt’altra direzione, si oppone a che tanto

avvenga, parlando della mancanza in zona dei requisiti di legge perché apra il nuovo supermercato all’ingresso sud di Venafro. Inizia così tutta una battaglia legale tra i due contendenti circa l’apertura o meno dell’ attività, “tiro alla fune” tuttora in corso a colpi di avvocati, articoli di legge e di giornali, carta bollata e sentenze. Ribadita l’assoluta priorità e valenza nel merito delle decisioni in arrivo dalle aule di Tribunali, al cronista spetta solo riferire cosa pensa della questione l’opinione pubblica venafrana, chiaramente interessata alla faccenda trattandosi di economia, libero mercato, occupazione ed altro ancora. Diciamo subito che nel merito la gente di Venafro è divisa tra favorevoli e contrari a che la nuova attività apra in città. I contrari : innanzitutto, ovviamente, l’operatore commerciale che si oppone a che questo avvenga tant’è l’azione legale portata avanti, quindi i piccoli esercenti commerciali di Venafro che temono contrazioni e crollo degli affari a seguito del nuovo mega punto vendita che attirerebbe clienti svuotando i piccoli

negozi del centro cittadino. I favorevoli : praticamente tutti gli altri. Dal commerciante che ha realizzato la struttura in cui ospitare il nuovo esercizio al venafrano comune, cui farebbe piacere la nuova offerta commerciale per avere maggiore possibilità di scelta e confronto dei prezzi negli acquisti, giusta la libera circolazione di domanda ed offerta. Da rimarcare per concludere altro aspetto che gioca a favore del nuovo punto vendita tanto conteso : la nuova occupazione che questo offrirebbe ad ambosessi, tra commessi, operai ed impiegati d’ufficio. Ed allora ? Il dilemma Eurospin/si – Eurospin/no a Venafro resta decisamente in piedi ed é tale da coinvolgere assai da vicino l’opinione pubblica cittadina per i motivi appena esposti e per tant’altro che la complessa questione comporta. Al momento comunque c’è da dire che il Tar Molise si è appena pronunciato per il “no” alla nuova apertura.

“Gl’ Cierv il 7 febbraio” A Castelnuovo al Volturno la storica maschera antropomorfa molisana CASTELNUOVO AL VOLTURNO. Domenica 7 febbraio, a partire dalle h 16,30 e preceduta da esibizioni folk e concerto, torna a Castelnuovo al Volturno la storica maschera antropomorfa molisana de “ Gl’ Cierv’ “ che conferirà il giusto tocco di tipicità regionale al carnevale molisano 2016, il quale si differenzia da quelli senz’altro più famosi di Venezia, Putignano ect. per le sue caratteristiche storiche ed attinenti alla natura del territorio, che lo rendono unico e particolare. “ Gl’ Cierv’ “ infatti ripropone con tutta la durezza della storia e dei protagonisti del rito, ossia Cervo,

Cerva, Martino e Popolani, l’evoluzione della vita animale in Molise e nei paesi mainardici in particolare, appunto “ Gl’ Cierv’ “, specie animale prima terribile e devastante, ma alla fine mansueta e vicina all’uomo, a sua volta non più avversario acerrimo della bestia ma reso diverso dalla legge naturale dell’ evoluzione di tutte le specie viventi. Bellissimo poi nel contesto della stessa maschera, ed assai struggente e significativo, l’amoreggiamento tra cervo e cerva, esseri finalmente integrati in una natura non più selvaggia ed ostile bensì in grado di accogliere tutti per

una esistenza nuova e più positiva. Questo e tant’altro ancora è “ Gl’ Cierv’ “ di Castelnuovo al Volturno, paese mainardico che domenica pomeriggio si appresta all’ennesimo gran pienone di ospiti ed appassionati della tipica pantomima dell’Uomo Cervo, rito ripreso, rilanciato da decenni e curato nei minimi dettagli da Ernest Carracillo, oggi vera anima dell’appuntamento. “Ho ripreso e rilanciato tale maschera antropomorfa della nostra terra afferma l’uomo- valorizzandola e facendo emergere i messaggi in essa contenuti. Oggi gli sforzi pluriennali vengono ripagati da consensi crescenti e da presenze quanto mai incoraggianti di ospiti provenienti da tant’altri Comuni sia molisani che extraregionali”. Carracillo espone quindi in breve quanto avverrà domenica pomeriggio a Castelnuovo al Volturno : “Alle h 16,30 ci sarà l’esibizione del gruppo folk “La Peccenera” di Forli del Sannio. Dalle h 17 nella chiesa madre di Castelnuovo concerto del gruppo “NovaMusa” composto da Pietro Ricci, Ernest Carracillo, Anto-

nello Iannotta, Marrys Capone, Luigi Vitullo e Paolo Zampogna, cui seguirà a partire dalle h 18,30 l’appuntamento tanto atteso : il rito de “ Gl’ Cierv’ “ in piazza Roma. Gl’interpreti principali della maschera saranno Armando D’Agostino (Gl’ Cierv’), Milena

Iannotta (La Cerva) e Luigi Pezzotta (Martino). Precederà la danza tribale con le tipiche figure delle janare. Al termine degustazioni per tutti in piazza con polenta e salsicce, ossia con la più classica delle tipicità di Castelnuovo al Volturno”.


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Termoli

3 febbraio 2016

“Emergenza idrica, troppi problemi” L’Amministrazione comunale di Montenero di Bisaccia interviene sulla gestione della crisi MONTENERO DI BISACCIA. Il sindaco Nicola Travaglini e l’Amministrazione comunale di Montenero di Bisaccia intendono esprimere il proprio disappunto in merito alla gestione dell’emergenza idrica che ha arrecato enorme disagio alla popolazione locale lo scorso fine settimana. “Ciò che è accaduto la scorsa settimana e lo scorso weekend - ha dichiarato il sindaco Nicola Travaglini - non può essere archiviato in pochi minuti come un disguido o, peggio ancora, come una casualità o un errore di poco conto. A tale proposito intendo manifestare, anche a nome dell’Amministrazione comunale e di tutta la popolazione di Montenero di Bisaccia, il più fermo disappunto per la gestione della vicenda che ha portato alla scoperta dei cloriti nell’acqua potabile in misura maggiore ai limiti consentiti dalla normativa vigente.

Non è accettabile che dopo le numerose segnalazioni, riportate anche dalla stampa locale, non siano state attivate immediatamente le procedure di analisi e controllo in tutti i comuni serviti dalle condotte idriche provenienti dalla diga del Liscione. Al netto delle solite speculazioni politiche locali, che lascio ai professionisti della critica, non posso

quindi ignorare le preoccupazioni espresse dalla cittadinanza in merito ai ritardi che hanno contraddistinto questa vicenda. Le vere vittime di un sistema che non ha funzionato, infatti, restano i cittadini e le singole amministrazioni locali, che si sono ritrovate a dover attendere a lungo la nota dell’Asrem, a seguito delle analisi effettuate dall’Arpam. Per

quanto ci riguarda, noi ci siamo attivati immediatamente emettendo l’Ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua subito dopo aver ricevuto la nota dell’Asrem, come prevede la procedura, e informando contestualmente i cittadini. Per le considerazioni appena espresse, intendiamo richiamare l’attenzione del Prefetto di Cam-

pobasso, della Regione Molise, dei vertici di Molise Acque, dell’Asrem e dell’Arpam, auspicando una doverosa ed urgente revisione delle procedure di gestione, controllo e analisi dell‘acqua potabile, prestando inoltre particolare attenzione alla verifica dei canali informativi, sia interni che esterni, al fine di velocizzare le procedure e migliorare la trasparenza. Così come chiediamo di imprimere un’accelerazione definitiva alla realizzazione dell’acquedotto molisano centrale, che porterà l’acqua delle sorgenti del Biferno nel nostro territorio, grazie anche alla variante proposta dai comuni di Montenero e Petacciato. Tutto ciò assume evidentemente carattere di urgenza ed improrogabilità, anche perché la salute dei cittadini è garantita dalla Costituzione e non può di certo essere rinviata a data da destinarsi“.

Concorso di caffetteria nel carcere di Larino La manifestazione con gli allievi dell’istituto Alberghiero LARINO. Un concorso per caffetteria all’interno del carcere di Larino, quello organizzato dall’istituto Alberghiero di Termoli con la ditta Camardo. Un resoconto della manifestazione affidata direttamente a un partecipante, Francesco Luigi Frasca. Ogni giorno migliaia di persone consumano a colazione i tradizionali caffè espresso e cappuccino all’italiana. Però, molti non sanno cosa si cela e cosa si possa creare dietro quel delizioso sorseggiare. A svelare i segreti sono stati gli alunni frequentanti l’istituto alberghiero “Federico di Svevia” con la direzione della dirigente Maria Concetta Chimisso, sita nell’istituto di pena di larino. Si è trattato della seconda edizione del “concorso Camardo”, maestro dell’espresso junior. Dove gli stessi hanno potuto effettuare la preparazione di caffè espresso e cappuccino all’italiana, portando i presenti a l’evento,

a vivere un viaggio nel gusto, partendo dal sapore, attraversando radici storiche e scoprendo tecniche professionali. Di grande rilievo è stata la realizzazione artistica di cappuccini attraverso la tecnica del ciok-art, con la quale si è dato vita ad uno sfoggio di fantasia pura. Infatti, su ogni prelibato cappuccino si poteva ammirare svariati disegni da cigni, simboli al romanticismo con cuori e dediche. Il concorso Camardo prevedeva la premiazione dei primi tre classificati per le due categorie in gara: alunni del primo anno nella preparazione caffè espresso e cappuccino; alunni del secondo anno nella stessa preparazione ma con l’avvallo della tecnica ciok-art. Il tutto sotto gli occhi esperti della giuria composta da: Nicola Cè e Dario Fociani baristi internazionali di caffetteria specialità. Alla realizzazione dell’evento hanno

contribuito apportando tutta la loro professionalità i docenti Alberto Pelusi, Raffaella Di Tullio eFabiana Di Rosso. Il concorso Camardo al suo secondo anno si è proposto come vetrina per gli allievi della scuola, dove possono esibire le nozioni e tecniche acquisite nel corso di studi, ed un modo per far incontrare lo studio con la realtà del mondo lavoro, inoltre esso valorizza quelle che sono due prodotti Made in Italy che ci rendono primi al mondo: caffè espresso e cappuccino. Un connubio tra storia e tecnica, tra sapore e cultura. Tutto ciò in un istituto di pena che sotto la direzione di Rosa La Ginestra, da tempo ha aperto le porte del carcere alla formazione professionale degli studenti. Questo è un trampolino di lancio verso il mondo del caffè, e verso una riabilitazione sociale e didattica. Adesso la colazione ha veramente un sapore migliore, un sapore di libertà.

A passo lento tra mare e terra La passeggiata è stata organizzata dall’associazione Ecomuseo frentano LARINO. Massiccia l’adesione all’attività del 31 gennaio scorso a Campomarino e dintorni: “A Passo Lento, in viaggio tra mare e terra” organizzata dall’associazione “Ecomuseo itinerari frentani” in collaborazione de “Istituzione centro servizi turistici e culturali Campomarino”. Il primo ritrovo dei partecipanti si è tenuto alle ore 14.30 in Piazza Vittorio Veneto, a Campomarino per poi partire alla volta dell’area naturalistica in territorio di Chieuti presso il bosco retro-dunale delle Torri Fantine. L’escursione si è propagata, con grande curiosità dei partecipanti, nella macchia mediterranea alla conoscenza della vegetazione del luogo nonché alla scoperta delle proprietà nutritive e terapeutiche degli arbusti e dei loro frutti, il tutto intersecato sapientemente da

storia e cultura popolare narrata con trasporto dal preparato Marcello Pastorini. Una passeggiata all’insegna “dell’imparare” ad osservare la natura che ci circonda, ascoltandone l’essenza stessa della sua bellezza, dal gratificare l’occhio e l’olfatto di cotanta attrattiva, dai colori, ai sapori e odori. Una vera lezione alla bellezza dell’ambiente in cui viviamo che ha portato il numeroso pubblico ad integrarsi nel paesaggio, ad entrare in sintonia con il territorio che spesso è inesplorato agli occhi di tanti, ma che si esprime nella meraviglia più estrema e che va gelosamente custodito e lasciato in eredità ai posteri. L’escursione ha visto il rientro a Campomarino alle ore 18 presso Palazzo Norante dove l’instancabile Marcello Pastorini ha prose-

guito con il narrare frammenti di vita popolare in tutti i suoi aspetti culturali più importanti che hanno segnato l’appartenenza al territorio, il tutto intercalato da musica e canti popolari con la partecipazione dei “Cantori della memoria

e i “Musicando”. Non poteva mancare in un percorso culturale di tale completezza il raccogliersi in una conviviale ove è stata offerta ai partecipanti la degustazione di prelibatezze locali, sapori del ter-

ritorio ove hanno fatto da principi la pampanella e l’olio extra vergine della Gentile di Larino. Si è così concluso il percorso: “A Passo Lento, in viaggio tra mare e terra”, con un esplosioni di sapori e sorrisi.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

3 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Gtm, si apre uno spiraglio Dal tavolo in Prefettura l’assessore Nagni garantisce il pagamento degli arretrati alla società TERMoli. Si è svolta stamane presso la Prefettura di Campobasso una riunione sulla vertenza GTM di Termoli, che ha visto la partecipazione del Prefetto Di Menna, dell’Assessore regionale ai Trasporti Nagni, del Sindaco di Termoli Sbrocca e l’Assessore alla mobilità Ferrazzano, della proprietà dell’Azienda e di rappresentanti del sindacato di categoria della Cgil. Dopo un’ampia discussione nel merito, durante la quale sono emerse nuovamente le diverse criticità che riguardano la gestione del servizio dei trasporti termolese, la Regione Molise, anche grazie all’intervento diretto del Presidente Frattura, ha

avviato la predisposizione degli atti per la liquidazione delle somme affinché siano corrisposte le mensilità di dicembre per il tutto il trasporto urbano, di gennaio per l’extraurbano e una

quota d’interessi maturati. Il Comune di Termoli, in virtù dell’impegno assunto dalla Regione e al fine di velocizzare l’erogazione degli stipendi ai lavoratori, anticiperà le somme

spettanti alle aziende. A oggi, così facendo, resterebbero da saldare soltanto la tredicesima e la mensilità di gennaio, quest’ultima ancora in fase di maturazione.

Grazie all’accordo raggiunto, ha rilevato Nagni a margine dell’incontro, che vede una partecipazione attiva del Comune di Termoli, i dipendenti della GTM riceveranno a breve le due mensilità arretrate. Oggi, però, abbiamo avuto un’ulteriore conferma di quanto il sistema del traposto pubblico locale necessiti di una forte revisione e che sicuramente sarà messa in campo a tutti i livelli. Comunque, ha concluso Nagni, ci avviamo verso la scadenza dei contratti di servizio per il comparto urbano, extraurbano e ferroviario: un’opportunità, questa, che sicuramente sarà utile per determinare nuovi parametri per l’offerta del trasporto pubblico.

“Piazza Mercato, urgono interventi” I rappresentanti del comitato di quartiere chiedono al Sindaco opere urgenti TERMoli. I rappresentanti del “Comitato di quartiere piazza Mercato” hanno incontrato il sindaco di Termoli per informarlo in merito alle gravi problematiche che affliggono il quartiere e per chiedere il suo intervento. In occasione dell’appuntamento “è stato richiesto un maggiore controllo del territorio in particolar modo nelle ore serali e notturne e soprattutto nel fine settimana, quando gruppi di giovani si lasciano andare ad atti di vandalismo e di schiamazzo incontrollato, causando danni alle cose pubbliche e private e rendendo invivibile il quartiere”. Il Comitato, inoltre, ha richiesto “il controllo da parte dell’amministrazione comunale della diffusione di musica per il corso principale e nelle piazzette. Attualmente la musica viene suonata soprattutto nel fine settimana e nelle festività fino a notte inoltrata –tre, quattro del mattino- senza limiti di decibel, in totale disprezzo delle norme vigenti in merito al limite di orario e intensità del suono, causando il disturbo della

quiete e del riposo dei residenti. Alle precise richieste del comitato di quartiere il sindaco ha risposto dichiarando che l’amministrazione

comunale è impossibilitata ad effettuare ogni tipo di controllo e ha invitato gli associati a rivolgersi alle forze dell’ordine ogni qualvolta si renda necessario.

“Strada del tratturo, qualcuno intervenga” Il sindaco di San Giuliano di Puglia chiama in causa Nagni e De Matteis San Giuliano di PuGlia. L’ultimo episodio è quello che ha visto protagonista un’automobilista rimasto bloccato in mezzo alla neve portato qui dal suo navigatore. Ma la questione della ’strada di nessuno’ resta aperta, tanto che il sindaco di San Giuliano di Puglia, Luigi Barbieri, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera all’assessore regionale ai Trasporti, Pierpaolo Nagni, al presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis e al Prefetto di Campobasso, Pierpaolo Di Menna. Obiettivo: stabilire la competenza della ’strada del tratturo’, asfaltata dopo il terremoto del 2002, e quindi capire a chi ’spetta’ pulire in caso di neve e di intervenire in altre occasioni. «La strada interessata - scrive Barbieri - è stata interessata a seguito del sisma da importanti lavori di adeguamento (mediante

l’impiego di cospicue risorse pubbliche) al fine di consentire il raggiungimento dei Comuni del cratere con tutti quei mezzi a cui era stata interdetta la circolazione e il transito nel centro abitato di Bonefro, danneggiato dal sisma. Tali importanti interventi sono stati curati dalla Provincia di Campobasso e l’arteria stradale completata è stata aperta al tran-

sito oltre dieci anni fa. Purtroppo però - osserva Barbieri - su tale arteria, sin dal momento dell’apertura, non vengono effettuate né opere di manutenzione straordinaria, né manutenzione ordinaria (taglio erba, rifacimento segnaletica orizzontale, sgombero neve, eccetera) in quanto nessun Ente ritiene di essere proprietario della strada e, quindi, competente

a eseguire tali opere. Tale situazione comporta notevoli rischi per la pubblica e privata incolumità dei tanti cittadini dell’area interessata che quotidianamente utilizzano l’arteria stradale per il collegamento con il capoluogo regionale. Occorre precisare scrive il sindaco - che la competenza sul primo tratto di strada (di circa 1400 metri), come si

evinze dalla planimetria, è sicuramente della Provincia mentre il transito restante fino alla zona industriale di Bonefro (circa 2600 metri) ricade interamente sul Tratturo Celano-Foggia». «Considerato che la Provincia di Campobasso è risultata destinataria del finanziamento per i lavori di adeguamento e che tale tratto collega due strade provinciali (Sp 40 e Sp 73d), si ritiene che la competenza anche su tale tratto sia dell’Ente Provincia a meno che - conclude Barbieri - lo stesso non abbia provveduto a consegnare l’arteria ad altro Ente, mediante apposito verbale redatto a fine lavori. Ciò posto si chiede, con la massima sollecitudine, di chiarire e definire la competenza sulla strada in questione anche al fine di evitare, per il futuro, situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità».



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Opinioni di Nicola Felice

3 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

La storia dell’acqua in basso Molise

Anche questa nuova emergenza “acqua potabile”, per i cittadini di Termoli e dei Comuni del Basso Molise, sembra avviata verso la fine e, come in precedenza,finora, non è stato chiarito ai cittadini le cause che hanno prodotto il generarsi di enormi disagi, oltre a far emergere la non perfetta “macchina” dell’emergenza. Tutti ansiosi e “appesi” ai mezzi di comunicazione, mi è parso tornare ai tempi di “tutto il calcio minuto per minuto” al fine di conoscere le ordinanze che i Sindaci sono stati costretti ad emettere, a seguito delle certificazioni da parte delle autorità sanitarie, questa volta, sulla concentrazione dei “Cloriti” non conforme al limite di legge (D.Lgs 31/2001) per l’utilizzo dell’acqua per gli usi umani. Quanto accaduto mi porta a dire: ci risiamo ! I cittadini di questo territorio sono costretti a subire nuovi e gravi disagi, e ancora messi alla prova della loro pazienza, a causa dell’acqua, bene di primaria necessità. Si ripete quanto accaduto nell’autunno del 2000 per l’alluminio, nel 2010 per i trialometani, e l’ultima nel novembre 2015 con l’interruzione totale, per molti giorni, della fornitura di acqua e l’indisponibilità dell’uso persino per i servizi igienici. Non posso però, non considerare che i Cloriti, prodotti dall’uso di biossido di cloro nel processo di potabilizzazione e disinfezione dell’acqua, sono composti di secondaria importanza, ciò è confermato dalla richiesta di solo tre volte all’anno delle analisi di controllo. Mentre un maggiore e assiduo controllo analitico viene richiesto per tanti altri composti, presenti nell’acqua, più importanti e pericolosi per la salute umana. Come pure, mi permetto ricordare che ai Cloriti, per molti anni. è stato consentito con deroga, superare la concentrazione limite di legge (200 mg/l) fino a quattro volte (800 mg/l). Credo che ciò, con una certa “elasticità” di interpretazione del risultato delle analisi, da parte delle autorità sanitarie preposte (il SIAN dell’ASREM), accompagnata con azioni

di Claudio De Luca

Tutto quello che gli altri non dicono

energiche verso le aziende produttrici e distributrici dell’acqua, forse, si sarebbe potuto evitare l’emanazione di ordinanze da parte dei Sindaci, riducendo se non proprio eliminare l’ “allarmismo” e i conseguenti gravi disagi ai cittadini del basso Molise Ancora ad oggi, non è dato sapere cosa abbia prodotto questa ulteriore emergenza, lasciando a tutti la libera immaginazione. Preso da numerose richieste di amici e conoscenti, sapendo dell’esperienza maturata nel settore, su cosa pensassi in merito e quali accorgimenti prendere per il triste evento, sono stato talmente coinvolto al punto di fare un sogno. Ho sognato di trovarmi, a valle della diga del Liscione, nell’impianto di potabilizzazione di Molise Acque. Seguendo l’intero processo di potabilizzazione, ho notato un eccesso di dosaggio di “biossido di cloro” nella fase di pretrattamento, ciò ha prodotto nell’acqua una quantità di “cloriti” di gran lungo superiore a quella necessaria per eliminare le sostanze inquinanti presenti nell’acqua greggia proveniente dalla diga. Nel sogno, non mi pare aver visto eseguire, nel laboratorio chimico presente all’impianto, l’analisi di autocontrollo prescritto con la ricerca dei cloriti, quindi non è stata

rilevato che l’acqua così trattata presentava ancora una massiccia quantità di cloriti. Gli addetti al processo, non avendo avuto contezza dell’ancora presenza di cloriti, nell’eseguire la fase finale di disinfezione dell’acqua, hanno aggiunto ulteriore biossido di cloro, che ha prodotto altri cloriti, facendo così crescere ulteriormente la concentrazione dei cloriti e superare quella limite consentita dalla norma vigente in materia (D.Lgs. 31/2001). Questa anomalia non è stata accertata per il mancato controllo analitico finale, dei cloriti, prima che l’acqua così potabilizzata venisse immessa nella condotta, all’uscita dell’impianto, e distribuita ai vari Comuni del basso Molise. Nel sogno, ho anche riscontrato l’assenza di sinergia tra i vari “attori” interessati: Molise Acque (titolare dell’impianto di potabilizzazione; ARPAM (preposto alle analisi di controllo); gestori comunali del servizio idrico (CREA); SIAN (ASREM) che esprime il giudizio finale di conformità dell’acqua all’uso potabile e indica ai vari Sindaci di emettere l’ordinanza di merito. Non ho rilevato sinergia tra i vari soggetti, con scambi di opinioni, richieste delle cause delle disfunzioni, ecc.. : ognuno te-

neva la propria posizione, limitandosi a trasmettere (fax e/o posta elettronica) il parere di esclusiva competenza. Spero tanto che qualcuno mi dica , prima che diventi incubo, che quanto rappresentato è solo un “sogno”, non rispondente a realtà. Ciò, però, dovrà avvenire con dati, fatti ed atti precisi e circostanziati. Non è sufficiente addebitare, quanto accaduto, a generiche affermazioni tipo: qualità peggiorata dell’acqua greggia della diga del Liscione, condizioni atmosferiche, ecc… Occorre invece ricercare e individuare le vere cause, siano esse dipendenti dall’operato dell’uomo e/o dalle macchine dell’impianto. Ciò perché la stessa acqua greggia, se non di qualità peggiore avendo un punto di prelievo decisamente più sfavorevole al trattamento, viene impiegata anche dall’impianto di potabilizzazione del Consorzio Industriale della Valle del Biferno, che da quanto è dato sapere, produce e distribuisce da anni acqua potabile, rispondente in pieno ai parametri di legge. Colgo l’occasione di questo nuovo triste evento per “rinfrescare la mente”, all’intera classe dirigente, e soprattutto ai Sindaci del Basso Molise, a richiamare l’importanza che riveste il completamento dell’Acquedotto Molisano Centrale. Opera che consentirà anche ai cittadini del basso Molise di beneficiare delle ottime acque sorgive del Matese, oltre ad evitare altri disagi finora registrati. Questa grande opera programmata alla fine degli anni 70, da una classe dirigente “illuminata”, iniziata nel 2007 doveva essere completata nell’estate del 2012. Con i lavori eseguiti al 98%, a seguito di una ulteriore perizia di variante dei lavori, richiesta nel 2011 dal Comune di Montenero di Bisaccia, l’opera risulta ad oggi ancora ferma ed in attesa dell’approvazione del CIPE e della Corte dei Conti. Il completamento dell’Acquedotto Molisano Centrale, merita ulteriori riflessioni che seguiranno. ORA BASTA ! Sarà una nuova “battaglia” ancor più avvincente di quella sulla sanità, che il Comitato San Timoteo, che ho l’onore di presiedere, si appresta a dare inizio.

I molisani e il passato

Dopo alcuni dati Istat i Molisani si chiedono se possano fronteggiare le esigenze della vita in tutta tranquillità dopo che si era radicata un’immagine di benessere originata da chi affolla le spiagge, frequenta gli alberghi e pratica le discoteche. Poiché la situazione non appariva tragica, se non per i giovani senza lavoro, costretti ad emigrare, c’era l’ottimista ed il pessimista; ma la realtà è che tutti tirano a campare, riuscendo a vivere decentemente. I corregionali hanno sempre tribolato, però l’economia “domestica” ha sempre tenuto.Secondo l’Istat, un Italiano su 4 rischierebbe di finire in povertà. L’Istituto lo ha ribadito in una analisi da cui emerge una conclusione: la Penisola sarebbe scivolata, sia pure lentamente, nelle secche del “disagio”, ma ora comparirebbe all’orizzonte un barlume. Per tale nuovo ottimismo di fondo gli esperti rilevano che, ove ci si fosse soffermati contestualizzando, storicizzando e compa-

rando i vecchi dati, già i vecchi numeri avrebbero dovuto disporre ad una diversa connotazione. Perciò va “considerato” il pensiero di chi si mantiene ottimista, seppure una gran parte di Molisani (quelli i cui redditi sono ben noti per derivare quasi totalmente dai trasferimenti pensionistici), è diventata più “povera”. Il qualificativo, rapportato ai giovani senza reddito o alla generazione 1.000 euro, diventa relativo.Però le sinecure risultano più elevate rispetto alla media italiana ed europea. Insomma la discesa verso un più accentuato disagio economico sarebbe solo presunta. Tendenza analoga si riscontra per un altro indicatore: quello della popolazione, in famiglie a rischio di povertà o di esclusione. Il dato italiano è di poco superiore a quello medio; e, analizzando, i singoli numeri risulterebbero meno sensazionali quando posti a confronto con quelli delle Nazioni consorelle. Secondo l’Istat, un elevato valore, associato ad uno ri-

dotto riferibile ad una grave deprivazione, indicherebbe una marcata disuguaglianza nella distribuzione del reddito, ma “standard” di vita comunque accettabili, anche per i meno agiati. È questo il caso dell’Estonia, della Spagna e del Regno unito, ma soprattutto quello dell’Italia e del Molise dove le persone gravemente deprivate sono circa il 10%, valore superiore alla media dei Paesi dell’area-euro (6%), ma comunque cònsono a quello calcolato sull’Unione (8%). Infine, l’indicatore di esclusione dal mercato del lavoro mostra che in Italia quasi il 10% degli infrasessantenni vive in una famiglia ad intensità lavorativa molto bassa. Questo dato è prossimo a quello delle medie europee, e valori simili si osservano in Danimarca, a Malta, in Francia e nei Paesi Bassi. Per il Molise la situazione si fa diversa sotto altri aspetti: 81,6 comunità su 100 potrebbero sparire e la maggior parte degli agglomerati

in predicato di estinzione trova ubicazione nelle aree interne. La stessa Larino, nel giro di qualche decennio è scesa da poco meno di 8.500 ab. a 6.900. La “miopia” dei politicanti ha sempre privilegiato Campobasso, Isernia e Termoli, lasciando nel più nero disagio tutte le altre Comunità. Perciò, l’immagine che ne è fuoriuscita è stata quella di un Molise sostanzialmente autarchico, dove si campa anche con i prodotti dell’”orto di guerra” di casa propria; di un luogo dove si vive di una economia pressoché curtense, in territori tagliati fuori da ogni concetto di globalizzazione. Un’area cosiffatta non può che permanere lontana dai flussi degli investimenti legali; cosicché tutti i soldi ricevuti dallo Stato, mese dietro mese, sotto forma di vitalizi, finirebbero nel pozzo bancario oppure disperdendosi nei mille rivoli della solita gestione amministrativa pubblica corrente, ponendo in essere interventi ben lontani dal permettere il raggiungimento di risultati produttivi.


Da dicembre in edicola e librerie


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