tuttO quellO che gli Altri NON DicONO ANNO xii - N° 5 SAbAtO 9 geNNAiO 2016 - DiStribuziONe grAtuitA
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Pasquale Guarracino L’Oscar del giorno lo assegniamo a Pasquale Guarracino. Il segretario della Uiltucs ha posto la domanda alla politica molisana: “Ma tra incarichi e incaricucci, tra amici ed amichetti, tra sistemazioni e messe a punto, tra tagliandi e tagliandini, tra questo e quell'altro esperto, tra un consulente e un altro, non è che è arrivato il momento di risolvere anche qualche vertenza?"
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REGIONE
Un milione di euro a Sviluppo Molise per non fare niente Un milione di euro dalla Regione a Sviluppo Italia Molise, presidente Pian, per non meglio identificati scopi.
IL TAPIRO DEL GIORNO
L’OSCAR DEL GIORNO
reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk
Micaela Fanelli
La Giunta sforna 500mila euro di incarichi e Petraroia lascia le deleghe ma non si dimette Servizio a pagina 3
pagina 4
PESCA
Venittelli lo sa? La Giunta regionale annulla il bando Cosa dirà l’onorevole Venittelli per l’annullamento del bandi gara per la pesca da parte della Giunta?
CAMPOBASSO
Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli. La segretaria regionale del Pd ha, finalmente, convocato l’Assemblea del suo partito. Si discuterà di qualcosa o saranno solo nomine e posti di assessori a determinare l’agenda dei lavori? Sta di fatto, che anche con l’ultima infornata negli Enti uomini a lei vicini hanno trovato posto a suon di mila euro pagati dai poveri cittadini molisani. E questo doveva essere il cambiamento?
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Biblioteca Albino, si mandano al macero 150 anni di storia Possibile mandare al mavero 150 anni di storia della biblioteca Albino? E la Regione tace.
Merlo (Cgil): “Occupazione? Un dramma” pagina 3
Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
9 gennaio 2016
La pianta organica della Regione Molise: è un patchwork
Passano gli anni, crescono le polemiche, si arroventano gli animi, si annunciano provvedimenti, ma la musica è sempre la stessa: clientelismo, favoritismo, discrezionalità, discriminazione La pianta organica della Regione Molise anche all’inizio del 2016 si presenta come un patchwork, e, come tale, disponibile ad aggiungere altre “pezze”, sempre in attesa (a Palazzo Vitale lo dicono dai primi di marzo del 2013) di passare ad un riordino definitivo della pianta organica circoscritta nel numero, nella qualità, e nella destinazione del perdonale, allo scopo (dicono) di rendere la Regione un Ente efficiente, trasparente, ed efficace nelle sue potenzialità legislative e amministrative. Per ora, dalla porta principale entrano ed escono consulenti (tanti), comandati, (altrettanti), e non di meno co.co.co e distaccati, a rimpolpare sezioni ed uffici assecondando richieste ispirate dalla politica (clientelare) e rese possibili dalle compiacenti relazioni dirigenziali. Ultima della serie, allo scadere del 2015, il 23 del mese di dicembre, ha postulato alla giunta regionale la “’urgente necessità di potenziare le risorse umane in dotazione presso il servizio Politiche energetiche dell’Area Seconda, attivando l’istituto dell’utilizzazione in posizione di distacco dei dipendenti delle soppresse Comunità Montane e, se ulteriormente necessario, dei dipendenti del cosiddetto “Sistema Regione Mo-
lise, ovvero l’insieme costituito dalla Regione Molise, dagli Enti e dalle Aziende, anche autonome, istituiti dalla Regione stessa, e degli Enti e delle Aziende del servizio sanitario regionale e delle società regionali dell’apposito elenco predisposto dalla giunta regionale. Predisposto dall’esecutivo per avere mano e campo liberi nel decidere di volta in volta dove attingere personale, quale personale favorire rispetto ad altro, e come farselo amico. La urgente necessità di potenziare le risorse umane del servizio Politiche energetiche dell’Area Seconda (il regno di Massimo Pillarella), che vogliamo sperare
di Emilio Izzo E non me ne voglia nessuno se al centro delle mie attenzioni c’è sempre il magnifico Frattura, che piaccia o no, resta lui il presidente del Molise nonché il principale responsabile delle nefandezze politiche e gestionali di questa splendida terra, ovviamente affiancato amorevolmente da una serie di soggetti per niente a disagio nella posizione supina a sostegno o a difesa dell’operato del magnifico faraone! E quello che è diventato il Molise è sotto l’evidente occhio di ognuno di noi, terra di abbandono, di disoccupati, di licenziati, di voltagabbana, di sanità pubblica sfracellata, di trasporti pubblici da far west, di centrali inutili e dannose, di vergogne mediatiche e chi più ne ha, più ne metta! E se l’intera regione ha ora queste connotazioni, il territorio dei pentri ne assume il ruolo di capitale, capitale dello sfascio totale targato Frattura! Ma come si diceva, per mettere in pratica tale micidiale macchina dell’eliminazione, si ha bisogno di complicità
per meglio porre un limite alle concessioni di pale eoliche e pannelli solari in ogni dove sul territorio molisano. In ossequio all’urgenza di cui sopra, la direttrice generale facenti funzioni, Marinella D’Innocenzo, cui l’incarico gravoso non l’ha minimamente distratta dall’assecondare “toto corde” - il presidente Frattura nella sua peregrinazione intento a spiegare il perché della fine della sanità pubblica, i vizi che l’hanno “corrotta”, gli egoismi che l’hanno malridotta, ha emanato un avviso riservato al personale dipendente delle soppresse Comunità montane, degli enti facenti parte del cosiddetto
“Sistema Regione Molise”, al personale dipendente dell’Amministrazione regionale per il reperimento di candidature finalizzate all’attivazione di rapporti in posizione di distacco presso il Servizio politiche energetiche dell’Area Seconda. In particolare, viene chiesto personale con questi profili professionali: dipendenti di categoria “D”, con profilo professionale amministrativo contabile o tecnico amministrativo; dipendenti di categoria “C”, con profilo professionale amministrativo contabile o tecnico amministrativo, e dipendenti di categoria “B”. Non viene detto il numero, né il criterio di scelta
di uno rispetto ad un altro tra quelli che, supponiamo in tanti, avranno risposto all’avviso. Mano libera , come abbiamo detto, nel decidere dove attingere i futuri “clienti”. Passano gli anni, crescono le polemiche, si arroventano gli animi, si profilano provvedimenti, ma la musica è sempre la stessa: clientelismo, favoritismo, discrezionalità e discriminazione. A risolvere la necessità è stato delegato il direttore dell’Area Seconda (l’immarcescibile Massimo Pillarella da noi elevato a Pico della Mirandola del 21esimo secolo) che, “previa complessiva valutazione comparativa dei curricula professionali, individuerà le professionalità maggiormente corrispondenti ai fabbisogni lavorativi segnalati per la conseguente attivazione dei rapporti di utilizzazione”. Passano gli anni, crescono le polemiche, si arroventano gli animi, si profilano provvedimenti, ma la musica è sempre la stessa: clientelismo, favoritismo, discrezionalità e discriminazione. Questa è la Regione che ha chiuso (in deficit organizzativo) il 2015, e che si appresta a replicare il 2016. Dardo
Nemmeno i tradimenti sono quelli di una volta e queste non sono mancate e hanno anche nomi e cognomi. Due, solo per fare degli esempi, Maurizio Cacciavillani e Luigi Brasiello. Entrambi, per ambizione ed interessi personali o familiari, hanno tradito la provincia pentra per un piatto di lenticchie come nelle migliori tradizioni di fine anno. E si, infatti, il faraone, approfittando delle festività e della tradizione che vuole per il 31 dicembre ed il 1° gennaio un consumo consono di lenticchie, sensibile alle richieste di alcuni suoi fidati sodali, ha omaggiato di diverse migliaia di euro i due portatori insani di politiche personali, al primo regalando il vertice della Molise Dati (ma non era morta?!), al secondo consegnando l’affidamento dell’Agenzia per la Ricostruzione Post Sisma a suo fratello Manuel! Chi potrà dimenticare le battaglie portate avanti con ardore dal Cacciavillani nel Comitato Pro Ospedale di Agnone, quando ancora fuori da incarichi politici ed amministrativi di prestigio,
arringava la popolazione promettendo fuoco e fiamme se qualcuno osava toccare l’ospedale (anch’io ero presente alle fiaccolate per difendere la sanità pubblica). Poi, furbescamente, utilizzando la visibilità acquisita in veste di combattente (!!!!!!!!!!!!!!!!!!) a comando, prima candidandosi alle comunali diventando vice sindaco e poi strenuo difensore di Renzi e Frattura, ha ottenuto tutto quello a cui aspirava dimenticando l’ospedale. Immensi i suoi silenzi quando si parlava delle difficoltà per l’ospedale pur di non nuocere l’inaffidabile Frattura, addirittura sfrontato quando dichiarava che lo stesso sarebbe diventato ospedale di area disagiata perché così gli era stato promesso da un governativo renziano e dallo stesso Frattura, dimenticando, sapendo di dimenticare, come siano avvezzi alle menzogne tali soggetti e le responsabilità dello stesso Frattura assente ai tavoli romani sulla sanità! E ancora colpevoli silenzi sulla galleria chiusa di
Fonte Valloni che porta in Abruzzo! Un vero grande servizio al territorio, un vero grande amore per la città! Però, vuoi mettere, la Molise Dati è la Molise Dati! Ma la meraviglia dell’ex sindaco Brasiello, ex presidente della provincia, non potrà esE come voleva salvarsi Isernia! E pensare che diverse testate giornalistiche hanno anche passato la notizia che Brasiello ha pensato di dare mille euro per ogni nato nell’’ospedale di Isernia così da scongiurare la chiusura dei reparti di pertinenza! E così, da una parte traditore e complice di Frattura che ci elimina totalmente, compreso l’ospedale, dall’altra paladino e magnate della sanità pubblica! Non ci sono più i tradimenti di una volta! Mettiamo all’angolo queste persone e questi modi di fare, riportiamo al centro delle nostre attenzioni la cosa pubblica, i servizi, i territori e la democrazia, questa la cosa giusta da fare, questa la salvezza per le future generazioni.
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3 9 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Michele Petraroia contesta le recenti nomine fatte dalla giunta e lascia le deleghe. Ma non la carica di assessore
La lotta dura dell’Assessore al Niente
Adesso si che, anche formalmente, Michele Petraroia è Assessore al Niente. Dopo gli anni passati in questa legislatura a dare forbita infiocchettatura verbale (e scritta) al nulla sostanziale dell’ azione amministrativa, Michele Petraroia lascia le deleghe al Lavoro e all’Istruzione ma senza dimettersi dalla carica (e dallo stipendio) di assessore. Il tutto in virtuale contestazione del gratta e vinci da mezzo milione di euro di spesa totale che in molti hanno incassato tra il 29 ed il 31 dicembre scorsi a seguito delle nomine e degli incarichi che la giunta regionale (assente Petraroia) ha scartato come pacco regalo di un ricco Natale postumo. Carmela Lalli, consigliere giuridico del presidente (90 mila euro); Manuele Brasiello, direttore della nuova agenzia di ricostruzione post sisma; Maurizio Cacciavillani (40 mila euro), vicinissimo al segretario regionale PD, Micaela Fanelli, presidente di Molise Dati (a proposito, caro nuovo presidente, facciamo qualcosa per gli stipendi dei dipendenti?). Completano il Cda Domenico De Angelis e Barbara Minelli. Oltre al Consiglio di amministrazione è stato designato anche l’organo di controllo. Ne fanno parte Antonio Pietrarca, Vincenzo D’Agostino e Donato Paride Benedetto, retribuiti complessivamente con 32mila euro circa all’anno. Prorogati anche i tre incarichi, in scadenza, del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici. Salve dunque, almeno fino a marzo 2016, Sonia Carriero, Lucia Murgolo e Marilina Di Domenico, quest’ultima ex assessore comunale a Campobasso in epoca Di Fabio. Prorogato l’incarico al Commissario liquidatore dell’ex Istituto case Popolari di Campobasso e Isernia Nicola Lembo. Lo stesso Nicola Lembo viene nominato Commissario stra-
ordinario dell’Ente regionale per l’Edilizia Sociale (ErES) a circa 50mila euro lordi annui. Senza contare la miracolosa moltiplicazione dei ruoli dirigenziali all’ARPAM, con le dottoresse Lavalle e Scarlatelli ad occuparsi di ambiente e di acqua. Questa la lista dei beneficiati. Come vedete la dotazioni di uffici, di ruoli e di organismi della Regione Molise non difetta di nulla; tranne che di risultati. L’esborso di danaro pubblico per questi profili non è scandaloso di per sé, come valore assoluto, ma lo diventa quando viene messo a confronto con i risultati che cotanto spiegamento di uomini e risorse raggiunge per il miglioramento complessivo della vita dei molisani. Proprio come nel caso dei politici, consiglieri o assessori che siano. Potrebbero guadagnare anche come Bill Gates se producessero ricchezza e benessere anche per i cittadini che
li pagano. Cosa che drammaticamente non è. Questo è il punto. Questa è la ragione di tanta sfiducia nella classe politica, non i soldoni in quanto tali. La novità che ci sembra giusto sottolineare è che, per la prima, volta si cominciano a sentire scricchiolii di una certa rilevanza all’interno del cerchietto tragico che fino ad ora ha sostenuto il peggior governo di sempre di questa Regione. Quello riconducibile al consigliere Salvatore Ciocca, riguardo alla costituzione dell’Egam, ente che dovrebbe gestire il bene pubblico per eccellenza, l’acqua, è nel cui statuto (in formazione) l’espressione “bene pubblico” sembra non comparire mai e quello ultimo dell’Assessore al Niente, Michele Petraroia, che non ha condiviso, pare, l’ultima infornata di unti dal signor Frattura. Se trattasi di un po’ di rumore per nulla lo scopriremo a breve.
I sindacati: “Per la Gam nessuna soluzione all’orizzonte”
CAMPOBASSO. “La soluzione della vertenza Gam non si vede all’orizzonte!”, sostengono i sindacati Cgil, Cisl e Uil. “Eppure gli strumenti finanziari oggi ci sono tutti: decreto di area di crisi, fondi comunitari, Masterplan. Non ci sono più alibi. Adesso bisogna con urgenza passare alla fase operativa che definisca finalmente un programma di sviluppo per l’agroalimentare e che punti sulla filiera avicola con obiettivo di salvaguardare la Gam e tutti i suoi lavoratori. Non possiamo più sprecare tempo. Il tempo è una variabile determinante, a novembre 2016 terminano i 12 mesi di cassa integrazione e il fitto di ramo d’azienda con Solagrital. Il silenzio assordante rispetto alla vertenza Gam, il ritardo della pubblicazione del tanto annunciato bando a sostegno e rilancio della filiera avicola con vincoli a salvaguardia di tutta l’occupazione, ci fa sorgere il dubbio che non esistano le condi-
zioni né per la salvaguardia né per il rilancio della Gam e che si voglia arrivare alla scadenza degli ammortizzatori sociali per liberarsi di tutti i lavoratori. Noi questo non lo
permetteremo e sosterremo ogni azione, anche le più eclatanti al fine di tutelare l’occupazione e il rilancio della Gam e della sua filiera”.
L’occupazione si crea con lo sviluppo Il Molise presenta indici assai negativi di Lucia Merlo* I dati Istat su cui si è dibattuto in questi giorni , che registrano in Molise un incremento di 1.533 posti di lavoro, è un dato che ha poco significato se non calato nel contesto regionale e in quello del Mezzogiorno che ha pagato il prezzo più alto della crisi. Basti pensare che il 66% dei posti di lavoro persi in Italia tra il 2007 e il 2014 sono posti di lavoro persi nel Sud. Il dato dell’incremento occupazionale regionale andrebbe analizzato meglio perché l’Istat considera posto di lavoro anche un rapporto di lavoro di un mese, di una settimana , le collaborazioni o qualsiasi altra tipologia contrattuale precaria. Il lavoro,
quello vero, è lavoro stabile con una retribuzione adeguata che permetta alle persone di provvedere ai fabbisogni delle proprie famiglie. Vi è, inoltre da sottolineare che i dati pubblicati sul portale di Clic Lavoro del Ministero, che riportano la distribuzione regionale delle assunzioni nel terzo trimestre 2015, evidenziano che il Molise segna il numero più negativo tra le regioni italiane. Rispetto allo stesso periodo del 2014, infatti, si è registrato un – 9,1% dei rapporti di lavoro e un -7% di lavoratori occupati. La crisi è ancora in atto e sono ancora senza soluzione le numerose vertenze aperta che, se non risolte, porteranno centinaia di lavoratori a perdere il posto di lavoro. Sarebbe sensato analiz-
zare il contesto regionale per dare finalmente una programmazione seria ad una regione il cui tessuto produttivo è stato letteralmente distrutto da una crisi che ha spazzato via le poche medie/grandi imprese presenti nel territorio e l’indotto ad esse collegato. I Masterplan, le politiche attive, i tirocini non bastano a riavviare l’economia di un territorio. Serve una programmazione seria, servono scelte coraggiose, serve declinare quelle scelte con l’idea di sviluppo che si vuole realizzare. La svolta di un territorio si determina con azioni, non basta leggere dati. *Responsabile del Mercato del Lavoro CGIL MOLISE*
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
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4 9 gennaio 2016
Alla Regione Molise succede di tutto per incapacità organizzativa
Revocato il bando dell’intervento comunitario in favore della Pesca
Episodio tra le decine e decine che si vanno verificando intorno ai fondi europei del settennio di programmazione 2007/2013 non utilizzati nel tempo prescritto del 31 dicembre 2015 Non navighiamo nell’oro, le attività marinare infatti sono al lumicino, eppure la giunta regionale il 22 dicembre scorso non ha trovato di meglio che “revocare il Bando approvato il 24 febbraio 2014 e rettificato il 16 giugno, che allungava i termini per la presentazione delle domande relative all’intervento comunitario del Fondo Europeo per la pesca in Italia, per il periodo di programmazione 2007/2013”, dando mandato al responsabile del Servizio Coordinamento e gestione delle Politiche europee per Agricoltura, acquacoltura e pesca – attività venatoria”, di darvi seguito, e di rendere noto l’annullamento mediante la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Molise e sul sito internet dell’amministrazione regionale. Che si sappia, dunque, che la Regione Molise, come Organismo intermedio nell’attuazione del Programma operativo relativo all’intervento comunitario del Fondo Europeo per la pesca in
Lettera aperta Egregio Presidente Frattura, la Biblioteca provinciale Pasquale Albino di Campobasso ha centocinquantacinque anni e io ne condivido le sorti direttamente da poco più di quattro. in quanto dipendente provinciale assegnato ai suoi servizi. Come ci sono arrivato, non per mia scelta, è un altro discorso. Quello di cui mi preme parlarle è lo stato di crisi profonda e conclamata che la biblioteca sta vivendo, dato che ormai non rientra più tra le funzioni fondamentali della Provincia, in forza delle disposizioni contenute nella cosiddetta riforma Delrio. Con i miei cinque colleghi (direttore compreso) siamo stati posti in mobilità da circa un mese e, tanto per farle qualche esempio, i giornali quotidiani e i settimanali non si acquistano più da un anno (gennaio 2015), i libri addirittura dal marzo 2014, e le dodici unità di personale dipendenti da due cooperative che collaboravano con noi ai servizi al pubblico, facendo salva la parentesi bimestrale maggio-luglio
Italia relativo al periodo di programmazione 2007/2013, non si fa scrupoli di prendere decisioni del genere. Ovvero, che avendo considerato che al Bando sono pervenute due istanze di partecipazione valutate dalla apposita commissione istituita dal direttore generale il 10 ottobre 2014 , e preso atto delle successive procedure di valutazione, con particolare riferimento ai compiti interni all’Amministrazione re-
gionale in qualità di Organismo intermedio, e a quelli di competenza del ministero e della direzione generale della Pesca marittima e dell’acquacoltura, la Regione s’è trovata di fronte al rilievo del ministero secondo cui, nell’ammissione di un’unica domanda delle due pervenute, non erano soddisfatti i requisiti necessari, e pertanto il Piano proposto non era ammissibile. Domanda: ma prima di procedere
all’annullamento, era possibile rimediare ai requisiti necessari non soddisfatti? Problema che la Regione evidentemente non s’è posto, anzi. Siccome sulla procedura non risultano sottoscritti provvedimenti di concessione né assunti impegni di aiuto, ha valutato che sussistesse un interesse pubblico (!) concreto, attuale , prevalente all’annullamento dì ufficio dell’Avviso pubblico al quale avevano risposto in due e uno solo
Albino, distrutti 150 anni di storia 2015 durante la quale una parte di loro sono rientrati usufruendo di un finanziamento regionale, sono andati via ormai da un anno esatto. Noi, in quanto incardinati nel “settore cultura”, stiamo vivendo già da tempo in una sorta di terra di nessuno. Infatti, la Regione Molise che avrebbe dovuto deliberare al riguardo nella sua recente legge di riordino delle funzioni e dei rapporti con gli enti di area vasta, così come sono chiamate le Province, nulla ha previsto in merito. Va sottolineato però che le legge di stabilità recentemente approvata dal Parlamento assegna comunque alle regioni la materia delle funzioni non fondamentali e dispone addirittura in caso di loro inadempienza la nomina di un commissario con il compito di concretizzare i relativi trasferimenti di risorse umane, strumentali e finanziarie, conseguenti a tale attribuzione. Certo è avvilente da una parte affrontare con grande preoccupazione il proprio futuro lavorativo
senza ricevere risposte, dall’altra considerare quotidianamente il degrado di una istituzione che dovrebbe essere considerarata e trattata come un grande patrimonio-giacimento di cultura, storia, identità molisane e risorsa fondamentale anche per il futuro della nostra comunità. I dati relativi alla sua operatività parlavano di migliaia di accessi internet annui al suo catalogo on-line da tutto il mondo, di migliaia di studenti e ricercatori che hanno trovato testi e risposte alle loro ricerche, di centinaia di prestiti locali ed in-
terbibliotecari con altri enti ed istituzioni culturali italiane e non. Il suo bilancio costi- benefici, se vogliamo metterla così, è stato sempre assolutamente in attivo. E poi, caro presidente, cosa vuole che siano sei, dico sei, dipendenti provinciali di costo medio-basso (non le centinaia di migliaia di euro che costano dirigenti e consulenti vari), a fronte di un patrimonio di beni materiali e immateriali di altissimo valore quali quelli posseduti dalla Albino? Concludo con una immagine di pochi mesi fa, quando vennero in visita guidata (tenuta dalle splendide colleghe che con me lavorano e che sono la memoria storica della biblioteca oltre ad essere un raro esempio – me lo lasci dire – di competenza, passione e attaccamento al proprio
era stato ammesso, salvo poi essere considerato (il Piano proposto) non ammissibile da parte del ministero. Anche questo è un episodio delle decine e decine che si vanno verificando in Regione intorno ai fondi europei del settennio di programmazione 2007/2013 non utilizzati nel tempo canonico prescritto del 31 dicembre 2015 e non più utilizzabili. Anche questo è un episodio che rivela le deficienze organizzative della Regione e, soprattutto, delle strutture interne. A pagarne le conseguenze purtroppo sono sempre e solo i molisani. Ma non tutto sembra essere perduto. La Regione, infatti, pare orientata ad attivare e a concretizzare gli studi del Piano ritenuto non ammissibile, mettendolo in linea con le nuove procedure regolamentari comunitarie e nazionali. Con i fondi europei del settennio di programmazione 2014/2020. Dardo
lavoro) alcune classi delle scuole elementari di vari Comuni dell’interland del capoluogo. Lo stupore, la curiosità, l’attenzione di quei bambini per quel viaggio spazio-temporale tra le pergamene, le mappe antiche, le migliaia di volumi, le sale di lettura e di catalogazione mi hanno ricordato la volta che io, alunno della Enrico D’Ovidio, vidi per la prima volta quello che allora era il Museo Sannitico che stava nell’edificio dell’Istituto Pilla in via Veneto. Una esperienza per me fondamentale che non ho più dimenticato e che mi appassionò profondamente, spingendomi a conoscere, capire, approfondire tanti temi legati alla storia e al nostro passato e che ancora mi sostiene nell’amore per la cultura. Non rottamiamo la nostra storia e non spezziamo il lunghissimo filo rosso (se preferisce di qualsiasi altro colore) che ci collega alle nostre radici di molisani e contribuisce a renderci cittadini consapevoli! Cordialmente. Giovanni Di Marzo
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5 9 gennaio 2016
Tanto tuonò che piovve. Convocata (alla buon’ora) per oggi l’assemblea regionale del Partito Democratico ad Isernia, nelle sale dell’Hotel Europa. Esaudite graziosamente, dal segretario regionale del PD, Micaela Fanelli, le invocazioni affinchè l’organo di massimo rappresentanza democratica del partito si riunisse arrivate, nelle settimane scorse, da diversse espressioni della composita base PD. Soprattutto da parte della minoranza del partito, riconducibile all’on. Danilo Leva. Una minoranza connotata non solo politicamente ma anche geograficamente, dato che insiste in maggior parte nella provincia di Isernia. Una vera e propria “questione pentra” è stata sollevata (anche pubblicamente dal segretario provinciale di Isernia Alfonso Di Iorio) in relazione ad una ventilata marginalità cui l’intera provincia di Isernia pare essere condannata dalle scelte del governo Frattura, supportato alla grande dalle truppe cammmellate facenti capo alla Fanelli. Le scelte
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Oggi l’assemblea regionale del PD All’Hotel Europa di Isernia il redde rationem tra Leva e Fanelli (?) di indirizzo programmatico, la crisi al Comune di Isernia, con la caduta della giunta Brasiello, sono alcune delle questioni che animeranno l’assemblea. Assemblea che si annuncia tesa e che, prudentemente, sarà tenuta a porte chiuse, come le partite a rischio, quelle dove è meglio che le diverse tifoserie non vengano a contatto. Del resto i panni sporchi si lavano notoriamente in casa, con le imposte chiuse. Nel 2015 a lungo l’asse FratturaFanelli ha dovuto ripararsi dalle bordate del fuoco amico. La delegazione parlamentare del PD, con in testa il senatore Ruta, specie sul tema della sanità, ha spesso e volentieri svolto l’insostituibile ruolo dell’opposizione, in un sistema, almeno teoricamente, demo-
cratico. Un ruolo prezioso davvero, soprattutto in considerazione dell’assoluta inesistenza dell’opposizione istituzione, quella seduta sui banchi di minoranza in consiglio regionale. Letargica, passiva, verbosamente fiacca l’opposizione del centrodestra e del Movimento 5 Stelle ha letteralmente fatto il solletico a Frattura ed i suoi, al contrario dell’asse Ruta - Leva che ha spesso costretto il governatore ad un’affannata difesa e a qualche umiliante comparsata sui marciapiedi antistanti la Prefettura di Campobasso. Voleranno gli stracci oggi all’Hotel Europa, si faranno i conti e i bulli renziani della Fanelli sembrano comunque sicuri dei loro numeri. Staremo a (non) vedere.
Coi Fondi europei, salvo verifiche, è possibile anche “animare” e “sensibilizzare” l’imprenditorialità e l’innovazione tecnologica
Sviluppo Italia Molise, gli “attori del territorio”, e il milione di euro
Rinnovata la convenzione tra la società in house del presidente Pian e la Regione Molise : un milione di euro fino al 30 novembre 2016 Sviluppo Italia Molise, a differenza di altre società in house, sta particolarmente a cuore al governo regionale. Questa condizione di “favore” si estrinseca concretamente in cospicui finanziamenti, il cui rendiconto finora è stato sempre lasciato cadere se, come risulta alla cronaca, non ci sono mai stati atti pubblici, conferenze stampa, o manifestazioni pubbliche in cui sia stata data la possibilità, ad esempio, di capire, conoscere, ed eventualmente apprezzare, in che cosa consista, e quali sono i risultati concreti dell’attività di “Animazione e sensibilizzazione” inclusa nel Programma operativo regionale (Por) del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2007/2013, e delle azioni di sistema per il sostegno alla partecipazione degli attori dei territori a piattaforme di concertazione e reti nazionali di specializzazione tecnologica di cui all’Azione 1.2.1 del Por Molise (Fondo europeo di sviluppo regionale) e del Fondo sociale europeo (Fse) 2014/2020. La stesura delle deliberazioni, al solito, è zeppa di sigle ed anagrammi, e di proposizioni che alludono più ad una attività teatrale (“Animazione e Sensibilizzazione”) che a problematiche economiche e sociali. Ragione ulteriore per avere almeno una infarinatura dell’azione sul territorio di Sviluppo Italia Molise. Una conoscenza somma-
ria, ma sufficiente per capire la destinazione delle risorse europee, e degli “attori del territorio”, appunto, come indicano le piattaforme di concertazione e le reti nazionali di specializzazione tecnologica, il profilo. Per meritare il rinnovo della convenzione, già in atto, da parte della giunta regionale, è doveroso supporre che l’attività posta in essere da Sviluppo Italia Molise sia pienamente soddisfacente, e i risultati di animazione e sensibilizzazione del Programma operativo regionale, siano tangibili. Peccato che, come abbiano accennato, tutto questo insieme rimanga circoscritto e trascritto negli atti amministrativi e non fatti conoscere all’esterno. Un limite che riduce soprattutto gli effetti promozio-
nali, pubblicitari e propagandistici degli interventi effettuati da Sviluppo Italia Molise, e quelli che dalla Regione Molise sono stati ritenuti ulteriormente necessari e che hanno portato, come abbiamo accennato, al rinnovo della convenzione del 21 marzo 2011. E da quel tempo, infatti, che Sviluppo Italia Molise gironzola intorno al milione di euro per l’animazione territoriale finalizzata allo sviluppo dell’imprenditorialità e dell’innovazione tecnologica, di cui sarebbe igienico e logico che l’opinione pubblica molisana fosse portata debitamente a conoscenza. Invece dobbiamo sottostare e credere a ciò che afferma la giunta regionale nell’atto deliberativo del 23 dicembre 2015, col quale ha rin-
novato fino al 30 novembre 2016 la convenzione con Sviluppo Italia Molise, destinandole un altro milione di euro tondo tondo, in quanto a suo parere (della Regione) “le attività finora esercitate sono state utili all’intero territorio regionale in termini complessivi di rafforzamento e finalizzazione dei servizi specialistici di supporto alle imprese”. Ulteriore finalizzazione del finanziamento sono i percorsi di ricerca e d’innovazione coerenti con gli obiettivi e le strategie di Europa 2020, e l’implementazione dei piani di azione delineati nel documento strategico <Le strategie di R&I per la specializzazione intelligente – Regione Molise>, approvato con delibera di Giunta regionale 320 del 18 lu-
glio 2014, in accordo con le indicazioni della Commissione Europea. Infine Sviluppo Italia è destinataria della prosecuzione delle attività di verifica della qualità complessiva e del mantenimento dei contenuti qualificanti, di ricerca ed innovazione, nel corso della attuazione degli interventi finanziati dall’Asse, in vista della conclusione del Por Fesr Molise 2007/2013; del rafforzamento delle forme di collaborazione tra imprese e organismi di ricerca al fine di valutare la possibilità di cogliere nuove opportunità, anche di carattere internazionale, derivanti dal nuovo Programma nazionale della Ricerca, dai cluster tecnologici nazionali e da Horizon 2020 e dalle analisi di pre - fattibilità dei progetti innovativi di maggiore impatto per lo sviluppo produttivo e occupazionale. Rafforzamento, implementazione, prosecuzione: indicano attività in progress, non fissate a obiettivi definiti, sono procedimenti elastici; finora hanno preteso un milione di euro e un altro lo pretendono fino al 30 novembre 2016. Le nostre richieste di trasparenza restano sistematicamente inevase, ma almeno le avanziamo. Non le avanzano, e dovrebbero, i Revisori dei conti, gli organismi di controllo interni della Regione, e la Corte dei Conti. E la barca va! Dardo
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Campobasso
9 gennaioi 2016
Santa Cristina: le campane suonano dal 1099 Sepino e la Santa, un binomio indissolubile. Domani la festa grande in paese Sepino e Santa Cristina: un binomio indissolubile da 900 anni. La presenza di S. Cristina a Sepino risale al 1099, quando due pellegrini giunsero a Sepino con le reliquie della Santa. Erano due pellegrini francesi diretti in Terra Santa. Percorrendo la via Francigena giunsero a Bolsena, dove dal IV secolo era perpetuato il culto verso la martire locale Cristina. I pellegrini si accostarono alla tomba della Santa e in loro nacque il desiderio di trafugarne il corpo. Dopo aver trafugato i resti della martire si incamminarono verso le pianure pugliesi, per potersi imbarcare su qualche nave diretta in Oriente. Tuttavia, nessuna nave era in partenza per cui furono costretti a tornare nell’entroterra, giungendo così a Sepino. Come essi cercavano di allontanarsi dal paese, una forza misteriosa li respingeva all’interno del centro abitato. La bisaccia che conteneva le reliquie divenne inamovibile. Solo dopo che il popolo di Sepino fece voto di dedicare tre festività in onore della Santa, si riuscì a spostare i resti della martire nella chiesa: era il giorno 10
gennaio del 1099. Circa settanta anni dopo, vennero donate le reliquie al vescovo di Palermo. A Sepino rimase la reliquia del braccio della Santa. La solennità è preceduta, il giorno 8 gennaio dalla tradizionale
“crianzola”, originariamente una riunione dei capifamiglia, nella quale i produttori offrivano un assaggio del vino nuovo. Questa tradizione con il passare del tempo ha iniziato a subire alcune modifiche, infatti da diversi anni è aperta a tutti gli uomini del paese e si suole incontrarsi presso le terme Tre Fontane. Il giorno 9 gennaio, quando le campane suonano a vespro, presso il palazzo comunale si radunano genitori e bambini. L’amministrazione comunale dona a tutti i bambini e bambine il tradizionale “cartoccio”, colmo di dolciumi, e una candela che poi sarà offerta alla Santa. Tante bambine incoronate di fiori fanno la fila: sono “le verginelle”. Le campane continuano a dare il loro suono ad intervalli regolari per richiamare i cittadini alla festa. Dopo la quarta suonata il sindaco, le autorità, gli amministratori, le bam-
Antibracconaggio, le denunce Operazione degli uomini della Forestale tra Trivento e Sant’Angelo Limosano TRIVENTO. In questi primi giorni dell’anno proseguono senza sosta i servizi di controllo finalizzati all’antibracconaggio da parte degli uomini del Corpo Forestale dello Stato. In località “Casone” tra i comuni di Trivento e S. Angelo Limosano, il Personale del Comando di Stazione di Trivento, ha denunciato all’Autorità Giudiziaria competente per territorio, una persona resasi responsabile del fatto di avere sparato ed ammazzato due cinghiali in giornata di di-
vieto (il lunedì), in violazione al calendario venatorio 2015/2016 della Regione Molise. Il Personale, è intervenuto nel mentre il soggetto aveva già caricato sulla propria autovettura i capi uccisi, ponendo sotto sequestro gli stessi unitamente ad un fucile carabina a 4 colpi ed alcuni bossoli, contestando all’autore l’illecita attività. La selvaggina sequestrata è stata affidata in custodia al funzionario responsabile dell’Ufficio Caccia e Pesca dell’Amministrazione
Provinciale di Campobasso il quale ha provveduto successivamente alla consegna all’Istituto Zooprofilattico per gli esami del caso. Il Corpo Forestale dello Stato, poiché questo tipo di illecita attività è sempre più frequente, è ben attento alla tutela ed alla salvaguardia del patrimonio faunistico e raccomanda ai cittadini di segnalare al numero verde 1515 eventuali episodi e/o pratiche che possano avere carattere di illegittimità.
bine vestite di bianco e il popolo in corteo si recano in chiesa, portando in mano un cero, alla cui sommità è legato un ramoscello di ulivo. Viene esposta alla venerazione la reliquia e la statua di S. Cristina, che con un marchingegno ad argano è posta in alto nel presbiterio, al centro di una grande stella, in mezzo a un tripudio di fiori. In ogni fedele c’è commozione e preghiera appena la statua è posta in trono. Inizia la celebrazione solenla statua lignea che viene portata in processione ogni 100 annine dei Vespri a cui segue la celebrazione dell’Eucaristia. Ogni anno il sindaco tiene un discorso di circostanza, a cui segue l’omelia del parroco. Durante la celebrazione, il sindaco offre alla Santa, per le mani del Parroco, un dono in oro, incenso e mirra. L’amministrazione fa anche un dono alla parrocchia che rimane a perenne ricordo. La ce-
lebrazione continua con intensa partecipazione. Al termine i genitori portano i loro bambini che, con una suggestiva cerimonia, vengono benedetti e affidati alla protezione di S. Cristina. Nella sacrestia intanto fervono altri preparativi. Si procede al sorteggio di turni di persone che durante la notte si alternano sul campanile per suonare manualmente le campane, in attesa del giorno festivo. Il sorteggio stabilisce anche i gruppi che, in occasione delle quattro processioni in onore della Santa, porteranno la statua e il baldacchino che la segue. Le campane che dall’alto del campanile dominano il paesaggio iniziano la loro danza e il suono rallegra tutti. Il loro suono si diffonde per tutta la notte. E’ questa una notte dal sapore surreale, densa di fascino e di gioiosa religiosità popolare e il suono dolce e ovattato ha la forza di evocare ricordi profondi e nostalgie, legare insieme passato e presente, vicini e lontani. Quest’atmosfera mistica richiama al ricordo e alla venerazione della Santa Patrona. Il 10 gennaio è festa grande ed è chiamata “intratio”. Si ricorda la traslazione del corpo della Santa dall’ospizio di S. Nicola alla chiesa del Ss.mo Salvatore e il suo patrocinio sulla comunità. In questo giorno, numerosi cittadini e forestieri affollano i confessionali, per disporsi alla comunione in onore della Santa ed anche per lucrare l’indulgenza parziale concessa da Papa Clemente XII. Dopo la celebrazione eucaristica segue la processione fino al rione Canala, seguendo uno dei leggendari percorsi intrapresi dai due pellegrini che portarono le reliquie di S. Cristina.
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Tutto quello che gli altri non dicono
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senza alcun finanziamento pubblico
Convince la politica di rigore economico intrapresa dal nostro club dopo gli sciali estivi
Incuriosisce l’arrivo di Lanzillotta che costa meno del partente Valentini In futuro si potrebbe pensare a De Gano (Fermana) e Esposito (Matelica) oltre a una “torre” d’attacco di Gennaro Ventresca
La partenza di Valentini si aggiunge a quella degli altri big dell’era Cappellacci. Ben poco è rimasto dei fragili sogni dell’estate. Dopo il licenziamento del tecnico abruzzese i vertici so-
cietari hanno fatto seguire una politica di rigore. Non solo tecnico, ma anche economico. I big richiesti e ottenuti dal celebrato mi-
ster dall’autostima esagerata sono stati rispediti al mittente. O, meglio, ognuno per conto proprio si è trovata una sistemazione di comodo e ha fatto il bagaglio, forse senza neppure un rimpianto. I calciatori, state pur certi, non si affezionano alla maglia che
vestono. Sono poche le eccezioni. E i ragazzi che hanno indossato la blusa della nostra squadra non fanno parte della misera lista.
Valentini è finito in lega Pro. La notizia ha fatto anche un certo scalpore, nel senso che il centrocampista, durante il suo breve soggiorno molisano, non aveva fatto vedere chissà quali eccellenze. A dirla tutta, era parso tra i più deludenti acquisti. Ma, evidentemente, è incappato in un periodo sfortunato e l’ambiente non l’avrà aiutato ad essere se stesso. Al posto del celebrato Valentini è giunto Lanzillotta, giocatore più maturo (ha 32 anni) con un curriculum meno luccicante, ma certamente forte di una specifica esperienza sui difficili campi della D, specie quelli del Sud, ove la vita è più dura. Una cosa è certa, per quanto non sposti i termini economici di chissà quanti euro, Lanzillotta costa meno di Valentini. Come sono più contenuti gli stipendi di Rinaldi, Gabrielloni e Tascini, sicuramente più bassi di quelli riscossi dai vari Dimas e compagni cantando. Di questi tempi meglio risparmiare, visto che poco conta arri-
vare quarti o sesti. L’importante è di accontentare i tifosi con prestazioni puntigliose e gettare le basi per costruire una squadra “pensata” e non calata dal cielo, come è successo nello scorso mese di luglio. Guardando in prospettiva, chi firma questa nota si permette di segnalare a Minadeo un paio di pedine da prendere in considerazione, per costruire una formazione con i controfiocchi: la
prima è De Gano della Fermana, in possesso di una limpida visione di gioco e poi c’è Esposito, capace di fare differenza su tutti i campi. Con l’ex milanista nella nostra rosa e l’acquisto di una punta in grado di emergere nel gioco aereo, per poter beneficiare delle battute dalle palle inattive, e con Vittorio Esposito sul fianco sinistro, poche difese saprebbero arginare il nostro gioco offensivo.
Quando a Scuola e a casa si raccontavano le favole di sergio genovese Un bellissimo articolo dell’affascinante Massimo Gramellini sulla Stampa, ha riportato alla cronaca un ‘abitudine che via via sta scomparendo. Ognuno di noi con un po’ di anni sulle spalle, ha avuto un papà, una nonna, o il maestro che dedicavano parte della propria giornata a raccontare favole ai bimbi. Un momento magico che accompagnava quei ragazzi dentro una purezza che accarezzava la fantasia tra il bello del sogno e la leggerezza della realtà. Chi di noi non ha immaginato prima o poi di farsi un viaggio nel paese dei balocchi così grandemente descritto da Collodi. E chi di noi dopo una bugia non si è toccato il naso per vedere se mantenesse intatta la forma e la lunghezza. Momenti irripetibili che erano la conseguenza di una Società che aveva un rispetto alto per i bambini in un percorso dove i “grandi/ adulti” avevano il compito duro ma affascinante di traghettare verso il bene e il bello i “ piccoli”. Oggi solo
l’Inghilterra sembra non aver perso questa sana abitudine. Ovunque, salvo eccezioni, si è preferito percorrere altre metodologie pedagogiche rispettose del passo dei tempi. Ove fosse credibile tale generosa affermazione, comunque, a posteriori, può essere considerata controproducente. Le lacune sono addebitabili a due agenzie educative che non a caso mostrano le crepe di una gioventù senza sentimenti e
quasi sempre sul filo della demarcazione tra il bene e il male. La famiglia e la Scuola hanno smesso di raccontare le favole ma forse hanno smesso anche di scriverne di nuove perché i “piccoli” potessero ascoltarle. La patologica dipendenza ad Internet che ha coinvolto tutti, è l’esatta misura che ci fa comprendere come oggi sia pressoché impossibile proporre “eroi” positivi come Pinocchio o il Principe azzurro. Coloro che si vogliono riempire di modernità ( sciatta) sostengono che è provincialmente intellettuale chi, per nostalgia autentica, vuole proporre schemi superati dal mondo
che corre veloce e non può fermarsi. Invece che abituare i bambini a distinguere l’odore di un libro e la morale che in esso dimorava, risulta più utile fargli smanettare il mouse per aprirsi al mondo. Ma quale mondo? Ad alcuni bambini della mia Scuola proposi di affacciarsi alla finestra per vedere in un giorno di aprile, la bellezza del cielo. Alcuni di loro mi proposero di vederlo ancora più bello attraverso il computer! L’artificiale che supera il vero ! E’ questo il prezzo che abbiamo pagato dimenticando le favole. Sarei tentato di avviare una crociata per convincere dirigenti scolastici e maestri a ritornare all’antico. In questo momento però tutti sono alle prese per convincere tutti che le loro Scuole sono le migliori del mondo. Sono impegnati a contare gli iscritti e a misurare la superficie quadrata dei loro feudi. La favola da leggere è materia per i venditori di sogni. C’è altro da fare e altro a cui aspirare…
Imprese a tasso zero Il Comitato femminile della Camera di Commercio di Campobasso sottolinea il provvedimento CAMPOBASSO. Il Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Campobasso ricorda alle neo ed aspiranti imprenditrici che a partire dal 13 gennaio 2016 sarà possibile presentare ad Invitalia le domande per la richiesta d’incentivi “Nuove imprese a tasso “0”, la misura per l’autoimprenditorialità prevista dal Decreto legislativo 185/2000, Titolo I e regolamentata dalla Circolare MISE del 9 ottobre scorso. Le nuove agevolazioni sono rivolte alle imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni e/o da donne, costituite in forma di società da non più di 12
mesi rispetto alla data di presentazione della domanda. Anche le persone fisiche possono richiedere i finanziamenti, a condizione che costituiscano la società entro 45 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni. Le domande dovranno essere trasmesse, esclusivamente online, attraverso la piattaforma informatica di Invitalia e saranno esaminate in base all’ordine cronologico di presentazione. Al fine di compilare correttamente la domanda e presentare un esaustivo progetto d’impresa si raccomanda
di seguire attentamente la modulistica e la guida pubblicate sul sito da Invitalia. Gli incentivi rappresentano un’ottima opportunità offerta a tutti coloro che desiderano avviare micro e piccole imprese, consistente in un finanziamento agevolato senza interessi (tasso zero) della durata massima di 8 anni, fino ad una soglia massima pari al 75% delle spese totali. Le imprese dovranno garantire la restante copertura finanziaria e realizzare gli investimenti entro 24 mesi dalla firma del contratto di finanziamento.
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Comunali, le primarie” Il Coordinamento di Fratelli d’Italia punta a un centrodestra unito capoluogo pentro. La sintesi dell’incontro fatta da Alessandro Altopiedi, portavoce Provinciale d Isernia di Fratelli d’Italia – AN. “Siamo consapevoli che le difficoltà del momento ci impongono di assumere un atteggiamento conciliante e responsabile al fine di restituire alla città di Isernia un’amministrazione in grado di fornire risposte ai tanti cittadini che lo chiedono e risollevarne le
ISERNIA. Si è tenuto il Coordinamento Provinciale di Fratelli d’Italia – AN, presente anche il Portavoce regionale Filoteo Di Sandro, per discutere delle prossime amministrative che vedranno interessato il
sorti. Per questi motivi crediamo fermamente nella necessità di lavorare affinché il centrodestra si presenti compatto alla sfida su-
perando le contraddizioni che ne hanno caratterizzato la storia degli ultimi tempi e presentandosi unito attorno ad un unico candidato. La scelta di quest’ultimo, però, non può più avvenire, come nel passato, con un’imposizione calata dall’alto, frutto delle considerazioni di pochi intimi, ma deve necessariamente passare attraverso il suggello popolare che solo lo strumento delle primarie può garantire. Ecco perché ieri, il Coordinamento Provinciale del partito, all’unanimità, ha deciso di chiedere, ancora una volta, agli altri partiti e movimenti riconducibili al centrodestra di dare il via ad una nuova fase che passi attraverso le primarie per la scelta del candidato che guiderà la coalizione da celebrarsi entro e non oltre il mese di febbraio; solo così potremo recuperare l’entusiasmo della partecipazione popolare e ricucire anche quella distanza tra politica e cittadini che, troppo spesso, ci ha penalizzato. Siamo certi di poter trovare la stessa sensibilità anche nei nostri alleati, per il bene di Isernia, per il futuro dei nostri giovani, per rilanciare
l’intero centrodestra. Se questa proposta non dovesse essere accettata, però, resta ferma la nostra volontà di opporci a qualunque metodo impositivo che tanto ci ha danneggiati negli anni passati; ci auguriamo che questo non avvenga ma, se dovesse configurarsi una simile ipotesi, saremo costretti ad intraprendere altre strade consapevoli di aver provato, fino all’ultimo, a lavorare per l’unità e la vittoria“.
Estorsione e violazione misure di prevenzione Due persone denunciate dai Carabinieri. Eseguiti anche numerosi controlli e sequestri Nell’ambito di una serie di attività condotte dai Carabinieri in diverse zone della provincia di Isernia, due persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria, eseguiti accertamenti su diciotto pregiudicati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari per reati che vanno dal furto alla rapina, dalla truffa allo spaccio di stupefacenti ed altri reati contro la persona ed il patrimonio, e attuati inoltre numerosi posti di blocco lungo le arterie principali del territorio. Ad Isernia, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno denunciato per estorsione un 20enne del posto, in quanto attraverso gravi minacce proferite nei confronti della madre, si era fatta consegnare da quest’ultima una somma in denaro, per acquistare sostanze stupefacenti.Le indagini sulla vicenda sono comunqueancora in corso anche per accertare se il giovane si era già reso protagonista di fatti analoghi mai denunciati
in precedenza. Già nei prossimi giorni, a seguito dell’informativa redatta dai Carabinieri di Isernia, l’Autorità Giudiziaria
potrebbe emettere una misura cautelare a carico del 20enne. A Venafro, i militari della locale Stazione, hanno invece de-
Isernia, 20enne minaccia la madre Il giovane voleva estorcerle del denaro. Denunciato dai Carabinieri I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Isernia hanno denunciato un 20enne del posto, che minacciava la madre per estorcerle del denaro che gli serviva per comprarsi sostanze stupefacenti.
La donna, stanca delle continue minacce del figlio, ha chiesto aiuto ai carabinieri, che stanno ancora indagando per capire da quanto andasse avanti la vicenda e se il giovane, in precedenza, era già stato protagonista di si-
mili fatti mai denunciati. Nei prossimi giorni, a seguito dell’informativa redatta dai Carabinieri di Isernia, l’Autorità Giudiziaria potrebbe emettere, a carico del 20enne isernino una misura cautelare.
nunciato un 29enne di Monteroduni, in quanto si è reso responsabile di violazioni alla misura di prevenzione del divieto di accedere a manifestazioni sportive. Il giovane, che doveva presentarsi in caserma negli orari prescritti in cui erano in svolgimento partite di calcio, almeno in tre circostanze nelle ultime settimane, ometteva di ottemperare a quanto disposto dal provvedimento del D.A.SPO. Accertamenti sono stati eseguiti inoltre su diciotto persone attualmente sottoposte agli arresti domiciliari e posti di blocco sono stati attuati in varie zone della provincia, in particolare nel centro abitato di Isernia e lungo le arterie di collegamento con i paesi dell’alto Casertano, quali Capriati al Volturno, Gallo Matese, Letino, Presenzano, San Pietro Infine eCiorlano, controllati 75mezzi in transito, identificate un centinaio di persone tra conducenti e passeggeri, e sottoposti a sequestro tre veicoli privi di copertura assicurativa.
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Termoli
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“Strade disastrate, basta proclami” A Mafalda si è svolto l’incontro promosso da alcuni parroci dell’area del basso Molise, lato Trigno MAFALDA. La viabilità interna della regione Molise è affar serio al punto che a scendere in campo nei giorni scorsi sono stati una decina di parroci che, determinanti al massimo, hanno convocato regione e provincia nel tentativo di trovare una soluzione. Un incontro, quello che si è tenuto presso la sala consiliare del Comune di Mafalda, che è stato sollecitato dai parroci del basso Molise attraverso una lettera nella quale chiedevano alle istituzioni (Provincia, titolare di 1550 chilometri di strade, e Regione in primis) di impegnarsi di più per la zona. Una sollecitazione che non è caduta nel vuoto e anzi “è stata importante perché sta a significare che i parroci oltre a curare l’anima curano anche l’aspetto sociale – ha affermato ancora l’assessore regionale – però non è vero che siamo stati distratti rispetto a quello che succede in questa zona anzi stiamo lavorando in sinergia con la Provincia che oggi ha poteri limitati rispetto al passato e con la quale non abbiamo mai avuto problemi”. Ed è proprio il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De
Matteis, a mettere in luce quello che la sua amministrazione sta facendo per questa zona. “Dal 2011 – ha affermato De Matteis durante l’incontro – abbiamo investito 1milione 260mila euro per le strade di questa zona. Di questi 400mila euro sono andati a finire solo sulla Sp163”, quella che più di tutte sta creando difficoltà nella zona a ridosso del Trigno. “Abbiamo anche un finanziamento in via di definizione di 10milioni 692mila euro per la Sp163 e 2milioni 262mila euro d’accordo con la Regione”. Tra le richieste della Provincia ci sono 23milioni 725mila
euro di risorse “necessarie per quest’area di cui 5milioni 280mila euro per la Sp163”. Soldi che, però, non ci sono. “La Provincia è presente perché siamo a conoscenza della situazione catastrofica delle strade e cerchiamo di barcamenarci in base alle risorse che abbiamo e che sono ridotte al lumicino. Il problema – ha proseguito il presidente della Provincia – va affrontato facendo uno studio approfondito rispetto a un’area che ha una propensione al dissesto e che durante gli anni ha avuto una cattiva gestione forse anche per l’incuria dell’uomo”. Eppure i dati esposti non soddisfano
preti e sindaci del Basso Molise che chiedono un qualcosa in più e si auspicano una reale soluzione dei problemi. “Come Comuni chiediamo attenzione e investimenti sulla viabilità”, ha affermato il sindaco di Mafalda Egidio Riccioni che collega le difficoltà di viabilità allo spopolamento che sta segnando i paesi della zona. Tra le strade più difficoltose ci va a finire sicuramente la provinciale 163 che da Civitacampomarano conduce a Montenero da un lato e quella che va dalla fondovalle Trigno a Montenero dall’altro. “Nelle settimane passate – ha proseguito
Riccioni – abbiamo dovuto sopperire anche alla chiusura della Trignina e alla deviazione del traffico, anche pesante, sulle strade interne che, già disastrate, ne sono uscite ancora peggio”. Difficoltà e disagi che sono stati messi in evidenza proprio dai parroci. “C’è un degrado sulle strade e sappiamo che senza le strade non c’è futuro – ha affermato don Marcello Paradiso, vicario vescovile della Diocesi di Termoli-Larino per il quale – il nostro obiettivo è quello di sollecitare gli amministratori a tener presente quali sono le priorità e allo stesso tempo per richiamarli a una maggiore sensibilità. Non sappiamo quali sono le risorse e le possibilità che ci sono ma vogliamo solo sapere qualcosa di concreto per il futuro. Non pretendiamo – ha continuato don Marcello – di vedere le ruspe in azione domani mattina ma vogliamo un intervento in tempi ravvicinati pur conoscendo la fragilità di questo territorio. Vogliamo che ci dicano qualcosa di concreto per la sistemazione delle arterie che uniscono i Comuni altrimenti rischiamo lo spopolamento”.
Ex Foce dell’Angelo, la pulizia Dopo le proteste dei cittadini, operai in azione per risanare l’intera area TERMOLI. I rifiuti si erano accumulati in mesi e mesi di inciviltà da parte degli stessi termolesi. E così, in quel pezzo di strada che dalla rotatoria del cimitero porta fino all’ex viadotto Foce dell’Angelo, si trovava di tutto: da vestiti gettati a terra fino alle buste di rifiuti e alle lavatrici. Fino a ieri mattina quando gli operai del settore Ambiente del Comune di Termoli sono entrati in azione su disposizione dell’assessorato di competenza retto da Filomena Florio. Gli operai sono riusciti a sgomberare la zona da tutti i rifiuti che erano stati ammucchiati dall’inciviltà dei termolesi.
La zona, dopo l’opera di pulizia, è tornata al suo antico splendore. Una problematica, quella dell’abbandono incontrollato dei rifiuti, che era stato segnalato
da diversi cittadini bassomolisani che spesso e volentieri hanno notato, passando per la zona, i cumuli di immondizia segno di incuria e degrado.
Riapre il cinema “Paradiso” Seppure in ritardo, la cittadina tornerà a trovare la struttura LARINO. Dagli Anni Settanta in poi, grazie alla lungimiranza del prof. Pardo Spina (che avrebbe anticipato i tempi), il “Risorgimento” di Larino è stato il protagonista di stagioni teatrali (in tandem con l’”Atam” de L’Aquila) che hanno visto sfilare sul tavolato di quel palcoscenico fior di attori (Gigi Proietti, Beppe e Concetta Barra, Pupella Maggio, Lydia Alfonsi, Piera degli Esposti, Nino Taranto, Mario Scarpetta, Giorgio Albertazzi, Tino Schirinzi, Gastone Moschin, e tanti altri). Praticamente il “Gotha” attorale di quei tempi. In quegli anni il centro frentano si era assunto l’ònere di fungere da vessillifero di una certa cultura, sinché non è stato soppiantato da Guglionesi che – col suo “Fulvio” – ha continuato ad organizzare (con sacrificio!) analoghe “soi-
rées“. Perciò occorrerebbe chiedersi come sia stato possibile stemperare per anni la possibilità di mantenere in vita avvenimenti epocali per una comunità sempre giustamente vantatasi per le proprie attività culturali. Ora, in questo primo scorcio di 2016, sempre che gli organi tecnici diano parere favorevole, il “Risorgimento” riaprirà le sue porte. E’ stato scritto che, dopo 4 anni, Larino ha di nuovo un cinema-teatro. L’attesa per l’evento c’è, ma sarebbe inutile vantarsi per i pochi meriti che si hanno perché – in realtà, il “Condominio” Palazzo ducale ha impiegato un decennio per portare a compimento il progetto esecutivo per l’adeguamento e per la messa in sicurezza del Cinema-teatro. Come si ricorderà l’edificio era rimasto inibito al pubblico dopo
un sopralluogo effettuato dai Vigili del fuoco che avevano potuto constatare il mancato rispetto delle norme recate dal Regolamento per la prevenzione degli incendi. Come sempre, il Comune di Larino, a cui manca sempre un euro per fare un milione (e qui occorrerebbe chiedersi perché!) bussò alle casse della Giunta regionale che somministrò un contributo di 75mila euro appena necessario per rendere funzionale il solo pianoterra della struttura, escludendo la capace galleria. Ma, quando ciò accadde, la questione si trascinava già da tempo, ed aveva attraversato la gestione di alcuni Esecutivi. Difatti, già nel 2006, la Polizia locale, competente al rilascio della licenza per i pubblici trattenimenti, interessata dalla “Strionica” di Termoli, che
aveva chiesto in comodato (naturalmente gratuito!) il locale per gestire la stagione cinematografica riferì al Sindaco “pro-tempore” quale fosse la stuazione:”Relativamente all’inizio di attività per proiezioni filmiche, da svolgere nel ‘Risorgimento’ (quando posto nella disponibilità dall’Ente proprietario), si è già avuto occasione di riferire che l’art. 68 Tulps (con cui un tempo si autorizzavano le attività di esercizio cinematografico) è stato abrogato dal c. 3 dell’art. 164 del dlgs n. 112/1998. Ciò però è avvenuto mentre risulta tuttora vigente l’art. 80, relativo alla dichiarazione di agibilità dei locali di pubblico spettacolo. La conseguenza è che la legittimazione ad agire – prima facente capo all’art. 68 – ha finito con il
confluire nel corredo del titolo ex-art. 80. Ciò posto – continua la nota – se ne evince che, per la somministrazione di spettacoli misti, cinematografici e teatrali, si rende necessario attivare – da parte del Responsabile del Servizio Urbanistica ed ambiente – la procedura per il rilascio del certificato di prevenzione incendi, previo deposito, da parte della STRIONICA, della documentazione relativa alla cabina di proiezione (proiettore e serranda salvafuoco), che dovrà essere comunque del tipo omologato dal Ministero dell’Interno. Una volta fatti salvi i parametri e le condizioni necessarie, potrà prendersi atto (regime dichiarativo e non autorizzatorio) della dichiarazione resa dal rappresentante legale della Srl che vorrebbe gestire la sala“.
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Termoli
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Mezze verità per il tunnel” Il Movimento Cinque Stelle ritiene “scellerato il progetto” dell’amministrazione TERMOLI. Dal Movimento 5 Stelle primo affondo dell’anno nuovo contro l’amministrazione Sbrocca, con tanto di fotomontaggio del progetto del tunnel. Abbiamo oggi la grande opportunità di dare una sbirciatina al futuro e presagire ciò a cui stiamo tragicamente andando incontro a causa dello scellerato progetto (tunnel + parcheggio + teatro) che l’Amministrazione Sbrocca, con ostinazione, sta cercando di portare a compimento. A Milano infatti, nel quartiere Portello, gli abitanti si trovano malauguratamente alle prese proprio con un tunnel (leggi l’articolo), quello che dovrebbe collegare viale De Gasperis e via Gattamelata. La cosa più preoccupante, al di là dei ritardi
(l’opera doveva essere inaugurata già da alcuni anni), al di là dei costi di realizzazione che sono quasi raddoppiati, sembrerebbe essere il costo di gestione dell’opera, quasi30.000 euro mensili per garantire la sicurezza, l’illuminazione e l’aerazione della galleria, insostenibili anche per l’Amministrazione di Milano. E come per Milano anche i cittadini Termolesi, come riportato nel disciplinare di gara per l’affidamento dei lavori, dovranno sobbarcarsi i costi di gestione e manutenzione del tunnel, migliaia di euro al mese. Infatti, nel capitolo del disciplinare intitolato “modalità del finanziamento” si legge: “Per la parte non coperta dal contributo pubblico di 5 milioni di
euro […] tutte le opere, fatta eccezione per il tunnel di raccordo stradale, saranno progettate, realizzate, gestite emantenute a totale carico e spese del concessionario, al quale spetta lo sfruttamento economico degli impianti e delle strutture realizzate” e ancora: “Relativamente al tunnel di raccordo stradale, di cui deve essere garantita la condizione della libera ed incondizionata fruibilità collettiva, il concessionario è obbligato alla progettazione e costruzione“. “Progettazione” e “costruzione” ma non “manutenzione”. Eppure il Sindaco non ha fatto altro che ripetere “quest’opera non costerà un euro ai cittadini termolesi”, affermazione che sembrava essere il cavallo di bat-
taglia dell’Amministrazione circa quest’opera e che, a quanto pare, oggi scopriamo venir meno. A questo punto sorgono una serie di interrogativi: Come mai il Sindaco non ha onestamente informato i cittadini che dovranno sobbarcarsi, loro e le generazioni che verranno, i costi di funzionamento del tunnel? Sono state quantificate le spese di gestione? È stata individuata l’eventuale copertura economica? Da quali risorse comunali si attingerà per far fronte ai costi? Ci saranno ulteriori aggravi per la collettività? Così come sta accadendo a Milano ci ritroveremo irrimediabilmente a pagare domani le colpe delle scelleratezze amministrative
di oggi. Perlomeno impariamo dagli errori altrui invece di perseverare caparbiamente in un opera che nessuno vuole e che, giorno dopo giorno, rivela tutta la sua illogicità. Il Sindaco, così come non ha resistito alla subdola tentazione di demonizzare il referendum, giustificandone l’inopportunità a causa dei presunti costi, così tace su quegli altri costi che dovranno sostenere i cittadini di Termoli per il suo presuntuoso progetto. Basta con le mezze verità, il Sindaco si assuma le proprie responsabilità davanti alla cittadinanza dimostrando, almeno per una volta, di voler informare onestamente i propri cittadini che hanno tutto il diritto di essere messi al corrente di ciò che li aspetta.
Furto al Cup del San Timoteo Appena di mille euro è il bottino del colpo effettuato al Centro prenotazioni TERMOLI. Furto al Cup del San Timoteo di Termoli nella notte tra il 5 e 6 gennaio. Il colpo fruttato meno di mille euro, è stato scoperto da un operatore ospedaliero, casualmente. I ladri, secondo una prima ricostruzione, sono entrati nei locali del centro prenotazioni rompendo il vetro di una finestra esterna ed una volta dentro, hanno messo a soqquadro i documenti conservati in cassettoni
alla ricerca di contanti. All’interno sono state trovate solo alcune centinaia di euro perchè gli incassi derivanti dai ticket erano già stati portati via. Sul caso sono in corso indagini della Polizia. Numerose le polemiche degli operatori sanitari del San Timoteo dopo il furto. La mancanza di una guardia giurata nelle ore notturne sta preoccupando non poco medici, infermieri, tecnici e di-
pendenti, tutti chiamati a turni di reperibilità la notte. “In questa situazione la sicurezza di noi che lavoriamo nella struttura non è garantita anche perché dal primo gennaio non è più prevista la guardia giurata armata”, hanno dichiarato alcuni operatori. Attualmente esiste un servizio di sorveglianza con due dipendenti che girano nella struttura.
Trivellazioni, parte il ricorso al Tar Il Comitato procede per via amministrativa contro la concessione rilasciata alla Petroceltic TERMOLI. Il Coordinamento Trivelle Zero Molise comunica di aver inviato in data odierna una richiesta ufficiale di attivazione di ricorso presso i tribunali amministrativi regionali avverso la recente concessione del titolo di permesso di ricerca di idrocarburi rilasciata alla società Petroceltic S.R.L. di Roma. La richiesta è stata presentata a tutti gli enti istituzionali di Abruzzo, Molise e Puglia coinvolti; come noto, la concessione riguarda un’area di 373 chilometri quadrati lungo la costa tra Vasto, Termoli e le Tremiti, ad una distanza di 13,4 miglia marine dal litorale e dalle isole, e prevede l’uso della tecnica di energizzazione sismica tramite Air-gun per 20 giorni (secondo tempi solo stimati) su una superficie di 200 chilometri.
La stessa società proponente dichiara inoltre di non poter precisare le zone esatte che saranno interessate dai potentissimi spari di aria compressa. I gravissimi rischi per l’ecosistema marino, la pesca e l’economia che l’uso degli Air-gun comporta sono stati reiteratamente denunciati dal Coordinamento Trivelle Zero Molise nelle numerose iniziative pubbliche organizzate negli ultimi mesi in Molise per informare e sensibilizzare i cittadini; così come sono stati illustrati i pericoli di incidenti, sversamenti, esplosioni e contaminazioni del suolo e del mare che le attività di estrazione di idrocarburi portano inevitabilmente con sé. Anche la valutazione di impatto ambientale di questa richiesta di concessione (come quella riguar-
dante le prospezioni sismiche in terra del Progetto Santa Croce nell’area di Campobasso, alla quale abbiamo da poco formalizzato le osservazioni ufficiali), mostra la consueta superficialità e assenza totale di conferme scientifiche nel giudicare “irrisori” e “nulli” i danni ambientali e sanitari. Gli ormai numerosi studi scientifici sul tema dicono invece esattamente il contrario, ed è superfluo aggiungere che l’area toccata dal progetto della Petroceltic è estremamente fragile, e riveste importanza cruciale per la pesca e il turismo locali. Per questi motivi come Coordinamento Trivelle Zero Molise abbiamo ritenuto opportuno rivolgere una pressante richiesta ufficiale a tutti gli enti locali coinvolti, incluso il Parco Nazionale del Gargano, perché attivino im-
mediatamente un ricorso al TAR per fermare la valanga di autorizzazioni che come da noi previsto sta per abbattersi sull’Adriatico e sul suolo molisano, e non solo. Soltanto una sentenza del Tar può bloccare queste autorizzazioni, senza la via giudiziaria istituzionale non si possono avere sospensive. Nel contempo va percorsa ovviamente anche la strada referendaria, che sarebbe imprudente abbandonare, in una situazione in continua evoluzione legislativa. Riteniamo doveroso da parte degli enti locali dimostrare con questo ricorso la loro concreta partecipazione alla lotta contro la petrolizzazione, dichiarata ufficialmente con l’adesione alla richiesta di referendum e alla Carta di Termoli in difesa del-
l’Adriatico. E’ tempo che i fatti diano consistenza alle parole: il Coordinamento Trivelle Zero Molise continuerà ad operare per allargare il coinvolgimento attivo della popolazione nella lotta contro il saccheggio del territorio, nella certezza che sia possibile ribaltare anche situazioni che sembrano ormai perse (la vittoria del Coordinamento No Ombrina in Abruzzo ce lo dimostra), ma è necessario che le istituzioni camminino insieme ai cittadini: la tutela della salute, dell’ambiente e delle attività economiche locali è loro preciso dovere. Così come il porre le basi per un cambiamento radicale degli stili di vita e di produzione, che garantisca alle generazioni future un territorio sano ed una crescita sostenibile.
I Magi e i Carri di San Leo Si è concluso il 6 gennaio, con l’arrivo dei Re Magi, l’evento “Natale nel borgo” a San Martino in Pensilis I Magi in rappresentanza dei Carri di San Leo hanno visitato tutti i presepi tra gioia e commozione dei presenti. Sono soddisfatti gli organizzatori: l ‘Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Massimo Caravatta, la Parrocchia e l’Associazione rievocazione storica San Leo che hanno apprezzato l’impegno, la creatività, la fantasia, l’arte, la fede, la voglia di stare insieme e di fare insieme cose belle per la comunità. Grazie al contributo
delle associazioni locali, della scuola e di privati cittadini, il periodo natalizio ha avuto un fascino particolare, arricchito dall’atmosfera di “mezzaterre”, il borgo antico che ha ospitato i presepi, dalle melodie natalizie dei cori San Giuseppe e San Leo, in particolare dalla proposta del canto della pasquetta, oltre che dal profumo e dal gusto di bontà culinarie locali. Per il Vicesindaco Milena Saracino l’intento dell’Amministrazione è quello di favorire una cittadinanza attiva, coesa e solidale, in cui lavorare insieme per il bene
comune, migliorando la quantità e la qualità dei momenti di aggregazione sociale e culturale. Successo anche per il concorso “M’illumino di speranza” che ha riscosso una buona partecipazione e che consisteva nell’addobbare una strada o una facciata per rendere più belli alcuni angoli del paese. Anche l’assessore alla cultura Carmen Vitale ritiene importante andare avanti in questa direzione di impegno comune, fiducioso in una maggiore e partecipazione il prossimo anno.
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Opinioni
9 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
di Claudio de Luca Il sen. Di Giacomo ha reso nota, tramite un “social”, una cosa che oramai tutti sapevamo, eccezion fatta per la Segretaria del Pd. “Il Molise, da quando è governato da certi statisti, sarebbe sprofondato ulteriormente”, ha detto senza peli sulla lingua. Il Pil per abitante sarebbe stato di circa 18.000 euro, contro la media nazionale di 28.000. Nel biennio 2013/’14 si sono persi 8.000 posti di lavoro. Le esportazioni si sono ridotte del 9,7%. Il tasso di occupazione è risultato essere del 48,5%, con una disoccupazione del 15,2% (contro una media nazionale del 12%). Quella giovanile (sotto i 24 anni) è aumentata dal 42% del 2012 al 50% del 2014, con una percentuale del 30% di giovani che non studiano e che non lavorano. Il 70% della popolazione guadagna al massimo il 40% del reddito medio regionale. Il 30% dei cittadini molisani risulta essere a rischio povertà. Però sarebbe ingeneroso non rilevare che i segnali di vitalità dell’economia meridionale, visibili già nella prima parte dell’anno, si sono infittiti, tanto da far prevedere la possibilità di valori timidamente positivi già alla fine del 2015. Purtroppo le vedute del senatore (di fonte “Svimez”) sono un po’ datate e sono state puntualmente rettificate da altre sigle (“Confindustria” e Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) Secondo queste fonti il pil del Mezzogiorno dovrebbe tornare a salire dello 0,2% nel 2015 e più robustamente nel 2016 (+1%). Naturalmente, in un caso e nell’altro, la crescita sarebbe inferiore a quella del resto del Paese. In compenso prospettive moderatamente positive sono state confermate anche dall’ “Indice sintetico dell’economia meridionale”, aggiornato con cadenza semestrale, che fotografa anno per anno lo stato di salute economica del Sud. Difatti, secondo le stime, nel 2015 ha fatto registrare, per la prima volta dal 2011, un valore positivo sia pure del solito 0, … Tre indicatori su cinque (Pil, Export e Occupazione) sono in crescita; e solo quello delle imprese, sostanzialmente stazionario, continua a far segnare valori negativi, anche se il calo appare minore rispetto a quello degli anni precedenti. Come negli anni scorsi, dunque, sono i bassi investimenti a condizionare le prospettive di ripresa del Sud e, diciamolo pure, l’incompetenza ed il cenerentolismo di certi Esecutivi regionali. Il clima delle imprese manifatturiere si mantiene ai massimi livelli degli ultimi quattro anni, facendo segnare un valore di due punti più elevato rispetto ad un anno
AAAL’Istat nel rapporto sulle “Condizioni di vita dei pensionati” in Italia rileva che il reddito medio pensionistico netto è di 13 mila 647 euro, circa 1.140 euro mensili. Tenendo conto di tutti i trattamenti, la metà dei pensionati percepisce meno di 12 mila 532 euro (1.045 euro mensili). Dallo stesso rapporto emerge che nel 2014 i pensionati erano 16,3 milioni e hanno percepito in media un reddito pensionistico lordo di 17 mila e 40 euro. Le donne sono il 52,9% e ri-
(+4,6%) e delle medie imprese (+1,9%), ma non quello delle piccole (in calo del 2,3%): queste sono pero’ la stragrande maggioranza (99%) e condizionano il risultato complessivo. A spingere il manifatturiero meridionale, soprattutto della sua componente piu’ strutturata, contribuisce in modo significativo l’export che, rispetto al III trimestre 2014, fa registrare +3,1%, trainato dal +26,3% dei mezzi di trasporto e dalla crescita (che continua) dell’agroalimentare (+9%). Nei primi nove mesi dell’anno, le esportazioni meridionali sono state pari, in valore, ad oltre 31,4 miliardi di euro, oltre 1 miliardo in più rispetto al corrispondente periodo del 2014. Anche l’export dei distretti meridionali, nei primi sei mesi del 2015, conferma la tendenza positiva (+11,6%). In miglioramento anche le dinamiche creditizie: nei primi sei mesi dell’anno, infatti, si rafforza la domanda di credito al Sud (soprattutto nel manifatturiero), assieme ad un allentamento delle condizioni praticate per l’offerta di credito. Così, per la prima volta dopo molti trimestri negativi, tornano a crescere gli impieghi (+1,2%), a fronte di una sostanziale stazionarietà delle altre ripartizioni. Crescono, tuttavia, anche le sofferenze, che hanno ormai superato la soglia dei 40 miliardi di euro (pari al 14,3% del totale dei crediti concessi) su un totale di 140 sul piano nazionale. Scendono i tassi attivi sulle operazioni a breve, anche se rimane un differenziale di circa 1,1/2 rispetto alla media italiana. Secondo la ricerca si conferma un clima timidamente positivo anche per il Sud, ancora lontano pero’ da poter essere considerato una vera e propria ripresa. Pesa, in particolare, il dato degli investimenti, pubblici e privati. Dal picco del 2007, infatti, gli investimenti fissi lordi sono calati di oltre 34 miliardi di euro, toccando nel 2014 il valore minimo di 55 miliardi. Particolarmente forti i cali dell’industria e delle costruzioni, dimezzati dal 2000 a oggi. Decrementi ingenti fanno registrare anche gli investimenti pubblici. Al netto delle partite finanziarie, tra il 2009 ed il 2013, la spesa in conto capitale della PA si e’ ridotta di oltre 5 miliardi di euro, ben al di sotto dei valori del 2000.
Nuovi fondi: quando si parla del Molise, lo Svimez non è la Bibbia fa; segnale analogo viene dai consumatori, che esprimono anch’essi fiducia rispetto agli ultimi quattro anni. L’indagine in questione permette di sostenere che, al miglioramento delle aspettative ha contribuito la crescita dell’occupazione al Sud: nei primi nove mesi dell’anno, infatti, sono stati 136.000 in più, rispetto all’anno precedente, gli occupati nelle regioni meridionali, riportando il dato vicino alla soglia psicologica dei sei milioni di occupati (5 milioni e 970 mila). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il tasso di occupazione sale al Sud dell’1,1%, lo 0,3% in più della media nazionale mentre la disoccupazione cala di 2 punti percentuali (sempre rispetto al III trimestre 2014), scendendo al 17,6%. All’incremento degli occupati meridionali ha contribuito lo sgravio per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Nei primi nove mesi dell’anno sono state quasi 290mila le assunzioni agevolate al Sud su di un totale di 900mila: il dato sulla Cassa integrazione, tornato sui livelli pre-crisi, conferma a sua volta la stabilizzazione del-
l’economia meridionale dopo sette anni di turbolenza. Certamente si tratta solo di segnali, perche’ il macigno della disoccupazione, soprattutto giovanile (ben rappresentata dal 38,9% di NEET meridionali) è solo scalfito; ma sono segnali, per la prima volta, di segno chiaramente positivo. Il processo di selezione dell’apparato produttivo, che ha caratterizzato gli ultimi anni, sembra ormai essere vicino al termine. Il saldo delle imprese attive, infatti, si è ormai stabilizzato (-0,1% rispetto al III trimestre del 2014), con poco meno di 1 milione e 700 mila imprese in attività: continua, come già negli anni precedenti, sia la crescita delle imprese “in rete” (oltre 3.100) sia quella delle societa’ di capitali (ormai piu’ di 270mila), indice di un processo di irrobustimento del tessuto produttivo del Sud più sostenuto di quello del Centro Nord (+5,4% rispetto a +2,6%). Si riduce il numero medio di procedure fallimentari in quasi tutte le regioni meridionali, così come il numero di società con almeno un protesto nell’anno, mentre torna positivo nel 2014, il fatturato delle grandi
Istat: ai pensionati 1.140 euro al mese, ma alle donne seimila euro cevono mediamente importi di circa 6 mila euro inferiori a quelli maschili. L’importo medio annuo per gli uomini, in termini lordi, è di 20 mila 135 euro, mentre per le donne si ferma a 14 mila 283 euro. Nel rapporto dell’Istat si legge anche che , le pensionate che ricevono integrazioni al minimo sono 2,9
milioni, l’81,4% del totale, un numero di oltre quattro volte superiore a quello degli uomini (673 mila). Il grado di istruzione fa la differenza, almeno se si guarda agli assegni da pensione. Se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro).
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