tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 20 mercOledì 27 geNNAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
De Matteis e Coia L’Oscar del giorno lo assegniamo ai due presidenti delle Province di Campobasso e Isernia, Rosario De Matteis e Lorenzo Coia. Sono intervenuti entrambi a sostegno della lotta dei Comitati contro le trivellazioni. Parteciperanno, per questo motivo, alla manifestazione che si terrà a Foggia a fine mese, proprio nel tentativo di far recedere il governo dalle autorizzazioni concesse.
IL TAPIRO DEL GIORNO
L’OSCAR DEL GIORNO
reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk
Pietro Maio Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Pietro Maio. L’assessore comunale ai Lavori Pubblici di Campobasso, in merito alla situazione in essere in alcune scuola cittadine, non ha dimostrato la celerità giusta che una situazione del genere imponeva. Ha preferito restare dietro le quinte rette, invece, dal sindaco Battista. Eppure, quando si tratta di difendere la fallimentare politica regionale è in prima linea!
Al Cardarelli ancora malati sulle barelle. Mancano i posti letto e il personale
Servizio a pagina 2
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 27 gennaio 2016
Al Cardarelli la mancanza di posti letto nei reparti costringe i pazienti su barelle o sedie a rotelle
Pronto soccorso al limite del possibile Turni massacranti per medici e infermieri sempre più ridotti nei numeri La situazione è diventata esplosiva mentre si preannunciano nuovi tagli Pazienti sulle barelle anche per 24 ore, carenza di personale e di posti letto, ambulanze in colonna, familiari di ricoverati costretti a passare la notte insieme al proprio caro almeno per potere chiamare il medico in caso di problemi. E’ allarme rosso al Pronto soccorso di Campobasso, dove il picco di quanti si sono portati nella struttura ospedaliera di questi giorni (insieme alle ormai croniche disfunzioni della struttura) hanno provocato gravi disagi ai cittadini. Nei momenti topici, sono diverse le barelle (almeno 7) in lista d’attesa al pronto soccorso, con i malati in attesa di una visita o di essere trasferiti nei reparti, ormai saturi. “A mio marito è stata diagnostica una lieve pleura - dice una donna - si deve ricoverare, ma non ci sono posti. Dovremo passare la notte qui al pronto soccorso, sulla barella”. C’è una situazione di forte rischio . La penuria di posti, la politica di ridurre il personale medico, la riduzione dei posti nel reparto di
Il consigliere regionale di sinistra, Salvatore Ciocca, è firmatario di una mozione particolarmente interessante, che mira ad indagare, da parte della Regione, servendosi di tutti gli strumenti di controllo di cui dispone, la provenienza e la qualità del latte utilizzato dai caseifici molisani. I prodotti lattiero/caseari sono forse i più apprezzati e conosciuti sul mercato per la tipicità della lavorazione e, soprattutto, per la qualità della materia prima, che si presume provenga, se non totalmente, almeno in gran parte, dagli allevamenti bovini che pascolano sui terreni molisani, e per questo di assoluta garanzia. L’iniziativa del consigliere crediamo sia stata magari sollecitata da qualche dubbio, da qualche preoccupazione relativa alla provenienza del latte (troppe autocisterne con targhe straniere nottetempo vengono avvistate), che vuole vengano tempestivamente eliminati, qualora sussistessero. Una mozione interessante, che dovrebbe pertanto trovare una corsia preferenziale per essere discussa e approvata, dando avvio, da parte della Regione, ai controlli e alle verifiche che Ciocca ritiene indispensabili per rassicurare i consumatori e per dare maggiore risalto alla tipicità lattiero/ca-
Medicina, hanno trasformato quello che doveva essere il fiore all’occhiello del Cardarelli in un pronto soccorso da frontiera. Malati in corridoio. Ovunque. Per ore, forse giorni. Sulle barelle. In attesa di essere ricoverati nei reparti, dove i posti letto sono tutti occupati. Il Pronto soccorso, dove ogni
anno si rivolgono 5 mila pazienti, è al collasso. La penuria di posti letto, la politica di ridurre il personale medico in turno la notte, la mancata assunzione di infermieri, comportano la permanenza dei pazienti in corridoio e in situazioni di precarietà anche per 4-5 giorni. La paralisi della struttura di emer-
genza, che in questi giorni sta interessando la struttura ospedaliera, ha una causa fondamentale: l’impossibilità di ricoverare tempestivamente i pazienti con indicazione al ricovero nei reparti per carenza di posti letto. Il taglio dei posti letto dei reparti non è stato compensato da altre soluzioni extrao-
spedaliere, così è difficile dimettere alcuni pazienti. Non ci sono assistenze sanitarie sociali, non ci sono assistenze domiciliari. E così i malati si “affollano” nelle sale d’attesa o nei corridoi. Non è stato un caso, allora, che ancora lunedì mattina un anziano sia stato costretto a restare sulal sedia a rotelle in attesa di un improbabile ricovero. Tanto, che a chi ha fatto seguito successivamente è stato consigliato di trattenere il proprio familiare perche potesse restargli accanto per la notte. La sala d’attesa è colma di persone che sono in attesa di essere visitate. I tempi di attesa sono lunghissimi. Ci sono pazienti che attendono il proprio turno da oltre 12 ore. Il clima é insostenibile. Se la gestione del Sistema Sanitario Regionale non torna ad essere basata principalmente su una seria programmazione sanitaria, l’attuale crisi del pronto soccorso del Cardarelli, sarà il preludio al crollo di tutta la sanità pubblica regionale.
Comune obiettivo del consigliere Ciocca, con una sua mozione, e del Dipartimento Agricoltura, Ambiente ed Alimenti dell’università
Fare chiarezza sul latte e valorizzare i prodotti lattiero/caseari Se la Regione Molise e l’Università trovassero la ragione per cui un presidio scientifico debba essere il primo referente per le attività, i programmi e gli interventi regionali, il Molise sarebbe certamente avvantaggiato
Da evitare l’uso di latte proveniente da fuori regione E’ la fine searia del Molise. Indipendentemente dalla mozione e dai suoi contenuti, la Regione Molise dovrebbe essere impegnata con le sue strutture e la sua organizzazione a stare sul territorio e nei luoghi delle produzioni. Nello specifico, nei luoghi in cui si producono i derivati del latte che, lo ripetiamo, anche ad Expo 2015 di Milano, hanno avuto riconoscimenti significativi e successo commerciale. Ciocca, tra l’altro, è originario di una delle zone più
vocate e più strutturate del Molise nella cura dei pascoli e degli allevamenti bovini, e la qualità del latte che proviene dalle stalle di Riccia e Cercemaggiore, in particolare, è segnatamente di ottima resa e qualità. Che rischi di essere compromesso da latte proveniente dall’estero, è una condizione che Ciocca vuole venga evitata. Non solo Ciocca, a dire il vero. Anche l’università, in particolare il Dipartimento agricoltura, ambiente e
alimenti, hanno lo stesso obiettivo e lo stesso interesse a garantire e a sviluppare le dinamiche di comparto, l’evoluzione del contesto e dei fattori che lo esplicano. Coincidenza apprezzabile. Che oggi troverà la sua migliore espressione nel seminario in programma presso l’Aula Silvestri del Terzo edificio polifunzionale in Via De Sanctis. Dopo gli indirizzi di saluto del rettore Palmieri, dell’assessore regionale all’Agricoltura Facciolla, del direttore del Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti, Raffaele Coppola, del presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali del Molise, Pietro Occhionero, e la relazione introduttiva del professore Corrado Ievoli, saranno esaminati i modelli spaziali e i primi risultati economici da parte di Roberto Basile della Seconda università di Napoli (Dipartimento Economia); il quadro preliminare delle analisi qualitative da parte di
Angelo Belliggiano dell’ università del Molise (Dipartimento AAA); le potenzialità delle misure del Piano di sviluppo regionale nel comparto lattiero/caseario da parte di Pierluigi Milone della Regione Molise. Seguirà il dibattito che, dati gli argomenti, le interazioni, le finalità del seminario, si preannuncia ricco di spunti e di riflessioni per la platea, certamente, ma anche per le istituzioni territoriali che vorranno raccogliere i suggerimenti. La Regione Molise e l’Università, trovassero la capacità di intendersi e di collaborare, la opportunità di creare una sinergia sistematica e sistemica, la ragione per cui un presidio scientifico debba essere il primo referente per le attività, i programmi e gli interventi regionali, il Molise sarebbe certamente avvantaggiato. E con esso l’economia, la crescita sociale, e lo sviluppo. Dardo
TAaglio lto
E’ di questi giorni la pubblicazione di un interessante studio, realizzato da Legambiente, sulla situazione del trasporto pendolare ferroviario in Italia, aggiornato all’anno 2015. Sulle pagine de La Gazzetta ci interessiamo spesso, e malvolentieri, dei continui accidenti che colpiscono i treni regionali ed i molisani che ancora vi viaggiano, quindi, con lo stesso interesse, ci siamo dedicati alla lettura di Pendolaria (questo il titolo del compendioso rapporto), trovandovi i dati e le ragioni del progressivo declino del sistema ferroviario regionale molisano. Il contesto generale racconta di scelte strategiche e di finanziamenti erogati che, negli ultimi quindici anni, hanno fortemente penalizzato la rete ferroviaria italiana, il suo ammodernamento e la sua centralità, rispetto a strade ed autostrade. Dal 2002 al 2015, attraverso la Legge Obiettivo e Piani per le infrastrutture, a strade ed autostrade sono state assegnate risorse per oltre sessanta miliardi di euro contro i neanche tredici investiti per la rete ferroviaria. Un disequilibrio fortissimo, indice di una precisa scelta che, purtroppo, oltre che antieconomica, si è rivelata nefasta anche per l’impatto ambientale negativo che ha comportato, in cui vanno ricomprese voci solo apparentemente a margine come la congestione del traffico e il tasso, sempre e comunque, molto maggiore di incidenti. E se questo è il quadro complessivo va da sé che la situazione particolare del Molise può solo essere peggiore. Soprattutto se si dà per buono il dato, contenuto nel rapporto di Legambiente, che lega gran parte dei problemi del servizio ferroviario
3 27 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Legambiente pubblica uno studio sul trasporto ferroviario pendolare in Italia. Dal 2003 al 2015 il Molise ha destinato il 99,7 delle risorse alla rete stradale e lo 0,3% a quella ferroviaria
Il treno dei desideri che non fermerà più in Molise pendolare al passaggio di competenze tra Stato e Regioni, avvenuto nel 2001. A partire da 2009, poi, i finanziamenti statali sono calati del 20%, mentre la percentuale dei passeggeri cresceva dell’8% e, dal 2003 al 2015, la Regione Molise destinava il 99,7% delle risorse per le infrastrutture alla rete stradale e lo 0,3% a quella ferroviaria. Di fronte a questi numeri il semplice fatto che ancora circoli qualche treno regionale è sostanzialmente un miracolo; scoprire che, in fin dei conti, ogni giorno ne circolino addirittura trentotto è roba da far strabuzzare gli occhi. Al cospetto
di una tale realtà, con quale potere di contrattazione si crede che la Regione Molise abbia mai potuto chiudere i contratti di servizio con i gestori dei treni? E dire che la stessa Legambiente non auspica un ritorno delle competenze al Ministero, ma chiede, piuttosto, di individuare più accuratamente i capitoli di spesa nei bilanci regionali per rafforzare il servizio ferroviario. Beh, il Molise la sua risposta l’ha data: 0,3% della spesa totale per le infrastrutture dal 2003 al 2015. E la situazione, ovviamente, è destinata a peggiorare. Si scopre, infatti, che dal 2014, per evitare tagli an-
cora più severi dei finanziamenti statali, le Regioni a Statuto ordinario dovranno raggiungere alcuni obiettivi come, ad esempio, l’aumento dei viaggiatori trasportati, l’aumento del rapporto costi/ricavi (fino alla soglia minima del 35%) ed il mantenimento del livello occupazionale. Le ultime rilevazioni includono, però, il Molise nelle lista delle nove Regioni che questi risultati non hanno raggiunto, insieme a Puglia e Basilicata (solo relativamente al rapporto costi/ricavi), Calabria, Campania, Abruzzo, Umbria, Marche, Liguria. Il rapporto di Legambiente prosegue
poi fitto di numeri e ragioni per coltivare la speranza che il servizio ferroviario regionale possa conoscere, negli anni a venire, stagioni più felici, nell’interesse, economico ed ambientale, di tutti gli italiani e segnala anche situazioni virtuose come il caso dell’Emilia Romagna da cui, con i debiti valori di scala, molte Regioni potrebbero mutuare idee interessanti ma, nel nostro caso, davanti all’evidenza dei numeri che abbiamo appena riportato possiamo solo apprestarci a fare da spettatori all’ennesima scommessa che siamo stati capaci di perdere.
Quando i treni non cambiano la musica Spett. Redazione Concordo con l’autore dell’articolo “Il coraggio dei macchinisti sulle linee molisane” di Gianni Manusacchio apparso oggi sul Vs giornale. E’ una persona che viaggia sui treni e conosce difetti e disagi. Mi pare che fosse il 2005 quando presi per la prima volta il Minuetto e ne evidenziai immediatamente i difetti. Prima di tutto la “stanza” dei sevizi igienici al centro del treno priva di una qualsivoglia forma di privacy, porta scorrevole arcuata e difficile da aprire nei tratti inclinati e nelle curve; otturazione continua del water (problema pare risolto). Rumorosità eccessiva nel comparto delle motrici, marcia a scossoni (inesistente nelle vecchie au-
tomotrici), porte che si aprono direttamente negli scompartimenti, una velocità non migliorata rispetto a quella delle logorate automotrici. Un treno per pendolari, appunto, e non per viaggiatori da un capoluogo di regione alla capitale d’Italia..
Recentemente ho inviato a Codesta redazione: Nuovi treni per il Molise (cambia la musica!) Nell’opuscolo #NOTE FS in regione di Ferrovie dello Stato italiane n. 4 - Dicembre 2015, vi è un inserto informativo riguardante, tra gli altri, i
nuovi treni regionali. Definiti spaziosi, comodi e all’avanguardia.. Tra di essi vi è anche il modello “Swing”, quello destinato a diverse regioni del centro-sud tra cui il Molise. Non avendo avuto ancora occasione di salirvi sopra, spero che abbia le caratteristiche adeguate per la percorrenza sulle nostre tortuose linee. Spero soprattutto che non sia una semplice rivisitazione del “Minuetto”, altrimenti si cambia solo il genere musicale. Ho viaggiato di recente sulle vecchie automotrici da Roma a Campobasso e confesso che, tranne la rumorosità, il confort e i sistema di sicurezza inadeguati, sono ancora efficienti in termini di velocità e di trazione lineare. Spero che nei nuovi treni anche gli spazi siano ben distribuiti (come
nelle vecchie automotrici) e confortevoli. Sulle nostre linee di montagna non è opportuno che le porte si aprano direttamente negli scompartimenti, come già succede per il Minuetto. I treni che ci devono condurre nella Capitale non dovranno avere la caratteristica di treni pendolari. Noi molisani, dovendo affrontare prevalentemente un viaggio, di tre ore, vogliamo sederci comodamente e toglierci il cappotto in un ambiente confortevole e possibilmente isolato dalla piattaforma d’ingresso. I treni pendolari, per loro caratteristica, prevedono un continuo sali-scendi che non appartiene propriamente alla nostra realtà. Distinti Saluti Michele Rocco
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4 27 gennaio 2016
In assemblea i lavoratori dell’azienda avicola di Bojano che lamentano l’assenza della politica
“Gam, abbandono e silenzio”
L’assemblea dei lavoratori GAM, congiuntamente alle RSU e a lle 00.SS. ritengono gravissimo l‘a bbandono e il silenz io della politica e delle istituzioni regional i e nazionali sulla vertenza della più grande az ienda avicola del mezzogiorno. “Troppe sono state le affermaz ioni e le dichiarazioni di intenti sul rilancio dell’azienda a cui non sono mai seguite proposte concrete e credibili. L’assenza di idee e programmazione di rilancio s ulla GAM, rischiano di compromettere anche il percorso sul decreto Ministeriale che avvia le procedure per il riconoscimento dell‘area di crisi industriale complessa, ottenuto anche attraverso la mobilitazione dei lavoratori GAM”. A tale proposito l‘assemb lea dei lavoratori, ritiene gravissimo il ritardo accumulato . Dopo 5 mesi della firma del decreto non esistono ad oggi strategie di sviluppo che individuino in modo incisivo, priorità e campi di intervento nel perimetro territoriale indicato e c he ridiano ossigeno in termini di rilancio industriale e politiche di sostegno all‘occupazione. I lavoratori della GAM, stanchi delle solite dichiarazioni , chiedono al Presidente Frattura di passare ad una fase operativa che
definisca un piano di rilancio della GAM e della filiera avico la ad essa collegata coinvo lgendo anche il MISE, dove è insediato tutt‘ora, un tavolo permanente sulla crisi GAM e da cui sarebbe opportuno ottenere un aggiornamento della vertenza. “Siamo convinti della necessità che la Regione debba porre in campo inderogabilment e ogni strumento o idea progettuale concreta senza la quale rischia di sfumare anche la possibile definizione positiva dell’area di crisi complessa. E’ opportuno ricordare alla Regione che, in as-
senza di prospettive, i lavorator i GAM termineranno tutti gli ammortizzatori a novem bre, dal punto di vista occupaziona le, cosa avverrà per i 280 lavoratori, quali saranno le iniziative sulle politiche attive e passive che s i intendono porre in essere a sostegno del reddito e a tute la dei lavoratori? I lavoratori non dimenticano le parole del Presidente Frattura quando affermò che “nessun lavoratore sarebbe rimasto a piedi”, non si rassega no all’idea che non ci s ia la possibilità di avere lavoro e quindi futuro in questo territorio che vede di
giorno in giorno la chius ura di att ività produttive e commercia li accompagnata dall’esodo di giova ni e non, verso altri territori. Per queste ragioni,l‘assemblea dei lavoratori GAM chiedono in sintesi: Chiedere a l Presidente Frattura di mantenere l‘impegno ass unto in merito alla tutela dei lavoratori. Chiede a llo stesso presidente di acce lerare l’iter per il riconoscimento dell’area di crisi; Sollecitare la riattivazione del tavo lo Ministerial e sulla ve rtenza GAM. Che si adoperi senza perdere più
tempo, per definire,in merito all‘Area di crisi Comp lessa, accordi di programma condiv isi che sa lvaguardino e rilancino la GAM e i suoi LAVORATORI, e che tengano conto a titolo esemplificativo e non esa ustivo di: Sviluppo del progetto di rilancio dell‘attività produttiva; Garanzia dei livelli occupazio nali e ripresa dell’attività lavorativa; Percorsi di form azione e riqualificazione del perso nale finalizzati alla eventuale ricollocaz ione degli stessi; Creazione di un sistema di sostegno al reddito, che accompagni il periodo di rist rutturazione della GAM e la poss ibilità di crea re eventuali percorsi di accompag namento alla pensione per i lavoratori più anziani. A sostegno di ta li richieste, e in assenza di riscontri e soluzioni, l‘assemb lea condivide l‘avvio immed iato di presidi a tempo indeterminat o e fino all’ottenimento di proposte reali. I presidi sa ranno avv iati presso le sedi del consiglio regionale e della giunta, riservandosi ogni altra az ione o iniziativa in difesa del lavo ro e della dign ità delle proprie famiglie.
Dragaggio del porto di Termoli e sistemazione idraulica del Fiume Biferno: progetti salvati in extremis Alla Regione Molise hanno pescato il jolly con l’ingegnere Lino Mastronardi, recente pensionato dell’amministrazione provinciale d’Isernia, e recentissimo dirigente del Servizio viabilità dell’Area Quarta delle direzione generale della giunta, nonché reggente del Servizio difesa del suolo, opere idrauliche e marittime. Dirigente a costo zero, per dettato di legge, essendo pensionato, e pertanto ristorato col solo rimborso delle spese. Insomma un affare, che porta la firma del presidente Frattura e dell’assessore ai lavori pubblici Pierpaolo Nagni che di mettere in cantiere opere e finanziamenti che rischiavano di essere revocati avevano estremo bisogno. Strano, però, che abbiano dovuto pescare il jolly, cioè che abbiano dovuto andare alla ricerca dell’uomo giusto da piazzare al posto giusto, individuandolo in un tecnico di notevole esperienza, da qualche mese in pensione, per evidente carenza di personale idoneo all’interno della struttura regionale che, nonostante un processo di dimagrimento della pianta organica, annovera tecnici, amministrativi, legali. Una Regione in difetto di competenze? Pare proprio di sì. L’Area Quarta ha dovuto prima avvalersi del-
Con l’ingegnere Lino Mastronardi, pensionato della Provincia d’Isernia, la Regione ha pescato il jolly Mentre per talune consulenze esterne gli amministratori di Palazzo Vitale pagano fior di migliaia di euro, con Mastronardi se la cavano coi rimborsi spesa
l’ingegnere Rodolfo Cocozza quale direttore di quell’Area (posto ancora vacante), ed ora, a tutto tondo, della disponibilità al lavoro, all’impegno professionale e alle responsabilità dell’ingegnere Mastronardi. Con la differenza che mentre per talune consulenze esterne la Regione paga fior di migliaia di euro, in questo caso, con Mastronardi, se la cava coi rimborsi spesa. Affatto una consolazione, soprattutto per il direttore generale Marinella
D’Innocenzo, costretta a prendere atto della insufficiente situazione professionale all’interno dell’Ente e della sistematica necessità di reperire energie fuori dal contesto dell’organico. Direzione generale che porta il peso della mancata riorganizzazione dell’Ente e, quindi, della propria funzione. Deficienza che condivide con il governo regionale, parzialmente consolata dal contratto a diverse cifre. Questa premessa per dire di due determinazioni a
firma Marinella D’Innocenzo con cui all’ingegnere Mastronardi, in aggiunta ai problemi della viabilità sono stati aggiunti i problemi del Servizio difesa del suolo, opere idrauliche e marittime. Che, in un tempo ristrettissimo, lo hanno visto destinatario, quale responsabile unico del procedimento dei lavori di dragaggio del porto di Termoli (un intervento di 3.200,000 euro), e responsabile unico del procedimento dei lavori di “Sistemazione idraulica del Fiume Biferno nel tratto tra la diga di Ponte Liscione e la foce, altro intervento di rilievo pari a 15miliono di euro. Opere strategiche, per l’agibilità del porto termolese e per la sistemazione e di un tratto tra i più delicati del Fiume Biferno. Interventi che risalgono a diversi addietro, finiti, al solito, nelle maglie sempre più strette e inestricabili della burocrazia, degli incartamenti, dei pareri ambientali e altra roba del genere. Della
sistemazione del Biferno nel tratto appena indicato se ne doveva occupare il Consorzio per lo sviluppo industriale della Valle del Biferno come soggetto attuatore dei lavori. Cosa e perché vi fosse entrato, bisognerebbe decifrare gli intrecci politici che generalmente sono alle spalle dei finanziamenti top. Sta di fatto che il Consorzio s’è dovuto defilare, non senza essersi fatto pagare per il disturbo, e che la Regione s’è vista costretta a riassumere le redini del progetto e dell’intervento non appena ha potuto avvalersi di Mastronardi. Per il dragaggio del porto di Termoli i 3 milioni e 200mila euro la Regione li ha rinvenuti dal Programma attuativo regionale – Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007/2013. Finanziamenti che rischiava di essere revocati. Dardo
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5 27 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il sindaco Antonio Battista ha incontrato, rassicurandoli, i genitori in allarme
La scuola di Via D’Amato ha il certificato di collaudo
Guardando avanti, nuove scuole in Via Crispi e al Quartiere Cep Dati e carte alla mano ieri il sindaco di Campobasso Antonio Battista ha incontrato i genitorid egli alunni che frequentano la scuola di Via D’Amato che si sono opposti al ritorno in aula dei propri figli se non rassicurati sull’agibilità del plesso scolastico. La paura del terremoto fa 90 e spesso procura esasperazioni oltre misura (c’è da chiedersi ancora oggi in base a quali elementi di oggettiva preoccupazione sia stata chiusa la struttura scolastica di Via Kennedy). Paura resa tale dal persistere dello sciame sismico e dalla incertezza che circonda l’azione amministrativa comunale specie in materia di sicurezza strutturale del patrimonio edilizio scolastico. Sia il sindaco Di Bartolomeo, in precedenza, che il sindaco Battista, non sono campioni nella comunicazione, ma-
lamente assistiti dalle strutture interne e privi di un ufficio relazioni esterne. Diversamente, ogni qualvolta sono stati alle prese con le legittime attenzioni dei comitati dei genitori, avrebbero potuto utilizzare meglio e
l’intervento
con più incisività la conoscenza degli interventi tecnici e strutturali eseguiti su molte scuole cittadine al fine di renderle meno vulnerabili ai fenomeni sismici. La scuola di Via D’Amato, infatti, ha il certifi-
degli interventi che sono ancora possibili sul patrimonio scolastico esistente, e degli interventi in prospettiva destinati a restringere il cerchio delle contestazioni. Su quest’ultimo fronte il sindaco ha di che parlare e rassicurare. A spinta e a strattoni sta per concludersi con la Regione la riprogrammazione degli 11 milioni in origine destinati alla galleria per collegare il Terminale delle autocorriere con via S. Antonio dei Lazzari. Circa tre milioni di euro degli 11 saranno destinati alla realizzazione di un nuovo plesso scolastico nell’ambito del Quartiere Cep, e col finanziamento dei fondi Inali una nuova struttura scolastica in Via Crispi. Scuole nuove per svuotare progressivamente le vecchie.
Partecipate pubbliche, il Molise sia un esempio
di Tecla Boccardo* Garantiscono il trasporto pubblico, distribuiscono acqua, gas e luce, smaltiscono rifiuti, elaborano dati, gestiscono teatri e farmacie e fanno molto altro ancora. In tutta Italia sono più di 8.000, 6.400 fanno capo agli enti locali e sono in attività. Queste muovono più di 40 miliardi di euro all’anno e danno lavoro a più di mezzo milione di persone. Quasi 50.000 poltrone negli organi di amministrazione e controllo che costano più di 3 miliardi. Per la UIL, ad ogni livello, è ormai indispensabile e improcrastinabile mettere mano alla moltitudine di Enti e Società pubbliche, spesso improduttive e fonte di produzione di deficit, ad iniziare dalle troppe società che non hanno dipendenti, e quindi difficilmente catalogabili come di pubblica utilità. Tuttavia, è oltremodo indispensabile assicurare il mantenimento dell’attuale base occupazionale in generale e, in molte realtà, garantire la salvaguardia della funzione e dell’erogazione di servizi utili ai cittadini. Il numero delle società ed enti partecipati dalle istituzioni locali è cresciuto nel corso degli anni (come il numero di quelle “centrali”). Questa amplificazione quantitativa delle società è stata funzionale ad aggirare l’ostacolo del Patto di Stabilità interno nel gestire servizi più o meno essenziali. “Ragione in più per distinguere
cato di collaudo. Condizione che ha reso il primo cittadino convinto che ci siano le condizioni minime perché la scuola riapra i battenti. Non li riaprirà invece l’elementare di Via Crispi fintanto il tecnico dell’università di Perugia incaricato delle verifiche statiche non si sarà pronunciato, Perché l’università di Perugia? Perché ha già in atto con la Provincia di Campobasso una convenzione; perché il dirigente che alla Provincia ha scelto l’università di Perugia oggi è il dirigente del settore lavori pubblici e urbanistica del Comune di Campobasso; per dare ai genitori in contestazione una soluzione terza rispetto a qualunque altra qualora adottata ricorrendo all’’università del Molise o a uno studio tecnico locale. Finezza. Più che finezza, però, è necessaria una programmazione
con oculatezza le società che gestiscono servizi essenziali da quelle utili solo ad acquisire consenso. – puntualizza con fermezza Tecla Boccardo, leader della UIL molisana - Occorre, dunque, razionalizzarne il numero e le funzioni, anche riportando nella gestione diretta degli enti locali i molti servizi e le funzioni. È poi necessario favorire il dimensionamento delle società che gestiscono i servizi a carattere industriale con l’intento di incoraggiare le economie di scala e di ridurre i costi di gestione e i costi delle tariffe ai cittadini. Si calcola che, mettendo finalmente in atto una serie di misure di razionalizzazione, si potrebbero realizzare risparmi per circa 2 miliardi di euro l’anno. Ovviamente - per Boccardo - resta fondamentale garantire il posto di lavoro ai tanti operatori che lavorano in queste realtà anziché pensare a scorciatoie inutili come la collocazione in mobilità per i lavoratori. In Molise le società, consorzi, enti o fondazioni partecipate dagli enti locali territoriali dovrebbero essere 37. Ma serve una mappatura che consenta di conoscere
al meglio questa realtà complessa: capendo l’attività che effettivamente svolgono, valutando quali di queste devono essere riportate nelle dirette azioni messe in atto dalle pubbliche amministrazioni, conteggiando i dipendenti, verificando la qualità degli amministratori (ne abbiamo conteggiati ben 273, chissà quanti seri professionisti e quanti trombati dalla politica), progettando una diversa, più moderna, celere, efficiente, economicamente reggibile articolazione.” La sfida che la UIL Molise lancia alla politica ed agli amministratori locali: “Alcuni giorni fa il Governo, con l’intento di riorganizzare questo sistema, ha varato i primi provvedimenti volti alla chiusura di alcune realtà, la valorizzazione di altre, l’alleggerimento degli organi di amministrazione, il perseguimento di maggior economicità nell’azione, la salvaguardia di professionalità e, ci auguriamo, dei posti di lavoro. Una volta tanto, in Molise facciamoci trovare pronti, avviamo un confronto vero e definiamo una strategia complessiva. La UIL è pronta a fare la sua parte: per la tutela dei lavoratori interessati, per la promozione dei diritti dei cittadini che fruiscono dei servizi, per un sistema delle partecipate più moderno, meno clientelare, più all’altezza delle reali necessità.” *Segretaria Uil Molise
Assindustria “La Corte d’Appello non si tocca” TERMOLI. “La posizione geografica dei tribunali è un elemento fondamentale per l’accesso dei cittadini alla giustizia, un diritto essenziale, insieme ad altri quali la salute, la sicurezza e l’istruzione”. In relazione alla paventata ipotesi della soppressione della Corte d’Appello di Campobasso, è intervenuto ilVicepresidente di Confindustria Molise Rosario Morelli,secondo il quale “la giustizia rappresenta uno dei più importanti diritti umani e uno dei pilastri su cui è fondata una società civile. Su questo principio democratico – aggiunge Morelli – si è sviluppata, in quasi tutti i paesi del mondo, una rete di uffici giudiziari con l’obiettivo di rendere l’amministrazione della giustizia il più vicino possibile ai cittadini. Ipotizzare oggi la soppressione della Corte d’Appello di Campobasso significherebbe compromettere il nostro diritto, come cittadini, di accedere alla giustizia – con un aggravio di costi e disagi per le parti processuali (difensori, periti, Ctu, testimoni eccetera) – e ci esporrebbe all’automatica soppressione di altri uffici Giudiziari e strutture presenti nella nostra regione Da qui sento di esprimere, a nome di Confindustria Molise, la mia vicinanza al Comitato promotore per la salvaguardia della Corte d’Appello di Campobasso, che ben ha posto in luce le conseguenze”.
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Campobasso
27 gennaioi 2016
Addio alla vecchia carta di Identità Anche Campobasso è tra le città che erogheranno quella elettronica Campobasso. C’é anche Campobasso tra i 153 comuni che da marzo erogheranno la carta di identità elettronica Dopo 18 anni di sperimentazioni e decine di milioni di euro investiti, si comincia a marzo in
153 comuni, fa sapere l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), ed entro il 2018 “sarà completata la diffusione su tutto il territorio nazionale”. Da Agordo a Zoppe’ di Cadore, passando per grandi città e piccoli centri, i
cittadini potranno finalmente dare l’addio al vecchio e scomodo documento di cartoncino che fa tanto ridere doganieri e poliziotti di tutta Europa. I Comuni contrassegnati da asterisco sono stati autorizzati all’emis-
sione della carta d’identità elettronica ai sensi del DM 8 novembre 2007 recante “Regole Tecniche della Carta d’Identità Elettronica”, che all’art. 6 stabilisce che “Il Ministero dell’Interno C.N.S.D. fornisce ai
Comuni che acquisiscono in autonomia postazioni di emissione conformi alle specifiche tecniche pubblicate sul sito il necessario software di sicurezza ed emissione, nonché i relativi aggiornamenti”.
Unioni civili:il vescovo e la diocesi a difesa della Famiglia naturale La corale adesione della Metropolia di Campobasso al Family Day a Roma Campobasso. Il vescovo, S.E. mons. Giancarlo Bregantini, e la diocesi di Campobasso-Bojano, valutata bene ogni cosa, comunica che condivide gli obiettivi del Family Day, che si svolgerà a Roma sabato 30 gennaio 2016, soprattutto di tutelare i diritti dei bambini e di salvaguardare la dignità della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, pur nel rispetto delle scelte soggettive indivi-
duali. Ma sente vero l’appello del Santo Padre papa Francesco, di non confondere i due piani, anche nella stessa terminologia. Perciò, la diocesi aderisce alle tante iniziative messe in atto per la difesa di tali valori, che sulla famiglia poggiano, con scelte vere e fondate. Di conseguenza, la diocesi intende partecipare con una numerosa delegazione di tanti laici, che credono
alla importanza valoriale di esserci, a Roma, per un evento di così alta significazione, per l’intera società italiana. Saranno i singoli parroci a scegliere le modalità di partecipazione, nei mezzi e negli orari, anche con la possibilità di essere esentati dalla celebrazione della messa vespertina di vigilia, se sentiranno feconda la loro presenza a Roma, con i loro fedeli.
C’è una storia romantica e profonda che merita di essere raccontata
Dall’atletica alla missione sulle piste di Madre Teresa Questo è un mondo dove per il bacio di una giovane donna ti danno 1000 euro e 50 centesimi per la sua anima. Il resto poco conta. Tant’è che si può leggere facilmente: “Siamo chiusi per inventario”. Invece c’è anche il modo di soffermarsi su una tenera storia di cuore, una storia che trasuda sentimenti e che mostra anche al lettore più superficiale un aspetto soave, niente affatto ingombrante, che cammina sotto braccio con le pagine del Vangelo e fa venire, per certi aspetti, anche un groppo alla gola. Avere un conto in sospeso con la propria coscienza è terribile. Forse per questo, una nostra concittadina, Annalisa Storto, papà
pensionato del Provveditorato agli Studi e mamma insegnante a riposo, ha deciso di diventare suor Maria Ann Veronica delle Missionarie della carità della Beata Madre Teresa di Calcutta (1910-1977). Annalisa è la terza di un’affiatata famiglia campobassana, è nata dopo i due fratelli gemelli, 40 anni fa. Ed è cresciuta ispirata da sani principi morali e cristiani. Si è formata in parrocchia (Mater Ecclesiae) e in mezzo agli scout, in cattedrale. I suoi studi sono stati sempre scrupolosi e severi, tanto al Liceo Scientifico che a all’università, ove ha riportato il massimo dei voti. Da ragazza socievolissima ha avuto modo di praticare anche lo
sport, ha preferito scegliere i colori della Molise di Tonino Bussone, primeggiando in pista, come testimoniano le sue medaglie conseguite nelle prove multiple e nel cross, dove si è comportata come un leprotto. Per i suoi trascorsi sportivi Annalisa è stata premiata, nel 1994, dalla sua società, come Atleta dell’anno, nella proverbiale cerimonia di fine anno, a coronamento di un invidiabile percorso. Dopo i suoi eccellenti studi prende una strada ben diversa da quella scelta dai suoi coetanei: una scelta radicale ma profondamente meditata l’ha portata fuori dai binari tradizionali, consegnandola nelle mani di una comunità religiosa. Folgorata
Petrella Tifernina festeggia 100 anni di Giuseppe Di Monaco Giovedì 28 gennaio 2016 Giuseppe Di Monaco compie 100 anni. La comunità di Petrella, l’Amministrazione Comunale e prima ancora la moglie, i figli, i nipoti e i pro nipoti di “zio Peppino” celebrano questo traguardo importante, festeggiando il centenario che custodisce ricordi, gioie e dolori della vita, e che è stato ed è ancora fonte di insegnamento dei valori cristiani ed umani. “Zio peppino” come è conosciuto in paese dopo aver festeggiato i 100 anni della mamma, oggi
spegnerà lui le 100 candeline.” E’ un onore per me - afferma il primo cittadino Alessandro
Amoroso - poter celebrare insieme alla comunità, un evento così importante. Non un semplice compleanno, ma 100 anni di memoria storica per il nostro paese“. L’appuntamento è alle 17.00 presso la chiesa di San Giorgio martire per la celebrazione della Santa messa, e poi i festeggiamenti prenderanno vita a partire dalle 18.00 presso la Sala Museale.
dall’inimitabile percorso di Madre Teresa di Calcutta. Maria Teresa, a quanti ancora oggi le chiedono il perchè di quella scelta, risponde con grazia: “La scelta l’ha fatta il Signore, non certo io”, chiudendo ogni possibilità di replica. Dopo il periodo di formazione a Roma e quindi a Londra, Annalisa prese i voti nel maggio del 2004, per raggiungere Mosca, per intraprendere una missione in una Casa per i senzatetto. Per poi passare agli alcolisti. Quindi le è toccato raggiungere l’Estonia ove ha provato una gioia indescrivibile ad occuparsi dei diseredati. Suor Maria Ann Veronica pensa e come ai suoi genitori, ricorda i giorni semplici della sua giovi-
nezza, le amiche, gli amici, la simpatica risata del suo allenatore Tonino Bussone, ha anche qualche piccola nostalgia per la nostra città, a cui è rimasta profondamente legata anche se vi torna molto raramente, ma le preghiere, l’intesa con Gesù e l’adorazione sono sentimenti troppo alti e inspiegabili per essere oggetto di trattazione anche col cronista più ostinato. La suorina campobassana porta con orgoglio il suo abito (sari) bianco a strisce blu, simbolo della sua consacrazione. Il bianco simboleggia la purezza, il blu custodisce il colore di Maria. Tutti e due insieme si collegano al carisma di Madre Teresa, l’emblema mondiale della carità. (ge.ve.)
Campobasso
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Tutto quello che gli altri non dicono
27 gennaio 2016
senza alcun finanziamento pubblico
Facciamo lo screening alla stucchevole situazione che s’è venuta a creare sugli spalti
Il pubblico s’è squagliato, prendiamone atto
Chi chiedeva la partenza dei Capone per riappropriarsi della squadra della sua città si è dovuto ricredere di Gennaro Ventresca Dove sono finiti quelli (tanti, quasi tutti) che ogni due per tre affermavano: “Appena se ne andrà Capone torneremo allo stadio”? Strana e forse unica città, Campobasso. Ama stare alla finestra e delegare, coniando slogan e dando appuntamenti che sa di non poter mantenere. I Capone, dopo aver fatto e disfatto a loro piacimento, ma sborsato anche diversi milioni, con i conti prosciugati e le ossa ammaccate sono scomparsi. Si sono serviti di un espediente da Totòtruffa, chiamando in causa l’ineffabile Giulio Di Palma, molisano di Oratino, trapiantato a Vicenza. Senza una stretta di mano e neppure un grazie, i montelliani, una volta chiusa la partita presso l’elegante studio del notaio Elio Giordano hanno tolto il disturbo. Lasciando il Campobasso ai campobassani. Lo slogan ha funzionato in mezzo al caldo della prima estate, col capo cosparso di cenere i puri e
duri dei nostri calci d’angolo si sono piegati a ricominciare, se il caso lo avesse richiesto, anche dalla Promozione. “L’importante è rilanciarsi, con gente seria e con un progetto adeguato” dicevano al bar e sui giornali che facevano da comoda cassa di risonanza ai più loquaci. Arrivò l’acquisizione del titolo di Eccellenza, pagato più del preventivato, per colpa di un paio di battute frettolose. E fu subito vittoria. Una stagione senza macchie, arricchita dal titolo di “Campioni d’Italia” attinente alla coppa nazionale di categoria. Si fece presto a immaginare il ritorno dei giorni ruggenti. “Se siamo andati in 800 a Firenze, per la finale, è facile prevedere che in D, l’anno prossimo, saremo almeno in 5.000 al Romagnoli” dissero in coro. E gli altri, dico i giovani giornalisti che hanno messo in dubbio solo le mosse di Capone, hanno fatto nuovamente da altoparlante. Sapete benissimo come sono andati i fatti, quattro allenatori in due stagioni, “rose” troppo ricche
e costose per la categoria e per le ambizioni, soldi che si sono squagliati frettolosamente. E veniamo al pubblico. Mi piace parlare dei “Cinquemila” che domenica scorsa, dopo la generosa spalata da parte dei pochi irriducibili, sono scesi incredibilmente a cinquecento. C’era il sole e la nostra formazione era accompagnata dai complimenti di San Benedetto. Ma i tifosi sono rimasti a casa. Dimostrando la loro vera identità. Non è da queste cose che si giudica un giocatore, avrebbe detto Francesco De Gregori. Ma il
pubblico si. Se ne prenda nota, in modo da poter gestire meglio il futuro. Sulla folla da stadio ormai non ci si può contare. Lo dimostrano i “tabellini” degli altri campi di categoria. Se non ci credete prendetevi la pagina che racchiude i nove gironi della D e vi accorgerete che il pubblico staziona intorno alle 700 unità. In linea con Campobasso. Certo, c’è qualche eccezione, ma sono veramente poche, Parma, Taranto, San Benedetto, Cava e poco altro. Il resto, tra cui ci siamo anche noi nel mezzo, è ro-
betta. E’tt un meraviglioso esempio sbagliato rifarsi agli anni lontani. Forse quei tempi non torneranno mai più. E finiamola anche con ingigantire i ricordi. Tolte poche circostanze i nostri spettatori non sono mai stati così numerosi come si racconta. Al vecchio stadio stavamo più stretti e quindi sembravamo di più, ma da quando abbiamo cambiato indirizzo lo spartito è diverso. Il Campobasso è forse guastato dal passato, da quella gloria obesa piena di cellulite che lo tiene fermo a quello che era.
Tentata truffa ad un’anziana La donna riesce a sventare l’azione di un malvivente e chiama la Polizia CAMPOBASSO. Una signora di 78 anni che vive a Campobasso in Via Gramsci è stata avvicinata in strada da una persona distinta, di 45 anni circa, con occhiali da vista, cappellino con visiera, presentatasi come DE ANGELIS Luca, di professione assicuratore nonché amico del figlio. Dopo le formali presentazioni, il sedicente “Sig. De Angelis” rappresentava che il figlio della signora doveva saldare un debito con l’assicurazione, pari a 1.800 euro, e che il mancato pagamento avrebbe esposto il figlio a gravi conseguenze. Per convincere la signora che l’esigenza era reale, l’interlocutore mostrava di essere in contatto telefonico con il figlio e passava la telefonata alla donna per farsi dare assicurazioni direttamente dal figlio.
Auguri
Il 27 gennaio p.v. nostro figlio Vincenzo si affaccia alla matura età. Siamo felicissimi di augurare lui un buon compleanno tramite le vostre sempre attenti redazioni giornalistiche. Al nostro ragazzone sportivissimo auguriamo: “Caro Vincenzo questi 18 anni sono volati...per noi sei la nostra guida...la nostra bandiera....siamo fieri ed orgogliosi di te. Un bacio forte da mamma, papà e Mattia.”.
Nel corso di queste operazioni l’anziana si è insospettita, soprattutto in relazione ad una certa titubanza mostrata dall’interlocutore nel passarle il telefono. Tanto è bastato per indurre la signora a telefonare al 113 ed avvisare, con il suo cellulare, il figlio di quanto stava accadendo. Il truffatore, vistosi scoperto, si è dato a questo punto alla fuga. L’episodio in questione rappresenta una positiva conferma dell’utilità della campagna di sensibilizzazione ed informazione che la Questura di Campobasso, grazie alla disponibilità e sensibilità sul tema da parte degli organi di informazione, sta portando avanti con i primi significativi risultati. Quanto narrato rappresenta una delle modalità con cui
vengono perpetrate le truffe. La fantasia dei soggetti autori di tale reato non ha limiti e non bisogna abbassare la guardia. Non bisogna infatti sottovalutare la gravità di tali reati che, aldilà del danno economico, sono in grado di minare la serenità, l’autonomia e la fiducia in sé stessi in coloro che, in relazione all’età, inevitabilmente diventano più vulnerabili, soprattutto quando vengono abiettamente sfruttati i legami affettivi tra genitori e figli. Non esistono persone anziane esenti da tale rischio e chi è vittima di tali reati non deve farsene una colpa o sentirsi meno idoneo a continuare a vivere nella sua autonomia, sapendo che nelle Forze di Polizia troveranno disponibilità e professionalità.
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
27 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Candidato sindaco, Forza Italia guarda ai giovani In vista delle comunali di Isernia, il punto di Alessandro Patriciello iSernia. “Credo che il miglior modo per contrastare l’antipolitica dilagante di questi ultimi tempi sia ancora…fare politica. Spero, infatti, che le prossime elezioni amministrative diano l’opportunità, ai tanti giovani che sono animati da passione politica, di poter mettere in campo quella grinta, quell’entusiasmo e quell’energia che sono il valore ag-
giunto di ogni proposta elettorale che si rispetti”. Questo l’auspicio di Alessandro Patriciello, coordinatore regionale di Forza Italia Giovani, in vista delle prossime elezioni comunali di Isernia in programma, secondo le ultime indiscrezioni, nel mese di Giugno. “Una sfida elettorale non è solo la semplice conta dei voti – afferma Patriciello - ma molto di più: è
condivisione di idee ed esperienze, scambio di opinioni, confronto diretto con il territorio. È insomma il momento giusto per cambiare passo e passare da spettatori ad attori. Al di là degli stemmi di partito e delle diverse appartenenze politiche, credo sia importante che le elezioni comunali di Isernia sappiano aprirsi al mondo giovanile in maniera com-
pleta e collaborativa. C’è bisogno, insomma, che la politica torni a parlare ai giovani. Se ciò avverrà – conclude il coordina-
tore - sono convinto che la nuova generazione saprà farsi trovare pronta, dimostrando di essere all’altezza della sfida”.
Truffe, stupefacenti e sicurezza sui luoghi di lavoro Una persona arrestata e cinque denunciate durante una operazione dei Carabinieri iSernia. Continuano senza sosta le attività dei Carabinieri in tutta la provincia di Isernia, finalizzate a contrastare fenomeni di criminalità predatoria e illegalità diffusa. Nel corso di quest’ultima operazione una persona è finita in manette e altre cinque sono state denunciate per reati che vanno dalla truffa aggravata allo spaccio di stupefacenti, dalla guida senza patente alle violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. A Venafro, i militari della locale Stazione, hanno arrestato una 33enne del luogo, resasi responsabile di una serie di truffe tra le provincie di Isernia, Caserta e Napoli. Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno accertato tra l’altro che mediante l’utilizzo di documenti contraffatti, sostituendosi al reale beneficiario, incassava presso Uffici Postali dell’Alto Casertano e della provincia di Napoli, assegni relativi a rimborsi dell’INPS di cui era venuta illecitamente in possesso. La 33enne, in virtù di un provvedimento emesso dalla competente Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito è stata sottoposta a detenzione domiciliare. Ad Isernia, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, hanno denunciato un
20enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, mentre un 40enne del posto è stato denunciato per guida senza patente, in quanto, sorpreso alla guida di un’auto nonostante il titolo di guida gli fosse stato revocato da diversi anni. Il veicolo è stato sottoposto a sequestro. A Capracotta, i militari della locale Stazione hanno denunciato un 41enne della provincia di Campobasso, con a carico numerosi precedenti per truffa ed altri reati contro la
persona ed il patrimonio, in quanto riconosciuto responsabile di una truffa aggravata commessa ai danni di un imprenditore agricolo del posto. La vittima, era stata contattata dal 41enne che sotto falso nome si spacciava quale incaricato di una ditta inesistente, chiedendo l’acquisto di prodotti per un ammontare di circa duemila euro, concordando il pagamento attraverso un assegno bancario risultato poi essere stato emesso a vuoto. Le indagini dei Carabinieri hanno per-
Maxi multa al proprietario di 15 equini Gli uomini della Forestale hanno trovato gli animali in pessime condizioni Carpinone – In seguito alla segnalazione pervenuta al Corpo Forestale dello Stato da parte di un cittadino, inerente a un presunto maltrattamento di capi equini detenuti nel comune di Carpinone in località “Aquilonia”, gli agenti hanno effettuato tempestivi controlli per accertare eventuali irregolarità di qualunque tipo. I dieci equini, di proprietà di un 43enne residente in Isernia, sono stati trovati sprovvisti di microchip identificativo e per questo
motivo gli agenti hanno applicato una sanzione pecuniaria molto salata, pari a 1.500€ per ogni capo, per un importo complessivo quindi pari a 15.000€. Gli animali, intanto, sono stati posti sotto sequestro amministrativo cautelativo per ovvi motivi sanitari. Nei prossimi giorni i controlli della Forestale proseguiranno e consentiranno di prevenire e reprimere illeciti ambientali di varia natura.
messo in poche ore di smascherare l’imbroglio ed identificare il “truffatore”, nei confronti del quale è stata redatta una informativa alla Procura della Repubblica di Isernia. Le indagini intanto non possono ritenersi del tutto concluse, infatti i militari stanno accertando se l’uomo sia coinvolto anche in altre vicende analoghe nel territorio della provincia di Isernia e in quelli delle limitrofe province di Caserta, Frosinone, Campobasso, l’Aquila e Chieti. Infine, nel corso di un’attività di monitoraggio predisposta per tutelare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro e contrastare il fenomeno dello sfruttamento di lavoratori in nero, una task force dei reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia e del Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, hanno passato al setaccio alcuni cantieri edili tra Isernia e comuni limitrofi. Due sono state le persone denunciate per inosservanza alle norme previste per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla regolarità occupazionale dei lavoratori. Si tratta di un 50enne originario di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta e di un 45enne di Poggio Sannita, entrambi titolari di imprese edili.
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Termoli
27 gennaio 2016
“Via Udine, tolto lo striscione” Il Comitato civico denuncia la rimozione della scritta che contestava l’assenza del Comune TERMOLI. Riceviamo e pubblichiamo nota stampa a cura del comitato cittadino “Via Udine”. Con un certo dispiacere abbiamo dovuto constatare che qualcuno, nottetempo, ha provveduto a rimuovere lo striscione del Comitato di Via Udine e dintorni “Via Udine PUBBLICA”, da diverso tempo collocato in corrispondenza della biforcazione di Via Udine / Via Udine, sulla recinzione di un parcheggio condominiale. La rimozione dello striscione, di cui nessuno pare saperne nulla, è certamente da condannare, poiché palesemente volta a danneggiare l’azione informativa che il Comitato si è prefissato fin dalla sua costituzione. Tuttavia, l’altra chiave di lettura che il fatto di per sé offre è la constatazione che il Comitato dà ancora “fastidio” a qualcuno, che forse vor-
rebbe cancellarlo del tutto. Forse perché i residenti “devono” dimenticare di percorrere quotidianamente una strada che il Comune non ha mai acquisito al suo patrimonio stradale e che quindi rimane una strada “privata”, anche se di “utilizzo pubblico”, e sulla quale quindi qualsiasi manutenzione pubblica è rigorosamente vietata. Ricordiamoci quindi che, allo stato attuale, per operare interventi su
Via Udine sarebbe necessario consorziarsi e “fare colletta”. Non ci pare giusto. Chiunque abbia acquistato una unità immobiliare in via Udine non è stato mai reso edotto che la strada sarebbe stata sospesa in una specie di limbo amministrativo, né di poter accampare diritti su una pubblica via sulla quale, ricordiamo, è in essere un impianto di pubblica illuminazione, ci passano servizi pubblici (vedi
autobus di città), collega due importanti arterie cittadine (Via Sandro Pertini con Via del Mare) e non vi sono indicazioni di sorta che la facciano percepire come strada “privata”. Il Comitato si sta battendo per porre rimedio a questa stortura, ma le ragioni sulle quali basiamo le rimostranze più volte poste all’attenzione dell’amministrazione non sono state ancora prese nella dovuta considera-
zione. Diciamo che sono state ignorate, così come si ignora il ronzio di una fastidiosa zanzara che può anche pungerci, ma che alla fine sappiamo bene che non ci potrà fare troppo male. Noi continueremo la nostra azione. Se l’amministrazione attuale rimane sorda ai nostri appelli, faremo in modo che ogni singolo residente di via Udine sappia che attualmente viene trattato come cittadino di serie B, per il quale ci sono tasse e tributi da pagare, senza sconti, ma per il quale non esistono diritti e servizi di cui godere. È il popolo che dovrà giudicare sull’attenzione amministrativa di cui sarà stato oggetto. I residenti dovranno ricordarsi dello stato in cui versa la strada che percorrono quotidianamente ed individuare le omissioni delle ormai necessarie azioni di risanamento.
Recuperate due auto rubate Operazione della Polizia stradale sul tratto autostradale molisano TERMOLI. Due autovetture rubate nella serata in due diverse zone della costa dell’Abruzzo recuperate, decine di veicoli e conducenti controllati, migliaia di euro di verbali elevati: è questo in sintesi il bilancio della notte appena trascorsa portato a casa dagli uomini della polstrada teatina impegnati in una complessa ma ormai collaudata operazione in ambito autostradale A14 e diretta a contrastare il pendolarismo criminale da e verso il sud della penisola. Il servizio, disposto dal questore di Chieti, si va a collocare in un’ampia serie di misure preventive poste in campo sul territorio provinciale e finalizzate al contrasto dei più comuni fenomeni criminali richiedenti specifiche strate-
gie; otto le pattuglie messe in campo dalla sezione di Chieti e dai reparti dipendenti di Vasto sud e Ortona, sulle quali ha preso posto inoltre il personale addetto ai servizi investigativi. Il personale in servizio si è inoltre avvalso della collaborazione di una unità cinofila antidroga della polizia di stato di Pescara. Nel corso di detto servizio, che ha consentito di sottoporre a controlli complessivamente una cinquantina di veicoli tra vetture e autocarri, diverse sono state le violazioni contestate agli automobilisti in transito non in regola. Il servizio, che si è svolto tra i caselli di Val di sangro e
Vasto nord, ha consentito di recuperare una Citroen C3 immatricolata nel 2014 rubata poco prima a San Benedetto del Tronto (AP) e una Alfa romeo Mito immatricolata 2011 appena rubata in Val di Sangro in circostanze che sono ancora in corso di accertamento. Come già accaduto per il passato i conducenti accortisi del dispositivo di controllo hanno precipitosamente abbandonato i veicoli sulla sede autostradale e si sono dileguati nelle campagne circostanti e sono attualmente in corso ricerche mirate in contemporanea con gli accertamenti tecnici disposti sui veicoli recuperati con l’ausilio della polizia scientifica.
Progetto giovani, generazioni connesse Tra le scuole prescelte, l’istituto omnicomprensivo di Guglionesi TERMOLI. Sono tante le scuole italiane che hanno aderito al Progetto “Generazioni Connesse” (SIC ITALY II), proposto dalla Commissione Europea nell’ambito del programma The Connecting Europe Facility (CEF) – Safer Internet, attraverso il quale la Commissione dal 1999 promuove strategie finalizzate a rendere Internet un luogo più sicuro per gli utenti più giovani, favorendone un uso positivo e consapevole. Tra le tante, anche l’Istituto Omnicomprensivo di Guglionesi è stato scelto per la realizzazione del progetto. La coordinatrice- referente dell’iniziativa è l’insegnante Maria Laura Marra, maestra di sostegno della scuola primaria. “E’ un progetto ideato dal Miur, con tanti partner, come Telefono Azzurro, la Polizia di Stato, il Ministero dell’Interno, Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Save the Chil-
dren Italia, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Skuola.net, Cooperativa E.D.I. e il Movimento Difesa del Cittadino– spiega la docente Marra- Abbiamo risposto a delle domande sul sito di Generazioni Connesse, abbiamo steso un piano d’azioni, ossia abbiamo elencato quello che la nostra
scuola faceva e di cosa, soprattutto, aveva bisogno”. Dopo questo primo passo, l’istituto guglionesano è stato scelto “ sono stati messi in evidenza gli aspetti che volevamo migliorare, e gli aspetti sui quali ci sentivamo sicuri. Da tutto ciò sono scaturite le ‘azioni da compiere’– prosegue- entro aprile, infatti, verrà realizzata una ‘policy‘, verranno
stese delle regole che accumuneranno tutto l’omnicomprensivo, per quanto riguarda la sicurezza in rete“. Fin da piccoli, i bambini, sono abituati a collegarsi a una varietà di dispositivi connessi a Internet, di cui non possono conoscere i rischi. Sono gli stessi genitori spesso a non comprenderne la portata, non sapendo come intervenire per gestire l’uso delle nuove tecnologie in mano ai propri figli. Eppure tra loro è forte la percezione che i dispositivi digitali nascondano alcune insidie, che dovrebbero essere regolamentate. L’uso di internet e dei dispositivi digitali (smatphone, tablet, giochi) da parte dei bambini al di sotto degli 8 anni a casa e nel contesto familiare, giocano un ruolo chiave nella socializzazione e nella comunicazione. L’uso così assiduo di questi dispositivi, proviene dalla famiglia stessa e quindi dall’imitazione degli adulti.
Prendere in prestito lo smartphone dei genitori, fa immediatamente comprendere come essi vengano in contatto con tecnologie non pensate su misura per loro, e anche l’uso prettamente individuale di questi mezzi, non può che rendere difficile ai genitori un controllo e una condivisione efficaci. La preoccupazione più alta per i genitori sono la violenza e i contenuti sessuali, problemi ai quali applicano erroneamente strategie legate a premi/punizioni, piuttosto che spiegazioni e fruizioni condivise dei contenuti online. Risulta dunque che i genitori rimandano al futuro spiegazioni più dettagliate, preoccupandosi poco del presente. A esser inseriti nella prima parte del progetto sono state le classi quinte della scuola primaria e le classi seconde e terze della secondaria inferiore, con l’aiuto delle insegnanti Laura Calvano, Aurora Saccomandi, Angela Della Porta e Teresa Ludovico.
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Termoli
27 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Zuccherificio, intervenga il Ministero” Anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Facciolla, chiede la riapertura del dialogo che vi sia la collaborazione di tutti affinché si trovino soluzioni che permettano, nel breve periodo, di salvaguardare i lavoratori e il patrimonio fabbrica/quote, attraverso il prolungamento del fitto di ramo d’azienda e la preparazione della prossima campagna bieticolo/saccarifera per la difesa delle quote zucchero. In una prospettiva di più lungo periodo, la collaborazione può consentire la costruzione di un piano che rilanci la filiera e l’azienda al fine di attrarre nuovi investitori e consenta di definire misure a tutela dell’occupazione. L’assessore Facciolla e l’ingegner Pillarella hanno garantito l’impegno a coinvolgere il MIPAAF e le
CAMPOBASSO. Si è tenuta, presso la sede dell’assessorato all’Agricoltura, la discussione del tavolo permanente sulla vertenza Zuccherificio del Molise. All’incontro erano presenti l’Assessore all’Agricoltura Vittorino Facciolla, l’ingegner Massimo Pillarella- Direttore dell’Area II della Regione Molise, le RSU del nuovo Zuccherificio del Molise e le OO.SS. Alla luce della decima asta andata deserta, la RSU e i sindacati hanno manifestato forti preoccupazioni per la prossima scadenza del fitto di ramo d’azienda che è fissata al 31 gennaio 2016 e l’apprensione per la possibile perdita del posto di lavoro. La RSU e le OO.SS. chiedono
parti datoriali al fine di ricercare tutte le soluzioni che possano rilanciare la filiera e l’azienda utilizzando anche i fondi comunitari e nazionali che potrebbero consentire anche la definizione di politiche attive a tutela dei lavoratori. Auspichiamo che nel prossimo incontro che si terrà a breve, vi sia la presenza dell’Amministratore Fabio Marone e dei commissari giudiziali che nel solco della legalità non hanno mai sottovalutato il risvolto sociale che la vertenza Zuccherificio presenta. Solo attraverso il dialogo e l’unità di intenti di tutti possiamo trovare soluzioni concrete che diano risposte alle preoccupazioni manifestate.
Arrestato un 24enne termolese Picchiò e percosse degli uomini in un bar. Fermato dalla Polizia TERMOLI. La Polizia di Stato ha tratto in arresto L.S.A., 24enne di Termoli, resosi responsabile dei reati di percosse e lesioni personali gravi, in esecuzione di ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Larino, su richiesta del P.M. Venturi. Il predetto, infatti, nella notte dello scorso 21 giugno, aveva aggredito il barista ed un cliente di un noto esercizio pubblico aperto h24 situato sul lungomare nord di Termoli. In tale circostanza, intorno alle ore 3.00 di notte, il personale del Commissariato P.S. di Termoli era intervenuto presso il citato esercizio pubblico ove era stata segnalata una persona ferita da arma da taglio. Sul posto si accertò che il giovane, oltre ad aver aggredito il dipendente del bar, aveva colpito immotivatamente un avventore con un pugno, ferendolo, poi, al volto con un bicchiere di birra che, per la violenza con la quale era stato afferrato, si era frantumato. A seguito dell’aggressione, il cliente del bar, oltre ad aver riportato uno sfregio permanente al volto, ha subito un intervento chirurgico e gravi postumi, visibili sul viso ancora oggi, dovuti alla limitazione del movimento del labbro. Le immediate indagini svolte dal Commissariato P.S. di Termoli consentivano di identificare compiutamente
l’autore dell’aggressione e di raccogliere gli elementi necessari per acclarare le sue responsabilità e sostenere l’accusa in giudizio. Il P.M. Venturi inoltrava richiesta di misura cautelare al G.I.P. che, valutati sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, nonché l’attualità e proporzionalità della custodia cautelare in carcere quale unico rimedio per contenere e contrastare un soggetto gravato da numerosi precedenti penali per minaccia grave, rapina impropria in concorso, diversi episodi di spaccio di stupefacenti, anche in danno di minore, guida senza patente, lesioni personali aggravate in concorso mediante l’utilizzo di spranghe di ferro ed una pietra. Per il GIP l’indagato “è persona assolutamente pericolosa, capace di commettere delitti contro la persona, anche di sicura valenza allarmante ed in ogni caso di
varia natura”. Aggiunge: “ciò che colpisce tuttavia è la violenza assolutamente gratuita dimostrata in occasione della presente aggressione, compiuta con una inaudita ferocia in danno di persona che aveva avuto la sola sventura di entrare in quel bar nel momento in cui egli era evidentemente contrariato da qualcosa capitatagli poco prima. Trattasi dunque di delitto gravissimo che avrebbe potuto coinvolgere chiunque.”. L’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale di Larino a disposizione dell’A.G..
Autobus, il sabato si resta in piedi I pendolari si lamentano per la corsa di collegamento tra Guglionesi e Termoli GUGLIONESI. Non c’è nessuna colpa. Il sabato, è risaputo che i ragazzi per svagarsi escono dai loro paesi per raggiungere Termoli, e i minorenni viaggiano in autobus. Tutto questo, però, crea un po’ di “scompiglio” e ritardi per raggiungere la città. E’ proprio di questo, infatti, che i pendolari, chi deve raggiungere la costa per lavoro, è stanco. “Capita spesso di viaggiare in piedi. Siamo stanchi. Nulla contro la società Sati- affermano i pendolari- ma ormai è da un po’ di tempo, che il sabato la
corsa delle 16:10 è piena. E la gente viaggia in piedi. Il sabato è diventato impossibile viaggiare. E se la corsa arriva a Termoli alle 16:35, il sabato arriva alle 17 per “colpa” del pienone“. “Non chiediamo un altro autobus, sempre– proseguono- ma almeno che un’autista sia presente sul posto, come avviene la mattina che fanno i biglietti. Un’autista presente, potrebbe avvertire i colleghi della gente presente, così da prendere provvedimenti e far sopraggiungere un altro autobus. Chiediamo tanto?”
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Opinioni
27 gennaio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
di Claudio De Luca Il Sindaco di Larino ha incontrato il Presidente De Matteis per sopperire alla carenza di personale giudiziario. Già nel 2011 Provincia e Tribunale avevano attivato dei tirocini per soggetti percettori di ammortizzatori sociali od a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. Ma l’attuale fattibilità del progetto “richiede risorse economiche e, quindi, la disponibilità della Regione a corrispondere fondi”. Notarangelo auspica che, da via Roma, il personale voglia prestare attività presso gli Uffici giudiziari per fare fronte all’emergenza. “La prossima settimana – conclude –incontrerò le disciolte Comunità montane invitandoli a lavorare in p.za del Popolo”. L’intrapresa del primo cittadino rimanda alla mente il periodo in cui le circoscrizioni giudiziarie erano 165, di cui 106 con più di 20 magistrati; 40 tra 10 e 19; 21 quelle allocate in città capoluogo e 16 che contavano meno di 10 giudici. L’ANM propose di tagliare, ed ora siamo giunti al punto che – a Larino – operano più Giudici che risorse amministrative mentre il personale della “Distaccata” dismessa è stato abilitato a recarsi non dove serviva ma dove più gli era comodo andare. Ed ora devono essere le Autonomie locali a “rimpinguare” lo Stato. Il tema dei tagli documenta che la politica ha avuto il coraggio di rimodulare solo linearmente la geografia degli Uffici e che non è mai accaduto che un Presidente di Tribunale, prima di esternare ai “mass media” le difficoltà del suo Ufficio, abbia
Tribunale di Larino, sempre in sospeso varato un progetto-pilota di riorganizzazione e di ottimizzazione. Anni addietro pure quello di Bolzano si rivolse alla Stampa, ma solo dopo avere definito le questioni:“Ritengo che il dovere di un dirigente debba essere quello di fornire un servizio efficiente ai propri referenti: cittadini, avvocati e soggetti coinvolti nella macchina delle indagini”. E se ora il Sindaco si rivolgesse alla Regione non solo per i “soldi” ma per tentare qualcosa che vada oltre?
Negli ordinamenti a struttura federale, la materia-Giustizia può essere ripartita tra Stato federale e “Stati” membri (Regioni e Province). Naturalmente il primo ha legislazione esclusiva (giurisdizione e norme processuali, ordinamento civile, penale e giustizia amministrativa) per determinare i livelli essenziali delle prestazioni da garantire al territorio. Tale compito è correlato agli artt. 2 e 3 Cost. e l’art. 120 stabilisce che il Governo può sostituirsi ad organi delle Regioni quando lo richiedano
Il Matese e l’Alto Casertano: Cerniera del Molise di Gaspero Di Lisa In tutti le circostanze il Massiccio del Matese è evocato, appunto, come l’anello mancante alla dorsale appenninica e, quindi, il tratto fondamentale ed indispensabile per ridare completezza e unità ad un sistema che in questo nostro secolo deve catalizzare la massima attenzione degli studiosi, dei programmatori, degli economisti e dei politici per animare dall’interno un processo di crescita che parta dal sud tutto intero (non solo da questa o quella regione) per il superamento della crisi italiana e dell’UE. Il Matese: nei suoi due versanti (campano e molisano) – rappresentanti altrettante bandelle della stessa cerniera – ad un’osservazione territoriale macro-geografica, si caratterizza come il punto di snodo di un’economia frenata, compressa o chiusa nella riserva inaccessibile di un sottosviluppo atavico, di grandi
potenzialità per le sue ricchezze ambientali. Eppure la sofferenza della aree interne, costantemente denunziata dalle rappresentanze politiche, sociali ed amministrative, che pongono seri ed urgenti interrogativi sul futuro delle Province, delle disciolte Comunità montane, dei comuni e dell’intero territorio (mi riferisco più specificamente a quello molisano, costituito per il 98% della superficie da aree collinari), non possono ulteriormente attendere risposte che non arrivano. Le zone interne – quindi - devono trovare la capacità di implementare il loro sviluppo endogeno, guardare le realtà circostanti e stabilire le sinergie possibili e utili ai fini comuni. Nel novembre 2013, il progetto: “L’Appennino che verrà”, nell’ambito degli “Stati Generali delle Comunità dell’ Appennino”, ha sollecitato proprio queste collabora-
zioni. E’ maturo il tempo per “dare corso, - dopo aver sviluppato gli accordi di programma bilaterali tra le realtà interessate, - ad un unico accordo di programma sottoscritto anche dallo Stato”, e avviare quei processi di sviluppo delle risorse del nostro territorio del Molisannio che del sistema rappresenta lo snodo e la cerniera. Come vi è noto, il Molise, piccola regione di montagna (55%) e colline (43%), con le note piccole pianure, serbatoio idrico della Campania, Puglia e Abruzzo meridionale, soffre gli effetti dello spopolamento, che mette a rischio questa funzione vitale di serbatoio per un territorio ben più vasto. Tra i vincoli primeggiano: 88 Siti di interesse comunitario (SIC) 2 Zone di protezione speciale (ZPS), aree ricadenti nel Parco Nazionale, riserve, ecc. Non vanno dimenticati inoltre i vincoli che insistono su un patrimonio ambientale di partico-
la tutela dell’unità giuridica od economica e la protezione dei livelli essenziali da assicurare per i diritti civili e sociali. Nel 2001 questi principi furono integrati cosicché – se l’organizzazione e la gestione della funzione giurisdizionale (intesa come servizio pubblico alla cui attuazione il cittadino concorre in ragione della capacità contributiva, strumentale alla tutela dei diritti civili e sociali) spetta allo Stato, e se è quest’ultimo a determinare i livelli essenziali delle prestazioni, sobbarcandosi il relativo onere finanziario – nulla vieta alle Regioni di richiedere il potenziamento dell’organizzazione giudiziaria, a fronte di una minore efficienza della funzione giurisdizionale, attribuendo al proprio bilancio le spese conseguenti (art. 119 Cost.). Va da sé che ciascuna Regione potrebbe richiedere il potenziamento dei servizi essenziali, evidentemente sopportandone la relativa spesa. Ma tale esigenza dovrebbe essere espressa nello Statuto regionale e collocata tra le norme di principio a carattere programmatico. Perciò, se la Regione Molise volesse comportarsi in conformità, l’esigenza rappresentata dovrebbe essere formalmente esplicitata – con delibera del Consiglio – in una proposta di legge alle Camere (art. 121, c. 2, Cost.), delineata nei termini seguenti:”Aggiungere all’art. 117, c. 2, l), Cost. l’inciso:“… ferma restando la competenza della Regione di richiedere allo Stato il potenziamento di strutture e dotazioni organiche di magistrati e personale ausiliario, al fine di rendere non solo declamata, ma effettiva, la tutela giurisdizionale; e di ottenere tutto ciò quando la Regione stessa si impegni ad assumere il corrispondente onere finanziario“. Chissà che il Sindaco non possa farci un pensierino.
lare pregio ed essenziale per la conservazione degli ecosistemi di interesse mondiali, per cui chiede attenzione per le risorse del suo territorio destinate a questo scopo a favore della generalità dei fruitori, mentre a fronte di questi vincoli, non ci sono corrispettivi di reddito compensativo. I problemi, che scaturiscono proprio da questi vincoli, devono portare tutti noi ad unire gli obiettivi della programmazione, per conferire al MOLISANNIO il ruolo di snodo e la funzione di naturale cerniera dei territori contermini, capaci di “rimediare” alle distrazioni dello Stato, che non ha avuto riguardo alla funzione di interazione dell’ Appennino interno con la restante parte del territorio, in controtendenza rispetto alle direttrici storiche. . dello sviluppo. Basta pensare all’infrastruttura appenninica, autostradale e ferroviaria, che è ferma a Roma, mentre al Mezzogiorno resta assegnata una strutturazione frammentata, antieconomica e incompiuta che la rende inefficiente e
inefficace ad un progetto organico ed integrato di sviluppo, al passo coi tempi. Si rende pertanto necessario che anche dal convegno odierno parta una riflessione, affinché le nostre realtà socio-economichedemografiche-culturali – organicamente comprese nel territorio del MOLISANNIO - entrino in un sistema capace di trovare al proprio interno le risorse per lo sviluppo futuro. L’idea di un Mezzogiorno a sistema - acqua, montagna, coste, università, patrimonio culturale preistorico e storico -, nel rispetto delle singole autonomie, deve tornare vincente per essere la salvezza di tutto il territorio e la riserva di energie, per rappresentare il ponte ideale dell’Europa centrosettentrionale verso i Paesi dell’Africa bianca. Su questa direttrice gli Stati generali delle Comunità dell’Appennino e del Matese avranno l’orizzonte ampio di un mondo che è globale ma anche locale, ovvero, glocale come alcuni studiosi amano definirlo.
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