Petraroia finalmente lascia

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 8 mercOledì 13 geNNAiO 2016 - distribuziONe grAtuitA

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GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Italo Testa L’Oscar del giorno lo assegniamo a Italo Testa. E’ uno dei pochi, a Campobasso, che si sta battendo per la salvaguardia della struttura ospedaliera pubblica. Nel colpevole silenzio della classe politica locale, alle prese con i soliti giochetti e con il vuoto programmatico, il dottore si è posto a capo del Comitato proCardarelli per cercare di svegliare assonnate coscienze e indolenti menti.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

restA AggiOrNAtO, seguici ANche su FAcebOOk

Domenico Di Nunzio

Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334

Il Tapiro del giorno lo diamo a Domenico Di Nunzio. Il consigliere delegato al Turismo che, in pratica, non ha mai parlato. Non sappiamo, ancora, quali passi siano stati fatti nella progettazione e valorizzazione del sistema turistico locale, quali gli intenti per i prossimi anni, cosa si intenda fare per dare un minimo segnale ad un settore che risulta ai margini tra quelli delle regioni italiane. Il silenzio regna sovrano.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

13 gennaio 2016

Manca solo il via libera del ministero delle finanze alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale

2016, anno zero della sanità molisana Finalmente canta la carta e la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, il suo sostanziale ridimensionamento, la sua innaturale commistione con le strutture private della Fondazione Giovanni Paolo II (volgarmente la Cattolica), il minimo sindacale di parti da effettuare in un anno ad Isernia (500) per mantenere il reparto di ostetricia, trovano il crisma dell’ufficialità. Tutto nero su bianco. I contenuti del Programma Operativo Straordinario 2015/2018, che contiene queste ed altre misure, cominciano a trapelare e per quanto il documento debba ancora essere discusso in consiglio regionale pare proprio che non possa essere suscettibile di eventuali modifiche. Troppo vincolanti i parametri ed i paletti messi dal ministero della salute (che ha già dato il via libera), dal ministero delle finanze (che ancora deve esprimersi), dalle leggi dello Stato e dalla situazione contingente molisana. Se ne facciano, quindi, una ragione il Comitato Pro-cardarelli e tutte le realtà analoghe sparse sul territorio molisano che a lungo hanno sperato, se non in una concertazione delle misure da prendere, quantomeno in dinamiche di maggiore trasparenza e partecipazione. Tutte assolutamente mai registrate. L’ospedale Cardarelli, che non sarà più un DEA di secondo livello ma

viene declassato al primo, sarà il centro si un sistema a raggio che lo vede collegato al Veneziale di Isernia per la zona pentra ed al San Timoteo di Termoli per il Basso Molise. I posti letto passeranno dagli attuali 1.269 a 985, portando la disponibilità di posti letto per ogni 1.000 abitanti da 4,03 a 3,13, rispetto ad uno standard nazionale di 3,7. Da poco più che in media, quindi, a decisamente sotto. Un posto all’ospedale è un lusso che troppo a lungo ci siamo concessi,

evidentemente. I reparti di Cardiologia ed Oncologia saranno trasferiti presso la Fondazione Giovanni Paolo II. I blocchi che attualemente ospitano questi reparti presso la struttura di contrada tappino saranno letteralmente dismessi; assisteremo, cioè, all’abbandono totale delle strutture e a decenni di fatiscenza a venire, mentre l’Asrem verserà un non precisato affitto per i locali attualmente inutilizzati dalla Fondazione (quindi immaginiamo bisognosi anche loro di una messa

a regime) dove trasferire i due reparti in questione. Se il ministero delle finanza darà parere positivo a tale operazione, apparentemente suicida, dovremo solo arrenderci. La verità spesso si muove per sentieri imperscrutabili. Al Veneziale di Isernia i posti letto entro il 2017 aumenteranno da 139 a 176, resterà il Pronto Soccorso e l’ospedale diventerà praticamente un satellite del Cardarelli; confermato l’obbligo di “produrre” almeno 500 parti in un anno per poter ancora nascere ad

Isernia. In caso contrario si chiude la baracca. La responsabilità di questa decisione viene elegantemente scaricata sul ministro Lorenzin all’interno del documento. Posti letto in aumento anche al San Timoteo di Termoli, da 190 a 201. Sia ad Isernia che a Termoli i reparti resteranno praticamente gli stessi solo che dipenderanno formalmente dal Cardarelli, a quanto è dato di capire. L’Ospedale di Agnone manterrà 20 degli attuali 54 posti letto avrà un servizio di Emergenza-Urgenza con personale medico dirottato dal Veneziale di Isernia in regime di turnazione (e anche qui se ne vedranno delle belle, specie in inverno) ed il reparto di Medicina Generale per il ricovero dei pazienti acuti. “Il Vietri e il Santissimo Rosario, gli ospedali di Larino e Venafro, saranno trasformati in residenze per anziani e malati cronici, o “case della salute”. Cambia la denominazione ma la sostanza è la stessa: gli ospedali smetteranno di esistere in quanto tali per diventare poliambulatori. Niente posti letto per ricoveri, solo riabilitazione, day hospital e osservazione ‘mordi e fuggi’.” Così si legge nel documento. Questo è quanto, in estrema sintesi. Il resto lo dirà il tempo ed il giudizio dei cittadini molisani che sulla loro pelle sentiranno gli effetti di tali decisioni.

L’intervento

di Giovanni Amicone e Emilio Conti La speranza che l’incontro del ministro Poletti con i giovani imprenditori dell’Alto Molise ha in qualche modo generato in tutti i presenti al teatro Italo Argentino di Agnone, non può e non deve essere utilizzata per nascondere lo stato drammatico in cui versa l’Alto Molise e le aree interne in generale. Dai vari interventi, al di là della legittima soddisfazione e del sincero apprezzamento espresso per le iniziative imprenditoriali presentate (tra l’altro, condivise dalla platea) non sembrano essere emersi impegni concreti tali da far sperare in cambiamenti, se pur minimi, in tempo utile. È evidente che ancora non tutti, ad eccezione della Chiesa, si rendono conto che le zone interne , oltre a scontare il deficit di servizi di cui si discute da anni, ormai sono coinvolte in un lento e diffuso impoverimento generale. Impoverimento principalmente imputabile a due macro-fattori: elevato costo del vivere quotidiano (ancor più insostenibile se rapportato al reddito pro-capite) e tassazione locale (che, in alcuni casi, è palesemente fuori da ogni logica di giustizia e di buon senso). Per quanto al primo punto, basta fare una semplice verifica dei maggiori oneri per riscaldamento, trasporto, comunicazioni

Nemmeno il ministro Poletti ha svegliato la classe politica molisana

(vecchi e nuovi media) e gli altri servizi, che i residenti di queste zone affrontano quotidianamente rispetto a quelli di contesti meno sfortunati. In aggiunta a tutto ciò, si consideri la fiscalità locale che, in alcuni casi, come quella sugli immobili, diventa paradosso. Infatti, in presenza di valori commerciali dei fabbricati che continuamente diminuiscono, tendendo spesso allo zero (assenza di domanda), le aliquote, già alte, vengono applicate su valori catastali virtuali (fuori mercato), soprattutto per i fabbricati destinati ad attività produttive o a secondo case che, tra l’altro, dovrebbero essere elementi

decisivi per quello sviluppo – anche turistico sul quale, a parole, tutti sembrano concordare. Vivere nelle aree disagiate, dal un punto di vista strettamente economico, ormai, è un lusso, per cui continuare a parlare di sviluppo turistico è temerario. Non sono più rinviabili interventi a breve tempo che, in qualche modo, tamponino detto impoverimento. La richiesta fatta dal Sindaco di Trivento, in occasione della riunione congiunta delle Giunte Regionali abruzzese e molisana, circa una “fiscalità di vantaggio” (che, in realtà, sarebbe semplicemente “di riequilibrio”) è la condi-

zione minima per tenere ancora in vita almeno la speranza che le cose possano cambiare. La piena utilizzazione da parte di questi territori delle opportunità della programmazione 2014-2020 ha bisogno del supporto di idee innovative, in linea con il progetto nazionale per le piccole imprese sintetizzato dal ministro Poletti ad Agnone come “Gli evangelizzatori del web”. Qualcosa che, tra l’altro, aiuti a fugare il dubbio (che da sempre, a torto o a ragione, ha accompagnato gli abitanti di questi territori) che le legislazioni di vantaggio siano calibrate sulle esigenze di specifiche aree geografiche e quindi poco accessibili all’intera platea regionale. Non c’è tempo per aspettare i possibili frutti delle nuove programmazioni reclamizzate da più parti. Se chi di dovere continua a non trovare soluzioni capaci di incidere rapidamente ed efficacemente sullo status quo, alle popolazioni non resta altro che organizzarsi e mettere in essere iniziative autonome, anche clamorose, per portare la problematica delle aree interne all’attenzione delle Autorità Centrali.


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3 13 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Per uscire dagli equivoci di un governo regionale in chiara difficoltà e dalla crisi economica

Le dimissioni di Petraroia non bastano, occorrono quelle dell’intera giunta

Prima di indicare agli altri cosa si deve fare, è giusto che ciascuno parta da sé stesso”: affermazione del consigliere regionale Michele Petraroia nel giorno in cui ha deciso, coerentemente con l’affermazione, di dimettersi dalla carica di assessore alle Politiche del Lavoro. Le dimissioni sono un istituto poco frequentato e chi le formalizza merita rispetto e considerazione. Petraroia, che questo giornale ha seguito nella sua opera amministrativa rilevandone i meriti (pochi) e le insufficienze (tante), dimettendosi, ha dato una dimostrazione di responsabilità. Riteniamo abbia ritenuto necessaria una riflessione, una considerazione, una valutazione e un’analisi dei due anni e mezzo di governo, in coincidenza con l’assemblea regionale del Pd in cui è parso chiaro lo stato confusionale del partito, il malessere che lo attraversa, il distacco tra l’ala renziana capeggiata da Fanelli e da Frattura e quella parlamentare di Leva e Ruta che si porta dietro il peso e il danno di aver scelto e sostenuto l’ascesa di Frattura al governo regionale e la nomina della Fanelli alla guida del partito. Errare è umano; importante è mettere riparo. Raddrizzare l’asse inclinato del centrosinistra molisano in cui il Pd dalle tante anime e dalle tante “bocche” svolge funzioni egemoni, ha del velleitarismo. Lo stesso con cui ha creduto di poter amministrare il Molise in totale

antitesi al modo in cui è stato amministrato dal centrodestra di Michele Iorio. Sarebbe stata sufficiente una saggia, meditata e ragionata correzione. Ma tant’è. Mancanza di umiltà, molta improvvisazione, un alto tasso di presunzione e l’ingordigia del potere hanno varato invece una giunta regionale impropria a reggere il carico delle responsabilità e dei problemi di governo di una Regione a sua volta gravata dal deficit sanitario, dalla crisi del si-

stema produttivo (con la eccezione del settore agricolo), zavorrata dal tasso di disoccupazione giovanile, ancorché ostile alla pubblica opinione, aggressiva politicamente e inconcludente amministrativamente. Il progetto dello scalzamento del centrodestra s’è realizzato (con una buona dose di promesse ingannevoli all’elettorato) solo sul piano politico, ovvero della conquista del potere, ma è totalmente fallito sul piano della programmazione,

petenze per costruire una società laica, plurale, solidale, libera e democratica”), in richiami costituzionali (“… la partecipazione dei cittadini alla vita istituzionale attraverso i partiti politici che si strutturano a livello nazionale e articolazioni territoriali con manifesti programmatici, organismi statutari, regole interne e piani di attività”), e in esaltazioni partitiche (“… dopo la crisi della prima Repubblica ed i limiti dell’ultimo ventennio, il Partito democratico si è posto l’obiettivo di vincere la sfida dello sviluppo e del lavoro in un’economia globalizzata mantenendo inalterati i diritti sociali ed il sistema delle libertà democratiche conquistate nel nostro paese senza cedere né all’antipolitica e né a scorciatoie reazionarie”), sperando che il suo gesto non venga percepito strumentalmente misero, bensì oggettivamente significativo. Dipenderà da come evolveranno le cose. Ma tutto lascia propendere per una sorta di sceneggiata napoletana. Dardo

Idv: “Frattura ha fallito, vada via”

“Noi di Italia dei valori riteniamo che il governo regionale di Frattura stia condannando il Molise ad una lunga agonia politica e istituzionale. Nelle ultime ore ha rimesso il mandato il vicepresidente della Regione di fatto per motivi politici, continuano le polemiche sui consulenti, la sanità è allo sfascio, nessuna legge sul turismo. Cos’altro deve accadere

TERMOLI. Si innesca il dibattito a Termoli sul reddito di cittadinanza. Nato per aiutare i soggetti più bisognosi, potrebbe sortire sulla società una sorta di boomerang che taglierà fuori dai requisiti (e quindi dalla possibilità di ottenere l’aiuto da parte delle istituzioni) una larga fetta della popolazione. Ne è convinto Daniele Capuano, segretario regionale Filcam Cgil, che è intervenuto proprio sulla questione. Secondo il sindacalista, i requisiti per accedere all’aiuto sarebbero “allucinanti. Se si va a leggere la norma – ha affermato – negli ultimi sei mesi un nucleo familiare non deve aver percepito neanche un euro nessuno tipo di sussidio statale, nessun aiuto da parte dei Comuni di residenza non bisogna avere la proprietà di un auto veicolo anche se vecchio. Se pensiamo ai giovani che hanno avuto la

della gestione e dell’amministrazione del territorio. A guaio fatto, l’onorevole Danilo Leva non ha esitato a dichiarare il presidente Frattura inadeguato. Il che non lo consola, e non consola i molisani. Per essere consequenziali bisognerebbe che ne determinasse l’uscita di scena. Diversamente è sterile polemica interna al Pd e niente più. Il centrosinistra, diciamolo, è rappreso in questo dualismo e per il Molise sarà un’impresa titanica risalire la china del baratro in cui è finito. In tanta confusione, le dimissioni di Petraroia costituiscono un barlume di ragionevolezza, un’ammissione di “colpevolezza” e un proposta di riesame delle cause e degli effetti di due anni e mezzo di governo in cui nessun indice statistico col segno più gli è andato in soccorso. Nel dare le dimissioni, com’è nella sua complessa natura di uomo, di sindacalista e di politico, ha voluto manifestarsi in voli pindarici (“…sconfiggere il qualunquismo e mobilitare energie, idee e com-

per vedere finalmente le dimissioni di Frattura?”. A dirlo è Ivan Perriera, dirigente nazionale di Idv, secondo il quale “c’è davvero poco da vantarsi, come ha fatto Frattura, per aver apportato un taglietto agli stipendi dei consulenti della Regione. Un provvedimento assolutamente insufficiente e par-

ziale: la verità è che i cittadini molisani sono profondamente insoddisfatti dell’azione del governo regionale. Mancanza di lavoro, isolamento politico e totale assenza di una strategia per lo sviluppo del territorio molisano stanno mortificando le speranze di rinascita del Molise. Frattura vada subito a casa”.

“Reddito di cittadinanza, una bufala” Perplessità espresse da Capuano, Filcams Cgil possibilità di lavorare anche solo qualche mese, quel piccolo reddito che hanno avuto comporta il non accesso al reddito di cittadinanza”. Sotto la lente del segretario della Filcams va a finire anche la situazione delle oltre 10mila persone che hanno perso il posto di lavoro in Molise negli ultimi anni. Per Capuano anche loro sarebbero tagliate ‘fuori dai giochi’ perché “tra cassa integrazione, mobilità, disoccupazione e anche la

social card hanno perso il diritto di accedere al reddito di cittadinanza”. La ‘bacchettata sulle mani’ va quindi alla politica che, in questi mesi, si è spesa solo in una “battaglia tra i partiti a chi si prende l’onere e l’onore di aver fatto questo reddito che ha portato soltanto pubblicità e fumo negli occhi alle persone che, invece, hanno bisogno di risposte certe dalla politica che, però, non stanno arrivando”.


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4 13 gennaio 2016

Patto per la Sicurezza: aggiudicato col ribasso del 12,394 % sull’importo a base di gara di 1.847.713,85 euro

Sarà la Siemens di Milano a realizzare il programma di videosorveglianza del territorio molisano L’occhio elettronico è in grado di rilevare e segnalare alle centrali di controllo uomini e cose sospetti L’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori del“Patto per la Sicurezza”, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, se l’è aggiudicato la Siemens Spa con sede in Milano, impresa capogruppo di un’associazione temporanea d’imprese (Ati), in Viale Piero e Alberto Pirelli n.10, per un importo contrattuale netto di 1.618.708,20 euro, corrispondente al ribasso offerto del 12,394 % sull’importo a base di gara ( 1.847.713,85 euro). Procede quindi, ed è una delle poche decisioni del governo regionale che stia procedendo, la messa in sicurezza di gran parte del territorio molisano. Un implicito successo del consigliere regionale (già poliziotto) Cristiano Di Pietro che questo progetto e il proposito di assicurare ai molisani una maggiore tranquillità del vivere, lo ha

Lettera aperta di Antonio D’Alessandro* “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Eccellentissimo Presidente questo recita l’articolo 36 della Nostra Costituzione di cui lei è Garante. Non riusciamo a spiegarci come Poste Italiane S.p.A., una Società quotata in borsa ma ancora con azionista di riferimento il Ministero del Tesoro, quindi lo stesso Stato, possa permettere che ci siano lavoratori in regime di part time per periodi di oltre sei anni, con uno stipendio medio mensile inferiore a 700,00 euro al mese. Come possono assicurare l’esistenza libera e dignitosa per se e la loro famiglia, in linea con quanto previsto dalla stessa costituzione? Dopo tanti anni, tantissimi giovani, ora non più giovani, aspettano la trasformazione dei propri contratti. Da tempo abbiamo sottoposto all’azienda il delicato problema e chiesto la trasformazione del rapporto di lavoro da part time a full time. La preoccupazione è suffragata dal fatto che con la privatizza-

sostenuto e perseguito con particolare attenzione e interesse. A capo di un anno dall’assegnazione dell’appalto, la Siemens Spa avrà dovuto fornire e posto in

opera un sistema di videosorveglianza. L’occhio elettronico, stando alla valutazione dei sottoscrittori del Patto per la Sicurezza, sarà in grado di rilevare e

segnalare alle centrali di controllo uomini e cose sospetti. Diciamolo, quell’occhio elettronico avrà nel mirino tutti coloro che gli capiteranno a tiro: buoni e cat-

tivi, e una parte della nostra privatezza e riservatezza andrà perduta, anzi assegnata alla superiore necessità (collettiva) di avere un maggior riparo dai malintenzionati, dalla micro e dalla macro criminalità. Quell’occhio è soprattutto un aiuto concreto all’azione di prevenzione e controllo da parte delle Forze dell’Ordine. Il Patto per la sicurezza è stato sottoscritto dalla Regione, dalle Prefetture e dai maggiori comuni del Molise. I circa due milioni di euro investiti si spera servano davvero allo scopo per cui sono stati destinati, e che le Forze dell’Ordine ne traggano davvero vantaggio nello svolgere il proprio lavoro. Sulla carta tutto viene dato per certo e per scontato. Da vedere (e da seguire) gli esiti sul campo. Dardo

Poste, 100 addetti abbandonati al precariato più assoluto zione e quotazione in Borsa l’azienda pensi solo ai profitti, risparmiando sulla forza lavoro e abbandonando al precariato quasi 100 famiglie solo in Molise. Addirittura incentivando economicamente il personale in possesso dei requisiti per andare in quiescenza, a lasciare il servizio, riducendo così il numero degli addetti con conseguenze per l’occupazione. Inoltre, nel corrente anno incombono esuberi di personale del settore postale e, dopo la decisione del Governo e dell’Azienda di garantire il recapito dei prodotti postali solamente a giorni alterni già a partire dal corrente anno, vi saranno inevitabilmente tanti lavoratori da ricollocare. La questione, sottoposta ai vertici di Poste italiane, che ha avuto risposte fattive. Non sfugge all’opinione pubblica che, soprattutto nei primi giorni del mese, l’attesa allo sportello è notevole e che anche il settore del recapito il servizio, per la carenza di risorse, è in sofferenza. Abbiamo più volte sostenuto che i lavoratori chiedono certezze, tempi e modalità di trasformazione. Invece, l’ultima decisione aziendale di di-

cembre, è che in Molise non sarà trasformato nessun contratto. Nemmeno una goccia, quindi, nel mare del disagio sociale molisano. Altro problema è quello dei troppi dipendenti che aspettano trasferimenti da decenni, per il disagio che patiscono le famiglie a causa della distanza tra posto di lavoro e luogo di residenza, in un completo clima di disinteresse da parte aziendale per le sacrosante necessità e per il benessere dei lavoratori che continuano a fare il proprio dovere senza indugio, conti-

nuando quotidianamente a creare ricchezza per l’Azienda nell’illusione di un trasferimento che non arriva. Eccellentissimo Presidente, chiediamo un suo autorevole intervento per questi giovani volenterosi, preparati, che hanno studiato e posseggono talento e capacità tali da permettergli di contribuire validamente alla crescita del nostro Paese, mentre in realtà sopportano difficoltà e disagio con il rischio di veder vanificato il proprio impegno e le proprie aspettative in ambito fa-

miliare, lavorativo e sociale, senza riuscire a programmare il proprio futuro con la serenità necessaria. La preghiamo di sollecitare i vertici di Poste Italiane, per il tramite dell’Azionista di maggioranza, su questioni di fondamentale importanza per il benessere di migliaia di famiglie e per la stessa dignità di cittadini Italiani. *Segretario Interregionale SLP-CISL Abruzzo - Molise


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5 13 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ci risiamo: nessuna novità dalla Regione sul fronte dei collegamenti ferroviari con Napoli e Roma

L’unica certezza sono e rimangono i problemi dei viaggiatori molisani alle prese con Trenitalia

Le soluzioni per un cambio di gestione con la predisposizione di un nuovo bando pubblico o per il rinnovo della convenzione in atto, ma su basi di chiarezza e di concretezza, si sono inabissate Il rapporto tra la Regione Molise e le Ferrovie è un continuo saliscendi di propositi, d’ipotesi, di ragguagli e di aggiustamenti, allo scopo di temperare le gravi difficoltà di gestione del collegamento con Roma e Napoli. Al momento solo chiacchiere, rese maggiormente intollerabili alla luce dei guai patiti dai viaggiatori e dai guasti ai mezzi di locomozione: vecchi e malandati, resi possibili da una convenzione, peraltro, scaduta, i cui termini sono chiaramente inadeguati a garantire la qualità del servizio e le eventuali penalizzazioni a carico della parte inadempiente. Le Ferrovie sono largamente inadempienti e con le spalle al muro dagli episodi di cronaca in cui il viaggio da e verso e Roma e Napoli s’è tradotto e continua a tradursi in un calvario. Inadempiente, purtroppo, anche la Regione Molise nel pagamento dei canoni. La qualcosa ha reso le parti reciprocamente tolleranti, a solo danno e patimento dell’utenza. Il 2015 è passato, siamo nel 2016 ma non ci sono spiragli di luce che facciano intravedere un cambiamento che eviti alla Regione e alle Ferrovie di ripetersi nella loro conclamata insufficienza. Nel periodo in cui l’Area Quarta della Regione è stata retta dall’ingegnere Rodolfo Cocozza sono state impostate le soluzioni per un cambio di gestione con la predisposizione di un nuovo bando pubblico e, con-

temporaneamente, per un eventuale rinnovo della convenzione in atto, ma su basi di chiarezza e di concretezza. Il tecnico che ha preferito lasciare l’incarico una volta resosi conto della sua inconciliabilità professionale con le paturnie politico/amministrative dell’assessorato ai Trasporti, aveva puntualmente e inappannabilmente predisposto i bandi. Siamo quindi punto e a capo. Ma in assenza di un’idea definita e definitiva. Prepariamoci pertanto ad avere un collegamento ferroviario di bassa qualità ed efficienza. Senza peraltro che nessuna delle parti in causa debba rendere conto della situazione. Di una cosa dovrebbero invece rendere conto all’utenza, ossia, che

di Vincenzo Musacchio Partiamo da un assioma democratico nel vero senso della parola: le riforme costituzionali di grande interesse si possono fare solo se sono largamente condivise. Molte Costituzioni europee ed extraeuropee sono rimaste praticamente le stesse da secoli e nessuno si è mai sognato di cambiarle a colpi di maggioranze esigue e striminzite. Probabilmente la modifica della Costituzione (e anche della legge elettorale) più necessaria sarebbe quella di prevedere una maggioranza di almeno 2/3 dei parlamentari per le eventuali nuove riforme. Oggi non resta che mobilitare le persone in vista del futuro referendum, che il presidente del Consiglio promuove come fosse una sua iniziativa. Renzi sottoporrà la riforma al popolo perché la approvi, in caso contrario, si dimetterà. La personalizzazione di un refe-

finisca il calvario dei collegamenti precari, dei disagi inqualificabili, dei trasbordi dal treno al pullman e delle altre peripezie patite e, purtroppo, patibili dai viaggiatori molisani, se non si farà ricorso quantomeno ad un aggiornamento del regolamento di gestione del servizio. In proposito, lo abbiamo già scritto, ci sono Regioni che sanno difendere i propri interessi e Regioni, al contrario, incapaci di farlo. In quest’ultima categoria svetta il Molise che, ad esempio, a differenza della Toscana, non è capace di farsi valere nei confronti di Trenitalia colpevole, a maglie larghe, di una lunga serie di intoppi e di disagi procurati ai viaggiatori molisani diretti a Napoli e a

Roma. La cronaca regionale è zeppa di corrispondenze in cui si segnalano accidenti di varia natura (carrozze sporche, porte che non funzionano, guasti alle motrici, ritardi mai giustificati, soppressione di corse, e chi più ne ha più ne metta) a dimostrazione della assoluta incapacità della Regione Molise a mettere in chiaro le cose e, soprattutto, a chiedere e ad ottenere il pagamento delle penali contrattuali che pure ci sono, ma mai poste in essere. La Regione Toscana – riferiscono le cronache nazionali – per gli stessi accidenti capitati ai viaggiatori molisani ha imposto a Trenitalia di pagare una penale di centinaia di migliaia di euro. La differenza di comportamento è talmente evi-

dente che esime il cronista dal commentarla. Ciò vuol dire che la Regione Toscana, a differenza del Molise, ha messo in atto tutti i controlli previsti dal contratto di servizio con Trenitalia per vedere sanzionate le violazioni agli standard di qualità del viaggio. A tale scopo non ha infatti lesinato uomini e risorse. Le cronache riferiscono che centinaia gli ispettori inviati sui treni dalla Regione e che i controlli effettuati alla fine hanno sommato una cifra astronomica: circa quindicimila controlli l’anno. Cosa abbia fatto, e in che misura, la Regione Molise a tal proposito, non siamo in grado di quantificarlo in quanto la Regione Molise si guarda bene dal mettere in luce i propri doveri e le proprie responsabilità. Non abbiamo mai saputo di un incaricato del controllo da parte della Regione Molise né è mai stato visto su una carrozza ferroviaria. L’unica certezza sono e rimangono i problemi e le insoddisfazioni dei viaggiatori molisani alle prese con Trenitalia sulle tratte ferroviarie per Napoli e Roma, problemi e insoddisfazioni puntualmente e reiteratamente riportati dai giornali e dai microfoni delle radio e delle televisioni locali. Ribadiamo: “Est modus in rebus”. Ci sono Regioni che sanno difendere i propri interessi e Regioni, al contrario, incapaci di farlo. Purtroppo. Dardo

Perchè no alla riforma costituzionale rendum costituzionale è una mistificazione giuridica e reale. Non è questo il senso istituzionale di un referendum costituzionale. L’istituto referendario in questi casi è stato concepito per rafforzare la rigidità della Costituzione impedendo alla maggioranza di cambiarla da sola senza il contributo di tutti. O la riforma è approvata da entrambe le Camere con la maggioranza dei due terzi - vale a dire con il concorso delle minoranze - oppure la legge, pubblicata per conoscenza, è sottoposta a referendum qualora entro tre mesi “ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali”. Se nessuno chiede il referendum, trascorsi tre mesi la legge costituzionale viene promulgata, pubblicata ed entra in vigore. Interessato a

chiedere il referendum dovrebbe essere chi è contrario ai contenuti della riforma, allo scopo di impedirne l’entrata in vigore. L’art. 138 se letto con attenzione non si presta a equivoci di sorta. Il referendum, a mio giudizio, è un obbligo nel caso in cui la riforma non ha coinvolto le minoranze, per consentire a chi non è d’accordo di addurre le proprie ragioni ed eventualmente farle prevalere con l’ausilio del popolo sovrano. Non dobbiamo neanche dimenticarci che la Costituzione sta per essere cambiata da parlamentari eletti con un sistema elettorale (Porcellum) dichiarato palesemente incostituzionale dalla Consulta. La nuova legge elettorale che entrerà in vigore nel 2016 e che presenta non pochi elementi di incostituzionalità rappresenta un percorso che

porta di fatto all’elezione diretta del premier. Quando si arriva al ballottaggio (per il quale non c’è quorum, e dunque le due liste più votate partecipano a prescindere dal seguito elettorale che hanno avuto), l’elettorato deve necessariamente schierarsi a favore di uno dei contendenti e chi vince si prende tutto. È una forma d’investitura popolare per chi guida il governo; un discorso non nuovo che precede Renzi di molti anni: le elezioni come strumento non tanto per eleggere il Parlamento, ma per scegliere e investire un governo e il suo Capo. Tutto questo si farà senza che a una simile trasformazione si accompagnino i contrappesi indispensabili in una democrazia costituzionale. Io voterò NO perché sono italiano e amo l’Italia.


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Campobasso

13 gennaioi 2016

“Servizio taxi, che succede?” Il gruppo di Democrazia Popolare al Comune di Campobasso chiede lumi a Battista CAMPOBASSO. “Come più volte abbiamo avuto modo di ribadire, la necessità di una pianificazione globale della mobilità cittadina scaturisce dall’esigenza di avere una programmazione degli interventi inerenti l’assetto infrastrutturale della città di Campobasso, sicuramente più coordinata, completa e attenta ai tanti fabbisogni della città. Tra i vari ambiti di intervento che compongono il complesso assetto della mobilità cittadina, non può essere trascurato quello inerente il servizio Taxi comunale, che per il suo interfaccia con altri settori fondamentali per lo sviluppo della città (si pensi a quello turistico/ricettivo) assume particolare rilevanza sul governo della domanda di trasporto e sull’informazione al-

l’utenza, oltre che per una logistica sicuramente migliore in materia di viabilità e servizi al cittadino“. Così, i consiglieri comunali di Campobasso, Pilone e Cancellario. “In virtù di queste brevi conside-

razioni, tenuto conto che esiste un Regolamento Comunale in merito all’affidamento e alla gestione del Servizio Taxi della città di Campobasso e in relazione ad alcune notizie apparse qualche giorno fa su alcuni organi di informazione

locale, con la presente si comunica che i sottoscritti Consiglieri comunali, Francesco PILONE e Marialaura CANCELLARIO, in data odierna hanno presentato un’interrogazione urgente al Sindaco di Campobasso, per essere messi al corrente in merito alle seguenti questioni: Come è attualmente gestito il Servizio; Quante licenze ad oggi sono state concesse per la gestione del Servizio; Quanti operatori gestiscono il Servizio; Se il sito www.taxicampobasso.it è gestito dal Comune, se è autorizzato dal Comune e se risponde a quanto previsto dalle norme regolamentari sia

locali che nazionali; Se è consentito apporre il numero di cellulare o il numero privato dell’operatore sull’autovettura di servizio; Se è consentito che le tariffe siano stabilite a priori o se il costo del servizio sia stabilito dalla funzionalità del tassametro secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dal sindacato di riferimento; Se l’Amministrazione Comunale opera un controllo sul servizio in oggetto; Se è intenzione dell’Amministrazione aprire i termini di rinnovo delle licenze visti i tempi ormai remoti ai quali risalgono le ultime procedure in materia; quali sono gli intendimenti della Giunta a riguardo“.

“Questa terra deve vivere” Il 19 gennaio concerto del gruppo musicale “Il tratturo“ CAMPOBASSO. Al riguardo, il Comitato Unitario ringrazia i musicisti del «Tratturo» sia per la loro adesione al Comitato stesso che per la manifestata disponibilità a tenere un concerto gratuito in difesa delle istituzioni molisane e, più in generale, in difesa della nostra terra. Analogo ringraziamento va alla Regione Molise, all’Amministrazione Provinciale di Campobasso ed alla Fondazione Molise Cultura, che hanno concesso l’utilizzo del Teatro Savoia, in cui la band si esibirà. Il Comitato Unitario si identifica nella musica del «Tratturo», che è un vessillo della nostra terra, un gruppo attivo ormai da quaranta anni, che ha saputo salvaguardare e valorizzare le tradizioni musicali di questo territorio e di quello sannita più in generale, unendole con sapiente spirito creativo agli stili sonori contemporanei. Negli anni, ha svolto un ruolo di rilievo nel panorama internazionale, esibendosi in molti Paesi d’Europa e delle Americhe, divenendo la più tipica ed artistica espressione della musica molisana di matrice ethno-rock. Ne sono testimonianza i quasi duemila concerti, le partecipazioni a festival di risonanza mondiale, le produzioni discografiche, le innovazioni strumentistiche sulla zampogna, l’attività di ricerca e pubblicazione di importanti materiali demo-antropologici, il successo di canzoni che fanno ormai parte del patrimonio collettivo dei molisani. Il Comitato Unitario, attraverso il concerto del Tratturo,

mira ad ottenere un duplice obiettivo: quello di coinvolgere emotivamente gli spettatori sui comuni valori delle nostre tradizioni e quello di richiamare l’attenzione sulla necessità di difendere la nostra terra ed i suoi presìdi, a partire dalla Corte di Appello di Campobasso, la cui paventata soppressione causerebbe un effetto domino con danni gravissimi ed irreversibili alle condizioni socioeconomiche di chi abita in questa regione ed ai suoi presìdi contro la criminalità. Anche la musica, in tal senso, può svolgere un ruolo di

tutela, assicurando un prezioso contributo di sensibilizzazione delle coscienze, per allontanare i rischi di isolamento, di abbandono e di perdita d’identità. Poiché i posti a Teatro sono limitati, si invitano gli spettatori ad affrettarsi nelle prenotazioni. I biglietti sono numerati, ma, per una precisa scelta del Comitato Unitario a conferma della sua natura popolare, non vi saranno prime file destinate alle Autorità e/o ai Promotori del Comitato stesso.

Punto Sosta Camper a Casacalenda Domenica, sarà inaugurato nell’Agriturismo Fontemazzocca CASACALENDA. “L’operazione è stata concepita come un servizio per gli appassionati del plein air che amano vivere in una natura incontaminata, difesa con una strategia basata sulla diffusione della cultura ambientale e delle tradizioni del territorio”

Com’è noto, a 100 mt. dal punto sosta creato nell’ Agriturismo FONTEMAZZOCCA si trova l’Oasi LIPU, parte di una grande comunità nazionale di soci, volontari e operatori che promuovono quotidianamente uno stile di vita basato sull’armonia con la natura. La filosofia della LIPU trova molti estimatori tra i 2.800.000 Camperisti italiani, per questo il Camper Club Universo ritiene molto importante che, nei pressi dell’Agriturismo Fontemazzocca di Casacalenda, essi abbiano la possibilità di fermarsi, fare visite guidate nell’Oasi LIPU e nei paesi limitrofi e godere di servizi ricettivi qualificati come quelli offerti dall’Agriturismo Fontemazzocca che alla cortesia gentilezza e ospitalità del gestore Vincenzo Di Stasi accompagna le pietanze, preparate con prodotti genuini e difficili da trovare ancora nei nostri giorni, offerte a prezzi contenuti. I numerosi Turisti Itineranti presenti nel raduno di capodanno 2016 hanno espresso apprezzamento e notevole gradimento per tutto quello che

hanno vissuto nei 4 giorni di permanenza presso l’Agriturismo, un collaudo superato con un voto unanime di 110 e lode. Il 17 gennaio 2016, dopo l’inaugurazione, i presenti, parteciperanno al percorso gastronomico predisposto, alle visite ai beni culturali del circondario e alla cerimonia dei fuochi di S. Antonio Abate che, in quella data, saranno accesi nei comuni viciniori. La cerimonia di inaugurazione del Punto Sosta, alla quale parteciperanno rappresentanti istituzionali locali, provinciali e regionali, consentirà di mettere insieme un momento conviviale e una riflessione sulle possibilità di creare sviluppo, coniugando beni culturali, tutela della biodiversità, tradizioni gastronomiche, sensibilità per le produzioni biologiche e cultura dell’accoglienza, in uno scenario in cui la natura la fa da padrona, aprendo un dibattito che vuole stimolare e proiettare il pensiero verso una comprensione chiara e convinta sulle grandi potenzialità che il Turismo Itinerante offre per lo sviluppo del territorio e dell’occupazione senza bisogno di grossi investimenti economici e di costose infrastrutture.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

13 gennaio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Zibaldone di mezza settimana: Aliberti, Favo, risultati e individualità

Tutto quello che c’è da sapere sui LUPI di Gennaro Ventresca Niente come il pubblico rivela in un attimo a noi stessi e agli altri chi siamo. Proprio per questo, Aniello Aliberti, re delle granaglie e signore di la sontuosa Salernitana degli anni Duemila è rimasto di sale a Selva Piana, nel ritrovarsi in uno stadio vuoto. Ben lontano da quello che era abituato a frequentare quando accettò di concorrere al ritorno del Campobasso in C2, aiutando l’Adelmo attraverso il prestito di un congruo numero di Under, tra i quali brillarono Cariello e Di Deo che si sarebbero sistemati nelle alte sfere da lì a poco, il primo in A e il secondo in B. Ciò spiega quanta involuzione ci sia sui campi della D, pubblico scarso ovunque, e troppi scarsi in campo. Non solo tra gli under, ma anche tra gli junior che pure portano a casa un bello stipendio. Non mi è dato di sapere se ci sarà o meno un seguito alla visita dell’imprenditore campano: qualcuno sostiene che sia il primo passo per un ritorno clamoroso in rossoblù di Aliberti; qualche altro, invece, verosimilmente, ammette che si sia trattata di una semplice toccata e fuga.

tiere Grillo che domenica ha salvato la sua porta da un gol sicuro, con le squadre ancora in parità. Ha bisogno di fiducia e di maggiore concentrazione il baby Corbo (98) a cui forse pesa la concorrenza di Lenoci che sta facendo meno di quanto ci si aspettasse. Gol a parte, Di Pasquale, almeno come terzino, non vale Raho, più svelto nella corsa e meglio predisposto al cross. Se ben protetti dai centro-

RISULTATI La carestia è finita. Almeno nei numeri. Nelle ultime cinque sfide, i nostri ragazzi, hanno accumulato 13 punti, facendo addirittura meglio della Samb, a cui domenica andranno a rendere visita. Sul piano del gioco, a dir la verità, però, ancora non ci siamo. I ragazzi con le bluse rossoblù continuano a stentare nello sviluppo delle azioni, balbettano sul piano corale e anche in certi sfondoni individuali. Nè fanno meglio i loro avversari che, perlomeno (così dicono) costano meno soldi ai loro club. Favo, comunque sia, dopo un breve periodo di ambientamento, sta imprimendo il suo marchio. Come del resto era

negli auspici dei vertici societari, in modo particolare di Marco Meo che è stato il suo principale sponsor. INDIVIDUALITA’ Sta migliorando il giovane por-

campisti i due centrali difensivi, Ferrani e Gattari, sanno il fatto loro, mentre traballano negli spazi ampi. Cresce nel frattempo il ventenne Grazioso (scoperto da Perrucci); ha fatto un figurone

e anche un bel gol il pari ruolo Lucchese. Corre come un ossesso lo zazzeruto Bontà, piedi duri, con polmoni a mantice. Ancora così così Todino che si accende (poco) e si spegne (troppo). Da rivedere Rinaldi, anche sui palloni “morti”, battuti con sufficienza, quindi mosci. Ruvido come un ciocco di castagno Gabrielloni che si batte, ma anche dibatte. Tascini è ancora un rebus e Lanzillotta deve farci capire quando si potrà contare su di lui, troppo indietro sul piano fisico. Alessandro è un caso: ama fare il fenomeno, sempre in cerca di un dribbling di troppo: peccato, ha qualità che brucia per colpa dello specchio, il suo acerrimo nemico. Aquino odora ancora di Eccellenza, mentre Capuano è caduto in disgrazia. Due parole su Favo: sta ottenendo risultati di gran lunga migliori del suo predecessore, pur disponendo di un organico meno “prestigioso” e anche più scarno. Chiosa: in sala stampa non si vede più la fascinosa e qualitativamente eccellente Fabiola Minadeo, un peccato per l’assenza contemporanea del suo viso solare e del garbo che aveva con i colleghi.

Rom rubano una play station, identificati Recuperata la refurtiva da parte degli uomini della squadra mobile di Campobasso CAMPOBASSO. La Polizia di Stato di Campobasso ha portato a termine una operazione di polizia giudiziaria che ha consentito di recuperare la refurtiva di un furto perpetrato in questo Capoluogo, nel pomeriggio dello scorso 30 dicembre, all’interno di una villetta abitata da un nucleo familiare composto dai genitori e due figli di 7 e 10 anni. Nelle scorse festività, i due bambini avevano trovato sotto l’albero il regalo tanto desiderato: una play station consolle PS3 500 GB. Purtroppo, dopo solo qualche giorno, approfittando della temporanea assenza della famiglia, due ladri si erano introdotti nell’abitazione, asportando oltre ad alcuni monili in oro anche il regalo di Babbo Natale. Grande la delusione per i due bambini da subito evidenziata dai genitori, i quali, in sede di denuncia, non erano per nulla preoccupati del furto dei monili in oro, ritenuti di esiguo valore, ma si mostravano – invece - molto rammaricati del fatto che i

due ladri si fossero appropriati del gioco che i loro bambini avevano ricevuto in dono da Babbo Natale. Da subito, gli uomini della Squadra Mobile si attivavano per risolvere con tempestività il caso. Venivano così contattati i rivenditori di videogiochi sul territorio nella speranza che qualcuno ponesse in vendita il prodotto sottratto. Nel frattempo, trattandosi di strumentazione tecnologica registrata sul web, si riusciva a ricostruire gli accessi che venivano operati di volta in volta con la consolle, con account non riconducibili a soggetti identificabili. In una circostanza, l’acquisto di un videogioco on line da parte del detentore dell’apparecchio, permetteva la sua identificazione. Un negoziante opportunamente allertato dalla Squadra Mobile, riceveva una richiesta di permuta di una PS3. Le immediate verifiche condotte sul prodotto posto in vendita consentivano di rilevare il medesimo account utilizzato precedente-

mente per l’acquisito dei giochi per la PS3 rubata. Approfondimenti investigativi portavano non solo al recupero della apparecchiatura rubata, ma anche all’identificazione di un ventisettenne di etnia Rom, residente in questo Capoluogo, che veniva denunciato alla locale Procura della Repubblica per ricettazione. Il P.M. Barbara LOMBARDI, condivi-

dendo i risultati dell’attività di indagine della Squadra Mobile, disponeva la perquisizione locale e personale a carico del denunciato. L’11 gennaio u.s., con grande soddisfazione per la tempestiva soluzione del caso, il Questore Pagano, nel suo ufficio, ha voluto restituire – personalmente – il gioco ai due bambini, facendo tornare il sorriso sui loro volti.

Vento forte e tetti scoperchiati A Campobasso, la situazione più pesante tra via IV Novembre e via XXIV maggio CAMPOBASSO. Le forti raffiche di vento di ieri e della notte scorsa hanno causato diversi danni sul territorio molisano, anche se l’entità degli stessi è relativamente bassa e non si sono registrate conseguenze per le persone. I Vigili del Fuoco hanno lavorato anche al buio per risolvere le situazioni di disagio causate dalla caduta di

alberi sui marciapiedi e sulle strade, oltre che quelle pericolose per l’incolumità umana. Numerose le tegole delle abitazioni che sono cadute a terra a causa della forza del vento e che per fortuna non hanno colpito nessuno. In alcuni casi, come a Campobasso in via XXIV Maggio dove il traffico è stato chiuso ad una corsia di

marcia per un tratto, sono volati via insegne, carta catramata o parti di telaio di balconi e verande. Sempre nel capoluogo un traliccio di una società telefonica ha subìto un’importante inclinazione, rendendo necessaria la messa in sicurezza. Interventi rilevanti si sono registrati a Sepino e Termoli.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

13 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Giù le mani dal Veneziale”

Affollata assemblea di sanitari e cittadini per esprimere il dissenso sui tagli alla sanità ISERNIA. E si torna a parlare di sanità. Finalmente è uscito qualcosa di scritto sui piani operativi. Non tutto il documento ma alcuni pezzi su cui ragionare. Le parti ancora secretate forse contengono cose ancora più indecenti. La prima impressione che si ha leggendo il documento è quella di trovarci di fronte alla cronaca di una morte annunciata. È evidente che la finalità delle scelte non è quella di dare risposte ai bisogni dei cittadini ma di deviare il flusso dei soldi del SSR verso

alcuni soggetti. Un semplice dato da il quadro di questa tendenza: nella riduzione dei posti letto per acuti che deve avere la regione Molise per arrivare al 3,3 x mille, 168 vengono sottratti al pubblico e 9 ai privati. .ai privati sono assegnati il 40% d di detti posti. Questa è una percentuale che non si riscontra in nessuna altra regione. Non ci sarebbe alcun bisogno di privati convenzionati nel Molise tenendo conto dall’enorme quantità di strutture pubbli-

che. Carmine Ruta aveva proposto un piano che ridimensionava i privati in rapporto ai reali bisogni della popolazione e rendeva disponibili posti letto e risorse per la gente. Questo piano è stato fatto sparire segno della volontà di privatizzare. Questa privatizzazione con la commistione pubblico-privato porterà ad un vero collasso il funzionamento del sistema. Ci sarà la deviazione del flusso dei fondi verso alcuni soggetti ma peggiorerà complessivamente l’assistenza offerta

spingendo la popolazione a stipulare polizze assicurative. Non è un caso che le compagnie assicurative prevedono, in Italia, un incremento di fatturato di 2 miliardi di euro. Il diritto alla salute viene trasformato in merce su cui lucrare Per questo motivo il Comitato Bene Comune Veneziale ha riunito i cittadini per prendere iniziative che si oppongono a questa deriva. La cittadinanza ha risposto e da domani si inizia una nuova stagione di lotte anche con iniziative clamorose.

Sicurezza, operazione dei Carabinieri Sette le persone denunciate nell’ambito di diverse azioni dell’Arma sul territorio ISERNIA. E’ di sette persone denunciate e numerosi sequestri, il bilancio dell’ultima operazione portata a termine dai Carabinieri, e che ha interessato diverse zone della provincia di Isernia, con il preciso obiettivo di contrastare varie tipologie di reato, tra le quali alcune di particolare allarme sociale come le truffe, lo smaltimento illecito di rifiuti e le violazioni in materia di sicurezza stradale. A Cantalupo nel Sannio, i militari della locale Stazione, hanno denunciato per truffa un 40enne di Napoli, il quale attraverso una richiesta formulata online ad una società privata, si faceva consegnare materiali di arredo per un importo

di circa duemila euro, e con artifizi e raggiri ometteva di pagarne il corrispettivo, procurandosi così un ingiusto profitto. E sempre per truffa, a Venafro, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 45enne di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, il quale avanzava richiesta di risarcimento ad una compagnia assicuratrice, denunciando danni subiti alla propria autovettura a seguito di sinistro stradale con un veicolo di proprietà di una giovane donna di Venafro, che di fatto si accertava non essere mai avvenuto. Ancora a Venafro, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno denunciato un 55enne ed un

50enne, del luogo, ed un 44enne di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, in quanto avevano smaltito illecitamente su un fondo agricolo, rifiuti speciali consistenti in carcasse di veicoli, batterie esauste, pneumatici, elettrodomestici in disuso, rottami ferrosi e altro materiale altamente inquinante. L’area di circa 500 mq., è stata sottoposta a sequestro. Ad Isernia, sulla strada statale “85”, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile delle Compagnie di Isernia e Venafro, durante la notte hanno effettuato un inseguimento di una Fiat Punto che procedeva ad altissima velocità e mettendo in gravissimo pericolo gli altri utenti della

strada. Una volta bloccato il veicolo, i militari scoprivano che alla guida vi era un ragazzino di 15 anni, residente ad Isernia. Scattava immediata la denuncia per guida senza patente, mentre la madre del ragazzo, intestataria del mezzo, dovrà rispondere di incauto affidamento del veicolo. E sempre per guida senza patente, ad Isernia, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno denunciato un 20enne del posto, già con numerosi precedenti di reato a carico, sorpreso alla guida di un’autovettura nonostante non avesse mai conseguito il titolo di guida. Il mezzo è stato sottoposto a sequestro.

“L’8 per mille all’ospedale di Agnone” A lanciare la proposta è Domenico Lanciano dell’Università delle Generazioni AGNONE. L’Università delle Generazioni, da quasi ventuno anni (31 gennaio 1995), ascolta la gente e, spesso, si fa interprete delle sue proposte e le rilancia. Ultimamente, alcune signore insistono perché venga esercitato il diritto del 5 per mille a favore dell’ospedale Caracciolo di Agnone. Ma ciò è possibile unicamente costituendo (ai sensi dell’art. 10 del decreto legislativo n. 460 del 4 dicembre 1997 e successive modificazioni ed integrazioni) una adeguata associazione ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) che ovviamente sia “no profit” e di

promozione sociale, iscritta negli appositi elenchi territoriali (ai sensi dell’art. 7 c. 1-2-3- delle legge n. 383 del 7 dicembre 2000). Ma chi dovrebbe istituire una simile Onlus che potrebbe denominarsi “Amici dell’Ospedale Caracciolo di Agnone”? Forse una federazione di quelle associazioni che da qualche tempo si stanno battendo per la salvezza di questo ospedale di frontiera interregionale, come ad esempio “L’articolo 32″, “Il cittadino c’è”, “L’Ufficio della Pastorale Sanitaria della Diocesi di Trivento”, il “Gruppo tassisti di Roma per il

territorio e per l’ospedale interregionale di Agnone”, “l’Associazione Culturale Nuova Villacanale” e altri che, in vario modo, partecipano alle rivendicazioni. Una Onlus, poi, per fare cosa? Sicuramente sostenere a 360 gradi il Caracciolo e spingersi pure, se il gruzzolo del cinque per mille sarà consistente, a dotarlo di attrezzature per aumentarne le potenzialità dell’offerta socio-sanitaria. L’esperienza multi-decennale associativa ci dice che è necessario che si faccia avanti un vero e proprio “apostolo” che sposi pienamente una simile causa

spingendo fino all’inverosimile, poiché l’impresa è tanto ardua quanto necessaria. Un “leader” insomma che si spenda volontariamente per una assai nobile finalità collettiva. Ma è lecito dubitare che, nell’apatia imperante, ci siano tali condizioni in Agnone e in Alto Molise, se fino adesso, per fermare o arginare il depontenziamento del Caracciolo, si è fatto troppo poco ed anche con grande fatica motivazionale ed organizzativa? Ecco, l’Università delle Generazioni (che, con i suoi fin troppo risibili mezzi, non si è mai risparmiata per queste montagne)

ha assolto al dovere di dare voce a chi intende farsi sentire per la promozione sociale. Adesso, aspettiamo che ci sia qualcuno (singola persona o associazione) che, avendone più possibilità e volontà, esamini questa bella proposta che viene dalla base del popolo e decida di portarla avanti a beneficio di tutti indistintamente, proprio dal momento che a tutti indistintamente è utile una buona sanità in queste aree non solo disagiate nella sanità ma anche in altri aspetti indispensabili (come strade, altre infrastrutture e servizi dignitosi da 21° secolo).

Tagliata una faggeta, scattano le denunce La Forestale ha bloccato gli illeciti amministrativi di alcuni cittadini. Multa di 5.000 euro LONGANO. Forestale: intensificazione dei controlli volti alla tutela del patrimonio forestale regionale Isernia – Prosegue l’attività operativa del Corpo forestale dello Stato per la tutela del ricco patrimonio ambientale e per il contrasto agli illeciti in danno al territorio. La stagione silvana, in particolare, è oramai inoltrata e sono numerosissimi i boschi sia di proprietà privata che pubblica che sono oggetto di utilizzazione per ricavarne prevalentemente legna da ardere. I forestali dei vari comandi stazione dislocati sul territorio, perciò, sono impegnati nei controlli di polizia forestali volti a verifi-

care che i tagli siano eseguiti rispettando le norme di legge. Tra i controlli salienti,

che hanno consentito di individuare illeciti amministrativi, si segnalano quelli ef-

fettuati dal Comando stazione di Monteroduni che hanno consentito di accertare nel comune di Longano il taglio eseguito fuori epoca di una faggeta e di erogare una sanzione pecuniaria di quasi 5.000 €. Altre sanzioni, di minore entità, sono derivate dall’accertamento di varie irregolarità nella esecuzione delle utilizzazioni boschive, come il taglio mal eseguito e il mancato rilascio di alberi porta-seme. Nei prossimi giorni i controlli della Forestale proseguiranno e consentiranno di prevenire e reprimere illeciti che comportano danni, talvolta irreversibili, alle varie componenti ambientali e al paesaggio.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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Termoli

13 gennaio 2016

“Trivelle all’assalto del nostro territorio” Per Rifondazione comunista, auspice è il governo Renzi TERMOLI. “Alla fine del 2014, il governo Renzi ha introdotto con il decreto Sbloccaitaliauna serie di norme volte a favorire, in modo selvaggio, la ricerca e lo sfruttamento delle riservedi idrocarburi presenti nel nostro territorio, in terraferma e in mare. Ciò a tutto vantaggio delle compagnie petrolifere e con l’obiettivo esplicito di raddoppiare in tempi rapidi la produzione nazionale di idrocarburi“. Lo sostine, Silvio Arcolesse-segretario regionale PRC Molise “Tutto questo, da un lato, appare irresponsabile, alla luce della necessità di limitare al massimo la produzione di energia da com-

bustibili fossili, che sono i responsabili primi dell’inquinamento dell’aria e di fenomeni sconvolgenti come il riscaldamento globale, dall’altro, comporta seri rischi per l’equilibrio geofisico delle aree interessate, per la salute elle popolazioni che vi abitano e per le attività economiche a cui esse sono vocate. Come è noto, l’assalto delle trivelle ha largamente interessato il Molise, dapprima con le autorizzazioni concesse dal governo nella località Rospo di mare, giusto davanti a Termoli, in seguito autorizzando attività di ricerca in una vasta area del Molise centrale attorno a Campobasso ( area peraltro caratte-

rizzata da alto rischio sismico), da ultimo, con un’autorizzazione da parte del ministero dello sviluppo economico del 22 dicembre scorso nel braccio di mare tra le isole Tremiti e Termoli. Di fronte alle proteste popolari sviluppatesi a macchia d’olio e culminate nella grande manifestazione del 21 maggio dei 60000di Lanciano, 10 Regioni, tra cui la Regione Molise, hanno presentato alla Corte di Cassazione sei referendum abrogativi delle norme dello Sbloccaitalia volte a deregolamentare le attività di ricerca e estrazione degli idrocarburi. All’inedita situazione di con-

flitto istituzionale che si è venuta a creare,il governo Renzi,fortemente preoccupato che la celebrazione dei referendum potesse vedere una larga bocciatura di massa della propria politica energetica, ha risposto in maniera furbesca, senza smentire la propria subalternità alle lobbies affaristiche: ha introdotto nella legge di stabilità 2016 modifiche alle norme dello Sbloccaitaliavolte a far decadere formalmente i referendum, senza intaccare sostanzialmente la mano libera concessa ai petrolieri. Il coordinamento nazionale Notrivè giustamente deciso a continuare la battaglia in sede legale

per la riammissione di tre dei cinque referendum cassati dopo l’intervento del governo. E’ necessario comunque riprendere ed estendere la mobilitazione. Il Partito della Rifondazione Comunista del Molise si appella alle associazioni ambientaliste, ai sindaci dei comuni interessati dalle autorizzazioni di trivellazione, ai singoli cittadini sensibili alle ragioni della difesa del territorio perché su questi temi si intensifichino l’informazione e la sensibilizzazione, conl’obiettivo di arrivare, nei tempi rapidi richiesti dalla situazione, a una manifestazione regionale da tenere a Termoli“.

Legambiente: “Il Governo confermi la scelta di rinunciare alle estrazioni petrolifere” Mercoledì 13 gennaio il parere della Corte Costituzionale sui quesiti referendari “C’è bisogno di coerenza e concretezza. Il Governo deve chiarire le sue intenzioni in attesa del parere della Corte Costituzionale sui quesiti referendari ancora in forse. Nonostante il dietrofront del Governo sulle estrazioni petrolifere con l’emendamento alla legge di stabilità, molti rischi minacciano ancora il mare italiano”. Con queste parole la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni, torna a chiedere chiarezza e concretezza a un Governo che dichiara in un senso e agisce in un altro, inserendo emendamenti anti trivelle nella legge di stabilità e rilasciando subito dopo (fine dicembre 2015) un nuovo permesso di ricerca a largo delle isole Tremiti. Il nostro mare continua a essere in pericolo. Sono oltre 127mila i kmq di mare in cui 13 compagnie petrolifere, di cui 6 italiane e 7 straniere, intendono avviare attività di ricerca e prospezione per fini petroliferi. I permessi di ricerca attualmente rilasciati, dall’Adriatico al Canale di Sicilia passando per lo Ionio, sono 16 (compreso l’ultimo della Petrceltic rilasciato dal MISE a fine anno e

che riguarda 373 kmq di mare vicino le isole Tremiti), per un totale di 6.327 kmq, cui si aggiungono le 38 richieste di permesso di ricerca per un totale di 23.739 kmq e le 8 istanze di permesso di prospezione per circa 96.585 kmq, oltre le 5 richieste di concessione per l’estrazione di petrolio per ulteriori 558,7 kmq. Senza dimenticare le due richieste di nuove piattaforme petrolifere Vega B di Edison nel canale di Sicilia e Ombrina di Rockhopper a largo della costa teatina in Abruzzo. La Cassazione ha riammesso il quesito referendario sul divieto delle attività petrolifere entro le dodici miglia e quindi la questione relativa al mare rimane aperta. Secondo la sentenza della Corte l’emendamento del Governo alla legge di stabilità ripristina il divieto ma lascia ancora aperte alcune questioni determinanti. In particolare sospende e non annulla le richieste avanzate dalle compagnie e rimane vago sulla scadenza dei titoli già rilasciati. “In attesa del parere della corte costituzionale anche

sugli altri quesiti prevista per il 13 gennaio – ha concluso la presidente di Legambiente Rossella Muroni -, chiediamo al Governo di abbandonare la Strategia Energetica Nazionale (SEN), pro-fossili, prendendo finalmente la strada maestra di un Piano per il clima e l’energia che punti alla decarbonizzazione dell’economia, perché le scelte energetiche, per i loro importantissimi effetti che hanno sul clima, non possono essere gestite con norme spot contraddittorie, ma meritano di essere inserite in un disegno più organico. Si tratta anche di una questione di coerenza visti gli impegni presi alla Cop 21 di Parigi. Non si può predicare bene a livello internazionale e poi in Italia fare il contrario. Considerando che le riserve petrolifere individuate nei nostri fondali coprirebbero il fabbisogno nazionale di petrolio solo per 7 settimane mentre pesca e turismo rappresentano due settori preziosi per l’economia nazionale, chiediamo di attivare subito una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi”.

De Lisio alla guida dell’Ordine dei Geologi Il plauso per la scelta del giovane di Guglionesi, dall’unione di Bonifica Il presidente dell’Unione Regionale dei Consorzi di Bonifica del Molise, Giorgio Manes, nell’augurare proficuo lavoro a Giancarlo De Lisio, di Guglionesi, che a 36 anni è diventato il presidente dell’Ordine dei Geologi del Molise, risultando così il più giovane d’Italia a ricoprire tale incarico, auspica che si possa intensificare la collaborazione con l’ordine professionale, le forze sociali e le istituzioni per combattere i rischi idrogeologici in regione. “Gli eventi di dissesto idrogeologico, – sottolinea Giorgio Manes - alternati a periodi di siccità e scarsità idrica, che negli ultimi anni stanno interessando con maggiore intensitàanche il nostro Molise,evidenziano all’attenzione dell’opinione pubblica il tema dei cambiamenti climatici e dei loro effetti sulla frequenza e sulla

forza dei fenomeni idrologici estremi. La frequenza,sempre maggiore, di importanti eventi di dissesto conferma lo stato di fragilità idrogeologica del territorio nazionale e molisano, denunciando l’esigenza di una maggiore pianificazione e sistematicità degli interventi di prevenzione e manutenzione del territorio. In questo, come Consorzi di Bonifica siamo in prima linea nel mettere a disposizione della collettività e dei progetti, che le Istituzioni riusciranno a finanziare, competenze professionali e strutture tecniche di cui disponiamo. Naturalmente abbiamo bisogno di grande sinergia con le Organizzazioni Agricole e Sociali e con gli Ordini Professionali competenti in materia, come appunto i geologi, gli ingegneri, ecc.. L’Associazione

Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, A.N.B.I.,ha presentato, da oltre un anno, il Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico in Italia, che contiene le azioni proposte e progettate dai Consorzi di Bonifica e fatto di migliaia di interventi immediatamente cantierabili e capaci di apportare una significativa riduzione del rischio idrogeologico e un incremento occupazionale.Auspichiamo che, anche con il contributo delle incessanti denunce di allarme lanciate dai geologi e denunciati anche dal neopresidente molisanoGiancarlo De Lisio, si possano rendere disponibili gli oltre sette miliardi che servono per attivare un’azione preventiva, per contrastare i costi molto maggiori del ripristino dei danni prodotti dopo le calamità.”.


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Termoli

13 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Demanio, tutto all’asta La direttiva Bolkestein punta alle decennali concessioni dell’area marittima TERMOLI. Chi pensava che con il 2016 le cose potessero migliorare è rimasto decisamente deluso. Sì perché il futuro dei balneatori bassomolisani (e di tutta l’Italia) è ancora appeso al filo della Corte Europea che dovrà prendere una decisione riguardo la tanto agognata Bolkestein, la direttiva nata per mettere all’asta le decennali concessioni demaniali di tutta la Penisola. Se infatti, da un lato, i proprietari

degli stabilimenti balneari aspettavano che il Governo Renzi legiferasse in materia, inserendo la propria decisione all’interno della legge di Stabilità, da Roma proviene solo un assordante silenzio che pone 30mila proprietari di concessioni in tutta la nazione in una sorta di ‘limbo’. Il Governo, infatti, non ha legiferato in materia perché attende il deposito che la Corte Europea farà sulla questione. La stessa che

è stata ‘tirata in ballo’ dai Tar di Lombardia e Sardegna che, a loro volta, avrebbero dovuto decidere rispetto ai ricorsi presentati da due singoli balneatori che non si sono viste rinnovate le rispettive concessioni. Una sorta di ‘cane che si morde la coda’, quindi, con il Governo che preferisce non decidere per evitare di incappare in una infrazione comunitaria, i Tar che non entrano nel merito e la Corte Euro-

pea che a dicembre ha espresso un primo parere negativo rispetto alla proroga delle concessioni al 2020 che era stata decisa dal passato Governo. Un clima, quindi, decisamente ‘incandescente’ considerando che la prima ‘versione’ della Bolkestein poneva al 2015 il termine delle concessioni e l’avvio delle aste. Nella sostanza, quindi, già da quest’estate, se le cose dovessero mettersi davvero male, i bal-

neatori potrebbero vedere venir meno le proprie concessioni. In mancanza di decisioni messe nero su bianco, quindi, la situazione resta preoccupante. E in tutto questo ci sono paesi europei, come la Spagna, che hanno già preso le proprie decisioni, dando la possibilità ai propri balneatori di effettuare investimenti. Anche a lungo termine. Cosa che in Italia, e in Molise, è ben al di là dall’essere realizzata.

Degrado e sporcizia, ma dov’è il Comune? In viale Trieste a Termoli i cittadini chiedono interventi TERMOLI. Sono trascorsi ormai sette anni da quando l’ordinanza dell’allora sindaco di Termoli Vincenzo Greco chiuse l’istituto tecnico Nautico, in viale Trieste. Possiamo definirlo uno dei maggiori scempi della città, non tanto la decisione che si basò su problematiche di natura strutturale, ma l’abbandono di un edificio in pieno centro con strutture di pregio al suo interno. Non si conosce ancora quello che sarà il destino di una cubatura così importante, ormai solo in termini urbanistici la possiamo considerare, ma quel che non accettiamo ancora di più è il livello di degrado che dentro e fuori ormai si manifesta quotidianamente da anni. Non vogliamo ripeterci o annoiare i lettori, Termoli è sporca, colpa di chi contribuisce al fatto che sia lercia e di chi non la pulisce. Un piccolo sopralluogo di questa mattina, prima dell’ora di pranzo, ha svelato ai nostri occhi il solito spettacolo deprimente. Il terreno dove il manto di aghi di pino ormai vede affondare i piedi di chi ci cammina è disseminato di immondizia e sporcizia. Quello che una volta era l’ingresso principale ormai è una specie di giaciglio-latrina, il marmo è diventato nero e vi affranchiamo dallo spiegarvi perché, cartoni dappertutto, bottiglie e bicchieri, usati dai senza fissa dimora che l’hanno eletto a loro tetto. Come abbiamo sempre ribadito e sottolineato per viale d’Italia (altro esempio di reiterato mancato decoro urbano), sono zone molto frequentate da chi di passaggio

si sposta tra Terminal bus e stazione, oltre che residenti e avventori abituali, ma nessuno pensa a renderlo un biglietto da visita piuttosto che una istantanea da pessimo angolo di giungla urbana. Sinceramente siamo stanchi anche di dirvi che mancano i controlli, che i netturbini fanno finta di nulla, che non c’è un reale coordinamento sul territorio. Interessa poco a cittadini che sporcano, meno ancora, forse, ad amministratori che si chiudono nelle loro

stanze, senza percorrere e conoscere il vissuto quotidiano sul territorio termolese. Sintomatico quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio comunale, seduta in cui si sarebbe dovuta discutere la mozione di revoca delle deleghe all’assessore all’Ambiente Filomena Florio. Può darsi che l’assunto personale sia stato legittimo, ma si è persa l’occasione di dibattere ad ampio spettro sulla situazione urbana e ambientale cittadina.

Avis: è il momento di applaudire Per la sezione di Termoli oltre 4mila donatori TERMOLI. Un “gesto di umana solidarietà” che viene tramandato di generazione in generazione. Dai nonni ai più giovani in una sorta di continuo sguardo al futuro. Perché se c’è la soddisfazione per il raggiungimento di 4mila donatori, allo stesso tempo c’è anche la consapevolezza che non bisogna mai fermarsi perché i giovani sono il futuro della donazione. Si è svolta presso la chiesa di San Francesco di Termoli la manifestazione di premiazione dei donatori over 65 dell’Avis di Termoli alla presenza del presidente Mario Ianieri, della coordinatrice dei giovani, Federica Ianieri, del sindaco e vicesindaco di Termoli, Angelo Sbrocca e Maricetta Chimisso e del vescovo della Diocesi di Termoli-Larino. Una cittadinanza, quella di Termoli, che si dimostra sempre più

“vicina al gesto del dono del sangue – ha affermato il sindaco Sbrocca durante la manifestazione – la speranza è che molti giovani possano avvicinarsi a questo mondo, evitando di pren-

dere altre strade”. Per il dottor Pasquale Spagnuolo, primario del reparto trasfusionale del San Timoteo, donare equivale a un vero e proprio “compito sociale. I nonni hanno il dovere di

far riscoprire e inculcare nei giovani e nei nipoti questo spirito e la voglia di donare. Il dono dei giovani è sempre più importante perché sono il presente e il futuro della donazione. Senza di loro

non sarebbe possibile quel ricambio generazionale che ogni anno ci permette di salvare delle vite umane”. E da oggi lo stesso Spagnuolo entrerà nel mondo degli over 65, al pari dell’ex presidente Zaccarella e del collaboratore Antonio Campolieti. Ventotto gli uomini premiati e sette le donne (tra cui anche una coppia di gemelle). E’ stato messo in evidenza anche il risultato di “Vetrinavis”, l’iniziativa organizzata con la collaborazione degli esercizi commerciali di Termoli che, prima di Natale, erano stati invitati ad allestire la propria vetrina con i colori e i simboli dell’Avis per spingere alla donazione dei più giovani. Al primo posto si è classificata Petit Madleine, al secondo Anna Virgili e al terzo post, a pari merito, ci finiscono Fiorenza Orafo e Ottica 2000.



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Opinioni

13 gennaio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

di Pasquale Di Lena Rilanciare i nostri allevamenti, dando ad essi quel valore aggiunto che oggi non hanno, anche alla luce della fine delle quote latte. Coglierei l’occasione per fare un altro riconoscimento sempre e solo con latte molisano riservato alla stracciata al quale darei il nome “Stracciata di Agnone” in omaggio a una grande capitale dell’arte casearia e del dolce che a me più mi fa leccare le labbra, l’Ostia di Agnone.rilanciare i nostri allevamenti, dando ad essi quel valore aggiunto che oggi non hanno, anche alla luce della fine delle quote latte. Coglierei l’occasione per fare un altro riconoscimento sempre e solo con latte molisano riservato alla stracciata al quale darei il nome “Stracciata di Agnone” in omaggio a una grande capitale dell’arte casearia e del dolce che a me più mi fa leccare le labbra, l’Ostia di Agnone. Un Molise di eccellenze Sono solo sei i riconoscimenti dop e Igp che vedono protagonista il territorio molisano, di cui solo la Dop “Molise” Olio extravergine è tutta molisana, le altre cinque sono in comproprietà con altre regioni: il “Caciocavallo silano” Dop, con le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria; la “Mozzarella” e la “Ricotta di Bufala Campana”Dop, con Lazio, Campania, Puglia; il “Salamino italiano alla cacciatora” dop, con Emilia Romagna; Marche, Umbria e Abruzzo; una Igp “Vitellone bianco dell’Appennino centrale” con Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. In pratica il Molise è terz’ultimo nella classifica delle Regioni, in quanto a riconoscimenti delle nostre eccellenze, pur avendo un paniere abbondante di prodotti tradizionali, cioè di prodotti conosciuti e classificati da oltre 25 anni, (159 sui 4.813 ad oggi riconosciuti) che lo inseriscono al 12° posto nella classifica delle regioni. C’è un potenziale che è tutto da sfruttare, ma

di Franco Valente Non si hanno notizie di avvenimenti particolarmente importanti nel Molise nel periodo in cui Federico II era impegnato per la sesta crociata (1228-1229), tuttavia una citazione riferita a un momento immediatamente successivo potrebbe essere utile per capire se nel Molise parte della nobiltà locale abbia avuto rapporti con l’organizzazione religioso-militare dei templari. In una inchiesta del 1240 finalizzata ad accertare se il monastero di S. Angelo di Frigilo in Calabria dovesse contribuire alla riparazione del castello di Santa Severina Iohannes Luciferus, giudice di Santa Severina e primo testimone, riferisce che frater Burrellus templarius et frater Rogerius hospitalarius, statuti per dominum nostrum inperatorem magistri et provisores inperialium castrorum, me statuerunt super reparacione castri Sancte Severine… Dunque un Burrellus era stato nominato da Federico provisor del

stano” Dop; a Bronte e al suo “Pistacchio” Dop; a Tropea ed alla sua “Cipolla rossa” Igp; a Moliterno in provincia di Potenza e al suo formaggio ovimo-caprino “Canestrato” Igp; all’Alto Adige ed al suo “Speck” Igp; Alla Val di Non ed alla sua “Mela” Dop; alla Valtellina e alla sua “Bresaola” Igp; a Castelluccio di Norcia in Umbria e alla sua “Lenticchia” Igp; alla Riviera Ligure e al suo “Olio” Dop; a Navelli de L’Aquila ed al suo “Zafferano” Dop.

Puntiamo sulle vere eccellenze agroalimentari che il Molise produce perché ciò accada è necessario che ci sia una crescita della consapevolezza del valore e significato della qualità che, come si sa, è nell’origine, cioè nel territorio che la esprime. Ma, come la storia del Molise insegna, non basta questo pregio se non c’è una precisa volontà politica, necessaria per tracciare il percorso che porta - insieme pubblico e privato, cioè produttori e trasformatori con le loro associazioni; enti e istituzioni, con la Regione in testa –ai riconoscimenti di alcuni prodotti e pietanze che sono già oggi immagine del Molise. Si tratta di porre l’attenzione su alcune potenziali eccellenze e di lavorare per renderle testimoni di territori, sapendo che - mediante un’attenta azione di marketing - possono dare le risposte che da tempo aspettano gli operatori impegnati

nella coltivazione, raccolta e trasformazione. Con essi, aspettano anche i territori interessati che, con la presentazione e crescita dell’immagine di questi testimoni, hanno uno stimolo per cogliere l’opportunità di mettere in vetrina altre eccellenze e altre preziosità. Penso a Langhirano e a Borgotaro, due comuni della provincia di Parma, famosi, il primo, per il suo “Prosciutto di Parma” Dop e, il secondo, per il fungo “Porcino” Dop; a San Daniele del Friuli e al suo “Prosciutto” Dop; alla Valle d’Aosta e alla sua “Fondina”, un formaggio Dop; a Serrapetrona nelle Marche e alla sua “Vernaccia” Dop; a Canino in provincia di Rieti e al suo “Olio extravergine” Dop; ai tanti vini del Piemonte, Veneto, Toscana, Campania, Puglia o alla Sardegna e alla “Vernaccia di Ori-

Per il Molise c’è da pensare al “Tartufo Bianco” Dop; alla “Pampanella di San Martino” Dop o Igp; alla “Ventricina di Montenero di Bisaccia” Dop; alla “Scamorza di Bojano” Dop; alla “Stracciata di Agnone” Dop; al “Pane di Longano” e/o il “Pane d Venafro” Igp; al “Brodetto alla termolese di Tornola” Igp; alla “Salsiccia di Pietracatella“; al “Fagiolo bianco di Acquaviva di Isernia” Dop; alla “Signora di Conca Casale”Dop; alla “Capra di Montefalcone”: alle “Ostie” di Agnone; ai “Torcinelli” del Molise; alla “Mozzarella” STG, il marchio riguardante le Specialità Tradizionali Garantite. Si tratta solo, preso atto della forza commerciale e d’immagine di questi riconoscimenti, di lavorare per costruire i disciplinari di produzione di ognuna di queste indicazioni geografiche Dop, Igp e Stg; seguire e comunicare ogni passaggio; promuovere i singoli prodotti per dare stimoli e voglia d’intraprendere ai produttori e trasformatori e, così, renderli protagonisti.

Tracce di Templari molisani castello di S. Severina. Non esiste altra notizia che possa in qualche modo collegare il Borrello alla sesta crociata e tantomeno capire da dove provenga questo personaggio. Ma il nome è troppo particolare per non ritenere che si tratti di un esponente dei Borrello che furono titolari per vari secoli del dominio di quella vasta area compresa tra le valli del Sangro, del Volturno e del Trigno e che faceva capo originariamente all’antica contea longobarda di Pietrabbondante. Insomma un discendente di quella famiglia i cui membri, per le aggressioni e le usurpazioni perpetrate ai danni dell’Abbazia di S. Vincenzo al Volturno, furono definiti sacrilegos tyrannos, ma poi furono riabilitati fino a diventare abati e santi a Montecassino con Oderisio e Randisio. Ormai è sufficientemente dimostrato che l’architettura di una

buona parte dei castelli federiciani sia stata condizionata dalle esperienze crociate e che Federico abbia costituito una rete di esperti che non solo avrebbero dovuto provvedere alla loro progettazione e costruzione, ma anche alla loro manutenzione. Per questo motivo non è da escludere che il nostro Borrellus templarius abbia fatto parte di quella cerchia dei personaggi di rilievo

che Federico si era portato dietro nella sua missione a Gerusalemme, come sostiene Jean-Marie Martin, e che sia stato scelto, riteniamo, proprio per la sua specifica esperienza religiosa e militare. E’ certamente singolare che il primo provisor di un castello federiciano di cui si abbia notizia sia stato un templare e, per di più, un Borrellus che ragionevolmente apparteneva alla famiglia dei Borrello dell’area molisana. Questi specialisti furono definiti provisores castrorum proprio per la loro specifica attività rivolta alla manutenzione dei castelli demaniali intorno al 1230-1231, anche se la loro funzione fu precisamente definita solamente nelloStatutum de reparatione castrorum, frutto di una serie di aggiornamenti tra il 1241 e il 1245. Si tratta in genere di personaggi i cui nomi tradiscono un’origine meridionale nel periodo di Federico II, mentre sono preva-

lentemente francesi sotto il governo angioino. Il loro compito era di verificare lo stato delle strutture castellane, indicare le opere necessarie alla loro manutenzione e stabilire le modalità di gestione, mentre la raccolta dei fondi per le opere e per la gestione erano affidate a un collector. Se dunque è vero che Federico II abbia voluto scegliere il suo primo provisor tra i templari, è plausibile che anche nella scelta degli altri abbia attinto a quest’ordine che per istituzione era dotato di persone che più di altre erano capaci di organizzare sul territorio un sistema di difesa. Certamente giocava a loro favore anche quel particolare atteggiamento che non sempre era compatibile con le indicazioni della Chiesa che spesso vide la loro organizzazione militare come elemento pericoloso proprio per la loro possibilità di gestirsi autonomamente. Come d’altra parte fu Federico II.


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