Il Corriere della Città Aprile 2022

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CRONACA

Il Corriere della Città aprile 2022

Da Torvaianica a Los Angeles: la storia di Dan iecimila e duecento chilometri: è la distanza tra Torvaianica e Los Angeles. Tanta strada, come quella che ha fatto Daniele Truocchio, 28enne che, dalla piccola Torvaianica Alta (ci tiene a precisarlo) è arrivato nella grande America, coronando un sogno che neanche sapeva di avere, quello di diventare un grande musicista e compositore hollywoodiano. Ma che effetto fa? “Un effetto sicuramente speciale. Malgrado la mia giovane età ho fatto un percorso lungo e non semplice. Certo, ‘svegliarsi’ a Los Angeles, città dell’industria cinematografica, dove tutto è diverso anche rispetto a Boston, dove stavo in precedenza, è sicuramente stato strano e particolare, all’inizio”. La passione per la musica Daniele mostra la sua passione per la musica sin da bambino. Del resto cresce in una famiglia in cui la musica è di casa: il papà Luigi, vicebrigadiere dei carabinieri a Pomezia, suona la chitarra, mentre suo fratello maggiore Emanuele prende lezioni di pianoforte. Ed è proprio vedendo le lezioni del fratello che Daniele, affascinato, a soli 6 anni, prende la chitarra del padre, una vecchia Eko e, seduto accanto al maestro di Emanuele, inizia a seguire il ritmo. «Dopo numerose interruzioni, i miei genitori hanno cercato un insegnante di chitarra per me. Poi, a 8 anni, ho iniziato a studiare seriamente chitarra classica. Da quel momento in poi ho sempre messo la musica al primo posto». Anche Emanuele continua a studiare pianoforte e due anni dopo, coinvolgendo anche il fratello minore Antonio, di soli 5 anni, che suonava prima i bonghi, poi la batteria. «Il mio vicino di casa era un presentatore alle feste nelle piazze e un giorno ci disse: “Dato che voi suonate, perché non vi esibite ai miei eventi? Il nome al gruppo ve lo do io, Pipoka” Abbiamo accettato e così abbiamo iniziato a esibirci non solo a Torvaianica e Pomezia, ma in tutta Italia. Era diventato un impegno giornaliero, tra prove, organizzazione e serate. La nostra era pura Nella foto: passione. Solo che io ho continuato, i miei fratelli no. Uno Daniele al dei due ha preso le orme di Burbank Film Festival mio padre e adesso fa il cara-

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Daniele Truocchio (28 anni) in studio di registrazione biniere in Umbria. Magari se non avessi fatto il musicista, adesso farei parte dell’Arma anche io, il pensiero da piccolo c’era». E invece il richiamo della musica era troppo forte, tanto da non sentire il peso dei sacrifici. «Ho continuato a prendere lezioni private con vari insegnanti, poi sono andato al Conservatorio di Latina per studiare chitarra classica e composizione classica. Ho lasciato solo perché avevo vinto la borsa di studio per il Berkey College of Music». Come nel film “karate kid” Qual è stato l’insegnante che più ti ha lasciato il segno a livello emotivo, formativo e caratteriale? «Tutti gli insegnanti che ho avuto sono stati fondamentali. Ma quello che maggiormente mi ha sbloccato non era un insegnante tradizionale, bensì un mio mentore». Daniele parla del chitarrista senegalese Peace Diouf, conosciuto a Torvaianica. «L’America non era proprio nei miei pensieri. Ovviamente ero amante del jazz e del blues, quindi al massimo poteva esserci il sogno latente di suonare in jazz club». Per prendere lezioni da Peace Diouf, Daniele raccolse una sfida. «Lo andavo ad ascoltare a tutti i concerti che teneva a Torvaianica. Alla fine lui mi disse: “Visto che sei così appassionato, vieni a casa mia per una lezione alle 6 di mattina. Ma era sicuro che non sarei andato. E invece io alle 5:55 del giorno dopo ero lì, a Campo Leone, nonostante la levataccia, perché arrivare a casa sua non era comodo per me che avevo solo 17 anni. Da quel giorno il nostro rapporto è cre-

sciuto, quasi a livello di fratellanza. Andavo da lui una volta a settimana e restavo tutto il giorno. Mi ha messo in riga, mi ha dato una formazione incredibile. Ed è quello che mi serviva, perché avevo fatto tante lezioni private, il conservatorio, la band, ma mi mancava qualcuno che mi desse l'imprinting giusto. Era come un sogno, per me lui è un genio della chitarra e del basso e non capivo perché avesse scelto proprio me, visto che non aveva studenti e non era un insegnante tradizionale». E il maestro era davvero severo. Gli diceva “Adesso fai questo per 30 minuti, se ti fermi, ricominci da capo”. «Mi sembrava di vivere nel film Karate Kid, quindi ho messo tutto me stesso in quegli incontri. Grazie ai suoi insegnamenti ho imparato tantissimo. Ed è stato lui che, quando sono andato al festival Umbria Jazz, mi ha detto guardandomi negli occhi: “Lì ci sono gli insegnanti del Berkey College Music all’Umbria Jazz. Vacci, perché tu vincerai la borsa di studio”. Mi ha aperto la mente, dandomi una spinta. È stato fondamentale per il mio percorso. Certamente anche gli altri insegnanti lo sono stati, ma lui mi è rimasto nel cuore e a ogni occasione mi viene in mente di pensare “ah, questo Peace me lo aveva detto”». (continua)

Durante l’ultimo anno del college a Boston Daniele frequenta il corso di ‘film scoring’, ovvero la colonna sonora. Per lui si apre un mondo nuovo e vola a Los Angeles in 5 giorni

Gli esordi a Pomezia, Torvaianica con i fratelli, poi l’incontro col chitarrista senegalese Peace Diouf che gli ha cambiato la vita. La svolta infine con la borsa di studio per Berkey College


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