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Com’è cambiata la mafia a Pomezia e Ardea

(segue dalla copertina)

Il suo vero nome è Shehaj Selavdi, l’albanese 38enne assassinato il 20 settembre 2020, davanti agli occhi dei bagnanti e dei bambini, in modalità quasi identica all’omicidio Piscitelli. Nel primo caso, uno sparo alla testa da distanza ravvicinata con una pistola calibro 7,65. A colpirlo un uomo vestito da runner. Nel secondo, due colpi di pistola, sempre una 7,65, esplosi a breve distanza, sparati da una persona con una bandana e una mascherina chirurgica: siamo già in tempo di Covid. Ma tra questi due omicidi, eclatanti, ci sono tanti episodi che vengono poi collegati dagli inquirenti grazie a un lavoro certosino di indagine. La scia di sangue che porta a Torvaianica

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L’assassinio di “Passerotto”, secondo gli investigatori, ''va inquadrato nell'ambito di una lunga scia di fatti di sangue cominciata il 7 agosto 2019 con l'omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. A quello, il 14 novembre 2019 segue il tentato omicidio di Leandro Bennato". Non riuscendo nell’intento, per gli undici giorni successivi ''si registravano plurimi tentativi di attentare all'incolumità di Fabrizio Fabietti, braccio destro di Piscitelli e di alcuni componenti della banda di Diabolik, di origine albanese'', si legge nell’ordinanza che, all’inizio di agosto, porta all’arresto di Giuseppe Molisso, un pregiudicato di 40 anni gravemente indiziato di essere il mandante di Shehaj Selavdi. Insieme a lui viene arrestato anche il cognato di Molisso, Guido Cianfrocca, accusato di aver reperito l’arma del delitto. Gli autori materiali dell’omicidio erano già stati arrestati il 17 dicembre del 2021. Gli investigatori del Nucleo Investigativo Carabinieri di Frascati e della Squadra Mobile di Roma avevano scoperto che ad uccidere era stato Raul Esteban Calderon insieme al complice Enrico Bennato Calderon è lo stesso uomo accusato dell’assassinio di Diabolik.

Nomi di spicco

I nomi coinvolti sono tutti noti agli inquirenti. Per entrambi gli omicidi si parla di aggravante del metodo mafioso. Molisso è ritenuto l’autore del tentato duplice omicidio

Il motivo di queste guerre, e della scia di sangue giunta da Roma a Torvaianica era il predominio del territorio. Adesso però l’equilibrio non è più quello di prima. Ma la mafia, malgrado i colpi inflitti dalle forze dell’ordine, non si è fermata dei due fratelli Emanuele e Alessio Costantito, avvenuto il 13 luglio 2021 in viale dell’Alessandrino, a Roma. I due si trovavano seduti ai tavolini di un bar, quando un uomo con indosso una mascherina e un cappello si è avvicinato e ha fatto fuoco. Solo grazie alla reazione di uno dei due fratelli e al successivo inceppamento della pistola non sono morti, ma solo feriti. Enrico Bennato, fratello di Leandro, voleva partecipare in prima persona alla vendetta. E Simone viene individuato come uno degli autori del tentato omicidio contro Leandro. Ecco, da quanto emerge da un’intercettazione, cosa dice Enrico. “A mi fratello gl'hanno sparato in mezzo alla strada, lo stavano ad ammazzà. Quelli che so' stati l'ho già ammazzati io, zitto. So' morti tutti e due, uno alla spiaggia di Torvajanica e uno a San Basilio''. Il motivo di queste guerre era il predominio del territorio. Adesso, con i “vuoti” che si sono creati con gli arresti e con le persone uccise, l’equilibrio non è più quello di prima. La

Nella foto: Shehaj Selavdi, detto Simone, freddato a colpi di pistola sul litorale. Aveva 38 anni mafia, malgrado i colpi inflitti dalle forze dell’ordine, non si ferma. E si riorganizza. In maniera più subdola. Attraverso i sodali, ma non solo. Con volti nuovi, ma anche con persone insospettabili che prima avevano un ruolo magari di secondo piano e che adesso possono far sentire maggiormente la loro voce. A Pomezia, Torvaianica e Ardea negli ultimi anni i maggiori “boss” sono stati arrestati. Sono state fatte importanti operazioni sia per quanto riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti che per l’usura e l’estorsione. Negli ultimi tre anni è stato smantellato il clan Fragalà, sono stati portati in carcere diversi usurai – anche qui nomi eccellenti sono finiti sul banco degli imputati, come Pasquale Lombardi - e numerosi spacciatori di grosso calibro. Ma quanti personaggi legati alla mafia ci sono ancora in giro? Di sicuro più di quello che si possa immaginare.

Negli ultimi tre anni è stato smantellato il clan Fragalà e sono stati portati in carcere diversi usurai: ma quanti personaggi legati alla mafia ci sono ancora in giro? Di sicuro più di quello che si possa immaginare...

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