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Savastano lancia il nuovo corso di Forza Italia

Intervista con l'ex Consigliere Comunale di Pomezia Giampiero Savastano: “Ecco cosa serve alla città”

Giampiero Savastano, perché ha deciso di tornare a dedicarsi alla politica attiva?

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“La motivazione che mi ha portato ad intraprendere questa strada dopo 10 anni è stata il vedere come dopo due esperienze elettorali dello stesso colore la politica si sia allontanata completamente dalle persone qui a Pomezia. E' vero, i tempi sono cambiati, è finita ad esempio l’era degli incontri nelle sedi di partito, dove si formavano le liste elettorali e i canditati a Sindaco, ma il distacco dai cittadini e dalla società civile è stato evidente. C'è dunque assoluto bisogno di una svolta, di nuove idee e nuovi metodi perché quelli portati dalla cosiddetta 'nuova politica' hanno miseramente fallito”.

Cosa serve allora secondo lei?

“Serve coinvolgere i giovani ma anche i meno giovani, purché svincolati dai vecchi meccanismi. Questo, in parte, è stato lo sbaglio dei partiti e tutti abbiamo visto i risultati. Per questo il messaggio dei cittadini è chiaro: vogliono un cambiamento radicale nei partiti, vogliono che la politica torni a coinvolgerli”.

A Pomezia il simbolo di Forza Italia è uscito dal Consiglio Comunale: qual è la strada per ricostruire sul territorio il legame con le persone?

“Quello che auspico come semplice iscritto di Forza Italia è che i cittadini che vogliono contribuire alla rinascita di un nuovo gruppo del partito si facciano avanti, ci portino le loro proposte e le loro idee. Solo cosi possiamo sperare in un ritorno alla politica sul territorio. In questi anni mi sono avvicinato a un consigliere regionale, Fabio Capolei, un dino; una visione che, all’inizio, mi ha perfino disorientato in un certo senso ma poi ho capito che è proprio questa l'euforia che serve. Oltre a Capolei vorrei poi menzionare l’onorevole Alessandro Battilocchio, giovane di idee e condivisione della sua politica

“Torno alla politica attiva in città perché questi 10 anni di Governo ‘monocolore’ si sono rivelati un fallimento. Io candidato consigliere? No, per il momento darò il mio apporto da esterno” poter contribuire alla crescita del partito con un appoggio dall'esterno. La speranza è che si avvicinino i cittadini e non i “soliti”: il mio compito e far sì che Forza Italia sia pronta per i nuovi impegni elettorali, dimostrando alla cittadinanza che è presente sul territorio” Cosa pensa dei candidati a Sindaco che circolano a Pomezia nell'ultimo periodo?

Insieme all’Onorevole di Forza Italia

Alessandro Battilocchio: sarà lui il candidato al Collegio Uninominale 05 che comprende anche Pomezia con i cittadini, sempre disponibile per la ricostruzione di Forza Italia, peraltro l'unico deputato con il 95% di presenze alla camera. Una testimonianza di amor proprio per il lavoro che svolge. Ecco, è proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno. Colgo l’occasione peraltro per invitare i cittadini a votarlo alle prossime politiche conside rando che sarà lui il candidato per il centrodestra nel “collegio uninominale 05” che comprende anche Pomezia”.

(A sx): Giampiero Savastano; (a dx) il Consigliere Regionale Fabio Capolei ragazzo giovane con metodi sicuramente innovativi, per quanto mi riguarda. Vedo in lui un nuovo metodo di coinvolgere i cittadini, tramite una presenza diretta sul territorio mettendosi sempre a disposizione del citta-

Veniamo a lei: pensa ad una sua possibile candidatura alle prossime Comunali come Consigliere?

“Io penso che la mia esperienza politica sia stato un bellissimo percorso. Mi ha dato molte soddisfazioni e mi ha portato fino alla candidatura alla camera dei deputati. Oggi, come dicevo, gli scenari politici sono profondamente mutati. Al momento mi sento di

“Di principio, e non potrebbe essere altrimenti, c'è sempre il massimo rispetto da parte nostra per ogni possibile candidatura. E' altrettanto vero che se prendessimo in considerazione tutti i nomi che ogniqualvolta vengono fatti avremmo praticamente già tutti i partiti pieni di candidati a Sindaco. Ma al di là di questo credo che prima ancora dei nomi serva costruire un programma condiviso per sviluppare il territorio. Solo a quel punto, ed è responsabilità dei partiti, si potrà proporre la propria candidatura a Sindaco tenendo presente che sia di alto spessore e che abbia una esperienza politica adeguata. Non solo. Altra caratteristica fondamentale dovrà essere quella di conoscere bene il territorio e che non abbia bisogno, passatemi l'espressione, del “navigatore” per spostarsi sul territorio. Il mio messaggio come semplice iscritto è chiaro e penso di averlo fatto capire: idee, entusiasmo, coinvolgimento dei cittadini che condividono le nostre linee politiche, per portare il partito ad una rinascita”

Per informazioni potete contattarci presso la sede di Pomezia in Via Roma n. 7

Intervista a Don Luigi Ciotti: “La mafia non è scomparsa: “S

ì, è vero: la mafia non spara quasi più. Lo fa molto di meno, perché non vuole che si accendano i fari addosso ai propri affari. Lo fa solo se è strettamente necessario. Ma se dopo trent’anni dalle ultime stragi di mafia siamo qui e ancora ne parliamo, parlando della malavita organizzata, allora significa che qualcosa non ha funzionato. Vuol dire che la mafia non è scomparsa, come qualcuno vuole far credere. È invece più forte di prima. Proprio perché non fa rumore. Passa sotto silenzio. Non usa più gli esplosivi e gli attentati come trent’anni fa, è meno sanguinaria, ma si infiltra ovunque ci siano “affari” e soldi, passando attraverso il tessuto connettivo della società, dal Sud al Nord dell’Italia. Anche qui. A Pomezia, a Torvaianica, ad Ardea”. Don Luigi Ciotti di mafia se ne intende. Ha passato la sua vita a lottare contro la criminalità e, dagli anni ’90 in poi, soprattutto contro le mafie «Oggi il crimine organizzato si è trasformato in crimine normalizzato. Le mafie sono diventate uno dei tanti problemi», spiega. Una mafia in “giacca e cravatta”, che entra negli uffici, nei negozi, nelle aziende. Che non solo gestisce i traffici di droga, ma che controlla affari di ogni tipo. E che riesce ad approfittare delle disgrazie altrui attraverso il sempre più dilagante fenomeno dell’usura, oltre che al “pizzo”. E, nei casi più eclatanti, porta via al malcapitato la casa o l’azienda, che passa di mano senza che – dall’esterno – nessuno si sia reso conto che dietro c’è l’ombra di un’organizzazione criminale ben radicata. Anzi, qui – tra Pomezia, Ardea e Torvaianica - spesso gli usurai vengono visti come benefattori.

Nella foto:

Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”

«Questo accade perché lo

Stato non aiuta i cittadini – spiega Don Luigi Ciotti – che si sentono più protetti dall’usuraio che dalle istituzioni. Se io non ho accesso al credito o devo dare troppe garanzie oppure ci sono difficoltà per avere i soldi che mi servono, ecco che arriva chi mi risolve la situazione. Anche se in realtà mi sta mettendo nei guai. È l’unico che mi ha teso una mano, quindi divento psicologicamente dipendente da lui. Si crea un meccanismo perverso, di cui è colpevole anche lo Stato». Come si combatte questo fenomeno? «Parlandone. Bisogna farlo emergere. Questo è un posto bellissimo, c’è un bel clima. Non stupisce che si ritrovino rappresentati della mafia siciliana, della camorra napoletana e della ‘ndrangheta calabrese, magari per discutere su come dividersi il territorio. Bisogna riportare la legalità».

Ma cos’è esattamente la legalità?

«Non è altro che uno strumento, un mezzo.

“Usurai? Le persone si rivolgono agli strozzini perché vengono lasciate sole dallo Stato. Se non posso accedere al credito mi butto tra le braccia di chi mi ha teso una mano. Anche se mi sta mettendo nei guai. E’ un meccanismo perverso”

Bisogna fare molta attenzione a parlare di legalità, cerchiamo di non strumentalizzarla. Lo scopo da raggiungere, infatti, rimane la giustizia, che per noi che ogni giorno stiamo vicino agli ultimi e ai dimenticati è specialmente la giustizia sociale. Dietro la bandiera della legalità, infatti, si nascondono le più atroci nefandezze e il malaffare, che domina incontrastato anche all’interno delle istituzioni. Parlo in generale: questa è una pratica che avviene da nord a sud».

(continua)

Chi è Don Ciotti

LA LOTTA ALLA MAFIA - Don Luigi Ciotti è il fondatore di «Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie», un’associazione impegnata contro la mafia che collega oltre 700 tra associazioni e gruppi che si occupano anche di recuperare i beni confiscati alla Mafia (con Libera Terra). È nato il 10 Settembre 1945 a Pieve di Cadore, in Veneto. Inizia le sue opere di volontariato da giovanissimo, fondando un’associazione di impegno giovanile, il «Gruppo Abele». Dopo aver concluso gli studi al Seminario di Rivoli, in provincia di Torino, nel 1972 inizia il suo percorso di prete di strada. Negli anni ’90 il suo impegno contro le mafie si intensifica. È anche giornalista e fonda il mensile «Narcomafie». Collabora con testate importanti, come l’Avvenire, Famiglia Cristiana, La Stampa, Nuovo Consumo, Il Mattino e Il Messaggero di Sant’Antonio. Ancora oggi, sotto scorta a causa delle numerose minacce ricevute, gira continuamente per l’Italia per contrastare mafia e criminalità, oltre che per la prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dall’alcolismo.

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