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a ha fatto ‘sparire’ 78mila euro in un giorno

(segue)

Che fine hanno fatto i soldi?

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Il totale, come abbiamo detto all’inizio, ammonta a ben 78 mila euro. Soldi che la cooperativa, emettendo le buste paga a gennaio del 2020, ha finto di aver avuto come spese. Dove sono andati a finire? Di certo non nelle tasche dei lavoratori. Loro quel giorno, il 1° gennaio del 2020, non hanno mai lavorato per la cooperativa. Si erano licenziati. E avevano iniziato il rapporto di lavoro con le nuove società. Le ipotesi, a questo punto, sono due: o i soldi sono stati dirottati da un’altra parte, visto che i dipendenti non li hanno mai visti, oppure non sono mai usciti e sono rimasti nelle casse della cooperativa. Risulterebbe così un avanzo anomalo e i conti non tornerebbero, a meno che questi conti nessuno si sia messo a farli.

La cooperativa

Facendo una visura camerale, risulta che “la cooperativa non ha finalità di lucro e si propone di far fruire i Soci dei Benefici della cooperazione nel settore della produzione del lavoro e dei Servizi, ponendo in essere, giuridicamente ed operativamente, una Struttura”. La cooperativa dal 1° gennaio 2020, pur essendo attiva, non ha più operato. Gli amministratori risultano essere 3. Ma, indagando, scopriamo che due di loro sono in realtà degli operai, che fino al 2019 lavoravano con le stesse mansioni e gli stessi stipendi dei semplici dipendenti. Poi, dal 2020, sono stati anche loro trasferiti. Il terzo, invece, risultante residente ad Ardea, non è mai stato visto da nessuno in azienda. Chi è invece stato sempre visto è un altro

Il “giallo” sui vertici della Cooperativa: gli Amministratori risultano essere tre, ma due di loro in realtà sono operai con le stesse mansioni/stipendi dei loro colleghi. E come loro dal 2020 sono stati trasferiti. Il terzo, di Ardea, non è mai stato visto in Azienda personaggio, che ufficialmente risulta come consulente esterno delle varie cooperative. A lui si rivolgevano – e si rivolgono tutt’ora – i dipendenti per qualsiasi problematica di rilievo. E a lui si sono rivolti nel momento in cui hanno ricevuto le Certificazioni Uniche, per chiedere spiegazioni.

La beffa

La maggior parte dei dipendenti, stranieri, non si era neanche accorta di quello che era successo. Avere due CU aveva però innalzato il reddito dei lavoratori, che hanno così avuto un 730 molto più elevato rispetto a quanto avevano realmente guadagnato. In alcuni casi addirittura hanno dovuto pagare il Fisco. Ed è stato proprio questo a far scattare il campanello d’allarme. Siamo ormai arrivati oltre la metà del 2021.Più di qualcuno comincia a capire che sotto potrebbe esserci una truffa ai loro danni. Ma nessuno denuncia. La paura di perdere il posto di lavoro è più forte di quella di perdere dei soldi. Si tenta quindi la via amichevole, chiedendo semplicemente delucidazioni. E l’annullamento delle buste paga “fantasma” o, in alternativa, i soldi indicati in essa. Che non arrivano. Né le spiegazioni, né il denaro, né altro. Le raccomandate inviate all’indirizzo dell’Amministratore Delegato restano senza risposta. Il Tfr

Molti, a marzo del 2021, non hanno ancora ricevuto neanche il saldo del Tfr dalla vecchia cooperativa, nonostante sia passato più di un anno dalla fine del rapporto, quindi decidono di rivolgersi a un avvocato. Grazie al legale ottengono il pagamento del trattamento di fine rapporto. Ma, cosa stranissima, a saldare il dovuto, dopo altri 6 mesi di attesa non è la cooperativa, bensì un’altra società, a loro sconosciuta, che paga “in surroga”. Il legale, l’avvocato Federica Bolici, li segue per cercare di far annullare le certificazioni false emesse o, in alternativa, per far liquidare quanto dichiarato nella CU. “I lavoratori sono stati costretti a pagare le tasse su queste somme”, ha affermato l’avvocato Bolici, “quindi noi abbiamo richiesto le cifre indietro. Se non dovessero farlo, presenteremo istanza di fallimento”. Ma il fallimento, per una cooperativa che al momento risulta attiva solo sulla carta, di certo sarebbe la soluzione migliore, piuttosto che tirare fuori del denaro. A maggior ragione che la cooperativa non presenta al fisco il bilancio da diverso tempo. Una vicenda sicuramente complessa, che chi di competenza dovrà analizzare sotto vari aspetti. Per capire quale fosse lo scopo finale di queste buste paga e del movimento –fittizio o reale che sia stato – dei 78 mila euro che i lavoratori non hanno mai intascato ma su cui hanno pagato le tasse.

Maria Corrao

Grazie all’Avvocato Federica Bolici i dipendenti hanno ricevuto il TFR della precedente società: a saldare il dovuto, con mesi di ritardo. è stata un’ulteriore società, sconosciuta ai lavoratori. Ma per le ‘buste paga’ fantasma, di cui è stato chiesto l’annullamento il problema non è stato ancora risolto

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