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mo di suolo agricolo per l'ennesimo supermercato”

estrema sintesi, che si cerchi di far passare come ‘riqualificazione’ un intervento in realtà impattante, dato che la cubatura da realizzare ammonta a 6.000 mc, pari a circa un terzo quella dell'intero quartiere Viceré (17.622 mc). Non è tutto. Infatti, va precisato che, al netto della narrazione di questi ultimi giorni, i servizi privati, fra i quali il supermercato, non rientrano fra i servizi minimi inderogabili per legge: l’abitato di Viceré, invece, continua ad essere carente dei servizi inderogabili, come ad esempio l’illuminazione pubblica, a cui questo piano non dà risposte”.

“Dispiace sentir parlare di ‘riqualificazione’ per un intervento in realtà impattante, dato che la cubatura da realizzare ammonta a 6.000 mc, pari a circa un terzo quella dell'intero quartiere Viceré (17.622 mc)”

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(segue)

Veniamo al progetto. Il primo aspetto che salta all'occhio è la zona di ubicazione dell'intervento, che ad oggi è libera da costruzioni...

“Esattamente. Tra le conseguenze più devastanti del piano c'è la realizzazione di un ‘casermone’ commerciale alto 6 metri con parcheggio, al posto di una bellissima area agricola di oltre 10.000 mq, con interruzione delle visuali paesaggistiche, fra le quali la vista sul mare visibile da via Gronchi. A questo aggiungiamo il fatto che oltre all’impattante edificazione, la realizzazione e la cessione del parcheggio pubblico (sempre su area agricola, per circa 90 posti auto (2.700 mq) è da realizzarsi anche a scomputo degli oneri concessori e del contributo straordinario, e quindi in aggravio per le casse del Comune. Non solo. Se il quartiere conta in totale 176 abitanti e ha già a disposizione sufficienti aree a parcheggio, già realizzate, da chi e per quali attività verrà utilizzato il parcheggio (ad esempio di notte)? Dispiace, in

La Giunta ha riconosciuto “l'interesse pubblico” di questo progetto, uno dei passaggi di cui maggiormente si discute in questi giorni: qual è il vostro pensiero in merito?

“Ci chiediamo dove sia l'interesse pubblico di questa variante urbanistica per la realizzazione, ripetiamo, con consumo di suolo agricolo, del solito supermercato, di un parcheggio pubblico (che con ogni probabilità non verrà utilizzato da alcuno dei residenti) e di un parco pubblico separato e distante dal quartiere. Non solo. È opportuno segnalare infatti l’attuale previsione urbanistica, già in essere, inerente la realizzazione di un altro edificio commerciale lungo via Alcide De Gasperi, nel quartiere Nuova Lavinium, ad un solo chilometro e mezzo di distanza dall’ambito oggetto del piano integrato ‘Viceré’. Qual è quindi l'opportunità di realizzare questo nuovo capan- none commerciale? A nostro avviso nessuna”.

Dal punto di vista delle criticità c'è dell'altro a vostro avviso?

“Intanto andrebbe approfondito il perché, a Pomezia, dal punto di vista urbanistico, si continui a procedere di volta in volta con questi “piani-spot” senza passare per una più ampia progettazione del territorio (ricordiamoci infatti che il PRG di riferimento è sempre fermo agli anni '70). Una mancanza totale di visione, di lungimiranza che non sta portando Pomezia da nessuna parte. Questi interventi francobollo, a macchia di leopardo, si rivelano perfino dannosi in certi casi oltre al fatto di non apportare migliorie alla città a fronte di nuovo consumo di suolo, come Viceré, e con utilità pubblica fortemente in dubbio. Ad ogni modo, tornando a Viceré, uno degli aspetti più surreali, contenuto nella relazione tecnica riguarda il calcolo del contributo straordinario che i proponenti corrisponderanno al Comune per la realizzazione dell'intervento. Nella relazione l'architetto arriva a sostenere che l’incremento di maggior valore, generato dalla realizzazione dell'edificio commerciale, sarà di soli 66 mila euro. Di conseguenza, il contributo da corrispondere al Comune sarà ulteriormente inferiore”.

Il Comune di Pomezia

Per saperne di più avevamo inviato al Sindaco di Pomezia una serie di domande ma a causa della caduta dell'Amministrazione Comunale avvenuta il 31 agosto non è stato possibile ricevere risposta.

Luca Mugnaioli

Mozione approvata, Sindaco assente

La suddivisione dei lotti: 7.900 mq di area commerciale e di sosta, 5.200 mq a verde, e 2.700 mq per un parcheggio pubblico

LA VOTAZIONE - Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 26 agosto scorso c’era anche quello relativo al progetto in discussione per Viceré. All’assise cittadina è stata sottoposta la mozione per “l’annullamento della D.C.G. del 14/07/2022 – Proposta di programma integrato di intervento ai sensi della L.R. 22/97 e S.M.I. Via Gronchi Loc. Vicerè”. Ebbene, la maggioranza è stata

“battuta” nei numeri considerando che sono stati 13 i voti favorevoli: Mengozzi, Zanin, Pagliuso, Stazi, Pinna, Fucci, Pecchia, Abbondanza, Matarese ai quali si sono aggiunti i 4 ex 5 stelle Mercuri, Conficconi, Piumarta e De Zanni. Assente al momento del voto lil Sindaco Adriano Zuccalà ha deciso di abbandonare il collegamento (la riunione si è svolta in via telematica, ndr) in anticipo.

Emergenza spazi al Liceo Pascal: “Situazione insostenibile”

Le lezioni non sono ancora riprese ma sul fronte scolastico sembrano già esserci problemi a Pomezia. E' il caso questo del Liceo Pascal alle prese, ma la questione non è certo nuova, con il problema della mancanza degli spazi nell'Istituto. A causa dell'elevato numero di iscritti infatti, cresciuto sensibilmente negli ultimi anni, la situazione organizzativa ha raggiunto ormai livelli critici tanto che per accogliere gli studenti sono già stati tagliati ad esempio alcuni laboratori (poi riconvertiti in aule) con tutto ciò che ne comporta dal punto di vista dell'offerta formativa.

Il caso

Nel 2021, proprio alla fine dell'anno scolastico, la scuola aveva organizzato a questo proposito anche una conferenza stampa per rendere pubbliche tutte le difficoltà incontrate nella gestione degli spazi paventando anche, in caso di mancate soluzioni, il ricorso a dei “criteri selettivi” per gestire le nuove iscrizioni (come già accade in altri Comuni limitrofi). Un'eventualità fin qui scongiurata anche grazie agli enormi sacrifici adottati dall'Istituto per la riorganizzazione degli spazi interni al netto, per di più, delle difficoltà e dalle prescrizioni imposte dalla pandemia. Purtroppo però, fino ad oggi, i numerosi appelli rivolti alla Città Metropolitana, ente responsabile dell'edilizia scolastica delle scuole secondarie di II grado, ma anche al Comune di Pomezia, sono caduti tutti nel vuoto.

Le aule alla Selva dei Pini

E per l'anno scolastico 2022-23, ormai prossimo a partire, sembrano esserci ulteriori problemi per il Liceo. Sì perché nei mesi scorsi una soluzione-tampone quantomeno era stata trovata con la concessione di 5 aule presso il complesso della Selva dei Pini; quest'anno però non è detto che l'Istituto possa beneficiarne. Ne parliamo con il Professore Antonio Di Lisa, componente del Consiglio D'Istituto.

Professore c'eravamo lasciati lo scorso ottobre con l'ennesimo appello alle Istituzioni per ciò che riguarda la mancanza di spazi al Pascal. E' cambiato qualcosa?

“Purtroppo no. A luglio il nostro Dirigente Scolastico ha avanzato ulteriore richiesta agli Enti competenti per poter disporre di nuove aule in vista dell'avvio dell'anno scolastico. La realtà dei fatti è però che, ad oggi, non ab- biamo alcuna garanzia di quali saranno gli spazi a nostra disposizione”

Cosa può dirci per ciò che riguarda le aule alla Selva dei Pini?

“Nulla di più di quanto appena detto. Il nostro interlocutore è chiaramente la Città Metropolitana e per conoscenza il Comune di Pomezia. Al momento però non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione in tal senso”

Qual è la situazione dal punto di vista organizzativo alla vigilia della prima campanella?

“Ad oggi siamo “fuori” di 5-6 aule in termini di spazi, quindi facciamo i conti con una situazione pressoché ingestibile. Rispetto allo scorso anno c'è anche una classe in più. Per quanto in nostra facoltà abbiamo giù apportato ogni modifica possibile per trovare nuovi spazi da destinare alla didattica: abbiamo tagliato e riconvertito alcuni laboratori e perfino ceduto per un periodo lo scorso anno anche l'aula del Dirigente Scolastico e quella dei Professori. Ripeto, siamo veramente in piena emergenza senza contare le ripercussioni sull'offerta didattica dovuta all'eliminazione, dolorosa ma necessaria, di alcuni laboratori”.

Perché secondo lei non si riescono a trovare soluzioni adeguate?

“Il problema chiaramente non riguarda soltanto la nostra scuola ma anche tanti altri Istituti scolastici dell'area metropolitana. La verità è che, al livello Istituzionale, non si è stati in grado di capire che la popolazione scolastica si stava spostando negli anni sempre più verso l'hinterland di Roma intervenendo di conseguenza. Oggi servirebbero interventi strutturali in grado di fornire soluzioni definitive al problema e a lungo termine, ma nulla viene fatto in tal senso. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”. Si era parlato anche di strutture leggere o di prefabbricati esterni per il Pascal ma la Città Metropolitana non ha mai sinora inserito tale eventualità nelle schede progettuali dell’Ente...

“Tra le priorità dell’agenda politica in Italia, e in modo particolare per il nostro territorio, occorrerebbe inserire il tema dell’Edilizia scolastica ma la stessa è rimasta fuori anche dall’opportunità fornita dai fondi PNRR. Tali fondi sono del tutto insufficienti, rappresentano una goccia d’acqua per una persona assetata e la pandemia, secondo gli esperti, non è ancora conclusa. Un territorio, quello di Pomezia e Ardea, con una popolazione di circa 120 mila abitanti (anagraficamente giovane) ha bisogno di strutture edilizie scolastiche idonee dal punto di vista strutturale ed energetico e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico-didattico. Un paese che guarda al futuro deve puntare su una scuola di qualità. Mi riallaccio poi alla domanda precedente, ovvero la volontà (che manca) di provare a cercare soluzioni che vadano oltre la stretta gestione dell'emergenza. Avevamo chiesto ad esempio la possibilità di realizzare strutture leggere (anche se la normativa tecnica in materia è molto complessa a dispetto di ciò che si potrebbe pensare) o di prefabbricati da posizionare nel cortile da utilizzare come aula magna oppure per i laboratori; in questo modo l'edificio principale sarebbe stato utilizzato interamente per le aule sfruttando al massimo tutti gli spazi. Anche in questo caso però non abbiamo ricevuto alcun segnale dalle Istituzioni”.

Luca Mugnaioli

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