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i al semplice gelato, i rincari colpiscono tutti i settori

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Ecco il motivo. “Quest'anno, vista la carenza del personale stagionale, abbiamo aumentato l'offerta economica rivolta agli ‘spiaggini’ e agli assistenti bagnanti. Questo ha fatto di conseguenza scattare un piccolo aumento per il noleggio giornaliero delle attrezzature balneari”, chiarisce Davide Nasso. Restano invece invariati i prezzi dei noleggi giornalieri al Ragno d’Oro di Roberto Tammone, dove sono aumentati i costi degli abbonamenti mensili e stagionali. “Si tratta di un piccolo aumento, del 5% rispetto allo scorso anno”, spiega il titolare dello storico stabili-

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Alcuni aumenti riguarderanno il noleggio giornaliero delle attrezzature balneari in altri casi il prezzo, nell’ordine del 5%, potrà salire per gli abbonamenti mento. “Da anni non mettevamo mano al listino, adesso siamo stati costretti a causa del continuo aumento delle materie prime relative alla manutenzione e delle nuove attrezzature. Abbiamo preferito non andare a colpire chi viene a godersi la singola giornata di mare, ma di aumentare di pochissimo i prezzi degli abbonamenti, che comunque restano accessibili, soprattutto andando a guar- dare la tipologia di offerta”. E infatti, come conferma Tammone, le prenotazioni fioccano. “Sembrerebbe che per quest’anno si prospetti una stagione ottima, con un numero di presenze davvero impressionante, almeno dai numeri che vedo finora”. Dopo aver visto Torvaianica nord e Torvaianica sud, al centro della cittadina passiamo a un altro stabilimento storico, Schiano Beach, che invece ha deciso di non ritoccare i suoi costi. “Abbiamo mantenuto gli stessi prezzi della scorsa estate, sia per gli ingressi giornalieri che per gli abbonamenti, nonostante il mare ci abbia tolto un’altra fila di ombrelloni, già ridotti a causa delle norme restrittive anti-Covid. Ma – spiega Marco Schiano, titolare dello stabilimento – non mi sembra giusto far ricadere sul cliente finale quelli che sono i rischi d’impresa. So che è aumentato tutto, però una giornata al mare deve essere accessibile a tutti”.

Ci sono anche situazioni in cui i prezzi sono rimasti invariati rispetto allo scorso anno nonostante il difficile contesto economico cui si deve far fronte

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Gelato più caro Nell'ondata di rincari anche il gelato, uno dei prodotti più gettonati dell'estate, sembra essere stato interessato da aumenti. Coni e coppette più “salate” dunque con la Coldiretti che stima il segno '+' nell'aumento del costo medio del gelato al livello nazionale di circa il 20%. Di fatto la spiegazione, purtroppo, è sempre la stessa: i continui aumenti delle materie prime dovuti alla complessa situazione

IMPENNATA NEL COSTO DELLE MATERIE PRIME

Rialzi record per latte (+34%), uova (+22%), zucchero (+54%). Inoltre a Pomezia c’è da fare i conti anche con l’aumento della TARI. Senza contare l’impennata delle bollette: per questo anche il cono potrà costare di più

“La testimonianza da Pomezia: in passato gli aumenti riguardavano una sola materia prima magari a causa di situazioni contingenti del momento; adesso assistiamo ad aumenti generalizzati con picchi specifici davvero spropositati” internazionale. Si parla di ritocchi verso l'alto pari al 34% per latte, 22% per le uova e +54% per lo zucchero. A questo, come del resto per tutti i settori, c'è da aggiungere i costi lievitati delle bollette – a Pomezia perfino la TARI è aumentata del 20% - che da mesi ormai stanno mettendo in ginocchio gli esercenti. Ebbene, con tutte queste premesse è lecito attendersi dunque un aumento, a cascata, anche nella vendita al dettaglio.

Maria Corrao e Luca Mugnaioli

Bollettini TARI

AUMENTI TARI - Sono arrivati a fine mese, e dunque in abbandonate ritardo considerando che la scadenza della prima rata era il 30 aprile, i bollettini TARI ai cittadini di Pomezia. Come annunciato nelle scorse settimane gli aumenti hanno toccato trasversalmente tutte le utenze, sia per ciò che riguarda le abitazioni private che le attività commerciali. I rincari annunciati dal Comune erano stati nell'ordine del 20% che si sono tradotti in vario modo nelle singole bollette. Alcuni, stando alle segnalazioni inoltrate alla nostra Redazione, hanno avuto un aumento nel costo annuo fino a 20 euro, altri anche fino a 40 e oltre (come nel caso dell'attività commerciale pometina intervistata).

Gli importi, lo ricordiamo, possono essere pagati in un'unica soluzione (la scadenza era il 30 aprile), oppure in due rate, con la seconda scadenza fissata a fine ottobre, e non più a dicembre come avveniva in passato.

La Fonte del Gelato: l’intervista

POMEZIA - Sul tema rincari abbiamo intervistato Katiuscia Agostinelli che a Pomezia gestisce una delle gelaterie storiche in città (dal 1972, ndr), la Fonte del Gelato in Via Roma. Anche per loro convivere con il caro bollette e con gli spropositati aumenti delle materie prime è tutt'altro che semplice. “Stiamo vivendo un periodo davvero complicato – ci dice – e parto col dire che abbiamo chiuso un mese in anticipo lo scorso ottobre a causa proprio dell'impennata delle bollette (di solito l'attività chiudeva infatti a fine novembre, ndr). Se prima pagavamo circa 1800-2000 euro/mese ci siamo ritrovati con gli importi quadruplicati, una cosa mai vista”. Qual è la situazione attuale? “Al momento non so dirlo perché, cambiando gestore e avendo riaperto da poco, ancora non abbiamo ricevuto le nuove bollette. Il problema più grande adesso sono più che altro i costi delle materie prime”. Ci spieghi. “Gli aumenti dei prezzi in passato erano fisiologici nel senso che ci sono sempre stati ciclicamente ma riguardavano sempre sin- goli comparti degli approvvigionamenti, che so magari legati a periodi di siccità o altre situazioni di questo tipo. Poteva aumentare una singola materia prima e per un determinato periodo di tempo. Oggi invece assistiamo a degli aumenti generalizzati di tutte le materie prime, senza nessuna esclusione, con alcuni picchi davvero spropositati”. Qualche esempio? “Tutto ciò che è legato agli imballaggi ad esempio, come i pacchi di cucchiaini nei nuovi materiali biodegradabili, il cui prezzo è triplicato; ma anche lo zucchero, il cui costo è salito verti- ginosamente”. A Pomezia poi è aumentata anche la Tari...“In tre anni ci siamo ritrovati a pagare circa 160 euro in più, 148 se facciamo il raffronto soltanto con lo scorso anno. E' chiaro quindi che rispetto al 2022 l'aumento è stato importante”. In che misura tutto questo si traduce sul prezzo finale al consumatore? “Chiaramente abbiamo dovuto operare piccoli aumenti, necessari per permetterci di mantenere gli elevati standard qualitativi per cui ormai tutti ci conoscono”. In questi primi giorni di apertura avete notato cambiamenti in merito all'affluenza di clienti rispetto al passato? “E' ancora troppo presto per dirlo e poi in questo periodo le giornate sono ancora troppo instabili dal punto di vista del meteo, aspetto quest'ultimo determinante nella nostra attività. Però ad esempio per il Ponte del 25 aprile, dove c'è stato sempre bel tempo, abbiamo lavorato tantissimo. Ringraziamo per questo tutti i nostri clienti che continuano a sceglierci”.

Estate Ardea: rincari contenuti ma pesa l'incertezza concessioni

Cavola

Sarà un'estate a due facce quella prossima ad Ardea. Da un lato le prospettive sul fronte turismo, che sembrerebbero essere positive, dall'altro l'incertezza per la spada di Damocle che pende sui balneari (ma non solo) in virtù della Bolkestein considerando che le concessioni dovrebbero andare a gara a fine anno. “La prossima sarà l'unica estate sicura che faremo”, è l'eloquente frase che ben riassume il momento che stanno vivendo i balneari sotto la Rocca come da altre parti. A parlarne con noi è Angelo Cavola del SIB (Sindacato Italiano Balneari), uno dei sindacati del settore balneari che ad Ardea rappresenta 17 strutture. Ripartiamo proprio da qui: quanto pesa questa situazione di incertezza su voi operatori?

“La prossima sarà l'ultima stagione sicura che faremo. Questo, ad oggi è l'unico dato certo. Poi per il futuro non è dato saperlo. Devo dire che il recente procacciamento della Corte Europea in merito al ricorso al Tar di Lecce sulla legittimità della Bolkestein e che, tutto sommato, ha aperto un piccolo spiraglio. Pur infatti riconoscendo che gli stabilimenti devono andare a gara – e dunque i rinnovi automatici vengono abrogati –stando al principio della “scarsità della risorsa”, ovvero il principio fondante della Bolkestein, che prevede gare proprio laddove ci sia scarsa possibilità di subentrare nella gestione di un dato bene, potrebbero aprirsi scenari differenti. Il presupposto per l'applicazione della direttiva alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è per l'appunto “la scarsità della risorsa” e cioè l'impossibilità del rilascio di nuove concessioni. In Italia infatti ci sono intere Regioni dove la balneazione non è sviluppata come ad esempio la Sicilia, la Calabria e la stessa Sardegna. Inoltre viene stabilito che dovrà esserci uno screening preliminare approfondito concessione per concessione per valutare i singoli casi ed è stato dato tempo tre mesi per realizzarlo; l'idea che mi sono fatto è che potrebbe configurarsi un doppio binario, con le vecchie concessioni e quelle nuove o comunque post Bolkestein da assoggettare con un regime diverso. Il problema sono però, nuovamente, i tempi: questo studio dovrebbe concludersi entro tre mesi, un tempo davvero strettissimo. Per questo si era parlato di almeno un anno di rinnovo per completare quest'analisi, anche perché c'è da tenere presente che lo screening sarà com- plesso perché di mezzo non ci sono soltanto gli stabilimenti ma anche ristoranti, alberghi o campeggi. Per non parlare dei ricorsi che ci saranno”.

Angelo Cavola, Presidente SIB Ardea e Provincia di Roma nonché Vicepresidente Regionale, ad Ardea gestisce anche lo stabilimento “Roma” che quest'anno festeggerà 50 anni di attività. Con lui parliamo anche della stagione estiva ormai alle porte.

Tema concessioni a parte qual è la situazione ad Ardea? Quali sono le prospettive per la stagione?

“Noi imprenditori cerchiamo sempre di guardare al lato positivo e in tal senso le prospettive per la stagione sembrerebbero rispecchiare le nostre aspettative. Detto questo dobbiamo constatare come il sistema balneare sia purtroppo bloccato ormai da due anni. Nessuno fa più investimenti nelle strutture perché l'incertezza è troppa”

Si parla di rincari un po' dappertutto anche nel settore balneare: sarà così anche ad Ardea?

“Negli ultimi due anni i prezzi sono andati totalmente fuori controllo sia per le materie prime che per le forniture in generale. Non solo. I canoni dal 1 gennaio sono aumentati del 25% ma nonostante questo si sta cercando di mantenere i prezzi ai livelli dello scorso anno. Forse qualche aumento potrà esserci eventualmente più nel settore della ristorazione che nel comparto spiaggia (anche perché come detto gli investimenti sono fermi), almeno parlando delle strutture rappresentate dal SIB qui ad Ardea. Del resto se una struttura è troppo cara e non consona all'offerta tende inevitabilmente a lavorare di meno e rischia di uscire dal mercato”. Ad Ardea la nuova ordinanza balneare do- vrebbe essere più “snella” rispetto al passato: è così?

“Negli ultimi anni abbiamo avuto ordinanza mastodontiche spesso con parti prese e incollate dalle ordinanze di altre Regioni e Comuni. Per questo avevamo chiesto un testo più semplice, più leggibile e maggiormente consultabile da parte di tutti. Devo dire che in parecchi aspetti è stata alleggerita, in altri no. In particolare un passaggio ci sta creando difficoltà ed è quello relativo all'inizio del servizio di bagnino durante la settimana anticipato di un'ora, alle 9.00 anziché alle 10.00. Questo crea un problema perché reperire personale, quasi tutto giovane o molto giovane, non solo è diventato molto complicato negli ultimi tempi, ma a maggior ragione per quell'orario lo è ancora di più, e in caso di problemi abbiamo un'ora in meno per cercare delle sostituzioni. Anche il comparto pescatori so che ha sollevato perplessità dato che anticipando la balneazione si riduce per loro il tempo dell'attività in mare. Per questo stiamo cercando di risolvere il problema”. Chiudiamo con un ultimo passaggio sul tema concessioni: cosa vi aspettate?

“Per il momento navighiamo a vista non possiamo far altro. In ballo ci sono intere famiglie che hanno dedicato la loro vita a queste aziende, parliamo, in una peculiarità tutta italiana, del 93% di conduzioni familiari. Cosa faranno domani se dovessero lasciare la concessione demaniale? Come verranno riconvertite lavorativamente? Parliamo di 30.000 aziende e 1 milione circa di persone che ci lavorano indotto escluso che andranno per strada. Il danno per l'Italia, se non si troveranno altre soluzioni, sarà enorme”.

Luca Mugnaioli

“Rincari? I prezzi rimarranno per la maggior parte in linea con quelli dello scorso anno. Incertezza? Pesa tantissimo, gli investimenti sono fermi. Questa sarà l’ultima stagione sicura che faremo, poi non sappiamo cosa accadrà”

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